Saturday, August 13, 2011

G. B. Carlone, pittore genovese

ijg R A i molti Pittori, che in varj tempi fono ufc'ti dalla famiglia de' Cationi, niuno ne abbiamo avuto fuperiore a Gio. Battilìa Catione ftatello di Giovanni, e figlio di Taddeo ambedue riferiti nel primo Tomo di queft' Opera. Egli nacque intorno al 1594. in quefta noftra città. Donde foffe venuta la fua fami;lia, nella vita di Taddeo fuo Padre fi può vedere. Mae:ro di Gio. Battifta fu il Paffignano, fotto la cui direzione Tom. IL A inFi

in Firenze alcun tempo fi trattenne . Indi pafsò a Roma_., e molto vi notò, e v imitò. Quefti fuoi fludj accompagnati

r da una copiofa fecondità di talento, da un eftro pronto ,

Di do. e vivace, e da una minutiflìma ofTervanza della natura.*,

Carlokea. furon
Nella principal navata di quefta Chiefa in tre ben grandi fpazj divifa, figurò Crifto in atto di chiamar S. Pietro all' Apoftolato; ed effo S. Pietro, che orando , fa precipitare dall' alto il Mago Simone; e lo fteflo Apostolo quando fu crocififfo a capo in giù . All' intorno di quefte ftorie fì veggon Profeti, Virtù , Angioli, ed altre figure difpofte fra iuperbi arabefchi, e profpettive, che fono di mano di Paolo Brozzi Bolognefe valentiflìmo Pittore in quello genere_>. Entro la cupola fta eflìgiato il Paradho, e nelle volte delle due laterali cappelle, che reftano in cima a'bracci della-. Croce, mila cui forma alla latina è collrutto quefto Tempio; in una di dette cappelle vedefi rapprefentato l'Imperador Coftantino in adorazion dell' appartagli Croce: cui fta intorno il motto : In hoc ftgno vinces: e nelr altra 1' lmperadore Eraclio, che depofti gli abiti Reali, fcalzo, ed in rozzi panni porta fui Monte Calvario la falutifera infegna. Nella principal volta del Coro v'ha S. Siro noftro Arcivefcovo recato dagli Angioli in Gloria: e dentro alla tribuna fta effigiato lo fteffl ò ^^~~; Santo , che toglie dal pozzo il bafilifco alla prelenza di molti Di do. Cittadini, quali in atto d'ammirazione, e quali in atto di fu- Battista ga per lo timore dell' alito peftilenziale di quel fiero moltro. r °>k *

Molto ha dipinto quefto Pittore per la Chiefa della_. Nunziata del Guaftato: ove fon di fua mano i primi tre fuperbi a frefco della navata dritta, e gli altri tre dirimpetto a quelli nella finiftra: quefti tre rapprefentano: il primo , gli Ebrei, che fi difpongono a pattare il Giordano: il fecondo, Mosè, che col percuotere della verga fa fcaturir l'acqua dalla rupe: il terzo, il giovane Giufeppe, al cui trono lì prefentano fupplichevolmente i fratelli. Gii altri tre alla deflra dimoftrano: il primo, i Santi Apofldi Simone, e Giuda , che entrano nella Metropoli della Perfia toccata loro per méffe: il fecondo , S. Giacomo il maggiore, che battezza alcune perfone: il terzo , S. Paolo , che predica a numerofo popolo. Per quefta Chiefa formò il Canone i quadri laterali del coro gii principiati a frefco, ma non compiuti, da Giulio Benfo. Di che abbaftanza nel primo fomo. Qui pure fon tutti fuoi i lavori a frefco della cupola entro la cappella dedicata alla Vergine Santiffima di Loreto, efprimenti miracoli operati per interceiBone d'effa Vergine_.. Qui è fuo il quadro rapprefentativo del B. Andrea da_* Spello , che fta in atto di fufeitar acqua da una rupe a vilta di molte perfone . Qui parimente è fuo il quadro d'Altare entrovi i Santi Bernardino da Siena, e Bonaventura..: e F altro laterale nella fteftà cappella entrovi il prefato S. Bonaventura in atto di ritornare in vita un defunto: e poco più oltre v' ha 1' altra cappella dedicata a S. Pietro d' Alcantara , in cui ha effigiato quefto Santo fra bianche nuvole_* genuffeflò innanzi alla Croce. Finalmente in quefta medefima Chiefa vedelì un' Opera di quefto Pittore, che riporta il vanto fopra quante egli mai ne formaffe si ad olio, che a frefco: quefta è la tavola fituata nel primo Altare, in_* cui ha efpreffl ò il Martirio di S. Clemente. Sta egli legato con le mani fopra del capo, e fitto in una ruota di lef

