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GRAMATÌCA
. • * ■ »
'• RISTA URàTA
ITALIANA, E LATINA
PER L’ELKMENTAR HLOSOFIA t)ELLA LINGUA , ,
' DI .. . , .
STEFANO TRUDO . *
PROFESSORE DELLE DDE LINGUE NEL BEAL COLLEGIO
SANNITICO.
NuUius addictns furare in verta magistri
, ' ObA 7. ep. I. I.
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PARTE I. SCIENTIFICA*
Da* Torchi di RAFFAELE miranda '
NAPOLI
RAFFAEl
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• f^icoìelto Gradini S. Nicandro N. "'’f
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In iémù ìabor ; ai ttnuis non gloria.
Vibg. Georg. I. 4*
’ • Qiiae nisi Oratori futuro funduincnta fidc-
liter jecerit , 'quuquid iuperstruxeris corruett necessaria
pueris , jucunda sinibus , dufcis secrctorum toines , et
^nne %>el sola omnium studiorum genere plus habei epe-
TÌS , q'uam ostentniionis, '
' Quintil. I»st. Obat. I. I. c. 4»
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À s. E. R.
\ HÓNS16H0R
D. FRANCESCO COLANGELO
V^COTO DI CASTULiinaRE DI Sjk%\K , E PeBSIDESTE
. ^DEL^i PoBBLICi IsTEDZIOEE.
) .
SlGNORB
jA.1
illa vostrà ' illuminata \ atta vostra
autorèvol censura^ io vengo a presentar
quesC Opera , onde U gravoso incarco io
tolto mi sono di ristaurar la prima del-
le discipline per V dementar Filasela
della Lingua. OJjfro in esSa iuUi riumti
in un solo corpo d£ istituzione / esposti
pel lor ordine naturale , e purgati dellè
: • 1
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harharlche ridóndame , i fondameniaU
precetti delle due lingue cognate Italiana
e Latina. Deh se dal grado eminente ^ in
cui siete, del classico vostró sapere,, non
i sdegnate dì abbassarvi insjino aH infima^
ma forse la più rilevante delle facoltà ^
piacciavi per un momento di scorgere ,
se 7 mio qualunque siesi lavoro abbia
per avventura al voto unanime degli eni^
diti in parte almeno sodisfatto, Egli è
gran pezza oggimai , che deploran que-
sti d accordo lo stato umiliante della no-
stra primogenita Disciplina , . cui Z* orri-
da barbarie ha mìseramente sterilita , sof-
focandola coi trìboli , e colle spine-, *S” io
non avrò del tutto invano impegnati i ^
miei sforzi in quest' impresa , . potrò , se
non di un qualche non meritato applau-
so , promettermi d' un compatimento al-
meno. II offerta, che oso di farvene , e
per Ulti' i titoli, a voi, dovuta ed è al-
V immortalità del vostro nome , che il
parto elucubrato delle annose mie medi-
tazioni io dono , offro , e consagro. Sot-
to i luminosi auspicj di vostra sapienza,
sotto V egida possente di vostra prote-
sone , invano i profani aristarchi cUten-
ieransi avverso i dritti di ragione , e^
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di filosofia. Piaccia inlanto ' al celeste Do^
natore a ogni bene eh* io possa aver còl-
le mie fatiche contribuito al solUeyo e
vantaggio dei fanciulli y e meritato in-
sieme il bene invidiabile di aver. la glo-
‘ ria di essere
Di V, E,
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VmiJÌ9S..obbIigattss. .divotiss. Serro
STEFANO TRUDO
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1
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PREFAZIONE
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17 . .
JL ra tulle le produzioni dell’ ingegno umano la più
insigne , la* piu stupenda , è senz’ alcun dubbio il
linguaggio. Egli è a questa produzione unicamente y
che Cicerone attribuisce la nostra preminenza in sul-
le fiere (i). Il Signor Abb. di Coudillac , altrettanto
gran filologo, quanto profondo filosofo , anziché da?
logicali, o geonietiici insegnamenti, dalle lingue egli
è che fa dipeuder l’arte di ragionare (>j).
Si distiguou nell’ uomo due principali facoltà »
che lo costituiscono^ essenzialmente nella sua classe
la Lingua , la Ragione. Degli esercizii di queste duo
facoltà si son, formate delle arti , che si chiaman
d’ Umanità , perchè trattano del retto esercizio ap-
punto delle facoltà dell’ Uomo. Dal triplice esercizi»
della Lingua, familiare , oratorio , poetico , surser»
la Gramatica , la Ruttorlca , la Poetica j e dal pen-
sare , e calcolare della Ragione , la Logica , 1’ Aritme-
tica. Ecco in breve la genealogia delle Arti,UmatU\
ceco la ragione di questa lor solenne denominazione,
del lor numero, e di quella quasi loc cognazione e
società, di cui parla il latino Oratore (3). Ed eccQ,
/
(i) Hvc enim ime preestamus vel maxime fefis, quod col-i
tùquimur inter ms , et qued exprimere dieendo sema possu-
mus. Lib. I. de Orat-
(i)„ L’arte di ragionare, ei dice, è nata colle lingue : i
»» progressi di quella sono in ragion diretta de’ progressi di
„ queste. Log. p. IL c,z. L’ arte di ragionare si riduce ad una
» yngua ben latta. ...1 Filosofi corressero la lingua , e meglio
„ SI ragionò p ii. c. 4. Le lingue non sono che metodi analitici. '
„ p. U. c. t.
(5) Omnesartes, qiue' ad Aumanttatem pertineni ,habent-
tpmmxne quoddam vincatmn , et quasi ceqnaii one qxadam in^
Cr te tmdnentur . Cii;, gtq Archia : Qmif ingtnxarxm axn j.
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inaiiifeslo insieme 1* ordine da seguire nella cottura
di queste arti geimiane, di cui T iina dee come per
mano allo studio dell' altra Condurre. La Gramatica
dunque , come 1' arte primogenita come la base , e ’l
fondamento di tutte; è nel dritto assoluto di prece^*
denza ; e l’ importanza del suo studio , pcu' sentimen»
to ancora del Signor 'Rollin , è nel grado superlati<t
yo (i). ' .
L’uomo nel processo delle sue conoscenze pri-*
ma ‘impara a parlare, ìndi a pensare, ed in seguito
nasce in lui o la vaghezza , o la necessità di apparar
quello , eh’ è scritto nel gran libro della Natura^
3Ecco in genemle l’ordine degli studi! , coptenuti ne’
due piani del grand' ediGcio della letteratura , FìIoh
logia, Filosofia. Ora se io ignoro il mezzo di espri-
mer con proprietà , con ordine i pensieri , di ana-r
lizzarli , di sistemarli : se ignoro in somma pe’ suoi^
principii la Lingua, come potrò senza questo natu-
rai soccorso ascender al piano superiore, ed aspirare
pi conseguimento del gran fine , che vi sta proposto?
Tutte le arti , tutte le scienze somministrano
materia ed alimento , tutte collimano a dar perfezio-
ne alle>due preminenti facoltà dell' uomo , alla scien-
za razionàle , all' ernqueiiza. Della Gramatica è da
dir non solo pUi'eltanto , ma di più , che questa ne
getta in ragione esclusiva i fondamenti. Or se dun-
que è ciò vero , s’ intende bene , qual esser debba
pila Gramaticale istituzione , perchè risponda alla no-
biltà del suo scopo.. Ma un'Opera cosi fatta han gli
eruditi disperato), di riavenir tra quelle , cl^e corrono
fiùtn (ioctrlna uno qu(U.jiu societatis vfvcufo conthieU&, Lib.},
Orat.
( i) „ Avverto f fniei lettorl,eì dice, che questo studia
;; è di spipma importanza. Stor, t. I2. p- 2J4, ' '
Digitizs :: 1 , tlooglc
sul navigio della toga (i). É j[»r verità dcpioraLt
le che in esse il filosofo non più riconosce 1’ oper
della sua mano , non più della ragione il dettato
nè più r individuai carattere della Disciplina : ci
non contengono , che come fatta barbaramente i
brani , e dispersa in più Opere disparate e niouch|
Ond’ é che non ne fa comunemente imprender 1
giovanetto lo studio , scusa imporgli il peso opprei
alvo di più Opere di tal genere, ad oggetto di far^
cosi la dissipata istituzione e da questa , e da quella
e da queir altra , Dio sa come , raccapezzare. E ve
n’ ha di quelle , che trascondon per enormità di ec-
cesso i limiti d’un’ istituzione, sol perchè non occu-
-pate che (Jelle minutezze dell' arte più , che delle cosoi
di maggior pregio e rilievo. Tal che si direbbera
meglio ampj trattati, copiosi depositi di erudizione,
che opere effettivamente d’ istituzione. JMa un’ istitu-
zione non vuol esser che breve assohitameule ( 2 ).
Ed è perciò che Quintiliano annovera tra i pregi
(i) „ 1 Gramatici , dice il Signor Caldi ...ordinariamente
^ senza approfondire la materia , non fanno che copiarsi l'un
,, 1' altro, e non inteudoit sovente la ragione di quel , che di-
^,cono. (Quindi tanta discordanza fra di loro, e tante oziose
,, contese , quindi lo sterile oscuro pedantlsmo . i'u questo,
„ che giunse a bandir Filosofia dalla G ramati ca , mentre In
„ altri tempi Aristotile, Isocrate, Varrone , Tullio, Catone.
,, e Cesare istesso non isdegnaron la gloria di esser riputar^
„ sommi Gramatici ; fu questo , che arrestò i progressi delfi
,, lingue ec, Pens. sull'lstruz, pufi. 19. 11 Bandiera, senzs
„ lodarsi di veruna delle Gramatiche in pfetcrenza , e tutte
„ riputandole insufiicienti , ei le crede utili' allor solo che sag‘
f, gio precettore sappia renderle raii , supplendo egli colla *
„ sua voce al lor dinetto. Pregi«d. delle Ùm. leu. Veggasi
„ ancor la prima delle Orazioni di Jacopo Fncciolati , 8ve
„ il sovrano pro&ssor della Lingua con più vivi colori il tri-,
„ ste quadro dalla comun barbarie de* Gramatici ne forma.
(z) „ Qui 4 quid praecipres està brevis Orat. , Lo scopo'
,, d'o^i is tituzione , dice Lothe,non òdi render gli uominij
y; perteiti in «Icunu s^ eRzu , mu di aprii lor 1» mcntp éc.
IO'
Gramallco l’ ignoranza ancora di «Icune cosc(i).
alcuna se ne crede pur commendabile per io metro,
ode esposte vi sono le regole , come un soccorsoi .
ella memoria. Ma nelle cose, che di {lendon dal magi- ^ '
iero della ragione , e che deggion nel lor uso egua-
liar la prestezza del pensiero , anzi che aver la me—
loria a far sempre ricorso a colai ^ezzo oblifjuo e
•ateriale , esser non vuole che illuminata , ed abi-
Jaie ma ella non s' illumina , che per la Ragione ,
per r Ordine (a) , nò rendesi abituale , che per ,
.'uso esclusivamente .« Si detesti , dice il Baudiera ,
« r enorme abbaglio di esercitar la gioventù nell’ im-
« parare a mente i precetti gramaticali ; gran fatica
« senz’utile. PfC^. delle un. lelt. V’ ha noiidimeuo della
cose, di cui , p.T la facilità dell’uso, aver conviene,
eziandio un’ abituai cognizione di memoria nella lor ,
forma istitutiva. Tali sono , p. e. le declinazioni de’
Nomi, de’ Pronomi , de’ Verbi , colle lor etimologiche
proprietà , le regole di concordanze , gli elenchi de’
Comparativi e Superlativi irregolari , la Gliazione de’
Verbi ec.
Se il bisogno Iw dettala agli uomini in abboa-.
ftCuiJ, dell* ìnfell, art. 19. E’ non si vuol dire, nè scriver;
„ mai piudi quel , che basta a sviluppar la materia ec. . . .
„Anzi SCSi haa peccare-, fia meglio peccar di brcvkì, che
n.aimojar colla lunghezza, caricando ilibripiù di corpo, che
„ di spiritq.. . . Le scienze sono di certi estratti sottili; e
„ gli estratti non si allogano nelle botti: ma in certe piC'
„ ctole c trasparenti guastadette. Genov. Leg. I. $. c. i.
(iX„ Inter virtutes Grammatici hakebiiur aliqua aescire'
„ Insr. On<r. I. i.- La Gramatica, dice il Facciolati , opera
,, di sua natura piccola e tenue si è di tanto accresciuta pec.
„ ia smodata industria de* Gra’matici , che chi scorrer vo-
„ lesse ogni cosa non dovrebbe in vita altro leggere , cho-
„ materie gramaticali cc.
(i) Ordinem ciSs maxime , qui mi’noriag lum;n a^jrt.dc..
de Orar. Nobis prima sit virtus perspicuità^^ rictus or do.Qnn^
h S. c. 2 .Tti!Uum serhsyjunciuraiui pollet, Oraz.in accq}uet«
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*o le lingue : opera del filosofo c da dirsi 1’ esquisilcz-
xa e perfezion loro , il carattere sorpreiulento , le
ammirabili lor combinazioni e rapporti , 1’ ordine, il
lor sistema, 1’ arte in somma gramatica , oratoria ,
poetica. Chiaro ei veggendo , che il massimo tra gli
studj concernenti la vita civile è quello della lingua,
a questa le principali sue filosofiche cure un tempo
ci consecrava. Ma decaduta, per la barbarie de’ tem-
pi , dal suo lustro natio la disciplina , sdegnò que-
gli di più contarla fra i suoi studi!. Indarno un mon-
do di opere son quindi uscite in campo a disputar-
' si la gloria di reviudicarla alla Ragione, alia Filoso-
fia. D’essa non è , come delle altre scienze, addive-
nuto. Tutte son queste , dopo il di loro risorgimen-
to , risalite sull’ orizzonte della Ragione , mentre cho
la Gramatica sola ba dovuto esserne la sventurata
eccezione , od appena i crepuscoli di quell’ astro
benefico vi hanno un barlume arrecato. Ond’ è che
fuori di questa sovrana luce camminandosi , dirò co-
si , a tentoni , comunemente non si appara , che su-
perficialmente , che a forza di bastonate , che logo-
randovi pressoché tutt’ il tempo prescritto al corso
intero degli studi!. E quanti non ve n’ ha che giun-
gon per questo a detestar le lettere cane pcjus et an-
gue ! Ed ove lor non lice di abbandonarle dispe-
ratamente , più grami ei sono di quel che se fossero
alle bestie , o al ferro condannati !
Indarno i giovanetti condannati a questa specie
di martirio bau coi loro gemiti implorato il soccorro
del Filosofo ; che questi inteso al sublime de’ misteri
di Sofia non ha le lor querele ascoltato. Indarno la
prima delle discipline ha dei suoi torti al suo vindi-
ce reclamato. Indarno gli ha ella i suoi meriti espo-
sto : i suoi dritti esclusivi di gettarne i primi fonda-
menti della letteratura , di aprirne alle altre scienze
il cammino , d’ iniziarne al ministero di Minerva.
1 •'
f
la
lutiamo che da loi traggoa i lor natali i pregressi e
)e palme della Ragione , i trionfi gloriosi della' vin>
f^itrice eloquenza : che desso è il necessario alimento
degli animi puerili , T òccupazion dilettevole de' vec«
«chi ec. (i).
' Ma quanto non è egli ancor piu duro il marti->
rio. de' zelanti Istitutori ! Quanto non son penose al-
la lor sollecitudine le ambagi inestricabili dell' arte ,
le lagune , i circoli viziosi, . le nauseanti ripetizio-
|ti (i)! E fia mai che stillar possa cosi dal lor cuo-
re il balsamo di salute di quell' alma placidezza , cho
accende nel, cuore de' giovanetti il sacro fuoco di
queir amore , che fa gli eroi delle lettere ? (a).
Tal è lo stato degradante , oud' il barbaro pe-
dantismo disdorò 1', arte della Lingua , e resela og-
getto spregevole di sterile occupazione ^ o pei^ servir-
mi del sentimento d' un Autore , opera di amara ,
cavillosa , c misera negligenza. È finché non torni-
no a splendervi la ragione, e'I naturai ordine, i due
luminari nel mondo delle scienze, già per l’interpo-
sizione del pedantismo ecclissatl ^ fiuche lungi dal-
l’ esporne alla guisa degli arcani oracoli di Delfo i
precetti , non saran questi dalla filosofia degli ele-
menti illustrati : ogni lavoro di questo genere avrà
sempre il carattere di un opera servilmente trascritta,
senza solidità, senza evidenza, senza precisione.
Noi per tanto - NuUius addicti j arare in verba
magistri , a, malgrado la scarsezza di nostre forze ,
(i) Vedine il bello elogio di Quintiliano a tergo
frontespizio di quest* Opera
(1) Occìd't mìsero^ crambe repetìta magi strati Juvren,
(2) Pcrtinebit ad rem praeceptores poedaqogftsque pueris
p(acìdos davi, insegnava, Seneca 2: de ira. E Teientio ^
Pudore et liberalitatt liberot-
^etittere mtius ette iredo , qum mtiu, Adelph> i. 1*
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'tolto d slamo il gravoso Incarco dì redlntegrar nel-
r arte della lingua il perduto suo lume, di riaccen-
dervi cioè quella iilosoiìca luce , che la hai'barie ua
tempo vi estinse. . ^ .
A quest’effetto egli era principalmente mestiere ’
ristabilirne i fondamentali principi e rimetterla' ini
corrispondenza colla germana facoltà ragionatrice ,
ov’ ella ha più con questa interessante il rapporto :•
indi diveltane l’annosa selva degli errori , delle fal-
sità , delle incocrenze che piantovvi la rozzezza de'
tempi , e purgata delle barbariche ridondanze , assor-
tirne i £ 3 ndamentali, precetti , e come ridotti a mini-,
mi termini esposti col lor ordine naturale , e solla
semplicità convenevole a cosi fatti insegnamenti.
Sceverata in oltre 1' instiluzion»deU’ arte dall’ e-
mdizioue , esposta si è sinteticamente la prima nella
serie de’ precetti testuali ; ed analiticamente l’ altra,
nelle Annotazioni , Osservazioni , Avvertimenti , Ap-
pendici , il cui nso è ' commesso all’ arhitrio , alla
prudenza del saggio Istitutore. Anzi nél metodo stes-
so istitutivo , adattando egli alla capacità dei fanciul-
li i precetti , potrà talune cose ancor premettere , e
talim’ altre, com’ ei s’ avviserà, che torni lor. meglio,
a grado ulteriore d’intelligenza differire. E penliè
sienvi , come esposti in vcdùla , col mezzo i delle op-
.portune citazioni, i rapporti c le dipendenze, che
le regole han fra di loro , apposta vi abbiamo altresì
la progressiva, nnmcrazion de’ paragrafi. ; ''
Per ciò che concerne il piano del lavoro, b.a-
btcrà scorrerne le prime lezioni , e dar un’ occhiala
al suo indice , per iscorgerlo , e decider per anche
a prima giunta , che 1’ ordine , la chiarezza , la bre-
vità , la precisione son per' avventura qnali conven-
gono.
Lungi dal tener poi dietro alla ])arhai'a usanza
di doversi pei giovanetti i lor pi-imi studj al solo
fcatin consccrare , trasandato, il natio, noi crediam
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i4 ...
dovervisi gl* iuscgnamentl dell* italiana laTella assoluta-
mente interessare: Due lingue concittadine , perchè
nate amendue sotto il medesimo cielo , perchè figlie
d’una pati'ia stessa : indìgene amendue del bel pacse^
C/i Appennin parte, e'I mar circonda, e lì Alpi x
due lingue cognate , perchè l’ una madre dell’ altra ;
lingue classiche egualmente , egualmente ricche di pre-
gi , la lingua, io dico, che parlavan i nostri mag-
giori, e (juella , che pai'liam. noi, non posson senza
il mutuo lor detrimento aver separate le ragioni.
La lingua erudita per eccellenza , sentenziosa
per carattere , erede dell a maestà di quel popolo ,
presso di cui sorti la cuna , ed clcvossi al grado e-
mincnte di sua perfezione, la lingua universale de*
saggi , e deposita<;ia di tanti capi d* opera di sapien-
za a noi trasmessi da’ nostri maggiori, la lingua coii-
segrata al santuario dell’ augusta Religione dell’ orhe
intero ortodos’so ; la lingua , che sehhen morta , ha
nondimeno sempre vivi ed immortali i preziosi mo-
numenti di sua vita; la lingua in somma latina , ma-
dre , e moderatrice dèlia italiana , non può die col
mezzo e colla guida di questa intendersi ed apparare.
Per l’oppostola Lingua delle veneri ,e delle hellezze,
il parto legittimo e naturale della Latina , la Lin-
gua , cui sembra aver le Muse , colle Grazie , agl’ Ita-
liani insegnato, non può dalla dipendenza sottrarsi
della lingua sua madre , senza incamminarsi inverso *
la sua decadenza (i).
Queste due lingue per tanto ahhiàm qui mèsse
in paiallelo , qui comhinati ne abbiamo i priucipj j
e le regole insieme (2) , per 1 ’ elementare lor Closo-
lia dimostre e dichiai ate : per quella filosofia cioè ,
che lungi dall’ elevarsi al di sopra del livello degli ele-
(1) Nègee Verimculae q«ae a latina tamquam a capite
ferfiuunt re'ineri et conservari possent miii a'J laiinam re-
vocarentvr. Vin. Crav. Opusc, de ling. Lar.
(2) . Non si può, dice il Bandiera, porgere miglior mez»
zo , nc più facile ehe dar opera alla Lingua Latina per la
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r ^5
menli , non fa die render sempliceihentc di quest la
ragione , conforme alla rapacità de’ giovanetti.
^ 5 * potessimo augurarci il piacere di parlar sm-
pre ^a persone sperimentate , e flosofiche , risparnie-
remmo volentieri un avviso , die crediam , quinto
l’Opera stessa , interessante. Una sperienza costint^
ne na fatto conoscere , che , per dilucidati che sie-
iio i precetti , saran sempre pei fanciulli infrultiosi ,
e senz’ riletto , ove le dichiarazioni, 1' esemplifiazio-
ni , le traduzioni , e l’ uso altresì delle domanle e
risposte , non ne accompagnino incessanteinen.e lo
studio. Ma le domande, il cui uso non si saprcLLe
raccomandar mai quanto Lasta ,^lungi dal doversi ri-
trovar nell' Opera stessa inserite, formar si degion
dai giudizioso Istitutore a voce e sinteticameute , ed
analiticamente in sui precetti.
Ecco i divisameuti , che Lisognava prcmel'.ere r
ecco ciò, che, per favor dell’ alto Donator de' lumi ,
studiati ci siam di fare , secondando il voto unanime
degli eruditi.' Se potremo intanto senza illusione ap-
plaudirci d” aver noi per .avventura l’arte della lin-
’gua ristaurata ; se trìoiifatò ei siesi delle difficoltà , ,
che la ingombravano ; se tutti riuniti e compresi ne ,
avremo in un sol corpo d’istituzione i precetti, e’I
nuov’ ordine sarà quello della natura : noi già dato
avremo nel segno ; e i nostri travagli avran così
della gioventù meritato. 7
9, volgare. Pref. alla Vers. Tos. di Corti. Nip. Fd altrove;
>, Imi.erciocchè la lingua Italiana, e ma'sime la Toscana af-
„iinissima èatia latina si è per tal modo , che le maggiori
n gentilezze di essa tratte sono dal latin linguaggio; onde non
,, ècosa d’impossibil riuscita, che queste due lingue si corrispoiì-
,) dano non dirò già parola per parola, ma con fedele ed esatto
,, compenso di espressioni , odi maniere, di vezzi, di grazie
,, cc. Che perciò conviene studiare, 'c intender le due lingue;
,, ravvisamela loro indole , c in t.na parola saperle tondata-
„ mente amendue. .Quindi però discende che i precettori allq
„ gioventù insegnandola lingua latina, c prendendo per prin-<
u cipal mezzo il tradurre , la d’ uopo ,che le insegnino ancor
„ la volgare, colladtchian zi( ne delia Cramatica, c colla ler-
„ tura di qualche purgato scrittore J'rrftW. dtUe Maulett.c.X.
I
GRAM ATIGA
RISTAURATA,
ITALIANA, K LATINA,
PER l’ ELEMENTAR FILOSOFIA DELLA LINGUA
INTRODUZIONE
C A P O I. ‘ * il"
r ♦ N
Origine e relazione della Gramatica
colla Logica.
I. Il I^inguaggio b runico meteo artifi-
cioso di comunicarci perfèttamente i mutui sen-
timenti , di acquistar le distinte cognizioni , di
formarne i sistemi di arti e di -scienze. In con-
seguenza il linguaggio è J1 vincolo principale
dell umana società facoltà che fagli uomini
superiori ai bruti.
3. Un' ritrovato cosi rilevante, c produtto-
re di effetti si roaravigliosi , esigeva il suo siste- ' -
ma di scienza. Ecco la naluraie origine della
Gramatica , di cui imprendiam qui a trattare
con quel metodo , che come a scienza de’ segni ^
le compete.
(i) Locke chiama il linguaggio /' anima della soditi,
Qeae sine sermone stare non (otest Gev. Logico-crit. I.2,
a
!jy Googte
«
/
,R " Tktpoduxiosb
3. E poiché il fiiic della Gramalica è 1 or-
dine del parlare, e questo non e che il pensai e
espresso ; quindi si scorge l’ intima relazione ,
che la Gramaticà ha colla Logica^ 'ìX cui .-i.
l’ordine del pensare medesimo ^i).
■ X
(i) La Logica è la scienza delle idee , la Gramatica è la
scienza de’ segni delle idee# L’una perfeziona la Ragione ,
1’ altra la Lingua; ma per modo, che da questa debba la
perfezion di quella dipendere : poiché il sistema delle idée è
sempre una conseguenza del sistema delle parole , sen-
za le quali noi non potremmo esercitar punto la 'facol-
tà di ' pensare ( j. i . Tanto importa , che noi , per pen-
sare , impariam prima a parlare, e conseguentemente , che,
per pensar bene, impariam prima a parlar bene. La Ragione
10 ha cpstante.neute a tutt’i filosofi dettarti. Sunt etiim , dice
11 Genovesi', notìone^ cum vteabulis quasi coajunctae- et col~ -
iigjtje , US diffidllimum sit rerum scìeniiam habere sifse vaca-
buiorum scìentia. Log.-ctit. 1. z. Wne fit , ut tsussquam fere
sìtse vocabult>rsim tssss etiam taaiti cegisemus , et frequetster
vociibula prisss animo occurrant , quam ideae ipsae. Stprche-
nau. Log.'P. 1. V. ancord il Condillac citato nella prefaz.
Tutto adunque il dialettico materiale d’espressione aver
dee nella Gramatica il suo ordine. Ma ciò, che forma il più
stretto rattorto fra la Gramatica e la Logica , è U cosi
detta PROPOSIZIONE : come quella, che traendo dalla
Gramatica i suoi componenti , esprime la più insigne opera-
zione della mente umana, qual è il Giudizio, e costituiste
essenzialmente il discorso. IÌ Gramatico non può ignorarla ,
senza ignorare una parte essenziale di sua Istituzione , e
senza esser privo del miglior lume, che con essa riceve dal-
la Facoltà Ragionatrice. Fgll dee farne tun’ il pregio del-
1’ opera; e noi ne farem perciò conoscere, ov’è mestiere, la
natura , la forza , 1’ uso , che debb’’dla essenzialmeme avere
• In Gramatica. ‘
(
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JnTRODUXIÒKS 19 •
•• <ir
capo' li!
■ X ■ • . . > ^
Dejìnizione e Divisione della Gramatica
■ » ' / •>.' / ' -* k ’i.'
_ 4 * GRAMATICA (i) è la ‘scienza di)
conoscere la natura delle parole ; 0 l’ arte di
ordinarle, sctiverle', e pronunciarle (a). Quattro
ne son dunque le parti , Etimologia , Sintassi ,
Ortografia , e Prosodia.
(j) Dal greco y^a/|tua^^ lettera. Il perchè uo tempo fu
pur chiamata Lìteratura. Et Gr»mmatiee , qunm in Ufinvm
transfentites y Lltertturam vocurunt. Quint>l. Ì. 7 ., Appellati»
Crammalictrum graeca cortstietU/iitfe invatuìt , sed •initio U-*
terati vocabantur. Svet.de illpstr. Gram. Lungi però dall’ es-
ser le lettere tutt’ il suo soggetto, esse non ne sono che t pri- ^ '
mordiali elementi, tfaec igltur professici lo stesso Quint. )..i
^as habet in reeessu , quam fronte promittati Nnm et scri-
bentli ratio conjuncta cum loqutndo est, et en^rrationem prae-
cedit emendala Itctio , et niixlitm his omnibus judicium est^
Ne quls igitur ' tanquam parva fastidiat Crammaiices elemen-
ta , non quia magnae' sit operae consonantes a votalihus di-
seernere ec%, sed quia interiora velut sacri fmjus adeuntibus
appai ebìt multa rerum subtilitas , quae non modo acuire in-
gtnia puerilia, sed ex'rcere altissipiam quoque eruditioncm ac
scientìam possit. Intt. Orar. 1 . i.c. 4. ,
(1) Secondo tal deirnizióne non è egli un problema piò,
se sia la Gramatica una scienza, o. piuttosto un' arte. Ha*
questa dottrina la sua parte scientifica,^, -e precettiva. La
prima % compresa nella' Etimologia ; ove la natura .ossia la
ragion naturale è generica delle parole , le proprietà, la fi-
liazione ,- e con ciò 1’ analogia ed affinità loro metodicamen-
te pc’ lor principi si t^nosce, e donde ella perciò di scienza
il titolo desume. R di qui, è che fu così per Aristotele de-
finita : Grammatica est scientia cognoicepdi , et scribendt
quod prfl/;rr»r. L’altra, 'la Parte cioè precettiva, è nella -Sin-
tassi , Ortografia , c Prosodia , perchè queste i precetti e le
regole ne danno di ordinare insieme, scrivere', e pronunziar
le parole', quindi a riguardo di queste èia Gramatica a dir-
si propriamente im' Arte. Questa definii, intanto sarà la pri-
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ao
etimologia
PABTE I. SCIENTIFICA , .
p KT T ;A GRAMATICA
■ r i ■' ■
. . . :A,.y 1 _ n;: •
.. . ' -V ' ‘
5 La ETIMOLOGIA (i) è‘ la prima parte
della Gramalica , cl.e fa conoscer la nalur» , le
proprietà , e la declinazione delle parole.
■ 6 L’ ordine richiede che diciam qui
priina ‘qualche coia delle Lettere , -delle Sillabe,
delle ‘Parole. •
Delle, Leitere. . •
' - Le LETTERE sono i primi elementi del-
le parole. In Latino sor\o 7 .^. a ^ b y c , e ,
^ . g , A * * » 7 » G m y n y o y P y ij y r y s ^
ma lezione del tironi fanciulli; c dessa è già, donde ha il
^suo primordial principio l' istituzione.
tioJ iusc fnur de aliqua re instiìutio , debet a de6»‘tione
troficiici. eie. I. Off. ' • . • '.x 1 -
^ Dal greco Jogos f ( vera/ratio nominis ) . posta la
snecle genere , cioè la ragion naturale di tutte le spegie
avelie parole ( §. 4- a )•’ Indarno , senza conoscer questa r^ion
-iiaturale in Ftlmologia , e con essa 1
delle parole, si passerebbe ad appararne in Sintassi, Orto-
grafia^ c Prosodia, i precetti di ben ordinarle, scriverle, c
pronunciarle. • -• ‘
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, .Etih- I. 31
t ^^u ^ V X y y.y z , (i). la hatianù 22. (3).
Cinque sono Vocali ( 3 ) a\Sy t., 18.
Consoaauti (4)* ' * ’ ' ^
, , ' Delle Sillabe •. . .
8. làe SILLABE, sónó ancor f parli .eletucn-’ •
tari .tleUe . parole- ,.E,sono o semplici , o articolia-
te (5); sémplici ^iono quelle, che 'costano di so-
le vocali, arlicolate 'quelle, che costano di vocaiii
e consonanti.
(1) La serie intera di queste Lettere chiamasi Alfaieié,
da Alfay Beta , due prime lettere greche. Pressò gli antichi
non e fan die perchè la I , e V eran colia medesima
forma c come vocali , e come consohanfl adoperate. Siicccs-
sivamente fu introdotta la forma Ji come consonante, e U come
Toc.-jle cosicché la forma 1 fu serbata come vocale : e la V ,
.consonante. Nondimeno gravi .scrittori e de’ secoli scorsi , e
jnodefni ancora, attengonsi all’uso antico; e solò adoprano
la nuova forma U per dentro le parole come vocale, c cò-
me Consoimnte- Scrivono dunque toni per Jam, obseruà', per
cbservo, V. Einnac.' Fundam. Stil.'cult. . e ’l Cellario t)rto-
graph. lat. ’ ' ' ' ‘ '
(2) La X , e la Y, lettere greche, non si usan eh a’ in
parole latine, per lo più dal Greco derivate, come AJexis
J(enes , Hyomui , Syaedus ec. La Kuion è che ulta - lette rh
affatto greca. „ , •
(3) Cosi dette , perchè son come 1 ’ anima .. di ogni voce
distinta; cioè di ogni sillaba.. In Latino sono sei coll’ y.
(4) Dette cosi, perchè non rendon suono , cho colle vo-
cali , servendo a produrre le v.irie modificazioni delle mede- <'
sime, ed a formar le sillabe articolate. Tutte perciò di.lor .
ifatora son mute , e per pronunciarsi , o cominciano , 0 fi-
niscono per vocale? ‘ ’ '
(5) La sillaba semplice h profferita con se’mplìce apertura
di bocca , e può costare di una, o di più vocali , ma senza con-
sonante còme a-mo , uo-po ; art/colata è' quella , di’ è proflcrita
articolando, ossia movendo le labbra , o la lingua, e costa di
vocali, c consonanti insieme. Le sillabe articolate posson co-
stare di 2., di 3. , di 4. , di $. e talvolta di 6. lettele comu
^0 ma Litt-guai chia ro y Squar^cio, Schisu-tai ._
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}■
aa XrrM. Pjkt. I.
g. I dittonghi (i) sòtio siH-ibe' eli due
Totali. In latino sono il', oidiaavio' cinque , ,AE ,
OE , j 4 u , Ei , Eli. 1 piiini tlUb sono strétti
perchè vi suona la sola «'(a); e gl! altri tre
apei'li i perchè vi suonano amendue le vocali (3).
10. 1 Dittonghi italiani son pure altri stCfcL-
tì,*come Eo-mo, , G/à ec, ; altri caper-
li : jÉura « Euro , Mio , "luo^ eci (4) Vi si han
f ure 'de’ Tritlongìd^come Miei^ Tuoii^ P^uoi èc.
Delle Parole.
. I .-«i* j J < I t • *
11. Le parole sono gli elementi del disco-
so’ , ed i segni, ch’esprimono i sealiraenli del-
r animo (5). {, ^
I ’
(i) Dal greco Jy^ b»?, e. yyos . son’tts , per
esservi il suono idi due vocali. - ,
(z) Come Praemiumt Poettaio legati cosi: _pyaemiam ,
foena. AE masi 1 . in quattro Càsi ; della I. Declii». U.
Nella Ptepos. Pr«e ; III. in quelle voci venute dai greco,
ove hàiuio il dittongo jn. at , come Aegisius , , Hae-
ree ec. Talvolta non è dittongo , come dn A.-r , L.ìertes ,
OE ( eccetto Pe.-na , C*eeus , Coelum , ed alcun altro latino )
trovasi *1 più in parole derivate dal Greco, ove haimo il
'dittongo Qi 01 f come estro , OewpAervw fiasco cc.
, ( 3 ) Come Aurum , Heì 1 Eurus.
' (4) Alcune voci si usan "come Dittonghi per entro il
verso, e come ^ssillàbì in liife , e sono lo, Noi , Voi,
Mio, Tuo, Suo , Lui , Cui , Dio, o .litro simile . Alcune
s’ usan come occorre, cioè 'come Dittongai , e Come Disv-
iati, P. e. G/o- riose o Clo-ri-OiO , Maestà , o Marcstà ,
Pa-gìcne , o Pa-gi-one ec. I Poeti in alcune voci distruggon
il dittongo, come Co-re. Lo-co . Mo-vo ec. per Cuo-r e ec.
(5) Posson le parole costare di una , di 2. , di , j., di 4. ,
di J. , di 6 ., di 7., sillabe regolarmente. Di 8- , 5. 10. ,
ed anche di n, sono rare V. il Buomm. Ttat. 7. c. 5. Si
dicon Je parole Monosi 11 abe , Dissillabe .Trisillabe, secon-
dochè costano di i., di 2., di 3., sillabe i e Polisillabe in
gcnorale tutte quelle, che compreudon più di una sillaba.
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DglhE PdltOLB. ’aJ .
ia/Le SPECIE delle ' Parole sono oUo ,
Nome , ProiKTOie, Verbo, Participio, Prepostone,
Avverbio ,v Congiunzione , ed Interjezione : le
prime quattro sono-dcclinabili , e le altre, quattro
indeclinabili (<)• .
i 3 . Divideremo per tanto la Etimologia in
due Libri. 'Nel i. . delle quattro specie' deciiiia-
LHi , e nel a. delle altre quattro indeclinabili
ragiouereino. . " ‘ '
Li B R 0 I.
i • •
Delle quattro specie declinabili di parole.
C A P O I.
^ ^ Del Nome-
r
14. Il' NOME è una specie declinabile
di parole , che serve qual ^egno , oivr esprime-'
(1) Comuneijiente son dette P/irti dsH' Ovazioiu •. denoJ
mi Ila zi One che non è j^ià la più precisa, come quella,
che ha dell'eccesso sul ^soggetto ; .giacché patti dell*' ora-
zione soli pure ( c fórse con più di proprietà». ) i periodi ,
i membri , ^Pincisi , l'esordio, la narrazione ec. In Irai, si
han di più il Segnac.,e l'Artic, Maquesti lungi dall’ espri-
mer Sentimenti dell’ animo , son piuttosto segni de’ segni.
(z) Some» pressoché sinonimo di Nota ( segno ) , detto
a »otjnio-N\fei il traggono dal, greco ontma., da Hemcin-
distribuire. L' una , e l’altra etimologia trovasi verificata
nella differenza de* Nomi proprj , e rei»»n/>, Perocché coi
propri dinotiamo- le cose in particolare , e coi comuni le di-
stribuiamo in classi, Altri il deducono a notcenJe, quasiché
uoi non conosciamo, ebo^ex suo mezzo le cose».
/
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a4 J Errm.. Lisno 'I.
re le cose , le idee , che ne. abbiamo. EJ è
di due specie, Sostantivo, ed Aggettivo: per-
chè due, sorte di cose in generale si hanno in
natura, sostanza, e Qualità (i). ' ' ;
Proprietà del Manìe. ; .
i5- Le PROPRIETÀ’ del Nome in Etimo-
logia sono cinque; Generi^ Numeri^ Casi>t
Declinazióni , c Persone.
I Generi in Latino -sono 'tre : Maschils
Femminile^ e Neutro. In Italiano due , M. , e F,
I Numeri sono due : Singolare, e Plural^y
È Singol. se dinota una sola Cosa , come il libròy
h Phir. se esprime più d’ una cosa , come i libri.
«
(i) E* tra ontologici principi , che col nome di coiit
s’intendono e le sostanze, e le qualità. Sostanza è tutto
ciò , che sussiste da per se , e sostiene varie qualità, punii-
tà , proprietà, attributo , che son lo stesso, e tutto «.iò, che
non esiste se non inerente alla sostanza. Questo libro, p. e.
