Tuesday, May 29, 2012
Il Primo Ottocento
Speranza
1801. Mayr. “GINEVRA DI SCOZIA”.
1804. Paer. “LEONORA, ossia L’AMORE CONIUGALE”.
1805. Beethoven. “FIDELIO”. DVD. Florestan. Aria: la primavera della vita.
1807. Spontini. “LA VESTALE”.
1810. Rossini. “LA CAMBIALE DEL MATRIMONIO.” (DVD). Venezia: Teatro S. Moise. Edoardo Milfort, tenore.
Quell’amabile vision quell’occhietto amorosetto---- a
quel complesso sì perfetto ---------------a
e di grazie e di beltà----- b
lo creò per altri amore---------c
caro mio, per voi non fa---------b
vi consiglio, ma di core-----------c
ritornare in Canadà ----------------b
1811. Rossini. “L’EQUIVOCO STRAVAGANTE”. Dramma giocoso per musica in due attiTeatro del Corso, Bologna. Ermanno, giovane povero, amante di Ernestina, tenore. -------------------------------------------------------------------------------------
D’un tenero ardore --------a
accetta le prove --------
e lieto il mio core-------------a
mio bene, sarà.
1812. Rossini. “LA SCALA DI SETA”. (DVD). Venezia: Teatro San Moise. Dorvil, tenore. Aria:
I) Vedrò qual sommo incanto qual sommo incanto
di femmina nel petto di femmina nel petto --------------------a
rechi un novello affetto --------------------------------------------a
o un lusinghiero ardor.----------------------------------------------b
rechi un novella affetto o un lusinghiero ardor.
rechi un novella affetto o un lusinghiero ardor.
Un lusinghiero ardor, lusinghiero, lusinghiero ardor.
II) Bramo l’istante e il temo ---------- c
curioso è l’accidente ---------------------d
ah che in pensarvi io fremo -------------c
ti credo assai possente:---------------------d
del tuo trionfo io stesso sarò qui ammirator ---- b
ah se per te m’accendo deh non tradirmi ancor. --- b
per te m’accendo deh non tradirmi ancor.
Rossini. “LA PIETRA DEL PARAGONE” (DVD). Milano: Teatro alla Scala. Tenor: Giocondo.Rossini. “L’INGANO INFELICE”.Rossini. “CIRO” – in Babilonia. Rossini. L’OCCASIONE FA IL LADRO. Teatro San Moise, Venezia. Conte Alberto (tenore).
D'ogni più sacro impegno --------a
sciolta pur sia la fede -------------- b
amor da voi non chiede ------------b
chi amor per voi non ha----------- c
pera chi vuol costringere ----------d
d’un cor la libertà -------------------- e
si, d’un cor la liberta si, d’un cor la liberta d’un coro la liberta.
ma se un sospetto indegno -----------a
di soverchiarmi intende ------------- f
quel generoso sdegno --------------- a
che il mio decoro accende --------- f
dalla ragione armato ---------------- g
----- line
un vano ardir confondere ------------ d
e impallidir farà ------------------------ e.
si si fara. chi amor per voi non ha chi amor per voi non ha chi amor per voi non ha Molto stringere La liberta
1813. Rossini. “IL SIGNOR BRUSCHINO ossia IL FIGLIO PER AZZARDO”. Venezia: Teatro San Moise. Rossini. “TANCREDI.”. (Tasso) La Fenice. Tenore: Argirio. Pensa che sei mia figlia.
Ah, segnar invano io tento--------------a
la sua cruda sorte estrema -----------------b
la mia man s'arresta e trema ---------------b
di terror si gela il cor ---------------------c
sì, ti sento ~ il fier cimento-------------------a
gemi in sen, paterno amor --------------------c
Rossini. “L’ITALIANA IN ALGIERI” (DVD) Tenor: Lindoro.
Ah come il cor di giubilo esulta in questo istante --- a
trovar l'irata amante---- a
placar sua crudeltà ---- b
son questi, amor, tuoi doni, son questi i tuoi diletti--- c
ah, tu sostiengli affeti ------ c
di mia felicità. ------------b----------------------------------------------------------------------
