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Thursday, June 6, 2024

Grice e Paolino

 DE’ PRINCIPI   %   DEL DRITTO   NATURALE   TRATTENIMENTI IV; **    D I    G I A NG I USEPPE   ORIGLIA , PAULINO  Filofofo,e Giureconfùlto Napoletano*     IN NAPOLI MDCCXLVL  Predò Giovanni di Simone  CON HCSNZJ P*’ SVfS RIQKl.    by Google    Digitized     AL SIGNOR   D. NICCOLO’ MARTINO   " %   Pubblico Profeffore di Matematica  ne’Regg j Studj di Napoli, &c.   v.   LETTERA   Dell ’ Autore , che ferve anche cP introdu-  zione all * Opera.      • *   Uefta picciòla operet-   ta , che ora ho rifo-    luto di efporre al  pubblico , Stimatif-  fimo Signor mio  , fìt  da me comporta, fono già quattro  anni , per foddisfare al defiderio di  \ina Dama , che per fu a propria   a a i itru-    f    Digitized by Google     irruzione con premuro!! , ed au-  torevoli impubi mi avea coftretto  a darle in ileritto una chiara , e  generale -contezza di tutte le parti ,   della Filofofia , di cuiella fu.  preifo che la conchiufìone . La ra-  gione più forte , per cui mi fono  mcflb a farla comparir fola , lèn-  za , che vi liano unite Y altre ope-  re fi lo fo fi che , delle quali fu par-  te , ella è la lpéranza di poter col  fùo mezzo , più , che colle altre  contribuire in qualche parte , e  per quanto fia poffibile al profitto  de* giovani , eh' è fiato fèmpre  mai, e farà’ il termine unico de'  miei ardentifiìmi defiderj: poicchè  conofeendo quanto abbondevoL  mente datanti valentuomini fiali   • «k 4 * *,   travagliato a prò de’giovani, faci-*  litando con tante lodevoli manie-;    *    4    Digitized by Google     re tutte le più intricate q milioni  della fcienza fìlofofica , pareami ,  che quella fu blimc , enobiliflìma  Tua parte della r agion Naturale ,  che pur contiene non men’ una  buona parte della Morale , e della  Politica, che la vera origine di  tutte l’umane obbligagioni, man-  cale di un’ ordine facile, e propor-  zionato alla capacità de’ Scolari $  lo che pareami non eil’erfi fatto fin  ad ora in tante Opere di eccellenti  Giureconfulti  , e fapientiffimi Fi-  lofoii , che tanto bene han tratta-  ta quella materia , eflèndo gli di  loro libri certamente e foltanto  adatti , e proprj per gli uomini  provetti , e molto avanzati nelle  buone cognizioni . Onde rifletten-  do meco fleffo a queir occulta im-  percettibile forza, che difpone per   a 3 mez-    Digitized by Google    tnczzo di tanti improvifi avveni-   , e fapientiffimi Fi-  lofoii , che tanto bene han tratta-  ta quella materia , eflèndo gli di  loro libri certamente e foltanto  adatti , e proprj per gli uomini  provetti , e molto avanzati nelle  buone cognizioni . Onde rifletten-  do meco fleffo a queir occulta im-  percettibile forza, che difpone per   a 3 mez-    Digitized by Google    tnczzo di tanti improvifi avveni-  menti di -noi, e di noftre forti, e che  firn dal momento in cui giunfi in  gualche modo a comprendere per '  quelche a coloro, che fon racchiufi  Nel tenebrofo carcere , e  nell * ombra  Del mortai velo ;  vien permelfo , qualche cola dell*  ordine, e del decreto delfeterna , e  di vina prò videnza, determina varai  alf elercizio della lettura, che dopo 4   tante variazioni di mia fortuna,  ho profeflhto per otto anni} a ni un’  altra cola mi ftimai obbligalo di  porre maggior Studio , che in prò-»  vedermi d’idee le più chiare, e  nette , come quelle che fono le più  neceifarie per ben comunicar a’  giovani gli precetti di quelle  fcienze , che vogliono apprendere,   e lo-    Digitized by Google    e lor tutto dì s’infegnano . E per-  chè a ben* illuminar la mente di  coloro, ches’applicano allo Studio  > delle leggi tanto nella Città noStra  coltivato, e giustamente tenuto in *  pregio, utiliffima, e quafi necefla-  ria pareami la notizia di tutte le  rnaffime generali del Dritto Na-  turale , come quelle , che fcuopro-  no la. vera Sorgiva delle Società, de’  commercj , de’ contratti , de* pat-  ( ti , ed’ una infinità dì altre cole  di tal fatta , profittevoliffime all’  intelligenza delle leggi medefime,  ed aj buon regolamento della vita  umana, -credetti, che non efiendo-  vi ni un’ opera per quel , che io mi  fappia , che ne tratti , e tratti in  modo , che ficuràmente dar fi pof-  fa in man de’ giovani , il profi tro  de’ quali fopratutto ho avuto   a 4 lem-   t   w ’   \    Digitized by Google     'lèmpre a cuore , non farebbe data  fuor eli propofito la mia fatiga .  Quindi proccurai di metter ciò ,  che avea penfato , e fcritto per  la divifata occafione nell’ ordine  il più naturale , e facile, 'eh* è  quello de* Dialoghi , come dalla  tavola de' trattenimenti , e de’ lo-  ro fommarj giunta qui da predo  lì vede , Icrivendo colla maggior  polli bil chiarezza 5 febbene per  tju cl , che riguarda lo Itile delìde-  rato 1* avrei più puro e femplice ,  di che farò compatito da Voi , c  da tutti coloro, che fanno in qua-  li didurbi , e rancori io me ne vif-  lì per più tempo nè men dinanzi  di badar a tale opera , che dopo ,  cd in quedo ideilo tempo , che hò  imprefo di darla alla luce 5 e con  tal mia proteda gentilmente farò   altresì    Digìtized by Googl    ■i    altresì fcufato preffo coloro , che  non fanno il tenor di mia vita.   Ma comunque ciò fi a 5 e fe nel  defideriò di giovare a tutti io l’ab-  bia fallita, pur non farà dannevo-  le quella mia volontà di procura-  re f altrui profitto , poiché colui,  che fi affàttica per il pubblico be-  ne , ancorché non vi riefca , pus  non deve privarli del premio di  effer creduto uòmo di buona vo-  lontà . Eccovi in poche parole fve-  lato il mio pen fiero , e quella mia  fatica quafella fiali, sì per impul-»  fo d* oflèquio al fuo merito , sì per  ragion di debito per tanti buoni  infegnamenti datimi , sì per infi-  niti altri motivi ad altri non do-  vea prelèn tarla , che a Voi Stima-  tilfimo Signor mio , perchè fem-  pre con una fomma , ed ineffabile   gca».    Digitized by Google    gentilezza avete riguardato me , e  favorite le mie cofe . Tanto più ,  ch’eflèndo Voi dotato d’una men-  te fubiimc, che T avete arricchita *  di tante cognizioni coll’ indefejflò  Studio , per cui liete giuftamente  reputato per uomo di profondo  lupere, e.di politiflìma letteratu-  ra , di che fanno chiara teftimo-  rianza gli dottiffimi Libri delle  • Icienze Matematiche dati alla lu-  ce, potrete ben garantire queft’ope- j  retta dalle punture inevitabili del-  f invidia , eh’ elfendo la più abo-  minevole tra tutti gli vizj,pur  Tempre inforge a mordere chiun-  que li arrifehia di fottoporre alla  pubblica cenfura le fue fatiche.  Contentatevi di ricevere in buon  grado quelT attefhto del mio rif- ,  petto , c di quella profonda vene-   raz o-    Digitized by Google     razione , con cui ammiro Ja vo-  ffra virtù, perche accurato della  voffra protezione mi lulingo di  non incontrar difagio , e fac end o-  le riverenza mi raffermo .   i   Napoli i8.Novembre 1745*   ✓   «   Di V.S.    !    ^ Dhotifi. Obbligati y?. Servidore  Giangiufèppe Origlia Paulino,   1    Digitized by Google     TAVOLA   i t ' ' . -   ^ De* Trattenimenti, e de’lor fomrnarj;   trattenimento I.   I   De’ principi del Dritto Naturale  in .Generale .   SOMMARIO.   I. Definizione del Dritto Narrale.   II. Sua immutabilità , o cojianza .   III. GiuJHzia , o ingiufiizia de IP azioni dell*   uomo .   IV. Divario , che v* ha tra quefio , # r7 drit-  to umano .   v. della fua pojfibilità , e fua oh-   v libagione , avvegnacchè non vi avejje un  ente necejfario , e increato .   VI. Obbligatone definita , e dìfiinta in va-  rie , e diverfe fpecie .   VII. Modo, con cui un si fitto Dritto fu  da Dio a noi trafmejjo .   Vili. Norma Naturale dell ’ azioni degli uo-  mini   e alcune opprfzioni dileguate .   TRATTENIMENTO II.   De* doveri deir uomo lòlo nello dato della   Natura .   SOMMARIO.   I. & uomo confi derato in diverf , e ben dif-  ferenti fati .   II. Qt/anto comprenda , e f fenda mai que-  Jìa fetenza del drittO'Naturale .   III. Del modo con cui V uomo fa tenuto di  conofcer Dio , e di amarlo 9 e venerarlo   in    Digitized by Google     in ogni fu a azione i e degli altri obbli-  ghi , e doveri dell * uomo inverfo qucjìo  ejjèr fovrano .   IV. Obblighi , e doveri dell ’ uomo verfo se  medejìmo di/iinti in varie fpezie,   V. Necejjìtà di tonófcer se medejìmo .   VI. Uffìzj , obblighi , e doveri deir uomo  Verfo del fuo fpirito .   VII. Modi , e vie da perfezionar V intel-  letto , e dalle virtù intellettuali in par-  ticolare .   Vili. Della perfezione della'nojìra volontà  e delle virtù morali , di cui P uomo era  tenuto guernirf in quefto flato della Na-  tura , non che della cura del proprio corpo .   IX. In che al fin fi riducono , e fl reflrin-  gono tutti quefli obblighi , e doveri dell'  uomo , e le fue virtù .   TRATTENIMENTO III,   Degli uffìzj dell’uomo confìderato di bri-  gata con gli altri uomini nello flato  Naturale .   SOMMARIO.   I. HeceJJltà et un Filofofo et attender ere allo   fin-    Digitized by Google    Jì ndio di quello dritto ; e obbligazione di  ci afe uno d' ijiruir ferie .   II. Fondamento degli uffizi umani ifeambie-  voli degli uni verfo gli altri , e quali  quefti Jì Jìa no .   III. " Seguito delle virtù Morali .   IV. Patti , e lor Natura , e origine.   V. Contratti come rinvenuti ; in che con -  . fìjìono , e naf cimento de ’ dominj .   VI. Della compra , e vendita in particola*  re , e d' alcuni altri contratti .   TRATTENIMENTO IV.   De’ Principj dell’ Economia, e delia Poli-  tica , ovvero degli obblighi , uftìzj ,  e doveri dell’ uomo nelle fòcietà  particolari . 1   SO M M A R IO.   I. Dejìnizìone generale della focietà ; ori-  gine di ben differenti fccietà ; e lor f-  ne.   II. Obblighi , e doveri de' f oc j .   HI. Della focietà coniugale .   IV. Della fccietà paterna.   V. Origine , e doveri de' Tutori.   VI. Della focietà infra padroni , e /irvi .   VII. Dei-    Digitized by Google     VÌI. Della famìglia ,   Vili. Definizione , e origine della focietà ci-  bile .   IX. Doveri de' Regnanti , e lor potenza , e  maefià .   X. Delle Varie , e diverfe forti di gover-  ni , de ' regolamenti , che lor appartengo-  no , focietà mifìe , c fijicmatiche ^ e  della forma dell' Impero di Germania.   XI. Necefiìtà , che v' abbia in ogni Rep-  pubblica de' magiflrati ; ed obblighi ,     ,* * /    TRATTENIMENTO I. ' :   '  ,DP PRÌNGIPJ;   VII. cui un sì fatto Dritto fu da   Dio a noi trafmeffo . ’ '   Vili. Norma naturale de ir azioni degji Uo-  mini , e principio del Dritto della Na-  tura definito .   IX. Come debba effer sì fatta norma , e qual   ella fi fa. i .;*•   X. Qualità differenti (P un vero principio.   XI* Oppinioni dì molti intorno ciò rifiutate, e ,   » . quelche realmente fi debba aver per tale,   i ytqbiHto:. «   xu. Oneftà , e dofid delle nofire azioni   XIII. Doveri diverfi figli Uomini , e svra  pietra da paragone delli lor andamenti , .   XIV. Pruove delle cqfe di /opra- offerite  tolte da' libri j agri .   XV. Sentimento e dfe7/’ Ei neccio intorno al  pr\ncipio del Dritto Naturale ripro-  vato , e alcune oppofizioni dileguate .   24. Èrche il Perfonaggio, chea   fé 30 Voi conviene rapprefèntar nel  fl Mondò , egli altro al fin non   fa r$(fe non m’inganno) che di  un Giureconfalto, o Avvocato, guitta che la  voftra natura, o inclinazione, che dir voglia-  mo, e l’ educaziojrede* propri Genitori, non   fAoas^4 tyòxots M Òr' aJ$j  ine ’ e che non è la  ‘ qt !i aIe **’ * ^ »*   In/Ta*™ J l j mh fi nza ampiezza afille ,’   M“ i« alcun dì mi mortali d temi „,/ J   9 » e»trant Jìa-,t oppojla alle fu*   .Jan-    «**£•«* J/ r:> ikf'fr .ym^ A T * ^ .. 4   O) InftÙ DiVro. vi. S.   , i 4 ; Grot. de indul^. «$•««* '    TV V  *•;   *.i fck» 5   4r    • u   ¥    . ^ Digitized by Googlè,    * V   • . k   DEL DRITTO NATURALE. 7   di più oltre pafiando fi potrebbe altresì qon  ogni naturalezza arguire , che la giustizia,  o ingiuftizia dell’ umane operazioni , in   A4 fin    fanti tà , 0 bontà , non pub a patto alcu-  no , dalle ojfervanze di si fatta legete in  modo veruno difobbligarci ( f ) . Il per-  che agevolmente quindi pojfon tutti appren-  der quanto diffidi cofa fa , e malagevole  il giugner per Uomo alla cognizione non men  delle leggi de 9 Romani , che più di tutte V al-  tre barbare Nazioni al Mondo travagliarono  nello Jiadio del Dritto della Natura , che de-  gli fiatati , e delle confuetudini , 0 leggi del-  la propria patria , fenza effer fuperfdalmen -  te almanco di ciò frutto , eh' è la fola , e la  vera guida , che aÌP interpr et amento di quello  può mai condurlo , e con divilupparne il lor  Vero Jfenfo fargli conofcere , e capire quante  elle giujìef ano , 0 ingiujìe . Quindi Ulpiano .  quel che fopr atutto Jìimò nelle fue injìituta  tieccjTario da faperf per un Gìureconfulto ,   •* b° ni » & «qui notitiam ( 6 ) , lodan-  do Celf > 9 che defnito avea al dinanzi lui il   Gius :   C r ) Idem de indulg. c. a. & Uh. 1. c. I. de jur. Bell.   & pac. Pufendorf. c. ;.T. 2. §. 4. J. N.   C 6 ) L. i.de jud. Se jur.    Digitized by Google    8 DE’ PRINCIPJ-'  fin altro non fia , che quella conformità ,  e convenienza , che pofiòn mai quelle ave-  re , o non avere con sì fatte regole naturali  a tale, che confiderate lenza un tal ri/guar-  do, e di per se lòie , puramente come dall*  Uomo fatte ( come che ciò fi fofiè una me-  ra ipotefi,ed un puro liippofto ) totalmente  meritino d’ averfi per indifferenti (C) .   M. Co-    Gius : ars boni , & aequi : Cosi fecondo attefa  Seneca ( 7 ) appellarono gli antichi Giare con-  flitti il Gius della Natura , il perche Cicero-  ne imputava a fomtno pregio , e gloria di  Sulpizio che : ad aequitatem , facilitatemque  omnia referebat , & tollere controverfias ma-  lebat , quam conftituere , per valermi delle  parole del dottijfmo Vive s ( 8 ) .   (C) Egli ha ciafcuna delP Umane azioni  una tal qualità , e condizione , che per fua  natura , giujìa il fenlimento di Platone nel  fuo convito , non fa in guifa alcuna nè turpe,  nè cnefa ; cosi , egli dice , è quanto adejjb  noi facciamo : il bere , per ef empio , il canta-  re , il difputare ; nulla di si fatte azioni  racchiude in se fconcezza alcuna , 0 onefà ,  I . . , ma   ( 7 ) Apud todovic. Vives coranaent, sd lib» xtx.  c. ai. Ani?;, de Civit.   ( 3 ) DvLoco . !.. xix.    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE. 9   ria dal modo filo con cui vien fatta , appren-  de ella il cognome , che ha , 0 di buona , 0 di  cattiva ; imperocché quanto noi facciamo fag-  giamente , e con rettitudine egli non è fi non  buono , e onejìo ; come quanto da per noi vi-  zìof amente fi opera non è , che turpe , e ifcon-  cio : T* in diverf l-oghi delle fue opere cer-  cò Jiabilire , e mojhare il medefmo Platone ,  come è molto ben noto a chi che non fa in quel-  le del tutto forajìiere . Il perche /ebbene a-  zioni veramente indifferenti fano il dìfpu-  tare , il ragionare , il camiuare , e altre si  fatte , non fi deve però il medefmo dell* altre  umane azioni afferire ; imperocché di tutte  quelle dalla cui nozione , o idea fi poffa con  ogni ragione per Uom ritrarre , e dimojìr are,  che faccino , o no mai a nqfìra perfezione , e  vantaggio , o utile , eh* è quell* appunto, per  cui a ciafcuna di effe V intrinfeca bontà, o  malignità s* attribuire , e imputa , non f può  per niun ver fi mai da chiunque penfi, siffatta  bontà , o malignità recar in dubbiezza ; comec-  ché   ' ( T ? A D 1 omen]co Bernino Iflor. dell’ Ercfie . Tom. i.  c. a. del leccio 2.    Digitized by Googl ■ v -   • C Wt } D * luogo fopra.   ( ^ Heinec. v. nel luogo di fopra .    • * f\ - v».* »•* -■* 1    * ‘ ^ DE’ PRINCI P J   dijcorfiy e del ragionare insìangujii termi k  m rijtretta ad altro per lui frvir non var-  rebbe $ che a fomminifìrargli una certa Spedi-  tezza per cosi dire , e dejìrezza vie maggiori  di quella i che fi ojjerva , e nell' operar   de' bruti ,eper aggrandir in ejjò in parte , «  accrefcer le fue forze naturali , «w non miga  ?.. ;> per indurre nelle fite assoni , è recarvi la  vera moralità , come cofa del tutto imponìbile,  fenza lo ftirito della leg0 , 0 un' infinità dii: vite dinanzi , che non  incìfe in noi quella ; egli e meJHeri dall * altro    DEL DRITTO NATURALE. U   • lerfo , che da fernoi Jì affermi , /z Ani , che per di-  fetto di que/fo firgget to , che ingiufo , o ma-  lignò avjfe potuto e fervi mai , o che quefa  .gi ufi zia , o malignità aveffe pur potuto ri-  durre in atto , non f pofi'a quefia al meri in  afratto concepir , da queìi'ijiejfo mentre ejfer *  rifiata , in cui la fantità vi fu , e la bontà f  come ccfa a quefa diametralmente, oppofìa %   e con -     14 DÉ* P R INC I P J   $ contraria ; e ciò tanto più , che non ci Jì per-  mette in guifa alcuna dubbitare , che l idee  di tutte quejì'e cape thè qua giù noi leggiamo  4 . fiate non vi fojjero nel divino Intelletto fin  * ab eterno ; é che per . ragione in quefio mede-  V fimo fi ebbe altresì accoppiata 9 e unita all  - idea deir Uomo , ch\in tempo a crtàr fi aveq 9 •  come un Sacerdote proprio della natura 9  !. r idea parimente del male , xhe quefii , cerne  creatura affai imperfetta» e finita potè a , g  dove a fare . Al dinanzi però dar fine a quefio  ,• avvertimento , avvegnaché fii alquanto più  lungo del convenevole. y non tyalafciamo qui  avvertir di vantaggi 0 » che fèbbene , que ’ mot-  ti deir*Apofiolo,da noi al di fi òpra recati', pec-  catimi non cognovi , nifi per lesero &st. alcu-  ni I interpretino per la legge Mofaica , vo-  lendo , che in noi per lo peccato la legge della  natura ottenebrata alquanto , pria della leg-  ge di Mose JìaveJJ e ciafcun portato a peccare  fienza certa , e ferma feienza , e che di quello  fiato dell Uomo favellaffe in vqrj luoghi  rApoflolo dicendo : che (\£ ) iìnejege pecca-  ta t , fine lego erat , fine lege puniebatur : non  già per al fermo perche molte delle fu e azio-  ni dinanzi ìa legge non erano in, guifa alcu-  na peccaminofiè., mafoltantq perche : non im-   . V V ,./* V ’ f. ’g'ri .,A.i A V"V P9 T '-«fr   r ( ré ) .Ad Ronwa.vv r. ad GopqtN.P*?.; v. ai.    4    •r«rr-r- « ygn» ■ y yr - 1 .. .*“   ' ■ • * -& ’ - 4 » . ^ : a f| HPani-itn 1 o por meglio dire : 177.  dell’ultima edìzion' r. iG. e io.   ( 1 3 ) Hiftor. verer.teftàm. diili • \   1 9 ) ChrifolU hic. Aug. !ib. u contra duas epift, Pe.   P ecu,n Artibrofiaft. Eli. Giop «c. recati cìaCalmet.  tield. luogo. ‘ ‘ • 1   C *0 ) .Hierorj. ep.ad Hedibaro.q.S. Paraeus gMa Cai-  meu d. l.> " ’ ’ ■' ' v '"' f *'       •v.    a      DE 9    I» " • ■'. . «» ';■. .’ -    PRINCrPJ    •}-*} M. Così egli è appunto j anzi da quello nd-  * IV. l’ ifteflà guila parimente Ilom vede mol-  to manifedamente , che H dritto Civile ,  e il dritto pubblico, non che, quello delle  Genti , o qualunque altro, vai io , e diver-  tì) dritto j eh 9 è tra noi , altro in effetto e  non Ira , o comprenda , che quelle ideile  regole della Natura diverfamente alle bi-  fògne , e necefiità degli Uomini applicate ,  e alle lor vàrie , e diverle operazioni adat-  tate , cpnfiderati or come membri di una  lòcietà univerfalc , or come membri di una  V - . : '*v lo-    f ^ \ . * • • ,   credere il S. Apofioln avèffi' in quejh luogo  voluto figurarci uri tlomo'at dinanzi degli an-  ni , in cui comincia ad ttfiar della ragioni ,  dìfiinguerla j e che perciò non opera tutto , (he  indifferentemente queir ifieffo , che in appreft  fio , e per la ragione gli fiàrd imputato a pec-  cato y e a vizio y dicendo egli di lui meàejimo  non guari dopo : ego autetn fine lege vivebamt  aliquando ( il ) * Onde fifa chiaro , che Pilo-  mo figurato da noi dopo il Grosdo , e il Puff  fendorfio fienza alcun In**? della ^oo,” r n - on  fi debba aver miga in effetto , e tener per  V , mcraipotefi . ' / ,   . '* ( zi )• V.9. è. ep.id Rotti, «bf v. Ang. Ics contri Ju-   liamum c. 1 1. Hicron. &t. apud Corndium'a I «pwt o.   » Vi •* . .•    ù’ a    DEL DRITTO NATURALE. j 7  focietà particolare , or altamente in altro  diverfo flato , e fortuna.   D. Si bene : ma come provarefte voi mai la   V. poflìbilità , e l’cflflenza di sì fatte rei  gole ?   M Egli è, vaglia il vero, colà certiflìma, e   • che non li può miga per niun verlò da Uo-  mo , che facci di fu a ragione un buon ul&  recar mai in dubbio ; *   I. Ch’ ogni un di noi nell* operare egli fia Ifw  bero totalmente , e padrone della propria  volontà: e che per una sì fatta libertà  nulla mai di vero , o di fermo unqua nell!  giudizi delle cofe, che naturalmente noi  avertiamo , o appetiamo dal canto noltro  richiedendofi ( effondo pur il noflro intel-  letto affai dappoco , è fievole ) egli fi polla  per buono , e pier utile , o per onerto , e per  retto, che dir vogliamo , agevolmente  eleggere da cialcuno, e avere non meu  quel che in effetto e’ fia in fe tale; m 9 altre-  sì tutto altro, purché fi prezzi da noi , e  fi reputi come tale ( D ; .   B IL Ch 9    ( D ) Due adunque fon le verità , che  qui da noi fi propongono, e me t tonfi al dinanzi  de nojtri leggitori come ben certe, e Mimo -   fra -    18 DE’ PRINCIPJ   Jìrabili;come che ne ’ nofiri trattenimenti fulla  Metaffica fio no pur fiate elleno dffuf amente  mojìrate appieno # provateci quejìe fi è la pri-  ma la libertà , eh' ha ciaf c un di noi da poter  fare#d eleggere quanto mai gli sa buono # gli  và a grado , eh' è quello per V appunto , che da'  Scolajiìci dicefi d'ordinario indifferenza cPefer*  tizio; la feconda ella è, che non da altro y fal-  vo dalla fodere hi a , e molto gran limitazione  del noftro proprio intelletto n avvenghi il fe-  guir noi ben furente, ed eliggere un bene falfo  del tutto , ed apparente per un ben vero# rea-  le . Ad ogni modo per quel che può mai ri-  guardare alla libertà della nofira volontà ,  non tralafciamo qui pur di notare , ch' egli  non v' abbia a noftro credere tra le majfme  pejiilenziofe , e nocivi: allo fato , e al gover-  no di una Monarchia , o Keppubblica y ch' ella  ipeggior di quella , con cui fi vie n quejìa  a dinegare , o metterla in guifa alcuno in for-  fè j II perche per niun verfo mai ciò permet-  ter fi deve da Principi , e da Regnanti , giufia  rinveniamo , che dinanzi ogni altro fi fu l' av-  vi fo di Platone ( 22 ) ; devendofi di neceffttà ,  ciò pofio per vero , riconofcer Dio altresì  per Autore , e per propagatore de' peccati , e  de ' mali degli Uomini , non che annullar to-  tal*    C ** ) De Republ. lib. ili    Digitìzed by Google    V    ►    DEL DRITTO NATURALE. j 9   talmente , e derogar ogni legge , ed umano fa-,  tuto ; Qgindi noi queir Ere/te piu di tutte  E altre offerii amo , che fatto e'aveffero mag-  gior guerra alla Chiefa di Dio> e recato mag-  gior /pavento alla Reppubblica di Chrijìo ^  in cui una sì empia affirzione Jì //enne mai ,  c difefe ; imperocché non v' ha al Mondo , va-  glia il vero , chi non /oppia , per tralafciar  di far motto degli altri di tal fatta \ quanto/  fu mai quel fuoco , che v' accefe nel primo fe-  cole r empio Mago Simone , da cui la fetta  de' Simoniaci ebbe il fuo principio ; e quan-  to/ fu quello , recatovi da Carpocrate , nel  fecondo fecole , autore dell' abbominevol fet-  ta de' Gno/i ci , non che gli agitamenti gran-  di , che ella fffetfe in quell ' ijìefo fecola  per un Cerdone , e per un Alarcene; e per un  Curbico , o Manes in appre/b nel terzo , Capo  de' Manichei (21 ); del rcjto per quelche ri-  guarda all ’ intelletto , egli fi ha altresì altro-  ve moftro molto alla dijlefa>e nella nojira Me-  ta/fica ; I.Ch' in ogni , e qualunque azione  nojtra libera non men quejìo vi abbia la fua  parte , che la volontà • non potendo/ per la  volontà inguija alcuna defiar altro mai , 0 ap-\  petere , /alvo ciò che dall' Intelletto pria gli   • B * 2 . . /re-   ( »? ) V. Il Semino nell» Ilìor. dell ’erefie ci. Se;, ^   c. 6 . Sec. II. c. 1 ». Sec. HI. . , . -    Digitized by Google    io DE’ PRINCIPI   II. Ch’ a tutte le colè qua giu create , le  quali dal vero , giufto , e dritto fentiero fi  *- partano , faccia medieri che fi reggano in  ogni tempo , e continuamente fi regolino  giuda qualche norma ( E ) .   Il    Jt recò , e mofirò per bene e per utile ; ne da el-  la evitare , o ifchifare altro mai Jappiendofì  che quello , che per quejìo le gli vene r appre-  stato come malo e cattivo . 11. Che non Jt  pojfa Uom mai dar in colpa, ne accagionar di  altro, che delle azioni Tue libere , come quelle ,  che fono le Jole che pojfono per leggi regol arf ,  giujia da quello , che qui al di fopra fi diffe ,  ciafcuno imprende ; Il perche in quefo tutto ,  fenza più ci rimettiamo noi a ciò , che n ab-  biamo ivi favellato .   * ( E ) Chi che porrà mente mai , e vorrà  attentamente confderar le cofe del Mondo ,  conofcerà , fenza dubbio , agevolmente la veri-  tà di quanto qui noi diciamo , niuna ejjendo -  vene in realtà per cui Dio non abbia preferit-  to y e formato certe , e proprie leggi , e  una qualche norma proporzionata totalmente  alla fua natura , e c^njìituzione ifiabilito ; co-  fa che fopr atutto miriamo in quelle di cui qui  Jt tratta , inguìfa , che non fembra fopra ciò   pun-    Digitized by    DEL DRITTO NATURALE, ’ir  Il perche fe pur quello egli è fi vero , e certo  come noi lo abbiamo , egli fa meftieri al-  tresì aver come tale , che tutte 1* azioni  dell’ Uomo libere, e dipendenti da lui,  debbano qualche norma avere , e giu-  da quella per l’appunto efier mai fèmpre  difpofte , e ordinate ( F ) : lènza che l’ Uo-  mo fomigliantiflìmo a colui eflèndo , che   B 3 creo!-    punto fia mefieri il pili dffufamente difen-  derci , e di vantaggio .   ( F ) Per quel che ben faggiamente egli  vien notato per un autore ( 24 ) abbiam noi  due ben diverfe , é- differenti fpezìe d' lnfìtu-  zioni ; r una delle quali eli * è del tutta.  arbitraria , e dipendente da noi medefimi ;  r altra come nella natura della cofa ijiejfa  conffente del tutto , e fondata., altro non è }  che una fegvela ben molto neceffaria di quan-  to f ebbe al dinanzi penfato , dove pur coll* .  operar al r over fcio totalmente di ciò , che pria  fi abbia avuto in mente d'operare, non fi vo-  glia fe medefimo metter in /memoratine X  e obblianza ; un Architetto per efemploavve-'-    •*•«•■ .•••'*! gna •> 4   ( 24 ) Pufendorf. fpecim cofltrov. Cf. Joan. &rW.ùÌ  fw* 1. J. N. c# ij, *v* ‘ 5 * • » V' > --‘A ...    Digitized by Google     1    aa DE’ PRINCIPJ   l creollo dapprincipio , c a colè infinitamen*  te , c da troppo più al di fopra di quelle,  che qua giù guardiamo di detonarlo fi  compiacque , e contotuirlo , egli è per al  fermo una fconvenevolezza grande oltre  mifiira figurartelo , che polla mai da te,  lènza qualche norma , o legge operare , la  cui ofièrvanza , o rifpetto dagli altri ani-  mali divitendolo, gli vaglia non men per  indurre nelle lue azioni , oltre l’ ordine , e  decoro , molto altresì di bellezza, e di    leggiadria , che per un gran argine , e ri-  tegno alle file sfrenate pa filoni , e alli fiioi  licenziofi affètti ; cote che vie più per cer-    ta, e ferma deve egli averfi, che te non   ■» • * D v. x   v * ho    gnache in fio arbitrio , e potefià egli abbia dì  f ridare , o non fondar e , giufia , eh' a lui vie  più aggrada un Edificio , o P alaggio , cF egli  fia> affai magnifico , ed eccellente , dopo aver  «li iifpjb , e ordinato da vero fabbricarlo  fa mejiieri metta in affetto y e in punto degli  materiali tutto altrimente , che s* egli ne vo*  leffe mai un mero , e puro difegno ordinare , e  difporre ; poiché fetiza fallo apparirebbe un  matto univerfalmente a tutti , e un melerfo y  fe fatto , e formato et? egli ri* avejfe qufi”,vo%    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE. 2*  hò delle traveggole in sù gli occhi della  mente, la libertà, che all* uomo compete  come a creatura molto è diver/à , e diffe,  rente da quella afioluta, e indipendente  propria di quell’ efier fùpremo , e increato  che qui quanto noi veggiamo confòmma  providenza eterna regge pel continuo , e  governa ( b ) .   B 4 . D. Ma   ( b ) Puf end; c. i . /. J. N. & Cic. de LL.    lejje egli mai tenerlo per quello ; comeche tut-  t avolta ciò non impedifchi punto , che la di -  fpofizione , e P ordine de* materiali JteJJi non  fi riguardi come un vero effetto del difegno ,  e del libero volere de IP Architetto ; or dell '  ijtejfo modo appunto dir pojfiamo di Dio , e  prejjò poco per una fintile ragione lìberamente  offerire , eh 1 egli febbene aveffe avuto la li-  bertà tutta di crear , 0 non crear P Uomo , e  formarlo animale razionale , e fociabile ; per  tutto ciò dove egli fi dì fpofe pur di venir a IP  opera , e di metterlo al Mondo , non potea non  imporgli , ne addoffargli tutti quegli obblighi  e doveri , che dì necejfità convenivano alla co -  fctuzione, e alla natura di una si fatta crea-  tara ; il perche dicendofi , che la legge della  natura dalla divina Inflazione ne dipenda^   : : ■ do ’ -•    Digitized by Google    t    . I   14 DP-PRINCfPJ • 1   D» Ma le di quello mai avvenifle , che ne il  - dovefie render perfuafò un Ateo , qual  modo tener fi potrebbe ?   M. Egli farebbe quefio di certo per Uomo  una cofa a fare molto agevole , e facile ;  imperocché non bramandoli da noi per na-  tura , fe non ciò , che utile ci fembra , o  buono , e tutto altro , che malo , o per noi  di poco vantaggio Io fi crede , eh* e* fìa,  nulla prezzando , anzi ilcanlàndolo via to- \  talmente , ed evitandolo , non polliamo  naturalmente, e per una propria nofira  inclinazione non operar quelche riputia-  mo mai per noi fruttuofò , e utile , e gio-  . vevole: e isfiiggir all’ incontro , e ifchifare  che che tale non fèmbri , efièndo non che  del nofiro appetito fènfitivo , del razionale  parimente proprio , ed eflenziale rivolgerfi  . vie Tempre, verfo l’utile, edaciò, che  alla natura umana pofià alquanto di con-   fòr-    thnon è da intenderli miga di una incitazione  avviti aria , come f fu quella , da cui ne prove*   ** ia n j » a , ma * ìnfiituzione fondata ,   epojta del tutto nella natura medefma dell *  uomo , e nella fapie n za di Dio increata ,  .quale vi modo alcuno mai non pub un fine prò •'  porfi, o volere 9 fenza li mezzi altresì jg*  giungervi neceJJarj . v      Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE, ap  forto recare , ed alleviamento , come della  iioftra averfione al rincontro egli è l’appar-  tarfi da tutto ciò, che mai può a diftrugger-  la valere , o a nuocerle in modo alcuno ; li  perche nella natura ideila dell* Uomo , e  delle colè create fi veggono mille , e mille  ben differenti ragioni", e motivi per cui a  quello egli anzi vadi appreflo* e lègua, che  a quello, o a quello vie più, che a querto;ciò  che per verità, è (ufficiente , e baftevole  per obbligarci , e per trarci a quello , che  mai potrebbe , o varrebbe in modo alcuno  a ripolirci , e a darci una perfezione mag-  giore aflài di quella, ch’or abbiamo , e  tutto altro , che contrario abbiamo mai co-  nolciuto effèrci , e che nacevole , e di lini-  ero abbiamo unque potuto elperimentare,  lalciar via in abbandono , ch*è quello ap-  punto in cui confide il dritto della Natura  (c); Verità, che conolcere , e compren-  der fi deve da chi , che nello Audio della  Filolòfia altresì mezzanamente venghi  verlàto, giufta pur liberamente Icriffe il  Maeftro della Romana eloquenza Cicero-  ne ; fa fi: etiim nobis , (egli dice nell* au-  reo fuo libro de’ Tuoi Uffici ) (d) f modo   m   (e) Gr»t. Prolef. I. B. P. $. xi. VPolf, Pbilof, Zittiva/,  f. t. Hrìnre.c. i. 7. JV. $. XI 1 1. XIV,   ( d) %Àb, j. ( V. l. Quante , e quali dunque fono le diverfe   fpe-   ( k ) De LL. natur. c, f. §. 17.    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE, 33  fpezie d’ obligagioni , che noi abbiamo f  M. Molte moltifiime ; ma due però fono le  principali : le naturali , e le divine; poiché  a quelle due lòie /pezie , come a proprj  fonti e 5 par, che fi pqliòno mai dedurre  1 * altre tutte infieme.   J>. Quali: fono l’obbligagionì naturali ?   M. Quel le, ch’anno pera vventura l’origire,  e la dependen^a dalla ftefia natura del i’uo-  mo , e delle cofe create , o per meglio dire  da’ motivi nell* ifìeffà bontà , o malignità  ' delle azioni confidenti .   D. E quali abbiate voi per Divine ?   M. Quelle al rincontro , che ne provengono  da* motivi diverfi del tutto , e differenti  da quegli , che il più gir fogliono al  di dietro delle naturali ; come fono per  efomplo li favori , e le contrarietà tutte ,  che diconfi , ( ma non molto piamen-  te , anzi con gran improprietà del linguag-  gio Cattolico ) della fortuna ; imperocché  io mi credo, che chiunque mai fia ben per-  fàafo, e certo , come pur dalla ragione, non  che dalla noftra veneranda Religione , eh’  efpreflamente lo c* infogna , imprendiamo,  v neppur le foglia , e le chiome degli alberi,  e delle piante fi fouotano in modo alcuno ,  ofi muovano fonza il voler divino , dine-  » gar egli non potrà per verità , che quanto  1 C di    34 DE’ PRINCIPJ  di fecondo mai , e di defilo ci avven-  tili al Mondo, o di traverfò e di fènidro  * fi rincontra , non che giuda la bontà, o ma-  lignità ifleflà delle nodre azioni da noi il  piu delle fiate fi fperimenta , come tutto  dì la fperienza altresì ( G ) lo ci dimodra,  da quell’ idedò immenfò , ed eterna fonte  di tutte cofè non derivi ,* e confèguente-  ' mente tutti li nodri profperi , ocattivi av-  venimenti guardar fi debbano come tanti  diverfi motivi , di cui accoppiati , e uniti  alle nodre azioni , o inazioni , che dir vo-  gliamo , quell* efier fòvrano e eterno fi va-  glia ben fovente , e ferva per obbligarci di  ben in meglio operare , e per trarci a que-  do anzi , che a quel genere di vivere di  ■ gran lunga vie più limile , e conforme al  fuo fànto volere ( l).   T). Ma la natura delle cofe , come altresì  quella dell’ uomo provenendo da Dio, non   • po-   ( 1 ) W' o!f. FhUtf. Prati, Univerf. c. 3 *    4 G ) Nel notar qui noi , che il piu delle  fiate gli uomini al Cren in quefio Mondo ven-  gano da Dio trattati bene , o male giufia la  malignità , o bontà delle proprie azionici fi am  rattenuti alla /rafie di ÀuguJìino^ì^xumcpic %   {egli    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE.  potrefcbomo noi parimente con ragione  i’obbligagione naturale dir divina?   M. Senza alcun fallo nondimeno i motivi  dell’ una efTendo molto differenti da quel-  li , e varj , che in conflituir l’ altra concor-  rono , come ben voi con far alquanto di ri-  flefiione ne’ cafi fpeciali alli buoni , o ti idi  avvenimenti , che entrano in luogo de*  motivi delle azioni noftre libere compren-  der potete, non dà bene ad uomo il confon-  derle ; il perche molti vi fono, che sì fatte  obbligagioni naturali per difiinguerle an-  che totalmente dall’ eflerne , eh’ eglino   C a me-    ( egli dice ) ( 2f ) & malis mala eveniunt ; &  bonis bona proveniunt; ma non ( femper ) tut-  to il giorno ; perche ben fruente Reggiani noì %  per un occulta difpofizion divina, co* avven-  ghi tutto al contrario , e diverfamente , come  notollo anche Seneca ( 26 ) .non che il mede fi-  mo ( 27 ) ; /ebbene molti /furono d' avvifio ,  che nella dijìt ibuzione, che fi 'fa mai tutt ’ ora  dalla divina provvidenza de'benì , e de' mali  tra gli Uomini ad ojfervar fi venghi fempre e  mantenere un ben perfetto , e vero equità   . brio;   (ir ) De Civìt. 1 » 10. c. t.   ( i6 ) Senec. eie provid.   t 17 ) Auguft. d. 1 .    3 6 DE* PRINCIPJ   medefimi ammettono, le dicono altresì ob-  bligagioni interne ( m ) ,   D. Ma fpìegatemi didimamente quali fiano  quelle alti e .   'M' Quelle che ne pofiòno mai provenire  da motivi , che non fi arredano , che  nella volontà di un ente , che avendo  sù di noi tutta la podefià , e la mano, può  egli , e vale a qualche cofa buona in fe \ e   one-   ( m) Tbo'n.if.fund.jur.Tkit.fy §.LxV'&fe£U»    brio ; nondimeno convien confijjare , che quel-  lo , che malo apparifce agli occhi ncjìri , egli  non fa veramente tale , e che quanto noi mi-  riamo come un difordine , e un /componimen-  to della natura , egli Jìa in fe un ordine mol-  to ben injìgne , ed eccellente , non potendo mai  colui , che quejìo Univerfo regge , e governa  com * Ente fommamente perfetto , cE egli è , e  la fefd fapienza , eJJ'er V orìgine , e la caufa  di male alcuno ; come altresì par che fi fife  fiato di fentìmento Epiteto : S>  roÒis xapàt'ods, cioè r.eVuori, e ne’petti degli  uomini, fcritto , e incifo ; peroche non dob-  biamo sù ciò dar a audienza del Grozio  ( o ) e del Clerico (p ) , li quali detorcer  trattarono cotali motti , e prenderli, per  quanto e' potettero in altro , e diverfò  fenfò, giuda, che pria d’ogni altro rin-  veniamo alla difHifà, che provato avefle il  Budeo ( q ). Per la qual colà fi vede e com-  prende chiaramente la milenfaggine di  quegli antichi Giurifti, non che di coloro,  che negli ultimi tempi mifero ogni lor ttu-  dio , e cura in difènderli , o alla cieca fè-  guirli , lì quali divifàndo il dritto Natura-  le in primario , e fecondano ( r ) , e’ volea-  noche peravventura del primo cosipar-   te-   ( n Row. 11 . 