Grice e Ferraris: la ragione conversazionale e l’implicatura
conversazionale della supercazzola – scuola di Torino – filosofia torinese –
filosofia piemontese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Filosofo torinese. Filosofo piemontese. Filosofo
italiano. Torino, Piemonte. Grice: “Ferraris is what the in the Renaissance
used to be called a ‘Renaissance man.’ My favourite of his essays is “La svolta testuale” –
he is into Derrida and Yale, but I’m into Grice and Harvard, and I still
connect!” Si laurea a TORINO sotto VATTIMO (si
veda). Insegna a Macerata, Trieste, Torino al Laboratorio di Ontologia dal Centro Inter-Dipartimentale d’Ontologia.
Studiato a Torino. In ambito teorico, lega il suo nome al rilancio
dell'estetica come teoria della “sensibilità” a un'ontologia sociale intesa
come ontologia dei documenti (documentalità) e a un superamento del post-modernismo
attraverso la proposta di un nuovo realismo. Centro inter-universitario d’Ontologia
Teorica e Applicata. I primi interessi di F. si rivolgono alla filosofia
post-strutturalista (“Differenze”; “Tracce” e “La svolta testuale”). Specificamente
a Derrida, F. dedica: Postille a Derrida, Honoris causa a Derrida Introduzione
a Derrida, Il gusto del segreto e, infine, Derrida. Ritratto a memoria. Lavorando
invece a contatto con Gadamer, si rivolge all'ermeneutica, scrivendo: Aspetti
dell'ermeneutica, Ermeneutica di Proust, Nietzsche e la filosofia, e
soprattutto Storia dell'ermeneutica. F. sviluppa un'articolata critica alla
tradizione heideggeriana e gadameriana (si veda in particolare Cronistoria di
una svolta, postfazione alla conferenza di Heidegger La svolta), che fa valere,
in particolare, l'apporto del post-strutturalismo come contestazione del
retaggio romantico e idealistico che condiziona tale tradizione. La conclusione
di questo percorso critico sfocia nella riconsiderazione del rapporto tra lo
spirito e la lettera e in un ribaltamento della loro contrapposizione
tradizionale. Spesso i filosofi e gl’uomini comuni disprezzano la letterale
norme e i vincoli che sono istituiti attraverso documenti e iscrizioni di vario
genere anteponendole lo spirito il pensiero e la volontà e riconoscendo la
libera creatività del secondo rispetto alla prima. Per F. è la lettera a precedere
e fondare lo spirito. Abbandona il relativismo ermeneutico e la decostruzione
di Derrida per abbracciare una forma di oggettivismo realistico secondo cui l'oggettività
e realtà, considerate dall'ermeneutica radicale come principi di violenza e di
sopraffazione, sono di fatto e proprio in conseguenza della contrapposizione
tra spirito e lettera di cui si è dettola sola tutela nei confronti
dell'arbitrio. Questo principio, valido in ambito morale, ha nel riconoscimento
di una sfera di realtà indipendente dalle interpretazioni il suo fondamento
teorico. Il mondo esterno, riconosciuto come inemendabile, e il rapporto tra
schemi concettuali ed esperienza sensibile (l'estetica, riportata al suo
significato etimologico di “scienza della percezione sensibile”, acquisisce una
rilevanza primaria si vedano, in particolare, Analogon rationis, Estetica (con
altri autori), L'immaginazione, ed Estetica razionale sono temi dominant. Rilegge
Kant attraverso la fisica ingenua del percettologo triestino BOZZI (si veda) (Il
mondo esterno e Goodbye Kant! La “ontologia critica” ferrarisiana riconosce il
mondo della vita quotidiana come largamente impenetrabile rispetto agli schemi
concettuali. Il mancato riconoscimento di questo principio risale alla
confusione tra ontologia (la sfera dell'essere) ed epistemologia (la sfera del
sapere), di cui F. articola una tematizzazione critica fondata sulcarattere di
inemendabilità che è proprio dell'essere rispetto al sapere (si vedano in
particolare: Ontologia e Storia dell'ontologia.La sua riflessione sul
realismo sfocia nell'elaborazione del Manifesto del New Realism. L'esito
naturale dell'ontologia critica è il riconoscimento accanto al mondo
inemendabile di un dominio d’oggetti in cui la filosofia trascendentale
kantiana trova la sua adeguata applicazione: gl’oggetti sociali,
l’intersoggetivo (Dove sei? Ontologia del telefonino, Babbo Natale, Gesù adulto, Sans Papier, La
fidanzata automatic, Il tunnel delle multe. La tesi di fondo è che la
distinzione tra ontologia ed epistemologia, unita al riconoscimento
dell'autonomia ontologica dell’intersoggetivo, della sfera degli oggetti
sociali (regolata dalla legge costitutiva “oggetto = atto iscritto”), consente
di correggere la tesi derridiana secondo cui "nulla esiste al di fuori del
testo" (letteralmente, e a-semanticamente, “non c'è fuori testo”) per
teorizzare che “niente di sociale esiste fuori del testo”. Documentalità.
