Grice e Ferdinando: la
ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dela masculinità, il
maschio e la tarantella – scuola di Mesagne – filosofia brindisese – filosofia
pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Mesagne). Filosof
italiano. Mesagne, Brindisi, Puglia. Grice: “I like Ferdinando; for one he
describes himself as a ‘philosophus,’ which is good – second, he deals with
‘philosophia’ in terms of this or that ‘theorema,’ which is good, and third he
follows Aristotle!” Definito dai suoi concittadini “Socrate Salentino”,
studia grammatica, poetica, greco e latino sotto RICCIO (si veda), intimo amico
di Paolo e Aldo MANUNZIO (si veda). Si trasfere successivamente a Napoli dove
studia FILOSOFIA. Si laurea in filosofia. Ha dieci figli. Tra le saggi principali
di F. grande rilievo assumono i “teoremi filosofici”, dedicati alla sua amata
città natale; Morso della tarantola, che testimonia l'importanza del tarantismo
e della tradizione salentina nel suo pensiero; Centum Historie o Casi Medici,
raccolta di cento casi clinici più peculiari analizzati dal medico nella sua
vita professionale; infine Antiqua Messapographia, attenta e appassionata
analisi della storia di Mesagne. Dal punto di vista culturale, l'opera di
riferimento per eccellenza del F. è fuor di dubbio Centum Historiæ, dedicata a
Giulia Farnese, Marchesa di Mesagne, di cui l'autore è medico di fiducia,
intimo amico e compagno di viaggio, come quello che li conduce a Roma dove F. conosce
Clemente, medico di Paolo V ed è contattato, per la sua fama, da noti
scienziati e medici romani dell'epoca tra cui Severino, con cui ebbe una
disputa riguardo al metodo migliore di operare l'incisione della salvatella, la
vena presente sul dorso della mano che parte dalla base del mignolo e si
connette con la vena ulnare. Profondo conoscitore dei classici e seguace non
solo delle teorie d’Ippocrate di Kos e Galeno, ma anche di quelle formulate da MERCURIALE
(si veda), Eustachio, Falloppia e FRACASTORO (si veda), attento alle tradizioni
della sua terra, propone un nuovo metodo di insegnamento con lezioni al letto
del malato, in una perfetta sinergia tra lo studio teorico e la sua
applicazione clinica. Per la sua grande cultura e competenza è richiesto non
solo in tutta la provincia, ma anche a Bari, Napoli e Lecce. Noto fra i
concittadini per la sua bontà d'animo, cura anche senza compenso somministrando
farmaci costosi pure ai poveri. Nelle sue diagnosi si concentra sull'importanza
delle analisi del sangue valutandone consistenza, opacità, densità e colore e
ritene centrale per la terapia attenersi ad una adeguata dieta. Per curare i
suoi pazienti si serve non solo di salassi, purghe e clisteri, secondo la
prassi ordinaria, ma prepara anche dei farmaci di origine vegetale ottenuti
miscelando quantità variabili d’erbe mediche a seconda della terapia. Nella sua
vita si occupa anche di due casi di interesse neurologico e pediatrico,
descritti nei particolari nelle Centum Historiæ, e nutre anche uno spiccato
interesse nei confronti del tarantismo e della musica come terapia certissima.