14»   Po') Ibid.   C }> ) ArK crìtit. p. 2. feci. i. c. ir. r.   ( q ) in flit. Thenlog. Murai, p. 1. c. z, $   e cojìringerci di quelche al fammele all'eterno  Monarca compete , in cui in ogni tempo , e del  continuo ,giujìa che ben dijje V Apojìolo agli  Ateniejì (33) : vfaimm , & movemur , $  fumus ?   ( 3 ì ) A&. 1 7-1 v. i 5 .    Digitized by Google      (    ?   DEL DRITTO NATURALE. 49  vero come è in effètto ; bramando or noi,  ed andando in traccia fapere qua! fia il vero  principio de! Dritto Naturale , o per mè-  glio dire , una verità-, o proporzióne prin-  cipale , da cui trar li debba , come da tónte  pór via di giufle conlèguenze , e difcorfi  tutto quello, eh 4 è giuflo , e al’a norma  della Natura conforme , che giuda teffe  noi detto abbiamo , è la volontà ideila di-  JXI. vina , non fi può, miga con molto buon  raziocinio un cotal principio dedurre né  dalla convenienza , che può mai effèrvi fra  le noffre operazioni , e la làntità di Dio ; o  dall* imrinfèca bontà , e malignità , giufti-  zia , ed ingiultizia dell* azioni dell* uomo;  ne dal ben dubbio , e incerto coniente) delle  Nazioni , o delle Genti ; o dagli precetti,  di cui ne fanno , ma con una grande inve-  ntimi laudine , l’autore Noè, giuda gli  Ebrei ; o dalle diverfe , e varie convenziCH  ni degli uomini , o per meglio dir , dal  Dritto , che può mai a cialcqno in guilà al-  cuna Ipettarc in tutte colè , come veggia-  monoi, che fatto egli abbia TObbelìo,   ( t ) o dalle leggi dell* umana locietà, giu- >  fla al Grozio , ed altri ; ne dallo flato deli 4  innocenza , fecondo 1 * Alberti Teologo , e   D -fi-   [ t > L:b . de Ove & in Leviatb*    v    jo • D E’ P R I N C I P J   Filofofo di Lipfia ; o finalmente da quell  ordine naturale , che il fòmmo fattor del  tutto nel creare , e formar il Mondo lì può  credere , che fi àVefiè mai propofio , fecon-  do che dopo lo Sforza Pallavicini fece il  Codino ( u ) . Poiché quelli , e altri fcmi-  f Pianti , e belli , e dotti trovati tutti par.  che difettino in ciò ( L ),che in qualunque  di efTi aggraderà mai > o piacerà ad alcuno  contendere , che quello principio del Drit-  • - . • . : • j . • to    ( u') Dìflert. de Jur. Mundi.     ( le) Egli r- uopo con tutta /incerila e  nettezza confejfamo , che vifi rinvengano non  pòchi nella focietà degli uomini , citi non deb-  ba premer troppo lo /ìndio delle Jcienze fpec il-  lative , e che pojjdno in buona fede kj ciarlo ;  ma non pojfamo con ragion alcuna offerirli  me deiimo della Triorale ? della Colitica j e di  oucjìafeienza del Dritto della Nat in a, ef-  fendo ogni uom tenuto fornir fene almanco Jtn  a un certo fegne^dove egli pur voglia far buon  ufo di fua ragione. Il perche conforme in quel  cenere di Jcienze alcune fottigliezze molte fia-  °tc fon tolerabìli , e laudevoli , purché non na-  no di Soverchio fantajìiche , e fuor del cornuti  ufo : così in que/ìe ultime , non fio ncn meri-  tano    Digitized by Google    •r    v **    DEL DRITTO NATURALE, fi  tordella Natura confida , non mai egli po-  trà tutti li doveri dell* uomo , come fi con-  verrebbe veramente per far E uffizio di  vero principio, ritrarne; lènza che fon egli-  no ofcuri del tutto , ed incerti, ed in nulla  evidenti ; il perche lafciando in non cale  (lare quanto ad uom mai intorno quello ar-  gomento piacque dirne , o lcriverne,fenza  metterci così alla cieca l’altrui orme a le-  gume , egli non mi pàr , che vi fii meglior  mezzo per conofcerlo e dilcoprirlo che  considerar alquanto attentamente, e a fpi-  luzzo la natura dell’ uomo , e tutte le lue'  'inclinazióni; perche perni fermo ciò fa-  cendonoi , lo rinvenimmo, lènza fallo, fin  dalla culla per così dire , e da’ lùoi primi  anni, in cui egli è cofa alfai lieve conofcere,  e vedere quejche gli fia naturale ( x ), e da  Da - qual«   (. x ) Cic.dt fin.bonor.& malor.lli-.z. (    tanó da veruno ejftr approvate , e lodate , ma  Jì devono altresì oliremo do fempre mai come  ben fofpette , vituperare ; poiché avendo sì gran  bìfogno e necefjìta d'ijtruircene , come tejie noi  diffmo ) debbono elleno con tutta naturalezza  trattarti, e /empiitila ; cofa che bajìa (fui no-  tare per far cono f cere ad ogni uno il mot ivo',    Digitized b    yi DE’ PRINCIf J   qualche abito, o cofiumanza in lui non  provenghi, fi porti mai fèmpre verlò ruti-  le (y), ne altro unqua vi fii , che quello ,  che meriti con ragione , e da fènno per  vero principio del Dritto della Natura  d’ ayerfì ; lènza che le vi piace paflar più  oltre , e dar parimente una qualche oc-  chiata aerò, che n’imprendiamo dalle  Sagre Carti nel mentre , eh’ e’ fi rinveniva  nello fiato dell’innocenza, il limile noi  -rinveniremo , e non altrimente ; avvegna-  ché allora, giufia che comunalmente fi  vuole , avuto egli non avefiè , come per  al prefente il cuore di mille, e mille paffio-  ni , e di varj , e diverfi movimenti, e affet-  ti ingombro , e ilmoflò . Quindi lo fiefiò  Dio alla prima fiata , che favellò all’uo-  > mo nel Paradifò terrefire , per obbligarlo  all’ ofiervanza de* luci divini comanda-  menti, altro non lappiamo noi avergli pro-  pòfio , che l’ utile , che da ciò potea egli  ’ ‘ , mai   ( y ) EpMetus ErXEIPlAlON c. ;S..   r t , .    e la ragione , che Jì ebbe in quejìa Operetta , di  non feguir ninna deir altrui oppinioni circa  al princìpio del Dritta della Natura , fenza  darci la briga di piu a dijiefo rifiutarle , c con   pili   Digitizedby Googl    DEL DRITTO MATURALE, h  mai trarne , e ’l danno , e difvantaggio*  (2) che dal contrario operare gii farebbe  unqua avvenuto favella ufàta da lui con  l’uomo altresì in ogni , e qualunque altro  ‘tempo dopo il peccato , non men per mez-  zo de* faoi Profeti , che per Io fuo fig Muo-  io, Giesù Chriflo , com’ è ben noto a chi-  Chc abbia letto pur una fol fiata li làgri li-  bri; nè fappiamo noi, per al certo, altroché  quello lòlo mezzo da Dio praticato a de-  terminar l’uoraògiufta alla fua divina vo-  - lontà ; anzi io non mi credo , che tra noi fi  rinvenghi perlòna alcuna, che dovendo al-  tri pervadere , e* naturai mente non penfi,  che perciò altro meglior modo non v’abbi,  o fi rinvenghi al Mondo , che di propor-  ; ,V ; > D 3 f ; \. > gli   ( 2 y Gene/, c* z. 1 6. 17. èc .   — ■■ , " 1 1 * \ *   pih motti impugnarle ; rinvenendojì di già ,   ch'abbiano in ciò foditfatto appieno^ed appaga-  to ciafcuno fujjicientemente molti al dinanzi -,  noi(ia)con una fomrha e rara loda veramente^   td‘ g   ( ) Puffèndof. fpecim. controver. iv. 4. iz. Henri.   Coccei. drfE de jqr. omn. in omn.Thom.fondam.f. N»   I. 6. 1 8. Jurpr. Divin. IV. 40. feq.& de fundam. defmiend.  canfs. Matr. haet. recept. infufK XVllf.S.M.de Cocceis de  princ. I.N. di/T.I.q. U.$.IX. feq. & q. III. § . VlII.Petr. Dan.  Huet.q. Alnetan. II. p. 173. &c.  e eh * imperò prenda alcun il  motivo di accagionarci , avvegnaché Jì trat-  ti:    Digitized by Google    f 6 D E» P R INC I P J /  no pur per il dritto iltefiò delia Natura,  non fia miga da metterli in dubbio ; Ad  ogni modoconvien confeflarc, 1* uomo lia  totalmente quafi incapace dell* acquilo  delle vere vir;ù , le quali di vero non  fon da reputarti d’ altri proprie , che di  Dio ; imperocché le l’uomo opera cola  che onefta , e giufta , o di decoro ella  fia , lo fa lòlo , perche vien egli tratto a  farlo , e portato dal guadagno , e dall’ uti-  le, eh’ egli mai riconolce poter ritrarne,  e non già per la bontà lòia e l’ oneflà dell’  Azione,* colà che per i’ appunto è quello,  che rende Tazion dell’uomo imperfetta  alquanto, e difettofa , perche della vera  onefià , e della vera bontà non par eh’ ella  nè porti in effetto , eh’ affai picciol fegno ,  a tale , che più non fembri d’efia • Al con-  trario Iddio operando con motivi infinita-   . * rnen-    tìdicofa mera arbitraria , dì jlr alagli nza\  ■poiché lafciando pur da parte Jìare , che da  malti degli antichi (3 f ) tifato JiJoffe altresì  in qucjìo modo , che noi f t/Jìamo , non che   ' da*   / *   C Jt ) Cic. lib. rie offic. ;• . * j    Dìgitized by Gòojjlc"    DEL DRITTO NATURALE. S 7  mete d’ affai piu alti dell* uomo , non fi  lafcia così portare , ne trar mai le non dal  giufio , e dall’^onefto proprio dell’azio-  ne , eflèndo quello giufio medelìmo , e  quello anello, lo fteflò Dio . E così con-  fórme l’operar dell’Onnipotente, egli è  come un acqua , che chiara , lucida , e  crifiallina ifcorrendo tutt’ ora da un ben  terlò , e limpido , e polito micelio , total-  mente d’ ogni lòzzura , e laidezza, monda  fi mira e netta , così quello dell* nomò al  rovelcio è come un acqua torbida , e pia-  cevole , che da una diverlà fingente deri-  va   S   ' A ’ 1   * _ ^ . t _ j . , .   *   da' Padri della Chiefa (36)5 rinviene  comunalmente in quefio Jfènfo adoperato nelli  fagri libri , come per alcuni pajfi, che apprefio  ne riferiremo agevole fa il riconof cereali per -  che per dir tutto in un motto , non deve recar  maraviglia ad alcuno , che da noi non fi ammet-  ta mai dell' utile dij cip agnato è dif unito dalla  pietóso fa nonefiendovi ne pii* certame pili ve-  ra di quefia gran majfima dell' Epitteto ( 37 )   0718 to' cvpyófop , **« to’ ìw'tfft* cioè l ubi Ut!» "   litas, ibi pietas.   (3 6 ) DeGivit. Iib. 19. c. ai. Si &c.   ( 37 ) EFXEIPIAION C.3S.    58 D E’ PRENCI PJ   va , Cozza, in fé tutta € fporca, non potendo  egli mai , per quanto fappia , e vaglia, non  commanicarle delle lue imperfèzzioni , e  laidezze j verità , che la conobbero , e  comprefèro altresì li Gentili , fcrivendo  Cicerone in parecchi luoghi delle lue  opere, e confed'ando., che nell’ uomo non  s’ ileopriva altro    (b ) Gerttf.c.i, v. z6. ire, . /•; t    Digitized by Google.    DEL DRITTO NATilR ALE . T9  propria , e fòia d’ un Ente lùpremo , e infi-  nito ; poiché al certo doverebbomo noi te-  • ncrci pur troppo beati , e avventuro!! al  Mondo , quando ciò ottener da noi fi po-  tette ( M ) ; Non confittendo veramente in  altro la lèmma felicità , che per T uomo fi  può in quella vita avere che in un gran  agio , e deftro , da poter del continuo in  tutto il corfo del viver luo vie meglio  Tempre perfezzionarfi, e giu&here con ogni  aggevolezza , e lènza intoppo a far tutto  dì progreflì maggiori in ogni genere di  virtù . Quindi il non mai abbattanza loda-  to    ( M ) Per quanto mai tratti V uomo dì -  ne fiegue lènza dubbio , che dove purvo-  • - gliamo noi le nolìre azioni regolare a  » nolìro utile, e vantaggio, damo obbligati  altresì quell’ iftelfe determinarle a gloria  di Dio , acciò chiaramente da quello ap-  parila di conolcerlo , e quanto mai a noi  è pennellò in quella mortai vita com-  prenderlo , e adorarlo ; onde I* uomo è te-  nuto non folo a molti obblighi e doveri  verfo di le (ledo , ma altresì verlò Dio, luo  fattore , e Creatore.   III. E per al fine elTèndo ogni uomo natural-  mente tocco da un gran piacere , e diletto  - per T altrui perfezione , dove egli pur  non vengfii da ben contrari affetti impedi-  to ; e T azioni libere dovendo Tempre cor-  rifpondere , e convenir totalmente con le   na-    cofcienza godere , che maggiore nè decelerare,  nè bramar Jì potè [fé unque da uomo al Mon-  do , chi negar mai potrebbe da fenno non effer  ‘noi li piu felici , e benawenturati del Mon-  do , ne a morte , ne a ccrruzzione alcuna fog .  a etti ? poiché giufta il faggio (41 ) , Cuftodi-  tio legum , confumatio incorruptionis eli,   in-   C 41 ) Sij). c.\n,    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 6f  naturali , abBifògna conchiudere * eh’ ogni  uno debba operar non meno per lo proprio  Tuo vantaggio, ed utile, che per l’altrui ; e  ch’imperò abbia a conofcerlì V uomo obbli-  gato a molti doveri e uffizi altresì verfò gli  altri. Il perche effendo egli colà ben certa,  ed infallibile , chedovepur ci aggraderà  con tutta la diligenza , e 1* accuratezza  del Mondo gli enti tutti, che ci danno  dappreffo , o allo ihtorno confiderà re , non  iè ne rinvengano , che quefìi e tre fòli ca-  paci d’ uffizi ; ciò è : Iddio , noi medefimi,  e gli altri uomini , a noi per natura total-  mente uguali , e fimili ; fi può con ogni ra-   *• g io *    incorruptio autem facit efie proximum Deo ;   cofa che fa vedere , e concfcere quanto faggio  Jifrffe il di /correre , e il raggiera?' di coloro  tra gli antichi , che voleano , la vita beata  fri nella virtù fi conìengki , gjujìa Grifone,  Senocrate , Speu/ìppo , e Polentone ; come quel-  la ydf era la fola , che un bene ben Jì abile , e  fjfo , e durevole comprende a ; come eh e Epicu-  ro altr etì , che fcritto avea la voluttà e/fer  il fine de ’ beni , negava , che per alcuno f  avejje potuto mai giocondamente vivere fe  onejìa , e /ozia mente } c con gitjìizia vivuto   non    Ditjjtized by Google     gione da per noi diftinguer T utile , e divi-  dere in tre generi diverfi , o fpezie , eh’ el-  leno fi liano molti differenti alle quali  tutte e’fà meftieri,che per uomo fi raguar-  > - di , dove egli brami d’ operar veramente   bene , e giufia il Dritto della Natura, im-  perocché fècondo.il numero degli enti , te-  ttò noverati, capaci di Aever da noi uffizi,  altro è l’utile, e ’1 vantaggio, che noi  tragghiamo da Dio, altro quello, che abbia-  mo dagli uomini , e altro finalmente quel-  lo , che provenir ne può mai dalla noftra  fletta per fona .   D. Oliali dunque di quelli meritano il primo  lu^o.   M. Ettendo ciafcun di noi , per quel chedif-   fimo     non Jì avejfe ; fentenza veramente grave , e  degna dì un vero Filofofante , s' egli viuji a  feirive Cicerone (42 ), riferito non avejfe alla  voluttà quejio medejìmo c neramente , favi a -  mente , e con giujiizia; Ma che che però di cil> y  ne fi conchiudiamo con queir aureo detto di S,  Augufino ( 43 ): Pax noftra propria, &hic   eft   ( 41 ) Tufcul. qu. 1 . 4”,   ( 4? ) Ds Civic. 1 . xix. c. 17.    Digilized by Google     DEL DRITTO NATUR ALE.  fimo al dinanzi , tenuto far tutto ciò , eh" e*  conolce ellèrgl i di vantaggio. , e d’ utile , e  - non eflendovi Ente alcuno , Che maggior  giovamento recar gli poffà giamai , o va-  glia di Dio , da cui dipende ogni noflro be-  ne , ed avere , e come Ente perfettiflìmo  mira fino all’ interiora del noflro cuore ; ip  ogni nofira opòrazione che che /òpratutto  fiam in obbligo guardare , egli fi è qdefto  Ente fupremo , ed eterno., cui con tutte  le potenze del noflro fpirito fiam obbligati  nonché nell’ efierno, nell’interno ancora  tutt’ ora oflequiare , e in ogni momento  compiacere , e venerare . In apprefiò per-  che egli è affai più l’utile , che da noi me-  defimi poflìam ricogliere,di qualche da al-  tro uom mai ricogfiamo , egli è meftieri ,  che apprefso Dio nel noflro operare da  ciaf un di noi fi miri molto piu al proprio,  che all’altrui commodo, o per meglio dire,  • alli diverfi doveri, che dobbiamo verfo noi   E ' ' ftef-   • • *■ i .*    eft cum Deo per fidem , & in asternum erit  c um ilio per fpeciem; fed hìc ftve illa com-  munisjfive noftra propria talis eft pax , ut fò-  latium mi/èriae fit potiùs , quam beatitudi-^  nisgaudium, . \   (N) Niu-    T    v    r    -A    D E* P R INCIPJ   fieflì vie molto più, ch’a quel li, che dobbia-  mo alla perfora altrui(N).Il perche per dir    s 9 egli a fi la finità del prrjjìmò membro   traef-    \    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE. 6?   , come da ciò , che fin qui hò detto , e diro-    vi in appreflo-potrete voi da voi medqfimo  comprendere; poiché quanto da quefto  mai fè n’ inferire , ad altro infin non fi ri-  duce , che aquefto fòlo: ciò è : Che la per-  fezione dell* uomo in nuli* altro mai porta  confifier , ne fondarli , che nel temer  Iddio , ed ofièrvar a /piluzzo , e con ogni  efàttezza del Mondo ( giufia Pinfègnamen*  to ( e ) del Savio ) li ìuoi divini comanda-  menti . Il perche non fà miga contro noi  quel che difputano il Grozio , il Purtèn-   - dorfio , ed altri contro Cameade , e fuoi  lèguaci , da cui fi veniva il proprio utile ad  ammettere per principio del Dritto della  Natura; pigliandoli da noi quefio vocabolo  in altro, ediverfo lignificato d’afiai più  (ubi ime , ed eccellante ; anzi le non vado   E 3 . . er-   *. C « ) Eccl. C, XII. I3,    ’ .  Omnia mihi licent ,* at non omnia  protent, (fcrive F Apcftolo ) omnia mihi li-  cent $ at non omnia aedificànt. Or appunto  gìujìa queflo infegnamento abbiam noi ere --  fiuto , che nel mifurare F utile di ciafcuna  delle nojìre azioni guardar fi debba , e aver  la mirali, alti nojìri doveri verfo Dio , eh ' è il  nojìro Vero Padre , e la ver a origine d'' ogni  n offro bene , poiché fecondo faggi amen te feri *  ve Auguflino (47) , fi diligenter attendas nec  ntilitas fit ulla viventium , qui vivunt im-  piè , ficut vivit omnis , qui non tervic Deo ;   **l   ( 47 ) De Ciyit. 1 * i?.c. xù -    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE, 7*  nulla più ,* imperocché pochi giorni fono,  ch’intefi peravventura un giovine far gran  pompa, e moftra delfoppihione delì* Ei-  neccio all’intorno quello particolare, e  ' per dir il vero , come eh’ egli dille molte  colè delle buone ; in nulla però valle egli  a rendermi ben perlualò , e convinto.   M. Il coftui parere non è miga men vero ,   • edifettófodiquel che lo fono, quelli de-  gli altri , da noi poco al dinanzi cennati ;  non efiendo il Itio principio di tutte quelle  qualità e condizioni ben fornito, eh’ in Un   E 4 vero   *   r   nel qual luogo Jl 'Vede il vocabolo d' utilità  prefò nel medejìmo f e nzo , e fgnijkato , che gli  dbbiam noi imputato } e gì ufi a che altrove con  ben falde pruove altresì dimojira il Santo ,  niuna delle nojìre azzi ó ni per giujia e buona  aver .fi pojfa mai , o debba , dove ella fatta  non Jìa a lode , e gloria di colui , eh* è il no -  jìro bene , e che perciò le virtù de* Gentili Jt  furono realmente anzi vizj , che vere virtìt  (48); lhGh J egli fra meflieri conjxderar in  apprejfo , e ben dif aminare fe /’ azione , eh *  imprendiamo a fare pojfa mai recar qualche   , ' incorna   ( 4S ) De Givit. L ip. c. xi. &    Digitized by Google    N»    7 z D E’ F R I N C I P J  vero principio , per qudch 9 egli medefimo  c ^ confefia , fi richièggono; anzi è egli meftie-  ri di necefiHà ammetterne un 9 altro , da  quello del tutto divello, da cui e’ ne di-  penda ; imperocché efièndo egli quefio   • _ l’amo-    ìncommodo , e dannaggio ad altri , giujta li  ■precetti Vangelici , non men che naturali , e  perciò fin d Gentili per quel , che Jì notò al  dinanzi affai ben noti ( 49 ) e pale fi : e III.  Che al dafezzo Jì debba guardare fe quejie  ifteffe conformi e' favo, 0 no alli doveri , che  debbiamo a noi medejìmi ; Il perche dove an-  che un Jì rinvenghi per dir così povero in can-  na , edagrandiffma fame cojìretto , non de-  Ve per niun utile , cheritorne mai potrebbe ,  rapir il cibo all 1 altro uomo , anche che fìfof-  fe qnejti un Falere , per cosi dire , un fc etera-  co , un tirando , 0 un uóm dappoco ; e tnelenfo>  giujiaf fujìn il fent mento di Cicerone ( fo );  perche in niun modo più grata , e cara a me  deve effer la vita mia , che tale dìfpjìzìone  dd animo yCÌf io non nuoccia ad altri per pro-  prio mio agio , 0 commodo   •• ‘ * $) Egli   C 49 } V. Not. . .   ( r° ) De ofl; 1. j. c.j. • • . .    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. , 79 ,  l’ amore (f) ; chi di api-mai- ad amar una  colà. , o appeterla può da lènno afferire  d* elferfi unqua portato , lenza un qualche  motivo ,.o ragione quale per l’appunto fi  farebbe la bontà ifteflà della colà , o l’one-  fià , o 1’ utile ? Chi è colui , eh* operando  da uomo, ama , e delia , o quella , o quell’  altra colà, lènza che prima non la jicono-  (ca in qualche foggia del fuo amore , e  delle lue brame ben degna ? E lè ciò egli è  vero , come lo è in effetto, 1* amore non fi  può miga in modo alcuno tener per princi-  pio del noftro operare, ma fi benetutt’  altro da cui la noftra volontà fi vegga, ven-  ghi mai a quello determinata tèmpre , eri-  fòfpinta ( P) .   D. Or    e amare venne filo da Pia  • Può-    Digitized by Google    4    DE* PRINCIPJ  - ftro bene ,• io non sò mai comprendere i nò  * capire , come f obbedirlo , non che il pre-  dargli tutt’ ora omaggio a noi non fi fof-  fè connaturale j imperocché lalciando da  parte dare , il dritto , che a Dio compete  , sudi noi, e tutto altro, che intorno ciò  fi potrebbe mai dire, confèrvandoqi egli  per lo continuo , ed in ogni momento quali  che novellamente creandoci , nè moftran-  dotì giamai refiio , e fchifo di beneficar-  ci così abbondevolrnente , che per quello  conferò un Pagano medelìmo : (g ) non  che provvede egli a tutte nofire bifogne,da  Jui noi , ufque in deliriti amamur ; tot ar -  bufi a mon uno 'modo frugifera { foggiungc  egli ) tot herbce fai ut ar et , tot varictatet ci-  borum, per totum annum digejia: ......   ut omnti rerum naturce part tributum ali-  quod nobii confert ; ancorché non avefiè    ( g ) Seneca de Bene f. lib.iic.ydt I.    r uomo formato , ed creato ; e in con f egri erosa  per unirlo , è ajjoeiarlo con qualche oggetto ,  la cui con f cerna, e 7 cui amore vai effe a prò -  dargli qualche felicita , e ripofo ; echéverfo  quejìo egli tuttora portar f debba ed incarni -  narfi \ Il perche la prima, legge dell' uomo y per  . . ’ quel    Digitized by Google    — ■«!    DEL DRITTO NATURALE . 77  domandato mai da noi olTequio , o ubi-  dienza alcuna, pur dove conofcelfimo e£  lèrgli cotanto tenuti , e obbligati , per • ,  gratitudine almanco , doverebbono in tut-  te le noftre azzioni fa r in modo , che non  vi apparile nulla , eh* aver fi potefiè per  legno di non temerlo , o non adorarlo , nè  compiacerlo incoia del Mondo.   D. Ma di vantaggio : febbene dubbitar noti  polliamo , Dio niuna cola c’ im pónghi ,  re’ comandi, s* ella nello ftelTò mentre per » v  noi non fii a noftro prò , e utile ; non però  egli lèmbra ,* che come tale da lui ella ci  venghi comandata , o importa , mia lòlo  perchè e’ fia alla lùa làntità, e volontà con-   fbr-   ’ ' • w . .   enei eh' egli crede Jl è la pia derivazione al •  la ricerca , ed all' amor di quejt * ometto , che  altro unqua non pub ejfer , eh' Iddio ,, eh' è il  fola , che può , e naie fidi far lo , e renderlo  di tutto ben f atollo ; legge la quale , confor-  me egli ferine , effendo di tutte l' umane ob-  bligagioni P unica regola , e lo fpirito,e il fon-  damento di tutti li precetti del Vangelo , è al-  tresì di tutte P umane leggi bafe , fojiegnc , e  principio ; anzi pere F ella obbliga tutt' uomi-  ni fenza eccezzione alcuna di perfona a unirfi   tra    gitized by Google    •4    *8 D E* PRINCIPJ  . forme i e ip confèquenza parcheconven-  ghi dire che il giufto Ila affai al dinanzi  dell’ utile j-   M. Quello non è men falfp e vero j imperoc-  ché niuna cofa fi può mai fingere al Mpn-  do , o imagi nar da noi, nè contra,nè oppofta  alla fantità divina , o al divin volere , che  parimente ella non fia d’utile, e di van-  taggio per noi; e quefto in niun conto fi  può mai dalla giuftizia fèparare,e dividere,  o quella da quefto ; perchè Dio cpme en-  . te perfettififinao , e fàpientiffìmo , eh’ egli   è, non    tra ejfi, e ad amarfi vicendevolmente , ne rac-  chiude in f e fiefià un ’ altra , eh * è la feconda;  imperocché t fìtti noi pef natura al pojfefiò di  un unico , e foderano bene defiinati , e per li -  , game si fretto e fido uniti ejfendo , che giu-  fta fi legge in S. Giovanni non comporremo ,  ne fot'maromo altro mai , che una fila per-  fona (s i ) non pojfiatno giugner giamai a far-  ci degni di unità tale nel peffedimento del com-  mun nofiro , ed unico fine fi non col comincia-  te dianzi , e in quefia firada appunto , che per  colà giugner e fiam tutti tenuti battere , ad  • •  ..    Digitized by Google    >     *o DE* »P RING! P J  fri. Balli dunque quello pef oggi ; imperoc-  ché eflendolì illòle da gran pezza ritirato:  domattino per tempifiìmo , dove vi piac-  cia , altresì in quello ilìeflò luogo , tratta-  - remo più agiatamente quélche vi rimanga  intorno quello particolare^ Addio .         , : de*   . 1 * ; , ■ • •   ■—   . • . 1   */ ■ • ’deffo ; non lafciano perb elleno di fujfifiere , ed  ejjer immobili ; t come tali far che tutte le  leggi per tui la focietà degli uomini Ji regola  nel prefente fiato non fiano ^ che una ben fe-  guela di effe ; onde non guari egli, in quejlé>  Jlabìlìfce un piano di tutta T umana focietd .  f- ;    V- . - _   Digitized by Googh    f •    Sr     DE’ PRINCIPI   DEL DRITTO   r * '    NATURALE ,   TRATTENIMENTO II.   •jk   De* doveri deir Uomo folo nello flato delle)   Natura   SOMMARI O.   t   I. V Uomo conjìderato in diverf , ebendiffe  di amarlo, e venerarlo in  ogni fua azione , e degli altri obblighi ,  e doveri delP Uomo inverfo quefo ejfer  fovrano ,   IV. Obblighi, e doveri delP Uomo verfo se me-   le de*    Digitized by Google    Si D E’ P R I N C I P J   defimo dijiintìin varie fpezie . .   V . Neccjfità di conofcer se ntedefimo .   VI. Uffizj , obblighi , e doveri dell ’ uomo ver -  fo delfuo fpirito .   VII. Modi , ? da perfiezzìonar P intellet-  to , ? delle virtù intellettuali in partico-  lare .   Vili. Dilla perfezzione della nojìra volontà ,  e delle virtù morali , dì cui P uomo era te-  nuto guernirfi in quefio fiato della Natu-  ra , che della cura del proprio corpo . .   IX. In Che al fin fi riducano , e fi refiringa-  no tutti ctuefii obblighi , e doveri delP uo-  mo , e le fue virtù .   Dunque avete voi con  maturezza, e diligen-  za le cofe , di cui jer  qui ebbomo ragiona-  mento , tra voi me.  defimo ben di lamina-  to ?   V. Senza dubbio , e vi dico con ifchiettezza,  eh* elleno mi ferr.brano regalmente , ab-  bino una grande aria dolce , e maefiofà di  femplieità , e di naturalezza .   M. Or via alle corte,* oggi tratterò a tutto  mio potere di farvene conolcere e com-  prendere 1* applicazione , e Tufo, non   che     Digitized by Google    4    DEL DRITTO NATURALE. 83  , che T agevolezza , e la f cilità , con cui li  doveri , gli obblighi , e gli ufrzj un, ani  tutti polloni] da chi che lia mai da quelle  dedurre. A . «■ 1   D. Ma con qual metodo, od ordine in ciò voi  procederete ?   M. Elfendo pur convenevole certamente  ch’io m’ingegni favellarvi di tutto sì aper-  to , e chiaramente , che niun dubbio ri-  fletto a quello particolare d’aver mai vi  rimanghi , vi rapprelènterò 1* uomo in va-  ri , e divel li rincontri di lùa vita , e in ben  mille , e mille differenti fùoi flati ; impe-  rocché figurandomi io mirarlo da pria nel-  lo fiatò naturale , or tutto fòlo , e lènza  altri in compagnia , or di brigata con tutti  pii uomini , ed in una lòcietà univerfa-  le, or con la tua moglie, e con li fùoi  figliuoli, ovver con li lùoi fervi * e con  le Tue fanti , ed or al fine con quelli tutn  ti uniti infieme ; in apprellò dilcende-  rò , e verrò paflò , palio a confiderarlo  tra *1 riftretto , e tra li termini di una Cit-  tà , o Repubblica Ha come capo , o rettor,  di quella , fia come un membro , o infe-  riore ; colà che fàcendofì , le non vado er-  rato, verrò a rìifpiegarvi molto diffùlàmen-  te, e trattarvi alla dillefà tutto ciò , a cui  Vien ferialmente per altri quello Dritto '   F 2 del-    «    Digitfced by Google     «4 D E» P K I N C I P J  II. Della Natura diftefo, cioè * l’Etica , P E-  conomia , e la Politica per non lafciar co-  là alcuna da farvi su quello argomento of-  fèrvare ( A ) .   V. Che intendete voi per Etica ?   Una Icienza , che non (i arreda *in altro ,  che in quelle fole regole , che pofTon mai  - riguardar l’uomo confidcrato o folo, o di  brigata con gli altri Uomini nello dato  ./ della Natura. .   V* Co-   » - — 1 ■ 1 ■ ■ ■   • • # * . .   ( A ) Non v’ ha piu laudevol co fa , nè  piùfruttuofa , o piu utile in una faenza, che  uom mai imprende a trattare , d? if covrir -  ne da pria , e fvelarne li fuoi principi , ed in  apprejfo pajfar al particolare , che di là ne ri-  finita . Il perchè avendo nei nel nojiro primo  trattenimento favellato de'veri principj delle  leggi naturali , difendiamo ora alle regole ,  che da quegli Jfe ne pofono unqua per alcuno  inferir eycof a che varrà altresì, fenzafallo,per  facilitar li ncjìri leggitori , ed in un tempo  medefmo per un ben molto acconcio modo age-  volarli a render di quelli un affai fermo , e  perfetto giudizio non effendovi per quel che  noi fappiamo , per metterli in quejio fato, al-  tro metodo , o Jìrada miglior di quejìa .    DEL DRITTO NATURALE. 8f   D. Colà è Economia ?   M. Ella fi è un altra fcienza molto diver-  • fa dall’antecedente , in cui'fì compren-  dono ’foltanto quelle regole, che apparten*  gono alla condotta dell’ Uomo nelle focie-  tà fèmplici , non che in quelle che fi an-  no per men compofie. Chiamiamo noi  iòcietà fèmplici quelle , che non fi forma-  no, che di fole, e (empiici perfone , co-  me la paterna , ch’è tra genitori , e figli  la coniugale tra marito , e moglie , e T e-  rile tra padrone , e forvi ; diciamo men  compofie al contrario quelle fòcietà , che  non formanfi, che delle fole fèmplici , qual  appunto fi è tra quefte la famiglia , che  non vien compofìa , che di quefie fole , di  cui qui or noi favellammo , rinvenendole-  . ne dell’al tre molte afiài eia quefie diverte,  e differenti, e molte vieppiù compofie,  perchè non formanfi elleno , nè fi coflituifo  cono , che delle fole compofie , come per  efemplo fi fono le contrade , o li borghi ,  che compongonfi di più famiglie unite in-  fieme in una fol fòcietà pe *1 comun lor  mantenimento , o per la confèrvazione de*  lor dritti Gentilizi , fo per avventura e’di-  foefcroda un folo , ed unico fiipide , come  pur fi crede , che avvenuto mai fofiè nella  prima ifiituzione di tali fòcietà; o le Cit*  F 3 tà a    s    Digitized    86 DE’ PRINCI P J-  tà , e le Repubbliche , o i Regai , Pane de’  quali fòrmanfi di più. borghi , o contra le;  e Paltre di più Città , rette e governate da  un folo •   D. Difpiegatemi il termine Politica ?   M- Egli appunto quello è il nome proprio di  quella facoltà , o fcienza, che infogna Pob-  , bligo , e li doveri dell* Uomo in queff ul-  ti me locietà .   JX Dividete voi adunque , fe non vado er-  rato , tutto il Dritto Naturale in Etico ,  Economico , e Politico ; ma rinvengono  pur per'altri parimente quelli e tre voca-  . boli adoperati alla fletta guifà?   M* Mai sì , come che quelli fiano molti po-  chi ; poiché afsai più d’ordinario s’ ufano  eglino a fpecificare , ed a diftinguere tre ,  e diverle parti di Filofolìa , in una di cui li  tratta delle virtù Morali, nell’altra del  buon governo delle colè domeniche , e fa-  migliati , e nella terza, ed ultima di quel-  le di uno Stato , o Repubblica, giuda fi  leggono , che adoperati furono da’ Greci,  da cui travalicarono a noi ; come che con  ciò, vaglia il vero, lì venghi per poco a far  il medefimo , e lì noti lo ftefso .   JD. Or via prendendo il filo di quel che dir  dobbiamo-, figurandovi al dinanzi d’ogni  altro mirar Puorno lolo nello Stato di Na-      Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 87  tura, (piegatemi quali erano mai gli ob-  blighi , e li doveri di coftui in quello Sta-  to (B). j .   Egli fi riducono quefti e tutti, lènza fallo,  Iil.come U può di leggier comprender da chi  che penlà , a due (òli capi ; il.primo di cui  lo riguarda come a creatura , e opera di  • Dio ; e il fecondo come a creatura, ma ra-  gionevole , che opera per la confervazion  di se medefimo , e delle (ùe parti .   D. Spiegatemi didimamente gli obblighi,   F 4 v e li . ^    (B) Lo fiato d' una per fona non confjte in  altro , falvo che in alcune qualità , che rif-  guardandofi,ed avendo]! come proprie fue,ven -  gon acofiituire la differenza , e il divario,  che v' abbia infrajei , e un altra ; tali per  efemplo fi fono ì’efier di majchio , 0 di donna,  di giovine ,0 di vecchio , di libero , 0 dì fer-  vo , di figlio di famiglia , 0 dì padre , di ric-  co , 0 di povero , ed una infinità d'altre di  cotal fatta . Il perchè altre di quejfe ejfendo  naturali, ed in nulla da noi dipendenti, ed al -  tre al rincontro avventizie , e del tutto in no -  jìra propria balìa, ed arbitrio , altro è lo  fiato naturale ,fifico, e morale di ciafcuno , al-  tro quello, eh' è puramente civile, od avventizio .    V    Digitized by Google    V   *   ^8 DK' PRINCIPJ   e li doveri del primo capo , che tra tutti  ' gli altri , cui per natura 1* uom è tenuto ,  giuda , che da voi jer apprefi, fon li primi .  M. Qual fia la baie, ed il fondamento di que-  lli , e come noi li conolciamo , le voi ben  vene rinvenite , alla diffhlà vi moflrai al-  tresì io nel ragionamento pafiàto ,* il per-  chè dipendendo eglino totalmente da que-  gli principi , che in quello per quanto  valli di ftabilir m’ ingegnai , non (limo colà  molto fuor di propofito , ed infruttuosi ,  ^ per voi, che pria di più oltre paflàre*  quanto ri fpetto a quella materia sì dille  fe pur così vi piaccia , mi ripetiate .   D. Ecco tutto in pochi motti ; fùppofto,che  fi ebbe da voi per ben certo , e fermo  I. Che l’uomo, ogni qualunque volta ,  che d’ operar delia, lènza fallo , giuda la  propria natura, venghi obbligato, e tento  to di regere, e regolar se medefimo in gui-  fà , che tutt’ora col far per quanto fappia ,  e vaglia , qualunque cola per menomilfi-  ma , eh’ è ila a fuo utile , e vantaggio vie  più fempre mai ottenghi , ed acquilìi del-  la perfezzione . II. Che le da lènno quelli  ■ portar fi voglia , e trattar in sì'fatto mo-  do , e con aver un cotal fine al dinanzi di  se ftefio , metter e’ debba tutta la cura e  la diligenza di ragione in ordinar del con*  i tinuo    Digitized by Google    t »    DEL DRITTO NATURALE. 89  tinuo le proprie azioni , e regolarle sì fat-  tamente ,^che mai fèmpre e* giungano  quello Hello fine ad avere , od ottenere 4  di cui Dio , eh* è 1 * autor della Natura ,  per quanto noi comprender polliamo ,  fi valle mai nel regolamento delle lue  azioni puramente naturali , e non dipeni  denti dal lui ( -C ) .   III. Che v     ( C ) La Concozicne , per ef empio , e lo  fmaldimento de' cibi , eh' in noi Jì vede far  del continuo mediante il ventricolo , e f fendo '•  uri * operazione , 0 azione , che dir vogliamo f  del tutto naturale , ed imperò il farla , 0 non  farla non dipendendo da noi , altro fine giu*  fa , che dalla ragion ? imprende , non fi ere -  de , Dio avejfe avuto mai al dinanzi in or di’-  vi aria , e infìituirla in ciafcun di noi , che di  far per quefia firada , e con quefio mezzo , al  nofiro corpo ricoverare , e riacquifiare quel  che gli era mefiieri per poterfi ben fofienere , e  mantenere al Mondo , non che per la continua  tranfpir azione , e per l' inf enfiti le trapela -  mento delle fue parti da momento in momen-  to egli veniva mai a perdere , e logora-  re . Al rincontro /’ ufo de ' cibi , e della  vivande y come cofa eh' è totalmente in nofira   ha-    Digita    by Google    *    9 o DE* PRINCIPJ  III. Che quell’ efier fovrano l’ ultimo , e il  principale fine , che fi propofe , ed ebbe  mai al dinanzi nell’ ordinanza delle noftre  azioni non naturali egli fi fofie fiata la   pro-    balia , ed arbitrio , elP è ut? azione in tutto  libera , e dipendente da noi ; Or dove pur ci  Venghi in grado , ed abbiam vaghezza , o vo-  glia alcuna d* operar a nojìra confervazione ,  ■’* e di reyveref e regolar una colai ncjira azio-  ne in “ Tal fatta foggia , egli è meftieri ab -  • biamin ejfa quelVìfiejJb rifguardo , e quel me -  defimo fine che fu quello ( giujìa la nojìra  credenza ) di Dio nel creare , e nel formar  del nojiro ventricolo , cioè , la JteJJa nojìra  confervazione ; coJa> che produrrà f enza fal-  lo ^ infra queJV azione , e quella del nojiro  ventricolo un certo concerto , ed una certa ar-  monia tale , cui non f vide mai da uomo altra  pari ; imperocché arr.endue qnejie verranno  elleno a riguardare un medejimo fegno f ed un  JiefJb fine ad ottenere ; Il perchè non fi deve in  niun modo qui pafar fitto filenzio , che pro-  priamente azioni diconfi da noi non men que-  gli movimenti , che in noi provengono da noi  *** ovruv , /gì ìioixiy-  ‘itov rù oKot Koiktùf /gì S ' inaio f , v, gì (Teano v eie rivo xeimnvK-  X^au , '7Ò irtifaStcu ocùvo'ts , /gì «xay ir ieri vaie ytvof/ivoie, ygi  et'xi\hòéiy ix,óvmuàf imo rijs etp Irne yyeùfjuif '/y'reXvtiìvoii .   \ ale a dire. Il lòmmo , e il principale capo  deila Religione egli fi è il far opera, e proc,  curare ad ogni Ilio collo di riempier se me.  defimo di buoni opinioni intorno gli Del  immortali, (parla egli da Gentile) per poter  giugnere a vivere ben perliialò,e certo, eh’  eglino di vero efiflano; che con ogni retti-  tudine^ giufìizia tenghino la fignorìa dell*  Univerlò : Che fi debba loro preftar alla  cieca ubbedienza in tutto , e contentarli di  quanto eglino ci comandano , come pro-  veniente da quegli, che lono di lunghi!!  fimo Ipaz io vieppiù fàggi e vieppiù intelli-  genti. di noi ; perchè così non oferai nel  corlò del viver tuo giamai accaggio-   nar-   (a) ErXEIPIAION cap.tf.    Digitized by Google    94 D E’ P R I N C I P J  narli di nulla , o . rr.tr mancarti in mo-  do alcuno , che venghi da efio loro meflo  in abbandono , e negletto ( E ) .   II. Ch’    ( E ) La necejftà , ha V uomo di fod -  disfare a queji' obbligo , o dovere , mani-  fefiamente fi ccnofice da ciò , che com e egli f  vedrà , Je ne ritraggono per poco , fi filo ,  quafi che come una confeguenza tutti gli altri  doveri , od obblighi di qnefio genere , che lo  riguardano come a creatura Quindi ab-  biavi gran ragione da poter con franchezza  ajjerire , che dalla negligenza , e trafcura -  t agì ne grande tifata da noi in quefio , egli  venghi , che fi mettano quafi , che del tutto in  non cale , e fi trofie urino tutti gli altri , come  imprendiamo altresì dair Apofiolo in uno non  molto diverfo propofito ( i ) . Il perche come a  Santi Uomini la contezza grande , ch'eglino  ebbero , per quanto mai venne lor permefiò ,  e pojjederono de' divini attributi , valje di  lunghijfimo fpazio nel Mondo per portarli ad  un grado di perfezzione , in cui affai dirado  uom giugne ; così la mancanza eh' è in noi di  quefia , egli è cagion fovente del noftro o-  perar al rovefeio , e del contrario procedere ,   la   ( i ) Ad Rom. c. i. n.zo. Sex 3,    \    Digitized by Google    • V fi   DEL, DRITTO NATURALE. 9 f   IL Che gli convenghi per ogni verfò,e fia in  obbligo d’ operare , e trattar gii fia al di-  vin volere, non che fervirfi di qutfio prefc  fo che per motivo delle lue proprie azioni  efiendo cola pur troppo certa , e fuor di  dubbio , eh’ Iddio chiegga da Jui , eh’ e’ fi  regga , e governi fecondo le leggi della  Natura : Quando mai pur da te fi com-  prende , che sì abbiano difpofio li Dei ( di-  ce un Gentile (b) ) sì fi facci « to'*  Stois  ■ .» -   IV. Che fia tenuto di neceffità amarlo^impe-  rocche dalla cognizione delledivinè per-  r , fèzioni provenendone lènza dubbio nei  cuor dell* uomo f -e derivandone un cotal  ‘ guftq, o diletto , che dir vogliamo e pia*  cimento , che non abbia chi. lo pareggi  . quindi nafee in lui certamente della bene-  volenza, e dell 4 amore in. verfò quefìo etfèr  . . Supremo . ■ \ *   ,V.Che quett’amore,e quefta benevolenza, che  Lanino è in obbligo , ed m doVer’ di porta-  : rea Dio,convenghi,che Tuperi di ìunghiffi-  molpazio , ogni , e qualunque altroché a  .cofa mortale fi può da lui . portare i (F)  ‘ r /c ■ G im-   ( ,C ) ZX l.fupr. , • .    ,( F ) Quefto appunto è quetV amore , che  in ptu luoghi di J agri libri (%) ci fi accoman-  dai   (3 ) Matt.ii.D^iter.c.^.é.exo3.io.icvìt.a().&c.    Digitiaed by Google    f    D £’ P R -I N C I V J  imperocché ;1* amore, in noi provenendo  . dal pi acere , e d^l diletto, eh’ abbiamo deb   . Fai- •   • .... •. : • -.. '• ••• v •’> *   r ■■■■ — » r f   f .. ■ , •. V •• ... • ; . •• ' • \   da, e con tuie motti del Decalogo : Dillges do-  minum Deum tuum &c. Quindi il Vive: (4):  erutti* dicendo: ut paucis verbi s magnus il le  Magifter quemadmodum unicùique viven-  dum fit docet , ama quem potes tnaxime ,  qui (òpra te eft , & non ajiter , qui prope te  eft , quam te, quod fi Feceris , tu fòlus leges  omnes , juraque feies , & fèrvabis ,* quae alii  magnté Ihdoribus vix difeunt . . . , * Di-   liges, inquit , quid potefb effe dulcius dile-  zione , non metuere , non fugete , non hor-  rere praeceperis , ( Domirium ) ut fcias illuni  effe reverentlum*, nam dominus eft ; ,   ( tuum ) etfi multorum eft,tamen uniufcujuf-  que *fit per cultum proprius . . , Ex toto  còrde diligere praeceperjs , utomnes cogi-  tationeS tuas , ex tota anima , ut omnem vi-  tami tuamyex tota mente tua, utomnepi  , intelle&um tuum in jllum confèras , a quo  babes ea , quae confers . Il celebre Lcibnizio  in un fu 0 trattai elio (f)( intitolato . Trito-   ■ ti- -   f 4 ) Tri not.ad lih.io.de CivIt.Dci c. 4.   ( r ) C,i fecft. Ep.li fi ha rei voi. 1. de Recveil de  dlverfcs P5ec;sfur la philpfophie , !a Jteligion d*c.    DEL DRITTO NATURALE.   (bit peint fenfibile à nos fens exteroes , il ne*  laifie pas d- étre très-aimabile , & de donner  un tres-grand plaifir . NoUs voyons combien  les honneurs font plaifir aux Hotnmes, quoi-  qu’ils ne confiftent pokit dànsles qualitez des  fens extèrieurs . . . . E non guari apprejfo i  Gn peut méme dire , que dès à prèfent T A*  mour de Dieu nous fuit jov’ir d’un avant-goiìt  de. la felicitò future .i„ CaV il nous donne lune ’  perfaite confiance dans la bontè de notre Au-  teur & Maitre, laquelle pro&uit ime vèr*-  table tranquilitè dè P efpric i . . Et  outre le plaifir prèfent , rien ne fauroit étre  plus utile pour T avefiir , car 1* amour di  Dieu remplit encore nos ef^èrances , & nous  méne dans lechemin dù fopreme Bonheur  &c. ' i        IOO DE’ PRINCl P ]■  le di tutte le create cofe, qualunque pur el-  leno .fi fiy.o , coltri , che fi bene giugne a  conolcerle, ed a comprenderle , come ad  nom conviene ; rincontrandovi egli un  piacimento ed un diletto difmilurato , e  . grande oltre mifura , e fenza comparagiò-  ne alcuna vie più di quello , che nel cono-  Icimento delle perfezioni delle creature  '• può egli peravventura rincontrare , e a  ■ quel co l’amore proporzionatamente- Tem-  pre mai guagliar dovendolgegli fà mefiieri,  che altresì fia tale , e non men grande ; e  ; confcguentememe , che non abbi altro  “ mai al Mondo,che in modo alcuna lo lupe-  7 ri , o adequi . ’ * • . . • .   VI. Ch’ogni fua follicitudirie, ed attenzione  impiegar e’ debba , e collocar tuttora in  * non far colà., che polla io gui là alcuna a  quello lòmmo, ed unico Bene dilpiàcere, o  • /gradire, l’ amor in altro veramente non  confìftendo , che in godere , e gioir ,  ’ per l’altrui felicità. , non che in paven-  tar del continuo , e oltre modo di conv  - metter colà, che dilàggradi , p pefi all*  aggetto amato ; còli che per l’ appunto^  ciò che^iù ferialmente appellafi timor fi-  liale ( timbr filiali: ) oppofio diametral-  mente a*quello , che dicefi lervile ( metti:  fervili:) che da gafiigo provenir luole ,   o da    Digitized by Google    DEL DRITTONI ATURALE, jot  *o da fùpplicio ; irqperocche* Iddio, febbenc  altresì di quefto pei: iftimular E uòmo ad  operar rettamente , e lòllecitarlo .al' ben  fare fovente fi vagii , e che dalla cofìui  gravezza (pèdo (pedo quegli atterrito , .  ed ifgomentàto ; venghi da mille , e mille  laidure e tèonvenevolezze a ritraerfi;   " tutta volta quello non hà vertm luogo , do-   * ve aiutila pur dall’uomo quel amor por-  tato vero e reale , che naturalmente a*   * Genitori gli proprj figli logliono portare,  e eh’ egli dev.e ,e convien che gli fi porti*   y jl. Che 1* abbia altresì a riverir , e vene-   '* rar lòpra tutto ; - imperocché in grado   - emjnentiffimo in le contenendo , tutte le   - perfezioni.,- che nelle loda nze , che da lui  derivano , come effetti provenienti dalle   - caule, fi contengono» e imperò ellèndo egli * .   ‘ un Ente infinitartiente perfètto, onnipo-  tente , giufto , e buono eftremamente , ed  amabile; di ragione deve egli preferirli   - tèmpre mai * ed anteporli a che che lia nel   "novero delle colè create , nonché aili ftek :  fa noftra perlòna . ; •   VIIE Ch’ in lui lòltanto mettere e’ debba   ' tutta la iùa fiducia , e confidenza , e col  darli pace in tutte le cote del Mondo , che  o delire , o finiftre peravventura l’av-  veftgono , moflrarfi tèmpre mai làido in   G 3 lui    DE’ PR'INCIPJ  lui , e tutto tempo reguiarvi ; imperocché  da efiò lui gli averi , e le fortune notf re  tutte provenendo -e’ può e vale , come pur  l’efperienza loc’ infegna,che tutto dì egli  facci , dove di farlo pur gli viene aggra-  do , rivolgere , ^ contorcere a noftro prò,  ed utile quanto mai di malo i e di  qattivo c’ avvenne , o può unqua av-  venirci . Per verità egli hà troppo di bel-  lezza,^ di gravità, per non eflèr paflàto in  filenzio quel che fcrive Epitteto a quello  propofito . C.egli dice ) ( f ) ’   wroxac'W^ « s.aì   • &P*X ' as xòv ìmrx&nSaì ire  6ÌM , * vx usti wìnov tù '• ErXEIPlAION. c. xj.     -,     * ’*    ‘  ••••,.•' y. / 1   M, Senza fallo ; anzi egli e quello una con-  feguenz'a ben cej^ta , e ferma di quanto al  dinanzi noi didimo ; comeche non fia fuor  di propofito , che voi dHà altresì ne rico-  giiate , che le formole , eh’ in ciò ufiamp,  debbano efler da noi ben intefe , e capite , '  e che elleno dovendo dettar in noi degli  affetti , e dellarnemoria de’ benefici diri*   •-ni non fi debbano comporre, ne fòrmarda  altri , che da coloro, di’ anno un intera , e ■ , .1  ben rara cognizione delle colè divine.   D. Non vi fono altri doveri, e altri obbli-  . ghi., che quelli dell 5 uomo comp crea-  ? tura ? • '   M* Altri , che quefli Hfcn riconolciamo noi ;  con li lumi foltanto dèlia Natura ; per il di  più, come altresì per quel che fi richiede  per determinar i modi di bpn fodisfar ■-  a quelli iftefii , troppo più fi ricerca di lu-  me , e di cognizione ( D {toiefi* per in?-  >• • ■; ; -./tera-   S ' s   (P ) Leibnizio in una   • re     Digitized by Google    io 3 ... D E* P IU N C I p J  teramente fidar qu-dloculto di ficonolcen-   * Z a dovuta peb f uomo al vero , e fhpre-  mo edere, abbifogna pur., che confeflìa-  itk) con ingenuità; cheli lumi della natu-  ra, lenza 1* ajuto della rivelazione , nonfia-  tio in niun modo di per fé baftevoli , e lùf-  ^cienti ; ónde fa egli intieri dériggerci,   ' in ciò , e regolarci , giufta quel che. im-  prendiamo da quella . :   D. Degnatevi adunque d’udirmi, al dinanzi,   • che non fi venghi ad'altro,lè pur tutto fep-  pi ben comprendere ; Pobblighi, e li doveri  HelP uomo , come creatura , o per meglio  dt-e , il' culto di riconolcenza , che P uom  deve a Dio * egli non confille , che nel Po-  lo efercteio , e nelPufo di quelle aziqni ,  eh’ anno pur per mira , e per motivo K di -   - vini attributi . Or fe quelle azioni fono el-  leno    .* v    ré( 6 ) fcrUta alla PrincipeJJif^di Gali?* nel  me/} diNo~)embre 1,7 if . mfirò fehza dubbio  arem dolore , ed un vivo fentimento di rama -  fico , chela Religìon Naturale fi vede a da dì  in dì in Inghilterra indebolire , e corrompere;   • ~ ‘ . -   ( 6 ) Si legge nti voi. i. de recueil de divttfos l’ie-  ces far la l%flofophie;> el re fio io non dubbilo eh* alcuni aver ebbero  fior f e qui dejìderatò , che w favellando feMct  ♦ ' ddeligies naturale mi avejjè alquanto . vie pile  * difiefo, e tratto dimojirare l'armonia maràvi-  ' \ gfiofayChe il abbia tra quejìa , e la revelata t  / Ora il Regno della Nat ur fi , e quello della  " . ì@ré&a,f£0fcjqr por mente paratamente , e  : ^fervane gcowe la natura ci vaglia per guida   ' ‘ - v; ‘ “ alla    DigitizeclbyC    V    DEL DRITTO NATU R ALE. i r $  adoperi non meno 1’ uno , che P altro di  quello culto , e che facendone ufo del con-  tinuo , cosi coni’ e* conviene, non gli polfa  di lunghifiìmo fpazio fèryire a renderlo  tranquillo , e lieto in tutto il corto del vi-  ver Tuo , ed ad accrefcerlo da momento in  momento, e vie più tèmpre aggrandirla   H nelle    alla Grazia , e come quefia venghì quella a  ripolire , e perfezionare valendo f ne { agge-  voli cofe Veramente tutte , e facili a mofirarfi  volendo ) poiché f ebbene dalla ragione impren-  der non fi pojjd il di piu , che dalla rivelazion  s* imprende , vai ella d? affai per renderci ben .  certi e ficuri , che le cofe fan fatte in modo,  che non giungano ad ejfer comprefe da umano  intendimento . Ma mio principal difegno egli  è di dilungarmi il men , che fa pojfbile fuor *   de ’ termini , che m ’ hu io in quefi operetta  prefijffó ; e regalmente affai ben faggio reputo  r avvifo di coloro , lì quali le cofe della  nofira veneranda , e fanta fede, come mirabi-  le , e feci al fattura della mano di Dio guar-  dando , mentre che quefio venghi da noi cre-  duto Onnipotente , vogliono , che fenza met-  terle in ragionamento alcuno facilifimamen '*■  te ,e a chittfi occhi creder fi pojfano , e fi debba-  no    i    Digitized by Google    ir 4 D E* P R I N C I P J  nelle virtù , e nell’ abborrimento de’ vizj ;  Ma or su fìendiamoci, fè così vi piace , più  oltre col difcorfo , e palliamo agli altri do-  veri , obblighi, o utfizj de 11* uomo lòlo  in quello Rato Naturale .   M- Quelli altri non lòno , a mio avvilo per   IV. quelche aldi'fòpra altresì fi dille, che  quegli , eh’ egli dovea , ed anche per al  prefente egli deve verlb se medefiino ; ob-  blighi , o doveri tutti, che diftinguere fi    tio ; or.de quel gentìlijflmo Italiano Poeta ebbe  motivo dì cantare ,   1 fecreti del del fol colui vede ì  Che ferragli occhi , e crede.   Non eflendovi flato vie più al Mondo flcuro ,  e men in periglio di colui , che Jen vive  confrme le leggi della Vera pietà , e della  vera virtù , imperocché , giufla al dire di tre  gran uomini , come che difofpetta fede ; cioè ,  dell' / reivefeovo T illot fon , di Mr. Pafcal ,   . e di Mr. Arnaud ( 9 ) , in queflo flato nulla  vi riman da temere di quelle tempefle , e dì  quelli malori , te muti , ed af gettati per coloro  che ne fon fuor a .   C 9 ) V. l.eìJjnìz.nelIe note alla lettera sOi l’ Entu Ha fT.  mo del vi ylord Shaftsbury. voi. z. de Recusil de diverfeS   jiìeces&c. . •    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 1 1 r  poflono, e divifare in tre divede , e dif-  ferenti Ipezie ; cioè in quegli , che riguar-  dano il filo Ipirito ; in quegli, ch’anno  attinenza alcuna al fuo corpo , e in quegli,  che riferilconfi ^finalmente ad alcune quali-  tà accidentali del tutto, e ftiperficiali, come .  per elèmplo fi fon quelle , di ricco, di po-  vero, di nobile ,.di plebejo, ed altre sì fat-  te in cui il Ilio fiato efierno confifie . Per  tutto ciò efièndo pur egli obbligato^ e te-  nuto , come voi ben Oppiate, diriggere in  sì fatto modo le file azioni , e regolarle ,  che colpivano tututte ad un medefimo le-  gno , ed ottenghino un medefimo Ico-  po ; cioè , tendino al proprio vantaggio ,  ed utile, e alla propria perfezione; per  giugnere a ciò far di leggieri egli fa me-  fiieri fi tratti al dinanzi a tutto poter ac-  quiftar un elàtta , e perfetta contezza  di ciò, che può mai giovar a se mede-  fimo , o no in qualunque fiato , eh’ egli  fi guardi ; cofa che imponìbile efièndo da  i .poter in guilà alcuna ottenere Lenza una  V. piena cognizione di se flefiò (H) , il   H % fon-    ( H ) In quejto grufa gli antichi Filofqfi  Jì riduce quaji che tutta la Filofofta ; e fecon-  do    Digitized by Google    u6 DE’ PRINCIPJ'   • fondamento , e la baie di quefti doveri , o  ulBzj che 1* uom deve in verfò se mede-  fimo, e il primole il più principale tra  tutti egli è, fenza fallo, al meglio ,^che fia  pofiibile , d’ imprender un sì fatto conofcin  mento con mettere ogni Audio , ed ogni  cura in conofcer , e perfettamente fàpere  il fuo fpirito , il filo corpo , e lo flato , in  cui mai peravventura fi rinviene .   V. E bene ! quali fono li modi , e le vie da  giugnervi ? ‘ M. Que-   do S. Bernardo , ed altri Padri della Chiefa  anche la Morale Cattolica , ritingendola  eglino foltanto a due foli capi ; V un di cui ri -  guarda la .piena contezza di se medefmo , e  V altro quella di Dio ; ad ogni modo noi pur  confejjìamo chejìa ciò cofa per uomo molto ma-  lagevole , e difficile a metterlo in pratica j e  che quindi meffo in Greco Efìodo avejjè canta-  to , avvegnaché fol rifpetto al primo di quejti  capi , in verji cor ri fpon denti a quefìi :   £fi nofee te ipfìrni non quidem ampia  diétio ,   Sed tanta res fòJus , quam novit jup-  piter;   Ed infierì) non deve recar maraviglia ad al-  cuno f e un obbligo , o dover di tal fatta molti  pochi fan quegli, chef veggano che lo JodisfiriOy    DEL DRITTO NATURALE. 117  M. Quefte diftinguer.le poftìam noi inge-  nerali , e particolari ; le vie , e li modi  della prima fpezie eglino fi riducono a  quefti duo ; 1* un di cui egli è d’ entrar in  noi medefirni , e con la maggior accura-  • tezza , e diligenza del Mondo confiderar  la noftra propria perfona , e V altro di(a-  minar bene dell* iftefiò modo quella degli  altri , con cui peravventura ufiamo ri-  flettendo a tutto attentamente , e bilan-  ciando a fpiluzzio non men la diverfità del-  le lor getta , e la varietà delle lor azioni ,  che li cambiamenti diverfi de’ lor volti ,  e il divario, del lor tratto , e linguaggio,  e di tutto altro , che può mai appartenerci  con trattar di comprender chiaramente Ié  colè, e far della lor bontà , emalizigquer  giudizio, che fi deve. Ma vaglia il vero  di quefio ultimo mezzo 1* nomo foto , ta-  le quale lo ci figuriamo nello fiato della  Natura, non potea farne ufo alcuno; Per  tutto ciò noi , eh’ abbiam or agio da po-  ter valercene, come vogliamo , ne polim-  mo , lènza follo , ritrarre una infinità di  vantaggi . . .   D. E quali fon quefti ?   ]M. Egli batta, che generalmente voi lap-  piate , che in cotal guitti da noi con una  agevolezza grande , e fuor di mifora   H 3 giu-    Digitized by Google     r 1 8 DE’ PRINCIPJ   giugner fi polla a conolcere quanto mai vi  ila di bene, e di male in noi ftefii, e le virtù  tutte di cui abbiam fommo bifògno fornir-  cgChe fi venghi a rifvegliare in noi, e defta-  re l’emulazione al bene , e rettamente ope,  rareiChe 3 dilcernere fi vaglia aliai palelè-  mente, e in aperto la lèmma bruttezza, e la  laidezza de’ vizj ,* Che venghiamo am-  maefìrati, lènza nofira pena , ed alle altrui  -a Ipelè , imperocché giufta Menandro :   ’2>hé7T(t T17T disivi/,' Ut   chè un intelletto tanto più fi deve per  perfetto, e finato reputare quanto più  è 9 1 novero delle cofe , che da lui fi com-  prendono , e quanto più chiare , dilìinte ,  ed adequate fon 1* idee , eh* egli ha di tali  colè . Il perchè fi deve quantunque più fi  può, e fi sa riempierlo d’ ogni cognizio-  ne , e trattar che quella Ila in noi efire-  mamente chiara , e diUinta ; comechè ef-  fendo rilìretti di foverchio , e di natura  limitati , ed imponibile imperò riunen-  doci aver di tutte colè contezza appieno ,   Io Audio di quelle meriti lèmpre avere il   prU    Digitized by    122 DE’ PRINCIPJ  primo luogo , ed è ragionevole , e giudo ,  che fi preferilchi a qualun’ altro , di cui  abbiamo nel corlò del noftro vivere un bi-  sógno , ed una necefiità maggiore , non  che vagliono di lunghiffimo tratto per  lo dilcernimento del bene, e del male;  imperocché obbligati effóndo noi , e tenuti  vietare e sfuggir l’ ignoranza , e la grof-  fezza, dobbiamo (òpra tutto quella i (chi fa-  re , che rifguarda quefio particolare ;  non eflendovi ragione da poterci in ciò nò  con Dio , nè col Mondo difpolpare ; quel-  1 ’ ignoranza (òlo , e groflèzza nell’ uomo  efièndo di (cufa degna , e meritevole , che  non è miga in fùa polla di poterla Ican-  zare . Quindi uom vede , che il vantag-  gio, che fi abbia, da chi che s’invigila  su quefio dovere fia di tanto sì gran mo-  mento , che la di lui olìervanza giamai fi  potrebbe ad alcuno a luttìcienza accom-  mandare , non potendoli in niun modo di-  Icerner lènza ciò ediftinguer il buono dal  malo , colà che veramente , dove anche  non vi fuflè altra ragione , per cui ciò fi  richiederebbe da noi , dovrebbe ballare  per portarci a fornir il noftro intelletto ,  e riempierlo di tutte quelle virtù , che  gli competono , e che come proprie Tue  dir fi fògliono intellettuali .   , D. Qua-    Digitized by    DEL DRITTO NATURALE, uj   V. Quali fono quelle virtù ?   M. Quegli abiti di cui 1* intelletto è atto e  Capace di far acquifio , e gli giovano dire-  ttamente fenza dubbio per giugnere al  conolcimento del vero , e làperlo dillin-  guere da ciò , che punto non Ila tale .   D. Dinumeratemi didimamente cotali abiti.   M. Grande , ed incomparabile attenzio-  ne alle colè , acutezza , profondità , in-  telligenza , Icienza , laidezza , invenzio-  ne , ingegno , lapienza , prudenza , e arte.   Z>. Che cftfa intendete per attenzione ?   M \ Quella facoltà o potenza della noftra  anima , mediante cui far polliamo , che  alcune idee , o alcune parti di effe fiano  in noi vie più chiare , e diffinte dell’altre .   Per efemplo ; fe io miro un uomo egli è -  in mia libertà , ed in propria balia trattar  eh’ abbia un idea molto più chiàra , e, di-  ftinta del fùo vifò , o degli luoi occhi , che  dell’altre parti del fuo corpo ; e fimilmen-  te fe per avventura molti oggetti a difeo-  prir fi giungono, ovver più perlòne fi odo-  no che favellano, egli regalmente poffò  oflervar più gl* uni , che gli altri di que-  gli , o udir di quelli , chi più m’ aggra-  da, e piace udire ; /ebbene non fi pofià da  uom altrimente a quello giugnere, fe nor*  con 1* efèrcizio , c con 1* ufo .   ‘ D. Qual    Digitized by Google    124 DE* PRINCI.PJ  D. Qual cola voi chiamate acutezza d’ intel-  letto ?'   M. Quella polfibiltà , o potenza ch’ egli può  acquiltare di poter diltinguere nello fteflò  mentre più colè in un medefimo oggetto ;  poicchè non potendoli miga metter in dub-  . bio, o temere, ch’ella con lungo efèrci-  zio non polla ridurli in noi, e travolgerli  . in abito, deve lenza fallo metterli alno*  vero delle virtù intellettuali ; come che  per quelche mi làppia niun fi rinvenghi ,  che fatto 1* abbia al dinanzi del WolfRo .  D. Ma qual diligenza deve mai ufarfi per  acquetarla ?   M Primo egli proccurar fi deve a tutto co-  ito .fin dalla puerizia, per così dire, di  - non avere lè non idee affai ben nette , e  a difiinte delle colè , e mettendo ogni Itudio  in attentamente ponderarle, làperle sì fat-  tamente comparare, che comprender fi  polfa la conneflìone , e la dependenza , di  efiè . In apprefio lo Audio della Geome-  tria, e quello dell* Aritmetica vie più di  qualunque altra cola del Mondo può per  verità agevolarci in quello , ed elìerci d’un  eftremo giovamento; Vero è però quel  che Ipezialmente fi deve su quello parti-  colare commendare , e lodar oltre milura   a 9   egli fia, il far acquifto d’ idee chiare , e dii   . ~ *' firn-     ‘ H    DEL DRITTO NATURALE. i*r  {finte del bene e del male ; imperocché  ciò eflendo per 1* uomo una delle più ne-  cèdane cognizioni , e delle più utili, e im-  portanti , giuda , che non una fiata fi è  detto, può fèrvirgli altresì a formar un  buon giudizio delle proprie azioni ,. e con-  fequentemente valergli non meno per la  quiete, e per la tranquillità della fùa co-  fcienza, che di quella degli altri ; non ef-  fèndovi altra cofà inquedavita, che va*  glia maggiormente un uomo a rendere  graziato , e infelice delle riprenfioni , e  rimprocci che lui medefimo fa a lui fìefib  ( i ). . Quindi molto a nofiro propofito  fcrifle Seneca , che : Prima , & maxima  peccantium ejì peena peccojje , nec ulìum  fcelin , licet illud fortuna exornet , mu-  neribtn fuis , licet tueatur , ac 'yindicet ,  impunilum ejt , quoniam fcelerii in fede-  re fupplicium ejì .   £>. Difpiegatemi il vocabolo intelligenza 7   JW. Quefta , che giuda 1* oppinion commune  de’Filofòfi, e la prima delle virtù intel-  lettuali , la fi rienvien definita per un abi*  to confidente del tutto in conofcere , affai  bene , è didinguer le cole per via de* lor  principi, e col darei agio da poter fin all’in-  terno di effe penetrare , difvelarne , e ifeo-   * - * >' • •    Digitized by Google    CO E P-    ii6 DE’ PRINCIP]  piHrne altresì il modo con cui 1* une per  V altre vengano comprefè . Ad ogni modo  le definizioni , e K giudizi intuitivi elfèn-  do il fondamento , e la baie delle noftre  cognizioni , colui fòltanto merita veramen-  te da riputarli fornito di una tal facoltà ,  che giunto fi vede già a tal legno che fap-  pia tutto ciò molto ben fare , e con pron-  tezza,* Il perchè perriufcir in quello egli  è necefiario , che s’ acquifti al dinanzi T a-  cutezza d’intelletto; perchè le definizio-  ni altro non eflendo in, effètto , che nozio-  ni difiinte complete , per ben formarle ab-  bifogna che fi difiingua nelle cofè, e fi veg-  ga quanto di diverfò , e di vario vi fia ( I ) .  V. Che colà è fcienza ? '   M* Un abito da fàper ben dimofirare , e pro-  " vare quanto mai da noi fi afferma , o fi nie-    ( I) Quindi egli Ji mira , che F idee ,  chiare delle cofe agguardarf debbano come  tanti princip] di quejta facoltà ; poiché fonere-  te quefìe fbben confufe alquanto , e inordi-  nate y potendo effer /efficienti , e bafevoli a  difinguer una cofa da un ’ altra , e denomi-  narla nel modo , che conviene , e col proprio  vocabolo jonver tir f veggono in noi in idee di-  finte , edefèrci di gran giovamento agli giu-  di/ intuitivi , che di quelle formiamo .    Digiiized by GoQgle     V, ■ - • ( ■ •. •   DEL DRITTO NATURALE. 127  ga ; onde di niun altro! alferir fi può meri-  - tevofmente , che abbi la le ienza di qual-  che cofa , lè non.di colui , eh* in molli aria  sa , e può far ufo di pruove , e di fillogifl  mi, od argomenti concatenati , ? ed uniti  infieme gli uni con gli altri in guilà , che  venghino tutti a terminare , ed iftiorfi in  fempli ci prem effe non fondate , che inde-,  finizioni , ed in efperienze certe totalmen-  te , cd evidenti , od in afliomi , e propo-  rzioni identiche . Quindi ne viene : I. Che  per l’acquifio di cotal facoltà fia mefìieri  al dinanzi fornirli d* intelligenza per ot-  tener la notizia delle definizioni , e degli  altri principi d’ aliai manifefii , ed indu-  bitati , che lòno il fondamento , e la baie  delle dimollrazioni . II. Ch’ ella fia ne-  cefiària , ed appartenente a tutti lènza ri-  lèrva , od eccezzion di perfona , rinvenen-  dofiogni un in obbligo, ed in dovere di aver  un diftinto, e perfètto conolcimento del  bene , e del male * che non fi può in altro  diverlò modo da quello conièqui re. III.C he  polla di lunghillimo Ipazio giovarci per  f appagamento interno di noi medefimi ,  e per la quiete della cofcienza ; imperoc-  ché l’uom privo peravventura totalmente,  e sfornito di feienza, per non poter in guilà  alcuna quel eh’ afferma , 0 niega dimolìra-  , re .•    « •    iaS .DE* F1MN CtvP f  re, andando al didietro delle maffimeì,  e degli lèntimenti altrui , , il più delle  fiate è in illato di poter travedere , od  errare; è perchè nulla opera (è non còti  > una cofcienza molto dubbia , ed erronea ,  quella che nelle lue azioni rampognalo di  neghitto/o , ed imprudente , vai per po-  ' co in tutto ilcorfò delibo vivere, come  V efperienz.a lo c* infegna,a renderlo difgra-  ziato , e infelice ; IV. Che finalmente  quella facoltà per elìer un abito egli fi ac-  quifii v alla guila di tutti gli altri , median-  te feièrcizio; febbene , vaglia il vero,  quello agevolar fi polla oltremodo , e faci-  litare con la lettura de’ libri Icritti con un  e buono , ed ottimo metodo dimofirativo ;  .trattando di Iciorre tutte le dimofirazioni  in (empiici fillogifmi per conolcerne la di-  pendenza , ed appieno la lor unione , ed il  lor concatenamento comprenderne , non  che per attentamente (guardare , e badar  lòttilmente alla conformità, ed adórni-  glianza che v’ abbia infra cotali dimolìra-  \ zioni , e il metodo, od ordine, che dir  vogliamo , il quale naturalmente dalla no-  ftra mente, fi vede lèguito nel peniate ; fèn-  .za , che può efsercj altresì in ciò giovevo-  le , e di gran frutto il proccurare di ren-  derci per quanto fia pofiìbile , famigliari , *  * e pron-    Digitized by Googl    tr   DEL DRITTO NATURALE, ijj ^   » e pronti li precetti di una Loica , quanto  t meno fi può , didìmili , e diverfi dalla Na-  turale   A Ma fe pur egli è così , come voi dite , che  la fcienza fi fofiè un abito , come fi può  ella tra le virtù dell* intelletto , di cui ab-  bifogna , eh’ uom venghi decorato anno-  verare ? credete voi forfè, che fi polfa dagli  Uomini idioti > e groflòlani , così come  dagli altri altresì molto di Ieggier confe-  guire?   M I» fatti quello abito agguasdar fi luole  comunalmente come proprio de* Mate-  matici , e della gente da lettere , e di fpi-  ritoj ma pur un tal fornimento è lènza  fallo d ? afiai lungi dal verone falfifiìmo^  imperocché , lalciando noi dare di quanto  gran ufo egli fia nella Morale, e quanto  . neceflàrio in quella , e quanta importante  da più dotti tra Filofoli venghi reputato ;  (k ) la Icienza, di cui, come voi ben làpete,  tutti debbano cercarne un intera contezza ,  e ftudiar per quanto; vaglionod* iltruirfone;  non deve a niuno recar maraviglia , o am-  mirazione alcuna , giuda , che lo c’ info-  gna la fperienza , fo fia mai fin da Uomi-  ni , per altro volgari , e groflì acquiftato;  imperocché il metodo di ben dimodrare   | ' ^on-   t Hy V- Corife. Pufendorf. Locb. Vytlf. èc?    Digitized by Google    \ i}o DE’ PRINCfPJ  convenendo del tutto , e uniformandoli col  penfar noftro naturale;può di vero avveni-  nire , che da quelli in ciò fi veggano avan-  zar di gran lunga,’ e lùperare gli eruditi  medefimj ; avvegnaché dicendo io, che  di quello abito fornir fi debba ad ogni co-  llo , ed adornar ciafcuno , intenda ciò fol-  tanto ’ per quel che rilguarda la cognizione  del bene , e del male ; e non già delle  Icienze indifiintamente ; come colà , che  è fenza dubbio , difficile , e per poco im-  ponìbile da ottenerli per uomo; lènza, che  come in tutte le virtù fi concepì (cono da  noi alcuni gradi , alli quali non vien per-  meilo a tutti ugualmente, e dejlo Hello  modo il poter giugnere ; così d’ ordina*  rio parimente fi ofierva , eh* avvenghi  ed accada nelle Icienze; comechè fi deb-  ba pur con feda re , che vi fiano ; reali  mente alcuni obblighi, fiano ufficj, o doveri  umani dalla cui obbligagione molti» non  avendo dalla natura que’ pregi , o quella  doti, ottenuto , che gli altri ottennero, e  che per ben fòdi§farli fi richieggono , te-;   * nerlè ne debbano totalmente immuni, q  lontani, non oliarne, che generalmente par«  landò e’ lèmbrano tutti obbligar, lènza ec-»  cezzione alcuna V   V., Spiegatemi qual cofa dite voi folidIS   tà,    Digitized by Gbògl     DEL DRITTO NATURALE. 13 x   tà, o laidezza dell’ intelletto .   /V/. Un abito da discorrere , e ragionar con  diflinzione delle cotte , ed jn mòdo che fi  vegga per ogni vertto , e fi disopra jl con-  catenamento, e r unione, che v’ abbia  ne npttri dittcorfi , o ragionamenti,- quin-  di e che per quefio fi venghi un certo  grado di virtù a cofiituire alto , ttubli-  me, eccel/ò o perfetto vieppiù di quello,   , f P er 3 ^ ,enza non fi cottjtuifce come-  chevi fi giungaperpoco alla fletta guitta,  e per la medefima ftrada j colui folo aver  dovendoli veramente per più adorno, e  maggiormente fornito di un tal abito , che  apprettar fi vegga nelle pruove delle tee  premette a gli primi principi , e alle pri- /   me nozioni fi avvicini • il perchè vero  e pur troppo , che non picciol contrai'  legno egli fia, anzi una gran moflra di  lolidità , o laidezza d’intelletto d’ un’uo-   m .° ’ c " e P ro ppfizioni ammette dagli al-  tri lenza pruove e’ vaglia a confermare , e  mediante li primi principi moflrare ; o fé  checché altri con efperimenti, edocula- , .  tamente afferma , e’ con ragioni, dimóflra  c per via de primi principi , febben fi deb -  a di maggior pregio lèmpre reputar co-  lui, ed efiremamente lodare, ch’abbia  fonquiflato un abito di ben accoppiar , ed   J 3 unir    Digitized by Google    1*2 D E v PRINCIPI/,  unir tra se molte verità , awegnàcchè  diverfè, e diffìmili , o di poterle da’ prìn-.  cipj molto lontani, e remoti con un non  interrotto fri di raziocini, o fillogifmi ,  dedurre ; efiendo pur queflo , veramente  un grado di perfezione del nofìro intellet-  to s in cui affai di rado uom giugne ,* co-  la che forfè fi fu il motivo per cui nè per  Arifiotele , nè per coloro, che gli andarono  dietro, o al dinanzi del "W’olfio ne fcrifièro,  confuto avendolo con la fcienza non ne fè-  tono verun motto, ne’l diflinfèro da quella,  Z>. Qual cola chiamate voi invenzione .   'Un arte , o abito , eh’ e’ fia da poter in-  ferir dalle verità di già divvolgate , epale-i  fi dell* altre punto non note, nè conofciute ,  t>. Ma quali vantaggi fi pofiòn ritrar mai da  . queflo ?   JM. Queflo abito non fèto all’ intelletto ag-  giugne perfezion maggiore degli altri ,  di cui fin ad ora abbiam noi favellato,  tn’ altresì può lènza dubbio nella vita e£  lèrci di un gran ufò ,* fòvente volte avenen-  do fpezialmente nelli maneggi della Re-  pubblica , che facci mefliere nello fleflo  mentre non meno formar buon giudizio  delle colè , che rinvenir li mezzi più co*  modi, ed opportuni per aflèguirle , e man-  darle ad effetto $ oltreché tutte le fcierfzq   le    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE* i n  le più utili , e profittevoli , o vantaggiolè  del Mondo, che fi trattano comunalmen-  te, e s’ infognano , non eflendo che un  fàggio, o rifiretto, che dir vogliamo di  quello, per quel che mottrò un valente uo-  mo (/ ), egli fi può di fermo aderire , di  colui , eh 5 abbia peravventura cotal per.  fèzione acquittato, che contenga in se con  quefta ìnfieme , ed unitamente le miglio-  ri feienze , o facoltà , eh’ abbiamo , o che  . di leggieri lènza foccorfo e fenza ajuto  . d altri e' polla volendo conleguirie; come-  chè di quell’ abito , vaglia il vero , affer-  mar noi polliamo ilmedefimo, che tettò  fi ditte pur favellando della fèienza , cioè,’  che. febbene tutti , generalmente parlan-  do , fiano in obbligo, ed ih dovere di farne  l’ acquifio , fi debban lèmpre tenerne dèn-  ti ed eccettuar coloro , che norv ebbero  dalla natura forze baftevoli * e fiifHcienti  da farlo ,   X), Bene; ma avendo noi due dì ver lì modi *  e vie da poter rinvenire, e difeoprir il  vero , non fi potrebbe forfè quelVabito per  quello motivo divìdere ih due differenti  fpecie , l’una di cui non confitta, che in   , far degli buoni dperìmenti > e delle buo-   I 3 ne'   (. 1 ) T* Scbirnb4t^Jen% ^£ in cui fi trattano d’ in-  venzioni , e di novelli trovati , li quali al-  manco fi devono tratèorrere .   D. Colà intèndete Voi per fàpienza ?   M. Un     k    138 DE’PRI NCIP J   M. Un abito confidente del tuttò'in benac-  conciamente prefcrivere , ed afiegnar .alle  fìie azioni del li giudi,, e convenevoli fini ,  non che in far una buona, ed un ottima  fcelta dell! mezzi , che vi lì richieggono  per mandarle addetto , ed efèguirle, con  coftituire li fini particolari , e fubordi-  narli in tal fatta guifà gli uni dagli altri  vicendevolmente dipendenti , che median-  te li più profiìmi , e vicini giugner fi va-  glia all! più remoti , e lontani j II perchè  efièndo.ella di un utile cotanto grande,  ed impareggiabile per la direzione , e per  lo regolamento delle noftre azioni , giuda  le leggi della natura, che al dir di Leibnizio  (w) è la vera fcienza della felicità Umana ,  non fi può per niun verfò recar in quedio-  ne, che tutti non debbano proccurarne il  filo acquifto * Ma bilògna però ofièrvare ,  come altresì quindi mani fefia mente s’im-  prende, efier dimedteri; I. Che non fò-  lo il fine dell* azione d’ un uom faggio fia  giudo, e buono, ma eh* altresì li mezzi  fiano tali. Il.Che quedo fine fia tèmpre mar  fiibordinato , e codituito dipendente dal  principale , eh’ è la propria perfezzione .   E III»   m ) V. La futi prefazione al Codice diplomatico del  Dr^to delle Genti .    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE, r 39 *   E III. Che li mezzi, li quali colà condur ci  debbano e portare ; vi ci conduchino , e  portino per la piùbrieve * e corta ftrada  del Mondo *   D. Ma come pòfliam far noi quello acquifio ?   M» Conviene per giugnervi provederci di  molte , moltiflìme colè $ poicchè primie-  ramente noi fornir ci dobbiamo di fcienza,  non potendoli in altro modo format buon  giudizio delle azioni noftre particolari , e ' '  della vicendevole fobordinazione ^ e di- *  pendenza de* fini infra di loro * e delti  mezzi , che vi ci conducono ; In fecondo  luogo fi richiede* che fi abbia un* erètta  contezza* e Un intero conofcimento non  meno della malizia.