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Sunday, June 2, 2024

Grice e Rossi

 IS PUTAZ10NE UNICA 


DELL’ ANIMO 

DELL UOMO 

DEPUTAZIONE UNICA 

Nella quale fi fciolgono principalmente 
gli Argomenti di Tito Lucrezio 
Caro contro all’Immortalità. 

OPERA 

DEL SIGNOR 

D. TOMMASO ROSSI 

Abate Infoiato di S. Giorgio ec. 

-J> fi D *- 

All’ Illustrissimo Signor Marchese 

D. LO RENZO 

BRUNASSI - 

. *§i* 

IN VENEZIA MDCCXXXVI. 

. Con Licenza de' Superiori . 



Digitizecf by Google 


rw>5'* 



! 



•yr&Si fftm/rbr 

Nil tam diffìcile eff , qtiiu qiuerendo 
inveffigari poffìet . 

Ter. Heautontim, A3, 4 . Se. r. 



% 

1 

■ Digitized by Gingie 


ILLUSTRISSIMA 

% 

■9 ... 



SIGNORE — 




tv 



Ella dimora , che 
in quefta noftra 
Città di Montefufcolo per 

al - 1 


kti 



'DigmzSa by Coogl 


alcun tempo fatta avete , 
tanti argomenti di virtù , 
e nel riguardevole Uffizio 
di Regio Uditore , e in_> 
tutti gli utti -cibila vita^ 
avete dati ; che in ogni 
parte di quella ben am- 
pia Provincia , la lode , e’1 

nome voftro nelle bocche 
♦ • 

degli Uomini rifuona da 
per tutto . Per la qual co- 
fa io non folamente ho 
dovuto rivolgermi verfo 
di V oi ad ammirarvi , ed 
amarvi con tutti gli altri ; 
ma ancora ho potuto alla 

de- 


Digitized by Gf)ogle 


degniffima perfona voftrà 
alcun particolare oflequio 
preftare : e fi il mio libro 
dell’ Immortalità dell’ A- 
nimo , che ora efee alla., 
pubblica luce, dedicare, e 
confecrare . Concioffiachè 
la V irtù fola di per fe, fen- 
za dover altro cercare , fia 
potentiffima cagione , per- 
ché riveriamo, ed onoria- 
mo colorò , che adorni ne 
fieno: e più quelli , che nel 
più alto feggio di lei col- • 
locati veggiamo . Nel che 
nondimeno , mentre l’af- 
: ' • fe- 


lezione dell’ animo rive- 
. lente , e divoto ho fegui- 

ta ; nel tempo medefìmo 
all’ opinione del libro , e 
I9ia?r ip cr e do a -baflanza 
a ver provveduto. Percioc- 
ché io non dubito, che-» 
v quella mia Opericciuola , 

(qualunque ella ha) oltre 
a’ confini dell’ Italia , ed 
• oltre al ter mi ne d ella pre- 
fenteEtà,inRegioni rimo- 
te , ed a futuri tempi coll’ • 
• autorità del tifone volo , e 
chiaro nome voffro nom> 
abbia a trapaliate. Gran- 
de 


Digitizécl by Google 


de fermamente , e di gran 
laude degna è la Virtù vo- 
ftra , che fin dalla prima 
giovanezza con perpetuo 
tenore , belle , e laudevo- 
li Opere ed alle private., 
pe rione, ed alle pubbliche 
cofe profittevoli arrecan- 
do, fi è dimoftrata . Nel 



ti lumi di Giurifprudenza, 


quanti ivi fono , ri luffe., 
ella con grande ammira- 
zione di tutti : poiché ap- 
pena varcati tre luftri , a 
prò di litiganti , e di rei , ' 
tifiti a dot- 


V 


• • . 0 

. ‘ dotte , ed eleganti , e fpi- 
ritofeOrazioni vi udirono 
* * recitare . Per la qual cofa .»■ 

di dì in dì Tempre più cre- 
' * , fcendo l’ opinione del va- - 

lor voftro , del pregevole 
ornamento della Toga di 
Giudice della Gran Cor- 
te maturamente fu il vo- 
■ ■ ■ 

ftro merito onorato . E in 
* quel gra vidimo Miniftero 

con lucidezza di feienza , 
e con incredibile coftanza 
il dritto cammino del V e- 
ro Tempre tenendo , e in 
ogni affare la prudenza-^ 

ufan- 

t ; • 

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ufando ; cosi bene avete * 
adoperato, che l’approba- 
zione , e l’amore di ognu- * • 
no , e in quefti vicini ben 
avventu roti tempi il fa- 
vore ancora della Maeftà 
del Gloriofiffimo Re no- 
iìro avete meritato. Quin- 
‘ di l’ alta di lei Regai prov- 
videnza , il -primo onore 
confervandovi intero, a 
moderare i Tribunali del- 
le Provincie, ed a tenerne 
gli errori , e le corruttele 
lontanila conofciuta V ir- 
tù voftra ha prefcelta . E 
a 2 ben 


C 






t 


# 


. Digitized by Google 


ben la Città noftra innan- 
zi ad ogni altra, e tutta la 
Provincia , delle diritte, 
fagge , e fcorte maniere-, 
voftre con comune ripo- 
fo , e comun contento co- 
pioii frutti han ricolti . Ne 
folamente nella nobili^ 
ma fcienza delleLeggi,ma 
in altre parti ancora dell’ 
umano fapere Voi avete 
molte fatiche , e vigilie-, 
collocate: le quali e la no- 
ja adergono di quegli ftu- 
dj , e ne ajutano l’ intelli- 
genza , e la cognizione di- 
' > •; la- 


Digitized by Google 


latano, e compiono dell’ 
Uomo . Ne finalmente^, 
nelle pulitezze , e ameni- 
tà delle Lingue più belle 
non avete ancora efercita- 
to lo ’ngegno : poiché con 
elette Poefie tofcane e la- 
tine, della nobile Acade- 
mia Cofentina , e della,, 
famofa Arcadiadi Roma , 
ove liete aferitto , avete 
fuperata l’ opinione . Ma 
la voftra loda più ricca , e 
adorna £ difeopre , e più 
chiara , e luminofa nelle 
dovizie, e negli fplendori 

del- 


delle magnifiche , e me- 
morande laudi del Signor 
Duca di San Filippo vo- 
ftro degniffimo Padre . Le 
quali fe non diftintamen- 
te narrare, ne degnamen- 
te celebrare , che non è 
luogo , ne io con niuno in- 
gegno potrei ; perchè fon 
pur voihe , debbo alme- 
no in alcun modo addita- 
re. E in particolare alcuna 
parte del veramente ma- 
ravigliofo governo , che 
delle pubbliche cofe egli 
ha fatto, nel confiderabile 

. .Ma- 


Digitizéd t 


Magiftrato di Eletto del 
Popolo debbo rammenta- 
re in ogni modo . A quel- 
la importantiffima ammi- 
ri ideazione in tempi diffi- 
cili , e pericolofì , con tutti 
i fuffragj più volte chia- 
mato il Signor Duca , con 
mirabil fapienza , e con.» 
incredibile iludio, e fatica i 
pubblici affari ha condotr 
ti a felice fine . Egli la pub- 
blica falvezza fempre me- 
ditando , e a quella ogni 
penfiero, ed ogni operai 
rivolgendo, una cofa affai 

dif- 




4 


difficile ha confeguita: che 
per tutto il tempo, che 
quell’ immenfo pefo ha_» 
foftenutó, giammai ne per 
colpa murray-rtc-per qua- 
lunque fortunofo evento , 
ne di fterilità , ne di guer- 
re, ne di altro fimigliante, 
nella Città , e nel Regno 
la fcarfità , e la fame fiali 
potuto introdurre . Per- 
ciocché , oltre ad ogni al- 
tro ingegno di fcorto prov- 
vedimento , in ogni tem- 
po da lontane Regioni per 
lunghi tratti di mare co- t 

« P io - 

» * * i 

~’i • »- , . . _ 

•_ * . * — - ’ • . Digitizèd by Google 


piofe annone fonofì fatte 
approdare ne’noflxi Porti . 
Nel che con raro efempio 
di carità verfo la Patria , 
di o/Iequio verfo il Princi- 
pe , delle fue proprie fo~ 
ftanze molto oro ha pro- 
fufo . Sopra tutto di eter- 
na memoria degno è quel- 
lo, cheneiravvicinamen- 
todelle vittoriofe Infegne 
dell’invitto, pio, felice^. 
Re noftro, in tempi pieni 
di timori , e di fofpetti , 
premendo ancora il no- 
lfro Suolo le armi nemi- 
t'àìf b che; 


s 


che; mercè de’fuoi alti 
configli , nella Città , e 
contorni ogni cofa videfi 
tranquilla , e quieta . Or- 
che le rapine , le occifio- 
ni , i tumulti , che i trifti , 
e iediziofi Cittadini in fo- 
Iniglianti tempi meditar 
fogliono , tenefiè dalla.. 
Città lontani; Egli folleci- 
, tamente le cofe alla vita 
neceflarie appreftando 5 e 
gli animi feroci della ple- 
be mitigati , e addolciti » 
co’ Signori conciliandola 

tran- 


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v 


tranquillità , e la pace nel- 
la Città, e quindi in tutto 
il Regno fuori di ogni opi- 
nione ritenne . Onde po- 
tè dirti allora , che eglf il 
Signor Duca la Città fai- 
va , falve le vite , e 
foflanze de’ Cittadini al 
Gloiiofo Re noflro avefle 
' conferva te . Caro pei - tan- 
„ * to al Re , alla Regai Cit- 
„ tà, ed al Regno, a.fublinii . 
degnità fi è veduto meri- 
tevolmente afcefo. E pri- 
ma il pregevoliffimo ono- 
: - - re ottenne già di dover 

b 2 Egli 


Mf 


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Egli colla fua Famiglia , 
in uno qual più voleffe de’ 
nobiliffimi Seggi , fra Pa- 
trizj effer annoverato, e 
delcritto-. Pe^qticfte vie , 
e con ifplendidiffime affi- 
nità la fua Cafa nel più al- 
to luogo de’ Baroni , e Si- 
gnori del Regno ha folle- 
vata. Oltre al le nobili Fa- 
miglie Spina della Sarde- 
gna , e Poliaftri della.* 
fplendida Nobiltà Cofen- 
tina, in donando a Voi in 
Ifpofa la Signora Marche- 
fa D. Marianna Orenghi , 

Da- 


4 


Dama di rare doti , tutti i 
pregi di quella nobiliffima 


Famiglia nella fua propria 

Cala ha trasferiti.Per chiù- ' . 


quella chiariffima Fami- . 
glia ella è nobile in Ven- 
timiglia ,Città principale 
pofla nel fuolo di Geno- 
• va . Ella è altresì nobile 
in Roma , rocca dell’Eccle- 
iiaftico Imperio. Ed ivi a 
> | quella Repubblica faggi 
,>, Togati » e prodi Capita- 
- ni ; equi Senatori in Cam- ' 


dere in brieve giro più cofe 



pidoglio , qual fu un Gio- 


van 


* 


Digitized tty Google 


van Angelo Orenghi , e_> 
degniffimi Prelati , e Car- 
, dinali ; tra quali il Car- 
dinal Niccolò Orenghi di 
onorata memoria , alla-, 
Chiefa ha donati . In ol- 
tre alla Signoril Cafa Maf- 
fa degli antichi Baroni del 
Vaglio gli Orenghi Eret- 
tamente appartengono : ' 
della qual Cafa fu già l’A- 
va paterna della Signora 
Marchefa , che del loda- 
tiffimo a memoria noftra 
Cardinal Girolamo Maf- 
facafanatte , è degnifsi- - 

ma 


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ma Pronipote. Quella pic- 
ciola parte delle voftre_> 
amplissime lodi ho io qui 
potuto ricordare, molte,' 
e grandi cofe lafciate ad- 
dietro . Dal che nondi- 
. meno lì può vedere , che 
di fommo pregio è la mia 
fperanza , che ’l mio li- 
bro , che ora al volil o me- 
rito inchinato vi prefen- 
to , dedico , e confacro j 
ficcome 1’ accefo delìde- 
riadel di voto animo mio 
contenta in parte ; cosi 
fra molte genti , e pe r mol- 
• . : . . " te . 


/ ■ . 

te età debba effe re .dure- 
vole memoria della fervi- 
ti! mia ; della quale fopra 
ogni altra cofa del Mondo 
onorandomi--, -volentieri 
mi confermo f'- 1 


Di U. S. Illuftriflima 


ma rno 

Divotifs . , eri Obbligatifs. Servitore 
- L' Abate Roflì di S. Giorgio . 


piqiliiCd by C ÌOOglc 


PREFAZIONE. 



Oicbè può avvenire , che quefa 
mia Difputa capiti nelle mani 
di alcuni , che le vane fittili- 
t'a , e, pregiudizj feguono ancora 
della vo/gar Ftlofofia ; e' fa di 
me fieri , che io qui alcuna cofa ne dica , 
che mi pare dover dire per liberarla , fe 
è pnjjìbilc , dalle coloro accufe . Imperoc- 
ché eglino cerfh mente bia finteranno leu* 
maniera di filofofare , che io ho prefo a 
feguire : e le dottrine , che vi arreco t 
tutte, o parte come nuove , e frane ri- 
fiuteranno : e nelle ofeurità , nelle quali 
forza è che alcuna volta fi abbattano, e 
dove da' fienfi , e parlari loro i miei fi 
dipartono ,come fogliono in sì fatte accu - 
fe di leggieri trascorrere \ fufpicberanno 
ancora per avventura , che alcuna cofcu» 
vi fi a fionda , che colle verità della' no- 
fra Santa Religione non ben confenftt , 
Or io innanzi ad ogni altra cofa /* Alti fi 
fimo Dio chiamo in tefliShnio , che con-, 

* c quefa 


+ t 


quejla tuia fatica altro non ho io intefo , 
che quelle verità , quanto più per me fi 
è potuto , nell ’ ordine naturale ancora co * 
fumi della Filofofia avvalorare , e <#-' 
chiarare : e f» particolare con fincero ani- 
mo combattere gli ernpj , fe alcuni anco- 
ra tra noi ve ne hanno , e convincerli 
dell * Immortalità dell* minima nofira: e a 
quefio fcopo folo fempre riguardando , o in 
rittovare , o in ritrovare nuove dinioftra- 
zioni , o in ifciogliere i nodi degli argomen- 
ti contrarj , ho confumate tutte le forze 
dello* ngegno mio . Ne gli fcienziati di quel- 
le Scuole j ne altri di afre fi deano a-, 
credere , che io o per ingegno di malizia 
a bella pofla , o imprudentemente per im- 
potenza con leggiere » e invalide feluzionì 
vegna più tofio a fortificare , e conferma- 
re gli argomenti Lucreziani ; fe prima-, 
non avranno ben difaminate , e penetrate 
le mie ragioni ; e quelle colle altre , che 
nelle Cattrede dalle bocche de ’ Mae/ìri fi 
odono ,o su pe' libri fi leggono , non avran- 
no meffe a confronto « E in pruova dell * 
animo mio , come ho fatto della Mente-, 
dell ’ Uomo , dimojìr andane l l Immortalità ; 
così , fe quefii miei divifameuti verranno 

appro- 


Digitizedty Google 


approvati , coti altra Difputa , che ho per 
le mani , col favor di Dio , faro dellcu* 
Mente eterna del Mondo , dimoiandone 
la realità : [pezialmente prendendo cu* 
fcuotere , ed abbattere le fondamenta deW 
empio fijlema dello Spinofa . ConcioJJìachè 
quejle due primarie verità della umancu* 
fetenza , ciò fono P Immortale della Men- 
te , e la Mente delP Eterno , sì fieno elle 
tra loro finitamente congiunte , chc^, 
P una fenza vantaggio i o difcapito 
dell 1 altra , illufirare , od ofcurare non fi 
pojfa in ninna guifa . In fecondo luogo io 
gli ajfiatro , che le vie , e le maniere , e le 
dottrine , che io ho ufate , e propofie * el- 
leno non fono già nuove , frane , ma 
febbene proprie , f*/ antiche ; elle ( io 
nP inganno) dirittamente difendono 
da quelle principali » che nel Filebo il di - 
vin Platone , divini oracoli appella : e che 
da Uomini alle prime origini più vicini , 
a noi per noftra erudizione fiati effere. 
lafciati , apertamente afferma . TaP c quel- 
la del tnirabii neffo dell'Uno , e del Mol- 
to , che in quel Dialogo folo in alcune cofe 
più leggiere , ed agevoli deferivendo , le 
più malagevoli , e gravi , che a IP interna 

c i efi 


ejfenza piu appartengono , et lafcia nel 
fecreto , e nel bujo di altijfimo [letizio . E 
che [ebbene nel Parmenide con molte , e 
lunghe dtfpute vi fi aggiri d' intorno , pu- 
re fi poco dichiara , che nel vero [cu jo di 
lui non tutti pojfono penetrare . Ma tut- 
tavia quando egli argomenta , che V Uno , 
e ’/ Àìolto cau perfetta comunione d* Iden- 
tità debbano ejfere una cofa medefima ; e 
poi quando fi fa a provare , che P uno da 
ogni altra cofa e in fe , e da fe me defi- 
lilo difiiuto effer debba , coloro^ che di veri 
lumi metafijici fono provveduti , fenzcu, 
molta pena giuguono ad intendere , che^, 
quel Fitofofo per la prima effenza ei vuo- 
le figni ficare la natura Mentale , e incor- 
porale ; e per la feconda , non altro che 
la Corporale , e bruta additar vuole . Da ^ 
quefte due verità di quefte due nature , 

/’ una ( diciatti cosi ) ingegno fa , e mara- 
viglio fa , e P altra di ogni fottilitd , e di 
ogni 'ngegno sfornita , ho io ricolto quan- 
to della Mente , e della Materia , e della 
fecr età unione di quelle nature nell * Uo- 
mo , e quanto della cogitazione , e del mo- 
to , e di ogni altra cofa in qitejla Dìfpu- 
tazione è Jcritto . E non } da dubitare , 

chs 


4 


Digìtized by Google 


che la maraviglia di quella comunicasi ^ * 
ne , che e il me de fimo , che il conciglio , 
e 7 temperamento de ' contradittorj , «<w 
fia ella il fondamento della Platonica fa - 
pienza ; la quale , per tornare a quel che 
piu rileva , fa , che njen di ogni al - . 

tra Scuola all ' altijfime verità Divine fat- 
to ha contro fio , fo/j quelle la piu 

parte docile , ed ojfequiofa in ogni tempo 
fi e dimofirata . per le venerande 

feriti nre de ' Padri Greci , muffirne del 
Gran Bafilio , c de' due Gregorj , e 
Latini fide l Grande Agofiino y i lumi della 
Platonica fetenza veggonfi rilucere da per 
tutto. Ma io arditamente vi aggiungo di 
piu y che gli Autori delle due piu famofe 
Scuole, il Glorio fio Dottore Angelico, e 7 
Dottor Sottile , con. quelle due mifieriofe 
dift iasioni , che pajonq tra loro- di f cor dan- 
ti , ma in effetti fecretameute convegno- 
no, altro che la comunione dell' Uno , e_ 
del Molto non hanno intefo di commenda - 
re : dal qual profondo pentimento la piìt 
parte di quelli , che fon venuti dappoi a 
malamente interpretando la coloro dottri- 
na , e i proprj loro fenfi foflituendo , coiu*. 
infinito danno della fetenza fono fi allonta- 
nati . 






nati . Adunque io priego i Profeffori di 
quelle Scuole a non volere col pregiudizio 
della novità , e della ftranezza alla pri- 
ma rifiutare le cofie: ma a voler piti tofio 
con meco durar la fatica dell * invefl ina- 
zione t e ojfervare , e difaminare ogni 
parte della dottrina', e [opra tutto a ve- 
dere , fe io Un deferivo il libro della Na- 
tura Univerfale , e quello della par titolar 
Natura dell * Uomo , che con quel celebra 
fuo detto Tertulliano afferma , e/fere il 
primo Maefiro delle verità divine ; che io 
fpero , che finalmente fi avvi fer anno y che 
niente nc nuovo , ne flrano bo io qui ar- 
recato . Or fe io abbia bene intefo quei 
luoghi del div ’tn Filofofo : e fe da quelli 
vere , o falfe y buone , o ree dottrine ab- 
bia ri colte ; que(lo ? che io lafcio al giu- 
dizio de y piu fublitni y ed illuminati Uomi- 
ni y de ' quali più che ogni altra Città 
(C Italia abbonda la nofira novella Atene . 
Vivi felice . 


r * 


vr* tv' 


Al 


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Al Revertndìjfimo Signor» 

D. TOMMASO ROSSI 

Abate Infoiato deli’ In Tigne 
Collegio di San Giorgio 
della Montagna 

» 

Giambattipa Vico . 

H O Ietto con fommo mio piacere , perchè con 
altrettanto profitto. , la voftra maravigliofa_* 
Deputazione dell’Animo Umano, nella quale vigo- 
rofamente feiogliete gli Argomenti di Tito Lucre* 
aio Caro contro la di lui Immortalità. Dappertut- 
to vi ho ammirato la bella luce , il vivido fplen- 
dore, e la grande feracità della voftra fublimijlìma 
divina mente } e per dirla in un motto, vi hofeor- 
to il vero Metafifico, che quanto dite, quanto ra- 
gionate, tutto il traete fuori da’ Tefori della voftra 
altiftlma Idea} e lenza dirlo con parole* di mofl ra- 
te di fatto la debolezza di Renato delle Carte, che 
in fei brievi Meditazioni Metafifiche» per Spiegar- 
li , vi adopera cento fimiglianze , e comparazioni 
prefe da cofe al di fuori dj efta Mente } quando è 
proprietà della Mente Umana di prendere da fe le 
comparazioni, e le fomiglianze , ovunque ella non 
può altrimenti fpiegare le cofe , delle quali non fa 
la loro propria natura , Convincete la corpulenz a ? 
del Padre Malebrance ,. che apertamente profeta , 
non poterli fpiegare le cofe della Mente ,. che per 
rapporti, i quali fi prendon dal Corpo : perchè Voi 
con una maniera veramente divina, e ’n confeguen- 
za propria di quella Scienza , al lume delle cofe_» 
dello Spirito rifehiarate quelle del Corpo , e dallo 
fplendore dell’ Idea , illuftra te l’ofcurezza drlla Ma- 
teria* Che debbo io dire della voftra generofità , eoa 

cui 


cui combattete Epicuro , di cui non Colo non diflì- 
mulate , o almeno infievolite gli argomenti , ma 
gl* invigorite , ed efaltate con nuove voftre interpre- 
tazioni, che gli Epicurei tutti non feppero inten- 
dere i e con animo pugnace cosi gli andate ad in- 
contrare, perchè qivndi (1 fcorga il vigore, con cui 
rincontrate, il combattete, il mandate a terra? Che 
>oi di quel torrente d’Eloquenza divina , con la qua- 
e vi avete fatta una fpezie di favellare tutta vo- 
:lra propia ? perch è p ropia di co tal Jcienza ? Del- 
a bellezza, e’ leggiadra de’ traf porti , che ufate_» 
tutti opporti, dome debbono eflere , a quelli , che 
ufa l'eloquenza Umana ; perchè quefta debbe fare 
dello fpirito corpo , e voi in certo modo fate del 
corpo fpirito. Voi liete degno, Signor D. Tomma- \ 
fo, non già di Montefufcolo , ma della più famofa 
Univerfità dell’ Europa. Laonde poiché la voilra mo- 
dedia, eguale alla voftra gran dottrina, e virtù ve 
ne fa contento, almeno giovate il Mondo di coterta 
fappfentiflìma Scritturai la quale l’aflìcuro, che re- 
cherà gloria, non che a Napoli, all’ Italia tutta , 
con merito grand irti rno inverfo della Pietà , che fi ri- 
fonda in utilità di tutte le Repubbliche , e molto più 
Criftiane: e vi fo divota riverenza. 

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Napoli 7 . Maggio J 7J5- 

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DELL ANIMO 


DELL* UOMO 

D1SPUT AZIONE UNICA . 

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» • -• J » • • i » - » .J ? i • 

Uantunque negl* infelici 
tempi del Gentilefimo 
denfiflìme tenebre d’ i- 
gnoranza delle cofc Divi- 
ne, (alvo il Popolo Ebreo, 
premettero tutta l’Umana 
generazione ; pure per lo Covrano magi- 
llero della Mondana fabbrica , e per l’or- 
dinato, e collante corfo de’ moti , e delle 
generazioni da una parte , e per la virtù 
dell’Umana intelligenza, c per 1* interna, 
e comun legge , e regola delle operazio- 
ni della vita ,dall’ altra ; delle quali cofe, 
quella è certa , ed illultre lignificazione , 
e quella è chiara, ed indubitata cognizio- 
ne di Dio ; aggiuntevi ancora te reliquie 
della tradizione de’ primi. Uomini; pec 
tutte quelle cagioni , era nondimeno nel- 
le menti degli Uomini altamente infitta 

A Topi- 



«NI 




nz DELL* ANIMO 
T opinione dell’ autorità , e del principa- 
toDivino, edinfieme dell’ Immortalità 
degfi Animi umani , e del t fa patta inferno 
opinioni di' loro al futuro Secolo . E tra’Filofofi,i più 
gravi, e fublimi, purgata la Religione dal- 
della Satura h ttolta moltiplicazione delle Deità , e 
divinale dei r dalFaltrc feoncezze, e fozzure della V ol- 
aumdeirvo- f U p Cr ttizione , vennero a conofcere, 

on folo Autore dover vi etterc, e un folo 
Arbitro di tutte le cofe:c la Divina origi- 
ne , e Timmortal condizione degli Animi 
noftri, e le pene degli fcellerati, e i premji 
degl’innocenti ebbero per fermi, e più 
minuti , ed ofeuri , febbene ne la forma- 

zionc dell’ Univerfo, per potere, ed in- 

■ gegno di mente fovrana; ne l’informazio- 
ne del corpo umano , per condizione di 
mente inferiore informante , compren- 
dere potettero ; tuttavia la più parte di 
loro , ne provvidenza di Mente Eterna , 

r ne realità di Animo Immortale in altro 

modo negarono , che, nel Mondo la rea- 
4* lità del Divino cflere, e nell’ Uomo , la . 

verità del dovere onefto ritenendo . Il 

■ - che i moderni Epicurei con tutta laco- 

** # pia de’ lumi de’ noftri avventurofi tempi 

non fanno ; come quelli , che per eftrema 

ma- 


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ir 


DELL’UOMO. ? 
malizia , ò cecità , non de l tut to convin- 
ti , per non potere concedere in Dio rea- 
lità di Edere fenza verità di legge , e nell* 

Uomo verità di legge fenza realità di na- 
tura foffanziale ; e per non volere l’una 
per l’altra in Dio , e nell’ Uomo rirenerc; 
fi gittan più tofto negli effremi dell'em- 
pietà del totale annullamento di ogni 
realità, e di ogni verità Divina, ed umana. 

Ora per forza di que’ naturai» lumi , e di 
quelle antiche origini , e’ non è da mara- 
vigliare , che Lucrezio, il più fiero nemi- 
co del culto , e dell' Immortalità , abbia 
nondimeno per vere, ed affermi alquante 
cofe , che l’infelicità de’fuoi tempi fol po- 
tè fare, che noi conduceflfero per diritto 
cammino al conofcimento del Y r cro . Le 
quali prima di ogni altra cofa convien 
notare, con alcune altre offervazioni , % 

che lafciate addietro, più intrigata, e ma- 
lagcvole fenza dubbio rederebbono l’ in- 
traprefa inveftigazione . E in prima quel 
Filofofo, dopo avere argomentato, che f/To Lucrezio 
i tre Volgari Elementi , l’Acqua , l’Aria , g^EicZnti 
e’I Fuoco doveflono l’Animo, e 1* Anima non vagliano 

dell’ Uomo poter comporre ; ."■'«g* p°' LE3Èi2 
con apertiflime parole, che quelle tre Na- gfUe. 

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H DELL’ANIMO 
ture portano eflere del tutto bartevoli a 
crear particolarmente ii fenfo della Ra- 
gione : 

N ec tamen bxc fat funt ad fenfum cuntfa creandum : 
Kil hnrum quoniam recip! t meni : pojje creare 
SenJJferos motut quadam , qux corde volut.it . 

V Ed indi conobbe la necÉflita di dover- 
vi avere una cotal Natura ,da quelle tre 
foftanzc diftinta ; la quale , efclufa d;u, 
quel novero la Terra, manifeftamcnte 
inetta a sì grand’opera, e’ chiama quarta 
natura ,chc dice ertere affatto afcofa , cd 
ignota , e fenza nome . Onde egli col ge- 
nerai nome di mobile virtù l’appella . $y 

... Quarta quoqu e bis ieitur quadam natura neceffe ejl 
Ma vi rrcbie- ^ 22 

de una quarta Attribualur : ea qfl o nini nò nominìs expersz 
naturaidiegli 
dice , ejjfere 
fconofciuta,e £ • 

fenza nome. ^ r 

Sic caìor , aiq 5 dér , dr venti cecca potejias 
Mijìa creant unam naturavi , dr mobili s illa 
Vis , initum motus abfe qux dividi t otlis : 

Senfìfer unde oritur primum per vifcera motut , 
Harr. penitìu prorfum latet bxc natura , fubejì qb 


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DELL’UOMO. 5 

Lucrezio adunque rien per fermo, che 
l’Animo non è niuno de’ Volgari Ele- 
menti ; c che da niuno di quelli , ne da 
tutti infame giunti , per qualunque me- 
fcolamento, può effer prodotto . E di 
quella natura , ond’ e’ penfa , poter effer 
TAn imo formato, dice, che ella è affatto 
feonofeiuta , ed innominata : 

Ea ejl omnlnb nomìnis exfert. 

Le quali verità fono certamente , co- 
me fiaccole acccfe al primo ingreffo di 
quella intrigatiffima quiflione. Percioc- 
ché la Natura Incorporale , quanto ella 
èofeura , edindiflinta al fenfo, ed alla 
immaginazione franto diftinta ,e chiara 
effer dee al lume della Ragione.Conciof- 
fiacofachè l’ofcurità del fenfo, come-, 
appo il medefimo Lucrezio, la rimuove 
dal novero degli Elementi corporali, do- 
ve dal fenfo non fi vede ; così debba ri- 
porla tra le effenze metafifiche^che fono 
come incorporali Elementi, dove chia- 
ramente fi feerne dalla Ragione . Oltre a 
ciò quel Filofofo non fi rimane di dire, 
che l’Animo dell’Uomo n on già da altre 
Nature riceve il moto ; ma che egli l’ha 







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6 DELL’ANIMO 

ben da se medcfmio,eda se avendol o a se 
medefimo ,ed all* altre cofe il comparte: 

Lucrezio ali 1 

Animo dell ’ ... Et mobili s illa 

Uomo concede 
il principato 
del melo . ^ 


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Vis i initum motus abs fe, qu< dividit ollis . 

La qual fovrana prerogativa di pri* 
mato , e di principato nel muovere le co- 
fe , ha colla condlztou rptrituaie , ed im- 
mortale cotanta appartenenza, che po- 
tea fomminiftrare a Lucrezio una fortif- 
fima dimoftrazione dell’ Immortalità ; 
come già fece a più illuftri Filofofi , che 
da quella eccellentillìma virtù di muo- 
vere fe fterto, argomentarono, che l’Ani- 
modasc medefimo dividere non fi po- 
tertele che do verte edere per tanto fen- 
za dubbio immortale , efempiterno, co- 
me a fuo luogo dirtefamente farem vede-* 
re noi medefimi , quella nobilidìma di- 
mortrazione in ogni fuaparte dilucidan- 
do. Ed è da notare, che Lucrezio con 
feco medefimo concordando ,colà dove 
tratta de’fimulacri, che dirittamente fie- 
dono l’Animo noftro,apertamente dice , 
che quelli non fono già della comunal 
nazione di quelle immagini , che per- 
cuotono i fenfi degli occhi, e degli orec- 
chi; 

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Anìmofecon - 
do Lucrezio 
fon di altro 
genere, dcu* 
que' dm ve - 
gnono agli oc- 
cb\ e agli al - 
tri fenfi* 


♦DELL’UOMO. 7 
chi ; ma d’ altro genere più fublime, e 
più vigorofo, e più mobile di gran lunga. 

Nunc age , moveanf animum res accise : tir unde ^monl 

Qu <c veniunt, veniant inmentem ypercFpe fauci* ~ 

», "Principio /toc dico , rerupn JJmuhcra vagavi 
i.- Multa modis inulti s in cunSas unii que par ter »■ 

Tenuia , qua facile inter fe junguntur in auris , 

Obvia ehm veniunt , ut ar altea, brafleaque curi » 

Quippe etenim multo magi t bete funt tenuia textu r 
Quàm qua percipiunt oculor , vìfumque laceJpunU 
Cor por ir bete quoniam penetrant per rara , cien tque 
Tenuem animi naturam kit ut , fenfumquelaceffunt, 

E benché, come fatto a vea di elio Ani- 
mo, efprefTamente dagli Elementi fceve* 
randolo,non faccia il Hmrgliantc di cotai 
fimulacri ^tuttaviaè certidìmo ,che col 
dire ,che fono eflr di altra fatta , daque r 
degli occhi } che a fotti li dima , e nobiliti- ' 
mafoftanza deonfi attribuire ; s’intende 
ad evidenza , come egli non intende al- 
tro , fe non fe , che e r non fono frutto ,ò 
parto deconofciuti materiali Elementi j, 
ma ben di altra fpezie fuperiore, ancor 
efTa , come della Natura dell’ Animo» 
detto avea^feurajignota^ed innominata! 

Per 


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8 DELL’ANIMO 
Per finir d'intendere fin dove Lucre- 
zio giugno aconfcnrir col vero, egli è 
; * da por mente , che la Filofofia Democri- 

^ tica tiene apparecchiato un luogo comu- 

»>>**'«» i > nilfimo , dove fuole ella rifuggire per 
trarne comuni (limi argomenti in tutte le ' 
piùofcure, e malagevoli quiftioni della 
Natura. Qnefto tcgttt*tnfinito, nel qua- 
cureineU c** le truovano eflì e copia per ogni fuftanza, 
mafatuol 1 * c d ingegno per ogni lavoro, c virtù , e 
r infinito. ' porere per ogni maniera di operazione. 

Sicché vergendo, non potere al fortuno- 
foconcorfo degli atomi lagrande, e mae- 
ftrevole opera dell’ Uni verfo afloluta- 
mentc affegnare;dicono f che per un tem- 
po infinito , dopo infiniti varj accozza- 
menti , fien finalmente gli aromi potuto 
a quel termine pervenire, come nel. li- 
‘ ' bro v: 

Nani certè neque confìtto primordi* rerum 
Ordine quoque fuo, atque fataci mente locar unt: 

Nec quo: quoque darent motu: pepigere profetici . 

Sed quia multa modi: multi: prìmordia rerum 
Ex infinito )*m tempore peretta plagi:-, 

Ponderi bufque fui : confuerunt concita ferri, 

Omnimditque coire , atque ormila ^er tentare , 

Qut r- 


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'"DELL* UOMO. Ma 

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Qutcumque inter fe pqffent congrega crenrez 
Troptèrea Jìi , ufi magnum vulgata fer <uum 
Omnìgenos costui, tir motus experiundo , 
Tandem conveniant ea , conventa repente 

Magnarum rerum fiant exor di a ficpe. 

Terrai ■, morii % <& e<elì , generi tgup anmanium. 

Come altrove predo che colle mede- 
(ime parole . E quel che è più da mara vi- 
gliare , infino per provveder la Natura + 
di copiofa materia per le piogge , fi ri- 
corre all infinita fomma delle cole nel 
VI. libro: 

Tit quoque ut hunc veniant in cattarti extrinferìti ili* 
Cor por a , qutfaciunt nùlei , nim boi que volante!. 
Innutnerabilem enim numerumjummamfue prof ondi 
■ y ^JF e infini tatti docui : quanthque volar ent 
Corpora mobilitate ojiendi : quamque repente 
- Immemorabile per fpatium tranjìre Jolerent . 

E poi conchiude: 

r, Vnd! * ue ^W'àem per cattai éttberif omneit , 

Et quajì per magni circum fpiracula mundi 
JExìtui, introitutque elementi t redditui extat. 

Come altresì più fiotto nel medefimoli- 

8 bro, 


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DELL' ANIMO 
*ro , per li fuochi del Mongibello , e per 
g li altri Meteorici ancora , e per tremuo- 
ti , e venti , e nuovamente per le piogge, 
vuol^che l’Infinito copiofamente la ma- 
teria fomminiftri « 

Sic ìgitar tot! etto , terra que putondum ejf w 


linde repente fueei teline concujja mover ! , * 

» / 1 . , . j '■ 

Verjue mare^ér terree rapidue percurrere turba t 

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* Jgnis ab uniate Aetntue , fiammefeere calumi * 
ld quoque enìm ftt , tirerdejcunf calcia tempia* 
Ut tempejlates pluvia graviore coortu 
Sunt i ubi forte infe retulerunt /emina aquarum. 

E nella necclfità di dovervi edere un 
numero innumerabile di volanti fimula- 
cri,chc più alla Natura dell' Animo fi av- 
vicinino, c più vi appartengano, pur vi 
fa egli ricorfb , come ricorda Tullio nel 
primo della Natura de’ Dei , ed etto Lu- 
crezio in più luoghi il lignifica non ofeu- 
ramenie. Or per venire al propofiro, 
Lucrezio difperando di poter rinvenire 
fpezie di cofa , che dell’ Ànimo ne form- 
ica, e’ fi ricovera in quell 7 afilo medefi- 

rno 


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DELL’ UOMO. ti 
010 della Natura. Dopo avere ifcorto, 
che nella Tei va de* comuni Elementi, e 
dell’ altre fpezie materiali, l’Animo noit 
fi dovefle riporre , egli perciò non fi fa 
innanzi ad argomentare, che in ogni mo- 
do efier do vede Immateriale ; ma fi da a 
credere , che nell’ ampio, e nel profondo 
dell* infinità, polla avervi tra le materia- 
li fpezie Natura cosi virtuofa , che l’ec- 
cellente virtù dell’ Animo pofia feco ar- 
recare. La qual propofizione,che l’Ani- 
mo fianella poteftà, e nella copia dell* 
Infinito , noi eziandio abbiamo per vera; 
sì veramente, che l’Infinito, vero, pieno, 
poderofo , e formofo efier debba, qual' 
efier dee quellodella Mente; non vuoto, 
impotente, informe, immaginario , che 
Lucrezio , per ammendare l’impotenza , 
e la fterilità della materia , da ogni parte, 
in ogni bifogna le concede.Lucrezio, co- 
nofeiuta l’infufficienza della materia, per 
la produzione dell* Animo , niega appo 
quella edere cotanta virtù ; e poi conce- 
duta alla materia infinità ideale, ed im- 
maginaria, in quel bujo gliela concede . 
Sicché venendo poi a particolarizzare 
la Natura dell’Animo, altro che fortilità, 


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iz DELL’ANIMO 
e rotondità di corpi non sa rinvenire, 
che la velocità fola dc’moti delle cogita- 
zioni, e de* voleri pajano di adeguare; 
tutte le maravigliofe operazioni mentali 
lafciando all* ofeuro . Adunque i prifehi 
Epicurei tennero per cola certa, ch<^* 
le quattro forme Elementari foiTero del 
tutto invalide a produr T Animo dell* 
Uomo ; ed argomentarono , che dovefle 
avervi una Natura più fublime,e più vir- 
tuofa, che fornir Io potefle. E fimilmente 
conobbero l’impotenza de’ modi, e moti 
della materia per quella produzione ; e 
congetturarono, potervi edere altre ma- : 
niere più lecrete , ed afeofe . Per le qua- 
li vie s’incamminavano efli certamen-- 
te verfo il fecrero vero dell’immateria- 
lità , e dell* immortalità ; ma per la mife- 
ria de’ tempi, e più per la propria loro ,, 
e per lo fiftema aliai nftrerro,e corto del- 
la lor Filofofia, ed infine per un pregiu- 
dizio , che tolto ricorderemo, l’Animo 
nelle ballezze dell* materia , e se medefi- 
mi nell* errore bruttamente ri lofpinfero* 
Apprcfloèda notare, come a voler 
pienamente difputare della Natura dell* 
Animo noftro;ediffinire con ficurezza-. 


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del- 


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DELL’ UOMO. 15 
della Tua condizione; e 1 fa di mefticri, 
innanzi ad ogni altra cofa , ogni Audio, 
ed ogni argomcnro rivolgere a quell* am- 
pia , ed univerfal queftione ; fe Natura 
alcuna immateriale poffa ,o no, edere al 
Mondo; e in quedo inveftigamento farfi 
ad odervare 1 * intendimento dell' Uomo, 
e 1' ampiezza , e la .capacità fua , e ’1 po- 
tere , e tutte le maravigliofe produzio- 
ni ; e in particolare i primi lumi delle pri- 
me idee ; e T intreccio , e l'ordine, e*l 
confenfo ; ed in fine più che altro , il pro- 
cedimento, e '[ritorno dell’Animo da se 
in se medefimo , che fcorgcd in tutto il 
fuo edere , ed in rutre le lue operazioni. 
Che fe poi o per difetto noftro , o per 
mancamento delle cofe medefime avve- 
niflfe, che quella Naturane dentro dell' 
Uomo , ne altrove rinvenir fi potede ; al- 
lora , e non prima, c’ farebbe tempo di 
allogar l'Animo nel novero delle fpezie 
materiali .Come che pur fi dovrebbe tut- 
tavia gir pofeia ricercando, (e per Te- 
oreta prerogativa di qualche porzione»* 
più pregevole della materia, o per forza 
di particolare unione, o per ingegno d» 
equilibrio, o altra convegnenza, ed ar- 

ma- 


1 


54 DELL’ ANIMO 

monìa potette l’Animo e.Ter fempiterno, 
ed immortale ;o per contrario, ad ogni 
v qualunque privilegio di foftanza , o {cor- 
to ingegno di lavoro , dovette prevaler L* 
oftacolo delle vicende, e delle varia- 
; zioni , che fono alla materia naturali , e 

fi ottervan nell’ Uomo, per crederlo in 
ogni modo corruttibile, e mortale. Lu- 
crezio, e ifuoi feguaci peri’ ofcuntà, e 
'■ t - cecità del fenfo inetto a raggiungere la 
- Natura incorporale, e per la repugnanza, 
ed impoflibilità loro di concepirla, eglino 
• non hanno giammai ne pur lofpicato , 
che potette ella ettervi ; o leggiermente 
fofpicandone , tofto da quella inezzia del 
fenfo ritardati, e da quella immaginata 
impoflibilità preoccupati ; o niuna ricer- 
ca per niuna via ne han fatta j o appena 
difpotti a farla, con quella preoccupa- . 
zione medcfima , e da quella fola traen- 
do argomenti , fonofi torto rivolti a com- 
batterla contro all’altre fcuole de’Filofo- 
fanti : lafciando in tutto di fpiare nell’ ef- 
fenza , e nelle operazioni mentali , ed 
Tray/aniento a j troV e , dove il fenfo non potea con- 

nella invejn . durgli in al cun modo . uh Epicurei , altro 
.gazione della che materie, e forme materiali non ere- 

Satura imm*- * 1 

ter tale. ì** - O* 0- 


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* 


DELL* UOMO, 
dendo potervi edere , e perciò nibna ri- 
cerca facendo della Natura immortale; 
o facendola rrafeuratamente , fi mifero a 
riguardar folamenre le mutazioni, e le va- 
riazioni, che nelTUomo fi veggono, e que- 
lle fole ,come manifeftì argomenti di ma- 
terialità, e di mortalità, a se medefimi, cd 
agli altri propofero a conftderare . Dal- 
che niuno non vede quanto tutti i loro 
argomenti, per quello folo rifguardo, deb- 
bano Ibernar di credito, e di riputazione. 
Quindi appena due foli argomenti addu- 
ce per provare la mortalità deirAnimo; 
l’uno tratto dal confenfo delle operazio- 
ni dr quello cor corpo , e delle opera- 
zioni di quello coll’Animo ; e T fecondo 
dall r imperio dell’uno, e dall* ollequio 
dell’ altro . I quali , come a fuo tempo fi 
farà chiara, fono due potentiifime ragio- 
ni dell’ Immortalità. Ne ciò fa egli aTtri- 
mcnte r che come fe e’ rammenrafle cofe 
a tutti manifelle, e conte ;e non mica 
conifludio , edisforzo , per provar cofe 
malagevoli ad intendere .Ed avendo egli 
peruna evidenza la materialità dell'Ani- 
mo , di là nel principio della Difputa , 
prende un generale argomento dell&_* 
* mor- 


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* 6 DELL* ANIMO * 

mortalità ; ed in particolare avviandoli, 
che 1’ Animo eflcr debba più lottile, e mi- 
nuto della nebbia , e del fummo; percioc- 
ché da’fimulacri dell’ una ♦ e dell’ altro 
vegni modo ; conchiude poi a que- 
llo modo: 

Nunc ìgitur quorum , qunJJ'ntìt undique vafìs 

Diffluere {rumor etti , «ir lati certi difcedere cernii , 

Et nebuh , ac fumus quoti] am difcedit in aurtir. 

Crede ammutii quoque d. fondi , mulioque ferire 

.C j t ' 

Ocyù r t & citifa dimoivi, carfora frinui* * 

Nel qual luogo , oltre al conofcerfi 
chiaramente , che ’1 primo argomento , c 
così ruttigli altri , nella maggior parte * 
fon tratti dal pregiudizio , o dalla non 
ben difaminata propofizione della cor- 
pulenza dell* Animo, fi vede torto, fu’l 
bel principio cadere in uno fciocchirtimo 
penfamento Perciocché chi mai , che pic- 
• ciol lume abbia di filofofia, con fourana 
fublimità , e finezza di materia, e con 
fomma virtù ,ed agilità di moto, potreb- 
be eftrema debolezza, e infermezza, e 
lubricità infieme congiugnere * Ed allo 
’ncontronlla groflezza , ed inerzia, più 
potere , c virtù, c {labilità maggiore- 


f DELL* UOMO. i 7 
concedere ? Qual’ è ella la vera cag ione, 
che i lucidi Corpi celeftiali fi veggon 
fempremai durare , e nella copia della», 
materia, e nella forza dell* attività , fee* 
non è quella , che eglino per la fimplici- 
tà, c per la finezza, e per lo vigorofo 
moto in fe medefimi ftrerti , e raccolti, 
epodcrofi , ed operanti, e confervano, 
la foftanza , c 1* atto loro , e prevalgono 
ad ogni altro corpo dell’ Univerfo? E in 
tutte le fcuolc de’Fificie’ non fitienper 
cofa ficura, che le materie groflolane, 
ed inerti , dalle più mobili, e Tortili fono 
(ottenute , c contenute , e dominate da 
'.per tutto ? Quando egli penfa , che in- 
franto il vafo del corpo , debba come lie- 
ve aura dittìparfi la Vita , e’ISenfo dell* 
Uomo; perchè più tofto non argomen- 
ta , che potta ella rittretta , o raccolta in 
fe fletta, maggior forza , e virtù acqui- 
fere , e per fecrete vie nrirarfi in Cielo , 
e ricoverarfi ne’ luminofi corpi cclefti ? 
Che è un penfiero per quei tenebrofi t epi 
affai magnifico, e bello. Ma ciò fia detto 
di patteggio; che noi non vogliamo, ne 
dobbiam difendere l’Immortalità dell* 
Animo Umano con tanto pericolo . Io 
■ C ad- 


Ù 

%• 

,8 DELL’ ANIMO 

adunque per quello fecondo avvertimen- 
to, altro non intendo, che ammonire i no- 
velli Epicurei, che debban deporre il 
pregiudizio , ed allargare 1* inveftigazio- 
ne più oltra , di quel che finora han fatto, 
e non arreftarfi a guatar folo Tulle vicen- 
de del fenfo umano, ne rifiringere i loro 
ragionamenti dentro gli angufti confini 
della Fantafia; perchè io fpero,che facen- 
do quel che io ho detto doverfi fare , tro- 
veranno finalmente nell’ Uomo , e nell 
Univerlo l’ Immaterial foflanza*. che altri- 
menti l* avvifo farebbe fcempio,el’ ar- 
gomento pur farebbe antiftrofo , cornei 
Greci l'appellano . Conciofliachè , fi eco- ' 
me io accufo elfi di pregiudizio , così elfi 
a rincontro me di pregiudizio , e di fu- . 
perdizione , come è lor coilume , accu- 
lare potrebbono.E poiché il non poter 
concepir coir Animo foflanza fpirituale , 
onde il pregiudizio nacque ne’ vecchi 
Epicurei , che ninna idea affatto non eb- 
bero di quella Natura y è come un feme 
dell* orrore dell’ apparente contradizio- 
ne, che ha più forza nel petto de’ novel- 
li; non è fe non ben fatto il favellare di 
cotal contradizione , così per avvalo- 

rare 


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J 


DELL* UOMO. 19 
rare maggiormente le cofe già dette » co- 
me ancora per ifpianar la via alle cofe, 
che hanno a dirli ; onde nafeene un terzo 
argomento. 

