Wednesday, November 13, 2024

GRICE ITALO A/Z F FER

 

Grice e Ferdinando: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale dela masculinità, il maschio e la tarantella – scuola di Mesagne – filosofia brindisese – filosofia pugliese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Mesagne). Filosof italiano. Mesagne, Brindisi, Puglia. Grice: “I like Ferdinando; for one he describes himself as a ‘philosophus,’ which is good – second, he deals with ‘philosophia’ in terms of this or that ‘theorema,’ which is good, and third he follows Aristotle!” Definito dai suoi concittadini “Socrate Salentino”, studia grammatica, poetica, greco e latino sotto RICCIO (si veda), intimo amico di Paolo e Aldo MANUNZIO (si veda). Si trasfere successivamente a Napoli dove studia FILOSOFIA. Si laurea in filosofia. Ha dieci figli. Tra le saggi principali di F. grande rilievo assumono i “teoremi filosofici”, dedicati alla sua amata città natale; Morso della tarantola, che testimonia l'importanza del tarantismo e della tradizione salentina nel suo pensiero; Centum Historie o Casi Medici, raccolta di cento casi clinici più peculiari analizzati dal medico nella sua vita professionale; infine Antiqua Messapographia, attenta e appassionata analisi della storia di Mesagne. Dal punto di vista culturale, l'opera di riferimento per eccellenza del F. è fuor di dubbio Centum Historiæ, dedicata a Giulia Farnese, Marchesa di Mesagne, di cui l'autore è medico di fiducia, intimo amico e compagno di viaggio, come quello che li conduce a Roma dove F. conosce Clemente, medico di Paolo V ed è contattato, per la sua fama, da noti scienziati e medici romani dell'epoca tra cui Severino, con cui ebbe una disputa riguardo al metodo migliore di operare l'incisione della salvatella, la vena presente sul dorso della mano che parte dalla base del mignolo e si connette con la vena ulnare. Profondo conoscitore dei classici e seguace non solo delle teorie d’Ippocrate di Kos e Galeno, ma anche di quelle formulate da MERCURIALE (si veda), Eustachio, Falloppia e FRACASTORO (si veda), attento alle tradizioni della sua terra, propone un nuovo metodo di insegnamento con lezioni al letto del malato, in una perfetta sinergia tra lo studio teorico e la sua applicazione clinica. Per la sua grande cultura e competenza è richiesto non solo in tutta la provincia, ma anche a Bari, Napoli e Lecce. Noto fra i concittadini per la sua bontà d'animo, cura anche senza compenso somministrando farmaci costosi pure ai poveri. Nelle sue diagnosi si concentra sull'importanza delle analisi del sangue valutandone consistenza, opacità, densità e colore e ritene centrale per la terapia attenersi ad una adeguata dieta. Per curare i suoi pazienti si serve non solo di salassi, purghe e clisteri, secondo la prassi ordinaria, ma prepara anche dei farmaci di origine vegetale ottenuti miscelando quantità variabili d’erbe mediche a seconda della terapia. Nella sua vita si occupa anche di due casi di interesse neurologico e pediatrico, descritti nei particolari nelle Centum Historiæ, e nutre anche uno spiccato interesse nei confronti del tarantismo e della musica come terapia certissima. Grazie alle sue opere, in cui l'impostazione medico-scientifica si compenetra con quella storica, grazie ad uno stile tendente al genere narrativo, ed ai contatti che mantenne con i medici napoletani, è uno dei più importanti intermediari fra la cultura medica napoletana e quella di terra d'Otranto. Studiosi, soprattuto F., si sono interrogati sulla natura del tarantismo, o tarantolismo, dopo essere venuti a conoscenza delle cure previste dalla tradizione popolare per questo morbo, tra cui la più importante di tutte è senza dubbio la musico-terapia somministrata al malato da vere e proprie orchestre composte da violinisti, chitarristi e soprattutto tamburellisti a pagamento. Proprio