* e della bontà dell*  umane azioni , che del li negozj li più ne-  cefiarj, e ùtili, od importanti alla vita ;  con trattar di aver un’abito darèperben  provar tali colè * imperocché quel che  peravventura otteniamo dalla Matemati-  ca , o dalle altre fetenze egli è d* un afiai  picciol ufo , e prefiò poco di niun momen-  - to pel corfo del noftro vivere tutta volta ,   • che fiam totalmente sforniti, e poveri di  quelle materie imcui poggiar fi dovrebbe-  ro * e fermare li nofiri aifcorfi ; In terzo  luogo v* ha mefiiéri , che fi fii profittato  nell’invenzionejcome Che giovi fòprà tutto,   che    Digitized by Google     i 4 o DE’ PRINCIPJ   ghe fi fàppj quelche in quella materia può  • mai riguardare al buono , e fàvio modo da  vivere . In ultimo abbilognà perciò aver  anche dell’ ingegno e dell* acume per giti-  gner sì fattamente ad ifpecular 1* altrui  azioni, e meditarle, die fi comprenda il fi-  ne , che fi ebbe in eflè , e li mezzi , che per  .mandarle ad effettto fi prelèro, non che gl*  impedimenti , che intanto vi fi framefchìa*  rono , anzi tutto ciò , che vi fi operò mai di  foverchio , e lènza che la bifogna 1* avelie  richiedo ; comechè , vaglia il vero , non fi  pofià giammai formar un buon giudizio  della Capienza d’ alcuno dal lolo evenimen-  to delle colè; poiché. lòvente avviene, che  per gl* impedimenti , e per gl* intoppi *  che non lèmpre fi poflòno al dinanzi molto  ben antivedere , nò pronofìicare , avve-  gnaché fi fia operato con ogni ma tur ez-  . za , non abbiano avuto quel buon /uccello  che fi affettava .   D. Qual colà intendete voi per prudenza ?  2\d, Quell’abito, o fia difpofizione , del no-  . ftro intelletto , per cui fi mette in opera »  e fi elègtiifce quanto al dinanzi da fenno ,  e faviamente fi fu fiabilito .   D, Vaglia il vero, lènza quello, la lapien-  - za è di un molto poco ulò per i’ uomo , e  quali che di ni un pregio .   M. £    DEL DR ITTO NATURALE. 141  E quello è il motivo per cui da lui fi de-*  ve a tutto cofio trattarne 1* acquifio .   D. Ma perchè in noi la prudenza , e diverfà,  e differente dalla fàviezza .   M» Egli è ciò un effetto della limitaziorìe del  noftro intelletto; Quindi, fenza fallo avvie-  ne, che deliberando noi delli mezzi, che ci  / conducono ad un fine , fòltanto badiamo  a ciò, che rifguarda per all 1 . ora 1’ affare,  talché per la gran moltitudine , e per la  gran varietà de’ contingenti * che del con-  tinuo avvengono , abbattendoci per avvefh  tura ad alcune cofe, e ad alcune partico-  lari circoftanze , cui non così di leggieri fi  potea al dinanzi da noi guardare, e quelle  rendendoci fòmmamente perpleflì , e dub-  biofì , fe mai sforniti totalmente fiam di  prudenza, non lappiamo a qual partito ren-  derci ; Il perchè la umana pfuderza in  altro non confitte, che in fàper da se di-  lungare , ed allontanar gl* impedimenti x  e gl’ intoppi tutti , che fi offerifcono al di-  nanzi delle noftre imprefè , e ne fiurbano  l’effetto (K) J e per quella ragion da’  > Pee-    (K ) Quindi è; che r’ if copra fidente  Una cofa bene , e vìujlafrentefatta , ma non  riga con prudenza $ e che in Dio non oblia   mun   *•    *   Digitized by G    i • T, V» " ) .   DE’ PRINCIPJ   Poeti , i quali per inoltrarci , eh’ ella de-  rivi in noi dalla mente, eh’ è quali che  divina , mediante cui confiderando , e ba-  dando a tutto, abbiam gli occhi rivolti  per' tutto favoleggiarono eh’ ella nata!]  ìbflè dal capo di Giove, ch’eglino chia-  marono Minerva , (1 ebbe per (ignora , e  donna della fortuna , e come la lòia , che  contrariar poteflè , ed opporli a’ fuoi disé-  gni ; e di Bione dir li lùole , che avea in  eofìume di lòyente ridire , che quella in  tanto maggior preggio era d’ averfì , e flit  marfi (òpra tutte l’ altre virtù , quanto  più cari devono tenerli gli occhi , e re-  /putarfi più degli altri lenii , comecché tra’  Greci furono pur di quelli , che la confu-  sero del tutto con la Sapienza ; ed imperò  Afranio dèlcjivendola con luoi ver fi non  ebbe dubbio di metterle in bocca .   La memoria mi t fe % ma generata  > DalP ufo ; i Greci vegli on , che fofia ,  Afa fapie n za noi , eh' io Jìa chiamata »  V. Ma perchè quefia virtù la sì crede pro-  pria degli attempati , e de’ vecchi ?   M Per   n*. rfon le proprie parole di cottili ) (q)^   ÒSI iroKo yvfivu^iStax , ÒSI tto\Ù ÌSj'ihv , J Si to\Ò irivay , CSi  tto\ù iffira.TÒiv-p'x&jav-, mùcu. f/sy zm Tjmpyp 'iroix.'riw ,   . Dinegatemi tutto qliefio più chiara-  mente con gli efempli .   .Af. Volete voi Spegnere in un uomo una  gran gioja , o allegrezza? Quefto affetto  provenendo in noi dall* oppinione d* un  ben pre lènte ; bafta pur per aver il voftro  intendimento ; che a coftui gli facciate  comprendere , che quello , eh’ egli crede  bene nell’ oggetto , che cotanto lo fcuote ,  non fia in effetto tale , ovver c’ abbia fol*   tan-    t * 1 , ** X   if4 D E* PRINCIPJ  tanto un ben lùperficiale , ed apparente , e  quell* idea , eh* e’ crede convenirgli aliai  poco , o nulla gli convenga . AI rincontro  volete torlo da qualche trittezza , o dolo-  re ? batta che pur voi vi portiate diverlà-  mente ; poiché ciò provenendo dall’ oppi-  nione di un mal prelènte , altro non è me-  ftieri che fi facci , che dargli a conoscere ,  quello , eh’ egli crede malo non Io fia ,  ovvero’ abbia fol 1* apparenza , e non le  ne debba miga far quell’ idea , eh’ e’ ne  forma . Allo tteflò modo 1’ amor verlò gli  altri nafeendo in un uomo dal dilcoprirvi  egli in quegli peravventura , e rinvenirvi  qualche colà di lùo gufto , e piacimento,  per convincerlo ed ammorzar in lui que-  ito affetto non gli fi deve provar altro,  che quello da cui e’ riabbia quel piacere,  e diletto, non fi rinvenghi nell’ oggetto  amato ; ower eh’ egli Ila tale , che dopo  quello picciol piacere e diletto apporti  . del tedio , e del rincrelcimento in eftremo;  comeche potendo fovente avvenire, che  non fi conolchi punto l? ragione del filo  amore , in quello calò per togliernelo al di  fiiora fi potrebbe altresì trattar di dettar  in lui dell’ odio , non già verlò la perfono,  ower l’oggetto amato , ma si bene in ver-  fo le laidezze , o li vizj di quella . L’odio   ali*    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE. lsf  all* incontro verfò qualche oggetto deri-  vando in noi totalmente dall* increlcenza,  è dalla moleftia , che n’abbiamo, braman-  do vói torlo d’ akuno, non conviene , che  adoperarvi di renderlo perfùafò e convin-  to , che ciò che quefto produce non ila  realmente nella perfòna odiata , e fpiace-  vole , ower eh’ e’ fia in fè ingiufto , e irra-  gionevole ; (ebbene per efler quefto un af-  fetto, vaglia il vero, di natura pravo, e  cattivo; e imperò potendo fèrvir di grande  incitamento a molte azioni prave pari-  mente , e cattive, fi pofla di vantaggio far-  gli badare a tutto quello , che fi abbia per  virtuofò , e buona in altri, ed in effètto  non lo fia , o che fi reputa malo , e non fia  tale ; Or quefto fteffò modo e quefto me-  defimo metodo dobbiate tenere,* e ofier-  Vare rifguardo tutti gli altri affetti ; per-  che fèdi tutti favellar ne doveffì partita-  ménte, non ne verrei giammai a capo , e  diverrei forfè a voi fteffò non che a me  nojolo , e rincrefcevole ; tutta volta non  deve lafciarfi in filenzio, che fè pur av-  venghi, come può di leggieri avvenire;  uno per confùetudine , o per coftume, ov-  ver per natura fi vegga più verfò un affèt-  to , che verfò un’ altro pieghevole , dove  fi voglia quefto ritrarre alle noftre voglie   fia    Digitized by Google    ir re DE‘ principi   fia meftieri deftar in lui anzi quell’ affetto  in cui fi fcopre proclive , che un’ altro  molto diverto , e vario da quello ; Verbi-  grazia infingali pur , che Titio fia molto  timido, e vile, e che ci venghi a grado  di ritrarlo dal male , ovver ad un’ azione  buona, e virtuofà ifiimularlo,* egli non  v' ha fenza dubbio , altro miglior mezzo  per riulcirvi , che fporgli al dinanzi tutti  quei mali , e quei perigli in cui peravven-  tura potrebbe egli incorrere operando a  filo capriccio , e contro il noftro confèglio;  anzi come colà degna di fomma ofiervag-  gione è altresì da notarfi, degli affetti gene-  ralmente parlando, ch’eglino tra li lor giu-  di, e lecitimi termini riftretti fiano per noi  d’ un utile impareggiabile e raro in modo,  che fè pur non f'ofTè così difficultofo , co-  me egli è , di sfornircene nel Mondo, ver-  rebbemo con efiì a perdere parimente un  infinità di agi e di co m modi , che n’ab-  biamo .   D. Annoveratemi le virtù proprie della vo-  lontà.   .M. Quelle fono: Temperanza , cifra di fè  medefimo, ovver della propria perfona,  cafiità , liberalità , modefiia, diligenza,  pazienza , fortezza , amor inverto gli al-  tri , manfuetudine , amicizia , verità , e  gùiftizia. D. Co-     .1   DEL DRITTO NATURALE, ir?   V. Cominciando dalla temperanza , ditemi  che colà fia ?   M. Ella fi è un abito , o per meglio dir una  virtù morale , che confìtte in ben determi-  nar il noflro appetito rifguardo al man-  giare , e al bere giuda le leggi della natu-  ra ; imperocché dovendo noi ne’ cibi , e  nelle bevande, così come nell* altre cole  aver la mira tèmpre all* utile , e alla notìra  falute, ed imperò vedendoci tenuti badar  romeno alla lor qualità, che alla quantità,  l’ obbligo , il dovere, 1* uificio d* un’uomo  temperante rifpetto a quefì’ ultimo, egli è  di non appeterne tè non quanto quello fine  domanda ; vai a dire, tèi quella quantità ,  che per la falute , e per la contèrvazione  di fe medefimo la fi richiede ,* e riguardo  al primo , cioè , alla qualità , egli è me-  (fieri , che fi porti da medico con lui defi-  lò , e ponga mente per lo continuo a tutto  ciò che li può mai giovare , o nuocere ;  quel cibo tèltanto generalmente parlando,  tener dovendoli per molto buono , e làno,  che fi lente di leggier ilmaldito nel noflro  ventricolo , e che vaglia a promuovere il  trapelamento delle parti ; imperocché non  abbiamo sù ciò delle regole filtè , e flabili  ad oflervare, ne poflìam troppo trattener-  ci , e di tèverchio a contègli de* Medici,   non %    %    i    Digitized by Google    ifS DE’ PRINCIPI  non men per non eiTèr tutte le colè co-  munalmente a tutti utili , e profittevoli ,  che per la poca evidenza , e certezza di  quelli precetti , eh’ eglino n’ imprendono  dalli libri della lor arte , come sforniti to-  talmente^ privi di quelle ofièrvaggioni da  cui fi ritolfero .   D. Non credete voi $ che polla egli llabilirli  .qual quantità di cibi fi richiegga per un  uom temperato , e ben ordinato ?   M. No ,* poicchè per la diverfità del corpo  fè nc richiede in uno più che in un* altro ,  come che per alcuni legni fi polTa lènza  dubbio daciafcun conofcer , e compren-  dere quando giufla ella fi fòlfe per lui , e  convenevole, e quando fi abbia ufcitodi  cotali termini , "   D. Ditemi quali lon quelli incominciando  da quelli della lòbrietà .   M. Li principali di quella fono la legge-  rezza , e l’agilità delle membra dopo il no-  (Iro pranzo , o la cena , ed il dormir con  tranquillità , e lènza, alcun interrompU  mento .   D. E quali dimortrano il troppo riempìmen-  to? *   M . Gli opporti a quelli , cioè, la lafle2za  delle membra dopo tavola , e la gravezza,  o fiacchezza del capo , per là mutua , ed   ilcam*    «    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE; jf 9  itèambievole corri fpondenza , che v’ è tra  quello , e T noflro ventricolo ,* (ebbene il  ioverchio cibo ha tèmpre di meno fàrtidio  per verità , e pregiudizio per la teda di  quel che lo fono gli eccelli del bere .   Z>. Ma come mai per uom fi conotèe (è il mal  provenghi dalla qualità , ovver dalla quan-  tità de* cibi ?   In più modi ; porto però che fiam ben (à-  ni , p liberi di quelle pafiìoni , che fòvente  fi veggono difordinarci, ed efièr di un grart  impedimento alle funzioni , o azioni noflrc  animali ; imperocché per ciò (àpere , non  tèlo paragonar noi polliamo , e far com-  paragione.della quantità de’ cibi dell’ulti-  ma cena con quella dell’ antecedente , e  dello flato del noftro corpo in altri tempi,  in cui peravventura ci rimembriamo aver  fatto utè> delli medefimi con il pretènte, m’  altresì dall’ incommodità , che (èntir fi fo-  gliono tanto in tempo della digeftione , eo-  me i rutti , gli ardori interni del ventri-  colo , i dolori di tetta , ed altre di tal fat-  ta , quanto dopo , e (pezialmente nell’òre  mattutine, come le languidezze, o Iaflazio-  ni, che dir vogliamo delle membra, dsendo  tutte , e tali colè, ed altre fimill tègni cer-  ti ed evidenti della mala qualità de’ cibi ;  fcnza nulla dir delle feerie, e dell’ orine,   - che    ito DE’ PRINCIP)  che fògliono non che di una buona digeflio-  ne , di ciò parimente renderci ficuri (M) ,   D. Sup»    (M) Ecco qui un faggio .di quelle regole  portate per regolamento della propria fallite ,  in quella parte della Medicina , che comunal-  mente la lì dinomina Igieine , o Dieta mag-  gior chiarezza de ’ nojìri leggitori ridotte olii  feguenti capi ,    Dell' elezzione del P ària •   Un aria dolce , ed amena , e temperata la il  erede la miglior del Mondo , e la più falubre  perdei vita ; comecché Ji loda pure , e Jì abbia  in qualche pregio quella de ’ luoghi campejìri ,  o alti , e fventolatì in modo , che agevolmente  if gravar Jì pojfa , e fcaricarjì de’ fu oi effuvj ;  V altre tutte differenti da quejlejtan calde ,  o- fredde , fan umide , o fecche , ofan denfe  di foverebio f anno come molto nocive agli  ammali e dannofe ; imperocché primieramen-  te il troppo calore dell'aria ifeiogliendo altre -  sì troppo il nofro f àngue , e con rilafciar li  pori della nojìra pelle più del convenevole fa-   cen-    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE ; 161  D. Supporti quelli principi dunque 1 * intem-  peranza che fi reputa comunalmente, e fi  hà, come un vizio contrario interamente  ed opporto alla temperanza, non confìfte,  eh’ in dirigere , e determinar l’appetito  quanto alii cibi , ed alle bevande in un mo-   L ' do    cendone ifeorger al di fuor a J, udori eccejfivi  non vai chea debilitarci oltre mifura;e al rin-  contro il fuo freddo eforbitante refringendo a  maggior Jegno quejìi bocherattoli , ofian pori 9  e con ciò fervendo a ojì acolo , e di impedimento  alla rejpir azione e ’ può si fattamente ifpejfir  gli vomori , e tonde n far li , eh' e' vengano a  recarci addoffo infiniti morbi^ciòè tutti quelli ,  di cui la fp effe zza fuol ejfer cagione ; avve-  gnaché F eccejfo del freddo veramente fa di  molto minor dannaggio per il nojiro corpo ,  che non è F eccejfo del calore . In oltre la fio-  ver chi a umidità rila fida ,■ e fieude in eccejfo  le fibre del corpo , e con ifpigner gli umori a  gran violenza , e forza inverfo le parti effe-  riori fa che di legjgri vi f accolghino , e fifa -  gnino , e con ciò venendo del tutto a cor rom*  perfi , e viziare , fono F origine in noi e la  caufa dì varj , e diverfi affetti catarrali ; e  ffl rovefeio laficcifapiu del tfi&ert cpl dijfec*   ‘ care ,    \6% DE’ PRIKCIPJ  do tutto al roverlcio di quel che fi richiede  per la noftra fàlute ; e poiché la volontà in  noi vien tèmpre niofTà da qualche motivo,   4 c per contèquente imperò deve eflervene  alcuno per cui uom brami un cibo , o una  bevanda di qualità, o di quantità anzi con-  traria , che confacevole a lui medefimo ;  altro per (corta, o guida non avendo colui,   che   • ! \    w   care , e rafcìugar incomparabilmente il cor*  po facendogli perdere V agilità , e la dejìezzQ  delle parti lo rende inabile , per poco e netto  al moto ; (ebbene l' aria calda , e umida fa  affai più peggiore , e pregiudiziale alla fola-  te di quefle , come quella , che piu d' ogni al-  tra vaglia a frodar negli animali degli fi ruc-  cheVoli , e cont 'aggicf vomori ; e finalmente  dove abbia Joverchia ifpijjezza , e denfìtà , e  con quefia una fopr abbondanza d* ejfiuvj come  quella de* luoghi fotter radei , e fenza ufcita y  ifpeJfendofiH umori ,e cond enfiandoli li di [pone  ad una infinità- dj rifiagn(fowtti,e di differenti  malori con effer ben foverite''altresì la cagione  de Ili Affogamenti degli animali ; quindi è, che  le càfe>e l* abitazioni nonfi figliono lungamen-  te tener iibanvCe , è Quelle fatte di ritenta  v • * * • non    ‘""Digrtized by Googl    DEL DRITTO NATUR ALE. Ì6?  che dalle leggi della natura lì diparte , che  li proprj lenii ; egli deve crederli , giuda  eh* io m’ avvilo , non per altro 1* intempe-  rante ufi li cibi , e le bevande in qualità ,  o in quantità più del convenevole , e del  giudo fé non per il gufto , e per il piacere,  che vi rincontra.   M- Quello è ve ri (Timo ; e vaglia il vero per  muoverci ad evitar quello vizio , ed aver-  lo in.abbominazione e in odio , ballar dov-  rebbe T aver a cuore la nodra vita , e la  propria falute , rendendoci certi appieno ,  e peiTuafi del nocumento , e pregiudizio  grande , che ne pofiìam mai ritogliere; im-   L a . pe-   ,, -, — . — i —   non fi abbitano fe pria non Jiano ben diffeccate ,  e riafeiufte , o per via de fuoghi , e de' f uff u-  migj purgate, - . .   II.   • m 2 . * %   Pelli Cibi e delle bevande ,   Egli fi hh quafi che per una regola genera*  fe ffavellandfi de ’ Cibi fodi , e non flùidi ,  che li migliori , e lo piu f ani Jian quelli , che  fi veggono meno fogge t ti a corromperji , e a  futrefarjì ; e -che quanti più f obietti vengano^   ' e Jem -    ?..    i*4 D V PRINCIPJ   perocché dall’ amore , e dall* affetto , eh*  abbiamo alla noftra confèrvazione non mi-  ga disjunger potendoli e fèparare il gufto il  piacere, quanto è vie più quello e maggior  di quello, che dalli cibi, e dalle bevande rac-  cogliefi, tanto più e, prevaler faprà in noi,  C dominare portandoci ad abbonir , come  conviene , e renderci alieni da ogni, e qua-,  lunque fòrta d’ intemperanza , e ifregola-  tezza ; e comeche a ciò niuno giunger va-  glia che pria non (àppia quello cibo, o que-  lla bevanda per la fca cattiva qualità , o  troppe quantità li rechi danno, aliai pochi  non però fi veggono di quegli che badano   que-    e femplicemente al gufto preparati , cotanto   piu giovino . _   Quindi ne Jiegue ; 1. Che V erbe f ano mi-  gliori eftremamente pii* delle carni , comeche  quelle che rin ferrano in fe maggior copia , e  abbondanza d' acqua deir altre , fi tengono in  minor pregio , e per meno falubri ^ li. Che  delle carni quelle che fon d' una tejfttura non  guari ne dura , ne fr agile jorne quelle di va •   III.   ‘ .% * • ; - .   Del Moto,   • Oltre tabu O'sa elezzione dell* aria , e de*  cibi per la J alate , egli Jì richiede altresì un  moto moderato della per fona , e fatto a tem*.   fOy    Jigitized by Google    I     DEL DRITTO NATUR ALE. 1 7 r  Per la qual cola infra gli uffizj , che l’ uom  deve al fuo corpo , eflendo la contervazion  della propria vita , la fanità del corpo, il  fàperli ben guardare, e munire centra riti-  giurie delle ltagioni , 1* integrità delle  membra * e ’1 trattar d’ acquiftar tutti gli  abiti Convenevoli al fuo (lato , e acquifta-  tegli, efercitarli , e mette rliin opera ; da  'chi che brama aver di fé quella cura che  aver deve fà meflieri,che ogni fio Audio, e  tutto l’ intendimento rivolghi a cotali co-  * fe ; poiché in ordine alla (ita vita * uopo è ,  che fi rifletta quanto mai reputar fi debba  la (ua perdita con ragioni prete dal fuo  proprio flato , come a dire col por mente  a Ipiluzzo a tutti li beni , eh’ egli da quel-  la    po , cioè , non miga dopo pranzo ; eh è potreb-  be ejfer dP un gran impedimento alla concozion  de' cibi , e in luoghi debiti , come fon per efem -  pio gli aperti * 0 li campejìri , che fono li mi-  gliori . Vaglia il vero venghìamo da tutti af-  fé urati e ref certi , che come quejìo ufato in  quella guifa , che voi abbiam detto , giovi a  confervar in moto il fangue , e mantenerli il  calore , non che per . la robujìezza , per la ga-  gliardi , e per V agilità delle parti , e per al-.   tri    Digitized by Google    I    DE’ PRINCIPJ   la può mai ritogliere , e alla fùa famiglia*  e agli altri recare; niuno nafcendo per fe  me~defimo,ma foltanto per Dio, e per gli al-  tronde è che ad uomo competer non pof.  fa giamai dritto alcuno , ne poteftà (òpra  la propria vita ; e per nitina ragione al  Mondo debba affrettar la fua morte, effen-  do ciò lo (letfò che rubellarfi , e fòllevarfi  contea Dio , giuda fi moftraron di fènti-  mento li migliori infra gli antichi Filofòfi;  ( r) come che gli Stoici foli avellerò tutto  diverfàmente fentito , in guifà che i Ro-  mani avendo la maggior parte da Giure-  confulti avuti da cotal fetta, non filo niuna  pena iftabilirono contro coloro, che volon-  tari a-   (r) Cic.inCit.è de Rep. I. Vi. p. io?. Ateneo i. 4*  p. itj. Caujabm.p. 1S4. PUt.in Pbadon. Piotivi. \X.En~  nead. 1. Senec.ep . 70. p.    tri si fatti commodi , ed agì : potendo fedirci  di vantaggio fpszialmente per un gran preferì  vativo e argomento a poterci da morbi Cro «■  nici liberare , non che dall ’ Ippocondria ; e  dall' etica f opra tutto con quello del cavalca -  re : cosi al rincontro la f 'ua mancanza , e la  foverchia q f àe*e venendo il nofìro corpo pref.  fa poco ad ifnervare , ed qffiebolire lo renda   ina -    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 175  tariamone trattato avefièro ufcir di vita ,  ma altresì come Validi li tefiamenti ne fo-  fiennero,e l’ultime volontà ( s ). Anzi alcuni  non foto infognarono, ma ne diedero fin nella  propria perfòna della lor dottrina l’efèmplo;  come di Caronda, di Cleanto, di Crifippo,  di Zenone , di Empedocle , di Democrito,  e di pochi altri dicefi ( / ) ,• che nell 1 ultimi  lecoli altresì ebber di quelli , che ne prefè-  ro le parti, e contra ogni ragion li fèguiro-  no ( u );ed il medefimo fi può dire riguar-  do alla propria fàlute , efiendo ogn’un  tenuto por mente alli commodi , e agli  agi , che da eflà fi poflòn mai avere , e agli  jncommcdi , e difàgi , che portan (èco i  , mor-   ( f ) i {Ip'utn. D, /. ^8. Paul. I. 39.   ( c ) frodar. 1 . 1 a. p.Si .Lattant . de /alfa fapientìa . /.   8.C.1S.   ( u ) V. Alla erudlt.nd ann.iyoi. menf Maj.p. 230,    inabile del tutto al travaglio , e alla fatica ,  e con fargli vmori foverchìo grojfolani dive-  nire , e che le digejìioni az/venghino fuor di  tempo , infermiccio , anche e mal fano ; ma  egli è uopo avvertirebbe dopo un moto violen-  to , e forzato non f debba tutto di rimbalzo  come egli dicono, darjì alla quiete , e al ripo-  so , ma pajfo pajfo * acciò mediante V infenfì-   bile    Digitized by Googl    174 DE* PRINCIPJ   morbi , di cui, vaglia il vero, farebbe lènza  fallo , di gran nofro giovamento , che a  quefto effetto fè ne cercaffero,e fe ne ilifco-  prillerò le caule . In ordine poi all* integri-  tà delle membra in tutto il corfo del no-  fro vivere , e in ogni moto , e fito del no-  fro corpo, uopo è badare attentamente alli  danni , che comunalmente fi veggono alli  incauti avvenire ; e veggendofi per efpe-  rienza , che li fènfi in noi per l’ eccefiìvo ,  e fìrabocchevole ufo, che ne facciamo, ven-  ; ghino la lor virtù a perdere , ed a (minuir  di forza , cioè, che P applicar gli occhi per  efemplo alle cofe minime , e piccioliflìme,  o troppo difcofie , e lontane , o vicine , d’afc  fa i fracchi la vifta , e la difminuifca;   J’-oree-    bile trapelamento delle parti agiatamente  fatto, fi dileguino le particelle faline e fulfu •  ree del j angue .    IV,    *   Pel fonno , e della vegghia.    Ma ninna cofa vogliono, che vagli vieppiù  il nojiro corpo a fcemar di forze e debilitarlo  quanto il troppo Jìar defio , e la lunga vegghia.  ' eh'      Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. i?f  * T orecchie a rumori troppo violenti , e  grandi , ovvero a filoni foverchi vehemen-  ti efpofii perdano l’ udito ; e ’1 medefìmo  egli lìa trattandoli degli altri /enfi ; non  abbifogna miga ufarvi negligenza , e tra£  curagine , In ultimo rifpetto all’ abito , e  al domicilio , di cui fiam in dovere forbirci  per poterci munire , e difendere dalle fia-  gionijè mefiierj , che fi oflervi non meno il  decoro s e far che I* azioni libere fian  Tempre mai in concerto , che aver fa  mira agli averi , allo fiato , ed alla  propria dignità , eperfonaj come che di-  cendo io di. efièr in obbligo provvederci   d’ ab-    K * "2   eh' impero il fonno Ji abbia per la nojlra con-  fermazione a reputar £ ima ejirema necejfitày  e bifogna ; come che fi richiegga ufato pur con  moderazione , e regola % y effendovi meramente  alcuni , che ne fiano piu degli altri bifogno -  Jì, come quegli che fono in una continua me-  ditazione , cioè di un temperamento molto  umidofopra tutto però Jì avverta a far buona  elezzione de' luoghi per dormire , ejjcndovi al-  cuni come i foverchi caldi per efetnplo , che  fono meno comendabili e f aiutati de' freddi,  stemperati,   V. Dal,    Digitized by Google    V    iq6 DE’ PRINCIPJ-  4’ abitazioni , e di vedimenti per liberar-  ci , e (campar dall’ ingiure delle ftaggioni,  non intendo miga aderire non efièrvi altro  motivo per cui alPuom convenghi ciò fa-  re ; imperocché in ordine agli abiti, li no-  ftri (enfi venendo modi (avente , e rifve-  gliati dagli oggetti , e per mezzo di effi  ponendofi (pedo in moto l’appetito, egli  ogni ragion vorrebbe , che facedìmo nel  noftro corpo ufo di quegli per coprirne ,   • e nalconderne quelle parti, di cui pur trop-  po i( tacer è bello, altresì dove non vi avek    V,   Della fup effluiti , e degli efcrementù   Molte fon le regole altresì che ci vengono  preferite a queflo riguardo ; ma noi non ne  riferiremo , che le principali , le quali ridar  fpojfono a quejie , cioè . Che le f ape fluiti e  gli efcrement\ tutti generalmente parlando ,  lungamente rattenuti fano di un gran difea*  pito alla falute . . ... . .   Che quelli che fono fcarrichi di foverchio ,  q fciolti di ventre debbano di gran lunga evi «  tar il freddo del corpo , e fpezialmente quella   àe'    Digitized by Googk    DEL DRITTO NATURALE. 1.77  , fe alcun timore degli incommocji de’ Tem-  pi j è rifpetto alle calè, e abitazioni , con-  verrebbe parimente averle per cuftodir il  noflrO 1 , e per attener pio agiatamente  àlle noflrebifoghe; e preparar il necelfa-  no al noflro foftemamento , non che le  ftanche membra rìftorar col tonno . Quindi  uom vede quanto profittevole , e giove-  vole e’fia per ciafcuno trattar di 1 far un  abito da poter riflettere, e badar anche  alle cote piccioliflìme , e di niun rilievo  per non la/ciar nulla a dietro nelle colè  . grandi , e di maggior momento. ' ‘   D. Che colà è diligenza? ‘ ;   fri. E una virtù confìflente in ben deter-  minar la fatiga, e’1 travaglio, non che  tutti li noftri efercizj giufia ìe leggi della  natura ; imperocché efiendo colà pur cer-  • M • >, tiiTì,   . ' . • * • . S v f   ■■ ^ , -   de piedi . Che lìfudorì volontari gfovwo fuor  di mi fura a quelli che fon cT un temperamene  to umorofo . Che la fa Uva ef'endo d* un gran  u » e ffZ\ a . dwjjìove j e per la def rezza , e  l agiltta delle fbr e non Jì déhba Jempre cac-  ciar via ^ e rigettar al di fuor a ; ed in ulti-  mo eh iUoifo Venghi adoperato molto di ra-  do ) e moderatamente , ejfendoyi alcuni tempi   come * '    • * 7 1 .   • .   17 ? DE’ PRINCIPJ  tilTìma che 1* uomo ingegnai* fi debba in  tutti modi di aver tutto ciò , che può mai  abbifognargli nella vjta per fodisfar , Com’  e* conviene al li lùoi obblighi , o ulfitj, non  puòdalènno dubbitarli , che non debba  efTer afiiduo nella fatiga , e nel travaglio,  e non lalciar occafione alcuna àddietro eh*  efier gli polla di frutto , o di guadagno all*  accrelcimento de’lùoi averi ,* ogni volta  eh* egli polla farlo a gloria , e loda dell’  Onnipotente , e lènza 1* altrui danno , o  difeapito ; potendo egli avvenire , come il  più .avviene d* ordinario , che per vec-  chiezza , o per indilpofizione , o per altra  contrarietà della fortuna , in apprellò non  polla s ne abbia cotàl agio , e commodo ;   co-   ■■■!.■ Il-l I ■   v ' ’ ‘ VI.   Vegli effetti 3 e delle paffonì.   ' > ■ ' ’ r ’ ■ r • •   I ^ '   Ter quel che riguarda quejìo particolare  fionji ha nìunacofa di rilievo dalla medicina j  onde tra per quejìo , e perche fe ne favella   /#-   . Cìicji ed by Googk    del DRITTO NATURALE. 1 79  cofa che fa cono (cere , e comprendere ì  quanto giutfo , e’ fia , e convenevole badar  per 1* avvenire * e non confumare , di bot-  . to 1* acquieto ; Li vantaggi , che mai lì  ritraggono dall’ elèrcizio Coverebbero ba-  care a non renderci neghittofi, e pigri,  m’ amanti , e vaghi dell’ abito , o Ila virtù  di cui di prefente favelliamo ,• come che il  noftro travaglio , e la noftra fatiga deve  regolarfi lèmpre in modo , che nulla mai   M a di   " ! ■ .. 1 !» 1 . ! .. ' ■ ■■   * ■» x   fufficientemente /opra, non /limiamo ne ce far io  difenderci di vantaggio •   . * « , ' « •   VII.   Velie regole proprie per la falute di  ciafcunoy o per V età , o per lo fijfo ,  o per lo mejìiere o per lo tem -  per amerito* ' \   Oltre quefie regole generali vi fono di  quelle che non rif guardano , che lo /pedale ;  ed alcune perfine particolari , o per f Jtà,o  per lo fife, o per lo temperamento o per lo pro~  prio mejìiere . Incominciando a trattar delle  prime , e di quelle riguardano tonfati feto al   dinan -    Digitized by CjOOgle    l«o D E' PRINCIPI   di fatata giuda teftè detto abbiamo , veru  ga a perderli , o il decoro , e la giocondità  della Vita a /cerna re ; poiché non v’ è colà  lènza fallo , che fia cotanto commendabi-  le , e lodevole , quanto d* un uomo eh’ in  tutto d’ offervar proccuri y e tenere una  via di mezzo , eflèndo per poco tutti gli  eftremi vizioff.   V. Che cofa è Pazienza?   M, E una virtù , che ferve a diriggere , ed   ' • v fri- •:   (i io ) Libo la* c. io ; . ;    Digitized by Coogle    DE’ PRIKC IP J   ftieri fòffrir pazientemente , e patire quel-  f che non fi può in guife alcuna fra fto mare*  e rimetterci in tutto ài fuo divino * e fanto  volere ; e ciò tanto più , che fecondo dàl-  ia fperienzà s’ imprende l’ impazienza ad  altro mai non ferve , che a fard 1* avverfi-  •; tà , e 1* infortuni vie più maggiori diveni-  re , e intolerabili ; Avvegnaché (òpra mo-  do giovar ci polTà per quanto fia poffibile  ■' il prevenirli anticipatamente , e nelle  cofe feconde, e profpere avervi mai fem-  pre la mira , o con applicarci a più , e più  cofe trattar in effe di diftraerci nel miglior   modo    primo anno da far far loro akufo de ’ cibi * e  delle bevande per non renderli infermicci in  mille modi , t cagionevoli 5 anzi è bene anche  /appiano il f onere hio cullare , che fi ha in co*  fiume comunalmente di far per tirar lì ragaz-  zi al fonnó , fovénte rechi loro un dif capilo , e  un danno notabile ; vero è però che il fonno  nelli primi mefi, quanto egli è pih grande Jane  to vie pitt avér fi deVe , per meglior fegno *> e  per marca di fialute , come al rincontro la veg-  ghia oltre P ufato è fempre fegno y e indizio  di qualche morbo . Rifguardo all'aere il tem-  perato è il più comendabile e lodevole per ejji t   e un    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE. 185   . modo del Mondo ; di vero la vita dell’ uo-  mo ( dice un attore Terenziano ( x ) egli è  come il giocar a dadi , in cui tè quel putito  - non ayviene, che tu appetti, abbilògna  che l’ arte corriga la fortuna ; onde, giuda  ’ Epitteto, ( j ) perciò non v’ ha meglio, che  . guardarfi di non applicare la propria av-  verdone , e il proprio appetito in colè, eh*  . in nuila da noi dipendono, e rifpettòa  quelle ( z ) che fon il (oggetto del nodro  - amore , o del nodro piacere , o che pur va-  gliono per qualche noftra bifàgna è medie-  ri che fi difàmini attentamente la lor natu-  ra, incominciando da quello che meno va-  glia ; imperocché fe mai un Vetro, oun   pen-   ( X ) Adtlph. atf. IV. fc. VI ri   ( y ) irXEIFIAIOR f.7.   (;z ) li il. c. s. è 9. 10. 11. n. 15.14. i?. #ei    I,    e an refpir, amento al meglio che fa pojfibile  libero ; quindi li bagni lor Jt credono altresì  pojTono ejiremùmente giovare ; comeche tutta  la diligenza e cura deve ejfer mejja in man-  tenerli di ventre liberi quanto f può , e fciol-i  tip giunti jbe fi Veggono a tempo in cui toglier  Jt debbano dal latte,abbifojjia , che lungamen*  . te (ì facci no ajìener non men dalle carni , cb*  eglino miga vagliono ancora allor a diggeri*   M 4 re    Digitized by Google    .184 DE' PRINCIPJ-  pentolino, per efempló , avvien , che ci  piaccia', e diletta , perfiiafò vivendo noi  quanto e’ fia di natura corrottibile , e fra- -  gilè, dove per avventura mai e* venghi  ; a frangerfi , o fiaccarli non verremo per-  ' ciò miga in difturbo , e perturbagione ,   Ei p' ìxcés-is 4- v X ee y a> y* l ' !my i fi ir pittai viw , 5   yO(iiva>v , (lìfiJHro unKtyuv , ómìór tri v , cip 9 " O’fMKpi'itt'Wr  upX'óptivos . ai xvrpav ripypi-, ont xórpcat rtpyas.Kctntttyti*  c»s yàp mùnti , « . a» * iraxhor axjrts Kcentttpr   X>ji , H yuttcùx-oc , om ausSabnrov] ’x.x.nu'piKàs «p5uuóvno   M. Un abito , o virtù che ferve a difporre ,   • e diriggere 1* azioni dell’ uomo nell» peri-  coli    che fi ave zzinole  éójUtmino far tutto Ordinatamente , e con de-  coro , non che li lor travagli , e li lorfiudj ,  cui per avventura in un età giujìa , e conve-  nevole fi danno , avvertendo dì vantaggio ,  che quefii vengano ammifurati in gnifa , che .  il lor ingegno efiremamente non fi infievolii  chi , e debiliti , ' \ \   r In oltre pafiando ad altro ; egli fi ac cornane  da a vecchi figuir tuttoccib,che fono cofiuma -    Digitized by Google    ite DE» PRINCIPI  1 ceflìtà , eflèndo ciò contrario del tutto  . j reai mente , ed oppofto alle leggi della Na-  tura , e quell’ eccedo appunto, o vizio,  * a cui comunalmente diam nome di audacia,  o tracotanza rOr finalmente quefti erano  gli uffici , gli obblighi , e li doveri dell*  uomo fòlo nello fiato Naturale e non altri.  D. Ma perche voi favellando peravventura  di quelli , che non riguardano che lo fpi-  rito , abbiate altresì tratto di quelli , che  aveano attenenza al corpo , e allo fiato  -efierno ?   M, Per   . — ■- É\ PRINCIPJ   aggevole d’afiai e facile, dove pur cosi .  v* aggradi, ridurli sù quelli tre capi di cui  vi feci motto fin dapprincipio; imperoc-  * che qual malagevolezza-, o difficultà mai  r. potrete voi rincontrare in conofcere ; Che  quanto da noi fi diflè della volontà , e del-  . » rie-   ’*« i   x — — ■ ■ — ~   effer una feguela dell' applicazione e del ripo-  fo ; .come eh e V ufo del cioccolati o di tempo in  tèmpo poffa firvir molto per fortificar loro la  JìomaCo , e rimetter lì f piriti nell'applicazione  efauJtiyWn che per corrigere gli acidi del fan*   gite * «* " • '- * •' * . ■   - Al rincontro , a quelli , che fon peravveng  tura Deputati , e desinati a travagli ^ e fatt-  olo e pili dure i e gravo fe y fi concede feur amen*  te U bere y e il mangiare in più gran copia , ed  abbondanza di quejii ultimi , ma fono avver-  titi d' effer cauti , ed avveduti di evitar del ,  tutto ribaldati , eh' e' pano le bevande fredda  ingenerale , potendo lor ìquefle apportar feco    />    DEL DRITTO NATURALI;. *8 9  ricchezze , agli abiti , ed altre così di tal  fatta non abbi attenenza, che al noftro  • flato efterno ? Onde ecco pur tutto con un  motto rimeflo in quello afiertOjeordinanza  che voi lo defiderate,*ed egli è cofa t in realtà  di gran rimarco oflervare,come tutto inte-  ramente quali che da fonte, o forgente trat*  to s abbia da non altro , che da quella, no-  flra maflima generale: cioè, che l’uomo  debba far quantunque più può , e sà a foo  vantaggio e utile, fempre. mai che far lo   polfa - ‘    'delle diarree ,foccorrenze , cacajuole ed altri  malorifmili .   In ultimo venendo a quel che rifguarda la  diverjtia de' temperamenti , primieramente  per quegli , che di f over chiofopr abbondano  di fangue ì egli vien fommamente lodato un a e* •  re molto, temperato , un vitto affai naturale ,  e fempliciffmo , un cibo di groffa corffjìenza ,  e una gran moderatezza nel vino , e nel fon-  120 , non che negli affetti interni de ir animo •  Secondo per li colerici , e li biloffji approva ,  oltre un * aere altreiì temperato^un cibo liqui-  do ^ un vino acquofo , e il ripofo , e il forino „ ,   anzi ,  ' ■ m    Digitized by Google-    DEL DRITTO NATURALE. 