L’ apparente contradizione deir Im- Apparente 
material Natura none altra , fe nonché 
ella furto il Tuo edere pieno , magno , nu- rwe «'«ove/- 
roerofo, podcrofo, per vera reale iden- 
tità , ìnlemplice, ed indi vifibile unirà di 
Edenza accoglie, e aduna. 11 tutto del- 
la Softanza, che è 1’ unità , egli è in fe 
medefimo , ed in ogni Tua parte compiu- 
to , ed intero , fenza feemamento , e len- 
za difperdimento : e vicendevolmente le 
parti della Softanza, che fono il numero, 
elle ed infeftefle, e Fune nell* altre fen- 
za confusone , o annullamento , tutte 
nel tutto li racchiudono. Cotal maravi- 
gliofa elTenza i novelli Epicurei non po- 
tendo ne raggiugner col Senio, ne dipin- 
gere colla Fantalia, ne in femplici ideo* 
reftringere, ne accogliere incerti ragio- 
namenti , come cola del tutto impodibi- .3 

le, c ripugnante hanno in orrore; e quan- * •« 

todi lei da buoni Metallici fi dice , favo- •;*; ' . ^ . 
le, e fogni reputano . Or io per fa rgli rav- 1 
vedere , ho penfato di metter loro di- * 

tL C 2 nanzi 


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la Satu- 
ra corporale 
i nientemeno 
ofcur.ì i e di- 
Jintendevole 
dell’Incorpo- 
rale. 

4 ■ 


• : 

20 DELL’ ANIMO ^ 
nanzi a gli occhi l’Efienza del Corpo , del- 
la quale (blamente e’ fi aflicurano ; e ino- 
ltrar loro, che quella ertenza è all’uma- 
no intendimento nientemeno ripugnante, 
ed e(fer dovrebbe per quella via niente- 
meno orribile di quel che appaja ripu- 
gnante , e debba appo loro edere orribile 
V clfcnza Spirituale; e con ciò io mi credo 
potergli indurre a voler ripigliare l’inve- 
lligazione ,ed incamminarfi per altre vie, 
con altre fcorte,c regole, e con più cura, 
che e(Ti non fannoje frattanto fol'pcndcre 
i giudizj , e non già temerariamente come 
ripugnanti, ed imponibili rigertar torto 
le verità maravigliofe. Perciocché fe l’Ef- 
fenza corporale accertata dal fen(o,fi tro- 
verà ella edere altrettanto ofeura , e di- 
fintendcvole , quanto ad elfi pare che da 
l’incorporale, nondeono perla fola ap- 
parente ripugnanza riprovar 1’ una come 
non fanno, ne portoli fare dell’ altra. A 
quello fine fono da diftinguerc due ma- 
niere di Vero, amendue dal Volgo de’ 
Metafifici trafandate; l’una è quella, che 
pur ora abbiamo deferitta del Vero del- 
la Natura Spirituale, la quale con nodo , 
ed intreccio foprammodo ingegnofo eon- 

giu- 

4 * 

• ' 

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•I 


DELL’ UOMO. 21 
giugne infieme due apparenti contradit- 
torj unità, e numero , grandezza , ed ine- 
ftenfione , pienezza , ed indivifibilità , 
penetrabilità , e faldezza , potere fommo, 
ed immobilità , ed altri altrcfi , che da_. 
quell’ Uno primajo fi porto no agevolmen- 
te col penfamento cfplicare . Il qual Vero rf; 
è avviluppato , enimmatico, e maravi- twiraVigliofoi 
gliofo, come già 1’ appellammo . L’altra e V altro voi - 
maniera di Vero per contrario è lenza no- s ' u * 
do alcuno , e fenza ingegno, tutto per 
ogni verfo (minuzzato, fciolto, fparfo, 
fparuto , e sfuggevole , porto nell’ infimo 
grado del Vero , e nell’ ultima vilezza di 
erte n za , e di conofcenza . Cotal fpczie di 
vcrirà , e di ertenza tutta in ogni parte^, 
con reai dirtinzione ella è affatto diftinta , 

% 

ed in reai numero moltiplicata fino all’ 
diremo fegno di dover ertere , o in infini- 
to divifibilc fenza principi , c fenza fini , o 
dover terminare la divisione in principi', 
e fini di ertrema indi vifibile minutezza; di 
modo che per 1* infinità della divifione , o 
per l’ ertrema minutezza de’ principi ella c 
affatto a mente di uomo incomprenlibile. 

E ficcome il primo Vero dell’ incorporai 
fuftanza, tuttoché da fe pieno, am pio , for- 
’ ■ moto, 


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* 


' 


. m 

22 DELL* ANIMO 
mofo , e rifplendcnte ; pure perchè l’ ec- 
cedivi maraviglia dell’ intrigo de’ due-, 
Contradittorj ii porta ad altezza inaccef- 
fibiJe al noftro intendere, che perciò laida 
in tenebre t diviene ancor erta in alcun 
modo , e in alcun fenfo fparuta , ofeura , 
cd inoffervabile:così il fecondo Vero del- 
la Natura Corporale quantunque in fc- 
fviluppato, c fciolto; tuttavia perchè il 
foverchio fminuzzamenro la deprime in 
un profondo ad umano intendimento im- , 
pene trabile , in quella ofeurità ella ezian- 
dio accozza contradizioni , c ne diviene 
impigliata, ed enimmatica . La Natura— 
Spirituale in fe fteffa congegnata , c mara- 
vigliofa fi fminuzza ,e lparifce in intellet- 
ti non confortati da fupcrior lume mera- 
fifico; e la corporale fcompigliata , e fpa- 
ruta in fe medefima, s’impiglia, e teffe ma- 
raviglie in ingegni ottufi , ed ofeuri . In», 
effetto pare, che ella congiunga colla mo- 
bilità l'impotenza , coll’ eftenfioneeftre- 
ma minutezza , e col finito l’ infinita : e-, 
nella Scuola Democritica , che vana- 
mente ha creduto , aver ella trovato un— 
mezzo ragionevole, dove ricedeffeda— 
quell’ eftremità dell’ infinita divifione, s 
. dell* \ 


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9 


DELL’UOMO. 5 

dell’ infinita minutezza negli atomi, che 
c’deono voler eftcnfi,vegnono a giugner- 
fi inficine penetrabilità ,ed eftenfione,che 
lono due irreconciliabili contradittorj. 

Perchè al paragone quelle due Nata- 
re meglio fi feernano , come nelle Ipczie, vigliojo , ei 
cioè in effe Nature, abbiamo dimoftra 

, . . e .ili Uomo /a» ■ 

to la pari apparente repugnanza , edim- ojfervibilt. 
poflibilità ; così ne’ Generi , cioè nelle 
cagioni mctafifiche ancora veggiamodi 
dimoftrarla ' r il che farem brevemente.,, 
per averne nel noftro Apparato Metafi- 
lico ragionato diffufamente .Adunque il 
Vero impigliato , ed enimmatico dettai 
foftanza ineftenfa , e penetrabile egli è 
in prima all* Uomo imponibile ad imma- 
ginare ; perciocché efio inrendimento 
dell’ Uomo per parte della, materia. ,e£- 
fendo a quel modo r che afuo luogo di- 
chiareremo , eftenfo , e divifibile , non_, 
può bene coll’ ingegnofo intreccio del 
numero per identità unificato, comba- 
ciarli , ed efprimerlo , e defcriverlo neT- 
lafantafia.E in fecondo luogo imponi- 
bile a racchiudere , e ranTomigliarc in», 
fempliei forme di femplici idee pure men- 
tali un contefto intrigato, e ingegnofo 

di 

» 

i . 

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p • 

• • 

*•' * • . * < 

24 DELL’ANIMO 
di più forme, e più idee; non potendo ♦ 

afflitto capere in ninna delle minute , e_> 
piane , e Semplici cogitazioni noflre. E , 
in fine è affai malagevole a ritrovar cotal 
■Uyr. . .r’iVero a forza di fillogiftici ragionamen- 
ti ; poiché l’una parte, e l’altra della 
contradizione , contradicenti fillogifmi 
quinci, e quindi fomminiflrano , e vie 
« più inviluppano la difficoltà . Onde i più _ 
fenfati , e collanti fon coflretti a fofpen- 
deré i giudizj; ed i malavveduti, c leg- 
gieri fi rivolgono a difendere 1’ uno de* 
due Conrradittorj , e fra loro di vili l* un 
contro dell’ altro oftinatamente com- 
battono . Il Vero minuto , c fcompiglia- 
to della foflanza materiale ùmilmente e’ 
non può ne forma fantallica dipingere, 
ne intellettuale , o ragionevole efpri- 
mere , nc conchiudere fillogifmo per 
una contraria ragione. 11 noflro intendi- 
mento, poiché dalla parte dell’ Animo è 
unirà , che aduna , c contiene il numero, 
che è la vera diffinizione dell’Intelligen- 
za , ed è manifefla nel raccoglimento, 
che ella fa del numero della materia nej. 
fenfo, e de’ fenfi nella cognizione, e_, 

, ' delle varie cognizioni nell’ univerfale, 

cd 

0 


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DELL’UOMO. 25 

cd in fe medcfima , per quella cagione», 
non può raggiugnere , c diftinguere quel- 
lo ccce/Iivo sminuzzamento, e dilfipa- 
menro , ne può accozzarlo , e cederlo 
a comporne 1’ eftcnfione . E poi una af- 
fai ardua imprefa di pervenirvi con argo- 
menti : perciocché la mente dell’Uomo 
nel fuo intendere, che è il Tuo edere, 
non avendo niuna abilità per quella ma- 
niera di Vero cotanto a lei dilfi migliaa- 
te, fenza feorta , e fenza lume fi svia-, 
qua, e là adirquctlo, o quello con mal 
fondati ragionamenti; ficcome è mani- 
fedo nelle molte , e varie fentenze , del- 
le quali niuna ha niuno pofitivo argo- 
mento per fondare il proprio Vero ; e 
tutte, e ciafcuna han molti, e forti ar- 
gomenti per abbattere il Vero contrario 
delle contrarie . Quindi ficuramente , fe 
T amor delle parti non in rutto gli accie- 
cafie, porrebbon giungere finalmente a 
conofccre , che il Vero non può trovarli 
nel dil’cioglimenro degli enimmi in uno 
de contradittorj , ma dee ricercarli nel 
temperamento, e nell’ accordo delle con- 
tradizioni , e nel viluppo degli enimmi, 
e nelle maraviglie. Stando così le cofe, 
♦ D come 




•*. • 


y 




■ - à 


2 6 DELL» ANIMO 
come abbimi noi divifato, gli Epicurei 
antichi preoccupati da quel pregiudizio , 
e i Novelli fpaventati dall’ apparente^, 
contradizione , o affatto non han ricerca- 
to il Vero maravigliofo , o leggiermente 
i ~ facendolo, tolto quelli alla preoccupa- 

zione, e quelli allo fpavento cedendo , 

, ' fonofi late iati fedurre dalle vicende delle 

forme corporali ad aver per cert3 la mor- 
talità degli Animi noflri , con ifconvolgi- 
roento , c rovina della Naturale , e della 
, ' Morale feienza, e della Ci vile 3 e della Di- 

vina altrelì.E qui lien terminati gli avver- 
timenti, dopoi quali è ormii tempo di fa- 
re quello, che gli Epicurei non han fat- 
to, cioè di farci a confidcrare l’ inrendi- 
mentodeli’ Uomo , l’ effenza , la proprie- 
tà, e le operazioni lue : nc per tanto tutta 
la felva degli argomenti , che di là , o al- 
tronde trar fi poffono , penfiamo di alle- 
gare , che sì trapaleremmo i limiti di uua 
Difpura, eforfi alquanto ci difeofterem- 

Sì arrecala mo dalla P ro P°H l foluzione , m t tanti , e 
teiere timo- tali ne feerremo , quanti, e quali credere- 

ijlinzlonf mo P'ùf ,ire al propolìto fenza rincrefce- 
delle idee del- Vole proliffltà . 

JtiU* ‘Iute ^ in primo luogo conviene allegare la 

ria, a,em diftin- 


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A* Jb 


DELL* UOMO. 27 
dirtinzione, e la dilucidazione dell’Idce 
della Mente, c della Materia, che ivi., 
altra guìfa propofta , che da’ Volgari non 
fi è fatto finora , e farà ella un gagliardif- 
fìmo argomento dell’ immaterialità dell* 
Animo, ed agli altri argomenti maggior 
forza , e lume fomminillrcrà , che arre- 
cheremo dappoi. Per non tacer nulla di 
quelle co fe, che lafciate addietro ofeure- 
rebbono la dottrinajleldee dellaMateria, 
e della Mente , s’io non erro , elle in noi, 
e con noi nafeono a quello modo . Nell* 
Uomo di corpo, e di anima comporto, 
(cheunquefia l’Animo ) per erta coftitu- 
zione nafee certamente il fenfo del pro- 
prio corpo , il qual fenfo apprende la pri- 
ma, ed ampia , e comune azion Tonifican- 
te della lortanza corporale : Similmente 
da quella cortituzione mcdefima rifulta 
la cognizione , o cogitazione del proprio 
animo, e del proprio intendimento , Ia^. 
quale comprende , ed efprime la prima , 
ed ampia, e comune fignificazione del- 
1 ’ Edere mentale . Quelle due Idee così 
dirtinte , con dirtinte lignificazioni , ed 
cfpretTioni, fono ad ogni uno per la co- 
feienza della propria cognizione , e del 

D 2 prò- 








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1 


28 DELL* ANIMO 
proprio fenfo manifede jdccome è a tut- 
ti parimente manifeda la contenenza, o 
inclusone , e la lignificazione , o efpref- 
fion loro . Cioè 1* Idea del corpo chiara- 
mente contiene, ed include , e lignifica, 
ed efprime P eftenfionc ; e 1* idea dell’ 
Animo, e dell’ Intendimento con pari 
lucidezza la cogitazione efprime, e in- 
clude, e contiene. Orio non poffo ac- 
quetarmi a quello , che gli altri fanno, 
che da quelle fole idee della mente , £«. 
della materia, e da quelle fole contencn- , 
ze , fenza dir altro , traggon 1’ argomen- 
to della didinzione delle due Sudanze. 
A mio giudizio con troppa fretta con- 
iar mqftra ìl chiudono , che 1* e de n za del corpo da F 
difetto dcll'ar- Sdendone, c non già P Intelligenza , o 

de' cartellante Cogl fazione ; e che 1 cuenza dell Ani- 
in far quella mo la Cogitazione, o Intelligenza, e non 
fazione? 0 ' già 1’ Edenfionc . Ma credo in ogni modo 
doverd andare più oltra , e più a minuto 
olTervare lecofc, per poter su fondamen- 
tapiù falde, e più ampie fondare quella 
importantidìma confeguenza . Per mo- 
drar di padaggio il difetto , e la debolez- 
za di quel corto ragionamento; P eden- 
fione, che il corpo di fe apprefenta ad 

ap- 


» 

DELL’UOMO. 29 
apprendere, certamente ella è quell'eder 
medefimo , che nella coftituzione dell’ 
Uomo, e per quella coftituzione può il 
corpo oggettare,e lignificare; e che l’in- 
tendimento noftro dall’altra parte può 
percepire, ed apprendere: ma non è già 
egli certo , che quella lignificazione cosi 
fatta arrechi il primo , e principal edere 
corporale, in cui è dovere che fi riponga 
laSuftanza, o Edenza ;o almeno none 
cofa delira, che il corpo con quel foloef- 
fere tutta la fua edenza, o Suftanza ap- 
presemi all’Animo a comprendere. Oltre 
a ciò l’ eftenfìone , come è un edere uni- 
forme , e univcrfale ; così è il più tenue, 
e leggiero, ed è come nel frontifpizio del- 
la propria codituzione dell’ Edenza cor- 
porale locato ; il quale perciò la proprie- 
tà, cioè la propria differenza , che è l’atto 
e la forma , onde fi termina , e compie V 
edenza, Secreto , e ripodo,non può disco- 
prire , ed efporre al primo SenSo , ed alla 
prima percezione dell’Uomo . E quella^, 
uniformità, e comunità , di più per que- 
lla fteda ragione di edere uniforme , e», 
comune, è neceffariamente confuSa, e 
indiftinta: che pe r tanto certezza, e chia- 

rez- 


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f 




30 DELL’ ANIMO 
rezza niuna in niuna guifa può infondere 
nell’ idea.La qual cofa tanto più è da cre- 
dere, che nella fofianza delCorpo del rut- 
to di vifìbile è uopo, che una moltitudine 
di particularità infieme adunandofi , ve- 
gna a confonderfi in una uniforme , e co- 
mune percezione in quella prima Idea, 
eh c ancor effa dal fuo lato fottile, leggie- 
ra, cftrema, cojnune , uniforme, indiftm- 
ta . Or chi potrà dire , che in quella in- 
diftinzione, e confufione, ed in quella 
leggerezza ,ed eftremità di cofe , d’ idee, 
c di fignificazioni, ripor fi polla l’eftenza? 
Per dir tutto in poche parole, quella fi- 
gnificazione elfendo come una produz- 
zionc della foftanza corporale , che di là 
ft propaga nel fenfo dell’ (Jomojegli è fen- 
za dubbio un manifcfto errore ,il riporvi 
il primo , e principale, e ftante , e pro- 
fondo e fiere , qual’ è, e qual efter dee l’ef- 
fenziale delle cofe. Finalmente fe 1» Idea 
contiene, e comprende , ed efprime 1* 
efìenfione, fermamente ella 1* adegua an- 
cora, e fi combacia con lei, che altri- 
menti come polla comprenderla , e con- 
tenerla , non fi può dire . Adunque l* 
/idea , e 1* Animo , diciam così , ideante , 

fi ve- 


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* 


DELL’ UOMO. 31 
fi vede per quella via , che coll* ellenfio- 
ne che apprende, ed efprime, pofla eften- 
derfi ancor elfo , e sì P Animo nell’ idea 
dell’ ellenfione dal lato della potenza , e* 
pareeftenfo, quantunque nell’ideadella 
cognizione, dalla parte dell’ obbictto , 
tale non fi ravvili . Ed allo ’ncontro, per- 
che l’idea della cogitazione non è dell* 
Animo folo ; li perchè animo folitario 
non è nell’ Uomo, onde il corpo ancora 
nelle produzioni mentali dee in alcun.» 
modo concorrere ; fi perchè nella cogni- 
zione de’ materiali obbietti, ne impref- 
fione , uè efpreflione fenza corporale ef- 
tenfionefi può .concepire ; per quella ca- 
gione il corpo dalla fu3 parre fi fa vedere 
in alcuna guifa cogitante dal lato della 
potenza; avvegnaché dalla parte dell’ 
obbietto, come tale non fi ravvili nell* 
idea deli’ ellenfione . Or come in quella 
ultima oppofizione si è fatto , così in tut- 
te le altre, quanto fi è detto del corpo , 
per far vedere l’insufficienza dell’idea 
dell’ ellenfione a dimolìrare 1’ Eflenza 
corporale , tanto con altrettante parole 
fi può dir dell’ Animo , per fare intende- 
re, che l’Idea della cogitazione none 

fuf- 


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■3 a DELL’ANIMO 

(ufficiente a poter diffinire l’ effienza , o 
lultanza mentale , In fine non debbo fa- 
lciar di dire, che il volere colle prime, 
c (empiici , c comuni idee dell’ Animo 
il voler noftro diffinire l’ c (lenze delle cole , è per 
lenze deill_> Dio cola tanto pericolola , quanto e per- 
' refe eolie fri- verfa maniera di filofofare . Alle quali ra- 
"cìidee^è'co- g* on * quando io pongo mente, inrendo 
fei pericolofa, bene perchè quella celebre dimoftrazio- 
nc Cartefiana in quel modo propoda,fia 
(lata , e fia ancora da moiri con ogni ar- 
gomento fieramente combattuta . Adun- 
que per quelle due prime (empiici idee.., 
della Mente, e della Materia , e per quel- 
le indiftinte, e comuni loro lignificazioni, 
non può giuftamente venirli a quella gra- 
viffima conchiufione;ma è neceffiario ri- 
guardare per tutta 1’ effienza corporale , 
e in tutte le fu e forme , e modi , e moti , 
ed operazioni;ed oltre ciò offiervare tut- 
ta Ledendone del fenfo , quanto egli c 
nel proprio corpo congiunto, o quanto 
da circolanti corporali obbietti riceve. 
Ed ancora in tutta l’ effienza mentale , ed 
in tutte le fue forme , e modi per tutta la 
capacità della Cofcienza , e della Scien- 
za , quanto in fe medefima vede , o dall’ 

altre 


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) 


DELL’UOMO. 33 
altre cofe raccoglie*, e ciò fatto, fe_ 
troverai!!, che nell’ Elfcnza del Corpo 
la fola Eftenfione fifeerne da per tutto 
fenza niun eflerc, o potere di Cogita- 
zione, o intelligenza ; e nell’ £lfenza_, 
mentale, fé feorgeraflì folo intelligen- 
za , o cogitazione in ogni ricetto fenza 
niun edere, o modo di ettenfione; al- 
lora , e non prima fi potrà conchiude- 
re , che quefte fieno certamente due™. 
Elfenze , o foftanze , l’ una dall’ altra™, 
realmente didime. La ragione del do- 
ver negare alle fempliei idee quel che 
fi crede dover concedere all’intera, e 
compiuta cognizione della feienza , el- 
la è , a chi ben v> attende , chiariflima. 
La fignificazione , ed efpreflion partico- 
lare, e manchevole, qual’è quella del- 
le fempliei idee , già ella molro , o po- 
co laici il in tenebre una parte dell’ ef- 
fenza , che non è in niun modo ligni- 
ficata, ed efprelTa : onde volcndofi a_> 
quella elfenza donar qualche attribu- 
to, non fi può fare lenza gran temerità: 
conciottiachè ragionevolmente debbafi 
dubitare , fe nella parte non lignificata 
vi rimanga afeofa alcuna ragione efclu- 

E dente 




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r 



w 


X» % 



34 DELL’ ANIMO 
dente quello attributo , che le fi vorreb- 
be concedere , e volendofi negare , non 
può niuno , falvo fe non è fconftgliato, 
e temerario , rifolverfiafarlo: percioc- 
ché fi dee poter fufpicare, che nella^ 
parte non lignificata alcuna ragion fi 
rimanga, che includa quel cotale attri- 
buto, che le rivorrebbe negare. Adun- 
que l’ Idea del corpo , che contie nc l’cf- 
tenfione ( qualunque ella fia ) cfTcndo 
pur nondimeno particolare , forza è che 
ne lafci in dubbio , fe altro vi fia nell’ 
effenza corporale , che includa la cogi- 
tazione, o intelligenza; e fimilmcnte_, 
qualunque ella fia 1’ idea della cogita- 
zione dell’ Animo , e quantunque didi n- 
ta , e chiara fi voglia , giacché ella è . 
particolare, ne fa per quella cagion fof- 
picare,che altro pofla efTervi nell’ Ani- 
mo, che includa Fedendone . E pertan- 
to per fi fatte idee non può giammai giu- 
gnerfi a tale , che quelle due Eflenze fi 
veggano in tanta luce, che chiaramen- 
te apparifea l* Animo efTer foftanza_» 
cogitante , o intelligente . Ma nel 
fatto di una intera , e perfetta lignifi- 
cazione le cofe danno altrimenti; im- 

peroc- 


> 


v 


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i 


DELL’UOMO. is 
perocché ogni elTenza col fuo mcdefimo 
edere lignificando, per modo che l’ef- 
fere medefimo fia lignificare , e’1 lignifi- 
care altroché federe non fia ,cdel tut- 
to imponibile , che la lignificazione co- 
tanto dall* efifere fi difcofti,e quello da 
quella cotanto fi diparta , che tutta inte- 
ra una lignificazione niente affatto ligni- 
fichi , di un ampio elfere che fi c; e che un 
ampio intero elfere non fia nulla affatto 
di una perfetta lignificazione, che fi ha. 

Ora egli è, o agevolmente può elfere ad v * 

ognuno manifefto , che in quanto colla., zioneficon - 
Icorta’del fenfo , e col cammino della_, ^caadejbe- 
feienza li olferva , o fi argomenta nella 
materia, di foftanze , forme , lavori, ; • % 
movimenti, generazioni , e qualunque 
operazione, per tutta cotaf ampia, ed 
intera lignificazione niente affatto fi feor- 
ge , ne pur leggiermente adombrato , ne 
di effenza, ne di modi di effer della men- 
te : ed è parimente , o può di leggieri 
efferc a tutti manifefto, che per tutta 
la fignificazione , ed efpreffion mentale, 
che ci viene o dalla feienza , o dalla 
cofcienza, nulla affatto di materia, ne 
cffenziale , ne modale, nc edere, ne ope- « 

■ E i rare 


■ b*/ 

. . . ' , Digitized by Google 


3 6 DELL’ ANIMO 
rare vi fi (cerne . Adunque egli è im- 
ponibile, che la materia fia, o che ab- 
bia, o produca tutto il magnifico ede- 
re mentale, e che niente di quell’ ede- 
re dimoftri in niuna parte dell’ ampia , ed 
intera Tua lignificazione ; e che la Men- 
te fia , o che abbia tutto l* edere mate- 
riale, e niente di quello dimoftri in_» 
niuna parte dell’ ampia, ed intiera li- 
gnificazione Tua . Tanto era da fard, 
che non fi è fatto, per condurre quel- 
; v Vi*’ la dimoftrazione ad una chiaridi ma chia- 
rezza 

La ragione, che dalli materia drit- 
delP immorta- tamente efclude la cogitazione , per la- 

mo Umano* 11 * ^ ^iare °S n ‘ circuizion di parole, ella 
11 ° non è altro , che quella reai diftinzio- 
ne, che per tutta la foftanza materia- 
le per ogni parte s’interna, per modo 
che niuna parte c della materia , che o 
in altre parti da fe contenute ella non 
fia da dividere ; o che niente contenen- 
do , non fi debba ad una ftrema minu- 
tezza di ogni contenenza vuota ridur- 
re . Per cotal ruinofa diftinzione , la fo- 
ftanza della materia, o nell’un modo, 
* o nell’ altro, ella è tutta diftinta , e tut- 


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(DELL* UOMO. , 37 
ta divifibilc: tutte le Tue parti fon Fune 
fuori dell’ altre, foni’ une all’ altre av- 
veniticcie ,ed eftranee; non fi potendo 
a niun patto ritrovare parte della ma- 
teria per nello di reale identità nell’ 
altra implicata . Anzi di vantaggio il 
tutto medcfimo fi può dire in certo mo- 
do , che e’ non fia, c non infida nelle», 
fue parti: inquanto che il tutto non è 
tale unità , che intera, ed indivifa nel 
numero delle parti fi eftenda . E le_* 
•parti allo ’ncontro in certa guifa pur 
puoffi affermare , che non fieno nel 
tutto , inquanto che elle non fono di 
quel numero , che fenza confufione_, 
benché indiflinte , nel tutto fi adunino. 
In sì fatta maniera di efTere , più fiate in 
più luoghi altrove efplicata , è cofa^ 
manifefta , che le parti non poffono in- 
fra di loro in guifa alcuna comunicare; 
ne 1* une nell’ altre per niuna via pe- 
netrare; ne può avvenire giammai, che 
elle in niun modofcambievolmente fi 
contengano , o comprendano , o inchiu- 
dano : Ne finalmente comunicazione, 
o penetrazione , o contenenza , com- 
prendone ,o inclufione alcuna può ef- 

fere 


I 


L'imfene- 
trabVita del- 
la Materia , 
ovejh da ri - 
fOì’re . 




$« DELL* ANIMÒ 
«fere ne pur fra ’I tutto , e le parti ^ Or 
tutto quello novero di ragioni, che vi- 
cendevolmente l’une 1* altre implican- 
do , fono ccrtiffime produzioni della 
reai diftinzionc, che noi fotto una ap. 
pellazion comprendiamo d’impenetra- 
bilità, come le contrarie con un fol no- 
me di penetrabilità nominiamo; quelle 
ragioni , dico, fon la (lefliilima cecità, 
O amenzia della materia. Siccome quel- 
la profonda , e difcorrevole diftinzion 
reale difperde ogni penetrazione, e co- 
municazione di elTenza , cosi fa ancora 
di ogni penetrazione , e comunicazione 
di fcienza. Conciofliachè la Scienza, o 
intelligenza , ed ogni cognizione , e co- 
gitazione, altro che comunicazione , e 
penetrazione non fia: ficcome la fcomu- 
nicazione , e l’ impenetrabilità, altro non 
fono che cecità , o fconofcenza . Per 
Dio la facilità fola , e’1 chiarore di que- 
lla luminofa dimoftrazione potrebbe per 
avventura per un fol momento farne 
travvedere la fermezza , e la ficurezza. 
Imperocché come può la materia in- 
tendere quello , che non contiene ? E 
come contenere quello , che elTa non è ? 

Per 


* Oigitized by Google 


DELL’ UOMO. 39 
Per qual via, e con qual potere fi effon- 
derà la materia ad includere colla co- 
nofeenza quello , che efclude coll’ ef- 
fenza?Come diftinta effondo dall’ altre 
cofe, ‘comunicherà con quelle medefìme 
per apprenderle ? Come dentro di fé , 
e quali da fé (leda diftinta, ed efclufa, 
potrà o a fé ri volger fi , o in fe il fuo 
edere raccòrrò , per intender fe , e le 
cofe fue ? In qual modo pofta fuori del- 
le cofe, che ella non è, e fuori di fe 
niedelìma , che non contiene, potria 
1* altrui , o’I fuo proprio edere dentro 
di fe conchiudere coll’ intelligenza ? 
Qual farà il fentimento di quel tanto 
deuro, quanto celebrato principio , che 
l’operare fiegue all’ edere , fe non que- 
llo ; che federe è regola, e norma dell* 
operare : che quale, e quanta è Ceden- 
za , tale , e tanta eder dee 1’ operazione: 
che l’operazione non può fuori eftender- 
d dell’edenza: che in dnc l* operare è 
una produzione dell’cderc, dechè l’effon- 
zada operante; d’operare mededmo,el’ 
operazione da edftente , e da edo edere 
a rincontro. Per le quali certi (lime regole 
fedi maggior lume abbifognade, vie più lì 

dichia- 


V. 



4 o DELL’ ANIMO 

dichiarerebbe ciò, che diciamo ; che non 
fi può contenere, ne includer quello, 
che non fi è ; come quello che non fi con- 
tiene, ne include , non fi può intendere. 
Adunque certifiimo argomento, e chia- 
rifiìmo di cecità, ed infenfatezza , è la- 
diftinzion reale coll’ impenetrabilità, 
fcomunicazione, ed efclufion materiale. 
La diltinzione , che per varj divarie co- 
fe , e diflacca 1’ eflenze , e proibifce le 
coriofcenze; nella coftituzione dcll’intut- 
to divifibile material fotlanza giugneall’ 
ecceflo di diftinguere ; per modo che af- 
fatto ogni comunione tronca di eden za, 
ed ogni via chiude d’ intelligenza . La- 
onde e’ non è da maravigliare , fe in 
tutte le Lingue più belici’ intelligenza 
colla penetrazione , comprenfione, con- 
tenenza , ed inclufione è lignificata ; e 
con contrarie appellazioni è lignificata 
la fconofcenza. Ed è da ammirar molto , 
che i novelli Filofofi fien così ciechi , 
che la cecità della Materia per quella 
via non abbiano ravvifata, che fi pre- 
fenta nel primo afpetto delle cofe , non 
che nel procefio dell* invelligazione. 

Con dimoftrare la cecità della mate- 
ria 


Digitized by Cìoogle 




~rr . — *’-• — 


DELL’ UOMO. 4i , , 
ria, abbiamo inficme dimoftrata 1’ im- 
materialità della mente ; Imperocché fe 
la materia è cieca, perchè ella è di vi- 
libile, la mente dee eflere indi vilibiie , 
perchè è intelligente . Pur nondimeno 
c uopo in efla intelligenza oflervar la 
di lei immaterialità, come in efla natura 
diviflbilc la cecità , c l’amenzia abbiam’ 
oflervata. Adunque fe la Mente cono- °V e f ,a 
fce le fue cognizioni , come per la pri- trabiitàdei- 
ma, e più interna , più lucida notizia I* Mente. 
della colcienza è certiflimo, ella certa- 
mente le Tue cognizioni , e 1’ eflere di 
quelle, e ’i fuo medefimo dee in fc con- 
tenere : e con quelle Tue operazioni , e 
con tutto il fuo eflere , per pcnetrevo- 
le comunione , e per indiflolubil neflo 
d’ identità , efler dee una cofa mede- 
lima realmente indiflinta , ed indivifa. 

E poiché per mezzo delle cognizioni 
apprende tante cofe, quante ve n’ ha_, 
in tutte l’Iflorie, e in tutte le Scienze, 
ed Arti; la Mente quell’ immenfa am- 
piezza, e quel novero infinito di forme 
memorabili , fcibili , ed agevoli con- 
terrà tutte nel fuo intendere, e nel fuo 
eflere penetrando , e includendo : 

F con 


✓ . . J 




, ?» 


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42 DELL’ANIMO 
con reai neffo tutte le cofe compren- 
dendo, cd unificando nella Tua intelli- 
genza ; e la Tua intelligenza in tutte le 
cofe eftendendo, indiftinta, ed indi vi- 
ta da quelle così, come è dal fuo efte-[ 
re medcfimo,e dalle fue medeGmc cogni. 
zioni.Dal che chiaramente fi feerne, cfter 
l’intelligenza, e per confequcnte 1* Eflcn- 
za mentale con tutta quell’ ampiezza , e 
4 ; con tutta quella dovizia , che accennata 
■ abbiamo efier, dico, nondimeno indiftin- 
ta, femplice, ed indivifibile.Concioflìachc 
comunione, penetrazione , e inclufione__, 

Veneu-abi- fono co ip indiftinzione , o identità una 
■ hta , e rden- r ... 

tiù fono um cola, c per poco una ragione , o notizia 
c»fa medejì. medefima . Siccome la reai diftinzione 
fminuzzaper tutto la foftanza della ma* 
teriajondel’eflere materiale è impenetra- 
bile^ incomunichevole ; così la penetra-» 
zione , la comunione , e l’ inclufione per 
tutto realmente conduce, e connette l’in. 
telligenza ; onde l’ intendere , e 1’ eflere- 
mentale efter dee indiftinto, femplice* 
ed indivifibile , immateriale , e immorta* 
le. Certamente la fola eftre ma chiarezza 
di quefta dimoftrazione a non fani intel- 
letti può per avventura far dubitare 

della 


Digitized by Googlè 


DELL’ UOMO. 4? 
della fermezza per un momento . Im- 
perocché come potrebbe la Mente, o 
non contenere quel , eh’ intende, o non 
eflerc quel , che contiene, o edere da . 
ciò che contiene realmente diftinta ? 

Come mai potrà efcludere, e (termina- 
re coll’eft’enza quel, che include coll’in- 
telligenza ? Come fopra di fe ritornan- 
do, o in fe il fuo effere raccogliendo A )■ * 0 - 
ad intender fe, e le fu e cognizioni ; 
trebbe poi cfler tutta in fe, e quafi 
fe realmente diftinta, ed efclufa ? E in 
fine il proprio, e 1* altrui edere , nell* 
intelligenza accogliendo , come può av- 
venire , eh’ ella fia pofta fuori delle co- 
fe,che intende, e che efler dee, e fuori di ' 
fe medefima ancora, qual certamente 
larcbbe , fe fuflc divifibile , e materiale ? 

Non ci ha dcll’indivifibi!ità,c dell’imma- 
terialità argomento più ficuro di quel- 
lo , che eia penetrabilità, e della co- 
munione, che è l’intelligenza. L’Iden- 
tità , che per varj gradi di varie cofe 
fomminiftra 1* intelligenza, c connette 
l’edenza; nella coftituzion della mente 
giugnendo fino alla penetrabilità, ed 
infelfionc , che adduce ogni comunio- 
.. : Fa ne 


•# 


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. •* 

./ •* ^ ^ ^ 

44 DELL’ANIMO 
ne di eflere, ed ogni lume d’intendere, 
viene in tanta chiarezza , che egli è 
una maraviglia , che alcun de* Filofofi 
abbia difperato di poter trovare (uf- 
ficiente ragione deli’ Immortalità dell* 

Animo dell* Uomo, la quale fenza fa- 
tica d’inveftigazione nel primo afpctto 
delle cofe ci fi apprefenta. 

■g?** Con quello argomento fenza fallo 
^ffHré P, °mate- fino il fondo è fiato difcopcrto dell’ 
riale quale efienza materiale, che è la reai diftin- 
deU^mmte 2 j one ^ e j a di vifibilità , onde la cecità , 
e 1’ infenfatezza immediatamente di- 
pende . E infiemcmente il principio, 
e 1* origine dell’ efienza mentale ab- 
biam ritrovato , che è la reale indiftin- 
zione , e 1’ indivifibilità ; onde l* im- 
, materialità , e immortalità neccflaria- 
mente difcendono. - * 

' Ora da quel primo fondamento del 

, - materiale eflere , molte altre proprietà 
procedon della materia: ciò fono mu- 
tabilità , e mobil ita ; novità, e contingen- 
.) , za ; impotenza , ed inerzia ; e in fine fug- 

^gezione , c dipendenza , che tutta l* ef- 
fenza della materia adempiono per av- 
ventura . Come altresì da quel princi- 
pi» ^ pio 

. ■? 

« 

# - • • 

• . ^Digitised by Qoogle 


DELL’ UOMO. 45 
pio dell' Efler mentale molte proprietà 
provengono della mente : quali fono, 
coflanza , ed immobilità ; neceffità , ed 
antichità ; potenza , ed arte; e finalmen- 
te libertà , e independenza , che tutto 
1 ’ effer mentale fi può credere, che_ 
adeguino. Le quali cofe fono altrettan- 
ti fermiflìmi argomenti, 1 * une della ceci- 
tà della Materia, e l’ altre dell’ Immor- 
talità della Mente . Ma alla difputa di 
fi fatte ragioni e’ fa di meftieri premet- 
tere una confiderazione , con utilità de* 
novelli Epicurei , per fargli fin da ora 
argomentare la debolezza degli argo- 
menti Lucrcziani : e di tutti gli altri , per 
agevolargli l’ inrelligerfza di quanto im- 
prendiamo a dire di quelle ducEffenze.Io 
prefuppongo, che quelli novelli abbian 
già fatto quel, che gli antichi non pen- 
farono di fare , o fecero leggiermente , 
e trafeuratamenre : cioè che abbiano 
afTai filofofato fopra la Natura imma- 
teriale ; che nondimeno per la cagio- 
ne , che dirò , fi fian rimafi nell’errore. 
Prendendo eglino la corpulenza, e la for- 
za fenfibile della materia per falda, e chia- 
ra verità, e realità; e per la finezza, e 

fotti- 


4<S DELL’ANIMO 
•fottigliezzi loro , le Idee dell’ Uomo 
* vane, e leggiere , e fantaftiche riputan- 
do; per quella cagion fola leggieri, c 
dubitofi , c fallaci credono edere i mc- 
nov*Uj ìn £ d f nietll 6fioi argomenti dell’Immortalità ; 
cureì. * ancoraché per altro lorpajano infolubi- 
li : c per contrario fermi , c ficuri , e ve- 
raci gli argomenti della mortalità , che 
dalla parte corporale , e fen fu ale fi trag- 
gono;! quali maggiormente il piacere del* 
k „ la libertà, e dell’indipendenza, e la lufin- 
<.’# § a del fenfo nel fenfo dell’ Uomo avva- 
li lorano.Or ficcome degli antichi Epicurei 
già divelle fol nella materia, c nelle ma- 
teriali vicende affifandofi , fenza aver 
prima inveftigato il Vero della Natura 
"1 immateriale , non poterono con licurez- 
za diterminar nulla contro all’Immor- 
talità della mente dell’Uomo; così de’ • 
novelli, che han fatto quella inveftiga- 
: zione credo poter dire, che eglino len- 

za pericolo non vi li deono a niun pat- 
to rifolvcrc, non avendo prima trova- 
ta l’ufficiente foiuzione degli argomen- 
ti metafifici . La qual cofa non avendo 
H effi fatta, ne facendo , non fi può dire 
•3 quanto per quella cagione Tempre più 

vegna* 


.1 


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4 


DELL’ UOMO. 47 
vegliano a mancar di credito que’ loro 
argomenti. Perciocché ugualmente, e dal 
non aver fatta quella neceflaria inve- 
rtigazionc, come non la fecero gli anti- 
chi , e dal non torre Pollacelo de’con- 
trarj argomenti, come non fumo i no- 
velli; giu ila mente fi dee credere, che 
il dubbio dell’ ignoranza , e ’l precipizio 
dell’ inconfiderazione fol avvalorino gli 
argomenti loro . Poiché l’Uomo è com- 
porto di due nature , P una cieca , ed 
infenfata,e l’altra fenfata , e intelligen- 
te ; che cotefto certamente i prilchi 
Epicurei non credettero poter negare-, 
giammai ; o per non artumer nulla contro 
a’novelli ; poiché l’Uomo è un comporto, 
e da una parte per argomenti, che quindi 
fi ricolgono > tutto corporeo , e dirtolu- 
bile, e mortale apparifee ; e dall’ altra , 
per gli altri argomenti fi feerne incor- 
poreo , ed Immortale : non può niuno 
ne a quello, ne a quello, ne alla mor- 
talità, ne all’ immortalità , non prima 
avendola va nità de’ contrari argomen- 
ti dimoftrata , fe non per temerità, e 
per capriccio attenerfi . E trovandoli 
per avventura amenduele parti inacef- 

fibiii f 


«"ÌMI -'*T* 

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4 S DELL’ ANIMO 

libili, cd inoperabili , c dovere allora, 
che fi temperi , e fi mitighi la forza degli 
uni, e degli altri argomenti, affinchè o un 
qualche comune effetto infieme lor for- 
za comunicando , arrechino ; o lor forza 
dividendo, in diverfe foftanze , o modi, 
divedi effetti producano . Nel qual tem- 
- pcramento,e mitigamento egli è fenza 
,e fallo riporto il Vero maravigliofo : co- 
me del Vero della Mente abbiamo già 
detto doverfi fare: e come a fuo luogo 
in quefta medefima Difputa, col favor 
di Dio , noi faremo in effetto . Frattan- 
to fe lo feopo degli argomenti Lucrc- 
ziani è , che la Ragione , e l’Animo 
dell’ Uomo fia del tutto diffolubile, e 
mortale ; che egli prende da diffipamen- 
ti , fucccffioni, vicende, e mutamenti, 
•che vi fi veggono : e per contrario i 
contrarj argomenti vanno a dimoftrare , 
che la fortanzial ragione, e I’ Animo 
egli è in fe medefimo indiffolubile , ed 
immortale; non c egli un giurto, e ra- 
gionevole temperamento, e mitigamen-- 
to del contrarto degli argomenti , il di- 
re, che l* Animo debba effere in fe, e 
verfo di fe immortale per forza de’ fe- 
-tèéà condi 


* . 


; 


DELL» UOMO. 49 » 

condi argomenti ; e che la forza de’ pri- 
mi più oltra non vaglia a conchiudere, 
fe non che l’Animo lia dall’ Uomo dif- 
folubile , e in quello fentimento , e in 
quello rifguardo mortale ancora? 

La fola Compofizione , che è nell’ 

Uomo, ella è fufficientiflima cagione di 
ogni variazione, la qual perciò a quel- 
la compolìzione fola puoflì attribuire : 
onde necelfità di dover dedurre , che-, 
elTd Natura ragionevole immediaramen- 
te patifca que’fvariamenti, ed ella deb- 
ba clTer caduca e mortale , non vi li , 
fcorge niuna affatto. Gli fcadimenti, 
gli avanzi, i eominciamenti,e i lini fo- 
no varie guifc, evarj modidieffa com- 
polizione.La compofizione è principio, ' ». 41 

c radice di ogni variazione. La natura ^luziongeL 
ragionevole , quantunque ella in le da ti gli argo- 
mutamenti corporali immune , e libera; nienti ima* 
tuttavia congiunta colla variabile ma- 
reria, dee neceffariarnentfc non in altra 
guifa , che variando, difpiegar le fue« 
ragionevoli operazioni. Sarà quella Tem- 
pre una generai foluzione affai fondata, 
c forte di tutti gli argomenti di Lucre- 
zio , che può offufear eziandio quella 
• * G - appà-' 


1 > 


■ 


•; ¥ 


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V t 


*0 DELL’ANIMO 

apparente evidenza, con che ha prefi 
i materiali intelletti de’ Cuoi feguaci: 
e’1 farà ella Tempre, finché eglino non 
auran dimoftrata 1’ impofiibilità della., 
natura immateriale , o 1* impoflibilità 
del concorfo , ed unione della medefi- 
ma colla materia , e che a natura im- 
materiale fia ripugnante, il potere con 
quelle variazioni, che nell’ Uomo veg- 
giamo , in niuna guifa operare. Il che 
ficcome finora non han fatto, così non 
éda credere, che fian per fare in avve- 
nire . Ora ritorniamo al propofico, per 
dimofirare in oltre per la mutabilità, 
o mobilità cieca la Natura materiale; e 
per l* immutabilità, o immobilità , im- 
mortale l’intelligente: come già prima 
. nbbiam fatto, per la reale difiinzione, 
ed efclufione dell’ una, e per la reale_ 
indifiinzione , ed inclufione dell’ altra . 
Nell’ eftenfione , o efirapofizione, che 
- firZlonc' 1 ^- ne ^ a materia è manifcfta, noi feorgendo 
Ucecita della allora quella difiinzione , ed efclufione, 
de tornir* ne argomentammo la cecità , ed amenzia: 
e nell’ intelligenza , che è in noi , e nell* 
e (Ter noftro evidente, veggendol’indiftin- 
zione ,e P inclufione ; quindi raccogliem- 
mo 


, •*» • • 


tal ila de Hi 
Mente . 


1 


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DELL’UOMO. 51 
mo dover la mente edere indivifibile, ed 
immortale. Ora nell’ eftrapofizione me- - 4 -v 

dcfima , di più la mutabilità , la mobilità, 
e’1 moto oflcrvando ; e nell’ intelligen- r 
za , di più la immutabilità ,e l’immobi- 
lità, e la quiete ritrovando ; di nuovo 
1* una, e l’altra conchiufione dell’ una, 
e dell’altra natura verremo a provare. V -.=■ - 
L’ Eftrapofizione , per cominciar dalla 
prima, c la radice di ogni variazione, . 1 

mutazione, e moto ; perciocché man- 
cando alla materia unità reale , che_, * . 
aduni ,0 unifichi le parti , e 1’ edere 
dell’une nell’ altre implichi, e le Arin- 
ga, e fermi indillolubilmente ; per ne- 
celfltà deonfi poter le parti 1* un e dall’ \ 
altre feparare, e fcambiarft infra di lo- 
ro , e variare, c mutare, e muovere. 

