Saturday, August 13, 2011

P. Bianchi, pittore genovese

Genovese, quantunque nato altrove, portiamo chiamar Pietro Bianchi, di cui ora m'accingo a fcriver la vita, che da gran tempo dalla Pittorica-t

pali ornamenti di quefto volume.

Giovanni

Giovanni Bianchi farzanefe, che foftentavafi efercitando l'arte del bottaio , fi rifolvette d' abbandonare la patria, per vedere di migliorar fua fortuna ; e pafsò a Roma 1' anno 1682. -^ f con Antonia Bana fua Moglie. In quella città gli nacquej. Di nel fèttembre del 165)4. un figliuolo, a cui al Sacro Fonte BPuTM° in S. Salvatore delle Coppelle fu impofto il nome di Pietro. ,ANCHI* Aveva Giovanni anche una figliuola maggiore di Pietro d' alcuni anni, la quale era maritara con Arrigo Giorgi liegefe, che in qualità di Scalco ferviva il Commendatore^ Marcello Sacchetti, Signore amantiflìmo delle noftre Arti; e che eccellentemente dipingeva paefi; perciocché egli era ftato difcepolo di Salvator Rofa. Or avvenne, che, morto in breve il fuddetto Giovanni, rimafe il figliuolo in età di due anni appreflò il Cognato, che per atto di carità fi prete cura d' allevarlo; e intanto raccomandollo ad un Pre-r te, perché gì' infegnaffe a leggere , e fcrivere .

Appena aveva il fanciullo compiuti i fett' anni, quando , ritornato un giorno dalla fcuola, fi pofe con la penna a ricopiare un' Immagine, che il Maeftro gli aveva donata. Quefta copia riufci tanto fomigliante all' originale; che, chi la vide, ne rimafe ftupito, e più di tutti il Cognato, che rantoflo, fenza altro dire, conduffe il fanciullo nel palazzo Cavalieri, ove dip;ngeva Giacomo Triga , e a coftui confegnollo, affinchè nella Pittura gliel' inltruittè.

Nello fteflò tempo, che il Bianchi fiudiava fotto del Triga, andava anche a modellare in creta dal celebre Le Gros . Quefto Scultore prefe molta affezione al fanciullo; e vedendo unito al bel talento di lui un' indole modefta , e docile al maggior fegno; talora con elfo facetamente_» fcherzava . Una volta, che quegli modellava un piede deila Venere, detta de' Medici, cosi il motteggiò . Poi V avete fatta £ una bellezza fuper ore all' originale . Se mi date licenza, voglio farmela jormare da un Gettatore . Siete voi contento? Il Bianchi con tutta femplicità rifpofegli: Sì Signore. Un'aktra volta, che effo Bianchi copiava una figura di Nudo; vedendo il Le Gros, come quegli abbondava nel lumeggiarla col geflo: Figliuolo, gli diffe , la troppa polvere di gejfo v entrerà in gola, e v ecciterà la tojfe;. Ci farebbero

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pur le graziofe cofe da riferirfi intorno a sì fatti motteggi.

Ma palliamo alle più importanti notizie.

==-====. Partì il Triga da Roma per Venezia; e allora il Bian

Di chi pafsò nella fcuola del noftro Gaulli, a cui raccomandollo

Pietro jj Sacchetti. Il Gaulli gli dimandò fotto chi avelTe ftudia

jjiANCHi. tQ. ej jntej.0> ^g fotto ji Triga, interrogollo, per qual

cagione quel Pittore fottè partito da Roma: Egli è partito, rilpofe il Bianchi, ed è andato a Venezia, per impararvi a ben colorire . Si vede , che queft' uomo è cieco, foggiunfe il Gaul- li , fe ejjendo in Roma va altrove, per imparar di Pittura_., Dopo varie altre interrogazioni volentieri lo ammife; fcor-^ gendolo già notabilmente avanzato. . L'anno 1707. per lo concorfo generale de'premj foliti a proporli dall' Accademia di S. Luca, fu attegnato alla ter« za claffe il far copia del fuperbo fepolcro coftruito in S. Pietro da Fra Guglielmo della Porta. Il Bianchi vi concorfe: ed era allora in età di foli tredici anni. Gli altri concorrenti fi rifero di vederlo andar a difegnare quell' Opera; ed, attefochè egli era affai piccolo , per difprezzo lo chiamavano il Creatura: voce, che in romano fuona bambino. Ma l'effetto fu, che ne formò un' efattiflìma copia; onde appena vedutali, riportò il primo vanto, e premio.