A 2 gno,

gno, che da un manigoldo è con naturalismo sforzo gir rata; mentre da un altro manigoldo è il gloriofo Martire rnn verghe crudelmente battuto. Vedefi da un lato una Digio. magnifica loggia, Copra della quale Ila fpettatore del fatto Battista il Tiranno; ed in aria Gesù, che con la fua prefenza congarlons * fola il Santo, nel cui volto, benché egli fia col capo rovefeio, e vicino al fuolo, pure fi feorge la fiducia , e la contentezza. Il quadro non è molto grande, ma grandi al naturale fono le figure. Il Santo è d'una tinta nobile, e veramente di carne. I manigoldi fpirano fierezza, e fono abbronzati, come fpecialmente appare nella fchiena , e nelle braccia di quello, che alza le verghe. L' energia vi fpicca per ogni parte . Gli abiti fon appieno adattati alla qualità delle rapprefentate perfone . L' orizzonte del quadro pafta per 1' occhio di chi riguarda ritto in piedi fui piano della Chiefa , il che molto contribuifee al buon effetto . In fomma ella è cofa d'una proprietà, verità, e finc/za, che rapifee: e bifogna ben avere in quefto genere il gufto corrotto per biaiimarla ; come fa Montieur Cochin al fuo lecito, non già con addurne ragioni, ma cosi a capriccio; fol tanto per fecondare il lùo innato genio di icreditar le più belle memorie degli eccellenti Profeffori italiani. Sono anche di Gio. Battìfta Carlone in quefta medelima cappella le due tavole laterali moftranti il fuddetto Santo; l'una, quando gli fu calcata in capo una celata di ferro rovente; 1 altra, quando gli furono ltraziate le carni con uncini di ferro . Finalmente è del Carlone l'a frefeo della volta, che deferive quel Santo in Gloria.

Da queiìo valentuomo fu anche dipinta la cappella del Real Palazzo . Nella volta di effa v' è la Santiflima Vergine , a cui un Angiolo prefenta in un bacino le chiavi di Genova: e al baffo vi fono i Smti Protettori della fteila città . Nelle pareti laterali fono rapprefentati molti fatti illuslri di prodi noftri Cittadini. V è il Colombo nelle feoperte Ind e . V è Guglielmo Embr aco, che prende in Cefarea il preziofo Catino . Vi fi vele il Martirio de' Giuflìni-ini neil ' Ifola di Scio: lo sbarco in Genova delle Ceneri del Santo Precur(ore: e più figure de' noiLi Santi Arcivefcovi, e d'altri Santi Geuovdi. A quale

A quefte Monache di S. Bartolommeo dell' Olivella dipinfe pure a frefco la volta, e le pareti del maggior Altare della lor Chiefa. Nella volta v' ha il Santo in Gloria-. : ======

e nelle pareti il Santo raedefimo in atto d' ordinare la di- Di do. firuzione d' un idolo, e di liberare un' indemoniata . cATT0lsTM

Abbiamo parecchi fuoi lavori tutti fquifiti entro il palazzo del Sig. Ambrogio Doria preffl ò la Chiefa di S. Matteo. Nella volta principale della fala v' è mirabilmente efpreflò Mosè , quando bambino fu trovato fui Nilo dalla figlia di Faraone . Vi fon altre figure fopra il cornicione tutte belliffime. Gli ornamenti però di tali dipinti furono modernamente.* rifatti dall' Abate Lorenzo Ferrari, che v' aggiunfe di fuo altre cofe a chiarofcuro. Sono poi di mano del noflro Carlone altre florie della vita di Coftantino, e di Salomone.* ne' falotti contigui, che tuttora in buon eifére fi confervano.

Entro il palazzo del Sig. Giorgio Spinola lungo la flrada nuova fono dipinte dal Carlone alcune florie Romane in un falotto: e in un altro fito v' è il rapimento delle Sabine .

Nel magnifico palazzo Durazzo di flrada Balbi fi vede di queft' Autore la vota d' un' antigalleria con la Giuftizia, che fi prefcnta a Giove.

Nel palazzo Negroni di piazza Amorofa v' ha un' ampia galleria tutta di quefto Autore . In efta fon figurati Marte, e Bellona; Giove, e Venere; e di nuovo Giove con_. Giunone . Vi fono putti, cariatidi, fimboli, e mille altre cole d' un finimmo gufto.

