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Friday, June 7, 2024

Grice ed Oro

 LA VITA 

D I 

Gl OVAN GIORGIO 

' TB.ISSINO. 

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I 



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LA VITA 



Gl OVAN GIORGI O 
T R ì S S I N O, 

ORATORE, E POETA 
SCRÌTTA 

DA PIERFILIPPO CASTELLI 
VICENTINO. 



IN VENEZIA, 

Per Giovanni Radici. 
M D C C LI 1 !■ 

Con Licenza de’ Superiori , e Trtvììegio. 


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sAlli Kob. Kob. Sigg. Co Co. 

PARMENIONE, 

ED ALESSANDRO 

trissini, 


^ier-Fuippo Castelli. 



**t «1 & egli fu fempre le- 

cita non fo lamento , ma lodevol 
cojaa chiunque ha fatto penite- 
lo di mandar a luce un qualche 
Juo componimento , lo fceglìero 

a alca- 


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alcuno illujlre e ragguardevole 
perfonaggio , a cui intitolarlo ; 
non fola mente per acquijlargli 
col nome di lui pregio e ornamen- 
to y ma ancora per poterlo col 
favore di lui mede fimo dagl vi- 
vidi morti de' malevoli difende- 
re , e ajfìcurare : mafiimamente 
di ciò fare a me fi conviene , il 
quale avendo dìliberato di dare 
alle luce il già condotto a matu- 
rità primaticcio frutto del poco 
e debile ingegno mio , voglio dire 
la V ita del nobili fimo , e dottijfi- 
mo Poeta e Oratore Gì ovan Giorgio 
T rissino, decoro e fple udore am- 
pli filmo di que fi a no fi r a Città 
di Vicenda s a nobile e buona 
guida con pili di ragione debbo 
accomandarlo , onde poffa fi cura- 
mente ufcir fuori , Me migliore 
per tanto , nè piu fidata fo ritro- 
varne di quella della molta Vo- 
fira Umanità , e Genti legga , 

Jllu- 

* 

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Illustrissimi , e Nobilissimi Sigg. Conti-, 
concio [fi ache Voi Germe fiele di 
queir amie hi filma , e fempre co- 
spicua Famigliai Voi alla tefifi- 
iitra , e alla pubblicazione di 
quejì Opera ni avete piu volte 
inanimito , e follecitato ; e Voi 
per fine dotati fiete di sì illu- 
Jlri prerogative , le quali ( come- 
che un largo campo me fe ne pa- 
ri davanti ) per lo timore di for- 
fè non offendere la fingolar Vo- 
Jlra moaejlia ometterò. Non vo- 
glio tuttavia la f dar di accenna- 
re V amor Vojlro alle lettere , e 
a chi le coltiva , il quale ficco me 
dà a co no fiere quanto nobile fi a 
la Vofira indole , e quanto colto 
il Vojlro ingegno , così Vi fu e fi- 
fere in Patria e fuori fingo tar- 
me nt e chiari. In fatti e chi <?, 
che non fappia , 5ig, Co. Parmenio- 
ne , quanta opera , Jludio , e fa- 
tica avete Voi fpefo per dare al- 

a % la 


* 


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la Bertolìana nojlra , della qua* 
le con tanto plaufo fojlenete da 
sì gran tempo P onorevolìjftmo ca- 
rico- di Bibliotecario , novella for- 
ma e ‘figura ? Egli e maraviglia 
che in manco di un lujlro compì - 
i lato avete di qué' tanti libri un 
catalogo efattìjftmo , ed utilifftmOy 
, per efferviy merce P infaticabile 
Vojlro travaglio , compre fi non fo- 
la mente gli autori tutti y ma le 
materie eziandio * Oltreché i mol- 
ti e nuovi libri , di che per la 
grandiffima Vojlra cura £ dili- 
genza la Librerìa Jleffa e cre- 
fciuta ed arricchita y e gli altret- 
tanti , che di rne^Z 0 tenebre? 
ove giace anf fconofciuti , avete 
cavati ? e a novella luce tornati y 
fono tanti pubblici attejlatì de^ 

Voftri letterari pregi . Che diro 
poi di Voi, Sig. Co. Alessandro? A 
tutti e noto , che per le virtuofe 
Voflre y e illujlri prerogative con- 
to c 

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io e celebre Vi flètè rendùto non 
pure in Vicenda , ma in què * luo- 
ghi tutti , cz/e y/e/e flato per oc - 
capone delP ultimo Vojlro Viàg* 
gio , F&/ cc/2 nobile fplendideg- 

za intraprefo , e profeguitoj e<. 
là fpefalmejue , tfcwe foggi orna; * 
di prej ente P eruditismo , e ce~ 
Jebratiffmo Monfìgnor di Volter- • 
ra, della cui dotta co rmer fazio- 
ne non poco tempo godefle , e co/ 
quale altresì contrae fi e Jlretta 
amicizia . 2 ? ognuno ben fa , 

quanta lode , c Jlima vi fiete 
guadagnata colla prudenza , af- 
fabilità y magnanimità , dottrina , 
c co/2 altre nobili e cav altere f che 
virtù da Voi mo firate ed e f cr- 
enate in detta occafone , che 
non voglio rammemorar , per non 
offendere come ho detto 3 la Vo- 
Jlra modeflia . Per tutti que- 
lli , c per altri molti del pari 
forti motivi , c/>e tra per la bre- 
' ' C vita 


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vita, e per ?ion piu fajlidirvi 
la f ciò di dire , io umilio e dedico 
a Voi,. Nobilissimi* e Chiarissimi 
Cavalieri, quejia mia prima 
Operai la quale y perciocché la 
V ita contiene del non mai ablct- 
Jlan^a lodata Giovangiorgio Tr is- 
sino, fon ficuroy che da Voi , 
che con lui comuni la patria , il 
cognome , e le virtù avete , beni- 
gnamente e gratamente farà ac- 
cettata . E qui nella pregevol 
grafia Vojlra r accomandandomi 
Vi faccia umilijftma riverenza , 


PRE- 


PREFAZIONE 


l 


A Vita di GIO V ANGIORGIO 
T RISSINO , poeta e orator ce- 
lebre , ficcome per alcuni: è Rata 
già fcrirta, così parrà a prima vi- 
lla , che inutii cola ila Hata Io 
/crivella .di nuovo ; ma perchè que- 
lli tali Scrittori han di Lui molte cole dette, le 
, quali o non fono Rate per eflì .bene difeufle , o 
forfè .anche furono dette a capriccio, perciò non 
Lenza ragione rilolvemmo .di così fare . Tra efii 
uno fi fa eflere Rato il Signor ApoRolo Zeno, di 
chiariffima memoria , il quale nella fine del le* 
colo paflfato diede jh luce la Vita del TRISSINO 
inferita nella terza parte della Galleria di Minerva 
in Venezia prejj'o Girolamo jilhrivjj 1 696. in fo- 
glio ; ma ficcome gli uomini 'veramente dotti ed 
ingenui non fi vergognano di ritrattar quegli er- 
rori , che nelle proprie Opere conofcono aver 
commefiì , così non ifdegnò egli non pure di 
dirci a bocca , ma di farci fàpere eziandìo per 
lettera , mandataci da Venezia addi iv. di Giu- 
gno dell’anno 1749. , che nè quella Vita , nè 
ciò , che col fuo nome fu Rampato e in quel 
tomo , e negli altri ancora della detta Galleria 
di Minerva , riconofccva per cola fua : e quelle 



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ii PREFAZIONE, 

fono le fue parole . Sono cinquanta e più anni , 
ch'io fcrijjì quella Vita dell' infigne Giangiorgio 
T rijjìno , la quale fi legge nella Galleria di Miner- 
va. Sappia però V. S. , ch’io prefentementc , an- 
zi da gran tempo in qua non ricono feo per mio la- 
voro y ma per aborto della immatura mia età tan- 
to . la medejima Vita , quanto tutto quello , che col 
mio nome fi legge flampato in quel tomo della Gal- 
leria di Minerva , e in tutti i Jeguenti , Ci fono 
qua e là V'arj punti effendi ali e importanti , che 
allora mi parvero con vero e fame difcujfy , e che 
ora per migliori lumi fopr avvenuti ritratto , e con- 
danno . Di tutto ciò mi è paruto avvi far la per fua 
regola , e mia giufìife azione . 

Sebbene quali lo Hello avea egli fcritto affai 
prima al P. D. Pier-Caterino Zeno, Somafco, fuo 
fratello , di fèmpre celebratiffima ricordanza ; men- 
tre tra le fue Lettere , di frefeo fìampate in tre 
volumi in 8. col titolo di Lettere di Apoftolo Xe- 
no ec. In Venezia , apprcjjo Pietro Valvafenfe ; 
nel z. Volume a car. 91. ve n’ha una a lui di- 
retta, fegnata di Vienna 14. Dicembre 1719., in 
cui in proposito della riftampa dell* Opere del 
Triffino allora ideata da’ Sigg. Volpi, così gli diC. 
fe : Vinti i fono , eh' io diedi fuori nel /. Volume 
della Gallerìa la Vita di effo ( Triffino ) : ma Je 
orai avejfi a ferriere, la riformerei tutta da capo 
a piedi : onde fe io ne fo ora sì poco conto , av- 
vertite anche i Sigg. Volpi a non far fopr a efja 
alcun fondamento . 


Allor- 


PREFAZIONE. in 
Allorché in Verona preflò Jacopo Vallarli fi fece 
la ri Rampa delle Opere del noflro TR ISSINO, 
proccurata dal chiariamo Sig. Marchelè MafFei , ma 
primieramente ideata da 1 rinominatiifimi Sigg.Vol. 
pi di Padova, tanto delle Lettere benemeriti (co- 
me appare e dalle parole della lettera furriferi- 
ta dei Sig. ApojRolo Zeno, e dal Giornale de’ Let- 
terati d' Italia , Tom. XXXII. a car. jj 3 . ) noi 
lappiamo edere Rato pregato il liiddetto Signor 
ApoRolo, che vi lalciaflè premettere la detta Vi- 
ta ; ma non avendo egli allora avuto tempo di 
r: correggerla , «Rendo occupato in altro impiego , 
non volle acconientire . Ne fu tuttavia fatto un 
breve Rjfìretto dal mentovato Signor Marchele , 
e fu alle Opere luddette premeflo ; nel quale egli 
pur prele qualche sbaglio, eflendofì (come a noi 
pare ) attenuto alla Vita inferita nella Galleria di 
Minerva, e a MonEgnor Jacopo-Filippo Tomma- 
fini, che fu il primo a feri ver del TRI SS INO 
a lungo , teifuto avendone un latino elogio Ram- 
pato in un cogli altri fuoi Elogia Virorum literis , 
& f apienti a illuflrium : Patavii , ex T ypographia 
Sebajtiani Sardi , 1644. in 8. 

Datici per tanto con lollecito penfiere a racoorrc 
le cole fparfe qua e là in varj libri , ed anche a cer. 
carne di nuove, trovammo a calo in un Difcorfo 
intorno aìl'Opere del noRro Autore, del Sig. Cava- 
liere Michelangelo Zorzi (Rampato nella Riaccol- 
ta dOpufcoli Scientifici , e Filofojìci , toni. 3. a car. 
398.) la quale cominciatali a pubblicare per opera 

b del 


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IV PREFAZIONE, 

del P. D, Angelo Calogero. M. Carnai, in VencTja 
appreJJ 0 Crifioforo Zane 1730. in 1 z. leguitandoll 
tuttora a produrre da'torchj di Sirnone Occhi è già 
arrivata alTomoXLVII.) citato a car.441. una dia 
manulcritta Vita del TRISSI NO i per la qual 
cofa torto ricercatala con molta diligenza , ci ven- 
ne fatto , per mezzo del Signor Abate Don Bar- 
colommeo Zigiotti , non pure di ritrovarla , ma 
di averla eziandìo cortefemente in noftra cala , 
Quella Vita rt conferva di prelentc appiedò i 
Sigg. Conti Triflìni dal Vello di Oro, dilcenden- 
ti del noftro Autore , ed ha quefto titolo : Rag- 
guaglio Jftorico , e Letterario intorno alla Vita di 
GIOVA NG IO RG IO TIUSSJNO Nob . 
Vicentino , Co., Cav ., Poeta, ed Oratore infìgne ; 
con un Efame delle Opere da Lui fiampate , e col 
giudicio fatto delle medefme dagli Uomini più cele- 
bri di quc' tetri pi , e con una ccnfura J opra il fuo 
Poema Erpico intitolato L A ITALIA L 1 - 
BERATA DA GOTI, eftratta da Cri- 
tici allora più famojì , e più intendenti della Poe- 
tica Difciplina . Aggiuntovi un ,e fatto Catalogo del- 
le Opere tanto pubblicate , quanto MS S. dello fìe f- 
fo T RI S S INO , ed un Indice copio (0 d' Au- 
tori, che parlano di Lui, e che fomminijlraron no - 
tifi e per compilare la Vita prefente , Il Manofcrit- 
to è in 4., e comprende 653. facce. 

Da quello titolo sì fpeciolo e pieno credeva- 
mo invero, che invano ci foffimo medi all’opera, 
c che avedìmo perduta la fatica inutilmente ; ma 

più 


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V 


PREFAZIONE, 
piu cuore ci facemmo a profeguirla, ed a com- 
pierla , allora che letta e riletta la Vita fleflà 
trovammo ella poco piu in se contenere di ciò,, 
che detto aveano i predetti Autori r oltreché o- 
gnuno recherebbe!! a noja il leggerla a cagione 
delle parecchie lunghe digreffioni , che F Autore 
vi frappofe , lontane affatto dalla materia , che 
e’ fi propofè di trattare ( vizio Colico nel Cava- 
liere Zorzi, ma pure fcufabile in lui per la va- 
lla raccolta di letterarie erudizioni, che egli, come 
in preziofà confèrva, nel teforo di fila mente fer- 
bava ) , benché per altro cotali digreffioni in sé 
contengano molte curiofe notizie . Non polliamo 
tuttavia non confeflàre, averci quello Manufat- 
to varie cofè fommini firate , per cui vie più. ar- 
ricchita abbiamo quella noilra fatica ; la quale 
ficcome cola nuova e vera, fperar vogliamo , 
che non abbia ad eflère fèr non di diletto. 

V'abbiamo per entro fparfe alcune notizie lette- 
rarie ed ifloriche fpettand a varj perfonaggi, che 
fiorirono nell età del noflro T RISSINO, oa 
qualche fatto notabile de! tempo fleffo , lenza 
però dilungarci granfatto dal hlo principale dal 
racconto; le quali notizie vogliam parimente cre- 
dale, che non faranno difeare. 

A non oltrepafiare la brevità, che ci fiamo pre- 
fifla, abbiamo a bella polla tra lafcia te alcune co- 
le di non tanto conto/ perchè altrimenti fé avefà 
fimo voluto dir tutto ciò , che al TRIS SI NO 1 
può. appartenere, di tanto fi farebbe quella Vita. 

b z afiim- 


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VI prefazione. 

allungata, che, anzi che diletto, noja e fafiidio 
apportato avrebbe . 

Quanto poi alle Opere del noRro Autore , cre- 
diamo di non averne tralafciata pur una , come 
apparirà dal Catalogo , che fi pone in fine di que- 
lla Vita y dove molte fé ne vedranno regiRrate , 
che non furono mai Rampate , ed al Compilatore 
fopraccennato o non venute a cognizione, o dalui 
per avventura non curate: e di molte eziandìo fi 
favellerà, che da qualche Scrittore da fallace tra- 
dizione ingannato a GIOV AN GIORGIO fu- 
rono attribuite . Tutti i Titoli per altro delie 
Opere fleffe non ci fiamo curati di riferire ap- 
puntino , come Ranno ne’ Frontelpic) delie edi- 
zioni , non ci parendo cofa di grande importan- 
za > e fimilmente se fatto nell’ allegare , e cita- 
re qualche pafso di fue fcritture: e abbiamo tra- 
lafciato eziandìo i Caratteri Greci dal noRro Au- 
tore inventati , non avendogli giudicati quivi to- 
talmente neceflàrj , e non già credendo di reìidcr 
così molto buon fcrvigio alla memoria di quel grand’ 
uomoy come fi lafiiò ulcir della penna il per altro 
tanto benemerito dottiilìmo editor della rifiam- 
pa delle Opere dei Trillino fatta in Verona j im- 
perciocché tenghiamo per fermo, che Te il Trif- 
lino folle vivo, figurerebbe a afare nelle proprie 
fcritture quelle lettere da se con tanto Rudio ri- 
trovate , ulate, e difcle. 

Dopo di avere così Icritto ci confoliamo , pa- 
rendoci di elserci in quefio particolare uniti alla 

oppinio 


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PREFAZIONE. vir 

©ppìnione del fu Signor Apollolo Zeno, che nel- 
la più fopra citata Lettera al P. D. Pier-Caterino 
fuo fratello così Icrilse : Lodo /'edizione di tutte /' 

Opere del T riflino . Ma fi farà ella con gli Orni - 
cron , e cogli Omega , e con la foli t a ortografia 
di quel grand’ uomo? 

Si farebbe potuto regiftrar anche il catalogo di 
quegli Autori'*,. che di Lui fecer menzione ; ma 
liccome molti lì troveranno già citati per entro 
quella Vita , e gli altri non ne parlarono più 
che tanto, così noi ci lìamo dilpenlati da .quella 
forfè dilutile fatica . A quello però può abbon- 
dantemente lupplire la Tavola delle cofe notabili , 
che alla fine del libro abbiamo aggiunta ; la qua- 
le altresì mette in un tratto lotto l’occhio del let- 
rore tutte quelle notizie letterarie ed illoriche , 
che, come lopra è detto, abbiamo fparfe qua e là: 
Tavola che lenza quelli ragionevoli motivi , 
lì larebbe dovuta certamente lalciare in un’Opera 
di pochi fogli, liccome lì è quella nollra. 

Circa poi le correzioni ed ofservazioni critiche 
per noi fatte lòpra gli errori d’ alcuni de’ detti 
Autori, lì vuol qui dire, che non s’intende giam- 
mai d’olcurar punto la fama , che e£Iì godono 
più che chiara tra’ Letterari, ma fola mente di far 
apparire il vero nella lua luce; e le allo ’ncontro 
qualche errore lì troverà in quella Vita da noi in- 
navvertenremente commefso , lì feulì la piccolezza 
della nollra luffìcienza ; riflettendo maflìme , che 
rari lon quegli, i quali vadano in tutto efenti da 

que’ 

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vm PREFAZIONE.. 

que’ difetti,, che ( come dicea l’Abate Anton Ma- 
ria Salvini ) fono patrimonio e retaggio di nofircc 
fievole umanità. 

Finalmente fe vedremo y che quello primo par- 
to del noftro rozzo ingegno lìa gratamente rice- 
vuto,. come ci giova iperare , dagli uomini lavji 
ed eruditi ,. noi allora con maggiore follecitudine 
attenderemo a profeguire la già da parecchi anni 
incominciata faticolìllima Opera delle Notizie Let- 
terarie ed I (loriche degli Scrittori Vicentini da altri 
pure , ma Tempre infelicemente ternata (a ) ; 
nella quale ,. le non andiamo errati r fperiarno di 
inoltrare ,. che ( come lalciò Icritto il nollro Ba~ 
flian Montecchio nel- fuo- Trattato; De Inventario’ 
tLeredis , & c . Venetiis apud Fransi feum Zilettum 
1 574. in 4. a car. 160. a tergo, num, joz.- J Vi- 
ceda foecunda fuit JvLxter & jiltrix poetarum 
philofopborum , or a forum ,, thcologorum ,. jurif con- 
fiti forum y ant i queir iorum medicorum , atque in 

qualibet facultate eruditorum ; e che per ciò elsa 
noa è. a verun altra città inferiore .. 


KOI! 


(4)Spcriarao prròdi vedere a luce rra fonazioni intorno all a forte miilio- 
poeo tempo un’Opera ddl’cruditif»..! re della Storia Ecclefiaftica r eSe~ 
Sig, Dr. D. Franccfco Fortunato Vi- J colare della medefima noftra Patria,, 
gna, la quale conterrà V /fiorite Let- ! promclTe col dottifsimo fuo Preli- 
/er 4 r/<tdellanoftra Citta di Vicrnza, ' minare ftampato in Uìcenzjt appref- 
e farà il primo tomo delle fuc J?rjf- Jo Pietro Antonio Berna * 17^7. in 4. 


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NOI RIFORMATORI 

Dello Studio di Padova. 

A Vendo veduto per la Fede di Revifione, ed Approvazione 
del P. Fr. Paolo Manuelli Inquificor Gcncraletdel Santo 
Officio di Venezia nel Libro intitolato: La Vita di Giovan- 
ni orgia Triflìno , ferina da PierFilippo Camelli Vicentino ee. 
non veder cos’alcuna contra la Santa Fede Cattolica; e pa-* 
ri mente per Arredato del Segretario Noftro ; niente contra 
Principi-, e tuoni coftumi , concediamo Licenza a Giovanni 
Radici Stampar or di Venezia , che pofla effere ftampato, of- 
lervanJo gli ordini in materia di Stampe , e prefentando 
lolite Copie alle Pubbliche Librerie di Venezia, e di Padova. 
Dar. li 20. Luglio 1752, 


( Gio: Emo Proc. Riform. 