Il reai numero delle parti, l’une dall’ 
altre in realtà diftinte , e 1’ une fuori ~ -* 

dell* altre eftftenti, è il medcfimo etter 
mobile, e variabile della materia: c Ia_, 
fletta mutabilità , e mobilità: è il prin- 
cipio di ogni attuai variazione , c mu- 
tazione , e moto . Il difetto di quella rea- 
le unità, che contenga il numero a quel ^ Materia, 
modo , é il verace vuoto, col quale, e . - 

. G 2 nel _ 


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** DELL’ANIMO 

nel quale dee poter muoverli la mate- 
ria: che gli Epicurei ad altra manie- 
ra di fallo vuoto trafportano; e i no- 
velli Peripatetici , e i traviati de’ Car- 
tcfiani n:egano a torto, quello vero vuo- 
to con quel falfo degli Epicurei confon- 
dendo. V Annone delle parti, Fune 
all altre in ordine al luogo fuccedcn- 
ti , è come un fluflo , c una fuga delle 
medelime per Io fpazio: la quale di fua 
natura domanda I’ attuai variazione, c 
mutazione, e ’I moto attuale. Il moto 
allo ’ncontro egli è l’atto dell’ eflenfio- 
ne, o efirapofizionc : ed è prefcnte,ed 
attuai efienfione , e fuccelfione . Nel mo- 
to di per fc conlìderato non folamenre 
e lubricità, e flufTo , e fuccelfione di 
parti in ordine al luogo; onde le parti 
fieno 1’ une fuori dell’ altre allogate : ma 
e altresì fluflo f e fuccelfione in ordine 
a tempo; onde le parti fieno I’ unc_, 
dopo dell’ altre nel tempo efifienti : di- 
modo che ognuna delle parti del moto • 
allora ella è, quando 1’ altre fue com- 
pagne o fono già preterite, o fono per 
efiere in futuro: che o più non fono, 
o ad elTere non fono ancora pervenute. 

Il 






+ 4 


Y 




DELL’ UOMO. 53 
II che vero cdendo , come infallante- 
mente è ; qual maggiore (Minzione può 
avervi dell’ edere , e del non edere ? 
qual più certa efclufione di quella, che 
Pelle r fa del nulla, ed il nulla fa del Ee Ae- 
re all* incontro ? come ciò , che c , può 
mai procedere egli a contenere, ed in- 
cludere quello che non è, quantunque 
o fia dato da prima, o debba edere dap- 
poi ? ficcome non vi ha maggior diftin* 
zione dell’ edere, e del nulla , ne più 
chiara efclufione ; perciocché il nulla, 
che non è a niun patto, c ogni efclufio- 
ne di ogni realità; e l’ edere che real- 
mente è, è ogni efclufione di ogni nul- 
lità del non edere: così non ci ha mo- 
do più potente a diftinguere, ed cfclu- 
dere,cpcr confegucnte più certo , e 
più chiaro modo di efcluderc , ed eftin- 
gucre ogni intelligenza di quello, che 
è il moto, che perchè fia, 1’ edere, c’1 
non edere congiunge inficine : le cui par- 
ti deono edere tali , che una edendo , 
T altre afFarto non fono, dovendo e(Fc- 
re o preterite, o future. Non eie, ne 
può eflervi più chiaro argomento dice- 


o nio- 




cita, ed infenfatezza, della mutabilità, 



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54 DELL* A NIMO 

o mobilita, e del moto. La materia, 
La muta - che fi dimoftra mfenfata , e cicca nell* 
to , fono cer - eltenlione , che e moto radicale , e po- 
li#"»* cat’io- tenziale; con più evidenza nella muta- 

ftìjenfatèz- z * one » e ne l moto dimoftra il medefi- 
za. mo ad Uomini non in tutto infenfati, 

e ciechi. Al medefimo modo con fimi- 
glianti proceffi di cagioni, ed effetti fi 
perviene a conofccre l’ immutabilità , e 
immobilità, e Immortalità della natura 
mentale: cioè di quella immutabilità, 
e di quella immobilità, che rifiuta, e_, 
fcaccia da fe i mutamenti , e’ moti della 
materia, e non già di quella di fommo 
pregio, che alla fola fovrana Mente in- 
finita è rifcrbata. Noi nell’ intelligenza 
ravvifammo già la reale indiftinzionc , 
ed inclufione: in cui fimilmente con in- 
dicibil chiarezza fcernefi la coftanza,e 
quella invariabilità, ed immobilità , che 
qui intendiamo. L’ indiftinzione è prin- 
• cipio di falda invariabil fermezza , 
quiete, che ogni incoftanza , e material 
mutazione, e moto efclude del tutto. 
Avvi nell’ indiftinzione unità reale uni- 
ficante, che contiene i numeri, e gli 
ftringe , e ferma indiftolubilmente:onde 
f :- > ' le 



* 


Digitized by 


DELL» UOMO. ^ 
le parti non poflbn Pune dalPaltre fce- 
vcrarfi , ne (cambiarli infra di loro, ne 
murarli , o muoverli in niuna guifa . J 
L’identità delle parti, l’unc nelP elTere " 

dell’ altre infiflenri , P unc nell’ altre pe- 
netranti^ deflfo elTere invariabile , ed 
immobile dell’ intelligenza , è elTa in va- #• 

riabilita, ed immobilità, e coftanza, e 
virtuofa quiete della mente. L’ inclu- 
sone è la virtù maravigliofa , che Uri- 
gne,e aduna, e contiene, econferma_. . -1 

P clTcnza mentale ad eder libera, e im- 
mune dalle mutazioni , e da moti della 
materia , e ad elTere in quello riguar- 
do invariabile, ed immobile, e quieta. 

Quella identità, ed inclulione è ella il Ver 5 
verace pieno della Mente, che ne i voi- Tra ma- 
gari Peripatetici, ne gli fciocchi de’ Car- ta!e ' 
tefiani , e tanto meno gli Epicurei in- 
tendere non han potuto finora. L.’infi- - ^ > Y' 
llenza, ed infeifione delle parti, che ne 
luoghi eftendono,ne difpergono tem- 
pi , è quello che ogni corporale lubri- 
cità, e fltilTo, e fuccelfione allontana^. • ** ì 

dall’ elTere intelligente. Ma di cotalin- - 
fillenza,o penetrazione , o inclufione, 
egli è da fapere, che altra cofa non è, 

che 


f •. 


JDigitiz’ed by Google 


t 


5 6 DELL’ANIMO * 

che (lane l’atro, che 1’ Idea, o perce- 
zione . L* intelligenza è principale , 
radicai percezione, ed Idea: e 1* Idea, 
o percezione , è prefente , ed attuale 
intelligenza; nella quale 1* immobilità, 
cd invariabilità del mentale edere, e 
1* indivilibilità , e Immortalità in chia- 
ridimo lume lì difeoprono . La prefen- 
te ,cd attuai percezione dell’ Idea , niu- 
na parte della potenza intelligente , e 
niuna parte dell’ intendevole obbierto 
preterendo , o in futuro rifervando, 
cioè ogni parte della cofa , che inten- 
de ,infieme comprendendo tutto aduna 
in un atro , ed in una prefenza di un 
femplice edere indi vifibiìe . Poiché l’ in- 
telligenza penetrando , ed includendo 
tende all’ influenza di ogni fuo clTere^ 
in una unità di eflenza: la percezione 
c, prefente, ed attuale inclusone, c pe- 
netrazione , ed influenza. Ella è l’atto 
di quella virtù, c la fermezza, c’1 ri- 
pofo, e la quiete della mente, nella.., 
pod'cdìone dell’ edere , c del fapere . 
Non vi ha maggiore indiftinzione , ed 
inclufione dell* ogni edere , cioè di quel- 
la edenza, che tutto il fuo proprio ef- 


DELL’UOMO 57 

fere poflìede, che di fé, e delle fue co- 
fc ogni nullità efcludendo , include ogni 
fua realità: onde l’atto, e la prefenza, 
cioè il prefente edere attuale , che ogni 
realità a fe appartenente contiene , è 
nel colmo dell’ indidinzione , e dell’ in- 
elulione, che ogni nullità, e vacuità, e 
lubricità, e fluflo, e mutamento efclu- 
de. Tal fermamente è la percezione, 
o idea , le cui parti sì elleno fono a fe 
prefenti , che una parte eflendo , tutte 
l’ altre con quella, ed in quella eder 
deono fenza edenfione di luoghi , e fen- 
za fucccflìone di tempi ; tutta prefen- 
te, ed in atto in fe, e con fcco tutto 
il fuo edere conchiudendo. Siccome il 
moto edende, e (minuzza , e difperge 
le parti della materia; ed è perciò eda 
variazione , e mutazione : così la per- 
cezione , o idea, diciam così, intende, 
e conclude tutto l’ edere della Mente : 
e per tanto è la dedìdima invariabilità, 
o immobilità, o permeglio dire, è edo 
ftabilimcnto , ed eda quiete della Men- 
te . Non è nella natura, ne in Cielo, 
ne in Terra unione più dretta , ne piu 
intima , ne più falda, e indidblubiledel- 

H la 


L 


58 DELL’ANIMO 
la percezione: non ci è della percezio- 
ne più ficuro , ne più chiaro argomen- 
to d’invariabilità, ed immobilità , e di . 
. quiete . La Mente che nell’ inclufione , 

ttjftmo arco - e penetrazione deir intelligenza fi di- 
menio d' m- moftra femplice edere, ed indivifibile , 

<t inva/iùbi- ed immortale ; con lumi piu chiari , 
fìta • - nell* immobile , e quieta podelfione del 
fuo edere, difcopre il medefimo a cer- 
velli non del tutto torbidi , ed inquie- 
ti. Ed ecco un nuovo, e fpeciofo pa- 
ragone delia Mence, e della Materia. 
N avello fa- La Materiale tutta dipinta, e eompo- 
rafone deilaL (k a , ed eftenfa : la Mente inditimta > 

faòlaìwia!' ^ cm P^ ce » penetrabile. La Materia per 
la compofizione , edeftenfione,o eftra- 
pofizione è divifibilc, variabile , mobi- 
le : la Mente per la penetrazione, ed 
♦ inclufione è immobile, ed invariabile. 

La Materia ha il fuo proprio atto della 
; , propria edenza, che è il moto: la Men- 

te, ella ancora ha il fuo proprio dei 
proprio edere ,che è F Idea. Nell’ eden* 
dono , efcludone , variazione, e moto 
la Materia dimoftra da fua cecità, ed 
amenzia: e la Mente ndia'penetrazio& 
ne , inclufione , invariabilità , ed, immo- 
ti lì bilica 


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s . 


remcLa 


DELL’UOMO. 59 
biliti fi diicopre indiviiibiie , ed immor- 
tale. Non ci ha cofc più tra fe diver- 
fc, della Materia, e della Mente: non re 
ci ha piu evidente contrarietà di quel- / ra U M/e- 
la, che è tra l’Idea della Mente, e ’1 rìsela Mam- 
molo della Materia. Ma affinchè niu • 
no rivolgendoli alla materia , ed alla 
mente deli’ Uomo, ed a’ mori , ed alle 
idee del medefimo, non fi turbi, o eoa 
tacita oppofizionc non contratti quella 
nottra dimoftrazione ; promettiamo in 
luogo più opportuno di quella Difputa 
far vedere , come nel congiungimento 
di quelle diverfe nature, e di que’ di- 
verfi modi-, vie più venga adilluttrarfi, 
e confcrmarfi la prefente dottrina. 

Dall* eflerc indiftinto , penetrevole , * * 

ed inclufivo dell’ intelligenza , e* fegue Quarta dì- 
di neceffirà , che l’ intelligenza eflcr deg- 
già interminata, e univerfale : come-, tdfà-Atuu 
dall’ eflerc dillinto , impenetrabile , ed uc 
elclufivo della materia , necefli riamen- 
te avviene, che la materia debba efler 
terminata, e particolare. E benché la 
penetrazione , ed inclufione chiaramen- 
te voglia aver con beco infiniti, eduni- 
verfalitir e l’ efclufionc , ed impenetra.- 

H 2 bilità 


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1 


60 DELL’ANIMO 
bilità pur con pari chiarezza arrechi 
terminazione , e particolarità, anzi più 
torto la penetrazione , ed inclufione-, 
paja eflere non altro, che erta infini- 
tà, cd univerfalità: e 1 * efclufione , ed 
impenetrabilità colla particolarità , e-» 
terminazione pajano edere una mede- 
lima ragione ; contuttociò quelle due 
ragioni fono due nuovi rilucenti (Timi 
lumi , co* quali nuovamente per nuo- 
ve vie rinveniremo coll’ uno la ce- 
cità , ed infenfatezza delia materia , 
e coll’ altro l’ immaterialità , ed immor- 
talità della Mente . Le quali cofee’ per- 
ciò conviene , quanto più c podibile , 
fpiegare ,e dichiarare paratamente. Per 
^Aeco- cominciar quindi , Univerfale c quello, 
che tutte le cofe , o quelle che gli appar- 
tengono , cioè tutto il numero , e tut- 
ta la varietà delle differenze , forme , e 
modi pienamente contiene, e sì contien 
egli ciò che e’ contener dee , che le for- 
me ,o le differenze per lungo ordine di 
cagioni l’ une dall’ altre procedenti , e 
tutte da una prima, e principale pen- 
denti , effo Univerfale dee produrre-,, 
eziandio. Una principale unità per altri 

mezza. 


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DELL’ UOMO. 6 1 
mezzani principi inferiori, che indi pro- 
vengono, ed ordinatamente gli uni agli 
altri fuccedono, con fucceffive produ- 
zioni fi eftende fino all* cflremiti degli 
ultimi particolari a contenergli, e pro- 
durgli. Or quella cflenza, o nozione, 
o ragion di univerfale , manifefta mente 
ella efler dee indivifibile,ed immateria- 
le. Conciofliachè eflere immateriale , ed 
indivtfibile altro e* non fia, che eflere 
in tutti, e con tutti i particolari , e tut- 
ti comunicando , penetrando, includen- 
do, adunare in una fempliee, indi via- 
bile unità di efienza, o foftanza. Senza 
quella principale unità contenente, e 
unificante , ficura mente le diftinzioni , e 
le differenze de* particolari fminuzze- 
rebbono , e difperderebbono ogni co- 
municazione , e contenenza: e fenza_» 
quel numero contenuto , fenza fallo 
T uhità rimarrebbe ruota di ogni pie- 
nezza , e ubertà . Or 1* intelligenza^ 
deir Uomo , che ella efprimendo, eraf- 
fojtiigliando , fi eftenda da per tutto> a 
imprendere ,e conchiuder tutto il nu- 
mero , e tutta la varietà dell’ Univerfo 
i* Iftorie, e le Scienze x eT Arti il roa- 
ni fe- 


y ♦ 


V.jt. , 


62 DELL’ANIMO, 
nifdhno a chi che fia. Adunque l’Uni- 
verfale ,chc non altro , che una ragio- 
ne, o nozione , o Idea parendo elTere 
da fé nel primo afpetto non dimoftra 
realità ; li Icorge pofcia , ed è reale», 
nell’intelligenza; la cui realità il chia- 
ro lume della cofcienza a tutti dimo- 
ftra. E l’intelligenza, che è una reali- 
tà, o reai natura, o foftanza; c pertan- 
to nel primo afpetto non arreca uni- 
verfalità; fcernefi pofcia aver vera uni- 
verfalità nell’ idea,o nozione, o ragio- 
ne dell’ Univerfalc ; la cui immateriali- 
tà a tutti innanzi appretta 1* evidenza», 
della ragione . Cotal ritorno, e fcam- 
bievole fomminiftramento proprio dì 
qualunque più invitta, e piu illultre di- 
moftrazione non intendongli Epicurei: 
onde nell’ LJniverfale , che di per fe i 
{blamente nell’ idea della Mente, tur- 
tocche ben vi veggano indivifibilirà, ed 
immaterialità; credon pur nondimeno 
non più che ideale , e immaginario V elle- 
re immateriale: e poi nell’ intelligenza , 
che è , e fi vede edere folo in nature 
particolari , febben ravvifano univerfa- 
lità; pur ii fanno a credere, che mate- 
HNUti riale , 


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DELL/ UOMO. 6; 

riale, e divisibile efler debba quella na- 
tura univerfale ; dovendo per forza»* 
di sillogiftica dimollrativa conneffione, 
all’ Univerfale , per l’ intelligenxi , con- 
ceder realità; cd all’ intelligenza , per 
l’ univerfale donare immaterialità . Ma 
egli è ben uopo quella univerfalità, che 
nell’Arte, nell’ litoria, e nella Scienza 
fi manifefta , deferivere più particolar- 
mente : affinchè quello argomento non 
paja anzi un lavoro di fantafìa , che 
vero, e fermo, e fondato in Sicure , e 
indubitabili realità . La nollra intelli- 
genza, come ognun vede, mifura tutti 
i modi dell’ eftenfionc , e diftingue, e 
diffinifee tutte le forme del numero ; 
onde eHa è aritmetica , e geometrica : ed 
al medefimo modo tutte ancora le va- 
rie fpezie , e varie operazioni delle co* 
fe oflerva, e difeerne, ed eftima ; on- 
de ilìorica, e fisiologica può divenire. 
Non è adunque la Mente una partico- 
lar diterrainata dimenfione, ne c un»* 
certo, e particolar numero ditermina- 
to; ne finalmente è ella certa ,e diter- 
minata forma , o fpezie di quelle, O 
quelle nature; ma efler dee, ed è uni> 
4 P» P verfal 


ftwrtl* I 




Univer fatiti 
deità Screma* 
del P Arte , e 
della Storia . 




(Séif 4/. 
^4 * V 






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St>\ 


<S 4 DELL’ANIMO 
verfal mifura , e numero , ed univerfal 
La Mente forma. Imperocché fe ella folle una di- 
forma. terminata particolarità , riftretta tra-. 

certi confini di certa diterminata etfen- 
za, divifa, Germinata , ed efclufa da_, 
tutti gli altri particolari , forme , nume- 
ri, e mifure; ella non potrebbe eften- 
"'derfi ad accogliergli, e contenergli tut- 
ti nel fuo intendere , e nel fuo edere: 
non potendo avervi evidenza più chia- 
ra di quella, che un certo direrminato 
modo aritmetico , o geometrico , non 
polla a niun patto contenere gli altri 
modi diftinti , e dilfimiglianri : conciof- 
fiachè la diftinzione, la terminazione , 
ed efclufione non altro fieno, che ra- 
gioni di dover diftinguere, efcludere, 
e {terminare ogni contenenza. Così an- 
cora la Mente è univerfal notizia , co- 
è g‘ tallone » o fcienza , ed univerfal re- 
oia univer- gola , o legge, che diltinguendo tutte 
le varie forme delle cogitazioni, e in 
varie guife componendole infieme ; e 
notando le varie lignificazioni , c varie 
confeguenzc, onde è dialettica; e con- 
fiderando le varie umane azioni, e i lo- 
ro rapporti , e le connelfioui olfervan- 

do, 


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DELL’UOMO. 6 5 

do , cd apprezzandone ii valore, e ’l 
frutto, onde è etica ; non può a niun 
patto ella edere una certa particoiar 
forma di cogitazione, o certa ditermi- 
nata affezione, o volontà in fe riftret- 
ta, c divifa , e fciffa dall’ altre forme, 
c dagli altri modi particolari di cogita- ' r f 
zioni , ed affezioni . L’ effe re univerfa- 
le è T efTere ampio , profondo , uber- 
tofo ; è Federe ideale, o efpreffivo, o 
raffomigliativo : è in fine quell’ effere_ 
maravigliofo a corti , e caliginofi intel- 
letti inpffervabile, che tempera, c mi- 
tiga 1* eftremo rigore delle conrradizio- 
ni , e 1’ unifcc , ed accorda infieme con 
mirabil conciglio, nel che unicamente è 
porta l’efTenza mentale. Da un lato egli 
è cotanto certo, quanto niuna altra co- da le contra- 
fa in Filofofia, che l’intelligenza cfler 
dee tutto ciò , che fa , o conofce , a quel 
modo medefimo , che è l’obbietto, e«, 
non altrimenti. Perciocché fe e’ non d 
a quel modo,o non lo è affatto; come 
può avvenire , che per faperlo , o co- 
nofcerlo il contegna,e comprenda ? co- * 
me non ertendo,ne avendo, e per con* 
fcgucnte non avendo con gli obbietti co- 

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nofciuri niun conforzio , o comunicst- * 
zione, può crederti , che gli raflomigli, 
ed efprima per ifcienza, o per qualun- 
que cognizione ? Dall’ altro lato è u- 
gua Finente ticuro , c indubitato , chp_, 

1 intelligenza non può ella edere quel- 
lo, che propriamente fono gli obbiet- 
ti. Perciocché fedii è - ciò , che quelli 
fono con tutte le loro proprietà, e ma- 
niere particolari ; come con tante diftin- 
zioni , differenze , divitioni , terminazio- 
ni , e particolarità , feiffa , terminata, e 
franata non perderà ogni comunione 
ed ogni contenenza al conofccre necef- 
ftria ? Cotai due contradittorj , che», 
fcambievolraente ti combattono, c di- 
fìruggono , temperandone P etiremo ri- 
gore , accorda , e giugne inficme il ma-' 
r,^»^ raVÌ g ,Ìofo e ^ cre idc3,e i o efpretiìvo 
injìeme^enon ^ er cotai edere comunicante, c pene- 
ècihci* fono tvcvoìe, la Mente è quanto fono le rea- 
lità obbiettive efpreffe , e raffomigliate j- 
ed infieme non è quali elle fono pra- 
priamente, con quelle terminazioni , ed 
* efclufioni .. Concioflìachè quella molti- 
tudine, e quella varietà di modi , e for- 
me , che fcambicvolmente fi efcludono, 
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DELL’UOMO. 67 

c {terminano , ella penetrando, e inclu- 
dendo, e l’une all’ altre , ed a fc me- 
defima,e fé a quelle comunicando, rac- 
coglie in una femplice indi visibile efleri- 
za. E con tal comunicazione, e pene- 
trazione mitigaufi gli eccelli delle cun- 
tradizioni dell’ uno , e del molto: dell’ 
uno del proprio eflere dell’ intelligen- 
za ,e del molto dell* eflere degl’ inten- 
devoli obbietti . Moderali da una parte 
il numero, che non ila del tutto diftin- 
to , {minuzzato , fparfo , difordinato: e 
dall’altra, che l’unità non lia in tutto 
riftretta , vuota , ed infruttuofa . Così mi- 
tigati , e temperati gli umfee in una_« 
indi vifibile unità, la quale perciòèatta 
a lignificare, e potente a produrre tut- 
ta la moltitudine*, e tutta la varietà del- 
le forme. Evvi efifenza materiale , che 
dovendo eflcr terminata , e particola- 
re, non può cfler fenlàta, ed intelli- 
gente. E vi ha eflenza ideale , che do- 
vendo eflere interminata, ed univerfa- 
le, non può eflere materiale, e di vifi- 
bile. Ne potranno giammai i novelli 
Epicurei, come non han potuto gli an- 
tichi nella felva delle materie , o tra 

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68 DELL* ANIMO . 

modi di quelle, Torta niuna di foftanza, 
di moto, o modo ritrovare , cui conce- 
der poflano la dote dell* Univerfalità . 
Perciocché qual porzione di materia , 
comechè fia fublime , fottile , agile, e 
virtuofa può drittamente eftimarfi , che 
fia capace di perfetta idea ad adegua- 
re le magnitudini , e penetrar le pro- 
fondità, e mifurar le diftanze, e diftin- 
guere i varj lavori, e varie forme deir 
Univerfo ? E con qual moto,o modo,o 
ingegno di compofizione, che tutti an- 
gutti, e minuti, e lievi etter deono ne’ 
fentt noftri , potrà dirli da niuno , che 
Cielo , Terra , e Mare , c Monti , e Val- 
li, ed Alberi, ed Animali, ed altre fpe- 
zie infinite celeftiali , o terrene , tali , 
quali in noi gli veggiamo,fi rapprefen- 
tino? Le quali cofe tutte il maraviglio- 
t fo ingegno della foftanza Ideale nonaU 
tfwututtsfa tri menti appretta, che dalle rozzezze, 
varieù delle cd anguftic dcl/e materiali fignificazio- 
n * > °S n ‘ cofa efplicando , e argomen- 
tando: che è Io tteflo che dire, che ella 
i numeri, e i peli, e le mifure, colla_, 
univerfalità , dentro di.fc il molto nell* 
~ . : uno accogliendo, e il molto dall’ uno 


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DELL* UOMO. 69 
riproducendo , diftingue , ed efprime: 
ficcome con più ragioni nel noftro Vo- 
lumetto Metafilico abbiam provato per 
ogni parte .Ora dalla univcrfalità, della 
quale abbartanza fi è favellato, trapaf- 
fiamo alla necertità, ed antichità per ri- 
coglierne altri argomenti. 

Ma io non prendo ad ofiervare Pef- 
fere necertario , per trar quindi dritta- 
mente 
Immortalità 
nuovo, c contingente per argomentar- 
ne cecità , ed infenfatezza nella mate- 
ria . Perciocché agevol cola è ad inten- 
dere , quanto nell’ indiftinzione la ne- 
c ertiti, ed antichità ; tanto nella necef- 
fità , ed antichità 1* ertere indi vifìbile , 
ed immateriale: ed al primo afpctto, 
come /iella dirtinzione della materia fi 
ravvifa torto novità, e contingenza j co- 
sì nella novità ; c contingenza 1* efler 
cieco, ed infenfato fenza molto (len- 
to fi riconofce . Onde il far quegli ar- 
gomenti , farebbe più torto di ciò eh* 
è (lato detto, una riftucchevole ripeti- 
zione , che di nuovo ingegno, una di- 
moftrazione novella. Benché non porta 

negarli 


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argomenti d’ immaterialità , ed * 1 

salirà nella Mente : ne 1* erter 


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. ,7© DELL’ ANIMO 
negarti, che la ncccifità fopra la indica- 
zione; e la contingenza fopra la diftin- 
xione aggiungono una, come dicono, 
nuova formalità. Adunque nella necef- 
fita. fi vuol notar folamenteil primato, 
.e’1 principato del proprio edere : che 
è*il più forte de’ nobililfimi argomenti 
Platonici, da più degli .Autori trattato 
con poca dcgnità.E nella contingen- 
za deefi moftrare fol la fuggezionc, e 
la dipendenza , che meglio di ogni altra 
cofa ne conduce a quel Vero , che nella 
materia andiam ricercando . E vuolfi per 
tanto dcfcrivcrc prima la necclfirà, e_ 
poi la contingenza: avvenendo per fimi- 
glianti acribologie, che mirabilmente e 
l’ idee fi dichiarino, e li fortifichino gli 
argomenti. Or la neceflità, che altro è 

Jìù*cbeelia fc non identità , o inclufione_ 
Jìa . dell’clferc in una fempliee unità; onde 

l’efienza con ogni fua parte , e con fe- 
co medefimaè infeparabilmente connef- 
fa ? E poiché un cotal nello non può 
conccpirfi che fia, fe non infra più Ra- 
gioni, o elementi, o parti ; 1’ identità 
dell’uno col numero inclufo;e del nu- 
mero coll’ uno includente; c delle par- 
ti 


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DELL* UOMO. 71 
tr del numero infra di loro in quell’uno» 
medefnno, e’ farà certamente il nello 
della uccelliti . E in fine non potendo» 
tutto ciò edere fenza intrinfeco produ-- 
cimento , e fenza intrinfeco procedo 
dell’ uno dall’ altro; nelj’ efienza necef» 
faria , necelfiria mente eflèr dee princi- 
pio, mezzo, e fine:, così che il princi- 
pio internamente produca il mezzo, c’I 
fine, e a quelli comparta tutto il fuo 
edere , e in tutto 1* eflere di quelli fi 
diffonda • e ’l mezzo , e ’l fine vicende- 
volmente tutto il loro edere nel prin- 
cipio rifondino , e in quello ritornino ,, 
e fi ripolino . La necelfita è edenza., 
avente unità , e numero ,. principio , 
mezzo , e fine per interne comunica- 
zioni indivifibilmente congiunti . E adun- 
que la necelfita in fc , e con feco ,,eL- 
da fe medefima , ed avendo in fc mer. 
**ìzo , e fine prodotti da un principio,, 
che è ella medefima ; viene con ciò 
avere il primato, e ’l principato del fua> 
proprio edere , da ogni altra edenza m? 
quello rifguardo libera, c indipenden- 
te. Dichiarate così quelle nozioni, di-' 
eiamo’ che la neceflirà, o non è ella_, 
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71 DELL* ANIMO 
affatto, o effendo , fol nella natura men- 
tale^ principalmente in quella lì ritro- 
va : intendendo qui di quella neceflità 
riflretta, c ipotetica, per cui l* efTenza 
non può non effere ciò , che ella è ; e_ 
non già quella , che afToIuta , ed am- 
pia alla fola Mente fovrana è dovuta . 
Quanto nell' intelligenza è manifcfta», 
l’ inclusone , onde la Mente fi feerne 
penetrabile, ed immateriale ; tanto nell* 
inclufìone è manifeftala necelfità ,onde 
la Mente s’ intende effere effenza pri- 
ma , e principale , avente il primato, e ’l 
principato del fuo proprio effere . Sic- 
ché con quante parole abbiam dimo- 
ftrato le ragioni della penetrabilità , con 
altrettante fiam venuti a far chiaro , 
che la Mente, nel modo efplicato, ha 
neceffario effere , ed ha del fuo efTere 
il primato. Le quali cofe tutte dalla», 

bn Ufrincifa- P r i ma 6°° all’ eftrema, fono nella Men- 
todei fuoej - te cotanto diftinte, ed efpreffe , cchia- 








Jere 


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re, e rilucenti, che più toflo per la co- 
gnizione dell’ intendimento noflro , do- 
ve fi veggono , alla nozion generale», 
della necefTità, ove fi argomentano, fi 
deono attribuire ; che per quella a». 

Astate * / quella 


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DELL’UOMO. 73 

quella concedere. Quel primato , fecon- 
do quella univcrfal ragione , è come il 
tronco , onde tre più proprj , e più fpe- 
ziali primati fi diramano. L’ uno con 
che 1 Animo intende il fuo vero , e ’l 
luo medefimo intendimento : I* altro 
con che vuole il fuo retto, e '1 fuo be- 
ne, c’i fuo proprio volere: c’1 terzo 
quello, per cui 1* Animo verfo quel ve- 
ro, e quel retto, o bene, ha virtù di 
muovere , e condurre fe medefimo . 
Conciofliachè , come dell* elTere, così 
««andio del fapere, c degli altri, egli 
abbia interni principj , onde per inrrin- 
leche produzioni, mezzi, e fini derivi- 
no . E certamente è ammirabile quel 
che fi feorge in tutte quelle parti del 
principato dell’ Animo . Poiché in quel 
lu premo , e fondamentale, è egli mani- 
fello il vincolo della necelfiti dell’ ede- 
re proprio ; onde l’elTenza , o foftanza 
della mente è immortale, e fempirer- 
na . La qual neceflìtà fi comparte , e fi di- 
vide ne tre fufleguenti principati : ficchè 
nel primo di quelli è egli il nodo della 
nectfiìta del fapere; onde la feiema è 
certa , ed infallibile : e nel fecondo è 
• * • K quello 






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74 DELL’ANIMO 
quello della neccflìtà del volere; onde 
la legge, o regola è ferma, ed invaria- 
Lafermez- bile : e nell* ultimo è la neceffità del po- 
Mità della-* tere , onde la volontà e potente , c Ia_. 

dei™ ueeT* a g cv0 ^ e > e procaccievolc la fcien- 

onde pròve' za • Quello è dedò ficuramente tutto il 
i ™ . nerbo di quel famofo argomento pla- 
tonico, che T Anima dell’ Uomo muo- 
va fe medelima: e perciò da fe dipar- 
tirli, ed abbandonare fe (leda a vcrun__» 
patto non poifa giammai. E di queiral- 
tro pur di Platone , che nel primo è im- 
plicato , cioè che l’Anima dell’ Uomo,*' 
fia eda vita, onde il corpo fia , e li di? 
t ca vivente : e per tanto finir di vivere 
platonico del? per niuna contraria forza di natura non 
immortaliti . poflain niuna guifa. Perciocché qual’ai- 
tra cola è ella la vita , fe e* non è un«, 
atto perenne , e podcrofo nelP edere, e 
nell* operare? la vita è edcnza attuola, 
ed atto eflenziale, o foilanziale: è ede- 
re, ma perfetto, pieno, vigorofo ope- 
rante : è ella altresì operare, ma faldo, 
tobufto, incettante. La qual cofa uni- 
camente è polla nella generazione, 
comunicazione dell’ edere . Nella vita 
adunque è pofleflione dei proprio cfse- 


I 


DELL* UOMO. 7 $ 
re, e del proprio operare, che fi diftin- 
gue , e fpecifica nella pollone del 
vero , e del retto , e della fcienza , e 
della legge, col potere ad apprenderlo, 
e confeguirlo : e nella pofseflione del 
proprio potere, colla fcienza ad inten- 
derlo, e a reggerlo colla regola. La vi- 
ta perfetta è il fapere, volere, e po- 
tere della mente . Ma fonovi nondime- 
no certi gradi d’ imperfetto vivere, per 
gli quali a quella fommità della vita 
mentale, dall’imo d’ impcrfcttiflìme vi- 
te fi afccnde , che altrove forfè dile- 
gueremo . , > : 


« 



•di- 


vediamo ora della Novità , e Contin- 
genza della materia , e del fuo eflere^ f . 
fpregcvole, fuggetro, e dipendente . Il v 
che, per quel che dell’ intelligenza det- 
to abbiamo , come facile a comprende- 
re , preftamente in pochi motti fpedire- 
roo. Siccome nell* inclufione dell’ intel- 
ligenza è il vincolo della neccffità ma- . ' i 

mfcfio ;cosi nella efclufione della mate- \ • • 4 
ria chiaramente feernefi l’ infragnimen- > 

to, e ’1 difcioglimento della contingen- ebetekj* 

L * contingenza ella è sì fatta , che Z£ s l™. 1 
• parti , 1 ’ une all’ altre fono rtra- 

«**• K 2 mere, 

• ■ , . • ' ì 

. • * * Digitizeà by Google 


la Mate- 
ria fi fpopjia 
dì ogni prin - 

CÌpGtO « 


7 6 DELL* ANIMO. 

nierc,avveniticcie ,e nuove; ed al tut- 
to ancora, che non in altra guifa, che 
i* une all’ altre avvenendo, e congre- 
gandoli infierae, compongono; e 1’ une 
dall’ altre dipartendoli , c fegregando- - 
fi, agevolmente depongono. Come 
rincontro per le ragioni medefime , il 
tutto alle parti Tue, onde ora è coftrut- 
to , ed ora diftrutto , egli è Uranio, 
nuovo, e avveniticcio. E giacche l’ in- 
diftinzione decedere è il nodo infolu- 
biie della necedità ; ben egli è uopo , ' 
che nell* ogni diftinzione- tanta contin- 
genza li ritrovi , quanta non può edere 
altrove. La Materia adunque per cotai 
difetti non può in fe edere, ne confetf 
co, ne da fe;ne può avere interni prin- 
cipi , mezzi , c fini per interne comu- 
nioni infcparabilmente infieme avvinti. 

Il perchè non potendo muovere, o reg- 
gere fe medefìma dentro di fe ; ne_, 
fuori di fe altrove in altre cpfe pe- 
netrare a muovere , o reggere foftanze 
da fe diftinte ; è forza che ella fi ri- 
manga nuda d’ogni primato , e princi- 
pato di edere, c di operare, fenza lu- 
me di faperc , fenza nume di volere, . 

, ZT . ' efen- 


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DELL’UOMO. 77 
C fenza fermezza di potere , di fcienza , 
di arte, e di regola fprovveduta , eie- v 
ca , infenfata , inerte, informe, ed im- a 
potente del tutto. Quel capo di fogge -• ' ■ 
zione, e di dipendenza , fecondo quel- 
la generai ragione del non edere , egli 
è come radice di tre più proprie, 
più fpeciali dipendenze: il primo di non 
intendere alcun edere, o vero; l’altro 
di non appetir retto, o bene niuno,c’l 
terzo, ed ultimo di non avfcre niun_» 
vigore verfo niun obbietto , di muove- 
nte fe medefima . E qui altresì è cofa de- 
gna di maraviglia , che in quel generai 
difetto, è manifefto lo fcioglimento , 
e’1 fluita della contingenza, quafi dei 
non edere; onde 1* edenza , o fuftanza ^ 
della materia è rifolubile , caduca, 
temporale . La qual contingenza fi diri- 
va, e comparte ne’ tre capi fudeguen- 
ti: deche nel primo di quelli c la con- 
tingenza del non fapere; onde la Ma- 
teria è cieca, ed infenfata :c nel fecon- 
do è la contingenza del non volere ; , 
onde la Maceria è difinchinevole , ed 
indifferente : e nel terzo è quella del 
non potere, onde la Materia è pigra, 

e feio- 


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78 DELL* ANIMO 

e fcioperata . Quello egli c tutto il fà- 

yf reomento mofo argomento Ariftotelico di là pre- 
Anjtotelico rii r r • 

dciu Divini . *° » che qualunque corpo fi muova , e 


ta 


debba da altro corpo efler moflfo : on- 
de per non procedere in infinito , abbia 
ad efTcrvi un primario principio, da fe 
movente il tutto . Conciofliachè , come il 
potere della Mente ritorna nel Capere , e 
nel volere, per gir colla cognizione ver- 
fo il vero , che fi conofce , e coll’amore 
verfo il rètto, che fi appetifee ; così il 
non potere della materia fi ellende al 
non Capere , e al non volere il vero , 
che non s’ intende , e ’l buono, che non 
fi vuole . Adunque come nella coCcien- 
n za dell’ Uomo ,da que’ tre principi del»- 
trìnci} j men - le tre poteftk mentali fi perviene, a co* 
**• noCcerel’ Immortalità della mente dclP 
Uomo; onde poi di più conoCcijmo la 
cecità , ed inCenCarezza della materia; co- 
sì nella conoCcenza, che abbiamo della 
Materia, fimilmente da’ tre principi de* 
vizj materiali , fi comprende la cecità 
di quella Coftanza , e 1* inerzia , e 1* in- 
differenza, ed impotenza:* onde poi ve- 
gniamo a conoCcere 1* infinito Capere, 
volere, e potere della mente del Mon- 

do. 


De* 


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DELL’ UOMO. 79 
-, do . Imperocché il primario generai ca- 
po viziofo, ci mette dinanzi agli occhi Come da tre 
il difettofo lubrico edere della Mare- ^{Tcomjce 
ria: onde argomentali infinita efl'enza , l’impotenza^ 
che l’abbia dovuta trarre dal nulla. Il 
primo fpczial vizio del non Capere, ne zadeltaMe * h 
fa intender chiaramente il difordinato, Um 
,c turbolento, ed informe edere della_, 
medefimajonde fi argomenta infinita 
lapienza, che coftanza, ed ordine, e— ; 
.forma le abbia donato. Il fecondo, e’I 
terzo del non volerete del non potè- *>- , 

re, fa veder l’ edere materiale del tut- 
to impotente , ed inetto: onde fi racco- 
glie dovervi edere Comma benevola po- vV t- 
teda, ed onnipotente Nume, che drit- 
ti, e fruttiferi inchinamenti , e moti le 
abbia conceduti . L’ uno , e T altro è egli 
un ben triplicato argomento dell r Im- 
mortalità della Mente dell’ Uomo,e_ 
dell’ efidenza della Mente del Mondo • 
c della fuggezione , e dipendenza della 
Materia particolare dalla Mente parti- 
colare dell* Uomo; e della materia uni- 
verfale mondana dalla mente univerfa- 
le del Mondo. Il quale Aridotelico ar- 
gomento nondimeno , menti tenebrofe,* 

v altri 




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Cowf /<z_» 
Mente de ir 
Uomo fi ndor- 
• m* delle fonie 
>* della Scien- 
za , <&//* Ar- 
te, e deliaci 
Storia . 


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|«o DELL* ANIMO 
altri come fciocco penfamento vilipen- 
dono , altri malamente interpetrando 
ofeurano. E alquanto più innanzi pro- 
cedendo , per colpire al fegno , di feio- 
gliere un principale argomento di Lu- 
crezio , che ora ci viene in acconcio di 
fare ; fe la Mente dell’ Uomo a quel mo- 
do per quella cagione, che detto abbia- 
mo, ha il primato, e ’1 principato neir 
edere , e nell’ operare ; onde l'egue la_, 
cecità, la fparutezza , e 1* impotenza^ 
della Materia; egli dee elfer ccrtitlimo, 
che la Mente dell’ Uomo , ella da fe 
ittruifee, e muove, e regge fe medefi- 
ma per fare acquifto deli’ infinite, va- 
rie, e Ipeciofe forme del volere , del 
fapcre, c del potere nelle Storie, nelle 
Scienze, nell’ Arti: e che quelle forme 
dal fuo intimo feno producendo , per 
foiza della coftituzione , alla materia co- 
munica a figurarla, e variarla. E quan- 
to a quel genere di forme, che la ma- 
teria, degli edemi obbietti appretta alla 
Mente, con pari fteurezza e’ fi dee di- 
re , che la Mente, per quelle medefime 
ragioni, coll’ unità, col lume, e colla 
pienezza del fuo intendimento, faccia 
*£* * À quello , 


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A. - ‘ ' ' 

DELL* UOMO. St J 
quello, che più fu in altre opportunità 
abbiamo infinuato; cioè che ella con_* 
quelle virtù adempiendo i difetti, 
adunando i numeri, e da ogni parte ar- 
gomentando, le forme rozze, e minu- 
te , e da fe cieche , e tenebrone della , 

materia , in fe medefima riproduca . Sic- < 

come pur ora flabilita la fuggezione , < ' . 

e la dipendenza della materia ; ed indi 
T ogni potere, e fapere della Mente fu- 
prema riconolciuto , abbiamo argomen- 
tato, che la Mente prima alla materia 
mondana, tutto l’etfere delle foflanze, 
c rutto il potere de’ moti, e delle prò-* 
duzioni , e tutta la varietà, e l’indegno 
delle forme abbia dovuto concedere . 

In quello rincontro è di ofTervaziont» . 
dcgnilfimo , che le forme mondane , di rw ~ 
fua natura fon cieche, ed operanti , e • 

le forme dell’Uomo fon lucide , c fi- mondane , ed 
gnificative; avvegnaché 1» operazione umane ' 
delle prime non fìa fenza ogni firnifi- 
cazione , c la fignificazion delle fecon- 
de fìa con alcuna operazione congiun- • * 

ta, E tuttavia nel mondo avvi le for- 
me celefli , che col lume, colla cofhn- ‘ , 

za , coll’ ordine , e col vigore , con quan- 
‘w L ra 



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A 


.4 


82 DELL’ANIMO 


ta certezza illuminano, con tanta chia- 
rezza reggendo la parte inferiore, e-, 
groflolana, fono manifefte fignificazioni 
del Nume della Mente Eterna ; e nell* 
Uomo avvi le terreftri forme nella ma- 
teria più crafla , e più corpulenta , che 
fono più cieche, che ideali, e più ope» 
rarefi, che fignificativc . E finalmente le 
celefti fignificazioni mondane , e le idea- 
li umane con bellidima corrifpondcnza 
sì infieme fi adattano; che come i lumi 
del Cielo fon fignificazioni , così 1’ idee 
dell* Uomo fon veraci lumi *. e nel Mon- ' 
’do, per la cognizione dell’ Uomo, le 
fignificazioni fono più efpreflfe ; e nell* 
Uomo per le fignificazioni celefli ,fono 
le cognizioni più chiare. 


iJ BaC, Con quanto finora della natura dell* 

. Animo abbiam divifato, fiara venuti a 
dire , prima , che 1’ animo dell’ Uomo è 
• A '" reai foflanza realmente dalla foftanza 


del corpo diftinta: e per tanto che ella 
è natura incorporale , ed intelligibile . 
Secondo, che l’ e fiere dell’ animo è am- 
pio , profondo , virtuofo , qual non è cer- 
tamente 1* edere del corpo . E terzo, che 
l’animo, per cotefta realità così fatta , 


e fpe 



I 



— 


DELL* UOMO.C 8 18 

e Ipezialmcnte per le tre forme del fa- 
pere, volere , e potere; ed è principio 
del fuo proprio edere; ed ha primato 
e principato fopra la fodanza corpora- 
le, vita , moto, fenfo, e forme difcien- 
Ze » " e di regolate azioni donan- 
dole. Similmente per quel che ora del- 
la Mente del mondo abbiamo argomen- 
tai ; e per quello che qui , o altrove 
ne abbiamo detto , o ne abbiamo a di- 
tegno per fermo, prima che avvi 
efiitenza di Mente Univerfale, didinra, 
e fegregara dall* univerfal Materia , dei 
tutto incorporale , fpirituale, ed intel- 
ligibile . Secondo , che il di lei edere è ma. 
gno, profondo, e potente in infinito, 
qual ficuramenre non è 1» edere della ***** 
Materia univerfale .Terzo , ed ultimo, 
che per quella immenfità,e in partico- 
lare per 1* ogni fapere , e per V altre^ * 
prime virtù mentali , ella abbia fovra- 
mta e principato fopra la Materia uni- 
vcrfale , cui fodanza, forma, e visrore 
deggia aver comunicato .Colle quali co- 
le dirittamente vadi a conchiudere, 
che come nell’ Uomo, oltre alla fodan- 
za della particolar materia , che ’1 fenfo 

l 2 


8 4 DELL* ANIMO ! 
dimoftra, avvi di più la foftanza della* 
Mente particolare , che la ragione argo- 
menta : e nel mondo oltre all* efiften- 
za della univerfal materia , che fente il» 
fenfo , ci ha altresì 1’ cfilìenza della_j l 
Mente univerfale , che intende 1’ intei- t 
ligenza; così nell’ Uomo, e nel Mondo, 
oltre alle origini materiali, che al fen* [ 
fo appajono , deono eflervi , e fonvi al- 
tre origini fpirituali di fpirituali foftan- r 
ze, che all’ intendimento, ed alla ra-; r 
gione fi manifeftano . Adunque con que- 
llo folo ragionamento ,fenza altro «dire,** 
vien battuta, e fcolfa la macchina del ri- 
putatiflimo argomento Lucreziano di là 
prefo,che 1* Animo noflro una col cor- 
po, e co’ membri paja nafcere al Mon- 
do; e nel fangue crefcere , e col fan-[ 
guc, e non altrimenti. Il quale argo-> 
mento , quel Filofofo riftretto dentro 
de’ confini deli’ attività del fenfo dalle-, 
materiali origini, che in quelle ofeurt- 
tà, e in quelle anguftie poflono parere 
e’ prende, e così efprime ne’ feguenti 
ve rii . -m* j w* 



DHLL’ UOMO 85 

Tum cum gìgnimur , & viu cum limen humus : 
i&wrf ftu conveniebat , uti cum corfore , cìr «nà 
Caw membris videatur in ipfo fanguine creJTe ; 

velut in cavea per fe Jìbi vivere folam 
Conventi , ut fenju corpus tamen affluat orane . 


Siccome contro all* efiftenza della». 
Mente univerfale , 1* argomento , che 
dalla fenfuale origine del Mondo trag- 
go* 1 più i novelli , che i prifehi Epicu- 
rei, cioè che nell’Uomo, e nel Mon- 
do, altro che *1 corfo de’ penlìeri loro, 
ed altro che la mole, e i moti della 
materia non veggendo ; nell’ Uomo al- 
sfro che un fugace penfiero , e nel Mondo 
altro che mobile materia non elTere ar- 
gomentano ; quell’ argomento , dico, 
per quella fola dottrina delle due fpc-t 
2,c di foftanze , c di origini , fenza far 
altro, rimane fviluppato,c fpianatoper 
ogni parte. Perciocché, fe niun di lo- 
ro, non convinte prima di vanità le fpi- 
rituali follarne, e le fpirituali origini , 
che con chiari , ed invitti argomenti 
abbiam dimoflrate, crede di premerci 
ancora coll 'apparenze delle origini fen- 
dali ; egli è Scuramente uno feempio. 