L' anno 1705). morì il Gaulli; onde il Bianchi rimafe un' altra volta fenza Maeftro . Quanto amara gli riufcifTè tal perdita, non m' è sì facile a efprimerlo . Sol poftò dire , che egli non fapea nominar quel Pittore fenza commozione di tenerezza, e di lagrime. Dicea molto dovergli, come a colui, che, auantunque d' umore (travasante, pur era poi tutto cordialita, e pazienza nell' inftruire i Difcepoli. Avrebbe il Bianchi potuto pottedere molti belliflìmi difegni offertigli dal Gaulli, e fpecialmente di Nudi; fe egli per modeftia non gli avelTe rifiutati; parendogli ftrano, che-» di sì preziofo regalo voleffe degnarlo . Perlocchè, infuriato il Gaulli, li gettò rabbiofamente colà , donde tratti gli ayea.

Il nuovo Maeftro , a cui venne quefto Pittore appoggiato fu Giufeppe Ghezzi . Ma prefto fi tolfe da quella fcuola^., annoiato, come egli dicea, d' udire un Soggetto, che per mezzo di rettoriche disertazioni, di panegirici > e di critiche

che full' Opere de' Valentuomini volefle infegnar la Pittura. Pafsò per tanto a raccomandarli al Cavalier Benedetto Luti, il quale, offervati alcuni fuoi lavori, io accettò di tutto ======

buon genio; e dopo qualche tempo fu udito dire, che non L-i gli era mai capitato un Difcepolo d'una capacità, ed ac- Bjjjjjj curatezza pari a quella di coftui.

Mentre profeguiva il Bianchi a ftudiare fotto del Luti, concorfe altre volte a' premj; e in tutte le claflì fempre lo riportò. L' ultima volta, che in prima claffe concorfe, fu, quando dagli Accademici di S. Luca fi propofe per argomento del difegno S. Pio V., che preflò all' Aitar maggiore d' Araceli libera un' indemoniata. Era 1' Accademia-, dlfpofta a premiar il Bianchi in primo grado: ma noi fece; ed egli ebbe il fecondo premio; perchè il primo, per impegno del Luti ftefflò, fu dato ad un Bavarefe, ad oggetto di fargli ottenere dall' Elettor di Baviera un' annua penlione.

Nello ftudio del Luti dipinfe il Bianchi alcune cofe di fua invenzione . L'una fu un S. Francefco d' Aflìfi; e l'altra , un S. Girolamo penitente : lavori, che riufcirono elegantiflìmi. E per Monfignor Cavalieri dipinfe nella di lui villa fui frefco varie vedute di paefi, ed alcune favole; e ridufte in forma di tavole ottangolari due pelli deftinate prima— a fervir di ventagli, le quali efprimevano, 1' una il bagno di Diana; 1' altra, Giove , che in torma di toro rapifce Europa; la qual ultima pittura portò feco un giorno nello Audio del Maeftro. Stava quefti allora parlando con un Pittor Ferrarefe, e però il Bianchi non volle produrla, quantunque foffe ftato interrogato dal Luti, fe alcuna cofa avelie a moftrargli. Partito il Ferrarefe, egli fece vedere al Maellro quella— pittura . Montò il Luti in collera per la precedente renitenza del Difcepolo, a cagione della quale era il Ferrarefé rimafto privo di quella vifta . Poi calmatofi, il lodò . Indi traffe fuori un ventaglio, che egli ftefto aveva cominciato, ma non compiuto; e in prefenza di tutti gli altri Difcepoli glielo confegnò, affinché lo compieffe; dandogli di più facoltà d'aggiugnere, o togliere al già dipinto, quanto avefle (limato btne. Grande onore fu quefto per lo Difcepolo , che molto duTe, per difimpegnarfi: ma tutto indarno; perche,

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dovette ubbidire . Quefto ventaglio poi riufci tanto bello, che

1' anno 1725. fu in Roma da'figliuoli del Luti donato alla

Gran Ducheffa di Tofcana, la quale in fegno di fua gra

Di ta riconofeenza concedette ad efli il privilegio di poter fe

B/£tro guitare a tenere 1' abitazione già conceduta al Padre loro

. .n ^ue| paiazzo Gran rj)ucale di Campo Marzio.