( Barbon Morofini JCav. Proc. Riform. 

i 

Regimato in libro a Carte 29. al Num. 595. 

Gian-Girolaneo Zuccata Sepr. 


Errori , Correzioni . 


PjJ. 3. not. 1. per pur 

15. not. 44. iójo . 1(90. 

3 *~ not. S7. tnanifefta- manife- 
. mento (lamCte 
3?. ho. r. di Grecò dal Greco 
4 X. not. 79. fia fia 

jj. noc.104. Vetooa Verona 

*»i quella quelle 


1 irrori, Correzioni. 

Pag. 74. nòr.147. Campati Campate 
79 ’ not. t6l. Matchefe Marchele 
93. Un. 4. qnefto quello 

98- lin. 13. eht chi dopo 

III. not.ija. xxir. xxxii. 

ivi XXIV. XXXIV. 

114. not. a; - ». acud.re accudire 

no. not.aSj, ooraz. uotaz. 


'Rimettendo il Lettore alla TAVOLA, deve fi t fatta ouaL-Lr rinterrila 
d, refe ommtff, nel coffe dell’Opera . J latta qualche genterella 


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NUM<JUAM Stvcia* fertur ad ombra» 

Ijjclyta vjRTUs» 

StKtc. Hircttl, Ott. ACtV, 

At non IN’CENIO QOJUITVU NOMEN AB ASVO 

EXCIDET! INCENSO JTAT «NE MORTE DECUS. 

Prùptrt. Ut. Ili • Elq. \ 



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I 



LA VITA 

D I 

GIOVANGIORGIO 

TRISSINO, 

SCRITTA 

DA PIERFILIPPO CASTELLI 

VICENTINO. 

RA le famiglie più nobili » che il- 
luftrano la Città di Vicenza» mia 
Patria» una è la Famiglia Trissino» 
molto antica nella fu a origine > e 
ricca del pari di facoltà» e di Sog- 
getti » che in ogni genere di profeffione illuftri 
ella ha prodotti in ogni tempo . Ella è in parec- 
chie linee divifa » e tra effe con particolar luftro 
fplendc quella , che conofce per fuo gloriofiflimo 
afeendente quel Giovangiorgio, di cui fcrivia- 
mo la Vita ; il quale alla nobiltà del legnaggio 

A aven- 



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1 L A VITA 

avendo accoppiate le più eminenti prerogative# 
che render pollano un perfonaggio e’n rarità di 
dottrine, e’n cavallerelche virtù fplendentiflimo, 
non fedamente tra’ Letterati, ma in una gran par- 
te del Mondo celcbratiflìma, ed oltremodo chia- 
ra lafciò la fama del fuo nome. 

Nacque adunque Giovangiorgìo Trissino' 
in Vicenza il fettimo, o, fecondo altri , l’ottavo 
giorno di Luglio dell anno 1478. ( 1 ). Suo Padre 
fu Gafpare Trillino, uomo d’armi, e colonnello 
di trecento fanti alToldati col proprio danajo a fer- 
vigio della Repubblica di Venezia, appo cui ac- 
quiftò (ingoiar merito; e fua madre fu Cecilia di 
Guilielmo Bevilacqua, nobile di Verona. L’anna 

1487, 


( 1) Non pure da un Epica- 1 luogo fi favellerà) cioè) che P 
fio delle geftc del noftro Tms- anno 1487. per la morte di fuo 
SINO , collocato in S. Lorenzo j Padre egli rimafe orfano di fette 
di Vicenza, di cui a fuo luogo ' anni . Ma liccomc egli non in 


diremo didimamente > ma da 
mohiflimi Scrittori appare edere 
egli nato l'anno fuddetto 1478., 
c fpczial mente da Monfignor Ja- 
copo Filippo Tommafini nel fuo 


tuteli luoghi di fue feri tture fida 
l’epoca del fuonafeimemo in un 
medefimo anno, fccondochè lui 
bene tornava , e in utilità de* 
fuoi dcmeftici affari ( come ci fe 


libro intitolato ; Elotia rirornm certi il Sig. Abate Don Barto- 
Littris & ftpitntia illuftrium lommeo Zigiotti , che tutte vi' 
&c. Patavii ex 7 ypo{rapkia Se- J de , e rivide le private Scritture 
bacioni Sardi 1644. in 8. a dell’Archivio de’Sigg. Co. Co. 
pag.48. Quello tuttavia potrebbe [ Tri dì ni di lui eredi); cosi ci è 
non crederli, quando fode vero! paruto miglior cofa edere lo ac- 
ciò, che il T r issino medefi- tenerci anzi alle autorità, e air 
irto dica in una fua mirini* far- 1 unanime confentimento dei pre- 
<a per ricuperar le fue Decime di 1 detti Scrittori, che alle riferite 
Val d’Agno ( dì che pure a fuo J parole del Tri «uno. 


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DEL TRISSINO. 3 

1487. eflendo andato Gafpare contro a pochi 
Tcdefchi fotto Rovcredo di Trento, vedendo 
da coftoro medi in fuga i fuoi , cui non potè 
rattenere i dopo aver egli con pochi foftenuto 1* 
impetuofo furore de' nemici» fu coftretto di ri- 
tirarli: laonde tanto fi appaflìonò, che da acu- 
ta febbre aflalito, dopo non molti giorni morì 
in età di trentanove anni (2). Rimafo pertanto 
G10 VANG10R.G10 pupillo d’anni nove, fu fatto 
da chi lo avea in tutela nobilmente ammaeftrare 
nelle fcienze a dotti uomini; e uno d'elìì fu un 
certo Prete appellato Francefco di Gragnuola» 
ficcome appare da una Lettera del Trissino ftef- 
fo a quello Prete fcritta, la qual fi legge nella 
Prefazione alle fue Opere della edizione di Ve- 
rona (3). 

A 2 Cre- 


('a) Non per Giova H cioR.lfa , che il detto manoferitto 
aio nelle citate parole della; fi citerà così: Paolo BtniTrat- 
fu* siringa ci aiììcura di ciò ; taf. AtlC Orig. itila P arrogi, T rif. 
ma 1 * Autoredi un libretto ma- 1 Uh. a .» o in fimi! guifa . Di 
□oferitto intitolato , Trattato j quello Trattato veggonli alcu- 
de II' Origini della Famiglia Tri/- ne copie, delle quali una (ed 
/ino-, a car. 4 9. Ann 1480. : il 1 é quella, che citeremo) è ap- 
qual libro c per la medefimità predo il Sig. Co: Parmenioac 
dello Itile , c per altre miglio- j Trillino, dignillìmo Biblioteca- 
ri conghietture noi (limiamo ef- rio della Libreria Bctteliana 
fere dì Paolo Beni, ed edere ideila noftta Città di Vicenza, 
la continuazione della Opera ' fui cui cartone fi leggono al 
dell» Bella materia trattante , da I di fuori le fuddette parole .* T rat- 
lui ftampata in Padova , 1614. ; tato dell' Origine ec. , c al di 
in 4.; e chiamata Libro Primo. ì dentro Libro Secondo. 

Laonde qui per femprc fi avvi-j ( 3 ) A car. XX. 


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4 L A V I T A 

Crefciuto poi in età andò a Milano per ivi 
apprendere le faenze più umane; e fpecialmen- 
te allo Audio delle Greche lettere fi applicò, 
in cui fece tanto profitto, che ne riufeì intcn- 
dentiflìmo; ficcome baftantemente fan fede egli 
autori , che di lui fcrilfero , e le fue Aeflfc Ope- 
re; maffime il fuo Poema dell* //*//•* Liberata d * ’ 
coti, che di Grecifmi è ripieno . Condifcepolo 
di Giovanciorgio in cotale Audio fu il cele- 
bre Letterato Lilio-Gregorio Giraldi C 4 ) > fic" 
come fu fuo maefiro quel Demetrio Calcondila 
Ateniefe, la cui fama è sì chiara tra’ Letterati 
(5); al quale appreflb fua morte erger fece il 
Trissino un bel Depofìto, ed Epitafio Scolpi- 
to in marmo bianco nel facrario della Chiefa 
della Paffione della Città Aefifa di Milano, co- 
me dicono Paolo Beni ( 6 ), c'1 P. D. Francefco 
Rugeri Somafco (7), cd altri, il qual Epitaffio 

non 


(4) V’ha un’epiftola addet- 
to Giraldi in vedi Latini del 
Sacco di Roma, polla nel 2. 
tomo delle fue Opere della edi- 
zione di 8 Mfilt.it per T nomar» 
Guarinmn , 15I0. infol.pag.624. 
che autorizza il noftro detto 
cosi dicendo; 

tt Aec dttfet Bembus , q*o 
» nere pr e fi art hot alter 


„ A«e q»cm Ntbilitar gene . 

tt rit, f ac media triplex 
» Irejigreem fAcit , & viridi 
mihi notr s ab avo 


„ T r 1 * s t N U s , In fibra dum 
tt Grecai difeimm Urbe. 

(5) Da una Lettera aliai lunga 
del Trusino, fcritta da A-ii- 
lano li 26. Novembre 1507. all' 
txc cliente Medie» ( così Ha ferir- 
lo ) M. Uini tritio da Afalgra- 
dt , fi ha, che egli non pure 
era fcolare del Calcondila, ma 
che anche abitava in fua cafa. 

(6) Tratt . dell' Origin. della 
Famiglia Trijf. lib. 2. a car.33. 

(7) Nella Declamazione la- 
tina intitolata : Trutina JOelpb»- 
htdrki Tabellariatui Traiani 

1 Boc- 


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del TRissino. 5 

non pur fi conferva manufcritto con altre fue 
compofizioni fin ora non date a luce, appretto 
i Sigg. Co. Co. Fratelli T riflìni di lui eredi*, ma 
fu anche ftampato nella Biblioteca degli Scrittori 
Milanefi pubblicata dal Sig. Filippo Argelati Bo- 
lognefe (8), e poi riferito fulla fede di quefto 
autore da Criftiano-Federigo Boernero nel libro 
de' Dotti Uomini Greci riftoratori della Greca 
letteratura nell’ Italia (p); ed è quefto. 

p. m. 

DEMETRIO CHALCONDYLyE ATHENIENSI 
IN STUDIIS L1TERARUM GR^CARUM 
EMINENTISSIMO 
QUI VIXIT ANNOS LXXVII. MENS. V. 

ET OBIIT ANNO CHRISTI MDXL 
JOANNES GEORGIUS TRISSINUS GASP. FILIUS 
PRAICEPTORI OPTIMO ET SANCTISSIMO 
POSUIT. 

E di 


fiat cui ini ice. Alon.ìchii fuisfor- 
mis, CTfumptibmt cuffie Nicola hs 
tìmricHs , t6aa. in 4. pag.xxi 1 1. 
e xxiv. ove dice: „Hic ( JojGeor- 
u gius ) a viro do&ìllìmo De- 
„ inetrio Cbalcondyla Athc- 
,» nienti , tanca ingenii foclici- 
„ tace, Gricci fcrmonis latices, 
» haufic ut.... Attici cognomen, 
„ paucorununenfium cuiriculo, 
„ ex fui prseceptoris fententia, 
„ verius proineruit : Magiftro 
i) benemerenti gratiflìmu, , cui 
», McdioJani vita fun&o , mo- 


» numentum marmoreum in 
„ tempio Paffioni Servatoti, no- 
„ ftri facrum excitavit. 

(8) Philip pi Arie lati Bono, 
nienfis Bibliotheca Scriptorum 
Alcdiolancnjìnm , five Alla, & 
Elogia Virorum omnigena or odi. 
tionc illuflrium , qui in Metro, 
foli Infubrie , Oppidifquc circum. 
jacentibut orti funi lice. Medio. 
Uni 174J. In JLdibus Palatini t; 
Tom. ix. in fol. l’ Epitelio é nel 
Tomo 2. col. 1091. 

( 9 ) Chriftiani Frid. B temer i 
De 


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6 L A V I T A 

E di ciò non .contento Giovangiorgio volle j 
in fegno di gratitudine maggiore allo fteflò Tuo 
grande maeftro, farne altresì lodevole menzione 
nel predetto fuo Poema (io). 

Donde fi deduce, che molto lontana è dal 
vero la opinione di Giovanni Imperiali, Vicen- 
tino, il quale fcrifse eflere fiato il Tassino af- 
fatto ignaro di lettere fino all’età di ventidue 
anni; e che dipoi andato a Roma, al folo udì* 
re colà le aringhe de’ Letterati, tanto fi accen. 
defle in lui la brama di fapere, che giugnefle 
in breve tempo a quella letteratura , che lo 
rendette poi così celebre, e così illuftre (11): il 
che difsero anche Paolo Beni (i z), ed un altro 
autore (13). 

Allo 


De dotti* Hominibn i Gr tris Li- Il Calcondilt , che farà, che 

t trarum Gracarum in Italia in- ditene 

(taur attribuì Libtr. Làpfi* in Bi- Verrà ftco in Italia , t pian- 

tliopolie Job. Frid . Sledijtchii terawi 

1750. in ii.gr. Qui l’ Epitaffio è II feme elette della lingua 

a car. 185. Greta , 

(10I Ita!. Libtr. da' Goti , lib. fit ) Gio. Imperiali Mufxum 
*4. nella fine con quelli verli . Hiftortcum óiC.Venetiù apuajun- 
Vtlgett gli occhi a luti pre- ; ttai . 1640. in 4. pag. 43. 

dori ingegni ; ( li ) Tratt. dell' Orig. della 

Quello è BeJJarion , quell' altro Famigl. Trzff. lib. 2. a carr. 33. 
i’I Gaxjt ; ( 13 ) Qiiclli fu un certo G»- 

. leazzo Trillino in una Genea- 

QnelV altre t'I Gemijle col 1 logica Narrazione della fu a fa- 
Trapeftnxj», ■ miglia, da effo iraslatata di la- 

£ 'l C aleni’ dii e , f’I Lafcari, e[ tino involgare. Di quefto vol- 
*1 Muffure, 1 garizzamento fi trovano parec- 

* chic. 


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DEL T R ISSINO. 7 

Allo ftudio delle Greche lettere uni il noftro 
Triss ino quello delle feienze Matematiche} e 
tifiche (14), e quello ancora dell’ Architettura, 

in 

èhie copie, c una è appretto il perfona del noftro Giovan- 
rnentovato Sig. Co: Parmcnione | G 1 o r gì o, c che da edo ci fu- 
‘Triflino, della quale ci fiamo rono pare con umanilTima gcn- 
ferviti a fcrivere queftaf'it.», e tilezza trafmede a. Vicenza. For- 
ciceremla col nome di Gemalo- I le che detta Raccolta di Scric* 
già delia Cafii Triffino di Galeaz. • ture queUa era, che da Paolo 
zj> Triffino . Quello autore di- Beni viene citata nel predetto 
ce nel proemio di avere ac- {no Trattato Manufcricto della 
trefeiura eda Narr Azione da (e Famigl. Trifs. a car. 26. Ann. 
tradotta a inchieda di parco» 1404. con quelle parole: Gic: 
chi fuoi amici e parenti , i qua- Giorgi o Tr issino» il 
li voleano i che c’ia defle an- Poeta , di chì ragioneremo , nelP 
che in luce. Orazione che fece nel green Con - 

Un’altra copia nc ha il Sig. figlio di Tentila fer ricupera 
Abate D. Bartolommeo Zigiotti Alone delle fue Decime nella Til- 
in tutto limile alla predetta . Un Im di Tal d’ Agno , che fi legge 
Tello poi di quell’opera era già fcritta a penna nelC Archivio 
appretto i p. P. Somafchi della del Sig. Co. Bonifacio Triffino 
Salute in Venezia! e queftonoi j nel libro , che ha per titolo 
Rimiamo, dite potefte ctTcrc I'IPrisca Triisjne^ Fami- 
originale. Con ctTo era unita) ti .€ Monumenta.* & c.., 
la citata Aringa di G 1 o v a n- facendo egli menzione delle 
Giorgio, c ’1 Trattato mano- Scritture defle anche a car. 29. 
fcritto della Famigl. Triff. di I del primo libro dello Aedo fuo 
Paolo Beni, ed altre feri t tu re Trattato della Famigl. Triff . , 
concernenti alla detta Famiglia: che è dampato, di cui più in- 
tutto in un libroin foglio, fui nanzi faremo menzione. Dilli, 
cui cartone al di fuori lì legge- j che era nella Libreria de’ P.P. del- 
Vano quelle parole: P r i se a t la Salute in Venezia, perchè og- 
Trusinea Familismo-! gidi certamente ivi o non vi fono 
hu menta. Le quali Scrittu- j ìe dette fcritture, o difficilmen- 
te prima erano appredo il P.D. te fi podono ritrovare : conciof* 
Pier-Catcrino Zeno Cher. Rcg. fiachè io col mezzo anche del 
Somafco, di gloriofa memoria} | P. D. Jacopo Maria Paltoni, che 
come ci dide il Sig. Apoftolo j con tutta bontà mi favorì di di- 
Zeno, fuo fratello, che di ede ligentemente cercarle, non abbia 
tutte nc eflraflc quelle notizie, mai quivi potuto ritrovarla, 
che credette più fpettami alla) (14) Che il Tr issino fof- 
— - - , fc 


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8 La Vita 

in cui molto fece di profitto, come ne fa fede 
non pure un piccolo ir aitato in cotal materia 
da lui comporto (15)» ma la fabbrica del fuo 
Palazzo nella Villa di Cricoli a mezzo miglio 
lontana da Vicenza, che è tutto di fuo difegno 
fulle regole di Vitruvio (i<j). 

Qui vuol notarli, eflere fama, autenticata ezian- 
dio da Giovanni Imperiali ( 17 ) che in occafione 
della fabbrica fuddetta , Andrea Palladio ivi fervif- 
fe di garzone, e di fcarpellino: la qual cofa noi 
certamente non crediamo. Fallo tuttavia non vo- 
gliamo ftimare , che dal T r i s s i n o folle fiato il Pal- 
ladio ammaeftrato nella Architettura i conciol'fia- 

che 


fe perito nella FiGca, Io accenna 
Giovanni Rucellai nel fuo Poema 
delle Api , vcrf.1006. , c fegg. ove 
Con efsolui parlando» dice: 

Poi refi a a dir come le fom- 
tnerfe Api 

Si poffin rivtcar da merte a 
vita. 

T a f rendere/fi , T R i s j j n o 
eccellente » 

Gran meraviglia delle mie fo- 
rale , 

Se non fapcjfi i F i s 1 c i Se- 
creti. 

JE la naturo delle cofe occul- 
te -, &c. 

Il Signor Marcbefc Scipione 
Maffei , a car. xxxi. della lua 
Prefazione alle Opere del Tris- 
sino della edizione di Perone, 
appreffo Jacopo Pali or fi, 1719. 
in foglio, aflcrifcc coll’autorità 


del predetto Rucellai » che il 
Tris si no molto valeffe an- 
cora nella Platonica , e Pitago- 
rico Filofofia ; aggiugnendo , che 
per altro r.on fi ha, che in ta- 
li materie [criveffe . 

fi j ) Quello T rottelo fi con- 
ferva appiedo i fuoi credi, co- 
me diremo in fine nel Caralo- 
jgo delle fuc Opere, num.xxvi. 

1 c xxix. 

| (16) II Tommafini negli E- 

i logi a car. 49. dice di lui, clic 
j feeticiorie vita quiete™ defìderans 
in pago Cricoli arici fuai ptran- 
tiquai ad ttovant fermam & fplen- 
■ didiorem reduxit . Cumquc Archi- 


tettura ftudioft/fimus ab ineunte 
arate fuiffet , otnnem operane ine - 
pendit, ut omr.is hic artii de- 
gan ti. 1 ccnfpictretur . 