Grazie alle sue opere, in cui l'impostazione medico-scientifica si compenetra
con quella storica, grazie ad uno stile tendente al genere narrativo, ed ai contatti
che mantenne con i medici napoletani, è uno dei più importanti intermediari fra
la cultura medica napoletana e quella di terra d'Otranto. Studiosi, soprattuto F.,
si sono interrogati sulla natura del tarantismo, o tarantolismo, dopo essere
venuti a conoscenza delle cure previste dalla tradizione popolare per questo
morbo, tra cui la più importante di tutte è senza dubbio la musico-terapia somministrata
al malato da vere e proprie orchestre composte da violinisti, chitarristi e
soprattutto tamburellisti a pagamento. Proprio il tamburello assume una
funzione fondamentale in questo tipo di terapia poiché scandisce il tempo
modificando via via il ritmo del brano che, divenuto frenetico, viene
assecondato dai movimenti della danza del tarantato. La credenza vuole che il
malato dopo essere stato morso dove espellere il veleno scatenandosi a ritmo di
musica, ma non di una qualunque. Il tema musicale dove essere scelto in base al
colore della tarantola responsabile del morso. Il primo documento che
testimonia il legame tra musica e taranta è il Sertum Papale de Venenis
redatto, presumibilmente da Marra da Padova, nel pontificato di Urbano V. Il secondo
a documentare per esperienza diretta questa connessione è F.. Nelle sue Centum
Historiæ analizza, tra gl’altri, il caso di un suo concittadino, tale Simeone,
pizzicato mentre dorme di notte in un campo. Il medico crede fermamente nella
musica come terapia certissima criticando chi sostene che il tarantismo non è necessariamente
scatenato da un morso tanto reale quanto velenoso. Inoltre, è il primo a
proporre come metodo di cura per i tarantati morsi da tarantole le malinconiche
(nenie funebri). Kircher riferisce nel
suo Magnes un episodio accaduto ad Andria, nel barese, talmente singolare da
destare ragionevoli sospetti su quanto sta alla base di questa terapia. Come il
veleno stimolato dalla musica spinge l'uomo alla danza mediante continua
eccitazione dei muscoli, lo stesso fa con la tarantola; il che non avrei mai
creduto se non l'avessi appreso per testimonianza dei padri ricordati, che son
degnissimi di fede. Essi infatti mi scrivono che in proposito è tenuto un
esperimento nel palazzo ducale di Andria, in presenza di uno dei nostri padri,
e di tutti i cortigiani. La duchessa infatti, per mostrare nel modo più adatto
questo ammirabile prodigio della natura, ordina che si trovasse a bella posta
una taranta, la si collocasse, librata su una piccola festuca, in un vasetto
colmo d'acqua, e che fossero quindi chiamati i suonatori. In un primo momento
la taranta non dette alcun segno di muoversi al suono della chitarra. Ma poi,
allorché il suonatore dette inizio ad una musica proporzionata al suo umore, la
bestiola non soltanto faceva le viste di eseguire una danza saltellando sulle
zampe e agitando il corpo, ma addirittura danzava sul serio, rispettando il
tempo. E se il suonatore cessa di suonare anche la bestiola sospendeva il
ballo. I Padri vennero a sapere che ciò che in Andria ammirarono in quella
circostanza come episodio straordinario, era a Taranto fato consueto. Infatti i
suonatori di Taranto, i quali erano soliti curare con la musica questo morbo
anche in qualità di pubblici funzionari retribuiti con regolari stipendi (e ciò
per venire incontro ai più poveri, e sollevarli dalle spese), per accelerare la
cura dei pazienti in modo più certo e più facile, sogliono chiedere ai colpiti
il luogo dove la taranta li ha morsicati, e il suo colore. Dopo ciò i medici
citaredi sogliono portarsi subito sul luogo indicato, dove in gran numero le
diverse specie di tarante si adoperano a tessere le loro tele: e quivi tentano
vari generi di armonie, a cui, cosa mirabile a dirsi, or queste or quelle
saltano. E quando abbiano scorto saltare una taranta di quel colore indicata