191   continuo e regolar fi, • poiché quell’ azioni,  che fi riftringono per efèmplo fòtto la, tem-  peranza vengono da quelle ifteflè leggi ,  dirette, e regolate, da cui fon rette, e  ordinate quelle , che fi comprendono Cotto  la giuftizia , o la fortezza , egli v’hà ogni  ragione d’ affèrire , eh* in effetto per par-  lar con maggior proprietà, non fia eh’ una  fòla la virtù umana , e quefta altro non fia,  che il viver conforme le leggi della natura,  comeche gli uomini comunalmente o per  non rinvenirti niuno infra efii,che ne fia iru  teramete ben fornito, veggendofì altri eflèr   fòi-   * ♦ * » • l ^ r    ni avvenendo dinanzi il convenevole tempo, li ;*  cibi aromatici , e difeccativi Vagliano ad emen-  dare , e corriere fe non del tutto ; almanco 1 *  in parte quefio difetto ; e come colripofifi  Verrebbe ad acc re fiere , ed aumentare in efft '  il torpor delle fibre' r coi ì al r ove [ciò, median - 4  te il travaglio fi vengono quefie a render vie >'  piu ferme , e fide ;e il [angue , che a produrr  re delli mocci in abbondanza è ben acconcio,  con quefio fciogliendqfi conferva tutt ’ ora il  moto . Quindi per ejfi [ervir pofiòno e valer  parimente d* un ottimo , e buon rimedio li ne -  gozj , e P occupazioni le piti ferie , e fafiidiofi   del      ì 9 i DE’ PRINCIPJ  Ibi tanto faggio , altri lòl tanto prudente , e  niuno aver in fe congiunte, e unite tutte que-  lle virtù particolari , over per formarlène  un adequata idea fecondo la diVerfà , e va-  ria applicazione , eh’ eglino a Ior divelli e  varj doveri ne fanno , le diedero vari , e  diverfinomi, o vocaboli, di giufìizia, di  temperanza , e di altri sì fatti , nella guifà  appunto , eh* a quelle medefime leggi ,  per quella ilìelTà diverlìtà d* applicazione,  or Civili , or delle Genti , or Pubbliche ,   ‘ r or in altro , e diverfo modo le appellino.   • ì M. Si    del Mondo . Quarto f crede commendabile  fopra modo , # lodevole per li Malinconici fpe -  zialmente un aerfrefeo , che vaglia , e pojja  molto frvire per accufcere il trapelamelo ,  t V refpiro della lor pelle , non che Per agran*  dire le particelle del J angue , li cibi / alzi , e  d* Una fece a conjjjtenza , una gran moderateti  ta , e temperanza nel vitto , e negli affetti , •  in cui eglino fogliano per natura difettare ;  e tutte le ccfe ifcioglienti > che vogliono  piai epojfcn in ejf promuover delli e fremen-  ti , blighi 1 e li doveri dell’ uomo confederato  di brigata con gli altri rìfèrbarolli per ma-  teria d’ un’altro ragionamento.     temperamenti mijìi ci fi ammonifce , che frati  tandofi di ejfi ,fi abbia fempre mai rif guarda  a quel eh ’ in noi predomina , e fignoreggia , Or. \  quejio è quafi il principale di quel che da Me»  dici vien preferito per coloro , eh' efiendo in  una buona fai ut e y o difpofizione amano mante - *  fiervifi ; il di pii * , volendo , fi pub come cofa  poco appartenente al [oggetto di cui fi tratta*  4 a ejfi ftejfi imprender di leggieri .    Digitized by Google    194     DE P R I N C I P J    DEL DRITTO   NATURALE   trattenimento III.   Degli llffizj deir uomo conf derato dì  brigata con gli altri Uomini nello  Jìato Naturale .   SOMMARIO.   I. NeceJJìtà d' un Filofofo d' attendere al-   lo fudìodi quejio Dritto ; e obbligagione di  ciafcuno d' ijtruirfene. .   II. Fondamento degli ujfz) umani ijcam -  limoli degli uni cerfogli altri , e quali que«   fì'i tifano. ■ .   > III. Seguito delle virtù Morali ,   IV. Patti , e lor natura , e origine .   V. Contratti come rinvenuti ; in che co fa   ■ fJ to '    Digitized by Google    f    DEL DRITTO NATURALE. i 9S  JìJhno j e nafci mento de' dominj .   VI. Della compra , e Vendita in panico 3  /are e d' alcuni altri contratti .   U alunque volta per ve-  rità da me fi pon men«  te , e fi bada al diletto  il quale hò io quelli dì  fèntito in udirvi difcor-  rere delle leggi natura-  li, e confiderò quanto  egli fia profittevole , e vantaggiofo all’uo-  mo 1* averne contezza ; vera pur troppo ^  e certa mi credo , che fia l’ oppinion degli  Antichi (a ) circa all* aver per indegni , e  immeritevoli del tutto dell’onore, e dei  nome di Filofofi coloro , che non n’ aveano  nel li lor ammaefiramenti divilàto a lcuna  colà, e mediante le proprie meditazioni  cerco ilchiarirle , e renderne ammaeftra- -  ti gli altri ; niuna parte realmente della  nofira vita rinvenendoli , giuda che per  E appunto quegli confefiavano nè nelle co-  lè pubbliche , ne delle private , nè nelle fo*  renfi, nè nelle domeniche , nè le con noi  ftefli alcuna cola facciamo , nè lè con altri,   • chiunque egli fi fofiè contraghiamo , in  .cui elleno non debbano aver luogo , come   N 2 - quel*   C * ) Cie. de OJfi f>r, 1. 1 .     Digitized by Google     196 DE* PRINCIPJ  quelle nella cui ottervanza ogni ornamen-  to , e fregio e porto della vita, e ogni uma-  na virtù confifte , e nel cui difpreggio , per  quanto jer pur da voi imprefi, ogni vizio,  ogni laidezza , e ogni noftra bruttezza fi  arrefta; Per la qual co là in apprertò in  me cederà ogni , e qualunche maraviglia,  cd ammirazione in veder buona parte degli  miei uguali , per non dir tutti , o per pro-  pria negligenza , o defii loro genitori 3 o di  altri alla cui cura vengono peravventura  commetti , o per un comunal pregiudizio,  ed afiai popolare reputando uno cotal fiudio  per etti poco vantaggio^) , e utile , e nulla  imperò applicandovi , sì difordinatamente  Vengono l’ altre fcienze ad imprendere , e  direggere li lor efèrcizj , che dove credo-  no poter col tempo giovar , come devono,  a (è, ed alla propria famiglia, ed alla Patria,  fi rinvengono all* ingrorto aver errato , e  totalmente ingannati . Ma cotali cofè , eh’  a noi nulla , o molto poco appartengono ,  falciando per al prelènte per lèg uir il di-  feorfo di quello , ch^jer fi rimale a tratta-  re , dopo aver confederato P uomo lòlo nel-  lo fiato naturale, infingendo ora mirarlo di  brigata con gli altri , e in una focietà uni-  verfàle, vorrei lènza interrumpimento udir-  vi favellare degli uffizj , e doveri , ch’egli    Di | ’t iaed by Googic'     f    DEL DRITTO NATURALE. 197   dovea in quefto Rato fòdisfare.   M. Quefti tutti inferir lì poflòno, fènza alcun  li. dubbio , da quefta propofizion generale :  cioè , che 1’ uomo naturalmente in fe fèn-  tendo un infinito piacimento , e diletto  dell’ altrui perfezione , 0 utile , o vantag-  gio, che dir vogliamo, nulla inferiore a  quello, eh* egli hà dalla perfèzzion di fè  Redo , dove dalle padroni non venghi tra- ■  volto in contrario, dirigger e’ debba , e re-  golar le fue azioni in guifà , che tendano  non meno a utile , e vantaggio proprio, eh*  a quello degli altri ,* imperocché da ciò  che reputar fi deve , e mirare per lo pri-  mo , e per lo principale di tutti gli obbli-  ghi , o uffizi umani fcambievoli , o per  meglio dir di quefto genere di cui or trat-  tiamo , come tanti corollari , Porifmati , e  vantaggi , che dir vogliate , ne fegue ,* I.  che non abbi fogni far ad altrui quel che  non fi vorrebbe per fe medefimo . II. Che  fia meftieri corrifponderci tempre mai con  un ifeambievoie , e reciproco amore , im-  perocché dovendo noi goder dell’ altrui  iene, e i'elicità, come della propria, e  averne del piacere , e della gioja, quefta  non può in modo alcuno disjungerfi , o  feompagnarfì dall* amore. III. Cile dob-  biamo in ogni- tempo operar in modo , che   N 3 niu-    ' Digitized by Google    I?s DE’ PRINCIPJ  niuno t abbia a grado la noftra infelicità , o  miferia , e giudo motivo di appeterla , o  bramarla , purché far lo polliamo lènza  muoverci un jota contro alle leggi della  Natura , la cui obbligagione è fempre  mai la ftefla , ed immutabile , eh* è quanto  dire , renderci per quanto fia pofiìbile a  tutti cari , e amabili . IV. Che non v* ab-  bia ragion alcuna da renderci fùmofi, e al-  tieri, o al di fopra degli altri, ma che tutti  fènza rifèrva , o eccezzion alcuna di perfo-  ra dobbiamo infra noi tenerci per pari , ed  uguali con darne con parole , e con fatti  della venerazione , e del contp in cui l’uno  fia predò dell’altro fpreflò legno al di fuora.   V. Che non dobbiamo in niun modo met-  ter in palefè , ed alla (coperta 1’ altrui ma-  gagne , o difetti ; ma prender tutto quan-  to da altri fi fa mai, o fi dice in buona  parte, difendendo in tutto tempo , e avvo-  cando 1* altrui dima , e onore ; colà che fi  dee far fopra tutto trattandoli de* calun-  niati , e gravati a torto , non efiendovi al-   * tro meglior modo , o mezzo di quello per  renderci al Mondo ingraziati , ed amabili .   VI. Che non fi debba niuno mai offende-  re, nè dannificare per niun verfo , altro  non effondo in fatti , quello tutto , che  operar ad altrui dilvantaggio , e difeapito;   il per-    DigitizBd    DEL DRITTO NATURALE. 199  il perche l’ off è fa , e ’I danno, che perav-  ventura ad altri facciamo fiam in obbligo  in ogni tempo , ed in dovere rifàrcire a  ogni nofiro colto , e quello che da altri mai  a noi li reca,fcanfàr a tutto poter , ed evi-  . tare ; eflendo per una cotal ragione , e per  quella pio pofizion altresì principale , ch’ai  di lòpracennammo , cioè , che L’ uomo far  polla Tempre quantunque più làppia , e  vaglia a fuo prò , giuda e lecita in quello  calò di cui fi tratta la difefa . Vili. Che     Egli è certo , ed indubbitabile , che tutti  . - - noi    Digitized by Google     *04 DE* P R I N C I P J r   noi fiam obbligati , e tenuti operar in gui-  fa , che P azioni naturali corrifpondino in  tutto , e concordino fèmpre con le libere  con aver un medelìmo fine ; II perche Pap-  petito al coito efièndoci fiato dato dalla  natura , e concedo per la propagazione , e  confèrvazione delia fiefià fpezie , ed impe-  rò efièndo un azione del tutto naturale,  egli è mefiieri , che per quanto dipende da  noi, non lì adoperi giamai , ne s* impieghi  d i ve rfa mente, o per altro fine.   D. Egli conviene adunque , che colui vera-  mente , che fia vago d’ effer netto , e ca-  tto sfugga , e vita a tutto potere ogni forte  di congiungimento illecito , e contro le  leggi , che non abbi altro per fcopo , o per  fine j che il mero piacere e la voluttà , co-  me li ftupri , le fornicazioni , gli adulteri,  ed altre sì fatte fòzzure , e bruttezze , con  trattar parimente di dilungarli da tutto  ciò , che vaglia mai ad iftimolarlo , e por-  tarlo a quello , e vietar tutte le parole , le  gefia , e P azioni lafcive , per cui ne pofia  rifultare quel gufio, e quella compiacenza,  che il piu delle volte porta (èco al di die-  tro.quegli movimenti critici , li quali con  dedar in noi di fovverchio r e rifvegliar li  fenfi , fanno, che la ragione totalmente fi,  addormenti •   M Li    Digitized by Googli    DEL DRITTO NATURALE, aof  AI. Li motivi per cui fpigner ci dobbiamo  edilporci alfacquilìo di una cotal virtù  fono quegli fteflì per cui devono eflerci in  abborrirhento , ed in odio li piaceri ; onde  di quelli avendone parlato (òpra alla diflfu-  fa i non fa meflieri qui ripeterli al di nuo-  va; Comeche convenghi oltre a. quelli,  che fi badi altresì alle pene, ed agli gaflighi  che in ogni ottima , e ben regolata Rep-  pubblica vengono dalle leggi inabiliti per  - li fìupri , adulteri , e altri si fatti delitti ;   ' ed avvezzarli di buon ora a sfuggire, e vie-  tar Ogni occalìone , che pofTà fervi rei di  motivo per portarci a qualche azione libi-  dinosi , e cattiva.   D. Come definite voi la modeflia ?   M. Per un abito della noflra volontà , o per  meglio dire , per una virtù di ben deter-  minare, edifporre fazioni appartenenti  ' all’ onore, fecondo le leggi della natura;  Quindi il modello , fèbbene operi in modo, v  che Ila degno d 9 onore , e di flima , non pe-  rò egli la brama , o 1* appetifeé; ed in ciò  differilce dalf ambiziolò , il quale al rin-  ' contro brama gli onori e gli appetilce , ed  andandovi al dì dietro più del convenevo-  le pecca nell 9 ecceffò ; e fi diftingue altresì  da colui ch’éfièndo d’ un animo vile fòver-  chioj ed abbietto pecca nel difetto ; impc-  - - roc-   •. ,• * *   v • , ••   A.   ♦ ’ * C.   » * v Digitized by Google    ao6 DE’ PRINCIPJ  i rocche avendo noi della compiacenza, e  del piacere del conto , o (lima in cui fiamo  prefio altri, ed imperò venendo tratti dalla  gloria delle noflre iflefie perfezioni, può  quefla,fenza fallo,fervircidi un gran (limo-  lo a condurci Tempre mai e portarci per lo  dritto fenderò a grandi , ed eroiche im-  prefè ; II perche fi viene a conofcere in un  ifleflo mentre l* error di coloro , che con-  fondono non meno 1* amor proprio , che   • nafce dalla virtù di fè ftefiò , con quello ,  che non nafce che dal vizio , efiendo 1* uno  molto vario , e diverfò dall* altro , e il pri-   . mo non così come il fecondo da riprender-  ci , e biafimare ; che la modeflia con que-  lla battezza e yiltà d' animo , in guifà , che   • ; per torre alcuno d* ambizione fi fludiano a  tutto potere d’ ifpignerlo jn quella , eh’ è   { un vizio per verità miga inferiore a quella,  facendo che la perfòna molto poco fi caglia  delle virtù morali , e delle morali non ne  fègua altro , che 1* ombra .   Di Come adunque fi può mai far un ambi-  ziofò ufeir di fua ambizione ?   M. E di fbmmo meflieri ; I. Che capifea  qual fia il vero onore , e come quello non  dipenda miga dalla perfòna onorata, ma  fòltanto da colui , che onora , il quale ab-  bi fogna anche che fàppia formar buon giu-  dizio    *    . Ch’ intendete per amicizia?   M. Un amor vicendevole infra due o più  perlòne , palelàto , e dato a conolcere al-  tresì con uffizj vicendevoli, giufta le leggi  della Natura ; non ettèndo ad un amico ,  inverfo l’altro lecito giamai , ne permetto  far co fa per menoma, eh’ e’lia contro que-  lle. Quindi acciò tta ferma realmente , e  Itabile , e collante un amicizia , e non ft  (ciolghi cosi di leggieri egli impiegar fi de-  ve tutta la diligenza , e la cura del Mondo  nella (celta degli amici ; comechs ettèndo   O 2 , »n    Digilized by Google    aia DE 1 PKINCIPJ   in vero co fa molto malagevole , e difficile  che fi rinvenghi un amico del tutto intero,  e buono , come fi vorrebbe , e potendo di  leggieri avvenire che fi fia errato nella  lecita , e che 1* amicizia contratta fi  fciolghi , o perche l’amico voglia da noi  qualche cofa non ben giufta , e buona , o  per altra cofa sì fatta ; il più ficuro modo,  che fi può tenere nel praticare , e conver-  far con 1* amico , egli è quello , che dir Ib-  lea Biante , celebre tra* Greci Filofòfanti ,  cioè, di enervi si fattamente circofpetto e  avveduto, come con colui , che col tempo  può per avventura divenirci contrario,  e nemico ,* del retto quefta è una virtù, ed  un abito , che fi acquitta e ottiene , come  tutte P altre noftre virtù , e gli altri noftri  abiti , per via di molti atti ; come a dire :  con P amare da vero l’amico per le Tue vir-  tuofe , ed eroiche qualità ; col praticarlo ,  e fìar con etto lui, e col godere in ogni mo-  mento del bene di lui , come del proprio;  A ogni modo non mi fèmbra neceflàrio ar-  redarmi qui in farvi vedere la neceflìtà ,  che abbiamo di far un cotal acquiftojbafìa  dire , che doppo la virtù, l’amicizia pofla  e vaglia a formare la nottra felicità , e che  abbracci tutti gli flati , tutte le condizioni,'  e tutte le differenti noflre età ; ella giova   a rie-    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE, il 1 3  a ricchi, e a potenti per far ufo della lor  fortuna ; a poveri , e fventurati per aver  qualche folìegno, e lòllìevo; a giovani,  per aver chi lor confogli, e dirigga ; a vec-  chi perche può forvir loro d’ appoggio ; e  a quegli che fono nell’ età virile,* per for-  nirli di favori , e di affluenze ; e lafoiando  ilare , che la natura ftefia ci porti a quella  virtù , avendo altresì ne’ bruti , e negli  animali inferito certe inclinazioni , per cui  quelli della medefima Ipezie fi portano tra  elfi ad accoppiàrfi,ed a unire ; nelle Città  e nelle Repubbliche la concordia , e l’ami-  cizia de’ Cittadini fi riguarda come una  parte principale, ed effènziaìe del{a felicità  pubblica .   D. Ma ditemi un poco; egli dubbitar non  potendofi , che il vocabolo amicizia fia  detto , e dirivi dall’ amore, e non amando-  fi da noi ugualmente ogni colà , quali fono  quelle cole , che fono veramente ama-  bili?   M. Di quelle n* abbiamo tre Ipezie ; altre  ■ colè effondo amabili , perche fono buone ,  o per fe llefiè , come le virtù , o relativa-  mente , e per qualche circoftanza , come li  cibi per rilguardo della noftra làlute , o le  medicine per le malattie ; altre , per arre-  carci del piacere , e della giocondità , per   O 3 cui    ai4 DE’ PRINCIPJ  cui altresì diconfi buone ; ed altre per efièr  utili (blamente , e di qualche emolumento,  che le fa parimente aver per buone; Quin-  di ne rifùltano tre fòrti d* amicizie $ 1* una   - di cui, come fondata sù il vero bene, ed  utile ( dico utile , prendendo , quefto vo-  cabolo giuda al noftrofignificato ) è vera,  e perfetta ; e l’altre, non riguardando , che  o il bene apparente , o la giocondità , o  T utiltà volgare ; non fono che imperfet-  te , e fecondane , ed improprie ; come che  altri v* aggiungano pur una terza , che la  defini fcono per una reciproca inclinazione  e propenzione d’ animo tra uomo , e don-  na , fènza alcun moto fènfibile , e la chia-  mano comunemente Platonica ; ma tra  perche quella dalle più delle Genti , fi hà  per una amicizia attratta , e miracolo^ ,  negardo elleno quegli principi Platonici,  mediante a cui fi (oppongono nelle mentì  create , fènza alcun opera de’ (enfi, e ifcol-  pite , e imprette le forme del bello , e del  buono , ed avendo per certo , che quetto   •: impeto , o inclinazione come proveniente  da (enfi , in etti purtt mantenghi con tutto  rigore , e forza , giuda alle naturali leggi,  a mifura , che ne fian capaci ; e perche ne   * defideriamo favellarne con p'ù agio a più   - convenevof tempo , non ne facciamo nep-   ; ■- pur    Digitized by Googk     DEL DR ITTO NATURALE. a \ f   pur motto per al prelènte .   D . Perche avete voi per imperfette quelle  amicizie , che riluttano dalla giocondità,  e dall’utile volgare ? . -   M. Sì perche una con quella fperanza cefc  fando l* amore , cotali amicizie non fono  di lunga e gran durata , sì perche la vera,  e perfètta amicizia , non condite in altro ,  le non in voler bene all’ amico , per Pam ir  co. ■ /   D. Quella pratica , che fecondo voi , fìa di  meltieri in tutte 1* amicizie , hà ella luogo  nelle amicizie tra fuperiore , ed inferiore ?  il/. Senza fallo; a ogni modo deve efler aliai  rara ; li fiiperiori di leggieri annoiandoli  degli inferiori , in modo , che farebbe me-  Rieri alle volte , che fi dim enticalfero del  lor Rato , fe folle potàbile .   D. Ma con quali modi lì può mai conolcer  bene e comprendere una perlòna , che li  confiderà per amica ?   M. Con praticarla qualche tempo con in-  differenza , ed ofiervar elèttamente quanto  ella facci , e quanto operi; come penlà, per  elèmplo , come parla , come ama , come  odia , e come fi duole ; quindi giovarebbe  molto a far tali olièrvagioni particolari  dove blfognarebbe , conolcer universi-  mente li coftumi degli uomini , e le diver-   O 4 tè   * w.    Digitized by Google    ai 6 DE’ PRINCIPJ   feloro inclinazioni nelle loro diverte età,  e nelli lor Itati differenti , con fàper  per efèmplo I. Riguardo all* età ; che li*  Giovani eflèndo di gran lunga dominati  dalle paffioni , e principalmente da quelle  del fenfò , venghino da quefte di leggieri  trafportati , e vinti , come che fèmpre va-  riano per fazietà , e leggerezza , e Ciano in  oltre di fdegnofi , ambiziofi nelle gare, in  nulla attaccati al danajo , liberali , /empii-  ci , aperti per la poca fperienza , anzi im-  però anche creduli ; lieti, fperanzofi per  lo gran favore del lor (àngue, vergogno!]  per non creder altro lecito , fuor di quello,  che apprefero dalle leggi, e dall’ educa-  zione ; magnanimi , vaghi più dell’onefto  e della lode , che dell’utile ; e perciò ami-  ci di compagnie , e di convenzioni , e di  tutte le fòrti di amicizie gioconde ; nemi-  ciflimi della mediocrità nelli lor affetti ,  peccando mai fempre nell’ eccedo, e nel  difètto , o che amino , oche odino , o fac-  cino altro ; e come facendo ingiuria ad  alcuno , non la faccino miga per malizia ,  o per recar a colui danno nella perfòna e  nella roba , ma fòltanto nella dignità , e  nell’ onore ; e ultimamente compafhone-  voli , e pietofi , avendo ogni uno per me-  gliore di quelch* egli fìa in effetto ; che li   ■ vec-    Digitized by Google    I   DEL DRITTO NATURALE. *17   vecchi tutto al Popputo , non eflèndo nel  fervore , e nell’ aumento de* /piriti , non  fìanò d* ordinario /oggetti, ne* /ottopodi a  trafporti , ed operino mai /èmpre con len-  tezza ; e geneiaimente /ìano malizio/!, dif-  fidenti' per la lunga /perienza , dubbj, timi-  di , queruli , fàfìidiofi per T anguftia , e po-  vertà del lor /pinco ; avari per non riguar-  dare , che il commodo , e 1 * utile proprio;  di gran memoria, ed imperò garruli , faci-  li a /degnar/! , comeche non duri il lor  {degno per il freddo dell’ età, morti nella  concupi/cenza , e volti del tutto al guada-  gno ; e dove avvien che faccino mai dell’  ingiurie , e delle /convenevolezze , le fac-  cino veramente per malizia; Infine e’ fiano  mi/èricordiofi come li giovani , febben  quefii per umanità , e quegli per imbecilli-  tà ; malinconici , proverbiofi , e di un ani-  mo molto badò , e rifiretto ; e che quegli,  che (ono in un età virile , e di mezzo fiano  di cofiumi temperati , come a dire eglino  non fiano ne troppo audaci , ne troppo ti-  midi , non credano , ne difcredano ; e il  mede/imo fia dell* altre pa/Tìoni ; li. con  cono/cer rifpetto allo fiato, che li Nobili  per e/emplo fiano ambiziofi , fumo/! , mor-  bidi , tenaci de’ proprj tituli , e che vadi-  . no apprettò più ali' apparenza , che alla lò-  tta n-      Digitized by Google    a i8 DE* PRINCIPJ’  iìanza ; che li ricchi , per 1* abbondanza  fiano ingiurio!] , fuperbi , vaghi di Juflò ,  e di delicatezza , arroganti , ed alle volte  anco incontinenti , fe mai divenirono ric-  chi di frelco ; e che li potenti abbiano co-  ltomi pretto , che limili a quelli , come  che lor moderi in parte la gloria , e li ten-  ghi al dovere; e così degli altri, che fi  giungono di leggieri da quelli fieflì a com-  prendere .   V. Ch’ è quello , che ci rende amica una  perlòna? • -   M. Il farle bene , V ettèr amico de’ lùoi , il  corri pattlonar la , 1* ettèr verlò lei liberale ,  modello , temperante-, gentile , trattabile,  faceto ; e in una parola la virtù , ci può  rendere cari a tutti , ed amabili, giufta che  potette apprendere , dà quel , che al di-  nanzi notato abbiamo , parlando delle co-  lè amabili .   D. Come dunque fi confèrva 1’ amicizia?   M. Col mezzo della benevolenza , o del vo-  lerli bene Icambievolmente , non che con  la concordia , o con la fede vicendevole  nelle co fe agibili ; e con la beneficenza , o  liberalità.   Cont. L’ amicizia perfetta ammette ella mol-  titudine ?   Fil. Mai nò , tra perche in ella fi ricerca un   amor    Digitized by Google    del dritto naturale. 2 i 14.   C g ) Dei ih 9. 1 . 1.   ( h ) Tom. 1. p. 41. /. 1 6. f. de pani s Grot. in fior,  fpitrf. PbUoJìr. de vii. Apoll. nurn. 5?. Dsuter. 1 9. P/trullp.  29. v. J.   ^ I J ?2C    *16 d e* p'R in c i p j -r   ' grandi Grettézze, e bifogne, {botanti motivi,  che mover ci doverebbero ad effei ne vera-  mente amanti , e farne un continuo ufo ,  oltre lepromefie, che a veri li moli ni eri  nelli Sagri libri della noftra Santa , e Ve-  neranda Religion rivelata fatte fi rinven-  gono . .   ZX Che intendete per verità ?.   JM. Un Abito di ben diriggere lenoflre azio-  ni conforme le leggi della Natura nel com-   - municàre, e ridir ad altri li noftri fonti-   - menti: imperocché colui , eh’ è veramen-  te amante , e vago del vero , non men fog-  ge , ed ha in abbon imento il falfo , che la   \ fìmolazione , e la bugia.   D. Difpiegatemi quelli ultimi vocaboli: fi-  mulazione , e bugia .   M. Col primo intendo quel difeorfo , che  vien fatto tutto al rovefeio di quello , che  in noi fentiamo , ma fenza alcun danno al-  trui , o noflro proprio ; e col fecondo  quello medefimo, ma accoppiato , ed unito  col pregiudizio proprio , o degli al-  • tri . Qujndi è , che il dir il falfo , e la fi-  molazioné fia fogno propriamente d’ uom  fonza cofcienza , come colui , che proferi-  > foe delle parole contra quello, che in se  'fonte; comecché la bugia fia una còfa affai  ; più deteftabile , e biafìmevQle della fimo-  . . la-    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 227  .. lazione , aniuno ettendo permetto offènder  se medefimo , e gli altri ; anzi quella ogni  volta che fi vegga effèr 1* unico mezzo per  giovar a noi , ed a gli altri, può fenza fallo  divenir lecita , e permetterli , non ottante  che per legge Naturale rechidendofi , che  vadino fèmpre mai in accordo le azioni in-  . terne con 1* etterne , fèmbra fèmpre per se  mala, eù illecita . II perchè fi vede altresì ,  che non fi debba giamai far ufo del noflro  difeorfò , e della nottra favella, fè non  cattando per mezzo di elio nulla fi venghi a  notti i uffìzj, o doveri a mancare, eh’ è  quello in cui confitte il filenzio : virtù che,  fi potrebbe a gran ragion ditti ni re , per un  abito di non proferir cos’ alcuna contraria  a nottri doveri . E vaglia il vero , ella non  -è men comendabile di tutte P altre virtù,  potendo fervi rei di gran lunga a vietare  mille , e mille inimicizie , che potrebbono  forfè dal contrario operare, provenire, e per  molte earriche nella Repubblica , che con-  ferir non fi fògliono a chi ne fia sfornito , e  privo ; oltre una infinita d’ altri vantaggi .  Ma diam propriamente noi nome di  conteftazionì alle parole , che fi prò fe-  ri feono in fegno, ed in tettimonio della fin*  cerità, e fchiettezza del nottro animo : av-  vegnaché fu mettieri notarli, che non .do-   P 2 ven-    ‘ Digitized by Google    aaS DE* PRINCIPJ .   vendofi nulla fare , fènza la ragion /uffi-  ciente, dove non fi dubbiti di noi, nè fi met-  ta in forfè quei che noi diciamo , ma fol  quando per efler creduti, abbifogna , e  conviene . Per tutto ciò quelle , che infra  quefte meritano più dell’ altre la nofira  ' attenzione , e rifl^flìone fono li giuramen-  ti ; imperocché quefti effendo un* invoca-  zione , che per noi vien fatta di Dio in  vendetta del falfo , che diciamo, creden-  dolo autore d* ogni noflro bene, e vendi-  cator del male , che commettiamo pe'r Io  rifpetto , che dobbiamo alla Maeftà divi-  na , non fi devono per niun verfb proferire  fe non in colè di gran momento , effèndo i  cofà fòmmamente fàg rilega, ed ingiufia in-  vocarlo in cofè leggieri , e di affai picciol  preggio. Q/iid ejijurare (dice S. Augu-  rino ( m ) nifi j us reddere Deo , quando per  Deum j i/ras ; jut filili tui: reddere , quan-  do per filios tuo: jura : . Quod autem ju:  debentù : falliti nofira , filiis nofiris , Deo  riofìro ; nifi charitatis , feritati : , è" non  falfitati: ? eum dicit quifque per meam  falutem , falutem fuam Deo obigat :  quando dicit per fillio: fuo: , oppignorar  t)eo fillio: fuo : , ut hoc vcniat in caput ipfo -   rum i '   (m) /pud Groi.'m fparfjioribi    Digitized by Googli    1 * •    DEL DRITTO NATURALE. ** 9   rum , quod erit de ore ipfiui ; fiverum ,   , Z'trum , fi falfum , falfum ,* cum ergo fi -  /iosjuoty Vd caput Juum , S'f/ falutem  fuam quifque in Muramento nominata  quicquid nominat obligat Deo . Oltrecchò  Epiteto ancora ( n ) con ii foli lumi della  Natura, vieta (dice) a tutto tuo potere, to-  talmente 1 è mai può eder il giuramento ,  o fe ciò non puoi avvenire , tratta ufar-  lo quantunque piq di rado fia poUTbile .   Ipxov vtpiÙTnat , « {iti tuorrt , ài St che Venga ■ con   A Jd ua h     Digitized by Google     234 DE 5 , PRINC1P J  nói) fummo noi medefimi gli autori del no*  Uro inganno: o non fi fian tali , che fcior-  re non fi pofiono inguifà alcuna lènza il  » dannose il pregiudizio dell’ altro • III. Che    qualche ejlerno fegno dichiarato , o che queflo  conffla in parole, o in fatti ; avvegnacchè n n  fa fuor di propofto far qui avvertire, che per  Dritto Naturale non f conofca quel divario  o quella diverftà , che le leggi Romane am-  mettano infra Jìipulq , e patto femplice , e in-  fra V obbligatimi , che fciolgonf per Inr di- »  fpofzione ( ipfò jure ) fòlutione , in fòlutum ,  datione , acceptilatione , o con altri sì fatti  modi : e quelle , che terminane per Infoia •  equità , o eccezzione . Li mezzi più femtilici ,  e piti acconci a torci d* impaccio dogni obbli •  gagione , giujìa il Dritto Naturale, o che pro-  venga da què' patti, che la producon pfltanto  da un lato detti , o di anelli , che   la producono da ambo de * lati , detti «T iirwpx , o  f tratta di quegli in cui fe ne viene a / tabi lire  una nuova, fa da una Parte fola , fa da tutte  le parti , che li Dottori nominano, pacìa ob-  bligatoria , o d'vquelli in cui quella , che di-  nanzi ffl abili f toglie via, e diconf pacta li-  beratoria , o nafca ella da altri patti sì fatti    ,=r    Digilized by Googl    r • .    DEL DR ITTO NATURALE. 2jr  clafcun promettendo con condizione , che  ^li fia dall’altra parte ofièrvata la promefi-  fa , fe vi, fia mai qualche motivo da dubi-  tarne, di ragione coftringer la polfa , ed ob-   bli-    egli non fono , che quefiì ; cioè ; la fola zio ne ,   10 sborfo , il pagamento di quello , chi è do •  vitto al creditore , il rilafcì amento volontario  gratuitamente fatto al debitore dal medejìmo  creditore , il mutuo con f enfi de ’ contraenti ,  che concorre, e fi unifce a fciorre un obhligagio -  ne che fia dell 9 uno , e deir altro lato , il ri -  compenfamento , che mai fi pub far di debbilo ,  con debbi to , /’ inejìfienza della condizione ,  con cui fi è fatta rébbi igagicne;La morte di al-  cuno de ’ contraenti , dove /’ obbligagione fi fu  contratta colla fola mira a lui , ed alle fue  qualità per fonali , /* efiinguimento della cofa  per cui fu fatto il contratto , la novazione, eh’ è  quando fi rilafcia a uno , e gli fi rimette quel  che egli dee , ed in luogo di quello fi riceve  nuova obbligagione , e fifa nuovo contratto \   • ed infine altresì la delegazione, eh ' ' è quando   11 debitore conviene col creditore e fi concor-  da di cojiituir in fua Vece chi , ebe a cofiui più*  aggrada , e piace ; egli fembra ragionevole  r attener ci in quefie femplicit à, finza affollar.    Digitized by Google    216 DE* P R I N C I P J   • binarla a ciò fare al dinanzi , che non fi  complica da lui , o almanco indurla a dar  ficurtà , e cautela di (òdisfarla . IV. Che  li patti fatti non potendofi in apprefio da  uom fciorre lènza il conièniò dell’ altro ,  eflendo ogni un* in obbligo, ed in dovere  allontanar da se il danno , che gli può di  altri intra venire, ed incogliere, egli fia me-  fiieri , che pria ben fi confideri , e fi ponte-  ri quel che uòm promette, o faccia. V. Che  adempiutefi da ciafcuji delle parti le pro-  mefle, s’intenda altresì adempiuto il patto,  e ceffi l* uno d* efler all’altro obbligato , e  tenuto ; anzi fe mai avvenghi 1* uno li  mofiri contento , che l’ altro non adem-  pia la fila prometta, merita d’ averfi altresi  per fòdisfatta, e la fiia obbligagione per  fpirata, ed efiinta. VI. Che nell’inter-  pretazione de* patti le parole , e li voca-  boli pigliar fi debbono giuda , che fono co-  munalmente in ulò , non efièndovi ragion  alcuna in contrario ; e dove le parole fiano   d’un   • • \   — ■■ 1   di faverchio le nojìr e oj/ervazioni , che pojjbno  ♦ contro delnojiro intendimento feivir anzi d*  imparaccio y e di confusone per li principianti 9  thè per /chiarirli CQme conviene .    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE.  d’ un lignificato ambiguo , ó dubbio, inter*  pretar fi debbano in guilà*, che non ven-  gano in se niuna ripugnanza , o contradi-  zione ad avere , e concordino mai tèmpre  col fine , che giuda ogni credenza , ebbero  i loro autori , non potendoli già mai uom  cotanto tèiocco , o tèimonito rinvenire , c*  abbia voglia contradire , e ripugnar a se  fiefiò con azioni con tra rie, ed oppofte al foo  fine ; Comechè per difiinguer cotali obbli-  gagli , che non ne provengono , che dà  quelle di cui fin ad ora abbiam fatto paro-  la, par che cpn ogni ragione dir fi potrebbe-  ro quelle condizionali , e ippotetiche , e  quelle a dolute.   Af. Checché fiane di ciò , vaglia il vero egli  è un grolfo errore , ed un abbaccinamento  di coloro , che andando alla cieca dietro  alGrozio, e al Puffendorfio , e patti, e  contratti , e dominj confondendo , cd aflfa-  fiellando infieme in uno, trattano a lor po-  tere renderci perfoafi , e cèrti , che tali co-  tè punto non diflferilcano , ne variano, e  tutti ebbero una medefimaiorigine, cioè, de-  rivarono dall’efièr ellinto infra gli uomini  quel fervore di carità , e di amore, con cui  fi amarono fin dapprincipio ; ed avendo li  Romani Giureconfulti il nome di contratti  propriamente a quelle convenzioni dato *   che    Digitized by Google    a*8 DE’ PRI NCIPJ   che far, fi fogliono circa quelle colò , che  fono in commercio , e paflàr pofiòno ? o  debbono nell’altrui dominio ; e patti' a 1  , rincontro chiamate quelle , che fi fanno in  colè di una natura totalmente differente  dalle prime, e che fon fuori d’ ogni com-  mercio ; fi credettero cotal differenza efièr  propria del Dritto Romano , e ignota al  Dritto. Naturale; penfàndo , che fè gli vo-  mini fi avefièro mai corri fpofto con quel  • reciproco affetto , ed amore giuffa che fon  in dovere corrifponderfi , li patti farebbe-  ro fiati infra effì di niun.ufo;imperocchè,gli  uomini in quefìo fiato , avvegnaché por-  ' tati fi folfero , come eglino dicono , ^volon-  tariamente a far quell’ iftefiò , che op  Icambievolmente fi obbligano fòdisfàr con  quelli , da quefto però non v’ha miga ra-  gion di conchiudere , che fiati fi fòffèro  all’ ora invalidi , ed inutili ; fenza che giu-  . ffa ben fovente detto abbiamo , eflendovi  . molti uffizi >* che naturalmente fiam tenu-  '/ ti fodisfàre inverfo tutti' gli uomini , e nort  . verfò quefti ,«o quell’ altro in fpezialtà r ri-  fguardato in quefto , o quello fiato, egli  fi potea altresì nello flato naturale dpve  gli uomini .fi fodero amati con un Santo ., e  .. caffo amore ritrarre dalli patti , e dalle  t xpromeflè quefto vantaggiosi determinare ,   e ye-    Digitized by Googld    • w    DEL DRITTO NATURALE. 239  e relìfingere quelli generi d* uffizj genera-* ^  li inveriti quella , o quell* altra perlòna in  particolare . , : > -  D. Che intendete voi per contratti ?   M. Quelli patti, che vengon peravventura  V. a» tarli per lo trasferimento de* dominj  delle cole .   V. Come s’ introduttero mai quelli dominj , *  nel Mondo?   M. Ellinto tra gli uomini quello Ipirito , e  quel fervore di carità , e di amore con cui . •  dapprincipio corrifpondeanfi,e lì mantenea-  no lungi da ognidittènzione e difcordia,  la communione delle colè , che era tra ellì,  divenuta un occalìon continua di ride , e  • . di piati , e da dì in dì rendendofi vieppiù  Tempre moietta, e difficile, fi pensò aliatine  venire ad una divisone in modo, che ciafcuv  no contentato fi fotte del Ilio , e n’ avelie  potuto dilporre a lùo arbitrio , non difco-  prendo altro miglior mezzo per provedere  alla commun làìute , ed al commodo gen-  neral di tutti , e far , che a niuno mancato  a vette il bilògnevole per fòdisfare a’ propri  doveri (Ù); Imperocché per lo dominio  •- - - - di    ( D ) Egli è fuor di dubbio , che dap •   prifj-    Digilized by Google    240 DE 5 PRINCIPI   di una colà altro d’ intender non bramia-  mo , che un dritto , ed un potere da poterli  di quella lèrvire in guilà , che ad altri non  fìapermeflò farne quel medefimo ufo, che  noi ne facciamo .   D. Aduti-    principio giujìa che comunalmente , da tutti  Jì confeffa , o dalla maggior parte de ' dotti egli  è almanco offerito , le coffe tutte del Mondo Jt  furono in una communione negativa , cioè del  tutto communi a ciaffcuno , e fuor di qualunr  quejìgnor aggio , e dominio ; imperocché effen-  do al ffommo , Onnipotente , Eterno Monar-  ca piaciuto trear gli uomini , egli non miga  potea loro negar F affò di quello , ffenza cui il  dono della vita ad effìconceffa sfarebbe fiata  drittamente piu toffo di gran imbar azzo jh e di  qualche preggio , e valore , e che dopo F amo-  re , e la carità infra efft, eh' era il ffojìegno  di una \ì fatta communione , intiepidita al-  quanto , e diminuita ,refela dà affai malage-  J vole , e difficile , e di mille , e mille incom -  modi , e diffagi abbondante y Jì foffe paffuto ad  una certa tale quale imperfetta dìgijìonc ; 9  per meglio dire nella communion pofftiva , fa-  cendo , che qualunque delle create cof e fata  Jì J offe foltanto commune a piti perfine , e noi ?   