(17) Aiefaum fhyftcum , fi ve 


de 


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DEL TRISSINO, p 

che ( a lafciare le autorità di Galeazzo TriP 
lino, e di Paolo Beni (18) avvi Paolo Gual- 
do, che ville a’ tempi di Andrea, e nacque po- 
co prima che Giovangiorgio paflafle di quella 
vita, il quale nella Vita d’elfo Andrea per lui 
icritta dice e afferma, che avendo il Palladio 
contratta col T rissino grande amiftà e dime- 
ilichezza; quelli conolciutolo di pronto e vivace 
ingegno, e di ottima e rara indole, tanto affetto 
gli pofe, che non pure gli fpiegò egli medelimo 
Vitruvio, ma con feco il conduffe anche a Roma 
tre volte (ip). Andrea poi in fegno di gratitu- 

B dine 

de fiumano Ingcnio Joannit Im- (19) La Vita del Palladio 
feriali 1 Phil. & Medici P'icen. fcritta da Paolo Gualdo, legge- 
nti : Venetiis 1640. apudjuntas fi a car. vii. dell’erudito Dif- 
in 4. pag. 188. corfo del Teatro Olimpico , dato 

( 18 ) Paolo Beni Trattato a luce dal Sig. Co: Giovanni 
dell'Origine e fatti illuflri del . Montcnnri in Padova, 1749. nel- 
la Famiglia T rijfina : in Padova , la ftampcria del Seminario . in 
i6z 4. in Cafa dell'autore in 4. 8. 11 Gualdo ivi dice come fe- 
a car. ji. guc. Crefciuto (Andrea) all' età 

Galeazzo Trillino nella Gc- conveniente per un tempo cferci * 
nealogia della fua Cafa ferivo: tò la /coltura, ma ccntraendoin- 
Egli (Giovangiorgio) in - trinfiebiffima domefiichcx.z.a con 
fegno li principi dell' Archilei- Gio. Giorgio Trijfno fuo com - 
tura a Air, Andrea Palladio ; e patriotta, uno de' primi lettera- 
poco appreffo fegue.- Con /’ tee a- ti del fio tempo in tutte le più 
/ione della fua bellijfma , e no - nobili facoltà e faenze : fcorgtn- 
bilijfma fabbrica diCricoti , da do ejfo Trijfno il Palladio effer 
lui ( come ji vede) fondata , in- giovane molto fpiritofo , ed in - 
fegno a detto Palladio quanto Ji din. ito molto alle feienze Afa- 
è detto di fopra , e volfe ' che I tematiche , per coltivar quefP in- 
detto Afeffer Andrea foffe chia-\ gegno s' indnffe egli fteffo ad ef- 
rr.ato de' Palladii, e coti fi con-' pacargli Fitntvio , ed a condur- 
teli) chi amar fi , e fegue detto , lo anco feco a Poma tre volte , 
cognome ne' fin figli , I dove mifirb e tolfe in dijegno 

[ B mol- 


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io LA Vita 

dine fece di Giovangiorgio ne’ Tuoi libri dell* 
Architettura lodevole menzione i benché per al- 
tro di ciò nulla ivi e’ dica tao). 

V’ha chi (21 ; dice } che la tfcrizione acca - 
demue trissin& lux , et jtus , che fi legge at- 
torno all’arco della porta del fuddetto Palagio 
fituata fulla ftrada 5 fia in fegno delle frequenti 
letterarie adunanze} che il Tassino quivi te- 

nea; 


molti di quei più belli t flu-^firarlo. Ma quello per altro in- 
pendi tdificii , reliquie dell a gegnofo rifleffo a mio gindicio 


veneranda Antichità Romana 
(so) Appunto dal non averci 
Andrea laicista memoria di que- 
llo fatto, il Sig. Co; AlelTanjro 
Pompei (ne’ Cinque Ordini dell' 
Architettura Civile, ec. In Ve 
ro»A per Jacopo Vallar fi 1735. in 
foglio Op.vni. acar. 36.) s’in- 
gegna di dedurre non effer egli 
flato difccpolo del Trissino in ta- 


non conchiude gran fatto; im- 
perciocché tappiamo primiera- 
mente, che nè anche Vincenzio 
Scamozzi, altresì noftro Vicen- 
tino Architetto di chiariflima 
fama, comcche fia flato difcc- 
polo del Palladio, pure niuna 
memoria ce ne lafciò, e fece 
fidamente di luibrevìflìma men- 
zione; di poi non è credibile 


le fetenza, poiché cerar ra4»( dice (fe per conghicttura argomen- 
egli) una tale feonofeenzapotrìa ; tar fi voglia) che Autori con- 
fupporfi in Andrea vcrfoGiovAN- j temporanei d’effo Palladio fi la- 


giorgio , quando veramente folle 
flato fuo difccpolo, cheavendolo 
nominato con tanta lode nel proe- 
mio del primo libro , nulla poi 
di Ciò egli accennajje : tanto più 
( figue il medefimo Sig. Conte) 
eh' egli, il Palladio , dovuto 4- 
vrebbe /limar fina gloria , eh' un 
uomo di tanta fama , e di sì no- 
bile condizione , qual fu UT un- 
si no, e da lui chiamato Splen- 
dore de" tempi nofiri , tal conto 
avefie fatto di lui fanciullo , cht 
non fi fojfe [degnato £ dfttmae- 


feiaflero ingannare in un fatto, 
la cui memoria dovea edere fre- 
fchillìma; nè probabile è, che’l 
raccontaffero , e a’ poderi lo traf- 
mcttefsero con tanta franchez- 
za, quando vero vcrillìmo non 
fofse ftacoj potendo malfimc te- 
mere, che o da’parenti, e ami- 
ci d’ Andrea, o da’ Letterati di 
quella età non ne fofipro gì li- 
ft amente fmpntiti, 

(il) Paolo Beni neXTrattiz 
te della Famigl. Tri/s. damper 
to , a car, ji., ed altri. 


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DEL TRISSINO. II 

rea; ma d’altra opinione fono gli autori deli” 
itineràrio d* itali*, {ottenendo e (lì, eflfer quel luo- 
go ftato chiamato Accademia per memoria dell" 
avere ivi Bernardino Partenio infegnato lungo 
tempo e ammaeftrato la Vicentina e Veneziana 
gioventù nelle fcienze (22). E in fatti il Parte- 
nio era Lettore in quel luogo nell' anno MDLV., 
come appare da una Lettera di Paolo Manuzio 
a lui fcritta (23 1. 

B 2 S'era 


( il ) Itinerarium Nobiliorum I A AI. Bernardino Partenio eletto 
Italia Rei ioti um , Urbium, Op - ! Lettore nell' Academ.di Vicenda- 
fidorum , & Locorum &c . . . . J Sig. Compare , e coti voi mi 

Autloribus Frutici fio Scbotto An. \ r allegro-, e con quella Magnifica 
tuerpienfi , & F. fiieronymo ex j Città dell' onorato penfero in- 
C apugnano Bonon. Pradieatorio . i torno all' Academia : della qua- 
Vicentie, apud Petrum Bertelli- ! le ufeiranno .... in poco temo» 
eum Bibliopolam Patavii, 1610 . 1 eccellentijftmi giovani , ch'empie - 
in 8. pag. 73 . ,, In fuburbio S. j ranno non pur Vicenzjt loro Pa- 
ti Bartholomsri fruiniur Palario j tria, ma Italia tutta della glo -* 
», A c a n t m 1 a vocitato > Quia 1 ri* del nome loro. Non fi può * 
,, Parthenius multaruni (cien-' veramente farne altro gìudicio, 
>» tiarum homo, diù literas ibi i confederata con la prontezza di 
„ docuit, erudivitquc canqu 3 m j cotefii ingegni , che voi harete 
», in Lyceo Juvcnes nobiles Vi- da e fer citare , la finezza delle 
», cetinos maximè, ac Vcnctos. veftre lettere, e la gentil manie- 
ri) Queita lettera, che fi ra, propria di voi filo nel di- 
lcgge tra la Lettere di xiu. mojtrarle . Entrate pure, Sig.Com - 
Uomini illuftri ec. In Venezia pare con franco animo in quefia 
per Comin da T rino di Alonfer - eroica imprefa , e commutile at e 
rato, 1561. in 8,, a car. 180. e altrui i tefiri della vera dol- 
che fu anche inferita nella terza trina , parte con la voce , e 
parie del V Idea del Segretario di parte, ancora con la penna, che 
Bartolommeo Zucthi, In Vene- non ho dubbio, che nell’ ameni- 
z.ia prcjfo la compagnia minima tà di quella vaga fan zia non vi 
léso, in 4. a car. 8 1. ; Quella let- fi defti defiderio di qualche bel - 
tera, dico, vogliamo qui rife- la poefìat al che doveri fifpi- 
CÙe; cd £ quella.. ( [ gntrvi la rimembranti , che ogni 

trat- 


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ti L A Vita 

S’era già ammogliato il noitro Tassino nel 
1504. in età di 26. anni a Giovanna Tiene, 
nobile Vicentina (24) , da cui avea avuti due 
figliuoli, l’uno chiamato Francefco, che morì 
giovane, e l'altro Giulio (25), il quale fu poi 
Arciprete della Chiefa Cattedrale di Vicenza 
(26)$ ed eflfendo effa morta, di tanto egli fi 

ram- 


tratto il luogo vi darà del dot - 
tijfimo Trisjino; in cui a 
giudicio mio chiiirijftmo efempio 
ha veduto Reta noftra delle tre 
più pregiate lingue, cc» 

Di Venetia olii xx. dì Maggio MDLV, 
Compari e fratello Paolo Mariano . 

Ciò» clic della Villa (addet- 
ta di Cricoli lafciò fcritto il 
Sabellico nel Poemetto intitola- 
to Crater yiccntinus, porto nel to- 
mo iv. delle fue Opere, a car.550. 
( nominato dal P. Rugcri nella 
ìua Declamazione a car. xxv.) 
fu molto prima che ella fofsc 
ridotta alla perfezione, c va- 
ghezza, che oggi fi vede; la 
qual cofa fu osservata ezian- 
dio dal Beni nel luogo citato. 

Nel Palazzo iftcfso di Crico- 
li ebbe diletto di foggiornare 
parecchie volte 1 ’ Arcivcfcovo 
di Rofsano Monti?, nor Giovam- 
batirta Cartagna » nobile Roma- 
no, Genovefc di origine , nel 
tempo , che era Nunzio di Gre- 
gorio .irti, in Venezia; come 
dicono il P. Rugeri Trutina&c. 
pag. xxv., c Paolo Beni Tratt. 
dell' Orig. della Famigl. Trift. 
rtampato, a car. jj., e’lTom-{ 


I mafini Elogia &c. pag. 49. e 50., 
ed altri; U qual Prelato fu poi 
[addi li. del Dicembre dell’anno 
1583. creato Cardinale, e poi 
a’ 15. di Settembre 1590. fatto 
Papa col nome di Urbano vii. 

| Onde in memoria di ciò fu la 
I cornice d’una porta d’una Ca- 
| mera del mcdeìimo Palagio vi 
tu incifaquertaifcrizionc; B E a- 
t issi m 1 Urbani VII. Hos- 
pitium ; e fovrappoftovi il 
Bufto dello ftefso Pontefice. 

(14) Nel Ri/fretto della Vi- 
ta dei T r 1 s s 1 n o prcmcfso al- 
le fue Opere dell^ rirtampa di 
Verona, quella fua prima mo- 
glie è chiamata erroneamente 
Giovanna T r 1 ss 1 n a, quando 
ella fu veramente (come conila 
dagli Arbori) della Famiglia de k 
Cor Co: Tiene. 

(15) Di quello Giulio avre- 
mo occaGonc di fare pcculiar 
menzione , a cagione de’ fuoi lun- 
ghi litigj contro al Padre. 

(26) Che due figliuoli avefsc 
il Tr issino della detta fua moglie» 
lo dice ilTommafini negli Elogi 
pag. 30., cd altri; ma il Tr issi- 
no irtclfo nella citata lettera al 
Reve - 


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del TR-Issino. 13 

rammaricò, che non volle più dimorare nella 
Patria 5 ma partitofcne tornò a Roma , dove 
già era ftato effe ndo giovane; e quivi col cuore 
ingombrato da quello fanello penliero fi diede 
a telfere la celebre -Tragedia della Sofonisba, 
della quale innanzi parleremo minutamente. 

Frattanto eflendo morto il Pontefice Giulio 11 . 
gli fuccedette Tanno 1513. a dì xi. di Marzo, 
o fecondo altri addì xv. , il gran Cardinale 
Giovanni de’ Medici» che fi fece chiamare Leo- 
ne X., il quale, ficcome quegli che era princi- 
pal protettore de’ Letterati , avendo conofciuto 
il Tris sino, s'innamorò ardentemente del fuo 
raro ingegno, e poi lo amò fempre quanto ciaf- 
cuno illuftrc Perfonaggio del fuo tempo, c l’ono- 
rò fommamente, impiegandolo eziandio in varj 
uffizj affai riguardevoli. Godea egli pertanto in 
quella Corte tutti gli agi, e gli onori tutti, che 
a un Perfonaggio diletto al Pontefice fi conve- 
nivano; quando venutogli nella mente il già go- 
duto rìpofo nella fua Villa di Cricoli, deliberò 

di 


Reverendo Prete Francefco di j ra poi del medefimo, che non 
Gragnuola, che fu fuo macftro , c fra le (lampare, fcritta da Aiu- 
dandogli ragguaglio delle cofe ' ratto al detto Giulio addì iS. 
della fua cafa, d’altri non par- M*rz,o 1542., fi ha, che elio 
la, fuorché dell’ Arciprete con Giulio fu primamente Cameriere 
quelle parole: Hebbì della yri- di Papa Clemente vii. > c clic 
ma moglie un figliuolo , il qua- da lui fu poi fatto Arciprete del. 
le è fatto-, ed è Arciprete di la Cattcdtale della Cittì no- 
quefia Città. Da un’altra lette- j ftra . 


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14 L A V I T A 

di rimpatriarli : laonde prefo commiato dal Pa» 
pa, tornò a Venezia, dove fuori di rutto il fuo 
penfamento trovò materia, per la quale e’ dovet- 
te per lungo fpazio di tempo anzi inquieta, che 
ripofata menar fua vita. 

Ciò fu una per altro temeraria infolenza di 
alcune Comunità di certe Ville del Territoria 
Vicentino, fpecialmcnte di Recoaro, e di Val d 
Agno, che prefa l’occafione delle turbolenze e 
rivoluzioni , che travagliavano in que'tempi non 
pure la noftra Patria, ma tutta la Lombardia, 
aveano dal 1511. fupplicata la Sereniffima Signo- 
ria di Venezia (27) fotto palliato colore di one- 
ftà, che volefle (gravarle dellobbligo, che aveano 
di dare le Decime delle loro ricolte a'CorC.o: Trif- 
fmi della linea del noftro Giovangior.gi.o , i 
quali n erano i foli Proprietarj e Padroni, co- 
me quelli, che dalla Signoria ilefsa ne erano (la- 
ti invertiti l’anno 1406. a di 3. di Settembre. E 
benché addì 6 . di Ottobre dell'anno 1512. le 
dette Comunità avefsero avuta fopra ciò con- 
traria fentenza in foro civile, non però di me* 
no tentarono , fe favorevole giudicio ottener po- 

tefsero io foro ecclefiallico: e perchè ne furono 

molto 


(27) Della Repubblica di Ve- 
nezia fi gloria d’ cfscrc volonta- 
ria prima fuddita la Città di 
Vicenza - , la quale anche però è 
chiamata dagli Scrittoci Pri- 


mogenita d’cfs a Repubblica , 
perche la Piuma fu, che fra tut- 
te le Città fudditc le fi donifse 
fpontancamcnte: il clic fu l’ an-. 
no 1404. addì 28. di Aprile. 


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DEI TRISSINO. 15 

molto torto impediti (28), però efli per forza 
dal fuddetto obbligo fi efentarono. Ma in que- 
llo mezzo per giurto motivo quefte Decime ap- 
plicate furono al Fifco Pubblico (29). 

Tornato adunque Giovanciorcio in Patria, co- 
me dicemmo (il che fu o verfo la fine dell’an- 
no 1514., o nel principio deiranno 1515.) e 
trovati sì fatti difordini, de’ quali dicea egli di 
non averne avuta, dimorante in Roma, veruna 
•relazione (so)-, pensò di ricorrere alla Signoria 
medefima, perchè almeno gli fofle redimita del" 
le fuddette Decime la fua propria porzione- Se 
poi egli efFettuaffe perfonalmente quello fuo pen- 
famento, o fe altri in fuo nome facefse la fup- 
plica, noi noi fappiamo di certo: comunque ciò 
fofse, fatto ila, che cfsendo Hata conofciuta la 
fua innocenza, e a riguardo fpecialmente di Pa- 
pa Leone , il quale la iatercertìon fua in ciò 

frap- 


(28) Ottennero i Co; Co;Trif- 
flniaddi ia.di Novembre Lettere 
Ducali proibitive del non do- 
verli trattare in foro ecdefiaBi- 
co quella lite. 

(29) 11 Tommafini negli E- 
legi pag. 51. dice, clic furono 
confricati i fuoi Beni ita urgen- 
te belli fortuna : c poco appref- 
fo parlando della refiituzionel 
fattagli de’ Beni Beffi dai Vene-! 
ziani, accenna la cagione d’cf-| 
fa confifcazione, dicendo: fai , 


cognita ifjìut innteentìa , Veneti 
Bona ab / enti jujìa confanguinto- 
rum culpa ob defetHoncm erepra, 
benigni reflituerunt . Noi vera- 
mente fappiamo qual folle cotal 
colpa} maonefii rifpetti, e ne- 
cefsarj giuBi motivi non ci per- 
mettono di riferirla. 

( 30 ) Tanto egli afferma nel- 
la fua siringa-, di cui diremo 
più datatamente a fuo luo- 
go. 


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15 L A v I T A 

Irappofe (31 ), gli fu Tanno fuddetto 1515. re- 
flituita ogni cofa. 

In quello tempo medefimo fu egli dallo ftef- 
fo Pontefice in aliai importanti affari impiega- 
to; e primieramente finché folfe palfato il verno 
di quell’anno, (dopo cui gli ordinò medefima- 
mente, che, prendendo la volta di Dacia, fe n* 
andafsc Nuncio a quel Re (32)), lo mandò fuo 
Ambafciadore all’ Imperator Maffimiliano ; nel 
quale impiegò fi portò con tale prudenza, che 
e da ognuno in molta llima tenuto fu, e all* 
Imperatore caro sì, che ne riportò grandilfimi 
onori (35): anzi è fama, che da lui conceduto 
gli fofse, che nell’Arme gentilizia Tlmprefa del 
Fello d'oro inferir potefìc, e che altresì Tri ss ino 

• dal 


•( 31 ) Che Papa Leone frappo- 
nt(Tc in quello fatto la Tua in- 
tercezione , non folamente lo 
dice Monfignor TommaGni ne- 
gli Elogi , pag. 51., ove regiftra 
un frammento di una fua lette- 
ra al Conte di Cantati, con cui 
gli raccomandava quefto affare; 
ma lo accenna Giovangior. 
Gto fieffo nella già citata fua 
lettera al Revtr. Prete di Gra- 
gnuola con quefte parole: Io fo- 
no flato per varj cafl: prima per 
qitcfle guerre fletti ot Panni exu- 
le, e privato di tutte le tuie fa- 
cult à, che per la benignità de 
la felice ricsr dazione di P.P.... 
(il nome non è quivi cfprelfo, 
ma fu Leone) mi fu reflituito 


ogni cofa, nel tempo, che if ero 
Legato di Sua Beatitudine a 
Maxìmiliano Imperatore ; e nel- 
la fua Aringa dice, che ciò fu 
de l' anno 15 1 5., che erano tre 
anni a ponto dopo che li Commu- 
ni aveano occupate le Decime. 

( 31 ) La Dacia, dove il Tris- 
sino dovea andare, quella non 
è, che anticamente era unagran- 
diflìma e vada Provincia dell’ 
Europa, c che oggidì c laTran- 
fil vania; ma quella, che oggi sì 
appella Dania, o Danimarca, la 
quale giace a fetrenttionc dell, a 
Germania. 

(33) Tanto afferma egli (Icf- 
fo nella Dedicatoria del fuo Poe- 
ma dell’ Italia Liberata eia'Goti. 


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D E i. TASSINO. 1 7 

dal vello d,' oro potefse denominarli .. Ma per- 
chè alcuni dicono eSsergli flato conceduto ciò 
anche da Carlo V.» pero ci riferbiamo a par- 
larne altrove a minuto. 

Di tutto ciò, che Giovan Giorgio operava nel 
tempo di detta legazione, avvisò il Pontefice 
-con una lettera inclufa in un’altra diretta a Gio- 
vanni Rucellai, Tuo grande amico, e confidente, 
il quale poi addi 8. di Novembre del Suddetto 
anno 15-15^ gli riSpoSe da Viterbo, che avea con- 
gegnata al Papa la fila lettera; che elfo l'avea 
■letta molto 'volentieri ,5 e che non pur dai motti e 
gefti fatti nel leggerla conofciuto avea effergli 
-molto piaciuta, ma più affai da quelle fue pre- 
xile parole: egli hi fino a qui proceduto bene y & 
non poteva meglio exequire li mia volontà dì quello 

Jl * Soggiungendo appreffo aver dal mede- 
lìmo commiffione di Scrivergli , che feguitaffe 
P ure , come avea fatto, a conferir col Vefcovo FeU 
trenje gli affari che maneggiava; Siccome il Papa 
fleffo gliel’ ordina-va col Brieve , che gli tras- 
metteva in un con quella Sua lettera di rifpofta 
(34)* Dalla qual lettera appare ancora avere 
avuto il Trissino ordine dal Pontefice di trat- 
tare la pace universale, e l’impreSa contra degl* 
Infedeli; poiché il Rucellai gli Scrive così: Per 

C li pie e 


( 34 ) Quella lettera del Ru- 
celiai fu ftampata a car. xv. del- 


la citata Prefazione alle Opere 
del Trissino. 