L' anno ftettò era morto il Luti : e nell' eftremo di fua vira palesò nuovamente 1' alta ftima, che aveva del Bianchi: concioflìachè, oltre all'avergli raccomandata la fua Famiglia , e i fuoi Difcepoli; per ultimo gli replicò più d'una volta . Voi fìete un Valentuomo: e fero vi raccomando anche il decoro della ProjeJJione.

Per la morte del Luti reftò imperfetto il quadro, che egli cominciato avea , rapprefentativo dell' Arcangelo Gabriello , e de' Santi Sebaftiano, Rocco, ed Eufebio Vefcovo di Vercelli. Tal quadro gli era flato commefto dall' Architetto Don Filippo Ivarra; e come quelli elpofe, deflinavafi ■per una nuova Chiefa di Torino, che fi fabbricava a {pefe d' un Signore di colà: ma in realtà fervir dovea per quel Re. Il quadro già era condotto a buon termine . Laonde nacquero delle difpute da una parte per la reftituzione della caparra, dall' altra per lo compimento del prezzo , con dare il quadro a chi 1' avea commefìò . Per aggiuftare la differenza , s'intromife il Cavaliere Guzman Portughefe . Quefti fe' lavorar dal Bianchi a flliggine un difegno del quadro con lumi di biacca, e inviollo al Re di Sardegna; acciocchè vedeffe lo ftato del quadro , e rifolveffe. La rifoluzione fu di doverli reflituire i cento cinquanta feudi romani dati per caparra, e di lardare il quadro . Di ciò ebbe molto piacere il Guzman; perchè egli lo comperò pel Re di Portogallo, acuì lo trafmife, .dopo averlo fatto egregiamente terminare dal Bianchi. Il Re lo collocò nella Chiela di S. Vincenzio de' Fori. Quindi il Guzman ordinò al Bianchi un altro quadro della Vergine co' Santi Domenico, e Francefco d' Affifi, che pure fu a Lisbona trafmeilò.

Vivente il Luti avea lavorato il Bianchi un fuperbo quadro dell' Adorazione de' Magi per Gio. Battifta Coftantini, Caponotaio dell' Archivio di Montecitorio: quadro, che

era

era un portento. Morto il Luti, dovette formarne per lo fteflb Coftantini il compagno. Lo fece: e fu un Prefepio lavorato con maniera Correggeva ; avendo finto tutto quello ===^ fpazio della pittura illuminato dalla luce del Santo Barn- Di bino. j£TM

A Decio Berrettini, celebre Maeftro di fpada in quella'

città, dipinfe una Santa Maria Egiziaca nel deferto: tavola , che poi pafsò in mano di Filippo Barigioni. Quefti, per accompagnar 1' acquietata Opera, ordinò al Bianchì un S. Rocco. Fecelo il Bianchi: ma fatto che lo ebbe, ne rimafe egli medefìmo così poco foddisfatto; che, quantunque belli filmo foffe, volle cancellarlo con gran difpiacere di chi lo aveva veduto . Ne fece però un altro, il quale unitamente con una Santa Maria Egiziaca fta ora appretto il Sig. Marchefe Giufeppe Rondanini. D' ordine del prefato Barigioni lavorò anche due paefi; nell' uno di quefti rapprefentavafi il bagno di Diana con Atteone sbranato da' cani. Neil' altro fi fingeva la trasformazione de' Paftorì in rane-i per opera di etta Diana, che v' era introdotta. Compiuti, che furono i due quadri, il Barigioni li rifiutò, per non_ . ifpendere cinquanta feudi romani: onde li-prefe il già mentovato Coliantini . Il Bianchi però, per non difguftare il Barigioni, gli dipinfe due altri paefì; e v'efprefie la fuga della Vergine col Bambino Gesù, e S. Giufeppe all' Egitto in due diverfe maniere; cioè, figurandola nell'una a cavallo , e nell' altra a piedi. Tanto quefti quadri, quanto gli altri due comperati dal Coftantini, furono efpofti in un folenne apparato , che faceafi per la fefta di S. Rocco a Ripetta ; ove fi trovò il Trevifani infieme col Barigioni. Coftui molkò al Trevifani i fuoi quadri, che gli approvò . Ma quando fi arrivò a' quadri del Coftantini, il Trevifani proruppe in ecceflì di lode verfo quelle Opere, e di rimproveri contra il Barigioni, che gli avea rifiutati.