già    - Digitóed by“GOogIH    a •    DEL DRITTO NATURALE. 241-  X?.Adunqu®-fi può con tutta ragione da queflo  conchiudere, I. Che tutte quelle cofèda  cui provvenir non ne pofTòno quegli incon-  venienti , e difòrdini per riparamento de’  quali, a voftro avvifò , s’introduflero al •  Mondo i dominj , come fon per pfempi :>   • 1’ acquaci! aria , ed altrd$òfe si fatte , non   . . CL' fia-    gìà di tutte * fecondo ch 'era al dinanzi , e ih  co tal guija il Gènere Umano con fa vatofi fcf ■  fe , e mantenuto ,Jlnc9e\ finalmente fpettta to-  talmente la carità tra ejìó , e non apparendo-  ci più alcuna J cincillà dì qftelV' amor primie-  ro , ma piatì , riffe , odj , e nemijià continue ,  fu meJUeri per provvedere al beri, commune , ed  alla fai ut s lìniverfale venir alla totale , e  perfetta divisione delle cnfe , e fiabìlìrne i do-  minj ; imperocché con forme al colpo delle vir-  tù giammai uomjì porta di ordinario tutto di  ttnfubbìto , ma paffo paffo ,/? da grado , in  grado ) cosi parimente egli procede ne ’ vizj ' , e  nel male fecondo V ejperierrza lo d infogna ; co-  mechè quelle cofe quali erano b ajì ovoli , e fo- ‘ #  vrabondanti a tutti , e per cui rtafcer non ne  poteano delle controverfe , o    Digitized by Google    i ' M    24$ D E’ P R I N C I P J   * con ì’ altrui danno , quefti abbia poterti  .’•*  e  dimoftro , che quejìa podefà , e quefio dominio ,  c* ha ciaf uno del fuo , non f dfebba impiegar  mai in danno d* altri , e che ciò , che non f  defdera , che f faccia a noi , non f debba nep-  pure ad altri fare ■, non jfembra , che pojìì  per veri tali principi * e c oncejf debba averjt  , ragione di approvarla ; ejfendo ella del tutto  come ogni un sa malefa^e noe cedole a'debbitori ;  * « il perchè poco giova il foggfugnere in con-  trario , che ne* primi tempi della Repubbli-   : . .. \ * * r ‘ ca   \ *   . • - (\) Dcjur.nat.&gent.lib.i.cap.i3.f.j73.Hert.a4Ptt-   ^ fcntfor.V.io. 14 ^ ( 1 \ „    'Digitized by Google    • i   DEL DRITTO NATURALE. 249  : dall’efperienza s ? im prende, ben rovente tac-  cia meftieri il dominio di’ una cotà da uno  paflar in un’ altro. XI. Che non potendo  niuno da altri richieder mai, nè dimandare  quel.che ridonda al coftui utile , e vantag-  gio , niuno fia in obbligo , e in dovere di  sfornirti , o itpogliurfi del dominio di ama   co.    ■ ■ ■ ' — H" 11. ^ . — ; ' ■ ■ ■'   ca Romana fi ne fojfi fatto in quella del con - _  finito ufi , non potendojì per niuno unqua a fi  ferire , che i cofiumi de * Romani , 0 d' alcu-  na altra Nazione del Móndo , 0 viujli , 0  ingiuJH , che fi furono , fi debbano aver per  norma delle nojire azionile mirar come tale\eà  imperò noi vediamo , che gli ultimi Impera dori  del tuttofa riprovarono , e tra le antiche leg-  gi Romane , per cui Veniva permefid ì non f ero-  no , che di ella vi fojje rimafio neppur un or-  ma ( 4 ) 0 vejiigio > : e dello fiejjò modo fi mai  fi corifìdera il Dritto Antitetico , egli fi rin-  venir à , che dove fia fatto a tempo , fia egli  ben giuflo , ed equo , ma non già fi egli fia in  perpetuo , e continuo . IV. Che non fi richieg-  go molto per comprendere ,     ^Digitized by Google    a ?4 DE’ PRINCIP J   der I’aggevolezza , e la facilità con cui voi  favellate di tali colè ,• ad.ogni modo egli è  colà di formilo rimarco notare, che Eb-  bene dove la lòcietà degli uomini folle Ha-  ta tra pochi, la permutazioné farebbe Hata  baftevole , e fufficiente per Io trasferi-  mento det dominio , avendoli potuto di  leggier con ella non men ragguagliar il  prezzo delle colè , che fcanzar ogni ingan-   ' no-   ■ .   — ~ r » ^ 1 *   gliam dire , o il Dritto di poterla dopo morto ,  adir e, non potendofi negare , e recar in quifiio-  ne , che ciafcano non pojjà il dominio delle co -  fe fue dt prefente , o in futuro, tra ferirlo in  uf? altro , ofide he viene , 1. Che le fuccejfio -  ni per Dritto Naturate regolandrfi mediante^ i  pattile din quejti richiedendoli il confenfo dell'  una, e dell* altra parte, non riconofcain modo  alcuno un colai Dritto gli Eredi necejjar j , di  sui favellano te leggi Romane IL Che non.  offa miga ne repugna difporre in parte a.  tutto , dell * eredità ? giufiq il fentimento de*  Romani Qìureconfultì . III. Che V ere-  de , dato 'eh* egli abili a il confenfo , non  pojfq in modo alcuno ripudiare* , e rifiutar  1* eredità . E 11C Che fe il teflatore fi ha ri-  feriate il dritte di rivocare , ed annullare ,    T    1    DEL DRITTO NATURALE, afr  no , ed ogni frode , che vi poteatqai in-  correre ,* poiché r uno avendo deir altro  bifògno , molto aggevolmente rinveniva  a permutar quelch’e* voleii ; non però nej  progrefTò del tempo aumentato che fu di  . gran lunga 1’ Uman Genera , e crefciuto  cotanto, qual, voi di prefènte lo vedete , s  avendo la fperienza fatto conofcere a’ mor-  ’ » tali   • r • .    — — '—- 11 ; " — * ■ 1 1 ' '   la fua di fp opzione , pojja e vaglia molto ben  a farlo (7 ) ; Il perde uom vede manifepa -  mente , thè da quejio dritto non pano inniun  modo lodati , o approvati i tejiamenti , fen-  do per verità fomma ripugnanza , e contradiz-  ziòne , che un uomo voglia in tempo che non  può nulla volere , e che traferìfca il domi-  nio di una cofa , quando non ne fa piu padro-  ne , e f gnor £ ; e poco gli giova fe V abbia , o  quejìi , o quelV altrp ; fenza che il pii* delle  volte in quel punto ejìremo della vita , rinve-  nendoli ciafcuno in un Oceano di p afoni , e  turbamenti interni \p fanno delle difpojìzioni,  che dove veniJJ'e mai permejjò peravvetotura  r arretrarf , ed ejfere in buon JennOyf ave -  rebbe del pentimento , ejt vorrebbefertza fai -   io..   •  , ■ •   più affai degli altri projjìmi , /’ eredità pajft   di mano in mano dagli uni agli altri , cioè ,  pria in quegli in cui V affetto del morto fi ere -  de che fiato foJJ'e affai grande , e maggiore , e  dopo in mancanza di quefii negli altri , ver fio  cui quello fi crede chefia fiato minore , e cosi  di grado in grado , efiempre verifimile il cre-  dere , che in tal guifia gli uomini ri/petto a  ciò fi convennero, ed accordarono dal momento ,  in cui introdufi'ero i dominj , vedendofi utt  tal modo di fiuccedere in ufio apprefib le più  antiche Nazioni del Mondo , quali fiotto gli  Ebrei ed altri di tal fiatta (io). Comecché  rii petto afigli egU vifia un'altro motivo, oltre  ìl di già qui recato , per cuìfiano da anteporfi '   . ; . 1 ; ‘ ‘ . . nel-   . ' •   ' (16) Num.i 7 . 5 . feq. Genéf.if.j.j.tf. & 4S.; i.Deut.ij;   1 6. 1 7. 1 .Reg. 1 .jf ,Xenoph.Gycrop, 8.7.Taci t.de mor-Germ.  cap.zo ' v 1 ' . * »    s    Digitized by Google    I    af 8 DE’ PRING l P J  tutto ciò , che gli può mai efièr di meftieri  per le neceflità , e bifògne della Tua vita  Ma per ritornar col dilcorlo cola J donde ci  dirpartimmo , e favellarvi di nuòvo de’  contratti , eglino non efiendo , che meri  patti , in elfi vien richièdo Hconfenló del-  le parti dell* iftcfl'o modo , che li domanda  in quelli, e fono invalidi , e di niun vigo- '  re per le medelìme ragioni, come pere-  lem pio' , fe vengon mai fatti per timore ,  per inganno , o fistio in altra forma contra-  rj al Dritto della Natura . Quello però,  che tra quelli reputali per Io continuo ulò ,  ‘che gli uomini ne fanno il più celebre egli  è ilcontratto di vendita , e di compra,,  con cui per una determinata quantità di  danajo fi trasferire in altri il dominio di  cma qualche colà ; Quindi è fi. Chetraf* :  ferendoli il dominio del noftro in un altro  • . v t • ■ con     nelle fuccefftOni de* loro padri a ogni , e qua-  lanche altro , cioè V ordine divino \ e h legx *  ere del Signore Iddio , per cui venne Jìabih-  lo, ed % ordinato , che quegli ottengano > e abbia-  no per mezzo di quejìi la vita , e in confequen-  zu altreù li beni , fenza cui quella non po-  trebbe ejjèr a lor riguardo d alcun ujo »    Digitized by £»oc    DEL DRITTO NATURALE. a/ 9  con patto , e condizione , che quelli ci pa-  ghi una certa fomma , non li debba mai  conlègnar la cofa per cui fi è fatto il con-  tratto al dinanzi , che quella non lì abbia .   II. Che doveper lo dilatamento del paga-  mento provenghi danno al venditore , que-?. ‘  fto aver polla il contratto per invalido , e '  nullo, e farlo con chi più gli fia a gra-  do . III. Che dove il compratore lòdisfa , '  e paga il prezzo della cofa , giufta la con-  venzione al dinanzi fatta , il venditore fia  in obbligo , c in dovere confegnargliela ,  perdendo con ciò il dominio , che pria vi  avea ; IV. Che le fi abbia mai convenuto  di pagare dopo un certo tempo , richieder  non fi polla il prezzo , o domandare , pria  che quello non giunga V. Che venuto il  tempo in cui fi convenne pagare j ilcom-  peratore fia tenuto, ed obbligato farlo , al-  tamente debba per la dilazione, il danno ,  che peravventura ne proviene al vendito-  • re , rifarcire . VI. Che tutte le condizioni  unite , ed accoppiate a quello contratto di-  compra ,*e di .vendita fia di mefiieri lòdis-  farle ogni volta , che fian giufie , eque , e *  conformi al Dritto Naturale . VII. Che  rilàrcir lì debba aduom^tutto il danno,  che per quello contratto gli fi reca . Vili.   Che fe la colà venduta venga calvalmente   R a dan-    ( .    \    Digitized by Google    stè D E’ P R I N C I P J*  danneggiata molto ^emp° prima, che fia  . confegnata al comperatore, come che fi  fia il contratto di già ben fermato, fi debba  il Hanno rifornire , e rifar da colai , da cui  fimanc£; e fè la di (azione^ nacque da am-  be le parti , ambe altresrfon in obbligo di  rifornirlo.; anzi quindi fè n’ inferire, che  ]’ uomo efiendo tenuto di far ad altri qyell*  ifiefiò , eh’ è obbligato far a se medefimo,  debba l’ ufo del lùo , purché non abbia bi-  fognb e necellità ad altri, che ne fia mai  bifògnofo, concedere ;avvegnacchè in que-  llo cafo dandoli ad un altro il Co Io ufo della,     Gli non è fuor di propo-  fito il credere, che gii  uomini tutti per natura  Obbligati di vicendevol-  mente gli uni promuo-  vere, ed accrelcere il ben  degli altri * ed in ogni ,  c qualijnque cofa badar non meno al pi o-      DEL DRITTO NATURALE. .  prio, che al. pubblico »commodo, e TéiW  za difparità di Volere , o diverfità di con-  fcnfo,o co^ volger vieppiù ad uno che ad un  altro lo (guardo , amarli {a ) , fé a quello  obbligagione mai, come lor conveniva, (lu-  ' disto avedèro (odisfare, ed imperò, man-  tenuti fi fodero (èmpi e in una una (òcietà  universe, ed in quella , che dicono com»  rnunion negativa delle colè (.b\ > non fi  /farebbero Vidi miga bifògnofì portagli a  coftituir delle (òcietà particolari, d ’ alcune  poche in fìiora, npn volendo noi con quello  vocabolo di (òcietà altro intendere , eh’ un  •patto da due, o più perlone fatto per qukl-  ’/ che fine, o per meglio dire, per poter  con le forze dell’ uno , unite ^ e congiunte  a quelle dell* altro , procacciarli qualche  commune utile , ò vantaggio ; irpperócchò  dal momento, ch’ulàrono eglino, ed ar-  dirono di mancar a quedo , quella primfe-  ra communion delle cole tra edì , e’quella  (òcietà dilciolta , per non poter nell’ edèr  Uro più aver (ùdìftenza alcuna , fi (labili  in (ho luogo la communion pofitiva^ e non  guari dopo queda altresì , per aver la fpe-  liienza datala parimente a conolcere abbon- .  dante di mille , e mille incommodi , e di-   ‘ ' . fa-   (a) V. tratt. u i i . (b) V, tratt. 3 f.    Digitized by Google    ' .y    .* ? o DE* PRINCtPJ .  fagi difmefia , e lateia da parte dare, s’in-  trodufiero, come voi ben fàpete i domi-  ci ( c ) . E in apprefiò per riparare fé non  in tutto in parte almanco alle brfogne v e  alle necefiìtà, in cui ciafcuno, per quel  primiero difòrdine , e per quella poca ca-  rità , che l’uno all* altro portava , quali  in profondo , e tempeftofò mare nuotar fi  vidde , non 'che immerfo, conforme lì or-  dinarono de' commerci, e de’ contratti , co-  sì parimente mille , e mille fòcietà diverte,  e varie giuda I* umane bifògne metter in  piè fi viddero , ed apparire ; Il perchè do-  po aver noi rifguardato p uomo belli parta-  ti jioftri trattenimenti, pria telo nello dato  Naturale, e dopo di brigata con gli altri  in una fòcietà univerfaJe, veniamo or final-  mente a veder i fòoi obblighi , e doveri  In quelle ultime, con confiderar al dinanzi  la natura della fòcietà in generale, ed in ap-   • prertò difcendendo al particolare trattar a  fpiluzzo di quelle, che tra tutte tengono   * il primato , come infra le templici la con-*  jugafce, la paterna, e quella eh' è di pa-  drone e tervo comporta ; ed infra le meno  comporte le famiglie, come ‘infra le più  cómpoftede Città fono e le Reppubbliche .   (c) V- tratt.i.n.f. ■ .    ì    DEL DRITTO NATURALE. *?f  D, Di tutte adunque le' fodera del Mondo  non lu eh’ una lìdia l’origine , perchè tut-  te, giuda il voftro avvilo, non sìmifero  . in piè , nè fi formarono , (è non fecondo le  diverfe neceffità , e bifogne degltuomini ;  anzi in tutte altresì fi ebbe uniitefiò fine ,  perchè non fi rifgtiardò ad altro , fe non al  commodo, ed utile commune de’ feci. Ma  quali feno le fecietà particolari , che fareb-  bero fiate mai nel Mondo in ufo , fe mante-  nuta fi fofiè ben falda , e fiabile la fòdetà  Univerfale ( A ) ?    .. - n *    ( A ) • Egli è fuor di dubbio , che gli uo^  mini, ejjendo tutti in obbligo, ed in dovere  d ì amorfi a vicenda ; e /’ urto come noti nato  per se medefmo , dovendo non che approprio ,  anche all ’ altrui commodo badare ,. quando  cib tutto efat tornente ojfervavano , non veni-  vano a comporre che una focietà univerfale jj     fa f dica V Eineccio , il quale tutto /caglian-  do}! contro il Puffendorfo , che tratti avea , e  d* affai malamente inferiti tutti gli obblighi ,  egli umani dover ide Ila focieta/f oggi tigne to-  fo ch\ era ucm tenuto foddisfar a tutti quegli^   che    Digitized by Google    a 7* DE’ P R I N C I P J   Là coniugale , e la paterna , fe pur efièr  non Vogliate del fèntimento de’ ftoici , che,  come racconta Lattanzio, che fi credevano,^  gli uomini vitti fi foderò dapprincipio  . fpuntar fuor della terra , 4 come or veggia-  ino nafcere li funghi ; onde per aver un  v idea ben chiara , e netta delle focieta, di-  ftinguer fi debbono alla ftefià guifa , che  fatto abbiamo de* patti , in quelle che pro-  vennero dalla mancanza di fcambievole af-  fetto, ed amor infra gli uomini, ed in quel-  le, che furono in ulò per al dinanzi , come  da ciò , che apprefiò ne diremo aggevole  fia il comprendere . ;   D . . Or    che riguardavano la giufiizia , V umanità  e la benevoglienza anche fe Jtato foffe pior di  cotal focieta ; imperocché fecondo la definizio-  ne della focieta , che qui fopra abbiam noi re-  cato , e eh ’ egli non mette in dubbio , fi gli  uomini ciò fatto avefièro,come conveniva , fen-  za difeordar punto tra efii lorojhe altro egli-  no venivano a comporre , fe non una focieta ?  anzi da quel che noijquì fopra dello fiato Na-  turale abbiamo mojiro , fi viene parimente a  conofeere la mel'enf aggine di colobo, chef cre-  dettero gli uomini in quello fiato vivuto avef-   f>'°    Digitized by Cookie    DEL DRITTO NATURALE. * 7 *   £>. Or per verità ne’voftri principi rinvengo, .jj  li. lènza alcuna pena, la natura della focietà in  generale ; imperocché ogni focietà non efi  - fendo , eh’ un patto fatto da più fedone  unite infieme perpcocacciarfi tutti cori un  concorde volere qualche ben commune, o - 4   utile , fi può cop tutta ragion conchiùde-  re . I. Che la felicità della focietà in al-  tro non confitta , che in non rinvenire otta-  colo alcuno , o intoppo in far quell* acqui-   S tto,*   - •    »   fero • allo 9 uifa delle fiere , e degli animali  Jelvagai ; e che •   Nec commune bonum poterant (pela-  re, necullis • ^   Moribus inter fe feiebant , nec legibus  uti ( 1 ) .   Comecché quanto ne feriva il Puffepdorfio y  ( a ) ed Obbes ( 3 ) , non fa dì minor fojle -  gno : perche molti malori , come la povertà ,  la fame , ed altri sì fatti , di cui eglino dico -  no , che fopr abbondati fojjero quegli , che vif  fero in quella età primiera f veggeno altresì  Jòvente nelle focietà civili , in cuborS è divi-   fi   1   (0 Lucret. I. 4 . v.jr?. ,   (*) De oft‘. hom. & civis II. 1. 9.   (Ó DeCiv. dt in Leyiath. Js ‘    Digitized by Google    *74 DE’ PRI NCI P J ,  ito, per cui fu Inabilita . II. Che fi deb-  ba da’ fòcj metter ogni cura , e ftudio in  far tutto ciò ; che può mai efiér per la lor  fociem di qualche utile , o vantaggio con  anteporre mai Tempre il bene proprio al  ben commune . III. Che non, fi polla (cior  i ih niun modo d’ alcuny di quegli ,• che vi  ; « tòno al di dentro^fenza il contento degli al-  tri , purch’ egli non vi fia fiato introdotto  o per forza , o per inganno, o per timore, o  non fia élla contro ildritto, e l’equità Natu-  rale , ovver da'ciò a’ compagni non avven-  ga alcun danno . IV. Ch 9 ogni focietà fi  finifcha, ottenuto che fi ebbe il fine,per.cui  fu fatta", come .ogni patto eh 9 è fia, vien    che un  uomo è obbligato inverfo !’ altro uomo;  e che conforme due , o piu perfone afloc-  ciar fi pofiòno, ed unir tra dì. loro per com-  porre una focietà , così due, o pm focietà  unite per un medeCmo fine ne poflon far   ■ un’altra. Ma pollo per vero tutto ciò, eh   a ogni focietà appartiene , venendo a quel-  la di cui voi vi fietc propofio tenerne me-  co un particolar fermane , come detemte  di grazia la focietà coniugale ? -   per una lòcietà molto femphee ,   ni. ta da un mafchjó , ed una donna a fin eli  poter procreare , e generar della prole , ea   affai ben edurcarla . . ,   V. Vaglia il vero per favellare fecondo li  vroftri principi fazioni noftre Naturali fa-  cendo meflitr, che convengano fempre , e  concordino , con quelle che fono in noftra  balia, e arbitrio (/)■ e il coito degli am-  mali , o fia la congiunzione tra rnafemo ,  e femina , efTendo fiata dalla Natura in-  di tuita, ed ordinata per la propagazione, e  ■ confèrvazione della fpezie (g ) , e per ciò  adoperar dovendoli dall’uomo, per quel  che da lui dipende, per quefta ifiefià ragio-  ne , quella lòcietà , dove non f»a formata  che per quello riguardo , non v’ha dubbio    ( t) Tt’AttfX.n^    (g) Traf    Digitized by Google    DEL DRITTO NATUR ALE. 37 /  chV fia lina delle fòcietà conforme del tut-  to a* principi della Natura; ma effondo cia-  fcun in dovere , ed in obbligo d* amar 1* al-  tro non meno di lui medefimo ( h ) , ed im-  però convenendo , che di quelli, che fi  veggono di recente u/cir ( alla luce del  Mondo , e che non fanno se medefimi edu-  care fi abbia tutta la cura , e la diligenza  pofiibile ; cui quella fpetta di ragione ? .   M. AUi medefimi loro genitori , poicchè ef-  fondo quelli in vita, non v* ha ragione alcu-  na perchè una cotal briga addolfar fi debba  ad altri;onde la procreazione di nuova prò. • *  le, non potendo in modo alcuno , fopararfi  dalla di lei educazione, in quefta fòcietà  coniugale aver fi deve nonmen 1* una che  T altra ( B ) per fine ; avvegnacchè come  da quello ifiefiò, che detto abbiamo altresì  ben fi comprende , quegli foli fiano tenuti  li padri educare , clje nafcono da congiun- /  zioni befl certe, e leggitime, e di cui vivon   S $ fi»-   (h) Tratt.i.Hsi.    (B) Quindi •viene , che fiano inabili , a  formar una tal focietà tutti , coloro , che non  fono atti non meri per la propagazione de? fi -  gli che per la lo* educazione .   •V r ,   /    Digitized by Google    278 DE* p R I*r C I*P J '  ficuri eh’ eglino fteftj fi furono, gli autori .  V. Credete voi , che per un uotno pofla ba-  ” fiar una donna c per una donna un uomo?  M. • Efiendo il fine di un? tal fòcietà la pro-  creazione , quello egli non è miga da met-   • terfi in dubbio, pqtendofi in cotal guilà   • lènza alcuna malaggevolezza ottener un   cotal fine . - ' .   D. Ma vi è modo da /ciotte sì fatta lòcietà ?  M. Nò ; imperocché ogni fòcietà difeiorfi  • non potendo pria , che fi abbia ottenuto il  fine per cui fu inabilita', comeabbiam noi-  detto al dinanzi , ed in quella efiendo me-  1 {lieti non folo 'procrear della prole j m* al-  ' tresì adoperarli di ben educarla-, e perciò  fare , e ridurla in un fiato , che non abbia  neceflìtà alcuna de’ genitori , abbifognan-  doviilcorfò di più, e più anni continuo,  e’ convien che fi mantenga da’ lòcj lunga-  -• mente , anzi fi conferva fin- alla Ior morte,   > e lalcino quella erede de’ proprj averi, Co-  me Una lèquela della vita , che per mezzo  di efiì ottenne .   D. Dunque quefia lòcietà naturalmente è in-  (òlubile ? •   M. Infòlubilifiìma • non efièndovi altro, che  - l’ adulterio commefiò da un de’ coniugati ,  che render pofià giufto in qualche modo,  e ragionevole il luo fcioglknento ; cioè , le   la   t-    Digitized by GooLle     DEL DRITTO NATURALE. *79  la donna , o l’ uomo , venga mai a conce-  k ' dcr ad altri , che ne fia al di fuora Tufo del  filo coi^o , e della fiia carne ; imperocché  in quello calò lòlo da un di quelli venen-  doli .contro' il patto fatto nella foci età ad  operare, e .ogni patto intendendofi fatto  • con condizione di adempierlo , dove F al-  • tro, con cui vien fatto non manca dal filo  ■ canto altresì far il medefimo , quello (la la  donna , lià 1* uomo , cui non fi oflerva la  fede non è in dovere neppur dalla fua par-  - te di olfervàrJa ( C ) ; in guilà che fe ciò  non avviene, egli s’intende la lòcietà di nuo-  vo contratta, ed inabilita .   D. Of il di più , che mai appartiene alla na-  tura di quella focietà io ritrovo , lènza du-  rar fatiga', negli flelfi volìri principi impe-  rocché da quegli vengo naturalmente a  comprendere . I. Ogni focietà altro in  realtà non effendo , eh’ un patto,* e nelli  ... S 4 pat*»   •   « •    • (C) Qui favelliamo foltanto fecondo li  lumi della Natura ; imperocché la nojìra J^e~  ne randa , e Santa Religione neppur in quejìa  cafo permette un vero e perfetto fcioglimento l  ma foltanto una femplite fepar azione di ma-  rito , e moglie , quo ad thorum .    y Digitized by Google    *8o ' DE’ PRINCIP J*   patti richiedendofi di neceffìtà il confènlò  di coloro , da cui fon fatti, non fi pofià que-  lla lòcietà coniugale cofiituire in modo al-  cuno fenza il conlènfò di coloro , che la  contragono; o che qualunque volta que-  llo fi fu dato Iciorre non fi debba in anprefi-  . fo da una delle parti, fenza il conlènio dell’  altra; ed al rincontro dove quello manca  o vien dato forfè per inganno , o per timo-  re , o per altra sì fatta guilà,’fia invalida ,   • e di niun valore , come ogni patto fatto in  . quello forma ( i ) . IL Ch’ efiendo ogni  uno , eh’ è nella focietà obbligato promuo- .  Vere il vantaggio e l’utile di quella infic-  ine con l’ altro , ed impiegarvifi dal canto  Ilio , quanto più vaglia , debbano il mari-  to , e la moglie operar dheoneerto fèmpre  a lor prò commune , e de’ lor proprj figli  con trattar del continuo, lènza mai celiare  di augumentare , ed accrefcere quelche  può efier mai necellàrio per li bifogni,e per  • gli aggi non meno proprj , che di quegli,  pur che far lo pollano lènza mancar in nul-  la agli obblighi ,e doveri, cui naturalmen*  te e’ fon tenuti lòcjisfare . III. Che per  quella médefima ragion per cui conviene  ch’ i focj operino concordemente tutt* ora   . ♦per   (0 Tratt.i liutai    Digitized^by Coogle^    DEL DRITTO NATURALE. i8r  per il bene della lòcietà, 1* uno rimetter do-  vendoli al confèglio , ed al parer dell’ altro,  ogni volta che quefto fi conofcd più vanta g-  gielo , e profittevole del luo per quella ,  faccia mefticri che la donna nella lòcietà  coniugale per torre , e levar di mezzo ogni  materiali rifie , e di piati lègua il coni-  glio dell* uomo , e l’ ubbedilca in tutto ,  efièndo quefto il* più delle volte di lunghi^  fimo Ipazio vie più di lei di buoni conigli  abbondante , e d' ottimi efpedienti fecón-  do , come che non fia cola miga fuor di  propofito, quando bilògna , eh’ ella altre-  sì ammoniltha il marito, purché far lo.làp-  pia a luo tempa, e luogo, lènza moftra  alcuna d’ autorità , o d’ impero IV. Che  non potendofi aver per perfètta , e com-  piuta l’educazione, lè non dopo, che i.  figli aver poflòno un’ intera cura di se me*  defimi , fiano tutti li Genitori obbligati di  locare , e maritar lé figlie con una dote  congrua , e proporzionata al proprio flato .  V. Ch’ ogni lòdo efièndo mai lèmpre il'  padrone di quelche del luo abbia nella lò-  cietà portato , e non perdendone egli quel  dominio , eh’ al dinanzi n* avea , nè di que-  llo all* altro lòdo competer potendo mai  nell* altro, làlvo che 1* ulq frutto, non pofià  il marito nella, lòcietà coniugale de’ beni    t    * Digitized by Google    *Sz'' DE’ P1UNCI P J    (13) Noft.Att.lib.xn.cap,i* , ,    zed by Googh    Digiti;    V    *88 T> E* P R I N C I P j :.  obbligo di far in modo , che P azioni de*  proprj figli fiano regolate, e rette giufta  al dritto della Natura , egli è meftieri da  buon ora P avezzino e P accoftumino in  guifa che non manchino mai di foddisfare  . a tutti gli uffizi, obblighi, e doveri che  devono inverfo.Dio, inverfò se ftefiì , ed in  vetfò gli altri, ed acquietino in.ciò col tem-  po P abito ; apzi per far che non abbiano  tuttora bifogno di loro , e badar pofi-  fano eoi tempo a tutte le bifogne , e le ne-  ► ... cef-    . principio imbuta paternis fèminis concretio-  tie, ex matris etiam corpore, & animo re-   centem indolem configurat ; Neque   in hominibus id fòlum , fèd in pecudibus  quoque animndverfum , nam fi ovium laéte  haedi , aut caprarum agni alerentur , conftat  fcrme«in his lanam duriorem , inillis capil-  ium gigni tèneriorem . In arboribus etiam ,   & frugibus major plerumque vis , & poteftas  eft,ad eorum indolem, vel detreèfandam ,  vel augendam , aquarum , atque terfarum  quae alunt , quam ipfius , quod jacitur fèmi-  nis . Che empietà £ qi/efìa egli figgi ugne ì  che modo dì madre imperfetta ? peperifie , ac  flatim ab fefè abjeciffe ? aluifie in utero fàn-   gui-   * r-   » #   v •# i»  tut-   •* » • *   *. • ' %   , • Digitized by Google    390 D E* P 8 I N C.I P Jw   \ proprio arbitrio efièndo fiato dato a* padri  per non faper quefii da se fiefli ben regge-  re   i ■*   J ■ • ‘ ..* • • ' ‘    tutti , e come cofa che richiede molto dipen-  denza , molto malagevole afarf. Egli vie n 1  riferito da Xenofonte , fecondo che fcrive Ci-  cerone (14), Hercole tantofo , che princi-  piò a fare la prima barba , tempo , che fu a  cìafcuno dalla natura dato proprio per, eleg-  ger f qual fato di vii a f debba tenere , efer  gito in un certo luogo f alitar io., ed ivi.pff  *a federe , aver molto tra te, e lungamente ,  dnbbitato in qual delle due frade , che egli  avea dinanzi , dove a muovere il piede , e fe  per quella del piacere , 0 della virtù j   dato , eh' una tal podefià tratto avejjì /* ori-    Digitized by Google    3t 9 4 D E r PR'TNCIPJ  chè quelli , che per quanto intefi comunal-  mente , fi nominano tutori , Succedendo  realmente in luogo di quelli , è meftieri ,  eh’ abbiano di necefiìtà quell* ifiefiò penfie-  ro , e quella fiefla cura delle perfòne , le  quali vengono lor commeflè > o per me-  glio dir de’ pupilli , che n’aveano quegli vi-  vendo , e ne amminiftrino gli avveri lafcia-  * ti loro; ed al rincontro egli è colà d’ affai  convenevole , che i pupilli inverfò i tutori   fi    gì ne dal dritto delle Gentile ''me che non fia mi-  riore quello del Obbejio^e del Vuff'endor fio grat-  tala quejìì dalla focietà , e quegli dalla oc c li-  bagione ; vagliti il vero è di gran lunga viep-  più -ragionevole V oppinion di coloro , chevo-  * gliono ^ cF ella provenga totalmente da Dio ;  ^perchè quefìi volendo che i figliuoli fi conser-  vino in vita , e ciò non effendo co fa che poffa  in alcun- m r do avvenire fenza V educazione  de * loro padri , egli fi crede , che Dio voglia ,  ■ alt r eiì che li padri badino attentamente a  quefìo , ed in conjeggienza abbino tutta quella  pode/tà che naturalmente a ciò Jì richiede , non  effe n dovi alcuno , che voglia un fine , fenza  thè 9. elio Jìeffo mentre non voglia parimente  i mezzi, che a giu gner vi , e\ reputa nedffarj .   •    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 2 9r  •* fi portino in quello ifiefià guifà , eh* e* fi  portavano inverfò i proprj padri ; quindi  conforme i contratti de’ figli di famiglia  fènza il confènfo paterno fon nulli, ed inva-  lidi , così altresì quelli de’ pupilli , fènza  1’ efprefiò , e tacito voler de’ tutori ; e  come per li benefizi , che i figli dalla buo-  na , e ottima educazion de’ padri ritrag-  gono , devono efièr in verfò quegli fèmpre.  mai riconofcenti , e grati , così li pupilli  per la medefima ragione ogni fòrte di gra-  titudine devono inverfo i tutori ufare , ed  ‘ amarli , e temerli , edubbedirli , come a •  quegli appunto faceano; (ebbene non com-  petendo a’ tutori de’ beni de* lor pupilli al-,   * tro , che 1* amminiftragione , e la podefià  v di confumar de’ frutti , quanto può efièr  mai necefiàrio, ed utile alla lor buona edu-  cazione , alienar non pofibno degl’ immo-  bili nuli’ altro, (alvo quello, che perciò  fi richiede , e che non alienato , 0. (mal?  dito, farebbe fènza fallo per quelli di un  gran nocumento, e difeapito; colà che ,  ‘mi crederei , nello fiato della Natura pria  non fi facefiè , che refi non fè ne fofièro  fidenti , e confàpevoli gli agnati , e gli pa-  renti ; ed in difetto di coftoro quegli della  medefima contrada , o vicinato,. o gli ami-  ci del trapalato per dilungar da se , e tor-   T 4 re   ' ’ •    4 #•    Digitized by Google    *9* DE' PRINCIP]   re ogni qualunque cattivo „ e finiftrotò-  /petto , che altri mai formar nè potefiè;  poiché in realtà al Mondo non bada miga  che fi operano da noi, e fi facciano delle colè  ben giufie,ed eque,* m’abbifògna altresì, che  tutti 1* abbiano per tali ; H perchè non è del  tutto fuor di propofito per 1* iftefia ragione  creder parimente, che in quello ifiefiò fiato  i tutori portati fi folfero a render un ben  efatto conto , e ragione della lor ammini-  ftragione in un tempo fiabile, e certo,* come  a dire, compita, che fi avea la tutela a  quefti ifieffi , che al dinanzi cennammo ;  c che non fiando bene danneggiar veruno ,  ed imperò dove avveniva, che li tutori ren-  deano qualche danno a’pupilli, effondo te-  nuti di ri fa rio, quando di ciò fi avea qualche  fofpetto , niuno lènza il contentò di quegli  conveniva prefo avelie una sì fatta ammi-  niftragione.Tuttavolta non elfondovi alcuno  in obbligo gratuitamente, e lènza mercè al-  cuna d’impiegarfi per un’altro, dove perav-  ventura avviene , che li pupilli , per una  buona , e foggia condotta de’ tutori ven-  gono^ farli vieppiù ricchi,ed abbienti , egli  fembra , che debbano in ogni modo , ab-  bordando delli flutti dj quelli beni, che  quegli amminifirano , compenforli in qual-  J che parte al manco, te non in tutto della I05    DEL DRITTO NATURALE, àft   efatta diligenza ; avvegnaché in fatti do  • ve quefti frutti*, o beni che fiano, non ba-  ftano per la buona educazione , egli è di  vero una colà molto ingiufta, ed iniqua , il  j ciò pretendere . Finalmente comunque ciò  fia,da quefti medefimi voftri principi fi ri-  trae, giunti , che quefti fi veggono a fàper  ben diriggere, e regolar se medefimi , Fin»  compenza de’ tutori termina , e viene a  fine , come nello fletto mentre a terminar  verrebbe , e finire la podeftà de’ padri , il  luogo di cui eglino , come noi abbiam te-  fiè detto , occuparono . Ma (è per avven-  tura al figlio nello flato Naturale il padre  lafciato non avette tutore alcuno , chi cre-  dete voi che ne dovea imprender la cura ?  M, Gli agnati, e li più profiìmi , ed in man-  canza di coftoro gli amici del morto , o gli  più vicini , cui fecondo che voi fàggia-  mente detto abbiate , da* tutori dar fi do-  vea conto della lor amminiftragione , fèn-  do ogni uno in obbligo , ed in dovere per  quelche v* hò più fiate moftro, far per gli  altri , quelch* e’ vorrebbe , che quefti fà-  ceflèro per lui ,* anzi quindi ne fieguepa-'  rimente , che dopo il total dipartimento  delle colè, coftoro altresì fiano in obbligo  ed in dovere di fomminifttar a* pupilli  il Accettano per la lor educazione , e   » •>    t r   •i    298 D E’ P R I N C I P J   iòfientamemp fé gli averi de’ Ior genito-  ri , non fian perciò rhrga' (ufficienti , e ba-  fievoli , o di quelli affatto nulla fe ne rin-  veniffe . * • . - .*   D. Spiegatemi 1* origine della lèrvitù , ed in  Vl.che confida la lòcietà , che fi forma di pa-  drone, e fervo. v   M. Molte moltilfime fiate abbiam di già noi  detto , che introdotte le fignorie , e li do-  mini delle colè , gli uomini per meglio po-  ter (occorrere , e (ovenir alle lo r gravi ne-  ceflìtà, e bifogne, portati fi fodero ad infti-  tuire , e rinvenire una infinità di ben dif-  ferentrcommercj per permutar a vicenda  tra di lóro non Che quelle cofe, con quelle,  una fpezie altresì/) un genere di travaglio  con un’altra (pezie,o genere molto divel la;  Or tuttociò foppofto per vero, egli e veri-  fimile, che facendo quello, rinvenuti fi for-  ièro pur infra di elfi di quegli, che fi con-  vennero in modo, gli uni agli altri fonami-.  niftrato aveffero , e dato il vitto , 1* abito,'  ed ogni altra colà dsl Mondo necedaria al  proprio foftentamento , ovver qualche giu»  Ha mercede, e quefti per quegli intanto  impiegati fi fodero con tutta l’ induftria e  la diligenza podìbile in colè lecite total-  mente , ed onefte ,* e che così paffj padò  - introdotta fi foffe tra il Genere Umane)   que-    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 29*   / quella sì fatta -focietà , che fi forma di  padrone , e fervo ; poiché con ciò in fin noi  altro intender non vogliamo *, che un pat-  to in tal guilà , e con quello fine , da due,  o più perfòne fatto y fervi propriamente  giuda la commune favella coloro nominan-  dofi , o ferve , che per altri impiegano il  Ior travaglio, e padroni, e (ignori al rincon-  tro quegli in utile , ed in vantaggio di cui  lo s’ impiega, e che fon in obbligo ed in do-  vere di fomminifirare a quegli quanto allor  foftentamento fi richiede; comecché oltre  quello genere de’ forvi refi tali dalla natu-  ra (leda , che foggetta mai Tempre il peg-  giore al migliore , egli ve n’ abbia un’al-  tro diverfo , eh’ è di quelli , che divennero  - tali per legge , come per 1* appunto fon  tutti li (chiavi di guerra , che fervono lèn-  za aver fatto al dinanzi col padrone patto  alcuno. * v' .   D* Li doveri dunque , ‘e gli obblighi de’ for-  vi , e de’ padroni , riduconfi tutti a quello*  cioè , che formando eglino una focietà ,  la quale non confitte in altro in fin , che in  un patto, e li patti tutti conforme al dritto  della natura dovendofi ottèrvare , debba-  no i forvi efoguire tutto ciò,ch’ è lor impo-  1 Ilo , ed ordinato da’ padróni; e non è nè al-  le leggi , nè al patto fatto con etti opp; fio   o con-    Digitized by Google    3oo DE’ P R IN C IP J  «contrario; ed quelli fiano in obbligo al  rincontro , e in dovere di fomminiftrar lo-  ro tuttociò , che può lèrvire in qualche  modo per le lor perlòne , giuda la lor pro-  metta ; in un motto il bene di un lòcio in  ogni lòcietà preferir dovendoli, ed antepor-  fi a quello d’un* altro , che n’ è al di fuo.  ra , devono i fervi per li padroni , e quelli  per quelli far tutt’ ora quantunque più  poflòno , e vagliono con preferirli e ante-  porli a qualunque altro del Mondo ; e per  che non v' è patto che fcior li pofia d’alcu-  no lènza il confenfò dell’altro tra cui inter-  venne, non può in niun modo nè F uno  lalciar 1* altro al dinanzi del tempo (labi*  lito , e fidò , nè l* altro I* uno ; Ma come   • volete voi che i fervi impieghino in tal   • guifa la lor induftria peri padroni, che  del tutto non badino al proprio ?   M. Senza difbbio quando fono in ozio , e  lenza occupazione alcuna di rimarco de*  lor padroni, pottòno far quelehe vogliono-  . non potendo ciò per quelli ettèr d’ alcun  nocumento ; ma ettendo occupati , ed in  negozj gravi diltraer non lì pottòno in nul-  la, fenza aver il lor conlènlò.   D. Perquelche rilguarda gli Schiavi, fon  eglino al tri/ come li fervi tenuti di dar elo-  cuzione agli ordini, ed alti comandi de’ p*.   ; • “ ' dro-    4 -    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 301  droni ; purché quegli fian giufti, ed onefti ,  ed abbiano eglino forzg bafievoii , e luffi-  1 denti -per efeguirli ; differilcono però mol-  to quelti da fervi in ciò , ch$ a* padroni in  elfi competendo quell’ ifteflo dominio, che  anno nell’ altre colè loro , eglino vagliano  ad alienarli e venderli altresì , come que-  lle; comecché un cotal dominio efiendo  molto limitato e riflretto dal dritto Natu-  rale , e non convendo in modo alcuno ap-  partarli da quello, non venga mi ga lor  permeilo , come di tutte l’altre colè , Rab-  buiartene; quindi è che proveder li devono  di tutto quello, che al lor follencamento  fi richiede , e rattenerfi da impor foro del-  le cole luperiori , e al di lòpra delle lor  forze , o che ridondino in qualche modo  in dilcapito della lor fallite ; Il perche al-  tresì dove quelli peravventura fi molìrafiè-  ro redi , e ripugnanti a’ commandamenti  de’ padroni, lèbbene ufàr fi pofiono contro,  loro tutti li mezzi poffibili del Mondo pgr  ritraerli all* ubbedienza , ed all* ofièquio a  quelli dovuto, non però mi credo, che met-  ter fi debba in obblio,ch’eglino fiano uomi-  ni come a noi , e per conlèquenza mancar  all’ amore , eh’ agli altri fi deve .   2 / 1 . Ma vaglia il vero promuover dovendo  ogni uno la felicità , ed il commodo altrui   non    «    Digitized by Google    3oi DE’ PRINCIPJ  non meno eh’ il proprio ; perche lo flato  d’ una fefvitù perpetua , ed illimitata por-  ta feco molti, moftillìmi jncommodi , poi-  . che è di leggieri converter fi può e palìàr  in abbuiò, non fi deve permetter molto vo-  lentieri, 0 sì indifiintamente, che vi fi lafci-  >no marcir coloro , che liberi potrebbero di  lunghiflìmo fpazio giovar a le ed agli altri.  D. Reputate voi del tutto inutili li /chiavi  rer una Reppublica , o per una Nazione?  M. Nìa;( H ) anzi ne potrebbe ella dedurre  molto utile e vantaggio , con ritraerne una  infinità d’abbitati per le colonie,e farne al-  tri buoni ufi; ma farebbe egli meftieri, che  da legislatori fi raddolcifiè in qualche mo-  do lalor {chiaviti! , e fi trattali renderne  la idea, alquanto più dilettevole ; con pro-   # veder perefcmplo alla durezza de’ lor pa-   * droni , con afficurarli del notrimento in   • tempo di vecchiezza , o infermità , con fa-  . vorir'li lor matrimoni , e con altri sì fatti   . modi , per non incorre in quegli inconve-  nienti , eh’ incorlèro rilpetto a quefto par-  ticolare i Romani . • -   : D. Ve-    (H) Vedrebbe • altresì per alcuni la fobia-  vitùfervir d* un gran mezzo per dilungarli  dal male .    * Digitized by CjQOgl      DEL DRITTO NATURALE. 303   V. Veniamo ora a trattar della famiglia.   M. Quella come noi dicemmo, è un corpo, o   VII. una fòcietà comporta di quefie fòcietà per  l’appunto, di cui abbiamo fin adora fa-  vellato;comecche porta fòrmarfi ella di tut-  1 te , e tre quelle unite in uno , o di due fòl-  tanto ; e nel primo calò T abbiamoci real-  mente per aliai ben intera , e perfetta ,nel  fecondo per imperfatta .   D. A cui credete voi ; che appartenga di ra-  gione il governo di una sì fatta focietà ?   ÌM. Al padre , e alla madre di famiglia , che  fono quegli rteflì , che nella fòcietà coniu-  gale portano il nome di marito , e moglie,  nella paterna di madre , e padre , e nella  fòcietà ,-che fi compone di fervo , e padro-  ne , eglino fi nominano padrone , e padro-  na . ■. ù   D. Riguardo al padre di famiglia io ben mi  perfùado, che convenga egli fia il capo  della famiglia , per la rtefia ragione , che  Vuole il marito fia il capo della fòcie-  tà coniugale , il padre della paterna , r ed  il padrone in quella che fi compone di lui  e fervo ; ma per quelche s’ appartiene alla  madre , io non comprendo , perche vo-  gliate altresì, che fia fatta ella partefice  di quella fòvranità?   flf, Dubbitar non potendoci , che alla madre   non    Digitìzed by Google    3 o4 'DE’ PRINCIPJi .  non competa naturalmente parte della po-  defià , e dell’ autorità , eh’ al padre com-  . pete ne’ figli, e come padrona parte di  quella , che ha il padrone ne’ fervi , e nelle  ferve ; e che poflà ella altresì quando con-  venga ben configliare , e ammonire il tuo  marito , egli è certo che debba altresì di  ragione efler fatta partefice del comando ,  eh* hà il padtedi famiglia , o per efpreflò ,  o per tacito confenfò di coftui.   D. Quali fono li doveri , e gl’ obblighi di un  padre , e di una madre di famiglia ?   M. Ogni focietà avendo un certo fine pro-  prio , per cui fù inftituita , ed ordinata , e  dovendofi in effa attentamente Tempre mai  a quefto badare , ed aver l’occhio, dove far  fi può lènza contrariar in nulla alle leggi  naturali j in ogni famiglia tutta la dili-  genza , e tutto lo Audio impiegar fi deve  in far , che 1* azioni di ciafeuno ficrno in tal  fatto modo regolate , ^ rette, che il fine  d’una focietà s’ ottenga fen za edere di  danno alcuno , o pregiudizio all’ altra j e  confequentemente il dovere, e l’obbligo  d’ nn padre, o d’una madre di famiglia, che  camanda in nome di quello , cui sì fi deve  tutta la poteflà, confifter deve in fare, che  tutte l’ azioni de’ Tuoi domeftici colpifca-  _ no concordemente , e con ordine un mede-   mo    Digitized by Googj^.    • /-    DEL DRITTO NATURALE. 30 r  moline; cioè rifguardino univerfàlmente  all* utile , e al commodo di tutti fenza ri-  ferva, o eccezzion alcuna di perfòna; quin-  di dove abbia peravventura *una fol fiata  quelche far fi debba a ciafcuno importo , e  ordinato, e* non deve a patto alcuno impu-  nemente lafciare , e fenza galligo quelche  fi opera , è fi fa in contrario; e perche  ogni fòcietà fi rifguarda come una fòla  perlòna , e il commodo , e 1* utile di ciaf-  cun de 9 focj merita pofporfi a quello di tut-  ta la focietà,egli fi deve nella famiglia tan-  to dal padre , quanto dalla madre di fami-  glia anteporre fèmpre la fàlute di tutti ir»  . generale a quella d 9 alcuno in particolare ;  come che trattandoli d 9 eflranei preferir fi  debbano a quelli ed anteporre tutto tempo  quegli , che non fian tali.   D . Quali fono gli obblighi, e li doveri de*  domeftici ?   M- Per dir tutto in un fòi motto , eglino in-  gegnar fi devono di non lafciar occafione al-  cuna addietro fènza non promuovere il  commodo , e l 9 utile cominunedi tutti del-  la famiglia , e di ciafcuno in particolare.   V. Or in fine palliamo alla fòcietà civile , e  VlII.procurate in ogni modo, eh 9 io n’ abbia  una idea d 9 aliai ben chiara , e netta.  jW. Qjicfla nonè a eh 9 una fòcietà comporta   C V di    X    'Digitized by Google    J    t   E   | 3 o$ DE* PRINCIPJ: ;   f - di più famiglie congiunte, ed unite tutte in   uno a poter inlìeme vie meglio promuove-  re , e portar avanti il lor ben comune, e  per mettelli in iftato da poter con magior  aggevolezza difenderfi , e liberarli dagli  inibiti, ed aflalti de 9 proprj nemici ; impe-  rocché edinto , che li viride infra gli uomi-  ni quel cado, e fànto amore, e quella carità  fraterna, e lènza elèmpIo,che giuda più , e  più fiate dicemmo, l'uno all’altro dapprin-  cipio vicendevolmente portava, prefo aven-  do ogni uno di gir a lèconda delle lue pro-  prie voglie , e delle fue isregolatezze , con  aver in odio, ed in abbonimento il compa-  gno , l 9 amico , e fian anche il più a lui  congiunto di languc, o di patentato ,• e  perche 1* obbligagione di quelle fante leggi  che indentro a fe portavano , e nel proprio  feno ilcolpitc,ed imprefie,non badavano in  modo alcuno a rattenerli , ne a reprimerli,  e per efièr tutti uguali di natura e pari, ne  Giudicp , ne Magidrato rinvenivafi dinan-  zi cui metter termine fi potelTe , o dar  fine alle lor contefe , da per ogni parte,  non ufandofi altro , che forza , e furore , e  fovente imperò venendo P innocenza op-  prefia,eogni giudizia sbandita e lafciata  jn un cantone; rare volte , o non mai rinve-  nendoli una famiglia in idato da poter op.   porfi    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE , 507  porli , e far farsa alle violenze , che da*  fuoi contrai] fin nel fa 0 proprio , e nazitf  albergo l’ erano a tutto poter commefie ,  molte moltiflìme famiglie in cui allora ve-  niva devi fa il Mondo, per torfi da tanti , e  sì gravi rifchi e perigli li unirono, e fi ob-  bligarono di difenderli ; e rilèrvandofi la  libertà di poter dire il lor fantimento nelle  rilòluzioni delle cofe di magior rilievo, che  fi prendevano jn nome di tutta la commu-  nità, diedero per lor maggior pace , e quie-  te , il governo della lor facietà , e P ammi-  nifi ragione a uno , o più per fanne , d’ af-  fai più prudenza, e coraggio degli altri (I)   D. Vi è farle noto quando cominciarono que-  lle focietà al Mondo?   fll- Nò comeche abbiam ogni ragion di  credere che per un lungo tratto di  tempo, non vi fòdero fiati delle Monar-  chie, e degli Principati di gran valliti , ed  eftenzione ; imperocché quanto più in die-  tro fi mira, e fi pon mente alla ftoria de*  / V a pri-    ( I ) Cosi appunto rifurono le Reppubbli-  the de%li Oriti , e dì molti altri apprejjo U ,  Diluvio , come j * -imprende dalla Storia del  vecchio tejlamento.    Digitized by Google    3c$ DE’ PRINCIPJ  primi tempi , tanto più fi rinvengono de-  gli fiaùmolto, piccioli , e in gran novero ,  che non erano guarì gli uni dagli altri di-  ttanti , e che non aveano molto pena ad  unirfi quando bilògnava , e facea lor me-  ttièri di tener conlèglio de’communi inte-  reffi , ovvero ilcampievolmente (correrli  ' contro le violenze de’ lor nemici . Egli è  il vero , che comunalmente 1* Impero de-  gli Attiri fi abbia per la prima Monarchia  del Mondo ; ma non per quello fi può egli  aderir di fermo, che quella fi fù la prima  focietà compolla di più , e più famiglie ,  non potendoli da lenno per alcun dubbia-  re , che ella ringraridir non fi vidde , ne  gingner a quello fiato pria di non afiòrbir  in le, e divorare per così dire, un infinito  numero di picciole lòcietà , o Principati,  pome la Storia lo c* infegna .   D. Spiegatemi diftintamente , e fenza alcuu  IX. interrumpimento quelche appartiene al  buon regolamento di quella focietà .  yVf, Ragionando fecondo li flefiì nollri prin-  cipj , egli è certo; 1   I. Che avendo quella per fine il ben co-  mune , e la ficurczza di tutti quegli , che  la compongono , ottèrvar vi fi debba come  legge fondamentale di non far colà alcuna  contraria , od oppofla alla làlute , ed alla   tra*    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 309  tranquillità pubblica ( K ); quindi formar  dovendoti giudizio dell’ azioni de* parti-  colari Soltanto riguardo a tutta la (òcietà ,  ed a quello fine ; molte moltiffime cote av-  vegnaché giufte , e permeile dal Dritto  Naturale, (ovente efler pofiono in efià in-  giufie , e irragionevoli . II. Ch’ogni una di  quelle (òcietà Civili, (ècondo che noi di-  cemmo favellando della (òcietà in genera-  le , non confiderandofi nello (lato Natura-  le, che come una perfona , E uffizi dell*  una inverfò 1 T altra fian realmente pii (ledi  di quegli d’ un uom inverfò 1* altro uomo.  III. Che acciò non v ’ abbia in quelle (òcie-  tà chi diflurba , o inquieta in modo alcu-  no il ben pubblico, ne venga niuno impe-  dito , o diftolto , anzi fian tutti aggevolati  a foddisfare a lor obblighi ,' doveri , g uffi-  zi ed òttenghino elleno (ledè il lor fine,  ‘ abbilògna che di tutto ciò fè ne commetta   V 3 la   ... / •' •    ( K ) Per quejìo ir ogni Città , 0 Rep pub-  blica in tutti modi gajtigar si devono , e punir  coloro , che operano in contrariamoti ufar tut-  ti mezzi pofìbili in far che le lor arti non sia-  no di difcapito , 0 di nocumento alcuno al pub-  blico . . .    Digitized by Google    3io D E’ P RINCIPJ  la cura a certe perfone , e fi obblighino gir  altri a far dal conto loro quanto a tale ef-  fetto venga mai da coftoro ordinato , e  ^abilito; ed in fatti ogni fiato , Regno , o  Reppubblica par che fiiftìfta per un cotal  patto, fia efprefib , o tacito infra coloro ,  che la reggono , come capri, e n’anno il  comando, fiano Principi , Magifirati , o al-  tri , ed infra quegli, che ubbedifcono , e vi  fono in luogo de* luciditi , o di tanti mem-  bri , IV. che tutti li patti conforme al drit-  to Maturale dovendofi offervare, quefti al-  tresì , che efprefiì , o taciti fi fanno, infra  fòdditi , e Regnanti dar fi debbano ad ef-  fetto . V. Ch’ a tutti i Regnanti apparte-  nendo la cura di tutto ciò, che mai riguar-  da la pubblica tranquillità, e fàlvezza e’non,  meno aver debbano una piena contezza de*  mezzi necefiàrj per poter a ciò pervenire ,  che un voler fermo, ed affai ben coftante di  non comandare ne far altro, che quello,  che può unqua per quefto valere ; e per-  ch’ egli è impoffibile che a quefto giunga-  no lènza una efàtta ofiervanza delle leggi  Maturali , fono in obbligo ed in dovere al-  tresì d’ inviggilare su quefto, e far che niu-  no de’ lor fudditi manchi sù quefto* parti- .  colare ; onde nello fteflo mentre veniamo  a conofcere che tutta la noftra felicità in   qtie-    Digiti?ed b^Google    ; DEL DRITTO NATURALE. *n  quello Mondo ottener non potendoli in al-  tro diverto modo diverto da quello (/)  fi debba da Regnanti a tutto potete in tut-  te colè aver la mira a non altro, che alla fé  licita di tatti coloro che reggono , e go-  vernano . VI. Efièndo quelli tenuti , come  dicemmo di fare che niuno Ila impedito di  fòddisfàr a’iùoi doveri, e tocco ire re, ed abi-  tar ciatouno a farlo ben più volentieri ,  con cofiringere e gaftigare , chi che ricula \  di farlo , egli abbisogna che faccino quan-  to polla non meno torvi r di mezzo a ciafi-  cuno per compir qvelch 1 egli deve , m’ al-  tresì facilitarne l 5 efecuzione , e l’effetto *   V II. Poiché il fine d’ogni tocietà non è che  di promuovere il ben commune , e di-  fenderli dagli infiliti de’lùoi nemici fia  uopo fare , eh* il numero de’ludrìiti in una  Città , o Reppubblica , non fia minor di  quello , che perciò fi richiede, affinché non  Vi manca il bitognevole, ed il neceffario  per la vita , o altra cola avvenga contra-  ria in qualche modo alla tranquillità pub-  blica . Vili. Ogni Città, o Reppubblica  in fin non effendo ch’una tocietà, ed a nino  lòdo convenendo partirli di quella tocietà,  in cui peravventura fi rinviene con danno  altrui , oon fi deve unqua (offrire , eh’ al-   V 4 ' cimo   ( l ) Tratt. x. riuvn.xi i.    Digitized by Google    312 D E’ P R I N C I P J  cuno Ce nè parta , e vada ad abbitare in al-  tro luogo con un gran di lei difcapito ; e  conforme un fòcio , che danneggia un’al-  tro fòcio è in obbligo, ed in dovere rifàrcir-  glielo , così altresì riconofcer fi deve quefti  per ben obbligato di rifar quello , che me-  diante la fùa lontananza ha la Città, o  Reppubblica ricevuto , IX. Gli avveri , e  le ricchezze efiendo di un fòmmo medi eri  per lo foftentamento , per Io decoro, e per  la giocondità della vita dell’ uomo, devono  coìprche Regnano proccurar in ogni mo-   * do , che i lor fudditi ne fian tfen forniti ;  X- La fpcrienza dandoci tutto dìacono-   • icere , e vedere , quanti vizj , e malori ne  provengono dall* ozio , ed imperò abbifo-  gnando, che ogni uom fatichi e travaghi  per ricchi filmo eh’ e* Cia; in ogni fòcietà Ci-  vile è meftieri dar in vegghia per far che  non manchi giammai il travaglio a coloro  che lo chiedono * e che ^abilito fi abbia  perciò un commodo , e giudo prezzo, non  (ì fofferifea , eh’ alcuno fi confuma , e to-  talmente fi perda nell’ozio . XI. nonrin-  venofi al Mondo alcuno, che che non fia  in ohbligo , ed in dovere fòddisfar a molti  obblighi , doveri , o uffizj in verfo la Mae-  fià Divina , inverfo Ce medefimo* ed inveì* •  lò gli altri, in ogni , e qualunque Città , o    DEL DRITTO NATURALE.   Reppubblica metter fi deve ogni Audio » ®  ogni cura per riempier l’animi di tutti di  quelche e’ devono foddisfàre ; e perche  non tutti di tali , e d’ altre sì fatte cogni-  zioni fon abbili renderne gli altri ammae-  ftrati, quegli eh’ anno un ingegno vie più  degli altri elevato , ed eminente , e che a  farlo fi conofcono eflèr naturalmente più  acconci, in tutti modi poflìbili ajutar fi de-  vono , e foccorrere, affinché da fe far polla-  no ben volentieri tutti progredii , e avan-  zamenti del Mondo nell’ arti , e nelle  fcìenze , e proccurar eh’ i padri con ogni  agevolezza educhino i lor proprj figliuoli,  e s’ ingegnino di far lor ottener quella per-  fezzione , che ad uom abbi fogna, acciò lo-  Itener poflono col tempo e rappretentare  con fomma lor loda e riputazione nel  Mondo , e nella propria padria , quel per-  lònaggio , eh’ il fopremo Architetto delle  cole hà riabilito , ch’e’rapprefèntino . XI.  Non efiendo miga colà convenevole che  un uomo danneggi un’ altro uomo , e quel  danno eh’ egli peravventura gli da, effondo •  tenuto di rifàrcirlo; in quelle ifiefiè focieti  Civili fi deve proccurar altresì, che niuno.  venga offofo , o danneggiato in colà alcu-  na , e eh’ in ogni forte di contratti fi olfor-  vi a minuto , ed elettamente ogni giufii-   zin,    • t ‘ * Digitized by Google    314 DE’ PRINCIPJ   zia, ed equità ed lì rifacci ad altri quel dan-  no, che gli fi reca. XII. Dovendoli da  tutti noi vietare ogni e qualunche periglio  della vita , e conlèrvar la noftra fàlute , e  E integrità delle membra con adoperarci  mai Tempre di non cadere in morbo alcuno,  e dove peravventura vi fi cada riftabi-  Hrci ( m ) , egli è di dovere , e di obbli-  go in una Reppubblica , o Città, metter  ogni diligenza in far che niuno fi elpon-  ga a pericolo alcuno, o venga a far per-  dita della fua làlute , o delintegrità delle-  fue membra , con vitare , e sfuggire tut-  to ciò che mai ne può efiere la cagione ,  come per elèmplo farebbe l’ebbriezza , eci  altri vizj di tal fatta ; e che abbia in pron-  to tutti li mezzi proporzionati alla fuga  de’ morbi, ed alla cura di quegli, che ilgra-  .;ziatamente v’incorrono , ne (òfifrir mai  che uno dea la morte a fè medefimo , o ad  altri XIII. Non dovendoli nelle fpefe ne-  celfarie a farfi , permettere cofa per ni mi-  miche fi fòlle contraria ed oppofta a’ luoi  doveri , e 1’ acquifiato dovendoli tutto  tempo conlér vare per le neceflità e le bi-  lògne, che pofion mai avenirci, egli è uopo  che nelle focietà Civili fi provegga anche  con diligenza sù quello , con non permea   . ' ter   ** a   ( m ) Trcti . i l.vu n» J*      i    Digitized by Google    (    DEL DRITTO NATUR ALE . 3 1 r  ter neppur la foverehia fòntuofità dell’ abi-  tazioni ; come che dall’altra parte la me-  diocrità ufàta nella di loro venufià e bel-  lezza Ila oltre modo commendabile, poten-  doci recar molto di piacere , e di diletto ;  e con ciò fèrvir non meno per un gran au-  mento della nofira fàlute , e per accrefce-  re di gran lunga la nofira autorità fpezial-  mente appreflò il vuolgo , che altro il più  delle volte non ha per guida , che li proprj  fènfi , che rendere pompofa e magnifica e  fuperba la Città , e dare una gran oppime-  ne de’ Tuoi agli ftrani . XIV. ogni uno e£  fèndo in obbligo prezzare , ed onorare  chiunque e* fra di preggio,e di lode degno,  e non potendoli ciò da altri fare , che da  quegli , che può fender giudizio , e ragion  ne delle azzioni altrui , ‘.affinché tutti fia-  no tali in ogni Città , o Reppublica bifò-  gna badar di rinvenire, o iitabilire certi  titoli , certi legni d’ onore , e certe prero-  gative , per darle a quegli, che fè ne rendo-  no meritevoli , XV. Per mantener ben  fèmpre fiabile e in piè la pubblica quiete ,  e tranquillità, ed evitare a tutto potere  gp incommodi , e li difàgi che mai deriva- >  no dalle private Vendette, far fi deve,  che gli offèfi fi r imanchino pur contenti del-  le pubbliche , e che colui , eh’ egli è punito   c ga-    f    Digitized by Google     D E’ PUNCrPJ   e gadigato non abbia ardire , ne o(ì priva-  tamente di nuovo vendicai^. XVI. In dove  in una.Reppubblica, o Città, è lì vede, che  non bada 1* obbligagion naturale a ; ratte *  ner ciafcuno tra li fuoi obblighi , o doveri,  a quelle leggi naturali, la cui inoflervanza  può in qualche modo , e vale a difturbar  la pubblica quiete , abbilògna , che vi (I  accoppia una nuova obbligagione,* cioè che  fi propongano a quelli , .che le trasgredi-  rono delie pene , ed a quelli , che l’ofler-  vano degli premi, eh* è quello che condi-  tuilce l* obbligagione , che noi perdidin-  guerla dalla naturale diciam per l’appun-  to Civile , e nominar altresì fi potrebbe  umana ; e per la della ragione le le leggi  naturali- lòn troppo generali, ovvero fò-  verchi© indeterminate , e di doppio /ènlò  per torre ogni letiggio , e ogni piato di  mezzo , che quindi ne potrebbe mai ri-  fbrger è d* uopo-ch* in quede medefime lò-  cietà fi determinano, e fi redringano in tutti  modi , con decidere che che fi debba tener  in ofièrvanza • e non potendoli realmente  da Regnanti ogni colà antivedere , dove  quelche una fiata credettero per li lor lùd-  diti utile , e giovevole ftabilire, la Iperien-  za lor da a cònofiere efler inutile , e poco  per quelli profittevole, lafciar non lo devo-  no    Digitized by Googl    r    DEL DR ITTO NATURALE. 3 li  no in modo alcuno di corrigerlo, ed emen-  darlo ( L ) VII. Non mai uom potendo la  lue azioni conformar alle leggi di cui egli  non ha contezza alcuna, quanto fi ordina ,  e fi ftabilifce in una Reppublica da que’  che governano in tutti que’ cali da noi te-  de cennati non può aver forza , ne vigor  alcuno pria , che non ha promulgato .  XVIII. E (Tèndo giuda quelli noftri principi  proprio de’ Regnanti il far leggi , l’obbli-  gar i fudditi , e far ed ordinare tutto ciò  che può mai (èrvire per la pubblica làlvez- *  za , e tranquillità , ed in qnefto appunto  confluendo ciò, che nominiam noi podellà  0 fuprema, aderir poflìam con ogni ragione  che quella fia propria di effi loro , ne un-  qua polla ad altri appartenere, comecché  non potendo eglino in niun modo obbligar  i fiidditi ad azioni contrarie al dritto natu-  rale ed a que’ patti, che fecondo noi dicem-  mo, fifoppone , eh’ intervennero tra Re-  gnanti , e ludditi , fia ella in Un certo mo-  do molto limitata , e riftretta XIX. Ogni   e qua-    > (L ) 'Quindi si comprende in guai casi sia  mejìieri , eh* in una Reppublica sijaccino delle t  nuove faggi , e delli nuovi regolamenti ^    Digitized by Google     *iS DE» PRINCIPI   c. qualunque Regnante, avendo una cotal  podeftà d’obbligar i (uddjti,egli hà altresì  quella di ftabilir delle pene contro a’ pre«  variatori , ed a trafgrefiòri delle leggi 9  delle pene, dico, intendendo anche delle ca-  pitali , dove 1’ altre non badino , e fjan  infufficienti alla quiete, e tranquillità pub-  blica , cui eglino (òn tenuti tutt’ ora di  badare , e per cui anno ottenuta una tal  podeftà ( M ) XX. Eftendo le fpefè a’ Re-  gnanti (òmmamente neceflarie per la pub-  blica quiete , ed imperò dovendofi elle da*  (udditi fomminidrare egli ha anche facoltà  d* impor a codoro degli tributi, e delle col-  lette , o gabelle , ed altre (òrti di contribuì  zioni ; Ma XXI. metter non potendod in  efecuzione quelche bilògna per lo ben pub-  blico, lènza che non da abbia della potenza*  cioè una certa poflìbilità , o agilità , per  così dire a poter tutto ciò fare , quefta è  parimente perciò da rifguardirfi lènza fallo  come propria di coloro che governano ,  C confcguentemente appartiene a’ Regnan-  ti al- •    (M) Ecco qui la ragione per cui a * Re-  gnanti compete il giu: di morte , e di vita ih  de lor fu àditi ,    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 3 tf  ti altresì il dritto di poter codringere*  ed obbligar gli proprj ValTàlli a fòmmini-  ftrare , e dar tutto ciò , che fi richiede per  quelche fi deve fare ,* il dritto di codituire,  e rimuovere i Magifirati . necefiarj per efè-  guire le leggi Civili , e giudicare e indur-  re ogni uno a lafciar all* altro quelche gli  fi deve , non potendo tali cofe giugnere a  far da fè medefimi ; il dritto di conferire, «  i pubblici pefi , e le carriche , e le dignità  Civili ; il dritto di far leva , feelta , o rol-  lo de* fòldati , che alla quiete tanto inter-  na , quanto edema della Città fon necefià-  rj ,• e mille altri dritti di tal fatta, lènza cui  li lor ordini non fi poflono dare ad effetto ;  e perche quella podefià , e quella potenza  che di necellìtà fi richiede , giuda che fi è  modro, ne* Regnanti e quella in cui confi-  ne per f appunto la lor Maefià,* in qualun-  que Città , o Reppubblica gadigar fi deve  feveramente chiunque ardilce in modo al-  cuno d* offenderla , ed aggravarla ; come  che potendo ella eflèr varia e diverfàmen-  te oltraggiata, varj, e diverfi altresì intorno  ciò fian le pene , e i gadighi , che fi ftabi-  Jilcano . In ultimo per dir tutto in un mot-  to l* utfizio , l’ obbligo , e,il dove de* Re-  gnanti elfendo , come più volte abbiam  detto , e ridetto promuover in tutto la    Digitized by Google    , D E* P R I N C I P J   pubblica quiete , e tranquillità, e difen-  der i lor fudditi dall' ingiurie de’ nemici lì  sìdomeftici, che pubblici, eglino devono  tutta la lor attenzione impiegare in badar  minutamente a tutto quello , che a quefto  può mai pi (guardare, con corriggere , e rat-  tener ne’ lor principi fin le picciole novità,  non lòflrir le inimicizie private , e le gare ,  che infòrger poflòno ifpezialmente tra  Grandi , e qualunche difprezzo , che ven-  ga fatto mai della lor perfòna ; impedir  ogni ingrandimento flraordiuario de* par-  ticolari ; rinovar di tratto in tratto ordini ,  e leggi ; e ridurre tutte le colè alla finceri -  tà , e ilchittezza de’ lor principi : venendo-  ci col corlò del tempo a formar ne’ corpi  Civili , alla fteflà guilà , che ne’ naturali,  tèmpre mai qualche aggregato d’umori  cattivi , ch’hà bilògno di purga • e perche  non dico egli ha malagevole , ma quafiche  imponibile , che fappiano da le foli , o fac- .  cino tutto , egli è di gran lunga giovevole  che fi fervano fòvente dell’ altrui faviezza,  e prudenza , o coniglio, per non far cofa  per menoma eh’ e’, ha contraria, ed oppofta  al ben pubblico , efTendo molto irragione-  vole , e come contro ogni ragione del tut-  to mal fondato, ciocche ne Icrivono l’Obbe-  gio , e il Macchiavello , che non dubbita-   ro-    Digitized by Googld    ?    DEL DRITTO NATURALE, jaf  rono fin le cofòienze de* fòdditi , e la Reli-  gione fteflà fottoipettere a’ Regnanti . Del  refio ri/petto a i lor (ùdditi quefti elsendo  cornei padri fono rifguardo a i figli , con  tutta agevolezza tutti gli obblighi , gli  uffizi ,e i doveri de’Genitori inverfo i lor fi-  jgli,e quegli di un padre di famiglia in ver-  lò i Tuoi domefiici, generalmente parlando,  applicar fi pofiòno alla lor perfora , come  que’ de figli inverfo i lor padri, e de dome-  fìici inverfo de’ padri de famiglia, a lor . *  fudditi .   jp. Per verità y’hò intefo fin ad ora con pia-   X. cere , fenza ardir d’ interrompervi ; ma  pria, che palliate ad altro, dinegatemi al*  cune co fe più paratamente , e incomin-  ciando , ditemi quante forte di Reppub-  bliche , e di governi divertì vi abbiano ?   i M. Perche fecondo noi abbiam detto 1* am-  miniftragione delle cofe può elfer data o  ad una perfona fòla, o a più , o od una in-  tera moltitudine , fi rinvengono tre fòrti  di Reppubbliche regolari , l’ una di cui fi  nomina Monarchia , Regno , o Principia-  to , la feconda Ariftocrazia , e la terza De-  mocrazia ; le quali di leggieri cambiar fi  pofiòno , e tramutare in altre e tre vizìofè, r  ed irregolari ; imperocché il governo di  una Reppubblica o fi rinvenga in man di   X uno    Dtejitized by Googl    fMM de; PRINdIPJ  ■ uno, odi piu, o di tutti , ciò non faccn-  dofi , fecondoche noi dicemmo , fè non  col confenfò medefimo de 1 Concittadini ,  e per la podefià / che da quegli s*òt-  i tende ; èd- imperò ingiuftamente co-   * loro tutti comandando , cui gli altri miga   • non fi fòmmifèro , o egli fia quefto un  f uom folo, che regni in cotal forma , e il   fuo governo ncm è più Monarchia , ma  Tirannico ,o tòno foltanto pochi nobili , e  non tutti ,' e verranno eglino a coftituire  non già una Arifiocrazia , ma un Oligar-  chia ; ovvero in vece di tutto il Popolo re-  gna, e governa la plebaglia , e la feccia del  ~ Popolaccio , che quanto fà e’ rifòlve a ca-   • priccio e quefta noi diciam propriamen-   * tè Olhocrazia . I ;   V. Egli vi mette qualche divario nella per-  fona di un Monarca, confiderato rifletto a ’  /- un altro Monarcati Titolo di Re , Impe-  radore , o Principe ?   M. No ; qualunche di quefii titoli egli abbia  è tèmpre il medefimo; non offendo egli  rifguardo ad un altro Monarca, che uguale,  e nello fiato Naturale , lènza fuperiore al-  cuno ; comecché ogni prudenza voglia, che  » * nè coftringere , nè obbligar potendofi 1* al-  tre Reppnbbliche , e gli altri Principi a  onorario con quel titolo , eh 9 egli brama ,   pria      - DEL DRITTO NATURALE, w  pria, che Io s’ imputa convenghi con effi  loro sù quello .   D. Volete, che fia necefiario regalmente per  un Monarca udir ilconfeglio altrui ?   M. CertifllmÒx; imperocché febben polla  egli operar tutto a Ìlio arbitrio , non poten-  do colà alcuna far contraria , od oppo.  fta al fine della focietà , eh’ hà in governo;  tutto al roverlcio del Tiranno , che non  riguarda , che 1* utile , e la làlvezza pro-  pria non può egli da fé conofcer tutto-Non  efiendo in ifiato di operar tutto in un ifiefi  lo modo , e penfar da voi ( dicea molto  faggiamente , e con prudenza a’ fiioì Mi-  niftri per quel che s’inarra un Soldano) non  tralafcate giamai dar orecchie , nè ribut-  tate per qualche gelofia , o (lima ,che pof-  fiate mai aver di voi medefimi quelch’ al-  tri penfano , con averlo per goffagini , e  fpropofiti, non per altro, che per non efier  fiato dinanzi da voi antiveduto, , poiché lò-  vente fiate avviene , che fi ritolga del pro-  fitto , e fi rabbia del utile dall’ operazioni  le più chimeriche , ed iftravaganti del  Mondo ; e per verità è aliai più lode-  vol colà , e di maggior momento fàper di-  ‘ ftinguere il buono , ed elèguirlo, che pri-  ma penlàrloda (è medefimo ; lòvente vol-  te egli avviene, che ad un Monarca convea-   X i 8» ' . !    l Digitized by Google    *334 DE* PRINC.IPJ  ga far paragone delle diverte aderenze ,  e circoftanze de* tempi ; o conolcer la for-  > za degli abufi , e difàminar attentamente  le leggi antiche ,* ffabi lire , e far degli re-  golamenti , e degli ftatuti per li Collegi,  e per Partefeci ed altre sì fatte cote,le qua-  ■ li egli è predo che imponìbile , che far 11  pollano da un telo .   V . Nell* Ariftocrazia , e nella Democrazia  per prender gli efpedienti neceflàrj alla pa-  ce , ed alla tranquillità pubblica, qual colà  credete , che far fi debba ?   eltendo nella prima il governo in man  de’nobili,e nella teconda in poter del Popo-  lo, egli determinar non fi può nell’ una,cofa  alcuna, lènza il contente de* nobili , e nelP  altra, lènza quello di tutti ; e come nell*  Ariftocrazia v’ abbitegna un luogo , dove  i nobili fòvente fi convengano , e prendano  gli efpedienti necefiarj per quella , non che  un certo tepo (labile, e fiftò in cui fi raguni  il Senato ; (alvo che nelle colè improvilè ,  e gravi, nelle quali èmeftieri , che fi ra-  duni fuor d’ordine ; così nella Democra-  zia di necedìtà egli vi fi richiede un luogo  per li comizi, ea un tempo certo, e fidò  da poterli convocare ; con aver per fer-  mo , e ftabile Ila in quella , fia in quella,   quel-     ' DEL DRITTO NATURALE. *if   quelche venga dalla maggior parte deter-  minato ; ma vaglia il vero,quefte e tre fòr-  ti di Reppubbliche irregolari , perche di  leggieri , come da noi fi difie , pofiòn cam-  biar natura , e divenir difettofe , e mo-  fìruofè, molto ben di rado fi veggono, aven-  do la maggior parte unite o tutte , e tre  quelle fórme in uno , o almanco due in  guifa, che Puna vaglia per rattener l’al-  tra in uffizio , ed imperò fi dicono vuol-  garmente mille ; (ebbene vi fiano per  al prelènte alcune altre (òcietà compo-  ne o di molti Regni dipendenti da un ca-  po , o di molte Città confederate , che  componendo un certo fiftema , dir fi pof-  fòno con gran ragione , fòcietà fiflema-  ticlie ; avvegnacche di queffi Regni,  che fian retti daunlòlo, altri lèguendo,  ciò non o (tante pur ad oflervar le leggi fon-  damentali , come egli è or 1’ Ungaria , e  la Boemia , e non avendo altro di conamu-  ne , che la fòla perlòna del Principe, aver  . non fi debbano al novero di tali fòcietà ; al-  tri effondo in tal modo uniti , che quelli ,  che fi furono (òggiocati, non guardandoli  che come Provincie, l’uno neppur coll’ al-  tro viene acoftituire (Ulema alcuno , come  fi fu un tempo ia Macedonia , la Siria, c   X, 3 l’Egit-    Digitized by Google    3*6 DE’ PRTNCIPJ   ) l’ Egitto lòtto Y Impero Romano , ed altri  finalmente fon in tal guifacon le fòrze uni-  ti ed accoppiati per difènderli, che non ven-  gono , che fòltanto una fòl fòcietà a corti-  tuire ; e quelli di vero formano un firte-  ma , e quello di cui or trattiamo . Ma  la piu parte de’Regni fi cambiano col tem-  po , giufia dalla Storia s’ imprende, di for-  ma , e di figura j quindi quella dell’ Impe-  ro di Germania , hà sì fattamente trava-  T gliato i Scrittori tutti, del dritto pubblico,   - che quanti eglino più fono , cotanto è   • diverfo il numero dell’ oppinioni , e delle  ^ (èntenze, che intorno quefìo particolare   - ^ abbiamo ( n); imperocché alcuni rifguar-  ; dando foltanto alti titoli , all* onore , e al-   • l’infegne di Monarca, che dar fi fogliono   • all’ Imperadore, fi credono quello Impero   • del tutto Monarchico ( po crefciuta appoco , appoco l’autorità de-  gli Stati , e fpezialmente dal Regno d’ Ot-  tone in poi , e dalla morte di Frederico  II. quella oltremodo aggrandita , mirata  non fi fofie giammai in appreffò la podeftà  imperiale in quel fplendore e in quel  4 gola- .   ( q ) Jlufwlin. ad A. B. diJJ’ert. i.$. 1i.pag.y6. Bue-  cìer. notit. Imptr. lib. zz. c. 3. p. zSS.-   ( r ) Limnxus ad J.C. lib. j. c. io. Arnifav. lib. x,   f* 6 .   ( f ) Conriag. decapitai» C». Brumem. in estam. jur. pubi. e\ i.f.f.    Digitized by Google     DEL DRITTO NATURALE. 3 a*  di cui fi tratta alle leggi , e giudicarne » >   lènza che pria ben non fi difitminano , egli  r . è meftieri che deano udienza a tutti indi-  ' fintamente , e li Tentano ben volentieri e  con ogni placidezza III. ogni uomo e (fen-  do in obbligo di amar l’altro,febbene odiar  e’ debbono , ed aver a male il cattivo pro-  cedere de’ delinguenti e malefattori, devo-  no amar (èmpre però quelli ed averli ca-  ri ; IV. per non aggravare li poveri , e mi-  seri litiganti di (peé, e di tedio, ingegnar fi  devono con ogni Audio di (pedir predame-  le tutti i Giudizj , tanto civili , quanto cri-  minali^ V. finalmente abbifogna che pr oc-  cura no di confervar in tutto la autorità pro-  pria, e de’Regnanti che rapprdèntano con  rederfi agli occhi di tutti perirreprenfibili,  e lènza macchia. Per tutto ciò efièndo egli  colà certa, ed indubitata, che qualunche  occupazione , o aff’ar di fiato e* fia guidar  fi polfa , e condurre afiài bene, giuda un fi-  fiema particolare , e proprio , farebbe fen-  za dubbio di un efìremo giovamento per  tutto il Minifìero, fi fòrmaflè un fiftema  generale di tutte le parti del governo sù  mallìme fondamentali fofienute da una  ben lunga elperienza , e da profonde me-  ditazioni di tali colè ; divifoe (iiddivilò in  modo, che ciafcun minifiro vaglia da (è  ' ' " ' " folo    \ Digitìzed by Google    no DE’ PRINCIPI   lolo a formartene uno, che fervir gli po-  tere per una gran guida alla Tua incotti-  penza , e per condurlo ficuramente, giuda  certi principi al luo oggetto principale,  come che molte parti della legislazione  fian cotante dubbie, che niun può in modo  alcuno viverne ficuro, non ottante gli gran  lumi , eh’ egli n’abbia dalle teienze , come  quelle, che dipendono aflài poco dall’uma-  na prudenza .   D. Qual cola volete voi , che fi fàccia da’  Regnanti per far che quelli non fi abufino  delia lor autorità ?   