il tamburello assume una funzione fondamentale in questo tipo di terapia poiché scandisce il tempo modificando via via il ritmo del brano che, divenuto frenetico, viene assecondato dai movimenti della danza del tarantato. La credenza vuole che il malato dopo essere stato morso dove espellere il veleno scatenandosi a ritmo di musica, ma non di una qualunque. Il tema musicale dove essere scelto in base al colore della tarantola responsabile del morso. Il primo documento che testimonia il legame tra musica e taranta è il Sertum Papale de Venenis redatto, presumibilmente da Marra da Padova, nel pontificato di Urbano V. Il secondo a documentare per esperienza diretta questa connessione è F.. Nelle sue Centum Historiæ analizza, tra gl’altri, il caso di un suo concittadino, tale Simeone, pizzicato mentre dorme di notte in un campo. Il medico crede fermamente nella musica come terapia certissima criticando chi sostene che il tarantismo non è necessariamente scatenato da un morso tanto reale quanto velenoso. Inoltre, è il primo a proporre come metodo di cura per i tarantati morsi da tarantole le malinconiche (nenie funebri).  Kircher riferisce nel suo Magnes un episodio accaduto ad Andria, nel barese, talmente singolare da destare ragionevoli sospetti su quanto sta alla base di questa terapia. Come il veleno stimolato dalla musica spinge l'uomo alla danza mediante continua eccitazione dei muscoli, lo stesso fa con la tarantola; il che non avrei mai creduto se non l'avessi appreso per testimonianza dei padri ricordati, che son degnissimi di fede. Essi infatti mi scrivono che in proposito è tenuto un esperimento nel palazzo ducale di Andria, in presenza di uno dei nostri padri, e di tutti i cortigiani. La duchessa infatti, per mostrare nel modo più adatto questo ammirabile prodigio della natura, ordina che si trovasse a bella posta una taranta, la si collocasse, librata su una piccola festuca, in un vasetto colmo d'acqua, e che fossero quindi chiamati i suonatori. In un primo momento la taranta non dette alcun segno di muoversi al suono della chitarra. Ma poi, allorché il suonatore dette inizio ad una musica proporzionata al suo umore, la bestiola non soltanto faceva le viste di eseguire una danza saltellando sulle zampe e agitando il corpo, ma addirittura danzava sul serio, rispettando il tempo. E se il suonatore cessa di suonare anche la bestiola sospendeva il ballo. I Padri vennero a sapere che ciò che in Andria ammirarono in quella circostanza come episodio straordinario, era a Taranto fato consueto. Infatti i suonatori di Taranto, i quali erano soliti curare con la musica questo morbo anche in qualità di pubblici funzionari retribuiti con regolari stipendi (e ciò per venire incontro ai più poveri, e sollevarli dalle spese), per accelerare la cura dei pazienti in modo più certo e più facile, sogliono chiedere ai colpiti il luogo dove la taranta li ha morsicati, e il suo colore. Dopo ciò i medici citaredi sogliono portarsi subito sul luogo indicato, dove in gran numero le diverse specie di tarante si adoperano a tessere le loro tele: e quivi tentano vari generi di armonie, a cui, cosa mirabile a dirsi, or queste or quelle saltano. E quando abbiano scorto saltare una taranta di quel colore indicata dal paziente, tengono per segno certissimo di aver trovato con ciò il modulo esattamente proporzionato all'umore velenoso del tarantato e adattissimo alla cura, eseguendo la quale essi dicono che ne deriva un sicuro effetto terapeutico. Altre opere: Theoremata philosophica (Venezia); “De vita proroganda seu iuventute conservanda et senectute retardanda” (Neapoli); “Centum Historiae seu Observationes et Casus medici” (Venezia); Aureus De Peste Libellus (Napoli); “Libellus de apibus”; “Tractatus de natura leporis”; “De coelo Messapiensi”; “De bonitate aquae cisternae”; “Libellus de morsu