è una sostanza; quadrato, nuovo, bello, tuile ec, ne sono
le qualità. Anzi le. qualità stesse artraxtamente son concepite
ah^ esse come sostanze, che sosten^n pure le lor (Qualità;
come la gioconda felicità , L' officiosa bontà ec. La divisione
dunque del Nóme in Sostant. ed Aggett. sanzionata dall' uso
pereme , e dall’assenso universale de’ G ramatici , è del pa-
ri metodica, che ragionata e naturale. Nondimeno' a qual-
che moderno è piaciuto, con deHe riforme sconvolgenti, esclu-
dere dalla classe de’ Nomi gli Aggett., asserendo , che que-
sti non si debbOn chiamar Nomi , perchè non s* adopran
• mai per nominare ninna cosa , e' che s’ aggiungon invece ai
‘Nomi, per esprimere le qualità o determinazioni delle cose.
Ma oltreché le qualità si concepiscon , come si- è detto , an-
cor; esse quali sostanze non le chiamiam noi pur cose , allor
che diciam, p.e. t cota bella la bontà > cosa trista la miseria ì
n
C, t. Del Num^ , a5
I Casi sooo sei : 'Nominativo » Genitivo ,
Dativo^ Accusativoì^ Vocativo^ ed Ablativo,
Le Declinazioni Ak Non^i soq^o cinque , c
si conoscono dal Geuif. sing. , il quale se tenniua
In AE ,• è della i’*' ii .. *
In I , è della a: i r
' In IS , è della 3 : .•■ >•■! •> ’ . .
In US , è della 4t* ' l » • ' • ^
In EI , è delia 5.-> < •’. ; . ^ .
‘ !‘i ■ Le Persone sono tre. ' . ’ ■ ' •
/o, e iToi,. c.di persona ‘ i'* " '
• - 7u ^ P^òi ,\cs>a tutt’ i Vocat. ^ dì p. a.
Ogni ai U'o' Nome è di- pecs.! 3. g ti*. -»
. O 5 S E R V A Z JAM l ' ■ ;*
, -La’ distinzione de’ Gen*eri , de’ -Numeri , e de’ Casi ha Tat-
to variar ne’ nomi la termina/.ione. ' . \ ,
I Casij, comèchè ciascuno di essi abbia varj linicj , pUr '
re han tratta la Igr denflminai. da quell’ ulficio , che sembra
esser loro più naturale. Il JSóminjtivp , detto ancor Caso
( d*ritto._.)', perchè nomina direttamente le cose , a
difterenza degli, altri Casi , detti al contrario . ,
rappresenta sempre il soggetto della Propos. ( Il
quasi genera tanto i casi sussecutivi, che ne sicgutin la quan-
tità ,e l’ analogia ,, quanto il suo sostant. reggente,, p. e.
caior fffnis , ove caìor è come generato da /g»/r. 11 Da^Và
esprime d’ ordinario il termine dèi dare. L’ Aicusativo ei^tri-
me il termine dell' accusare , e per analogia , d’ ogni' altro
verbo attivo. Il UiKai/vo dinota la persona, che sì voca, o a, pui
si parla. U ÀblAìvo , da ablatum tòlto, dinota il termine ,
da cui si toglie qualche cosa ; comechè poi serva adaltr! irsi
ancora di analogia. ' ,j
< Le cinque Declinai,, siegaon 11 ordine' approssimante
a quello delle vocali , che sono nelle desinenze sopratutto
del Genitivo, • ■ ■ ^
Perjona i.^è quella , che parla di seV'CÓme io amo i z.,
quella, a cui la prima paria: tu ami; 3. è' la pers, o cosa
di cui ^ paria, ; - •. - ^ ‘ , j
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2^6- i'r/iir. Ltano I. , _ '
S B z. 1 o' N E I.
Del Nome Sóstantioo.
i6. H Nome SOSTANTIVO è quello., che
indica la sostanza (i4) con tei'tniimzione o ma-
schile , 0 femminile , o comune , o iieulra (i).
Egli è di. quattro specie, Proprio, Comune ^
Collettivo , ed Astratto (2).
17- Proprio è quello, che' dinota gl’ indi-
vidui , come Dio , Gajn , Poma ec. . •
18. Colmane è quello , che dinota le spe-
cie , ed i^èncri, come animale^ uomo ^ ca~
vallo. Città ec. '
(i) Secondochò accenna o maschio , o femjnina , o amen-
clu* , o nè l’uno., nè l’altro- '
(i) Qiicsta divi ione riguarda la m/r/ct-//». Dividesi ancora,
n sostant. in Semplice, 0 Composto, Defivatìvo , Diminutivo,
per riguardo alla forma, h' semplice, p.c. aurum, pater. E’^ Com-
posto, 7 senatusconsultumce.? qui se i composti son
due retti dcclinan amendue : jusjurandum , jurisJuran.H ec ^
respublica , reipubUcae ec. ( in Aherut:r declinasi solo Uter) .
Se poi uno siane obliquo , questo non varia. S;natuicO"sul-
tum. patUrfamUas. E’ Derivativo aurora, patria, v'rtut i.
timor ec. da aurum, pater, virtutsot, r/mfO. Tali son pure i
Patronimici dé\ Poeti, derivati per lo più da nomi greci
di ascendenti ,di fratelli , dj ré ec, uscenti in tits m. , e in
as,is, ne{,,come Peti Jet, o A''ocedes , Achille figlio di Pe-
leo , e nipote di Faeo, Jliades, e Romolo figlio di llia; Tau-
tnantes , adis. Irido figlia di Taumante , A:olif , tdìs,
Alciome figlia di Eolo; Nerine , Gal.ttea figlia di Nereo.
Diminutivo è , p. e. libellut, navicula,munusculum.
In Irai, si hanno de’ composti I. Aumentativi, come libro-
ne , .ionnone , equivalcilti a libro grande donna grande e son
tutti maschili. 2. Peggiorativi: libraecio , popolaccio ,c* popo-
laszo, plebaccia , plebaglia , gentame, omicciaito, giovanastrot
cc. , equivalenti a libro malo ec. j. >Diminutivi ; eaneftrino
canestrello, canestruccio , canatrazao ; omicciuolo ; cd alcun
Aggett. grandicellOf pochette, sorjjstro, verdigno', pov?V\no cc.
Vpt. ffoMS 57
fg. Collettivo € quello , che intljea porzio-
ne di una specie ,^c"oine gente , popolo ; eie/*-
cìto: turba armento ' ‘ »
20. Astratto è (jiiello \ clic indica «le tfiià-
lilà concepite a guisa- di Sostanze : frinii , Ini-
zio ^ bellezza e,c. (i 4 - «).
2(. In ordine alla Declinaz. $o;io i Numi
sostant. o regolàri, o irregolari, de’ quali paiiita-
mcnle tratltTerno. " * . . . . ..
O'SSERV A zÌÒnI
h Suì-'Komì Proprj , * Comuni,
Per comprendere questa dIfFerenza di Nomi-\ conyicn
sapere che s’intenda per individuo, Specie, c Genere: IN-
DIVIDUO dicqà ogni cosa singol. ed unica, come yirgìUo,
Roma ec. SPl’lf’.lR diced una classe di individui simili, come
uomo, quadrupede i rottile 1 uccello, pesce eo. GENFRf poi
dicesi una classe di specie simili , come classe mag_-
giore , che comprende tutte le dinotate classi minori , O
specie- Onde si scorge che il Genere si divide nelle specie , e
la specie negl’ individui , ne*' quali. 1’ analisi , o divisione si
arresta; ed è perciò, che son èssi col nome d’individui in-^
dicati. Óra iNomi degl’ .indi tridui sono i Eroprj , o partico-'
lari , e quelli delle specie e de'generi sodo i Comuni , o Uni~
Deric// , che i G ramatici han chiamato aStùvcienti Appellativi ,
Sovente una classe è genere, e specie 'rispettivamente.
Verno h una specie rispetto al> genere Animale ,,cà h un ge-
Bcre rispetto alle specie subalterne Maschio, t femmina.
In oltre le specie sono o naturali , 0 civili. Vome , Ma-
schio, Femmina, Cavallo cc. Sono naturali. Maestro, scolaro,
artiere ec. sono civili. Così oltre al' nome proprio del mio
individuo, io ho i nomi comuni naturali. matcA/e ; uomo, ani-
male; e i civili scolare , maestro ec. secondo che mi consi-
dero 'appartenere a ciascuna di tali specie. .
'I Nomi Ì 50 Ì Ptoprj sono'o univoci, o equivoci. Gli
Vnivoci indican sempre una cosa , e sono 1 - i nomi delle
persone . Pietro, Cajooc, li. I noirvl delle diti? Roma Napo-
li ec. III. i nomi delle parti distinte della terra, Europa,
Italia, Francia", Inghilterra ,~'Appenttino , Pò ec, *
28 Etim, Libro I. ,
CJi Equivoci propriamente indkan una cosa, ed iinpro-
priàmente uiv altra 4 Tali sono 1. Cielo, T^rra, Mare, So e t
Luna: Para/fiso, Mondo, o altro simile. TI. I nomi delle
sostanze elementari, o sirpilarl, come ostigeno , idrogeno ec,
aria., acqua, oro, argento ec.
Sui JS orni -^jis4r. Ufi. ;•
Le qualità si posson indicare in concreto , e .in astratto.
In concreto , cioè coerenti alla sostanza s’ indicali cogli Ag-
gettivi in astratto , cioè come separate dalla sostanza , coi
sostantivi ( 14. a). Dirò in concreto; La neve Jtianca ( Sin-
tassi di concordanza" ) ; ed in astratto. La biancheS’Va deliro,
neve ( sintassi di regginiento ).
ARTICOLO
, , ,De*. Nomi Sostq.ntìvi Regolavi.
-V. I ; • . J . ^ ^
.*' * 22. I ^IJorai Sostantivi REGOLARI , sona
quelli , che clecliuau. coslautemei\te secondo una
regola*(i). ' % - ■
up; italiano
. . , De' Segnacasi y ed Articoli,
aS* Tré sorte , di segni vi ha , appartenen-
ti ai Nomi italiani , i Segnacasi semplici , i se-
gnacasi articolati , e gU Articoli semplici.
(i) Una cioS delle cinque sudJivisatc .regole di declina-
zione ( t-S )• Prima però di far passaggio alle lor Tavole ,
ragion' vuole che il giovanetto appari la declinazion de’ No-
mi italiani, consistente del tutto in quella de’ segnac.-isi , essen-
do i nomi italiani iadccUnibUi affatto in quanto ai Casi.
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C. i. -Del NomsI agi
I
SEGNACASI SEMPLICI.
24. I segnacasi semplici sono Di /A , Z?<j,
che dislinguon de’ Nomi i soli' Casi (1) : Di
pel Genitivo , A' pel Dativo , Da per T-ALlat.
ili amhi'i Generi , e i_ Numeri. Eccone la
t'a vola , •;
Singolare • ' ■ -Prurale
N. G. D. A. V. A. N. G. D. A.Y. A.
Cajo di , a . . . o , da ,
Anna , -v . ..
Padre padri , di , a e , dà
Madre . c . . ' . ' .
SEGNACASI ARTICOLATI
' 1 Segnacasi Articolati (2) sono Ili Zo^
La,f ché’ dislinguon i Cori, 1 generiti numeri^
e ’I SI gnijic aio., QÀi ca la distinzione de’ car/ i
generi^ e, numeri ecconc la ' ..
* \ . 'j .
^(i) Cioè quando la sola distinzione de’ C^i vi occorre}
com è d'oriiinario ne’ nomi proprj «»/doc/i{ 21. oss. ) , ne'
K Pronomi , e sovente ne’ nomi comuni atìcora Vedi appresso
6 - ^ .
(2) Comunemente son detti , trticelh perché a somiglianza
degli articoli dèi carpo, umano , che distin^uon i membri ,
distiflguon essi le .une dalle altre lecosesifaificatè dal h^ome;
e le patticol^rizzaiuik . , ^ .. .
\
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3o
Etim. Lteno J.
■:T A V 0 L A
■j
■ ^
Singolare
k'/
JN. G. D. A. V.
Il , del , al , il , 0 dal
Lo, dello, allo, lo, o, dallo
La, della, alla, la, d, dalla
Plurale \
N. G. D. A. V. A.
i , dei , ai , i, o, dai
gli, cUgli, agii gli, 0, dagli
le,delle,alle,le, o, dalle
Regole del lor uso.
. hG. IL usasi coi nomi 'maschili., comihcianti
da luti’ altra consonante, che S inipura (i), come
il poeta, il signore ec^
i' > . 37.. LO usasi’ coi nomi maschili cominciaii-
ti (la vocale (3) , e da S impura, come V amo-
re, lo scolare eci
fi) Con In, Con, Su, Por s’ incoTMra cosi: Nei, Nei ,
Nc', Col , Coi , Go' . Sui i Sui , Sù , Pei , Pei , Pi ,0 Per lo
Per gli , e talvolta per li, articolo tutt’ altro antiqaato.
S impura, cioè nOn pura, non semplice ^ è dettasse va uni-
ta ad altra consonante , come , lo studio , l<s specchi 0. A\amì
a Z altri vi credon più proprio il, altri , lo altri danno il
primo al Sing. , e T altro al Plur. Noi ci atteniamo al pa-
rere di Jacopo Faceiolàtl , il quale negli Avvertimenti gra-
maticali all’ Ortogr^ifia Italiana ne da rutt* il dritto ad 1/ ,
cui tcngon, con/ei dice, l’orecchio, e l’uso ancor d’og-
gi in preferenza, ’e diciamo con lui: U Zucchero , dei Zue-
duro ee. ' ‘
(x) l , Con , Su , Lo, n La vi s’ inoorpprano , dicendo-
si Collo, Cogli, Colla, Colle, Nello, Negli , Nella , Nelle,
■Sullo t Sugli, oSr-tf//, Sulla, Sulle. S^idl por dirsi Con lo.
Con giti Con ta , Con h. Lo usasi dopo PF.R'f 27. i. )•
•Pelle, Pelfa , Frmilr, Prtilla ,< Trailo, Con il Cw» sono
modi riprovati. In lo , in li non s’ usan, thè raro in poe-
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l
. J
c. I. Dbl IfoMÉ. 3 l'
28. LA usasi con luti’ i nomi fenfminili ,
come l ammay lg anime eresia ■, l' eresie ec.
29. Circa la distinzione del significato s’ u-
san gli Articoli I. coi nomi Comuni y ner'de»
termiriai li- precisamente o a tutta tma classe
d’ individui , o ad un individuo solo (i).
, • 3 o. IL Coi proprj univoci ( ai. oss. ) »
per marcarne>una particolar distinzione, o de-
terminazione. _Cosi densi talora alle donne s v la
Malia , Va Beatrice ec. ed ai cognomi di uo-
mini distinti : Jl Petrarca , il Bembo ec. Cosi
pur dicessi : V Jriaserse del Metastasio , per la
di costui Opera ; il^Dio d'Jsacco ; H buon Dio;
la bella JSapoli\' V Europa bellicosa'; L'Italia
amena ; presi così in tutta la loro estensione :
senza cui , si dice , p. e; Partì d’ Eujvpa ,
nato in Italia ec. (a). • ' .
sia. Appresa bene e distintamente la declinaiione dì questi
segni sulla lor Tavola . si faran declinare ih Union deTS
’
^iceaiò y V e. L* animale Sente } L' sunw raolfma
sode ", Lessi il libro-. Ha i libri: l’Arfir^la
thè il Nome additi distintamente fra tutti gli enti la classe
degli animali ; fra gli ammali la classe degli uomini ; fra
gli uomini , quella degli onesti ; fra tutt’ i libri , quel libro,
0 quei libri , che sapete.' Se poi dirò; Animali si trovano sì
^o>solam ec.; pon veggo uomini', non ho libri ec, senz’ Ar-
ticolo . or^ og^nun vede, quanto il significato sia vago ed in-
determmato. Ciò che siegue dai §.zp. fino a ,j.y. si potrà ne-
gare ai tironi fanciulli. ^ a f
C*) V' ha di certi nqmi di cìuà , e d’*isole, cui l’ uso
^ Mmpre 1 articolo: U Cairo, la J^irsmdoia ec. Za Ceft-
loma , la Marea ec. 11 Nome. Papa va sempre coll' Artic ,
il Papa Lee-
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3a ^ , Erm.' Lttào t. ^ •
• •• '3i. in. C(A proprj equivoci., per dctermi-
nàfli’al significalo proprio , o' ifasVàtato (i) ;
o‘*(juando le soslanze elementari , o similari ( 21 .
oss. ) s’ iadican' 4rt tutta ’ la 'loro estenzione b
in' ùha ’delertninata porzione ( 2 ). ‘ ; ‘ ' *•
* Sa.'IV. Coi pronomi indicativi
desimo ; coi Possessivi \ col relativo . ^
e con qualche Numerale , come si vedrà a suo
fùogo, ’ ■ • '
33.'-Uniti piu Sostantivi diversi,, 1’ Artic.
dassi a tulli : Il padre , ed il figlio. Buoni
Autori han pur fatto altrimenti. Coni è il di-
giuTio*^^ ciliccio .,' lagrime , disciplina., simili
cose' ec. Passa?. . Se sono poco distinti , e tut-
ti d'un genero basta un Artic. ; Coli ajuto e
-favor vostro. Con più aggeli. , ed un SQstant.y
basta un Articolo : Il dotto e pUziente maestro, '
ARTICOLI, SEMPLICI.
. ’ * ) * . / ' 1 ' ...
34 Articoli Semplici o Indetermibati son
quelli, ehe senza distinguer Casi , servon solo
.a J render, indeterminato- il significato de’ No-
mi: E sono uno,, una , Dei ; Degli , Delle
.per le quantità discrete (3); e Del^ Dello , Della
I* - ■ -i *
’ (i) P. e. Il Cielo st.elUto, il Ci^lo della camera^ In si-
gnificato indifferente',' vi s’ usan i “sein olici, p. e. Fatto a for~
•ma di Cielo. - , v ;
•j ( 2 ) P. -e.' L’ oro più prezioto dell’ argento. Non ho l' oro\
cioè la quantit^n che occorre pel tal lavoro. Senza tali de-
terminazioni, o in significato traslatato, vi s* usan i semplici,
come nan ho oro , F età d’ oro , d" argento cc. ' .
(z) Discreti Son le quantità distinte per numero , come
sono I Gentri-, e le Spicie ( zi. ost- ) Ho un libro, ho dei
libri, dir voglio di qualunque indeterminatamente. '
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Cjp. l.' N óme. 33
per le contlnae (i)., e dei nomi astratti ( 2 ).
35. Sono dunque gli Aiticoli semplici ia-
dinerènti ad ogni Caso , . per la cui distinzione
vi si accom|Kignaiio i Segnaci semplici. Cosi N.
Mi occorrono^ de' libri , G. Ilo/ bisogno di, un'
libroj D., Do il mio a, degli ingrati. Acc. /?<*-
temi dei libri , del pane (3).
■■ OSSERVAZIONI V ' .
Sui Segnacasi in generale.
Osserva il Buommattei , che dall’ uso di queste tre sorte
di segni ( 2^ segg. ). riceve 1* Italiano una precisione mag-
gior di quella che avesse il Latino. Così secondo lui , lad-'
dove noi diciamo in. tre differenti significati: Bere vìni-^
qioò non esser astemio: Bere' il vino., cioè tutta una data
quantità : e Beire del 'i)ine , qualche porzione indetermi-.
àata jf i Latini dkou scint>re: Vinum bibtres Ma quale impU^
cazipne-, -qual dis»ipa?iohe nelle lor j-c^òle presso il comune
de’. Gramatièi ! ’U citato' Autore, dòpo dì àVerfie fi.n alfa
nausea favellato, cOnchiuse esser, la mat(*iM degli Arricoli
aifficilissima eJ intrigata. Quindi di tati’ i fal[i , che vcgg^{^
eL sovente -pltraggiar -le bélle/ze della .lingua dipintrice e
canora"! pochi spi» quelli, che non siap rcnetto dell’ imue-
rfizta di queste règole.. Basta •!’ esservi vot-satè per convenir-
ne. Tan.’ .importa che si abbian dì quasti.segni'idée'giuste e
precise. l'-principi altrettanto^ semplici , "quanto naturali, a
cui gli abbiam noi richiamati , comproVa'oo che noi vi avrem
portato del non lieve rischi.araii}ento. .
I tri: Segnai, lenijil.ci son del mimerò delle Preposiz.
impiegare alia distinzione dp’ Casi, Qenit., Dal, ed Ablji. ;
gli al tri si* fan- di^per te’ stesM distinguere . il primo come
il soggetto d’ ogni proposizione, e’I quatto, l’oggetto dcl-
1' azi one del Verbo ,. o della Preposizione.
j
( 1 ) Continue son quelle , le cui parti son tutte della.stes-
sa natora , formando un tutto continuato, come sono le so-
stanSc elementati e similari ( 21 . oss. ); Cosi dirò ; motti
corpi hanno dsjtn Ivce: Datemi dpi vino, del- 'pane.
(s’X pi t.‘ Egli ha >drl la "prudenza \ della bontà.
■'(^) C0n Aggctt; può di rsi b'V e /Jei . c dinota af"
quanti, Eranvi di , 0 de' valenti uomini. ,i
■» .
;
'K
■ ' i.
■
.
A't). irti. /.
J* • • • t U t « • * .
,' . .* Sef<mcaii artholtit' hanno origine dal Pron. laf. Ulf
•CUI son di latto equivalenti, .Nella lancinllczza della lingua
non ebbevi che un solo Artic. m. , cioè Lo. Ma quand’ ella
a prender co, ninc.ò^ fattezze migliori ,’-ed adornarsi adulta >
delle SUO' grazie , reUtonia tè conoscere, ove il primogenito
.. , non Tacca che suono ingrato, e quindi l’ eufonia ’mecÈsima
pxodus&c II secoi^aogcnito IL,> .»
' . ' ‘.--v" ' ^ ^
‘ avvertimento
intorno alle Tavole seguenti.
. 't, M F'"'® m. notato per intero in capo a ciascuna
av,^ c che e il Regolatore della Declinaz. , addita le desi-
nerfzc gCncj;ali' tie* Casi. Egli si è compreso in un terso, se-
■ • guato le sole sillabe desinenti di ciascun Caso, le quali in-
^ tegrano il no, ne, unite alla i. parte radicale del Retto. Coil
y . . possasi in a colpa d’occhio distinguere i Casi sìmili ,
e dilierenti. Gli altri nomi appresso .mostrano o i generi , o
1 eccezitmi in qualche Gaso- dal Regolatore V o I vat}, fini-
' fomcchè nella 3 . rton tutti può la Tav. in-
dicarli, ma che si posson nell* Appendi seguente vedete./.
• «sendo di già nell’italiana declinaz, il fan-
• ( 1°' “ ), sarà, solo esercitato or qui nel latino, con
P°5 e proseguirsi , ma separatamente, e pri-
ma ^coi Segnacasi Amplici ( Z 4 . ) , indi Cogli aiticolati , fa-
cendosi colle analitiche esplicazioni , e cogli esempi vedere
Mine SI covispondano , ed a .vicenda si traducano ne’ lor
Casi rispettivi. , . ' ^ *
. -.jè'f
y:- 'Vv. . . .
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Cjp. I. Nome.
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35
■ Delle Declinazioni de Nomi Sostantivi.
PRIMA DECLINAZIONE ..
:• . Singolare Plurale
N. G. D. A. V. A.
ae , arum, is , as , ae , is.
N. G. D. A. V. A.
Poeta , ae , ae, am, a , a
Il Poeta ,
Musa/. •
La' Musa
Advena c.
Lo straniero
La straniera
'v' S E RV AZ t O N t
, Sul Latino,
La I. Declin, ha solo il linimento in A c m. c £ di eo
Alcuni f. hanno il Dat. ed Ahi ninr i
^us, asina^s.^Boaius, /amuLuìj. distingue rii’ col) '
chi! nn...» — ..i “ «unga, e.l Cte/r/t. plw. sincopato in aual-
ereco, Jenoat/um,Darttanf^um, per Aoneatlar^^^
i'
* • ■« ì
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36
Ertit. Lh. r.' ^ ■ '
Sut)Gr.eco{ J'
Varf Nomi Greci in As,’e £s*m., e in £ jT. vi'ajmr-
tengono ancora. Eccone l*inftóssione«i;r ' . i»'.'. xV
. 1
Tiaras , -x ae , ae, am 0 an , a;, a, ?/ turbaMi (i).
Anchises , ‘ae , aevem o en,}è'V e, f'Ànchhe (2).
Murice , es, c, em o cn, e, è, In musica (3). * ' .
secónda '.DE<:UNAZIONÉ
jD^poiiii-utiV T‘’ì, tor^ is/ó^* '
: Il SiaÀòte ' 4 ’ • - V
4
Signote
Jtjìglio
Magistcr er‘ ' ;*
JL maestro . , • f
y\v '
* • X.’ uomo - _ .
Col US f.
La conocchia
» * • * '• ■*'x‘ ' *'■ '<•••^1
i- :Vitófv7>-V .
’x ■Mai.jV.f A
, .;. ■ ' ' '( A; ■
. i / j ■" "il .VVjl.Si<l#‘ _
■ t
Tfemplum p. pni, um '
H tenipio'^^,' ^1 •.' *.•> 1 - ••.
■ ■ ' ' •' <'•’ , »■ ••,'•/. 1 I, \'..‘'.V.i
' ■'■* ' '■ > /■■•■>, ■ ’■. ■ — )' »x-x,Vf., > ‘
'Nrviin . ■ . • I
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T -X- .1 : :
. , • • • ♦/•V »
•' - .• •; -jt •. i'f' j'ciì
'^T ■ ■ ■ .' • -V'- .
■ y' ■ \ ■’
•S* • . (i') Gosì' Acne Ay yThorhaS pci '""i,» ' . x ■ ' ' ’
r-/i) Cosi i Patron mici’ m'’PeÌidi!S ^ tlladts, Darj'stni^ts
'>ecv( : ' • -x. x..^, •• >
^3) Così pure JRhetorìee', epìtmo , i quali
colia desinenza in '« h!<n l’ inflessione latina^ Nel Plur, c tn.
e yi infietton tome i latini. Dardanidàtì àrum , Epiiemae , arum.
•. OigitlZed by,Cv<)gI
Gip. /» Noni:.
37
o s ^ 4 z 1 0 is I
Sul Lutino. >
Ncir.i;-2. si coiri])rcn 5 on 6 '’molti nómi in Ui» in. c aniiTja-
ti , è inaiiimaii , come p. e. Avus , jbitvusy nt.tvus, pas,-uu}
avunculm , vitrici^i , pnvipnits , eq'Jus cc. , caluaiUs , pìltus ,
pesiutus ec. c vs*rj t. inanimaci, derivati dai Greco , ove soii
anche f, quali sono nhj^iui , atvui , chry'taUus , diphti ngus ,
éxcmui._^ hu'nus 1 inetìioilui , oerioilu* •, iynodus (i"), e i nomi
degli Alberi: cerasus , matusy trtot'us , fyrui cc. Varj finiH
in U.R , e taluno in IR, m. , come Ag r cui ter , Hb(r, py.
raster cc. vir , levir cc. E tutt’ i finiti in UM n. Atram.n.
tum . Bellum, BuMum , Ingenium ec. , e d’ ordina n"Ò l nomi
de’ frutti Cjerasum, malum , mOrum , pyruui cc. i gnnli , come
ogni altro nome 11. han tré ‘Cjisi simili; N. , Acc. Voc. che
nel plur. fanno in A. Ve n’ ha uno in uy , cihc Satus- sa.
gett. Pelagli ! , virus sono n. -,
'D$us- al Vocat. ^ simile al Retto secondo il greco; al
• J’iur. fa Dii y e, Dth , o Di , e Dii sincopati. Dio sing. ha i
Segnac. semplici ; Dei in plur. ha l’ arricolaró Gli (27I.
* nomi propri in W 5 , e t due poimmi f ilius , « Genius
hanno il Voc in^j; Antoni, Gai y Pompfi ec. (2); chp pur
anticamente rcjjbcrpin e, come Antonie cc. V. N. Met/fàc.
75X. degli accenti.
' sing da’ poeti suol sincoparsi cosi; Corniti y
peculi ^ér conulii^, pecàlii. Ed .in plur. Deum ^ ytrttmy Put-
rum, ec. por Deortm jyc, ... «ly'
A" ' . ■ * * ' * '
^Orpfmui, Pro'hétts , Tkìséut e'^Jmlì nomi greci, so*
glfon dirsi >al Vocat. Orpheu èc.. Trovasi QrcJieos G. , Orpheé
■•ÌÙm m.' (^atììfìmrt *-ma ntl/kCf?! A JTmI I _ ...
(i) Tutti questi , eccetto Huàus, sono al contnarió m*
ùi.Itàl.
( 2 ) t f roptì greci 1’ hanno in e, come Cynihie ec. > ^
./
» ‘
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N-
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ìofl
V
38
£tim. Lil. I.
TERZA DECLINAZIONE
\
N. , G. D. A. V. A.
Pat-er , ris , i , em , er , e
Il padre ’
Mater /. •
La madre
Vis
La forza
Hom-o c, ' ’
V uomo ^ e la donna
Curp-us n. US , us
^JÌ corpo
im'
N. G. D. A. V.
es, utn» ibus, cs , es , ibu
■ f '
vires
ra
.t -
•
ra , ra
ì:
O & S B R V A 7. ì O N l
■
Latine.'
y
Molti sono i finimenti della nè posson perciò qui tut<
ri in breve additarsi per la distinzione de 'generi i ma pos- ’
son vedersi in un* Append. in line di questo Capdl' ^
L' Acc. fa in Im ne* f. cucumts ptivis , securh , sìtìs
tussis, vhy c Neapolis : In Em,,e Ini in eUvìs y fibris , na-
vis , pupph y vestis , ìurris.
L* Abiat, é in I I. nei dinotati eoli’ Acc. in va (i). ir.
Ne’ nomi ». in .S, Al , Ar (2): menili y animali y calcari ec[
c ne’ nomi de* mesi, come SepUmbri ee. HI. I simili agli agl-
gett. Aedilii, aqualis, UrigiUSy véctis y tridens ee. In onnal,
tro Sostant* l’Ablaf. ta iti e. - ' J
’ Il n. p!ur. è. in A. , se l ’ Abl. sing. è in E : come tem~
> pera ec, ; in lA, se 1 * Abl. è in /; MonUiji^ calcaria cc.
(i)'Lo hanno in ^ c. / quelli coll’Accus. in ena, e im
( Restis y ha solo in e ) ; ed , Cinis ^ /£»«', Ras y e
vari altri ^ benché abbiali l’ Acd. solo in em. *
■ (2). Jiceetto Caasape , Sai , Par , Hepar , Jubar, y^ Nectar ,
/' che IO hanno in ’ ’ " ' . ' .
Diylii^ieu by GoOglc
Cjp. I. Nome.
^9
Il Geni/, plur. esce in TJM , se 1’ Abl. è iniE: Juvenum
cnnum, nucum ec. Esce in lUM , I. se i’ Abl. piiò fare in i :
cucumium, calcarìutn-, triremivm cc ÌI. Nc’ monosillabi in
due consonanti: mercium, dentium , trabium ec. da mtrx
dent. ec. 111. Ne’- più de’ finiti in S , o X : ciadium , cokor-
tium, dotium , mhrium , vadium , nivtum, noeti tm ec. d i citi-
dei , eohoft j dos , mas , yas . dis. IV. I nomi pliir. delle le-
ste « Samrnalia t Bacehanalia ec. , che sicguono anche la se-
conda nel solo genit. Bacchanalia , inm, o orum- (r).
Il Dat. ed Abl, plur. de’ nomi in Ma usasi meglio in i\^
come poematis , sysiemaiis^ ec.
, Sul Greco. ■
I- nomi greci aver s^lion^ ne’ poeti ^ greca lerminazione
-IlcGenit. sing in alcuni fa OS : Pallados, Gedeseos , Tethyoi ,
da Pallai, Genesi/, Tethysyìn alcuni US: Dido , Didus-, in
altri £/, o I; Achillei i o Achilli. .
U'Acc. ia in a, 0 in-. Aera^ Hectora^, Genesìn.
Il Vocat. fa in a , e , o i. Palla , Chremi , Jri. • . ,
Il Genit. plur. in on : Haereseon Epigrammaton.
l^'Acc. plur. in OS. Crateras , Rhétoras , Arcadas- / :
QUARTA DECLINAZIONE
. N. G. D. A. V.
Fnict-us US ui um US
Il frutto ^ .
IVI^iius /. i
La mano
Cornuti. •. • .
Il corno
«
N. G: D. A. V.'a
US uum ibus us us' ih'
'•V
, -w- -
(i) Nc’ Poeti trovasi sovente contratto, eladimt , 'coedum
per ciadium ec. Sovente ha quella tcrmrn.azione che thgl^le
l’ equivoco. Cosi anium , arcium , asfium , eollium , birium
cc. da ars, arx oc. distinguono il Genit. SaU’AcC. arevìn ,
artum , assum , virum cc. A| contrarlo artifeum , consortifm ,
municipum ec. il distiùguo'no dal Retto ariffeiun cc. '
4o
'Enti. ’LiB.’yj..
, O S S E, R V A Z 1 Q H i ^ ,;Sl «' .
. \ , 1 -, . ' ' . ■ : • . ' . , , •.••. ■
^Stilla -Quarta^
, _ '0
I a 4- ha il niiimeuto in ,US w. nella j maggior parte r
ausus , hnustus y cantus ec. 'Jomus y nurus , a<'us manti s , e
qualche altro, sono Jl Quelli in U anche vi appartengo-
no , e sono indccl. al àlng. , ' >
II Dal. trova-"! talora iii u ne’ pqpti : metu ,'ìmpetU' , t//-
ctu. Alcuni nel j. c 6. plur. fanno ul/us.-. atrctiSy artus y In-
cus , parius , )>trtusy specus , veru , gf»« , il quale fa ganibusy
e genubiis.
11 Genti, sing. c’ 1 I. 4. e j. plur. son contratri di Fyu- .
ctvts-y fructues ec,_, perchè tali nomi furon già della 3. 11
Gcnit. plur, trovasi contratt;^ currum , nurum, ec.
Alcuni nomi greci proprj f, hanno di- questa Dcclinaz,..,,
il solo Genit. ih ÙS , c gli altri Cast tiiti’in O: Alectpy
Calipso ' Clio ec. ' ^ * '1
lEhUS , solo Caso Rètto , ha l’Acc. ip um y c gli altri
Casi tuti’ Id ». :
" QUINTA DECLINAZIONE
1 ,r' »' • *. *
N. , G. D. A, V. A.
Dies , ei , ei «di', es, e
Il giorno ■» -
jR.es . r • ■
Za casa
N. <?; DL.* A. V. A."
es,mim,'ebits, cs,es, eljus» ,
; 0 5 S B.R V A Z I 0 H t ' . ' ..
• . • . , “ * ; *V .
*- . • • Sulla Qahita: ,
Merìdies è il "solo m. della Dies è c. al Singol.
-il Plnr. 'Tutti gli altri' sono f. c terminati’ in -ES.
Il JSingcl. trovasi negli antichi In e, er, e /.
Il Dat. trovasi ancoi'' simile all’ hblar. ^
11 Gena. D'at.y ed plur. eccetto Die% ; Res.y e
Speciis y ajitri mancano. ; ,,
m. al
'V ' ■
V
Cl( H ("tl'
1»
/
i- (■
\ - ■>
1 Cjp. t. Nome,.
ARTICOLO II.
■■il
r j i
De' Sostantivi Irregolari e dé Difettai.
,^36. I Nomi Sostantivi innECOtARi , o Ete-
rocliti son quelli, che escon di regola , variando
ne’ Numeri o di genere , o di declinazione.
•<
f '*
Varinnti di Genere.
S’j. rVariànti di Genere sono di 4 . sor-'
P- e- ' . ^
' - ■■ ;;; v
•- ■ Sing. ■ ’ ■ . • Plur^ ’V '^'' ^
Tartarns ^Jvernus m. tartara y avérna ri.
Ca'ì-basLis , Supeltex f • carbasal^ sUpélléctilia n .
•Cpelum , Dlysium^ n. coeii , eljsii m.
Epuhini , Balneum . n. epulae , balneae L ( 1 )
A ^
*, Farianti di Declinai.
38;. Qtiesii '^òno Iugerùn\..^ i e' Jugera y
, ts , ' e F a sa , ofutn'', e Domus ,
che in alcuni. .casi è dèlia a., in altri della 4 ->
in altri d’-amendue cosi : ». *'
Doinus,m^ ui, ùra., us, d us, drui^, ihu?,os,us,ibus, .
'ns ' I , uum us (a)
. (j) Jveus,, e Lociu Brenum. e Rastrum hanno iH plur» . •
HI / , c /».
(2) Le desinenze della ?■ si usau udio stato, 0 moto di
luogo. -r- ,
•-
1 - 4
' • . i
i
... • ...
, ' *.DÌgUi y iJyoDglcI
■ * > * . L
Erm. Lib. J.
Alcuni son di due declinazioni Cratera, e Cra-
ter-y I. e 3, Avaritia y e Avarilles i. e 5.
89 . I DIFETTIVI sono I. quelli , cui manca un
Numero. Mancali del SINO, alcuni nomi di cit-
tà : Athenae , Micenae , Veneliae , P arisii ec.:
perchè essi significaron già 1 ’ unione di più bor-
ghi , o 'Alloggi I cd alcuni altri dinotanti ancora
f- certa pluralità di cose: Arma y Castra, Clitel-
lae , Cunae , o Cunabula , Exta , Grates ,
Jifus , Lares , Nundinae , Orgia , Phalerae ,
Suppeiiae , Tricae ec. Mancan del PLUR. i
Proprj (ai.oss.), ed alcuni per lo piu astrat-
ti, Pueritia y Juventus, Senectus , Senium.,
Eloquentia, Sapienlia , Fames , Salus, Jubar ec.
4°* II* Quelli, che han solo qualche Caso:
Instar ( n. , acc. ). Dicis (g.) : Dicis caussa,
per dar a vedere, per cerimonia ; Infìciùs (acc.).
Tantundem iiomin. acc.)-; Tantidem ( g* )
4i. III. Quelli, che sono indeci . i. Gam-
mi , Sinapi , Moly ec. Gena , f^eru , Melos ,
Pondo , Manna , Fas , Nqfas , Opus , Nequam
ec. a. gli JCbraici : Adam, Abraham, Is^ac ,
Jacob ec. ( de’, quali alcuni prendou il finimen-
to in , o ^ e si declinan per la 1 . 0 2 .
Adas , ae , o Adamus, i ec. ) ; 3. I nomi delle
Lèttere : Alpha , Beta ec. 4* I Pronomi Tot ,
Totidem , Quot , Quotquot , Aliquot , ed i Pro-
nomi di numeri Cardinali da Quatuor fino a
Centum , e Mille plur. aggeli, e sing. sostante
j
. ' Cap. I. Nome •' ,4^'
• r *
: \ ' SEZIONE li. ; :
* • ** ‘ “ I ’
^ £>el Nome Aggettivo. ^ ' \ , i
42. Il Nome AGGETTIVO è quello eli’ espri
me le qualità concrete (ai* oss. ), cioè aggiun-
. ,te alla sostanza, e si aggiunge al Sostantivo in
concordanza (i). •« .
Forme.
43* Aggettivi hanno al Caso retto altri
una , altri due , altri tre voci ; e quindi di tre
forme essi sono. Della 1 . forma sono quelli «1
una voce , della 3. quelli di due^ delia 3. que-
ll di tre.
44. Quelli della i. e 3. Forma son tutti
della terza Declinaz. , e quelli della 3. F. sono
altri della terza Declinaz. altri della Prima , e
Seconda , come nella seguente. . ■
. V V - ■ ■ .
•«
A .
W': '
V ■
(4) Da tal definizione si vede che l’Aggctt. si è cosi
detto dal verbo aggiungere , per dgppia i-agione- *
tono de’ nomi detti aggett. per la sola ragione» che si agg>
goiio al Sostant. in concordanza, avendone essi la .s^ola tonn ,
senza espriniere àleuna qualità. Chiamiamo perciò * P ..4
Perfetti , c gli altri Imperfetti y c questi appartengor.o an
classe de’ Pronomi . . .n .
Uigltlzcdla
44
JEtiiUì Lif.
\ ■
,.T A y.O.L.À;, -'V'
* -f V. . * .
Della Declinatone degli .ifggeU.