All'Aitar maggiore della Chiefa di S. Benigno è fuo il gran quadro di effo Santo titolare della Chiefa effigiato in atto d' effere da' manigoldi ilrozzato; mentre frattanto gode la vifione de' Santi Pietro, e Paolo . Quadro d' una_. verità impareggiabile. All' Aitar maggiore di quefte Monache della Chiappella v'ha del Carlone una tavola del Prefepio, e ad un Aitar laterale un' altra della Madonna di Mifericordia. Nella Chiefa della Vifitazione evvi la tavola-, di S. Niccola da Tolentino: e ve n' avea un' altra ftupenda di S. Tommafo da Villanova, che fa elemofina ad un folto ftuolo di poverelli; ma quefta tavola da' PP. Agoftiniani

A 3 Scalzi

Scalzi padroni della Chiefa fu tolta via, per collocarvene un' altra con più Santi. Ora quella tavola fi conferva nella Chiefa de' Padri medefimi in Seftri di Ponente. Di Gio. Sulla principal facciata del grand' Albergo de' poveri

Cailonv. dipinfe il Carlone i Santi Protettori della città. E nella-. Chiefa del Santo Spirito in quefto borgo di S. Vincenzio per li Signori Spinola condufle fui frefco tre ftorie della Paffione di Noftro Signore entro la funtuofa cappella del Cro-. cififlb.

Nella Librerìa del Convento di S. Niccola v' ha figurato nella volta S. Agoftino in cattedra , che difputa con gli Eretici . In quefta Chiefa di S. Caterina de' Monaci Benedettini ha lafciato più memorie di fe . Sua è qui la bella tavola del Crocififlb con la Maddalena a piè della Croce . Sono pur fue le altre due della Vergine Addolorata, e del S. Giovanni pofte a' fianchi di detta tavola: e fùe fono le florie della Paflìone rapprefentate a frefco fu nella volta-.. Parimente di fuo pennello è 1' altra tavola della S. Geltrude miracolofamente comunicata da Gesù Crifto: e le due , che veggonfi entro la fagreftia, l'una figurante la predicazione di S. Gio. Battifta, e l'altra S. Benedetto in mezzo a folto ftuolo di fuoi Monaci, e delle Sante Caterina, ed Orfola. Ne debbo tacere, come nella prefata Chiefa è di fua mano una preziofa, e vafta tavola ftante fopra la porta maggiore, la qual tavola dimoftra S. Benedetto, che riceve , e manfuefa il barbaro Totila. Quefta tavola, fecondochè fotto vi fi legge, fu dal Carlone dipinta l'anno 1672.

In oltre nella Chiefa di S. Marta fono fopra V Aitar maggiore tre ftorie della vita di S. Benedetto . In quella di S. Paolo altri lavori a frefco; il principale de'quali, che è quello della volta dell'Aitar maggiore, moftra il Battefimo di queflo Santo Apoftolo. Ci fono ancora due gran tavole laterali ad olio: 1' una col medefimo Santo , quando ncll' incamminarli al Martirio gli vien porto dalla Vergine Plotilla il fazzoletto , per bendarli; e l'altra, quando vien. dicollato. In S. Andrea fono due tavole rapprefentanti quefto Santo: la prima, quando è chiamato all'Apoftolato: la feconda_., quando è condotto innanzi al Tiranno. Neil' Oratorio di

S. Tommafo

S. Tomniafo è del Carlone la tavola di queflo Santo Apoftolo in atto di predicare ad un Re dell' Indie, e nell' altro Oratorio dell' Apoftolo S. Giacomo il Maggiore preflb la ==^^— Parrocchiale delle Grazie fi confervano due me tavole, di- Di do. moftwnti, 1' una il S. Apoftolo, che nottetempo apre le porte Battista di Coimbra al Re Ferdinando di Spagna; e l'altra lo fteflb CatL0N*' Santo , che mentre è condotto al Martirio rifana un paralitico. Ma chi può defcrivere ad una ad una le tavole, che il Carlone mandò fuori di Genova a riguardevoli Perfonaggi? E chi quelle, che fono qui fparfe per le cafe private? Per me bafti il dire, che le tavole del Carlone fon fenza fine, e di varie mifure, e grandezze, e di molte figure, e di vafta compofizione . Ben è vero, ch' egli vifle molti anni: ma ciò, che fa flupore, è, come mai non gli s'indebolifle la fantasia; mentre non fi feorge nelle Opere fue variazione di Itile , o fiacchezza di tinte: nè tampoco quella durezza di pennello, alla quale foggiacciono i Pittori col crefeer degli anni. Ed in fatti egli era già molto avanzato in età, allorchè dipinfe la volta del maggior Altare della Chiefa di S. Chiara d'Albaro; ove eipreffe quefta Santa, che moribonda gode 1' aflìftenza di Papa Innocenzio IV., della Madonna , e di una fchiera di Verginelle . Più vecchio era ancora, quando prefe a dipingere la Chiefa delle Monache di S. Sebaftiano: ed egualmente vi riufeì. Quivi fopra 1' Aitar maggiore figurò la ftoria di S. Agofiino, quando vide il fanciullo, che formava la foflerella, per accogliervi dentro tutta 1' acqua del mare; e all' intorno vi fono figure d' Evangelifti , e a Angioli con profpettive, e d'altri vaghi parerghi. Sopra il coro delle Monache v' ha il Sagrifizio d' Abramo; 1' andata di Crifto al Calvario; e al di fotto del coro medefimo v' ha Mosè, che fa fcaturir 1' acqua dalla rupe_.. Cofe tutte da fiancare la fantasìa di qualunque Pittore, ma non quella del Carlone da tanti ftudj, e fatiche fecondata . Quella Chiefa però non ebbe la forte d' effer compiuta da'pennelli di coftui: ftantechè egli mancò nel 1680. in età d' ottantafei anni, o circa. Supplivvi però Domenico Piola , la cui fama, a par di quella del Carlone, già s' era renduta celebre non folo in Genova, ma anche fuori.

