li escluse dal novero dei cristiani. Falso è dunque il primo passe che muove il nostro scrittore per entrare nella sua questione; e il peggio è ohe egualmente false e infelici sono le citazioni de' cinque autori che riporta in nota, a confortare la sua asserzione. ^ Il primo tra questi è Giovanni Salisburiense, del quale le più usata opere sono il Policrato e il Metalogico, Il Policrato è diviso in molti libri e capitoli, né il Mirandol si dà la pena d'indicare il capitolo, o la pagina. Noi adunque, preso in mano il Policrato , vi abbiamo trovato citato Boezio; ma in luogo dove si parla della questione della realità degli universali, e non vi si tocca punto né di cristianità, né di paganesimo. ' Il Metalogico é pieno zeppo di citazioni di Boezio, e queste sono tutte in lode del cristiano filosofo. Il secondo autore citato é un Bruno, che avrebbe fatto un Commento al libro De consolatime. Ha chi é cotesto Bruno? il Miraadol qui manda il lettore a cercarlo nelle opere in genere pubblicate dal Maj, che le saranno, a dir poco, trenta o quaranta volumi I ' Il * La nota del Mirandol a pag. IV della sua introdusione è la 8e« gnente « 1. Cf. Job. Sarìsburieosis PoUcrot,; Bruno, Cooinif in Consol. Philo9, (Coli. Ang. Haj); Glareanus. Prafat, ad edii. Basii. i570. Bug. Grolius, Prafal, ad hist. Gothoft Vandal. et LongoK; Bruker Histor, critic. Philos, * Job. Saiisburiens. Poticrat. p. 431. Forile il Mifsindpl avrà voluto alludere al seguente brano del po<- Ucrato : Et licei liher Uh [de Consolatione) verbum non exprimat incarnatum^ tamen apud eos qui ratione nituntur non mediocris auctoritaiis est, cum reprimendum quemlibet exulcerala mentis do- lorem congrua euique medieamenta conficiat. Pollerai. L. VII..G. XV. Qui non vuol dir altro V autore se nonché la Consolatoria di Boezio è ottima. medicina per gli alBiiU» sebbene in essa non si parli del Verbo incarnalo. Il letlore giudicherà se in ciò Iraspaia yerun dubbio •olla cristianità di Boezio. ' V. la Table alpkabétique sa tutte le opere pubblicate dal Mal» del Bonneiiy , che a tutto il 1850 questi ne contava già 43 volumi. Digitized by VjOOQIC 76 IL BOEZIO. Bruno adunque dato in luce dal Maj , è un monaco be- nedettino del X secolo, che invitato da Bovone secondo, primo abbate del Monastero in Sassonia poi vescovo, a decifrargli alcuni oscuri versi del libro De consolatione ^ scrisse un breve comentarietto che s' intitola Cammen- tarium ad nonnulla Boethii carmina. * Il carme sul quale Bovone chiedeva a Bruno spiegazioni è quello che co- mincia; 0 Qui perpetua^ e il commento del Bruno non va più oltre del verso Da pater augustam muìidi con-- scendere sedem. ' Non contrasta Bruno, che tanto in questo carme, quanto in altri del medesimo poemetto di Boezio, non s' incontrino concetti platonici che a pena si conciliIano coi dogmi della Chiesa. Quod ideo mirum est, quia libellum quemdam ejusdem aitctoris de sancta Trinitate valdepreclarum legi. E soggiunge concludendo: Quod tamen utcumque se habeat, gektum est, eum in his libris nihil de doctrina Ecclesiastica disputasse, sed tantum filosophorum, et maxime Platonicorum dogmata legentihus aperire voluisse, E di più dichiara che non procede nel commento al di là delverso Da pater, per- chè il resto non è che la purissima preghiera de
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