Languir per una bella -----------a
e star lontan da quella ------------a
e il piu crudel tormento-------------b
che provar possa un cor-------------c
forse verrà il momento---------------b
ma non lo spero ancor ---------------c
Contenta quest'alma ---------------d
in mezzo alle pene --------------e
Sol trova la calma ---------------d
pensando al suo bene---------------e
che sempre costante si serba in amor. --- d
1814. Rossini. “IL TURCO IN ITALIA”. Milano: La Scala. Tenor role: Narciso.
1816 Rossini. “IL BARBIERE DI SIVIGLIA. Roma: Teatro Argentina. Aria di Lindoro (Duca Almaviva)
Ecco ridente in cielo spunta la bell’aurora--- a
e tu non sorgi ancora -----------------------a
e poi dormir cosi -----------------b
vieni mia dolce speme, vieni bell’idolo mio ---- c
rendi men crudo o dio -----------c
lo stral che me feri ------------------b-----------------------------------------------------
Ah, il più lieto, il più felice è il mio cor de’ cori amanti---- a
non fuggite, o lieti istanti ---------------a
della mia felicità.-------------------------b
Se il mio nome saper voi bramate---- c
dal mio labbro il mio nome ascoltate----c
io son Lindoro ----- d
che fido v'adoro-----d
che sposa vi bramo---- e
che a nome vi chiamo --------e
di voi sempre parlando così dall'aurora
al tramonto del dì
l’amoroso e sincero Lindoro
non può darvi, mia cara, un Tesoro
ricco non sono
ma un core vi dono
un’anima amante che fida e costante per voi sola sospira così dall’aurora al tramonto del dì.
1816. Rossini. “OTELLO ossia IL MORO DI VENEZIA”.
1817. Rossini. “LA CENERENTOLA”. Roma: Teatro Valle. Ramiro, tenore. -------------------
Sì, ritorvarla io guiro ---------------
amor, amor mi muove ----------------
se fosse in grembo a Giove --------- b
io la ritroverò
se fosse in grembo a Giove
io la ritrovero
se fosse in grembo a Giove
Si ritrovarla io guiro
Amor, amor mi muove.
Io la ritrovero
Si fosee in grembo a Giove.
Io la ritrovero.
Ritrovero.
Io la ritrovero.
II) Pegno adorato e caro
che mi lusinghi almeno --------------- a
ah, come al labbro e al seno --------- a
come ti stringero
ah, comeal labbro e al seno
ti stringero, ti stringero.
III) Noi voleremo,
domanderemo,
Ricercheremo,
ritroveremo
noi voleremo
ricercheremo
ritroveremo
IV) Dolce speranza, freddo timore,
dentro al mio core
stanno a pugnar;
Dolce speranza, freddo timore
Dentro al mio core
Stanno a pugnar.
Dolce speranza, freddo timore
Dentro al mio core
Stanno a pugnar.
Dolce speranza, freddo timore
Dentro al mio core
Stanno a pugnar.
Amore, amore
m’ha da guidar.
Rossini. “LA GAZZA LADRA”. Milano: La Scala. Tenor role: Gianetto.
1818. Rossini. “MOISE IN EGITTO”. Napoli: San Carlo.
1819. Rossini. “LA DONNA DEL LAGO”. Napoli: Teatro San Carlo. Rodrigo di Dhu, tenore, role created by Andrea Nozzari.
Eccomi a voi miei prodi, miei prodi.
onor del patrio suolo ------------- a
se meco siete io volo ------------- a
già l’oste a debellar ---------------- b
io volo
gia l’oste a debellar
gia l’oste a debellar.
II) allor che i petti invade --------------- c
sacro di patria amore
sa ognor di mille spade ------------- c
un braccio trionfar. -------------------- b
un braccio un braccio di trionfar.
Eccomi a voi, eccomi a voi
Gia
Io volo.
Ma dov’è colei, che accende
dolce fiamma nel mio seno?
De’ suoi lumi un sol baleno
fa quest’anima bear!
Fausto amor se a me sorride,
io non so che più bramar!
Ed allor, qual nuovo Alcide,
saprò in campo fulminar. Mercadante. “ERCOLE”. Spontini. “OLIMPIA”. Rossini. ERMIONE (DVD). Teatro San Carlo, Napoli. Pirro, figlio di Achille tenore (Andrea Nozzari) Oreste, figlio di Agamennone, tenore (Giovanni David) Pilade, amico e confidente di Oreste, tenore (Giuseppe Ciccimarra). Balena in man del figlio
1821. Weber. L’ARCIERO. (Max).
Lieto il colle, il prato, il bosco -------- a
io scorreva in altri dì -------------------- b
tutto, adesso, tutto è fosco -------------- a
ogni luce disparì -------------------------- b
tutto, adesso, tutto è fosco tutto è fosco le luce dispari
senza preda gloriosa io ritorno al mio tesor, né un amplesso della sposa rende pago il mesto cor, ne un amplesso della sposa rende pago il mesto, il mesto cor.