M. Eglino devono ingegnarli di non eligger  per quello le non perlòne ben degne , e  , meritevoli ; avvegnaché alcuni Politici sì  per confervar in tutto 1’ uguaglianza , e sì  per temperar in parte, ed impedire lo ttra-  bocchevole impeto , e l’ impazienza , che  , quali necettà riamente accompagna i gran  talenti , credono necettàrio melcolar con  quelli alle volte lì meno abili ; e far che li  Magiftrati non fiano fòverchio lucro!! Ipe-  ziaimente ne’ Sgoverni , che fi partecipa  dell’ Oligarchia ; poiché in tal fatto modo  i poveri per una tterile ambizione punto  non curerando d’ abbandonare li lor pri-  vati interefli , e li ricchi averanno del pia-  • cere dominare giufta la lor paffione , e lì  s. ' ter :    r    Digitized by Google    del DRITTO NATURALE. , w   terranno occupate più , e più perfòne a di*  *erfione dell 5 ozio ; a ogni modo nelle ma-  terie gravi , e di/gran momento , giulta  ' T oppinion d* Arinotele , non (la bene ,  che quegli che confìgliano , altresì delibe-  rano , potendo avvenir, che quelli di leg-  gieri regolino li lor conlègli con fini , ed  affetti privati ; Quindi in Atene il colleg-  legio de 5 privati avea foltanto la confulti-  va , e al Senato , e al Popolo fi lafciava la  deliberativa ;   D. Ma in che crede finalmente voi che con-   XII. fidano i veri vantaggi d’una Reppubbli-  ca , o di un Stato ? *.   M' Nel commercio .   D. Ch 5 intendete per quello ;   Ai. Una facoltà di permutare il fùperfluo  per il necefiario che non abbiamo , e traf-  portarlo da un luogo in un altro .   X>. Come confiderate voi quello commercio.   M. In interiore , ed elìeriore , o maritimo.   D. Quale di quelli abbiate per lo più nècef-  fario ?   M. V interiore , come quello che cofiituifce  il ben attuale di un R egno , - o di un Stato.   D. In che egli confilìe ?   M, Nell’agricoltura , nell 5 indulìria de’pro-  prj terreni , e nella diverfa utilità de tra-  vagli . - • ' •   A Co-   .»    Digitized by Google    Di DE’ PRINCIPJ   T>. Come dunque credete , che mante-  ner fi poflà in fiore un cotal commercio ?  M. Con la protezzione , con la libertà , e  con la buona fède .   D . Quali perfone meritano la protezzione ?  M. Egli abbifogna pria che fi proteggano  gli agricoltori , e li lavoratori della terra;  in apprefiò gli Artidi , e dopo gli altri,* con  raddolcire il travaglio d* ogni uno, e far  . che P induftria de* Cittadini tutt' ora s’au-  menti , cd aggrefea , non lafciando a, pat-  to alcuno impunità la pigrizia , e l’ozio ,   - eh’ è la (ùrgente di tutti vizj ,* imperocché  l’ immaginazione umana avendo continuo  bifogno di notritura, ogni volta che le  mancano degli oggetti ben veri , e (labili,  ella formandofene di quelli, che non fono ,  che larve , e chimere, deriggerfi lafoia to-  talmente dal piacere , e dall’ utile momen-  taneo ; quindi la Monarchia la più foggia,  e meglio regolata del Mondo rincontra*  rebbè tutta la pena pofiìbile in fòftenerfi ,   • (è parte di quelli , eh* abbitano nella Ca-  ■ pitale , altro non dico , marcifiero unqua  nell ? ozio ; fenza che qual cofa è mai altro  in effetto il cercar da vivere lènza trava-  glio , e fatiga , che un furto, o latronec-  cio , ‘che dir vogliamo fatto per lo conti-  nuo alla Nazione ? e confequenteraente un   - ~ de-    Digitlzedby Google    DEL DRITTO NATURALE . 3 35   delitto che merita la Tua pena.   D. Mà’impiegate , ch’abbia un Regnante  gli uomini neceflarj alla cultura, alla guer-  ra , e all 5 arti , come voi dite, del redo che  volete , eh’ e’ ne faccia ?   M. Egli fi deve occupare in opere di ludo ,  anzi , che lalciarlo in una vita tiepida , e  neghi ttòlà.   D . Non farebbe colà megliore , e più com-  mendabile mandar tutti quelli a popular  nuovi Paefi, ed a ftabilir un nuovo Domi-  nio fùbordinato totalmente , e fòttopodo a  quello , che lor fornì di un sì fatto afilo ,  efsedo a mio avvilo quello il più bel modo  del Mondo da far conquide lènza perdita  di dati , e de* Cittadini , e lènza efporfi a  molti perigli militari , e alla gelofìa de’ vi-  cini e alli folletti di una lòverchia eden-  zion di dominio , o di qualche oltraggio,  od onda, che potrebbero mai eflì ritorne ?   Mai nò ; poiché lèmpre mai fi è elperi-  mentato per più vantaggiolò , e di mag-  gior 'profitto per un dato redringere per  quanto vieppiù fia polfibile li Cittadini al 1  luogo della lor propria dominazione in cui  realmente rinvenir fi devono le forze di  una Nazione , che inviarli fuora , ed in  lontani paefi ; ne di un cotal elpediente a*  Regnanti cpnvien l’ulò, (alvo chejn ulti-  ma    Digitized by Google    ’fc SI»    (    &4: DE’ PRINCI P J   . ma necefiìtà e bifogno , e quando di Vero  il lor Popolo veggono eftremamente ag-   • grandito ; imperocché una Nazione, che lì  - difpopola per gir ben lungi a Itabilirli del-  le nuove abitazioni per ricca che ella ha ,  e poflènte divien ben tolto debole , e Ipofc  fata, da per tutto, ed in illato di perdere una  con quelle 1* antiche , come dalla Storia  s’imprende.   D. Ma qual colà voi intendete per ludo ?  M. Tutto quello che può mai lèrvirci per  un maggior commodo della vita , c che  non confitte , che in drappi lini, tele, ed al-  tre colè di tal fatta ; imperocché non è in  mio intendimento perfùavervi per lodevo-  , le e commendabile l’ufo de’diamanti, delle  pietre preziolè , ed altre colè tali, che non  Valendo che per aggravar una tetta , e per  tener imbarazzate , ed impedite le dita ,  non già per ifparambiarci di travaglio al-  cuno , o per liipplire ad altra cofa necefc  faria al noftrofoftentamento,fi doverebbero  con ogni ragione in ogni ben’regolata Rep*  pubblica vietare ,♦ vero però è ch s alcuni  confondendo quello diverfo genere di lufc  io con il primo , anno lenza diftinzione al-  cuna 1* uno e T altro riprovato , ma fenza  molto gran lènno ; imperocché non ba-  ciando per dilungar gli uomini da vizj nè   • ' \ . . .. la    Digitized by Googl    * ni •    DEL DRITTO NATURALE, w  la purità delle malfìme della noltra vene-  randa Religione nè. il dovere , e Tobbliga-  . gione propria lènza le leggi ;e tutti lènza  riferva d 1 alcuno veggendofi portati dalle  \ paflloni , e dagli affetti , il faggio legisla-  , tore non può, nè conviene,' eh* altro fàccia,  che maneggiar cotafi paflìoni , ed affètti ,   . -che fon la caula della cattiva condotta de’  fìioi , in modo , che ridondano a utile j e  vantaggio della fòcietà , che compongono;  così per ragion d’efèmplo vedendo egli,   > che Tambizione renda l’uom militare d’af  ' fai valorofo , e prode ; la cupidigia in-   * duca il negoziante al travaglio, e tutti Cit-  e tadini generalmente vi fi portino per lo   luffe e per la fperanza di un maggior/.com-  - modo , che altro vài egli a fare , che met-  ter ogni ffudio , e ogni cura in trovar mo-  - do, come quelli affetti giovar mai potreb-  bero alla focietà di cui egli è capo ? L 5 au-  torità grande , e la rigidezza de 5 Lacede-  moni non fu di maggior conquito la cag-  gione , di quelle che agli Ateniefì recaro- -,  no le. delizie , e i maggior commodi della  vita , nè il governo degli uni fù-per quello   * ' molto differente modo di vivere un punto   : megli ore di quello degli altri ; o quegli   * ebbero degli uomini illufìri , ed eccellenti  - v «ffai più di quelli ; imperocché al novero   * • ' di    ’ %• 1   Digitized by Google     DE » P R J N CI P J  di coloro di cui favella Plutarco eglino  non vi fi veggono, che quattro Lacedemo-  ni^ fette Ateniefi, lènza un minimo motto  di Socrate , e di Platone peravventura la-  nciati in obblio ; e lo ftedf giudizio far  conviene delle leggi contrarie ^di Licurgo,  non effondo elleno^ miga degne di maggior  attenzione di quella, che lo fono 1* altre  lue leggi, con cui cercò egli d’ opprimere ,  e tor vìa totalmente da’ Tuoi il rofibre ; im-  perocché come potea darfi mai a fpe-  rare , che la dia comunità, che non affetta-  va ricompenfà alcuna eterna, confervato  avefle lo fpirito d’ ambizione di far delle  conquide, efpoda a un' infinita di fatiche ,  adenti , e perigli fenza aver picciola fpe-  ranza da poter accrefoere i fùoi averi, o di-  minuire , e foemar in parte il fuo trava-  glio , dove fi mirò la gloria fenza tali van-  taggi ,chevalfe per dimoio della moltitu-  dine ? fenzacche egli è certo, e fuor di dub-  bio che quello, che fembrò ludo a nodri  avi , non lo fia per al prefènte , e quelche  or lo è per noi , non lo farà forfè per que-  gli , che ci fègui ranno ; e che l' ignoranza  de* maggiori commodi lo refe a molti Po-  poli per nojofo , e (piacevole ; quindi le  oodre leggi fontuarie foemarono di nume-  ro , e predo che andarono in difùfo , fècon*   do    Digitized by Googl     • ,   DEL DRITTO NATURALE. 337  do la noftra Politica fi andò da dì in dì viep-  più perfezzìonando,anzi molte non ebbe-  ro neppur una fiata 1* elocuzione ; impe-  rocché al dinanzi che fi foffe una fòggia  tralafciata udendone un’ altra di maggior  lufiò della prima , e facendo , che quella  di Ieggier fi obliafle, elleno non aveanoin  che Ìuflìftere ; e come fi può da chi fia di  Ieggier oflervare, non altro che il iùfiò ha  quali che dalle Città tolto 1* ubriachez-  za , e portatala nelle campagne .   D. Perche volete voi , che gli agricoltori,  fiano li primi da proteggerti ?  àd. L* agricoltura , e 1* induftria de’ terreni  effendo le baie fondamentale di quello  commercio, lafciar non fi può in un Reame,  lènza una dilmilùrata perdenza ; imperoc-  ché non valendo il terreno da le a produr-  re colà alcuna lenza una buona , e perfet-  ta coltura, nella fcarfezza , e penuria di  quello, eh* è d’ una neceflità afioluta per  la vita dell’ uomo , qual appunto è quella  . delle biade, prò veder non fi può , nè reme-  diare ad accidente , o inconvenienza veru-  na , con quella medefima facilità , e agge-  Volezza eh* s* incontra , trattandoli dell*  altre colè ; quindi egli fi hà per una maf-  fima fòmmamente vera, ed incontrafiabile,  - che le forze d’ un Regno allor fiano lùpe-  r Y rio-    Digiti    by Google    a;* .D E* rRINCIPJ  riori'. 9 e maggiori a quelle d’ un’ altro  quando maggior quantità egli abbia di  quel che è d’ una neceffità realmente afiò-  luta per la vita ,e per lo lòftentamento de  Cittadini ; effendo colà , feoza fallo d’af-  v fai lungi dal vero il credere * c he i paefi  ricchi in Miniere fiano li piu graffi 9 e ab-  • bondevoli del Mondo , tutto dì facendoci  . la fperienza conolcere , che in quelle li ri-  chiegganoun numero aliai gradedi perlò-  ne , che occupato, in altro farebbero al pa-  drone di maggior vantaggio , e utile,   V. Ma come vorrefle che s* incoraggifchino  mai quelli camperecci , o forefi applicati  ...alla coltura»   ù Per veriità non vorrei già che lori! pro-  - ponellèro perciò al dinanzi quanti Confu-  si * e Senatori , e Dittatori Romani , quan-  ti Re fi tratterò dall’ aratro , e dalla van-  ca , o lor fi mottrafle quanto quello me-  dierò fi fù feriale a tutti e comunale  Quand' era ciba il latte  Del pargoletto Mondo , e culla il bofeoi  imperocché con la filza di quelle , e altre  sì fatte ciancie di cui compongonfi da Ret-  torici le lor itlampite, non fi verrebbe di  vero altro a fare , che cantar a porri ; ed il  più delle fiate lor diverrebbomo ilpiace-  voli , e nojoli ; ma il miglior modo , che lì   può    DEL DRITTO MATUR ALE. 3 39  in quefto da uom tenetegli nonè-amio  credere, che prometterli , e ridurli in ifpe-  ranza*d una buona raccolta 9 e foccorregli,  ed aiutarli quando abbi fogna.   V, Venendo al fecondo mezzo, eh 'abbiamo per  i (labi 1 ir quefto commercio interiore, ch’è la  libertà, (piegatemi quefta in che confitta.   M. Quefta , che è aftai più neceftària della  medefima protezione , potendo la fola for-  za del commercio efler in luogo di quella,  non confitte che in una certa facoltà data a’  Cittadini da poter cambiare e permutar  il foperfluo per quel che lor abbi fogna ? e *  trafportarlo da un luogo in un altro ,* onde  ella per verità accoppiar fi deve sempre  mai congiungere con la facilità , ed agevo-  lezza degli tralporti , e de 5 viaggi , dipen-  denti del tutto dalle vie, dalli canali, e dalle  riviere ; comecché con quefto vocabolo di  libertà , che malamente prefo hà mille , e  mille fconcerEi recato nella Religione , e  • nello Stato, non intendo, che operar fi  debba a capriccio * e contro il comun  vantaggio della focietà ,• ed imperniò re-  ftringer fi devefoltanto a quel che riguar-  da il trafporto di quello, che avanza non  men al padrone, che al luogo , da cui que-  fto vien fatto.   D» Senza dir nnl la della fedeltà , richieda   Y 2 .io    Digitized by Google    *340 I> E* PRINCIPJ  ' • in quefto commercio, avendone a fiufficien-  za favellato al dinanzi, palliate al commer-  cio efteriore , o maritimo .   M. Inquerto oltre quelle colè, che fi ri-  chiedono per lo ftabilimento del commer-  ciointeriore ad avvilo d’unlnglefè, fègui-  to dal Signor Mellon, da cui imprefi quan-  to or vi dico intorno quello particolare  egli è neceflàrio; I. L’aumento, o ag-  grandimento del novero degli abitanti y  II. La moltiplicazione de’ fondi del Com-  mercio. III. Il render queflo commercio  agevole , e neceflario , IV. L’ ingegnarli  che fia dell’ interefTè delle Nazioni nego-  ziar con noi ; Nel terzo egli reflringe non  meno il tra (porto de’ debiti, e de’ dritti  de’ Mercadanti , che le fpefè necefiàrie  ' * perii Doganieri , e i buoni regolamenti  intorno a’ cambj , e Tafficuranze marid-  me,che porte in ufo dagli Olandefi , 1 * an -  no oggi gl’ Inglefì diftefe fin alle per/òne  flefie , che vanno con le merci; e nel quar-  to e’ comprende tutti i tratatti di commer-  cio con le Nazioni.   ZhPofto per vero,che l’aumento degli abitan-  ti fia cotanto neceflario e utile quanto voi  dite per un Stato , e per una Reppubblica,  colà credete che far fi debba per querto?   JM, I. Egli è necertàrio , che fi proteggano i   ma-    Digitized by Googfc    DEL DRITTO NATURALE. 34 1   maritaggi con privi leggi , e foflìdj con cef-  fi a genitori di una numerofa prole, e con là  diligenza ufàta irr ben educare , ed allevar  gli orfanelli, ed i putti efjxjfii alla vétura IL  Convien (palleggiar i poveri iti guifà, che  non fi confumino nell’ozio, e nelle miferie,  e fìan perciò coftretti d’ abbandonar il lor  \ Paefe . III. Egli fi deve con tutta aggevo-  lezza ammetter i Ara ni eri IV. Abbi fogna  che s’ abbia ogni cura de’Camporecci , e  di quelli che firn muojono nelle Campa-  gne per le foverchie mitene . V. Egli ò  medieri proccurar di aggrandire quanto  fia poffibile f indufìria, e perfezzionar far-  ti , e i meftieri , poiché con ciò venendofi a  tenervi minor quantità di perfòne occupa*  . te , il di più fi guadagna . VL fi doverebbe  altresì trattare di non tenervi in quefio più  di quelli che vi fi richiegono ; comecché  non fiuebbe (bordi propofit© con una leg-  ge torre la facoltà a oiafcuno di difporre  ideila foa libertà al dinanzi , che non abbia  quella da poter difporre de’ (boi beni.   V. In molte oceafioni dunque fia per fàper  quelli che per travagliar fian buoni , fia  ; per lo fiabiiimento., o leva di nuove impo-  ne , fia per conoteere li differenti progref-  fi della moltiplicazione degli uomini , fia  per altra co fa sì fatta fon neceflàrie in un  “ Y * Re-    Digitized by Google    Ì4* P R1NC I P J   Regno le numerazioni degli abitanti.   *M. Certifiìmo anzi alcuni ti fon ingegnati  fino di calcolare quanto un agricoltore , o  un artifla fi£ d’ utile allo flato,- vaglia il  w vero la colà ha molto del malagevole, e  . del difficile,* a ogni modo non vi difgrade-  ■: rà un modo in ciò ufàto dal Cavalier Pet-   i   ; t.ti t , cheto ci propone M. Mellon ,• come-  x che fèftfpr&'fia mólto più fpecolativo , che  o pratico ^imperocché fòppoflo, ch’egli ha   - per vero ; f. Che nella Scozia , è nell* In-  i» gh interra .non v’ abbiano che fèi milioni  c à? ahbitariti . If. Ch’ogni uno di quefti   fpenda 7; lfre fterline , che nel corfo d’un  fi anno 1 vengono a far 4*. milioni di Ipe/è ; e  xlfl, Che l’ entrate de’- territori non fia al-  ” tro che otto tflilioni , e quelle delle Carri-   multiplicando li   34.      DEL DRITTO NATURALE. 343  ' milioni d-* utile per li 20. in cui fi ri»   • ftringe tùtta la vita dell’ uomo ; e veden-  do:che con ciòd venga a far la fommadi  480. milioni , la quale divifà per li lèi mi-  lioni d* abitanti , per quotienfte fi rinveti-   - ca che abbia 80. lire (ieri ine, egli vuole  -- eflèr appunto quella la valuta di ciafeun   di quegli 2 } -   $). Ma rifguardo al trafporto delle merci  . maritime , porto che quelle fiano 1* avanzo  -di quel che abbi fogna iti un Stato, volete  che permetter fì debba indiftintamente ,  r e lènza dirtinzione ?   M. Per altro giufta la libertà generale del  ‘ \ Commercio permetter fidoverebbe qua-  lunche reciproco tralporto ; imperocché   * in una cotal guilà quelche in una merce li  perderebbe da una Nazione, fi guadagna-  rcele nell’altra,* ma uòpo làrebbe ch’in ciò   f concorrere, e girte dj concerto tutta l’Euro,  pa ; colà che per li grandi , e lèmmi pre-  giudizi di cui ella abbonda è preflo che im-  ponìbile , non che malagevole ; quindi li  ' ^vede , che molte Nazioni per particolari   - interelfì v’abbian una infinità di termini ,  e di rellrizioni intramelfe.   V. Ma non làrebbe egli un un maggior van-  taggio j e utile per noi , che gl’altri venif-  fero da noi anzi , che noi ne gifiìmo ad ef-   - - ? 4 1 . Ditèoveritimi il voftro fèntimento intor-  Xlir. no la guerra ?*   2kf. Così noi domandiamo quello Stato di  una Reppubblica mediante cui , ella ob-  bliga un’ altra a lòmminilìrarle quanto  'brama . -• ‘ v - ' • ■• *'> • '' 1 ■   V. R* ella per dritto Naturale permeila ?   M* Senza fai lo -imperocché le Reppubbliche,  conforme noi dicemmo efiendo alla guilà  di tante perlòne nello fiato della Natura ;  v e dovendo ogni uomo a tutto poter icàn-  zàr che che di male gli può mai per colpa  altrui intraveni re, con adoperare in ciò tut-  ti mezzi poffibih del Mondo , egli è di  ragióne, che l’una badi al rifàreimento  del danno , ricevuto dall* altra , e tratti  con mezzi conyenieriti r ed anche con la  • forza , dove tutto manca , ripararvi . ;■  D. Che colà è pace ? M '• Egli    DEL DRITTO NATURALE. 34?   M. Egli è quello flato di uno Reppubblica i  ' eh’ è ben ficuro, e libero dalla violenza ,   ' e dalla forza de* ftranieri . » .   D. A noftro avvilo dunque nello flato Natu-  rale , in cui fi conliderano le Reppubbli*   . che, eflendo peravventura permeilo d’ufar  la forza , o violenza contro la forza , o  violenza , fòltanto dove non vi fiano de-   • gli altri rimedj , la guerra reputar non  fi deve , che come uno eflremo remedio ,  a cui non bifogna venir giammai, fé non in   *;• calò dilperato , e dopo aver tentato tutti   ♦ gli altri i II perchè ebbe tutta la ragione  Livio di aderire che : jujìum bellum , qui- *  bui necejjarium , # pia arma , quibui nul -   ■; la , nijiin armi 1 relwquitur fpei .   M. Per verità da Iperienza maeftra di tutte  le colè, da tutto di adimprendere, comec-  1 chè lènza alcun profitto de’ Regnanti , che  fia lèmpre vieppiù il danno * ed il dilèapi*  toy che recanò le guerre , che l’utile:  t * Quindi quelli metter dovendo, tutto lo   - Audio , e la cura in promuovere in qua-  hmque modo la falvezza , e il bene della   - Reppubblica, egli conviene, che in un  fido, calò fi portino a guerreggiare ; cioè,  quando lùpera di Iunghifllmo fpazio, e   . lènza comparagione eccede la fperanza * .  del guadagno il timor del danno , per va-  ler-;    1 Digitized by Google    '34* ; DE* PRINCIP j  lermi del detto di Àugufto ^ e dopo ado-  perati tutti gli altri mezzi pofiibili ; come  a dire dopo , che perii Legati fi è di già   - ammonita la parte contraria ± e nemica a  lafciar 1* offefà , ed a rifar il danno , parte  con la dolcezza , e parte con l’afprezza;  ovvero dopo averle recato qualche danno  uguale al di già (offerto , ed ufàto delle  fcorrerie , o finalmente dopo proccurato   » terminar le controverfie mediante gli ar-  bitri ,' o altra colà di tal fatto ; il perchè  da quefto fi comprende quelche ad uom  mai vien permeffo di far nella guerra, rioè^  tutto quello lènza cui il nemico coftringer  non fi varrebbe, e obbligare in modo al-  cuno a quelche fi vuole , nè polliamo un-  que per l’avvenire viver ficuri, ch’egli  le ne rattenga ; poicchè nello fiato Natu-  rale , come a voi è ben noto fèrvir ci pol-  liamo di tutti li mezzi , che fi poflono mai  avere per riparar al male , che è per av-  venirci , e frenar colui , che n’è l’ autore,  fìcchè non damo certi , che non ci dan-  neggi in avvenire ; e perchè le guerre , q  fon offenfive, o difenfive ; diciam noi guer-  re offertfive , quelle che fi fanno per ripa-  rar il danno , che fi può mai avere ; e di-   ; fenfive , al rincontro nomeniam quelle ,   - che mai fi fanno per eflèr rifatti di quel   . - - * dan-*    DEL DRITTO NATURALE. 349  ' danno , che fi è di già avuto , o per Schi-  far quello , che altri tratta d* apportarci;  non meno nell* une , che nell’ altre > do-  ve fi vengono a terminare , fi deve total-  mente alla parte offèlà rifarete tutto il  danno , eh’ ella ha /offerto , e darle mal-  ievaria , e ficurtà di non danneggiarla mai  più inappreffò, con fòmminiftrarle pari-  mente tutte le fpelè , che nella guerra ella  ha fatto, pur che egli fia colà ageyole a noi  e non imponìbile a farlo ; del refto , eh*  ogni Regnante nello fiato della Natura  fia tenuto dar fòccorfò , ed ajuto all’ altro  invaiò ingiuftamente, ed affali to , e che  non fi rinviene in fiato di poter difenderli ,  egli non lèmbrerà affatto Arano a chi che è  ben perfuafo dell’ obbligagione , e del do-  ver degli uomini di lòccorrerfi a vicenda.  D. Quanti , e quali fono li modi propri per  XIV. acquiftar un Impero ?   M. Due: l’elezzione, e la lùcceffìone, giu-  da dalli medefimi nofiri principi fi deduce ;  non potendofi da niuno aver in altro modo  il governo nelle mani , le non mediante il  confenlò ffeffo di coloro, che governa, e  ciò che quelli anno una volta flabilito ;  comecché per verità fi poffà altresì ottene-  re con Tarmi, e per conquida ; ma di  quello ultimo modo non abbiamo colà di   ri**      ■ffo D E’ P R I N C I P J '   rimarco da dinotare per aJ prefente; fé non  che cotali Regni dipendano del tutto dal  capriccio, e dalla volontà di colui, che  . li conquida * - - ■' •. .   D. Che intendete per elezzione ?   M \ Un certo particolare , e lòlendo atto ,  mediante il quale, o tutto il Popolo, o  foltanto una parte , cui quello concede il  dritto , e la podeftà di eleggere, conferì*  fce il governo di una Reppubblica a chi  più gli piace ,   D. Quando 1* Impero è fùcceffivo ?   M.‘ Ogni volta che li conferì perawentura  a una famiglia , con patto , e condizione,  che fi elegga fèmpre mai qualch’unodi  quella per lo fuo governo ; il perchè egli  può in quello cafo avvenire, che lì fii di già  {labbilito, e determinato altresì chi fi deb*  - ba di quella all* altro anteporre ; cioè per  efèmplo , cheli primogeniti fiano preferi-  ti fèmpre mai V fecondi , e quelli alle fu-  mine , o che in altro modo venghi la fùc-  ccflìon determinata; ovvero eh’ e* concedo  fi fu con facoltà di difporne a lùa voglia in  ' teflamer.to , e fuora ; comecché vi fìa ri-  fguardo a quello nella Germania altresì  r ufo de’ patti fòccefiorj tra alcune fami-  glie de’ Principi, e Signori; come adi-  f- ilefò oflèrvar polliate da voi , dove vi   piac-    i . .    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. *jT  piaccia negli Scrittori del gius pubblico y  , (x) (ebbene per quelche,(èmbra non (è ne  rinvenca etemplo dinanzi all* Imperador  Ridolfo. Egli è il vero, che non meno  quelli , che entrano nel Regno per fuccef-  (ìone , che quegli che 1* ottengono me-  diante l 9 elezzione cofiumano di ferii coro-  nare ; ma ciò non effondo in fatti , che  una congerie di più atti (blenni - per v cui  non già fi accrefce , in qualche modo , o  fi aumenta la. podeftà de 9 Regnanti , ma fi  viene foltanto a rifiabilire , e confermar   - quella , che di già anno , ed a render la   lor perfona nota a tutti , e palefo co-  me quello , che non è fondato , che in  un 9 ufanza , non merita la noftra atten-  zione . • V   D. Finalmente avendo i Regnanti una (bmrna  XV. obbligagione di riempiere gli animi de*  loro fodditi delle vere mafiime di Religio-  ne ; il governo del loro Stato rifguar-   - do a queflo particolare credete voi che in  effetto appartenga ad efii ?   .Af. L’ obbligagione de 9 Regnanti rifpettoa  ciò non è altro , che trattar d 9 introdurre,   , e proteggere a tutto potere nel lor Stato  -n laverà Religione, con dar a coloro , cui   lpet-   ) Joatt. Ernifi , /. P. /. 3.    I    DE’ P1UKCIPJ ’  Ipetta largo campo da poterla efercitarej  e delle Tue fonte ma/iime riempierne gli  animi de* lor fodditi ; appunto come per  far che quelli foddisfino al dover , che la  natura lo rimpone di confervar la lor folute,  e trattar, dove avviene , che peravventura  incorrono in qualche malore di riffabilirfi,  non fon miga tenuti farla da’medicanti, ma  far foltanto che nel lor Regno vi fieno de-  gli ben efperti , e pratici in quello meftie-  re , o quandoabbifogniano non manchino;  imperocché lo Ipii ito della Religione , e la  politica temporale d*un Stato eiìendo infra  se cofe molto diverte , e differenti ; trat-  tando il primo di ftabilire , e mantener tra  gli uomini un ordine perfetto , e una pa-  ce folida , e ben ferma, ch’e’fia effètto  d’ una unione de’cuori , e di un vero amo-  re dell* unico , e foverano bene eh’ e’ Dio,  mediante un gran difprezzo, e diftacca-  mento dall* amore de’ beni temporali , di  cui non nè permette , che un ufo d’ affai  fòbrio , e parco , e il fecondo non ri /guar-  dando altro , che 1* efleriore degli uomini  a fin di mantener la pace , e la tranquilli-  tà pubblica ; ed imperò fòddisfar non po-  tendofi da una fleflà pedona , inùnffeffò  tempo agli ebbi jghi,o doveri, o uffizi d’un  .Principe Spirituale, e temporale, egli eoo*   vie-   «   ** ’• ;    Digitized by Gpogle    DEL DRITTO NATURALE, ar?  viene di neceflìtà,che fi dividino a due dif-  ferenti perfone , e fi cofiituifohìno , e for-  mino due diverfo potenze ,• comecché que-  lle amenrìue tenute effondo totalmente,  come abbiam detto, di congiungere, ed unir  gli uomini nel culto di Dio , e nelP'offor-  vanza di tutti gli obblighi , e doveri, che  infogna lor la Religione , e riguardando  perciò quaficchè un medefinio fine , non  poflòn effor tra se giammai di vifo , e l’una  contraria in modo alcuno all’altra, (al-  vo che per la difunione, e difoordia di colo-  ro , che T eforcitano , e bramano dar all*  una un* eftenfione su dell* altra , che in  guifà alcuna non può competerle ; Quin-  di conforme quegli , che fon proporti al  Minifiero Spirituale, fon in obbligo d’ ifpi-  rar a tutti gli uomini , ed infognar loro il  dover dell’ ubbedienza alle Potenze tem-  porali, e Pofforvanza delle leggi ', e de-'  gli ordini de* lor Regnanti ; così altresì  coloro, cui Dio ha fidato , e commeflo *il  governo temporale d’ un fiato, fon tenuti  d’ ordinar a tutti lor fodditi l’ ubbedienza  - alle Potenze Spirituali , e coftringergli  agli obblighi , e doveri, che porta foco  una tal ubbedienza in tutto quelch’e può  mai dipendere dall’ufo della propria Po-  tenza j ciò che comprende il dritto di prò- ,  teggere , difendere , e far mettere efocu-   Z z io-    3f 4 D E’ P R I N C I P J  . zione alle leggi della Chiefa ; punir» e  gafiigar chi che opera in contrario, e cerca  iturbar T ordine efieriore , con far altresì  delle leggi per quello effetto , quando  mai v* abbifògnano.   V , Vivon tutti ben perfùafi , e certi di que-  lla verità ?   M. Venendoci ella altresì nel Vangelo fpre£  famer.te infegnata » non fi legge giamai  da’ Cattolici meffa in queflione ; a ogni  modo li Scrittori del dritto pubblico infet-  ti il più , .ed ammorbati di Refia , e ripie-  ni di falle mafiìme, oppofle , e contrarie  non meno alla rtoftra Santa Religione, che  alla buona ragione » trattano comunal-  mente a tutto potere di pervaderci il con-  trario . , • • - i   D. Ma su quali pruove , e ragioni fonda-  no il lor difcorfò ?   M Secondo dicono . I. Con farli altrimen-  te egli fi viene a fòftener una di’vifione , ed  unfcifhla continuo nello Stato, e nel Re-  gno, effendo molto malagevole, e dif-  ficile, che due Potenze diverte , operino  concordemente in tutto , e 1* una non s’in-  gelofifca punto dell’ altra , e venga a diffi-  denza . II, Nello fiato Naturale tutto ciò  effondo fiato proprio de’ padri di famiglia,  inftituite che furono le lòcietà civili, pafsò  a* capi di quelle , cioè a 9 Regnanti . Ili,    Digitized by Google    DEL DRITTO NATURALE. 3 rr  Eflèndo il principal dover di quelli proc-  curar in tutto di mantenere la pubblica  quiete della Igcietà , e niuna colà valendo  cotanto qùefta a dilminuire, quanto le con-  troverfie , eh* avvengono intorno la Reli-  gione, egli fi deve per quefto tutto ciò, che  rilguarda quefio punto , confìderar altresì  come proprio di elfi loro ,• 'Ma di quelli ,  e d* altri sì fatti folleggiamenti, non fi de-  ve da chi che penfa far conto alcuno ; im-  perocché per rifpondervi con confonanza ;   I. Dove a ognuna di quelle potenza gli lì  dà quell’ eftenzione , che gli conviene per  natura, e viene in quel modo, che noi  detto abbiamo efèrcitata , non v* ha niun  feifma da temerli in un Stato , o Regno.   II. Sebben egli fia vero, che ne* primi  tempi 1* elercizj della Religione, non fi fa-  ceano,che da* capi di famiglia, perché que-   ‘ fio fàcevafi per una pura necelfità , non  ’ efièndovi allor altro da cui efèrcitar fi po-  tefiero, non ne polfiam noi, che fiam in uu  altro fiato inferirne niuna colà di buono ,  ■ in guilà , che quantunque e’ Aggiungano  di vantaggio , che da quelli pafiàti fòdero  nell’ infiituzione delle locietà civili a* Re-  gnanti , ciò come colà , che non è da altro  foftenuta , che da conghietture , non deve  1 far in noi niuna impresone; imperocché  dalla lezzione della ftoria egli s’ imprende   Z 2 '- al    Digitized by Google     3*6' D E*/P R I N C 1 P J   al contrario, che tutte le Nazioni del Mon-  do , e tutti i Popoli della Terra (alvo  alcuni pochi che non fi vaifero della Reli-  gione , che per frenar la plebe , e per te-  ziar la lor ambizione , ebbero due poten-  ze diverte , T una per lo buon regolamen-  to di quelle cote, chea quefta appartenea-  no , e l’altra per lo buon governo di quel-  le , che riguardavano teltanto 1* ellerior  della lor tecietà . E III. Finalmente avve-  gnaché i diflui bi , e le rivolte molte in  alcun Regno tetto pretefio di Religione  fiano fiate le più perniciofe del Mondo ; a  ogni modo , come la fipria lo c* integna ,  la caute , e il motivo principale di quelle,  non fu , che l’ambizione , e le pafiìoni de’  Cittadini ; Chi averebbe mai teguito nel-  la Germania ( per parlar de’ tempi a noi  più profiìmi) 1’ anfanie di Lutero , e la fila  malvaggia dottrina , te pur ella è merite-  vole di un cotal nome , te buona parte del-  ’la plebaglia dal guadagno , e dal buttino ,  ed alcuni Principi dall’odio eh’ e* portava-  no alla cafa d’ Auftria, non vi fofier tratti ,  ovvero dalla libertà di coteienza , e dalla  lafcivia rifpinti ? Ma egli mi tembra aver  di già trateorte te non tutto, almanco il più  importante di quel, che ci propofòmo da  trattare , il perchè non eflendo più ora da  favellarne , riterbaremo il tettante ad un*  altra più agiata opportunità ,    Digitized by Googli    EMINENTISSIMO SIGNORE.   ' . • • - f   G T ?^^TV M TP a ? re in ^ tede.   nfìima Citta, fupplicando efpone a Voftra Emi-  nenza, come dentiera lampare un libro eh’ ha n* r ti-  tolo : De principj J e l Dritto ^aiutale di Giano.’u-  leppe Origlia, Pau lino j e perciò fupplica cornar  terne la nvdione , e 1 ’ averà a grazia, ut Deus &c  Reverendiis Dominiti D.Januarius Verelius e ri'  C.thfaUs Vicari», C.ra,T“lcfrt  refirT{ COea ,t EX ‘ ,m ‘" a ‘ ar Siedali, rcvidear, £   7 ... Dat x l ; m , Nea P* ha ^' die io. Decembris 174*.  J DepZ. NlCO aUS 7 ° rntts E W C - ^chadiopof: Canon.   EMINENTISSIME PRINCEPS.   0 P xr ’ qU ? d inCcrlb ^ur , Trinchi del Dritta   di quod^fideì^ ’ at f ente ..! e §i > nihijque in eo expen-  q od ndei , vel moribus adverletur Ano a  typis volgari polTe cenfeo . a£IVerIetUr • de re   £ J^tum Neap. hac die 18. Decembris 1745.   fe c£iZ" m *-*-**■ *&££.   Julius ^-Neapoh ^.Decembris 174^.   Deput. 1 ° *** TornttS fy’fc- drchadiopol. Canon.    S.R.M.    Digitized by Google    Sa Ra Ma    G iovanni di Simone Stampatore fupplicando u*  milmente efpone a V. M» , come defidera (lam-  pare un libro intitolato: De * Principi ilei Dritto Na-  turate, Trattenimenti JV. di Giangiufeppe Origlia,  Panlino; Ricorre per tanto da V.M. e la (applica de-  gnarli concedergliene la licenza , e Pavera a grazia,  ut Deus &c.   Vtriufque Jurìs DoBnr Jofephus Cyrillo in hac Re-  gia Sttùlorum Vniverfìta/e rrofejjor revide at 9 é*.  jn fcriptis referat .   Neap. die 19. menfis Augufli 174^,   C. GALIANUS ARCHIEP. THESSAL.        IlLU-    Digitized by GooqIc   . ** * •    ILLUSTRISSIMO SIGNORE .   \   N EI libro di D Giangiufeppe Origlia De ’ prìncipi  del Dritto Naturale ; non è cofa, che offenda i  diritti del Rs,o’l buono e cìvil coftume : anzi riluce  in efTo la pietà non meno , che 1* ingegno del dotto  Autore ; onde ftimo , che fi polla pubblicar colle  Itampe , fe altrimenti non iftima V. S. 111 . e Rever*  e le bacio col debito ofl’equio le mani .   'Di Cafa li 20. Novembre 174$.   Degnifis. ed Obbhgatifs. Servidore .  Giufeppe Pafquale Cirillo .   Dìe I. mettjìs Decembri s I 74 f. Neapoli . *   Vifo regali refcripto fub die ?o. proximi elapfi  menfìt Novemhris 9 ac approbatione fatta ordine  S.R^M.de commijjìone Reverendi Re gii Cappellani Afa -  joris a magnìfico V.J. D. D.JoJepho Pafcbali Cyrillo.   Pepali! Camera Santta Clara providet , decerni t ,  ntque mandat , qund imprimatur cum infertafor -  ma prafentis fupplicis libelli , ópou ,   V. not. pag. 72. not. N.   e per via , pag. i?i. e’ per, - -   ETXEIPIATÒR, * 4 p. ETXEIPIAION   Non che imaginano , pag. 150. non è che ,   ìfcorger , pag. 161. ricorrer,   e. netto , pag. 162. inetto ,   li pefi , pag. 1 66. li pefci ,   e doloro ibid. elfo loro ,   azzioni, pag. 168. azioni,'   metter liin pag. 171. metterli in ;   da Giureconfulti , pag . 172. de ,   dal * pag. 175. del ,   cónvengha , pag. 199. convenga,   didelfo , pag. 203. diftefo ,   delle morali, pao. 20 6. della buona morale,  fia , pag. 210. fia ,  obbligo , pag. 2 12. obbligo ,  dimenticàffero , pag. 2 1 5. dimenticaflsro . ‘  fi , pag. 22 7. fi ,   quel che noi diciamo ma fol quando , pag. 228. nói   tex: ur ° a, ™ n ° > - « *•   Deo    Digitized by    ** . %   Dio obìgat , ilici, oblìgAt ,   quid erìt de , pag. 229. exit de,   Confifterla , pag. 2$t. confifter la prima , t   ed un altro , pag. 232. ad un ,   piantai, pdg.233, giammai.   fi (labili , pag. 2 >4. fi flabill .   di altri , pag. 236. da,   imparaccio , ibid. imbarazzo ,   foprabondanti , pag. 241. foprabbondanti ,   oltre modo , pag. 24$. altro modo ,   flato d’ occafione , pag. 247. è flato ,   paragonandole quelle , pag. 250. a quelle ,   venga , pag. 26$. venga .   in una in una focietà , pag. 26 9. in una focietà «   Lattanzio che fi , pag. 272. Lattanzio fi ,   ammonifcha , pag. 28 1. ammonifea .   in nulla ad offender , pag. 282. nulla offendere .   Qualiier mulìer mulier liiber , pag.2%2, mulier liberi   dos dicit » pag. 284. di ci tur ,   leggi contrarie , pag 334. fontuarie ,   per veruta , pag. 338. verità.   Tempre mai congiungere , pag. 339, e congiungere „  avende , pag. 345. avendo, • 5   dilcoprj , ùag. 34 6. difeopri ,   Non abbiam notato qui , che gli errori li pit\ ef-   lenziall e Cll m aooìrkr rim *% a — * . J _ _1 * 1. •   come  doppi   punti &c. non polli dove lì doveano , lì fpera che  ilmrttfe leggitore non averi difficultà di plrdo-    AVVISO   . y   ' DELLO STAMPATORE   al lettore.   • . • * * •   ! *   1 * Autore oltre molte altre varie , e diver-  j fé opere , eh’ ha intendimento di dar al  pubblico di vario, e diverte genere di let-  teratura , e tra l’ altre una, eh’ ha per titolo :  Jurii Canonici , ac civili s praleBiones criticai  in duóbtti Voluminibus congejìa ; incorni nce-  rà ora l’edizione d’ un altra intitolata : V ar~  ti , e mejlieri deferitti , con ogni efattezM  tofpbile , e ridotti a lor veri , e proprj  principi . In Tomi 6. in 8. Opera utiliflìma  per coloVo , che bramano coltivare la teien-  za dell’ arti , ed averne di tutte una qualche  cognizione.il collo diciateun Tomo, che con-  terrà de’ Rami , per 1* afiociati farà di carlini  7 . e per gl’ altri di     . i    Digitized by Googlt         * »    Digitized by Google 

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