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iS L A v I T A 

U pace univerfale , e l* impre fa c intra Infedeli vi ha- 
•ucte a d «per are totis v/ribut , perché Sua Santi ita t 
ba mi In 4 cuore , come fapete , e crediate certo , che 
ne/funa altra caufa particolare non lo muove , fi non 
la unione della Crifianitì 3 £ t/uefta fan ti firn a Impre- 
C*> benché fi, che vi ricordate la COMMISSIONE fua y 
e con che affezione vi PARLÒ di t/ue/la cofa (35). 

Ettèndo già intanto pattato il verno del pre- 
detto anno 1 5 1 5» volea Giovamgiorgio profe- 
rire il Tuo viaggio verfo la Dacia , giufta la 
committionc dei Pontefice; ma ne -fu impedito 
dalflmperadore, il quale volle, che invece al 
Papa ritornatte, come Tuo proprio ambafeiatore, 
e lo pregafle in Tuo nome, che volette fermare 
una nuova lega tra sè, el Re d’Inghilterra, e’1 
Re di Spagna contro a'Franzefi, i quali dittimu- 
lando la brama di vendicarli, voleano pattare in 
Italia; giacche la confederazione altra volta con- 
chiufa tra sè, e’1 Re cT Aragona, s*cra fciolta 
per la morte di quello Re; mandandogli anche 
per Giovan gidroio medefimo una ben lunga 

Jette- 


(jj) Il Rucellai finifee detta j de’ Medici, cugino di Papa Leo- 
lcttcra con quefte patolc: Credo ine; il quale poi anch’egli fu 
haremo pre/t 0 il Cardinal de' Medi- '.(aito Pontefice col nome di Cle- 
ri, il quale è tanto vo/fro , quanto | mente VII.; abbiamo però rife- 
dir fi pojfa ,pcr qualche lettera ,rér|rite le parole fuddette del Ru- 
ha /cripto qui , dimojìra , che molto celiai , perchè avremo occaftonc 
v ama perchè ha fallo fempre ho- ', di dire gli onori da quello Papa 
rtorevtle menzione di voi. I fatti al Tr issi no nel tempo 

Quello Cardinale era Giulio | del fuo Pontificato. 


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DEL TRISSIN'O. 1 9 

lettera, pregandolo primamente, che Lui fcuCaf- 
fe, fé invece d’andare in Dacia, come era Tua 
mente, alla Santità £ua ritornava* perchè ne 1* 
avea egli coftretto; lignificandogli pofeia il pe- 
ricolo imminente, e la necefiìtà dell’affare 

G z Rice- 


(3 6 ) Contenendo quella let- 
tera dell’ Imperatore al Papa 
alcune curiofe particolarità , 
fpczialmente intorno al noftro 
Tr issi n Oj abbiamo (limato 
bene di qui traferivcrne buona 
parte; tralafciando di dire ciò, 
Che punto o poco fa al noftro 
propofito. La qual Lettera ci fu 
comunicata dal Sign. Apoftolo 
Zeno, di Tempre cara memoria. 

>, Maximiliamus Di vi- 
« na favente Clementi^ Roma. 
„ norum Imperator S. A. &c 

>, Io. G e o r g 1 u s de T m s- 
„ sino San&itatis fu. e apud 
,» Nos Nuncius , Se Orator . 
», &c. ... In primis idem Ora- 
,, tor cxhibitis Litcris noftris 
>, credentialibus Beat. Pònti fi- 
,» ci, cum omni filiali reveren- 
,, tia. & obfcquiolàlutabitSan- 
,, «Sitarmi fuam , Se commcn- 
», dabit Nos , Screnifs. Caro- 
», lum Regem Hifpaniarum , Se 
„ alios Filios noiiros ad Suam 
,, Beatitudinem. Deinde deda* 
„ rabit banditati Sua: , quod 
„ licet idem Orator ftatuiffet 
» iter fuum continuare juxta 
», mandata Beat. Ponti ficis ad 
„ Screnifs. Regem Dacia:, fra- 
„ trem , Se gcncrum Noftrum 
,, cariftimum nihilominus Nos 


„ confidcrantes longè plus ex- 
,, pedirc rebus Sux Sancfcitatis ,, 
„ Se fuis, ac univerfx Reipub. 

„ Chriftiana* redirc propter oc- 
„ currenda* ad S. San&itatem , 

,, quàm profequi iter emptum, 

„ ob fingularem obfervantiam, 

„ Se affeàum , quem No* habe- 
„ mus ad San&ic. Pontificis, 

„ Se )us , quod prxfumimus 
„ in omnibus miniftris, Se fer- 
„ vitoribus S. Beatitudinis , 
,, ipfum Oratorem cùm venia 
„ noftra defeendentem ab itinere 
„ retraximus, & ad S. E. redi- 
» re computi mus, quo clarius». 
„ Se apertius rerum omnium 
,, Sancitati Sux per Creaturam 
„ fuam tàm Ei affe&am deda» 
„ ramus. Ideo Bcatitudo Ponti- 
„ ficis hxc sequo animo accipiat, 
„ Se fi in errore erracunv fit , 
,, quod tamcnnonciedimus, id 
„ Nobis imputet. 

„ Caufaautcm hujufmodieft 
„ quod cum jam Ser. Rex An- 
„ glia: fratcr nofter cariffimus 
„ per Litcras , Se Oratorem fuum: 
„ apud Nos degentem , Se Or a- 
„ torem Noftrum apud Se ref- 
„ fidentem dcclaraverit Beat. 
„ Pontificis, cognito periculo, 
,, quod imminer, nedum Ita- 
,, lise, fed univerfx. Reipublicf 
m> Chri- 


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2© La Vita 

Ricevette volentieri il Papa quefte (cute, e ac- 
colfe il noftro T rissino colla folita benignità» 
e ( omettendo di riferire ciò, che Tulle richie- 
fte dell’ Imperatore egli riiòivefse , come cofa 

poco 


„ Cbriftian* ex magnitudine , 
», Se infoientia Gallorum forc 
», optimè contentimi, & idem 
„ maxime defiderare , quod 
,» iidem Galli hunjilientur , Se 
n rebus fuis contcntcntur : qux 
„ quidem fentcntia Sandlitatis 
», Su*,cùm Nobis fempernedum 
„ opti ma, fed valdè neceflaria 
„ vifa eli, ex periculo, quod 
„ omnibus imminet , Se prxfer- 
» tim Beau Pontificis, & fu* 
„ Patri*, Se Familix, cùm il- 
,, lud antiquum odium, quem 
» Galli babucrunt ad Eum , 
», quùm fecerint ipfum extor- 
», rem, & per xviil. annos.cr- 
», rare à Patria, cùm maxime 
», calamitates compulcrint, nul- 
„ latenus remiferint, td omni- 
„. nò auxerint, licei imprxfen- 
„ tiarurn negant , & compri- 
„ mane , cxpedtantes tempus . 
„ vindidlx: Itaque cogiraverit 
», SandlirasSua comprimere eos, 

» Se ad illum terminum redige- 
,» re, quod non liceat plus eis 
„ inSandlitat.Suam,quàmfiui-| 
» timos fuos, Se quam juftum fit . | 
>, Et cùm Nos, & Scr. Rex j 
n Angli*, & Ci. mcm. olimj 
n Rex Arngonumid apertd pcr-l 
« fpiceremus , fapienter cogita- j 
„ vimus de una confxderatio- ' 
», ne ad inumani defenfionem ! 
», ad inviccm, Se etiam offèa-J 


,3 fionem cantra eofdem Gallos, 
,, etiam crat Lex imer Nos , Se 
», ipfos conclufa : fed morte 
,3 ipfius clar. mera. Regis Ara- 
„ gonum dilata. Se interrupta 
I ,» eft •, fed tamen cùm ex hoc 
„ pcticulum > ncc fublatum » 
,3 ncc diminutura» immò nia- 
„ ximcaudtum fit, vidccurNo- 
„ bis omnino in eadem dclibc- 
„ tatione perfiftendum, Se ro- 
», gamus Beat. Pontificis ut 
, confiderata nccdlitate hujus> 
3, rei, vclit fpfà quidem intra. 
3 , re foedus hoc,. Se tranfmitte- 
3 , re mandatum fuum apud Scr. 
>> Regfm Angli* » ut ibidem 
». contradletur» Se conciudatuu 
» Efficiamus autem , quod in. 
„ locum Clar. mcm. Regjs dc- 
,» fundìi fuccedar Se r. Carolus 
,, Rex Hifpaniarum , Se qui 
„ quidem in ca te proficerc 
poterir, idem Orator admo- 
„ ncbit Nos. Agct autem di- 
,» dus Orator, tee. 

„ Dar. iu Civitare noftr* 
„ Tridentina die odiava 
,, Menfis Marti] MDXVI. 

„ Regni noflri Romani 
„ triccfimo ptimex. 

,, Locus 4 . Sigilli . 

„ Ad Mandatum Ccfa- 
„ re* Majcflatis prò. 

„ prium ]o. de B&- 
», KL'ljjS- • 


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DEI TRISS i n O. 12 
poco alla preferite materia confacente) pensò in- 
di a poco tempo di occuparlo in altri impieghi • 
In fatti l’anno ftefso, che fu il lo inviò 

fuo Nunzio alla Repubblica di Venezia (37) per 
maneggiar forfè 1 affare della Crociata contro a 
Selim Gran-Signor de Turchi , la quale gli flava 
molto in fui cuore (38). 

Nel tempo di quella lua ambafeeria trovò il 
Tr issino? che le Comunità, di cui s’è fatta men- 
zione, pagata aveano 3I Fifco Pubblico la rendita 
della fua porzione delle Decime fopraddette; ne- 
gando in oltre coftoro di riconofccrne lui per Si- 
gnore: laonde egli ebbe novamente ricorfo alla Si- 
gnoria di Venezia, la quale fubito con fue lettere 
in data de’xvu f. Dicembre 15 itf. commife ai Ret- 
tori di Vicenza ( che in quel tempo erano Er- 
molao Donato, Podeftà , e Girolamo Pefaro > 
Capitano') che nel pofsefso dello Decime flefse 
lo riponefsero, come lo era innanzi la pafsata 
guerra (39). Dalle quali lettere ebbe poi co- 

mincia- 


(37) Lo dice il Tri ss imo 
Hello nella Tua Aringa, d me- 
glio nella lettera al Prete di 
Cragmtol a con quelle parole : 
Sua Beatitudine mi mandò .... 
Legato a Venezia, ovt fui molto 
ben veduto da quella Jlluflr : f. 
Signoria . 

(38) Al Papa quello affare 
premeva si, che perciò maneg-j 
giòj c tlabilì una lega tra mol- j 


| ti Principi Crifliani ; ma por 
■ per la morte di Maffimiliano li 
difciolfc, e di sì alta e pia im- 
presi fvant 1’ effetto defidera* 
to. 

(3 9 ) MTr issino in pro- 
pofito di ciò nella fua Aringa 
dice cosi : Per effer abfente la 
mia facoltà fu tolta nel Fifcho ; 
& detti Comuni però , quantunque 
ritmtjfero tutte le farti di que- 

fic 


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DEL TRISSINO. 2.J 

tro Bembo, fuo Segretario, la quale opportuno 
crediamo di qui trafcrivere (40). 

JO: GEORGIO TRISS1NO 

y I C 1 H X I 11 o. 

,, Cationi am opera, & diligentia tua , atquc 
„ virtute certis in meis, & Reip. rebus uri quam- 
„ plurimum volo, quarum rerum caufa, te ut 
» alloquar, magnoperè oportet: mando tibi, ut 
quod tuo comodo fiet, Leonardo Lauredano 

„ Principe Venetiarum falutato , ad me confe- 
„ ftim revertare. 

,, Dat. Non. Januarii M. D. XVII. Anno 
„ quarto. Roma. 

Andovvi egli prettamente, niente penfando, 
che perciò iettar dovette in pendente l’efito del- 
la Tua lite. Non lappiamo precifamente a che il 
Papa lo aveffe richiamato a Roma: del retto non 
molto egli quivi dimorò, perciocché nello ftef-' 
io anno 1517. ritornò a Venezia-, e fé fi vuol 
dar fede a Paolo Beni, xitornovvi anche a que- 
lla volta come Nuncio Apoftolico per trattare 
di ftabilire una lega contra 1 Imperio de’ Tur- 
chi (41) . Vero è tuttavia', che il Papa in tale 
• ; occafio- 


(40) Quella lettera fi legge ' Simonìe Vinctntii fin fine ) Dù- 
ncl libro intitolato : Ferri Bembi , niftus ab Harfioexrndebat Lugdu • 
EfiftoUrnm Ltonis Decimi Ton- j ni. M. D. XXX! r I 11 . in 8 ed è 
tif. Max. nomine fcriptarum Li- ! la 35. del lib. xlll. pag. 
bri xvi. Ledimi apud Hercdts \ (41 ) Paolo Beni nel T ratent. 


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24 L a Vita 

occafione inviò per lofteflò Tr issino una let- 
tera al Doge Leonardo Loredano, dalla quale 
appare, che egli avea a trattare col Doge a no- 
me della -Santità Sua cofe di fomma importanza: 
la qual lettera non vogliamo lafciare parimente 
di qui traferivere, ed è la feguente (42). 

Leonardo lauredano 

Principi Venetiarum. 

,, IP Roficifcenti Venetias Jo:Georgio TrissinoVì* 
5, centino; quem quidem propter bonarum artium 
„ do&rinam , & politiores literas , excellentem- 
>, que virtutem unicè diligo; mandavi, ut tibi 
„ falutem nuntiaret mcis verbis; tecumque cer- 
tis de rebus ageret, quae cùm mihi cordi flint, 
„ tùm noftra utriufque intereft ea confieri : tibi 
„ vero edam hone fiati, atquegloriae funt futura- 
„ Dat. prid. Non. Septemb. Anno quarto . 

■jj Ronitif 

Non oftante che in tanti e si diverfi negozj 

<JlO- 


AeirOrig. dell a Famigl. Ttiff. I Dopo otto mefi ritornò a rene- 
lib. manoferitto, Ann.1530. 1 zia con /’ ìftejfo carico di .A un- 
ii car. 31. tosi fcriffe . *G xo-'ciojlpoftolicofer trattare in no - 
vanni Georgio. ... fu co- 1 me della Sant a Sede lega con tre 
ri Ifitno a Papa Lione X. che l' ho- 1 C Jmperio di Turchi. ec> 
notò del titolo di Legato ApoA (4») Quella lettera fi legge 
Jlolico inviandolo a Adajpmilia-ìahicsì nel citato libro delle Lct- 
no Cefare. Ritiratofi alla Pa- 1 tere fcrittc a nome di PapaLio- 
tria, fa di nuovo chiamato a &>-I nc dal Bembo, lib. XI II. 
ma nel principio dell' anno IJ17. ; 16. pag. jiy. 


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0EL TRISSINO. 2f 
Ciovangiorgio occupato forte, avea condotta* 
a fine la fbprammentovata Tua Tragedia della So- 
fonìsbti y cui ( dopo eflere flato lungamente in for- 
fè y come dice egli fteflo nella Dedicatoria) in- 
dirizzò al luddetto Pontefice con lettera , che 
in poi flampata colla ftefla Tragedia l'anno 152^ 
in Roma. Leone gradì fommamente qucfto com- 
ponimento r e ficcomc egli era giudiciofiflìmo e. 
fapientiflìmo letterato , ne fece tanta. Rima, che 
volle forte con reale magnificenza, e con tutto 
lo sfoggio degno di se rapprefentata (43 K 
Non può negarli, che il Tr issi no non ab- 
bia comporta quella Tragedia con tutto lo sfor- 
zo dell’ingegno fuo; perchè quanto al Suggct- 
to, fcelto avendo l’ avvenimento funefto di So- 
fonisba Regina di Cartagine r fi fece conokcrc 
giudiciofo sì, che per teftimonianza (44) di Nic- 

D colò 


(43) Di ciò veramente altra !»» mationibus adjudicarus fuit.- 
ficura pruova addurre non pof- j Benché dalle infraferitre pa- 
camo, fuor folamente la fama role , che Giovanni Rucellai ag- 
c la tradizione, che fe ne hn; | giunfc in fine della fopraccitata 
e in oltre l’ aurorità ( fe pur va- j fua lettera al Trmsino fogna- 
le) dclTommafini, il quale ne. | ta addi 8. Novembre 1515. di 
gli Elogi, pag. 50., cosi lafci b- yiterbo , fi potrebbe ancora con- 
ferino :■ » Summa duksdine , I ghietturar quello fatto. Abbiate 
„ Se majeftatis pondero calami - 1 a mente ( dice egli ) Sophonitb. 1 
„ rofum Sophonisbi Regine voflra , che forfè Phalijco fari 
evtntum drnmatc exprcfiit .'ratto fuo in qutfla venuta del 
„ Quod cùtn Leone X- li cera.- j Papa a Fiorenza . 

,, rum Moecenatc benignifiìmo I ( 44 ) Difcorfi intorno alla 
„ in Scenam magno apparata T rag* dì a . /n P’icenz.a , appreffo 
„ eficc projuitum, primus illc Giorgio Greco 1690. in 8 . c. 14» 
„ Italia: puòiicis lauree accia, [a tergo . 


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2<S L A V I T A 

colò Rodi, Vicentino, della Perfona Tragica la 
vera idea ci propofe (45)5 e quanto alle altre 
parti di quefto componimento , riferiremo più 
fctto nel Catalogo delle fue Opere il parere di 
alcuni dotti Scrittori. Intanto qui fi vuol dire > 
che (non oftante che ad alcuni quefto compo- 
nimento non -fia perfettamente piaciuto, come 
vedremo) elfo fu ftimatiflìmo, e non fidamente 
vivente il fuo Autore, ma appreffo fua morte, 
e d’ogni tempo r e i noftri Accademici Olimpi- 
ci elfo feelfero a rapprefentare l’anno 1562. nel- 
la Sala del Palazzo della Ragione in occafione 
di provare il modello del famofo Teatro Olim- 
pico di Andrea Palladio ( 45 ); e ciò fecero con 
sì ricca magnificenza , che, fecondo che dice 
Jacopo Marzari (47 1 , vi ccncorft quafi tutta la 

Nobil m 


(45) Il Sig. Marchefe Maffci',» rem Siphaci». filiam Afdru- 
nei preambolo a quella Trage-j„ bali», captam Satina adama- 
dia riftampnea uri primo tomo „ vie, & nuptiis fa&is nxorerrt 
del Tuo T entro Italiano, che d-|„ babuit ; caftigatufque a Scr- 
1 tremo a fuo luogo, dice intorno J „ pione » venenum tranfmific* 
al Soggetto di dia, che chi leg- „ quo quidem baufto illa de- 
gerà il trtnttjìmo libro di T . Li- [ ,, ceflir . 
vio , ravviferà y come ninna fe\ ( 46 ) Di quella notizia ci con- 
n' è fatta mai , che fervafft fi* ( fediamo unicamente debitori al 
fide all' iftoria , e che jì nel S ig. Abate D. Bartolommeo Zi- 
tnttoy come nelle farti fi* infi- grotti , femprc intento a cercali 
fiejfe in effa : aggiugnendo, che nuove cofc, onde ampliare la 
le fcgucnci foche farole dell ’ . fua bell’ Opera delle Memorie 
antico Efitomatore fremevo ne , del detto Teatro. 
ffiegano i' argomento a ba]l alila : ( 47 ) Jft orla di Pie enza CC. 

u Macinili.» Sophooiibam , uxo- | In Piceni,* > affreffo Giorgio 

Qn- 


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DEL TR 1 SSINO. 27 

Nobiltà dell* Lombardia , e delU Marca Trevigiana . E 

da Manofcritti dell’Accademia Olimpica fi viene 
anche in chiaro, non (blamente effere fiata ella 
Tragedia l’anno fuddetto 15 61. magnificamente 
rapprefentata» ma tale e tanta efsere fiata la ma. 
gnificema , che alcuni Accademici penfarono 
non doverfi mai più fare tali fontuofe rapprc- 
fentazioni, temendo, che l’Accademia non fof- 
fe per riportarne mai più lode e ftima si univer- 
fale. Ma gli altri più giudiciofi Accademici a sì 
fatto penfamento non aflfendrono; laonde meglio 
penfata quefta faccenda, e gravemente pondera- 
ta, tutti in fine conchiufero, (e ciò fu l’anno 
I57P-) che moderata in buona parte la fpefa, fi 
dovettero pure dall’Accademia fare tali pubbliche 
i-apprefentanze . E’n fatti a’X. d'Agofto dello 
fletto anno fu ordinato , doverfi fare feelta d* 
Lina Favola PajìoraU da recitarli pubblicamente nel 
Carnovale dell'anno appretto 1580. (48): ben- 
ché per altro fotte differito il recitarla ad altro 
tempo. 