1822. Rossini. “ZELMIRA”.
1823. Rossini. SEMIRAMIDE. Venezia: La Fenice. Idreno, re dell’Indo, tenore.
Ah dov'è il cimento ah dov’e il cimento--- a
già di me maggior mi sento -------------- a
tu mi rendi la speranza -------------------- b
nuovo in meridesti, ardir, d'un rival
la rea baldanza ------------------------- b
io già avvampo,
io già avvampo di punir
ah dov’e, dov’e il cimento
ah dov’e il cimento
gia di me maggior mi sento
tu mi rendi la speranza’
nuovo in meridesti
d’un rival la real baldanza
dov’e, dov’e
e se ancor libero è il tuo bel core ------------- a
di quel ch'accendemi tenero amore ------------ a
i seno almeno senti pieta ------------------------ b
più fida un’anima non troverai ------------------- c
tu sola l'idolo, cara, sarai --------------------------- c
che ognora Idreno adorera. --------------------- b
tu sola l’idolo cara sarai
che ognora Idreno adorera adorera adorera
ah, dov’e ah, dove’ maggior mi sento un rival
1823. Bishop. CLARI, maid of Milan.
Mid pleasures and palaces though I may roam
be it ever so humble there's no place like home
a charm from the sky seems to hallow us there
which seek thru the world is ne’er met with elsewhere.
RITORNELLO: home sweet sweet home
there’s no place like home there’s no place like home.
An exile from home spendour dazzles in vain
O give me my lowly thatched cottage again
the birds singing gaily that come at my call
give me them with that peace of mind dearer than all.
To thee I'll return overburdened with care
the heart's dearest solace will smile on me there
no more from that cottage again will I roam,
be it ever so humble, there's no place like home.
1824. Donizetti. “L’AJO NELL’IMBARAZZO”.
1825. Bellini. “ADELSON E SALVINI”. Napoli: Teatro del Conservatorio di San Sebastiano. Vaccai. “ROMEO E GIULIETTA”.
1826. Bellini. “BIANCA E GERNANDO alla tomba di Carlo IV, duca di Agrigento”. Napoli: Teatro San Carlo. Tenor role: Gerando, created by Rubini. Rossini. CORINTO.
1827. Bellini IL PIRATA (La Scala). Tenor: Gualtiero (Rubini). Io vivo ancora.
Nel furor delle tempeste ---- a
nelle stragi del pirata---- b
quella immagine adorata ------------b
si presenta al mio pensier-----------c
come un angelo celeste ------------a
si presenta al mio pensier-------------c
al mio pensier
di virtude consiglier.
si presenta al mio pensier.
come un angelo celeste
di virtude consiglier.
piango allora in mezzo all'ira
pace ai vinti allor concedo
e onorato ancor mi credo
capitano e cavalier
se Imogene non m'inspira
sono un mostro,
un masnadier.
Infelice, ed or che speri?
Nulla io spero ed amo e peno.
io amo e peno
ma l'orror de' miei pensieri
questo amor disgombra almeno
egli è un raggio che risplende
nelle tenebre del cor
la mia vita omai dipende
da Imogene, dall'amor.
da Imogene dall’amor.
dall’amor, dall’amor.
del disastro di questi infelici
per noi conscia la nobil signora,
ella stessa ne vien da Caldora
le pietose tue cure a partir.
Oh, periglio, ti affretta a seguirmi
sei perduto, se a lei non
ti ascondi.
sì mutato chi mai può coprirmi?
Ella al certo.
chi è dessa?... rispondi.
Deh! no 'l chiedere.
Come? che dici?
Ti fia noto: or ti è d'uopo fuggir.
Vieni, fuggi... tu sei fra nemici.
Né poss'io disfidarli, e morir
Per te di vane lagrime mi nutro ancor, mio bene:
speranza mi fa vivere di possederti ancor
se questo avessi a perdere conforto in tante pene,
ah! non potrei più reggere, vorrei la morte allor.
Del disastro di questi infelici. Per te di vane lagrime. Giusto ciel! Gualtiero. Tu vedrai la sventurata. Già s'aduna il gran consesso. Ma non fia sempre odiata
1827b. Donizetti. “LE CONVENIENZE TEATRALI”.