■*** Con 


at ti 


8 6 DELL’ ANIMO v 

Con tutto ciò e’ fa di meftieri , che 
quelle inviabili origini in quello luogo 
in alcun modo almeno deferivamo . 
Adunque poiché 1* eflfer neceflario , e_ 
T efler eterno fono i primi , e più cer- 
ti, e più fplendidi lumi dell’ umana co- 
gnizione; e poiché 1' infolubilc della.* 
neceflità, e 1’ antico dell’ eternità fon 
proprie doti dell’elTenza indillinta , pe- 
netrevole, e comunicante; e* non altro- 
ve , che nelle tre principali forme del 
fapere,del volere , e del potere indi- 
ftinzione , penetrazione, e comunicazio* 
ne può rinvenirle d’altra parte e* non 
ci ha cofa più fparuta, e vana, e fug- 
gevole della contingenza , c della novi- 
tà , le quali quanto dal vincolo della_* 
neceflità, e dal primato dell’ eternità li 
dipartono , altrettanto dall’ edere, e dal 
conofcere fi allontanano ; e come la no- 
vità , e la contingenza fono proprie., 
dell’ cflenza tutta divilìbile , e impene- 
trabile della materia, così alla medefl- 
ma materia la neceflità, e antichità, o 
eternità fono improprie, e repugnanti; 
e finalmente poiché non altrove 1’ ogni 
diftinzione, colla divifibilità,e impene- 


dell; uomo- sj 

trabilità ritrovali, che nella cecità, in- 
differenza , e impotenza materiale; Poi- 
ché, dico r tutte quelle cole per luci- 
dilfime nozioni, e per certilTimi argo- 
menti fon vere , e manifelle , e con- 
te : egli è in ogni modo da dire, che la 
neceflità, e V eternità non già nel vuo- 
to^ nel nulla, ma nel pieno, e neH’cf- 
fererne nell* edere della materia difttn- 
ta, divifibile , impenetrevoFe, e con- 
tingente, e nuovo; ma nell’ edere del- 
la mente, fndiflinto, indi vifibile, pene- 
trevole, necelfario, ed eterno, lì deb- 
bano allogare. Anzi che la neceflità , 
ed eternit* fiano Ta fteflìflima mental 
natura primaria, e lovranare che FjLj 
M ente prima altro ella non ITa, cheef- 
fa neceflità, cd eternità, di Capere, vo- 
lere , e potere dotata . La quale per 
Letìfere necelfario, ed eterno, da uni- 
co , fupremo , libero , e indipendente 
principio' del fuo elfere , che è l r ogni 
eflfere fpiritnafe ; e dell’ elfere della ma- 
teria, che è l r ogni edere corporale, cut 
abbia ogni folhnza , ed ogni potere con- 
ceduto, ed apprettata ogni forma. Por, 
perchcogni particolare alfuouniverfale, 

come 


88 DELL* ANIMO ' 
come a Fonte rivolo fi dee riportare ; 
Umilmente è da tener per fermo , che-* 
come la materia dell’ Uomo dall’ im- 
menfa felva dell’ Univerfale materia el- 
la è tratta ; così la Mente particolare 
del medefimo ,dall’ infinito potere della 
Mente univerfale è provenuta . Ma la 
Mente dell* Uomo, benché ella è in al- 
cun modo di neceflità,e di antichità 
partecipe , e delle tre forme ornata ; 
onde può fignoreggiare la Materia, e di 
-vita, moto, fenfo, c d’ideali forme fi- 
gnificanti cogitative , e fenfitive fornir- 
la ; tuttavia perchè ella è finita , e par- 
ticolare, non può dominar la Materia, 
ne con produzioni di foftanze, ne con 
introduzioni di reali forme. Dal che li 
raccoglie efler dritto della Mente uni- 
verfalc, che ella, come ha prodotta, e 
moda, e moderata la Materia univerfa- 
le per la formazione di tutte le fpezic 
delle cofe mondane, ad edere; così pa- 
rimente abbia prodotto, e moda, e fi- 
gurata la materia particolare per 1* in- * 
formazione , onde fieno l’idee, e forme ■ . 
fignificanti a fentire,e a conolccre . Nel 
qual noftro diviiamento è pure , a mio 

* giu- 

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DELL’UOMO. 89 
giudizio , memorevole un bel cambio 
di libertà, e di dipendenza tra la Men- 
te particolare, e la particolar materia 
nella coftituzione dell’Uomo . Imperoc- 
ché la Mente , comechè per le tre for- 
me mentali aver deggia primato, liber- 
tà, ed indipendenza ; con tutto ciò per- 
chè è terminata, e particolare, non può 
ella da fé trarre la Materia al fuo con- 
sorzio, ed alla compofizionc dell’ Uo- 
mo: onde per la particolarità , e termi- 
nazione, ella è in quello ancora, e fug- 
gett 3 ,e dipendente : e la materia, ben- 
ché per le tre forme viziofe materiali , 
di Tua natura fia dipendente , e ferva ; 
nulladimanco , perchè è ella con tan- ' 
to ingegno formata, che debba eflcrc 
informata al fenfo , ed alla cognizione ; 
è libera , ed independente dalla materia 
univcrfale . Conciollìachè quella forma, 
che è magifterio di Sovrano Sapere , non 
Solamente la Sottragga alla debolezza , 
cd alla cecità della materia, ad ogni al- 
tra formazione di per Se impotente ; 
ma oltre ciò la debba diftinguere , e Se- 
gregare dall* univerSal Seminario , e dal- 
la formazione universale dell’ altre co- 

•M Se. 

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4 » 


Vera orìgi- 
ne dell' Uomo 
rintracciata 
col lume del- 
la filofofia . 




Origini ma- 
faiche ezian- 
dio all’ umano 
faPere chiare , 
efuminofe . 




90 DELL» ANIMO 
fe . Sicché per quelle vie vienfi a co- 
nofccre eziandio, che dalla mente uni- 
vcrfale, non già la fola mente partico- 
lare per creazione; ma infieme la par- 
ticolar materia deir Uomo, quanto al- 
la formazione , immediatamente è do- 
vuta procedere . Quella è ella 1* origi- 
ne deir Uomo, che con quell’ altra del 
Mondo giunte infieme , fono il vero 
pieno, perfetto, armonico , e maravi- 
gliofo delle facre origini mofaiche, con 
ogni ragione ,c con ogni legge , c rego- 
la concordi : quanto ofeure a’ baffi , e ca- 
liginofi intelletti , tanto a’ fublimi , e 
purgati eziandio dentro i confini dell* 
umano faperc Iuminofe . Laddove e», 
manchevoli, e difordinate, ed inette ,e 
da ogni ragione , e regola difeordanti , 
le origini di Diodoro, e di Lucrezio, e 
d’ altri fenfuali Filofofanti , anche al lu- 
me del mondano fapere per falle fi ri- 
conofcono . 

Per fare come un Epilogo delle co- 
fe della natura dell’ Animo finora de- 
putate ; prima abbiam provato , che*. 
1* Animo è ineftenfo, e penetrevole . 
Secondo , che elTo è immobile, ed inva- 

ria- 


* 


. Dinlti7 


# 


DELL* UOMO. 9 i 
riabile .Terzo, interminato , ed umver- 
fale T abbiam dimoftrato ; inquanto Tini- 
mobilità , e T infinità fi oppongono alla 
mobilità, e finizione materiale . Quar- 
to , che e’ debba avere dell’ edere ne- 
ceffario, ed antico . Quinto , ed ulti- 
mo che egli abbia libertà , cd indipen- 
denza , e primato , e principato del 
proprio efTere , e dell’ alrrui . Da tut- 
te , e ciafcuna delle quali ragioni egli 
fi è conchiufo , dover T Animo in__. 
ogni modo edere immateriale , ed im- 
mortale. Di più colf ultimo argomen- 
to del primato , abbiamo feoperta la va- 
nità di uno de’ principali argomenti dell* 
Avverfario . Ma quante ragioni abbiamo 
allegare, per convincerne della diverfi- 
tà delle due nature dell* Animo , e del 
Corpo ; e per conofcere T edere fpiri- 
tuale,ed Immortale dell’ uno, e T eder 
cieco, ed infenfato dell’ altro ; altret- 
tanti oftacoli pare che dinanzi ci fiamo 
opporti , per non intendere il concorfo, 
e la congiunzion loro a coftituire un_i 
principio di edere , e di operare nelT 
Uomo. Imperocché quanta fra quelle^ 
due nature è diderenza nella foftanz# 
Mto* M 2 dell’ ci- 


*» DELL’ ANIMO 
.deir edere , e nella maniera dell’ opera- 
re; altrettanta ripugnanza pare dover- 
vi edere ad unirli infieme alla coftitu- 
zione di una natura . La qual diflicultà 
ella è tale, che come l’altra dell’unità 
dell’ edere, e dell’ operare dell’ Uomo , 
prima ha fofpinti gli Epicurei a credere 
che l’animo, e ’l corpo fiano una me- 
defima natura; così la difficoltà del po- 
tere edere due nature diverfe , gli ha», 
poi nell’ errore vie più confermati . 
Gonciodiachè prima fi prefentò loro in- 
nanzi quella unità , onde facilmente», 
ConcKiufero la dmiglianza delle due na- 
ture : e pofeia contro ad ogni più forte 
argomento, che l’animo di altra natu- 
ra dover edere dimoftrade , han fatto 
riparo con quella ripugnanza : che na- 
ture cotanto diverfe non potelfono con- 
venire infieme a comporre una medeli- 
ma eflenza . Sicché tutti gli argomenti 
della mortalità da quelli due capi , che 
ora abbiamo additati , difendono . Ed 
ancora quella immaginata ripugnanza , 
cotanto ella ha potuto fopra lo fpirito 
di alcuni moderni Filofofanti ; che per 
le loro vie , e giuda i loro principi , 


1 


DELL’UOMO. 93 
non potendo eglino unire infieme lana- 
tura fpirituale, e la corporale a formar 
1 ’ Uomo , fonofi rivolti a voler riftrin- 
gere, e rinferrare la foftanza dell’ Ani- irrori di 
mo chi ìh una parte , e chi in un* al- t&StS. 
rra acl i^elabro ,come già argomentato tomo alta Se. 
avea Lucrezio, che dovette farfi ; ****** 

T animo di fuori venitte a compor l’Uo- * 
mo , e non gii col corpo da fimiglianti 
principi nafcefle . Or chi crederebbe - 
che anzi quella diverfirà è ben ella la , 
cagione, onde la natura fpirituale, e 
la corporale fono inchinevoli, e prette 
a convenire infieme , o nel mondo alla 
formazione per lo produci mento di tut- 
te le fpezie materiali , o nell’ Uomo a 
produr 1* Uomo, e le forme fenfitive, 
e lagionevoli all informazione? 1 cotan- 
to egli è vero, che P inveftigazione , 
dal principio male avviata, per tutto 
il corfo, poi fino alla fine fa traviargli 
Uomini dalle verità, quantunque age- 
voli, e piane. E per difingannareognu- 
no, noi dicemmo gii, che la Mente 7 
per 1 inclufionc , o penetrazione è ella * 
i n S e & nj °fa f attuo fa y operante; e per la 
raedefima cagione è altresì invariabile,, • 

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I 

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514 DELL* ANIMO, 
e per così dire,impallìbile, o impazien- 
te: e che la Materia, per l’ efclufione , 
o impenetrabilità è infenfata, viziofa , 
fcioperata ; e per tanto è oltre ciò mu- 
tabile, e per così dire, paflibile , o pa- 
ziente: poiché immobilità, ed invaria- 
bilità, che della Mente c propria, egli 
c il medeiimo , che impaflibilità , o im- 
pazienza: e mobilità, o mutabilità, che 
della Materia efler propria dimoftram- 
mo , è lo flelTo che pazienza, o paflibi- 
lità. In quella impaflibilità , per cui la 
Mente non può edere moda, mutata, 
o variata, e* può parer vizio, o difet- 
to , e nondimeno è virtù: e propriamen- 
te ella c l’atto pieno, perfetto , vigo- 
rofo, onde la Mente è, ed intende tut- 
to ciò che eder dee, ed intendere: ed 
infieme produce ad edere , ed efprime 
a conofccre ogni foradiera edenza. E 
così la padibilità, o pazienza, per cui 
la materia non è immobile, e invaria- 
bile , può parere virtù ; e tuttavia è vi- 
zio: e propriamente ella è la potenza 
vacua, imperfetta, inferma, onde Ia_# 
materia non ha proprie forme di ede- 
re , ne d’ intendere ; ne di produrre, ne 


* 


DELL’ UOMO. 9* 
di efprimere realità, o idee nell’ altre 
cofe . E ficcome V atto mentale , che- 
per 1* immobilità fembra dover edere 
infertile, ed informe, dalla fua unitali 
conduce alla moltitudine, a produrre-, 
molte , e varie forme di edere , e da 
intendere nella variabil materia ; così 
la potenza materiale, che per la mobi- 
lità par dover edere fertile , e formo- 
fa,da fe trafcorre ne’ difordini,e negli 
errori . Ma ben ella dalla moltitudine 
all* uno,, cioè ar conciglio, all* ordine , 
ed alla forma eder può condotta per 
forza, ed ingegno della Mente , La_* 

Materia da fe non ha forma , ne atto ^nzTddl^L 
alcuno; ma per quello appunto ella è virtù della-* 
tutta capace, ed abile a ricevere ogni ^detuM^ 
forma, ed ogni atto. La fodanza eden- mia.. 
fa, rutta didinta , e di viflbile della ma- 
teria , che in dividendo o non mai ad 
alcun termino perviene, o termina in 
indivifibili edremità: quanto per quedo 
ella apparifce mobile, e variabile ; tan- 
to s’ intende eder pieghevole , ed arren- 
devole , ed odequiofa a prendere tutte 
le forme , e i modi,, che *1 fapere, e 
volere mentale può ritrovare . Se la^ 

ma- 



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9 6 DELL’ANIMO 
materia non forte tale qual’ è , eftenfa , 
impenetrabile, divifibile, e variabile in 
ogni modo ; non potrebbe ella efler ca- 
pace a ricevere forme, ne reali operan- 
ti nel Mondo, ne ideali lignificanti nell’ 
Uomo . Se la Mente non forte ineften- 
fa, indiftinta, immobile , ed invariabile; 
non avrebbe ella ne potere , ne inge- 
gno di forme; ne potrebbe aver virtù, 
ne modo d’ informar la materia . La_. 
leggerezza , ed incortinila, e variabili- 
tà, ella è della abilità della materia ad 
erter formata, o informata. La fermez- 
za , e cortanza , ed immobilità , ella è def- 
fa virtù della Mente a formare , o in- 
formar la materia . La Mente per la 
virtù, che è il fuo atto, è principio del- 
le cofe operante . La Materia per lo di- 
fetto, che è il fuo edere potenziale , è 
principio delle cofe, per così dire,paf- 
fivo . Quella è la più rimota attitudine , 
e capacità della materia per la produ- 
zione del Mondo, e per la cortiruzione 
dell’ Uomo a concorrere, e a congiu- 
gnerfi colla Mente. Ma altro e* fa ben 
di meftieri , che polTa edere vicino appa- 
recchio a sì grandi opere maravigliofc . 


/I DELL* UOMO. 97 
La Materia , fecondo l’ opinione di 
coloro, che nell’inizio delle cofe vo- 
gliono il vuoto , dee edere fcompiglia- 
ta, e fparfa in moti difordinati , e tur- 
bolenti : e fecondo 1* altra degli altri , 
che noi vogliono, dee darli immobile, 
e fcioperata: nell’uno, e nell’altro fi- 
ftcma ad ogni formazione inetta , ivi per 
lo fcompiglio,e difordine, che proi- 
bire ogni fruttuofa compofizione , equi 
per 1* immobilità , e fcioperaggine, che 
toglie affatto ogni sforzo ad ogni in- 
traprefa. Il perchè gli uni, e gli altri 
per viediverfe s’ingegnan di adempier 
quei difetti della materia, e di appa- 
recchiarla, e condurla alla formazione . 
Ma lafciato da parte dare il contrado 
di quelle rimotc origini , che qui non 
ha luogo; egli è certiflimo , che la ma- 
teria di per fe impotente, ed infruttuo- 
fa , con due condizioni può pervenire a 
comporfi , e variarli , e a comporre , e 
produrre i var j frutti delle varie fpezie 
delle cofe. L’uno è il contatto, che_ 
aduna le parti ; l’ altro è il confenfò , o 
concerto , che unifce infieme i movi- 
menti. La Materia quando ha le parti 

N con- 


Due condi- 
zioni necejpi- 
riea compor- 
re , e Variar 
la Materia • 


; 



98 DELL’ANIMO 
congiunte in un lol corpo , e i moti 
cofpiranti in un fol moto; allora è ella 
nel colmo dell’ eflere variabile , e pie- 
ghevole , e offequioSo . La Materia pria 
Sminuzzata , e raffinata , colle parti in- 
ficine accolte , e co* moti tutti in uno 
convegnenti , ha la maggiore Squisitez- 
za dell* eflere paffibile, o paziente, che 
è,o a raflomigliar l’ idee mentali moda- 
li , o a congiugnersi con idea Softanzia- 
le, la più vicina , e più pronta diSpofi- 
zione. Imperocché in quello fiato, con 
quelle doti la materia in certa guiSa al- 
lora è con Seco , e da Se , ed in Se : ed 
ha il primato , e *1 principato del Suo 
proprio eflere , nel tutto le parti adu- 
nando; e ’l tutto alle parti eftendendo ; 
e le parti fra loro, e col tutto infieme 
giungendo : ficchè ne moto in una par- 
te può SuScitarfi , che per tutte V altre 
parti non diScorra , e per tutto in ogni 
lato non fi diffonda ; ne modo , o for- 
ma può imprimerli in una parte , che», 
ad ogni altra infiememente da ogni ban- 
da non fi comunichi . Con che la ma- 
teria tanto all* eflere mentale fi avvici- 
na , che ben può tutte le idee dclla_. 

UBeJÈt ■ • men- . 











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• »** j.v»W 


DELL’ UOMO. 99 
mente agevolmente cipri mere , e tutti 
i numi prontamente efeguire , c la fu- 
ftanziale idea fecondare , e con quella 
Erettamente collcgarfi acoftituir l’idea, 
e ’1 nume dell’ Uomo . Colla copia , e 
col contatto delle parti , e col confcn- 
fo, ed armonia de’ moti, la materia ha 
tutta la felva, c tutto il potere , e tut- 
ta l’abilità per appreftare a Mente fu- 
periore tutte le forme delle cofe , colla 
produzione di tutte le fpezie mondane^ 
c per appreftare fe medefima a Mente 
conforte , per la coftiruzione dell’ Uo- 
mo, col producimento di tutte le for- 
me ideali fenfirive, c ragionevoli. 

Ma per deferivere più particolarmen- 
te la maravigiiofa unione delia Mente, 
e della materia nell’Uomo, non già per hmfrabÙZ^, 
confermarla, che di già abbiam fatto ; 
è uopo affifarci ad oflervare le opera- t^Materi 
zioni dell’ animo noftro : che giufta il nell'Uomo 
veriflimo volgar principio, quale 1’ ef- 
fer delle cofe, tale ancora è l’operare: 
e vicendevolmente qual è quello, tale 
efter dee quello infallantemente . Quan- 
do l’Uomo apprende le forme fcnfibili 
della materia circoftante ; e in appren- 
. » N 2 dendo 


Sì prende 
ad adombrare - 


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. A lente apfrc- 

r da le formai 

ì • de' fenjtbili 

obbietti • 


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DELL* ANIMO 
dendo quelle forme da* piccioli indizj -, 
c rudimenti negli organi de* fenfi intro- 
dotti , come altrove abbiam ricordato, 
le difpiega , e dilata ; certamente allo- 
ra la mente nodra , e raccoglie in uno i 
numeri , ed adegua le dimenfioni , ed 
efprime le modificazioni della materia . 
In quelle fcnfuali figurazioni la mente 
ha per fuo oggetto la materia formata ; 
e in quell’ edere della materia, diciatti 
così, obbiettivo, la mente fi congiugne 
in alcun modo colla materia ;ficchè or- 
nandoli delle di lei forme , dentro di fc 
nel fuo eflere eftende , fpiega , e figura 
la material fodanza . Similmente quan- 
do da’ geometrici elementi , e dalle-, 
combinazioni, e da’fillogifmi , la Men- 
te dell’ Uomo da fc giugne a trovare 
forme artificiose , da trasmettere nella 
materia ; quelle forme medefime , nel 
fuo medefimo edere codruifce ; molti 
particolari in uno , cioè nell’ una* fua_. 
Semplice , e indivifi&ile edema , eden- 
Stoni, figure, e numeri effigiando . Adun- 
que nelle mentali nodre operazioni, due 
cofe quanto certe , tanto memorevole 
intervengono* L’una è, che la Mente 




con 




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DELL’ UOMO. ioi 
con ifpontaneo naturai raziocinio ripro- 
duce le forme, e le lignificazioni degli 
edemi obbietti materiali : e 1* altra , » 
che sì nel produrre le forme non fat- 
te , quali fono le artificiali , come nel 
produrre le già fatte, o nate, quali fo- 
no le naturali; nell’ una, e nell’altra-, 
azione , la Mente fi congiunge in al- 
cun modo colla materia , e delle mate- 
riali forme fi adornare per confeguen- 
te fenza divifione , e fenza efclufione», 
moltiplica , e modifica la fua fodanza-» 
giuda i numeri, e le modificazioni del- 
la materia. Onde io argomento, che». 

come nella concezione dell* interne for- 

me artìficiole, la Mente in certo modo èeltuniont_, 
fi congiunge colla materia , confiderà- 
ta nell’ edere obbiettivo ;e come nella e riA \ J 
percezione dell’ ederne forme naturali, 
in alcuna guifa pur fi giugne colla ma- 
teria , avente alcun edere reale ne’ fe- 
gni , ed indizj , che quelle forme rap- 
portano a* fenfi nodri ; e in fine come 
nell’ una, e nell’altra operazione, nel- 
la prima obbiettivamente , e nella fe- 
conda realmente , fi modifica fecondo i 
modi della materia, con ifpiegare dal- 
- . , U 




PartrcòU- 


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io2 DELL’ ANIMO 
Ja Tua unità , T eftcnfione , il numero , e 
la forma ; e la forma , il numero , 

T eftenfione nella unità medefima adu- 
nando; e quello, e quello con ifponta- 
nea naturai produzione facendo ; da_, 
quelle cofe , dico , io argomento che al- 
lo {leflo modo la foftanza della Mente 
con unità ampia fenza eftenfione , nu- 
merofa fenza divifione , operofa fenza 
variazione , potrà penetrare , include- 
re, c contenere l’ eìlenfione , la forma, 
c ’1 numero Ipllanziale materiale : e 
penetrando , e includendo i modi , e’ 
numeri, e l’eftenfioni materiali ncgrin- 
divifibili modi, e numeri mentali impli- 
care: e giuda le dimenfioni , e lavori 
di tutto T organo, porrà fe medefima 
moderare, e modificare : d’altra parte 
alla materia, col fuo penetrevole inge- 
gno per tutto facendofi prefente: ed in 
iftrettiflimo nodo con quella congiu- 
gnendofi , per naturale fcambievole in- 
chinamento, ed adattamento, che na- 
turalmente dee produrre quella mirabi- 
le unione . Imperocché le la Materia 
raffinata, e raccolta, e in ordinati , e 
perenni moti moda , è abile a prender 

le v 

•• ' T? v* 

• Digitizocrh/ CiOOgiC 




DELL’UOMO. 105 
le forme degli obbietti, e rapportarle, 
e lignificarle al fenfo , ed all* intendi- 
mento dell’Uomo; e fecondo quelle a 
modificarlo, e figurarlo: e fe è capace 
alrresì a prendere vicendevolmente le 
idee dell’ Animo, e condurle a modifi- 
care , e figurar P opere dell’Arte ; e^. 
nell’ una, e nell’altra operazione è ne- 
ceflario, che Panimo o nel figurar la 
materia , o nel figurarli fecondo quel- 
la , che in alcun modo vi fi congiunga ^ 
che olierà egli, che il medefimo non fi 
debba dire del modo, o modificazione, 
o forma della materia det corpo uma- 
no: che per virtù della Mente , e per 
abilità della materia, con quelle condi- 
zioni, ed apparecchi , e per quelle ca- 
gioni , che abbiam divifare , pollano 
Puna , e P altra natura infieme conve- 
nire in una ftabile modificazione ;e con- 
giugnerli infieme in- permanente unione 
a coftituire il mirabil comporto, che_* 
per quella unione, e per quelle modi- 
ficazioni polla ertère principio di tutte 
le unioni, e modificazioni partaggiere ,, 
ed accidentali , così nel ricevere le li- 
gnificazioni dell’efterne forme materia- 


T04 DELL' ANIMO 
li, come nel trafmettere le fimiglianze 
dell’ interne forme ideali : ficchè l’unio- 
ne della Mente, e della materia, e la 
modificazione di quella , e di quella, 
„ che è dell* Uomo coflitutiva , Ha una 
* follanziale , ampia , univerfale , c peren- 

' . ' , ne cogitazione , e fenfazione : e le co- 
gitazioni, e fenfazioni lìano lievi, mi- 
• ' , , nute , e fugaci unioni, e modificazioni 

della Mente, e della materia : e quella 
La fq/lan- foftanziale unione , e modificazione fia 

ziale unione ... r , . . . . 

della Mente* principio , e fonte , onde dinvi tutta 


della Materia [» infinita varietà delle cogitazioni , e 
dltunetec Z delle fenfazioni, che l’Uomo ha incor- 


Mozioni^ no alla materia, o per figurar la mate- 
fenjaziont. f * ia * 0 p er flg Urarnc fi fenfo, e 1* inten- 


-** > 


dimento . Per quello novello fiflema.» 
coflrutto fopra faldilfime fondamenta , 
S* intende bene quali fieno i principi 
. ; . LHj dell* Uomo: e le maniere dell’ operare , 
utilità del come colle più interne, e più fecrete 
nuovo fijiema guife dell* eflere mirabilmente confen- 
tano : e la Mente dell’ Uomo , e dell’ U- 
niverfore la materia dell’ uno , e dell' 
altro: e TofTequio di quella, e di quel- 
la materia :c la virtù di quella Mente, 
e di quella ; dell’ una a formare , e dell' 

altra 


■*, A. 


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:: JL ■*: 


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• . \ 




DELL’UOMO. io 5 

altra ad informare, con mille altre ve- 
rità finora alla maggior parte degl’ in- 
gegni nafcofte , vegnono a conofcerfi 
chiaramente. Sopra tutto per quefta_r> 
dottrina , 1* argomento di Lucrezio , che 
dal confenfo dell’animo, e del corpo, 
il contatto di quelle foftanze ; e dal con- 
tatto l’uniforme natura di amendue*. Vucrezio. 
vuol concludere ;'nel quale tanto con- 
fìdanoi novelli Epicurei ; fi difcopre-chc 


Secondo 
argomento di 


| / l 

'egli è ufeito dal più cupole più rene- 
brofo fondo dell’umana ignoranza . L’ar- 


gomento è efpreflo in que’ verfq : - hit. Uh 






H<ec eadem ratio naturavi animi , atque animai 

. i- >, *tm 

e. L bt. enim propellere membra , 


«- 


f I.v ’ - 

Corpoream docet effe. Ubi. enim 
Corripere exjomno corpus , mutar eque vultum , 

Atque hominem tqtum regere , ac ver far e videturz 

{Quorum nil fieri fine ta8u pqffe videinus^ '1 

J<lec taclum pot rò fine corpotr ) nonne fatendum efi 
• Corporei natura animum confiate ^ anhnamque l 

< Do vendofi intendere hnalmeate, che Due manie - 

fonovi due maniere di qnionq j ]’ uni_, redi un bne , 
propria della natura corporale , che è'^CS^ 
il contatto delle parti , e’I conferitimen fi' a tra prò- 
to de’ moti; l’atra propri* della natura 


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io 6 DELL* ANIMO 

mentale, che è la penetrazione, e i’ in» 
elulione . E che 1’ eftenfione, la fuccef- 
fione, e ’l moto con quel contatto , e 
con quel contenta, fono il più pronto, 
c predo inchinamento, ed olTequiodel- 
la materia. E in fine, che P oflequio ap- 
prettato con quelle condizioni , e’1 pò- 
cere efaltato con quelle doti , fono la 
maniera più adattata, e più conface vo- 
le di unire infìeme la Mente , c la Ma- 
teria alla coftituiione dell’ Uomo . 

Ma fe Lucrezio colla feorta de’ tan- 
fi non potè penetrare in quelle profon- 
dità ; almeno dalla poteflà , e dall' im- 
perio, che P Animo ha fopra il corpo, 
potea coll* efempio d* illullri Filotafi 
alcuna cofa argomentare di più prege- 
vole, che non ha fatto. Tanto più, che 
quella prerogativa cosi bene efprirae 
in quelli verta : 0 

Citerà pars arùieé per totum dljjìta corpus 

Paret, & ad numen mentiti momenque movetur : 

' a* * - • ^ 

\dque Jìbi Jolutn per fi fipit , cSr fibi goudeti 

Cum ncque res animami neque corpus commove t ulta • 

Concioflìachè lo fptendore di cotal 

prin- 




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DELL'UOMO; 107 
principato, e in particolare quel che e* 
dice della fapienza, e del gaudio, che 
1 animo ha da fé folo, ed a fc Colo co- 
munica, potefle condurlo a conofcere 
tutto , o parte di quello, che noi nella 
precedente deputazione divifato abbia- 
mo del principato deli* Animo, e della 
dipendenza della materia. Ma egli da 
quelle altezze è ripiombato giù, fino a 
volere argomentare dall* imperio , co- 
me dal femplice confcnfo , l* eflere cor- * ' 
porale dell’ animo, che è una eftrema 
perverfità di filofofare. 

Deir unione della Mente , e della 
materia nella coftituzione dell» Uomo 
tanto finora abbiam ragionato , quanto StoSfr. 
c itato uopo ad indrizzar quella dottri- creto dì quel- 
na allo fcioglimcnto del precedente ar- ** unione * 
gomento: ed ora in ogni modo convie- 
ripigliarne il filo, per rivolgerla ad 
inveitigare fpezialmcnte,come dall’unio- 
ne di due nature cotanto diverfe pof- 
fa rimirare 1 unita della natura coftitui- come dal? 
ta : Sicché l’ Uomo fia un folo principio v 2 0ne della 
d effcre,cd un folo principio di opera- u2t£ur£ 
re. La qual coiai ove col divino favo- ^ tt un f°i° 
te ci vegna latta , non un argomento % 

O 1 foloi operare . 


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io8 DELL’ ANIMO 
folo , ma tutti in un colpo avrem ricili 
i nervi di tutta 1’ argomentazione Lu- 
creziana . E benché con dimoftrarc lo 
fcambievole inchinamento , c combacia- 
mento di quelle nature , fi è in parte-, 
(pianata la difficultà ; tuttavia ci c altro 
da dire ancora , per farne da prcflo ad 
offervare quella maravigliofa unità. Nel 
fenfo , e nella cognizione dell’ Uomo , 
o per la percezione delle efterne for-» 
me, o per la concezione dell’ interne 
idee ; egli è da por mente ad una cola 
affai memorevole , che non fi è finora 
nelle bocche udita , ne su i libri letta 
delle novelle famiglie de’ Filofofanti : 
cioè, che quanto da noi , o concependo 
fi penfa, o con percezioni fi apprende, 
tutto dee effere in fé raccolto , accon- 
cio , ordinato, e comunicante: e nien- 
te , che o diflìpato fia , o confufo, o 
difcordantc , può ne effere efpreffo da- 
gli edemi obbietti, ne per interne idee 
figurato . L’ obbietto del noftro fenfo , 
e della noftra cogitazione , proporzio- 
nevolmente fecondo che più , o men-» 
vive , e chiare fono le fenfazioni , e le 
idee , egli de’ bene effere ordinarameu- 
• j , . ■ i * o te 


— . Digi^ed by GoogUf 


DELL* UOM O. .109 
te confetto , c congegnato: licchè le par- 
ti ciafcuna al fuo luogo adattate, etra 
loro congiunte compongano ciò che_ 
deono comporre: e poi per lo moto, il 
tutto colle parti , e le parti col tutto , _ . 

ed infra di loro, comunichino infieme 
vicendevolmente . Imperocché, come 
altrove è flato detto , qual’ è nella Mcn- OlfaV è la 
te la penetrazione , e 1’ inclufione ; tal’ L///ES, 
è il moto nella materia: onde la pene- limato 
trazione, un moto della natura fpiri- ne ^ t,AaUr,a ' 
tuale fi può dire che fia ; c ’l moto all’ 
incontro una penetrazione della corpo- ' 
ralc. Oltre a ciò la confettura, e’inu- 
mero, e le dimenfioni con arte voglion 
ettere difpofte: ed in numero , c mifu- 
ra regolatamente vuole il moto per tut- 
to da un capo all’ altro trascorrere :e di 
quindi nella fua origine ridondare: e-, 
tutto ciò variamente, fecondo il vario 
ingegno , c ’l vario modo delle cofe . 

Conci oflìac he , come nell’ efprelfione_* 
dell’ efterne fignificazioni , o azioni , - » 

tutto l’ ingegrio, e tutto il movimento 
vien da fuori , e fi riproduce nel fenfo 
dell’Uomo; così nelle figurazioni inter- 
ne, a formar 1* opere dell’ arte , tutto 

r in- 

V / 

I* * 

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/ 


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Luce , e le- 
nebre che fia- 
to elle. 


I 



,no DELL» ANIMO 
T ingegno, e ’l movimento dall* inter- 
no fenfo dell* Uomo provenendo, nel- 
le materie efteriori pofcia fi diffonde . 
Fermamente ove è diflipamento , tu- 
multo , difordine , e difeordanza , qui- 
vi ci ha egli un chaos tenebrofo al fen- 
fo , ed all’ intendimento dell’ Uomo : ed 
ove è adunamento , ordine , e concor- 
dia con vigore , ed attività; ivi èchia- 
riflima luce . Sicché le tenebre non fi 
può dire, che altro elle fieno, fc noru» 
che difordine , e dilpergimento , e di- 
feordanza di parti, e di movimenti: e 
la luce all’ incontro ben fi può crede- 
re , che altro ella non fia , che piena , 
vigorofa, ed ordinata comunicazione di 
modi , e di moti . Perchè la Mente dell’ 
Uomo è ragione, ordine , regola, vir- 
tù, ed atto penetrevoleje le operazio- 
ni mentali, fono elleno o elementi, o 
congiungmmenti , o fillogifmi di feien- 
ze , e di arti ; non può per tanto la». 
Mente altrimenti operare , che fimi- 
glianti modi ordinati, e ragionevoli, ed 
attuofi, e penetrevoli, o per le forma- 
zioni producendo, o riproducendo per 
1* efprelfioni. Cioè adire,ficcome ali* 


in- 


Bigiteed by Google 


DELL’ UOMO. in 
intendimento noftro fon naturali , e prò- „ > 
prj gli elementi, o generi, le combina- 
zioni, e i fillogifmi dialettici, metafifi- 
ci , geometrici , ed altri d’ altre Facol- 
tà , e Scienze, che tutti dal copiofofon- ** 
te della foftanziale, ed univerfal ragio- 
ne , eh’ è della Mente , produconfi ; così 
folamente le acconcie,ed ordinate, e 
ragionevoli , e penetrevoli forme, 
modi , ancora dell’ efterne fignificazio- 
ni , ed azioni fono al medefimo inten- 
dimento adattate, e proprie: e feonve- 
nevoli, e fconcie , e difadatte , e per 
confeguente infenfibili , edifintendevoli 
fono le cofe difordinate , e feompiglia- 
te, e difeordanti . La qual cofa , per 
quello tante tolte da noi ricordato 
principio , che qual è delle cofe Fede- 
re , taf è T operare , è affai chiara , e ma- 
nifella . E come le Scienze, e 1* Arti 
fono ampliarne tele di ragioni, e di mo- ze te e /^ m 
di, e lavori con penetrevole comunio ■ fino mfiìffi- 
ne conteftej e le fignificazioni efterne , 
che figurano, c fiedono il fenfo , firnil- * *. ^ 

mente con forme, e modi, e moti mi- 
furati, e comunicanti compongono di 
cofe fatte, o nate la Storia ; così è da 

tenere • 


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ii2 DELL’ ANIMO 
tenere per fermo, che Cielo , Terra, 
Mare, e tutta la macchina mondana, di 
elementi, e di congiunzioni , e fillogif- 
mi aritmetici, geometrici , e fiatici co- 
ftrutta; e di copiofe,e vigorofc forze, 
e moti fornita, da un principio per tut- 
te le linee fino all* ultime eftremità , 
per continuata ferie gli uni dagli altri 
procedenti , tutra confcco medefim.'L, 
comunichi, e in fe medefima fotti Ita , e 
da fe a fe , da’ principj a mezzi, c fini, 
virtù, c vita fommimftri . I quali modi, 
e mori j maeftrcvoli ingegni di fovrana 
fapienza , ne’l fenfo noflro, ne 1* inten- 
dimento può diftinguere , e fccrnere a 
. V niun patto: e chi di proprio ingegno a 
s ^ fuo modo di fingergli ardifce , egli è 
\ certamente un infano. E per li quali 

modi, perchè ordinati, e ragionevoli , 
.la materia è, per così dire , fcibile; e 
è non per fe fletta : perchè d i fe flef- 

f er onevor*' c ^ a ® inferma ,ed informe, dal divi- 
ìntlol no Platone per tal cagione condannata 
duce la Men . a rimanerli in perpetue tenebre fe pot- 
rà . Ecco adunque del conofcimento 
dell* informazione un aliai notabile pro- 
fitto . La Materia dell’ Uomo , per ordi- 
« ne. 


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ir . 


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DELL’ UOMO. P 
ne , ed incatenamcnto de' principi , mez- 
Zl , e fini , tanto nella fabbrica dell' or- 
gano .quanto nell’ influenza del moto, 
ella e comporta con tale ingegno, che 
tutta m fe infittente, ed in fe raccolta, 
e per tutto operante, e rivolta ad ap- 
prendere le forme efterne degli obbiet- 
ti elterni , e a produrre l’ interne degl’ 
interni : e fecondo querte , e quelle , che 
fanno un concerto di lumi a profittar 
nella icienza, a regolare la vita , c ad 
operare nell'arte . L* altre naturali com- 
polizionl, e l’univerfo medefimo della 
Matura , non fono in altro modo , che 
per e fiere efpreflTe da idea nel fenfo , c ^ : 

ne i a n.°f; ta210ne: ma Ia magnifica ope- 
ra dell umano comporto è tutta ordi- 
nata ad efprimere, ed apprenderle co- 
le. Il corpo organico è un arrificiofifli- 

P/ r ef P rimere , e raflbmiglta- 
re tutte le forme, e apprendere e fUn ca ** cor t° 

bile Tfl ,e - azi< l n ‘ COr P° rali = Egli è rtv SfcSHh 
Olle, foftanzievole , umverfal fcnalaèeo •?**>** ^ 

de fpeciofi , ed attuofi obbietti circo- ^ 

flanti . La materia dell’ Uomo a quel 

modo coftrutta , e modificata è infine 

una mente materiale . Adunque la Men- 

P te. 



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r unità diir 
Uon w. 


1 




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ri4« DELL’ ANIMOI 

tc , modificata fecondo quella ordina* 
fì fwV» ta » c ragionevole modificazione del cor- 
po organico, in primo luogo fente , o 
avverte quella fua modificazione : e per 
tal cagione , e in oltre per 1* intima^, 
unione , avverte ancora, o fente laMa-*ì 
teria congiunta. Conciofliachè quanto 
quel modo V è apprettato dalla formai 
corporale; tanto ella da fe per naturai 
virtù lo produca : ficcome appunto av- 
viene nelle minute, e variabili , e lievi 
informazioni de’ fenfi, e delle cogita- 
zioni particolari . Comunque egli ciò 
fia , la Mente fenza fallo i* universa» 
compofizione delle parti, e V univerfo 
confenfo de* moti, che tutte le parti in 
uno, e tutti i moti in un fol moto con- 
giunge, por P influenza de’ principi ne* 
mezzi , e ne* fini , e per lo ritorno di 
quelli in quelli ;Ia compofizione , dico, 
e’1 confenfo univerfale, prima conclu- 
de nell’ unità della ifua univerfal cogi- 
tazione ; e poi , in quanto è modificata 
ne’ principi, fente quivi il ritorno de* 
mezzi, e de’ fini: ed in quelli allo’ncon- 
tro , fecondo i quali fimilmente è mo- 
dificata , fente 1’ influHo de’ principi : 

onde 


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□ 

» 


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DELtWOMO. il s 

onde viene a formarli un confenfo luci- 
do , univerfale , con che più efprefla- 
mente avverte , e fenre la Tua unione) 
p’I corpo organico congiunto, e tutte 
le parti, e tutte le azioni fra loro Team* 
{fievolmente comunicanti . E in cotal 
modo, della materia con ferma , e (U* 
bile modificazion ragionevole, ordina- 
ta al fenfo ,ed allo ’ntendimento ; e deN 
la Meme, che è erta lòftanzial ragione, 
che per naturai producimento , e per 
P unione del corpo , nel corpo imprem 
de quella modificazione medefimajdell* 
uno , e dell’ altro ftretri infieme , ed 
uniti , in quello già deferitto intreccio 
di (labili , e fondamentali percezioni , 

•fa fic ne il fenfo ragionevole , e la cogi- dei fenfo 

tazion fenfuale , che è la Natura dell’ e della cog?- 
Uomo. Ne è da lafciare addietro, che uz,one • 
de’ due modi di operare, l’uno della», 
diftribuzione dell’ univerfale ue* molti 
^particolari , e l’altro del raccoglimen- 
to de’ molti particolari nell’ univerfale, 

-da Mente qui con quello fecondo mo- 
rdo adopera ; poiché di molte partile 
-di molti momenti , e movimenti forma 
un corpo folo,ed un folo movimento: 

P 2 fic- 


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i \6 DELL» ANIMO 
ficcome fa delle forme aritmetiche , e 
geometriche , e dell* altre di lor natura 
eflenfe, e divifibili , che aduna nell’ine- 
ftenfa , e indi visìbile fua cogitazione ; 
così nelle concezioni , quando ella da 
fe le inventa ; come nelle percezioni r 
quando ella in quelle già inventate , e 
fatte s’ incontra . Laddove per contra- 
rio nelle percezioni degli obbietti eter- 
ni , nell’organo univerfale dell’ univer- 
fal fenfo,e ne’ particolari de’ fcnfi par- 
ticolari , la fua unità , ed univerfalità 
già piena, e feconda comparte ne’ mi- 
nuti indizj , o immagini , all’ impreso- 
ne, che ne riceve; tutte dall’intimo 
univerfal fenfo, e cogitazione riprodu- 
cendole . E ormai , a mio credere , ri- 
trovata già 1* unità dell’ effenza , e del- 
la operazione dell’ Uomo . Poiché ogni 
unità, o metafilica, o fifica,o etica, 
di arte , od altra come che fia , fe vi ’ 
ha di altro genere , certamente ella fi 
compie per unione di atto, e di poten- 
za; così che, o per identità, o per na- 
turai produzione, o per azion morale, 
o artificiofa , 1’ atto colla potenza, c- 
quella con quello fi avviluppino infa- 
me , 


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DELL'UOMO. <tr 7 
me, e vicendevolmente s’ includano; e 
I uno all’altro comparta la Tua proprie- 
tà, dote, ed effenza: poiché , dico io ' 
quello è vero di ogni uniti; nell’Uomo 
ancora non fari , ne avverrà altrimen- 
tel unità dell’ effere, e dell’ operare. 

L eftenfione, il numero, e la divifibilr- 
ta della materia preparata, e difporta^ 
con ragionevoli forme, ed adunata pri- 
ma nell’ingegno del lavoro, in cui una 
fpnncipal forma altre minori forme con- 
tieneje poi nel confenfo della materia 
vjgorofa, e penetrabile, in cui un prin- 
cipal moto i minori movimenti aflTorbi- 
fee; finalmente fi unifica ne»P inerte n fa * 
e indivifibile unità, ed amplitudine dell’ 

Animo, che la moIe,e’l congegnamen- 4 
to , e la comunicazione per tutto pe- 
netra, ed include: onde il corpo è vi- 
vo, ed animato, e l’anima è da cogni- 
zione illurtrata , e I’ Uomo è fenfato e 
ragionevole. Imperocché, come in tut- 
te l’ altre compofizioni, così nell’ Uo- LaR *c* 
tno , i; atto che è della forma verfola *» 
materia informe; e del moto verfo la_ 
materia inerte ; e dell’ ingegno verfo 
tutti i particolari lavori ; e del confen- 


1 18 DELL’ANIMO 
fo verfo tutti i moti particolari ; e del 
principal movente , che c la vita,e_ 

1’ anima verfo tutto il corpo organizza- 
to ; e in fine 1’ atto dell’ animo verfo 
,la vita , c^l fenfo ; l’ atto , dico , dell* 
Uomo gravido di tante cofe , quante», . 
dette abbiamo , egli efler dee la Rocca 
dell’unità,, che cerchiamo . Con quefto 
di più, che per la deferitta unificazio- 
ne , corpo , vita , ed anima, ed animo 
divengono una fola cofa , ed un folo 
principio di eflfere, ed operare: e tutto 
il corpo dell’ Uomo e vivo, ed animi- 
le ; tutta l’ anima , lucida , e ragionevo- 
le; ed a rincontro l’ 3 nimo , e la cogi- 
tazione, e la ragione fono ancora in al- 
cun modo fenfati, o fenfuali-. Siccome 
le fila , e i difeorrimenti de* moti-pene» 
trati, ed inclufi dall’unità dell’univer- 
fal fenfo, e cogitazione , e in quella», 
rapiti , ed aflorbiti , lucidi , e ragionevo. 
li divegnono ; così vicendevolmente»» 
40 1 ’ univerfal fenfo , e cogitazione per 

' ™ r , , quella inclufione, e per quello aflbrbi- 

mcnto medefimo, ch’ella fa delle linee 
fenfuali , forza è, che fenfuale divegna 
in alcun modo. Cotefta unità col ma- 

ra- 


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» • 

DELL’UOMO. JM. ■ 
ravigliofo potere di rivolgerli verfo di 
fé, e di contenere, e muovere, e reg- 
gere fé medefima contenendo, moven- 
do, e reggendo tutto il corpo organi» 
co, viene a coftituire il fapere , il vo- 
lere , e *1 potere dell* Uomo , che è l’uni- 
tà di eflenza , e di potenza , uno univer- . 
fai principio di edere , e di operare . 