^ ‘ ,< ■ ^;'r: :
JPriiìia Forma. , '?■' h, . K
cis ,• i , em, ix ,'è'
'felice
IX
;V' ' ' " f jv., M». '«• I ■f' ■
N. G. p., A;-
es’, iuin,
io / ia, ia, ’ V
.Felici. ■ :
: ■■ V ‘
, ■ . • ; ' Seconda Forma-.. . j ^ ' ^
;.\;'av:V> -i:.. ;
es iùm t fliuà , ’eS vqs',
ia' ;> ia-.^ ■ ' 4/
P.9I.C tÌs ìs ,jji , em,,' . js* /i
Pai 16 *c.. 11., ,1,; e.,,..el
\ ' '• ; * ' •■*■' .
iiiv v' • i Teirza Fùrmàih ''!»><
CpIeKer f i'i' i; i«i^^ ’J' J' 'vi"’ V ‘ /
Celebris /. js, i^ em^ Mi i
Celetre «. ^ '. e ,"e,
• Celebre ' 1
es , ium , ilfttsi tese, B ibùs '
ria a a ^
Celebri. . S
Di f. e‘ 2. Declinaz.ir
Bon-us , i, o, um,'e, o
Bon-a'/ ae;, apì aiiij^ a ^
Boii-lim, i , um, um, ,0
...j^aono, buòna k»v .
, ... . r ■ >“/'.■ .'.4 i ■ •
1 > pruni OS , i
ae,arum,'js;,"as; ae, Ì 9 - .
a, orum>..-V a> a .
, Suoni ^ Suonci '■
! <*
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Cjp, /.' NÒmè
45
Pnlchcr , dira , um , coi simili , sieguon' Bonus,
aveiulo il solo Voc. m. simile al Retto.
OSSERVA ZlOBl
L’ AH. sing. nella i. forma fa in ^ , e in /. Pàr come
aggett. fa quabi sempre in e i composti ianno in e , cd
ié Usato come spstant. ó m- o f. per eguale p compagno,,
fa pare', come n. per. coppia , fa pari. .Lo han poi solo_ in
e. Hospes, Pati per, Puber , Se»ex Sospes , cpme quelli *
che s’ usati quasi sempre come Softant. e rato nel neutro. 2.
i Participi in »i posti in abl'. assoluto, come Dea- volente,
,3. i Compar a' ivi , che talvolta pur si trovano in r. Majori
cum fiducia. Ces. Nella 2. e 3- forma di 3. Deci, fa solo in
i. Ne’ poeti pur si trova talvolta in e Cadeste sa^itta. De
porca bimèstre, Ovid. An2Ì usati a guisa di Sostant. l’han
solo l e Voi nere comestus , rude 'donatus.
' Il Retto n, plur. fa in a, se l’Abl. è in c , come
tn- ec- Pa in ia , se 1 ’ abl. è, o può essere in /. F Compara-
tivi l’ hanno in ?.j , conte pttlchiora ec. , e Vetus fa Velerà,
.11 Grm». plur. fa ,in or», St Tabi, ò in e'- Hospitum^
Pauperum ec. F'a in /or», se 1 ’ abl. , o può cssere’in i , co.. <
me Cdebrittm , Parium ec. I Comparativi, e .Compos , Celer ,•>
■ Degènere Consors , Dives', Imps Atemor , Pvbds , PugH,
Su'pplex, Vbet', Vetus . 1 ’ hanno in or», come Conpotum. ec.
I finiti in ns vi fanno ih iuvt : Aìr.antèum ec ! qwali, con
altri’ ancora , si trovali non faro sincopati ne’ poeti , comò
Cadentum , Loquentum , Sapientu'm , Agrestum, Caelestum ec.
In alcuni la in or», pel distinguersi dai spstaniivi come
Consortum, Praecipitum , Supplicum da Consorlium , Praeci--.
pki'um , Supplicium, , > . , »
Or/
V .
'V - ;f '-’ } ^ . .■
‘ ‘e • • • Tty.' ■ j. * r • '
.1 \:^ j; .. - , ;. .V t-Z ' .
■f/
\ ^
CiOli''^ÌeV
\ 4 ® . Eiiu.
^ , Lista ài' altri Aggeli, per ésercizio
» , . * » ' » •* *
, ■ . ■ ' • s vi. Forma. ’ ’ • .
Amàns , ^ cimante' Perpes perpetuo
Sapiens i saoio'" ' Pralepes veloce ■
Fcràx 5 .^ , fecondo^ Praeceps precipitè ■
Praecox» precoce Pauper pòvero'-
J."!T / , > Ì Vetus . ' , , ' («eccAia. ,
r ‘ Forma.
^ .. , .. . ..
Lcnis./ e molle '* ^Gracilis, eij' magro
Mitis ’ e; , mansueto Turpis, e vergognoso
Exilis, e , sottile y Viridìs r -e ' Verde >
3. Forma.
’ ^ . ■ ■ ■ . - r • ‘ ... - »
■Acer, <crjs-, e , agro | SaluBer , trià , e, #ó/aire'
jCeler ris', e , t'c/occ j Silvester , stris , e*
Alacer , cris y e’ -, ardito | yolueer , cris Te,* pc/oce.
Di I. e 2 . Declinaz.-'
Callidus , a ,, um, oMato , Àsper , pera, um, aspro
Dissitus, a, Olii, distante Niger, 'gra^ um, négro
IiHperitus', a um, ignòto , Placher y chra,, um, ^e//o.
AVVERTIMENTO .
. • . -V'
' i La Tavola precedente don si oltrepasserà , che
dopo abilitati i faaciùlli a^ Lén distinguerne le for-
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r ^
Cap. L Noub
47
me , la declinaz. , il Genere la termitiaz. , moltipli-'
ce nella i. forma , ed unica nelle altre. Di qual
forma ? Di qual Declinazione ? Di qual Genere sìa
ciascuna voce ? Spn le domande analiliclie , alle rjua-
li sì obbligheran sovente a dar le loro ragionate ri-
sposte ; avvertendo che in tutt' i Casi, ov’ è una vo-
ce , è questa di lutti e tre i generi.
Resi cosi spediti nella declinazion de’ nomi So-
stant. ed Aggeli. , si faran declinare uniti , vai-iaudo-
sene gli esempi sulle cinque Declinazioni , e sul lé tre
Forme. I*fè si lascerà di tenerveli -esercitati copillatjg
vamente file le/.ioni successive , finché per ragione ,
e pter abito sappian convenevolmente accozzarli. Poe-
ta felix , Musa felix , Templwn felix , é sirùili ,* es-
ser potranno i primi esempi. In oltre le .frequenti
esemplificazioni , e i cotidiani travagli di ragionate
traduzioni in concordanza , giusta il modellino qui
appresso , esser dee l’ immancabile lor pratica escr
cuzione. A quest’ oggetto premettiamo qid l’ insegna-
mento delle tre regole di concordanze :
.
.-S
5
* t.*
- V
I.
3 .
Deir Aggeli, col Soslant.
Del Relativo coll’ Antecedente »
Del Verbo col Nominativo.
■- _ ht
PRIMA CONCORDANZA
DeiC Aggctt. col Sostant.
L’ Aggeli, col Sostant. debbon cóncoi’dare in
tre Proprietà, nel gen. , nel num. > e nel caso (i5.).
Cosi pei clementis è in buona concordanza , per
■ V\,i
i,\R; . V , «
’ b'
<• . /
>■
o^lc.
4 ^ Erm. Ln, I. . ' • ' „ '
esser amcndue dello stesso ^c/icrc dcllo^' smesso /jù-
mero, dello stesso cajo. ; ,, J; . ,
. „ Modelline» di traduzioni giornaliere in
• e , >i‘" / » Concordanza 's
. • ■;'••• r‘ * .*•. .
‘ Italiano’
i * *’
* r
i"!
-, ,• c/
. ;•
■
^ A Il signore felice
\ I^atino ■ u\''
■* . . • ' *
' / '■ Doininus felix
•.■•u
ìi^G/OArB.
. 't,»
■*»3- >
^ Perclié il .sostantivo Duiaìnus .è di 'Generò' màt-*
sellile I di Nutnero'iin^'oliii’e* e Caso noipinaliV,tì^p-ó
1' Aggettivò /c/ix,è ,sinijlmeate di Generettasctilé i‘dì
Numero singoìare, e Caso "nominativo. ' ' .
• : - Gli stessi nomi pcoposfi* eoiitiiiuératino a servir ,
di soggetto per gli .altri òieinpi succèssivi'» finché
siensi percorsi tuli' t.<Qasi tari che uno stesso esem-
' pio' può pei^ più .fiate, e per. più di servh’e* Q «.‘st’ e.ser-
ciiiò andrà inaU mano'/ 'é'"gi”ad»tarnèiite sepipreJ [>iù -
impinguandosi, fino alla 3. Concordanza , *nel, modo • '
che appresso' si. Vedrà i»e’ luoglij’ opportuni avvertito.
• " ’ /• " ‘ ■ '■ '
, ■ , . ..t\GradjijdéÌl\ /ig^elL ' • .
’lw 1 * t
• * . ' ». ' * . . ' .
' * ■ ^ ' y-V • * ‘ ‘ ^
- VositisfO,^'Cornpata^t. e^ SupérliiU - »
'/, •» ‘ > ù'-.i i ‘ y . '.V r, • - ■ -/ l
1 'Positivo dicesi V Aggéttivo ..perfetto’
'X 4*. t ) eh’ e'nuncia la qualità, assolulainente ^
cioè senza paragone.
•<
Digitizej) by Coog c
■ ^ ' I
r
C. /- Vst Ifoitg. .
49
ij, 4^. Comparativo è quello, eh’ enuncia la
qu^.lilà.'nel .paragone o d* individuo con indivi-
duo , o di' spneiOj^, con ispecie., o di genere con
gentrè (ai. oss, ) (i) ,
4> forma il Coni parai, dal positivo col-
le 9 Ì|)ahe ,OR.^ e IJ$ , coniposle col Caso in i.
Cosi fda si fa jFc/tcì-or c. , e Felici-us
n.'' della 8. forma (a).' . ‘
■ i.\
* \ ' %T A » • '
Italiano.
- . '
48. In Italiano i Comparativi di forma e
costruz. sono Maggiore , Minore , Migliore ,
, Peggiore. Alcuni* altri , come Superiore , in-
feriore , anterióre , posteriore ec. lo sono di
sola forma. Fuor di questi si dirà , p. e. Ce-
sare pià felice di Pompeo , o piì^ felice Ce-
sare , che Pompeo, '
'< (i) Il Cotnparat. ha dunque due termmi slmili , uno
ifna^giwe , e 1’ altro minert , che si fa Miaf. Così per 1* in-
dividuo: Gae^/if felicior Pomp:jo. Per la specie: 'Vìr pru-
àenthr multete.'tJ Wìm .0 più prudeifte della donna. Talvolta
pojson pure esser differenti , ma di cose eterogenee : Nerone
f >Tà erutieie eltiia tigre t doVe il paragone è «r individuo con
specie , non però sua. ...
_ -{jì) Suole invece usarsi il Positivo coll* avverbio magìs ,
come magli felix.Ncl Positivi in «r .. cui precede altra vo-
cale, come Arjuvs , Asstdnut , Egregius , JPiut ec. raro tro-
vasi formato il Comparai- e Superlat.
4
\
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Etim- Libro L
. \
oo — , .
■ 4q. SvTtiùrno è “
,„alUi?neI pafiigone p di uù
o di una specie col suo genere V'y*
5o Si forma il Superlatì dal coi dis-
• ^^^rmlins tllùisZlTy con
’sJuis -. ^ok FaciUimus ec ,
lulìì della 3. forma. (3).
V '»'U
ì ».*
- 'V
^ r
t 11
^it‘, • j •
* »
V: -■ \ '■< .
t'
si fa Gena, ^osi per * . 33^10 de’ Greci. E pc; i»
terrimus , c nwrwr'''»’*'** coll’ avverbio m*Jt/we ,
- \ii) ' „^rnn Per Può dunque dirsi m«**
li’:
In’alcuni con suol formarsi ( 47*
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J
C, i. Dst {fonti 5f
' ItalUmo, ’
- 4
; J » '
' 5i> lù Italiano usasi pel Superlat. la formai
dèi Comparai, coir Articolo , il quale , " sé pre-:
ceda' al Sostant. , non si ripete , come la rolpé^
più astuta tlegil animali , e non la piti astuta.
Le forme Dottissimo , molto ' dotto { somma-
mente -dotto , sono superlativi , che raro hanno
il termine minore. <
OSSBRVAZÌObli
, M, -l
ìntorn» ai ttt Gtédi dtfP^Aggett. ,
-1 \
In quest! s<Mo da dìstingucls! i teainini , il finimento , .
la qualità Qifanto {ai termini : il i. grado ne ha uno, cioè
il Sostant* di Concordanza; il a. eM 3. né han due , uno di
Concordanza , e l’altro di Reggimento. H /nimentt- pòi del
Posit. è di varie; maniere negli Aggett«*di i. forma: è sola
in is, ed e in quelli di z. forma i in er in quelli dì t. for-
ma , e j. Declinaz. ; ed in ns , ed er in ' quelli di 8^ forma
è di I, e 2. declinaz. Il Comparafc fa 'in or, e nt; ed il Su-"
perlai, in n'mns , timus , e limus in 6 , Aggett. di 2. forma.
La qualità esser ^eve positiva in ambi i, termini, e quindi
non han gradi gii aggett. che non csprimon qualità parago-'
nahile: Almus, PugHiuus , Me<ii»eris K. , nè gli Aggett.'
imperfetti ( 4». 1 ). ’ , t.'.
.. .. I I
*-
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Sa
EtlM. tlBKO I.
Gradi irregolari.
53. Alcuni Aggeli, prendon pel Comparai.,
e'^Su perlai, una voce , che non e secondo 1 ana-
Ipgia^el Positivo. Son q..esti d- > ‘j.
Ouelli , che han luti’ i gradi : a. Quelli , cui
;r“manca alcuud 3. Quelli., che denyan da
Preposiz. ,
Bonus
Buono
fHalus
Malo
'Magnus
Grande
Parvus
Piccolo
MultUS
Mollo
Dives
Ricco
Inferus
Sottano
Superus
Sovrano
Exterus
Estero
I^equam
Malvallo
Ban tutV i gradi.
fMelior
migliore
pejor
' > peggiore ,
'major
'''Maggiore
i' minor • ' '
minore ■ .
' ' plus p.
più
•ditioT
più ricco
inferi or
inferiore
supcrior
superiore
exterior
exteriore
n^quior
Optimus .
... ottimo
pessimus
.pe^imo .i r
'• ‘maxiinus ”
• grandissimo
... iininimus
i'» minimo
. • i>moltissimo .1-
tìitissimus
\l^:ncchissimo ‘
infioius )
infimo
supremus
supremo
extremus
extremo
nequissimus
iitruuiwi ^
più malvagio il piu malvagio
53
I
C. I . Del Nome
I seguenti son formati da Facio^ Volo^ e Dico.
Beneflcus beu'eficenlior ' bencGcentIssImus
Benefico ' piu benefico il più benefico^
Benevolus beiievolentior buuevoleniissimus
Benevolo ' più .benevolo il più benevole
Malcdicus maledicentior ma edicenfissimus
Maledico p'iìi maledico il' più maledico
^ Mancan d' un ^rado.'', ,
Deterìor deierrimus Peggiore , pessimo ' ” ‘
Odor ocissiiiius Più veloce^ velocissimo
Potior potissimus Migliore ottimo
Pius piissimus Pio piissimo'
Iiivitus invilissimus Suo malgrado
Novus , novissimus Nuovo ultimo ^
Adolestìens adolescentior
luvenis junior. ' \Giovane ^ piu. giovane
.Seitex senior ^ Fecchio, piu vecchio
Si forman da PreposiMoni. ,
Citerior dliraus Ciferibre da Citrà
Interior, intimus Inferiore Irttra
Propior proximus ‘ Più vicino Prope.
Ultérior ultimus Ulteriore Ultra
AVVERTIMENTO.
Ora si può l’Aggett. proporre in a. e 3. gra-
do ppr la sua simultanea declinazion giornaliera col
Sost. ( 44 * avv. ) .Lo stesso si farà negli esemp) dei
travagli di traduzione , «oli’ aggiunzione ancora del
termine minore. '
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^ Etim. Lituo t.
Aggett. Derivati. „ .
j , ■
53. Gli Aggettivi primitivi non sono che
pochi. I derivati sono o semplici , o composti,
. ' 1 Semplici. ' ' .
«
54 * Provengono o da nomi sostantivi, co-
me Animalis , da anima , Coeleslis da coelum^
Aureus da aurum « Patemus da pater , o
da f^erbi » come Amans da amo y Tenax da
taneo y Laudahilis da Laudo ^ Cupidus da
cupio. .
^ I Composti. ^
55. Si hanno o. da due Sostantivi , come
Ensiformis da ensis , e forma ; o' da Soslant.
cori Aggett. MultimòduS ; o da Sostant. eòa
Verbo : Laniger ; o da Aggett. con Verbo :
Omnipotetis ; o da'Preposiz. con Sostantivo ?
Exanguis \ o da Preposi*, con Verbo ; Con-
scius y ìnsòius ec. *’ : ..
»
’ «*. . •• '-f'.
‘ (-X.
J iiS • - • . • •• »
I '* f\
f
Digi!i^ed by Google
55
^ *
Ci 1 . ly^L Nome
A P'P ENDICE* I.
' Intorno ai Generi de Nonù Latini.
' I Genem de’'Noml sono b di-' proprietà ù di
analob'a. Di proprietà son quelli dellè cose animate^
pei- la differenza che vi è de' dué sessi. '. Ma qifesti
«odo o distinti , o indistinti. Disfnti son (quelli dellp
persone., o di quei bruii, ove n è( facile k cofvo-
Indistinti sono i Generi di quei* bruti , nte qua-
li non è patente la differenza de’ due se si , cd usasi
per araendue nomé- di un sol genere , detto perciò
di Genere Epiceno , cioè Promiscuo, come citniculus ,
sorex m. , aauila , felcs , mu^ca f. _ . . ,
D'analogia sono i Generi delle cose inanimate,
TÌdQtte al Genere de’ maschi , o delle femmibe ,
condóchè aveano o cogli uni , o .colle altre cb^
rapporto di analogia o di significato , o di finunen-
lo. Cosi , p. e. , gli alberi , per la loro fecondità ,
fiiron fatti dai Latini f. Cosi i non*i particolari • sie-
f uon d’ordinario il Genere del dor nome generale.
nomi in US són per lo più m. , e quelli ^in A^. ,
perchè tali erano i finimenti più generali de niascbi,
e delle femmine. E molle cose , che, non si giudica-
rono in rapporto nè coi maSchi^ , .ne colle femmi-
ne , si dissero di genere Neutro.
Questi principi cosi semplici per se stessi esclu-
derebbero ogni difficoltà nel conoscimento^ de Generi
de’ nomi , com’ esser dovea ne’ primi tempi della lin-
gua. Ma tra per 1’ impossibilità di più conoscersi^ il
Genere di analogia | e pei finimenti in mille »gui$e
irariati , egli è d' uopo che facciam qui partilamente
vedere , quali nomi competano a, ciascun Genere »
per ragione e del significalo , e del' ^in^nto. > •
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5K ^ EtÌh. Litnp I. ■
J, Generi di Proprietà ^ o delle cose animate^
^ ‘ _ .1
In queste il Genere si v conosce dal significato^
^Cosi sono m. tutt’ i nomi de*m.ascVii-: Seneca ^ Pom^
pejus , nepoi ec. son f. tutt’ i nomi delle feinmin^^,
ancorché di finimento n. come Euslockiim ^ Eusto»
chietta , Glkerium. , gliceriolta ,, sofiruj.,^ nùritA ^
neptis ec., V , .
I , i •
' Comuni net Genere^-
Yar'i dì questi deità i. e 3. Declinaz, son, di
due generi : ed alcuni son comuni di solo significa--
I ta, altri di costruzione ancora (i). ’
* • J. ‘ *
' II. Generi' di aacdogia^ o. delle cose-inanùnate .
‘ In queste it genere si conosce dal significato , - a
dal finimento!. Ter analx^ia di significata sono m. 1
nomi particolari , ‘1,1 de’ Mesi , .fanuarius , Februarius
' oc. a. De’ Venti , £'«rMS i Zephirus , Borcas , , Notus
ec. 3. De’ Fiumi t.Padti# Tibfrìs ec. 4*
de’ Laghi 5 Fucinitf. , Larius ec,-'b. de> Mónti; Mi-
’ mas j Eryx , Olympus, Ossa ec.. perchè i Ipr- nom£
(i) Cosi Advtna, Homo, Incoia ea. sono m. di costroz.,
'e'icoftiuni di significata, perchè lor«nan si .unisce mai ^g-
i 'gett. f.. Al contrario AdoldcoHi ,^ /^uctor , Civis, Ca»Jn)f ,,
Jlnvtnrs, ec. son comuni in. rutto; ■dicendosi , p. c- Adole-
scens oùtimns; *q aptima es,* Puìchra juvenit 'ccperaU^Veàtt.
h 2. Fab^ ’vj 5. ' A i; ■ . t
• ;i(i2ud byCoogle
t
\ - ' '
C.’ i. Dsi Nomk , " 57
comuni , MenS'S f Ventiis , Fluvius , Lacus , Mons so-
no m. ^on poi Femminili i homi particolari , i. del-
le Città ^ Neapolis , Corintus ec. ( eccetto Narbo ,
Salmo , e i. plurali in I (3p. ) , che sono m. ). 2 .
Delle Provincie., eA. Isole: Gallia, Aegypius ec. Cy-
prus', Dclos ec. 3. Delle Navi: Argo, Centaurus ec.
4 . degli Alberi: Cypressus , Quefcus , Malus, Popu-
lus ( I ) : perchè i lor nomi comuni Urbs , Regio t
Insula , Naois , Àrbor sono f.
• ^
I . - ■
1 Finimenti della 3. Declinaz. .ì
“ ‘ ‘■'-V
Per lo finimento è men facile il conoscere il genere
, delle cose maaimate, soprattutto nella S.Decl. , ove^sonsi
■ più che mai Variati i finimenti , e spesso indistinti
pei difl’erenti generi. Essendosi i pochi , che alle al-
tre Declina*, appartengono, additati in piè delle lor
Tav. , indieberem qui brevemente, e còme in pros-
petto i molti, che son della 3. '
>
Il . I ;
)■" . i ;., • Maschili.' :
* ' i** *' f ' * » '* * * V*
• I Cnimetotl^ ordinar} m. della 3. sono i seguenti,
In O sonò, generalmente mi : p. e., Cardo ,’Har-
pago, Ligc.i Uuqro, Seipio y Sermg , Titió ec* V. if.
appre^.:) ■•.■■ '■u. ' '
* P
I.
. t • > ♦
lL 't ''
(i) Dumus Splnus, e ! gai ti Tu sur) Oleaster ec. sona
m> Acer , Rokor , SHer , Suber , Ebentm ec. sonò g. I frutti
degli alberi, in «u fila d' ordinario n* 1 Pjp.
• raaiec, ■ ‘
■ t ' ■ . ‘ .■ .
• • -» V , ‘ * ' * * . ••»»...* .
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t ^ , , Etìm. Libko. /.
v'iP-! ■ nomi di. numero , Uaio , unità , o perla , Du*
ermo ^ Binario > Teraio , ternario ec. e Pugio f pugna‘-
le. V. i f.
ER. generalmente: Aer , Corcar, Imber , Vamercc.
V. l’eccea. f. , '<
OR generalmente. Amòr , Decor , Dolor cc. V, j
f. e n. eccettuati. “ > ' .
-• UR ; sultauto Fur , ladro, c Furfur,, crusca, o
^semola. . ^ ^ .
AS : solo As , coi composti Semissis , Sextans, De-
cussis ; .^Centusiis , e i fiuiti iu antis al Geait‘, come
. Adamas , antis ec. e Vas , adis , Mas , ris.
ES : Trnmes , ' Limes , Gurges , Cespes , Fomes ,
Paries , Palmes , Poples , Pss , Terrnes , Sli'pes , e
I ualche greco; Acinaces, Magnts, Ltbes ec. Ognaltro è f.
Vies è dubbio.
IS : preceduta da n. è m- » come 'A mnis , Cinisi,
Crinis , Panis cc. , e questi altri Aqudlis , Axis , CaU
/ir, Caidis , Cassis , CoUis , Cucumir, Ehsis , Fascis^
Follis , Fuslis , Lapis , fffensis , Orbis , PoUis ; Postis,
Pidvis , Saneuis, Sentis, Torris, FeUis^ Fepris, Unguis ,
V. i f.
OS : generalmente : Flos , Hios , Rqs , Bonos ec.
V. i f. te n. eccettuali.
US : i composti dì Pes i come Apus , Tripus ec.
L : «oltauto Mugil , Sol , e <Sa/ , il qual ultimo A
.'«nebe n.- , •
, Flamen sacerdote), Lien'y eSpUn ^
\Peclen ^ DApkin j Agon ec. V. T eccez. ^
S: con altra consonante: questi 7 . Cafybs , Dens ^
Fons , A/onr , Po/rs , Hjdrops , Rudens* Ognaltro è f.
X: Calix , Calyx , Catx , Fornix, Grex^ Spa-
dix , F arix , Urpix ; e i dissillabi in ox, e exi Abax ^
Thorax , Storax , Apex , Codex ec. V. i f.
• Femminili. ■ ^
. ... ■ ■ • ;
1 f. della 3. sónd- In DO, &0 più 4» due siila-’
be: Arimdo, Duteedo, Formido , Futigo , Imago ec..
( eccetto Harpago m. } , e Caro , e Grondo^
»
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J.
' C. 1. Dai Nona 69 .
I ^10 : derivati da Nomi , 0 da Verbi : Dido da Dis ,
'Aedo da ^go , Concio da Cieo , Vsucapio ec. V. i m.'
ER. Solo Lìnter ^ tris , barchetta da pesca.
OR ; Solo Aibor / 1’ albero. ' "
■ AS : yieìas ^ yiestas , Caritas ^ ó Charilas^ Pietas
ec, V. i m.
ES. generalmente 5 Ales , Fides , Merces , Rupes
cc. V. i m.
'• IS. Nnvis ^.Puppis, Turris , Tussis ec. V. i m.
OS. Solo questi due Cos , la cote , e Dos la dote.
' TJS. Teltus , e i finiti al Gemi, in udis , utis\ un-
tis: Incus, Palus , Fraus , Laus , Invenlus , Salus ,
Virt'is ec. Hydrus , untis , V. i m. cu.
N. Solo Icon . 1* immagine , Sindon" il lenzuolo. ’
S con altra consonante , in genere, Hyems , Plebs,
Puls , Trahs ec. V. i m. eccettuati
X. Crux , Nex , Nix , Nox , Nux , Pax , Pix ,
Fox ec. , e più polisillabi .• Bombix , Carex , Cervix ,
Cicali ix , Forfed . Fornax , Onyx ^ Sandix , Supel-
lex ec. •
. 'Neutri, '
•» t
'In' 'A sono i derivati dal Greco Diadema Prahle-
ma I Poema , Pascha ec. • ’ ~ .
E. Cubile, Mare, Maritile , Monile , Seetile.ee,
' . C, L, T. Alee, Lac, Tribuitat, Mei-, Caput,
coi composti Sinciput , Oceiput ec. • i .
N. Gluten j Jneuen , Unsuen , . e i finiti ìb men ,
Flamen , Flumen , limen ec. y . r m. ' '
’AR. Calcar ,’>'Jubar Lacunar, 'Laquear
'lat m. . i "
..EH* Cadaver , Iter ^ Spèater , Vbèr , Ver i e i .
Domi -di piante , «'fratti Acer , ' Citerà JHper , SUer ,
Suber , e Tuber, tumore.
OR. Solo Ador , Aequor, Marmor, Cor,\, i m. e f.
Giàuir , Murmur ec. V. i m. ‘
AS. Sbioi/^of, vaso, Anoercas^ paaticcio» Beysi-
pelas , risipola. * ,
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/ -,
;
6o I Etim, Lituo. I.
ES. Non vi è che solo Aes , bronzo , me^allq ,
denaro. . ’ ‘ ’ ' ' ' • .
OS. Solo qnesii due Os , oris, o , ossis , ed Epos. ^
. US. Acus y.Munus y.Neimts ^ Pectus , Decus-ec. V.*
i m. e f. ' " ■ ì
■ \ ■ f Comuni.
t
. f.i AiarHuff Pkastius della 0. ^e CUmis,‘Corbis, Fini*
Scrobis^ .Torquis :òeìh 3, sòno i c. fra le' cose inantioate.
V , APPENDI C E II.
De' Generi . e Numeri Italiani. . '
... • \ . V . •
I. Generi. ' . ‘
' . Indich verno questi coli' ordine delie vocali , - in edà
terminan tnU’i homi in questa lingua.' ■ ’• -
Maschili.
7 . Ib A sono , p. e. Andrea , Geometra , Prbfeta
Pianeta , Papa , Patriarca , Legista Calvinista , .A-
teista e ì derivati dal Greco . arr/oma , clima ec.'i
, In E Padre,^ sole ec. In I; Giovanni , Barbagian-
ni , Ball , dì , lunedì , Brindasi , eccUssi , Diesi, t
• la Q's Canto, .metodo , periodo , -Sinodo eC, ca-
stagno , ciriegio ^: mandorlo , melo ,, prugno , ed , altri
nomi d ' alberi f quali piegando in. a sono f.. e significa-
no il frutto : ^ 1' albero , e ’l frutto abbian lo stessono*
ne, -sarà • f., pel' flutto', «òHK il noce^, ,lfi noce. Arancio f
Cedro, Pico., lÀapone , Pomo sono'im. , e dinotan albe-
ro , e frutto. ' , . v'
. . Var^fantlo »n e ,, ed o; cavaliere - console , corrie-
re ec. , o ccOflUero ,ec. pensiere , scolaro si dicono m«»
glio, ebe.^^ierO) scoiare.: macilente-, macUento.
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C.,i. Pbi Nomk 6i
. Femminili. . i . {
, i ' In A : Lucia , Zia , carta ec. , e i noim de frutti ,
castagna , ciriegia ec. In E, V enere , Madre ec.
' .In I : Sintassi , sinteresi. In O sono Mano,\ aleniti
latini nel Poeti ; Cariago , Dido , imago ec. ^ e i greci
jtUtto , ‘Ciato, Erato eot r
Varj fanno in a , o e. Froda , fronda . redina, uè-
sta , o frode eoi J la , arma meglio in' a -, Canmrte , do~i
te , scure, tosse speglio in e. Dicesi gregge, m. e greg-
V'ha de' nomi in o m. ed in a f. Bricciofo., caiu^-
stro \ cesto , frutto , nuvolo > ombrdlo , orecchio ; ,o bne^
ciola ec. . . ' ,i. ■ v. ,
Comuni.
- i '• ■ ■ . '■ ; '•- i
• Son 1. i nomi delle' Citld ( eccetto quelli Jn -a f. )r
Il bello , o la bella Napoli, a. JLe'Lellere ; il b , io I4
è. ( A t ed E , colle eonsonanti da esse iniaiaté*, . h eci,
si usan f. ) , 3 . Fantasma ^ lepre , serpe ,^ne-, folgore,,
fonte , fronte ec. Carcere m. , e Carceri h Jkma ('ar-
gomento ) m. ( timoréi' ) 4 .>‘ Margine (^trtmtà ) m.‘' ( ci-
catrice ) f. ' - • ■ • " ■
Epiceni sono il ^Coniglio , il Tordo , V Anguilla ec.,
V. appeud; 1*. nel ptinc. ' ■ ■ ^ 1 x > j.'i >
11. Numeri.
. I Maschili hanno il plur. in I, poeti, padri, figli
ec. Varj 1 ’ hanno in i m. , e in a f. Anelli , Calcagni ,
Castelli , Cervelli , Cigli , Corni , Diti , Fdi , Fonda-
menti , Fusi , Ginocchi , Gridi , Labbri , Lenzuoli ,
Muri , Ossi , Pugni , Quadrelli , Bùi. Alcuni de’ qua-
li pur s' usan meglio in a . ed altri meglio in i , come
sono Carri , Coltelli , Comandamenti , Demonj , Letti ,
Fati , Flagelli , Letti , Mantelli , Merigi , Molini ,
Peccati , Puntelli, Socchi , SacramerUi , Tini , Va».
i
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ETJ»1 iitBiO I. '
62
/ -
scelli. E certi sempre in a : CeMinaja , ìHiglima , iWt*
glia ) Moggia • Paja , Staja , Uova. Alcuni 1 nan in t ,
ed in ora bre^: 'Aggra^ ficora ^ praiorUy tempora y
antiquati. ■ ' , ,
I Dissillabi ih CO fan CHI: Archi y palchi sa^
chi y grechi ( vino ) ec. ( eccetto pwci , e Grefii , na-
zione ). Dicesi Faci , e fuchi , proci , e prochi. I Poli-
sillabi fan CI •• Amici , Medici , Astronomici cc. ( eccet-
to Abbachi y antichi y e quelli colla penultimi lunga: Ab- .
manacchi y Polacchi y Catafalchi Tedfschi y ubbriacfU. '
ec. Alcuni fan ci, c chi : Domestici , mendici , prat^ y/
O Domestichi ecV ^ - - 1 f
Quelli in GO fan OHI t Alberghi , Funghi , lun-
ghi y luoghi y Spaghi cc. In Gl i’han Teologo y Spara-,
eo- Fan gi , e giù , Astrologi , analogi , Dialogi , Fi-
lologi. ' • ’
Quelli in CIO . e GIO trbncfn V O pel piar. Slrac-
à iy Pregi\y ec^ da Straccio ec. t ’
I FenmtinUi m A fanno in E, anima bella y.^anme
belle. I &nitirin E, od Oi fanno ^in 1: madre /elicei
piadti felici y mano y. mani* Barbarie y specie ^ superficuy
tcri'non. variano: . > .. »
I finiti in CA i e.'GA s’ttsan plur. coli' A: amiche y
streghe ec. da anùca , strega.
Q\\. accentati o m, o i, sono invariabili. Il piè y i
piè y la Città , le Città.
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C. a.' Dbì Pkàyy 63 ■
CAPO’ II/ "
Del Pronóme. ‘
56 . IÌ Peònomb è'tina spècie dcclhiarElle di
parole , che tieh luogo .di Nptne or Sbstàntivo^
or Aggettivo (i) , e serve o pèr' indicar' lé cose'
in parlicplare , o per espriinerhé' il posgéssò ' ò‘
la relazione i’ ó ij numero.' Soh' quindi 'df
tro suèciè Indicativi , POssesàm ,‘” Relk<ivi ‘
r, .Jjii'. I V ■; » :ì 1* I ,!;•<:>(;. ju):
riumerah. ‘ .
ji,)j
uiii
* 'V^i >
(r) 11 Pronome si è cosi «letto' per due ragioni , e per.
chè usasi in ■vece del Nome, e perchè si adopra come nome,
mentre vero e perfetto nome non è. Della prima ragiona
son sovente i pronomi relativi . e jemplifi , e congi^tivii i
della 1 . quelli delle altre spècie. Di tatto: , Tv’
Cosmi , Cestii i ec.'e nella forpia , e nersignificatò non ronl
che Sostantivi; ma si direbbero essi o proprj , o cornunt^
collettivi, astratti? ( i6.). Rispetto agli Aggett. , basta' '
più lieve osservazione , per conoscere che jcutti «melli , che
son comunéSiente fea i Pronoiùi annovera t;i , Itinfli daU* ac^'
cennar qualità,; od indicano k;cose in particplare, ^ il p<^
sesso , 0 la relazione, o 11 nuplero.^ l.
Secondo questo naturai ptiiKipio i noini Numerali de-* ^
terminati non sono che Pronomi ancor essi : perchè senza di-
notar qualità, non. accennan che il numero delle cose, c
costruisconsi in Latino col Genit. od Abl. , ed in Italiano
coi Segnacasi semplici , non altrimenti che i Pronomi nume-
rali inileterminati , Aliq%is , Quisquam^ Qttitgtie per-
fètta analogia dunque e di si/^ijicatt>,'ó di tostrtsthtte t che^
quelli han con qupsti , che pur comtmttnwte son • pfo-'
nomi classificati, ne provjB ad evidenza - 1 identità' dello na*
tura.
Dig^iU. j by Ci30glf
64,?
LìMRO J. ^
S ElS I<0 E E 1.
' De' Prqnom Indicativi.
;t. 5-j^. Pronomi INDICATIVI spnp quelli, che
si A usano o come , Sostantivi d’ ordinario perso-
nali , a come Aggejttivi da unirsi ‘ per parlico-"
/ larizzarlo al nome' Comune (i8) (i). *'!
,^8. I Pronomi Indicativi sono questi^ otto : ‘
Égo\ .I]Uy Sui^y-^Hic ^iJste ^ Ille ^- Is y’Ipsé
con alcuni loro composti. £ si declinano còrnei
siegue.
TAVOLA
Della lòr declinazione.
tr*i «t ■''t ‘••T'S •t'-**» 'f>, 4 . V. .
rPiur^Vl'’'
ìi:”;C.:.,d;.'a:;7x.
£^govinei,miliit me, me
Jq i' diurne ec. ' ^
'N, ; C.rD/,; A.- A. ^
DOS, strÌ,DoV>s«nbsinoI>Ì3^'’
no/, di noi ec. -i.
Tu ' tui t libi te y te Ivos, stri,.y>ol»Ì8,V08, vobìs
Tà’t'di te ec. ' jwo/,rf/ poi ec.
■ 'j;; -■.'f'-.
Rv f V-. /
; . *. * -* -.r ;
,/ik. , ' I* i ' t .Il
• t I r •• ,
' ,1 '! V.
.. '. .(tVDicenéo , p. i dinoto ogni uomo in ga>'
Se,ppi dicQ. gutstp, o qutlì^ uòmo , acctfimci cosl^.ua
lO. pactieolaie , un individuo. •„
neie
uomo
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4
I
l ,
J ■
C. 2. Dkl Pnoif.
65
Sui, slhi , se , se
Dì se ec.
ilìe liiinf, luu’
Ha«4r., lutjus, liuic, haiir, liar.
Hoc l(Oi: , lior
Questi, Costui, Costei
Questo , questa
Iste tini , o
Ist a ; ius , i , ani , a
Sui , siLi , ^ S6
Di toro ec. (i)
hi , horum lios * ^
lia<4 , haruiu.ihis, Iias , his
liacc , horiitu haec
Costoro c. V
questi, queste
Istud mi , o
Colesti , Culcsttii, CulCftei
Cotòsto , Cotesta
I orinn os
ae Ht'utu , is , as , is
a oiuiu a
Coìesioio
Cotesti , Coteste.
llle
llla
nm , o
, IUS
Ifluii nd , o
Quegli , Colui , Colei
{^ùel , quello , quella
Ea -, ejus , ei ,
Egli , Ella
i , ofum ' OS
ae , arutn , is ,■ as , is
a ,• orum ■' a
Coloro c.
quei, quelli , quegli, quelle
Ipse
Jpsum
eiim ,
eo
1” ’
eonim., eis
, eos.
eis
eain 3
fa
eae,
carum., 0
, cas,
0
id ,
eo
ea ,
eoriHn, iis
, ea ,
US
lei ec,
Eglino , Elleno -
di loro.
um ,
0
i' »
orum ,
OS
, am ,
a
ae ,
arum , is ,
as , ù
' um ,
0
orùm ,
à T-
6 r
y
• ■
\
(rj Tu, Sui son PERSONALI, perchè non Jndi-
can che persia. Tra questi il solo TU ha il Voc. siinite
pur ntsSrufp , e
' • 5
A
C - Al by,•GoogI(^■^
66
Vesso . dessa
£sso ^ essa
Etim. Ltb. e
||^ Stesso' stessa
. . i- -
Dessi , ' desse
À‘
Essi
esse
stesse
Stessi
Composti. • i\ •
Egomet , mihimcl , nosniet In stcsso^^ .