1828. Rossini. “IL CONTE ORY”. Parigi.
1829. Bellini. “LA STRANIERA”. Milano: Teatro alla Scala. Tenor role: Arturo, created by Domenico Reina.
Rossini. GUILLELMO TELL. Tenore: Arnoldo Melcthal, congiurato svizzero (tenore). Traduzione italiana di Luigi Balocchi con il controllo di Rossini, Dresda, 20 e 21 gennaio 1831 Traduzione italiana di Calisto Bassi, Lucca, 17 settembre 1831 Atto IV: Interno d'una abitazione rustica.
Non mi lasciare, o speme di vendetta.
Guglielmo è fra catene, ed impaziente
Io di pugnar ora l'istante affretto.
In questo dolce asilo... qual silenzio
Andiamo... io non ascolto
Che il suono de' miei passi. . . Oh! vada in bando
Il segreto terror... entriam...
Oh Dio!
Sul limitar malgrado mio m'arresto...
Fu spento il padre mio e in vita io resto! ------------------------------------------------
- O muto asil del pianto
dov'io sortiva il dì:
ieri felice... ahi, quanto
oggi fatal così
invano il padre io chiamo:
egli non m'ode più.
fuggir quel tetto io bramo
che caro un dì mi fu.
oh mia speranza
d'allarme io sento i voti
son essi i miei più fidi
chi mai li guida a me
da gran tempo Guglielmo e mio padre
questa speme nutrivano intera
dove sta la deserta riviera
lancie e spade nascose vi son
dal pianto omai si resti
l'ira al pensier si desti
di mia fatalità
su chi mio padre ha spento
e del mio ben mi priva
la morte scenderà
corriam, voliam, s'affretti
lo scempio di quel vile
che su noi trionfò
sì, vendetta dell'empio facciamo
il sentiero additarvi saprò
ah, venite; delusa la speme
renderem di chi vili ne brama
gloria, onore, vendetta ci chiama
Guglielmo per noi non morrà.
Bellini. “LA ZAIRA”.
1830. Bellini “I CAPULETI E I MONTECCHI”. Venezia: La Fenice: Tenore: Tebaldo. -----------------------------------------------------------------------------------------------
È serbato, e serbato a questo acciaro
del tuo sangue, del tuo sangue la vendetta :
l’ho giurato per Giulietta :
tutto Italia il ciel lo sa.
tu d’un nodo a me sì caro
solo affretta il dolce istante :
ed il voto dell'amante
il consorte adempirà
il consorte adempira il consorte adempira.
l’amo, ah, l’amo e mi è più cara,
più del sol che mi rischiara
È riposta, è viva in lei
ogni gioia del mio cor.
ma se avesse il mio contento
a costarle un sol lamento,
ah! piuttosto io sceglierei
Mille giorni di dolor. Donizetti. “ANNA BOLENA”. Milano: Teatro Carcano: Tenore: Riccardo Percy. Auber. “FRA DIABOLO”.
1831. Bellini. “LA SONNAMBULA”. Milano: Teatro Carcano. Tenore: Elvino (Rubini).
Prendi, l’anel ti dono che un dì che un di recava all'ara
L’alma beata e cara che arride al nostro al nostro amore al nostro amor, sacro ti sia tal dono come fu sacro a lei
sia de’ tuoi voti e miei fido custode ognor.
Ah, perche‚ non posso odiarti, infedel, com’io vorrei,
ah, del tutto ancor non sei cancellata dal mio cor, possa un altro,
ah, possa amarti qual t'am quest'infelice, altro voto, o traditrice, non temer dal mio dolor.
1831. Bellini. “Norma”. Pollione.
Me protegge, me difende un poter maggior diloro,
È'il poter di lei che adoro,
È l'amor , è l'amor che m'infiammò
Di quel Dio che a me contende quella vergine celeste,
Arderò le rie foreste l'empio altare abbatterò!
1832. Donizetti. “L’ELISIR D’AMORE”. Nemorino, tenore. -------------------------
Quanto e bella quanto e cara ---------- a
piu la vedo e piu mi piace ---------------- b
ma in quel cor non son capace ---------- b
lieve affeto a ispirar ----------------------- c
ella lege rede impara ----------------------- a
non e cosa a ella ignota ------------------- d
io son sempre un idiota -------------------- d
io non so che sospirar ---------------------- c--------------------------------------------------
Una furtiva lagrima dei suoi bei occhi spunto ------ a
che quell festose giovane invidiar sembro --------------------- a
che piu cercando io vo ----------- a
m’ama, lo vedo ---------------------- b
2. Un solo istante i palpiti nel suo bel core sentir ----------- c
di suoi sospir confondere per pocco a suoi sospir ------------ c
cielo, si puo morir ------------------ c
di piu non chiedo ------------------- b------------------------------------------------------
1833. Bellini “BEATRICE DI TENDA”. (DVD). Orombello, signore di Ventimiglia, tenore. ------------------------------------------------------------------------------------------------
M’odi, ah, m’odi, ah, tu non sei----a
né oltraggiata, né schernita.---------b
per calmarti io spenderei------------a
il mio sangue, la mia vita------------b
me perdona se costretto--------------c
da potente immenso affetto----------c
tutto il prezzo del tuo core
il mio cor sentir non può.