Contratra il Bianchi fervitù col Cardinal Zondadari, quello Porporato gli fece inftanza, per aver di mano di lui un quadro . Argomento di tal quadro fu al Pittore il Cardinal medefìmo . Egli lo efprefle in forma lionata; cioè, quando Ipedito il Zondadari Nunzio a Madrid, e giuntovi

in tempo,

in tempo, che il Re Filippo V. ftava per non fo qual dì

fpofizione militare attendato in campagna; fu quegli in_

===== abito da viaggio ad inchinar Sua Maeftà nel Real Padiglione.

Di Argomento veramente pittorefco; ed in cui fece il Bianchi

Pietro giuocar tutta 1' arte, e vi riufcì con tanta perfezione; che

5ian3m . ^uej quadro è fempre confiderato per un capodopera.

A' Signori Sacchetti dipinfe entro la cappella del loro palazzo nella città di Oftia l'Eterno Padre in luogo d'un altro, che ivi era ftato prima dipinto da Pietro da Cortona. E al Cardinal Niccolò Lercari dipinfe in tela di quattro palmi un quadro, entrovi Tisbe, che fi uccide alla vifta— del cadavere del fuo Piramo. Tal quadro fi conferva in Taggia, luogo di quefta occidentale Riviera, nel palazzo Lercari, dove non ha gran tempo, che io vidi sì egregio lavoro, dalla cui bellezza rimali rapito .

Per un certo Pietro Mancini Complimentario de' Banchi dipinfe un S. Onofrio, una Santa Maria Egiziaca di piccola mifura, ed un quadro di fette palmi, entrovi Mercurio, che fta in atto di recidere il capo ad Ar^o addormentato. E pel Cardinal Annibale Albani dipinfe Venere piangente-, fopra il cadavere del fuo diletto Adone. Queflo quadro è oggidì poffeduto dal Baron de Biille, che l'ha avuto, qual teforo, in dono dal Cardinal Gio. Francefco dell' iftefla cniariflìma Famiglia Albani.

Il prefato Cardinale Annibale ebbe dal Bianchi in due tele due mezze figure, 1' una della Vergine, 1' altra dell' Arcangelo Gabriello. E' da notarfi, che il Bianchi, quantunque fofte uomo niente verfato in lettere: pure andò eiènte da certe falfe prevenzioni, da cui fovente fi lafcia occupare anche chi ha qualche tintura d' erudizione. Egli efpreffe la Vergine, non già con un libricciuolo in mano falciato alla moderna, ma bensì con una corteccia d'albero, come quella materia, fu cui gli Antichi fcrivevano; e dentro a tal corteccia vi formò alcuni caratteri ebraici. Il Cardinale Annibale donò quefti quadri al vivente Cardinal Neri Corfini; il qual Porporato volca ottenergli dal Zio Pontefice la Croce di Cavaliere dell' abito di Criflo: ma_. il Bianchi era tanto umile, che non volle udir(i parlare di sì decorofa profferta. Per

Per lo magnifico palazzo del Conteflabile Colonna In piazza de' Santi Apolidi dipinfe un quadro da collocarli nella foflìtta a lato d'un altro, che alcuni anni prima v'era (tato dipinto dal Luti. Il quadro del Bianchi rapprefenta— Di la Virtù in atto d'incoronare il Merito. Qual fìa il pregio £J2J di tal pittura , non fo abbaflanza ridirlo . Scomparifce a fronte di effa non folo la tavola d' uno per altro degniflìmo moderno Pittore, ma quali anche quella del Luti medefimo* Io non efagero. Quefti quadri fufiìftono; e poflòno da qualunque Virtuofo vederli, e paragonarli.