dal paziente, tengono per segno certissimo di aver trovato con ciò il modulo
esattamente proporzionato all'umore velenoso del tarantato e adattissimo alla
cura, eseguendo la quale essi dicono che ne deriva un sicuro effetto
terapeutico. Altre opere: Theoremata philosophica (Venezia); “De vita
proroganda seu iuventute conservanda et senectute retardanda” (Neapoli); “Centum
Historiae seu Observationes et Casus medici” (Venezia); Aureus De Peste
Libellus (Napoli); “Libellus de apibus”; “Tractatus de natura leporis”; “De
coelo Messapiensi”; “De bonitate aquae cisternae”; “Libellus de morsu
tarantolae.” Martino La terra del rimorso, Milano, Est, Magnes sive de arte
magnetica opus tripartitum, Le notizie biografiche sono tratte da: Mario Marti e Domenico Urgesi, F., medico e
storico. Atti del convegno di studi, Besa, Nardò, Altre fonti: Kircher, Magnes sive de arte magnetica opus
tripartitum, Martino, La terra del rimorso, Est, Milano, Portulano Scoditti,
Distante, Alfonsetti, Poci. Assessorato alla Cultura Città di Mesagne, Mesagne,
Nicola Caputo, De tarantulae anatome et morsu, Lecce, Scoditti e Distante, La
peste, traduzione del De peste aureus libellus, Scoditti e Distante, F. Le
centum historiae e la medicina del suo tempo, Città di MesagnM. Luisa Portulano
Scoditti e Amedeo Elio Distante, F., De Vita Proroganda, Città di Mesagne, traduzione
del De Vita Proroganda seu juventute conservanda, Napoli, Scoditti e Distante,,
Atti del Congresso della Società Italiana Storia della Medicina, Mesagne. Grice:
“Ferdinando says that tarantella proves that the aspects of reason are not
sufficient, since the dance is irrational – Churchill liked it though and he
thought his bronze of the male dancer in his garde reminded him of his
adventures in Southern Italy when he would dance nude in the hills!” Keywords: mito,
taranta, tarantella, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ferdinando” – The
Swimming-Pool Library. Epifanio Ferdinando. Ferdinando.
Grice e Fergnani: la
ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale del gesto e la passione
– scuola di Milano – filosofia milanese – filosofia lombarda -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo milanese. Filosofo
lombardo. Filosofo italiano. Grice: “I love Fergnani; especially his “Il gesto
e la passione,” which I apply to them extravagant Victorian male-only
interactions!” Si laurea a Milano sotto BANFI (si veda). Insegna a Crema e
Bergamo, Milano. Saggi in “Il pensiero critico”, “Rivista di filosofia”, “aut
aut”, “Rivista critica di storia della filosofia” e “Nuova corrente”. È figura di spicco nell’esistenzialismo. Si
dedica a Sartre, Marx, Merleau-Ponty, Bloch, Lukács, Althusser, Heidegger,
Lévinas, Bergson. Altre opere: “Marx” (Padus, Cremona); “Un critico di se stesso”;
“More geometrico” (TET, Torino), “Prassi di GRAMSCI (si veda)” (Unicopli,
Milano); “Materialismo” (il Saggiatore, Milano); “La dialettica dell’esistere”
Feltrinelli, Milano); L'essere e il
nulla” (Il Saggiatore, Milano); “Da Heidegger a Sartre” (Farina, Milano), “Sartre
sadico” (Farina Milano); “Esistire” (Farina, Milano); Kierkegaard (Farina,
Milano); “Il gesto e la passione” Farina, Milano, “Merleau-Ponty”, Farina,
Milano. “L’Esistenzialismo” Farina,
Milano, “Sartre” (Farina, Milano); “Jaspers, Farina, Milano); Manzoni, “Il filosofo che ci “spiega” Sartre”,
Corriere della Sera. La lezione di F.",
in Materiali di Estetica, Massimo Recalcati, L'ora di lezione, Einaudi, Torino,
Papi. Fisiognomica interpretazione del
carattere di una persona sulla base del suo aspetto esteriore Lingua Segui
disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando l'album di Battiato, vedi
Fisiognomica (album). La fisiognomica o fisiognomonica è una disciplina
pseudoscientifica che attraverso la fisiognomia o fisiognomonia pretende
di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto
fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto. Il termine