1833. Donizetti. “LUCREZIA BORGIA” (DVD). Gennaro, tenore (F. Pedrazzi).
1833. Donizetti. “IL FURIOSO”.
1833. Donizetti. “PARISINA MALATESTA D’ESTE”, tratto da Byron. Ugo d’Este, tenore.
1833. Donizetti. “TORQUATO TASSO”.
1834. Donizetti. MARIA STUARDA. --------------------------------------------------
Ah, rimiro il bel sembiante
adorato, vaggheggiato
ei mi appare sfavillante Come il dì che mi piagò
parmi ancora che su quel viso
spunti languido un sorriso
ch'altra volta a me sì caro
la mia sorte incatenò
o memorie, o cara imago
di morir per lei son pago
liberarla O con lei spirar saprò
Ogni tema, ogni periglio
io per lei sfidar saprò
Vuò liberarla, vuò liberarla! Se fida tanto colei mi amò Da gli occhi il pianto le tergerò E se pur vittima cader degg'io, Del fato mio superbo andrò.- --
1835 Bellini I PURITANI. Arturo Talbot – a cavalier, inamorato d’Elvira. tenore. ------------------------------------------------
A te o cara amor talora amor talora— a
mi guidò furtivo e in piânto -------------b
or mi guida a te d’accanto a te d’accanto--b
tra la gioia tra la gioia e l’esultar ---------c --- tra la gioia e l’esultar.
al brillar di se bell’ora di se bell’ora-------------a
se rammento ---------- a
il mio tormênto
si raddoppia il mio contênto il mio contênto
m’è più caro m’è più caro il palpitar m’è più caro il palpitar. ---------------------------------------------------------------------
CABALETA: --- Creadeasi, misera
da me tradita -------------- a
traea sua vita -------------- a
in tal martir ---------------- b
o sfido il fulmine
disprezzo il fato ------------ c
si teco alato -------------------- c
porro morir. -------------------- b
1835. Donizetti. “MARINO FALIERO” (DVD) Fernando, nipote del doge, tenore ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
No, no, di abbandonarla senza un addio
core non ho che basti
partir m'è forza dell'iniquo steno l'oltraggiose
al suo onor infami note
necessità l'han fatto
d'un sfortunato amore
addio care speranze
case paterne ov'io vissi e crebbi con lei
per sempre per sempre addio
Di mia patria bel soggiorno ---------- a
rivederti io più non spero -------------
sussurar più a me d'intorno ----------- a
aure amiche, non v'udrò ---------------b
aure amiche non v’udro
cari luoghi ore ridenti ------------------
mi sarete mi sarete ognor presenti
né godervi né scordarvi
no no giammai giammai io non potrò
no giammai giammai potro
no giammai giammai potro
no no giammai giammai
giammai potro.
CABALETTA:
A tanto martoro resister non so
lontan da chi adoro
d'angoscia morrò
un solo conforto
il cor mi sostiene, pensar che gli affanni
rattempro al mio bene
se render m'è dato
men tristo il suo fato
la morte contento sfidare saprò
ma giunge alcun: è dessa
felice me.
1835c. Donizetti. LUCIA DI LAMMERMOOR Edgardo, tenore. -----------------------
Tu che a Dio spiegasti l’ali
o bell’alma inamorata
ti rivolgi a me placata
teco ascenda il tuo fedel
a se l’ira dei mortali
fece a noi si cruda querra
se divisi fummo in terra
ne congiunga il nume in ciel. --------------------------------------------------------------
1835. Halvey. L’EBREA. Eléazar, tenore. Aria: “Rachel, quand du Seigneur la grace tutelaire.”
1836. Donizetti. “BELISARIO”. Ruolo del tenore: Meyerbeer. “I UGONOTTI”. 1836. Mercadante. “I BRIGANTI”.
1836. Donizetti. “IL CAMPANELLO DELLO SPEZIALE”.
1837. Donizetti. “PIA DE’TOLOMEI”, tratta del Canto V (v. 130) del Purgatorio della Divina Comedia di Dante Alighieri. Teatro Apollo, Venezia. DVD. Ghino degli Armieri, tenore (Antonio Poggi).