tarantolae.” Martino La terra del rimorso, Milano, Est, Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum, Le notizie biografiche sono tratte da:  Mario Marti e Domenico Urgesi, F., medico e storico. Atti del convegno di studi, Besa, Nardò, Altre fonti:  Kircher, Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum, Martino, La terra del rimorso, Est, Milano, Portulano Scoditti, Distante, Alfonsetti, Poci. Assessorato alla Cultura Città di Mesagne, Mesagne, Nicola Caputo, De tarantulae anatome et morsu, Lecce, Scoditti e Distante, La peste, traduzione del De peste aureus libellus, Scoditti e Distante, F. Le centum historiae e la medicina del suo tempo, Città di MesagnM. Luisa Portulano Scoditti e Amedeo Elio Distante, F., De Vita Proroganda, Città di Mesagne, traduzione del De Vita Proroganda seu juventute conservanda, Napoli, Scoditti e Distante,, Atti del Congresso della Società Italiana Storia della Medicina, Mesagne. Grice: “Ferdinando says that tarantella proves that the aspects of reason are not sufficient, since the dance is irrational – Churchill liked it though and he thought his bronze of the male dancer in his garde reminded him of his adventures in Southern Italy when he would dance nude in the hills!” Keywords: mito, taranta, tarantella, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ferdinando” – The Swimming-Pool Library. Epifanio Ferdinando. Ferdinando.

 

Grice e Fergnani: la ragione conversazionale e l’implicatura conversazionale del gesto e la passione – scuola di Milano – filosofia milanese – filosofia lombarda -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo milanese. Filosofo lombardo. Filosofo italiano. Grice: “I love Fergnani; especially his “Il gesto e la passione,” which I apply to them extravagant Victorian male-only interactions!” Si laurea a Milano sotto BANFI (si veda). Insegna a Crema e Bergamo, Milano. Saggi in “Il pensiero critico”, “Rivista di filosofia”, “aut aut”, “Rivista critica di storia della filosofia” e “Nuova corrente”.  È figura di spicco nell’esistenzialismo. Si dedica a Sartre, Marx, Merleau-Ponty, Bloch, Lukács, Althusser, Heidegger, Lévinas, Bergson. Altre opere: “Marx” (Padus, Cremona); “Un critico di se stesso”; “More geometrico” (TET, Torino), “Prassi di GRAMSCI (si veda)” (Unicopli, Milano); “Materialismo” (il Saggiatore, Milano); “La dialettica dell’esistere” Feltrinelli, Milano);  L'essere e il nulla” (Il Saggiatore, Milano); “Da Heidegger a Sartre” (Farina, Milano), “Sartre sadico” (Farina Milano); “Esistire” (Farina, Milano); Kierkegaard (Farina, Milano); “Il gesto e la passione” Farina, Milano, “Merleau-Ponty”, Farina, Milano.  “L’Esistenzialismo” Farina, Milano, “Sartre” (Farina, Milano); “Jaspers, Farina, Milano);  Manzoni, “Il filosofo che ci “spiega” Sartre”, Corriere della Sera.  La lezione di F.", in Materiali di Estetica, Massimo Recalcati, L'ora di lezione, Einaudi, Torino, Papi.  Fisiognomica interpretazione del carattere di una persona sulla base del suo aspetto esteriore Lingua Segui disambigua.svg Disambiguazione – Se stai cercando l'album di Battiato, vedi Fisiognomica (album). La fisiognomica o fisiognomonica è una disciplina pseudoscientifica che attraverso la  fisiognomia o fisiognomonia pretende di dedurre i caratteri psicologici e morali di una persona dal suo aspetto fisico, soprattutto dai lineamenti e dalle espressioni del volto. Il termine deriva dalle parole greche physis(natura) e gnosis (conoscenza). Questa disciplina godette di una certa considerazione tanto da essere insegnata nelle università. La parola fisiognomica o fisiognomia venne usata fra gli studiosi per distinguerla dal termine fisionomia (o fisonomia) che ha un significato simile ma più generico. Esempi di fisiognomica di criminali, secondo LOMBROSO (si veda): "Rivoluzionari e criminali politici, matti e folli". Tutto il sapere umano si basa infatti sulla fisio-gnomica derivata dalla fisio-nomia estetica della realtà. Ovverosia dal dedurre, attraverso i sensi e l'osservazione morfo-genetica della natura, la sua intrinseca legge del divenire in atto. La cosiddetta " fisio-gnosia " in cui rientrava pure l'uomo quale cosciente parte della legge naturale.  