Di Ma ri- 


Greco , 1604. in 8. lib. 1. a ferratori delle Leggi, Contradi - 
Cai. 160. c 161. 'centi. A: adertici, & Secretar j 

(48) Per ripruova di ciò G deli' Ac adorni* delti Olimpici , 
vuol qui traferivere intero in- \& delle Parti prefe nel Configli» 
tero l’atto deli’ Accademia , che di ejfa Academia. Qual inco - 
fi legge \m un Litro manoferit- , mincia adi 3. Maigio 1 579. An- 
ta pteJTo di me, Legnato » c no terno della fejfa Olimpiade 
intitolato; Libro delle Crtatio- 'fino 7. Aprile 1581. L’Atto è 
r-tdc Prencipi,Confalicri t Con- \ quello . j> Adi X. Agofto 1 5 79. In 

Cou- 


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i-S La Vita 

Ma ripigliando il lafciato filo, eflendo morto 
l'anno 152,1. addì 2. di Dicembre il lodato Pon- 
tefice Leone X.., il quale? come s'è veduto, 
Sommamente amo il Tris si no, e ne fece moltif- 
fima ftima ( anzi fu detto per alcuni , come ri- 
ferisce 


, Coniglio , dove inrervencro 
» il Sign. Prencipe , Conlìglic- 
•99 ri doi , cioè il Sign Hicroni- 
>, mo Schio follituto per il Sign. 
,, Marco Brogia, & ilSign. Fau- 
>9 fio Macchiavelli, il Teforic- 
9, ro contraddente foflituco, il 
„ Cavalicr CriHoforo Barbaran 
per nome del Co. Leonardo 
M Tiene, & il Sign. Antonio Ca- 
„ mozza confervator delle Lcg- 
gì foftituito per il Sign. Antp- 
nio Maria Angiolcllo , con 
,, aie Secretano; in tutti al nu- 
mero di 14. 

,, Par che, la rapprefentazio- 
,, ne della Sofonisba Tragedia 
.*, dell’ Eccellerli ifT. Sign. Ciò: 
,9 Giorgio Trjssino già no- 
,, flro Patricio fatta l’anno 1562. 
„ pel Palazzo publico per la rip- 
„ feita Tua non purcon fodisfa- 
„ tione, ma con meraviglia di 
9, chi ne furono fpettatori, hab- 
.9, bia caufato fin fiora in quell’ 
Accademia un quali continuo 
9, filentio a fpcitacoli publici, 
„ come che potendoli diflficil- 
„ mente fperare più da lei im- 
„ prete tanto illuBri,fofire meglio 
9, per non declinare non rcetterfi 
» più a veruna anione tale peri’ 
avvenire . Ma certamente cf- 


99 fendo l’Acadcmia noflra fon- 
9, data fopra i continui cfercizf 
,9 virtuofi, &c dalFclperienza di 
,9 molti anni, elfendo già co- 
,, nofeiuta tale, che può fpcra- 
9, re fempre d’ operare fe non 
,9 cqfc uguali 9 almeno degne di 
99 fe mede lima, & della Patria j 
99 non deve da quello .troppo 
,9 fevero rifpctto lafciarfi impe- 
99 dir quel sì lodevol corto, a 
99 cui dal genio > dallo (limolo 
9, virtuofo, dal debito della pro- 
,t feflìone, dal defiderio, & dall’ 
« afpettatione altrui lì fenteee- 
„ citata. Laonde andari Parte* 
„ che quello proffitnocarnafcia- 
le venturo lia recitata publi- 
„ camente a Cafa dell’ Acadc- 
9, mia con quella minor fpefa, 
,9 clic fia poflìbilc, atccfa Isde- 
9, gnità, una Favola Ptjlor ale , 
„ come cofa nuova & non più 
„ fatta fin’ ora da quell’ Acad. 
„ quelii cioè 9 che farà eletta 
„ dal Sign. Prencipe nolìro, & da 
„ 4. Acadcmici , che per quello 
„ CanGglio faranno a tal cari- 
,9 co deputati, i quali habbiano 
„ ancoinfieme cura d’informar- 
» lì da perfone perite della fpefa , 
9, che vi potrà andare, acciochè 
,, fi porta f.\r la provi (ione dei 
den». 


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DEL T RISSINO. -29 
ferifce Ciò vanni Imperiali (4 9 ), che efso volea 
conferirgli il -Cardinalato-» ma che da lui fu ri- 
cufato per poter nuovamente prender moglie ) 
a cui fuccedette Adriano VI. ; il noftro G10- 
•vangiorgjo fece da Roma a Vicenza ritor- 
no • Quivi attendendo à’fuoi ftudj , e fpecial- 
mentc alla Poefia, compofe tra le altre cofe una 
Canzone in loda d’ Ifabella Marchefa di Man- 
tova (50) , a cui mandolla, ed ella poi ne 

lo 


-a» denaro io tempo, & dar prin- 
” cjpio ad imprcfa cosi hono- 
,, rata , rifervata poi la elettio- 
•'»» nc di <ai tri Acadcmici ad altri 
,, carichi a filo , tempo fecondo 
,) il bifogno. 

„ La qual Pane pafcò alla 
” ^ io Configlio di tut- 

„ ti i voti. 

»» fu meffo Patte poi di eleg- 
» S cre gl* 4> Accademici , coni’ 
», è detto di /òpra , la qual paf- 
» sò di tutti i voti. 

»> l'or ballottati i fottoferitti. 

»> 11 Sign. Paulo-Cihiapino . 

• -• • • « . . prò 1 1. 3. 

»9 -II Sign. Criftofano Darbaran 

.Cavai ier .... prò p. 4. 
»» 11 Co. Leonardo Thiene . 

• • » • • • - prò 8. 5. 

» Il Sign. Hicronimo Schio 

• - . ... prò io. 3. 

-9, Il Sign. Antonio Maria 

9» Angiolello . . prò ri. 1. 

»» 11 Sign. Alfonfo Ragona 

■ * • • ..... j>ro 16. j. 


„ Rimate il Sign. Paulo Chi*- 
», pino, il Cavalier Barbarano, 
„ il Sign. Hieronimo Schio, & 
„ il Sign. Antonio Maria An- 
,, giolcUo » come fuperiori di 
,, voti. 

( 49 ) Mufeum Hifloricum 8cc. 
pag. 43.,, Munito libi ad Leo- 
„ nis X. gratiamaditu, infplcn- 
„ didiflìmo Mularum & virtù» 
,, tum atrio fic vixit, ut Non- 
„ nulli delatum fibi purpurar ho- 
„ norem prolis gratia rejc&utn 
,, ab ipfo prodiderint. 

Da alcune Lettere man uteri t« 
te del Tris si no appare vera- 
mente, avergli voluto il Papa 
varie ecclefiadiche Dignità con- 
ferire, che ivi non fi fpecifica- 
no, e che tutte da lui furono 
ricuf.ite. 

(jo ) Quella Principefla fu fi- 
gliuola d’ Eccole I. Duca di Fer- 
rara, cd è quella ideila , cui 
tanto efalta il nodro Autore 
nc’ Ritratti - 


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}0 L A v I T A 

lo ringraziò con Tua lettera in data di Mantova 
del dì ics. di Dicembre 1521. (51); e l'anno ap- 
preso 1522. addì 1 9. di Luglio gli fcriflc pur 
da Mantova un* altra Lettera (52) , pregandolo, 
che volefle a fuo agio colà andare dov ella era, 
perchè diGderava fornai amente di vederlo non 

tanto per godere e gufi gre U amenità dell’ ingegni , e 
dottrina fu* y ma perchè volea, che nelle fcienze 
e nelle lettere ammaetìxafle Ercole fuo figliuo- 
lo» da che fegno dava di buona docilità, e di 
buon ingegno, e d’eflere allo Audio letterario 
mirabilmente inclinato i pregandolo in fine, che 
pel mcfso a polla mandatogli volefse farla av- 
viata del tempo della fua andata, acciocché lo 
poteJGfe afpettare; noi per altro non abbiamo fi- 
cura contezza, s’egii v’andafse. Sappiamo ben- 
sì» che l’anno apprefso 1523. addì 20. di Mag- 
gio efsendo flato eletto a Doge di Venezia 
Andrea Grilli, di glori ofiflìma memoria (53)» 


( 5 1 ) Quella Lettera c Rampata San Francefco della Vigna di 
nella citata Prefazione alle Opere , Venezia entro un fuperbo depo- 
dcl noftro Autore a car.xvm. fito, fopra cui fu fcolpitoquc- 
( ji) Anche quella Lettera Ito .Epitafio: • 

Ha nella fuddetta Prefazione, a Andre* dritto , Duci Opti - 
car. in. | mo , & Reipub. Amantijfimo , pa- 

( 53 ) Non folanicnve nelle (ij terra, mari^hepart* A*&*- 
ftorie di Venezia, ma in altre ri, ac Veneti terejìris imperli 
ancora fi poflono leggere le ge- Vindici, & Conferva! ori, Ha- 
fte di sì invitto e gloriofo Pria- rcdtt pientiffmi . Vixit A», 
cipe, che mori dcì 1538. in eràLXxxui. Mtnf. vili. Dici xt, 
di anni 83., e fu feppcllito in; Lecejpt V Cai. Jan. mdxxxvui. 


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DELTrISSINO. 3 r 
ed efscndo cortume di que* tempi, che le Città 
fuddite mandafsero Oratori a congratularli col 
Principe eletto , fu dalla noftra Patria a ta- 
le uffizio feelto il T rissino, unitamente con 
due altri ragguardevoli Cittadini (54^ il quale 
avendo comporta perciò una elegante Orazione 
jn lingua Italiana, in pien Collegio allo ftefso 
Doge la recitò \ della quale orazione , che fi leg* 
ge tra quelte raccolte dal Sanfovino (55}, e che 
fu anche più volte rift. rapata, favelleremo afuo 
luogo. 

Nell'anno medefimo 1523. a dì 19. di No- 
vembre efscndo flato afsunto al Pontificato il 
Cardinale Giulio de’ Medici, col nome di Cle- 
mente VII., il quale (come già fi è detto) ama- 
va grandemente il noftro Trissinov quertri una 
lettera gli fcrifse di congratulazione (e forfè al- 
lora medefimo gl'inviò la Canzone (56), che 
fece in fua lode ) facendogliela confegnare in 
proprie mani pel Cardinale Giovanni Salviati , 

fuo 


( J 4 ) Quefti furono Aurelio 
dai!’ Acqua, e Piero Valmarana 
amendue gentiluomini Vienici- j 
ni. 

( 55 ) Oraziani di Divtrfi 
Huotnini Jlluftri raccolte da 
Franctfca Sanfovino , in Pene- 
zia per AltobeUa S alleato 1584. . 
in 4. Pait. 1. a car. 1 jy. ! 

(5 6 , Qucfta C tenzone ( che fu j 
{Unipara da prima in Penezja j 


per T olomeo Janicolo da Bref~ 
fa, in 4., fenz’anno; c poi it- 
Rampata più volte come in fi. 
ne fi dirà) comincia cosi. 

SIGNOR , che fofii eterna- 
mente elette 

Nel Conjìglio Divi n per 
il governa 

De la fua fianca e trava- 
sata nave ; 

Or thè novellamente ec. 


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32 L A * v ITA 

fuo amici filmo , a cui mandolla con altra Tua 
letrcra. Aggradì Clemente la officiofità di Gio- 
va n giorni o sì fattamente, che, dopo aver let- 
ta con molta giocondità d’animo la pillola di lui 
ordinò- allo ftefso Cardinale , che gli fpedifsc 
tolto un fuo Breve, col quale lo chiamava a 
Roma ( 57) Tenendo egli lo invito del Papa r 
fi partì lubito , di confenfo eziandio della Si- 
gnoria. 


(57,) Affinchè meglio appa-j 
ja la verità' di quante s’è ora 
detto, vogliamo qui traferi vere 
la Lettera del fuddetto Cardi- 
nale ferina al Trksino, 
entro cui tirandogli il Brtve 
del. Pontefice } cd è quella. 

„ Magnifice Aniice, & tan* 
quam Frater Garifllme. 

„ Io era ctrtiffimo della 
„ molta allegrezza di V. S. pei 
„ la felice affunpuone della 
„ Santità di Nollro Signore, 
,, come fe preferite mi fulTì 


„ che mi Benderei molto più,. 
„ fe- non fuffi certillìmo, che 
„ la S.V. per fc medefima lo - 
„ cognofce. Del bene, & fc- 
,» licita mia non le voglio di- 
,, re altro , fenonchè quanto* 
»> più farà , di tanto più qucl- 
» la potrà a-ogni fuo benepla- 
„ cito difporre; & quanto nc 
,, difporrà più , farò io tanto 1 
„ più contento . La Lettera- 
» fua detti in mano propria 
» di fua Santità, là quale con 
>, fornirlo piacere la lede : &c 
„ flato, come quello, che al- j » più mi diflcndOrci intorno 
,, cuno non cognofccvo, clic'»» aqucllo» che amortvolmen» 
,, più meritamente fe ne do-j», tc mi rifpofe , fe Sua Beati* 

„ vedi rallegrare; perchè la-'» tudine con uno Breve ( il 

„ feiamo Bare lo univerfal be* [ ,» quale con quella fari) non- 
„ ne, che tutta la Criftianità | ,, avelie ordinato di rifponde- 
„ ne afpetta, &: quali mani fe- », te- alla S.V. , la quale cec- 

,, (lamento ne vede » il che », tifico , che fetnpre che ver-- 

„ tutti e buoni & virtuofi , 1 », rà, farà vcdutadaSua-Bea- 
„ come è V. S. debbono fom- ■„ titudine come dolciilimo; 
,, mamente deftderarc; chi più j»- amico; & da me come dol- 
,, di G-i anc! orcio è da ,, ci (Timo fratello; &• a quella» 
„ fua Beatitudine amato ? ! « mi offero. Se raccomando*.. 
„ Chi più di lui fc ne può , Roma XI. Decembris Mdxxiii. 
„ ogni cofa promettere ì In j ,, lo. Cardin.dc Salviate ,, 

Quc- 


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DEL TRISSINO. 33 

gnoria di Venezia (58 ); e giunto a Roma fu 
da Clemente accolto con fegni di ftraordinario 
affetto , e apprefso anche fu deftinato a rag- 
guardevoli impieghi, come diremo più fotto. 

Ma avendo egli intanto fatto pubblicare nel 
Luglio dell’anno 1524. colle ftampe di Roma la 
fua Tragedia, pensò di dar fuora nuove cofe a 
-utilità della noftra favella; e però fcarfo paren- 
dogli l’Italiano alfabeto di caratteri atti a figni- 
fìcare tutti i varj fuoni delle voci , inventonne 
di nuovi , o a dir di più vero , ne tolfe alcuni 
dall’alfabeto Greco , e all’ Italiano proccurò di 
aggiungerli. Ma non tenendofi pago di aver ciò 
nelle propie fcritture ufato , diftefe nel Dicem- 
.bre dello fteffo anno 1524. cotale fuo penfa- 
mento in una lettera al predetto Pontefice inti- 
tolata ^59). 

Circa il principio del Secolo XVI. vi fu ve- 
ramente nell’ Accademia di Siena chi avvisò di 
aggiugnere all’alfabeto Tofcano alcuni Elemcn* 

E ti per 


Quella lettera fu flampata a \fubito mi fcrifft uno Brieve , ri- 
car. xv ir. deila Prefazione alle j cercandomi che io dovtfft andar 
Opere del Tr issi no più voi- a Berna-, & io con il confenfo , 
te citata . I <y exhortation di quejìa Jtlu- 

( 58 ) Tanto afferma egli ftef- 1 JiriJftma Signoria futile ne an- 
ta nella fua Aringa con quelle i' dai . 

parole; Avvenne , che Papa (5 9) Quella lettera, di cui 
Clemente fu eletto al Pontifica • ! in fine nel Catalogo al num. 
to , con il quale havea h avuta'. II. riferiremo il titolo, fu (lani- 
molra Jervitìt: e pero S. Santità paca l’anno fudJuto in Roma. 


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» 


34 L A V I T A 

ti per miglior (Minzione della pronunziai ma 
indugiando ( dice il Crefcimbeni (< 5 o) ) di pubbli- 
fare si fatto avvi fo , il T rissi no fu il primo > (he 
d'Jft fuori fìmil pcnfìcro. Gli venne non per tanto 
fallita in buona parte quella fua bella intenzione 
(come chiamolla l'Abate Anton Maria Salvini 
di chiariflìma ricordanza): imperocché ol- 
tre allo avere egli fteflo a rovefeio, e non nel- 
la dovuta maniera, ufate da prima le nuove let- 
tere, e così per lo modo del linguaggio Lom- 
bardo indicando falfa pronunzia , ebbe più loda- 
tori, che feguaci, come accenna Giovanni Im- 
periali (62) y del quale errore avvedutotene poi 
egli Hello n € Dubbj Grama ricali , ftampati appref* 
fo a difefa del fuo ritrovamento? fe ne amrnen* 
dò U3), 

Da 


( 60) Corr.ment. all' ]ftoria\ 
della Polgar Poefìa-, Vol.i.Lib.vi. ; 
a car. 408. della ediz. di Venezia . j 
Fra l’ altre Lettere dal Tris- 
sino tolte dal Greco alfabeto , ! 
due fono più offervabili, cioè 
Fi, ci’ a, 

(6l) Pro/e Tofane, Par. 1, 
Lcz.xxxi. a car.i9i. dcH’cdizio- 
ne di Firenze, apprejfo O'infep- 
pe Manni , 1735. in 4. 

( 6 1 ) Mufaum Hi/ioric. pag. 
4Z.„ Rem paritcr molitus per- 
„ arduam, charaftercs Graecos 
„ noflris immifeendi litetis ad i 
» varios fonos aptius fignifi-j 
candos, ut repente multosad 


» fui vel laudem , vel iurgi* 

„ traxit Reclamante Do- 

„ ètorum ccetu , quod in tan- 
»> tis dodtrinarum momcntis, 
,, monftruofa elemcntorum no- 
„ vitate animos haudquaquam 
„ turbandos putaverint. 

(63) Protelìa egli in quefti 
Dubbi d’avere aggiunte le det- 
te Lettere al noftro alfabeto a 
fine folamcntc di giovare agli 
ftudiofi della noftra lingua; c 
foggiugne, che non tralafcerà^ 
fuo potere coti bello , e coti no- 
bile injlituto : ringraziando i 
fuoi riprenfori , come quelli , 
che per lo avergli fcritto con- 
tro 


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del Trissino. 3? 

Da alcuni Scrittori fu il noftro Autore per 
tal fua invenzione rigidamente appuntato; e pri- 
ma da Lodovico Martelli? Fiorentino , il quale 
mandò fuori una Rìfpofta all* Epì fi ola del Trissino 
delle Lettere nuovamente aggiunte alla Lìngua volga - 
te Fiorentina (64); nella quale s' ingegnò di ino- 
ltrare, che vana era Hata, ed inutile la di lui 
invenzione , allegando fpezialmente , che non 
doveaA punto alterare la maniera dell'antico fcri- 
vere Tofcano. Indi comparve Agnolo Firenzuo- 
la, Monaco Vallombrofano, il quale oppofe al 
Tr issino tra l’ altre cofe, che poco lodevole tra , 
e poco ncieffario , e infofficiente lo aggingnìmtnto del- 
le nuove Lettere al fcmpliciffimo alfabeto Tofcano , per- 
ette con effe gli fi toglieva la fua naturai femplicità . 

In quella fua opera il Firenzuola trapafsò per 
verità i limiti di quella moddtia , con cui fi 
vantò nel principio di voler riprendere la inven- 
zione del Trissino, perchè fì moftrò nel fuo 
dire alquanto appallìonato , non curandofi di ap- 
parir tale ancora nel frontifpizio ( 65 ), taccian- 

E i . dolo 


tro furon cagione» che fi fa- 1 nell’ Eloquenza Italiana ec..... 
ce (Te paltfe la natura, t la uti- \ In Venezia appreffo Criftofor » 
lità di effe lettere. Zane 1737. in 4. c.ir. 27J. Nell' 

(64) Non dille il Tu 1 s s r- Operetta del Martelli, chcè in 4. 
no d’aggiugner le nuove Let - 1 non v’ha il fuo nome, nèqucl- 
tere alla lingua volgare Fioren- lo dello ftamparore , nè l’anno; 
tina, come avvisò il Martelli; 1 nel fine però fi legge pompata in 
ma alla lingua Italiana r il che ■ Fierenzji . 
fu notato anche dal Montanini ! (6 5) Quell’ Opera c così in- 

filo- 


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16 L A V 1 T A 

dolo in fine d’ufurpatore degli altrui ritrovamen- 
ti, con dire, che prima d’efia e l’Accademia 
Sanefe aveva avuti limili penfieri, e alcuni gio- 
vani Fiorentini pi» per e fcr citare i loro ingegni , che 
per metterla in Optra della medefima imprefa par- 
lato aveano ; i ragionamenti de’ quali efsendo fiati 
naf cefi amente uditi dal T rissino, da eflo poi co- 
me ftto proprio trovato fenza far di loro alcuna men- 
zione , furono meli! in luce ( ) . Finalmente 

Claudio Tolomei, fiotto nome di Adriano Tranci , 
ftampò egli ancora un libro l’opra quella mate- 
ria, e lo intitolò U volito (67), 

Rifpofe il Tr issino a’ Tuoi Oppòfitori colla 
fuddetta opera de’ Dubbj Gramatìcali j ed anche 
col Dialogo intitolato il c aftcllano , e molto bene 
fi difefe -, ma non fu fiolo in ciò, che anche Vin- 
cenzio 


titolata : Difcacciamento delle 
nuove Lettere inutilmente ag- 
giunte nella Lingua Tofana ; 
fenza efprcflìone di luogo , c di 
ftampatorc. Trovali anche tra 
le Prtfe del Firenzuola ifteflo a 
car. 306. della edizione di Fio- 
renza , apprejfo Lorenzo Tor- 
rentino, mdlii. in 8. Fu poi al- 
tre volte riftampata, ed ezian- 
dio nel Tom. 2. delle Opere 
dei Tr issino della edizio- 
ne di Verona. 