Non può dirti la parola
qual desio m'incalza e punge...
La speranza che s'invola
nuove fiamme al foco aggiunge.
Pia m'aborre, Pia mi fugge...
ma non fugge dal mio cor.
Ah! L'incendio che mi strugge
è delirio, e non amor!
1837. Donizetti. “ROBERTO DEVEREUX”. Roberto, tenore. Aria. Mercadante. “IL GIURAMENTO”.
1839. Mercadante. “IL BRAVO”. Tenor: Pisani. Verdi. “OBERTO”. La Scala.
1840. Mercadante. “IL GIURAMENTO”. Tenor: Viscardo. Donizetti, LA FIGLIA DEL REGGIMENTO. ---------------------------------
Qual destino, qual favor ---------------- a
la sua mano, ed il suo cor ---------------- a
è finito il mio penar ----------------------- b
son marito e militar. ----------------------- b-----------------------------------------------
Donizetti. “LA FAVORITA DEL RE”. --------------------------------------------
Spirto gentil ne’ sogni miei
brillasti un dì ma ti perdei
fuggi dal cor, mentita speme,
larve d'amor, larve d'amor, fuggite insieme, larve d'amor, a te d'accanto del genitore scordava il pianto, la patria, il ciel, donna sleal, in tanto amore segnasti il core d'onta mortal, ahimè.
Verdi. UN GIORNO DI REGNO. La Scala.Paccini. SAFFO.
1842 Verdi NABUCCO. La Scala. -----------------------------------------------------------
Va’ pensiero sull’ali dorate ----------- a
va’ ti posa sui clivi sui colli ------------- b
ove olezzano tepide e molli --------------- b
l’aure dolci del suolo natal ----------------- c
del Giordano le rive salute ------------------ a
di Sionne le torri atterrate --------------------
o mia patria, sì bella e perduta
o membranza sì cara e fatal -------------------- c
arpa d’or dei fatidici vati -------------- d
perché muta dal salice pendi ----------------- e
le memorie del petto riaccendi ----------------- e
ci favella del tempo che fu ------------------- f
o simile di Solima ai fati ------------------------- d
traggi un suono di crudo lamento ----------- g
o t’ispiri il signore un concento ------------ g
che ne infonda al partire virtù ----------------- f
che ne infonda al partire virtù ----------------- f
al partire virtù.
1842. Wagner. COLA DI RIENZO.
1843. Donizetti. “LINDA DI CHAMOUNIX”. Carlo, visconte di Serval, tenore. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Se tanto in ira agli uomini
è l'amor nostro, o cara
il duro laccio infrangasi
di questa vita amara
lassù nel cielo un termine
la nostra guerra avrà
lassu nel cielo un termino
la nostra Guerra avra.
Linda, non son colpevole
un traditor non sono
ah, ben di te più misero
pietà merto, perdono
un ampio mar di lagrime
il viver mio sarà.
Il viver mio sara.
Se tanto in ira agli uomini
è l'amor nostro, o cara
il duro laccio infrangasi
di questa vita amara
lassù nel cielo un termine
la nostra guerra avrà
lassu nel cielo un termino
la nostra Guerra avra.
1843. Donizetti. “DON PASQUALE”. Ernesto, tenore. --------------------------------------
Sogno soave e casto
dei miei prim anni adio ---------- a
bramai richezze faste -------------- b
solo per te amor mio --------------- a
povero abbandonato --------------- c
caduto in basso stato ---------------- c
pria che vederti misera
cara, cara, rinunzio a te. ---------------- b. Verdi. “I LOMBARDI ALLA PRIMA CROCIATA”---------------------------------------
O signore dal tetto natìo ---------------------- a
ci chiamasti con santa promessa -------------- b
noi siam corsi all’invito di un pio ------------ a
giubilando per l’aspro sentier ------------------ c
ma la fronte avvilita e dimessa ----------------- b
hanno i servi già baldi e valenti ----------------- d
deh non far che ludibrio alle genti -------------- d
siano Cristo i tuoi figli guerrieri
o fresche aure, volanti sui vaghi ---------------- e
ruscelletti dei prati Lombardi
fonti eterne, purissimi laghi ----------------------- e
o vigneti indorati di sole,
dono infausto, crudele è la mente ----------------- f
che vi pinge sì veri agli sguardi
ed al labbro più dura e cocente ---------------------- f
fa la sabbia di un arido suol,
fa la sabbia, fa la sabbia
di un arido suol
d’un arido suol,
d’un arido suol.