Descrizione Esistono due principali tipi di fisiognomica:  la fisiognomica predittiva assoluta, che sostiene una correlazione assoluta tra alcune caratteristiche fisiche (in particolare del viso) e i tratti caratteriali; queste teorie non godono più di credito scientifico. la fisiognomica scientifica, che sostiene una qualche correlazione statistica tra le caratteristiche fisiche (in particolare del viso) e i tratti caratteriali a causa delle preferenze fisiche di una persona dovute al comportamento corrispondente. La correlazione è dovuta al rimescolamento genetico. Questo tipo di fisiognomica trova fondamento nel determinismo genetico del carattere. La fisiognomica nell'antichità Riferimenti a relazioni tra l'aspetto di una persona e il suo carattere risalgono all'antichità e si possono rinvenire in alcune antiche poesie greche. Le prime indicazioni allo sviluppo di una teoria in questo senso risultano nell'Atene dove un certo Zopyrus si proclamava esperto di quest'arte.  I giovani che volevano entrare nella scuola pitagorica a CROTONE nella Calabria doveno dimostrare di essere già istruiti nella fisiognomica (ephysiognomonei). Il filosofo Aristotele del LIZIO si riferiva spesso a questo tipo di teorie anche con citazioni letterarie. Aristotele stesso è d'accordo con queste teorie come testimonia un passaggio di Analitici primi. È possibile inferire il carattere dalle sembianze, se si dà per assodato che il corpo e l'anima vengono cambiati assieme da influenze naturali. Dico naturali perché se forse, apprendendo la musica, un uomo fa qualche cambiamento alla sua anima, questa non è una di quelle influenze che sono per noi naturali. Piuttosto faccio riferimento a passioni e desideri quando parlo di emozioni naturali. Se quindi questo è accettato e anche il fatto che per ogni cambiamento c'è un segno corrispondente, e possiamo affermare l'influenza e il segno adeguati ad ogni specie di animale, saremmo in grado di inferire il carattere dalle sembianze. (Jenkinson) Il primo trattato sistematico sulla fisiognomica giunto fino ad oggi è il Physiognomica attribuito ad Aristotele ma più probabilmente frutto della sua scuola nel LIZIO. È diviso in due parti e quindi probabilmente in origine sono due saggi separati. La prima sezione tratta soprattutto del comportamento umano sorvolando su quello degl’animali. La seconda sezione è incentrata sul comportamento animale dividendo il regno animale in maschile e femminile. Da questo vengono dedotte corrispondenze tra l'aspetto umano e il comportamento.  Dopo Aristotele, i trattati più importanti sono:  Polemo di Laodicea, de Physiognomonia, in greco Adamanzio il Sofista, Physiognomica, in greco Anonimo LATINO, de Physiognomonia, La fisiognomica moderna. Tipica illustrazione di un libro ottocentesco sulla fisiognomica (a sinistra: profonda disperazione; a destra: collera mischiata con paura) La fisiognomica, in quanto studio delle particolarità del volto umano in grado di rivelare peculiarità caratteriali, è piuttosto diffusa nel Rinascimento ed è risaputo che VINCI (si veda) ne è appassionato, come pure BUONARROTI (si veda).  