Perché è necessario lasciar tracce.In seguito la sua si arricchisce di piccole ma significative
metafisiche dei costumi artistici e scritturalifin anche ultratecnologici con
Piangere e ridere davvero e Filosofia per dame, vere e proprie grammatologies,
insomma, ma ri-viste, e robustamente visionarie, oltre che re-visionate, come
del resto tutti gli articoli di intervento culturale (si cfr. esemplarmente
quelli per Alfabeta e Alfabeta). La svolta realista compiuta da partire
dalla formulazione dell'estetica non come filosofia dell'arte, ma come
ontologia della percezione e dell'esperienza sensibile trova un'ulteriore
declinazione nel Manifesto del nuovo realism. Il Nuovo realismo, i cui principi
sono anticipati da Ferraris in un articolo uscito su Repubblica l'8 agosto e che avvia un imponente dibattito, è in
primo luogo un consuntivo di alcuni fenomeni storici, culturali, politici
(l'analisi del postmoderno sino al suo deteriorarsi in populismo mediatico). Da
queste considerazioni consegue la messa in chiaro degli esiti prodotti dalle
derive del postmoderno nel pensiero contemporaneo (l'interpretazione dei
realismi filosofici e delle “teorie della verità” che si sviluppano a partire
dalla fine del secolo scorso come reazione a una devianza del rapporto tra
individuo e realtà). Da questo scaturisce la proposta di un antidoto alla
degenerazione dell'ideologia postmodernista, alla prassi degradata e mendace
della relazione con il mondo che questa ha indotto.Il Nuovo Realismo si
identifica infatti nell'azione sinergica di tre parole-chiave, Ontologia,
Critica, Illuminismo. Il Nuovo Realismo è stato oggetto di discussioni e
convegni nazionali e internazionali e ha sollecitato una serie di pubblicazioni
che implicano il concetto di realtà come paradigma anche in ambiti
extrafilosofici. In effetti, il dibattito sul nuovo realismo, per
quantità di contributi e media implicati, non ha equivalenti nella storia
culturale recente, tanto da essere stato assunto 'case study' per analisi di
sociologia della comunicazione e linguistica. Il nuovo realismo ha sollecitato
una serie di pubblicazioni che ne discutono le tesi, a cominciare da Della
realtà: fini della filosofia, Milano, Garzanti di Vattimo e Inattualità del
pensiero debole, Udine, Forum, di Rovatti sino a Il senso dell'esistenza. Per
un nuovo realismo ontologico, Roma, Carocci,, di Gabriel, Bentornata Realtà. Il
nuovo realismo in discussione (Caro e F.), Torino, Einaudi, e a Sociologia e nuovo realismo,
Milano-Udine, Mimesis, di Luca
Martignani (che fa parte della collana “Nuovo Realismo” diretta da F. e De
Caro, che conta numerose pubblicazioni). Al Nuovo Realismo di Ferraris
hanno aderito sia filosofi di formazione analitica, come Caro (cfr. Bentornata
Realtà, a c. di Caro e F.), sia filosofi di formazione continentale, come
Beuchot (Manifesto del realismo analogico, ), Taddio (Verso un nuovo realismo) e
Gabriel (Campi di senso. Un'ontologia neo-realista), che ha raccolto il
sostegno di filosofi come ECO (si veda), Putnam e Searle, e che si incrocia con
altri movimenti realisti sorti in modo indipendente ma rispondendo a esigenze
affini, come il realismo speculativo di Meillassoux e di Harman. Per il nuovo
realismo, il fatto che sia sempre più evidente che la scienza non è
sistematicamente la misura ultima della verità e della realtà non comporta che
si debba dire addio alla realtà, alla verità o alla oggettività, come aveva
concluso molta filosofia del secolo scorso. Significa piuttosto che anche
la filosofia, così come la giurisprudenza, la linguistica o la storia, ha
qualcosa di importante e di vero da dirci a proposito del mondo. In questo
quadro, il nuovo realismo si presenta anzitutto come un realismo negativo: la
resistenza che il mondo esterno oppone ai nostri schemi concettuali non va