Tute, tulemet , tiLimet , vosmet Tu stesso
Sibiinet semet stesso* f , »
Hicce , iiaece, bocce, hujusce ec Questo ^ ,
Islbic , istbaec , isloc ^ Cotesto , .
Ipseniet , fpsamet > stesso . . •
Idem.eadem, iiJem,ejusdem,eidera// medesimo^ o-
eundem , eandem ec. (i) . fHcdesnio poet. ^
avvertimento.
Ora per la simullaneA decHnaz. dell’ Aggeli, col
Sostant. SI agglungou. dei Pron. Inilicat. P. e.i £50
idem dìscipulus piScr ,,. pigr or, pigemmus ea ; ya^
riandosowe gli esèmpi sopra tutt'i Generi, Forme ,
e Gradi , del pari che si farà pure ne pensi di tra-
duzioni, f 44- avv,. ).
0 S $. E R y .d Z i O^N’i
' 1 . Siti Ptoh., Indicai, in gtnerale.
I divisati Pronomi ludicat. si son nella Tav. disposti se-
condo il lor ordine. natutale. Ego, Tu, Sui sono nell or-
dine di persona r. 1. e V(i 5 *’ )• ’J*
Mno nel medesimo ‘ordine di rapporto. Imperocché H/r indi-
ca cosa vicina , e, relativa alla persona, che parl^ p.
Eccoti queste libro. Iste cosa , eh’ è dal canto della persona,
a cui SI parla,, come Dammi cotesto libro: lUe ec. cosa, che
è altftve. E quindi'H/c è della persona i., Iste della z. ,
ed delU J. . ■ ■ ''
■ ’ 7 ,) ‘Questi non s’ usati' che .in.alciipi CasiJ eccet^"',IS. ,
che si c^one con in tutt’ ì Casi; e fa d’uopo Cjie si
leccia in torni* per P‘ù fiale recitare.
\
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i
C. 2 . Dkl PnOK.
67
, W/V , Iste}, lite, h , Ifise, Idem soretite rff«ritfon<> «n-
<ora cosa antecedente , il perchè dir si possono eziandio Ih-
dicativi relativi , o Relativi semplici , a differenza dei Re-
iativì-congiuntivi , de' quali fra poco.
II. Sul Latino.
,, f.'f* •'? "'c'» • ‘«i; mi per mi hi '
tllus^t file , tpsus ec,,.son tutte voci antiche.
skr . come sia neciproco, si dirà con Suus.
Ipse usasi d' ogni persona .... i.otavi- Ipse locum ( eco )•
tpso vrmto ( tu). Virg. h:gl. j. Suol cocgiungers! cogli altri
^on. indicat. cosi : Mihi ipse placet , son contwitu di me.
Se ipse rndulget , si lusinga: non già mihi
•ptt,te ipsum ec. .essendo sempre ipse il nominar, del Verbo
Idem suol unirsi a qui, , ac, atque , ut, c»//;, per di-'
re : là stesfo che,
U. SulP Italiano, •
it.zliane della i. linea sotto ciascun Pron. latino
nella Tav. son sostantiva, e quelle dell’ altra aggmive.
t Voci' sostantive,
Queste son personali . perchè indican d’ordinato le per-
sone (i) ( 58), e mcntah fino a 30.
Del ^lo Retto sono r^. lo. Tu, Questi , Cotesti, Oue-
- <’> ■ w , tó..
Dei soli Gasi obbliqui sono 6 . Me, Te, S}, Luì, Lei .
Loro, (ol . voct obblique di maggior energia,, '
■s -
(i) Dico d’ ordinario . perchè talvolta indican pure quel
che non è persona. Così il Boccaccio dice lei , parlando^ dì
d’un anello ^ maniere da non imitarsi
troppo volentiert.
/,s y ° ® I (l)> O egli, 0 ei (4). O elle,
{j;- Desso ec. voci asseverative, s’usan solo con Euere , a
Parere, come son dessi, tu mi par desso. Talvolta purestan per
CTsa (6). Queste stan pel Retto dopo Come ) o Esseri P. e.
Tu scrivi come me. S' io fossi lui. Col Gerundio stanno in
Caso retto, ed obbliquo. Leggendo egli, ella, o lui, lei. lo,
■* * VI stan solo in Caso retto.
:'.cjògi
V
68
JEtiut, Lii.'té
Dì tutt'i Casi sono ir. AV, Voi ^ Cosmi, Costei , Co-
storó ) Coséitui , Coiesiei i Cotestoro , Colui, Colei, Coloro {i).
* ì '■ Vocr Aggettivi, ’ •
I ’ "
S’ usan queste non solo per particolarizzarc il nome co-
mune» ma anche -eome oblique de' Retti singol. ‘Qttesti , cote-
sti ''ee. Vedi il padre di questo', e vedi l' avo, Petr.-
Le diverse voci aggctt- comuni ad lite, e Is s’ usM scr
condo')’ incontro delle consonanti, e vocali ( 27.
/iàro , quello 'specchio , quegli amori.
Quelli usasi, taciuto il Sostant. Quelli leggono. Quei.
col sostant. 'espresso : quei giovani studiano, ‘
’ ^ ■ ' Voci oblique di minor 'energia. ’’
Qu«te sono ó assolute, o relative (1). -,
Assente Sono Mi , Ci , Na, 'ti ,“'Vi , Si, Mi è j. e 4,
Caso sing. CI, c NE è e 4. plur. di IO . TI , e VI »’ u-
san '{ict gli stessi Casi ‘di TU. SI pel j. e 4. 'di SE' 4 n ambi
i Numeri. •- ■' ' „ *
Relative sono : IL , LO , LA, Ll^, GLI , LB , l^B , Ci,
Vi, clie'han sempre rel.tzione a nome antecedente, e si. dire
con dipesone, e di cose. " „
Lui ,Lfi, Lo'o avanti il Rel.it. stan’pcr ColuF ec. Pnr
ie.i eertando -, che fuggir dovria- Petr. ( Coler ). l ’usan tal-
volta pel recipvoco Se.Jarolfo dubitava non questi si faceste
beffe di lui, cioè di Se. Bo'cc. ^ y
1 ■' Di lui,' di.lei vtm meglio posposti al sostant.. come La
ansa di^hH. ^ < » i •
Lui , Lei f-Loro in Dat. , e Lom gcnit. 'soglion dirsi, sen-
za segnacaso. Ond' io srisposi lei. Senta t ordine loro.
(1; In Genit- , eccetto Hoi , e^Voì, ptemesse al Sostant.
ttan con eleganza senza segnacaso, ^n colui scambio. Per la
costoro amore, ■ , ' j
(a) Si dicon queste di energia minore, a differenza del-
le sei testé citate,' voci oblique di es>er gijt maggiere-xosi
tu ami me e come U dire tu ami me solo’j'e tu mi vuol
dire che mi ami, senza esclusione di altri. ..
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f
C'. 2. Del Tkon.
69
IL , LO, LA, e LI\ GLI, LE sono Accus. degli ultimi
S< Pron. indicai. . è si usan secondo l’ incontro delle diverse
lettere ( 27. 28. ) Il chiamai., lo amo , lo siringo ec,
LA , e LE per <<//<», ' e elle son dello stil tamili'are. La
mi fogge , le son molte.
LO suole, _j-er uq imitazione del francese» usarsi con
Essere',' coxixc in Caso retto, in significato di ciò: Esse sona,
si 4 ie afille; e lo sono ancor,!. •'
CLI , c Le stanno anche pel Dat. Sing- di Egli , Ella;
c Loro pel Dat. plur : QH dissi , le dissi , loro dissi,
NE spesso è geni!. , •ace. , ed abl. . Rubo i fichi , e ne
diede a me parte \ di quelli ). Egli ha denari : ne ho anche
io . Se V! guarisco, che me ne Seguirà ? ( da ciò ). Bocc.. .
io ne Vengo ( di là' ). '
LI , c VI pél Dat. ed AH. . . Non vi , 0 ci aderisco
( a ciò ). Lessi il libro, e ei,o. vi trovai del pregio ( in cs->
so ). Spesso sono avv. di luogo, e d’ordinario ci vale qui ,
e vi , iyf Non d è ( ivi ). Ci passai ( per là ). Vi andrà
Accozzamento di tali voci obblique,
V '
Se le voci
* (}))<! posson
cati. Ve la {tarò, me lo reco. Se poi sieguono , si compongon
con seco, e col verbo c. Jjarowela , Ei recamela , ajutaronci ,
dirvi ec, (2).
GLI m. Dat. suol fare gii e c. , e comporsi coi {• mo-
^ejat., Lo, La, Li, le, Ne: Glielo, Gliela', Glieji ,
'■‘l'olo , diedi , Gliene manditi (a lui , a lei ). E posposti al
vi. si afficano : nategliela. Darò glie lo,
CIO* equivale a guesta, b quella'' cu^a. Sta ( questa ) u«
sasi con mane-, sera > notte. Etto ( questo ) è poetico , c di
wera necessità : D' està selva, I etti tormenti. Dante. -
‘ . f
assolute precedono alle relative , fanno i
proporsi al verbo» Se precedono , van distac
. (0 Talvolta si pospongono' e fanno in*: la vi darà, lo
, pia tal forma ò meti naturale , é piò da poeti, r
j . '(i) fhiamansi co^ì Affissi , perché si alÉggono al verbo.'
d ? « e Ne si vcglion comporre con Me ', 'Te, Se,\Cc, Ve;
come Mfi diede, Ten vai. Se» duole cc. Lo stesso si facon
■^*‘u, e lo. Noi vedo.
\
7*
Etim, Xf«. /. ‘
S ■ k 1 « K P ■ '
>■
f- • »
D^. Pronomi Possessivi.
f
5g. I Pronomi Possessivi sono quelli , cìliè
esprìmono il possesso delle cose, li sono l no«e
segoenU . ' •••
uni Di chi ? ■ .
um Mio , mia , miei , mie
um STuo , tua , tuoi , tue'
um iSno , sua t suoi ^ sue,
um Nostro , sira , Jfr/ , Sire
um Vostro , i 5/l7vV, stre
Di qual patria , 'O
/?/ nostra patria , o 5e/<a
■ Di vostra patria y o ] setta :
Cujus
Meus
Tuus
Suus
Noster
Vester
Gujas
Nostras atis
■ Vesttas tdis
a
a
stra
stra
atis.
AVVERTI M E.N T O.
Qui agli esempi dellà declinazioa giornaliera
detl’AggeU. col Sostant. si aggiungerà' un Pronome
Possessivo , 'dicendosi , p; e. H'ic idem meus frater
piger cc. ( 58'. avV. ). ‘ j
■' ' ' * ■
C S S E X V A Z 1 0 ti t ~
I. Sul Latino.
Tutti t pronomi Possessivi son derivati e formati dal
Gènit. di Qjt’s , Ego,, Tu, Sul , Cui sono equivalenti .. Cosi
Cujum pecusj ( sint. di concort. ) Cujus pecus ? ( sint. di
, re^g. ) vaglino lo stesso. I primi sei sono della_^. torma, e
•i 5. ultimi della i. (43). Meus fu mi al Voc. Sing. m* Tro-
vasi anche m*us alla greca.
V
Diy by Googli
Ci, ». Del Peoh. ’jt
fUI Indicar. (58)., e Suus son detti Recìpi'oet, perchè
il primo rapporta là persona j. a se stessale’! secondo . ciò
che le appartiene. Ov’è da osservarsi che, se in una trase
sia una persona, può sovente usarsi ad arbitrio o i| recipro-
co , 0' un altro relativo semplice. Camtiiut, mihi ìcripsit te
cum eo locutum. Cit. ad-Att. l.jir. potea dire anche secum i
Camilla mi scrisse, che tu avevi parlato con esso lui, 0 se-
co Praeceptor docet hb;ros suoi . o ejus ; il maestro istruì»
sce i hgli suoi, o di lui..
t $e. poi siati vi più persone terze, usasi il recìproco, se
9 fa rapporto àlla persona principale; se ad altra, relativo
semplice Praeceptor docet Caesareatty et fratressuos ?il mae-,
tt^ : istruisce Ces.,.e i tuoi fratelli ( del maestro): che se
si parlasse de’ fratelli d> Cesare, si direbbe ejus in latino, e
di lui in italiano. .. . ' •* j
r •; ’ , - 1- • - ’■ ' r
II. SwiP-haliatte. >
Mia : "Tuo , Suo . 'Hostrtf ,' Vostro , usati a modo di sostaijJ
•tivi coli’ articolo , (dinotano roba in sing., e congiunti o fe-
miliari in plur. . Vedi citi do. mangiare il mio. Ciascuno di-
fende i .suoi. ' • J .
Con Padre, Madre , Marito , Moglie ,, Fratello, e simili
congiunti, ricusan 1 ’ Artic. Mie padre, turi madre et,^ Nè
poeti, e talora ne* prosatori eziandio, trovasi ciè fatto con
altri nomi ancora. Ho fatte mie piccole mercatanzie. Bo(c.
Suo , Di lut , D‘ lei > DI loro si dicon di , j. persona , la
quale ,'se è Singol. , può^ dirsi Suo, e di lui di lei, collà
distinzione testé nell’ uso" de’ Reciproci osservata- Se poi sia
plur. , usasi ,Loro , e non suoi , cqme alcuni antichi pur fe-
cero, imitando i latini, i padri educano i loro f gli , e noie
i tuoi.
Diy Oli by GoogU
^ Èil fi. IflB. /.
» .
S B z 10 11 E. III.
•Pè' Rslàtiifi Óomgimtivi:
■r' rt
Y-i Go.*. I 4ito.l*iTi cqngidmT. sono quelli, '^ché
.. V * nelle proposizióni complesse i^>portaoo la inci-
dente ad,iin termine della principale,, e ve In
congiongono insieme (i).
"Gi. I Relativi di questa specie sono QUI
ih latino e Qiiale ^ Che , Cui Chi , Gtide
in italiano. La decHnazimie del Relativo latino
è come siegue. / . , •
N. ; G. D. A. A.
Qui ' qiiem , quo
Qaae, cujus, Cui 4 quam, qua
Qjuotl quod , quo
Jl ^ualt iualt
N. ' G. R. À.
qui, quorum quos(2)
quae, quarUm, quibus, quas'
quac, quorum quae C®.
i quali 1 le quali
(i) Cosi-, p-'e.^ ha vìrtò rende felhe f uomv , che la
possiede ^ i una proposizione comptessa, ove La vìrih re»df
felice l'uomo è la principale, e Che la possiede t è là inci-
dente. Il Relat. che rapporra dunque la incidente al' termine
antecedeiue uomo, al quale si appartiene, e congiunge- insie-
me le due proposizioni. V. 1 ’ Ara. appresso dopo le Tav.
de’ Verbi. Quindi si scorse la differenza di questi Relat. con-
ginnt. dai sopraccennati Relat. Indicar. ^
'(2) li Dat: ed Abl. plur. fea quibus, e queis.
) . '
Digi!cc;dt. S. ,ooglf
C. ». Dst :PhoK.
A V‘ V E il T l'M E N T. Of '
73
. Q*‘^ d' uopo dettar la 3 , regola di convémcit>
za grarnaticale { 45. avv. ) ©ssia'la ‘
• V *.*
SECONDA concordanza:
- • 1 * . » . ^
Del^ Relativo cbW Antecedente. ^
> .\ì
. -\
IhRelativo coirAntecedente si accordati in due
Proprietà , nel G. , e nel N. ( i5. ). Cosi Deus^
, tìitcm sono in Luoiia concordanza , per esser amen-
tjue dello stesso genere « è numero. . •*
Or ne’cotidiani travagli aggiunger si può la 2 .
concordanza , da farsi ancor come la prima ra<rionare.
■' ■ , . '**-
ory S E R'V[àZ‘I O n J
Latino ,
: \
La voce Qvi usasi anche abl.sin g. d’ ogni gen. , e sre«
vrCIVorz: )• Altxo^può v*eder!enenel^uo
' Italiano .
fin a cinque voci relative hansi in ital- (di). Ma esse
.hanno altri usi ancora, ' '
QUALE rc/a;." va sempre coll’ articolo. Usasi Ai^trihn
t'vo: Qual terna in caia, e qual >' étnnìj a in selva.Veit.ed
intorrogat. , dubitat. , e qualitativo. V. il Vocabolario. '
UHI; relat, a persona usasi in t. e 4. Caso. Per eli aJ-
tri casi Usasi , o Cui : apzi ra/ usasi gel 4: aworat
equivoco. P. e. Lo scoiar oTcMÌa>coha U
maestro , se questo sia il spgget||^ Per ^osa trovasi in tutt’i
^ Google
. \
•Jj^ . , Etim« Lièi /. 1 .
casi , soprattutto m’ poeti. Gli occhi , di che ih parlai s\ cal-
damente. Petr. Vale-/» cui, telar, a tempo. Vanno, che
nacque CRISTO. Talora %ta come sostant. Farmi un' bel chei
Che che raddoppiato vale qualunque ^cosa ■ Che che egli -nc
pèfiii. Interrogativo '■ .Che èì che cosa ?? e così telar. ,cqme
interrogar non si sopprime mai. Qiiindi non sì dice : Quel-_
lo mi avete detto , i vero , ma quello, che ec , nè cosa i ?
ma che cosa è? i ;• *
I CUI è obbitquo d’amb’ J gen. e num. Va coi sqgnac; 9etn>
plici , che nel genit. e dat. soglinh tacersi : Senssa dire cui
figliuola fosse ( di ) : soprattutto se precede articolo Amore ■
ia cui naturai U.sasl disinùutivo': apparivano a mol-
ti, a cui grandi, e rade, ed a cui minute, e sp sse.
..CHI è persona e d’ ogni g. , n. , e, fé, Vale due voti : co-
lui , o colèi dhe tic. ;Lo sole dal mondo pare che togliono chi
tolgono di questa vita' F amistà. Amm. ant. Negli obbliqui
elude caso retto, come di chi uon F ud't ( u' colui ,chc'^
Talor usasi Cui per C/fi: Vedi cui do mangiare #/»»/«, Bocc.^
c talora Chi per Cui: Fra magnanimi pochi, a chi 'I ben pi.t-
de. Per?. Disiributivoi- 'A chi p'àce la tpga , a chi la spada
Interrogativo. Chi Dubitativo. Fton so, chi sia. >. ^
^ onde, obliquo del 2. , 4. , e d. caso, vale Cui, ed u-'
na proposiz. dì,\ pet,\da, con. La donna, onde si par a ( di|
cui ). Per F uscio , 0"de era ensrato ( per cui ) . Il laccio ,•
onà' era sciolto ( dal quale ). Il laccio ond’ è avvinto ( con
cui). - '
V
Digifeed by Googk:
Dui. Pm<tm
S e z i o m e IV. '
, De Pronomi Ifumeraìi.
75
. 63. I Pron.; MCMEiULti sopo qaèlli , che és^,
primono il numero delle cose. 'E sono di - 4up
specie . Indeterminati , e Determinati.
ARTICOLO I., > ^
. . ' I V V V- ■/ >
De’ Pron. Numerali Indeterminati. '
, G 3 ,. I.Pron. ,Nuraer. indeterminati , sono
quelli , eh’ esprinaòoo il numero indeterminato.. ]
£ sono di tre . sorte , 1. Quattro composti^ di
Qui; a.. ipaiV con IO. suoi composti; 3 . Alcuni',
Jiltri di yaria natura. ,,
I. ’ Composti di Qui.
V f
i..
Qui-cuinque quae-cumque quodeumqué
Chiunque qualunque qualunque cosa
Qui-dam qua^am . quoddam , o quid.
£/no, certo una ec. una certa cosa
Quilibet qua^libet qìiodlibet , 0 qaidl.
Quiris ’ quae vis " ‘' quodvis o quidvis
Chi li piace, o qualsivoglia c. ciocché tiq>iace{i)
(i) La declin|^z.^di questi consiste nel sempHce Qìil, es.;
sendo iavariabiti k particelle compostevi cwmqi/e , Jam
■ i
I
Digilized by Google
é
76
II. Qùìs interrogai.
Q * O *•• •< >“
uis f • ' quem , qìio
Quae i cujus, cut quam , qua
Quid . rv quid , quo
qui quor /
quae quar, quiLus
* . 1 - I TU** ‘ì'UOf ‘
Chi quale y che cosa' ' Chi \ quali tc':
V- r;,
Composti di Qyàs ov* ei < precede.
Quis-nam , quaenam , qùodnani - o nuidn.
■Chi 1, quale c. Jhe'cosa ’ ‘ ^
Quis-pia'm ^ , quaepiam ,quodpiam, 0 quidp.
Quis quam , quaequam quodquam; 0 quidq*
alcuno ‘ ' , alcuna ^ alcuna cosa
Qualcheduno qualcheduna qualche cosà' ^
.Quisque ' ^ : ; qUaeque , quodque ’ò quidqì ■
} ciascuna j ciascuna^ cosa ' a
Ciascuno'
Ogni
Quisquis
Chicchessia
Chiunque
-, quaequae , quidqnid , quicq.
, qualchesiasi, che che
' . V. ■' • V V
^ > ». •
Composti di Quis , ovl egli è dopo.
aJiquod , aliquij
alcuna cosa ' '
' Aliquis
.dicano
Si quia . -
Se alcuno
Ne-quis
Acciocché niuno
Ec-quis ? '■'j' ecquaf?. ecquod , ecquid
Clù mai? ' qual mai' ? qual cosa mài?’
, aliqua
, 'alcuna ,
, siqua , siquod , siquid
> se alcuna se alcuna cosa
« nequa , ncquod , nequid
Digìliif J by Googlf
'I>st .Pjhw. 77" .
Uaas-,qQÌS;qQ€t undqoaeq. , nnnmqqód; ai^^jl,id.r
Ognuno ^. ,,Qgnuna. -,i ogni €Osa
Giascheduno. ciascheduna^ ciàscheduna cosali >
' / ■ V >
" Alcufd ;altri di 9 ari a ntHurUy
Unus
» a
■ %
"tftn ‘
Spliis '
' . * . a ,
1
um-
Alius
, a
}
nel
Alte?
, tera
9
terum
Bler
, Ira
Y
triim'
AlteTtrter» , ntr» ,
Ut^ftjne '■ , V Iraq. \
tJiercuOKjue .
Utei'hbet ■• - -■ •' '■
tJlkis , a
HuUùs , a
Tolus , 9 ,
M«Hi ' ■
Compluiìes . ^
Pieri qae raeq^
R^iquutt ‘ a ‘
Carter v'- .. a %
Caqterua * a
Omriis c." -
Solo y sola yt"k- ■
'Aliro ^ ^
utrum Ò /’ uno o l\ altro
trumq. Ij uno ^ e V altro
. Chiunque^ de* due *'
' * \r : JVè runo I Tic l'.aJ^ò
um Alcuno , ^
«m ^ìunp , Nessunó
um Tutto ( 3 )
a '■
^ l’a , la maggtor parta
raq- •>
urti'''- ” "
- -i, ' ■
um ‘ J , .1
V s Altro , li resto
um 5 - '* *
o m De n" Pgwr«ing, ?«'«/, plur. '
. ■'■«a'.i''-'.'.
' "'(i) Ili qufst’ ultimo cbmposto di voCt jì decUaan Ònjts'^l
t Qoh. ■ - , ,
(2) Questi 13. decUnansi comé iste (58X
• Dicii zed ij'/ tjiiiiglc
58 . ' Etim.' Li». l’.‘
UiiÌTertas ' » / um Universo' ^ Tiilto
Némo ^ • .luiuis Nessuno '
Quot' , Quaiftì’
Tot Tanti ' ^
' < OSSERVAZIONI
\ '
Qtiis usasi interrogat. , dubitai., e quaittativo ; e talo-
ri anche Quf per tuttiV tali modi. ^ ' '
I Quid t vuoi «Hre'fAf e Quok ì quai’ è ì
' T neutri de' composti di Q_tii , e s’^usan col
soH, e col 1 uniti con sostant. ■ >■ ,
\Jotits dinota quantità individuale : TeUif h.omt\ ma Aò-
nus , tutt* un 'uomo , tutta, una casa : Omaìs , quantità 'speci-
fica, o generica ( 21. bs. ), 0 'nffii hbmo , emnìr domui ^ogal
uomo, ogni casa. TVovasi per Lotus nqi Poeti . Non omnit
■ moriaf-, Oraz. , non pvelrrd tutto. Untvtrtus sta con uqme col-
lettivo; Univtrsus pojsulus, itntversus misndut. „
•' - Quot è interrogar. , o correlai, di Loti Quot tunt IHiì
Qftoi homines , tot senièntiae. - '
■ ‘ suir haiiasfo. ' ■ ; L
*, v,v,'. .1 V . 7 ,
Ognuno, Chiunque %. trisillabo; CUcehestja, Certunù't
Taliino sono sostantivi del solo sìngol. Qjia/che, ,s\ng, ,, <t
plur. Ciascuno, Cijtseheduno , Qualcuno , Qualchedttno' s'iism
aostani- ed aggeli. , e- solo singolari. . .1 ■
Qualunque, QUalsitsoglia, Qua-lsseia u. toslpr», Qualche
aggetr. .sinqnimi , d' ogni g. e. n.
AltN è Mstadt. personale del solo Retto sing. , Altrui
è r òbbliquo , che nel 2,, e' 3, caso paò stare senza Segna*
eusoé La roha altrui.-. Nok fare altrui male. SogUam d'te ;
L' altresì , dAt alitili per dóppia ellissi, taciuto averejj è di,
cioè'is avere di altrui. "
NiUno , c. Nesstsnd , Nissuno , Nulle , Veruno si nsan so-
stani, ed agget:, , e dee preceder Non , - se sieguon al Verbo
Non v' ì niuMu], .0 NJun .9 W L Nullo è poetico, f'eruno va-
le »nchà àleunU ; e vuol esser preceduto da negazione', come
Non , Ni , Senio,- Non fa egli caldo Virino, Sìnia farne *
voi, prò verjtno. * - - "T "
DigitiZed by Googlc
7
' .)• •*
C. ' a/ Dbl pRom
> V ,
\ À R T I C 0 L O lì.
De'.Proh. 'Numerali Determinati . ,
64. I ProW, Numer. determinati sonò quel-
li , ch'esprìmono il numero' ileterminato. £ sono
'anche di tre sorte ^ , Cardinali Ordinali^ Dh.
stributivi. X
- . i . , . . : • l
, Numeri Cardinali. •• 1 ' ...r~ , 1
<35» l'Pron. Numer.'' caroika^ , o princi»
palrv'; esprimono, il numéro ^arilmctioo , ossia lè
unità composte.,- ' v,. • , J • - - - -,
Ouol.t
Lmis ’
Duo
U'res, ‘ _
(^atuor
Qaiar|ue „
Stx
S< p|£(B
Ocìo ■
Nov<ni ' '
Lndicilll,
DuniJrcinI
Tiedecir».
quagli ?'
'uno
L due
tre
quattro' .
sette
etti) ‘
'rfoùe
dier» ,,
.UìifUèi
, dodki
.■Uedifìt
Qualuordcc. iquaitnrdià
Quiiidociió '■quiadici
Si-decun sedici
Septi-mdec. * diciassette '
D('C( ’nt et ócto dietiqitò
N'jvèndeciia diciofinove
yigintì' yenù
‘Triginla trenta
Qasdiàg'nta quaranta ^
Qitinqmguita cinquanla
8< xaj;iiita sessanta''^
Scpluagiiila settanta [
Ocloj;iiita . ottanta
Noiiagidta novanta
Centtiin* cento ^
Ducenti , ^-1 ji
.n . ) dusento .•»
*tii»cetiluna • | ® ‘
TrèCeiitii terc.treceh/o
QuadniVgenti quattrocento '*
' Qitìiigenti cinquecento
'Jxixceulì, seicento^K^_^,^^\
Septiiigeiitl. tellecentó
Optiiigctitì ottocènto -x.),
Noiigent4 novecento
Mille ^ mille . '-t!
Digitized by Googic
I ( .
1
'So' ÈTiM. 'riìt’ r. ' ‘
< . t • *
O S S.E R V A Z 1 0 N l ■
1 - Sul Latino.
UNUS 's 5 fa plori cot nomi plurali (59)- tti* maenia
tonV’nere, Sallust. Si radunarono sotto le stesse mura< 1 » u-
nis actibus.. Tet. nella medesima cosa.jjuis unit^lìteris, Cìc,
'Con una tùà lettera. '
wvt.DUO ha la seguente dcclinaz- **
(■t,- -V V.'.
il-'
l5uo . orum
Duac, ai tiin
Duo , oriim ,
plius ,
abus y
obus ,
OS .
as
o ,
nbns
abus
■’óbus
Così declina ancor yfmho
. : > TRUS declina. c<}g>e f eìitt Gl i, altri siiy) a^ Ctitmin
' ^orio indeclinabili. .» • »'i.
’ ' Con tutte’ le decine'lda ventf in sopra ! nove numeri ^eiftr
pllci p^sson nfecedere , é seguire così: VÌ£ÌH't uaus , v^gM-
tf duo ec' , a unui et vi-ginu ec. Tri finta unus 0 unui cf
trìginta ee. Da cento' in «opra si serba';t’-ordin^ ijatotplc. sn-
d^e cpUa Copgi’uD 9 L;.Ce»ia"* unut ,0 Caitupt,et jmus ,
’vnui,,a mille Qt un,us oc. , ' , , ,
Dwde , è Utide ‘compoiiendosi con tutte de decine • signi;
ficano 'due, o und meno: Duótleviginti Vndeviginti 19.
liuodetrig'nta zS.‘ìiìtdetì'!glntj'£c. *
CFNTUM per le Ceo'tinaja, .seguenti-,”, si' usa -o decliiC
composto eòi -numeri «ert\pii<:i « come ec. , o indeclin. .
unito agli avverbi^ l'er.‘ pc./ • r _ J-’
MILLE ashsi^sosaant,, édi'aggett. Ccme foUttntivo sìgnì-
'fica Uh 'migliaio, ed iva tuctist due i numeri, indecUn, al
singol. e dccHn^ile al plur., come Felix, dicendosi' mH-
Uà, milliptn f^millibut ec. Come àggsttivo h plur., ed è In-
.^cl. Inloltre-come Vjstaot. regge il genjt.',, come aggett. .v|
si accorda. P. e. Mille hominuin, e mille' hominet .mille ùò-
pinù Per lé migliala susseguenti, o si usa -nstgnt., accor-
^ìlandovisi ijuali aggett. i numeri precedenti : 'fiu» ><• tria-jnH-’
Ha ktminum, Centum-inillia bominttm o aggettivo, e I nu.,
ineri precedenti si fanno avverbi, omT evitar cosi l’anioniB dì
due Aggettivi.: Bis,, ter guattr" mille heminet, Cettties mille
Jiomines, Ditceatìes mille hemineS f Otfiet ctntiita milita »
un mviliUne; . , . -
' Diói*' »/ Coogle
C. a. Del. Phoh. Si
II. Smli' ItjUant.
Qui s' usan talora i numeri coll’ artic. quali sostant. V
mn« , U dve , il tre ec. V uno e P altro ec. nuo , e Du ì è
pcet- ^
Con Ventuno , Ventuna , Trentuno ec. il sostant. è plur.
se precede, è sing., se siegue : ore nentuna, o ventun’ orau
Ordinali. • r
66. OrdIitali si dìcon quelli, ch’esprìmono il
numero d* ordine , o le auìtà divìse. £ sono Pri-
mus , Secundus , o Alter , Tertius , Quar-
ius , Quintus , Sextus , Sepiimus , Octavus ,
^^onus y Decimus Undecimus ,\ Duodecimus ^
Decimustertias , o Tertiusdecimus , Decimus-
ijuartus , o Quartusdecimus , 'Quintiesdecimus ,
Sextusdecimus , Septimusdecimus , Octavus-
decimus , o Duodevicemus , Nonusdecimus , o
Vndevicemus , P^icesimus , Vicesimus primus ec.
Tricesimus , Quadragesimus , QuinquagesimuSy^
Sexagesimus y Septuagesimus y Octogesimus ,
Nonagesimus , Centesimus , Centesimus pri-
mus y Ducentesimus , TrecentesimuSy Quadrin-
gentesimus , Quingente'simus , Millesimus , .Bzi
millesimus , Ter millesimus ec. Primo , Secon- ^
do ,tTerzo , Quarto , Quinto , Sesto , Settimo ^
Ottavo , Nono , Decimo. Da undici gli ordinali
si formano dai cardinali , cangaindo 1’ ultima
Tocale in esimo : Undicesimo , Dodicesimo ec.
6
$A Eriu, Lm. I. .
OSSERVAZIONI
Gli Ordinali decHnan come Bonus, Quotus è la domanda.
Quota Oit bora ì Est , vel instat , vel mo/io significata «r,
hora vìcesimj , sono, o stanno per sonare, o ora son*' sona-
te vent* ore. Quoto mensis die pervenisti ì Quart » , decimo ,
Ai quanti del mese giungesti ? Ai quattro , ai diecL
Si uniscon con Quisque in queste , *e simili frasi. Terlia
quoque die , in ogni tre dì. Quinto qi/oque anno , in ogni
cinque anni. Dedmus quisque , di ogni dieci uno. Centesimus
quisque f uno per loo.
■ ■ ■> ■ - , •
Distributivi.^ '
• ' ^ . . 1
67. I Distbibutivi ch’esprimono il numero',
in cui sono più cose distribuite, sono Singuli
uno a uno ) Bini ( a due a due ) , e cosi Ter-
giti ■, Quaterni , Quitti,, Seni ^ Se pieni ,, Octeni,^
Novelli, Deni, Undeni , Duodeni, Ternideni^
Quaternideni , Quindeni , Senideni , Septeni-
deni , Octonideni , o Duodeviceni , Novenide^
ni , o Uudeviceni , Vic'eni , Viceni singuli ,
. Viceni bini ec. Triceni , Quadrageni , cc.
Centeni , Duccnteni ec. Milleni , Bismilleni ,
2 'ermilleni ec.
•
t
Digitizad by Coogle
Cap. '2.' Dbl Pro ir.
0 S\S'.E Ri i*,a;z ì. O N 1
t.
,83
I Distributivi dccllnun come Bonus plur. La distribuzio-
ne si fa o semplice, o cempbstn^lLa semplice, che ha un so-
lo oggetto, si vol^iarizza ! ad tmo ad uno cc. Miliies proce-
dunt qua'erni , i soldati marciano a 4 . a 4 . Pastor numerai
eves siitgulas , vel binas , il pastore conta le pecore ad una
ad una , a 2 . a z.
La Composta , che ha due oggetti , si volgarizza in ita-
liano. Per uno , per ciascuno ì I>er ogni. In o ad ogni , c
simili. JScgoiiàiores lucrati suni i deisos aurces, i ncgo;zianti
lian guadagnato dieci ducati per imo. Bini oratores vix sìn-
ptilis attatibus exiiterunt. Cic. in Brut. ' In ogni età ' appena
vi sono stati due oratori ; g poteva anche dirsi duo oratores ,
_ faeendo.si uno de’ due num. qà rdìnalc. • f -
L' oggetto secondario della distribuz. sovente è postò in
Acc. 'còn In. Censores bina in< sin galas civitates describeb'at.
-Cic,.. ini Verr- Stahili.vs(.]luc, C^sori per ogni città. l)at foc-
norì pecuniam denis aureis in centenos,Da adusata i^ danaro
al dieci per cento. E talvolta num. si tace: In militem ,
in capita ec. cioè in singutos milites ee. Virunt Laconici an-
ni s denis. Plin. cioè singuli Laconici.
Dicendosi: Di ogni dieci, di ogni tredici uno, usasi l’
.ordinate ( 66. oss. ). Se poi il numero minore è più di uno,
usasi il Distributivo: Di ogni dieci tre, ex denis terni,
II Distribut. usasi pel Cardin. coi sostane plur. (jp) In-
ter bina castra collocatus est. Cic. Fu situato tra i due cam-
pi. La domanda è Q^uoteniì In che numero? ,
; )
Digitized by Googlc
EtiuT. Lib.‘T.
V CAPO -III.
'Del Verbo. • • <> . .>
.1 > ; . • *?n . •.■• \ \
68. Il 'V erbo (i) -è una specie ■'declinabile
di parole, con cui esprimiamo i^nostri, giudizj'^a^j
'O più distintameute» che ^ilferma o il solo esse-
re delle cose , o coll’ essere le qualità ancora o
di azione, o di passione , Ò d' inazione (3). ,
69. Il Verbo adunque ù, come il nome ,
di due specie , Sostantivo , ed Aggettìvo,., Col
Verbo sostantivo si esprime l' essere delle sp^tan-
ze ; coll'aggettivo se ne additano ' ancora le qua-
lità (68). (4).
(j) <Juasi vero vocabolo, parota per eccellenza, perchè
In effetto il' Verbo è come 1’ anima elei discorso , che soven-
te col Solo Verbo formiamo. C. ('esarc con tre verbi formò
una lettera al ?ènato; Veni , vi eli , vici. >. '
(z) Veggasi l’appendice dopo Jc tav. de’ verbi.
( 3 ) Così Deus est, Dio è, dinota l’essere, ql’ esistenza
* di Dio. Deus gùbernat mundum. Dio governa U mondo, es-
prime una qualità di azione , cioè Dio è governante. Mun~
dus gubersuttur a Deo , il Mondo è governato da Dio, espri-
me Una qualità di passione del soggetto. Quiesco , sedeo, di-
notan coll’essere una qualità d’inazione, ossia di stato. In
gramatica sono dunque da distinguersi due sorte di qualità ,
nominali, e verbali. Le prime si enunciano col Nome ag-
gett. ( 14. 4j. ) o col sost. astratto t 20. ) , le seconde col
verbo aggett.
(4) iostant. è propriamente il verbo Sum , Sono. Tutti
gli altri sono Aggetl. 11 verbo adunque è in una naturale
analogia e corrispondenza col Nome. Del pari che il Nome
Aggett, il Verbo Aggett. non sussiste che pel sostant. Sum ,
«■
Digitized by Google
I
4
Cjp. a. Jìut f\nao 85 *
i Verbo ag{r‘,.|tivo poi , ’scoondo Je Ire
dinolaie sùrt» di qualità' if 6») , è di tre speòle '
cio^ Attiva Paisivo;, ' e Neulfo *
7>i.' 'Lk divisone «a qui falla d^l Vtnbo ri-
conosce una ragione intrinseca, cioè la signifi-
caz. , e la forma. Se ne fanno in olire , per
una r^ione estrinseca , due altre ■ generali di-
visi oni.
' -l .fer ragÌ0A,4el Soggetto nominat.Y
il verbo è PERsoKAfcE se lla , o.piiìl avelie sog-
getlo di persona , come Scriba , Juvo ec. j 5,
?ERS«w. se lo ha solo di cosa , corno Nineit
Evenir Poenitet ec. \ ' *
( deirÀccus. )
li verbo e transitivo , se esprime azione , che
passi ad altro tegTiine|V come a suo oggetto,
qual e , p. e., Amo Explico ; uitramsit. , se
i?(m pssa fuori del. soggetto qome £o , CU/v
VOI (a). . .
• ' ■ ' ,il
in qsso è contenuto, e. pel quale sì risolve,
iff ^ kSfi u f hgg^te ec.; 'Il verbo . donouo
Offett.yo ed universale è W^on alttimenri . che- con oii^
sto solo verbo il CREATORE definì se stesso'Ve cdn^
^ a-> ”7''^
(i) Si dtstrnguon àncora i Comuni'', i 'jìefin e
fnf à-ff! '‘1 suddette specie d».