Nello stesso passo, Condivi accenna all'intenzione di BUONARROTI (si veda) di scrivere un trattato di anatomia con particolare riguardo ai moti e alle "apparenze" del corpo umano. Esso evidentemente non si fonda sui rapporti e sulla geometria, e nemmeno è strato empirico come quello che avrebbe potuto scrivere VINCI (si veda). I termini "moti" (che fa pensare alle "emozioni" oltre che ai "movimenti") e "apparenze" fanno invece ritenere che BUONARROTI (si veda) insiste sugl’effetti psicologici e visuali delle funzioni del corpo (Ackerman, L'architettura di BUONARROTI (si veda), Torino.Il trattato di GAURICO (si veda) intitolato De Sculptura, pubblicato a Firenze presenta questo tipo di conoscenza nei termini seguenti. La fisiognomica è un tipo di osservazione, grazie alla quale dalle caratteristiche del corpo rileviamo anche le qualità dell'animo. Se gl’occhi sono piuttosto grandi e con uno sguardo un po’umido, mostreranno un grande spirito, un'anima eccelsa e capace di grandissime cose, ma anche l'iracondo, l'amante del vino e il superbo senza misura: così dicono che è Alessandro il Macedone. Se vede un naso pieno, solido e tozzo, come quello dei leoni e dei molossi, lo considera segno di forza e arroganza.  La fronte quadrata, che ha la lunghezza quanto l'altezza, è indice evidentissimo di prudenza, saggezza, intelligenza, animo splendido (Estratti citati da Koshikawa, Individualità e concetto. Note sulla ritrattistica, in Rinascimento. Capolavori dei musei italiani. Roma catalogo della mostra di Roma, Scuderie Papali del Quirinale, Milano,Skira. Gli studi di fisiognomica influenzarono artisti come Anguissola (Fanciullo morso da un gambero) e Galizia (Ritratto di Paolo Morigia) nell'interpretazione dell'emotività del soggetto ritratto.  Il principale esponente della fisiognomica pre-positivista è stato il pastore svizzero Lavater che fu amico, per un breve periodo, di Goethe. Il saggio di Lavater sulla fisiognomica fu pubblicato per la prima volta in tedesco e divenne subito popolare. Venne poi tradotto in francese ed inglese influenzando molti lavori successivi. Le fonti principali dalle quali Lavater trasse conferma per le sue idee furono gli scritti di PORTA (si veda) e del fisico e filosofo Browne del quale lesse e apprezzò Religio medici. In questo lavoro Browne discute della possibilità di dedurre le qualità interne di un individuo dall'aspetto esteriore del viso:  nei tratti del nostro volto è scolpito il ritratto della nostra anima (...).»  (R.M.) In seguito Browne affermò le sue convinzioni sulla fisiognomica nella sua opera Christian Morals: Poiché il sopracciglio spesso dice il vero, poiché occhi e nasi hanno la lingua, e l'aspetto proclama il cuore e le inclinazioni basta l'osservazione ad istruirti sui fondamenti della fisiognomica....spesso osserviamo che persone con tratti simili compiono azioni simili. Su questo si basa la fisiognomica. A Browne è accreditato l'uso della parola caricatura in inglese, sulla quale si cercò di basare con fini illustrativi l'insegnamento della fisiognomica.  Browne possedeva alcuni scritti di PORTA (si veda0 tra cui Della celeste fisionomia nel quale egli sosteneva che non sono gli astri ma il temperamento ad influenzare sia l'aspetto che il carattere. In De humana physiognomia. Porta usò delle xilografie di animali per illustrare i tratti caratteristici dell'uomo. I lavori di Porta sono ben rappresentati nella libreria di Browne ed entrambi erano sostenitori della dottrina delle firme — cioè, le strutture fisiche in natura come le radici, i gambi e i fiori di una pianta, sono chiavi indicative o firme delle loro proprietà medicamentose.  La popolarità della fisiognomica, nonostante precursori come Chambre, crebbe. Trovò in particolare nuovo vigore negli studi del celebre antropologo e criminologo italiano LOMBROSO (si veda), il quale ne trasse ipotesi di applicazioni pratiche nella criminologia forense e nella prevenzione dei reati, giungendo a predicare la pena capitale come unica soluzione contro la tendenza criminale innata e pertanto non educabile con la sola pena detentiva.  