( 66 ) Non può negarfi » che 
l’Accademia di Siena non avvi- 
litile ella prima, che il T R 1 s- 
si no pubblicane la fua Lette- 


ra , di aggiugncrc ( come già 
dicemmo ) nuovi elementi al 
noftro alfabeto; ma che egli fi 
valeflc interamente di quello di 
lei penfiero, come dille il Fi- 
renzuola, non è da credere , 
che troppa ingiuria fi farebbe 
al fuo gran nome. E ’n fatti il 
Varchi nell’ Ercolano dell’ ulti- 
ma edizione di Padova , apprej- 
fo il Cornino, 1744. in 8. a car. 
468., dice avere il Firenzuola 
ferino contra il T rissino 
piuttofto in burla , e per giuoco , 
che gravemente , e da dover 0. 

( 6 ~ ) La (lampa di quell’ O- 
pera fu fatta in Roma , per Lo- 
dovico 


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DEI Trissino. 37 
cenzio Oreadino da Perugia flampar volle a di 
fefa del di lui ritrovamento un dotto latino 
opufculo, il quale eflendo flato per lungo tem- 
po fmarrito, fu ritrovato per diligenza del Sig. 
Marchefe Maffei, che Io fece ritlampare nel to- 
mo fecondo delle Opere del medefimo noftro 
Autore per lui raccolte (tf8). 

Che 


dovico Vicentino i j 30. in 4. Ve- vifato dall' Accademia Sane/e * 
di fopra di ciò il Foncanini nel- per quel che fcrive il Firenzuo- 
la Eloquenza Italiana , a car. la nel Trattateli del Difcac- 
37 6. ciamento delle Lettere , impref- 

11 Crefcimbeni nc’ Commenta- fo tra le fue Profe. Tutto ciò 
rj al! Jffor. della Volg.Poef. Tom. abbiamo noi voluto riferire , 
r. lib. vi. a car. 408. dice, che acciocché (ì vegga quanto po- 
pcrché andò r Accademia indù- co a ragione fia (lato il Tris- 
giando di pubblicare lì fatto av- sino dal Firenzuola tacciato di 
vifo, Giovanciorgio Trissiwo ufurpatore. La qual cofa più 
fu il primo che de ff e fuori un fi- evidentemente appare in riflcc- 
mil penfiero : indi regiftra FAI- tendo, che il Tr i s s 1 n o avea 
fabeto Italiano coi caratteri dal già medi in opera i Tuoi carat- 
Tr issino aggiunti , che è ceri anche prima di dar fuori 
quefto; abcdtfgche gh j quello fuo penfamento ; cioè 
kiljmnopqrustfu nella Sofonitba , fcritta , e far. 
z v q x 7 th ph h: e poi dice I ta leggere, come dicemmo, fot- 
cosi: In quel medefimo torno , 0 to il Pontificato di Leone X.lad- 
poco dopo, M. Claudio T olotr.ei dove folamente nel principio del 
non gli parendo, tra l’ altre co - Secolo XVI., come dice ilcita- 
fe , buono il penfier del Tris- to Crefcimbeni , 1 ’ Accademia 
sino, ritrovò un'altra manie- diSiena avvisò lo aggiugnimcn- 
ra, togliendo la forma de'Ca- \ to di nuovi caratteri. 
rat ieri, che avevano a duppli- ( 68 ) Il fuddetto Opufcolo 
carfi, dagli fi effi caratteri del no- dell’ Oreadino in detta riftampa 
fico alfabeto , Cime appare dall' è cosi intitolato : Vincentii Orca- 
alfabeto , che fiegue : a (T c d dini Perufini Oprfeulum , in 
ecf^gh lilmneopqr 1 quo agit utrum adjcìtio no va rum 
sftv-t/uz z . E quefio | litter aratri Italica Lingua all- 
(foggiugne il Crefcimbeni) noi quam utilitatem peperit : Ad 
crediamo, che fia l’ alfabeto av-^Thomam Severum de Alphamt 

Vi- 


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3$ La Vit a 

Che alquanti dementi di Greco alfabeto pren- 
dere egli per aggiungerli al noftro Italiano, non. 
era certamente per mio avvifo quella fconvcne- 
lezza, che gli antidetti Scrittori (69) credetter- 
fi> condolila cola (come già notò il foprammen- 
tovato Abate Salvini (70)) che l’Italiano alfa- 
beto fia ftato altresì di parecchi altri caratteri 
Greci formato. Tuttavia non riufcì affatto inu- 
tile il di lui penfamentoi perchè due delle nuo- 
ve Lettere da lui propofte, cioè H, e Kv con- 
fonanti, veggonfì oggidì univerfalmente abbrac- 
ciate dagli Scrittori, anche Fiorentini, come ne- 
celfarie a torre ogni equivoco delle voci: onde 
a ragione diflc il predetto Signor Marchefe Maf- 
fei (70j che * Luì » han» obligo’ le Jlampe dì tut- 
ta C Italia , che le u fatto perpetuamente . Laonde non 
bene fi appofe il celebre Signor Domenico Ma- 
ria Manni , Letterato per altro eruditismo , e 

dìgniflì- 


Virum eruditijpmum , & Cenci- I la noftra lingua habbia bi fogno/ 
vcm Optimum . Girolamo Ru- 1 delle Lettere aggiunte dal DRts- 
ccllai nelle fue note all’ Orlon- sino, & dal Tolomei cc. 
doFuriofo dell’Ariofto della cdi-| ( f>9 ) Cioè il Tolomei, e 
zionc di Penez.ia > aM re J[° ] Firenzuola nelle Opere loprac- 
Eredi di rinccnz.io Talgrìfio , ' cerniate.. 

1580. in 4 . a car. il. facendo! (7°) Profe Tofcane , In Ft- 
un’ ofT.rvazionc gramaxicale fo - rence , nella Stamperia diS.f. 
pra la voce corrò ( accorciato A. -per I Guiduecit e Franchi » 
dal verbo coglierò) con cui l’A- 17 2 5 « 4 * P ar * P 1 * 012 Acz. 48. 

liofto comincia la danza 5 8. del ; a car. 523. 
primo canto*, dice cosi : Et in j ( 7 1 ) lucila Prefaz. alle Ope- 
qutjtt tai voti Ji cottofee quanto , re del noftro Autore a car.xxx. 


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DEL TRISSINO. 39 

dignifTimo Accademico Fiorentino > in dicendo 
nelle , fue Lezioni di Lingua T ofeana ( 7 l)j che 1 ’ / 
confonante i cioè quello , che j lungo fi appella , conte 
trovato dal T RISSINO , e da Daniello Bar t olì po/lo in 
ufo , non è ricevuto da per tutto : e pure egli ftefio 

Io usò nelle medefime Tue Lezioni (73)* Mon- 
fignor Fontaninij da cui fu UTrlssino chiama- 
to 


(72) In Firenze 1737. nella] sintonie Muratori , legnata dì 

Stamperia di Pietro Gaetano , Venezia li 12. Marzo 1701; fì- 
Viviani. in8. a car. 43. 1 gnificandogli la allora frefea e- 

(73) Bene è vero, che l’ufo I dizione delle Poche degli anti- 
di quello j lungo , o fia con - 1 detti d*ue poeti Vicentini, dif- 
fonance , ritrovato dal T r i s- 1 fc , avere quelli in dette loro 
sino, fcfu abbracciato univcr. poefic pretefo di ravvivare l’ or- 
falmente nel plurale de’ nomi , I 1 agrafia fcrupolofa del vecchio 
che nel numero del meno fini- Lr Trijftno , ftnza però quelli 
f cono in io di due fillabe , in epfilon , e quegli omega , co' qua- 
cui Vi non lìa gravato dall’ ac- li voleva imbrogliare iinejlro al- 
enato, come vizio t vario , eli- fabeto Italiano. Colle quali pa- 
mili, i quali nel maggior nu- ! cole troppo veramente difprez- 
mcro più rettamente il ferivo- jzòe quelli poeti, e la buona vo- 
no col detto j lungo in ifcam-llontà del Trillino, la quale, co- 
bio de’ due ir, come a dir vi- me è delio, non riufeì affatto 
zj , varj ; fu rifiutato l’ ufario do- I inutile , vcggendoli abbraccia- 
po l’L in luogo del G c dell* E | te dall' Accademia medefim* 
nella voce EGLI, c in luogo del | della Grufca le due fopraddettc 
G nell’articolo GLI, feri vendo ; Lettere J, e F* confonanti , come 
LJI, come fece fempre il Trissi- ' fi può vedere nel fuo Focabola- 
no. La qual maniera di fcrivere fu I rio alla lettera I. §. xi.j e alla 
poifeguitata, ma con poca lode, j Lettera F. La lettera poi delZe- 
da Andrea Marana, e da Antonio no è Hata ultimamente pubbli- 
Bergamini, amendue di Vicen- cara in un coU’ altre lue erudi- 
za, uomini per altro di lette- 1 udirne lettere in tre Volumi, ed 
ratura Italiana, Latina, e Gre-| è a car. 44. del primo , che ha 
ca molto intendenti. Il Sign. I quello titolo : Lettere di jìpo- 
Apoflolo Zeno, di Tempre glo- fole Zeno , Cittadino Fcnezia- 
riofa, e a me cara memoria in ! no , Iftorico e Poeta Cefareo. ec. 
una fua lettera al Sign. Lodovico I Folumt primo in Fenezia 1752. 

I * 1 - 


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40 -La Vita 

tO (74) Novello Cadmo , C Cadmo Italiano , fu di 
oppinione, edere ftata altresì invenzione del 
medefimo noftro Letterato 1* ufare la z j n cam- 
bio del t dopo vocale , e innanzi all’ /, cui fegue 
altra vocale, come nelle voci vìzio , malizia , e 
fomiglianti(75). 

Ma, per pigliare il filo principale del noftro 
racconto, l'anno 1525 . ( nel quale il Re France- 
sco I. di Francia eflendo ritornato in Italia, don- 
de l’anno avanti era ftato cacciato , e avendo 
già prefo Milano , attediava la Città di Pavia, 
la quale fu appreflò liberata dall’ efercito di Car- 
lo V- > che mife in Sconfitta 1* ofte Franzefe , e 

fece 


affrtff» Pietro Falvafenfe . i n 8. 

(74,) Nella Eloquenza Italia- 
na a car. 36. e 339. 

(75) In proposto delle Let- 
tere aggiunte « Valerio Ccntan- 
nio. Medico Vicentino, di cui 
parla lodevolmente il Marzari 
■ella tua Jftoria di licenza, a 
car. 183. fcriffe al Trissino il 
feguente curiofo Sonetto , che ci 
fu comunicato dal più volte men- 
tovato Sign. sportolo Zeno . 

ì’O grande A» tji Urici nominato. 
A dijfertnlia Ai quel, cb‘ i tu ir. a ■ 

rii 

VE difl' ignudo i 1 di pie» valo- 
ri, 

A luta ai Alph' al Giet" accorti 
pugnato i 

Ch* nel fcnvir Tofcan ha ritrova • 
to 

Voflr’ alt’ ingegno i facindo maggiori 
Numcr di Lettre : eh’ in vano ti- 
no’i 

Si anno a chi nin ha 'l cervi ! fia 
catoi 1 


Verrei faptr t Si noi Urica Scrittu- 
ra 

Leggenda > dtbben ritener* il futi-, 
no, 

Che nel Uggir Tofcan Kiara fi fin- 
ti. 

Ri ff tendete Signore che la cenfura. 

Et gran judicio vofira , a mt tal 
fono, 

Qual Sol ad g orno : a nette fio- 
co ardiate. 

Andar mi vi in a minte 

D' addimandar 1 fi l' Ita Gri't » 
timi 

La voce t eh' a V E Taf co fi ceti « 

m». 

Et forfè dicttn bini 

Quelli, che voljan pir ditti d' Hv 
miro 

L' Ita fuonar s cimi il Taf cu E pri- 
miera . 

Bramo faper il vero. 

Adunque fa- fi l' O Tofcan antico 

Terrà ’l fuun d' il Grt co 0 :cht mi- 
nor dico. 

Il Servo di Veflra Magn. 

Valido Cintannio- 


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DELtRlSSINO. 41 

fece prigione il Re fte{fo(7<5))> Papa Clemente 
impiegò in varj negozj il notlro Giova n gì orcio. 
e intra gli altri lo mandò una volta Oratore al- 
la Repubblica di Venezia C 77)» e< ^ a ^ tra volta 
airimperador Carlo V. fopraccennato ( 78 ). De* 

F gno di 


( 76 ) V’ ha un Sonetto del exhortation di quefla lllujlr . Si- 
Tri ss ino non ancora ftam- gnoria fubito ne andai, & qui- 
pato, folto, come per alcuni fi * vi fletti in diverfi negotj , & 
crede, in occafione della detta fra gli altri venni Or at or di S. 
rotta dc’Franzefi, ma io fiimo B. a quefla Illuflr. Signoria nel 
più vero, chcfoflc fatto allora, tempo, che il Chriflianifftmo Ke 
che dagl’imperiali furono effi afjediava Pavia, fino alla pre - 
cacciati d’Italia la prima volta, 'fa di Roma, & quafl fi poi dir 
cioè l’anno 1514., il qual So-\fino al concluder della pace in 
netto , che ci fu parimente dal Bologna, come fanno molti de 
Signor Apoftolo Zeno comuni- ' quefli Signori, che ivi mi vide - 
caro, è ’l feguentc . 'ro, & fpetialmente li Clarìjft- 

Vn Oatto infuno olir* mi far a alt iin \ mi ^mbafeiadori, con li quali 
Col oan favor d’ una Luna terrina ‘ er * ogni giorno • 

Pinti pretto legar d'una carena j (7S) Ciò non pure fi Il 3 per 
V Augii, che tien degli altri il giufto cofiantc tradizione, ma fi con- 
ìm l er> ' [ferma per la concordia degli 

Ma quel [degnato , horntil-vente fiero * Scrittori , c per lo Elogio, che 

Con Pungine, ri rofiroil batti , elo '^tfU Chiefa di San Loren- 
dìmtna 

Si fai lamenti , eh' ci fuggendo a fina 
Hcrfer lo [campo f ho trova fenderò . 

Tal che aebaffata in lui fi» con gran 
fretta , 

Et forfè affatto fjenra l'arroganza , 

Che tutta Europa già foft in itlanza: ! dal Papa folte il T R I SJ I II O 
Ottd'io tengo nel cor ferma fgtranza , mandato Nunzio prima alla Rc- 
Che il Citi farà dei torti afpra ve »• pubblica di Ve.'CZÌa, e poi all’ 
detta | Imperatore: ecco le fue parole: 

ACriflo fatti ,§ a tuttala fua fetta .1 >} Clemcr.tis Septimi acerrimi 
(77) Cosi afferma il Tris-',, teftimatoris nutu ex Romana 
sino medefimo nella fua Ari».',, Curia ad Carolum Carfircnt 
ga, dicendo: Papa Clemente fu' „ Nuncius cfl elc&us : inde ad 
eletto al Pontificato,.,. S. Santità ,, SapicntifTìmum Vcnetorum 
fubito mi fcriffe uno P, rieve , ri- „ Scnatum . « In ciò fu egli 
cercandomi , ch'io dove/fi andar (e guicato dal Signor Marchefe 
a Roma , & io col confenfo, CT I Maffciìad Ri fretto deila P'ita 

del 


I zo di Vicenza allato all’altare 
idi detto Santo fi legge, e die 
I di fotto tra feri veremo . Gio- 
ivano! Imperiali nel Afufeo Jflo - 
\rico a car. 44. lafciò fcritto, che 


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42 La Vita 

gno dì parttcolar menzione fi è un altro pubbli- 
co contralfegno deiramore , che gli portava. Ciò 
fu l’anno 1530. in occafìonc che dovea corona- 
re folennemcnte in Bologna l’Imperatore fud- 
detto (79)1 imperciocché, fecondo che affer- 
mano alcuni Scrittori (80), e appare chiaro da 

una 


del T r i s j i n o , e da altri : ma 
ficcome quelli Scrittori non ci 
daono il tempo di corali Lega- 
zioni , cosi noi non ci facemmo 
fcrupolo in notarne pri ma una 
che l’altra; e tanto più, quan- 
to che può edere veramente , 
clic andafle egli Nunzio a Sua 
MaclU Cefarea molto tempo 
dopo di edere dato Oratore a 
Venezia , cioè dopo il Sacco di 
Roma fatto dagl’ Imperiali nel 
IJZ7. , in cui effendo dato di- 
tenuto Io Bello Pontefice, e poi 
liberato per commillìonc dell’ 
Imperatore, edo lo mandò a 
ringraziare per un fuo Nunzio, 
accennato folamente in una Let- 
tera di congratulazione, che Io 
Redo Imperadore al Papa riferir- 
le in data di Burgos addi xxn. 
di Novembre di detto annoi 517.; 
la qual lettera Ci legge nei to- 
mo primo delle Lettere di Pria- 
dpi » ecv raccolte da Girolamo 
Rufcclii , Ja Veneti a appre/fo 
Giordano Ziletti, 1564. in 4. 
a car. no. a tergo; fe pure ciò 
non fu l’anno 1529., cioè do- 
po la pace tra loro fatta in Bar- 
cellona, di cui parla, tra gli al- 
tri , il Guicciardini nel terzo 
degli ultimi quattro litri della fua 


Ifi$ria\ avendovi una lettera di 
Sua Madia al Papa in data di 
Genova addi xxix. di slgo/lo 
1519., che fi legge nel citato 
tomo delle fuddette Lettere di 
Prinnpi a car. 123.» nella qua- 
le fa menzione di un fuo 
Nunzio con quelle parole : Ha- 
vendo intefo dal detto Duca ,- 
& da' Reverendijfmi Cardinali . 
fuoi Legati ...., & dal SUO 
NUNZIO ,. & Zmbafiiatore , 
cc.....; il quale può perle fud- 
dette cofc fondatamente creder- 
li , foflTe Giovangiorgio. 

( 79 ) Carlo V. fu coronato 
da- Clemente il giorno di San- 
to Mattia Apoftolo, cioè a dì 
24. di Febbrajo: ed è JlTervabi- 
le, che nei mede^mo* giomcr 
egli e Ila nato , ed abbia prefo 
i fegni e gli ornamenti d’ Im- - 
peratore. Si vegga Alfonfo Ul- 
loa nella Vita di Lui molto eru- 
ditamente feri tra- 

( 80 ) Gio: Imperiali , Mh- 
faum Hi/l or. a car. 44. Toirmia- 
fini Elogiaste, a car. 53. e Pao- 
lo Beni Trattato dell' Orig. del- 
la Famigl. Trijf. lib. 2- manu- 
fcritto, a car. 34., ove nota 
anche di malevolo il Giovio, 
che riferendo paratamente tale 
folcn- 


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DEI T R I S S I N O. 45 
una lettera manufcritta del noftro Autore mede- 
fimo (81), da tanti Principi e Cavalieri, che a 
tale folennità fi trovavano , Clemente tralcel- 
fe il TiussiNoa portargli lo ftrafcico Pontificio; 
.onore» che per innanzi era /olito farli a Perfo- 
naggi di nobililfima Schiatta, e molto qualificati. 

Si trova fcritto apprelTo qualche Autore (Si), 
che Carlo V. facefie conte e cavaliere fi noftro 
Giovangiorgio» e lui co’ Tuoi difendenti privile- 
giaffe, che potefse mettere nd/arme dellaFamiglia 
la Imprefa del Tofone , c fi potefle in oltre dinorni- 
nare dal vello d'oro. Noi non vogliamo ora di- 
làminare, fe ciò fia vero, anzi il crediamo; che 
conte e cavaliere egli fteflò in qualche Tua lette- 
ra s intitolò (83), e alzò la detta Imprefa» con 
foprapporvi il mòtto Greco to zhtotme. 
;non aax2ton (84), prefo dall’ Edipo di Sofo- 

F 1 eie 


folennkà , nulla facefle del 
Tri jliN o menzione. 

("8 1 JvQucfta lettera di prò. 
prio pugno* del noftro Autore | 
c tra le altre lue manuferirte, 
cd è 'quella, che diramino più 
d’una volta in quefta Vita , 
fcritta da Marano all’Arcipre- 
te Giulio fuo figliuolo, fegnata 
18. A/arz.0 IJ42. In effa egli 
parla cfprcffamentcdi quefto ét- 
to , ricordandolo al figliuolo 
qual /ingoiar h*neficiodal Pon- 
tefice a fe ufato. 