Ma che dirò della perizia del Bianchi nei dipingere^ paefi? Ognun fa quanto in quello genere fotte eccellente a' noflri giorni Monfieur Orizonte. E pur quefto valentuomo rimanea ftupefatto alla vifta de' paefi dipinti dal Bianchi , ed efaltavali con fomme lodi: lo che fpecialmente_» fece in vedendone uno di grande ellenfione, il quale ora è pofleduto dall' Eminentiflìmo Cardinale Domenico Orfini de' Duchi di Gravina .

In Genova abbiamo di quefto Pittore pretto gli Eredi del Cardinal Niccolò Spinola una mezza figura di S. Gaetano , che tien fra le braccia il Santo Bambino. Quefti fi vede tramandare celelle luce, da cui è illuftrato il medefimo Santo . Sua Eminenza rimafe così foddisfatta di tal lavoro; che mandò al Bianchi in regalo un bacile d'argento pieno di cioccolatte, e cento doppie.

Al Medico Sellini dipinfe un quadro d'un paefe, ed in effo 1' Angiolo Raffaello in atto d' accennare al Giovanetto Tobia , che afferri lo ftrano pefce. E un altro quadro di fimile argomento, ma di diverto difegno, fece ad un certo Lorenzo Toma . Anche al Cavalier Criftofori dipinfe due Mufe in mezze figure, che effo Criftofori ritraffe egregiamente in mufaico. Quefti mufaici furono donati al Re di Spagna . Oltre alle fuddette pitture fece il Bianchi due quadri: l'uno di S. Girolamo nella grotta: l'altro di Santa Maria Maddalena in penitenza.

Al prefato Cardinale Orfini dipinfe un altro quadro, entrovi Ercole, che uccide Caco. Lo fteffo quadro fu da_. quefto Pittore replicato in tela, ma alquanto diverfamente,

per un certo Domenico Giovanni intagliatore di pietre dure.

Fu anche commeflb al Bianchi un gran quadro per la Chiefa delle Monache di Santa Chiara di Gubbio. Di queDi fio quadro ne formò una bozza aflai diligente in tela di Pietro quattro palmi; e perchè egli era molto occupato, diedelo i Ncw. ^ efegUjre a Gaetano Sardi fuo Difcepolo . Ma quefti mal vi riufcì; ond' egli dovette, non fenza gran fatica, rifare.» il quadro, che poi trafmeflb al deftinato luogo, vi fu ricevuto con particolare foddisfazione.

Per la Chiefà di Santa Maria delle Fornaci, fuor di porta Cavalleggieri lavorò una tavola della BeatifTìma Vergine ripofantefi nel viaggio d' Egitto col fuo Divin Pargoletto , ed alcuni Angioli in adorazione di lui . Quefta tavola non fu dal Bianchi terminata; perciocchè il prevenne la morte. Terminolla poi 1' anzidetto Gaetano Sardi ( ma con qualche variazione nella politura del Bambino, ed in_. altre cofe ); e fu locata nella cappella della Madonna, nella parte oppofta a quella, per cui 1' avea deftinata il primiero Autore. Ciò non notifico fenza motivo; perciocchè a chi ben 1' oflerva, chiaramente appare , che non è quello il pofto proprio di tal pittura, e che la luce le fa contraddizione . Della (letta tavola ne fu f.tta copia da un Allievo del Bianchi ftetto per ordine. del Signor Commendatore-. d' Altueida Portughefe, che ne fece poi dono a Monfignor Frefcobildi, preflb cui diligentemente ritoccata confeivafi .