deriva dalle parole greche physis(natura) e gnosis (conoscenza). Questa
disciplina godette di una certa considerazione tanto da essere insegnata nelle
università. La parola fisiognomica o fisiognomia venne usata fra gli studiosi
per distinguerla dal termine fisionomia (o fisonomia) che ha un significato
simile ma più generico. Esempi di fisiognomica di criminali, secondo LOMBROSO
(si veda): "Rivoluzionari e criminali politici, matti e folli". Tutto
il sapere umano si basa infatti sulla fisio-gnomica derivata dalla fisio-nomia
estetica della realtà. Ovverosia dal dedurre, attraverso i sensi e
l'osservazione morfo-genetica della natura, la sua intrinseca legge del
divenire in atto. La cosiddetta " fisio-gnosia " in cui rientrava
pure l'uomo quale cosciente parte della legge naturale. Descrizione Esistono
due principali tipi di fisiognomica: la fisiognomica predittiva assoluta,
che sostiene una correlazione assoluta tra alcune caratteristiche fisiche (in
particolare del viso) e i tratti caratteriali; queste teorie non godono più di
credito scientifico. la fisiognomica scientifica, che sostiene una qualche
correlazione statistica tra le caratteristiche fisiche (in particolare del
viso) e i tratti caratteriali a causa delle preferenze fisiche di una persona
dovute al comportamento corrispondente. La correlazione è dovuta al
rimescolamento genetico. Questo tipo di fisiognomica trova fondamento nel
determinismo genetico del carattere. La fisiognomica nell'antichità Riferimenti
a relazioni tra l'aspetto di una persona e il suo carattere risalgono
all'antichità e si possono rinvenire in alcune antiche poesie greche. Le prime
indicazioni allo sviluppo di una teoria in questo senso risultano nell'Atene
dove un certo Zopyrus si proclamava esperto di quest'arte. I giovani che
volevano entrare nella scuola pitagorica a CROTONE nella Calabria doveno
dimostrare di essere già istruiti nella fisiognomica (ephysiognomonei). Il
filosofo Aristotele del LIZIO si riferiva spesso a questo tipo di teorie anche
con citazioni letterarie. Aristotele stesso è d'accordo con queste teorie come
testimonia un passaggio di Analitici primi. È possibile inferire il carattere
dalle sembianze, se si dà per assodato che il corpo e l'anima vengono cambiati
assieme da influenze naturali. Dico naturali perché se forse, apprendendo la
musica, un uomo fa qualche cambiamento alla sua anima, questa non è una di
quelle influenze che sono per noi naturali. Piuttosto faccio riferimento a
passioni e desideri quando parlo di emozioni naturali. Se quindi questo è
accettato e anche il fatto che per ogni cambiamento c'è un segno
corrispondente, e possiamo affermare l'influenza e il segno adeguati ad ogni
specie di animale, saremmo in grado di inferire il carattere dalle sembianze.
(Jenkinson) Il primo trattato sistematico sulla fisiognomica giunto fino ad
oggi è il Physiognomica attribuito ad Aristotele ma più probabilmente frutto
della sua scuola nel LIZIO. È diviso in due parti e quindi probabilmente in
origine sono due saggi separati. La prima sezione tratta soprattutto del
comportamento umano sorvolando su quello degl’animali. La seconda sezione è
incentrata sul comportamento animale dividendo il regno animale in maschile e
femminile. Da questo vengono dedotte corrispondenze tra l'aspetto umano e il
comportamento. Dopo Aristotele, i trattati più importanti sono:
Polemo di Laodicea, de Physiognomonia, in greco Adamanzio il Sofista,
Physiognomica, in greco Anonimo LATINO, de Physiognomonia, La fisiognomica
moderna. Tipica illustrazione di un libro ottocentesco sulla fisiognomica (a
sinistra: profonda disperazione; a destra: collera mischiata con paura) La
fisiognomica, in quanto studio delle particolarità del volto umano in grado di
rivelare peculiarità caratteriali, è piuttosto diffusa nel Rinascimento ed è
risaputo che VINCI (si veda) ne è appassionato, come pure BUONARROTI (si veda).