<;ui diitenscon solo nella forma,
(i) Varii Verbi ci faa'che s’usano e come transit a
rtl'f o”’*'- )• Ve.di U Sint. c.,a. Sez. 3 ' e’t
Met. Pss, SUI Verb.i. J ‘
Digilized by Google
1
8G
Ehm. Eit» N *
.ni- Finalmente in.- ardine alla detimai. il
vèrio ,è Któi^olare ,, o-Icrégelar^ >' I;n.<lue, , 6 cz.
perciò cliviileretno queslo *cgpo> -Nella fn’iaw dei
Regolari -., nella: seconda degl’ lerégolnrì ìiagio-
nairemo. ..i . • ' '
;;jq f '/fi*
. I», il*
ir
* 1 1 «*» '*«1
Proprietà:^ '
*1 V ,
V '■ "'75"”Lc PropiÌìeta' ' eti^A'oÌ6gK'he’](^el yeròq
SOM iitoqne^t ‘Alodi \ [Tempi ,'NUmè^
ve e D^cliriàzioni. ‘ ‘ 1 ^ u
t "il j^odi sano 4- Indicai. , 'Iinpeiat. Cón-
giunt. , e Infinito ; ciascuno 'de* quan’cbm^M-emlc
tin numerò di’Teinpi.' ^ , , ,
■ I Tempi in latino "soiib 5.' : Prcsrnle , Im-
perfetto Perfetto ; Piùccheperf. ; e Futuro ; la
Ituliami ' SOn^)’ *7* V. le Tay, , , • '
- rv'^IfJVMmert del Verbo non sono elVe le 'di-
\er.se desinenze corrispondenti ai numeri' dèi
nome
Le persone Sei verbo sono fe diverse desi-
nenze corrispondenti alle persone del nome.
,„Lke Declinaz; de’.yerbi sono quali re <;> « "Si
Sisebrnono' dalla a* per^ sing. del pres.' 'mdicat:
c dall’Infinito, i quali se terminano
V , • ^
InAS, e.qre, » è della i,' '
, In ES e ere lungo , è della a.
In IS , ’e ere breve , della 3.
‘ In IS , e'ire lungo , ' è della 4 . - -
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Cjp. 3l Dst P'sK*» §2
0 S S E g: V A Z 1 O N
/
Sull'!- divisate Proprietà.) ' • .
* , * i ‘ ^ * ri
Le cìrcdstaji?e del rnodo , del tempo , det numero , delle
persone sono i motivi della variarione del Verbo..' .. j- ■
I I Aiodi sono 4. ,>perebè in quattro difFerenti maniere si
soglion Periere» e le qualità, vedali enunciare ( 6 ^. ): o in-
dicandosi, o comandandosi, o esprimendosi in congiunzione
ad altro verbo o dercrin'natd C Congiuntivo,),, o indecermi,
nato nel tempo» nel numero, e nella persona {:, Infinito )• <
Il Tempo, considerato in se stesso è o presente , o passa» '
to, o futuro. Rapporto alle cose, che vi succedono, si è dai
Latmi , e più ancora dagl’^Iuliani divcrsifi'cato.
ìie\P Indicai, il Presente esprime l’’azione attuale. Il pas-
sato Ijmperf. indica, ciù, che è passato, ma coipe non com-
piuto. Il passato perf. i. indica cid-, «he si è fatto dentro uji
periodo di tempo: neLcorso dslla vita, .del secolo, dell ''an-
no , del mese , della settimana, dei giorno. Il z. riguarda un
tempo anteriore al periodo come tre anni addietro,, jeri ec.
11 3, è ancor più rimoto. E più di tutti lo è il Piuccheperf.
IL'Futbro indica ciò, che dee seguit.e?
' U~ Imperai, esprime comando , preghiera , etortazioné ,
cd ha due forme sinonimei Usasi. invece il Presente congiunt,
e talvolta tl Futuro dell'“indicat- ,'o del' Cnnginnr. Valehis
igitur , meqiie amabis. Cic. Tu ni hit eì dixtris. Cic.
Il Congiunt. o Soggiuntivo ^ cosi' detto , perchè d’ ordi-
nario è congiuntivo ad altro verbo , in tuti’'ì Tempi ha del
futuro. Cosi, p. e. il Pres. , e’I Veti. Aufi/gerim poli us, quam
redeam. T er.
J.’ Jn/ìniio è sinonimo d’ indefinito , indeterminato , al
contrario de’ Modi antecedenti, ne’ quali il Verbo dicesi per
l’ opposto Finito.
Per Conjugat^one useremo il vocabolo di Deelrnaz, ("come
quello, ch^esprime direttamente l*idea della variazione ,- a
dii. del pari che ’l Nome, il Verbo è soggetto. V. il Sig. '
de Tracy Elem. d’ Idcolog. c. 4, Scz. 2. §. 3. L’ordine, con
cui son esse disposte, è secondo quest’idea, e si vedrà_, che
in ciòr tutto l' artificio della Declinaz. dc’ Verbi è riposto. Le
Tavole , che ne abbiam formate, colle opportune diiucttUaJtu''
^1., il. mctton quasimente in prospetto. '
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8 &
Eri». Ltb. /.
S I O K E ].
De* Verbi Regotq,rì. ^
, «•
^6. I Verbi Reg.ola.ri sono quéìli , che de-
clinali costauteniente secondo una regola.
Partiremo -questa $ez. in tre Articoli : Nel
1. tratteremo de* Verbi Attivi, nel a; de’ Passi-
tì ; e nel 3 . de’ Neutri , Couauni » Dleponenti ^
cd Impersonali. ^
A R T 1 c o E Q J, '
■ ' , ■ ■J'
Dei Verbo Attivo.
, ■ ' . ■ . - .1
77. Il Verbo Attivo (i) h qiicllo , che ter-
mina in'O , esprime azione Iransìliva (70.), «
tregge l’ Accus. paziente (a).
*
(0 Così detto, perchè esprime direttamente l’azione del
Soggetto agente, col quale è perciò sempre accordato. V
l'aw. /
(z) Tre condizioni essenziali adunque costituiscono i I
Verbo Attiiro aìstluto : la desinenza in O , l’ azione transit.,
e I’ Acc. pax.
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CjpI 3 . Dei P^SRto. 8 Qi'
AVVERTIMENTO
I. Intorno alle Tav. jsesuenti.'
' ' ■ ’ * / (l
I 4- Verbi Regolatori sieguon la stessa .decUn.;^.
in aótbe le lingue. Ciascun Tempo si, è compreso id .
un verso , onde agevoliftepto e quasi a colpo d’occhio
distinguer si pqsson le de6nenxe e con esse insieme,
le proprietà tutte del Verbo (
Nell’ /«/?«. ciascuna forma vale a. tempi , ec-‘>
cetto i due ultimi futuri , la cui forma ne vale un
solo , come nelle Tavole si scorge. Per là distinzio-
ne de’ Numeri, e delle Persone , vi si uniscon le
persone del nome in acc. eh’ è il silo Caso ordinario :
me te illum amare ec.
Siccome poi gl’' insegnamenti di:., questa .specie
non si apprendono che a misura del lor uso , oosL.,
£n dalla prima tavola è d’ uopo che s’ istruiscano . 1^.
fanciulli nella terza -concordanza , il .cui. insegUamen- '
to è nell’ Avvertiménto in fine delle tavole , onde
proporsi loro in su d’essa, cammina facendo , .degli;
esempi cotidiani di traduzione , conformemente a
quel, che fu nd Nome avvertito (45.*avv.), va-^
piandoli in 'tutte le persone, e man mano* in tutte'
le declinazioni. P. e. ' x • j.
lo maestro diligente amo gli scolari docili, .Ego
ìnagister ec. - > »• » ^ > o:; .• • .ì i’ i.
(
Digitized hy Gonfie
9P”,.
' f .'t /.
/ :*
Perchè iI.XÌA<QÌoatÌTO agente ego magi iter dili-^
gens è di persona prima , e di numero singolare, e
il verbo amo è pure, di persona prima, e di nume-
ro 'Ringoiare ,^16 disclpulos^ doc^les accusativo pa-
zi^fenté dd verbo atUvo amo. ' . . i
Verbo colla cdtleiOni, che in italìàno , d^i’ cui non, si
tién poi conto Ìu"làlino.. . ' ^ <\u« i
“O ' T I ^ i, jl.'Ii , ‘ : ofn*
ntì'.'ir I i
, of'i;
yt" 'tr'l'
' <1* ■ r
;«(•!«>. Sidla formazione de' tempii. ' ' "
1 Tempi latini attivi soa tutti di forma serepli^
ce'. Dall’ in&n. »si forma l' Imperai., tolta re: Ama-^r
ré , ama. I - -iV ' -, »
r Dall’ Imperai. *si. formano gl' Imperf. , aggiunta-
vi Hom , e Bem (i)^ e ’i Futuro.' indicai.' della
ei'a(. ‘aggiunta , ,, ■ \
“ '©al- Pres. 'Indicat. si forma il Pce». Congiunt. , '
imitato, O in- F/n' per k' L Declinaz. ^*e in Atn' per ,
le <àltreiu'In' ancora il FutucO -indicai, della
3. e 4* nella pres. k. , declinando in' per le altre. ,
~ Dal Pretèvibo ri formano fino a sev Tenapi,iuno
dell’ Indicat. , tre del Congiunt. , e due deU’lniìn,
mutata I in Eram , Erinf , Ero 4 Isscm , Isse.
(>) i verbi in IO serban V'i nel i. Imperfetto t come
Capiebjm%
Digilized by
Cjp. S.^Veì, invito 9j.,,
Tal è la I. perf.; di- ciascnn/ Tempo , come nel-
le Tav. si vede, c • l'ultima -vocale della a. sing.
continua d’ ordinarlò' nelle ’àltre'. '
-* V 1 I (■ -I
III. SMil'.JtaUitno.
w/vL’ Italiano sarà separatamente » pnendo-,
vi le persone del^ Nome ; posposte neirimperat.
Al Conglunt. corrispondono^ ancora i due GE-
RUNDI ^lìiamio Pre^: ed , ed Avendo a-
wo/o Perf. » te-/P»uCcbep. , -premettendo la Congiunfc:_
C’um in latino: Cutn am^n ^ ec. , o Cum ama-
rcm , es ec. } Cum amùvcritn, is. , o amavissem ec.
n-Siccome-poi. i •Tempi 'italiani sono altri- sempli-I
ci , altri composti del partic. , e dell’ ausiliare A-
vcre , cosi non se ne facilita T intelligenza , cbe fa-
cendo dislingoere i primi' dai jsecondi': quanti ciò»
sian gli unì , e quanti gli altri in ciascun Modo , e
quali tempi deU'Ausil. vi si cdmpongono. Noi qui
nc premettiam perciò la Declina-z. , notandone i soli
semplici, come_ quelli cbe soli serypa, a tal uopp,^ .
• » I
jiiti»
à) ! f - -.>/r, V'?yvs <
'i n,, , a,< '<
vi.
•V
•tii! , i .'1,
\>
I.
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- i-f (f •> Of’xi'i'i’^d'y-'É' R E '*{ ■•■' ■ ‘ *
I * D . I C A T I V o.
•<i'^¥ihe& 9 jUei >
Singolare- Plurale
/^'.Ln ;.y^- r • > j£jó7« ' 1 mi • ' iVoi--' Còtoro*
ui\
Ha > ‘ Kà ' l abbUmo avete'" hbiiua ''
- 1 ,f ) ‘M* .» t «' j . I '5 - , • I n IT i • ■ . . ,
-.ì; r_' , ^ ' -^baperffim ,. ; ■.;. i;:,'
Ateta 'avevi aveva |; aveTamo. a?«val« avcvanps
^v- - o . •-•■ ^ >
. .J o.»w. o , S',.i '. i ,:ìù ■> .
Ebbi ' avesti ebbe^ f' av'emaib ì àv^tet '> ^ber^>
T' •!. -r !I-,I
l’ Futuro* ■ '''■i' '■
•“ i.. » . . Ci
Avrò >a<vrai.
. * l-i t f.i •»(» *♦-» S-. '» »n'i
avrà., 1 .avremo, .a,yretQ avtanrm.^
') .oi;''' in
^ i < r>D 1 . i ' » ; , .J ..
fi;j> la/'
C 0 N GUI N T 1 V 0 , . - .
. -I fi ' > . i. . 1 / , ; Il I«. : ■ • M 'Il
'! li! ì 'n'i
\ /. Préseìite^
Abbia "ibbliià
*’ stbbia’'^ (‘‘àbbiàiub' abbiate* * abbiano^
abbi
f t
<
Imperfetto ^
Avessi avessi avesse
Avrei avresti avrebbe
avessiijM) aveste avessero,
avremmo, avreste, avrebberjQh
O S S 3 . R y AZ IO N I
V
Intorno a/i ttleunf voci Hi Avere '
Le tre persone sing. ^ e la, j. plur. del pres. si scrivono,
coll’^A, per distinguerle dalla Congiunz. O , dai segnacasi «/,
tf, e dal Nome anno. Alcuni usan distinguerle coll’ accento.
Voci poet. Ave per ha\ avea , avia, aveatio , per aveva,
avevano; avria, avriano, per avrebbe, avrebbero, Ognaltra>
voce , che s*^iacQatii fuoi (Ù queste ,, è aotiquata. ^
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l
Cjp. Vbmo
TAVOL Er.
' Delle Declinazioni di Verbi, k
ATTIVI,.
PRIMA DECLINAZIONE
C 7 V - l .t V > ;j
INDICATIVO
Breseritè
A
I. ’
m-o-
Am-o
a. :iv 3.
ss • at
i a
i> : a.
aiuus i^is
iamo ale
3., •
aot'
ano
n
Ama-va "vi
Ama barn ' ' bas'" ’ bat ^
Imperfetto
i I bamus batis bant
\kimo ^ vate ' vano
va
\
Perfètto .
Ama-vi visti vit '
i.’ JIo amato «c.
a. Am-ai asti ò-i'
3. Ebbi amato ec. '
vimos vistis erunt, o
' , ere
dmmo aste arano '
* Piuccheperf
'lAmave-ram ras rat - | ramus ratis rant*
, Aveva, amato. ec~. . | ^ x
, Futuro
’Ama-bo - bis bit» l;bimus bitis bunl.
Ame-rò \rai ,rà‘ | remò rete, ranno
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94
> /i '
BiE(à V x‘i "V o
Arh-a’ ' et»
Am-ato ' ato^ ^
Am:H tu i c.
enuis‘;.i‘A a^è \ ent
atole anto
{amo n. ate 9. ino col.
, . , , ,■ ; ;/;r /
COKGItJHTIVO
O / ■ / ^
Presenta
Am-em es et
Am-i i
et il ’ e
= \ i
• • \ •
Imperfetto
emus ■ elìs. < eai
iamo" iate.,.ijnp.
\ o
j rem US rctis,,,. ient_ -
simo ste sero
remmo reste rebbero
t' ■' I' : .
rltig” 'rint
Ama- rem res ret |
-Aimas-si .isi^ase, !
A me-rei resti rebbé
. \ f . • .
i \ •
n. . Perjetto
Arnàve-rim ris rit I rimus'
M 1 1 • I 1 ^
Abbia amato ec. », |
Piuccheperf.
^mavis-sem ses set semus selis sent
Avessi amato ec. , ' avessimo amato éo.
Avrei amato ec. ' avremmo amatO' Cc.
' Futuro
Amàve-ro " ris ”tit'' I riraùs ritis riat '
Avrò amato ec. i | avremmo ambio
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Cjp, 3 . VsL VsMO '95
. . ” r -, ■ - Z y* V' V o
1 M F I N 1 T O '
Me , te , illum ' ‘ nos ' vos illos
Pres. ed ^ Amare Che io amo , ed ami ec.
Imper. l amare Che. io amava , ed^ amassi ec.
Perfetto, e 1 Atnavisse> Che io ho., ed abbia ,
f amato ec.
Piucchep. . j aver amato Che, io avea, ed avest
■ : si amato ec.
' • • ■ ' • ‘ l-K .. j • ^ > ■y. ik.
Futuro^ I.
Amaturum, atn, uia.me eci>amatutoa, as,a esse erp.
Esser per amare : che io ameròj^jed.amerei .C!^,
»
, V -4 < ’
Futuro à.
• V',
Amaturum am um fuisse ec. amaturos,as,a fuisseec.
Essere stato per amare : Che io avrei amaHo. e^.
_ „ . . ' . . I i. . \
Futuro 3. .
Foro ut amaverim ris rit ec. ,,.j ,
jiver amato \ Che io avrò, amato, ec.
'M
r'.i; I
V c
)
Quest’ ultimo modo è come l’ tpìlògd de’ modi precedenti
Indie, e Congiunt. ai quali interamente equivale ; e quindi , .a
farne praticamente conoscere il meccanismo', e con essó la te-
gola generale e sicura di renderlo in latino., vi si .faran cql-
ic recite tutt* i tempi italiani di quelli ripetere, conforme. «i
veggon qui segnati. ■* , ■ > • -i • .
Per facilitarne la recita ai fanciulli, non si è qui nel
ptet. notato, che il solo primo de’ 3. per£ indicativi.
f
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96 ,
Tac-eo
Tacio
Etim. Ljb. /.
SECONDA DECLINAZIONE
1KD1CA,TIT0
Presente
es et I emus etis enl
taci tace - | taciamo tacete tadono
Imperfetto
Tace-bam bas bat I bamus batis bant
Taceva vi va | vamo vate vano
Perfetto
Tacu-i isti it
Ho taciuto eci
Tac-f\ui esti tjue
Ebbi taciuto ec.
Piuccheperf.
Tacue-ram ras rat | ramus ratis rant ^
Jtvea taciuto ec. |
Futuro
imus istis
emmo
erunt o
,v ere
este quaro
Tace^bo
bis 'Ì3Ìt I
bimus
bitis
bunt
Tacerò
rai ‘ rà [
remo
rete
ranno
IMPEKATIVO
Tace
at
I amus
te
ant
Tace-to '
to
1 taciamo
tote
nto
Taci
tacia
tacete taciano
QuMto verbo vuole usarsi condona c, per disticfiucrlp
da 7»cc\art. '
Cjp. 3 . Del fEMO
97 .
COKGIOKTIVO
Presente
Tace atn as * at | amus ’ atìs ant
Ta-cia ci " da j damo date ciano
Imperfetto
Tace* rem res » ret
Taces-si> si se
Tace-rei resti rehbe
remus retis rent
simo
ste sero
remmo reste rebbero
" Perfetto
Tacue-rim ris rit { rìmus rltls rial
4bbia taciuto ec. j ' ,
PiuccheperJ.
Taeuis-sem ' ses set ) semus setis scQt
jì vessi taciuto ec, \
'Avrei taciuto ec, \
Futuro
Tacue-ro ris rit | rìmus
Avrò taciuto ec.
ritis
rial
Tacere , tacere
‘infinito
*
Pres. ed Imperf.
Che io indo , e tacia
Che io taaeva, e tacessi
7 • ‘ \
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Etim.' Libro /.
Vr&feUo^ e Piucchep. ^
, 1 Che io ho , ed abbia
* .1 taciuto
Tàcuissc , aver taciutoJ ^
I vessi taciuto
futuro I.
T«rUurmn am um esse ec. ; tacituros , as, a ec.
S, «■«<•., eh. io teeerA, e lacere,.
Futuro 3 ‘. . ' \
Taciturum am um iuisse ec. ^
Essere stato per/acere. Che io wrei lactuto ec.
Futuro 3.
i
Fore ut tacuerim ris rit ec.
Aver taeiutor. Che, io avrò taciuto ec,
terza DECLINAZIONE .
indicativo
' C ’ Presente' -
Lego
Zeggo
is
S*
it
i imus itis uni
I* giamo gete gono
Imperfetto
Lege-bam bas bat 1 bamus bafis bant
Leggeva iri va ^ \ vamo vate- vano
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i
(
Cjr. /. Del FerbO 99
Perfetto
Leg-i
isti
it 1
imus
istis erunt , 0
Ho letto
1
. ere
Lessi leg-gesii lesse I
gemmo
geste 'lessero
Ebbi letto
»
1
Piuccheperf.
Lege-ram
ras
rat
ramus
ratis rant.
ytvea letto ec.
,1
Futuro
•
Legam
es
•et ■ '1
1 • emus
etis ent
Leggerò
rai
rà
'-remo
rete ranno
‘
IvM ,P^E R
A T 1 V
0
*
Leg.
■e at 1
1 amus
' ite ant'
Leg- ito ito 1
l
itote unto
g« 1
1 giamo gete gano
•
c
ÒNGIUNTI-V
' 0 ' •
Presente
Leg-am
as
at
J amus
atis ant '
Leg-ga
I giamo
giate 'gmo
^ ^Imperfetto
Lege-rem
res
ret 1 remus
'relis rent
Leggessi
si
se 1 simO
ste sero
Legge-rei
resti rebbc j
remmo
' A
reste ,reb^to
\
■ Perfetto
Lege-rina
ris
rtt
ritxius
ritis rint
^bbia letto
»
. • • i
• •
*
Digitized by Google
« loe Et tu. Libro I.
Piuccheperf.
Lcgis-sem ses set \ semus selis seni
Jlvessi leito ^c. l
Avrei letto ec. I i
• I • ^
- \
Futuro
Lege-ro ris rit 1 rinaus ritis lini
Avrò letto ec. I
1 N F 1 » 1 .T O ,
Pres. ed Imperf.
I Che io ieggo , e legga ec.
he^erey leggere leggeva^ e leggessi ec.
■ . , i Che io ho , ed abbia letto
Le<TÌsse, aver letto 5 Che io ùvea , ed avessi
® - ( letto '
Futuro I. ' ■
Lecluram , ani , ùm esse ec. ' ^
Esser per leggere : Che io leggero^ e leggerei.
Futuro a. ,
Leeturum ^ am fuisse ec.
Essere stato per leggere : Che io avrei letto ec.
Futuro 3 .
Fore ut legerim rU ec.
Aver letto . Che io avrò letto ec.
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Cjp. 3. Del F’snto loi
. . QUARTA DECLINAZIONE
INDICATIVO
f . ,
Presente
»
Aii(l-iò is il { imus itis ioiiK
Odo odi ode ^ j udiamo udite odono
Imperfetto i '
Audie-bam
bas.
bat
|. bamus
batis bant
TJdif^a
vi
va
f ' ' vamo
vate vano ’
Perfetto
Audl-vi
visti
it
1 imus
1
istis erunl o
Ho udito ec-
ere"'
Udii
Ebbi udito
udisti
ec.
udì
1 udimmo udiste udirono
Piucchepeif.
A^diver^Vam ras rat | .rainus ratis rant:
uSeeva udito ec^ j
Fallirò
Audi-am
Vdi-rò
es
rai
et
rà'
I
emus
remo
etis.
rete
cui
ranno
( ,
/IMPERATIVO
«
Audi al
Audi-to to
Odi, oda
aiuus ite
tote
amo udite
ant
unto
odano-
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102' Etim. LìBRO /. *?
CONGIUNTIVO
-P
Presente
Àudt-am as at ^ 1
atnus
alis
ant
Oda oda oda 1
udiamo
udiate odano
imperfetto-
S
\
Audi-rem res ret
, remus
retis
reni
Udirsi si se ,
• simo
ste
sero
Udi-rei resti rebbe
a
remmo
reste rebbera
Perfetto
Audivetrim • ris rìt -■
'rinius
rilis
riot
Abbia udito ec.
f
. ■
Piuceheperf. \
-
Audivis spm ses set
semus
setLS
sént
Avessi udito
Avrei udito
r>.
é'
< Futuro
Audive-ro ris ijt
rimus
ritis
xìtll
Avrò udito
' ■■
IN finito
Pres. ed ‘Imperf.
j- ' S odo ^ e oda ec.
Audire , udire ^ udiva , e udissi ec»
. ' Digitized by Coogle
Amlivlsse , aper
udito
Cjp: 3. Dei ioJ
Perf. e Piucchep.
Che io ho . ed abbia udito
Che io ave a , ed. avessi «•
dito ,
jPuturo- 3.
Audlturum ani un» esse ec.
Esser per udire : Che io udirò , e udirei
Futuro 3.
\
Auditurum am um fuisse ec. . i
Essere stato per udire : Ch<^ io avrei udito ec.
Futuro 3.
Fore ul aadiverim yis ec'.
uiver udito. Che io avrò udito ee.
OSSERV'A 7 IO N.l “
> .
1 Preteriti colle sillabe vi, e ve si soglion in alcune
pers. di tali sillabe sincopare.
Nella I. il Perfetto indicat. in tre persone : amasti am»-
stìs , amarunt. Il Piucchep. in tutt'’ il sing. , e nella j’plur. ,
come Amaram ec. Il Perf., e Piucchep. congiunt. fà Anarim,
Amaisem ec. ;.e’l Futuro in queste tre Amaris , rii, riiei^
Amasse per Amavìsse, l' ~
Nella 2. Justìy fsr jussisti lie’ Poeti. Commerit, corraMS-
set , Suhmosset , commosse ec. da Commoveo ec.
Nella j. e 4. W , e ve si posson quasi sempre sincopare.
Petti , petiistì , o petisti, petit ssem , eognorim , decreràmi , ec.
Ne’ Poeti trovansi Evasti , per dixisti , evaiisti ; J%f-
gite , Surpite, per porrigitéy surripite. Die , Due , fac
( antic. Pace ) sono Imperat. di Dico, Duco, Facto. Audisti,
Audtit , Audierunt ec. Negli antichi Poeti travasi 1* Imperf.
4ftUa 4.. in iiam : Serviiam- Ter. Lrniiant. Virg. , >
i
i
i
i
Digitized by Google
” Etim. Libro I,
io4
A R T re O L O IL
I
>' . - Del f^erho Passivo.
«j8. Il Verbo Passivo (i) è quello, che ter-
mina in OR, ed esprìme la qualità di passione.
A V V E R T I M E N T O I.
>
I. Sulla formaz. de' Tempi latini.
In Passivo i Tempi latini sono altri semplici ,
altri composti. I semplici si formano dai tempi atti-
, vi coll’aggiuniione di nn R per la i. persona, come
Amo., Amor, Amaham , Amabar \ e per le altre vi
si aggiungon His , o Be pers. a. sing. (a) , Mini a.
plur. , Vr 3. sing. e plur. , i. plur.
I composti si formano coll’Ansil. , e ’l Par-
tic. preter., varialo come Bonus, ed accordato col
soggetto anche in g. e n.
II. Sui tempi Italiani.
Questi son tutti composti di Essere , e '1 Parile.
'Amato cc. , che varia secondo il e’I «. , e i tor-
^ rispondenti ai composti latini lo sono ancor più , co-
stando di tre voci', e che direm perciò sopraccom-
posti. Tranne i sopraccomposti, negli altri suol usar-
(1) Detto cosi, perchè esprime la qualità eli passione
del sovgetto 162 ,), col quale perciò si accorda. V. l’Avv,
in fine delle Tav. _ ^
(2) Nelle Tav. sarà segnata la soia dcslnenxa Ri*. •' -
I
Oigilized by Google
Càp. 3. Fsmo
io5
sì invece anche Venire ; io vengo amato , ci veniva
'' lodato. Nelle 3 . pers. usasi ancor Si , il quale se-
gno , ov’ è congiunto con Essere » equivale a stato :
Si ama, si è amato ec.
, I due GERUNDI passivi , sono Essendo amato ,
Essendo stato amato ( 77. avv. sull'Ital. ).
SUM . • ^
I
Ausiliare de* Passivi
INDICATIVO
Presente
Sum
Sono
E-ram
E~ra
es
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ras
ri
est
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sum US
siamo
estis siint
siete son o
Imperfetto
rat I ramus ratis rant
ra I ravamo ravale rano
Perfetto
Fu-i isti it
Sono stato
Fui fosti ' fh
Piuccheper,
Fue-ram ras rat | ramus
Era stato ec.
itnus istis erunt o
ere
fummo foste furono
ratis rant
Futuro
E-ro
Sssrò
ris
rai
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Eritt. Lituo lì
IMPERATIVO
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Es
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' Esto
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, - SU tu
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siamo
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CONGIUNTI
V o
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Presente
Sim sis^
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Imperfetto <
.
£s-sem ses
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Perfetto
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Piuccheperf.
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Futuro
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• Digilized by Coogle
Càv* 3. Dsi V'unto
. -1
I H r 1 M. I T o .
i«2 '
Esse, Essere'. Che io sono, c sia-, CK io era, e fossi cc.
Ellisse essere stato'. Che io fui , sono ,e sia stato ec.
Fore, o Futunijn, am, um esse. ec. Esser per essere;
Ch'io sarò, e sarei ec.
Futurum ec. fuisse : Essere stato per essere'. Ch'io
sarei stato cc.
OSSERVAZIONI
, Sul latino.
Anticamente tutte le voci di Som avean 1 ’ t iniziale S-
snm , esumus ec. Porem , che usasi ancora per essem , toro ,
Pui son voci dell’ antico Può. N. Met. pag- -50S.
Sull' Italiano.
Sia, composta cogli affissi m, ti ec. fa sìe-. stenti, sie^
gii ec.
Voci poet. Puro, fur , fumo , foro per furono, fia , Sa-
no , fono per sarà , e saranno , siano per siano. Para , fora:,
no , sarta , soriano , seriamo per sarebbe, sarebbero. Da que-
ste in fuori , tutt’ altra voce, che s’incontri, è antiquata.
Le pers. 3. di Avere anche soglion usarsi per Essere. P-
e. Non ha lungo tempo (e). Quante miglia ci hai ( sono )• ’
jRbbevi di quelli ec. ( furono ),
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io8
ErtM. Libro T.
TAVOLE
Delle Declinazioni de' V ^rbL ^
PASSIVI
PRIMA bECLINAZIONE.
\ »
INDICATIVO
y •
Presente '
Am-or ans atur | amar amini antur-
Sono amato J
Imperfetto
Amab-ar aris atur I amar amioi anlur
Era amato 1
Perfetto
Amatus, a, nm, smn,fai ec. amati sumus » fùinMis ec..
Sono stato amato ec.
Fui amato ec.
Piuccheperf.
Amatus eram, o fueram j amati eramus o fueramus.
Era steto amato ec. I
Futuro
Amab or eris itur j imur imini untuu
Saro amato ec. I
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Cap, 3 . 'Dm F'skpq 109
^imperativo
Am-are etur emùr amini entur
Ara-ator alor autor
Sii tu amato siamo noi , amati ec.
C o N Gl UNTI V o
Presente
Am-er eris . elur I emur emini entur
Sia amato ve. |
Jmperjetto,
Amar-er eris ' etur emur emini entur
1. Fossi amato ec.
a. Sarei amato, ec.
' ^ Perjetto ' ,
Amatus ec. sim o fuerim I amati sìmus o faerimus
Sia stato amato ec. )
Piuccheperf. . «
Amatus essetn o fuissem amati essemus o faissemus
1 .Fossi stato amato ec.
a. Sarei stato amato ec.
Futuro
Amatus ero o fuero ec. I amali erimus 0 fuerimns
^ Sarò stato amato cc. |
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110 Etik,'‘ Libro /.
N
INFINITO
Perf. ed Jmperf. ‘
Amari , esser amato Che io sono e sui amato ec.
Che io era e fossi amato ec.
Per/, e Piucchep.
Amatum am um esse o fuisse , essere stato amato
Che io fui, sono, e sia stalo amato ec.
Che io era e fossi stato amato ec.
Futuro I .
Amatum iri ( indecl. ) , o amandum , am , umj os, as ^
•*- « fore , Eisser per esser amato : Che io sarò , c sa-
rei amato. <
\
Futuro 3.
Futurum fuisse , ut amarer , amareris ec. Essere stato
per esser amalo'. Che io sarei stalo amato ec.
Futuro 3.
Amatum am um fora ; amatos as a fore. Essere sta-
io amato : Ch^ io sarò stufo amato.
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Cjp. 3 . Dei Veeeo Iif
■ SECONDA. DECLINAZIONE
INDICATIVO
Presente
\
Tàc eor eris elur I emur etnìni entur
Sono taciuto ec. j
Imperfetto
«
Taceb-ar aris atur J amur amini antur
Era taciuto ec, |
Perfetto
Tacitus sum o fui ec. | taciti sumus o fuimus
Sono stato taciuto ec. I '
Eui taciuto ec. )
Piuccheperf. -
Tacitus eram o fueram I taciti eramus o fueramns
Era stato taciuto ec. |
• , Futuro -
Taceb-or eris itur I imur imini untur
Sarò taciuto ec. j
IMPERATIVO
•
Tace-re atur emur emlni antur
Tac-etor etor enlor
Sii tu taciuto siamo noi taciuti
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iia
EtIU. LiB. Im
i
CONGIUNTIVO
Presente
V , ^ l
Tace-ar aris atur | amar amini aatur
Sia taciuto ec. j
t Imperfetto
Tacer-er eris etur | emur emìni eulur
I* Fossi taciuto ec, j
2 , Sarei taciuto ec. {
Perfetto
Tacitus sitn o fuerim , , jtaciti simus o fuerimus
Sia stato taciuto I
e. . • , '
Pluccheperf. . •.
Tacitus essem ec. I taciti essemus ec.
Fossi o sarei stato taciuto 1
. . Futuro
Tacitus ero o fuero taciti * erimus ec.
Sarò stato taciuto
’ ‘ ' ' INFINI TO
Taceri , esser taciuto ec.
Tacitum esse o fursse-^ Fssere stato taciuto ec.
Tacitum iri , o tacendùm fore ec.
Tuciluui forò ec. Vedi la Tar. precedente
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^ ■ : tebza declinazione
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Leg-or eris
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IJfDICATlVO
Presente
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V ' Imperfetto
Legeb-ar , aris atur j amur amioi antur ' •' .' ^
Era letto ec. I • . ,t'- • ' ''\4
I ; .■■ ■■'*. ..-t-i
. •“ ■ •'?■ /:■;«
Leclus è il Padic. pei Tempi composti. Vedi ^
Futuro
A . I
-* ,■ \t' '»
./v ^ ^
Leg-ar eris elur
Sarò letto ec.
I emur ‘ «mini entur
XMPERATIYO
' V* V '2
i • •
«
^ Leg-erc atur
,,'rfc'^r Leg-itor iter
. 3 Su tu letto
-,. ,f ] <- ■■;' x -i-. -'j;!
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amur immi antur ^ f
, %i. \ .. . • .
, untor : ;v^ s
. - J ..-Mi
r. i ^ -tr / ^ -V
‘ ' c òìfMfr I tF N T nro*" ' ■ -■ >?'• ■
' * ^ - . . T - •* ; ' >
- ‘ . Présente v. . ,■ ::‘ r
Leg-iv arra , atur I amur amini antur": -V * "
Sia l yO ec. V f -
8 ■ . . ■•.•,. :• -Vv V’
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' ■ f?-
” Ì .-7 ^ '
Lèger-er eris etur | emur eqaini eotur
Fossi letto '* i
Sarei letto , ■ ,
I tre teuiju composti si formano come nella i.Tar*
«>■ -
IN F I «1 T O ' ' ^
Legi , esser letto ec.
Ii.eeium esse.o fuis*e , essere, stato lèttfi
■ Lectum iri , o legendum fore ec.
Lectum fore ec. u
1 '
: ‘ QUABTA DECLIN AZIONE , vi
- INDICATIVO^
V*- V »• ■> ; y \ . » ; ;■.
Presente ^
Aud-ior iris ilur I imur imini ianlur
Son udito ecv^.* ^
r.:, hfffirjem
■ * Audfeb-ar aris atur 'I amur ^ àmini ■ ' ’ anlur
•' ' Era udito j - <f ■■'■■■ ' v
• / ' Del Peif,^. ^ I. Tav
Andi-ar , cab ,eUir I «8^ar / ^ cntur
satìs udito - v j '■ .
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C jp^\ 3 . -Del-
BO
ii5
IMtERATiVo
- ti I -
Audi -re atur
' Aud-itòr ‘ - ijor .
Sii tu udito
>1
amur
imim a«(ur
s Y ' untur
, Tv
^ >
congiuntivo ' ' ' '
. ' Presente < .
Audi-af aris "atur j amor t amiate antur
Sia udito ' p . ■»' * V
Imperfetto ~ » • i\
Audlr-er eris ' etur
Fossi udito
Saréi udito, >v .
emor ' émiài';'' entur
^ '■ . t I- .
SieguoDO i tre tenifù composti ^<ie si for ma^o T,
.come nelle Tavole precedenti. - ., y. .
, . : . ^.INFINITO,
■^A udiri ' esser udito ! - * ’
Auditum, es^e o fuisse y^essere staio . udito ec* ; V
'Audilum iri , o audiendupt fope ec„ . ^ w
Auditum foie.ec. V, la Tavola', a< norma uli
- cui si faranoovle recùe dallo altre. -> , *
AVyEATIM E K.T O IL * - - s
. -Q»i convieo dettare la ter*» Jlegola di conve-
nienza grammaticale' (' . ) ossia le - '
- 'Sp '' .«T-v a-.,:»*-
%t
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' ii6 EtiH. Lib, I, .
TERZA CONCORDANZA
ì
Del Eerho col Nominat.
' Il Verbó col Nominat. si accordano > in due Pro*
priclà , nel Num. , e nella Pers, (i 5 )-. Cosi Pater
amat sono in buona concordanza, per esser amendue
dello stesso nnm. , e dt Ha stessa pers. <
Costruzione.
Il Verbo attivo si costmisce col Nominai, agen^
tc , e coir Accus. paziente (77). il primo è il soggeA^
to , e ’l secondo è 1 ’ oggetto dell’ azione (73). P. c.
Dio governa il mondo , Deus re^it mundum.
Il PASSIVO si costrui.sce col Nominat. paz. e coll’
.^ablat. agente colla Prepo.siz. A, AB, o ABS, d’or-
dinario taciuta nelle cose inanimate (i). 11 ^ Mondo è
' governato da Dio , Mundus regitur a Dea.
Dai quali esempj si scorge , che cangiandosi la
forma della proposizione , l'oggetto deU'Atlivo diviea
soggetto del Passivo. E que.sti sono iloro casi essen-
zia/{ , o principali. Soglion aver ancora altri casi ac~
cessoij 1 de' quali nella Sintassi.
Or la declinazion composta de' Nomi (Scj-avv. )
si aumenterà del Verbo per tutte le 4 - Declinai. , e
# per tutt’i Tempi aitivi , e passivi. P" e. Nomin. Ego
idem tuus discipulus socors , (jui amo , tacco , lego ,
et audio. Genlt. Mei ejusdem tur discipuli solertìs ,
^mi amaham ^ tacCbam ec. .. variandosene gli esempi
in tutte le pers. , e .con altri Verbi ancora. Si ottie-
ne con quest’ esercizio speditezza nel declinare , nella,
pronuncia , e nel porre in accordo le parole.
^ (1) Cón queste ancora trovasi talvolta la preposiz. espres-
sa. Non atluumur a mmrì moenirt exirttM- t'ic. OtEci a
tt t » vtin frate, Cic- 5,.cp. 12,
Digitizect by Googic
9
Cjp. 3. DtL ysfito iiy'
Dispensati i faiicÌHlH ornai di appoire ai lor pen-
si la laj^ioiie , si esercilei-aniio nell iniirinUi- le pio-
jiosizioiii , esponendole altivan»eute , e passivamente
in amendite le lingue.
La sperienza però ne ha fatto conoscere che i
fanciulli in simili esccuzicmi di precètti, per ordina-
ti e chiari che t^esti sieno , urtan seinpre nello sco-
glio della eoulusione. Quindi egli è d’uopo die qual-
die massima luminosa di pratica ser»a in ciò loro di
guida. Una serie di poche opportune diinatide , e rì-
spaste, sou tutt’ il mezzo, onde man mano accender
loro ne ir animo questa luce.
Che y erbo egli è ? Che Participio egti è? È
ittit a , è Passivo. Prima domanda , prima risposta.
Perché (licesi Attivo ? Perchè si accorda con chi
agiice. Perchè dicesi Passivo? Peri ìtè si accorda con
cìu polisce. Due altre domande, due altre risposte ,
o con esse due Massime fondamentali d’esecuzione.
CoH (filali Casi è costruito il Verbo Attivo ? Con
tfuali il Passivo ? QuaC è il termine adente ? qual il
paziente ? In qual Caso veulan questi coll' Attivo , in
(juale col Passivo ? Ma soprattutto : Che'' sjìecie di
pr,pnsizio/iel Se complessa, o incomplessa, se pria.-
cipale , o incidente ( V. 1’ Appeiid. seg. Ecco lo
domande, alle quali obbligar .sì voglion sempre i gio-
vanetti a dare le lor congrue e ragionate risposte ,
soprattuUo in analizzando i Itir pensi di traduzioni
dall IlaliaDu al Latino , ed al contrario.
n8 Eriu. Lib, '*•'
S Ss RV J'X IONI
' Sui futuri dell' Infittito ' ^
Per intender la differenza dei tre Futuri deil' Infinito;
xifietter convieae a -due cose/ prccisantente , aU’«s/p»^, ed al
tempo, L' azione in tutti e tre si ha sempre come non latta , t
e quindi come futura, ma con differenza, che’ nel i. decsi
ancor tare, perchè il tempo di farla ai'cor dee venire. F. e.