Da'Signori Deputati alla Fabbrica di S. Pietro fu eletto il Bianchi a dipingere un ampio quadro da locarfi ali' Altare della Cappella ,ove fi celebran gli Uflìzj Divini. Quivi ^accedettero cofe, che per ameno trattenimento meritali-. d'elTere rifer te . Egli fe' d un tal quadro la bozza: e_» v' efpreffe in fulle nuvole la Vergine Immacolata con alcuni .. Angioli, e al baflb i Santi Giovanni Grifoftomo, Francefco d' Aflìfi , e Antonio di Padova. La bozza piacque: e il Pittore pofe mano al quadro . Indi a poco andò il Bianchi da Monfignore Alroviti, Economo di detta Fabbrica, con un mandato del Cardinal Annibale Albani Arciprete di S. Pietro. Ma Monfi^nore lo ri rapi overò, interrogandolo , che lavoro. avelTe fatto nel quadro ìnlino a queir ora. Si feusò il Pittore,

tore, addicendogli 1' efempio del gran Guido Reni, allorché avea intraprefo una fìmil Opera per la fteffa Bafilica; e_. mettendogli innanzi le immenfe fatiche durate da quel Va-;

lentuomo fulla confiderazione, che dovea efporre un quadro Di nel primario Tempio del Mondo Cattolico. A ciò s'udt rifpon^- £%TM£ dere . Voi non Jìete Guido . Certamente , foggiunfe il Bianchi; perciocche , fe tale io fojjt: anziché venir io da V. S. IllujbripJìtna, ella farebbe venuta da me. E replicando il Prelato , che non folea pagare i quadri, fe non allora, quando erano terminati; ebbe coraggio il Bianchi di ripigliare. Sì, perchè ella non ordina quadri, fe non che del valore di pochi paoli. Per quefle, ed altre rifpofte ne venne, che il Prelato non voile metter fuori denaro: e il Pittore non volle più dipingere il quadro. Cosi la durò per cinque anni.

Paflato poi Monfignore a Madrid a portare la Berretta Cardinalizia all' Infante Don Luigi; ed eflèndo ftato foftituito alla carica d'Economo un altro Soggetto; quefti diede toflo danari al Bianchi, il quale profeguì 1' Opera . Ritornò dopo qualche tempo l'Altoviti a Roma; ed il Bianchi abbandonò il quadro; e intraprefe altri lavori già addietro defcritti.

Avea coftui prefa a pigione una cafa con bel giardino a piazza Barberina; e rimpetto appunto alla porta delle_» carrette de' PP. Cappuccini. Nel giardino di quefta fua cafa molto fi divertivano cosi egli, come i fuoi ftudenti; e le ore della ricreazione erano da lui deftinate a zapparlo, ed ad innaffiarlo: cofa, che alcuni hanno creduto gli accelerarTe la morte, la quale gli avvenne, come ora dirò.

L" anno 1740. la mattina del giorno fettimo di marzo Temendoli alquanto indifpofto, e fiacco, fi rimafe a letto; e ficcome egli era folo, non avendo mai avuto moglie_*: cosi fenza alcun foccorfo fi ftette cheto fin verfo fera; nella qual ora portoflì a lui un fuo Giovane; e trovatolo fmaniofo , e in cattivo, ftato, interrogollo, che fi fentilfe: ed egli rifpofe fentirfi nel petto un aggravamento flatuofo, che 1 opprimeva . In tal frangente fu avvifato un Laico Cappuccino mezzo Chirurgo, che gli preparò una decozione di certe erbe . Il Giovane non volle, che gli fi deffe, e andò tofto a chiamare il Medico, per udirne il parere; ma in quel

mentre

mentre fopraggiunfero colà i Nipoti dell' ammalato, e gli diedero la preparata bevanda, per la quale ei proruppe in . ecceflìvo fudore. Gli furono applicati altri rimedj, che aDi nulla valfero; onde il noftro Bianchi nel dodicefimo giorno Bianchi. bell'anzidetto mefe l'anno quarantefimofefto della fua nafcita ceCsò di vivere ben raflegnato nel Signore. Le ultime parole , che profferì, furono quelle del Salmifla: Am~ plius lava me: che appena terminate, fpirò .

Diftinti onori ebbe anche in morte quefto Pittore; perciocchè il fuo cadavere fu portato alla Chiefa di Santa Sufanna, accompagnatovi, non folo dall' Accademia di S. Luca, ma anche da tutta la florida Gioventù dell' Accademia di Francia.