considerata come uno scacco, ma come una risorsa, come una prova dell'esistenza
di un mondo solido e indipendente. Se le cose stanno in questi termini, però,
il realismo negativo si trasforma in un realismo positivo (Cfr. F., Realismo
Positivo, Rosenber e Sellier ). Nella sua resistenza la realtà non costituisce
soltanto un limite, ma offre anche delle possibilità e delle risorse, il che
spiega come, nel mondo naturale, forme di vita differenti possano interagire
nello stesso ambiente senza condividere alcuno schema concettuale; e come, nel
mondo sociale, le intenzioni e i comportamenti umani siano resi possibili da
una realtà che è anzitutto data, e che solo in un secondo momento potrà essere
interpretata e, se necessario, trasformata. Esauritasi la stagione del
postmoderno, il nuovo realismo ha intercettato un diffuso bisogno di
rinnovamento in ambiti extradisciplinari come l'architettura, la letteratura,
la pedagogia, la medicina. L'ultima corrente filosofica inaugurata ha
provocato resistenze e critiche da parte dei sostenitori del postmodernismo e
del pensiero debole. Altre saggi: “Differenze. La filosofia dopo lo
strutturalismo” Milano: Multhipla); “Tracce. Nichilismo moderno postmoderno,
Milano: Multhipla); Mimesis, La svolta testuale. Il decostruzionismo in
Derrida, Lyotard, gli “Yale Critics”, Pavia: Cluep); L’ermeneutica (Genova:
Marietti); Proust, Milano: Guerini e associati,
Storia dell'ermeneutica, Milano: Bompiani);Nietzsche (Milano: Bompiani; Cronistoria
di una svolta, in Heidegger, La svolta, Genova: il Melangolo (traduzione e
conclusione, Postille a Derrida, Torino:
Rosenberg & Sellier); La filosofia e lo spirito vivente, Roma: Laterza); Mimica.
Lutto e autobiografia da Agostino a Heidegger, Milano: Bompiani); “Storia della
volontà di potenza, Milano: Bompiani) Analogon rationis, Milano: Pratica
filosofica, 1nterpretazione ed
emancipazione. Milano: Cortina); L'immaginazione, Bologna: il Mulino); Estetica,
(con altri autori), Torino: Pomba); Il gusto del segreto, con Derrida, Bari:
Laterza); Estetica razionale, Milano: Cortina); Honoris causa a Derrida,
Torino: Rosenberg e Sellier); Una Ikea di università, Milano: Cortina); Il
mondo esterno, Milano: Bompiani); L'altra estetica, (con altri autori), Torino:
Einaudi); Derrida, Roma: Laterza); Ontologia, Napoli: Guida); Goodbye Kant!,
Milano: Bompiani); “Dove sei? Ontologia del telefonino, Milano: Bompiani); “Babbo
Natale, Gesù adulto. In cosa crede chi crede?, Milano: Bompiani); Sans papier.
Ontologia dell'attualità, Castelvecchi: Roma); La fidanzata automatica, Milano:
Bompiani); Il tunnel delle multe. Ontologia degl’oggetti quotidiani, Torino:
Einaudi); Storia dell'ontologia, Milano: Bompiani, Una Ikea di università. Alla prova dei fatti,
nuova edizione, Milano: Raffaello Cortina; “Piangere e ridere davvero.
Feuilleton, Genova: Il melangolo); Documentalità. Perché è necessario lasciar
tracce, Roma-Bari: Laterza); Ricostruire la decostruzione. Cinque saggi a
partire da Derrida, Milano: Bompiani); Filosofia per dame, Parma: Guanda); Anima
e iPad, Parma: Guanda); Manifesto del nuovo realismo, Roma-Bari: Laterza, Bentornata Realtà. Il nuovo realismo in
discussione, con Caro, Torino: Einaudi); Lasciar tracce: documentalità e
architettura, Visconti e Capozzi, Milano: Mimesis); Filosofia Globalizzata, con
Caffo, Milano: Mimesis); Realismo Positivo, Torino: Rosenberg e Sellier); Spettri
di Nietzsche, Guanda: Parma); Mobilitazione Totale, Roma-Bari: Laterza); I modi
dell'amicizia, con Varzi, Napoli-Salerno: Orthothes); Emergenza, Torino:
Einaudi); L'imbecillità è una cosa seria, Bologna: il Mulino); Filosofia
teoretica, con Terrone, Bologna: il Mulino,
Postverità e altri enigmi, Bologna: il Mulino); Il denaro e i suoi
inganni, con Searle, Torino: Einaudi); Intorno agl’unicorni. Supercazzole,
ornitorinchi, ircocervi, Bologna: il Mulino); Il capitale documediale.
