Saturday, May 11, 2013

ICONOGRAFIA PAOLO e FRANCESCA: Cremonini, Poli, Cassioli

Speranza

Ludovico Cremonini,
"Paolo e Francesca",
Accademia nazionale di San Luca, Roma
Giuseppe Poli,
"Paolo e Francesca",
Accademia Carrara, Comune di Bergamo
Amos Cassioli,
"Il bacio di Paolo e Francesca",
Museo statale di Arte medievale e moderna, Arezzo
 
Il soggetto tragico/amoroso che maggiormente
sedusse l’immaginazione dei pittori dall’età romantica
al Simbolismo fu la vicenda di passione e morte
di Paolo Malatesta e Francesca.
 
L’eco delle straordinarie
terzine dantesche non fu mai sopita.

Furono dapprima
il protoromanticismo inglese e tedesco a fornire
una ri-lettura in senso sublime e visionario della
storia degli sventurati amanti.
 
Poi, nel corso dell’Ottocento
e nei primi anni del Novecento, fu tutto un
susseguirsi di interpretazioni letterarie e teatrali
 
- dal
dramma di Silvio Pellico, edito a Milano nel 1815, a
quello di Gabriele D’Annunzio del 1901 e le moltissime
opere liriche collegate -
 
e di raffigurazioni, di
pari passo anche con il riconoscimento di Dante Alighieri
quale simbolo di unità ed identità nazionale e con
il collegato fiorire degli studi sull’esegesi della Divina Commedia,
sulla scia del pensiero di Giuseppe Mazzini.
Di volta in volta cortigiani
civettuoli protagonisti di
scene galanti di un
immaginario medioevo,
poi
vittime incolpevoli di un destino sublime,
struggenti
eroi dell’amore romantico, infine amanti lussuriosi e
peccaminosi, i due cognati vennero scelti per interpretare
i diversi ruoli in dipinti famosi quali quello del
toscano Giuseppe
 
Bezzuoli - un modello sentimentale
e patetico molto apprezzato, da cui derivano
le opere di Giuseppe Frascheri (1835) e di Michelangelo
Grigoletti (1840), che fissano il momento
della lettura interrotta dal bacio quale folgorante
rivelazione dell’amore
 
– fino alle opere esposte
a Gradara, quella di Amos Cassioli - autore di almeno
due versioni “galanti”, del 1870 e 1872, commissionategli
dal mercante parigino Goupil per la
gradevolezza del tema apprezzato anche oltralpe
-
 
e ancora in un filone che annovera prove di diverso
valore quella del bergamasco Giuseppe Poli e
dell’imolese Ludovico Cremonini.

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