A 4 Alcuni

Alcuni raccontano, che il Carlone invitato non Co dove a dipingere; mentre v' andava, nel valicare un fiume fgraziatamente vi reftaffe fommerfo. Io credo ciò una favola; EhGio. "perocché non mi par probabile, che nell' età, in cui troBattista vavafi, intereflè alcuno di guadagno poteflè fpingerlo a cerCarlons. caj. eraoiumenti di fuori, e le fole fue Opere fanno abbaftanza fede delle continue occafloni di occuparli, ch' egli ebbe in Genova .

Or mi refta a dire alcuna cofa del fuo (tile in dipingere . Egli è d' un' energìa maravigliofa . Sul frefeo lavorò con tanta vivezza di colorito; che niun altro fuo contemporaneo 1' ebbe maggiore. Certe fue tinte non fi fa ond' ei le cavatte; tanto fon forti, e vaghe . Erano date con paleggi delicatiflìmi, ed' uniformità maravigliofa . Sull' afeiutto Te adoperava nel dipinger volte, e pareti di ftanze, dopo avervi fatto però al di fotto un intonaco di tinta, che le riparaffe dalla calcina. Onde i fuoi a frefeo comparivano vigorofi, e robufli, quanto fe foftèro itati condotti ad olio. Chi fi farà a vedere alcun poco da vicino le pitture della foprammentovata Chìefa di S. Siro, fi chiarirà della verità di quanto ho qui efpofto; perocché elle fpiegano una tal forza, e un sì graziofo tratto di pennello; che paiono intagliate a bulino . E ciò, che più fa maraviglia , la ilraordinaria maniera di que' tratti non pregiudica punto all' effetto; e la dhìanza dì que' fiti nulla ne feema del bello . Tanta fu la maeftria di sì nobile Artefice. Ma bafti fu quefto propofito.

Fu Gio. Battifta Carlone, come fi feorge dal fuo ritratto, di nobil prefenza, alto di ftatura , d' umore allegro, ma_. alquanto focofo. Del rimanente fu uomo cortefe, affàbile, di be' coftumi, e di tratto manierofo, ed obbligante.*. Egli ebbe moglie: e fu quefta una Spagnuola per nome Niccoletta Scorza , ma difendente da Genova. Da coftei prefe una dote confiderabile, confiftente in mille feicento lire annue . Tal Matrimonio gli riufeì fecondo di ventiquattro figliuoli , alcuni de' quali attefero alla pittura. Il primo fu Andrea, di cui fcriveremo più fotto. Degli altri v' attefe il Niccolò . Ma quefti fu anzi difcepolo del fratello, che del Padre ;■ onde alcuna cofa ne diremo nella vita

dell'Andrea.

dell' Andrea. Un altro, che pure feguitò la Profeflìone paterna , fu Giacomo Sacerdote. Quefti inclinò piuttofto alla miniatura; e alcuna cofa con gufto v' operò . Egli morì s==== Arciprete nella Villa di Serra in Polcevera l'anno 1700. DiGio. Degli altri figli mafchi alcuni morirono in tenera età, al- Battista cuni viffero inutili, ed alcuni entrarono in Chioftri. Delle A*L0NE » figliuole poche fi maritarono.

Oltre all' Andrea ebbe Gio. Battifta alcuni altri difcepoli: 1' uno fu Bartolommeo Paflano , che dipinfe 1' atrio della Chiefa di S. Marta, e la fcala, che introduce alla Chiefa di S. Bernardo alla Foce; ove figurò la Paffione del Salvatore, ma con direzione del Maeftro, di cui è l'immagine del Dio Padre fopra la porta della Chiefa. L'altro fu un certo Tommafo Ferro, che dipinfe col Maeftro nella Libreria de' PP. Agoftiniani Scalzi; ed efpreffe nelle lunette alcuni emblemi d'Arti, e di Scienze. li P. Terefo Languafco ftudiò anch' eflo fotto il Carlone . Ma del Languafco li parlerà in altro luogo .

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