Credo ; che dojn«mi -riceverò lettere , Credo., ine cfas acee-
fiturun esse epistolas. z. non deesi piti fare , -perché il
tempo di farla è già scorso. Giudico, che.jeri avrei ricevuto
lettere, se non fosse piovuto , y/zy/Vo me iieri accepturum
finisse ep-.stolas, ni pluisset. Nel dee farsi rispetto all’e-
poca del Verbo finito , ma si ha come latta rapporto ad un’
akt’ epoca posteriore. Credo che avrd ricevuto lettere, quan-
do tu ritorqers|i , CredtLfiore p ut ,acceperisn epi^tolas , cum
tu redi bis, *
"■’Nél I. adunque l’ azione, c ’l tempo sono futuri amen;
doe; nel 2. l’azione è futura , ed ii tempo' é passato: e nel
q. l’azione è luturas-e passata rispettivamente 11 i. è un
Futuro assoluto , il. z. é,un Futuro passato anteriore , il 3.
un lututò passato, posteriore. I-a lor forma costa perciò di
dtle voci , una per l’azione, l’altra pel tempo.
'• Id Attive il Futuro'!, si forma col' Partic. in RUS , e
JSsse , c talvolta fare (i-). 11 z. collo stesso Partic., e Puisse.
31 3, con fere ut, e 'I Perf. congiunt.
In Passivo la forma del *• è Amatum ir: Indecl. 0 Aman-
'Atim fiore deci.', del z. è Puturum fiuisse ut coll'Imperf. con-
£iunt. (2); del j. è Amatum fiore deci. In Italiano il i. c z.
ixaane ancor altri modi equivalenti. Così il 1 . Che io seno ,
o sia per (imare, o sarò per amare ; ed il rimoto = Che io
narei,o sarei stato per amare, o avrei amato ,\l x.Che sarei
stato per amare, . ^
(r) Anticamente Usavasi indecl. Credo inimicos hoe dictu-
vum. Crac. La forma amatum ire , che alcuno gli da, è co-
munemente riprovati. <
(2) Le forme Amandom esse, e fuisse dinotan futuro col
Senso di necessità , come quelle che portan l’ Accus. del Ge-
rundio.
)
(
Digilized by
..
-I V
/*>-
/ \
Cjp. 3 . Dev P'eeeo
^ ' J[ ' P P E N I> 1 ^ t.
, Uso de'duc v>erbi AutiliarU
' AVERE
i'é
2 .
Avere usasi I c<m verbi Attivi^ come Ho scriliin
cd ho scritte le lettere (i)f.
II. Coi Neutri iolransitivi , che hanno il parlic.
passato indeclinabile. Egli ha camminato, ella ha
camminato passeggiato , girato, dormito, dimorato,
gridato , languito , Uos^icato , rijmsalo ,^egliato ee. (a).
III. Coi pàrtic. dovuto , ]>otMio , voluto i
<pie sia r infin.., che lor siegue^.jKb dovuto scrivere,
So dovuto andare ^3).
IV. Coirinfin. preceduto da o iu senso di do-
vere , come Ho a curare' ( debbo- )l ; Mas» a fare
( si, dee b . • * ' " 1
~ , ,, I ■■ k •
(i) n parti'c. pu^ u.sarsi in<lerfÌB..,o aocordàto coll*(>f;|^t'
to. Nel primo^tnodo , Kd scri'to è tutto il vèrbo, e le lette-
re è l’oggetto; pel secondo il solo ho ^ il veilio , e le lette-
re scritte è tutto l’oggetto, e sfritte è come' semplice agget-
tivo verbale, prcssocchè simile airA/ièeo eiictvm ,.ptsìtvm
per tiÌM’ , pe ai, i , '' '
Se precedon gli obbliqui di minot^encrgta- ( y3» osi-, f ^
o il relativó, il parttc. varia con essi. For «ir avete vedutA
le ho Vedute ; fili «omini, che ho veduti , e non gì li vedut»,\
' (^) Piovere, Correre, Ricorrere s’ nsan col partic. indect.,.
e dèci., e quindi dicesi : ha piovuto pietre ( Paria )',.o som
piovute pietre ( cadute ). Con tal differenza disse 11 Bocc,.;
avendo corso dietro alCamante, Sentendo Arrìgueeio esser cor-
so dietro a Ruberto. G. 7 . N. 8. . i .
( 3 )Non già son dovute andare coirte pur si teggè' nei Clas-
sici , usi ad unirvi l'ausiliare ^’ompeteme al verbo- infi'oho.":
poiché oggi vi si usa indistintamente il solo Avere. B qhl' 4
Boti, Vfìe cogli obbliqui mi , ttec. vi si 'adopra ailhha Ave-
re , se i inecksimi si affiggono ali'^lnfiit.-; . ed Èssere -, * f
premettono alla frase. P. vnlti'o vendìearniì . e'idì inm
voluto vendicare ; Ella ha potuto ingéttmjrsÌ Y è«-W'V petutdi
ingattuare, ,
Digitized by Google
/ ■ . i ■
' • . <
V. Con *« senpo di «Mer necessario. JVba
m' ebber luogo. Bqcc. G. 8. N. i.
VI. Nelle persone terre usasi non raro |>er i’f-
sere. Non ha guar* (è). Quantf miglia d ha ? ( so-
no ). Ebbeui di <fuegli ec. ( faroQO ). Ebhon taglia-
ta ia testa ( fù loro )r m<Wierc tratte dal francese.
■ESSERE
> , , • • .V ■ . . ! •
<• ^Essere uiasi I. coi verbi Passivi » come »S«e#e /o-
'datì ec. IL cft verbi Attivi , quando s’usan cogli òb-
Itliqui di minor energia mi , ti ec. ( 58. oss. ). Mi
son difeso y elle sì son difese ; E^li s‘ è data la pe-
na , si è tolto il cappello ; ci siam fatta una premu-
ra , Un dotiere- ec, (i).-
> ' II/. Coi verbi Neutri » intrans. , ebe' hanno il
partic. passato deci. , come sono : Egli è partito ,
ella è partita , passata , andata , fuggita , caduta , -
salita , nata , , comparsa y morta j mancata , marcita ,
‘ec. ( 2 ) ; e quelli , cui si uniscono gli accennati ob-
l>iqui nii , ti ec. , come Ci siamo affini , lagnati ,
doluti , pentiti , studiati , seduti ec. ^
IV. CoW'Infn. preceduto dalla prep. da in sen-
po di dovere: come non è da credere , son da ri-
prendere. *
V. Coll’ Infin. preceduto da per , esprime così
un tempo futuro , equivalente al partic. futuro latino.
Son per ritirarmi di qui: Era per uscire.
— ^ ' -
ometto è come esteriore al Soggetto, puA star-
vi Avere. Mi ne fatte le letiere. Non se quel che mi abèis
elette. . , .
( 2 ) Fuggire, Passare , Salirei, Vivere se son seguiti da
nome scum prepos. a gu'sa di attivi , van con Avere , come V
Ma fuggite ì ladri , Ha passate il fumé > Ha ialite al «fi'*-!.,
toè. Ha vivtm amiti étuv,^ I
;
Digilized by Googli
* •
Cap. 'ik Dts. F'smo ■' i4i /
A P P E N DI C E H ' «
' t
Intorno alla Proposizione. " ' '
Il Nome Sostantivo , 1’ Aggettivo , « ’l Verbo, di
quali abbiam finora trattato , sono gli essenziali com-
puuenti della PROPOSIZIONE ( 4 . a ). lodaino il
Grauiatico , senza la cognizione di questa , si pro-
metterà dell’ accesso ne’ penetrali della lingua : indar-
no si sforzerà egli di sviluppar , qnant' è mestiere , '
, i foiulamentali precetti di sua scienza , di approfon-
I dirne le eogiuzioni. Egli non può ignorar la natura,
la forza , l’uso della Proposizione, senza ignoiare,
il fondamento della sua scienza, e ’l costitutivo es-^
senziale della Lingua.
Ogni discorso è un aggregalo , una catena, di
proposizioni. Ogni proposizione è un giudizio prò- ,
nunciato^ colla voce. Ogni giudizio è sempre il cono-
scimento della convenienza , od ofiposiziotie di due
idee, una della sostau;^a , della qualità 1’ altra ( 1 4 . ). ^
Noi qui definiamo la Propotiz o/ie per una parte es- ’
senziale del discorso, cbeco.'ta di tre voci , cioè «T ua
Xfotnc Sùstant, , e d’ un Ag^ctt. , che tali due idee ,
esprimono , e d’ un Verbo , che ne manifesta la con-
venienza , o ripugnanza. I due primi sono i termini
della Proposiz. , chiamati dai Logici Si'geetto , ed
Attributo , e 1 Verbo n' è come il vincolo , detto
perciò Copula : P. e. in questa ; Io sono amante , Io
è il soggetto , Amante è TAltriLuto , perchè attribui-
to al soggetto , ed il Verbo Sono è la lor Copula.
Il Verbo dunque primitivo ed universale, de-
stinato a formar tutte le proposiz. , è Sum. Nondi-
meno in grazia e della brevità , e della variazione ,
«Itri Verbi si foggiarono equivalenU a Sum, e ad
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■. £>
ixs EriH. Lib. I, ^ c
un Nome aggclt. , detti perciò Verbi Aggettivi ( 69 ).
Così in vece di; Io sono (incinte, dirò: Io finto- ^ .
Varie specie di Pro[>osizioiJrt si dislingnon dai
Logici. Noi lasciando ad essi tutte le altre , che non
liaa rapporto necessario coi gramalicali precetti , • le-
distinguiamo qui in incornplt’-ssc , e complesse,^ ^ ^
Incomplessa è la proposiz. , i cui U'rtnini sono-
incomplessi , cioè non abbraccian altra pi’oposii^ su- ^
Laiterna , come , p. c* La Gramatica è la. scicn.^.
dei se^^ni delle idee. Complessa q»iclla , che gli ha ^
complessi , cioè , che portano annessa^ altra propos. ..
subordinata ed accessoria , che i Logici cbiaman In-
cidente , quasi aggiunta per incidenza : la quale m
Italiano espriniesi d’ ordinario o per Verbo col Re-
lat. ( 60 . a), ò pel (ieruudio '( 77- )• .
Gramatica , else è la scienza de' se^ni , ovvero a
Grnrnntica essendo lei scicftza de segni ^ è affine ail^ ^
Logica., che è la scienza delle idee (3. a ) . ove la ^
Gramatica è affine alla Logica |è la priucipale,
due altre sono incìdenti. |
Questa differenza di prop4sizIoni , clw appena
ha qualcliè uso in Logica , fa tutto il pregio dell o-
pera in Gramatica. Non altrimenti , ebe per essa si-
può nel caso di simili complicate proposizioni riusci-
re a far conoscere c distinguere i termiui^di <• gente ,
di paz. ec. , e farne intendere i differenti rapporti ;
non alli-imenti si posson gl' insegnamenti de ParticipL'
colla debita facilità comprendere ed apparare.
S
CjP. 3 . D'tt VsKBO lÌ 3 *
, ARTICOLO III.
/
De' Verbi' Neutri ^ Com. , Depon. ed Impersàn.^
NEUTRI '
4
' 79. 'I V^rbi Nèutri (i) sono^ quelli, che
terminando in 0 (a) espriipono altri 1’ inaiione,
altri J’ azione intransitiva , altri la transitiva , ina
senza règger Àccus. paz. ( 77. 78. avv. )
80. Sono dunque i Verbi Neutri di tre sor* *
te , di Stato , Intransitivi , e Transitivi. Addi- ■
tiamone
aleuni.
1
^ • t
Di Staio.
in V *• *
Sum
es
fui
esse ,
essere
Sto
stas
steli
atum
are
stare
Dormio
is
ivi
f itmn
ire ,
dormire
Maneo •
es ■
/si
1 sunl
ere ,
restare “
SedjCO
es
di
essutn.
ere ,
sedere
Vigilo
as
avi
atum
t ,
are ,
vigilare
Intpansiiivi,
\
' ■. .
Dkeedo
>
ÌSt>
essi
sum
ere ,
partire
Scando
is
di
sum
ere ,
salire^
Smgd
is
r
reati
V t
ectum
ere ,
levarsi '
,(i) Da Neuttr, nè 1 ’ uno, nè 1 ' altro, cioè nè Attivo ^
nè: Passivo. ^ ,
(2) Eccetto Sum , coi composti « Mtmìni, Nevi , Oji , ^
Coepi. Quelli di i. specie son detti perchè sene' aver ‘
apporto necessario con altro ‘teriniae fuori del lor sogj^et.
to : compion per K soli I9 - v
/
l
Digitized by
ia4
Etim. Lia. /.
1 Transitiva
i
Studeo.,
es ■
ui
ere ,
stuitìare'
l’aveo
es
vi
utum
>
Jauorire-
adirai^
Succenseo
es
ui
^sum
ere ,
Obr.dio
is
ivi
itum
ere ,
ubbidire
Parco
is
peperei
parsuua
ere }
perdonare
. 1
’•
•
Misti.
\
Audeo
es
ansus
suin
ere '
ardire
fjaudeo
ts
gavisus
sutn
ere ,
rallegrarsi
Solco
es
solilus
SUR»
ere ,
solere
Fido
is
fìsus
sum
ere.
jèdare '
Confido
is
ilsus
SUOI.
ere ,
confidarsi
Passivi.
-
Fio
fis
fàctas
siiin
fiert
esser fatto
Vapulo
as
avi
atum
are ,
esser battuto.
Veueo
is
vL, il
ire ,
esser venduto.
osservazioni
Declinali ì Neutri , come gli Attivi. I misti ne" tempi;
composti han forma passiva, fio ha 1’ andamento di Audio ^
ma si acciesce di una e nell* imperf. congiunt. , e nell’ Infini-
to; e ne’ Kmpi composti ha forma passiva, l’ Imperar, si sup-
plisce col Pres. congiunt. facio n*é Taitivo. Per A» de am
t Auderem trovasi atisrm , sìs ec.
1 Neutri di Slato , e gì' h>tra»t/t. si costruiscono altri
col solo Nnminat. Ego vivo miseri altri col Genit. tmeora ^
alyi col Dsrt., altri coll^Aocus. di tacita Preposi z., ed altri .
coll’Ablat- UTransit. reggoii il Dat. Tutto sarà nella Sintas-
si divisato. 1 Neutri passivi han sìgnificaz.i e costruz. passiva..
I veri e naturali Neutri son quelli di r. specie cioè it
stato (Set). QuOlli di z. specie non sono che attivi » perchè c-
spriffiono azione , comcchc intransitiva. Ed ancor più attiti '
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Càp. 3. Del J^erso ia5
son quelli di j. specie, che esprimono azion transif. , esclusivi
da|{li Attivi , sol perchè non hanno acc. paz. (77), che pure
aver potcano, se l’uso il volea. Laedt , e Noceo , tutto che
sinonimi e transit. 1 ’ uno ha nondimeno 1 ’ Acc., che dicon co-
gnato , essendo esso non pur senza effetto , ma iiKompatiJjile
eziandio colla buona forma della lingna. K se vi è talvolta,
ei non di|>ei.de che da tacita .Pieposiz. : il ehe si fa per de-
terminare il Verbo ad un senso specificato, ( osi *i«rp/fl,p. e.
significa servir per via di schiavitù , di officiosità ec. Quindi
si è detto Servire servitu'em (per) nel primo senso..
Ciò si rende ancor più manifesto i. dall’e servi spesso ’
per una specificazione maggiore , unito un aggetti Duram ser-
vire servìtutem , Vivere vjtam tutam. Ut suvm gau iiu n gau-
deretnus (propter). 2 Dall’ uso, invece, dell’Ahlat. Servire ter-
vitute , Vivere vita v l-*all’ uso di altri Accus. estranei. JVo-
etes vigilabat (per) Moereo casum ejvsmodi (ob).
COMUNI
81. I Verbi Comuni sono quelli, ‘che han
terrainaz. passiva (i) , e sigmfjcaz, e costruzione
attiva , e passiva (2).
Aspernor aris atus sum sprezzare, ed estere sprezzata
Depopulor aris atus sum saccheggiare , ed esser ec.
Dignor aiis atus sum riputar degno, ed esser èc.
Dimetior iris mensus sum misurate, ed esser ec.
Horror aris atus sum esortare, ed esser ec. (’)
( 1)1 Futuri, dell’ Inf. 1’ hanno attiva e passiva: Harta-
turum , am, um esse ec. Hortatum iri ec.
(z) Animai aspernatur dotorem. Cic. tìortatur ab ameis,
Var.
(■5) Son questi i più usitati. Altri ancor se ne incontrano,
benché raro, in buoni Autori. V. il N. Matt. Voi. 2, Ma
noi non seguirem che raro i rati cscnug. ’
'>a 6 • Ettm: Lib. jf'
" ^ D E P O NE N T I
'Ai'
83. I Verbi Deponenti (1) sono quelli, cìie
han forine passiva (2), e significaz. , è ‘costru-
zione attiva ( 3 ) o neutra. - '\.'r >
.'V ^ ■ >. ' « t
Dep. Aitivi» • '
^ Depon. Attivi esprimono azione trah-
(7^') » * l’Acc. Eccone alcuni tra ì
•ttiolti , che ve II’ ha. , ^ \ ‘
Abominor aris atus sum ari abborrire “
Adipwcor eris'eptua snn» sei acquistare '■
Adorior eris tus sum iri assalire
.laaitor aris atus sum ari. imiiare
.Mereor >eris ritus sum eri meritare
Misrror aris atus, sum ari aver pietà
«Sequor > eris cutus sùm' qui seguire
* , ■ Bsp. Neutri. .
84. Indicheremo aléuaì di questi , per mo-
do di esempio , coll* ordine de’ Casi , coi quali
aogtìon costruirsi. '
(i) Per aver deposito U passivo' signiScato , eh’ ciberò
già quai Comuni.’ ' . _ ■■■
(i) I Futuri dall’ Inf. l’han solò attivo: S,cuturum , at»,
»m tsst t fuisst cc.
(j) P. e, I rei son perseguitati dalla legge , Lex terse^
fuitar refs.
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I
Càp. 3 . Dbl Verbo
Col Genit.
lay
Récordor
aris
atus
snm
ari
ricordarsi
Obliviscor eris
itus
sum
sci
'■
Miscreor
eris
ertus
sum.
eri
aver pietà
•
Col Dati
:
Adversor
aris
atus
sum
ari
opporsi
Auxilior
aris
atus
sum
ari
ajutare
Rlandior
iris
itus
sum
iri
lusingare
,,
, Col Abl
^ •
Ulor
eris
usus
sum
ti
servirsi
Fruor
eris
itus
sum
frui
godere
V escor
eris
sci
cibarsi
f
. . i
IMPERSOHA
L I
T
T )
85.
GX Impersonali son tutti quelli ,
che
non han soggetto ^ ossia nominat. di pei sona ,
ina di cosa soltanto. £ sono Attivi , o Passivi;
N
Impers. ji itivi.
• 86 . Imnprs. attivi diciani quelli , che nella
lor 3, pei st/na tei minano \ c declinano conie gli
Attivi ( 77 ) , situo Intransit. , sieno Transit. , ^
£ccoli divisali coll' ordine de' lor Casi. - <•
■ }»8
•fi.
Ningit
Pluit
Fulgurat
Opoftet
Est
Interest
B et’ert
Accidia
Licei ,
Eiepedit
Placet
I Decel
Latet
Eallit
' Fugit
Pr«»et erlt
luvat
Lelectat
Miseret
p^enitet
/srr**
Col Nominai,,
ebatxit ere navigare
ebatuit ere piovere
abiti avit are balenare ■ ;
«batuit ere bisognare {0
Col Genit’ uffinoy im-
erat fu't nnrtart^ appara
* t
portare., appara
erat iuit tettare , tiUvarCy
ebat tuUt ferro eafere ee. > .
, . • ere accedere '/
ebat tulli ^ esser lecUo ,,
‘ ebat cult ' „ie,oare
r ebai ivit
ebaniti . V
Col Accusai.
ebat cult
^bat tuli . -si
■'ebat fefeUit
jebat git -a
ibat -iit
bat juvit
bat avit'
ebat ertum est
ebat uit
w » , ^
g^e convenire
ere tcser nascosto
ere •
er^ non sape re
site -’f CO
ar e. piacere
are dilettare
ere far pi età
ere pentirsi-
e», -'a- -
^4P. 3. DsLtfCBRSO.
Pudet abat , uil r •
Pig«l eU ■ , ■ '• '•"gog'U^
Taedet • ■ ''phn^ ■ ■ ^ rincrescere
aedet . ..ebal ^ ‘aesum est-ere ««wo/arj/ Ti).
mI. I'I
1 I
' fr/ipersonoli Passivi,
f. . .
,.87 Son.qlùesy'o di coirruz:^^ od assoìuTi
nnji. e SI fortntfrio o dagli Attivi, che bau
prje^wi*'* ^sTn' ‘'V A?c. di
foo'^iu. noiitv.- 'iftc
senza ^om^n. SI formau dai Neutri ’ di 3; ape-
m cS'*'
88. Gli son senza Casi propri ' e
ppsson fori|}arS|,,e da Jùivi , e da Neutri *y/
sfa-J;
» • - >^4 .*.J
•*' 5“«" ult'mi cinque sono Jf/ser/a ,
fintesi, ond’è refto’il^r^ 2’/i«r'//uw , nomi verbali sot-
^c imperiti ae iScT/ P<^dut imperitiae e co-
Genif. star suole *' "" ''««°S"a
/*"**'/. Io non mi vergognerò di dirlo.
9
.* ■
, Digilized by Google
‘'i3o
Ktim. Li». "I.
■ OSSERVAZIONI /
Fra i misteri i più pscuri dell'Arfc^.c chi? han t^'ù
servito a «logorar il cervello de’ Gramatici • tcngon il primo
luogo i Verbi imiersonali. C 2 peita denominazione, che loro
imposero i primi padri della liiwua, essvfnon potea più pro-
pria, nè piu naturale. Ma avendone la barbarie fatta smarrir
la ragione, i Cramaticì han poscia detto intorno a ques'i Verbi
.unlmondo d- c«>se inopportune ed eftr'ahpe, Chi per giustifi-
Carne, e chi per riprovarne upanomenplatuta,' pi, l’assenso uo{-
versaie de’ saggi , c ’I tempo avean di già sanzionata. Ma e co
'alla pur iinc’qu'l velo impenetrabile squarciato , che la nig.
gino^a barbarie irveavi per sopra disteso. Fcro -scoverta e rin-
. venuta di già quella ragione che ne fa ora conoscere adegua-
'tamento la natura Tutti al costei lume or si dileguan gli
arzigogoli de'Cramatici , <]ual nebbia leggiera all’ apparii
(klk’ astro luminoso del giorno. Il nfiu(raJe„)px principio si k
di già colla nosira definizione risiabilifA. . ,
• • Fsd adunque son detti tmpeis. non perchè sien privi dd«
le lor persone , come si è comunemente opinato ( che il Ver-
bo non ha propriamente pepsone ma perchè sono insu<
s>ettibìl> del soggetto di persone. La lo«\ denominazione in
somma non viene' che da ima ragtouc- em nseca , essendo ella
negativa non della persona di se medesimi ma di 'quella si
^iie del lor soggetto S 72. ). ?
Non è 'dunque per l'uso, come si è pur dc*to , che sien
questi V*irbi priv) delta i.'e a. persona. Anzi IO son essi del*,
la ancora, Mrchè neiriinen colla lor •ifsincb^a può star,
mai soggetto di persona , d r non potendosi , p. e. Petrus in-
(eresi , /icet , J< cet . pudet ec. E se in qualche antico scrit-
tore trovasi pur ciò fatto, come in Plauto, l'a nussc pudeo.
Adole'-cens , itefuere , nirr p’P“s '• tali maniere non eran che
puri idiorismi , cui volentieri i Poeti comici massimamente
imitavano , allor che voleansì i caratteri delle persone espri-
mere. Una pruova di tal verità si è che gli orìdU Scrittori
di tutt’ i tempi han sempre schivato tai modi di dire , come ^
quelli che non eian punto compatibili colla natura di questi
Verbi.
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Cap. 2. JXbl ymo. i3t
S E Z I O N E n.
P^erói Irregolari , e Difettivi,
' A
Irregolari Latini ,
I Verbi IwiBooiARi (i) sono queUi, che
non ueclinfln costantemente secondo una rwfola*
^ Latino non queali cinque semniici 3 b« J
Fero , Eo , Queo , e Foh , ron vari Iqe^
composti. f* T
Som , come ausiliare de’ Passi?! , si è quivi
premesso. I composti sono ^
Ab-sum
Ad-snm
De-simi
lo'Sum
Inter*sum
Ob-sum
Pbs-sum
Prae-sum
i es , fui , esse
1 es q fqi , esse
* es , fili , esse
» es , fui , esse
, es , fui , esse
-, esj'fui, esse
, tes , fui , posse
es , fui , esse
I
esser lontano
assistere
mancare
trovarsi
esser presente
nuocere
potere
presedere
— T - » , '-«.«.o fftcseaere
^ro-sum , des , fm , desse giovare ( 2 )
bub-sum
es , fui , esse
buper-sum , es , fui , esse
esser sotto
restare
j 0 Eterocliti.
Potesse dices Pos.em, Pesce. Ei sqìo tra i
nv”l”tcìniiK Infin, preqdc ]a </,
,c. à
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x3ik Etm. Li». I.
Fero ha dell’ analogia con Lego. L’ italiano
Portare è , conio Amare.
Indicai. Fero , fers , fert | rimus , fertis ferunt
Ferebam , Tuli. Tuleram. Ferim ec.
Imperai. Fer, o ferto , ferte , o fertote , fe-
runto.
Cóngiunt. Feram. Ferrem. Tulerim. ec. Ferro
in%i.
Passivo, Feror t reris, fertar | rimur, rimiai ec.
I Composti sono
Afferò ers attuli allatum ferre apportare
Antefero ers tuli latum anteporre
Auiero ers abstuli ablatum portar via
Circumfero' ers tuli latum girare
Conferò ers tulicollatum conferire'
Defero ers tuli latum denunziare
Bifferò ers stuli , latum differire
Effero ers cxtuH elatum ^ esaltare
Infero ers tuli illatum inferire'
Offero ers obtulì oblatum "offerire -
Perfero ers tuli latum ‘ ^ sofferire
Praefero ers tuli latum preferire
Profeio ers tuli latum profferire
Refero ers tuli latpm riferire i
Transfer o ers tuli latum trasportare
£0 ha dell'analogia coit Audio. L'Italia-,
no Andare è del pari irregol.
Indie. £o is it imus itis ; eunt.
Vado, vò vai va andiamo andate vanno
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Cj9. a. Del V- ImHKa.
i33
Ibam , andava^ giva ec.''Ivi^ andai ^ gii,
Iveram , era andato , o gito ec. Ibo , h ec. »
audrò o girò.
Imperai. I , o ito , ite , o itole , euDto ; va ,
vada , andiamo , andéke « vadano.
Congiunt. Eam ^ as ec. » vada , vadi , vada ,
andiamo, andiate, vadano. Irero , andassi, e
andrei , gissi , e girei.
Iverim, Ivissem , ivero. Ire-
esse ec. , '
1 composti sono
Abeo is, ivi, e' ii, itum
Adeo isj ivi, e ii, itum
Coeo i^, ivi, ' ' , itum
Circunt^o is, ivi, ‘ , itum
Contraeo is, ivi, ’ , itum
Exeo , is, ivi, j.itum
Ineo is, ivi, fe ii, itum i
Introeo is, ivi, ' , itum ì
Intereo is, v ìl^ itum
Obeo is, ivi, 'è ii, itum
Pereo is, ivi, e'ii, itum
Praeeo is, ivi. . itum
Ivisse , Iturum
partire
andare
andar insieme
circondare '
opporsi
uscire
entrare
IS, IVI,
«> ivi, , ^
Fraetereo is, ivi, e ii, itum
7
I
Prodeo
Bedeo
Subeo
Supereo
Transeo
IS,
is,
is.
IVI, e. Il, Itum
ivi,.. e ii, itum
ivi, e ii, itum
is, ivi, , itum
is, ivi, e ii, itum
QU£0 col suo composto Nequeo declina,
come £o, ed è sinonimo ài Possum. ^ t .
morire
precedere
trapassare
coitiparire
ritornare
sottentrare
andar sopra
passare
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i34 Etiti • tiB. !•
* ' VOLO ha una declinazione aneor più irre-
golare degli altri '■< - ' < ‘
r ì
Volo -vis vuU Llumus . vullis volunt
Voglio ^ 0 vòf vùoii.vito 6 %\ gUamo - lete gliono
Volebam ec. volea ec. Vóluì , isti éc. Ho
voluto cc. Volti ^ volesti ^ volle -, volemmo ec.
Volueram. Volam es ec. vorrò ec.
CongiuHt. Velina , is , it | imus , itis , int
Voglia ec.^ Vcllèm , volessi , e vorrei ec.
Voluerim, voluissem, voluero ec.. Infin. Vel-
ie , volere.
• Malo\ sincopato à&'mhgis , c volo ; e -
Nolo di Non volo, ne sono i composti. Nolo nei
pres. indicai, in tre persone ha la n^gaziooe
distaccata cosi : , ^
Nolo, non vis, non volt | Idnaq^, non vultis, nolunt
Non voglio ■, non vuoi ec.~ ; ^
■ • (, i
difettivi iatinif ^
-,
\ ■ . jV
90. Son ^esti di dee. sorte. I. Mèìfiinl ^ ,
Odi , Novi , Caepi , i quali lian tnlt’ i Tetnpi, .
ma sènz’ averne tutte le forine , fcìascuna serven-
do per' due tempi. Ecco la declinazione di Mé-
nuni. ‘ ' ' '
Memini , nisti ec. mi ricordo , mt rieor-f
dai , mi son ricordato , Pres. e Perf.
Memineram,<iȈWcordai;a ec.ltnperf. e Piucchep*
Meminero, ìs Futuro indicai. Gònmunt.' >-
Memento , ricordati , memenlote. Imperai.
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/
f Cm. 2. Dtt Vkk»o. i35
»
'i Meminwìtn ,’isrec.- Pres. e-’Perf. congiuflt.
Memioksem ec^ Meminisse infÌH. ricordarsi ec.(»)
II. Alcuni allri, che han solo ^u«l^he tem-
po , e qualche person<i ' ^ ■
-Ihquam 0 I i* . quh ( qutmas " iaqùiunt
Inquicx', dico ^
Inquiebat , o inquibat hiquiebMit
Inquisii inquit ■ , . ,
luque, inquite. lnq#ens ‘
Ajo,,<//co ais , aìl'J- ajiinl
A^ebam ec. ha tutte le-voei. Ai , di tu,
/ ajas «jat ajatis ajant
Esse V . co® T°oj di iSKiN., ewmin-
«ifln.li da ei» , sigaitìca ^ e si dk« aa-
che Comes , comesi ecl estar » CoinesAns.
Ave , aveto , avete , sta , e state s<m,
Salvebis, salve, sakelo-, sii s aivo ^
A page , apàglto , va via j Ovafc, gioisce
Cede , • dammi , o dimmi | In&t^ eomineia a
Sefit , defiet « defiat, .defieri^ mancare,.
(0 CosH tre altri. Ctepi ha i tenipl coopti pantri v
teeptiu s»m ec. Odi gli ba'col Paitlc»ctffi,ina w senso attive »
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i){6 Etiu. Lta. ì.
VERBI IRREGOLARI ITàLIAIfl.
• >' M .
^gi.^Di questi additeremo le tocì ,>• che s<^
no di dubbia uscita ^ e le poetiche « che ciascup
verbó ha io particolare : che quelle » che haa
forma comune a tutt' i Verbi , saranno in gene-
rale additate nelle osservazioni seguènti. '
Abbarrire Abborrisco , sci , sce, riamo , rite >
soono ; ò Abborro, ri , re ee. Abbonava. Abborrii.
Abborrirò. Abborrisqa'^ abborra. I poeti so-
gliono scriverlo con una b.
Accenda. Accesi. Acceso. Voci poel Aceense, T^r
accese. Accetjso,, per ocicero. . _ -
Addurre , sincopalo' dell’ antico edducere. Ad-
duco. ÀdduceVa. Addussi. Addurrò. Adduca. Addot-
to.. Cosi Condurre , e simili.
Apparire. Apparisco , sii , see , o appare Appa-
rii ^ o vi. Apparisca , o appaja.^ Apparito , o appar-
so. V. p. Apparsi , apparse , apparirò., apparir.
Applauaere , , « Applaudire. Apfdaudo , fa come
Leggo. Applamdis co, cime Abborrisco. U primo è
comune alla prosa , ed- al verso f il secondo è più
della prosa. '
Aprire. Apro. Aprii ^.o apersi. 'Cosi Coprire, o
simili. .1
Ardere. Arsi , desti , arse { qrdeo poeC. ).
Assidersi. Mi assido « mi assisì, mi sono assiso.-
Assolvere. Assolvei , o petti. Assoluto. \. p.- As-
salii , assolto. Cosi Distolvero , Risolvere : il primo
fa disciolsi , dissoluto-, f e ’I a. Risolvei , _ o vetti , o
risalsi, risoluto.. ' ■
Assorbire. Assorbisco , o assorbo. Assorbito , o
assorto. '
•1
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Cjp. a. Dst f'. Irreg. i3y
'-Assumere. Assunsi. Assunto. Cosi Riassumere,
Desumere , Presumere. , • \ ;
Battere. Battei ( Battetti é ant. ).
Bere più della prosa), £ Bevere del verso. Bevo,
vi, ve ec. Bevvi, o vei, vesti, bevve, beve, o vet-
te ec. Berò. Beva. Bevessi , berci , Bevuto. V.^.Beo,
lei, hee , heete, beono. Belli, le, bero. Bct^rò', o
leverò.
^ Bollire. Bollo j o bollisco ec, bogliamo , lite ,
lonó, o scono. Bolla, o boìlisca ec. gtiamo ec. In'
certe -voci si vuol distìnguere da bollare.
Cadere^ Cado. Caddi, desti, cadde. Caderò.- Cadu-
to. V. p. Gaggio , giamo , giono. Cadetti o cadei,
cadeo , cadette , cadè , cadero , o ^er , cadettero ,
caderono'. Cadrò. Gaggio. Cadrei. >
Ce/ere usasi in terza pers. come impers. Cale. Ca-
leva, vano. Cal^e ,sero. Carrà. Caglia. Galene. Car-
rebbe. Caluto , ■ coll’ ausiliare Essere. <
Capire (antlc. Gap ere). Capisco, come Abboirisco.
V. p. Cape. Capono , capta , capea,- captano , peano.
Capirò. Vàie Contenere e in senso tropologico'^,
comprender coll intelletto.
Carpire. Carpisco: è regolare. V. p. Carpo ,
pi,.pe. Carpa.
Cedere. Cedei. Cederò. Ceduto. V. p. Cessi ,
cesse, cedeo , cederò, cessero. Cesso per ceduto'.
Cosi Accedere , Concedere , Intercedere. ,
Chiedere. Chiesi. Chiesto. V'. p. Chitggio , gia-
mo , giono, gono. Chieggia, o ehieggai
Chiudere. Chiusi. V. -p.' Chiudrò. Chiudrei.
Così Acchiùdere , Conchiudere , 'Jnchiudere. ( o Con-
cludere, Includere ') Macchiudere , e Rinchiudere.
Cogliere, o Corre, Colgo, gli, glie . gliamo ,*glie-
te , gono. Colsi. Coglierò. Còlga. Cogliente.' Colto.
V. 2>. Cogitò', gtionó,- Corrò. Coglia.^ Correi.
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i38
Ertu.- Lim. I.
Comparire. Comparisco , o compaio., joiio; Com-
parvi. Comparso. V. p. Compare, confarsi, ^ com-
parii.
Compiere, ocomp’re.T a Compio, come Ballo; o Com-
pisco , come Abborrisco. V. p. Compiea , compia ,
compiano, compiè, compieo ,, compio, compierò ,
compirò. Cosi Empiere , empire. Adempiere, adempire.
Concepire. Concepisco. Concepito , e conceputo.
Così Percepito, ma non pcrcepulo. V. p. Concetto.
Connettere. Connettei , lesti , tiesse. Conaesso, o
Connetluto. Cosi Annettere , Sconnettere,
Consumare , olire alle sue voci regolari , ha con-
sunsi , re , sero , e Consunto dell’ antico Consumere.
Contrire. Mi contrisco , come Abborrisco.
Convertire. Converto , o Convertisco. Convertii ,
o conversi. Convertito , o converso. Cosi Divertire e
o Divertere , Pervertire , o ere , Sovvertire , o ere.
Crescere. Cresco. Crebbi. Così Accrescere, De-
crescere-, Jncrescere , Rincrescere.
. Cucire. Cucio, et, ce, ciamo , cile , dono. Cu-
cii. Cucia. Cucito, cosi Scucire, Sdrucire.
Cuocere. Cuoco, ci,, ce, ciamo, cet^ , dono.
Cossi, cocesti. Cocerai. Cuoia. Cuocessi. Cotto. Co-
si Concocere , Rieocere.
Dare. Dò , dai , dà , diamo , date , danno. Det-
ti , o diedi. V. p. Diei , dieo , diè , dierono y die-
ro , dier, denno.
Difendere. Difesi , o difendei. Difeso.
Dire, sincopato dell'à'ntico Dicere. Dico. Dice-
va. Dissi. Dirò. Dica. Dicessi. Direi. Detto.
V. p. Ditto.
Dirigere, Diressi. Diretto. ’
Distinguere. Distinsi. Distinto.
Dolere. Dolgo , duoli , duole , dogliamo , lele
gono. Dobì, Dorrò. Dolga , Dorrei , Doluto.
Cjp^ a .' Del Vekbx),
|30
Doglio ^ (iole, gliono , dàlieno , doglia , dogUano.
Dovere. Devo , o debbo , vi , ve , debbe , dob-
biamo , vele , vono , debbono. Dovei , o vetti, vesti,
vè , vette , vcmmo ec. Dovrò , o Doverò. Debba.
Dovrei, o doverei; Do. nto. V. Deggio , dei , dee^
deverno , o deggiamo , debbiamo , dcggiono , o rfeo-
no. Devrò. Dcggia.
Erigere , ed Ergere. Eressi , o ersi. In luti’ altro
sono regolari.
Esaurire. Esaurisco. Esausto è il parile.
Fare. Fo , fai . fa , facciamo , fate, fanno. Fa-
ceva. Feci. Farò. Faccia. Facessi , Farei. V. p.
Faccio i face , fea , feano. fei , festi , fè , feo , fem-
mo, feste, ferodo, fe< o , fer ,ferno ferino.
Fendere. Fendei j o Fessi. Fesso, e fenduto, V.
p. Fendeo.
Ferire. Ferisco. Ferito. V. p. Fera, f erano.
Fervere. Fervo. FerVèi. •
Ficdcre è del verso. Fiedo , Fiedei cc.
Fiacre, o Figgere. Figo, fisi, o Ossi, fitto, fi-
so , o fisso. Così Affigere , Configere ec.
Fonderie. Fondo. Fusi , o fendei. Fuso , o
fenduto. Cosi Confondere Diffondere ec.
Fremere. Fremei , o fremetti. Fremuto.
Giacere. Giaccio -, giaci , giace , giacciamo ec.
Giacqui , Giaccia , Giaciuto. "
Gioire. Gioisco. Gioii. Gioiendo. -
Gire , ed Tre mancano del sing; ne'pres. : gia-
mo , gite , o ite. Giva , o iva. Gii , ^isti , o isti , gl
ec. Girò , o irò ec. Giamo , giate. Gissi. Giròi. Gi-
to, o ito. ' - ^
Godere. Godei.' Godérò'V. p'. Godrò , godrei.