( 8a_) Cioè approdo il Tom- 


mafjni, Elogia cc.-, a car. 54. 
c ’1 P. Rugeri , T ratina ec. a car. 
xxxin. 

( 83 ) Veggafi la lettera di lui 
al Reverendo Prete Francefco di 
Grugnitola già fopracciiata, all’ 
annotazion. 3.C 26. 

( 2 4) Il Fontanini nell’£/tf- 
quentLa Italiana a car. 380. rife- 
rire e fvariatamctwequAlo motto, 
rcrivendo in quefta guifa T o 
2HTOTMENON A A ftTON* 
diche fu appuntato dal Signor 
Marchcfe Ma fife i a car. 8j. dell’ 
Fiume d’ elio libro del Fontani- 


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44 La Vita 

eie (85)} che lignifica conftguir chi cerca ma nsn 
chi trafeura ; ed anche ftamparc la fece o ne’ 
frontefpizj, o in fine delle fue Opere. Si vuole 
bensì avvifare, che fe egli ebbe dall’Imperatore 
Maflìmiliano primieramente» come abbiamo ac- 
cennato al di fopra, e poi ancora da Carlo V. 
il privilegio di potere l’arme gentilizia adorna- 
re di detta Imprefaj come tengono alcuni (86), 
e come forfè volle dire il Signor Marchefe Maf- 
ie i, quando difle (87), che il Trissino 
imperaci ere Maffìmilian » riporto il Tofon d’ Or o\ e fe 
; egli fu 


ni, che approdo citeremo, trat- 
to delle fue OffervaiÀoni Lette- 
rarie , fn Serena nella Stampe- 
rìa del Seminario per Jacopo Sal- 
tar fi 1738. in la. Articolo VII. 
a c.vr. 103. 

('85. Verfo 110. 

(86) Nel fopraccinnaro Elo- 
gio, che è in San Lorenzo di 
Vicenza, fi legge: Aurei fuci- 
lerie infìgnibui , & Corniti* di- 
gnitate prò fe, & Pojlerit ab 
iifdem Impp. ( MaKimiliano , 
& Carolo) decorato . Il Padre 
Rugcri nella Trotina &c. a car. 
33. pare che affermi , avere il 
T rissino avuto il fuddetto 
privilegio da Carlo V. , poiché 
gli t cbbc niarfdatoa donare (co- 
me diremo ) pel fuo figliuolo 
. Ciro il Poema dell'Italia Li- 
berata da' Coti. Quelle fono le 
fue parole : T itm vero P o s T- 
Q.U A m ledi 1T1 mai cjtjitm fiiius 


Cyrus , poema iliaci eidem Caro- 
lo V. patrie nomine donariam 
confccrauit , Aurei Velie- 
ri s Agalma dimidiato in 
Umbone fui Aviti Stemmati! , 
Imperai or is auttoritate , & con- 
cezione appingi voluìt , quo fa. 
cilius hac velati tejjcra, è fuo 
Pipite dedali a Sobolet, ab aliis 
& Laude, & Vice ti * , f amili* 
nobilijfm*, & numcro/tjfimafur- 
culit dignofeerentur . Contutco- 
ciò noi troviamo* erteti* Gio- 
va» Giorgio denominato dal 
Vello d' Oro ^rima che Ciro prc- 
feniaffc il detto Poema all’Im- 
peratore. Può effere bensì, che 
avendo egli avuto da Maflimi- 
liano il detto privilegio, con- 
fermato poi gli forte da Car- 
lo V. 

{ 87) Nel Riflretto della Vita 
del noffro Autor , preme fl o 
la rirtìmpa delle fuc Opere. 


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DEL T R I S S I N Ó. 45 
■egli fu veramente da’ Monarchi medefimi fatto 
Cavaliere; non dee perciò dirfi, che forte egli da 
efli fatto Cavali er del Tofo» d'oro: concioflìac»- 
fache non fia mai fiato il T rissino arrolato in 
quell’ordine (88). 

Le fa- 



f88) Che ciò fia vero, ba- Trissino, che non era da 
fievolmente è provato dal Fon- trafeurarfi , quando veramente 
canini nella Eloquenza Italia- vi [offe fiato; e ciò tanto meno, 
va , ove a car. 380. dopo regi- che in quefio affare ci entrano 
Arata la primiera edizione del anche gli Araldi, 0 Re £ Armi , 
Poema dell’ Italia Liberata da' per ajfegnare a ciafcun Cavalie- 
Goti, così lafciò fcritto. Qui re lo Scudo, e /’ Infegne , tutte 
in fine, e in altri fuoi libri fi le quali Ji leggono efprejfe dal 
vede la pelle, 0 vello d'oro del C biffi elio . E a car. 474. dopo 
Montone di Friffo , da lui fof- j aver regi fi rato i Difcorfi ini or - 
pefo a un Elee in Coleo, e cu- f no alla Tragedia, di Niccolò 

fi adito dal Drago Volendo | Rolli., tornò a dire, come fc- 

il T R 1 ss 1 n o con quefia fua 1 guc ; Effendofi già mofirato non 
Imprefa alzata all'ufo di que' \fujfi fiere, che il T rissino, 
tempi alludere alle fue lettera - 1 comecnè talvolta fi dicejfe oAr. 
rie fatiche , e da fe ancora in- \ Vello d’oro, e meritaffe per 
- titolanàofi dal Vello d’Oro . j altro ogni onore, foffe perciò Ca- 
.Ala non per quefio egli intefe di valier del Tofone , perchè meri - 
far fi Cavaliere dell'Ordine del 'tare non vuol dir confeguire , qui 
T ofone - E poco apprelTo ; L'\fi può aggiugnere , che quefio Su- 
• Ordine del Tofone fu conferma- premo Ordine , detto in latino 
to dai Sommi Pontifici Eugenio Vclleris Aurei , nelle lingue voi - 
IV. e Leone X. ; e Gianjacopo gari fi chiamò del Tofone . ... 
Chifflezio ha data la ferie de' Nè può effere inutile il ridurfi 
Cavalieri » e de' Uro fupremi a memoria, come ne’ tempi del 
Capi dalla prima fua ifiitud-o- Trissino fiorì /’ Accademia 
aie fino a Filippo I v. Re di Spa - degli Argonauti conquifiat ori del 
gna, erede àe’ Duchi di Borgo- Vello d’Oro, poco fipra acc ca- 
gna: e ne ba fcritto ancora un , nata* Se poi egli fi diffe Co- 
temo in foglio Giambatifia A/au-j me; & Equcs , ciò nulla impor- 
rizio e altri pure han- ita, petchè non fu foto a chia- 
na pubblicati gli Statuti dell' ' mar fi in tal guifa . 11 Mar- 

C'rdine, e gli Elogi de' Cavalle - 1 cii'eje Maffci nell’ E fame del 
ri: ma fenza alcun merlo del [ (udektto. Libro del Fontanini , 


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4<J La Vita 

Le fatiche fofferte, e l’età oggimai avanzata 
aveano Fenduto il noftro Tris si no non che fa- 
zio 5 riftucco delle Corti; e Svolgendo T animo 
ad una vita più quieta, diliberò di ripatriare : la- 
onde in Bologna medefimo, e appreflfo finita la 
predetta folennità , chiefta licenza al Papa, ritornò 
a Vicenza (89). Quivi pensò incontanente adulti- 
mare la fualite coi Comuni; onde fece loro inti- 
mare, che al Rettore confegnaffero le Scritture ad 
efla concernenti, acciocché decidere la pótefife. Co- 
si fecero, ancoraché dopo qualche dilazione (90); 

..c dal 


che occupa il terzo luogo tralblicarc, a\ endoccla cortcfcmcn- 
gli E fami di varj tutori fopra te con fua lettera comunicata, 
ii libro ftcffo, ftampati in Ve- j Circa il Ideilo d'Oro , credo, 
nczia colla fìnta data di Kove-\che re aveffe dall' Imperatore il 
redo , 1739. in un volume in ' privilegio d' ornarne lo Stemma, 
4.; in quello E fame, dico, il ma non già , che fojfe arrotar 0 
Signor Marchese a car. 63. cen-J.*» queir Ordine, non facendone 
furò il Fontanini per le fuddet- menzione il Chijflezào , nè al- 
te parole, così fetivendo. Ca - 1 tri, che ce nt ha dati i regi/fri, 
caliere non vuol che foffe il Così il Signor A portolo . 
Trissino , benché confejft , j (8 9) Nella Lettera al Reve- 

ch' egli fteffo fi dicea Comes , & ( rendo Prete di Grugnitola (la 
Equcs: quaft quel grand' uomo di] quale, cornee detto di fopra, 
conditjon foffe, che aveffe bifo-\è fognata a’ 16. di Maggio 1531. 
gno di nobilitar^ con falfi tira - 1 dice il Trissino quefte parole. 
li. Ma inverità, con pafedi sì \ fiora fendo il Papa, e l’ Jmpe- 
illurtre Soggetto, il jFofij^nini rat ore a Bologna, Vanno puf- 
non di (Te, che il T t^i s s ffMl \fato ( 1530. ) prefi licenza da 
Cavaliere non foffe, chclion^ Sua Beatitudine, e fono meffo a 
fu, come infatti è ve/A) Cava - 1 ripatriare , fianco dal travalja - 
licre dell' Ordine dt 1,1 fi fi ne . .£ 're » e fot io df le Corti : Cosi mene 
clic non forte Cavaliere di «jue- fio ne la Patria riputato , & bo- 
ti' Ordine, fu tefiutp» avelie norato quanto niun altroché vi fia. 

Signor Apòrtolo ZerftJ , lT)»cui 1*" ( 90 ) Così ii Triisino 
opinione ci piace q'yi di’pub-f'nella fua siringa. 


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DEI TRININO. 47 
c dal Podeftà fei mefi appreso , nel giorno 
avanti la fua partenza dal Reggimento, ebbe- 
ro > fìccome l’altra volta, la fentenza incon- 
tro. Tuttavolta collo ro infiftendo, agli Auditore 
Vecchi appellarono di ella fentenza, dai quali fu 
poi rimeffa la Caufa al Configli dì xl, civìl-Nuo- 
vo. Ma quella volta Gì ovan Giorgio delibero 
di orare elio pubblicamente , e dire in Configlio 
le fue ragioni : per la qual cofa comporta in 
comunal dialetto Lombardo una forte Aringa 
(pi)» sì bene, e con tale efficacia davanti ai 
Giudici la recitò, che all’ultimo (pi), con gran- 
de feorno e rabbia degl’ incaparbiti Comuni, egli 
fentenziarono a di lui favore (p$). 

Sera egli ammogliato la feconda volta a Bianca 
(P4). figliuola di Niccolò Trillino, e di Cateri- 
na Ver- 


» 


( 9 1) Quella è l'Aringa da 
noi citata sì fpctfo nella prefen- 
tc Vita-, e Cc nc conferva copia 
nella Libreria de’Cherici Re- 
golari Soraafchi della nolìra 
Città di Vicenza. 

(92) Avvitatamente s r è det- 
to all' ultimo , perciocché non 
tappiamo, che il Tri ss ino 
per la narrata cagione piatile 
più colle dette Comunità : ben 
è vero, che i di lui Poderi ap- 
po fua morte ebbcro«a foffrir da 
colloro per lo ftctTo motivo nuo- 
vi difturbi . 

(93) Crediamo ciò fofle o' 
nel principio dell’anno x 5 3 1. ? 


'o nella fine del precedente; e 
| lo argomentiamo da ciò che e* 
'dice nella citau Lettera al Pre~ 

! re di Grugnitola , ed è; Le cofe 
| della [acuità mia dopo molti tra- 
| valji fono quaji tutte rajfcttate, 
e trovami manco povero ch'io 
' fojft nati, 

I « ♦ quella .ftponda fua 

| moglie fa il T r iss 1 no ono- 
ratole njènzione nc‘ fuoi Ritrat- 
ti > Citila» Re (fa fi parla altresì 
con lo.Je’nel libro intirolaro:7" at- 
te U Dgnne maritate , Vedove,, 
è’ I)ongeil/ \ ptr Lugrezio Bec- 
candoli Bologne fé *»/ magnanimo’ 
Ai, Fr ance [co elei Scolari , Ere- 
siano , 


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j 

N - 

4? L A V I T A 

na Verlati (p?), e già vedova di Alvife Tri Ar- 
no (ptf): la quale partorì a Giovangiorgio u n 

figliuol 


[ciano, [no Signore . in 4» fcn- 
za efprcffione di luogo» anno, 
e ftampatore. 

(9 5 ) Se il Tommafini negli 
Elogi, a car. 53. dicendo:,, De- 
,, funóto Leone X. in Pacriam rc- 
„ diic.... Anno mdxxiii. fe- 
» cundas cum Bianca fui Sxcu- 
3, li Helena , Nicolai Triffini 
», Vidua nuptias contraxit : « 
volle dire , che Bianca, quan- 
do fi fposò a Giovangior- 


g 1 o foffe vedova di Niccoli 
Trillino» prefe certamente uno 
sbaglio , come lo prefe il Sigi 
Apollolo Zeno nella Galleria, 
e gli altri , che ciò affermano 
apertamente. Imperciocché Bian- 
ca non fu vedova , ma figliuola di 
Niccolo Tuffino, come dalli fc- 
guenti Alberi dal Sig.Co: Anco» 
nioTriffino del Sig.Co:Piero, corr 
umaniflìma gentilezza fommini- 
llratici, evidentemente appare» 


1. i. . i . 

Birtolommeo Trillino. NICCOLO' Tullio©» Cafparc Trillino» 
in in in 

Chiara Mirtinengbi. Caterina Verlati» Cecilia Bevilacqua. 

1 L 1 

ALVISE BIANCA. CIOVANGIOR.GIOPoet.ec» 

in in in 

BIANCA di Niccoli 1. ALVISE di Battolar»- BIANCA di Niccoli 
Trillino ; da cui la li- mio Trillino . Trillino , da cui li Nob» 

nei del Nob- Sig.Co: a. GIOVANGIORGIO Nob. Sigg. Co. Co. Ci- 
Piero. Tuffino Poeta ee. r® , e Nepoti Trillino • 

Senza di che Paolo Beni ncljwe/rfe, figlio unico (cioè di Ma- 
Trattato dell' Ori*. della Fa ! fchi ) ec. In oltre dalla Scrittu- 
migl. Triff. lib. 2. Manofcritto, ! ra nuziali d’ effa Bianca , fe- 
dove parla delle Donne illufiri | gnata addì 18. di Febbrajo.... 
della detea Famiglia, venendo | fatta col fuddetto Alvife Trif- 
a Bianca, dice; Bianca peri fino, fi ha non pure che effo 
la fuafingolare belletta merita-' fu il primo fuo marito, madie 
mente chiamata l' Helena della j il valore della fua Dote fu di Du- 
fua età, hebbe due mariti dell’ | cali tremillccinqucccnto , cioè 
ifteffa famiglia: fu il primo . di lire Vi niziane 21700. ; Dote 
Luigi figliodi SartoiomeoTrif-' affli Cofpicua 3 quc’tcmpi. EJ 
fino , & di Chiara Martine ri ] anclie di q-uefta notizia ci con» 
ga, a cui partorì 6. figli mafihi, fediamo debitori al predato Si- 
ti' 2. fenmine : fu il fecondo gnor Conte Antonio Trillino. 
Giovangiorgio, Poetaf (96) Alvif: Triflino fe te» 
Gr Oratore, & hebbe Ciro-Cl>- \ ttamento del ijìi, , c poco di 

poi 


t 


I 




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del Trissi.no. 4P 

figliuol mafchio, appellato Ciro, ed una fem- 
mina . Ora dopo qualche tempo nacquero dif- 
fenfioni tra Bianca, e l’Arciprete Giulio, fi- 
gliuolo della prima moglie d’effo Giovangior- 
gio: delle quali principal cagione fi fu , che 
amando ella teneramente, ficcome è naturai co- 
ti , il fuo proprio figliuolo Ciro , s’ adoprò in 
guifa , che il marito Umilmente facefle, e fee- 
mando l’affezione fua verfo Giulio, lui più cor- 
dialmente inchinalfe ad amare . Le quali cofe 
diedero apprelfo motivo all* Arciprete di piatire 
lungamente col padre, da cui prctefe* e in fine 
poi confeguì non poca parte di fua facoltà. 

In quello mezzo la Patria impiegollo in un 
affare molto importante . Ciò fu fpedirlo fuo 
Oratore (in uno con Aurelio dall’Acqua e Pie- 
ro Valmarana, Gentiluomini Vicentini,) a Vene- 
zia per contrapporre ad una troppo altiera ri- 
chieda degli Uomini della Terra di Schio, Di- 
llretto di Vicenza. Volevano coftoro non iftar 
più foggetti al Gentiluomo Vicentino, che reg- 
gevagli, e regge ancora con titolo di Vicario; 
e però nel principio dell’anno 1534. ardirono di 
chiedere al Senato Veneziano, che rimolfò quel- 
lo, un fuo Nobile Patrizio defse loro a Retto- 
re . Ma sì giulle furono le ragioni da’ Vicentini 

G Ora- 

poi fopravviffe; ficcome colla \o in quell’ anno, o l’anno ap- 
iolita gentilezza mi fc certo il preffo Bianca fi farà a G iovan- 
Sig. Co: Antonio Trillino fud- ciorcio rimaritata, 
detto, fuo difendente; laonde 


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50 L A Vita 

Oratori addotte in prò della Patria , che non 
ottante che Baftian Veniero, gentiluomo Vene- 
ziano, incontra nringifse, i Giudici conferma- 
rono la giurifdizione della Città noftra, e con- 
dannarono gli avverfarj a rimborfarla delle fpele 
dovute fare pel detto motivo: loro davvantag- 
gio vietando penalmente di più contravvenire a 
tale deliberazione (57). 

E per dire di altri onori , a cui fu egli dallaPa- 
tria elevato, troviamo, che nel 1536. addì 27. di 
Maggio era uno dei Deputati alle cofc utili della 
Città (p 3 >; ficcome nel mefe fufleguente era 
Confervatore dette Leggi ( 99 ) : e pochi anni 
appretto, cioè nel 1541. (100), fu ricevuto nel 
numero di que’ Nobili, che formar doveano il 
Configlio centumvirale > detto anche Graviffìmo , 
dcll^ Città , allora allora riformato.. 

Morì in que’ tempi il celebre Poeta Giovanni 
Rucettaii tanto amico delnoftroTiussiNoi il qua- 
le fin dall’anno 1524. (nel qual tempo era Cartel- 
lano di Caftel Sant’Angelo in Roma) avendo 

com- 


(97 ) Veggafi io Statuto no-| ( 9 8) Statuto noftro fuddet- 

firo lib. 4. pag. 176. a tergo . to, Lib. Novm Partium , pag. 
Noi ci fiamo ferviti dcli’cdizio- : 197. a tergo. Qui il Trissino 
nc fattane l’anno 1567. con ! è schiantato Dottor , &£qnes. 
quello titolo ^ Jhs À/nnicipale \ (99) "Statuto noftro, ivi » 

l'iccntinum , cum sìddit ione Par- png. 19H. a tergo.. 
tium Jlluftrijfimi Dominii . Vt - 1 (loo)Statuto cc.. Ivi, pag. 
nttiit , Motxvii. ad infiantiam I 185. c 186. a tergo, cdanchcqui 
BartMomei Centrini. infoi. | il Trissjno è detto Cavaliere. 


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DEL T R 1 S S I N O'. 51 

compiuto il belliflìmo luo Poema delle /#/>/, non 
volle pubblicarlo infinoattantochè il Tassino 
da Venczia> ove era Legato di Papa Clemente, 
non foffe ritornato, perchè volea farglielo rive- 
dere.. Ma non avendo' potuto ciò effettuare fo- 
praggiunto dalla morte , al fratello Palla , nel 
raccomandargli prima di morire tra gli altri Tuoi 
componimenti il detto Poema, notificò tale Ilio 
penfamento : onde quelli poi fauna 1 5 39. mandan- 
dolo alla luce, al Tm ss ino lo intitolò (101). 

Intanto effendo la fopraddetta feconda fua 
moglie Bianca pallata di quella vita l’anno 1540.. 
C102), le liti già incominciate tra fe e’1. figliuol’ 

G 2. Giu.- 


( IO * ) La Dedicatoria di Pai- 1 Antonio Volpi , il quale poi lai 
ta Rucellai al Tr issi no è . fece pubblicate in un col Poc- 
fegnata *li Firtnzj addi li. di ma ftdlbdelle Api, ecollaC*/- 
Gennajo 1539.5.6 in e(Ta affer- ] tivazione di Luigi Alamanni „ 
ma di efeguite in< ciò la volon- in Padova prejfo Giufcppt Co- 
là del fratello. Ma qui- non fi mino 1718. in 4., c fi trovai 
vuol lafciar di dire , che un ancora nella riftampa de i det- 
luogo dei fuddccto Poema del j ti Poemi fatta. io Pentii* nella 
-Rucellai, che è a’ verfi 698 •„ c ftramperia Remondìni 1751. in 
fegg., e comincisi. ^ j 8. Nella qual Lettera ('clic de- 

Qutfto sì btlle , e sì alto pen- ' gna è veramente d’ etrerc letta 
fiero, ec. I per le belle erudizioni, che in 

dove egli' favella del Triss r-j fe contiene ) inoltra il Sig. Ca- 
No troppo ofeuramente, ed in nonico, che il Rucellaiinquei 
modo, che fi farebbe potuto verfi. volle dire, il Tr issino 
interpretare finiftramente, e con effert fiato il: primo, che dici- 
difonorcd’amenduc quelli grand’ ferando le favole- degli Arni- 
Uomini;, è fiato fpiegato dot- 1 dii il vero fenfo de’ Simbo- 
tilfimamente dal Sig. Canonico li fpiegatlc con viva voce, c la 
Giovanni Cbecozzi, in una let- verità delle cofe della natura.. 
ura diretta al Sig. Dottore Ciò: | .( ioa ) 11 Tcfiamcntu di Bian- 

ca. 