La fisiognomica influenzò anche altri campi al di fuori della scienza, come molti romanzieri europei tra i quali Balzac; nel frattempo la Norwich connection' alla fisiognomica si sviluppò attraverso gli scritti di Opie e del viaggiatore e linguista Borrow, inoltre fra molti romanzieri si diffuse l'uso di passaggi molto descrittivi dei personaggi e del loro aspetto fisiognomico in particolare Dickens, Hardy e Brontë.  Questa dottrina è stata da più parti tirata in campo a supporto di ideologie xenofobe e pseudo-studi sulla razza.  La frenologia era pure considerata fisiognomica. È creata intorno dai fisici t Gall e Spurzheim e si diffuse in Europa e negli Stati Uniti.  In sostanza la fisiognomica moderna subisce nel tempo una serie di modificazioni strutturali che la specializzano in varie discipline (dai primi rudimenti di psicanalisi alla antropologia criminale di LOMBROSO (si veda))). Essa infatti è proporzionale alle conoscenze del periodo, ma ancor più alle metodologie impiegate. Parlando infatti di fisiognomica moderna, si invade un campo vastissimo fatto di congetture neo-aristoteliche, ma anche di mirabolanti imprese antropologiche, come la macchina che misura le capacità intellettive umane partendo dall'analisi della forma del cranio, inventata dai fratelli Fowler. Tuttavia, che si tratti di tentativi pseudo-scientifici, o di volontari indottrinamenti razzisti, questo spesso strato di ricerche resta un monumento alle buone e alle cattive intenzioni umane, in quanto mai ha concesso prove scientificamente insindacabili. Il recentissimo studio del naturalista David (La vera storia del cranio di PULCINELLA: le ragioni di LOMBROSO (si veda) e le verità della fisiognomica), ha messo in evidenza quanto effimero sia il piedistallo antropocentrico, e nel contempo come possa essere studiato il volto umano, in relazione al comportamento, utilizzando il solo grandangolo dell'etologia comparata e dell'ecologia. I tratti somatici sono infatti indicativi di una regione ben identificabile per cultura, religione, storia, tradizioni o magari isolamento geografico. Se quei tratti somatici (ammesso che siano effettivamente diversi) si associano quindi ad un comportamento, che magari sarà tipico o frequente nel luogo, allora ecco la fisiognomica, o per lo meno una sua versione scientificamente accessibile, in grado di relazionare comportamento e sembianza.  Per Lust questa scienza non ha nulla di pseudo-scientifico; egli osserva, per il rigoroso metodo naturopatico che sviluppava in quegli anni, che quando la gente guariva, cambia anche in volto. Eliminando le scorie e le tossine, il viso diventa più "snello": il doppio mento scompariva, torna a vedersi il collo in quei volti che prima lo avevano "sepolto" sotto strati di tessuto adiposo, anche i capelli in alcuni casi erano più folti.  Per tutto questo comincia a sviluppare un sistema di diagnosi all'inverso, ossia: se le modificazioni, una volta che la gente guariva da un determinato male sono costanti, allora significa anche che, quando e quanto più quelle caratteristiche facciali sintomatiche sono presenti in una persona, tanto più la persona è anche affetta da quel determinato male specifico di cui le alterazioni nel viso sono soltanto un sintomo.  Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Milano alla voce corrispondente. fisiognomonìa o fisiognomìa, in Enciclopedia generale Sapere.it De Agostini.Vocabolario Treccani alla voce "Fisiognomia" Aulo Gellio, Noctes Atticae Porta, Coelestis Physiognomonia, in Alfonso Paolella, Edizione Nazionale delle opere di Giovan Battista della Porta, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane Paolella, Porta e l'astrologia: la Coelestis Physiognomonia, in Montanile, Atti del Convegno "L'Edizione nazionale del teatro e l'opera di Porta", Salerno, Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici internazionali, Porta, Humana Physiognomonia / Della Fisionomia dell'uomo libri sei, in Paolella, Edizione Nazionale delle opere di