Saturday, August 13, 2011

Queiroli, pittore genovese

VITA

DEL CAVALIERE FRANCESCO QUEIROLI Scultore .

Francesco Queiroli nacque in Genova l'anno 1704. Suo Padre fu Pettinagnolo. Quefli, poiché vide il figliuolo tutto genio per la Scultura , ve lo applicò fotto la direzione dello Scultore Bernardo Schiaffino. Non aveva Franctfco più di dodici anni, qnando cominciò a modellare: il che iacea con tanta aggiuftatezza; che il Maeftro fe ne compiaceva; né indugiò ad applicarlo a laTom. IL V vorare

vorare il marmo; nel che il Difcepolo, tuttoché in quella fanciullefca età, eragli nondimeno di non poco aiuto anche , in Opere di Qualche confiderazkme. Di Godeva il Queiroli in Genova una Special protezione.

Francesco Vi fu chi gì' invidiò quefto vantaggio. Ebbe accufe inorQymou. pejiate con tali apparenze di verità, che egli con fommo di(piacere fuo, e degli Amici fi trovò corretto ad abbandonare la patria. Ma ficcome non fempre le contrarietà ci vengono per danneggiarci; anzi talvolta conferifcono al no* ftro bene: cosi queito efilio del Queirolo, in vece di recargli difcapito, gli fece giovamento. Imperocché, paflato egli a Roma con 1' ofiervazione de' tanti precetti, e con lo ftudio fugli eccellenti efemplari, vi divenne un egregio Scultore.

In quella città fu ricevuto nello ftudio di Giufeppe_> Rufconi, degno Nipote, ed Allievo nella Scultura del fa-, mofo Cammillo. Il Rufconi ftava allora formando per la Bafilica di S. Pietro la fuperba Statua di S. Ignazio di Loiola. Come egli vide il Queiroli nella Profeflìone ben avanzato, ed efperto; appoggionne il profeguimento a coftui, che_, fui modello di ettò Rufconi affai efattamente il compiè.

Trovandofi di que' giorni in Roma il Corradini ad efeguirvi non fo qual Opera per la cafa Barberina, con efTo andò a ftare il Queiroli, che, fcortato da sì eccellente Artefice , viepiù s' affinò nella delicata maniera di lavorare il marmo. Partito pofcia il Corradini per Vienna , il Queiroli fi diede ad operare da fé.

Contraffe frattanto fervitù col Cardinale Gio. Battifbu Spinola, che il prefe a proteggere, e gli appoggiò alcuni lavori d'impegno. Gli ortenne in oltre un titolo di Cavaliere: onde venne ad effere in grande iti ma; e maggiormente gliel' accrebbero varie Sculture, che fece per Signori Inglefi; e fpecialmente alcune copie cavate da' più belli originali della greca antichità .

Le prime Opere, che dallo Scarpello del Queiroli ufciffero efpofte al pubblico in Roma, furono le due grandiofe Statue in travertino, efprimenti i Santi Bernardo, e Carlo Borrommeo, collocate fulla facciata della Bafilica di Santa Maria Maggiore: due nobiliffimi faggi della rara perizia di queiìo valente Artefice . Effondo

Eflendo morta in Roma la Ducheffa Grillo, Moglie del • Duca di Turfi, fu dal Doria di lei Marito data al Queiroli la commiflìone di coftruirle un maeftofo fepolcro entro la Chiefa di S. Andrea delle Fratte. Il noftro Artefice in- u, traprefe il lavoro molto ben ideato . Ornò di bei fregi il ?***>«*» marmo. Collocovvi nel mezzo il ritratto della defunta Si- Qi'5,,'0"• gnora; e due figure di Virtù a' fianchi in atto mefto alla vifta d' un tal ritratto, foftenuto dalla Fama . Vi fono alcuni putti, ed altre cofe aflai buone. Pure quefto fepolcro non è delle migliori Opere del Queiroli.

Aveano i PP. della Miflìone riedificata la loro Chiela. a Monte Gitorio; e volendo abbellirne il Presbiterio coa_ le Statue de' quattro Evangelici; due di quefte ne propofèro al Queiroli; e fono quelle de' Santi Luca, e Marco . Egli le coftrui in iftucco con eleganza, e finezza particolare.

Fra i molti Scultori, che trafcelti furono da Papa_' Benedetto XIV. d'eterna, e fempre degna rimembranza per adornare di ftatue la fontana di Trevi, uno fu il Queiroli; a cui toccò il fare in iftucco una ftatua rapprefentante l'immagine dell' autunno, per accompagnamento alle altre delle tre ftagioni, che fervono d'ornamenta fopra il cornicione di quell' infigne Opera, la quale riconolce per Autore l'Architetto Niccolò Salvi; condotta però in parte dalla direzione di Pietro Bianchi.

Lavorò poi quefto Scultore alcune altre ftatue. Formò un baftò rilievo efprimente l'Immacolata Concezione, trafmeflò indi a Genova ad ornare un angolo della ftrada Balbi, fkuato fu quella parte del palazzo Durazzo, che fporge_. a lato dell' ingreflò al Convento della Nunziata del Guaftato . Quefto bafiò rilievo comperollo, e locollo in quel /ito il fu Sig. Giufeppe Maria di detta Famiglia.