Inquirere. Inquisisco. Inquisiva. Inquisii 'ec. è
regolare. * ' • ;
Licé , ’ e talvoltu Dece è del verso. Lecito è co-
mune } nè v' è altra voce di tal verbo^
i4o Etim, Li». /.
Mergcre. Morsi , gesti ec. Morso, Cosi Emer§»~
re ec. e Àspergert , Tergere ec. '
Mescere. Mescei. Misto.
Mietere, Mietei. Mietuto.
Moteere ha solo Molci j molce , molcetra.
Movere.^ o Muovere. Mossi. Mosso.
Nascere. Nacqui. Nato.
Nascondere. Nascosi. Nascosto. V. p. nascoso.
Negligere. Neglessi. Negletto.
Nuocere. Nuoco , ci, ce. nociamo, noceto,
nuocono. Nocqui. Nuoca. Nociuto.
■Nutrire, o nudrìre- Nutro* o nutrisco.
O^cn're. Offerisco, o Offro. Offrirsi. Offrii. Offerto,
Parere. Pajo , ri , re riamo , rete , rono , o jo-
no. Parvi. Parrò. Paja ec. Paruto. V* p. Par, par-
si, parse , Parso.
Partire fa Parto, per far partenza da un lu<v
go 5 e Partisco , per far piu parti d’ una cosa , di-
vidoudola.
Pascere. Pascei. Pasciuto.
Pendere. Pendei , o detti. Penduto.
Perire. Perisco. Perito. V. p. Pero, ri, re.,ro^
' no, perio, pera, perano. ^
, Piovere. Piovvi , o Piovci. Piovuto.
Ponere, e Porre. Pongo, ni , ne , niamo , no-
te , gono. Posi. Porrò , Posto. •
Potere. Posso, puoi, può, possiamo, pcrtele ,
possono. Poteva. Potm. Potrò. Possa. Potrei. Potuto.
. ' Premere. Premei , o metti. Premuto.
Prendere. Presi , o dei. Preso.
Prescindere. Prescindei. Prescindulo.
Putire. Putisco. V. p. Puto.
.Radere. Radei, o Rasi. Raso-.
Redimere. Redimo. Redimei , o redensi.- Redento.
Rendere. Rendei, o delti, o i-csi. Renduto, o reso.
;1(
Cap. 2. Dsi ÌTsPBO. l4l
Ricevere. Ricevei, o vetti. "Ricevuto,
Riedere ha solo Riedo. riedi , riedono , riede-'
vai devi, deva, vano, rieda , riedano. ' ' i
Riflettere. Rlflettei, Rijiettuto- si dice del peii-
sìero , e Riflesso , di cosa materiale è più del verso.
Rifulgere. Rifulsi.
Rilucere. Riluco, Rilussi , o rilucei
Rimanere. Rimango, ni, ne, niamo , nete,go-
no. Rimasi. Rimarrò. Rimanga , niamo , niate , ga-
no ec. Rimasto.
Risolvere. Risolvei , vetti , o solsi. Risoluto
Rispondere è còme Nascondere. - \
Ristare è come Stare. Restare come Amare.
Rompere Ruppi. Rotto..
Ruggire. Ruggisco , sci , sce , o ge. Nel resto è
come Abborisco. p, Rugeo , gi , gono , ga.
Salire. S«»lgo , li , le , liamo o gliamo , lite ,
gono ; o Salisco , sci, sce ec. Salii, Salirò. Salga',
o salisca ec. V. p. Sogliono. Salsi , se , sero , Saglià.
Sapere. So, saj, sa, sappiamo, sapete, sanno.'
Seppi. Saprò. Sappi. Sappia. Saputo, y. p. Sape.
Scegliere, o Scerre. Scelgo, gli, glie ec. Sceli
si. Sceglierò. Scelga, o glia. Scelto. V. p. Sce^io.
Scerrò. Scerrei. ' <
Scernere. Scemei. Scernuto. Cosi Concemere y
Discernere. , ‘
Schernire. Schernisco ec. V. p. Scherno.
Sciogliere , e Sciorre. Sciolgo, gli, glie, glia-
nio , gliete , gono , o gliono. Sciolsi. Scipglierò . o
sciorrò. Sciolga, o glia. Scioglierei, osciorrei. Sciolto.
Scolpire. Scolpisco, Scolpii ec. V. p. Scalpo y
pi y pé. Scoisi . se y seró.
Scrivere. Scrissi. Scritto.
Scuotere. Scossi. Scosso. V. p. Scoto yti , te, tono.
Sedere. Siedo , o Seggo , di , de, diamo, o già*
f
i43
Eti/ì. Lib. I.
mo i dete, dono, o gono. Sedei, o detti. - Sederò.
Sieda, o segga. Seduto. V. p. Sedrò ì Saggia, Se-
drei , Scggcnte.
Segutre. Segnò , e Sieguo , ec. Segua , o siegua,
seguiamo , guiate , seguano , o sleguano.
Serpere poetico , e difettivo. Serpo , pi , pe . . .
pono . Serpeva. Serpa. Serpente.
Soffolcere , difettivo , è piu de’ poeti. Soffblce i
soffolse , sòffollo , e suffullo.
Solere ha solo i pres. ed imperi. Soglio, suoli,
suole , ^Sogliamo , solete, sogliono. Soleva. Solessi.
Soglia. Solente. Gli altri si fan col participio Soli-
to : sono, o sarò solito ec. V. p. Soie.
Solvere. Solvei. Sciolto. Solvente.
Sortire , efeggere in sorte , o semplicemente , ot-
tenere , o toccare in sorte, o' accadere a , sorte , fa
Sortisco. Per usòire alla sorte, -quasi ire a sorte (e
da prima significò movimento militare , ed indi il
semplice Uscire ) , fa Sorto.
Spandere. Spande!, o detti. Spanduto. \*. p.
S pansé.
Spargere. Sparsi. Sparso.
Spegnere. Spengo , gni , gne , gniamo , gnete ,
gono. Spensi. Spegnerò. Spenga. Spento. V. p. «ype-
gno , gnono. Spegna.
Splendere. Splendei , o detti. Splenduto,
«Sfare. ^ Sto , stai . sta siamo , state , stanno.
Stetti. Starò. Stia. Stassi, Starei. Stato. V. p. Stei^
stè, stero, sler, stiero. Cosi Ristare, Sopì asta' e , Con-
trastate per istar contro, i quali fanno Ristò , stai ,
stà , itanno ec. seguendo in .tutto il semplice. Ma
Contrastare, per negare, è come Amo’. Contrasto^
sti , sta , stiamo , state , siano. Contrastai ec. >■ ,
Stridete è come Credere, e senza partic.
Stupire. Stupisco V. p. Slupe. ^
^Ùjp. 2 . Dai VaMO^ i4J
Svellere. Svelta', a go , li , le t liamo , lete , go»
no. Svelsi. Svdtb. Svelta , o ga.
Succonìbcrc. Succòmbo. Succombeì. Succomboto.
. Suggere. Suggo. Suggei. , •
Tacere , con una c si vuol distinguere da Tac-*
dare.' V. la 2 declinaz. de' verbi latini.
Tenere. Tengo, tieni ,, tiene , teniamo , tenete,'
tengono. Tenni. Terrò. Tenga, niamo ec. Tenuto.
^ Togliere., e Torre. Tolgo, gli, glie, gliamo ,
gliele, gono, o gliono. Tolsi. Torrò, o Toglierò.
Tolga. Tolto. V. p. Taglia , tagliano.
T oliere , difeltivo , e poetico , ha ToUi , folle ,
folla. Cosi Estollere
Tendere. Tondei.. Tonduto: nel resto è come
nascondere.
, Torcere. Torco, ci, ce, ciamo t cete, cono.
Torsi. Torca. Torto. Cosi Attorcere, Contorcere ee.
Tórpere , latino , ha solo Torpo , torpe , torpa.
Torpente, in prosa , ed in verso. Invece usasi In-
torpidire, isco.
Trarre. Traggo , trai , trae , traiamo , o trag-
giamo , traete , traggono. Trassi. Trarrò. Tragga.
Tratto. V. p. Traggi, ge, Iranno, trasseno, treggia.
Valere. Valgo, li, le, liamo, lete, gono, o glio-
/ no. Valsi. Varrò. Valga, o glia, liamo , .liate , ga-
nò , o gliano. Valuto. N. p. Vaglia Valso. In certe
voci si vuol distinguere da Vagliare.
Udire. V. la 4 •«‘declinazione de' Verbi latini.
V. p. Udrò. ' .
Vedere. Vedo , Veggo , Veggio, di , de, diamo,
o veggiamo , 4,ete, dono, veggono, o. veggiono. Vi-
di, vedesti , vide. Vedrò, ^da , Vegga, Veggia.
Veggente. Veduto. Vedendo ,. o veggendo. V. p. Vt
rpex vedi imperai, f'iflo.. Cosi Avvederci Divedere >
Provvedere.
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l
»44 • Eri tu Lta. I.
Fendere,. Vendei , o detti. Venduto. , ■
Venire. Vengo, vieni, viene, veniamo, o guia-
mo, nite, gono., Venni. Verrò. Venga. Veniente, o
Vegnente. Venuto. V. p. Fegno , gnono. Fenieno ,
venirò. Fegnendo. »
Vestire. Vesto. Cosi Investire., Rinvestire, Tra-
vestire., che fan pure in isco.
Vivere. Vissi. Viverò. Vivuto , o vissuto. V. p.
Vivrò, Vivrei.
Volvere ( 8g. ) V. p. Vuoli. Vuò. Formo è an-
tiquato.
Volgere. Volgo. Volsi. Volto.
Volvere . S volvere , Devolvere , R.volvcre . è re-
golare, e poetico. Volsi, /=^o/to. . Il partic. di De-
volvere , ed Involvère è Devoluto, Involuto.
' Tjscire, eccetto Esco,, esci, esce, escono^ escoy
escano , in ogni altra voòe • comincia coll’tt : uscia-
mo , uscite , usciva^ ,
O S S E RV AZ IONI ^
; Intorno al Preter. ed alle voci poetiche
comuni a tutp ì Verbi.
» *
■Nella I. Declinaz. il pret. semplice fa in 41 ,’e ’l par-
tic. in ato. • . i
Le voci poetiche di forma comune a tntt’ t veibt sono p.
e. amaro per amarono; ame per ami pers. i. e }. dei Gong.;
ameria , atneriano , o rieno , per amerei ec,
'Nella II. i verbi col e prendono il q al pifer» Giacere.;
giacqui ec. , e quelli coll’ I tan si : Dolere , Valere ec. dolsi,
ec. e tutti col partic. in uto : Piaciuto ec.
Altri r hanno in e/,'o etth Temei, temetti.
Avere , Cadere -, Sapere Tenere , Volere vi raddoppiano
la consonante : ec.
Le voci poetiche sono , p. e. Taiea , taceano , per . tace-
va ec, Godeo , godere , goder per godè, goderono i‘. f^deria-,
goder iano, o rtefio , j>er goderti ec. ‘
Nella III. i verbi in Ho, gli hanno in sì, e jo : Chiù-
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Cjp, S . Dbl Fìerbo 145
Jfe , àlvido , ìlìudo , persuado , recido , rido \ , rodo , ticcido ,
■accendo, difendo, sospendo, tendo, attendo, contendo, come
chiusi, chiuso ec.
I verbi in go gli hanno in sì , to ■ Divelgo , sorgo ,fra»*
go , cingo, piango, spingo, giungo ec.
1 verbi in ggo gli hanno ssi , e tto : affìggo , reggo
struggo ec. ,
Altri gli hanno in éi : Battei , 0 in ei , ed etti , e tutti
col ■panie, in uso : battei, buttuio, credei , o credetti , creduto.
Le voci poetiche comuni sono leggea , ano , per legge,
9 a, ec. leggeria per leggerei.
Nella IV. altri cambian in 0 I’ /Ve dell’ Infìn. , come ren-
tire. Sento. Altri fanno in 0 , e in ìsco , come abborro , abbor-
risco: cosi Avverto, diverto, perverto, sovverto , fori 0 , in-
ghiotto, nutro, o nudro, offi-ro , rinverdo.
Altri fan solo in isco ; abbellisco , impedisco ; patisco I
tossisco ec.; e di qtfcsti ultimi è la più parte.
Le voci poer. comuni sono uji», udiano , per udiva ec.
Iddio , udirò , udir per ud't , udirono ; Odi per oda ; Vdiria
per Udirei,
APPENDICE I.
Della filiazione de' Ferii in ordine ai Prcier. eSup
La filiazione de' verbi ìndica la i. e 2. pers. ,
del pres. indicai. , il pret. il .sup. e l’ infinito. Egli
é per la cognizione di questa filiazione che la genea-
logia de’ tempi e attivi, e passivi , colla lor formazione,
si conosce. Dal preter. inoicat. fin a sei Tempi si for-
mano (^7. avv.); e dal Supino due Partic.'aggelt., e con
essf i Futuri dell’Infin., e i Tempi composti passi-
vi ( 78. avv. ): e quindi ha tutta l' importanza il co-
noscimento della lor forma. Ma questa è sì variata
ed irregolare , ch'esclude affatto una regola generale;
In genere il Preterito fa in I , colle differen-
ze di Fi , ui , i, si , xi , delle quali la prima in
avi, evi . ivi , semhrn essere stala la primitiva in tut-
te le Declinar.. , « nella i . e 4- è di fatti la pii'i comune.
IO
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i 46 Appsnd.
Il supino fa in um , colle dlflerenze in Tum \
Stim , Jiutn , e si forma per lo più dal Preterito , il
fpiale se fà in aw , evi , ivi , esce in atum , etum ,
itum. Dal Perf. in Vi esce d’ ordinario in Uum , o
utuiii. Da DI , e SI in sum j da Xi in ctum , o xum.
Indicheremo or qui , come in prospetto, prima la
iiliazione de’ verbi semplici per ordine di rubriche ;
indi i loro composti per le preposizioni di composi-
zione , onde i fanciulli colla reiteraziou delle recite
possan di tutti abituai cognizione acquistare.
I. Declinazione.
Ili questa i Vèrbi si riducono .a tre rubriche.
In AVI , ATUM .
Amo amare Applico applicare
Ambulo andare Beo beare
Appello nomare Calceo calzare
Assevero affermare Creo creare
Auctoro saldare Delineo disegnare
Dico dedicare I Enucleo distrigare
, Nuntio dar nuova | Illaqueo allacciare
Poto bere I Meo trapassare
Undo ondeggiare | Nauseo nauseare
In VI , ITUM CTUM
Cubo coricarsi Sono sonare Frico stropicciare
Crepo strepitare Tono tonare Neco uccidere
Domo domare Velo vietare Seco segare
Io DI , TI. Do, dedi , datum , Sto , steli , statum.
Senza Sup.
Mica , vi , e i composti Emico , Inttrmico , Premìco ; Dr-
mi(o ha dimicaium.
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Phet. b Suf. 1
Composti’.'
Questi saranno indicati colle sole preposizioni di
composizione. Sarà obbligo de’ fanciulli di rinvenirli
nel Vocabolario , formarsene delle liste , col lor si-
^niGcato, rubrica per rubrica , e recitarli ancora dopo
1 semplici.
Amo ( Ad , Per , Red ) , coihe Adamo Pcramo
ec. Ambulo' De, In , Ob , Per ). Diro ( Ab, De ,
In , Prae ).
Nuntio ( An , De , Prae , Pro , Re ). Poto ( Com ,
E , Per ). •
JJndo^l^ Ab, Ex, Fec , In , Red ). Beo, coi
7. appresso bau la prima desinenza come i verbi della
2. . Meo ( Com , Per , De ).
' Lav'* la lavi , vatum , hiutwn , lotuin , lavo ,
juvi , jutum.
Applico ( Com, Ex , Im ),son quattro compo-
sti di Plico , disusalo nel pret. Son essi della rubri-
ca di avi , e ui. Altri ne d<à con de’ nomi ( Da , Tri,
Multi ec. e con Re , e Sub ) della sola rubrica avi.
Duplico Triplico ec. Replico , Supplico.
Cubo ( Ac , Con , De , Ex , In , Oc , Pro, Re,
Se, Sue, Super ). Con Ac, Dis , In, Oc, Pro, Re,
Sue, frapposta uu’m, dà dei composti della 3 . declinaz.
Crcpo ( In , Re ,). Domo ( E , Per ), Sono
( Dis , In , Per , Re ). Tono ( In , Con ).
Plico ( Af, Con , De, Ef, In. Per, Re ). iVc-
co ( E , Inter ). Seco ( De, Dis, Inter , Re ).
Do non ha nè Dor , nè Dcr , t. pèrs. .pa.ssiva
( Circum , Pessum , Satis , Veuura ) . Circumdo cc.
Sto ( A , Ab , Con , Di , Ex , In , Ob , Prae,
Pro, Re, Sub ): ne’ quali h stili , stituin , o statum.
Sisto > > statum fermare , o fermarsi , è in an»'
*
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jéfPBNP.
I48
logia eea Sto (Ab , As , Con , De , In , Ob, Per,
Re , Sub ).
II. Declinazione.
In questa si hanno fin a 6. rubriche.
I. In EVI, ETUM
Adimpleo
adempire
Neo
filare
Deleo
cancellare
Vico
legare
FJeo
piangere
Exoleo
invecchiare
a. In VI con Sup. diverso
Cavee autum guardarsi I
Fovee otum difendere
Cieo itum
( hiamare i
Moveo
otum muovere
Faveo autum favorire |
Voveo otum far voto
3. In VI , ITUM I.
i seguenti Attivi
Habeo
avere
Tacco
tacere
Coerceo
contenere ,
T erreo
spaventare
Monco
ricordare j
II. I
seguenti Neutri
Calco
esser caldo
j Merco
meritare
Careò
esser p> ivo
1 Noceo
nuocere
Doleb
dolersi
Pareo
apparire
Jacep
giacere
Placco
piacere
Lateo
esser nascosto
01 eo
olii e
Liceo
esser prezzato
Valeo
potere.
m. I seguenti con Sup. diverso
Censeo, sum, giudicare
Doceo, ctum, insegnare
Misceo,xtum , mescere
( Sorbeo ptum bere
I Teneontum. tenere
Terreo slum arrostire
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PniT. » Su>.
i 4 g
4 . In
Prandeo
Sedeo
Video
lUordeo
DI, SUM questi 7.
desinare j Pende©
sedere j Toudeo
vedere • I Spondeo
mordere |
pendere
tosare
ptomeiiere
5 . In SI , SUM
Avdeo
Haerco
Jubeo
Maneo
6 ., In
ardere
esser unito
comandare
restare
XI, CTCM
Mtiitco
Ridco
Siiadco
Terge©
mitigale
r dere
esortate
ripulir e
Aiigeo
Lugeo
accresce, e I
piany 1 re [
Miilge©
Polluce©
ni ungere
offe ire
icnza Stff.
In ui : Comiceo , Ob$iceo , Reticeo ( j. «omposti di
**e ) , yirceo , Clare«, Deiheo ( da Lateo con Sup. ) £
fue/f , Egeo , Indtgeo , Eiuitteo , Imtnineo ( da Minco an
but. Fioreo , Frigeo, Palleo , Patto, Paveo , S,
oplendeo , Studio^ Timeo-
In vi: Ctmniveo , Pax>ee- Langueo fa la gui.
In si: Aigeo, Fu Igeo ( Al, Kf, Re ), Turgea, Ure
P ri *' ’ ( l’et , Re ), Lutto ( Col ,
E , Il , Sub ). Col Sup.
Senza pret. e sup.
Avto, Ctvto , Flaveo, Uveo , Polito. Dijittor , McJeor
Composti
Adimpleo ( Corri, Ex, In. Op , Re, Sud ).
son composti dell’ aulico Pleo. FÌeo ( De, Ef ).
... composti eterogenei di rubrica , e si-
gDilicato ( Ex 9 Obs , Ab , Ad ). Abolco fa abolì*
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i5o
Appbnd.
tum , Adolco adullum. Eccetto Adoleo , ì 3, altri
fan pure in sco. Quattro altri ne ha omogenei ancor
di rubrica , e significato ( Oh , Per , Red , Sub ).
eleo , civi ( Concieo ), . Moveo ( Ad , Coni , Di,
E , Pro , Re , Sub ). Fovea ( Devoveo )
Ilabeo ( Ad , Co , De , Ex , Per , Pro , Red )
cangiata a in t : Adhibeo ec. Praebeo sincopato di
Praedibco, e Debeo , son senz’ h
Coerceo , Exerceo da Arceo s. s. Monco ( Ad
Gom ). Tacco ( Conticeo , Obticeo , Reticeo s. s. ).
Terreo ( De , Ex , Per ).
Calco ( Con ). Dolco ( Con ). lacco ( Ad ).
Laico ( Deliteo s. s. ). Merco ( De, E , Pro ). Pa-
reo ( Ap , Com ). Placco ( Cotnplaceo , Displiceo ).
Falco ( Con, In, Prae ).
OLEO , oltre ai detti 4- composti eterogenei , ne
ha 4- altri omogenei di rubrica , e significato, f Ob
Per , Red , Sub ).
Ccnseu ( Re , Sue ). Docco ( Con , De , E ).
Misceo ( Ad , Com , Ini , Intcr , Per ). Sorbeo ( Ab,
Ex , Re ). Tcnco ( At , Abs , Con , De , Dis , Ob ,
Per, Re, Sus ) cangiata c in i: Altineo ec.
Sedeo ( As . Con , De , Dis , In , Ob , Prae ,
Re, Sub, Super ), cangiala e in i ; Assideo ec. Fi-
deo ( In , Prae , Pro , Re ). Mordeo ( Ad , Ob ,
Re ). Pendeo ( De , Im ). Tondeo (De, Re '), Spon-
deo ( De , Re ).
Haereo ( Ad , Co , In ). Mónco ( Per , Re ).
Mulceo ( Per , Re ). Bidco ( Ar , De , Ir , Sub ).
Siiadeo ( Per . Dis ). Terreo ( De ).
Augeo ( Ad ). Lacco ( E , Pro ). Mulgeo (E)>
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Pret. b Sti'P.
i5i
III. Declinazione.
In questa le rubriche giungon fino a 1.4.
1. In IVI, ITUM
A r cesso
citare.
Quaero
si vi
chiedete
Capesso
prendere •
Lino
livi
ungere
P’acesso
andar via
Sino
sivi
permettere
Lacesso
sfidare
Scisco
scivi
sapere
Cupio
desiderare
Tero
trivi
tritare.
Peto
cercare
a. In EVI, ETUM
Cerno crevi
vedere
Suesco
esser solito
Cresco crevi
crescere
Sperno
spveyìsprezzare.
t^uiesco
riposare
3 . In VI , TUM
Nosco ovi conoscere I Sterno stravi, atum abi»tiere
Pasco avi pascere I ^*'0 evi attim ttminare
4. In UI , ITUM sono I.
Accumbo
Recumbo
Occumbo
Fremo
Gemo
Vomo
giacer appresso
seder a tavola
morire
fremere
gemere
vomitare
Alo
Molo
Gigno
Eliclo
Pono
Strepo
lì. In UI con Slip, diverso
nutrire
macinare
generare
cavare
porre
strepere.
Colo cultum rispettare
Concino centum concertare
CoDsulo sultum provvedere
Occulo cultum celare
Excello celsum eccedere
Assero sertum dire
Metn ssui ssum mietere
P'nso pinsum pestare '
Rapio ptum rapire
Ì Necto xui, xum l'gare
Pecto xui , xom pettinare
Plecto xui , xum punire
j Nexo xui , xum legare
I Texo xui, xtura tessere
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^tpPEND.
i53
5. In SI , SUM
dando
Laedò
Xiudo
Divido
riandò
Ilado
Roda
chiudere
offendere
giuocare
dividere
applaudire
radere
rodere
Trndo
1 Vado
Mergo
Spargo
T ergo
Mitto
Viso'
cacciare..
andare
tuffare
spargere
pulire
mandai e
visitare.
6 .
In SSI , SSUM
Cedo cedere
Concutio commuovere
Prema stringere
7 . In MSI , MTUM
Gèro
Uro
portare
abbruciare..
Como
D«mo
abbigliare I
levare
Promo
Suino.
manifestare:
prendere.
8 .
In PSI , PTUM
Carpo
Clepo
Repo
Scalpo
Scolpo
9-
cogliere
rubare
rampicare
incidere
scolpire
In XI , CTUM
Serpo
Nubo
Scribo
Temno.
serpere
maritarsi
scrive' e
disprezzarc^
Fingo Jingere
IVlingo orinare
Fingo dipingere
Stringo stringere
Fango comporre
Cingo cingere
lungo unire
Emungo. purgare
Espungo-
Lingo
Tingo
Piango
Ungo
Figo
Frigo
Affligo
Rego
cassare
leccare
tingere
piangere
ungere
fissare
friggere
affiggere
reggere
ì
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Pcrgo
Sugo
Surgo
Tego
Dilìgo
Intelligo
Negligo
Dico
Duco
IO.
Bibo
Emo
Eugio,
Glubo
Ico
Dego
Lino
Ablua
Acuo
Argiio
Exuo
ImBuo
loduo
Pasr.
ondare
sugare
alzarsi
coprire
amare
capire
dispi ezzare
dire
condurre
K SUP.
Allìcio
Aspicio
Coquo
Mejo
Struo
Traho
Veho
Vivo
i53
allettare
guardare
cuocere
orinare
disporre
tirare
condurre
pinere.
Io 1 forma dell' Ind. pass, sono I.
bere
comperare
fuggire
scorticare
colpire
raccogliere
ungere
II. In DI , DTUM questi in uo,
lavare
aguzzare
riprendere
spogliare
Pinso
Salto
Solvo
Volvo
Vello
Verro
Verlo
pestare
salare
sciogliere
volgere
svellere
scopare
girare.
empii e
vestire
Minuo
Ruo
Spuo
Statuo
Suo
Tribuo
diminuire
rovinare
sputare
stabilire
cucire
dare
Accendo
Appendo
Attendo
Defendo
Frendo
Mando
III. In DI , SUM questi in do :
accendere |
pesare
attendere
difendere
spezzare
masticare
Cudo
stampare
Edo
mangiare
Incìdo
cadere
Occido
cadere
Recido
ricadere
Incido
tagliare
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Appeso.
i54
Pando
aprire
(Decido
uccidere
Preliendo
prendere
Recido
tagliare
Se andò
salire
Succido
tagliar sotto
II. Perdon la m , 0
n al pret.
Findo
spezzare
Rumpo
rompere
Fundo
fondere
Scindo
dirompere
Frango
rompere
Tundo
battere
Delinquo
lasciare
Vinco
vincere.
i2. Cangian 1 ’ a in e al pret. questi 4 *
Ago cgi actum
Facio feci factum
Cajiio cepi captum
Jacio jeci jactum
fare
fare
prendere
lanciare.
i 3 . Raddoppian la i.
Cado
cecidi
casum
Caedo
caecidi
caesum
Cane
cecini
cantum
Curro
cucurri
cursum
Disco
didici
Fallo
fefelli
falsum
l'arco
peperei
parsum
Parie
peperi
partum
14. Raddoppian la 2. i
In DIDI , DITUM.
Al) do “ occultare
Addo aggiungere
Credo credere
Condo riporre
al Pret.
Pedo pepedi
Pello pepuli pulsum
Pendo pependi pensum
Posco poposci
Pungo pupngi punclum
Tango tetigi tactum
Tendo tetendi' sum, o tum
Tondo tutudi tunsum
ieguenti composti di Do, Ol-
indo imporre
Perdo perdere
Predo tradire
Reddo rendere
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Prst. e Sup.
i55
Dedo darsi Trado cedere
Dido diridete Vendo rendere
Dedo produrre
Senza Sup.
In uì Abnuo ( An , In , Re ) composti dì Nuo antico. Ea-
tuo, 'Congruo. Luo, Metuo, Pluo, Compesco, Di spesco, Depso ( Con,
Per )• Sapio ( Des'pio , Resipio ). Storio, Premo, Volo, No-
lo, Malo.
In I forma dell' infin. passivo. Calvo , Dego , Lambo ,
Psallo, Refcllo , Rutlo, Sallo , Scabo , iido, ( As , Con, De,
In, Ob , Re , Sub ) , che hanno il pret. e sup. preso da Sedeo;
Assedi , assessum ec. Strido , ed i composti di Cado , eccetto
i tre ( In , Oc , Be ).
In xi sono Ango, Clango, Ningo.
Senza Pret. e Sup.
Sono I. gl’ INCOATIVI, quelli cioè, che dino-
tano il principio dell’azione: Hisco , Dehisco , Pa-
tisco , disco , Hcbesco , Hcrbesco , Inorar esco , Tal-
lesco , Mitesco : tra i quali alcuni derivan da altro
Verbo , e ne assunion il pret. come Frigesco , ui da
Frigeo , Horresco , ui da Fiorreo. II. I seguenti ; Aiii-
bigo , Feria , Furo ( non usato in tal i . persona ) ,
Rcccllo , Fergo,, Devergo » Praevertor , Rcininiscor ,
Ringor , Pescar.
•
Composti.
I. I 4- io so per sincope fan sovente fi , o sa ;
Arcessi ec. Incesso fa sempre si. diipio Peto
( Ap , Coni , Ex , Im , Op , Re , Sup ) • Quaero
( Ac , Con , Ex , In , Per , Re) , cangiala ae in i :
Actjuiro ec. -Lino ( Al , Col , De , Il , ()b, Per, Re),
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i56
Apbxxt>.
coir* breve. Sino (De^ Scisco (Ad, Con, De ).
Tero ( At, Con , De , Ex , In , Ob , Pro ).
Cerno ( Con , De , Dis , S« ). Cresco ( Ac ,
Con, De, Ex ). Quiesco ( Ac, Con, Re)* Suesc»
( As , De , In ). Sperno ( De).
Nosco ( Agno. co , Cognosco col Sup. in itum
breve ). Ignosco , luternosco , Praenosco. Pasco (Pe)*
Sterno ( Con , De , Pro , Sub ).
Sero ( As , Con , De, Dis , In , luter , Ob )
composti omogenei di senso , e rubrica , eccetto il
Sup, , eh' ha r i breve : Assew , evi , itum ec. Colle
stesse preposiz. (eccetto Ob ) piegando in u', ertuni
forma altreltauti composti del tutto eterogenei : cui
si aggiunga Exero. Accumbo ec. son di Cubo della
I. , al quale aggiunta un' m , che lasciano al pret.
e sup. , sojì della 3. V. Cubo.
Fremo ( In ). Gemo ( In ). Forno ( De , E ).
Molo ( E ) Elido di Lac.o antico , onde liansi de’
^ composti anche in .rt, cium. Pano ( Ap . Com , De,
Dis , Ex , Im , Inter, Op , Post , Prae , Pro , Re , Se,
Sup, Trans ). Strepo ( In, Ob , Per ).
Colo ( Ac , Ex , In , Re ). Concino, ni ( In ,
Oc ec. ) da Cano. Excelto , Ante , Prae , da Cello
antico. Assero. V . Scro. Meta ( de ). Rapio ( Ar ,
Cor, Di, B, Pro, Sub) j cangiata a in i‘. Arripio ec.
- Nedo ( An , Con , In ) col pret. anche, xi ,
Pecto ( De ). Plecto \ Iin ). Texo ( Al, Con, De»
In , Ob , Pro . Re ).
Claudo ( Ex , In , Ob . Prae , Re ) , tolta a i
Excludo ec. Laedo ( Al , Col , E , Il ) mutata ae
in * : Allìdo ec. Ludo ( Ab , Col . De , E , H i Ob,
Prae, Pro, Re ). Piando ( Ap, Ex ). Rado ( Ab,
Cor , E , Ir ). Rodo ( Ar, Cor , De , E , In , Per )•
Trudo ( Abs , De , Ex, In , Ob , Re ). Fado ( E »
In , Per ).
Di .iiixr,: hy Googlf
PjlET. E SVP.
iS;
Mergo ( De , E , Im , Sub ). Spargo ( Ad ,
Con , Dìs , In ) , mutata fl in e; Aspergo ec. Ter-
go ( Abs , De ) sinonimo di Tergeo.
Mitto ( Ad , Com , De , Di , E , Itn , Inter ,
Mann, O , Per, Prae , Pro, Re, Sub, Trans. Ad-
pro , Compro , Expro , Repro ). Viso ( In , Re ).
Cedo ( Abs, Ac, Con, De , Dis , Ex , In , In-
ter , Prae , Pro , Re , Se , Sue ).
Da Qunlio aulico vengon i composti ( Con ,
De, Dis, Ex , In , Per , Repcr ) mutato in cui:
Concutio ec. Pmno ( Ap , Com , De, Ex , In, Op, ^
Re , Slip ) mutato in i ; Comprimo ec. Gero ( Ag ,
Con, Di, E, In, Re, Sug Uro ( Ad, Comb ,
Ex , In , Per ).
Promo ( De , Ex ). Sumo ( Ab, As , Con , De
In , Prae , Re ).
Carpo ( De , D is , Ex ) , mutato in e : Decer-
po cc. Pepo ( Ir , Ob , Sub , Pro , Re , Sub , Per ,
Prae, Trans ).
FINGO, coi 4 - appresso lascian la n al sup.
( Af. Con , Ef , ). Piago ( Ap , De, Ex ). Stringo
( Ad , Con , De , Di , Oh , Per , Re ), Pungo
( Circuiu , De , Re ) 5 ( Com , Im , Sup. ) , muta-
to in i , ed al pret. in egi , solo in questi tre: Com-
pingo , pegi , acturn ec.
Cingo , cogli 8. appresso , ritengon la « ( Ac ,
In , Prae , Sue ). Tingo ( Ad , Con ,Di» , In , Se ).
Emungo da Mungo ant. Da Pungo , pupiigi , pi/nctuin
\engon ( Com , Dis , Ex , Re ) di questa rubrica.
Tingo ( In ), Ungo ( Ex , In ).
Figo ( Af , Con , De , In , Prae , Re ). Flecto,
’ e Fino son di questa rubrica nel pret. avendo il sup.
in jcufTi. Flecto ( Circum , De, In, Re), i^’/uo (Af,
Con , De , Ef , Per ). Affiggo ( Con > In ) di Fligo
»
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Appenv.
158
nnUco. nego ( Ar , Cor , Di , E , Por ) , mulato in
i ; Arrigo cc. Surgo ( As , Con , Ex . In , Re ).
Tc^'o ( Con , De , In , Ob , Prae , Pro , Re ). Bi-
/igo , Jnielligo , Negligo son 3. composti eterogenei
<ì I J^C^' 0 ,
Dico ( Ab , Ad , Con , E , In , Inter , Prae )
Duco ( Ab , Ad , Con , De , E , In , Ob , Per , Pro,
Re , Se , Sub , Tra , Trans ).
Allivio ( II, Pel ) di questa rubrica, ed Elicio
della rnliriea in tu', vengon da Lacio ant. Aspicio
( Circnni , De , Dis , In , Pro , Re, Su ) mutato in
I , da Spedo ant.
Cofjuo ( Con, De, Ex ). Struo ( Ad, Con ,
De , Ex , III . Ob ).
2Wzo ( Abs , At, Con, De, Dis, Pro, Re,,
Sub ). Vcho ( Ad , Con , E , In , Pro, Re , Trabs
ì iio ( ,Con , Re ).
I liiho ( Coni , E , Im ). Emo ( Ad , Co, Dir ,
Ex, Intel- . I‘cr, Red ). mutato in i, Fugio ( Con,
De , Dif, Ef, Per, Re, Subter ). Lego ( Al , C^,
De , E , Prae , Re , Slip ) composti omogenei. V.
la rubrica in xi. . » . c
Lino, V. rubi-, wi. Pinso anche in ni, e Sup.
itum , sttm , e siuin V. rubr. iti. Solvo ( Ab, Dis ,
Per, Re ). Volvo ( Ad, Con , De , E , In, Ob, Pro,
Per ). Fello ( A, Con, Di , E , Per , Re ). ^erto
( Ad , Anlinad , Con , E , In , Ob , Per , Prae ,
Re , Sub ).
Abluo ( Al , Di, E , Inter, Poi ) son ài Luo
ant. Arno ( Ex ). Argiio ( Red ). Mimo (
Dim , Im ), Ruo sup. itum ( Cor , De , Di , E ,
Ir , Ob , Pro ). sup. utuni breve; Corrutum ec. Sta-
tua ( Con , De, In, Pro, Re, Sub ) mutato in t :
Constituo ec. Suo ( As , Con , Dis , In , Re ). Zn-
huo ( At , Con , Dis , Re ).
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Pret. e Sup.
i59
Accendo ( In , Sue ) da Cando ant. mutato in
e. Appendo ( De, Ex , Im , Per, Re, Sus ) con Sup.
semplice, son di Pendo , pcpendi. Tendo , che rad-
doppia la prima al pret. , col sup. suw . , e tum dà i
composti ( At, Con , De, Dis , Ex , In , Os,. Per ,
Por ,■ Prae , Pro , Re ) lutti col pret. semplice , At-
tendi , sum , tum.
Defendo , OJffcndo da Fendo antico. Pendo ( Dis,
Ex , Op , Pro , Re ). Prehendo ( Ap , Com ^ De ,
Re ). Scando ( As , Con , De , Ex ) mutato in e ;
Ascendo ec.
Cudo ( Ex. In , Pro , Re ). Edo ( Amb , Com,
Ex ). Podio ( Con , De , Ef , Per ) siegue ancora
questa rubrica.
Incido, Occido, Recido, c«H' i breve son tre
soli composti di Cado , col Sup. (ìli stessi , ed al-
tri coir i lungo son di Caedo : cjuelli fanno incasina
ec. questi incisum ec. ,
Findo ( Dif ). Fundo ( Con, Ef, In ,Of, Per,
Pro , Suf ). Frango ( Con , De . Iti , Per , Re ) ,
mutato in /; Conjringo ec. Linquo ( De, Re, Dere).
Rampo ( Ab, Cor, Di, E, Ir, Ob, Pro Scindo
( Abs , Con , Pro , Re ). Fineo ( Con , De , E ,
Per , Re ).
Ago ( Ab , Ad , Am , Ex , Pro , Re , Satisexigo ,
y Sub , Trans ) , mutato in i : Abigo ec. Perngo ri-
tiene r a 5 Cogo la perde per sincope. Dego, Smago s. s.
Facio composto con Verbo , o avv. ritiene I’ a
{ Are, Assue , Rene, Cale, Commone, Labe, Li-
que , Salis ec. ) : Arejacio ec. Con preposizioni la
cangia in i colP e al sup. ( Af , Con , De , Ef, In,
Inter , Of , Per , Prae , Pro , Re , Suf ) : Affido ,
eci , fcctum ec.
Copio cangiasi in i al pret. , ed al sup. in c
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l6o ÀfPBlfO.
( Ac , Con , De , Ex , In , Oc , Trae , Re , Sus ) ?
Àccipio ec.
Jacio cangia , come Copio ( Ab , Ad , Con , De,
E , In , Inter , Ob , Pro , Ke , Sub, Tra ) : Abjicio
ec. Porricio , eci , ectum , sacrificare. ,
Cado ( Ac, Con, De, In, Oc» Pro, .Re ,
Sue ), mutato in i breve : Accido ec. s. s. eccetto tre.
V. la rubrica Di , Sum .
Caedo ( Abs , Ac, Cìrcum , Con, De, Ex,
In , Oc, Prae , Re , Sue , Tru ), mutato in i lungo:
Ahscido ec. col sup. in cisum.
Cono ( Con , In , Oc , Prae , Re ) , mutato in
i breve , eterogenei di rubrica , facendo ui , entum :
Concinni centum ec. V. la rubr. in ui
Curro ( Ac , De , Ex , Prae , Pro ) ( Circura,
Con, Dis, In, Oc, Per, Re, Sue), i quali ban sem-
plice il pret. , eccetto i primi cinque , cne 1 ban sem-
plice , e raddoppiato : Accurri , aceucuiri ec. Con^
curri ec.