Prolegomeni, in Scienza Nuova. Ontologia della trasformazione digitale, Torino:
Rosenberg e Sellier. Responsabile scientifico di "Pensiero in
movimento", Pearson Libri in collana di quotidiani: Oltre che diverse
curatele e interventi per il "Caffè Filosofico" del settimanale
l'Espresso e la collana "Capire la Filosofia" de la Repubblica si
segnalano: "Felicità. Cos'è
la ricerca della felicità?", Roma, la Repubblica, "Libertà. Quando si è davvero
liberi?", Roma, la Repubblica, "Arte. Perché certe cose sono opere
d'arte?", Roma, la Repubblica, "Male. È possibile vivere senza il
male?", Roma, la Repubblica, "Uguaglianza. C'è qualcuno più uguale
degli altri?", Roma, la Repubblica, "Bellezza. C'è una regola del
bello?", Roma, la Repubblica, s
"Mente. La mente è soltanto il cervello?", Roma, la Repubblica,
"Morale. C'è un solo modo giusto di
vivere?", Roma, la Repubblica, "Potere. Perché si lotta per il
potere?", Roma, la Repubblica, "Pensiero. Che cosa significa
pensare?", Roma, la Repubblica, "Violenza: La violenza è
inevitabile?", Roma, la Repubblica, "Passione: Chi decide, la ragione o la
passione?", Roma, la Repubblica, "Senso: Che cosa ci manca quando diciamo
che la vita non ha senso?", Roma, la Repubblica, "Linguaggio: Si può pensare senza
parole", Roma, la Repubblica, s"Scienza: Che cosa sanno gli
scienziati?", Roma, la Repubblica, v "Filosofia: A cosa servono i
filosofi?", Roma, la Repubblica, ha curato, oltre a partecipare con
singoli interventi, la seconda serie del "Caffè Filosofico" di
Repubblica curandone gli epiloghi. Nel biennio - ha diretto e condotto
tre serie del programma televisivo Zettel Filosofia in movimento in onda su Rai
Scuola. Nel e nel ha continuato tale lavoro nel programma
televisivo "Lo stato dell'arte", in onda su RAI5. Conduce la rubrica
di Rai cultura "Opera aperta", in onda sullo stesso canale. “F.",
in D. Antiseri e S. Tagliagambe, Filosofi italiani contemporanei, Milano:
Bompiani, "Maurizio Ferraris", la Repubblica, Per una rassegna completa del dibattito sorto
intorno al "Manifesto del New Realism" si veda Copia archiviata, su
labont. Nuovo Realismo | Il sito ufficiale della rassegna nuovo realismo R. Scarpa, Ilcaso Nuovo Realismo. La lingua
del dibattito filosofico contemporaneo, Milano-Udine, Mimesis, Reperibileonline.
Questi ealtri riferimenti, con resoconti e presentazioni degli incontri, sono
quireperibili: nuovorealismo Si vedano ancora, tra gli altri, Bazzanella, La
filosofia e il suo consumo. Il nuovo New Realism, Trieste, Asterios,; Perché
essere realisti? Una sfida filosofica, Andrea Lavazza e Vittorio Possenti,
Milano-Udine, Mimesis,; L. Somigli (a cura di), Negli archivi e per le strade.