Nello stesso passo, Condivi accenna all'intenzione di BUONARROTI (si veda) di
scrivere un trattato di anatomia con particolare riguardo ai moti e alle
"apparenze" del corpo umano. Esso evidentemente non si fonda sui
rapporti e sulla geometria, e nemmeno è strato empirico come quello che avrebbe
potuto scrivere VINCI (si veda). I termini "moti" (che fa pensare
alle "emozioni" oltre che ai "movimenti") e
"apparenze" fanno invece ritenere che BUONARROTI (si veda) insiste
sugl’effetti psicologici e visuali delle funzioni del corpo (Ackerman,
L'architettura di BUONARROTI (si veda), Torino.Il trattato di GAURICO (si veda)
intitolato De Sculptura, pubblicato a Firenze presenta questo tipo di
conoscenza nei termini seguenti. La fisiognomica è un tipo di osservazione,
grazie alla quale dalle caratteristiche del corpo rileviamo anche le qualità
dell'animo. Se gl’occhi sono piuttosto grandi e con uno sguardo un po’umido,
mostreranno un grande spirito, un'anima eccelsa e capace di grandissime cose,
ma anche l'iracondo, l'amante del vino e il superbo senza misura: così dicono
che è Alessandro il Macedone. Se vede un naso pieno, solido e tozzo, come
quello dei leoni e dei molossi, lo considera segno di forza e arroganza. La fronte quadrata, che ha la lunghezza
quanto l'altezza, è indice evidentissimo di prudenza, saggezza, intelligenza,
animo splendido (Estratti citati da Koshikawa, Individualità e concetto. Note
sulla ritrattistica, in Rinascimento. Capolavori dei musei italiani. Roma
catalogo della mostra di Roma, Scuderie Papali del Quirinale, Milano,Skira. Gli
studi di fisiognomica influenzarono artisti come Anguissola (Fanciullo morso da
un gambero) e Galizia (Ritratto di Paolo Morigia) nell'interpretazione
dell'emotività del soggetto ritratto. Il principale esponente della
fisiognomica pre-positivista è stato il pastore svizzero Lavater che fu amico,
per un breve periodo, di Goethe. Il saggio di Lavater sulla fisiognomica fu
pubblicato per la prima volta in tedesco e divenne subito popolare. Venne poi
tradotto in francese ed inglese influenzando molti lavori successivi. Le fonti
principali dalle quali Lavater trasse conferma per le sue idee furono gli
scritti di PORTA (si veda) e del fisico e filosofo Browne del quale lesse e
apprezzò Religio medici. In questo lavoro Browne discute della possibilità di
dedurre le qualità interne di un individuo dall'aspetto esteriore del
viso: nei tratti del nostro volto è scolpito il ritratto della nostra
anima (...).» (R.M.) In seguito Browne affermò le sue convinzioni sulla
fisiognomica nella sua opera Christian Morals: Poiché il sopracciglio
spesso dice il vero, poiché occhi e nasi hanno la lingua, e l'aspetto proclama
il cuore e le inclinazioni basta l'osservazione ad istruirti sui fondamenti della
fisiognomica....spesso osserviamo che persone con tratti simili compiono azioni
simili. Su questo si basa la fisiognomica. A Browne è accreditato l'uso della
parola caricatura in inglese, sulla quale si cercò di basare con fini
illustrativi l'insegnamento della fisiognomica. Browne possedeva alcuni
scritti di PORTA (si veda0 tra cui Della celeste fisionomia nel quale egli
sosteneva che non sono gli astri ma il temperamento ad influenzare sia
l'aspetto che il carattere. In De humana physiognomia. Porta usò delle
xilografie di animali per illustrare i tratti caratteristici dell'uomo. I
lavori di Porta sono ben rappresentati nella libreria di Browne ed entrambi
erano sostenitori della dottrina delle firme — cioè, le strutture fisiche in
natura come le radici, i gambi e i fiori di una pianta, sono chiavi indicative
o firme delle loro proprietà medicamentose. La popolarità della
fisiognomica, nonostante precursori come Chambre, crebbe. Trovò in particolare