Tra le molte maraviglie non è fprezze- 
vole quella, che laddove in ogni altra 
coftituzione un Colo femplice atto, ed 
una fola femplice potenza interviene ; 
nella unificazione dell* eflenza dell’ Uo- 
mo dall* una parte, e dall’altra, tanto 
dalla corporale , quanto dall* incorpo- 
rale , quinci, e quindi atto, e potenza ^ 
convegnono.Conciofliachè ne il corpo 
fia una indeterminata , e informe po- ‘ 
tenza priva di ogni forza, e di ogni ter- 4 
rainazione;ne la Mente fia un puro at- 
to fincero,fenza ogni potenzialità . Di- 
modo che a riguardar 1’ Uomo da un-, 
lato, può parere, che 1’ Animo più to- 
lto fia una potenza informe, cui il cor- 
po organico appretti 1* atto delle par- 
ticolari forme leniuali, e ragionevoli : 
c dall’altro fi vegga.., che 1’ Animo fia 

Tatto, 


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i2o DELL’ANIMO 
Tatto, che compia r e termini, e formi 
colTintelIigenia la materia da fe cieca, 
ed infenfata . Che veramente è il corpo 
organico , che efprime , e raflomiglia 
tutte le forme de’ fenfibili obbietti , e-, 
all’animo le comparte : le quali 1* ani- 
mo per l’unione , e modificazione, coll* 
univerfai cogitazione , che vi contri- 
buifee , in quelle loro varie guife varia* 
mente modificata riproduce . E vera- 
mente l’animo informando, e penetran- 
do il corpo organico, da fe bruto, e 
cieco; e nella fua univerfai virtù inclu- 
dendolo, fenfato,c ragionevole il ren- 
de nell* Uomo coftituito . Quello è il 
mirabil temperamento dell’unione del- 
temfe^Znloì* materia , e della Mente; dell’ anima , 
delia cq/iitu- e dell’ animo ; del fenfo , e della ragio- 
•|o«f ielpuo* fle . c jj C nQn potrete ad alcun patto 
avvenire , fe o la materia del tutto in- 
forme potenza , o l’ animo folle atto in 
ogni modo compiuto , terminato, e_ 
formofo . Imperocché 1* intero compi- 
mento, e T intera terminazione , e for- 
mazione , come in ogni altra cofa fepa- 
rerebbe l’animo dalla materia: ed una 
totale indifferenza , e deformità troppo 
, allon- 


“i 


DELL’UOMO. ni 

allontanerebbe la materia dalla Men- 
te . Da quello non men faldo, chefpe- 
ciofo novello fifleraa fi viene in cogni- 
zione, che l’Uomo è e fTo congiunto, e 
non già quella, o quella parte (blamen- 
te : che e’ non è la fola eflenza raziona- 
le, ne la fenfuale fola ; ma è 1’ una, e 
P altra adunata nell’e/Tere di fenfato ra- 
gionevole . L e/Tere fenfuale nel ragio- 
nevole , e quello in quello così diffon- 
defi per tutto , che il fenfo lucido ne 
diviene per la luce della cognizione ;e 
la cognizione alquanto offufcata rima- 
ne dalle caligini del fenfo. In fine; dell* 
Anima, onde P Uomo è animale, e del- 
la Mente, onde l’Uomo è intelligente, 
fallì un folo e/Tere di fenfato ragione- 
vole: nel quale con verità , e realiti 
1 animo e fenfìbile, e l’anima è ragio- 
nevole. Per l’ignoranza di quello ar- 
cano modo dell’unità dell’ Uomo ,i Fi- 
lofofi fon trafeorfi chi in una, e chi in 
altra eflremità di pareri , tutti feonve- 
nevoli, e Urani: altri l’animo dall’ani- 
ma del tutto feparando : altri quello con 
quella confondendo affatto: e quei pri- 
mi) e quelli fecondi fra loro pur difeor- 

Q* dando , 


«r 

1 t 






V ìenoranza 
deverofìf te- 
ma deir Uo- 
mo , ha pro- 
dotte fejlranc 
opinioni . 




V i 


Cv* 

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I 






V *' 


t- 1 

* 


£& ///. 

Lucrezio 
ha conofciuta 
T «n/'/à rff// 1 
l/omo /<jwo , 
guanto non^M 
hi 


1 i22 DELL’ANIMO 

dando, con fantafticare diverfe guifc , 
quelli di feparazione , e quelli altri di 
confusone: onde la verace verità rima- 
fa in tenebre, falfe Metafifiche, e falfc 
Teologie fon forte con infinito danno 
dell’umana Generazione • Ma Lucrezio 
nulladimanco ha ben egli indovinato , 
che l’animo, e l’anima do vedono edere 
Erettamente congiunti infieme , e cosi 
congiunti dovefiòno formare una fola 
natura in quei verfi : 

Nunc anìmum , atque animarti dico conjunfla teneri 
Inter fe , atgue unm naturam conficelo ex fez 
Sed caput effe guafi, & dominati corpore toto 
Confi lìum , guod nos anìmum , mentemgue vocamut. 


*■ 

vi 

* 

X 


rk- 


f 




lan /atto al- Il che argomentò dal confenfo, poi 
c “*' m J? derni dicendo . nto* 1 1 ■ 

Ttlofofi. 

fi' i/èrum ubi vehementi magisejl commota metumers t 
Confinare animam totem per membra videmutz 
Sudorcfque ita , p aliar emque exifiere toto 
Corpore , <è? infingi linguam , vocemfue aboriri : 
Caligare oc ulos , fonere aures , f uccider e artus . 
Lenique co?icidere ex animi terrore videmus 

jfc. \ ■ S ape 


•Digitize^bv Gooj 




' DELL’UOMO. 1 

s *$ e ksmìnet : facili ut quivi s bine nofeere pffu 

Effe animam cum anima conjunSatn : 

Nulla offantc che non ben fentifle», 
della narura deli’ Animo , e penetrar 
non poteffe nella Teoreta guifa di quella 
congiunzione , per ifpiegar nettamente 
gli e/ferri : come da quelli effetti la ffret- 
ta congiunzione, e P unirà , che rifultar 
ne doveffe ben argomentava . Per l’u- 
nione delle due nature , e per P unità 
della natura dell’ Uomo , a quel modo 
fpiegara, che niuno,in chi alcun lume 
da (cernere il vero , ed alcun defiderio 
di ritrovarlo fi a rimafo , certamente», 
non metterà in contraffo ; mamfefta- 
®^ntc ff difeuoprono le vere cagioni 
dell imparare , e del difimpararc dell’ 
Uomo: e quelle altresì degli errori de* 
fogni , de’ delirj , dell’ infame , delle per- 
turnazioni , o pallìoni , che (ono morbi 
dell animo, e di tutte l’ altre variazio- 
ni , che fono altrettanti argomenti di 
Lucrezio: che tutti a quel lume, fenza 
altro dire, tortamente ddeguanfi. Con 
tutto ciò contro a quegli argomenti, ad 
uno ad uno , paratamente applichere- 


. W. 


124 DELL’ ANIMO 
mo 1’ univerfale antidoto di quella dot- 
trina ; affinchè con più chiarezza s* in- 
tenda, e con più ficurezza fi approvi , 
e con più agevolezza da chi voglia fi 
adoperi. E prima dalla docilità, o dot- 
trina, o difciplina dell’Uomo, che pa- 


ì . 


argomento ^ t ‘^ ce ^ rnanifefte vicende , comincere- 
Lucrezìojre- mo : che pare edere un fortilfimo argo 


lib.lll. 


i.. 

r. 




i . 




^dei japere mcnto t maffime perche la cognizione 
dell'Uomo, dell’ Uomo conquelle,e fecondo quel- 
le , cominciare , crefcerc , e mancare 
» - proporzionevolmente fi vede: ed c de* 
primi di Lucrezio , che così e’ fpiega 
ne’feguenti verfi: •* 

Vr eterea gigni paxiter cum corpore , c ir unii 

Crefcere fintimus , pariterque fenefeere mentem « 

, • 
Narri ve/ut infirmo putrì , teneroqut vagantur 

Corpore , fic animi fequitur fintemi a tenuti. 

Inde ubi robuflti adolevit viri bus etas, 

Conjìlium quoque majus , tir auHior ejì animi vis i 

Prft ubi jam validi t quajfatum eji viri bus evi 

Corpus , & obtufìs ceciderunt viribus ottusi 

Claudicai ingenium , delirai lìnguaque , menfque : 

Omnia deficiunt , atque uno tempore definì . 

^^0 dijfolvi quoque convenit omnem animar 



Na - 


1 


Digitìzec^by C'.cloÉe 


f 


I 


DELL’UOMO. 1 2 c 

** * . • * r • w 

Naturami ctu fumut in aitai atrìs aurati \ 

% 

Il qual nondimeno , fol cheli rifguar- 
Q* nel noftro ftabilito fiftema, leggiero, 
e ^ an ° > © fievole fi difeopre . Imperoc- 
ché primamente il fenfo lucido ragione- 
vole , che dalla coftituzione delle due 
nature rifulta.è quello , che nafce,e fi 
eltingue coli* Uomo : e che propria- 
mente per gli varj gradi dell’ età quel- 
le variazioni , e quelle vicende patifee: 
e non è già la pura , e lineerà intelli- 
genza della parte pura , e lineerà fpiri- 
tuale . Quel fenfo, che è univerfale , 
nella già cfplicata univerfal modifica- 
zione della materia congiunta , al va- 
riare della materia medefima, ne’ varj 
particolari modi, e moti, che al moto, 
e modo univerfale fopravvengono , o 
dentro dell’Uomo fufcitati, o di fuori 
tra fm e Hi , ancor elio dee elfcr varia- 
mente figurato, e mollò . E quando nel 
procedo dell’ età, al variare degli anni, 
o ancora per morbo , o per qualunque 
altra cagione i modi ,e moti li perver- 
tono, e turbano, o illanguidifcono , o 
celiano, o fi cancellano in parte , o in 

tutto- 


“ Ditgitized by Cooglc 


12 6 DELL* ANIMO 
tutto ; allora forza è che quel fenfo , di 
che parliamo, più , o meno , tutto , o 
parte pervertito, e difordinato, ofpa- 
ruto, o deformato ne vegna. Ne’ qua- 
li cangiamenti, nella parte materiale, e 
non altrove, come defcrivonfi i modi, 
c fi miniftrano i moti; così i difordini, 
e » fopimenti, e i vuoti , ed ogni altro vi- 
zio principalmente addivengono. E da 
quel lato, onde eflo fenfo è di condi- 
toli variabile, e mortale, a tutti quei 
cangiamenti , ed accidenti è fortopofto , 
falva , e intera, e illibata rimanendo la 
parte pura dell’intelligenza , che a quel- 
le varietà la fola univcrfal cognizione, 
o cogitazione fomminiftra , c’ tutte-, 
quelle varietà lènza moltiplicazione , e 
fenza giunta riproduce. E qualunque 
fa la (ecreta guila della unione delle-, 
due nature, e cheunque ne rifiliti,!! 
Mente , ficcome nella reale, e (labile 
informazione del corpo organico , che 
è come foftanzial percezione , indiflin- 
ta, c indivifa , include, c penetra , ed 
adegua il vario lavoro di quella prima', 
e (labile modificazione ; e come nelle 
percezioni, che fono ideali , e leggiere , 

e fu- 


r DELL’ UOMO. 127 
c fugaci informazioni , fimilmente indi- 
ftinra, indivifa , e invariata, penetra, c 
include , ed efprime quei varj minuti 
modi particolari ; c sì quella prima fo- . 
ftanzial modificazione , come quelle fe- 
condane accidentali dall’ unità, e dall’ 
univerfalità della fua virtù , e natura», 
produce , o riproduce ; così quando 
quei modi, c moti fi turbano, o ceda- 
no, o fi cancellano tutti, o parte ; la v 

Mente allora, o in parte, o all’ intutto 
fofpende le lue produzioni , c depone 
quelle modificazioni fenza pervertimcn- gbi di 'modi 
to,e fenza detrimento della fua foftan- corporali. ■ 
za, falva,ed intera prima nel fenfo uni- 
vcrfale' raccogliendoli ; e poi, fe elfo * 
univerfal modo, e moto organico cof- 
fa, o fi cancella ; nella fua propria uni- 
tà, ed univerfalità della fua pura natu- 
ra , e intelligenza raccolta , li rivolge 
ad altri obbietti , e di altre forme fi 
adorna , ad altro vivere , e ad altro 
fapere . ' 'f 

Quella nofira foluzione non lafcia», 
luogo a dubitare della vanità, ed infcr- 
mezza dell’argomento Lucreziano. Im- 
perocché nel noftro fillema tutti , dr- 

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* vv 






rz8 ^DELL’ANIMO 
ciani così , i fenomeni delle fenfuali,e 
ragionevoli operazioni deli’ Uomo, con 
quei crefcimenti , e fallimenti venendo 
pianamente efplicati: ficchè ,dato che— 

È intelligenza dell* Uomo fia fodanzia- 
le, e la materia fia bruta, c cieca , co- 
me noi affermiamo, e niegano gli Epi- 
curei ; le operazioni della ragione , e— 
del fenfo pur nondimeno così dareb- 
bono elle, come ora danno; per certo 
che quell* argomento il più riputato , 
non vale a concluder nulla . Che fe poi 
fi pon mente, che gli Epicurei , con tut- « 
to l’ingegno loro, non han finora potu- 
to da niun modo, o moto argomenta- 
re della materia niuna diffidenza , e- 
abilità all’ opere fenfuali ragionevoli 
dell’Uomo; tantoché l’imprefa di fpie- 
gare quei fenomeni difperando, hari— 
lafciata dare; allora certamente la no-, - 
dra foluzione farà ancora dell’ edere- 
fpirituale,e immortale dell’Animo una 
novella dimodrazione. E per ìfcorgere 
la convegnenza , eia bellezza della dot- 
trina, tutto il penfamento è qui ora- 
tempo di rapportare. Noi adunque pri- 
ma poniamo due tra fe lontaniffime-f;: 

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DELL’UOMO. 129 

eftremità , 1’ una del più e ccelfo flato 
di perfetta intelligenza, e l’ altra della 
più bada condizione della cecità della 
materia. Le quali Mente , e materia 
in quelle eftremità conflderiamo , che 
amendue per contrarie ragioni ugual- 
mente da fe sbandifcono ogni docilità. 
L’ intelligenza perfetta da un lato, per 
1 °& n * includono , e penetrazione do- 
vrebbe ella certamente ogni lubricità , 
e fluflo,e fucceflione efcludere di dot- 
trina: e si perfetta dottrina , e perfet- 
ta feienza in ogni tempo pofledere : e 
non mai in niun tempo docile poter ef- 
fere ; che fenza il lubrico , e ’l vicende- 
vole di variate, e fugaci percezioni , e 
ragioni non può ftare.La Materia dall* 
altro lato, nell’ eftremo deli’ impoten- 
za, e deformità , per la dimoftrata im- 
penetrabilità , ed ogni efclufione , doci- 
le in niuna guifa non può ella eflèr 
giammai : fe la docilità con tutta la fua 
incoftanza.e lubricità , pur tuttavia in- 
cludono, e penetrazione inftantemente 
domanda . 

Appreflo , quelle due nature da quell* *- 
eftremità argomentiamo poter ricede- 

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130 DELL’ ANIMO 

re a quello modo: Cioè, che Ueflfere 
mentale da quella fublimità , per varj 
gradini di varie foftanze giù dechinan- 
do, giunga finalmente a poter congiun- 
gerfi in uno colla materia , e a poter 
cfprimere modi , c mori materiali : e 
che T eifer della materia dall’ imo di 
fila imperfezione, per varj gradi di va- 
riate forme , e lavori innalzandoli fu 
pervenga al fine , fino a collogarfi , e 
ftrignerfi. colla Mente, e a poter railo- 
migliare, e lignificare modi fpirituali , 
e mentali: e così nell’ Uomo , in cui , 
<e per cui fi giungono infieme , c che è 
41 mezzo, dove fi conducono dall’ ec- 
celfive eftremità loro ricedendo , ivi di 
fc formando una natura lòia , che è U 
natura dell’Uomo; e propriamente nel 
fenlo lucido ragionevole , la Mente di 
per fc,e di fina natura dotta , e la ma- 
teria di per fe indotta , e indocile ; 

, amendue in quella unione , e in quel 
temperamento docili debbano divenire . 
indocilita Per 4 ’ ingegno di quella Economia, la 
ielp vom è docilità viene ad eflerc un proprio con- 
cra ^' c D n0 di Mente congiunta ,e un va- 
' immortaliti* levole argomento dell’ Immortalità. E 


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DELL’ UOMO. 13 1 , 
in fine quell’ingegno medefimo,fe non * 

altro, ci (copre l’origine dell’ errore. 

Perciocché la Mente piegando all’ imo 
dell edere mentale, c la materia ergen- 
doli al lammo dell’ edere materiale a 
formar 1 Uomo; in quella natura , e_> - •" 
propriamente nel fenfo lucido, la Men- 
te per 1 edendoni , e variazioni mate- 
riali , e la materia per gl’ ingegni , e lu- 
mi mentali li tengono afcole : onde la 
Mente , materiale edere ; e la materia 
poter edere mentale gli Epicurei han_» Cagiont-* 
creduto, alle fole lignificazioni fenfua 
li rivolti . Ma eglino avrebbon potuto w‘. 
penfare, che fe la Mente nella propria 
fua altezza non potria mentir la mate- r 

ria : e la materia nelle fue natie badez- 
zc non può fimigliare la Mente ; per- 
che i \ i la Mente in chiara luce feerne- 
rebbefi immateriale ; e qui la materia 
chiaramente infenfata,c cieca fi ravvi- 
ferebbe; nell’Uomo , ove 1 ’ una fotto 
alle fembianze dell’ altra fi tiene afeo- 
fa , è una neeelfità , che ne 1* effer cieco 
della materia , ne 1’ immaterialità della 
mente, per altra via , che per quella^ 
degli argomenti col cammino della ra- 
’*** *■ Ri gio- ; * 




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*3* DELL* ANIMO 

gione non fi podano ritrovare . 

Quella è certamente una nuova di- 
moftrazione , che abbiam tratta dalP in- 
telligenza, rifguardata nell’ idea di fo- 
vrana perfezione : laddove tutte le al- 
tre prima allegate fono (late tolte dall* 
intelligenza , confiderata nel fuo edere 
generale , e comune : avvegnaché dalla 
comunità de’ generi all’ idee perfette, e 
da quelle a quelle fiavi commerzio , e 
comunicazione vicendevole di cogni- 
' zioni,e di feienze, come nel primo ca- 
pitolo della noftra Metafilica abbiamo 
dimollrato . 

Colla dottrina della univerfal perce- 
zione, che fidamente 1* anima contri- 
' buifee a* varj modi , e mori , che nella 
materia avvengono; e con quella dell’ 
univerfal fenfo dall* unione delle due.* 
nature rifultante , che c la proprietà 
dell* Uomo, e che propriamente per ca- 
gion della parte materiale , dee con_> 
quei moti, e modi efler modificato, e 
modo; con quella dottrina , dico , tut- 
C te le altre difficoltà vegnono ancora a 
• dillrigarfi degl’ impedimenti, e de’ tur- 
cibamenti, che cagiona l’ebbrezza; e de’ 

deliri, 

. 7 * . r * / 

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« 

DELL’UOMO. 133 
delirj, e de’fopimenri , edetarghi, che 
certi morbi arrecano ; e in particolare 
il pericolofo diflipamcnto , che produce 
la velenofa forza dell’ Epilelfia , ed ogni 
altro fìmigliante accidente . Che come 
tutte convegnono in quell* uno argo- 
mento generale delle variazioni , che_ 
dalla materia nelle operazioni dell* ani- 
mo trapalano a turbare, o interrompe- 
re, o abolire il fapcre ; così tutte con 
quell’ una generai dottrina , ugualmen- 
te per ogni parte fviluppate rimango- 
no. Cioè dire, che quegli accidenti, che*l 
vino, e’I veleno epilettico , come Lucre- 
zio l’appella, e gli altri malori induco- 
no nell’ Uomo , fono eglino folamente 
valevoli a difordinare , o interrompe- 
re, o affatto caffare le forme fenfitive, 
e cogitative ne* moti , e modi corpora- 
li, e non altra cofa altrove . I quali 
lafcia allora la Mente di più avvivare , 
e illuftrare in tutto, o in parte, eoa-» 
fofpendere, come fu detto abbiamole 
fue produzioni , e con deporre le mo- 
dificazioni: ed indi prima ne’ principali 
feggi corporali , e poi , fe più oltra è 
(dipinta , nella fua propria unità , ed 


134 * DELL’ ANIMO 

univerfalità fi ritira da quello ffrazio. 

Ma è in alcun modo diftinto 1* argo- 
mento del timore , e del lutto, che— 
^Lucrezio • amareggiando, ed affannando l’animo, 
foventi volte conducon l’Uomo a mo- 
rire. Imperocché in quel primiero ca- 
po di argomenti de’ varj gradi dell’età, 
e de’ varj accidenti de’ morbi , le va- * 
^ riazioni immediatamenre , c principal- 
mente il corpo immutano, ed offendo- 
no : le quali perchè nelle operazioni dell’ 

- . animo ancora trasfondono i difetti, e i 
difordini ; per quefto folo , fono a Lucre- 
' zio argomento di mortalità. Ma il timo- 

re, c ’l lutto fono morbi dell’ animo, e 
l’animo immediatamente, e propriamen- 
te conturbano , e affliggono : e quando 
• l’Uomo per quelle offefe viene a fini- 
re , nell’ animo è il principio , e V ori- 
gine del danno, e dall’ animo al corpo 
. trapaffa ; fìccomc per contrario ne’mor- 
bi corporali , dal corpo all’ animo Lu- 
crezio argomenta , che debba la mor- 
, • te trapaffa re . Così ugualmente per gli 

morbi, che fono manifeffe cagioni del- 
la morte corporale , perchè varie paf- 
fioni nell’ animo inducono; e dalle paf- 
.. . fioni, 


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DELL’UOMO. i-35 
doni ,che fono manifede offcfc dell’ani- 
mo, perchè c morbo , e morte al cor- 
po arrecano; pare à Lucrezio dall’ima 
parte , e dall’ altri potere la mortalità 
dell’animo argomentare : c poi dclla_, 
cu ragione dell’ uno, e dell’ altro propo- 
ne come un nuovo argomento , fog- 
giugnendo. 

Addere enimpartes , aut ordine trajicere &quume(l y 
Aut ali quid pr or funi de fummx detrabere illuni , 
Commutare animum quicumque adori tur ,<éripfum ». 
Aut aliavi quamvis naturavi flettere quxrit * 

Adunque per ifeiorre il propofto ar- 
gomento del lutto , e del timore , che 
fono talora all’ Uomo mortiferi , con- 
viene paratamente adattarvi quella ge- 
nerai dottrina, che per gli accidenti de’ 
morbi corporali abbiamo adoperata. Ma 
prima per meglio intendere la foluzio- 
ne , che arrecheremo , c per allargar da 
ogni parte la dottrina della natura^ 
dell’ Uomo; degli affetti , che in tante 
cofc r che dell’ Uomo fono date dette, 
non abbiamo neppur mentovati , alcune 
fpezicltà fono da ricordare , che nella 

Me- 


Li è. Ili- 


Soluzione - 




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13 <5 DELL'ANIMO ; 

^ Metafifica, fuori della comune opinio- 

à ne , abbiamo con gagliardi argomenti 
comprovate . Da quell’ uno univerfal 
Degli affetti, f en fo , che dal corpo , e dall’ animo in- 
fiemc uniti rifulta , le fenfazioni , le co- 
gnizioni , e gli affetti, tutte e tre que- 
* V fìe fpezie per divede vie , in diverfi 

. a modi provengono . Quel fenfo gencra- 
le, dove è rozzo, indiftinto, informe, 
intorno a rozze , e informi , c indiftin- 
' te azioni ; ivi e non più , che femplice 

fenfazionc : ed ove con diftinte , forma- 
te , cd ordinate azioni ravvolgendoli , 
è diftinto lavorato , formofo ; ivi è quel- 
lo, che noi appelliamo cogitazione. Dal 
' " ' che le azioni fenfitive , fecondochc o 

, al capo delle lucide cogitazioni , o a_» 
• quello delle caliginofc fenfazioni più,o 
meno per varj gradi fi apprettano j più , 
o meno di diftinzione , di forma , e di 
luce perdono, o acquiftano . E ancora 
quella , che nell’ eftrema parte del cor- 
< ipo è ofcura fenfazione , quella medefi- 
ma per tutto il corpo continuando , 
come al celabro perviene, officina delle 
\ 4 cogitazioni ; ivi nel celabro è luminofa 

T cogitazione . Ed allo ’ncontro quella, 

'•*. ’ Tla che 


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DELL’UOMO. 137 
che nel cclabro è diftinta , e chiara co- * 
gitazionc , indi verbo le parti più rimo* 4 
te eftendendofi , luogo di rozze fenfa- 
zioni ; ivi ofeura, e confufa fenfazione^ : 

diviene . Or come la fenlazione, per 
una via verbo il Ciclo dell’ Uomoafccn- ' le- 
dendo a quel modo , che detto abbia- ’ r l 

mo, di grado in grado diradandoli , cd 
illuftrandofi Tempre più, va ultimamen- 

te a terminar nelle cogitazioni, che fo- ‘ 

no il faperc dell’ Lomo; così la fenfa- \ 
zionc medelìma,per altra via, di mano 
in mano maggior finezza, e maggior de- 
licatezza acquiflando , finalmente nel 
cuore va a finire, e negli alletti, che ne . 
fono il volere. E tutte queile comuni- 
cazioni , reciprocanzc , e palfaggi rra^ 
le fenfazioni , e gli affetti intervengo- 9 
no, che tra le fenfazioni , e le cogita-. • 
zioni dovere avvenire abbiamo infe- 
gnato . Talché 1’ afferto , dal centro 
del cuore, quando alla circonferenza... 
delle membra ricede, degenera in fem- 
plice, e vera fenfazione ; e la.fenlazio- 
ne dalla circonferenza, nel centro de] 
cuore internandoli , trapulfa in vivace 
affezione . E come tra le fenfazioni , e 
\* W S le 


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* 


,?83r DELL’ANIMO 
* le cogitazioni, e tra le fen(azioni,e gli 

* V affetti ; così tra' le cogitazioni , e gli af- 
fetti c più ffretta appartenenza, e con- 

r • neflìonerper modo che non mai, ne co- 
a • gitazione fenza ogni fenfo di affetto, 
ne affetto fenza ogni lume di cogita- 
zione fi può trovare . Da cotcfte cole 
Quii fiati (ì fa chiaro, che come il fapcre , cosi 
'1 volere dell’ Uomo non è la pura , e 
fincera parte dell’ animo ; ma è quel vo- 
- lece proprio dell’Uomo, di fenfo infic- 
ine , e di ragione commifto , che dall’ 
unione delle due nature dee rifultarc . 
Laonde i varj moti, e modi delle va- 
' i r ie affezioni, o paffioni propriamente in 

• - : quel volere , e non già nella parte pu- 

ra dell’ animo le loro vicende ingerif- 
’ m cono: e le anzie , e gli affanni , e i tedj 
' del timore , e del lutto quella parte-, 
conturbano , e corrompono fino a con- 
dur 1’ Uomo mi fero alla morte . E dell’ 
Animo avvien folo, come nc’ modi del 
Capere , che fofpenda le produzioni , e 
diponga le modificazióni del volere ; e 
. intatto, e purgato, e puro fi ritiri nel- 

• la fua univerfalità , per rivolgcrfi ad 

altri obbietti con altri amori più puri, 

■ e più , 


DELL’UOMO.: 139 

e più finceri . Ma perchè noi nei pre- 
fente ragionamento del fa pere dell’ Uo- 
mo, di altro genere di operazioni 4 che 
delle fcnfuali,e fantastiche non abbiati! 
fatto menzione; non è per tanto , che 
dentro gli angufti confini del fenfo , e 
dell’ efpreilioni fensuali , debba efler ri- 
stretta la cogni'zion noftra . Da quelli 
univerfal cogitazione , o cognizione , 
ficcome perchè dalla parte corporale è 
ella fenfitiva , ne debbon nafeere Itu, 
fenfazioni , e l* efpreilioni di fenfibili 
obbietti; così perchè dalla parte imma- 
teriale, e ragionevole, ed intelligente, 
le ragionevoli cognizioni provenire ne 
debbono. Siccome nel fenfo univerfa- 
le , per fomma finezza , pieghevolezza,, 
c mobilità , e per uniformità di virtù , 
e di foftanza, onde è come un genere 
generaliifimo del fentire , fono i primi 
elementi, o principi , onde rutte le par*» 
ticolari fenfazioni, ed efpreilioni fenfi- 
bili formate ne vengono; così in efTa_, 
cogitazione , o cognizione , da ogni altra 
cofa fceverata, ed in fe r ccolta, fono 
tutti gli clementi , o principi delle ra- 
gionevoli produzioni, e delie Scienze, 

S a che 


r 4 o DELL/ ANIMO 
che cd elfa cognizione è infieme gene- 
rale cflenza, e generai conofcenza : e i 
fuoi elementi , onde è coftituita , fono . 
inficmemente parti, o principi di quel- 
la eflenza ad edere ; e fono prime no- 
zioni, o ragioni di conofcere, o inten- 
dere alla Scienza . Cotefto è il bivio deh 
fapere dell’ Uomo, nel quale in oltre., 
è da notare, che TUomo nella via del 
fenfo è analitico , conducendofi da’ par- 
ticolari a gli universali ; e nella via. del- 
la Scienza è Sintetico , dagli universali 
ai particolari avviandosi. Ma gli ele- 
menti del SenSo, in quanto Sono minu- 
ti, imperfetti, informi, fon pure come 
altrettanti generi: e le nature fenfibili-y - 
in quanto perfette, e compiute , fono 
* anco in quel riguardo particolari. E le 
eflenze perfette ragionevoli , e intelli- 
gibili, perciocché quando vi fi pervie- 
ne , illuminano tutta la Scienza , fono 
come univerSali: e i generi , perchè fo- 
no imperfetti, ed ofeuri, in quello ri- 
guardo fono come particolari da ripu- 
tare . Similmente come il fapere , così 
il volere, o dalla parte impura fenfua- 
le genera volontà, ed affetti foraiglian- 


Bìvìodel 
jà ^cre delP 


Picji tizeti ^ Gpogle 


• V 


• DELL’ UOMO. 141 

ti , dietro a gl* incitamenti del fenfo ; 
o dalla parte pura fpirituale produce», 
voleri, ed affezioni ragionevoli dietro 
alla guida della Ragione. E quello è il 
bivio della vita ,in cui fcorgonli le ori- 
gini delle due celebrate porzioni dell* V *' 
Uomo ,che il volgo de’ Filofofi , quan- 
to con magnifici parlari decantavamo 
con ofcuri fenfi intriga , ed ofeura . 

Adunque la Mente noftra, per la virtù 
tante fiate ricordata , e in tanti modi 
provata di muovere , e reggere fe ftef- 
fa , prima fopra le fenfazioni medefime . <■ 
fi rivolge col diftinguerle , e fccverar- 
le, colle compofizioni , e colle compa- 
razioni ; c in cotal maniera i molti all’ * 
uno riducendo, vi ordifee tele feienti- 
fiche: e poi ne’ Tuoi univerfali, che fo- * 
no quelle prime, e comuni nozioni , 0 
ragioni dialettiche , o metafifiche ,0 ' ' 

geometriche, od altre, dall’ uno i mol- 
ti formando , e coftruifcc le fcienze_ 
ciafcuna a’ Tuoi generi corrifpondentk; 
e per quelle vie medefime fi fatica di 
condurfi a fccrnere, e i modi dell’ ar- 
ti, onde è formato l’univerfo Artificia- 
to , e i modi particolari della legge , 

* Aif onde 


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i 4 2 dell; animo- 

onde è retto 1’ uni verfo Politico; e quel- 
li della natura, onde è fatto P univerfa 
Naturale . Conciolliachè , per dir que- 
llo di paflaggio, la Scienza Naturale non 
fia in altro modo perfetta , che colla^ 
invenzione di tutto il fiftema , e delle 
prime origini delle cofe, e delle gene- 
razioni , e de’ temperamenti de’ par- 
ticolari : e la Scienza Civile non polla 
dirli perfetta , fe non col ritrovamento 
del primario vero , e retto di tutto il 
corpo politico , e di tutti i membri , 
che ’l compongono; e de’ rapporti , 
delle appartenenze , che la comunion 
civile adempiono . E fimigliantemente 
per le regole univcrfali de’ primi , ed 
ampli artificj ; e per le leggi particola- 
ri di quelle, e di quelle opere partico- 
lari , che di là dirivano , P arte fi con- 
duca all’ultima perfezione. Così anco- 
ra la Metafifica , che Geometria della 
natura, o efienza intelligibile fi può ap- 
pellare , s’ ella vuol’ edere tutta intera, 
e compiuta, dee guidarne fino alla co- 
gnizione dell' animo nofiro , e di Dio 
gloriofo , in cui è tutto il fiftema dell* 
univcrfale eflenza intelligibile . E l'd — • 

Geo- 


• 


DELL’ UOMO, 145 

Geometria, che Metafìfica fi puodire^ . .» 

della natura corporale , non può ella^ 
effer giunta al colmo delie fue finezze, 
fé non dimoftra con quali leggi di nu- 
meri, e di mifure , e di libramenti la 
gran macchina è eoftrurta dell’ Univer- 
fo . AI quale aitili! mo fegno ella non è 
ancora per niuno pervenuta , ne già fia 
mai, che vi aggiunga in avvenire Uo- 
mo mortale ; onde Tempre in tenebre^,, 
fino al fine de’ fecoli fi rimarrà la Fifio- 
logia. Dette quelle cole così di paflag- - 
gio , ritorniamo a gli affetti, fol per di- 
re di un grande errore di Lucrezio , 
intorno al principal Seggio della Men- 
te . Egli animofamence nel cuore ,' 
ne* precordj E alloga in quei verfi : 

Lib. Ili » 

Sed caput ejfe quajl y ó* domi nari in corpore loto 

^ , Errore di 

Confi l tu n , quod nos animata , mentemque vocamus 1 Lucrezio in - 

Idque Jìtum media regione in feHoris btret . ^deWAxdmti 

Hìc exultat enim favor , ac melus 1 b<tc loca circìtm 

Lettiti* mule enti bic ergo mens , animufque ejl . 

Citerà fan animt fer totani dijjìta corfus 

Varei , <£r ai numen mentis , momenque movettir : • • 

Ma 


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i 4 4 DELL’ ANIMO 
Ma a niun patto, ne il fapere al vo- 
lere fi dee preporre, ne quello a quel- 
lo : di modo che o il leggio del lape- 
re, che è il celabrojO quello del vole- 
re , o affetto, ehe è il cuore , fi debba 
credere , che fia 1’ unico feggio princi- 
pale dell’ Animo. Conciolfiachè per la 
comunicazione de’ penl'amenti , e degli 
affetti pur ora notata, c più per le ra- 
gioni , che nella generai dottrina dei 
primato allegammo; quanto il fapere è 
primo, c principale , e dominante per 
l’univerfal penetrazione, e inclusone, e 
contenenza, che più riluce nell’intelli- 
genza; tanto primo, e principale appa- 
ia edere l’ alletto, per l’ imperio, c per 
Io regimento, che è più efpreffo nella 
volontà. Adunque quei due principi di 
pari autorità , e poteftà , prima per fe- 
i crete corporali comunicazioni infieme 
fi ftringono, e fi collegano; e poi nella 
fovrana unità ed univcrfiliti del puro 
fapere , e del puro volere della Mente 
fi adunano: la quale parimente e rego- 
la all’ affezioni , e luce alle cogitazioni 
fomminiftra. In quel lume , ed in quel 
nume della Mente del tutto unificati 

JBcg- 


i 


DELL’UOMO. 14 s 
reggono , e muovono il corpo organi- 
co in tutte le operazioni dell’ Uomo . 
Quella cofa non potè cadere in mente 
a Lucrezio , che volle in ogni modo 
r animo divifibile, e materiale . Non-, 
potendo egli allogarlo in due luoghi di- 
pinti , per lo vigore degli affetti , il ri- 
pofe nel petto ; efclufo il feggio delle 
cogitazioni , che è il fonte di ognifcien- 
za , e di ogni regola , e legge . E cote- 
llo fermamente un nuovo graviffimo ar- 
gomento della natura indi vifibile , ed 
immortale dell* Animo. Imperciocché 
altrimenti conviene il principato dell*. 
Uomo , o togliere alle cogitazioni , ed 
alle fole affezioni donarlo , come Lu- 
crezio ha fatto ; o a quefle tolto , con- 
cederlo a quelle ; o l’animo materiale , 
e di vifibile , tutto intero, e indivifo in 
due diflinti luoghi riporre; o due Ani- 
mi, l’uno cogitante, e l’altro affettuo- 
fo nell’Uomo introdurre , che tutte fo- 
no cofe fconciflime a dire. 

Spediti in quello modo da quel fa- 
flidiofo argomento , più 1’ ordine , che 
ci fiam noi propoflo , che quel di Lu- 
crezio feguendo,rivolgianci ora aquel- 

T lo, 


U-4ÌT 

Oh V.*.* 


*r 


9 - 


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Lib. Il » 

Quinto or* 
fomento di 
Lucrezio. 


1461 DELLì ANIMO 
fo , che e* raccoglie da una aliai pi a u li- 
bile ragione. Cioè r che l’ animo f come 
gli occhi , c gli altri organi degli altri 
(enfi , fia egli veramente una parte dell*». 
Uomo: e per tanto che e’ non polTa in 
niun modo edere, ne operare fuori del 
corpo * e fuori di elio Uomo : lìccomc 
fenra il. corpo,, e fegregati dall’ Uomo , 
ne gli occhi , ne gli orecchi , ne gli al- 
tri lenii podono produrre le loro azio- 
ni. Udiamo le fue parole : 

Et quoniam mens efi hominls pars un.it locoqUe 

mìI t Rlfti dtl. •>'*'' ** # • 

E ixti tiMnet certo : velut aurei , atque oculi funi , 

Atq\ aliifenfus , qui vitam cumque gubcriumt: . 

t 

Et Dilati mnust atque ‘ oculut t ntirefvs féorjltttv 

Secreta a ‘nobis nequeunt fentiret neque effe : 

Sed tamen in parvo linquuntur fenipore tali i _ , 

, Sic animus per fe non quii fine corpore , dr ip/ó 

' Efse hominet illiut quafi quod va; efse videtur : 

.'■o'F 1 .' Qs, ■ t # 

Sive aliud quidvts potius coniunaius et 

i • .«li*» > ■yjp r i M**- 

Etagere quondoquidem e****#*, corpus, adixret . 

V.v . -tftbv* "■ o >s 

* Tutto il nerbo di quello argomen- 
to egli è r a mio credere*!!) quella una 

r fola 



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DELL* UOMOa 147 

fola cofa riporto ; che 1* operare , fia^ 
del Tutto , di cui è ancora 1* edere : 
onde a niuna delle parti , che *1 com- 
pongono , quell* edere , e quell’ opera- 
re medefimo debba edere attribuito 
Il fentire adunque, e *1 ragionare dell* 

Uomo, che certamente è dell’ Uomo’, 
cioè del comporto, e del tutto , all’amo 
mo folitario non dee poter convenire : 
c per confeguente 1* animo folo , fenza 
il corpo , e fenza 1* Uomo , non può 
fentire , ne ragionare , ne affatto ede- 
re : fcevero di fenfo,e di ragione, non 
potendo già avvenire , che l’animo da 
in niun modo . Si aggiunge a quefto , 
che P eder di Parte è fermamente effe- ^ t 
re di relazione, o di rapporto ; onde», 
la parte al tutto appartenga, e col tut- 
to da congiunta infeparabilmente . Egli T-V* 
è vero, che ci ha alcun genere di parte, 
che verfo di fe condderata , ella anco- 
ra è un tutto : quali fono le parti del .1 «à-J 
tutto cftenfo, e variabile, e quali in», 
ogni altra accidentale compodzione . 

Con tutto ciò cotali parti, quando elle * 
fono fegregate dal tutto, perdon quell’ 
eder di parte, con ogni altra cofa, che 


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I 


148 DELL’ANIMO 
in quel rifguardo lor conveniva. E che 
Lucrezio a quefto ancora abbia rifguar- 
dato, dalla dottrina del medefimo in- 
torno alla indivifibilità de’ primi corpi , 
è manifefto . Volendo egli indivifibilt 
quei primi elementi , e volendogli va- 
riamente figurati ; acconfente bene , 
che quelli abbian parti , non già avve- 
niticcie , ma natie ; non quinci , e quin- 
di raccolte a compor P elemento , ma 
in quello nate: il cui edere , tutto fia 
dell’ elemento , che le contiene ; ed ab- 
biano a quello necefTario rapporto ;on- 
. de Pune dalP altre , e dal tutto non_, 
poffano per qualunque potere effer fe- 
parate giammai . Il luogo di Lucrezio 
ciUd^Lucre- è alquanto malagevole ad intendere j 
zio , non ’m - Picchè P acutezze de* più nobili Spofi- 
tor ‘ P oturo falciar delufe . Il qual 
jj>ojì on % nQ j ^ er j a p ua importanza abbiara volu- 
to qui arrecare, ed mterpetrare . 

, I», 

Tum porri , quorum e/l exttmum quodque cacumen 
Corforìs ìll\us % quei noftri cerner* fenfitt 
Jam nequeunt : hi nimhrutn fine fartibuy extat > 

, \ Et minima cwtfat naturai nec fuit umquam ' 


Uh. U 


JL 


Ver 


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I 


.V 


K. 


DELL* UOMO. 149 

Ter fe fecretum , neque pofìbac effe v debiti 
Alterius quoniam ejìrpfum : frinì* quoque , <tf im * , 

Inde dì* > fluire a/ùe fìmiles ex ordine parte: * 

Agmine condenfo naturavi eorforis explent . 

quoniam per fe nequeunt confi are ^neceffe ejl 
H*rere , ««c/e ?«e<anf ««//a ratione revelli . 
ì'wjk JÀ'/cfa primordi a /ìmp licitate , 
minimi s Jlipata cob*rent partibui arffc 
Non ex ullorum conventu conciliata » 

Sed magli *terria pollentia Jìmplicitate : 

Vnde neque avelli quidquam , ncque demlnui quid 
Concedit natura refervans femim rebus . 

Il vero fenrimento di Lucrezio è, che 
i primi elementi , tuttoché indivifibili , 

M M M J m M M * 1v I— a A _ A . a a fa a a & a I . a_ a M ^ a « 


j. Il* • f • * 

nondimeno abbiati parti : che cotali par- creziobanw 
ti fiano minime, ed ineftenfe : e *1 foro- lont'xwe. 
edere per neceflario rapporto infepara- 
bilmente fia conneflo all* Atomo , che 
tutto, e non già parte e* vuole che Ira. 

Di cotali parti in fine , non per con- 
corfo,e per raccoglimento, ma per na- 
tura vuol , che fi compiano gli elemen- 
ti. Per quel rapporto, e per quella na* 

* si . turai 


. j 


‘à u 

4 i 


■ 

c Vi 


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\ 


i 5 o DELL* ANIMO 
turai connelfone , non poter gi'a aniun 
' patto le parti dell’ atomo , ne dal tut- 
to , nc V une dall* altre elfere diftacca- 
te . Il che è ben egli una maniera più 
ingegnola, c piu falda affai da foltene- 
re flpotcli degli atomi , che non è quel- 
la , che fi tiene volgarmente . Ora ri- 
tornando al propofiro , fe F Animo è 
parte deli’ Uomo; e’ fegue di necelfità, 
che l’Animo fcparatonon puoientire, 
ne ragionar così , come fa 1* Uomo. In 
oltre per quella cagion medefima dief- 
fer parte , non potrà affatto 1’ Animo 
elfere fenza l’Uomo : che altrimente e* 
farebbe non già pane, ma tutto. 11 che 
non può Ilare, non folo per la manife- 
J(ta contradizione dell’ elfere, e non cf- 
. fere tutto, e parte; ma eziandio perchè 
. ogni cofa , che è un tutto , dee avere 
; • la fua propria effenza , e la fua propria 
virtù , ed operazione ; onde lìa perfet- 
to principio del fuo effere , e del fuo 
operare. Dal che fegue, che diflinto, e 
dwifo in ogni modo debba elTere da_, 
ogni altra effenza , e da ogni altra po- 
tenza . Concioifiachè, perfezione, e di- 
^•ytrminazione , o terminazione , e dilui- 
zione, 


W^'t rm r 


DELL’UOMO. 151 
gione , c divifione fieno nozioni , o ra- 
zioni sì fattamente avviluppate infic» 
me, che appajano edere una medefima 
cofa . Finalmente le parti dell’ atomo , 
perciocché non hanno edere , che nell* 
atomo, e dell’ atomo non da, è dovere 
che fieno l’ une dall’ altre , e dal tut- 
to infeparabili . Che è il mcdefimo,che 
dire , che fuori dell’ atomo , in cui è la 
natura del corpo , elle non podanoeder 
corpi . Adunque l’Animo parimente', 
perchè è parte dell’ Uomo , non può 
dall’ Uomo eder feparato : cioè fenza_, 
l’ Uomo , in cui è la natura fenfata ra- 
gionevole, non può l’animo edere, ne 
partecipar quella natura col fentire , c 
col ragionare . Io credo tanta forzai 
aver data a quedo argomento" , quanta 
per avventura a niuno degli Epicurei c 
caduta nell’ animo finora . 

^ Per ifeiorre il nodo di quella diffi- 
coltà, fa di medieri alle diftinzioni , ed 

, M ’ . atti tirgomoi-- 

alle dimnizioni ricorrere delle comuni t0 . 

ragioni, giuda i certiffimi oracoli della 
prima Filofofia , colla quale in ogni no- 
dro filofofico affare ci configliamo . Il 
tutto adunque per efl'enzial ragion^- 

do- 






Soluzione' 


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1 




Sol nella . _> 
Hatura nitri- 
tale Jì truova 
la vera ragio- 
ne di ejfer un 
tutto . 


t. 