Il ritorno alla realtà nella narrativa di terzo millennio, Roma, Aracne,;
Architettura e realismo, Milano Maggioli,
Il Caffè Filosofico. La filosofia raccontata dai filosofi Lo stato dell`arteIl di RAI Cultura dedicato alla filosofia, in
Il di RAI Cultura dedicato alla
filosofia. “F.", in Antiseri e
Tagliagambe, Filosofi italiani contemporanei, Milano: Bompiani, "Ontologia analitica e ontologie
continentali: F. e i filosofi italiani di impostazione analitica", in
Esposito e Porro, Filosofia contemporanea, Roma: Laterza, dal
Rassegna Stampa Nuovo Realismo, sul sito del Labont: raccolta estesa di
tutti gli interventi a proposito della proposta teorica sul realism. Documentalità
Ontologia Ermeneutica Realismo. Treccani. CTAOCentro Interuniversitario di
Ontologia Teoretica ed Applicata, Laboratorio di Ontologia, su labont. Il
«questionario Proust» a F., su elapsus. F., il Nuovo Realismo, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Parsons
sociologo Parsons. Sociologo. Parsons produsse una teoria generale per
l'analisi della società chiamata "struttural-funzionalista", nella
quale sono evidenti i richiami a Durkheim, Weber, all'antropologia culturale
nonché all'etnologia. Cerca di combinare "azione sociale" e
"struttura" in un'unica teoria non limitata al solo
funzionalismo. Il suo lavoro ha avuto grande influenza quando la ricerca
era quasi solamente empirica) proponendo una visione delle scienze sociali più
raffinata. Pur essendo un riferimento per sociologi contemporanei importanti
come Habermas e Luhmann, il suo favore si è gradualmente ridotto nel tempo e il
più importante tentativo di far rivivere il pensiero di Parsons, sotto
l'etichetta di "neofunzionalismo", si deve ad Alexander. Parsons
nasce a Colorado Springs. Frequenta l'università ad Amherst, Massachusetts, ed
è orientato allo studio della biologia e alla medicina, ma s’interessa
progressivamente all'economia e alle scienze sociali, anche grazie alle opere
di Durkheim e Weber. Dopo Amherst, Parsons si reca alla London School of
Economics, dove subisce l'influenza dei lavori di economisti quale Laski e
Tawney, gli antropologi culturali Malinowski e Radcliffe-Brown, e i sociologi
Ginsberg e Hobhouse. Grazie ad una borsa di studio in Sociologia ed Economia,
si trasferisce a Heidelberg, dove consegue il dottorato con una tesi
sull'origine del capitalismo in Weber e Sombart. Tornato negli Stati
Uniti Parsons insegna a Harvard. Entra a far parte del Dipartimento di
Sociologia (diretto da Sorokin, con il quale Parsons è in disaccordo) e
successivamente presso il Dipartimento di Relazioni Sociali (diretto dallo
stesso Parsons). Viene eletto presidente dell'American Sociological
Association. Muore a Monaco di Baviera. Lo struttural-funzionalismo
L'approccio di Parsons è definito struttural-funzionalismo, poiché si propone
di individuare la struttura di fondo della società e di comprenderla mostrando
le funzioni assolte dalle sue parti. Si riallaccia al funzionalismo di
Durkheim, il quale riconduce ogni fenomeno alla funzione che esso ha
all'interno dell'insieme di cui è parte, la società. Alcuni hanno proposto per
la sociologia di Parsons il termine "approccio sistemico". Comunque,
in linea di massima, ciò che Parsons si propone di fare è di integrare i due
approcci opposti di Weber e Durkheim; il primo infatti pone l'accento sul ruolo
dell'individuo, il secondo sul ruolo della società. L'azione sociale In
La struttura dell'azione sociale, Parsons afferma che l'azione (o atto) è
l'unità elementare di cui si occupa la sociologia. L'atto richiede i seguenti
elementi: L'attore, colui che compie l'atto; Un fine verso cui è
orientato l'atto; Una situazione di partenza da cui si sviluppano nuove linee
d'azione e in cui vi sono le condizioniambientali, sulle quali l'attore non ha
possibilità di controllo, e i mezzi che invece l'attore controlla e utilizza;
Un orientamento normativo dell'azione, che porta l'attore a preferire certi
mezzi ad altri e certe vie ad altre, tuttavia basandosi sul sistema morale
vigente nella sua società. Si nota come Parsons si sforzasse in questa visione
di contrastare da un lato il comportamentismo, la tendenza cioè a ridurre
l'azione umana a mero meccanismo di risposta a stimoli, togliendo ogni ruolo
alla volontà; dall'altro l'utilitarismo, che spiega tutte le azioni in base a
un interesse eliminando il ruolo dell'orientamento normativo. Le norme
collegano l'individuo alla società di cui è parte, il che in parte riduce il
libero arbitrio umano: l'uomo nel suo comportamento è vincolato da queste norme
sociali (se non le segue è sottoposto a sanzioni), e queste norme sono
espressione dei valori di fondo di una cultura. Mostrando dunque come l'azione
individuale vada ricollegata alla società nel suo insieme - tramite le norme -
Parsons ha già in parte trovato un punto di congiunzione nella dicotomia
individuo/società. Un successivo passo avanti è compiuto con la definizione del
concetto di sistema. Il concetto di sistemaModifica Ne Il sistema sociale
Parsons definisce il sistema come un insieme interrelato di parti che è capace
di autoregolazione e in cui ogni parte svolge una funzione necessaria alla
riproduzione dell'intero sistema. Ogni sistema dev'essere in grado di svolgere
almeno quattro funzioni (secondo il celebre schema AGIL). Parson applicò questo
concetto teorico anche alla famiglia nucleare, nel suo caso quella americana,
per giustificare i ruoli: Adattamento all'ambiente; (Adaptation) il
sottosistema che svolge questa funzione è il sottosistema economico. Nella
famiglia ad occuparsi di questo ruolo era il padre, il quale attraverso il
lavoro (l'economia) manteneva la famiglia, garantendone la sopravvivenza.