1843. Donizetti. “MARIA DI ROHAN O IL CONTE DI CHALAIS: melodrama in tre atti. Riccardo, Conte di Chalais, tenore (Carlo Guasco).
1843. Paccini. “MEDEA”.
1844 Verdi. “ERNANI, ossia, l’onore castigliano”, tratto da Vittore Hugo
Si ridesti il Leon di Castiglia ---------------- a
e d’Iberia ogni monte, ogni lito ------------- b
eco formi al tremendo ruggito ------------------- b
come un di contro i mori oppressor -------------- c
siamo tutti una sola famiglia ----------------- a
pugnerem colle braccia, colle petti -------------- d
schiavi inulti più a lungo e negletti -------------- d
non sarem finche vita abbia il cor ------------------ c
morte colga o n’arrida vittoria ----------------------- e
pugnerem ed il sangue di spenti --------------------- f
nuovo ardire ai figliuoli viventi ----------------------- f
forze nuove al pugnare darà ---------------------- g
sorga alfine radiante di gloria --------------------------- e
sorga un giorno a brillare su noi ------------------ h
sara Iberia feconda d’eroi --------------------------h
dal servaggio redenta sarà. ---------------------------- g
1844b. Verdi. “I DUE FOSCARI, tratto da Byron” (Barcarola) ------------------------------------------
Tace il vento, è queta l'onda ---------------- a
mite un'aura l’accarezza ----------------------- b
dêi mostrar la tu prodezza --------------------- b
prendi il remo, o gondolier ---------------------- c
la tua bella dalla sponda ------------------------- a
già t’aspetta palpitante -------------------------- d
per far lieto quel sembiante --------------------- d
voga, voga, o gondolier -------------------------- c
fendi, scorri la lagnuna
che dinanzi a te si stende
chi la palma ti contende
non ti vinca, o gondolier
batti l'onda, e la fortuna
assecondi il tuo valore
alla bella vincitore
torni lieto il gondolier.
1845. Verdi GIOVANNA D’ARCO. La Scala. Tenor: Carlo VII, re di Francia, tenore (Antonio Poggi). Sotto una quercia parvemi. Pondo è letal, martiro. Verdi. ALZIRA.
1846. Verdi. “ATTILA”. Foresto, cavaliere aquileiese (tenore).
Ella in poter del barbaro
fra le sue schiave avvinta ------------- a
ahi che men crudo all’anima
men crudo
fora il saperti estinta -------------------- a
io ti vedrei fra gli angeli
almen ne’ sogni allora ------------ b
e invocherei l'aurora -------------- b
dell'immortal (dell’immortal) mio dì.
Che non avrebbe il misero
per Odabella offerto ---------------- a
fino deh ciel perdonami
fin l’immortal (fin l’immortal) tuo serto -------------- a
perché (perche) sul viso ai perfidi
diffondi (diffondi) il tuo seren -------------------- b
perché fai pari agli angeli
chi sì malvagio ha il sen ----------------- b
perche fai pari agli angeli
chi si malvagio malvagio ha il sen
perche fai pari agli angeli
chi si malvagio ha il sen.
Perche fai pari agli angeli
Chi si malvagio ha il sen
Chi si malvagio ha il sen. Berlioz. “LA DANNAZIONE DI FAUSTO”.
1847. Verdi. “Macbetto”. Macduffo, tenore. ------------------------------------------------------------
Ah, la paterna mano
non vi fu scudo, o cari ----------- a
dai perfidi sicari -------------------- a
che a morte vi ferîr
e me fuggiasco, occulto
voi chiamavate invano
coll’ultimo singulto,
coll’ultimo respir
ah, trammi al tiranno in faccia,
Signore, e s’ei mi sfugge
possa a colui le braccia
del tuo perdono aprir. -------------------------------------------------------------------------
Coro: ---------------------------------------------------------------------------------------
D’orfanelli e di piangenti
chi lo sposo e chi la prole ----------- a
al venir del nuovo sole -------------- a
s’alza un grido e fere il ciel
a quel grido il ciel risponde
quasi voglia impietosito
propagar per l'infinito
patria oppressa, il tuo dolor. -------------------------Verdi. “I MASNADIERI”. Carlo, tenore.
Di ladroni attorniato
al delitto incatenato
dalla terra io son reietto
maledetto io son dal ciel
Cara vergine innocente
se mi corre a te la mente
più mi duol la mia catena
la mia pena è più crudel
Nell'argilla maledetta
l'ira mia que' ferri immerga
Vo'la strage alle mie terga
lo spavento innanzi a me
Furie voi della vendetta
meco avvolti in una sorte
qui dovete a questa forte
mano mia giurare la fe'.