nuovo vigore negli studi del celebre antropologo e criminologo italiano LOMBROSO
(si veda), il quale ne trasse ipotesi di applicazioni pratiche nella
criminologia forense e nella prevenzione dei reati, giungendo a predicare la
pena capitale come unica soluzione contro la tendenza criminale innata e
pertanto non educabile con la sola pena detentiva. La fisiognomica
influenzò anche altri campi al di fuori della scienza, come molti romanzieri
europei tra i quali Balzac; nel frattempo la Norwich connection' alla
fisiognomica si sviluppò attraverso gli scritti di Opie e del viaggiatore e
linguista Borrow, inoltre fra molti romanzieri si diffuse l'uso di passaggi
molto descrittivi dei personaggi e del loro aspetto fisiognomico in particolare
Dickens, Hardy e Brontë. Questa dottrina è stata da più parti tirata in
campo a supporto di ideologie xenofobe e pseudo-studi sulla razza. La
frenologia era pure considerata fisiognomica. È creata intorno dai fisici t
Gall e Spurzheim e si diffuse in Europa e negli Stati Uniti. In sostanza
la fisiognomica moderna subisce nel tempo una serie di modificazioni
strutturali che la specializzano in varie discipline (dai primi rudimenti di
psicanalisi alla antropologia criminale di LOMBROSO (si veda))). Essa infatti è
proporzionale alle conoscenze del periodo, ma ancor più alle metodologie
impiegate. Parlando infatti di fisiognomica moderna, si invade un campo
vastissimo fatto di congetture neo-aristoteliche, ma anche di mirabolanti
imprese antropologiche, come la macchina che misura le capacità intellettive
umane partendo dall'analisi della forma del cranio, inventata dai fratelli
Fowler. Tuttavia, che si tratti di tentativi pseudo-scientifici, o di volontari
indottrinamenti razzisti, questo spesso strato di ricerche resta un monumento
alle buone e alle cattive intenzioni umane, in quanto mai ha concesso prove
scientificamente insindacabili. Il recentissimo studio del naturalista David
(La vera storia del cranio di PULCINELLA: le ragioni di LOMBROSO (si veda) e le
verità della fisiognomica), ha messo in evidenza quanto effimero sia il
piedistallo antropocentrico, e nel contempo come possa essere studiato il volto
umano, in relazione al comportamento, utilizzando il solo grandangolo
dell'etologia comparata e dell'ecologia. I tratti somatici sono infatti
indicativi di una regione ben identificabile per cultura, religione, storia,
tradizioni o magari isolamento geografico. Se quei tratti somatici (ammesso che
siano effettivamente diversi) si associano quindi ad un comportamento, che
magari sarà tipico o frequente nel luogo, allora ecco la fisiognomica, o per lo
meno una sua versione scientificamente accessibile, in grado di relazionare
comportamento e sembianza. Per Lust questa scienza non ha nulla di
pseudo-scientifico; egli osserva, per il rigoroso metodo naturopatico che
sviluppava in quegli anni, che quando la gente guariva, cambia anche in volto.
Eliminando le scorie e le tossine, il viso diventa più "snello": il
doppio mento scompariva, torna a vedersi il collo in quei volti che prima lo
avevano "sepolto" sotto strati di tessuto adiposo, anche i capelli in
alcuni casi erano più folti. Per tutto questo comincia a sviluppare un
sistema di diagnosi all'inverso, ossia: se le modificazioni, una volta che la
gente guariva da un determinato male sono costanti, allora significa anche che,
quando e quanto più quelle caratteristiche facciali sintomatiche sono presenti
in una persona, tanto più la persona è anche affetta da quel determinato male
specifico di cui le alterazioni nel viso sono soltanto un sintomo.
Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Milano alla voce corrispondente.