Definizione dei propri obiettivi; (Goal attainment) il sottosistema che svolge
questa funzione è il sottosistema politico. Nella famiglia a guidare i vari
membri verso gli obiettivi e scopi precisi era il padre. Integrazione delle
parti componenti; (Integration) il sottosistema che svolge questa funzione è il
sottosistema giuridico e il sottosistema religioso. Nella famiglia, a regolare
i conflitti interni, era il padre. Conservazione della propria organizzazione;
(Latency pattern maintenance) i sottosistemi che svolgono questa funzione sono
il sottosistema della famiglia e il sottosistema della scuola. Nella famiglia,
ad insegnare, promuovere e mantenere i modelli (latenti) di comportamento su
cui, all'epoca, si reggeva la società, era la madre. In realtà nella visione di
Parsons gli individui non sono singole persone ma persone che svolgono dei
ruolispecifici, modelli di comportamento regolati da norme ed orientati
all'espletamento di una funzione: Parsons non tratta dei signori X e Y, ma
dell'insegnante e del meccanico. Il sistema sociale è dunque un sistema di
ruoli. Nell'ambito del proprio ruolo ogni individuo entra in relazione con gli
altri e contribuisce alla riproduzione del sistema nel suo complesso. I ruoli
fanno anche parte delle istituzioni, sottounità del sistema sociale che
implicano più ruoli interagenti tra loro: la scuola, ad esempio (fatta dei
ruoli di insegnante, studente, bidello, ecc.), la famiglia (padre, madre,
figli). Lo stesso argomento in dettaglio: AGIL. Famiglia e
socializzazione Si è già detto che in pratica il congiungimento tra l'individuo
e la società avviene tramite le norme. Ma in che modo le norme diventano parte
dell'individuo? Parsons riprende da Freud il concetto di interiorizzazione (in
Freud chiamato introiezione): ogni individuo impara a seguire certe norme e a
vivere in società attraverso la formazione di un'istanza psichica (il “super-io”)
che riproduce l'autorità inizialmente al di fuori di noi ma che poi noi
interiorizziamo. Questa interiorizzazione delle norme e dei valori avviene nel
corso del processo di socializzazione, che si realizza nell'infanzia grazie
alla famiglia. Il ruolo della famiglia nell'ambito del sistema sociale è quello
di educare i figli e socializzarli. La famiglia in Parsons è nucleare, composta
cioè solo dai due genitori e dai figli, residente in un'abitazione indipendente
mononucleare. All'interno della famiglia avviene una differenziazione di
funzioni e ruoli: la moglie/madre assume il ruolo di casalinga che cura i figli
e la casa; il padre/marito è il bread-winner, colui che porta il pane a casa,
cioè che si procura di che da vivere, e il leader strumentale che si occupa
dell'interazione tra famiglia e società. Questi due ruoli sono complementari,
l'uno non esiste senza l'altro. I figli e le figlie svilupperanno una
personalità che farà propri i valori dei genitori e la differenziazione dei
ruoli tra i due genitori. Variabili strutturali e universali
evolutiviModifica Parsons definisce un insieme di parametri sulla base dei
quali è possibile classificare società e culture diverse: sono le variabili
strutturali (pattern variables). Esse sono scelte binarie di fondo compiute da
una cultura nel corso della sua esistenza: Particolarismo/universalismo.
È la differenza tra il comportamento di un genitore e quello di un giudice. Il
primo è ispirato a criteri particolaristici, che magari avvantaggiano il figlio
ma non un altro individuo. Il secondo è ispirato a criteri universalistici, le
regole che applica valgono per tutti indifferentemente ("la legge è uguale
per tutti"). Diffusione/specificità. Nel primo caso l'azione è orientata a
tener conto di tutti gli aspetti della personalità di chi mi sta davanti, nel
secondo l'azione si basa sul ruolo: quando interagisco con un amico tengo conto
dell'insieme della sua personalità; quando un commesso interagisce con un
cliente tiene conto solo dell'aspetto "cliente" di quell'uomo.