152 DELL’ ANIMO 
domanda, che dentro di fe abbia a con- 
tenere tutte (e parti , onde è coftitui- 
to: e la parte allo Scontro vuol’ efler 
tale, che tutta quanta ella è, con ogni 
fuo eflere , (la , diciam così, incorpora- 
ta nel tutto . Di modo che l* eflere del 
tutto in quello principalmente confida , 
che contenga le Tue parti in guifa,chc 
non pofla ne eflere, ne intenderli , len- 
za che lia,e s’intenda con quella con- 
tenenza : e 1’ edere di parte in quello 
lia unicamente riporto , che debba del 
tutto eflere , e nel tutto abbia ad ede- 
re contenuta ; licchè non eflere giam- 
mai, ne pofla immaginarli lenza quel rap- 
porto , e lenza quella , per così dire , 
partiva inclusone .Se quello è vero, co- 
me è appreflo di erto Lucrezio ancora ; 
egli è da tenere per fermo , che la ve- 
race , e fincera , e perfetra condizione 
dell’ efler tutto, altrove , che nella na- 
tura fpirituale , c mentale non pofla_, 
rinvcnirfue che la natura corporale, e 
bruta non più , che di una imperfetta 
limiglianza di quell’ eflere lia capace ' 
Imperocché la natura mentale , per Io 
fenfo ,e per l’ intelligenza di le, e dell' 

altre 


DELL’UOMO. r Si 
altre cofe che fente,ed intende ; chia- 
ramente dimoftra dover ella contener 
fé medefima, e 1’ altre eflcnze con ogni 
identità, e comunicazione: e fé mede- 
lima,e 1* altre eflenze dover penetrare 
da per tutto. Con che quella inclufio- 
ne , e quella contenenza , che *1 tutto 
ha delle Tue parti, e quel paflivo incor- 
poramento , con cui le parti fono nel 
tutto, dimoftra dover fola perfettamen- 
te pofledere. Nella qual cofa è princi- 
palmente riporto il reciproco rapporto, 
e la neccflaria conneflione , onde il tut- 
to dalle parti , e quelle da quello , e», 
1* unc dall* altre non portano fepararrt . 
Per contrario la natura corporale tut- 
ta per ogni vcrfo limitata, ed efclufa, 
c diftinta , di quella inclufione , e di 
quello incorporamento non è capevo- 
le:febbene, come qui, ed altrove ab- 
biam dichiarato, può la Materia per fi- 
nezza , e per fublimità , ed attività di 
foftanze , e per conneflione di parti , e 
confenfo di moti cotanto ingentilirli, 
che vegna tanto , quanto a Materia è 
poflibile , un tutto perfetto a raflomi- 
gliare. Oltre a ciò, contenenza , ed uni- 

V ver- 


Ì54 DELL’ ANIMO 

vcrfalità fono una cofa medefima : 

Teflere un tutto, e l’ edere univerfale, 
fono una medefima elfenza . Donde fi 
può intendere , che alla perfezione del 
tutto, due cofe vi fi richieggono necef 
fariamenrc ; l* una , chc’l tutto debba 
aver perfetta pienezza in ampia indivi» 
fibile unità; l’altra, che tutti i partico- 
lari , che gli appartengono, dentro 
quella pienezza fiano realmente com- 
prefi . Benché quelle due condizioni ad 
una fola finalmente pofiono riferire : 
concioflìachè , ne perfetta contenenza., 
fenza palfiva inclufione , ne pafliva in- 
clufione fcnza perfetta contenenza , pof- 
fa clfervi in alcun modo . Per cotclle_ 
leggi , primieramente ogni fpezie di tut- 
to, generalmente confiderato quell’ ef- 
fere , dee con tutte le fue cofe efl'erc-, • • 

in fe medefimo riftrcrto,e chìufo,e da <" 
ogni altra cofa, che e’ non è, fegrega- 
to,e diftinto.Ne può un tutto coll’al- 
tro , fia materiale , fia fpirituale , con- 
venire infierae ,e ftringerfi,e collegar- 
fi a niuna coftituzione . II perchè non-, , 
folamentc il tutto mentale dal corpora- 
le , c quello da quello è forza , che fia 

ESriBidi- 


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DELL’UOMO. 1 55 
diftaccato da ogni banda ; ma ancora 
un tutto fpirituale da altro fpirituale, e 
un tutto materiale da altro fimiglian- 
te . Ma ove per avventura c poflìbile , 
che un tutto fpirituaie non fia in que- 
lla confiderazione perfetto ; c fimilmen- 
te ove può avvenire, che un tutto ma- 
teriale nel fuo genere ila manchevole , 
ed imperfetto ; allora altro è da dire», 
per diflìnirc le quillioni , che ci nafeo- 
no . Perciocché quanto di mancamento 
fi può trovare io un tutto, comech’c’ 
fia o nella indi vifìbile , e penetrcvolc 
pienezza , o nell’ incorporamento de’ 
particolari ; altrettanto vi ha di biso- 
gno , c d’ inchinamento per ricevere , 
ciò che non fi ha ; e per unirli , c llrin- 
gerfi con altro tutto, che polli adem- 
piere quel difetto,e con quella unione 
comporre una natura più perfetta , 
piena, ed eccellente . .Ora il corpo or- 
ganico umano, egli è un tutto materia- 
le ; c d’ altra parte V animo è egli cer- 
tamente un tutto mcntalc.il primo per 
conncflione, e confenfo , c ingegno , e 
temperamento di concorde voi i* follarne 
in uno operanti ; c l’altro per l’ intelli- 

V 2 genza 


Duando due 
toje amendue 
perfette ,pcf- 
jon giuenerjl 
infame a co - 
Jiituire 
terza natura • 


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! 56 DELL’ ANIMO 
genza fola , che fé medefima , ed ogni 
Tuo edere, con principio, fine, e mez- 
zo, l’uno dall’altro procedenti accoglie 
in uno. Ma all’uno, che è il corpo or- 
ganico , tuttoché avente 1’ incorpora- 
mento de’ particolari , manca 1* ampia, 
piena, indivifibile , e penetrevole uni- 
tà , che fola può avere perfetta conte- 
nenza : ed all’ altro , che è 1’ animo , 
quantunque egli abbia perfetta pcnetre- 
vole pienezza d’ unità indivifibile , man- 
ca nondimeno 1’ efprclTionc di fenfibili 
particolari. Laonde , benché l’Animo, 
e ’l Corpo fiano ciafcuno un tutto; tut- 
tavia l’uno, e l’altro fono manchevo- 
li, ed imperfetti: e l’uno, e l’altro fo- 
no bifognofi di foccorfo , per edere un 
tutto compiuto, ed intero. Adunque e’ 
deono edere 1* animo , e ’l corpo infra di 
loro fcambicvolmente per natura inchi- 
nati , ed adattati a ricevere l’uno dall’al- 
tro, e P uno all’altro donare quel che 
hanno , e non hanno ; ed a ftringerfi , ed 
unirli infieme alla perfezion di un tutto 
fuperiore, ed eccellente , che è l’Uo- 
mo; il quale abbia perfetta contenen- 
za, e pieno incorporamento di partico- 
lari : 


DELL’UOMO. 157 
lari: donando il corpo organico alloni- 
mo V efpreirionc de’ particolari fenfibili ; 
. e l’animo al corpo la perfetta penetrc- 
vole contenenza comunicando nell’Uo- 
mo coftituito.E adunque l’AnimodcIl’ 
Uomo un turto , ed c infiememente.* 
parte dell* Uomo, eflendo un tutto im- 
perfetto ; perciocché per 1* imperfezio- 
- ne, onde è I* inchinamento , e 1* adat- 
• ‘ tamento,e l’ordinazione a convenire, 
ed unirfi alla cogitazione, può edere , 
ed è in fatti una parte : e per avere., 
principio, mezzo, e fine interni , onde 
può raccoglierli , e conchiudcrfi in fc 
medcfimo, può edere, ed e in vero un 
tutto; e può dal corpo , e dall’ Uomo 
feparato edere, e feparatamente opera- 
re . Nel quale dato è da credere , eh* 
egli in femedefimo raccolto, e ad altro 
principio rivolto , abbia 1* incorpora- 
menro de’ particolari ragionevoli , ed 
intelligibili ; ed aver poda quello anco- 
ra de’ particolari fcn&bili , con altri 
ftromenti, per altre vie, e guife : feb- 
bene non può a niun patto propriamen- 
te il fenfo , e la ragione , che fono 
dell’Uomo proprie, ritenere. Siccome 

‘ ^ il 


Il fenfi pro- 
pri del? Uo- 
mo-, nel' Ani. 
ma fe parata , 
ne il Corpo 
aver fojfono . 


t 

* 


m 


Varie manie- 
re di cofìitu * 

zioni . 


158 DELL’ ANIMO 
il corpo organico difanimato , (alvo , ed 
intero per ipoteli rimanendo; in quan- 
to dell’ Uomo è una parte , il fenfo pro- 
prio dell’Uomo non potrebbe aver in 
alcun modo: ma perchè è infieme uiu 
tutto; non gli mancherebbe per avven- 
tura quel genere di fenfo , che fecon- 
do quello dato convenevole làrebbe . 
Tali per certo non fono 1 * intelletto , 
ne T altre facoltà dell’ animo , che di 
più per nodo d’ identità non poflbno 
edere dall’animo feparate . Ne gli occhi , 
nc gli orecchi , ne gli altri fenli , che 
fono parti , che in niun modo può con- 
venir loro l’cflcr di tutto nel genere^, 
dell dfcrc formato, ed operante ; e per 
tanto, ne gli occhi vedere, ne udire gli 
orecchi, ne gli -altri fenfi dal corpo, e 
dall’Uomo feparati potrebbono i loro 
metlicri .adempiere giammai. 

Adunque la ragione dell’ appartenen- 
za , c del rapporto -della parte al tut- 
to, non è fempre ad un modo in tutte 
le cole ; non in tutte le parti di qua- 
lunque Torta;, ma è varia , e variamen- 
te connctrcJe parti fra loro, c col tut- 
to, fecondo la varia condizione, c va? 


DELL’ UOMO. \t$9' 
ria maniera delle foftanze , e delle co- 
ftituzioni . Sonovi fcnza dubbio di quel- 
le parti , che altro edere non hanno , 
che quel di par te: ne fono in altro mo- 
do, che nel tutto; non avendo propria 
eftenza, o foftanza .*Cotai fono i modi 
o corporali, o mentali, che nell’ edere 
delle foftanze modificate , o moderate 
così fono internati , chè fenza intero 
annullamento di ogni loro cft'enza , ed 
ogni loro operazione, non poifono nep- 
pure per penderò da quelle foftanze 14 , 
onde fon modi, edere fegregari . Ed in 
quefie cotali parti conchiude bene l’Ar- 
gomento Lucreziano , cd in altri generi 
imperfetti. Ma oltre a quefte vi fono 
altre fpczie di parti, che han foftanzi, 
ed eftenza propria: il perchè febbene, 
quando fono dal tutto fcparate, c foli- 
tarie , quello eftere medefimo , chccon- 
tribuifeono nella coftituzaonc , non pof- 
lòno ritenere ;deono non per tanto po- 
ter collier vare le proprie loro foftanze, 
o elfenze , e le proprie lor operazioni 
con quelle . 

Al precedente argomento or dee fuc- 
ceder quello, che dell’ impoflibtlità del 
4 dover 


i6o DELL’ANIMO 
dover l’Anima feparata avere, e infie- 
me non avere i cinque fenfi , Lucrezio \ :*•' 
arditamente oppone, che a quel primo, 
e nel viluppo della difficoltà, enei ge- 
nere delle cofe , molto fi avvicina . Con- 
ciolfiachè ,Te quello dall’efier l’Anima 
una parte dell’ Uomo , vuol dedurre, 
che fia dall’Uomo infeparabile ; quello 
fecondo , che ora.foggiugniamo , dall’ef- 
fe re i fenfi e dell’ Anima, e del corpo 
organico, parti, va a conchiudere , che 
nc l’Anima de’ fenfi fccvera,ne fegre- 
gati dal corpo i fenfi, da le pottano (la- 
re a niun patto. E quantunque ogn’ in- >t 
gegno, colla noftra principal dottrina 
potta fcioglierlo di leggieri ; pure per 
produrnoi il frutto delle noftre fpecu- ’ \ 
{azioni , ci rifolviamo a parte trattar- 
lo. Adunque quel che di tutti gli altri 
argomenti abbiam fatto , e faremo ap- 
prettò; di quello argomento ancora fac- 
ciamo al prefcntc; ingegnandoci a più 
potere fortificarlo da ogni parte . La_. 
neceflità del dover 1* Anima fcparata ef- 
fcr fornita de’ cinque fenfi , che Lucre- 
zio fcmbra voler confermare colle im- 
magini de’ Pittori , e de’ Poeti , che at- 


• ' • 


tedino 


• ■** -l 

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t 

Digitizecfby Goòglc 




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DELL’ UOMO. 161 
tedino l'antico comun fcntimento , ella 
è in fatti da quel Fiiofofo data appog- 
giata fopra quel fermidìmo principio ; 
che ogni edenza , o natura comune», 
dee con alcuna delle fue differenze , o 
proprietà elfer diterminata neceffaria- 
mente : e che fenza ogni fua differen- 
za , o proprietà non può ella dare in_» 
niuna guifa. Siccome allo’ncontro, pro- 
prietà ,o differenza niuna e! può avervi 
mai fenza il fondamento, diciam così, 
della Natura, o edenza comune. Per- 
ciocché 1 * Anima con generai fenfo , e 
percezione delie cofe , per ogni modo 
dover edere; anzi altro, che quel fen- 
fo , e quella generai percezione non ef- 
fere , egli è ad ognun che vi ponga»» 
mente , manifedo .Dal che fegue bene, 
che il fenfo, e la percezione generale , 
come con alcuna delle fue proprietà 
e particolari forme eder dee compiu- 
to, e perfetto; così quelle proprietà, e 
particolarità medelime di necedità egli 
implica nell’Anima . Fermamente non 
può capirfi a niun patto, come l* Ani- 
ma feparata poffa aver niun fenfo , o 
percezione , che nel tempo medefimo 

X ella 


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Digitized by 
M "A.. 


Go4 


Sottilità dì 
Lucrezio non 
inteja da gli 
Sfojìtori, 


161 DELL’ ANIMO 
ella nc veda, ne oda ,nc per niuno de- 
gli altri fenfi particolari, niuna percezio- 
ne abbia degli obbietti. Dall’altra par- 
te , 1’ impoflibilità di avergli in quello 
flato, egli è per certo una gran fottili- 
tà , con che Lucrezio la compruova , 
che niuno degli Spofitori ha potuto pe- 
netrare finora .Onde, e nel variar In- 
iezioni, che ftanno bene, e nel fupplir- 
vi i fcnfi,che non vi mancano, eglino 
fonofi affaticati in vano . Prende egli 
a conliderare i fenfl in idea, fecondo le 
loro, per così dire , formalità metafi- 
ficamente,c gli rapporta all’Anima : e 
infieme gli confiderà nelle loro realità , 
e corpulenze filicamente , e gli riferif- 
ce al corpo: e poi argomenta, che co- 
me i fenfì, ne effere , ne operare pofTono 
feparatamente dall’ Anima ; così allo 
fteffo modo non deono potere , ne ede- 
re , ne operare feparati dal corpo , e— 
dall* Uomo . Concioffiachè 1* Anima ila 
l’uno Ideale, o formale, o metafilico, 
onde le proprietà , o differenze de* par- 
ticolari fenfi debbano procedere ; c— 
1* Uomo, e’I corpo fia V uno Reale, o 
materiale , o tìfico , nel quale quelle— 

pro- 


*.v ' ^ Digitized by Google 


DELL’ UOMO. 1 63 

proprietà , e differenze medcfime deb- 
bano eflere incorporate diverfamente , 
fecondo quei diverfi rifguardi , di di- ' > 

verfi principi , e procefTi.Con ciò vie- 
ne egli a conchiudere , che poiché l’Ani- 
ma da una parte non può edere sforni- 7 
ta de’ fenfije dall’ altra non può in niu- 
na guifa efferne provveduta • che ella 
non può ne fentire , ne in altro qua- 
lunque modo operare, ne effere affatto 
dal corpo , e dail’Uomo feparata . Udia- 
mo le parole fue proprie, e poi vegnia- 
mo alla Soluzione. 

Vr eterea fi immortali t natura animai efi , Lib. 111. 

Et fentire poiefi fecreta a corpore nqfiro : 

QuinqueiMt opinor)eam/aciendum efifenfibus auHantt 
Ntc ratione alia nofmet proponet e nobis 

" i t * 

Tofiumus infermi animai Acheronte vocari. 

riHores itaque , & f criptorum Stola priora 
Sic animai introduxerunt fenfibut cucì ai r 
L * At ne< l ue f e orf “inoculi , ncque ttarei , nec manus ipfa 
Efie potefì anima : nequefeorfum lingua , neque aurei 
. '• ^ditum per fé pqffunt fentire , neque effe . 

Poiché noi con invitte di mo Orazioni 

X 2 abbia- 0gomtm ° é 




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!<S 4 DELL’ANIMO 
abbiamo accertato ognuno, che l’Ani- 
ma dell’ Uomo da’ modi , e moti parti- 
colari de’ particolari fenfi, e cogitazio- 
ni dee poter ricoverarli nel fenfo , e 
cogitazione univerfale : c poi dall’ uni-» 
verfal fenfo, e cogitazione raccoglicrfi 
nella fua pura , e fincera intelligenza ; 
noi fiam con ciò venuti ad accertare- 
per vera la feconda impoflibilità , che 
oppone Lucrezio: cioè, che l’Anima., 
feparata non pofla ella avere i cinque 
fenfi dell’ Uomo , con quei particolari 
organi, e lavori , e moti , ed azioni , 
che nell’Uomo fono , e fi fanno . Ma 
non così della prima, che ella non pof- 
fa in alcun modo operare , ne eflere^ 
affatto fenza quei fenfi medefimi . Im- 
perocché avendo l’ Anima in quello 
flato la intelligenza i ed avendo con-, 
quella, altra cognizione , ed altra feien- 
za di altri obbietti più ampj , c più pie- 
ni, e più luminofi ; non fegue ,che len- 
za quei fenfi particolari ella efler debba 
feioperata, e nulla. Anzi sbrigata da^ 
quelle anguflie , e da quelle turbolen- 
ze, ed ofcurithje fatta più univerfale, 
c più pura , con maggior chiarezza , ed 

Cateto r 


am- 




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DELL’UOMO. i&s 
‘ampiezza di prima può in ogni parte», 
eftendere la fcicnza. Onde l’argomento 
di quella parte della contradizione già 
monco, riman del tutto invalido a pro- 
var nulla. Ma perchè con tutto ciò non 
pare ancora, come l’ Anima feparata_» 
pofla avere , o cognizione fenza fenfo , 
o fenfo fenza corpo; il qual fenfo, e la 
qual cognizione fembra dover efTerC-, 
tutta l’ univerfa fcienza:e non avendo- 
gli, e’ non è agevole a penfarc , che co- 
fa poi fuori delle fpc2ie corporali a lei 
rimanga ad intendere, e conofcere: dal- 
le quali ofeurità potrebbe per avventu- 
ra riprender forza F argomento ; per 
quella cagione egli è d’uopo alcuna cofa 
dire delle fecretc guife dell’ operare di 
quello llato . Ma noi non imprendiamo 
ad afTicurar tutte cofe con giufte dimo- 
llrazioni ; che ne certamente il pollia- 
mo, ne dobbiamo nella prefente quiftio- 
ne . Conciofliachè quelle altezze ad Uom 
mortale inoperabili , quanto a noi to- 
gliono il potervi arrecare una ftrema 
chiarezza ; altrettanto a gli Epicurei 
fottraggono il dovere avvalerfi delle 
'*'■ ofen- 


t<56 DELL'ANIMO 
ofcurità . Se eglino , quantunque colla 
fcorta del fenfo, appena le fcniibili co- 
fe fi affidano di efplicare ; tutta 1’ am- 
piezza della ragione, e dell’ intelligen- 
za lafciara addietro j e pur nondimeno 
rimangonfi effi nelle (tolte opinioni lo- 
ro; come a noi, che giufta inoltri prin- 
cipi > 1* natura ragionevole , ed intelli- 
gente , e’I Tuo operare efplichiarao , e 
la fenfibile non lafciamo addietro, deo- 
no difdire che nel più alto, e puro dell* 
intelligenza medcfima, quanto a Uomo 
è conceduto , poggiando , a quelle fubli- 
mità non afccndtamo ? Ma nulladiman- 
co in cotali cofe, affai probabili ragio- 
ni , e dove di farlo ci è permelfo , giu- 
fte dimoftrazioni allegando , V affare 
condurremo a tale, che anzi da defide- 
rio di più oltra conofcere accefi , che 
da difperazione di potervi altro edere, 
confufi rimanghiamo. Per rifecare ogni 
rincrefcevolc lunghezza , io dico fulla < 
prima, che 1* Anima con quel medefi- 
mo ingegno, c potere attigne le fpezie 
materiali, quando ella è feparara,e fo- 
litaria , con che il fa ella, quando è in 
* w '•* •• p coni- 

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DELL’UOMO. ió 7 
compagnia della materia , ed è coru 
quella congiunta ; con quello folo di. 
vario, che nello flato dell’unione, l’Ani- 
ma dalla corpulenza , e infermezza del- 
la materia è ritardata, e dalle fucceflio. 
ni , e variazioni della medetìma è tur- 
bata, e diftratta.Da quefto ritardamen- 
to, e da quefla turbolenza, e variazio- 
ne duecofe notabili nel corpo addiven- 
gono. Prima, il fenfo,che per tutta la 
mole del corpo per ogn’ intorno fi dif- 
fonde, dove la materia è più groflola- 
na , e rozza , e pigra ; c dove i raggi 
della materia penctrevole fono mea_» 
copiofi , e men forti; quel fenlo , dico, 
ivi è tenue , languido ,confufo, ed ofeu- 
ro. Secondo, il fenfo è diflinto, c di vi- 
ro in più, e divertì luoghi con vario ar- 
tificio, e vario apparecchio contefli:ed 
in quei luoghi è più vivo, attuofo, di- 
flinto , e chiaro con varj gradi di mag- 
giore, e minore attiviti > e lucidezza . 
Sicché il fenfo dell’ Uomo , ove egli è 
più virtuofo, e più lucido j quivi è in 
quefle , e quelle parti diflinto , c divi- 
io : ed ove è unito, ed uno ; ivi è tor- 
bido, confufo, ed ofuro. Ma nello fla- 


r 

è 


w 


V Anima-, 
fepnrntn dee 
potere operare 
con piìi fran- 
cbezza , e vir- 
tù . 


1 6 * DELL’ANIMO 

to della Separazione , fenza far violenza 
nc a ragione , ne a cofa alcuna , e’ ci 
convien credere, che l'Anima fottratta 
a quelle gro(Tezze,e da quelle angurie 
Sprigionata , a voler riguardare la natu- 
ra di lei, e la fua virtù naturale , quel 
potere medefimo , che ella ha fopra la ; 
materia penetrcvole , con più Sovrani- 
tà^ più vigore efcrcitar polla; e mag- 
gior copia di maggior finezza, ed atti- 
vità di quella materia dominare. E per 
confcguente non riftretta fra quei can- 
celli , ne in quelle nnnurczze fpartita ; 
ma dilatata, e in fc raccolta, con uil- 
folo ampliamo fenfo universale , polla 
e più diftinramcntc (cernere , e più al- 
tamente penetrare , e più chiaramente 
apprendere tutte le forme ,e tutte le«, 
azioni delle cofe materiali . Se l’Uomo 
per virtù dell’ Anima ha imperio, e po- 
reftà Sopra la materia pcnetrevole in» 
terna ; e dona a quella , e nc riceve a 
rincontro le modificazioni ; e col mini- 
fierio della medefima produce il fenfo , 
e la cogitazione univerfale ; e fecondo 
la divilata varietà in tante maniere il 
difiignuc , quante in noi le ne veggo- 
no; 


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DELL’UOMO. i<$9 
no; perchè poi 1* Anima ieparata coti 
quella eccezione , che abbiam già ricor- 
data, non potrà quell* olTequ io , e quel 
minifterio della medefima materia ave- 
re? Ed avendolo, perchè non potrà el- 
la reggerla , e moderarla a Tuo piaci- 
mento? L’Anima certamente allora tur- 
ta la Tua fpiritual modificazione nella 
Materia efplicando , c tutto 1’ oflfequio 
della materia ricevendo, rutta luce , e 
tutta occhio ben potrà divenire . Ma_# 
ciò non farà ella con tal congiunzione, 
che informi , a coftituire una natura, co- 
me avviene nell’Uomo; ne con tal po- 
terebbe formi, a produrre le nature, 
come fa la Mente fovrana nel Mondo; 
ma bene in un terzo modo dà quello , 
c da quello dillinto , ed all* uno , ed all* 
altro alquanto fimigliante. E quello, fe 
io non fallo, uno argomento di quelli, 
che abbiamo impromclfi ; perciocché 
ficcome colla fola includono , c conte- 
nenza dell* Anima, che è manifelìa nel- 
la cofcienza del proprio conofcerc , 
abbiam poturo dimollrare il pregio dell’ 
Immortalità della natura della mente-, 
congiunta; così coirimpcrio,ed arbitrio, 

Y che 


* 


V 


i 7 o DELL’ ANIMO 
che l’Anima ha della materia penetre- 
vole, che è manifcfto nella cofcienza_» 
dei proprio volere ; crediamo poter* 
provare la maniera dell’ operare deliaci 
Mente foiitaria. In oltre è uopo ricor- 
dare quel che in quella Difpuca , ed al- 
trove abbiam divifato , che la materia 
* di per fc impenetrabile , e tencbrofa , 
per ordine, e confenfo di modi, e mo- 
ti penetrabile, e luminola diviene. La 
fcienza , la legge, e 1’ arte con podero- 
fe virtù, e fruttifere operazioni intro- 
dotte nella materia , rendonla per ogni 
parte lucida , c pcnetrevolc alla Men- 
te . Or fe la Materia più cra(Ta,e pigra , 
e contumace, a tanto per quella via h 
tiguljITeUa conduce ; che fi dee egli giudicare di 
' forzion più quella porzione di materia, che di fom- 
fottile della-* ma ) mobilità, attività , e doci- 

ae '' a ' Xìtà è dotata ? Quanto farà ella delle-* 
forme dell’ arte , e della fcienza cape- 
vole?E quanto alla Mente penctrevo- 
*le, c Iuminofa ? Anzi farà della luce , 
ed erta penetrabilità unicamente atta a 
ricevere le mentali forme, ed a comu- 
nicarle alla materia; e ad imprender le 
forme materiali , ed a fignilìcarle alla-* 

Men- 


DELL’ UOMO. , 17! 

Mente . Adunque la porzion penetre- 
vole della materia , potrebbe ella elTere 
ftata miniftra della Mente prima a pe- 
netrare, illuftrare ,e formare la comu- 
ne materia mondana , onde il Mondo 
è comporto: e può eflerc, ed è compa- 
gna della Mente infima dell’ Uomo a 
penetrare , illuftrare , ed informar la 
materia organica umana , onde 1 * Uomo 
è formato: cioè, come quella materia-, 
arreca nel mondo la virtù divina , a 
produrre le forme reali ; così nell’ Uo- 
mo adduce la virtù della Mente urna- 
na, a produrle formi ideali. E così fi- 
migliantemcnte la medefima Materia-, 
può ella erter iftrumento delle menti 
fcparate , a congiugnere in uno la (cicn- 
za , ed arre , e legge mentale coll’ ar- 
te, fcicnza,c legge materiale: onde gli 
univcrfali della Mente fi compiano ne’ 
particolari materiali , colla cognizio- 
ne ;e i particolari materiali fcambievol- 
mente ricevano inoro compimento ne* vi ■ 

gli univerfali della Mente, colla Tigni- on**k*&* • 

ficazione . Quella nobiliifima natura per 
fomma abilità quinci, e quindi al prin- 
cipio mentale^ ed al priucipio materia- 
li* Y 2 le 


w 


tji DELL’ANIMO 
le oflequiofa , i pregi della mente tra* 
porta nella materia , a manifeftar la 
mente, e formar la materia: e tutti gli 
ornamenti della materia riconduce nel- 
le menti , a fignificar la materia , ed 
ornar le menti . Il perchè antichi Fi- 
lo fofanti , così pregevole foftanza, dal- 
la condizione della comune materia pre- 
fono configlio di fegregare : ed alcuni 
fino a volerla al genere fpirituale aggre- 
gare fi difpofero . Egli è adunque non 
malagevole ad intendere, ciré la Men- 
te fcparata , col minificrio della mate- 
ria fottilc, con più virtù , ed ampiez- 
za^ finezza difeerne le particolari (pc- 
zie,ed azioni, e fignificazioni corpora- 
li. Al che fi aggiugne , che gli univer- 
fali della feienza, e dell’ arte , fue pro- 
prie doti natie allora più largamente; 
diftende , e più prontamente propaga *. 
il che non può fare fra le premure , e 
Grettezze del corpo organico . E per 

23* * uno ’ e P er v altro capo , > 1 pri ,? cip > 

primi , e’1 temperamento loro , c l va- 
ftarata. g j 0 ingegno de* lavori , e tutte le gene- 
razioni , e le fufianae , e gli ordinati 
procedimenti » e k virtuofe influenze 

• v de* 


ikir 


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DELL* UOMO- 175 
de’ Celefti corpi, e tutto il concerto r 
e ’1 fiftema del Mondo, e la cottruzio- 
ne dell* Uomo può meglio efplorare r 
e penetrare , ciascuna fecondo la pro- 
pria capacità r e virtù . Perciocché è 
da credere , che le menti finite emen- 
do, abbiano le proprie fpirituali tnodi-i 
ficazioni ; onde fieno dall’ infinito cir- 
coferitte, ed infra di loro diftinte.Ein 
particolare, che la menre dell’ Uomo, 
per una cotal proprietà di più fra ella * 
propriamente inchinata , ed adattata a 
congiugnerfi colla materia per la corti- 
tuzione deli’ Uomo . Per quefti nottri 
divifamenti s’intende ciò, che dir vol- 
lero quei Filofofi,che di certi veli cor- 
porali , gli Spiriti puri diceano dover ef* 
fere provveduti ; e alcuni Padri , che 
le Anime e gli Angeli corporee fo- 
ftanze riputarono. Cioè non altro eglino 
a-ver voluto infirmare da quello r che 
noi della maniera di operare dell’Ani- 
mo feparara abbiam conchiufo , fi dee: 
tenere per fermo . Cosi fimilmente è da 
interpetrare quella Sentenza , che la_. 
Mente d’ un’ altra mezzana natura ab- 
bisogni , per potere attemperai alla 

ma** 


9 + 


,'fc* 

fc • 




i74 DELL’ANIMO 
materia * Finalmente , che la villa Tifac- 
ela non per inrromilfionc della luce». ' . 1 

efterna nell’occhio, ma per eftramillio- 
ne della interna verfó gli obbietti ; è 
fenza dubbio nata dalla cognizione dell* 
imperio, e potere della Mente fopra la 
materia penetrevole , e dal minifterio, 
ed oflequio di quella verfo di quella : 
onde è il vigore della virtù mentale al- 
la produzione, o alla percezione delle 
cofe.E qui poffumo dire aver termina- 
ta la Dilpnra colla foluzione degli ar- 
gomenti più principali, e più forti. Per- 
chè dopo avere ben fondata la reai di- 
fìinzionc dell’ intelligenza : e dopo ave- 
re altri punti ftabiliri, così come fatto 
abbiamo delle più rilevanti verità ; gli 
argomenti , che ci rimangono, così leg- 
gieri, e piani 1} difcoprono; che più per 
non parere, che nftuf aulente gli tralan- 
diamo , che per necdfiti , che abbiano 
di particolar foluzione , gli dobbiam ri- 
cordare, a ciafcuno argomento adattan- 
do quelle generali dottrine : il che fa- 
rem brevemente. E prima veggiamo di 
quello, che c in quei verfi efpreflo: 



\ 


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•V 


-*1 


DELL’ UOMO. 175 

Denìque cum corpus ncque at per far e mimai 
Dìjjìdium , quirt in tetro tabefcat odore r 
Quid dubitar quin ex imo y penitufque coorta 
Emanar iti uti fumus y diffufa anima vis 1 
Atque ideo tanta mutatum fu tre ruina 
Conciderit corpus pcnitus I quia mota loco funt 
Fundamenta forar anima r manantque per artus , 
Terque viarum omnes fiexus y in corpore qui funt r 
Atque / or amina : multi modi s ut nofcere pojjìs 
Difpertitam anima naturavi exijje per artus 5 * 

Et prius effe /ibi diflraclam corpore in ipfo , 
Quitm prolapfa forar enaret in aCris aurar ** 


*1 ' 


Vi, UT, 




Settimo 
argomento’ 
di Lucre- 
zio . 


' x 

‘‘1 0 • 








£ 


Dalla. dillofuzione , c putrefazione 
del corpo umano r che al dipartimento 1 
dell’Anima fegue immantinente , vuol 
Lucrezio inferire r che L’ Anima debba 
eflere fparfa per tutto il corpo : che i 
di lei principj componenti fieno con_* 
quelli del corpo talmente intralciati T c 
intrigati ; che quella eflcr 'debba la ca- 
gione , onde al dipartirti- dell’ Anima , 
una totale fovverfione al corpo ne av- 
venga : ficchè tutto fi cangi , e impu- 




\ 




• m- 


*■ 


Dkjitaed by Goggfe 


i*j* DELL" ANIMO 
tridifca., c tramandi fuora 1* intollcrabil 
fetore - E poi ne’ feguenti verfi foggi ti- 
gne , che il folo deliquio , avvegnaché 
allora 1 ’ Anima non vada via , ma foi 
difiratta , o opprefla languifca ; tanti 
cangiamenti nel volto , e negli occhi , 
e in tutto il corpo produce ; quanti le 
grida, e le lagrime badino a rifvcgli3re 

^riterfetri ^ e ’ circoftanti . De* più migliori Inter- 
no» ban capì- pcrri di Lucrezio, non bene han capi- 
la la forza ù t;1 la forza dell’ argomento . Eglino mo- 
MntO'. arS ° firan di credere , che quel Filofofo te- 
glia , che F Animo , e l* Anima flano 
una medefuna cofa ; e quanto qui dice 
dei doverfi in morte difperderc i com- 
ponimenti dell’Anima , onde il corpo 
imputridifca ; che tanto intenda di dire 
dell’ Animo , e dell’ Anima infieme , 
E una natura coll’ altra confondendo » 
crvvéro prendendo efli 1* Anima per la 
fola parte incorporale ; e quella idea t * 
e quell’ appellazione alla mafia degli 
umori , e degli fpiriti non concedendo , 
fecondo quefto lor proprio fentimcnto. 
prendono l’argomento Lucrcziano: 
fon contenti di rifponder folamentc , 
che la putrefazione , e ’l fetore del cor- 

po 


Digitizéd 


* 




DELL’UOMO. 177 
po morto , non è effetto della divifio- 
ne, e del dilfipamento dell’ Anima; ma 
di altra cagione tutto diverfa. La qual . 
rifpofta, fe vuolfi comprendere la par- ... , 
te fenfuale , è certamente falfa : c fe , 
meffa da banda la fenfuale , come quel- 
la , cui V appellazione , e 1* idea di ani- * J ' 
ma non convegna , della fola parte in- 
corporale fi vuole intendere ; c fenza 
dubbio fcempia, ed inetta: perciocché 
corre a far difcfa , dove non bifogna : . . 

e quella parte , ove è indrizzata 1’ op- . ... 

pofizione , fcoperta lafcia , e fenza di- 
Fefa. Si aggiugne a quello , che quando 
Lucrezio dice , dover efTere dal profon- '• t *' 
do fcolfi i fondamenti dell’ Anima , e 
fuora difTipati , e difperfi ; dicono eflì , 
che con ciò s’intenda elfer 1’ animo il , 
fondamento del corpo; il che è ancora 
vero: ma eglino non intendon già per 
fondamenti i primi componenti , il 
cui dilTipamenro cagioni quello effetto. : . 
ne’ corpi morti: che è per certo un non # 

- affatto intendere 1 * argomento . Ad un- cye f e “ c e re *j } 0 e 
que Lucrezio tratto dalla forza del ve- PAAimi^L* 
ro, tenne per fermo, che 1 ’ Anima , c 
1 * Animo , cioè il principio intelligen- Mmrumt. 

■Hmìz 


O' 

te 


- - - « 


Digita ed by Google 


.tt.. 


178 DELL’ ANIMO 
tc , c la parte corporale miniera del 
fenfo , foflono due nature didinte : per 
modo che contro a quella opinione , 
che l’Animo altro e’ non fotte , che un* 
armonia, o concerto, o temperamento, 
con lunga fchiera d’ argomenti fiera- 
mente combatte ; e vuole in ogni mo- 
do, che T Animo fia una fpezie,ed una 
fodanza . Con che viene a dire , che 
r Animo fia una fpezie, ed una fodan- 
za didima dalla mafia, e modi , e moti 
animali. Poiché certo dell’ eflere dell’ 
Anima ; dell* Animo folo , come di una 
cofa aflai ofcura , va ricercando che e* 
fia: e in quella ricerca dice ,che e’ non 
fia già un’ armonia , o qualunque altro 
modo , ma una certa particolar foftan- 
za . Appretto, comechè per l’Anima e’ 
dica efiere baftevole il calore, e l’aria 
e l’aurc; tuttavia a produr 1’ Animo , 
niuna di quelle cofe crede poter bada- 
re: ne altro e’rirrova nella felva delle 
corporali fpezie , cui pofla attribuire— 
quella maravigliofa produzione . Onde 
conclude , che cotal natura producitri- 
ce dell’ Animo , fia del tutto nafcoda , 
ed ignota, e innominata: di che fin dal 


DELL* UOMO. 179 
principio della Difputa nc abbiamo alle- 
gate le teftimonianzc di più luoghi .Fi- 
nalmente c’diftingue bene gli utfizj dell' 
Animo , e dell’ Anima ; e ’1 fupremo 
dell’ intelligenza , e del reggimento del 
corpo all’ Animo aflegnando ; le parti 
dell’ ubbidire, e dell’ efeguire all’ Ani- 
ma accomanda. Ed efpreflamente ,che 
l’Animo, e l’Anima fono due foftanze 
tra loro diftinte , febbene {grettamente 
infieme congiunte: e per la {{retta con- 
giunzione, quanto argomenta della na- 
tura dell’ Anima , vuol che dell’Animo 
ancora s* intenda . Sopra il qual fonda- 
mento buona parte degli argomenti di 
lui fono appoggiati . Lucrezio adunque 
da quel fubito cangiamento de’ corpi 
morti , o languenti, non può, ne vuo- 
le egli inferire il difperdimento , ed 
annullamento dell’Animo ; ma sì bene 
il difperdimento , e l’ annullamento dell* 
Anima ; cioè della parte bruta , e fen- 
fuale : e quindi per la {{retta unione*, 
delle due nature, vuole che lo lìruggi- 
mento dell’ Animo infieme fc ne argo- 
menti . La qual cofa , comechè e’ ben 
vedelTe non efler neceflaria conchiu- 

Z 2 fione 


i8o DELL* ANIMO 
(ione di neceflfario fillogifmo ; percioc- 
ché di cofe diftinte , comunque infie- 
me congiunte , mancando 1* identità 
dell’ edere , dall’ una all* altra cofani 
non può con certezza condurli l’argo- 
mento a conchiuder nulla ; con tutto 
ciò, tra perchè l’Animo una fottiliflì- 
ma, e le vidima foftanza cder e* li avvi- 
fava; e perchè la robuftezza , e’1 pote- 
re dell* Animo nell* intendimento di lui, 
e degli altri Tuoi pari, fparuta, e debi- 
le cofa appariva ; per quelle cagioni 
pensò egli , che come il totale disfaci- 
mento del corpo , non altronde , che 
da quello dell’ Anima proviene; cosi il 
diflìpamento dell’Anima fenza 1* ellin- 
zion dell’ Animo , non potede avvenir*. 
Ed ecco come noi in efplicando il fen- 
fodi Lucrezio , abbiamo infieme difciol- 
to il fuo argomento . Imperocché ab- 
biam fatto vedere, come edendol* Ani- 
ma , e l’Animo , cioè la parte corpo- 
rale minilira dclfenfo,e l’incorporale 
principio dell’ intelligenza , due nature 
dillinte , quali ad elfo Lucrezio pajon 
d* edere , 1* argomento in buona Loica 
dal didìparaento dell’ Anima , quello 

:i dell’ 


"Digiti? ed 


c 


DELL- UOMO. 181 . 
dell’ Animo non può conchiudere a ni. ^ 

un patto. Ne dalla (fretta congiunzio- < . 

ne fi può far conghiettura , dopo che^ < 

noi pianamente dimoftrando la narura 
dell’Animo, e la maniera dell’ unione 
di quello , con tutta la parte corpora- - . . - • 

le ; e da ogni lato la fua maravigliofa . „ , ' 

unità , c’1 (ovrano pregio dell’ Immor- 
talità ricogliendo ; abbiam potuto ren- 
der chiaro, e luminofo cjò, che a Lu- J 
crezio tenebrofo era, ed ofcuro . Anzi 
dal Tuo parlare prendiamo noi nuove 
forze , ed alla gola gli rivolgiamo la 
punta del fuo argomento : poiché , fe. • * 

nel prefentc argomento e’non gli è riu- . 

feito moftrare , come nella- ruina del • •" 

corpo, e di quella parte corporale , che - 

egli anima dinomina , aveffe 1 ’ Animo ^,****% 
ad efferne offefo in niun modo ; e per **-J*+f* 
tal cagione allo ftretto congiugnimento v ^‘ 
delle due nature è dovuto rifuggire ; e 
fe altronde è manifefto, che ne ferro , 
ne fuoco, ne veleno, ne niuno degl’in- 
finiti malori corporali fi può penfare , • ‘ 

come penetrar poffano nell’ animo , 
ed affliggerlo, e offenderlo , quello per 
celato dee elfcre un gagliardo argomen- 

to 


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0 


L'Anima 

è un Sillogif- 
mo della par- 
le fìitjina , e 
fin pregevole. 



, 182^ DELL* ANIMO 
to dell’ Immortalità. Il quale con quel- 
la prima djmolfra'zione confcnte ; che * . 
ne moro, ne modo , ne proprietà niu- 
na del corpo fi ravvili nell’ elfenza_* 
dell* animo , come modo niuno , ne_, 
azione , nè proprietà alcuna dell’ Ani- 
mo non fi (cerne nell’ dlcuia del cor- 
po : ed è di quel principale argomento 
non dilutile produzione . Conciofliachè 
niuna cofa corporale porta ritrovarli , 
che a quella natura , in che niente di ^ 
corporal fi ravvili , debba giovare, o 
nuocere: come a quella , dove nulla , * ; 
che ad animo appartenga , fi fcerne f 
niuna cofa fpiricuale può pcnfarfi , che 
niuno giovamento, o nocumento porta 
arrecare. La parte corporale , che det- 
to abbiamo efier minifira dell’ Anima , 
ella è un fillogilmo della materia pcne- 
trevole, che quello degli fpiriti , e de’ 
liquori vitali accoglie, c aduna , e in_. . 
perpetue circolazioni rapilce a vivificar 
l’animale. Quello fillogilmo egli è per 
morbi , e per dolori difiolubile : e quan- 
do in effetto è in tutto difciolto , o an- 
cora per maleficio di odili nature è fol • 
conturbato, o depredo ; perchè Laure, 


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L'Animnè 


DELL’UOMO. 18$ 
c i fluori vitali , c falubri fono diftur- 
bati, o inceppati, o fugati, e difperfi; 
allora tutti quei cangiamenti ne’ corpi , 
che languirono, o muojono,o fon già 
morti, forza è che veggiamo, che Lu- 
crezio leggiadramente deferivo . Ma_, 
falvo , ed intero dee rimanere , e dal 
corpo placidamente fceverarfi , e in fe 
medefimoraccorfi lo fpiritual Sillogifmo 
della vita intelligente, che tutto il nu- .) 

mero del fuo cflere da piena mdivilibi- sillogifmo. 
le unità procedente , in quella medefi- 
ma raccoglie , cd aduna , come tante 
fiate detto, e con tanti argomenti pro- 
vato abbiamo. Con ciò quell* altro ar- 
gomento ancora vien diroccato , che in ottavo ar- 

° r - . r J- r • £o*entofJua 

varj cali , in tanti verli di Lucrezio . 

particolareggiati , che n’ è rincrefciuto 
di trafcriverc , le membra del corpo 
umano in parti divifo,fi veggano vive- 
re , e muovere ancora dopo lo feem- 
pio . Perchè è da dire , che neppur Lu- • 
crezio credette di moflrare con que- 1 
fio, che effo animo dirittamente vegna 
allora ad efTer divifo: ma dell’ anima-, 
fola, cioè di quelle fuftanze , e quei mo- 
di, c moti corporali , che della vita, e 


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584 DELL» ANIMO 
del fcnfo fono ftromenti,il cui confen- 
fo , e cofpiramento , anima egli appel- 
la, ciò intefe di affermare ; quantunque , 
che 1 ’ animo ancora fia divifibile , vuol 
che da quella si fatta divifione fi argo- 
menti . E dell' infermezza di tal con- 
chiufione per la diftinzionc di quelle», 
due nature, che Lucrezio appruova,e 
noi abbiam provata, con tutto quello, 
che al precedente argomento fi è fatto, 
non riman luogo a dubitare : e così 
tutti gli altri a quello finiiglianri , che 
dal confondere in uno il principio in- 
telligente, c la parte fenfualc , tutta_, 
lor forza ritraggono. I quali tutti, non 
già col folo ribattere , o fchifare i col- 
pi negando, come ufano di fare i Vol- 


gari ; ma la foftanza indi vifìbil e dell* 


Animo , e le fue maravigliofe opera- 
zioni, ed ogni altro dimoftrato pregio 
v^per tutto opponendo; e quindi da cer- 
' ti , cd indubitati principj argomentan- 
do; fi fa chiaramente vedere, che’l va- 
rino e’ percuotono dell’ ària . Più larga 
'-via ne apre il feguente argomento a 
derivarvi i fonti della principal noftra 
dottrina , il quale con chiarezza è ne* 

.r : fe- 


r 


; ( DigitizeQby Goògje ' 


DELI/ UOMO. iSs 

fegucnti verfi efplicato : . 

Dtnifue cur animi numquam mens , confili umqu » 

Gignitur in capite , aut fedi bus , manibufve ? fed unii 

>• - • • . v 

Sedibus , «ir certi s regionibui omnibus bar et ? 

Si non certa loca ad nafcendum reddita cuique 
Sunti «ir ubi quicquam fojjit durare creai um ; 
Atque ita multimodis prò totis artubus effe y 
Membrorum ut numquam exijlat prxpojìerus orda . 
Vfque adeo f equi tur ret rem : neque fiamma creavi 


Lib. tll. 

Nono argo- 
mento . 


Fluminibus /olita e/ly neque in igni gignier algor . 


^ Circa 1’ origine dell’ Anima , in prima 
e* ci oppolc Lucrezio, che ella nafeer 
debba infieme col corpo ; perchè fi veg- 
ga col corpo, e con tutte le membra 
crcfcere inficine . E poi del feggio, do- 
ve l’Anima fia allogata , ftabilifce che 
certo, diflinto , particolare , e proprio 
e debba clfere. Finalmente , amendue 
quelle cofe giunte infieme , dal nafee- 
re, c dall’ cficre 1’ Anima in certo , e 
ditcrminato luogo, egli argomenta , che 
fuori del corpo, e fuori del fuo proprio 
luogo non polfa folTiftere . Noi allo ’n- 
contro con bello intreccio di metafifi. 

A a che 


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1 8 <5 DELL’ANIMO 
che ragioni avendo dimoftrato,chel’ A- 
nima non nafca nel corpo, ne col corpo; 
cioè, che ella non nafca da quei princi- 
pi ,ne in quelle maniere, onde, e come il 
corpo fi genera; ma che da altro prin- 
cipio for.idiero creata , con quello nel 
tempo ftefib fia introdotta alla coftitu- 
zione dell’Uomo ; fiamo venuti coll-, 
ciò a difeiorre quel primo argomento . 
Imperocché a conchiuder, Che V Ani- 
ma dell’ Uomo fia morrale, e’ non ba- 
da, che ella fia a certo, e diterminato 
luogo affida ; conciofliachè eflo Lucre- 
zio eziandio nella ipotefi , che altro- 
ve nata, di fuori s’infinui nel corpo , 
edimi,che ella certo, e feparato luogo 
debba avere : ma oltre ciò infieme è 
ileccdario , che in quel cotal luogo di- 
dimo , e particolare fi modri dover 
nafccre « e durare T* E nella rifpoda al 
fecondo , avendo fatto vedere , che., 
l’Anima non fi può nella fola fodanza 
del petto , ne fidamente in quella del 
Celabro riporre, fenza che fi difparra, 
e fi allontani da uno de’ fuoi principali 
uffizj , o delle cogitazioni , o degli affet- 
ti; e per tantoché infiememente nell* 

uno , 


Digitiz&d 


DELL’UOMO. 187 
uno , e nell’ altro fi debba allogare , e 
in tutte 1* altre membra ancora per ca- 
gione del fenfo , e della cogitazione^, •<■**** 
univerfale per tutto diffufa; fimilmente * 

1’ argomento medefimo nell* altra par- ' • * 

te ritrovato manchevole, per quell’ al- 
tra via riman chiarito. Perciocché ,per 
così dire, 1* ubiquità, e l’ogni prefenza £*ar«/ ^re- 
deli* Anima, prima dimoftra la fovrana fluori 
eccellenza della fua natura : fecondo , in $0 dell'Uomo, 
ogni luogo con ogni forma del corpo 
riponendola , da ogni luogo, e da ogni 
forma la diftingue : e in fine fortiflima 
conghiettura , o più tolto argomenta 
fom mi ni (Ira, che in niuna parte del cor- 
po , e da niuna abbia a trarre il fuo 
nafeimento. Che fe Lucrezio dal nafee- 
re, e durar dell* Anima in certa parte 
del corpo , fecondo che egli vanamen- 
te fi da a credere, ha potuto argomen- 
tare, che fuori del corpo , e fuori di 
quel diterminato luogo non polla vi- \ 
vere ; noi per contrario dal non edere, 
e dal non nafeere in niuna direrminata 
parte del corpo , il che con gagliardi 
argomenti abbiamo provato, che ella 
feparata dal corpo abbia a viver fem- 
9** A a z pre, 


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1 88 DELL’ANIMO 

pre, potremo con ficurezzi conchiudere. 

Con tutto ciò di quella legge di na- 
Uriyerfal tura c he j e co f e j n cert j luoghi ciaf- 

/cimenti del - cuna nel luo proprio ,nalcano , e duri- 
le coje . no ; e fuori di quelli ne nafcere polla- 
no, ne durare; per raccorne qualche 
lume di più, è da ragionare alquanto * 

P'* 1 P art ' r ‘ irnenr e. Egli è certirtimo,che 
.-«iW m*' ’•« le parricolari fpezie delle cofe , come^ 

' elleno han proprie forme*, e differen- 
ze, per le quali ed efeon fuori del co- 
mun feno del lor principio univerfale 
ed infra di loro fi diftinguono, e feer- _ 
nono; così certi altresì, e ditcrminati, 
e proprj luoghi aver deono , ove da^ 
proprie idee feminali , per proprie , e 
particolari combinazioni di componen- 
ti fi creino, e forminole dove in con- 
feguenza da quei medefimi principi » e 4H 
per quelle vie medefìmé fi confervino, % 
e durino : e infiememente da quei luo- L 
ghi loro originali , per mancamento di ir 
tutte quelle cofe, fenza perire affitto, ! 
non portano erter diftaccate giammai . 