O mio castel paterno,
colli di verde eterno,
come fra voi quest'anima
redenta esulterà!
Amalia! a te m'appresso,
m'apri il tuo casto amplesso!
Fammi, o gentil, rivivere
nella mia prima età.
1847. Flotow. L’ANIMA IN PENA Parigi. “M’appari”. According to T. J. Walsh numerous editions of Kobbé's Opera Book have incorrectly given the date of the first performance at the Théâtre Lyrique as 16 December 1865. He also states that Kobbé's information that the aria "M'appari" (from Flotow's opera L'âme en peine) was first inserted at that theatre is also incorrect, that it was sung by Mario at the Théâtre-Italien in 1858 and is also found (as "Ach! so fromm") in an early (probably 1848) Vienna edition of the score in the British Library and was probably always a part of the opera. The confusion may have arisen from further alterations made by the Théâtre Lyrique's director, Léon Carvalho, which included the insertion in Act 4 of Flotow's baritone aria "Depuis le jour j'ai paré ma chaumière" (also from L'âme en peine). Walsh, T. J. (1981). “Second Empire Opera: The Théâtre Lyrique Paris 1851–1870”, New York: Riverrun Press. p. 201.
1847c. Flotow. “MARTHA, ossia il mercato di Richmond: opera comico-romantica”. 1865: 2° versione aumentata dall'aria "M'appari" dall'opera in 2 atti "L'âme en peine") in 4 atti, 6 quadri e 19 numeri.
(Lionel)-------------------------------------------------------
M'apparì tutt' amor ------------- a
il mio sguardo l’incontrò ------- b
bella si che il mio cor ------------ a
ansioso a lei volo ----------------- b
mi ferì -------------- c
m’invaghì ---------- c
quell' angelica beltà ------ d
sculta in cor --------- e
dall'amor ------------- e
cancellarsi non potrà --------- d
il pensier ------------ f
di poter -------------- f
palpitar con lei d’amor ----- a
puo sopir ------------- g
il martir ---------------- g
che m’affana e strazia il cor ---- a
M'appari tutt'amor il mio sguardo l'incontrò bella si che il mio cor ansioso a lei volo
Marta, Marta tu sparisti
e il mio cor col tuo n'ando
tu la pace mi rapisti
di dolor io morirò.
1848. Verdi. “IL CORSARO”. Corrado, tenore.
Si: de'Corsari il fulmine
Vibrar disegno io stesso ---------------- a
Dal braccio nostro oppresso ----------- a
Il Musulman cadrà.
All'armi e intrepidi
Cadiam sull'empia Luna
Qual possa in noi s'aduna
Il perfido vedrà
Tutto parea sorridere
all'amor mio primiero;
l'aura, la luce, l'etere
e l'universo intero
ma unfato inesorabile
ogni mio ben rapì
più non vedrò risorgere
dell'innocenza i di
tutto parea sorridere
al viver mio primiero;
Donizetti. “POLIUTO”.
1849. Verdi. “LA BATTAGLIA DI LEGNANO”. Teatro Argentina, Roma. Arrigo, guerriero veronese (tenore) (Gaetano Fraschini)------------------------------------------
o magnanima e prima delle città lombarde, o Milan valorosa, ioti saluto, io dalla tomba sorto al par di te, s’accese all’ombra delle sacre tue rinascenti mura il fuoco, ond’io eternamente avvamperò, divina cagion de’ miei sospiri, io bevo l’aure alfin che tu respiri
La pia materna mano-------------a
Chiuse la mia ferita----------------b
Eppur da te lontano----------------a
Io non sentia la vita:--------------b
Come in un mar di pianto-----------c
Parea sepolto il cor--------------------d
Ah! solo a te d'accanto--------------c
Saprò che vivo ancor. --------d --------------------------------------------------------
1849. Verdi. LUISA MILLER. Tenor: Rodolfo.
Quando le sere al placido
chiaror d'un ciel stellate --------------- a
meco figgea nell'etere
lo sguardo inamorato ------------------ a
e questa mano stringermi
dalla sua man sentia -------------------- b
ah, mi tradia ----------------------------- b
Allor, ch'io muto, estatico ------------- c
da'labbri suoi pendea
ed ella in suon angelico ---------------- c
amo te sol dicea -------------------------
tal che sembrò l'empireo
aprirsi all'alma mia.
1849c. Meyerbeer. IL PROFETA.
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