Ascrizione/acquisizione. È l'importanza che una società attribuisce a chi ha
tratti derivatigli dalla nascita quali colore della pelle o famiglia di
provenienza (ascrittivi), oppure per ciò che quell'individuo è stato capace di
realizzare nel corso della sua esistenza (tratti acquisitivi).
Affettività/neutralità affettiva. La differenza tra sistemi d'azione nei quali
vi è una gratificazione affettiva (madre/figlio) o dove le relazioni si basano
sul distacco affettivo (funzionario/cliente). Interessi collettivi/interessi
privati. Il diverso orientamento nell'agire degli individui; il medico è
orientato verso interessi collettivi, l'imprenditore verso interessi privati
(il proprio utile). In Il sistema sociale Parsons afferma che le società
moderne sono caratterizzate da azioni universalistiche e danno importanza ai
tratti acquisitivi; le società tradizionali si basano su azioni
particolaristiche e tratti ascrittivi. Per universali evolutivi, invece,
Parsons intende dei modelli organizzativi che emergono in una società nel corso
della sua storia e che ne permettono l'adattamento all'ambiente ed il suo
successo rispetto a società che ne sono prive. Nel corso dell'evoluzione umana,
le società primitive hanno visto l'affermazione di universali evolutivi quali i
concetti di linguaggio, religione, parentela (incentrata sul tabù
dell'incesto), tecnologia (tecniche che portano l'uomo a controllare la
natura). Nella rivoluzione neolitica diventano universali evolutivi i concetti
di sistema di stratificazione sociale e di organizzazione politica. La società
moderna è caratterizzata da quattro universali evolutivi: la burocrazia, il
mercato, le norme universalistiche, la democrazia. In pratica solo quelle
società che nel corso della loro evoluzione hanno sviluppato questi concetti,
questi universali, hanno raggiunto la maturità, la modernità. Parsons
effettua una classificazione delle società, basandosi sul criterio secondo il
quale la classificazione va redatta riconoscendo che una società è più avanzata
nella misura in cui la sua organizzazione sociale può essere adattabile per
tutti. Questo concetto fa parte delle sue teorie evoluzionistiche e neo
evoluzionistiche. Abbiamo quindi 3 stadi di società: - società primitive:
dove la parentela è l'elemento principale e dove vi sono meno differenze tra
gli individui - società intermedie: dove vi è la scoperta della scrittura come
passo fondamentale e dove è presente più stabilità sociale - società moderne:
dove abbiamo una maggiore autonomia delle persone grazie al diritto
universalistico e dove la cultura ha un ruolo preponderante
L'evoluzionismo non è mai lineare, poiché nell'evoluzione umana c'è molta
varietà. Parsons procede quindi all'analisi specifica delle società seguendo la
loro evoluzione: - Organizzazioni legate al Sacro: società antiche dove è
forte l'influenza della mitologia e della religione e dove vi è uno stato di
chiusura mentale che non dà spazio all'innovazione. - Società tradizionale:
l'organizzazione sociale è divisa per parentela e per gruppi di età mentre
l'economia è semplice e si utilizzano risorse date dalla terra - Società
tecnologiche: l'ambiente tecnologico si frappone tra le persone e natura grazie
ai macchinari, vi è una forte divisione del lavoro e una distinzione tra
proprietari e consumatori che lottano per soddisfare i propri bisogni. Vi è
quindi un'alienazione dell'uomo e una larga diffusione della burocrazia. -
Società urbana: dove la città è il simbolo più evidente e dove le classi
sociali assumono un ruolo dominante, esse sono divise in "élite"
ovvero gruppi di persone che grazie alla loro influenza contribuiscono
all'agire storico di una collettività. Abbiamo sei tipi di élite: tradizionali,
tecnocratiche, proprietarie, carismatiche, ideologiche, simboliche.
Ulteriore sviluppo Le teorie di Parsons sono state sviluppate ulteriormente da
Merton, Luhmann e DONATI (si veda). Critiche. L'opera di Parsons apparve a
lungo isolata ed astratta, e come tale fu derisa, per esempio dai sociologi
Pitirim Sorokin e da Mills, che ne indicava efficacemente anche le implicazioni
sociologiche conservatrici. Il pensiero di Parsons è stato spesso
accusato di etnocentrismo per il fatto di aver assunto le società occidentali
come il modello a cui tutte le altre società dovevano tendere e conformarsi.