. Per cotal legge, e le membra del cor- 

po vivente, e le parti dell’ Univerfo , e 
tutte V altre fpezie delle cofe, con cer- % 

to 


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/- j. 


è 


r * 


DELL/ UOMO. 189 
to invariabile ordine fon quà,e là com- 
partire: e in Cielo, e in Terra, in Ma- 
re, non in ogni luogo ogni cola , m*_, • 
altre altrove nafcere , c fiorire fi veg- 
gono : che altrimenti , come in altro 
luogo lo ftdTo Lucrezio argomenta, mo- 
ftruofc , e ripentine produzioni fi ve- 
drebbono c^a per tutto . Ma le univcr- 
fali nature a corolla legge non fono ^ 
elle fotropofie : le quali da quefle, o non fono du _» 
quelle proprietà, e differenze non fono diffèreme^ne 
riftrette; ma tutte le proprietà, e tut- # iuog £ ri . 
te le differenze adunano in una univer- Jirette . 
fale clTenza,o folla nza . E così parimen- 
te a certi particolari luoghi * o tempii, 
non fono affido; ma tutti i tempi , e i 
luoghi in un fol* ampio luogo, ed in un 
folo fpazio, e in un fol tempo raccol- 
gono. 1/ Anima nollra,come generai-, 
mente per tutta la Difputa ; e partico- 
larmente in una particolar dimofirazio- 
ne abbiam fatto chiaro vedere , ella è 
una certa univerfal natura: e mefio da 
banda quanro da noi in quei luoghi è 
(lato detto di cotal condizione dell’ A- 
nima , ognuno dentro di fe rivolgen- 
do lo fguardo della Mente fua , al pri- 
♦ «. mo 


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à 


<1 


V 


f 9° DELL'ANIMO 

ino a (petto del proprio fenlò , c della_ 
propria cogitazione , p U0 tantofto rav- 
vi fa ria. Non è egli per avventura , che 
al primo incontro ofTcrvafi , quel fenfo 
penetrare per tutto il corpo noftro , e 
per ogni parte univcrfaimente con uni- 
forme tenore , e particolarmente ful- 
le particoJari forme, ed azioni fenfibili 
diffonderli colla percezione ? c fimil- 
mcntc la noftra cogitazione non ella fi 
icerne al primo afpetto , in tutta la mo- 

a j ^P 0 » P cr entro , ed intorno 
.^{tenderli con uniforme illufiraz/one j 
e le particolari forme, diciam così , co- 
gitabili con variato tenore in varie gui- 
le didimamente rapprefentare ? e di U 
pofcia dagli angufti confini delia mate- 
ria congiunta ,Ia di lei ridondante vir- • 

tu, non va ella col fenfo, e coll’ argo- A 
mento a figurare, e defcrivere tutte le ^ - 

forme della materia circoftante ? Que- 
llo che del fenfo , e della cogitazione 
noi abbiamo affermato , egli è altresì 
vero del volere, e del potere dell’Ani- 
ma, che fi cftende per rutto a muove- * 
re , e reggere le membra per produrre 
nuove forme, quai fono quelle dcll’ar- * 

ti . 



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* . i 


DELL’UOMO. 191 
ti. L’Anima dell* Uomo e* non è già 
quella , o quella diterminata forma, o 
natura del corpo organico : ma bene è 
tutte quelle nature , e quelle forme in- 
terne, che tutte nel fuo uno, ed uni- 
verfale edere, come nel fentire , e nel 
cogitare contiene . Cioè il fuo edere è 
uno, ed uni verfale: e tutte le partico- 
lari proprietà , e differenze corporali in 
quell* ampia una univerfalità accoglie , 
e conchiude . Ne è in quello , o quello 
particolar luogo del corpo, ne tempo ; 
ma tutti i tempi , e i luoghi aduna in 
una fola ampia durazione , e fpaziofa.» 
contenenza. Cioè il fuo luogo , e così 
il tempo, è uno, ed uni verfale , che tut- 
te le differenze , e varietà de’ luoghi 
corporali comprende. A qual certa na- 
tura , o modo , ed a qual certo 1 uogo , o 
tempo fi vorrebbe rillringer 1* Anima , 
lenza accorciarla , e in più parti ancora 
fminuzzarla , e dell’ampiezza , ed uni- 
verfalità del fenfo, e della cogitazione 
difpogliarla del tutto ?L’ Anima preva- 
le a tutto l’ edere , ed a tutto il pote- 
re corporale .Ella contiene ogni parte, 
e ogni forma, ed è in ogni luogo, e*, 

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L’ Anima 
de fi' Uomo, in 
ordine al cor - 
fo , con cui è 
congiunta , ha 
ogni prefenza , 
e potenza , * 
fetenza . 


Errore de- 
gli Epicurei 
nel Mondo , « 
ne // 1 Uomo . 


Cfcae 

fetenza , e la 
cofeienza ci 
conducano a 
conofcer Dio , 
e la natura^ 
dell ’ Uowo . 


192 DELL* ANIMO 
tempo .L’Anima dell’Uomo in rifguar-? 
do del corpo ha ogni efifenza , e pre- 
lenza, ed ha ogni Capere,, e potere. El- 
la è come un Dio del picciol Mondo'* 
dell’Uomo: lìccome il gloriofiflìmo Id- 
dio, Anima del Mondo in certo modo 
fi può appellare. I balordi degli Epicu- 
rei, non intefa l’ Univcrfalità della Men- ' 
te del Mondo, prima con tutti gli altri* 
fviati Politeisti l’han moltiplicata ; e poi^ 
eflì in non fo quali fpazj fuori del Mondo 
l’han confinata. E non avvertital’univer- 
falità dell’ Anima dell’ Uomo , con altri* 
feempj Fifiologi , di vifibile l’han farra ; 
ed in certe angustie de’particolari luoghi 
del corpo 1 ’ han ristretta . Della Mente 
dell Uomo informante , che è cornea 
Dio del corpo organico , 1 ’ ogni presen- 
za, fcicnz3, e potenza relitiva , vieru* 
dimostrata dal fenfo,e dalla cogitazion 
propria dell’ Uomo . Della Menre di • 
Dio formatrice , che è come 1 ’ Anima 
del corpo mondano , 1’ ogni prefenza 
e feienza , e potenza afioluta è manife- 
stata nel fenfo,e nella feienza del Mon- 
do. Ma nella cofeienza dell’ Uomo , ove 
il fenfo,e la cogitazion propria Si Scer-, 

- ne , 




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DELL’UOMO. 193 
ne , febbene in quel primo Tempio na- 
turai producimento manca la feten- 
za ; pur nondimeno fe da quei principi 
l’Uomo fi fpinge oltra all* inveftigazio- 
ne,come per noi è flato fatto ;la feien- 
za ancora vi fi aggiugne ficuramenre . 

E nella feienza mondana , ancoraché 
nella fatica , e nel lavoro de’ ragiona- 
menti , che fanfi per 1* incatenamcnto 
delle cagioni mondane , manca il fen- 
fo,e la cofcienza ; nulladimanco nel ri- 
pofo della mente , quando i lumi foa- 
vcmentc fan fenza sforzo le loro pro- 
duzioni ; allora nell’ incontro de’ lumi 
umani da una parte , e de’ mondani lu- 
mi dall’ altra ,e nelcombaciamcrtto deli* 

Anima, che è un’arte foftanziale, colf 
opera mondana, che è un artifìcio men- 
tale, avvi il fenfo ancora, e la cofcicn- 
za . Ma eglino gli accecati Epicurei , ne 
la cofcienza della Mente dell’ Uomo , ne 
la feienza della Mente del Mondo bc- «o, e l'altro 
nc oflcrvando ; ne la cofcienza colla», n ^^ ra9, 
feienza nell’Uomo, ne la feienza colla 
cofcienza nel Mondo compiendo; nell’ 

Uomo, alla Mente la fo danza , eia con- ” . 
dizione immortale; e nel Mondo , alla 
H 13 b Men- 


Digitized 


DELL’ ANIMO / /•* 

/ Mente 1* artificio , e la provvidenza han 
fottratra . Adunque per ritirarci come . . 
nel centro del ragionamento noftro , „ . 
. i 7 Anima e’non è folamenre nel celabro , 
ne nel cuore (blamente , comcchc in i; ; 
quei principali membri efercita ella le . . 
fue principali funzioni; nel primo, per 
» la capacira dell’organo, per la copia , e - 
, lortigliezza della più nobile materia , e > 
per altre opportunità ; delle cogitazio- . 
ni: c nel fecondo per la finezza , c vi- 
vacità del fenfo, e per lo fervore , e_. 
Copia de’ fluori più (pi ri rosi; degli affet- 
ti ; ma ben ella è in tutti i luoghi , e ini . 
tutte le parti del corpo organico colla 
fortanz'a > come è in tutti per 1’ opera- . 
zione del fenfo , e della cogitazione . 

Or due foli argomenti di quelli , che 
wnfaìm !r- Cì ^ am proporti , rimangono a trattare: 
Sfotefuo^ de’ quali il primo più al platonico dog- 
ma della preefiltcnza dell’ Anime va a 
' '.T colpire dirittamente , che nel punto 
.. f,"*; .-<■> dell* immortalità : che per diletto de’ 

* plausibili divifi di quella (cuoia , non_* 
abbiam voluto lafciare addietro , coti-, 
gli altri che contro a quella medefima . 

. opinione ,o alla pitagorica Metemfico- 


Digitinoci b/Google 


DELL’UOMO. i 9S 

fi , o ad altro, che alla principal noftra 
quiflione fono indirizzati: c’1 fecondo, 
il tedio , c 1 a /Fan no di coloro , che.,, 
muojono , ci oppone contra , di facilif- 
fìma foluzione. Col quale , efpugnati pri- 
ma di grado in grado i più robufti ar- 
gomenti , convien conchiudere la prc- 
lentc difpurazione . Il primo adunque 
que’ vcrfi , che con leggiadria , ed 
acutezza è da Lucrezio fpiegato . 

Tr eterea fi Immortali s natura animai 

, L'I 

. - Conflati & in corpus najeentìbus infinuatur ; 

Cuì Juper cnteaElam atatem j neminijjf nequimus f 

Interi iffe , c ir qut nunc ejl , nane effe creatam * . 

Nec vejìigia gejlarum rerum ulla tenemus l 
.-*• fi t-'Mope™ e Jl animi mutata potejlas , 

Omnrs ut aBarum exciderit retinentia rerum : 

No» ( ut opinor ) id ab Uto jam longius errai . 
Quapropter fateare neceffe ' eff , qu « fift ante , 


interìiffe , <£? qux nunc ejl , nunc effe creatam . ‘ 

JfT™ '?,? IOni P ® r Certo 4»Vct- R,g lM ;j, 
t to oliere quelle , per le qui li quei Fi- ^ preefì/fa 

ioloranti opinarci, elic le Anime pri- 

ma in Cielo create , di là pol'cu per Fai- 

Uba li 


< , 


’ Dlgitized 


1 9 <S DELL’ANIMO 
li commefli, ftate foffero cacciate quag- 
giù in Terra, e rinchiufe in terreni cor- 
pi a purgare le loro reità : e che foddif- 
fatta la pena col duro efercizio delle- 
virtù , quando ciò fare avvifate fi fode- 
ro, farebbono poi alle loro native re- 
gioni ritornate a viver Tempre felici . E 
in prima fon certamente 1’ Animo , e I 
corpo di affai di verfa condizione: 1 uno 
comporto , divifibile , variabile , morta, 
le ; 1’ altro femplice , indivifibile , inva- 
riabile, immortale: quello fenfato , lu- 
minofo , oculato , intelligente ; e que- 
llo bruto, cieco, e infcnfato. Dal che , 
diverii principi , ed origini a fpeiie co- 
tanto diverfe parve loro doverli alli- 
gnare: e non poter elle in niuna guifa 
S unitamente con un comune nafeimen- 
** to per le vie medefime effer prodotte. 
Conciofoffe cofa che ogni comunità do- 
veffe da unità dipendere : la quale uni- 
tà fola accoglie infieme , e congiunge le 
cofe , e le fornifee di comuni principe ^ 
mezzi , e fini . E più partita mente , le 
le fpezie corporali per unione , c com- 
pofizione de* componenti ci nafeono ; c 

per difunione,e diffoluzione de’ mede- . 

“ TP*» ' fimi 


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DELL’UOMO. 197 ? V 
fimi fi ftruggono , c mancano ; e d* altra 
. parte P Anime di genere immortale , in 
modi affai diverfi deono efler create^, 
per edere , e annientitc , per non ede- 
re ; egli potè a quei Filofofi parer cofa 
manifefta, che Anime , e Corpi da un 
comune principio, con un comune na- 
scimento, in un tempo ftedo , non po- 
teflono a niun patto venire al Mondo. f 
Al che aggtugnendofi ancora, che l’ef- 
fere femplice è primo ; qual è quello dell* 
Anima: e l’ eder comporto è fecondo; 
qual* è quello de’ corpi ; eglino per que- 
lla cagione furono quad per forza trat- 
ti ad affermare l’ anticipazione dell* Ani- 
me folitarie : fui qual fondamento in fi- 
ne ordinarono quella Economia di col- 
pe , e di pene, c premj . Imperocché ad 
accozzare inficme nature cotanto diver- • : 
fe, cd a giugnerle in una coftituzione 
di una effenza , non valendo forza di 
natura ;fol rimanea , che ingegno, e vir- 
tù di principio ideale avede ordinata * 
quella maravigliofa unione a coftituir 
l’Uomo. La quale idea, c volontà , da 
irragionevole , ed iniqua non fu dove- 
re che fi accufaffc : come fi farebbe fat- 
to 


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Lv 

pr* 


. M 




39B DELL’ANIMO >. 
co col dire, che fenza giufta cagione , ' 
la pura luce deli’ Anime da Cielo in-. 
Terra/i traeflono , a congiugnerti co’ 
tenebrofi corpi terreni . Per quelle me- 
defimp ragioni Lucrezio e’ fi avvisò, 
che 1 * anticipata produzione dell’ Ani- 
me, e’I comun loro nafcimcnto co’cor- 
pi , bollono due ellremità , delle quali 
una vera , e 1’ altra falla ncccllariamen- 
te eflcr dovefie . Onde mcllolì a con- 
vincere di fallita il primo efiremo dell’ 
anticipato nafcimcnto , per quello che 
1’ Anime congiunte , di andare cofe niu- 
na memoria (eco arrechino al mondo; 
conchiufe,che’i fecondo diremo del co- 
mune, e promifeuo nalcimento dovefie 
cfler vero: e per confeguente , che l’A- 
nimc corporee doveflono edere ; e co- 
me i corpi , elle ancora corruttibili , e 
mortali . Tutravia gli antichi Platonici 
co* loro profondi fenfi , c magnifici par- 
lari , le minutezze , e le arguzie degli 
Epicurei , picciola allora nazione de’ Fi- 
lofofanri , aveano per nulla: e col tem- 
peramento della reminifeenza-, che ne 
-viva, ed cfprclla memoria , nc c tota- 5 -' 
le oblivione ; e col dimollrarc come-, 
l v ' P an- 


- C 


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DELL* UOMO. 199 

V antiche notizie, col conjugio de’ cor- 
pi porefiono effcrc ofcuratc; il prefen- 
te argomento deludevano di leggieri . 
Ma noi tra quelle eftremità il vero mez- 
zo abbiamo apprefo, che 1 * Anime non 
già co’ corpi , ne da’ corpi , ne per tan- 
to innanzi a loro, ma bene in eflì nel 
punto medelimo da principio ideale, a 
mentale debbano effer create : e tutto 
ciò dalla natura dell’Animo, c da quel- 
la del corpo , e da una mirabile armo, 
nia di natura , e di legge , e da ogni 
parte del ragionevole umverfo compro- 
vando; c’I vero del mirteto platonico 
difcoperro,e la difficoltà di quello ar- 
gomento abbiamo fpianata- 

Al fecondo argomento , che è l* ulti- 
mo di tutti ; dato , e non conceduto , 
che ogni Uomo in morte fi dolga di mo- 
rire; il che de’ vizioii Uomini, cui i vi- 
fibili obbietti , e l’idee ofeurare, e gli 
affetti rapir fuo!c r è egli vero , e non_» 
già de’ virtuofi , che colla meditazion 
della Morte ogni fpecie , ed ogni amo- 
re del prefente fecolo deporto , vivaci 
idee , e acccrt affetti nudrifeono dell’ 
invirtbile Mondo ; dato dico, c noiu 


200 .DELL'ANIMO • 
conceduto , che così dea la cofa , come 
canta Lucrezio; giuda i noftri principi 
rifpondiamo brevemente, che quel do* 
lore e* non è della pura intelligenza , ne 
dell’ Anima fola ; ma bene è del fcnfo 
impuro dalla unione delle due nature 
rifultante: ed è dell’ Uomo per quella 
unione medefima codituito . Il qual fen- 
fo, coll’ Uomo., eder mortale, fol vie- 
ne a concludere 1 * argomento . Al che 


Soluzione polliamo accomodare l’acutezza di Lat- 
tanzio col dire, che finche 1’ Uomo vi- 


mrgonunto. ve, quando l’Anima è ancora nel cor- 
po congiunta , c’ non è tempo di dover 
ella fentirc la fua liberazione ; anzi più 
tolto i languori, e le corruzioni corpo- 
rali di quegli ultimi momenti le con- 
vien fofFerirc: e quando I* Uomo è già 
, morto, e’ non è tempo allora di poter 

fignilicare il fuo fenlò . Sicché Lucrezio 
da ogni parte ingannato fi mife a dire: 


Db. Uh 


.... quod fi immortali nofira fcret mens , * 
Non lavi f e morlens dijjolvi conquereretur : 

Sed mogis ire f mas , vcfiemque relinquere , ut anguis , 
Gaudenti frtlonga fenrx aut ccrma cervus . 

fi 7 " : W Con ' 




' . Digitizédby poogle 


. ft* 

DELL’UOMO. 201 
Con quella ftiedefima riTpofta , la va- 
nità deirargomenro , che a’recitati ver- Dtmde c ! mo . 
li immediatamente va innanzi, li dimo- fuafoivzione . * 
{Ira ancora . Dove dice , che 1* Uomo in 
morendo, non lo fceveramento dell’A- 
nima , ma il diftruggimento (ente , ed 
avverte :1* Anima non da un luogo all* 
altro del corpo intera trapalare , ma_, 
nel Tuo proprio luogo , come ogni altra 
parte infievolire, e mancar lente appo- 
co, appoco. Perciocché è da dire , che ** 
l’Uomo è quello che muore ; e di quel- '' 
la vita, e di quei fenfo, che dalle due 
nature rilulta, e’puo efifer vero quel che 
e’ dice fentirfi , ed avvertirli in quel 
punto; donde il patimento , c ’l manca- 
mento , c la mortalità dell’anima pura , e 
del fenfo, o intelligenza pura, che niente 
di quello foflFrono , e niente fentono,o 
avvertono , non dcefi a niun patto ar- 
gomentare. Finché 1’ Uomo vive, e fin- 
che l’Anima è col corpo congiunta, il 
fenfo proprio dell’ Uomo, e la vita pro- 
pria dell’ Uomo per legge di unione è 
fol operante. E quivi lono i mancamen- 
ti, e i profitti : e in quella parte , 
di quella fono i fenfi, e l’ avvertenze, 

-«4 C c che 


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202 DELL’ANIMO 
che fi fentono , o avvertono . Se più 
rodo coll’ allegata acutezza di Lattan- 
zio , che propriamente contro a que- 
llo argomento ritrovò quel nobile au- 
tore, non fi vuol far difefa ; che ben_ 
può Ilare . 

Sciolti a quello modo tutti gli argo- 
menti Lucreziani, perocché alcuni piti 
minuti, e leggieri, che o fono eftcnfio- 
ni,o particolareggiamenti de* più prin- 
f en f° cipali; o in qualunque maniera a quelli 
JSf/. I* 1 rapportano ; ed altri ,che ad altro fc- 
, gno mirano, che al punto dell* Immor- 
talità , inutile , e nojofa opera farebbe a 
volergli perseguire partita mente ; fciol- 
ti , dico, gli argomenti, e fatte le dimo- 
llrazioni dell’ immortai natura dell’Ani- 
ma dell* Uomo, niente rimane, perchè 
non Ita terminata la prò polla Di Sputa . 
Ma tuttavia del fenfo degli Animali 
bruti conviene foggiugnervi un brieve 
ragionamento , per placare ogni Solle- 
citudine, ed affanno degl* ingegni vacil- 
lanti, edubitoli. Imperocché dalla co- 
mune , c volgare openione nafeene-, 
pure un molefto argomento, o fofpica- 
mento in contrario . Concioflìachè la_ 

co- 




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DELL’UOMO. 203 
cognizione , che nella via del hlofohco 
inveftigamento fola ne fa lume nel ri- 
cercare l’immaterialità, e 1* immortali- 
tà dell’ Anima umana ; comunque , e 
qualunque a gli animali bruti li conce- 
da ; non pare , che in quel cammino pof- 
fa edere così ficura,e così fida feorta, 
come ella è in effetti . E adunque con 
ogni fludio da dimoftrare la fallita di 
quella ftolta openione:'il che altra via 
tenendo da quella , che finora han te- 
nuta i moderni Fifiologi , con altri ar- 
gomenti , *col favor di Dio , faremo 
fpeditamente . 

E’pare, che i difenfori dell’Immortalità 
dell’Anima ragionevole , ogni cognizione 
debbano difdire a’ Bruti ; ovvero colla 
cognizione conceder loro i’immareriali- 
tà, e l’ immortalità parimente. Percioc- 
ché dal dover 1* Anima ragionevole», 
effere immateriale, ed immortale, perche 
è di cognizione dotata, tanto può con- 
chiuderfi , che i bruti , perchè e’ non», 
fieno immateriali , debbano edere di co- 
gnizione privi ; quanto che i bruti ezian- 
dio abbiano ad edere immateriali , per- 
chè abbiano cognizione . Siccome gli 

C c 2 Epi- 


L’ opinion 
volgare dit- 
/ avori 

/’ Immortaliti 
dell" Anima-» 
delf Uomo • 


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204 DELL’ ANIMO 
Epicurei, i quali tcgnono,che l’Animo 
umano fi a materiale , non poflono , a— 
mio giudizio , a’ bruti non donare alcu- 
na Torta di cognizione: ne’ quali da una 
parte veggono ordinate operazioni ; ed 
a* quali dall’ altra non fi può negare— 
qualunque più pregevole condizione, o 
fpezie di materia. Ma con tutto ciò , co- 
me potrebbe agli Epicurei venir voglia 
di negare ogni cognizione a’ bruti, con 
dividere dal fenfo cieco la cognizione -, 
c l’uno ad una fpezie di materia , e l’al- 
tro ad altra fpezie aflegnare; e lafciata 
l’inferior materia fenfuale a’ bruti , la 
miglior parte all’ Animo dell’ Uomo ri- 
ferbarejcosì de’partiggiani dell’Immor- 
talità , una parte fi fon voluti lafciar con- 
durre a concedere a’bruti cognizione, con 
diftinguere più maniere di cognizioni: e 
quelle così diftinte , come loro è paru- 
to,tra l’ immateriale, e la material na- 
tura , tra gli Uomini , e le beftie com- 
partire. Onde non c da reftarfi in quel 
-folo argomento, il quale nondimeno noi 
tratteremo a fuo tempo; ma fa di me- 
ftieri di una intera deputazione . In co- 
sì fconcia openione , e come farem ve- 

dere 


* Digltized 


?art 


DELL’ UOMO. 205 
dcre dappoi, a gli Uomini, ed al fommo 
Dio ingiuriofa , più per forza di pregiu- 
dizi 1 che per niun valevole argomento 
fono eglino caduti . Nella qual preoc- 
cupazione nondimeno , c dalla quale», 
pofcia e’ fon giri raccogliendo degli ar- 
gomenti : o più torto le preoccupazio- 
ni , o i pregiudizi mcdefimi han fatto 
contro al vero, arme di argomenti. Or 
per cominciare, ognun fa che 1* ingan- . 
no de Volgari e non e altro, che que- de'isolg* 
fto.Le operazioni animalefche fono el- 
leno certamente diritte, e regolate co- 
tanto, che il naturai diritto monaftico , 
quanto loro conviene , adempiono inte- 
ramente: ed al focicvole domeftico,ed 
infino al politico ancora in alcune fpe- 
zie pervengono: lafciando ftarc mille», 
varj particolari ingegni di operazioni 
in quelli , e quelli animali , che fan- 
no le maraviglie del volgo . Adunque 
per quel veriflimo principio , che ogni 
ragionevole azione dee da ragionevo- 
le principio provenire ; tantofto fenza», 
niuna difamina , a quelle cotali opera- 
zioni interno principio di cognizione», 
hanno eglino attribuito . E ficcome que- 
***** * fio 


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20 6 DELL* ANIMO 

{lo pregiudizio è di fuori venuto dalle 
cofej così dall’altra banda, da eflo Uo- 
mo , e dalla di lui natura, e fua manie- 
ra di operare un’ altro n’ è Torto nien- 
temeno del primiero faftidiofo . Giacché 
il fenfo a’ bruti in ogni modo fi dee- 
concedere , e’1 fenfo proprio dell’ Uo- 
mo nella cofcienza di ognuno fi dimo- 
flra edere di cognizione illudrato jquin- 
. di eglino, che’l fenfo altresì degli ani- 
• mali di alcuna cognizione fornito etter 
debba, han creduto . Per parlar prima 
di quello fecondo pregiudizio , che han- 
no i Volgari in conto di gagliardo ar- 
gomento, e che del primo può di leg- 
gieri più prettamente fpedirfi; batta ri- 
cordare, che alla coftituzione dell’Uo- 
mo due diverfe nature concorrono . 
Per la qual cagione , come delle due fo- 
ftanze un folo ettere , che è 1 etter pro- 
prio dell’Uomo rifulta ;così parimente 
de’ due generi di operazioni , che a quei 
diverfi principi rifpondono , un folo 
operare , che è il proprio operar dell’ 
Uomo di amendue quelle proprietà do- 
tato , dee provenire : ciò che in più 

luoghi di quella Difputa, e nella folu- 

zione 


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. DELL’ UOMO 207 
zione degli ultimi argomenti abbiamdi- 
moflrato . Donde, che ’l fcnfo dell’Uo- 
mo e’ non Ha Tempi ice, e puro Tento; e 
che la cognizion del medctìmo non pu- 
ra , e Tcmplice cognizione ella ila ; ma 
che quello con alcuna luce di cognizio- 
ne , e quella con alcuno adombrameli- . 

to di TenTo , efler debbano , argomen- 
tammo .Giuda quel noftro veriflimo di- 
viTamento, Ticcomc chi dalla cognizio- B contórni 
ne dell’ Uomo inTcrir voletTe , che le jenfaiTf^fo 
cognizioni degli Tpiriti puri, Toflon elle furo jènzj^ 
altresì commifte di TenTo , per non po- f^orìtroije 
ter capire , che cognizione Tenia ogni 
TenTo Ti poffa ritrovare , egli in grande 
errore fi abbaglierebbe r così parimen- 
te va errato colui , che dal TenTo dell* 

Uomo argomentando , il TenTo anco- 
ra delle bedie voglia credere , che fia_. 
con cognizione congiunto, per non po- 
tere intendere , come TenTo Tcevro di 
ogni cognizione rinvenire fi potTi . Se 
nell’ Uomo Tolo le due nature convc- 
gnono infieme ad edere, ed operare: e " , 

fuori dell’ Uomo e’ non è altrove in al- ~ 

tra Tpezie sì fatto mefcolamento :e per 
cotal cagione è nell’ Uomo il TeuTo mi- 

do 


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208 DELL’ ANIMO 
fio di cognizione , e la cognizione a_# 
rincontro è comporta di fenfo ; e’ pa- 
re per Dio una chiariflima evidenza , 
che fuori dell’ Uomo , come cognizione 
non può efferc fe non pura, fenza niu- 
na nebbia fenfuale ; così fenfo non pof- 
• fa avervi non del tutto cicco , fcnza_* 
ogni lucidezza di pognizione .Da tutto 
ciò chiaramente fi comprende , che.» 
quanto il fenfo limano agl’ inconfidera- 
ti c occafion di errare , e di credere-, 
' ' che il fenfo de’ bruti è a quello dell’ 

Uomo fimigliante ; tanto è chiaro ar- 
gomento a’ più fenfati di tenere per 
fermo, che come la cognizione del ge- 
nere puro fpirituale, perchè non è co- 
gnizion di Uomo, non dee erter fen- 
fuale : così il fenfo del puro material 
genere , perchè non è fenfo d’Uomo, 
non può erter luminofo . Intorno a che 
egli è affai da maravigliare ,che i Vol- 
gari Peripatetici , ed i Cartefiani , fono 
i g iriejìa- eglino da una medertma cagione fta- 
ri fofpinti in diverfe eftremità di erro- 
iia vmcÀgton ri eftremamente contrarj . Imperocché 
medejìtna fi - gjj un j jC gjj a |tri fedotti dal fenfo urna- 

trarfinorT. no , credendo non mai poterli fenfo da 

CO- 


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r 


DELL’UOMO. 209 
cognizion feparareji primi per non tor- 
re il fenfo a’bruti , la cognizione ancora 
1* han conceduta : e i fecondi per non 
donare a’ bruti cognizione , il fenfo an- 
cora P han tolto . Le quali eftremc ope- 
nioni noi ugualmente falfe riputando , 
liam venuti a quello, di dover fepara- 
re quelle due facoltà, per lafciare a’bru- 
ti il fenfo folo, ed alle pure immateria- 
li Portanze la fola cognizione . E tanto 
balli aver detto di quello fecondo pre- 
giudizio , per torgli ogni forza , non fo- 
lo di argomento per convincere , ma_. 
ancora ogn’ illulìone di pregiudizio per 
preoccupare . Ma quel primo ha egli 
per le Menti degli Uomini fparfe tene- 
bre più denfe, e più univerfali :che di- 
cemmo già eflcr nato dal vedere gli 
Animali bruti, diritte , e regolate, 
ragionevoli operazioni produrre ogni 
ora . E intorno a quello , onde , come 
fopra abbiam notato , falli ancora il 
principale argomento loro , dee rutta 
la feguente Difputa aggirarli, in dimo- 
ftrando,che altra cagione vi lia del di- 
ritto, e ragionevole operare de’ bruti , 
che quella delP interna cognizione . B 

. D d pri- 


no DELL’ANIMO 


Epicurei Jo- bachè la Mente, e la Materia colle io- 
migliante. ft anzc>c co’modi loro nell’Uomo con- 
venendo abbian gli Epicurei medi in__. 
confusone ; per modo che eglino la_> 
Natura immateriale, che è il principio 
intelligente, annullando, han 1’ Anima 
dell* Uomo tra le pure materiali fpczie 
annoverata: e i modi mentali , e i mo- 
di, e foftanze della materia, negli ani- 
mali bruti avvenendo, abbian confufi i 
Volgari ; (ìcchè fpiritualizzata , diciam 
così , la materia , V Anima delle beftie 
nel ruolo han meflfa delle foltanze co- 
gnofeitive. Perchè nell’Uomo, da una 
parte la fola materia è al fenfo riguar- 
devole ; c dall’ altra le mentali opera- 
zioni,che ficemorrfi n'dta' cofciùiiza ,Co’ 
modi, e moti materiali , e loro vicen- 
de , e variazioni procedono ; i fenfuah 
Epicurei -han creduto, che la Materia a 
tanta finezza, e attività ,e ingegno per- 
venga , che poffa ella efler principio 
dell’ umane cognizioni . B i Volgari , ne- 
gli animali bruti, perchè la materia de* 

modi 

... . 4 ' 


prima è bello il vedere, che 1* inganno 
L 1 instino j c ’ volgari Peripatetici è a quello de- 
de luefloVeJi gh Epicurei aliai fimigliante . Conciof- 


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DELL’UOMO. 2ii 
modi dell’arte, e della feienza menta- 
le ornata , cd ordinata , veggon produr- 
re ragionevoli opere da una parte : e_, 
dall’ altra al Colo Uomo , come è dove- 
re , concedono immatcrial principio in- 
telligente: fono eglino perfuafi,che la 
materia porta in alcun modo e/Tcre prin- * 
cipio di alcuna cognizione. Nella qual 
cofai Volgari per certo più bruttamen- 
te errano di coloro . Imperocché gli E- 
picurci , negata una volta la natura^ 
immateriale , che è tutto il loro errore, 
concordan poi con feco rteflì , e giuda 
i proprj principi da prima preferitti , 
profeguono a dire, quanto poi afferma- 
no appreso dell’Anima dell’Uomo. Ma 
i Volgari da’ loro principi ben lungi fi 
dipartono , c apertamente fi contradi- 
cono: quando , concedo che. vi fia na- 
tura immateriale , c nell’ crter principio 
di cognizione la colei eflTenza riporta ; 
pure ne’bruti alcuna cognizione poi do- 
nano alla materiale per colorir Tinca 
danza, e mitigar la contradizione ; nuo- 
ve fpezie di nature immateriali , e nuo- 
ve fpezie di cognizione a capriccio poi 
fingono . Dalla qual cola il comune aiv 

D d 2 go- 


• 3 


2iì DELL’ ANIMO 

gomcnro è tratto di coloro, che niega- 
, no a’ bruti ogni qualunque cognizione: 
il quale argomento allegheremo noi po- 
fcia, fé avremo tempo, e luogo opportu- 
no di farlo . 

Ora alcune più rimote , e più gene- 
il fenfo i ra jj confiderazioni ci deono condurre 
uniforme, a quelle f che piu vicine tono , e pra 
proprie del propofito noftro E in ogni 
modo in primo luogo fi dee efplicare , 
come il fenfo, o natura fenfuale è una, 
ed uniforme , che tutte le maniere , e , 
forme delie fenfazioni in quella unità , 
ed uniformità comprende : che medesi- 
mamente è il fuo edere ampio, ed uni- 
versale, qual’ è, ed efler dee ogni altra 
natura comunella qual verità bene in- 
tefa , non fi può dire quanta luce fia per 
arrecare a quella ofcuriflima quiftione . 
•Adunque fiocone la cognizione , o ra- 
gione , o natura ragionevole tutte 
guife, e tutte le forme di ragionare 'in 
una uniforme unita, ed univerfalità con- 
tiene, infino a perfetta luminofa Scien- 
za, arte, e legge ragionevole ; così al 
termine di perfetta material feienzà , 
irte, e legge fenfuale*, da fimigliante_ 

• w « v prin- 


• . Digitized by GoCgle 


DELL’ UOMO. 2ij 
principio uno , uniforme , e univerfa- 
ie il ienfo eziandio fi conduce . Alle 
quali due nature giacché con Peripate- 
tici, e non già con Epicurei ora depu- 
tiamo , dobbiamo aggiugnere la natura 
intelligente ; quelle tre nature a que- 
llo modo ordinando . Che la pura In- 
telligente nella fua immobile uniforme s! 
unirà , tutte le intellezioni di tutti gl* uè 

intelligibili accolga fenza vicende , e Nature , /«- 
lenza variazioni: c che l’impuro Senfo ^onroole^e 
tutte le fue proprie varietà di fentire , Scnfualt . 
in una mobile , e divifibile unità con_, 
moti , e modi con perpetuo flufio va- 
rianti , debba contenere : E la natura 
ragionevole polla in mezzo al fenfo , ed 
alla intelligenza, moti fenfibili , e lumi 
intelligenti inficmc congiugnendo* tut- 
te le fue particolarità Umilmente in fe 
aduni, fino al fine di perfetta feienza , 
legge , ed arte ragionevole . Sicché 1* In- 
telligenza fia ciò che ella è , fenza mi- 
llura di fenfo ^ il Senfo fia il fuo pro- 
prio edere , fenza ogni luce d’ intelli- 
genza : e la Ragione così abbia le fue 
proprietà, che mefcoli infieme col tor- 
bido fenfua le , il chiaro dell’ intelligen- 
za. 


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Due fonimi 
generi , P uno 
dell ’ effere—» 
terilene feltro 
dell' ejjer <f- 
ftejjivo . . 


214 DELL’ ANIMO 
za • Per dichiarir quella maniera di Uni- 
verfalità , che realmente contenga tut- 
ta l’infinità de’ particolari in una uni- 
forme pieniflìma unita di efienza , che 
ftrana molto a’ Volgari dee parere ; è 
uopo ricorrere a quella diftinzione , che 
nel precedente ragionamento dell’Im- 
mortalità fu da noi ad altro uopo fat- 
ta . Tutta la fomma delle cole in due 
comunilfimi generi fi divide ; 1’ uno 
dell’ edere realmente quello che fi è; e 
1’ altro del figii!ncare,o ralTomigliare . 
L’ efienze , che fono, e non lignificano, 
fono elleno ciafcuna il fuo proprio , e 
diterminato ellerc : ne una effe n za tra- 
pala i confini , onde è eircofcritta , a 
comunicare con altra efienza difiinra ; 
ne (ciò che molto rileva) evvi , o può 
efiervi una efienza comune , che infieme 
una fia realmente con vera reale uniti, 
e in sì fatta unità contenga altresì tut- 
te le proprietà delle varie efienze par- 
ticolari . Perciocché nell’ efienze do- 
vendo ognuna elfere ciò che è ; per que- 
llo capo, con reali difiinzjoni è da tut- 
te P altre divifa, e fierminata : ed una 
reale unità a tutte comune , e che tut- 
-a . te 


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DELL’UOMO. 21* 
te contenga, non infranta in altrettan- 
te diftinte realità, quante fono le pro- 
prietà delle cofe, egli è imponibile che 
vi fìa . Per contrario 1 ’ altro genere , 
che è di lignificare, o raffomigliarc , il 
quale non è elle cofe propriamente; ma 
folo le fignifica, e raflòmiglia; per que- 
lla cagion medefima , egli fenza diilin- 
zioni , e divifioni , in una amplilfima^ 
unità , non già elfendo , ma fignifican- 
do , o ideando, o immaginando, tutte 
le varie differenze, c varie forme dell* 
eflenze reali contiene . Conciofliacofa- 
chè non elfendo clic cofe fignificate , o 
raifomigliatc ; ma elfendo idee, o imma- 
gini di quelle ; elle perciò non fi ri Uri n- 
gono a quelle, o quelle particolarità ; 
neper elfere l’ une , l’altre deono efclu- 
derc ; ma allargandofi fopra ogni cofa, 
le proprietà , c le differenze efprimo- 
no , e ralTomigliano ; con quella efprcf- 
lione , e ralfo migli a mento indiftintamen- 
te includendole in una femplice unità. 
L’ clTcre non fignificante rillringe , 
termina, e adduce feco diftinzioni , dif- 
ferenze, e particolarità. L f elfere Idea- 
le efprelfivo, per contrario amplifica , 
c. adu-- 




21 6 DELL* ANIMO 
aduna , ed accomuna , feco arrecando 
identità, comunicazione , e univerfali- 
t'a.L’eflerc che non è a lignificare, poi- 
ché è quel che clfer dee ,coftringe l’ef- 
fcnzc alle loro proprietà , cfcludcndo , 
ed Scacciando tutto ciò, che elle non 
fono. 1/ ideale, perchè efprimc, e raf- 
fomiglia ciò che non è propriamente ; 
.dilata l’idea ad includere ogni qualun- 
que differenza . Laonde la vera partico- 
larità c nell’effere , che non fignifica : 
e la verace univerfalità è nell* Idea , o 
La yera-> immagine reale, che non è propriamen- 
ove fi ritruo- f c quella, o quella fpezie particolare . 
v ’-> ed mela Così flando elleno quelle cofc , ad in- ' 
ìarila > . aiUC0 ' tcllerti metafifici cotanto chiare, quan- 
to più non fi può dire, P Intelligenza ( 
la Ragione , e ’l Senfo fono ciafcuna una 
unità uniforme , efprelfiva , e raflomi- 
• gliativa di quell’ elfere , ed a quel mo- 
do, eh’ è a fe convenevole. L’ Intelli- 
genza è un Siiiogifmo già perfetto ,che 
con totale penetrazione , e con cccelfi- 
va chiarezza comprende Puniverfo ef- 
fere intelligente lenza ombre, e lenza 
vicende . La Ragione, o cognizione uma- 
na non è ella altro , che un argomcn- 
*■ to: 


* 


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J 


DELL’UOMO. 217 
to: cioè una poterti, o facilità, per co- * 
sì dire , di rtllogizzare , che tutto l’ertere 
ragionevole va a conchiudere con vi- 
cende, ed ombre . Secondo che noi nel- 
la noftra metafilica abbiamo rtabilito, 
la ragione dell* Uomo, ella non in altro 
modo giugne a conofcere gli obbietti , 
che argomentando dalle minute, e roz- 
ze loro fimilitudini ; ed indi le intere , 
e più perfette immagini riproducendo, 
ed efplicando . Ella adunque ertendo co- 
terto Colo crtere di argomento, che è erte- . Cfme r/tm 
re ideale , ed efprertivo , uno , unifor- e£?mto“ em- 
me , penetrevole , uni verfale: viene con ten £ a tutt^ 
ciò a potere efprimer tutte le differen- 
ze , e forme ragionevoli, una rimanen- 
do , ind irti nra , indivifa , con quell’ una 
unità efprefliva , argomentativa . La_. 

Ragione, tutto ciò che le rt apprefen- 
ta con argomento in fc raccogliendo , 
e fe medefima , c ’l fuo fenCo , e le fue 
percezioni , e cogitazioni penetrando , 
c includendo , tutto il novero apprende . 
delle forme, che T appartengono . Così 
il fcnfo,col contatto, e col conciglio, Comelffen- 
e confenfo della più fin 3 ,e più valente 

E e por- . ' 


' 


Drgitized t 


' 2 1 8 DELL' ANIMO 
m porzione della materia in quel modo r 
che noi già dichiarammo, divenuta pe- 
netrevole, le azioni , e le lignificazioni 
de’ fcnfibili obbietti , ed eziandio degl’ 
interni appetiti con incredibile agevo- 
lezza , e virtù raflbmiglia : ed iniicme 
per adattati canali , con abili dromenti 
produce operazioni ad ogn’ interna-, r 
ed edema lignificazione corrifpondenti . 
il Senfo è Egli è il fenfo come un materiale argo- 
argomento* mento; cioè una elprelhone , e riprodu- 
zione, con che la più virtuofa parte del- 
1* • . la materia raccoglie in fé tutte le par- 
ticolari , minute, ed imperfette lignifica- 
zioni , ed azioni materiali .. A llmiglianza 
della natura intelligente, e della ragione- 
vole alTai più, il lenfo ancor efìfo è una 
efprefliva ideale unità materiale , uni- 
forme , ed univerfalc : e cotale ella ef- 
fetido , le varie maniere dell* edere Ten- 
ibile dee tutte produrre , fino a poter 
pervenire a perfetta faenza , legge , ed 
arte fenfuale. L’intelligenza ella è pur- 
gata da ogni grettezza, e impurità^, ed 
c libera da ogni mutamento , di pure t 
e lucide notizie conteda in una amplif- 
^ ->•*«* •; • - ima 


* - 

S*V-'VT 




& ♦ 


Digitized by (Joogle 




DELL» UOMO 2i9 
{ima faenza deli’ ogni effere intelligi- 
bile. Il fenfo è impuro, variabile, tcne- 
brofoj e nondimeno con cieche idee , 
e combinazioni , e fillogifmi conchiude 
Tumverfa materiale erprclfione , e pro- 
duzione d’ ogni fenfibile obbietto . La 
cognizione , o ragione di fenfo com- 
mifta , e di lume d’ intelligenza , per 
convenienti idee , e componimenti , e 
per fillogifmi fi raccoglie in una ben 
ampia fcienza lucida argomentativa . 

Siccome la fcienza ragionevole è pene- 
trabile, e inclufiva per interne comu- 
nicazioni , e produzioni ; così il fenfo 
egli è a fuo modo pur penetrevole , e 
inclufivo per finezza , ed agevolezza di 
materie, e moti . La fcienza ella è un* 
ampia forma univerlale del vero ragio- 
nevole , piena , e feconda delle ragio- 
nevoli forme , fino alle più particolari, 
ed eftreme : c’1 fenfo è umvcrfal for- 
ma del vero fcnfibile , con ferie di li- 
mili forme fubordinate , potente a pro- 
durre tutte le guife delle fenfibili ope- H && è 
razioni. Il femo e della corporal natu- cieca-. 
ra come una fcienza cieca : come la_- •frtowdco- 
fcienza è della natura incorporale , per fumìmfo. 

E c 2 COSÌ 


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220 DELL* ANIMO 
così dire, un fenfo luminofo. Poflfono 
adunque i Volgari Filofofanti fé non-, 
credere, fofpicare almeno, chele in- 
finite combinazioni , e fillogifmi ciechi 
de’ principi, o elementi, onde il fenfo 
è coftituito, vaglion di per fe foli , fen- 
za niun lume di cognizione a produrre 
tutte le ordinate azioni fignificati ve , 
ed operative degli Animali . Cotefte-, 
'; r v tre Nature, ciafcuna di per fe feparata- 
mentc nel fuo proprio regno , hanno 
elleno perfetti principi operanti . Ne 
all* intelligenza e* fa uopo ne de’ pro- 
cedi della ragione , ne delle macchina- 
zioni del fenfo . Ne il fenfo , o degli 
{labili comprendimenti dell* intelligen- 
za, o delle lucide argomentazioni della 
ragione abbifogna . Ma nell* Uomo , 
nel qual folo due nature convengono, 
fenfo, cd intelligenza e*fi mefcolano in- 
fteme : e come le turbolenze fcnfuali 
^rToffufeano la luce della cognizione ; co- 
fienìt la cali- sì i chiarori ragionevoli illuflrano la«. 
frJIAZ caligine del fenfo. 
dell' intelii- Cosi dette quelle cofe , più per after- 
& enza • ger loro il malnato pregiudizio , che 
per convincergli del tutto j rivolgiamo 
' ‘ - ormai 


DELL* UOMO. 221 . , 

ormai il fermone a quelle, che maggior 
forza di argomento ne pare che deb- 
bano avere. Benché ne il pregiudizio e* v ’. V * •. 

fi è potuto combatterete non in alcun ' 
modo argomentando ; ne argomento 
niuno fi potrebbe adoperare, fé non in 
qualche maniera contro al pregiudizio 
combattendo ; ne altronde parmi po % 
ter meglio cominciar quella parte , che 
dalla famofa definizione Ariftotelica^ 
della Natura, la quale i Volgari di lui 
'feguaci malamente interpetrando , di- 
fcreditano ; e i meno feorti moderni 
affatto non intendendo , deridono. Per- 
ciocché il fecrcto di quella mifleriofa_, 
definizione difeoperto, tutta affatto dif- 
fiderà la nebbia del Volgare abbacina- 
mento. Lafciata Ilare ogni altra cofa , 
che dir fi potrebbe , per efplicar quel- , 
la definizione , che qui non è uopo; io \ à d'^nìziow 
porto ferma openione,che quel Filofo- Arìj tot elicne 
fo , quando e’ diffe , la natura effier prin- u 1 A 
cipio di moto , e di quiete ; che egli , * 
allora intefe infinuarne di più la comu- — 
nicazione , e la diftinzionc , che infic- ^ 
mementc la Natura ha colla Scienza , 
e coir arte . Sono certamente Natura, 

Scierà 

* - 




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^ f . ni DELL* ANIMO 

Scienza, ed Arre tre primarj principi , 
natura - j c h e ogni genere di forme compiono 
Jnejcnò t , e 1* univerlità delle cofe. La Natura mo- 
l?' n yù.i timi vendo , o producendo : che produzio- 
L-nivirjo c moto £ C omc più giù dimoftrere- 

mo)fonó una medefima cofa. L’Arte 
componendo , e formando ; e la Scien- 
za penetrando , e intendendo . La Scien- 
za generalmente confiderata , altro non 
è ella che principio di cognizione: fic- 
corae 1’ Arre pur prefa in generale , e* 
non è che principio di formazione. La 
Natura, ne di formazione come l’ Ar- 
te, ne di cognizione come la Scienza; 
y mafoldi moto, e di quiete e principio. 
Quella diftinzione di quelli tre princi- 
pj additar volle il Filofofo in quella 
fua diffinizione con ifceverar l’Idea , e 
‘ l’elTenza della Natura dall’ idee, ed ef 
viV'X fenze della fcienza,c dell’ Arte; e con 
rillringerla alla lua determinata proprie- 
tà. Ma fono nulladimanco quei princi- 
Comunìone di pj tra loro inficme comunicanti , co- 
fueì trefrìn* mG dalla defìnizion medefima è facile 
c ' iJ ' argomentare. Perciocché, nc l’Arte e’ 
può di niuna formazione elTer princi- 
pio ; nc la Scienza di cognizione fen- 


DKLL’ UOMO. aij 
za virrìi di produrre, che e la Naturar 
e Icambicvolmente nella Natura è in- 
ficine Ja feienza , e 1* Arre ; perchè a_, 
niun patto c’ porrebbe la Natura cfler 
„ principia di produzione fenza idea , e 
regola, e modo di produrre ; il che è 
cfler Scienza, ed Arte . Quanto è im- 
ponibile , che v’ abbia alcun produci- 
mene di cognizioni foie n tifi che r e di 
forme artificiofe fenza potere di pro- 
durre: altrettanto potere , o virtù nin- 
na e’ non può eflervi fenza modo , o 
regola di produzione . La feienza , 

T Arte fenza virtù di produzione fa- 
rebbono (lenii r ed infruttuofe per im- 
potenza, e fi rimarrebbono in una ofeu- 
ra, e tenue generalità di fapere . E la 
Natura fenza via , e regola , farebbe., 
per tumulto , e difordine di parti , e di 
moti ancor ella infeconda , e rollereb- 
be in una fparuta , e informe comunità 
d* edere . Tanto la Scienza, e 1’ Arte ; 
quanto la Natura , come è ben uopo t 
hann* elleno potenza, ed atto, de* qua- 
li come di due neceflarj principj fi com- 
piono. La potenza dell* Arte , e della 
Scienza è la virtù producente ; 1* idea T 

o for- 


V 


i*. 