fisiognomonìa o fisiognomìa, in Enciclopedia generale Sapere.it De
Agostini.Vocabolario Treccani alla voce "Fisiognomia" Aulo Gellio,
Noctes Atticae Porta, Coelestis Physiognomonia, in Alfonso Paolella, Edizione Nazionale
delle opere di Giovan Battista della Porta, Napoli, Edizioni Scientifiche
Italiane Paolella, Porta e l'astrologia: la Coelestis Physiognomonia, in
Montanile, Atti del Convegno "L'Edizione nazionale del teatro e l'opera di
Porta", Salerno, Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici
internazionali, Porta, Humana Physiognomonia / Della Fisionomia dell'uomo libri
sei, in Paolella, Edizione Nazionale delle opere di Porta, Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane Paolella, L’autore delle illustrazioni delle
Fisiognomiche di Della Porta e la ritrattistica. Esperienze filologiche, in
"Atti del Convegno La “mirabile” Natura. Magia e scienza in Porta",
Pisa-Roma, Serra Paolella, La fisiognomica di Porta e la sua influenza sulle
ricerche posteriori, in "Atti del Convegno Porta, Piano di Sorrento, Roma,
ed. Scienze e Lettere, Paolella, Die Physiognomonie von Della Porta und Lavater
und die Phrenologie von Gall, in Morgen-Glantz Zeitschrift der Christian Knorr
von Rosenroth-Gesellschaft Naturmagie und Deutungskunst. Wege und Motive der
Rezeption von Porta in Europa - Akten der Tagung der Christian Knorr von
Rosenroth-Gesellschaft" - Herausgegeben von Rosmarie Zeller und Laura
Balbiani Voci correlate Lüdke, la più celebre vittima della Antropologia
Criminale di Lombroso. Emanuel Felke, studioso di naturopatia, applica
l'omeopatia, l'iridologia e la fisiognomica Benedict Lust, utilizza la
Fisiognomica nella sua diagnosi medica e ne sviluppa una vertente tutta sua.
DisciplineModifica Frenologia Patognomia Caratterologia Personologia
Wikizionario contiene il lemma di dizionario «fisiognomica» Fisiognomica, su
Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Portale
Antropologia Portale Sociologia Frenologia teoria
pseudoscientifica Lavater scrittore, filosofo e teologo svizzero
Porta filosofo, scienziato, alchimista e commediografo italiano Wikipedia
Il Nudo eroico concetto dell'arte classica Lingua Segui Il nudo eroico o
nudità ideale è un concetto dell'arte e della cultura classica che si propone
di descrivere l'utilizzo del corpo umano nudo soprattutto, ma non solo, nella
scultura greca; con esso si vuole indicare che il soggetto umano apparentemente
mortale raffigurato nella scultura è in realtà un essere semi-divino, ossia un
Eroe. L'Apollo del Belvedere attribuito a Leocare, esempio tipico di nudo
eroico-divino dell'antichità, al Museo Pio-Clementino. Questa convenzione ha
avuto il suo inizio durante il periodo della Grecia arcaica ed in seguito
adottato anche dalla scultura ellenistica e dalla scultura romana. Il concetto
ha operato sia per i ritratti di figure maschili che per quelli di figure
femminili (nei ritratti di Venere e altre dee[1]). Particolarmente in alcuni
esempi romani ci ha potuto portare alla strana giustapposizione tra un gusto
iper-realistico (difetti fisici o elaborate acconciature femminili) con la
visione idealizzata del "corpo divino" in perfetto stile greco.
Il Galata morente. Come concetto è stato modificato fin dalla sua nascita
con altri tipologie di nudità appartenenti alla scultura classica, ad esempio
la nudità (che richiama al pathos) dei valorosi combattenti sconfitti in
battaglia dai nemici barbari, come il Galata morente. Dopo essere
scomparsa per quasi tutto il Medioevo[3]l'idea è stata reintegrata nell'arte
moderna quale esempio di Virtù (il vero, il bello e il buono) incarnate dal
corpo umano maschile nudo. Questa metafora ha rappresentato la perfetta
raffigurazione di grandi uomini, coloro cioè le cui azioni potrebbero incarnare
il più alto status esistenziale. Riapparso con grande vigore soprattutto
durante il Rinascimento e il Neoclassicismo, periodi in cui l'eredità classica
ha potentemente influenzato tutte le forme di arte alta: molto famosi sono i
nudi eroici di Michelangelo Buonarroti (esemplare è la figura del suo David) o
quelli di Antonio Canova (con Perseo trionfante che tiene in mano la testa di
Medusa e Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, per fare solo due esempi
tra i tanti). Un principe seleucide raffigurato in nudità eroica, Museo
nazionale romano. Statua eroica di un generale romano con la testa
di Augusto, al museo del Louvre. Statura romana con la testa di
Marcello (da un prototipo greco). Napoleone Bonaparte come Marte
pacificatore di Canova, all'Apsley House a Londra. StoriaModifica
Leonida alle Termopili di David Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della
nudità. Achille in assetto da battaglia, rilievo ateniese La nudità
maschile era di norma socialmente accettata entro certi contesti sportivi e
militari dell'antica Greciae ciò è divenuto col tempo un tratto distintivo
della cultura ellenica. A quanto pare, come risulta da un passo di Tucidide, la
nudità fu praticata per primi dagli Spartani nelle loro esercitazioni militari
e da loro in seguito introdotta anche nei giochi olimpici antichi, ma altre
fonti invece sostengono che l'usanza ebbe invece origine quando un atleta vinse
la gara di corsa durante la V olimpiade il quale a metà percorso si liberò
della fascia che aveva attorno ai fianchi e che lo intralciava nei movimenti.