Mancato ch' ei fu , gran difpute inforfero per lo noto quadro non compiuto. Già n' avea per elfo ricevuta a conto la Comma d' ottocento feudi romani; onde fu quefto punto fi fortificò Monfignor Altoviti, per dimoflrare al Cardinale Albani il difeapito ., al quale , per quella anticipazione, foggiaceva la detta Fabbrica; tanto pù, che alcuni malevoli , per ifcreditare il Bianchi, biafimsrono il quadro. Il Cardinale, che allora trovava!! nel Conclave apertoli per la morte di Papa Clemente XIT., ordinò, che il quadro fofte chiufo, nè perfona alcuna poreffe andare a vederlo. Quindi ricorfe per lettera all' Accademia di S. Luca, acciocchè deputatte due Pittori per 1'efame di detto quadro. Furono i Deputati Agoftino Mafucci, e Sebaftiano Conca. Coftoro fecero una teftìmonianza al Cardinale, che il quadro potea dirli terminato, fuorchè in alcune picciole, e poco intereffanti cofe, che vi mancavano; e che per tanto il giudicavano degni (lìmo d' efler meflo a mufaico per ornamento maggiore della Vaticana Bafilica. Pofcia gli fteflì due-. lo proponevano, come un efemplare di bellezza, agli altri Pittori. Cosi il quadro fu pagato per compiuto agli Eredi; fu lavorato a mufaico; e fu pofto al difegnato fito : indi l'originale fi mandò alla Chiefa di Santa Maria degli Angioli a Termini, ove tuttavia fi conferva.

Era quefto Pittore d' un naturale molto allegro, ed amante della ricreazione. La pefea, e la caccia erano i fuoi più favoriti divertimenti: ma fpecialmente la caccia, alla quale non fi portava mai fenza carta, e matita; attefochè, fe gli occorreva, che s'imbattete in qualche amena vedu- ■——— ta di campagna , o in mandre, che fi pafcolaffero, pofato Di lo fchioppo, fi metteva a difegnare, e in quefto genere_» Pietro

r vr /■ t T-i- 1 ■> 1 Bianchii

facea cofe fuperbe . Egli non era gran parlatore, ne molto felice nello fpiegarfi; contuttociò rifpondeva fempre eoa., acutezza, ed arguzia; ne Perfonaggio vi fu, che, con lui trattando, poteffe metterlo in fuggezion tale da intimorirlo; ficchè ei non aveflT e coraggio di dirgli francamente la fua ras gione . Tanto gli avvenne col Cardinale Traiano Acquaviva, Ambafciatore del Re di Spagna . Quefto Porporato gli propofe di fare un gran quadro per la cappella del Re in Madrid: ma volendo pagarlo alcune centinaia di feudi meno di quel, che dimandavate dal Pittore: non fi conchiufe l'affare . Dopo alcuni anni il Cardinale, imbattutofi nel Bianchi, dolcemente riraproverollo, che non aveflT e voluto impiegarli in fervizio del Re Cattolico, con rifiutar 1' occafione del prefato quadro . Mi perdoni l'Eminenza Voflra , rifpofe il Bianchi: io non ho mai creduto, che il quadro dovejfe Jervire al Perfonaggio, che ella ni accenna . E perchè? ripigliò il Cardinale . Perche, foggi unfè il Pittore, con pattuir prezzo, troppo avrei offe/o quel gran Monarca, il cui carattere, ri/petto alle commifjwni, che manda , non è di negoziare mercedi, ma di ordinare, e ricompenfare poi le Opere a mifura della fua Regia Munificenza.