Egli vedeva infatti il processo di modernizzazione come un processo unilineare.
L'etnocentrismo di Parsons è presente anche negli studi sulla trasformazione
della famiglia, facendo riferimento soprattutto alla famiglia nordamericana
bianca, appartenente al ceto medio. In questo senso poi le critiche sono venute
soprattutto dai movimenti femministi che non hanno accettato la tendenza di
Parsons a ratificare la subordinazione di fatto della donna a partire dalla
tesi di complementarità dei ruoli dei coniugi. Parsons viene criticato
anche da Merton. Attribuendo a Parsons una valenza sempre positiva all'ordine
sociale, Merton ritiene che quest'ultimo è anche fonte di disordine. Per
Parsons tutte le istituzioni sono funzionali per la società, mentre Merton
rileva l'esistenza di disfunzioni. L'attore di Parsons sarebbe un
over-socialized man, cioè un uomo iper socializzato ai valori, che ha un
comportamento del tipo conformistico e che si comporta come la gente vorrebbe
che egli si comportasse. OpereModifica Ulteriori informazioni Questa
sezione sull'argomento sociologia è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla
secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di
riferimento. Elenco delle principali opere: La struttura dell'azione
sociale, Il sistema sociale, Toward a General Theory of Action (con Shils et
alii), Working Papers in the Theory of Action (con Bales, Shils et alii), Saggi
di teoria sociologica, Famiglia e socializzazione, Structure and Process in Modern
Societies, Sociological Theory and Modern Society, Politics and Social
Structure, Hamilton, Parsons, Bologna, il Mulino, Marinelli, Struttura
dell'ordine e funzione del diritto. Saggio su Parsons, Milano, Angeli,
Prandini, a cura di, Talcott Parsons, Milano, Bruno Mondadori, Gerhardt,
Parsons. An Intellectual Biography, Cambridge, Marra, Parsons. Valori, norme,
comportamento deviante, in «Materiali per una storia della cultura giuridica», Segre,
Parsons: un'introduzione, Roma, Carocci, Bortolini, L'immunità necessaria.
Talcott Parsons e la sociologia della modernità, Roma, Meltemi, Hart (ed.),
Parsons. A Collection of Essays in Honour of Parsons, Chester, Ruolo di genere
Giddens Luhmann Dahrendorf Habermas Touraine A Parsons, Dizionario di
filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Parsons, su sapere.it,
Agostini. Parsons, su
Enciclopedia Britannica, Parsons, su Mathematics Genealogy Project, North
Dakota State University. Opere
di Talcott Parsons, su Open Library, Internet Archive. Portale Biografie
Portale Sociologia Funzionalismo (sociologia) posizione dominante tra le
teorie sociologiche contemporanee Merton sociologo statunitense. Grice: “There is a big
difference between ‘inter-subjective’ and ‘inter-personal’ – and then there’s inter-active,
co-active, and shared – intenzionalita condivisa --. Subject applies to object,
so inter-subjective should be used when a neutral common ground (the object
that both subjects perceive) matters. Usually, this is not the case, since our
focus is communication or psi-transfer. However, ‘interpersonal’ is too vague
because we never know what a person is. Co-active and inter-active seem better,
alla Parsons. The dyad or interpersonal or interactional unit, where A
orientates his action towards B and reciprocally or mutually so does B.
Co-operation.” Keywords: the ontology of the intersubjective – intersoggetivo –
a functionalist approach to the inter-subjective – Grice as an
‘intersubjectivist’ – Grice as a meta-theorist of the inter-subjective. The
intersubjective conditions for the understanding of pretty subjective
utterances like, “That pillar-box seems red to me.” Collective intentionality,
shared intentionality, and the inter-subjective – inter-subjective and
inter-personal. ‘conversational’ as short for ‘inter-subjective’ and
‘inter-personal’. Grice’s definition of ‘implicature’ as relying on utterer AND
addressee. Grice’s definition of communication as relying, obviously, on
utterer and addressee. Ferraris reccognises the rhapsodies of Austin needed
some systematization, and while Ferraris refers to Grice, he does so very superficially
-- and more. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ferraris”
– The Swimming-Pool Library. Maurizio Ferraris. Ferraris.
No comments:
Post a Comment