Disco ( Ad , E , De ) , e Pasco ( De , Ex ,
Re ) ritengono nei loro composti il raddoppiamento.
Paria da cinque composti della 4- ■ Pungo ne’ com-
posti fa meglio punxi. V. questa rubrica.
Tango ( At , Con , Ob , Per ) , mutata a in i:
Attingo, attigi , attactum ec. Tendo ne’ composti ba
il pret. semplice. V. la rubrica in DI. Tundo Jatu-
tudi , tusum , o tunsum ; i Composti ( Con , Ob ,
Re ) perdon il raddoppiamento , e la n : Contadi ,
tusum ec.
Pendo (Ap, De , Ex, Im, Per, Re Sus ) non
raddoppia nei composti che sono della Rubrica in I. .
Pello si contrae ne’ composti ( Ap , Coni, Ex , Im,
Per, Pro, Re ( Appuli ec. . Pedo , diturn ha Op-
pedo y oppedi. Condo ( Abs, Re) non raddoppia in
Ahscondo.
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, Phet. e Svp.
IV. Declinazione.
iGi
la questa si riducono
I. la IVI, ITUM
i Verbi a cinque rubriche
Audio
Ambio
Ciò
Condio
Custodio
Erudio
Fastidio
Finio
udire
ambire
eccitare
condire
custodire
erudire
annoiare
finire
Linio
Munio
Redimi o
Salio )
Salilo )
Saevio
Scio
Silio
Ungere
munire
cingere
Salare
incrudelire
sapere
aver sete.
Sepelio , Singultio , fan iVt , ulturit.
2. In UI, tum.
Amteio itum coprire
Aperio ertHin aprire
Adaperio ertum
Operio ertum coprire
Assillo ultum salire
Dcsilio ultum smontare
Exilio ultum saltar fuor a
Insilio ultum saltar dentrp
Resilio ultum risaltare
3. In SI, tum) e suoi
Fardo tum empire
Fulcio tum sostentare
Haurio tum cavare
Raucio usum arrotare
4 . In XI , cium
San ciò stabilire
Vincio legare
5, In NI , tum
\
Venio ventum
Advenio ventum
Cosi Con , Circum ,
Sarcio tum risarcire
Scotio sum sentire
Cousepio ptum siepare
Sepie tum thiudere
Devincio obbligare
Revincio legar dietro'.-
venire
giungere
De , E, In, Prae , P^o , ReV
it
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i6a Append.
Senza Pret. e Sap.
Sono I DESIDERATIVI! Ceenaiurio , Dìeiurìo , Dornù-i
turio , Empturio , Mìcturio , Feria cc. Nuptnrio , Parturit
hanno il pret. ivi. Esurio ha tutto: ivi, iium, aver fame.
Composti.
Audio ( Ex , In ). Ciò ( Con ). Finio ( De ,,
« Prae ). Linio ( II ). Munio ( Prae ). Scio ( Con ,
Ne , Prae , Re ). Servio ( De , In ). *
Palio della 3. dà 5. composti della 4* ^>'6 in
Iti ( A , Ada , O ) , e due in eri : Comperio , Re-
perio ; mutato il semplice in e.
Assilio ec, son di Salio , ivi , e ii ( ui ant. )
Fardo ( Con , Dif , In , Re) mutato in e: Con-
fercio ec. Falcio ( Suf ) . Haitrio ( Ex ) . Raucio
( Ir). Sardo ( Re ). Sentio ( As , Con , Dis , Prae).
Saepio ( Circum , Dis ).
Comuni-, e Deponenti.
In questi il Sup. si ba dal partic. preterito ;
Horlum , Adulatum ec. , o si fingerà di forma alti,
va, p. e. Laeto, avi, atum. V’ ha dei Verbi, che Io hanno
irregolare. Comminiscor, mentum, ùngere. Expergiscor,
rectum , destarsi , Fateor , Jassum , confessare. Gra-
dior , gressum, andare. Labor, psum, scorrere. Lo-
(juor, ciitum , parlare. Metior , ensum , misurare.
Misercor , sertum, dolere. Morior ,, tuum , morire.
Nanciscor , nactum , trovare. Nitor , sum , sforzarsi.
Ordior, J«m, 'ordire. Paciscor, ctum , pattuire. Pro-
Jiciscor, fectum, partire, ^ueror, stum , dolersi. Reor,
ralum , stimare. Sequor , cutum , seguire. Ulciscor ,
ultum , puuirc. Utor , usum , usare.
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Cjp. 4- Del Pjrtic. i63
CAPO IV.
Del Participio
93. Il Participio è una spacie declinabile
di parole , che partecipando della natura del No-
me , e del Verbo (i) , sta o per l’Infinito sostan-
tivo , o pel Finito , ed Infin. aggettivo. Il per-
chè sono ,i Participi di due specie , Sostantivi ed
Aggett.
SEZIONE I.
De' Participi Sostantivi.
g 3 . I Participi Sostantivi sono i così detti
Gerundio , e Supino , che s’ usan per l’ Infin.
Sostant. o per evitarne delle ripetizioni , o per
avervi una maggior distinzione de’ Casi (3).
(i) Polehè ha le proprietà di amendue, cioè i Generi,
i Numeri, e i Casi dell’uno; il Tempo, il significato, e la
costruzione dell’ altro. Se v’ ha poi specie di parole , onde la*
Lingua soprattutto del Lazio riceva maggior leggiadria , ele-
ganza, e nobiltà nelle sue forme, egli è questa precisamente del
participio. Ma non è egli men vero che al maggior interes-
se, che ella vi ha , si proporziona la maggior difficoltà, che
v’ incontran i giovanetti nell’ intenderne gl“ insegnamenti : con-
seguenza dell’ essersene dall’ arte il naturai principio smarrito.
(z) Come quella che sovente la natura del discorso ri-
chiede , e che l’ Infinito , come indeclinabile, non h».
*
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i 64 Etim. Lib. I.
Gerundio.
94* 11 Gerundio tenniiia in dum , voce neu-
tra del Partic. aggett. in Dos (>), passivo nel
Botto , ed attivo negli obbliqui
N. G. D. A. A.
A mandum
di
1 do
dum
1 do
si dee amare
di, oper
ad
a, per
1 da amare ,
bisogna ama-
amare
i amare
amare
! amando.
re ec. (2).
.
Italiani.
g5. Due sono i GerunJj italiani , uno sem-
plice , Amando , e V altro composto , Avendo
Ì i) Essendo ordinario , che il Neutro degli Aggettivi
a il carattere e 1’ uso di Sostantivo- Detto poi a geren-
"do e duo , perchè porta due caratteri , quel di nome , c quel
di verbo (pa. i). Quindi Gerundio] Participio, Participiale
son tutt’ uno , son sinonimi.
(2) Il Nomnat- ha sempre senso di dovere, necessità,
convenienza. Quindi bisogna , conviene , è uopo , i necessario
asnare , bassi ad amare, è da amare, si vuole amare ec, son
tutti volgari di questo Caso. Il quale sebbene non sia, che
parte integrale del Gerundio, se n* è per alcuni divulso ed
isolato , e col nome di Participiale esposto. Qui poi convien
. arrestarsi alquanto , ed insister col mezzo delle analitiche di-
’ chiarazioni, e reiterate esemplificazioni, onde i fanciulli ac^i-
stino una compeicjnte intelligenza di ciascun caso del Gerun-
dio , del pari che furassi ancora in ordine al Sup., ed ai Par-
tic. aggett. Si può consultare a tal uopo il Capo 3 del libro
della Siniassi.
Nasce il Gerundio dagli Attivi , Neutri , Comuni , e
Deponenti , eccetto D' beo , Soleo , Volo , e i difettivi. Gli
antichi nella 3. e 4. dissero Legundum, Audiundum, come lo ha
tuttavia Eo, coi composti, Eundum , eurnJi , abcjsndum, ee.
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Cjp. 3 . Del. Pjrtic.
i 65
amato ( avv. numero ILI. ) ; in passivo :
Essendo amato , Essendo stato amato ( 78.
avv. numero IL ) (»)
Supino.
g6. Il Supino non ha che due Casi , 1 ’ Ac-
cus. in UM, come Amatum ^ a , o per amare;
e TAbl. in U, Amata, ad amare, (a)
(1) In latino il semplice si fa o Gerundio, 0 i. Par-
tic. aggett. o verbo congiunt. di tempo o presente 0 imper-
fetto, secondo il tempo del Verbo principale congiunto. Co-
sì studiando imparo , o imparerò; Studendo ■, o ssudens , q
cttm studeam , iixo , discanu Insegnando, ho giovato a me,
cd agli altri , Docendo , o Decens , o cum docerem , pràfui
mi hi . et aliìs. 11 Compcsto si fa o partic. aggett. passivo ,0 verbo
congiunt. di tempo o perf.o piucchep. secondo pure il tempo def
verbo congiunto. Avendo egli capita la Gramatica, può, o
potrà studiare I.1 Rettorica. Is , intellecta Gramatica , o
cum is intellexerit ec. potesC stadere Rothoricae. lo avendg
terminata la Gramatica , attesi a studiare la Rettorica. Ego ,
peracta Grammatica , operam dedi studendo ec .
(2) Si è detto Supino , quasi sinonimo di negletto ed
ozioso, per cagion de’ pochi Casi che ha, e per lo scarso
uso, che di questi ancora suol farsi. Veggasi il capo 3. del
I- libro della Sintassi.
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i66
JCriii. Lib. /.
SEZIONE li.
\ I
De' Participj jdggettivi.
97. I Participj Aggeli, sono quelli , che nel-
le proposizioni complesse sostituendosi al Ver-
bo finito, e talvolta all’ Infinito, ne supprimon
le incidenti , rendendole incomplese ( 78. ap-
■pend. II. ) y e con ciò più conciso, variato , ed e-
legante il discorso. 1 Participj latini son 4 *
Attivi , e due Passivi.
}
Participj Attivi.
98. I due Partic. Attivi terminano uwo in
tis i e l’altro in ras (i). Quello in NS è di
tempo pres. ed imperi. , e si forina dall’ Imperi.
Indicat. , sostituendo a barn , o bar ^ ns ^ come
Ama- barn y Amans , Seque-bar^ Sequens ^ del-
la I. Forma (2), amante^ di raro uso ,
do , chi ama , o amava.
(?) Derivai! perciò da tutt’i Verbi di scnjo attivo
siano Attivi, ò Neutri , o Comuni, o Depon. Vapuhns, e
Vapulaturus son di senso passivo. Dagl’Impersonali si ha
'Pocnitens , poeniturum puditurum.
(2) Ove manca tale Imperfetto non si forma, cgm’ènei
Dilettivi, e in Sum, coi composti, eccetto Absens, nè si ha
da Malo, e Reor, In £0 , e composti si sostituisce ens pel
Ketto, mutando in eu per gli obbliqui: lbam,lens ftuntis ec.
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Cjp. 4- Del Pjrtic. i6y
99. Il Partic. in Ros è di tempo faturo ,
e si forma dal Sup. , come lectum, lecturus , a,
um della 3 . Forma , (1) , essendo o stando per
leggere , dovendo leggere , avendo a leggere^
chi è , era.\ fu^ o sarà per leggere^ dee leggere.
Parlicipj Passivi.
100. I due Partic. Passivi terminano uno
in , e r altro in dus. Quello in US (2) è
di tempo Perf. e Piucchep. , e si forma dal
Sud. ( 3 ) , come Jmalum , amatus , a , um ,
della 3 . Forma , amato , essendo stato amiio ,
dopo essere stato amato., avendo amato., chi
fit , é , o era stato amato.
(0 Ne’ verbi dunque, s. s. non si forma. Negli Attivi di
^ 1. col Perf. ui si forma , come da avi-. Sonai , Sonaturus.
Qualche Neutro» e Depon. l’ha irregol. lenosco, Ignosciiu-
Tus , Parie, parittirus , Aiorior , moriturus , Ori or , orimrus,
nascer , nasciturus ec-
(2) Colle differenze in Tus , Sus , Xus : Sgctus , Tratus ,
Nexus, Da Aiorior si ha mortuus.
(}) Dai verbi dunque s. s. non si forma. Dai verbi Co-
muni^ si ha di senso comune. Dai Neutri Misti e Depon. si
ha di senso attivo, Hortjtus , chi ha esortato , 0 è stato e-
sortato ; Ausui , Secutus , avellilo osato, seguitato. Qu.\lcha
Neutro si ha di senso attivo) Cotnatus , Pransus , chi ha ce-
nato, desinato. E qualche altro di senso passivo : Num-na ju-
rata , i giurati^ numi ( 80. oss. ). Se n’ han pure da’ Depon,
di comune significato.
In Italiano ha varj finimenti: Lodato, Udito, Concepu-
to , Concetto, Offerto , Sorto , Sepolto, Tratto, Afiiitto, Cot-
to , Distrutto, Raso, Pianto , .Messo , Sparsp , Rinasiu ec.
\
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i68
Etim. Lib. /.
101. Il Parile, in Dos è di tcmro fuluroi e
si forma dal Genit. del i. Attivo (i) , molalo in
dus , come Jmantis , Amandus , a. , um della
3 . Forma , essendo , o stando per esser amato ^
Dovendo esser amato Chi è , era > o sarà per
esser amato , degno di esser amato.
/
(l) Nasce ancora da’ Com. e Depon. cbll’Acc., ma sem-
pre di signific. passivo. Trovasi UtenJus, fruendui ^ Vescen-
duf , o perchè un tempo i lor Verbi ressero 1 ’ Acc. -, o pcr-
phè furon de’Comuni. Ne leggiamo alcun neutro, ed impers.
àncora. vetiìt indigne poen/t , dolenda venit, Vir mihì
enrendut. Or. Mors obeunda. Cic. Sub haud poenittndo magi-
stro. Liv.
Dagli Attivi in somma , e Neutri derivan i due Partic.
attivi ; da’ Passivi i due passivi ; da’ Comuni tutti e quattro,
i primi due di senso attivo, il 3. comune, e ’l 4. passivo.
Da’ Depon. nascon i primi due attivi , il 3. di senso attivo ,
e il 4< ancora dai Dep. transit, coll’Accus,
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/
Cjp. I. DsLtd Pmposiz. 169
LIBRO li. ’
4 -
DeUe quattro specie ìndecìin. di Paivle.
CAPO I.
Della Preposizione.
102. La Preposizione è una specie indccli*
naliile di parole , che si premette o al nome ,
per esprimere i varj rapporti delle cose , 0 in
composizione alle dizioni , per variarne il signi-
ficato. Quindi son le Preposizioni di due sorti ,
separate ^ c di composizione.
SEPARATE
103. Reggon queste altre 1’ Acc. , altre l’A-
hl. ed altre or l'uno , or l’altro Caso.
Dell' /Accusativo.
Ad ^ , Vicino di ^ a ^ Sino , Fino a ,
Verso , di , Secondo
Adversum Contra , di , a , Contro , di , a ,
/All' incontro^ , a ,
Adversus /A rimpetto , di a , Verso , di , Dirim-
Contra petto a , Dirincontro a , addosso ' a ,
/A fronte a , Jn faccia a ,
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lyo Etim. Lib, II.
Ante Avanti , di , a , Dinanzi , di , a ,
Davanti a, Innanzi a (i) Pria
di , Prima di
Apud Appresso , di » a, Appo » di , Pres-
so ^ ài , a , Vicino a , di 4 Di
' presso a , di
Circa Circa , di , a , Intorno , di , a ,
Dintorno a
Circum Attorno a , Dattorno a , Vicino a, di
Cis , Citrà Di quà da
Erga Verso , Inverso , di ( 2 )
Extra ‘ Fuor a , Fuori , Fuore di , Di fuo-
ra da , In fuori da , Eccetto ,
Oltre a (3)
Infra Sotto , di , a , Di sotto, di , a
Inter Fra, Infra, Tra, Intra, Dentro di, a
Intra Dentro , a , di
luxta Giusta , Secondo, Rasente , a , Ac-
. costo a ; Allato a , Vicino a
01) Per , A cagione , Avanti , Davanti
Pencs Presso di , a , /« potere , In balia ,
In casa di
(1) Queste prime 4. nel senso di Coram , un col Dat.,
come Avanti a lutee. In altri sensi: di tempo , di luogo ec.
col Genit. , Dat., ed Acc. V. le oss.
(2) P. e. Vena Londra, Inverso Roma, Ver, Inver^ ,
poet. Ver noi , Inver Pelusio. Stan col Genit. di persona.
Verso di voi. Inverso di coloro. Smo\ dirsi invece: alla volta,
come : Se w’ andò alla volta sua , alla volta d Italia.
(?) trovasi ancor coll’ Acc. tutt' i nostri lidi.
Oltre con m.'tfc y monti , misura ^ modo ^ sta per lo ptu coll
, c talvolta vi sì comporte : oltre mare j oltrcmonti cc*
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/
Cjp. i . Della Pkepos/^. 171
\ '
Per ' Per , Durante , Mediante , Per mez-
zo di , A traverso di
Pone Dietro a , Dopo , a , di ^
Post Dopo , a , di , Dietro a , Appresso^
Di dietro , a di
Praeter Eccetto , Fuorché^ Salvo , Oltre a ,
Fuori di , In fuori
Proptcr Per , Mediante , A cagione di , A
riguardo di
Secunduin Secondo^ Lungo^ Conforme , a , Lun-
ghesso ^ Dopo^ A favore di, Ti-
cino di, a
Secus Appresso , Lungo , Lunghesso
Supra Sopra , di , a , Sopresso , Di so-
pra , a , di , di sopra , Su ,
Sur ^ Ln su (i).
Trans, Ultra Di là da , Oltre , a
Dell’ Ablativo.
«
A, Ab, Abs Da , Dopo , A cagione di, Da parta
Absquc Senza , o Senza di
Clam Di nascosto da. Senza saputa di cc.
Corani Alla presenza di. Dinanzi a , Da-
vanti a. In faccia à
Cura Con (2)
(1) Sur usasi , seguendo vocale , come Sur un hastoncel-
l«. In su vale anche Circa, Verso. In sulla mezia notte. In
sul partire.
(2) CUM si Compone posposta coi Pron. personali , e con
Q.tti, come Quicum , Mecum , Tecuin, Secum, Sobiscum oc.
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IJ2 * Etim. Lib. li.
De 2?o, Di , Per , Intorno a , Dopo, A
cagione di
E , Ex Da , Di , Secondo
Palam In palese di , Nel cospetto di
Prae In paragone di , Aventi , A con-
fronto di , Rispetto , A rispetto di ,
A cagione di
Pro A favore di , In difesa di , A riguar-
do di. Per amore di, In vece. Per
Sine Senza
Tenus Sino a , Insino a
Dell'Accus. ed Abl.
In In , Nel, Al , Su, Sopra , Per, Kerso
Super Sopra , di , a , Su , In su , Sur ,
Intorno a , Oltre a , Di là da
Sub Sotto , appresso , Circa , Verso
Subter Sotto
OSSERVAZIONI
I. Sul Latino,
Molte delle Preposiz. sovente s’ usan senza reggimento
di Caso , cioè per Avverbti.
A, Ah, Ahi, E, Ex son tutt’ uno , e così diversificate
in grazia della pronuncia. A precede a consonante. Ab a vo-
cale , e talvolta a consonante di non duro suono. Ab Jove ,
ab l(ge. Abs spesso precede a Q, T, C, soprattutto in com-
posizione; Abs quolibet -, Abstìneo, Abique, Abscondo.
Absque trovasi , sebben più rara di Sène, ne’ buoni auto-
ri. Nullam epistolam ad te sino absque argitmento ac tenten-
na venire. Cic. L I. ad Att- cp. i6. — — Tenus si pospo-
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Càp. I . Della Prbposiz. lyi
ne al suo Caso; c regge per lo più il Genit. plur. come av-
verbio. Lumborum tenus, Cic. fino ai lembi.
Circiter , Prope , Procul, Versus , Usque , avverbi, aderi-
scono all’ Accus. ed Abl. ma col reggim. d’ una Preposiz. e-
spressa,o taciuta- Dies circiter quindecim iter fecerunt
C es. Prope urbetn : Brundusium versus (Ad). Talvolta vi sta
espressa. Ad Alpes versus; In forum versus; Usque in Pam -
philtam legafos tnisit ; Usque ad extremum vìtae. Procul du-
bio Procul^ a rtobis. Usque urbe’» , o ad urbem. Usque ab
avo ec.
II. Sull' Italiano.
Di, A, Da reg.-.on il Genit., Dat. , -Abl. o sole, o pre-
cedute dalle altre, come si veggon segnate a fronte alle la-
tine. Le altre reggono, quali il solo Acc. , e quali 1’ Acc.il
Genit., e ’l Dat. (..osi, p. e. Giusta, Per, Secondo ec. reg-
gon il solo Acc. Conira, Presso, Circa cc. 1’ Acc., il Cic-
nit e *1 Dat.il perchè vi stanno isolate per una virgola,
e supposte unite a di, a - dicendosi, p. c. Contra il cosiunic ,
Conira di lui, Contra a me. Vi sono però delle osset( azio-
ni da fare intorno alle seguenti Preposiz.
DI regge non solo il nome, nia gl’lnfin. ancora, Ib
Preposiz., gli Avverbi. P. e. Pormi di saperlo; Sta di per
■se; Di sopra; Dico di si; Presso di qui. Suole eziandio sta-
re per altre Preposiz. p. e Partir di P.oma ; uscir di casa.
Passalo di quella lancia ; abitato di uomini. (L)a). Di che ti
ho affiso i (In) Abbi di certo (Per). Lavora di forssa ( Con ).
A sovente dinota ancor la tendenza, o direzione, che in
latino esprimesi con Ael: Pronto a dire ; Condotto al Re ; Ri-
guardante a mezzodì. Sta spesso ancora per altre Prepo.'-iz.
Dimorava a sei m glia presso a Parigi {C\tcot).Dapotchè l'eb-
bero a signore -. V avrebbe a se amata (Per). Tolse a lui il
danaro; Li fece pigliare a tre servitori (Da). Nutricato a
latte d' asina (Con). ..4 tempo d'està; Vivere a Roma; R,ser
male ad arnese ^In). A tramontana rivolta (Verso). Premes-
sa all’ Infin. precedendo Avere , esprime il dovere , la ne-
cessiti. Il modo, eh' ella abbia a tenere ( debba) (94, i.)
DA marca i termini di agente nel Passivo, di origine,
partenza , distanza , separazione , differenza. Sta in vece an-
«ra di altre Preposiz. Degne cibo da voi; Ella non è da
Cremona (Di). Andrò da lui (A). Donzella dagli occhi neri
(Con). Sono da dieci giorni (Circa). Cose da pari tuoi ; Val-
#
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Etim. Lit. II.
1 7 i
ie onibyosa età molli arbori ; Passò eia Roma (Per). Passai eia
tua casa (Avanti). Far eia cena ( qualche cosa per). Uomo da
CIÒ , eia poco , da molto cc. ( Atto a ). Da cavaliere ( come ).
Coi Pron. personali ha il senso di solo. Da tue non venni ;
sta da if , o da per se , o di per se. Dopo Essere coll’lnf.
sta pe r Dovere ( p4« i • )•
PER nota l’agente nel Passivo, il luogo, il tempo, la
cagione , il mezzo , il fine, la distribuzione. Quello., che per
tne si può fare ; Esser per P Italia ; Faticar per pili d't ; Ta-
cersi per vergogna •• Guidar per mano; igiene per udire Tan-
to per testa. Star suole per altre Prcposiz. , o Congiunzioni.
per queste parole rispose (Con). Per lo giardino si rimasero
( Nel ). Per me è certo ( Rispetto a ). Per motto studiare , o
che studii i non impara ( Benché ).
IN dinota lo stato, la gita, la tendenza, il modo, il
tempo. Esser in villa, andar in cesa, pranzar nel mezzo-
dì , cèder net fosso, star in toga. Equivale anche ad altre
Preposiz. . Imputar in peccato (A). In miracolosa maniera
(Con). Jn me movendo de' begli occhi i rai ; Di ventotto in
treni' anni (Verso). In lui rivolto il popolo (Contro). Mesta-
gli una catena in gola ( Intorno ). In contrario (Per). Diede
in capo (Sopr.t). Colle mani in croce ( In forma di ). Si com-
pone coll’ articolo , mutata in Ne ( z6. i ).
CON esprime il rapporto di compagnia, di strumen-
to, di modo. Gir con alcuno'. Ferir con pugnale'. Parlar con
chiarezza. Si compone coll’Artic. , e co’ Pron. Me , Te cc.
( 2 (J. I.), come Meco, Teco cc. ed anche con meco, ce»
teco cc.
DI COMPOSIZIONE.
io4- De Prcposiz. di Composizione sono o
Separabili , o Inseparabili. Separabili sono A-
mens , Ab-eo , Ad-eo , Anle-cedo , Circura-eo ,
Contra-eo , Com-pono , Con-curro , Co-go (per
Cum ) , De-mens , E-duco , Ex-ilus , In-eo ,
Inler-pono , Intro-eo , Ob sum , Per-ago , Post-
pono , Prae-eo , Praeter-eo , Sub-eo , Super-
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I
Cjp. I. DutLÀ Pbeposjz. iy5
sum , Trans- fero. Inseparabili sono : Atnb'igo ,
Au-fero , Di-ripio , Dis traho , Re- fero , Se-paro,
Ve-cors.
, Italiano,
10 5 . Separabili sono : Ab-basso , Ad-oro ,
Contra-stare , Di-messo , Fra-pposto , In-giusto ,
OUra-cciò , Oltre-modo , Per-dono , Pro-posfo ,
Sopra-pposlo , Su-ccedo , Fra-pporre. Insepa-
rabili : Costretto , Com-posto , De -riso , Dis-ono-
re , Im-posto , Mis-fcitto , Pos-poslo , Pre-dire ,
Ra-ccorre, Re-cedere , Ri-preso, So-spirare ,
“ Sub-ornare , Super-ficie.
C A P O II.
DeW Avverbio.
106. L’Avverbio ^ una specie indeclinabile
di parole, che esprime i varj accidenti , e le
circostanze del significfiio per lo più del Verbo.
lon. Queste circostanze sono ordinariamen-
te del Luogo , del Tempo , del Numero , del-
i’ Ordine , òeW Affermazione , Negazione , Jn-
terrogaz. , Dubitaz . , Somiglianza , Quantità,,
Qucdità ; e quindi di altrettante specie sono gli
Avverbi , che le additano.
I. Avverbj di Luogo.
108. Gli Avverbj di luogo dinotano 0 la
permanenza , e si dicono di Stato ; o il movi-
/
\
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176
Elisi- Lm. II.
mento y e cambiamento di luogo , e si dicon
di Moto.
109. Rispondon questi alle domande Ubi ?
Viide ? Qua ? Quo ? La prima è dello Stato ,
e le altre del Moto di partenza , di passaggio ,
di gita. E sicegrae naturalmente lo stato prece-
de .alla partenza , questa al passaggio , e 1
passaggio alla gita ; cosi noi , secondo questa
lor naturale progressione , poniatno prima gli
Avverbi di Stato , indi per ordine quelli di
Moto.
Di stato.
UBI?
Hic
Isllc
Illic
Ibi
Inibi )
Ibidem )
UNDE?
Hinc
. Islino
mine
Inde
Dove? Ove?
Qui , <]ua (i)
Costi . costà
Là , li
Ivi , Quivi
Nello stesso
luogo
Alibi Altrove
Alicubi In alcun luogo
‘Nusquam In niun luogo
Ubicumque Dovunque
I Intus Dentro
Forìs Fuori
Di Partenza.
Onde T
Di quà
Di costà
Di colà
Indi , di là
Indidem Dallo stesso luogo
Aliunde Altronde
Alicunde Da qualche l.
(i) Quii c Quà ( in questo luogo) son sinonimi. Quà
però, e non qui suol dirsi in certa indeterminaz. del luogo,,
come per tiitt'un paese, 0 contrada. Lo stesso si fa di Costi,
e Costà. In composto s’ usan Qu.) , Costà , Colà , Là : Quas-
iìi , Lassù, Costassù, Colassi , Quaggiù ec.
Quivi ( in cotesto, o quel luogo ), Ivi ( in quel luogo)
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caviti jirrtmto' 177
o SS BRV AZi on i
Se u»ù < non 1* Avverbio , ma il nome del luogo ^ que>
sto nello Stato sta in Abl. retro da IN , or espressa , or ta-
ciuta, .1 Verbi più usuali son Som , Ménao , Deambulo , Mo-
tor ec- s » >
’ Nella Parten-u anche in Abl. con At Jlb, Bx, Dt.Dt-
oetdo , Proficìscor Exso , Egredhr , Venia , Redeo sono I
Verbi ordinar} di questo moto. , . -
Nel Patteggio in Acc» con PERj o in ML Transto, Ito
Jaeio ne sono i verbi. ‘
• • Nella Gita in Acc. con AD , o IN .Ss . Profieiteor , Ve-
rno t Ree^o ec- n« sono i Verbi' L* esemplificailone , I ». tun'
altro, è' nella Sintassi. Nel moto VERSO un lungo in ‘Acc.,
con Adt 0 ie, e coU'Avv. Vertus posposto ( loj. oss. );" ' ‘
( t
Avverbj. di, Temp^
’i'
■'5
. Ilio. I1,Tb»o è o noD t;on{ini«z<o.v o con-,
{inttalo., Gli jA^rverbj del primo* rispotidon alU,
domandai (puam/o ? queljir dell’ aljrq. a Quam<-,
diii^ , V..,
QUANDO?
Cum
Hodie ,,
Crts-f • .1
Percndie
Heri
Nùdius ter.'
tius
Pridie
Postridie
Quotidie- ‘
Sero
Aliar che
Oggi,
mmeui
I Potdalauuti ti
" -è . . ■' » f
.» » f V* ■ j 1 il
jor Poltra
Il gipma avanti
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4*. : • *4 '< t .> Il <
. t iiiiNooftuaniaic.'Na* -mai ,
dipi,' •
\ \
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dipi , ' ^ Una^veìta \
HaetWoi PiH qui.
Adhuei'»'. Ancoro 1
Prius , ,Antea ,Pn^
Nòper ' . P«fS fa
AnteMiè ' -■ -V. j>Vì;, p hnoaiUf
tostbaor.’r c/)''*re
Il giamo avanti DeineWv . ,?f avvenire ■
Il giorno dòpo' Citò', TUuò' 'Sbbitò , Presto
Ogni dì ■ lapi lant ‘ , Or' ora ■
Sero -.J ’-; lQu»“* prùnuiuA? piii, grétto y
Nunc.Modo Ora " . ' lATiquando ' ÌMcana vòlta.
Tum, Tane Allora -‘IQuandoque -jw
I Àntequam PrJm
13
I
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Etima.. Lia. .II . .
178
274 faìtki
)
SBìnalmcnte
s
Postquam
Demum
Denique
T andem
Postremo
QUAMDIU? Quanto umpoì
Diu Lutgamcnte
lAliquandlu Alquanto
Paullisper Per poco
Quampridem ? Quam* ^ ?
Jam prtdem Da gran tempo
Jam dfu 04» tempo fa '
}am dudum . Gii tempo.
‘ -- * 4 ,
Di Numero.
\ f •
-V ii |. Si fonnan questi da* Pron. . Ifiumerali''
cardinali colla desinenza ies\ dai primi quattro
in fuori. Quoties? quante, roUe? Sèmel , “«f»,
volta, Bis, due volte. Ter, Quater , Quin-
quies , Sexies , Septies, Octies, Novjes, Decies,
Undecies , Duodecies-, Terdecics , Quatuordecies,
Quindecies , Seidecies , Septiesdecies , Octies-
decies', ò Dtfodetìcies j Notieadecies*, O 'Unde-
vicies y Vicies V Vicies; sèmel ; o'Sémel etTÌoies,
Tricies Quadragiès' ■ éc.*’ Cènties ; Puoéntk» ,
Ter centies , Quater cenlies , Quingenties , Sex-
cenlies, Milliea , Bis millies , Centies millìes ,
Pluries, prè' rolto ì Mulipties, » AIU
quoties, àUfune voUé.- ... .
IH. D' Ordine. Primum , .Priw , Primo ♦
Prima Tuta in' oltre , Deindè , Di poi , P<^
stremo v\/ft^taeRjCAftiSecundo , Tertìo », Quarto ,
Qiainto BcI’'^'o Tertitfm , Quartuta oc,
^ .1 1 3 . . tìi j:iiaTO\ Maxime
Ùlique , Qoippp* ^y, sebbene , SciFicet , appu»-
to', Profectó »~ Certe , Certo , Sane , Equidem ,
certamente', sicuramente , in vero\ Procul du-
hìo ,. senza, dubiiio...- » -v-
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Càp'. il 'Ari'ktttio »79
114. Di TVegflz/bne, N1Ó IV , Haud , Nequa^^
quarn , «o , non Riinithc , Minime quidem ^
no certamente Mitìitaè véro , signor no. ' .'’i
1 » 5 . D’ Interrogazione. Cur ? Quid ? Q»a-^
re ? Qoadere ? .pfrif ^ ? per cfual cagione? Quia?
Quidni ? perchè no ? Qui ? Quomodo ? come ?
£n che mddò ? NiVitì'.? ,Arr ?• Uiruni ? Jòrsè ?
I iQ.' DÌ Dubitazione, Forsan « Fòrsitàri
Fortaisse V Fortassis , foì'te f forse ^ a caso ^ per
àv^éntiira. ‘ ’ . ’
117. Di Somiglianza. (Jùàsi'i Ceu, Ut ,
Uti > Velut f VeluU ., Sic » Sicut., Siculi , Prout,
come , siccome , a guisa , secondochè , Tan-
quam , Perinde ac \ Acque ac , secus ac ,
atque , quam , ac' si , come se, del pari che «
non altrimenti che', •-'v?’ -* ^ j »
1 18. Di Quantità. Quam, Quadtum , qUati’
to\' Tarn ,'Tanlóta tarilo ,' Alrqaantuln , al.'
quanto , Màhum , molto , "Falde, àssai. Nimis,’
troppo , Satis , abbastanza , 'Plurimum , moltis*
simp y Parura -, poco , plus , più , Mmus , ntéy
no ., Tanto ólagis'; Eo magis',_fartfo più\ Qbanlo
mdgiSf'Quo niagis { quanto più , ‘lènto minus,
tanto meno, , Quanto mintì^ , quanto meno.
‘1197 Di' Qualità', DeHyàtì’ questi dagli Ag-
get. perfetti. Da' qufeHi di' i. è' a. Dèci, escou
in 'E, e' da 'varj in O; PulcKre , Probe Bene,
Male ec. Necessario Certo , Serio ec. E da
qualcuno in e', ’c ter : Benigne , Firme , Hu~
tfiane, o Beni^niier ec. Dagli Aggett. di 3 . Decl-
escono in TER ; Feliciter ", Ouiciler. Da Facilis.
Diffìcilis si ha facile, e faciliter Difficile, Dij-
DigiliZHi; Sy Google
i8o Exm. Ln, ,
ficiliter. Tutti poi_ hanno i loro gradi , come
PuXchjriyiS , Pulqherrime -, Felicius , Felicissime.
Ti Italiano fan quasi tutti in niente come Bel~
i amente .t Malamente ec.
OSSER'V AZI o n'ì -
» •
V’ha deglt Avverbi, ohe costruisconii «ol Gemt.,Dat.,
O Abl- En , Ecce, Avv. di mostrazione , si uniscono al Ret~
te, e all’Acc. En Priamut, en quetuer aras. Virg. AJee,
Jte,'Sic, Tarn «on seguiti da Vi col Conginnt. Antiquntn ,
« van coll’ Indicar, e Congiuiit. Anteqnam dicere
institnei Anteqnam dicanu ’
CAP O III. :
r- - ' / .
Della Congiunzione. ^ ; i
lao. La. CoNGiuNzioNÉ è una specie inde-
clinabile di. Parole , che serve a legar insieme
le parole, li membri, e i periodi del discorso
ed . a distinguerne i dilFerenli rapporti. E sepour
di) tali rapporti sono le Congiunzioni di varie
sorte.. . , ' ;
Copulative. Et, Ac , Atque-, Que ,
' . Aggiuntive. ' Et , Etiam , Quoque , Vel ,
'Anche, Ancora/, Imo, Anzi-, Praeterea, In
oltre ; Praeterquam. quod , Oltreché ; Non mo-
do , Verum etiam , Pura , Tura , Tum , Tum ,
I^on solo , mst anche , o> Tanto, Quanto
Tra , E :
‘ Disgiuntive : Aul .^^ Vel , .Ve , Sive , Seu ,
O, Qvverq-, At , /Ast , Sed Veruni ^ Ma. Au-
tem , Vero , Porro , Atqui , Ma , Però , Poi.
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Cjp. tu. Congivm, i8i
Negative. Nec , .Ncque , Ne , Ne quidem ,
Nemmeno , Neppure.
y/yyerjn/fVe. El.si ,• Etiani<?i , Tamelsi , Li-
cei ,• Quamq*uam , Quaravis , Ut, Quantunque ^
sebbene., ancorché .tuttoché'., ' comechè \ Ta-
men , Attamen , Nihiloniinus , pure , nondime-
no : Non solum ^ Ne duna , non che.
Dichiarative. Idest , Nempe, Scilicet , Ni-
mirum , Videlicet , cioè, vale a dire.
Causali. Nam , Namque , Elenim , Enim ,
imperocché \ Quoniana , Siquidem , Quandoqui-
dem , poiché , giacché , Quod , Quia , perchè ;
Quippe , Ulpote qui , come quello che.
Illative. Ergo , Tgilur , dunque , adunque ;
Quare , Quapropler , Quamobren , tjuocirca ,
Pioinde, per lo che. Il perché. Laonde.
Condizionali. Si , Se , Ni , Nisi , se non ,
se non se. Duna , Modo , Dumnaodo , Ubi y,pur-
ché ; Si quidem , Se pure , Sin», ma se.
Finali. Ut, Qui, Quo’, affinché, perchè^
per-, Ne, Ut ne, Quominus, Affinché non ,
-, 7 - *1
- ' OSSERVAZIONI'.
Q.ue', Ve, e' Ne, come enclitiche séno dl' cófflprsiiione :
Tertasque, Coelumque, Faterve, ^iblntf. V* ‘ • c:...:
Ne quidem è sempre frammezzata da altra ^parola, l^e
ege quiJem , neppur i», . . . , . -
Autem, Enim, Etinm, voce semplice trisillaba, ,
Vero, non istan mai a principio- Ego vero. Voi etiam ec.
' Tamelsi , Etiemsi , Qnamvis, Quamquam, Si, Ni,
Nili, Quod, Quia si trovan coli’ Indicai, e Congiunt. •
Licei , Ut , Qut , Ne , Quominus , Dum , Modo vcglion il
i 8 a Btim. Lìm. li.
Con^iunf. ìie si unine dai Poeti all* Imperai., come sinoni-
'mo di ìieni Ahi , ne jura^ tath credo. Plaut. , Va via, non -
giurare , io ti credo al>bastan2a.
Varj Avverbi si usan pure come Cojrgiunzioni , e varie
Congiunzioni al contrario come Ayverbj. V* i Lessici.
In Italiano PerJ, Adunque, Poi non istan mai a prin*
cipio.
CAPO IV.
Dell' Jnterjezione'.
I2I. La Intehjeziore è una specie iodecli*
ballile di parole * che si frappone nel discorso
senza nesso di costruzione , per esprimere i Tarj
affetti delU animo.
' 122. Sono le Interjezioni di varie sorte ,
secondo i varj affetti , eh' esprimono. Eiccone le
più usuali.
Di Allegrezza. Euge , /o , Evax-, viva ,
evviva. Ahi Oh ! Proh! ah! oh\
‘ Di Dolore. Ah, Ahu , Heu , Hei , Hui ,
Vae ; ah ! ahi ! aimè I oimè !
Di Sdegno. Proh , Hui ; óh ! deh !
Di Maraviglia. Oh ! Proh ! Hui 1 ohi ahi
duhl deh \ dohl PapaeJ capperi
Di Desiderio". Oh! òA! dehl Ut, Uti-
nam ! Oh utinam J Quòd utinam ! Dio voglia
Dio volesse ! - *


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