Scultura del Queiroli fu parimente una ftatua rapprefentativa di Davidde, che tiene nella finiftra la recifa tetta di Golia, e nell' altra mano la fpada . Quefta fpada egli adornò d'una guardia fatta alla fpagnuola , e fornita di varj capricciofi intrecci condotti con tanta fottigliezza; che_j non. vi fu chi tal manifattura non rimiraffe con iftupore . Jl Queiroli non trovò chi volefte porvi le mani, per darle

V 1 di pomice,

di pomice, e luftrarla; perché ognuno temeva di romperla;

laonde egli (leflo dovette con fua molta fatica fare quefto

, lavoro da fe. Qual deftino abbia avuta sì rara (tatua non

Di faprei dirlo; alcuni vogliono, che in quefti ultimi anni fia

Francesco ftata portata a Napoli, e prefentata, qual preziofo dono,

Ma fofte per quefta, o per altre Opere, certa colà è, che in Napoli fi fparfe la fama delle virtù del Queiroli; onde egli, per foddisfare alle inftanze di qualificati Perfonaggi, che lo invitavano, (limò fpediente patlare colà. Non cosi tofto vi giunfe, che fu ammetto al (ervizio del Principe di S. Severo con onorevoi penfione, impiegato in alcuni lavori, che quel Signore avea difegnato di lar eseguire nella Chiefà da fe fabbricata, ove fono i fepolcri de' luoi Antenati .

I lavori, che il Queiroli vi fece, non pofiòno efiere da me pienamente deferitti; perchè non gli ho mai veduti. Alcuni però mi fon pervenuti a notizia per mezzo d' Innocenzio Anfaldi da Pefcia mio tiretto Amico, a cui molto debbo per mille buone cognizioni da lui cortefèmente favoritemi , e che io ho inferite in quella mia ftoria .

I lavori adunque dal prefato mio Amico colà non_j fenza ammirazione veduti, ed attentamente confiderati , fono: la Matua di Santa Rofalia: un S. Tuiibio Vefcovo Afiuricenfe, e varj gruppi (imbolici, alludenti alle Virtù principali d; alcuni Defunti della mentovata illuttre Famiglia; fra'quali belliflìmo è quello, che dimollra l'union coniugale; e queil ' altro, che indica 1' educazion de' figliuoli . Ma ciò, che ad ogni altra fattura prevale, fono le figure danti fopra uno de' quivi coftruiti fepolcri; le quali fanno alluderne ad un Perfonaggio della ftetia Famiglia San Severo, che, abbandonato il Mondo, fi ritirò a menar vita contemplativa nella folitudine . Una di dette figure rjpprefenta non fo qual Virtù: 1' altra efpone il difinganno; ed è così elegante; che 1' occhio dello fpettatore ne refta rapito . Quefto difinganno vien figurato in un vecchio, che fi (viluppa da una rete, nella quale trovali avvolto. E qui è da notarli , che la ftatua del vecchio (la fcolpita al di dentro della rete-,

, e la

e lavorata con I' ultima maeflria. La rete poi llaccata in alcune parti dalla medefima ftatua è formata con tanta fottigliezza, e diligenza; che è cofa (ingoiare , ed ini mi- — tabile. Di

Mi raccontò lo (letto Anfaldi, come eflendo ftato in Francesco Napoli nello ftudio del noftro Queiroli, vide molti altri yi'EIROU' lavori di lui; e fra quefti un Crifto morto, coperto da un fottiliflìmo lenzuolo, che tutto il nudo della ngura lafciava trafparire: cofa ftupenda a vederfi. In qual mano iia,. poi andata si nobil Opera, non ho potuto faperlo .

Finalmente quefto infigniflìmo Soggetto terminò i fuoi giorni in Napoli l'anno 1762., cinquantottefimo di fua età. Di quefta perdita fommo difpiacere feati quel Principe fuo Protettore, che dagli fcarpelìi d' un tanto Artefice (perava cofe Tempre maggiori.

Fu il Queiroli uomo di bel tratto, e di compita civiltà: così ben difpofto di perfona , e cosi graziofo, e gentile di volto, che veniva additato per efemplare di bellezza; di modo che effendo egli in Roma, e cercato a cafa_. da perfona, che noi conofeeva, domandonne alla Moglie di lui i contrattegni, per rinvenirlo . Coftei, dopo d' avergliene in parte efpofte le fattezze, conchiufe con quefte parole: II più bel uomo, che voi troverete paleggiando per Roma , fappiate ejjer quegli il mio Marito.

Ha lafciato queQo Scultore in Napoli una numerofa-. famiglia , a cui Dio va provvedendo . Ben ella ha gran motivo di compiangere il perduto Padre: ma non minor motivo abbiam noi di forte dolore; mentre in lui perdemmo un Artefice di gran merito, e che fpinfe lo fcarpello finii, dove in addietro pareva affatto chiufa la (bada.

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