La studiosa Larisse Bonfante pensa che la nudità potesse servire ad uno scopo
magico-protettivo, così com'era comune a quel tempo il simbolismo fallico e
l'uso dell'amuleto; ora, qualunque sia stata la forma della sua introduzione,
la nudità è rapidamente adottata dalla società greca e dalle arti in una sua
idealizzante formale e concettuale, generando una prolifica ed influente
iconografia attestata fin dall'VIII secolo a.C. in dipinti di navi e numerosi
kouroiarcaici. Nel V secolo a.C., quando appaiono le prime palestre o
ginnasio di atletica, la nudità atletica era già diffusa: la stessa parola
ginnastica, per inciso, deriva dal greco gymnos che significa nudo. Trajanic woman as Venus
(Capitoline Museums), su indiana.edu, Indiana University. Hallett Sorabella,
"The Nude in Western Art and its Beginnings in Antiquity", su
Heilbrunn Timeline of Art History, metmuseum.org, The Metropolitan Museum of
Art Colton, Monuments to Men of Genius: a Study of Eighteenth Century English
and French Sculptural Works, NewYork University Spivey, Greek Sculpture,
Cambridge, Osborne, "Men Without Clothes: Heroic Nakedness and Greek
Art", in Gender & History Stevenson, "The 'Problem' with Nude
Honorific Statuary and Portrait in Late Republican and Augustan Rome", in
Greece and Rome, Stevenson, "Nacktleben", in Dominic Montserrat (a
cura di), Changing Bodies, Changing Meanings: Studies on the Human Body in
Antiquity, Routledge, Bonfante, Etruscan Dress, The Johns Hopkins University, Hallett,
The Roman Nude: Heroic Portrait Statuary Oxford, Casana, The Problem with
Dexileos: Heroic and Other Nudities in Greek Art, in American Journal of
Archaeology, vOsborne, Men Without Clothes: Heroic Nakedness and Greek Art, in
Gender & History, Tom Stevenson, The 'Problem' with Nude Honorific Statuary
and Portraits in Late Republican and Augustan Rome, in Greece & Rome, Nudo
artistico Altri progettiModifica Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia
Commons contiene immagini o altri file su nudo eroico Portale Arte:
accedi alle voci di Wikipedia che trattano di arte Ultima modifica 6 mesi fa di
InternetArchiveBot Storia della nudità Storia degli atteggiamenti sociali delle
varie culture verso la nudità Apollo di Piombino Perizonium Wikipedia Il
contenutoGrice: “Napoleon, an Italian, thought he was French,
but he was a Corsican – “No, I don’t know Corsica” – however he thought he was
an emperor and as such, as every student at Milano laughs at, that he should
convince Canova to go nudist! Nelson tries but Vivian Leigh opposed!” Keywords:
il gesto e la passione, exist, Grice on ‘a is’ Grice on ‘a exists’ –
E-committal – Peano on ‘existent’ – esistono – es gibt, there is/there are,
some, or at least one, il y a, c’e, Warnock on ‘exist’ I gesti dei imperatori
romani nudita eroica! Fisionomia – porta ---- Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Fergnani” – The Swimming-Pool Library. Franco Fergnani. Fergnani.
No comments:
Post a Comment