224 DELL’ANIMO 
o forma ,o regola è il di loro atto . Per 
contrario la forma , o regola, o idea è 
la potenza della Natura ; e ’1 fuo atto 
è la virtù produttiva , L’ atro proprio 
'QuùIJùl^ d e i| a Scienza è la potenza della Natu- 

f unita della K 

Natura* qua- ra : e 1 arto proprio della Natura e la 
le de ! i ,i s I icn potenza della Scienza, e dell’ Arte». 

ili /f* * | • r • 

con bel reciproco lovvenimcnto j 
foccorfo . La Regola , o idea ella è V u- 
nità della Natura ; la qual fottratra , 
difturbafi l* adunamento , e ’l confenfo 
delle parti , e de’ moti ; onde la Natu- 
ra in molte, e varie parti, e in molti, 
e difeordanti mori fi frange fi difper- 
de, che nulla producono . L’ unità del- 
la Scienza, e dell’ Arre è egli il potere 
di Natura: il qual tolto, la comunica- 
zione, o inclusone s’interrompe : dal 
che 1* Arte , e la Scienza in molte , e 
varie idee ^.cogitazioni fi fmhiuzza , 
• che nulla conofcono, ne formano. Ma 
tuttavia. è da notare, che 1* edere , c *1 
potere della Scienza ,e dell’Arte, quan- 
tunque egli è foftanzievole , e natura- 
le, cfler dee nondimeno inclufivo , pe- 
netrevole , e Iuminofo: che altrimcnte 
la Scienza , e l’ Arte con edere , e con 

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DELL’UOMO. 225 
potere impcnetrabile,ed efclufivo ofcu- 
re , e cieche effe r ’dovrebbono fenza_, 
fallo. E per contrario la forma, o rego- 
la della Natura , quantunque ideale , 
tuttavia effer dee impenetrabile , ed 
efdufiva : perchè altrimenti la Natu- 
ra , con regola , o idea penetrabile , e 
inclufiva , effer dovrebbe lucida , e in- 
telligente . Dal che fi viene a (cernere 
nel naturale Univerfo due grandi ma- nella Natura, . :•••.' ■ 
raviglie : 1* una è , che 1’ effere della», 
natura è reale, foftanzievole , pieno , ■ “ , 

potente, ed è infieme tutto Ideale, or- 
dinato, e ragionevole: l’altra è, che», 
l’Idea, o regola della medefima , che è 
delle naturali cofe direttrice, e mode- 
ratrice, è pure nulladimanco infenfata , 
c cicca. Adunque nell’ Arte, e nella». 

Scienza e’ ci ha Natura con effere , e 
con potere penetrevole, e luminofo: c 
nella Natura a rincontro e* ci ha Scien- 
za , ed Arte con regole, e Idee cicche, 
e tenebrofe. La Scienza , e P Arte fo- 
no cileno in lomma una Natura intel- intelligente , 
ligente: e la Natura è una Scienza, ed e I* Natura è 
Arte cieca. La Scienza, e l’Arte adun- cieca!'™ 2 *"* 
que producono innumerabili forme», , 

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22 6 DELL’ ANIMO 
quella fcientifiche , c quella artificiofe, 
con edere, e con potere penetrevole , 
lucido, inclufivo.E la Scienza coll’Ar- 
te, non vuota, vana , fpoflata , fantafti- 
ca; ma è reale, vera, piena, collante , 
poderola , per edere , c per potere di 
reale follanzievole natura: nel che l’E- 
ternità della Scienza , dell’ Arte , e del- 
la Legge è locata : la qual cola , dopo 
"lunghi contraili, e’ non han potuto net- 
tamente difpiegare i Volgari . E la Na- 
tura non è ella informe , irregolare^* 
difordinata ; ma è formofa , ordinata , 
diritta , per idee , e regole di verace , e 
falda Scienza, ed Arte : nel che la fem- 
piternit'a dell* Univerfo è ripolla , che_* 
gli Epicurei intendere giammai non-, 
han voluto. Quel che al prefente rile- 
va è , che con quanto ho detto della.» 

• Natura , e degli àTtrf due principi , io 
fon venuto a dimollrare , che le ordi- 
nate , e ragionevoli operazioni della^ 
Natura particolare degli animali bruti, 
come quelle della Natura univerfale , 
deono poter provenire da principio in- 
terno di Scienza, ed Arte cicca . 

? E perchè il maravigliofo potere del- 
le 



\ 

DELL* UOMO. 

le idee cieche , che alla Natura abbia- 
mo attribuite, finalmente tutti ricono- P!ìt fpezie 
lcano; egli è da notare, che oltre alle ^^ orme 
forme reali delle cofe, che già fono in 
eletto, e fono a’fenfi nortri manifefte, 
e vi ha altresì delle forme ideali , che- 
così appelliamo , divife in tre diftinte • - 

Jpezie, o più torto in tre ufficj diverfi. 

Il primo egli è dell» ideali , come lor di- 
cefi plaftiche , dalle quali generalmen- 
te a formarli, ed efplicarfi vegnono le 
reali . Quello genere è egli principal- 
mente riporto, e chiufo nel feno degli 
elementi ; onde nella prima origin lo- 
ro , Erbe, e Piante , e Animali ufeiron « 
fuori alla lucè : ed al prefente ancora 
non di rado ne avvengono novelle pro- 
duzioni . E in fecondo luogo le mede- 
lime ideali , nelle fortanze delle cofe- 
per tutte le fpezie elle ferbanfi invol- 
te : donde ogni cofa può produrre il lì- 
mile, e propaginar la fua fpezie. Il fe. 
condo genere è dell’ ideali , cui noi di- 
ciamo lignificati ve , che fpiccanfi dagli r&jt 
obbietti, e a rapprefentar vegnono a’ V Maini- 
iioltri lenii tante varietà di colori e di rettrici f ono 
forme , quanti già ne veggiamo . Il ter- tt 
Pi • Ffa zo, 

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2*8 DELL* ANIMO 
zo , che fa al propofito , è dell’ ideali di- 
?** rettrici fopra tutte 1* altre di fommo 
valore, e pregio, che il fovrano uffizio 
hanno elle di reggere i moti, e le ope- 
razioni . La Natura di tutti e tre quei 
. ! generi d’ Idee eflfer dee fornita: del pri- 
mo, e fovrano delle direttrici ; affinchè 
i movimenti fieno regolati, profittevo- 
li, e fruttuufi: del fecondo genere del- 
le plaftiche; affinchè le forme, o fpe- 
zie delle cole fieno durevoli , utili , e- 
gradite : e in fine del terzo delle figni- 
ficative ; per fomminiftrare al fenfo ac- 
conce lignificazioni , ed efpreflìo ni , on- 
de fi promuovano le operazioni, e le— 
comunicazioni delle particolari nature 
infra di loro fi compiano. E ritornando 
alle direttrici, è affai ragionevole pen- 
famento,che cotali Idee ne’ corpi Ce- 
lcfti , e ne’ loro fiti , ed afpetti , c mo- 
vimenti fien ripofte . E non per altro , 
che per quelle tre Idee moderatrici è 
da credere , che il Mondo , magnimi-, 
KtlU Kd Animai fu da Platone appellato. Nella 
tuv * fenf uale particolar Natura del fenfo e’ ci ha_. 
ètuualapcr • fut t; a perfezion della Natura Univer- 

si 0 * natU " fale *. Oltre al fommo potere, ed al per- 
fetta 


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D 3 LL* UOMO. 229 
fetro concilio de’ principi coll’ idec_, 
plaftiche , e fignificative , avvi anco- 
ra la fovrana regola delle idee diret- 
trici per Io governo della vira. La Na- 
tura fenfuale ella è (opra tutte le cor- 
porali nature perfetta, e Copra tutte lì 
avanza ad imitare la Natura Univerfa- 
le: ficcome V Uomo,’ nel quale tutto il 
filloma del fenfo , fornito d’ ogni ma- 
niera dMdee, egli è oltre ciò governa- 
to dall’ Idee lucide ragionevoli , Copra 
tutte le terreftri foftanze rafTomiglia_, 

1 ’ Univerfo me de fimo illudrato dall’ in- 
telligenza della Mente Unìverfale . Or 
poiché è neccflario , che negli Animali 
bruti vi fin (ufficiente provigione d’idee 
direttrici ben ordinate ; per qual ca- 
gione e’ vi richieggono di vantaggio il 
reggimento delle cognizioni ? Non fo- 
no forfè l’ Idee cieche direttrici bade- 
voli a moderare 1’ arruolo moto del fea- 
fo ; e fecondo i movimenti interni , o 
fecondo l’eftcrne lignificazioni , non_» 
fono elleno valevoli a produrre quelle, 
e quelle ditcrminate operazioni ? Co- 
me potranno- le plaftiche idee diftribui- 
xc il chaos della Materia fcminale,, e-, 

reg- 


230 DELL' ANIMO 
reggerne i moti per generar erbe , ed 
alberi , ed artificiofiilìme forme di Ani- 
mali ; e non varranno le direttrici a__. 
moderar l’azioni, e i moti fcnfuali per 
confervare la vita^E egli per avvenru- 
ra il fatto della confervazione della vi- 
merzio tra ta P*u ingcgnofo , e piu artihciolo del- 
jiicbe ? 7 e f° rrnaz ' one medefima ? Egli non ci 
ideejìlnifi- ba tra quelle due fpezie d’ idee di- 
eative. rettrici, e plaftiche , fomiglianza , e_ 
comunicazione, e commerzio si fatto , 
che l’impreflìoni talora delle plaftiche 
' ■ pervengon fino al fovrano feggio delle 

lignificazioni, e direzioni, e quivi figni- 
’• ficative, e direttive divegnono ; ed al- 

lo ’ncontro le figure delle direttrici , e 
lignificati ve difcendono giù al luogo del- 
le generazioni , e per così dire, plaftico 
- w ingegno, e potere acquila no ? Siccome 
la mafia dellgk^a*e*i*,dà*i»m così, ge- 
netliaca, è egli un indigefto , e confufo 
chaos, e in certo modo indifferente, e 
indeterminato , che'' nondimeno l’idea 
plaftica diftingue , dirermina , e forma 
fino a perfetta generazione; così il mo- 
to fenluale è propriamente indetermi- 
' - nato, e indifferente, e come confufo, e in- 


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DELL’UOMO. 231 
digefto chaos,che tuttavia 1* idea diret- 
trice dee poter diftinguere , e formare 
fino all* intero governo del vivere ani- 
malefco . Egli è fopra ogni altra cofa 
da por mente, che il moto del fenfo è 
della più preziofa.,e più agevole mate- 
ria; ed c il più vigorofo, ed efficace tra 
tutti gli altri, Tempre pronto, e fpedi- 
to , ed operante: e che 1’ idee direttri- 
ci del medefimo fenfo fono vivaci, ed 
efprefle, e ben ordinate, e compiute ; 
cioè per diftinta , e lunga ferie fono in 
sì fatto modo compartite , che da cer- 
te più ampie, e generali, che in una_, 
prima , e principale , ampliffima , ed unr- 
verfaliffima idea fono accolte , tutte l’al- 
tre minori procedono; e quefte medcfi- 
me infra di loro 1* une dall’ altre , da 
quella prima comuniffima idea fino all* 
eftreme, e particolari ordinatamente di- 
pendono . Òr egli efleiido nell’Anima- 
le, da una parte quel virruofo, e per- 
petuo, e univerfal movimento; e dall* 
altra quel ben fornito , ed ordinato reg- 
gimento di efficaci idee ; qual’ altra 'co- 
fa fia uopo , perchè l’animale poffa^ 
agi’inrerni incitamenti del fuo corpo , 

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232 DELL’ANIMO 
cd agli efterni de’ corpi circoftanti re- 
golare le operazioni, di che la vita ab- 
bifogna ? Siccome fciocchiflìmo penfa- 
mento c* farebbe di chi alla virtù fen- 
iuale , altra forza d’ altra potenza ag- 
giugner volctfe, per muovere l’ anima- 
le ; cosi ugualmente , a mio giudizio, 
vaneggiano coloro , che all* intera , 
perfetta regola fcnfuale , altra regola 
d’ altro ingegno vogliono fopra porre-. 
JtJèZjòT* P er governarlo . Il fenfo è vigorofa vir- 
tù motrice, per idee cieche direttrici, 
valevole a produrre ordinate , e pro- 
fittevoli operazioni . Quindi raccogliefi 
bene effer dovere, che 1* animai bruto, 
che è indocile , nafea addottrinato di 
quanto ha a fare per fua difefa : e per 
. * contrario 1 * Animai ragionevole, che è 
docile , imperito , ed indotto de’ Tuoi 
f affari e’ convien chfc nafea al Mondo , 
Poiché ridec del Bruto e’ fono corpo- 
Ter qual co- rali , e cieche ; deono elle con tutto 
rottone- 1’ apparecchio della materia, c con tut- 
vnie rufea in- to il lavoro delle forme infiemementeT 
dotto, effer trafmefTe per via di generazione: 
, Siccome l’ idee genetliache, di fimil fat- 

ta, tanto nell’Uomo quanto negli altri 


DELL’UOMO. 233 
animali , non per difciplina fi appren- 
dono , ma bene per naturale operazio- 
ne fi fommimftrano . E poiché tutte.» 
ridee dell’ Uomo fono lucide , elle di 
neceflìtà colia luce delia cognizione, 
T una dietro all’ altra , e dall’ altra l’una 
efplicandofi , crefcer deono a formare 
la feienza . Per rimontare ali’ altezza.» 
de’ primi principj , di che largamente 
nella fuperior Difputa fi è favellato, la. 
Mente è ella in fe , e con fe medefi- 
ma , ed è in fe , e con feco operante : 
il perchè 1 ’ Uomo di Mente dotato , 
a quella guifa operando ,- fe medefimo 
infegna o nella Mente univerfale , o 
nella univerfal materia , da’ particola- 
ri a gli universali , e da quelli a quel- 
li discorrendo ; e in cotal modo arti 
inventando, ed esplicando Scienze, ed 
iftorie teflendo . Ma il SenSo cicco ma- 
teriale , da ogni altra coSa e in Se , e 
per poco da Se fieflo diviSo, e* non può 
fermamente in Se , e con Se operando ^ 
come fa la ragione dell’ Uomo , inse- 
gnare Se medefimo : e perciò con tutte 
1* altre forme, ed operazioni , e lavori 
materiali , unicamente per gencrazio 

G g ne 


234 DELL’ANIMO 

ne efler dee formato, ed idrutto . Er- 
Erme de * rano b cn dj m olto i Volgari , che vo- 
ogc,u ' gliono l’animale addottrinato per qua- 
Erroredìal - lunque cognizione . Errano eziandio 
fan/ *• c<jt- coloro , che il vogliono per le fole_. 
tejmi. fignificazioni , ed azioni degli obbietti 
edemi : e imprendono con infinito af- 
fanno a particolareggiarc il come , e’ 1 
perchè di cotal materiale difciplina. 
Ne la cognizione de* Volgari è necef- 

faria ; ne, diciatti così , la difci piina . 

delle edcrne fignificazioni bada de’ Car- 
tcfiani . 11 folo potere delle idee cieche 
con quel procedo , e con quell’ intreccio, 
che detto abbiamo, che fornifea l’ ani- 
male di una intera feienza , ed arte_. 
materiale a produrre tutte le ragione- 
voli operazioni animalefche , e a più 
maravigliosì_ ingegni loro, può certa- 
mente badare . Al che fe fi aggiunge, 
che cotal feienza, ed arte cicca , nella 
più nobile porzione della materia è im« 
preda dalla Scienza , e dall' Arte divi- 
na , che come la natura univcrfale , co- 
sì la particolar natura degli animali ab- 
bia a quel modo formata ; allora la_* 
dottrina a tanta chiarezza perviene^, 
. che 






J V 




DELL* UOMO. 235, 
che ad intelletti fani non lafcia niun 
luogo a dubitare . Adunque per giu- 
gncre a vedere il fondo di quella dot- 
trina, eh’ c la divina origine, fi dee più 
oltra penetrare fin nella prima origine 
delle idee : il che faremo prettamente 
con un folo argomento , che ritrarre- 
mo dalla precedente Difputa della Men- 
te, e della Materia . E in vero quan- 
ti argomenti noi abbiamo addotti per 
dimoftrare l’ immortai natura della». ^ 9 ee ‘ 
Mente ; o dalla chiarità, e lume dell* 
idea ; o dall’ ingegno penetrabile , ed 
inclufivo ; o dall* imìftobffTrfr-y’ c co- 
ttanza ; o daH’ univerfalità , ed ampiez- 
za ; o dalla necctfità , ed antichità , .M 

dal primato, e principato della mede- 
fima : tante volte noi fiam venuti a», 
dire , che 1’ idea ella e intrinfeca , e 
propria, e come eflenziale alla Mente; 
non già accidentale , forattierà , ' ed 
eftrinfeca . E fimilmente quante fiate 
noi abbiam dimoftrata la cecità , ed in- 
fenfatezza della materia, o dalla pro- 
pria e chiara, e diftinta idea di lei ; o 
dalla natura impenetrabile, ed efclufi- 
va; o dalla mobilità, e mutabilità del- 

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236 DELL 1 ANIMO 
la medefima ; o dalla parricolarità ; o 
dalla novità , e contingenza ; o dal di 
lei edere inferiore, fuggetto, c dipen- 
dente : con altrettanti argomenti noi 
fiam venuti a conchiudere, che l* idea , 
o forma ella; c alla materia acciden- 
tale , eftrinfeca, e impropria ; non già 
intrinfeca , propria , e naturale . Per- 
ciocché fe T idea fofle ella con tutto 
ciò della mente , impropria , ed acci- 
dentale , ed eftrinfeca , provegnen- 
te in lei da foraftiero principio ; 
allora per certo la Mente per pro- 
duzioni cfternc , e non mica per in- 
terne verrebbe a parteciparla : c in_r 
cotal guifa ella farebbe diflolubilc- , 
e mortale , e impenetrabile , e cieca. 
Ed allo Scontro , fe Y idea , o forma 
materiale fofle alla materia intrinfeca , 
e propria per virtù d’ interno princi- 
pio ; fenza dubbio allora in lei fi rin- 
verrebbe P idea per interna produzio- 
ne t con che la Materia verrebbe ad 
edere invariabile , e incorruttibile , e 
penetrevole , e fenfata . Con quella 
robuftiflima , e Iucidiflima dimoftrazio- 
ne già noi abbiane provato di ne- 

i . V cef- 


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D ELL* UOMO. 237 
cediti ogni idea proviene dalla Men- dìo ^ n ^. e 
te : e per confeguentc , che c im polli- # idee è 
bile , che niuna idea proceda dalla Ma- Mente SoU. 
tcria , onde s’ intende che fonte , c prin- 
cipio di tutte l’ idee, non folo mentali, 
ma altrefi materiali è te Mente fola. 

Dal che la più chiara , e più ampia—, 
feienza vegniamo ad acquiftare dell’auto- 
rità divina : te quale con tutto il di- 
fagio del propodo ragionamento noi 
non vogliamo a niun parto lafciare ad- 
dietro . Adunque fe la Mente è unica, 
e fola origine di ogni forta d* idee ; 
egli è certo , che tanto le .{mime idee, 
o forme plafliche d’ erbe , d’ alberi , e 
d’animali ,e d’ altre fpezic, quanto l’idee, 
o forme de’ primi , ed ampj corpi delL 
Univcrfo , e di erto (Jnivcrfo , non-, 
altronde che dalla Mente deono poter 
derivare : e parimente cosi V idee , o 
forme direttrici nella particolac Natu- 
ra fenfualc per governo della vita ; co- 
me le fupreme forme direttrici della-. 

Natura Univerfale ne’ lìti , nelle ma- 
gnitudini, e ne* regolati moti celcfti , e 
negl* ingegni matematici di numeri , 
mifurc , c peli ripofte , dalla Ment" 

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2?8 DELL’ANIMO 

, • mcdefima debbono immediatamente 
procedere . Ed in ciò egli è ben latto 

éeU’Vom* avvcrtire » che la Mente deli’ Uomo 
la Materia da una parte; e la Materia univerfale-* 

jeZnoUtrfn- ^ a ^ l{ d rr3 > cileno amenduc affettano il 
creato . primato, e’1 principato dclfc cofe . La 
Mente dell’ Uomo per 1’ indifiolubil 
m ncflTo della penetrevole , e comuniche- 

vole identità, per la quale in alcun mo- 
do ella da fé procede, c in fé ritorna, 
e in fé ripofa; avendo principio, mez- 
zo, e fine infeparabilmente connetti in 
una indivifibile, reale unità; e per l a . 
quale è ancora a Tuo modo proporzio- 
♦ nevolmenro ampia , ed univcrfalc : e la 
materia per la fua ampiezza , ed uni- 
verfaliti , onde ogni efifere del fuo ge- 
nere abbraccia , c contiene ; cd onde * ^ 
in alcuna gnifa , una , penetrevole, e co- 
municante f! fa vedere . Perciocché a 
fondare il fourano primato , e principi- t 
to dell’ efifere , due cofe infieme concor- 
rono ; Luna è I* identità , che invinci- 
bilmente unifee tutta l’ettenza , o fo- 
flanza, e tutta in ogni parte rendela a 
-fé medefima infittente, e prefente: l’al- 
tra c l’ ampiezza , e contenenzjuwrit'er- 

fale, 


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DELL’ UOMO. 239 
fale , che ogni eflerc dentro di le di - 
ogni genere largamente comprendevi 
anzi primato, ed univerfalità e’ paioli 
di eflerc una medefima eflenza ; 
l’ univerfalità per efler prima, e (bura- 
tta , ella è uopo , che all* ampiezza ag- 
giunga r identità de’ principi ; che il tut- 
to alle parti, e quello a quello infepa- 
rabilmente connettendo, arrechi verace 
contenenza - E così eziandio Identità, 
c primato pajono flmigliantemente una 
fola cola ; ma e* fa di meftieri, che l’iden- 
tità, col neflo infolubile dell’ eflenza_. 
abbia infleme la contenenza. ili ogni ef- 
fere, per efler perfetta, prima, e po- 
derofa, e con perfezione, pienezza, e 
potenza efler prima, e fourana . Orla 
Mente deli’ Uomo per I* identità de* 
principi, che feco adduce alcuna uni- 
versità : e la materia mondana per 
1’ univerfalità , che pare aver fe.co al- 
cuna comunicazione, elle, come dice- 
vamo, ambiscono il principato delle co- 
fe appreflo degli Uomini ftolti . Dal 
che begli nella Fifiologia Torta l* opinio- 
ne dell’ eternità del Mondo , e quella 
dell’ autorità , e del potere della Fortu- 

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2 4 o DELL* ANIMO 
na , ed ogni altra Scempiaggine, che fa 
produzione delle forme ideali, e reali, 
umane , e mondane fottragge all’ Idea 
divina : ed indi altrefi nell’Etica c egli de- 
rivato il pregio del fallo , dell’ utilità , 
e del piacere, che colle frodi , e colle 
violenze introducono nelle Civili focie- 
tà la peftilenziofa Tirannide . Ma l’una, 
e l’altra nell* intelligenza de’ dotti da 
quelle alture nel più infimo luogo, cia- 
fcuna del fuo genere fono fiate ritrai 
te ; conciolfiachc la Mente dell* Uomo 
fenza la vera, e piena univerfal conte- 
nenza c ella rifirctta, e circol’critta da 
ogni lato , minuta , angufta , povera ,ed 
impotente, c di minute, c varianti, e 
caliginose cogitazioni , e idee fol pre- 
veduta : Sebbene ella per forza della r 
penetrevole identità , e lumi , e Segni 
della Mente uTTiVeffale , e dalla uni- . 
verfal materia ricevendo , può b< 
da quelle angufiie ufeir fuora , e 
latarfi , e arricchirli con ifeienze , ed 
arti . E la Materia Spogliata di ogni 
idea , rimane disordinata , difforme , 
immobile , (poflata del tutto , ed infrut- 
tuosa : e Solamente col potere 4 e. «oli* 



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DELL’UOMO. 24 1 

ingegno Mentale può ella, forma, ed 
ordine, e bellezza, e forza acquifere 
Così la Mente dell’ Uomo , 1* uni verfai 
eflere e fapere , che è 1» ogni eirere , c 
ogni fapere , fuori di fe avendo ; e di 
la fatta accorra di edcr ella piccio- 
ni porzione , e fottil produzione di 
quell ampia umverfalità ; e la Materia 
avendo fuori di fe ogn’ idea, che è ogni 
ingegno , e forma , ed arte ; ben ella lì di- 
moia e/Tere una partecipazione , ed un 
limuiacro delia verace prima univerfal 
torma. Con che elleno, non già il va- Doppio». 
no lantafima del loro fa4fo pnncimrn «omento del 
che creano nel fenfo degli ftolT; maj 
del vero principato della fovrana Men- 
te divina, doppio, rubufto,e luminofo 
argomento fom mi ni Arano; quella colla 
cognizione , e quella colla fignificazio- 
ne : quella col conokere, indiritta ver- • 
fo 1 ogni fapere , ed ogni elTere , onde 
procede; e quella col lignificare, addi- 
tando il medelimo ogni elTere , ed o<mi' 
fapere, onde è formata . Finalmente °fe 
dalla natura penetrevole mentale , Ia_, 
perfetta cofpirazione , e totale indido- 
lubile comunione , ella ogni difetto , e 

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vacuità» e difordine» e tumulto» c de- 
formità» e infermezza , cd ogni inutili- 
tà, e danno sbandifee » bontà » pienez- 
za , potere , Capere , e con erti ogni frut- 
to , ed ornamento Ceco arrecando da»# 
una parte ; e dall* altra fe nell’ erbe , e 
nelle piante , negli animali » ed in ogni 
altra corporale fpezie, cogli occhi del- 
la fronte e* fi. vede cotal perfetta cofpi- 
razione , e comunione con tutte quel- 
le virtù, e bellezze: e nell’ Uomo parti- 
colarmente tutto il corpo organico con 
ogni fila parte feorgefi ordinato all* in- 
veftigazionc , ed al profeguimcnto del 
vero, c del bello» £ nell’ Univerfo al- 
tresì nel corfo regolato , e collante » 
negli fplendor» della luce » nel potere 
della formazione , c in quello della fi- 
rnificazione, nell* infinità delle forme 
reali, che opefàn ò*7'c felle ideali, che 
lignificano , egli è apertiflima » e luci- 
didima cofpirazione , e comunione con 
ogni bontà, e belleza,e utilità, e uber- 
tà, e dilettamento; fe , dico , tutto ciò 
è vero , come fermamente è ; ficcome 
vedefi per quello dalle cofe difcacciata 
ogni vacuità di edere , che è il nulla ; 



DELL’UOMO. 243 
ed ogni difetto di configlio , che è il 
cafojcosì con indicibil chiarezza l’ogni 
comunione perfetta della mente fcer- 
nefi ancor chiaramente lignificata . Di 
cotali comunicazioni, e fignificazioni , 
onde è l’ Uomo d* ogn’ intorno cinto , e 
delle interne comunioni , e lignificazioni 
del proprio edere, e del proprio fapere, 
egli è ccrtiflima produzione V Idea di 
Dio ,che il divagamento , e divi/ione de’ 
penfieri, e ’l tumulto , e lubricità degli 
affetti ofcurano, e cancellano fino all* 
infano Ateifmo, che come più fiate è 
per noi flato detto, è dpiù cupo.abbiL 
fo dell’umana ignoranza , Ora per ri- 
metterci in cammino , quello danno an- 
cora inferifcono alla fcienza quei , che 
per 1 * ordinate operazioni degli Ani- •' 

mali bruti, non contenti delle forme , fue cegni 


o idee materiali direttrici, di vantaggio ӣ> pjcurala 
vi richieggono la cognizione : quella fffi^, az '° ne 
illuflre fignificazione divina della divi- 
na autorità ofeurando non poco ; co- 
me fa altresì chiunque T idee direttrici 
dell* Univcrfo non riconofce . Percioc- 
ché le forme direttrici , con più fret- 
to, e più certo xommercio elleno fon 
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244 DELL’ANIMO 
i . * coll’ idee mentali congiunte , che gli al- 
tri generi d’idee e’ non fono. 

Ma come per ifpaventare i Volgari 
abbiam dimoflrata 1’ origine dell’ idee 
-*v fuori della materia; perchè non ofeu- 
rino la fignificazione del principio di- 
vino: così per allettargli ,dobbiam cer- 
care dentro della materia il fubbietto 
Qual fatte delle medefime ; cioè in qual parte fi 
fìa alle ìdet_~, trafmettano , e imprimano: affinché aa 
fììi acconcia • quella parte ancora la virtù, e ’l pregio 
dell* idee cieche , che non poco rileva 
alla prefente deputazione , meglio fi 
ravvili. E non è da dubitare , che quel- 
la porzion della materia, che pereftre- 
ma fottigliezza , e finezza è più pieghe- 
vole, e vigorofa , e’ non fia e più fe- 
guacc a ricevere, e più tenace a rite- 
nere , e più robufta a propaginarc le», 
idee. Quella in fbmmà,che per l’egre- 
gia dote della penetrabilità , ( che la__* 
materia in quel modo può avere , che 
noi più volte abbiam dichiarato; e per- 
chè la materia più alla virtù della na- 
tura mentale fi avvicina ) P •impreflìon 
dell’ idee , e dal centro alla circonfe- 
renza per tutte le linee ; e dalla cir- 


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Modo della 


DELL’UOMO. 245 ^2 

conferenza al centro per ogni verfo,ad 
ogni fua parte comunica : come noi veg- 
gio mo bene 1* aria , 1* idee de* Tuoni 
d* ogn* intorno moltiplicare; c per lun- 
go tratto condurre fino a gli orecchi : 
e la luce, le varie forme, e varicolo- 
ri per diritte lince decorrendo appre- 
ttare agli occhi de* circolanti . Ed è da fropagazìone 
fapere , che non già quell’ aria medeli- fumile dei 
ma, che dal fonoro iftromentoè imme- colon» 
diaramente percofla, e modificata, con 
quella impreflion medefima fi conduce 
al termine ; ma quella prima all* altra 
che iegue dappreffa^ e^jjufilLLpoi aU’al- 
tra parte dell’ aria, che indi Tuccede , 
c così di mano in mano l* una all* al- 
tra con nuove , e nuove moltiplicate 
modificazioni fimiglianti, la comparte; 
e fin là, dove i Tuoni udir fi Togliono , 
largamente fi elle n de . E fimilmentc.* 
non quella medefima luce , che Tul fron- 
teTpizio degli obbietti fi colora , e fi- 
gura , fino a gli occhi traTcorrere de* ri- 
guardanti ; ma una parte all* altra , e., 

-1* una dopo l’altra , con moltiplicate.* 
fucceflìve produzioni la comparte , e 

la traTmette fino a quel termine : dal 

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che vie più fi fcerne la maravigtiofa 
forza dell’ idee . Oltre a quello è altre- 
sì degno di ofservazione , che como^ 
1* efterno aere e’non penetra dentro ne* 
timpani dell’ orecchio ; ma ivi perve- 
nuto, all’interno aere ei comunica la 
fua modificazione; così parimente 1’ e- 
Aerna luce ella non è già fin dentro 
degli occhi fofpinta a modificar la re- 
tina ; ma nel congiugnerli coll’ interna 
luce, onde gli occhi fono ricolmi, vien 
quella a modificare , e figurare , fecon- 
do che ella è modificata , e figurata. E 


Sentimento q Ue ft 0 £ a mio credere . il verace 
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'SwS- fentimento della Platonica openione , 
che nel concorfo della luce del Sole 
con quella degli occhi , 1’ atto del ve- 
dere fia da riporre . Nella medefima.» 
guifa e’ fi dee credere , che negli Uo- 
mini , e negli animali bruti , non mica 
quelli medefimi fpiriti con quella ftef- 
fa impresone di cognizione , o di fen- 
fo difeorrano , o fino al cuore a pro- 
durvi gli affetti ; o fino all’ efiremità 
delle membra a fufeitarvi i moti; e vi- 
cendevolmente dagli (tremi delle mem- 
bra modificati , fino al celabro e’ritor- 
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DELL* UOMO. 247 
nino a fvegliarvi le ufo , o cognizione ; 
ma più tolto, che da un capo all’altro, 
non in altra maniera qualunque modi- 
ficazione fi diffonda, che per virtù del- 
la penetrevole materia , fuccelfivamen- 
te d’ una in un’ altra parte di fpiriti , 
onde tutto il corpo abbondi , moltipli- 
cata, e propagata .Imperocché ficcome 
è il Cielo di aere , e d* etere ripieno , 
e di luce, che da per tutto è in perpe- 
tuo atto, e moto ; così il corpo dell* 
animale della fpiritofa foltanza è tutto 
in ogni fua parte irraggiato , e con pe- 
renne vigorofo atto-, e mo vimento ope- 
rante. Il qual penfamento,(ee più ac- 
concio a Spiegare la maravigliofa co- 
municazione delle cognizioni de’ len- 
ii , e degli affetti; e in particolare il fu- 
bito momentaneo contentò , con che- 
V imperio della, .volontà fecondano i 
movimenti de* membri; ed all 1 incontro jfilg» incoi - 
a’ fenfi nelle membra fufeitati rifpon- rjffondenzcu, 
dano i penfieri , e gli affetti: e fe è egli 
più atto a fpiegare la mirabil propaga- 
zione delle figure , de* colori , e de* Tuo- 
ni in tante parti, e in tanta diftanzaje 
iu ifpczieltà 1’ incredibile velocità del- 
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ì 4 8 DELL* ANIMO 
le illuminazioni, e figurazioni delia lu- 
ce , che non fa la comun volgare ope- 
nione ; e* non dee già niuno offendere 
la novità delle cofe. A quella guifaor 
dimoflrata 1* origine , e la virtù, e le~, 
varie guife dell’ operazioni ideali , noi 
fermamente abbiamo refa più accette- 
vole la fentenza , che per le fole idee 
direttrici , fenza niuna cognizione , fi 
governi la vita degli animali bruti. 

Pure , come per l’ ingegno , e lume 
delle idee direttrici abbiam moflrato , 
poter la materia avvicinar^ al fapere 
della mente: così d T altra parte , alla_» 
poteflà della mente medefima poter el- 
la farfi dapprefTo col vigore del moto , 
conviene che dimoflriamo. E adunque 
uopo , che ritorniamo all* Ariflotelica 
definizione del moto : la quale intera- 
mente fpianancknp' vcrrenTo a conofce- 
re da una parte 1* atto della mente , 
che c la cognizione; e dall’altro l’at- 
to della materia, che è il moto: e ’l po- 
tere deli’ una natura, e dell* altra ; 
dell’uno, e dell’altro atto , che dirit- 
tamente va a toccare il nodo di que* 
fla difficile Quifiione. II moto, dice-u 

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DELL’UOMO. 249 
jquel Filofofo, egli è atro di ente iiu. 
potenza, in quanto in potenza: diffìni- Defittiti** 
«ione, come noi già dicemmo , dcrifa c " 

• da moderni Filici , ma che in più , e di- 
verfe maniere interpetrata , alti spro- 
fondi fenfi difeopre, che la coloro leg. * 
gerenza, o feempiaggine ravvi farvi non 
ha potuto. Noi l’ altre cofe , che po- 
tremmo addurre, ad altro uoporiferva- 
te, due fole ne feerremo , che a fu pe- 
rare la malagevolezza , che abbiamo 
innanzi, crediamo più opportune . Pri- Prima /*. 
1^3, il moto non è una particolare e r P e,raz 'mn* 
diterminata mutazione a produrre- #£!%£. 
quella, o quella diterminata cofa, che nizione * 
qualificando il fubbietto , il termini , 
e ’l compia in alcun modo ; ma così 
?gl.' £ ? tto » e c °sì ( diciam così ) attua 
il lubbietto; che altro movendo non li 
faccia, ed altro non fi polTa dire , fe^ 
non che quello fi muova , e fi muti ge- 
neralmente . Il moto e* già non è di 
quella fatta di modi , o qualità , chc^ 
con qualificare , o modificare f compia 
in elTere il corpo movente ; ma egli 
avviene all’ente già perfetto, e com- 
piuto, ed attuato con ogni atto , e per- £ 

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-250 DELL’ANIMO 

lezione , e compimento del Tuo eflerè': 
il qual eflere perciò e* non è in poten- 
za, che al moto foloy cioè a mutazio- 
ne, e variazion generale, che altroché 
mutazione, e variazione e* non fia.On- 
de avviene eziandio, che in qualunque 
modo, e quantunque muovali il corpo , 
Tempre e’ rimanga libero, e fpedito , e 
in potenza a muoverli più oltra in in- 
finito. La mobilità adunque ella non è 
certa, e diterminata potenza a quello, 
o quel certo , e diterminato atto . Il 
di lei atto non è tale , che così ne di- 
termini Tinfinità , c T indifferenza ; che 
in oltre altro atto , ed altra dttermina- 
zione , e perfezione e’ non li abbia a», 
ricevere . La mobilità non h potenza à 
produrre, o operare; non è a ricevere 
nulla , o patire ; non è ne attuofa , ne 
paziente mmi*— * tì iiffr» tua' bene ella è 
ima potenza generale , ordinata ad un 
generai atto, che attuandola; tuttavia 
nella fua capacità , o poffibilità ancor 
la (èrbf. Quello è egli effe re in potèn- 
za, in quanto potenza; onde Arinote- 
le con profondo acume potè dire ciò 
che dille del moto in quella dWfinizio-' 
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ne. Secondo, la mobilità ella è pura_. 
potenza; cioè tutta potenza , ignuda, e 
caua di ogni atto* Nella materia e non 
c virtù , o p.ofTanza alcuna al moto ; 
perciocché ella non può muovere f^* 
medefima : non può a fé rivolta fopra 
di fé niuna azione adoperare per tutti 
gli argomenti, che nella prima parte della 
Difputa allegammo. Adunque eziandio 
in quello lenlò la mobilità, e potenza» 
in quanto potenza -, cioè eftrema » mera» 
e pura potenza < Dal chefiegue oltre 
a ciò , che alla mobilità l* atro del mo- 
to così fo.pravvog»o.f che tutto a Lei 
eftrinleco , ed eftrinlecamente modifi- 
candola » niente d’interno alla foftanza 
nel fuo genere già perfetta aggiugnen- 
do, il Vuoto» e 1’ indifferenza » e l’ in- 
finità della pura ,e mera porenza giam- 
mai fini fica di fatisfotte. E non è cote- 
fio il medcfimo,che dire coll’-Arifiote- 
lica acutezza , che ’1 moto è un atto 
dell’ente in potenza» in quanto poten- 
za ? Qel dialettico raddoppiamento nel 
primo calo , dalla mobilità e’ ricide 
ogni differenza, ed.ogni diterminazio- 
nc ; e 1’ eftcnde,ed allarga fino aduna 

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Iji DELL’ ANIMO 
generaliflìma potenza : e nel fecondo,' 
alla mobilità foglie ogni atto , ed ogni' 
perfezione , inlino ad una fottiliflima , 

' e fparutiffima poffibilità ? o capaciti' 
v “ 0 »n<lola affitto. Quanto noi fino n 
tenzas qual l ] u * abbia» di vitato del moto, e del- 
(à materia mobile , egli èrtotto per etra-' 
ttario della cognizione , e della Mena' 
te. E’ non è la virtìr, o facoltà di co*' 
nofcere pura ; e mera pottifeaftidn è 
tutta quanto ella i , potenza vuòta di 
ogni atto ; ma è poderofà , vigorofa * 
attuofa. Nella me nte cita ci ha virtù . 

« T>otete^tffa-cggn^ ìzrònKéT Bà r » l tW l IH 1 ! g 
medefima maravigliofe forze a conofce? 
re. Imperocché fa Mente puo^lla a fd 
medefima rivolta, fopra di fé ogni fu a 
azione adoperare : ficco me fopra noi còti 1 
altrettanti argom enti abbia m dimoftra.’ 

^ > coniQqj^iioMjfrt( l pf73^5TPa Ja yacjjj.' 

tà*#Plffipotenza della materia . Siccome 
la cognizione, non come il moto della' 
materia è atto di ente in potenzi , in 
guanto potenza . La cognizione non è* 
eftrinfcca , ma intrinfeca alla foftanza 
mentale , e intrinfecamente la termina , 
e compie ; eflfere , e forma , e perfezionò * 
in lei rifondendo . Da qucikTnfigne 4 

dif- 


Digiti; 


DELL* UOMO. 255 
differenza della mente , c della mate- 
ria , della cognizione, e del moto e* fi 
viene con Comma chiarezza a conofcere 
da una parte il Covrano edere della men- cognizione 
te pura ; e dall’altro , l’infimo edere della Ù 
pura materia. Imperocché nella totale 
acuità , e impotenza della materia e’ben 
li ravvifa la Cuggezione ,la dipendenza , 
e Peftremo biCogno ,che ella ha di ede- 
re moda , variata , e figurata : e per con- 
feguente la Cua natura vuota di ogni po- 
tere, e d’ogni atto , e luce mentale. E 
nella virtù della Mente, che ella ha di 
muovere, e for ma n e c ornare Ce fteC- 
fa, e’bene fi riconoCce la Covranltà, e Pin- 
dipcndcnza , e la pienezza , c ’1 potere di 


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formare, ed ornare : e feguentemente 0 ndejìco- 
l’ integrità , e purità della medefima da nofea i' orai 
ogni contagio, e fozzura, e infermità ma- 
teriale.Siccotnc con quella totale impcr- l’onnipotenza 

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fczione , e debolezza della materia e* ve- Mia Menu 
defi altresì congiunta 1* ogni podibilità, o 
paflibilità ad efier moda , ordinata , e for- 
mata in tutti i modi , e lavori materiali; 
così con quella Covrana perfezione, e po- 
tente virtù della mente pura e* fi (corge 
connetta 1* onnipotenza a muovere , ed 
ordinare ,ed ornar la materia. Per la me- 

defi- 


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254 DELL* ANIMO 
defima differenza s’ intende ancora , che 
è il proposto noftro , la natura del fenfo 
ragionevole dell’ Uomo , e la natura del 
fenfo cieco animalefco: quella nella con- 
giunzione di mente foftanziale, colla .ma- 
teria formata ; e quella nella comunica- 
zionedell’ atto mentale alia materia ii* 
forme . Ed ecco la natura fenfuale , tutta 
con tutte le operazioni ragionevoli , ef- 
preffa , ed effigiata nella fola materia . 
Quando per virtù della mente pura e* 
paffa nella materia 1* atto mentale dell* 
ogni comunicazione aritmetica , geome- 
trica, ftatica ;-c-+ l arrcr tfelt* ogni poter© 
del moto nella materia più fina , agevole , 
cd attuofa con- perpetue circolazioni, ed 
ordinate diftribuzioni ,jcon principi, P ro “ 
greffi , e ritorni; e quello in fine dell* ogni 
formazione coll’ ideali plaltiche , c della 
direzione , c jigiuficasioiie cotPideali di- 
rettrici^ lignificati ve ; ecco allora un 
principio movente , ampio , pieno , per- 
fetto ,podcro fo e fruttifero : onde nella 
materia-mondana è la direzione , efigni- 
ficazione ne* Corpi celefti di giorni, me- 
fi, e d’anni, e di ordinate {lagioni, e di 
altri più ampj , e più perfetti periodi, ed 
è 1* ogni formazione , o produzioo^di er- 







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DELL’UOMO. 2 55 '• , 

be ,di piante, e d’ animali , e di ogni altra 
potfibile fpezie corporale . 11 qual princi- 
pioè egli la Natura univerfale . E nelle- u^'- 

matene particolari coflrutte, ed ordì- vt rjÀlc. 
nate con quegl’ingegni , e fornita di quel- 
le virtù , e forme reali, ed ideali e’provie- 
nc , e la produzione , o formazione de li- 
mili, e la fignificazione , e direzione di 

tutte le ordinate operazioni neceflarie al- 

la vita. 11 qual principio a fuo modo capa- -^ rt * 
ce, e potente, ed ordinato, c egli lana- f0 /<ire. 
tura particolar fenluale. Sicché ficcome 
la Natura univerfale ella è regolata , e-* 

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1’ Univerfo,ed a produrre, e formare-» 
tutta 1* infinità delle cofe * colla fola im- 
prelfione , c coll* atto folo, fenza interno 
folla nzial principio di cognizione; cosi la 
natura fenfuaic.fenzaprincipio di niuna 
interna cognizione; coU’atto*folp,e colla 
fola imprelfione di foraftiero principio 
ideale, qual può formare il limile, tal può 
ella produrre altresì tuttala varietà di 

tutte le ordinate operazioni della vita.La 
Natura univerfale ella ha in fc efpreuo 
tutto l’atto delia Mente, onde la Materia 
è capevole: ha ogni ingegno , ed ogni co- 

mn. 




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iS6 DELL' ANIMO 
municazione , ed ogni potere per la pro- 
d uzione , e confervazione di tutte le fpe- 
vil ™'t u ‘ zic con iafi . nita varietà , e grandezza . La 
ra jonojìmu~ Natura univerfale è perfetto fimulacro 

Mente adù. Mente.c un’ampia mente materiale, 

' non già per interna cognizione d* interno 
principio ; ma bene per eftrinfeca opera* 
zione di efterno principio Ideale. Il fenfo 
' \ è una picciola particolar natura, con ogni 
artifizio, e cofpirazione, e potere valevo- 
le per tutte le operazioni , e fignificazioni 
afe con vegnenti. Ella è tra le fpezie par- 
ticolari la più vicina, e più efprefli va fi- 
gura, ed immagine detta Natura Univer- 
lale: ed ella ancora proporzionevolmen- 
te lignifica , e dimoftra la mente, che alla 
materia ingegno, e concordia, e forza do- 
nando le ha trasfufo 1* atto producente , 
cd ordinante le operazioni fcnfuali.Que- 
fta picciola natura è una material mente 
particolare , non per interna produzio- 
ne ; ma per efterna introduzione di efter- 
no principio mentale . E quello fi è il fine 
de’ noftei divifamenti, che non peraltro 
pubblichiamo, per fottoporgli al giu* 
dizio de’ dotti . 


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