Affai lungo era -il Bianchi nell' operare, a cagione de' molti ftudj, che per qualunque benché piccola cofa faceva; motivo, che egli poco numero di lue pitture ha lafciato. Ma pur di ciò non fu fol quello il motivo: vi concorfe_» ancora queft' altro. Egli portava tanto affetto agli Amici; che volentieri confumava per elfi il tempo con difeapito proprio . E ficcome egregiamente modellava: così foleva porgere aiuto a molti celebri romani Scultori. A Filippo della Valle lavorò il modello della bella ftatua di S. Giovanni di Dio, che quefto Scultore condufTe per la Bafilica di S. Pietro;; anzi lo fteffo Bianchi fi crede V Inventore di efia ftatua elegantemente aggruppata con la figura d'un poverello, che vien accolto dal fuddetto S. Giovanni , Con la direzione del

Bianchi

Bianchi fu dal Maini coftruita per la (addetta Bafilica 1' altra ftatua di S. Francefco di Paola; ma non già quella di - S. Filippo Neri, che fu fatta alcuni anni dappoi dal prefato

Di Scultore. Anche il vivente degno Scultore Pietro Bracci Banchi. con *a direzione del Bianchi molte cofe lavorò; e fpecialmente il fepolcro del Cardinal Paolucci a S. Marcello, e la ftatua di Papa Clemente XII. in Campidoglio . In fine il Bracci è debitore al Bianchi delle più inugni fculture, che egli abbia efeguite, sì per ornamenti di Chiefe di Roma, sì per commiflìoni di fuori.

Ebbe l'amore verfo gli Amici tanta forza nel cuoro del Bianchi; che ( come racconta un Autor francefe ) rovente fece paflàre per uomini abili in qualche facoltà perfone, che tali non erano. Un Architetto, per altro di merito nell' arte fua , ma non nella Scultura , s'invogliò di comparire anche Scultore . S' addolsò per tanto l'incarico di fabbricare il fepolcro a Papa Benedetto XIII. entro la Chiefa di Santa Maria fopra Minerva, e vi riufcì egregiamente; attefochè il Bianchi gli compofe il modello. L' Architetto fi diede a efeguire ad un certo Gaetano Altobelli Difcepolo del Monnot, che con 1' aflìftenza del Bianchi lavorolio in marmo; anzi alcuna volta v' adoperò lo fcarpello il Bianchi medefimo . Quefto Architetto fece altri lavori in marmo con quel!' aiuto, col quale avea coftruito il fepolcro; ma poi, morto il Bianchi, 1' Architetto perdè V arte di fcolpire; e dovette contentarli dell' antica fua Proieflìone .

Tenne il Bianchi aperta fcuola, donde n' ufcirono alcuni Allievi di fpecial merito. Fra quefti fu un fuo Nipote, il quale avea gran talento; e fin da Giovanetto dipingeva con molta energia . Credo, che coftui tuttora viva nella Marca d' Ancona; ove fi ritirò . Del Sardi, Autore della nobil pittura a frefco, che vedefi in Roma fopra la porta di S. Agoftino, fatta però col difegno del Bianchi, non_. dirò altro; perchè quefti fu Difcepolo del Luti, quantunque poi prendette la maniera del Bianchi. Difcepolo del noftro Pittore fu anche Giovanni Groflì, valente Scultore, che oggidì vive, ed opera in Roma con molta lode. Ma i\ più eccellente di tutti, per mio avvifo, è ftato Francefco

cefco Mattei romano, per lo fuo raro ingegno, e per labella indole grandemente amato dall' egregio Maeftro. Quefto Mattei copiò le Opere di lui in maniera, che il Bian- ——— chi fteflò, non che gli altri, prefero talvolta quelle copie per Di gli originali. Ma non fempre la fortuna feconda i bravi Ar- ■£'***£, tefici; perciocché il Mattei ha dovuto negli anni fcorfi paf- ,AN farla fenza trovar occafioni di far Opere degne di fe; e [limo , che anche prefentemente affai ne fcarfeggi: fo bensi , che egli vive, e con qualche agiatezza. Lunghiffima vita-, io gli auguro , e ben di cuore. Somma obbligazione a quefi' uomo profeffo per le ottime inftruzioni, che m' ha dato nella Pittura . Se avverrà, che egli legga, come fpero, quefti miei fogli; potrà in eflì riconofcere la mia gratitudine , e l'alta (lima, che di lui, e del fuo Maeftro aver mi dichiaro.

Altri Difcepoli ebbe il Bianchi, de'quali non accade_, far qui menzione; perché di quefti, chi poco nella pittura avanzoflì; e chi da un tanto Maeftro nient' altro imparò , Ce non che 1' arte di coltivare i giardini.

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