Porta, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane Paolella, L’autore delle illustrazioni delle Fisiognomiche di Della Porta e la ritrattistica. Esperienze filologiche, in "Atti del Convegno La “mirabile” Natura. Magia e scienza in Porta", Pisa-Roma, Serra Paolella, La fisiognomica di Porta e la sua influenza sulle ricerche posteriori, in "Atti del Convegno Porta, Piano di Sorrento, Roma, ed. Scienze e Lettere, Paolella, Die Physiognomonie von Della Porta und Lavater und die Phrenologie von Gall, in Morgen-Glantz Zeitschrift der Christian Knorr von Rosenroth-Gesellschaft Naturmagie und Deutungskunst. Wege und Motive der Rezeption von Porta in Europa - Akten der Tagung der Christian Knorr von Rosenroth-Gesellschaft" - Herausgegeben von Rosmarie Zeller und Laura Balbiani Voci correlate Lüdke, la più celebre vittima della Antropologia Criminale di Lombroso. Emanuel Felke, studioso di naturopatia, applica l'omeopatia, l'iridologia e la fisiognomica Benedict Lust, utilizza la Fisiognomica nella sua diagnosi medica e ne sviluppa una vertente tutta sua. DisciplineModifica Frenologia Patognomia Caratterologia Personologia Wikizionario contiene il lemma di dizionario «fisiognomica» Fisiognomica, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Portale Antropologia   Portale Sociologia Frenologia teoria pseudoscientifica Lavater scrittore, filosofo e teologo svizzero  Porta filosofo, scienziato, alchimista e commediografo italiano  Wikipedia Il  Nudo eroico concetto dell'arte classica Lingua Segui Il nudo eroico o nudità ideale è un concetto dell'arte e della cultura classica che si propone di descrivere l'utilizzo del corpo umano nudo soprattutto, ma non solo, nella scultura greca; con esso si vuole indicare che il soggetto umano apparentemente mortale raffigurato nella scultura è in realtà un essere semi-divino, ossia un Eroe. L'Apollo del Belvedere attribuito a Leocare, esempio tipico di nudo eroico-divino dell'antichità, al Museo Pio-Clementino. Questa convenzione ha avuto il suo inizio durante il periodo della Grecia arcaica ed in seguito adottato anche dalla scultura ellenistica e dalla scultura romana. Il concetto ha operato sia per i ritratti di figure maschili che per quelli di figure femminili (nei ritratti di Venere e altre dee[1]). Particolarmente in alcuni esempi romani ci ha potuto portare alla strana giustapposizione tra un gusto iper-realistico (difetti fisici o elaborate acconciature femminili) con la visione idealizzata del "corpo divino" in perfetto stile greco.   Il Galata morente. Come concetto è stato modificato fin dalla sua nascita con altri tipologie di nudità appartenenti alla scultura classica, ad esempio la nudità (che richiama al pathos) dei valorosi combattenti sconfitti in battaglia dai nemici barbari, come il Galata morente.  Dopo essere scomparsa per quasi tutto il Medioevo[3]l'idea è stata reintegrata nell'arte moderna quale esempio di Virtù (il vero, il bello e il buono) incarnate dal corpo umano maschile nudo. Questa metafora ha rappresentato la perfetta raffigurazione di grandi uomini, coloro cioè le cui azioni potrebbero incarnare il più alto status esistenziale.  Riapparso con grande vigore soprattutto durante il Rinascimento e il Neoclassicismo, periodi in cui l'eredità classica ha potentemente influenzato tutte le forme di arte alta: molto famosi sono i nudi eroici di Michelangelo Buonarroti (esemplare è la figura del suo David) o quelli di Antonio Canova (con Perseo trionfante che tiene in mano la testa di Medusa e Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, per fare solo due esempi tra i tanti). Un principe seleucide raffigurato in nudità eroica, Museo nazionale romano.   Statua eroica di un generale romano con la testa di Augusto, al museo del Louvre.   Statura romana con la testa di Marcello (da un prototipo greco). Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore di Canova, all'Apsley House a Londra.  StoriaModifica  Leonida alle Termopili di David Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della nudità.  Achille in assetto da battaglia, rilievo ateniese La nudità maschile era di norma socialmente accettata entro certi contesti sportivi e militari dell'antica Greciae ciò è divenuto col tempo un tratto distintivo della cultura ellenica. A quanto pare, come risulta da un passo di Tucidide, la nudità fu praticata per primi dagli Spartani nelle loro esercitazioni militari e da loro in seguito introdotta anche nei giochi olimpici antichi, ma altre fonti invece sostengono che l'usanza ebbe invece origine quando un atleta vinse la gara di corsa durante la V olimpiade il quale a metà percorso si liberò della fascia che aveva attorno ai fianchi e che lo intralciava nei movimenti.  La studiosa Larisse Bonfante pensa che la nudità potesse servire ad uno scopo magico-protettivo, così com'era comune a quel tempo il simbolismo fallico e l'uso dell'amuleto; ora, qualunque sia stata la forma della sua introduzione, la nudità è rapidamente adottata dalla società greca e dalle arti in una sua idealizzante formale e concettuale, generando una prolifica ed influente iconografia attestata fin dall'VIII secolo a.C. in dipinti di navi e numerosi kouroiarcaici.  Nel V secolo a.C., quando appaiono le prime palestre o ginnasio di atletica, la nudità atletica era già diffusa: la stessa parola ginnastica, per inciso, deriva dal greco gymnos che significa nudo. Trajanic woman as Venus (Capitoline Museums), su indiana.edu, Indiana University. Hallett Sorabella, "The Nude in Western Art and its Beginnings in Antiquity", su Heilbrunn Timeline of Art History, metmuseum.org, The Metropolitan Museum of Art Colton, Monuments to Men of Genius: a Study of Eighteenth Century English and French Sculptural Works, NewYork University Spivey, Greek Sculpture, Cambridge, Osborne, "Men Without Clothes: Heroic Nakedness and Greek Art", in Gender & History Stevenson, "The 'Problem' with Nude Honorific Statuary and Portrait in Late Republican and Augustan Rome", in Greece and Rome, Stevenson, "Nacktleben", in Dominic Montserrat (a cura di), Changing Bodies, Changing Meanings: Studies on the Human Body in Antiquity, Routledge, Bonfante, Etruscan Dress, The Johns Hopkins University, Hallett, The Roman Nude: Heroic Portrait Statuary Oxford, Casana, The Problem with Dexileos: Heroic and Other Nudities in Greek Art, in American Journal of Archaeology, vOsborne, Men Without Clothes: Heroic Nakedness and Greek Art, in Gender & History, Tom Stevenson, The 'Problem' with Nude Honorific Statuary and Portraits in Late Republican and Augustan Rome, in Greece & Rome, Nudo artistico Altri progettiModifica Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su nudo eroico   Portale Arte: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di arte Ultima modifica 6 mesi fa di InternetArchiveBot Storia della nudità Storia degli atteggiamenti sociali delle varie culture verso la nudità  Apollo di Piombino Perizonium Wikipedia Il contenutoGrice: “Napoleon, an Italian, thought he was French, but he was a Corsican – “No, I don’t know Corsica” – however he thought he was an emperor and as such, as every student at Milano laughs at, that he should convince Canova to go nudist! Nelson tries but Vivian Leigh opposed!” Keywords: il gesto e la passione, exist, Grice on ‘a is’ Grice on ‘a exists’ – E-committal – Peano on ‘existent’ – esistono – es gibt, there is/there are, some, or at least one, il y a, c’e, Warnock on ‘exist’ I gesti dei imperatori romani nudita eroica! Fisionomia – porta ---- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Fergnani” – The Swimming-Pool Library. Franco Fergnani. Fergnani.

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