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' 


52 La Vita- 

Giulio ] come poc’ anzi c accennato j non? 
che ceflaflero per tal morte, crebbero vie più- 
che mai, onde egli novamente partì da Vicen- 
za, c a Murano (Ifola poco difcofta a Vene- 
zia} fi ritirò (103). Quivi attefe fpezialmcnte a 
profeguire l’epico fuo Poema dell 'itali* Liberata 
da ì Goti, cominciato infino dal 1525. Per fugget- 
to di quefto componimento (in cui , benché 
fcrupulofamente, imitò la maniera di Omero, e 
le regole di Ariftotele oiservà) prefe egli la li* 
berazione dell’Italia da’ Goti fatta per lo Im- 
perador Giuftiniano : principiando dall’origine' 

della. 


ca Triffino c legnato a dì 14 Anace e Mac arco di Sperone Spe- 
Scttcmbre 1540. Nodaro Gi°- ! ran * » In- Lucca per Finccnzào Bu- 
vanni-Lorento Giorgio, Vene- ^f drago 1550. in8.a carvi 1. ater- 
ziano. Il Beni nel Tratt. dell'\v,o\ (che fu poi riftampato tra 
Orig. della Famigl. Triff. lib. | ìe Opere dello fteflò Speroni,- 
a. manoferitto a car. 67. dovei In FcnezAaapprtffo Domenici Oc- 
parla di Bianca, dice, che tra chi r 1740. in 4. Tom. IV. a 
li mano ferini di Giovangior- j car. 7».) cioè: Hora poich' io 
gio, che fi confervano nella in Finegia, mi feci portare 

hlioteea Ambrefiana, vedonfi due 1 fine a Alar ano, ove io avea in- 
epitaffi in ver fi; che fece per lo' te fo ejferc quel mirabile, & no- 
fepolcro di detta f ma moglie, \bile Spirito del Tr issi no, 
(103) Che G 10 v ANGIO r- \folo per potermi gloriare d'aver 
gio in tali tempi fi folle riti-] veduto Finegia, & Lui .... c 5 * 
rato a Murano, non pure lo | andato a Cafa fua eglimi accel- 
accenna Bernardino Parremo nel /è amorevoliffimamente . Senza 
libro intitolato: Della imitati»- [ che la più volte fopraccitata Lct- 
ne Poetica, in Finegia apprejfo Itera manoferitta delnoltroAu- 
Gabriel Giolito de Ferrari 1560. | torc è baftcvol ripruova di ciò , 
in 4. a cac. 8.9. c fcg.p ma ap- effendo legnata appunto da Ma. 
pare anche da ciò, che dice Virano, addì tg. Alarlo 1541. 
Autore dd Giudici 0 f opra la Ca - 1 V. fopra pag. 43. Annotaz. 8 u 


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DEL TRISSINO, 53 
della guerra perciò da lui fatta, c colla prefa 
di Roma, c del coftoro Re Vitige terminando 
(104.) „ In tefsere quefto Poema fpefe venti anni 
continui (105), avendo letto quali tutti i libri 
della Grecia e del Lazio, per trarne quegli am- 
maeftramenti, e que’ fatti iftorici , che in efso 
ripofe e finalmente avendo fatti Rampare in 
Roma l’anno 1547. i primi nove libri, a Carlo 
V. (a cui gli intitolò), per un certo Dottore fuo 
familiare mandolli ; da che nè egli per efser in- 
fermo di podagra avea potuto portarglieli, nè 
pel foprannominato fuo figliuolo Ciro mandar- 
glieli, 


( 104) Poiché il Tr 1 ssih o 
ebbe terminato quefto Poema , Ce- 
co medefimo rallegrandoci com- 
pofe il feguente Sonetto, a imi- 
tazione di Orazio e di Ovidio; 
il quale fi legge tra le Rime di 
diverfi nobili Poeti Tofcani , 
raccolte da Dionigi Atanagi , 
Jn Venezia , appreffo Lodovico 
Avanzo, 1565. in8. Par. peim. 
a car. 91. e fu ftampato anche nel 
tomo I. delle Opere del Tr issino 
della edizione di Verona. 

Io fon pur giunto al defiato fine 

Del faticofo e lungo mio Poe • 
ma , 

Che fatto è tal , che non ha - 
vrà mai tema 

Di tempo , e guerre, o & al- 
tre empie ruine . 

Anzi dappoiché al naturai con- 
fine 


Giugnerà l' alma, e dopo l' bo- 
ra efirema. 

De la qual tanto ognun pa- 
venta, e trema , 

Spero haver laudi allhor qua- 
fi divine : 

E viver dopo morte in quella 
carte , 

E falir quindi gloriofo al Cielo , 
Lafciando a baffo le terrene 
Salme . 

Poi ferì za più curar caldo, nè gelo > 
Dirar ai templi di Ciprigna , 
e Marte 

Le mie vittoriofe , e chiare 
palme , 

( l0 5 ) Cosìdiceegli nella De- 
dicatoria del Poema fletto a 
Carlo V.; ma in una Lettera 
al Cardinal Madrucci , che ap- 
pretto allegheremo, accenna d" 
averne Cpcfi xxv. 


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L A. V I T A 

glieli, per efsere anch’efso malato di quartana;- 
accomandando con fua lettera al Cardinal Cri- 
ftofano Madrucci, Vefcovo e Principe di Tren- 
to, il Dottore medcfimoi e pregandolo, che ali' 
Imperatore lo facefse introdurre- 
Quelli sì fece; el dono fu fommamente gra- 
dito alla Maellà Sua, che moftrò nello flefso- 
tempo gran delìderio d’ averne: ancora il rcftan- 
te.. La qual cofa da Giov angiorgio intefa, 
ritornò prettamente a. Venezia, e gli. ultimi di- 
ciotto libri, colla maggior, follecitudine: a perfe- 
zionar fi diede; e poi fattigli ttampare l’anno^ 
1548., a quella volta pel figliuol Ciro gliel’in- 
viò; elfo altresì al. lùddetto Cardinale raccoman-- 
dando con maggiore affetto-,, dicendogli, che per 
la fua giovanezza egli più abbifognava di con- 
liglio, e di ajuto (106): i quali libri da fua. 

Maellà. 


( 106 ) Vegganfi le Lettere \ fiche fùe cTAnhi Venticinque*. 
dall' Autor noltro fcritte a Sua ! che le avea dedicate c manda- 
Macftà , e al predetto Cardina- te, grate le foffero Hate, e ac- 
le in propoli to di ciò, inferite ! citte .■ foggiuogendo*. che nont 
nella, già citata Prefazione del | a vendo ardi mento a chiedere co- 
Sig. Marchefe Maffei alle Opere j fa alcuna , al perfetto giudici» 
di lui a car.xxt. xxn.. xxit 1 . 1 della Maefià Sua, come fapien-' 
c xxiv.; in una delle quali , I tiflìma , c liberali/fma che era,, 
che è a car. xxwi. al Cardina* | fi rimetteva . 
le indiri eca * fegnata di Venezia I Qui vuol novamente notar- 
Giovcdì, addì x.. di Dicembre fi ,. che dalPcHferfi il Trissino 
1548., dice , che dcfiderava ,! in quelle Lettere foferitto. Dal 
che da Sua Maefià fojfe noti fi- ; Ve ilo d’OKo, chiaro» appare, 
cato ai Móndo per qualche ma- ! non aver egli avuto da Carlo 
nifeflo fegno , che le vigilie e fa- [ V. per la Dedicazione del det- 
to 


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DEL T.RISSINO. 55 

Maeftà furono ricevuti collo itefso .gradimento , 
che i primi. 

Ma per pafsare ad altre cofe, fu il noftro 
T r issino familiare eziandio del Pontefice Pao- 
lo III., a cui nel .1541. efsendo per andare 
(come in fatti vandò) ad abboccarli la fecon- 
da volta con Carlo V. a Lucca, indirizzò «un 
fuo Sonetto ( 107 ) : e altra volta certo vino 
mandoglf ,3 donare ; del qual dono, e deH’efser- 
fi ricordato di fe , il Papa Io fece ringraziare 
pel Cardinale Rannuccio Farnefe (108), grande 
amico del Trissino (iop). 

Nel tempo, che il noftro Autore era lontano 
dalla Patria, ed infaccendato nel mandar a lu- 
ce i proprj componimenti, l'Arciprete Giulio, 
che pure continuava la fiera lite contro a lui -, 
•tutte le fue rendite fece ftaggire: il perchè in 

fran- 


to Poema la conceflfìonc di co- 
si denominarli , comcpare, che 
voIeOTc il P. Rugeri nella citata ' 
Declamazione; ma fc pur da lui ! 
l’cbbe, come dicefi anche nell’ 
Elogio dianzi mentovato, che 
in San Lorenzo di Vicenza fi 
legge, certamente molto rem», 
po avanti la ebbe, cioè quan- 
do in Bologna alla Coronazio- 
ne dell' Imperatore medcfimo fi 
trovò prefente. 

(107) Quello Sonetto, che 
incomincia: 

Padre , fot to' l citi Scettro al- 
to rifofa, cc. 


| e che non è tra le fue Rime 
dcllà prima edizione , eflcndo 
j Hate molto tempo avanti ftam- 
pare^ fi legge nella Raccolta 
dell' Atanagi , par. pr. a car 89, 
a icrgo \ e nella edizione di Ve- 
ronaTom.i.a car. 377. 

(108) La Lettera di quello 
Prelato al T rissino (cricca 
d’ordine del Papa, c in data 
di Roma a dì jy. di Febbraio 
,548. 

(109) Nella citata Raccolta 
dell’ Atanagi a car. 90. fi vede 
un Sonetto del T r i s s i n o al 
predetto Cardinale indirizzato. 


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5 r> L a V i t a 

granditfima ira montato egli, fe tc-ftamento, e in 
tutto e per tutto Giulio difereditando , Ciro inftitui 
erede d’ ogni Tuo avere; aggiungendo, che moren- 
do quelli fenza dipendenza, gli fuccedelfero nell’ 
eredità del Palazzo di Cricoli i Dogi di Vene- 
zia, e nel rimanente de’fuoi beni i Procuratori 
di San Marco con ugual porzione . Dichiarò 
CommelTarj del detto Tellamento il Cardinal 
Niccolò Ridolfi , allora Vefcovo di Vicenza , 
Marcantonio da Mula, e Girolamo Molino; or- 
dinando, che appreffo la morte di fe, folle il 
fuo corpo feppellito fui campo di Santa Maria 
.degli Angeli di Murano in un avello di pietra 
ijiriana: la quale volontà mutò dappoi in un co- 
dicillo, ordinando invece, che volea cfsere fe- 
polto nella Chicfa di San Baftiano di Comedo * 
territorio di Vicenza, ce» ornamento di rofe , e 
lidia fepoltura 'vi fofsc polla quella fempliee 
breve iscrizione; £uì giace ciò : G io AG io t ris- 
sino . (iio) 

Pur finalmente anche quello piato ebbe; fine 

ma Giovangiorgio fuori di tutto il fuo penfie- 

ro n’ebbe la fentenza incontro, e dal figlio fi vide 

fpo- 


(llo) Si può credere fonda- \Janiculo, 1548. in 8., introdu- 
t. -urente, che per aver egli do- ì cede il perfonaggio nominato 
vuto (offerire tante c si fiere ; Sìmitlimo Rabbatti a così fda- 
liù , avvifatamentc nella fualmare contra gli Avvocati ; c 
Commedia de' Simulimi* contro a ogni forte di Im- 

para in Venezia , per T olmmeo j gio . 

O rra- 


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DEL TRlSSI.NO. 57 

fpogliato d’una gran parte de' propri beni. Del- 
la qual cofa sì fi crucciò} e difpettò che rifol- 
vette di abbandonare affatto la Patria* e lafciati 
prima fcritti due molto rifentiti componimenti 
in fegno di fua indignazione (ni) , andofsenc 

H dirit- 


O maledette fian tutte le liti » 

JT uni i garbugli , e tutti gli 
Avvocati , 

Nati a ruina de f umane 
Senti, 

. Che fi nutrifeon degli altrui 
dif canài 

* Difendendo i ribaldi con 
gran cura'. 

Et opprimendo i buoni ; che 
i feelefii 

• Gli fon più cari , e di mag- 
gior guadagno: 

Nè cofa alcuna è federata 
tanto , 

*Che non ardifean ricoprirla , 
e farla 

Rimanere impunita da le 
Leggi , 

Di cui fono la pefie , e la 
ruina . 

Sono rapaci , e fraudolenti , e 
pieni 

~D' in fidie , di perjuri , e di 
bugie , 

S end alcuna vergogna , e fen- 
z.a fede , 

Servi de l'avarizia , e del 
denaro . 

Mentre che fiato fon f, opra 
7 Palaz.zo 

Quafi tutt' oggi in una lite 
lunga 

D' un mio Parente , l' Avvo- 


cato awerfo 
: Tanto ha ciarlato tc. 

Da quelle ultime parole fi 
può dedurre , aver egli in ciò 
avuta la mira alle proprie liti. 

(■ni) I Componimenti die 
c’ fece avanti la fua ultima par- 
tenza dalla Patria, fono primie- 
ramente il feguente Epigramma 
latino , che fi legge eziandio 
llampatO' negli Elogi di Monlìg. 
Tommafini pag. j 6., ed anche 
tra le OpcTe del noftro Auto- 
re della riftampa di Verona Tom. 
1 . in fine. 

„ Quatramus terras alio fub ■ 
1 , cardine Mundi, 
f „ Quando mihieripitur frau- 
„ de paterna T)omus. 

„ Et fovet hanc fraudem Ve- 
netum fententia dura , 

,, Qux Nati in patrem com- 
probat infidias: 

>» Qux Natum voluit confe- 
&um xtate Parcntem, 

„ Acque xgrum antiquis pel- 
lcre limitibus. 

„ CharaDomus, valea*, dulcef- 
„ que valete Pcnates, 

„ Nam rnifer ignotos cogor 
adire Larcs. 

Indi un Sonetto, che fu in- 
ferito nella Biblioteca Potante 
del Cinclli, Scansìa xxn. ag- 
giun- 


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58 L A V I T A 

dirittamente all’Imperator Carlo V. , al quale 
cariflìmo era* da cui apprefso licenziatofi , da 
Trento, fenza purpafsare per Vicenza, fe n’andò 
a Mantova r e quindi da capo, tuttoché vecchio 
fofse, e molto gottofo , fi ritorno a Roma, do- 
ve era Rato tanto onorato, ed amato ( 112 ). 
Ma poco quivi fopravvifse, concioflìachè l’an- 
no 1550. tra per lo cruccio, e per la vecchiez- 
za, pafsò di quella vita in età di fettantadue 
anni (113). Non fi fa veramente ove fia di 

prefen- 


giunta da Gilafco Eut elide» fc, 
Pafiore àrcade , ( cioè dal P.Ma- 
nano Rude Carmelitano cc. In 
Roveredo frego Pierantonio Per- 
no , 1736. in 8.: a car. 82. e 83. 
il qual Sonetto fu comunicato 
all' autore di quella S con zia dal ! 
Cavaliere Micbelagnolo Zorzi , | 
di cuifeperciòa car. 8+. lodevol 
menzione, 

E' notabile l’errore cotnmef- 
fo da Luigi Groto , fopranno- 
minato Cieco d’sldria, in pro- 
poli to di quello Sonetto nelle 
tue Lettere familiari. In Vene- 
zia , preffo Gioì sintonia Giulia- 
ni , 1616. in8.a car. 124.; per- 
che quivi parlando del Tr is- 
si no lo chiama Brlsci ano, e 
Padre deir Jtalia Illustrata. 

(na) In alcune manoferitte 
memorie intorno al noltro Au- 
tore, comunicateci cortefcrr.cn- 
te dalla gentilezza del lodato 
Sig. Apoftolo Zeno , dopo 1 ' 
Epigramma e Sonetto fuddetti , 


ili legge come fcguc. M. Zan- 
! zorzi fece ciò per una lite, che 
\ veniva tra ejjo , & P Arciprete 
| M. Giulio fuo figliuolo di la Ca - 
\fa di licenza , ove dillo M. 
Zanzorzi hebbe una fententia 
centra in Quarantia , & con 
queftà opinione andò a P Impera- 
tore, e ritornato in Trento fen- 
za venir di qua per la via di 
Mantova, Ticchio , pien di got- 
ta Il rimanente non s’ 

intende per edere rofo il foglio. 

( 1 1 3 ) Che il Trissino 
moridc l’anno 15 jo. conila non 
folamente dal concorde confcn- 
fo degli Scrittori, ma da una 
Lettera di Giulio Savorgnano , 
fcritta a Marco Tiene, gentil- 
uomo Vicentino , fegnata di 
Belgrado addì 29. di Dicembre 
1150.: della notizia della qua- 
le al già mentovato Signor Aba- 
te Don Bartolommco Zigiotti 
ci confefflamo unicamente de- 
bitori. 


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del TRissino. 59 

preferite il fuo monimento } ma Autóri parecchi 
hanno fcritto, eflergli ftata data fepoltura in Ro- 
ma medcfimo nella Chicfa di Sant’Agata entro lo 
ftefso Depofito, in cui era ftato fepolto molto 
tempo innanzi il famofo gramatico Giovanni 
Lafcari (114); e Jacopo- Augufto Tuano nelle 
lue Morie) facendo di Giovangior.gio molto 
onorata menzione) accenna) che gli fofse ftata 
anche fatta una lapida» poiché dicc 5 che efsen- 

H. 2 do 


^114) Tra gli altri Scritto - 1 della Città coltra, di cui il P, 
ri , che addurre li potrebbono, Rugcri avea fatta menzione 
avvi Paolo Beni , che nel T rat- nella detta fua Opera a car. xxvr. 
tato àell'OrigMlla P amigl.Triff. | dice come fegue . ,, Quoniam 


lib. 2. manoferitto, a car. 34. 
cosi dice : Partitofi ( il noftro 
Autore) nell' A. 72. della fua 
et 4 per di f gufi 0 dalia Patria-, il 
che egli efpreffe con alcuni verfi 
latini & volgari ( cioè l’ Epi- 
gramma, c*l Sonetto predetti) 
li quali ferini a penna nella li- 
breria Ambroftana di Alitano 
con altre molte fue compojìtioni 
non ancora fiampate fi conferva . 
no , andò in Germania a ritro- 
vare l' Imp. Carlo r., & ritor- 
nato in Italia per la via di 
Trento , e Mantova pafsb a Ro- 
ma , ove morì , & fu il fuo Ca- 
davere poflo in Depofito nella fe- 
poltura del Lafcari. 

E Olindro Trillino in fine 
della DeclamazJone latina del 
P. Rugeti, citata di fopra, da 
elfo fatta (lampare, traferi ven- 
do il già mentovato epitaffio, 
che fi legge in San Lorenzo 


„ meminit Au&or Epitaphii , 
„ Cenotaphio loann. Georg. 
•„ Trifiini Vice ti* infculpto 
„ (Relliquum cnim tanti Vi- 
,, ri, quod Claudi poterat, Ro- 
,, M.C in Tempio S. Agatb* in 
„ Suburra Conditu.m Fuit) il- 
lud hic &c.“ E finalmente an- 
che lo Beffo Rugeri nel citato 
luogo afferma , che Eius offa-, 
( di G 1 o V A N G IORG I o ) , 
Roma cum Jo. Lafcari cineribut 
affervantur . Comunque lia di 
ciò, fatto fta che al prefentc in 
S. Agata di Roma tuttoché fuf- 
fiffa il fepolcro del Lafcari , non 
fuffifte più veruna memoria del 
Tr issino; come ci fe certi 
il P. Girolamo Lombardi della 
Compagnia di Gesù con fua 
lettera fcrittaci da Roma addi 
11. di Novembre di queft’ an- 
no 17} 2. 


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tfo La Vi t a 

do diroccato il monimento nella reftaura2ione‘ 
del Tempio (non ifpecifica quale^, ove era Ila*- 
to feppellito, gli eredi Tuoi un altro gliene pofe- 
ro in San Lorenzo di Vicenza nell’avello de’ 
fuoi Antenati ( 1 1 5 ) - 

In fatti in San Lorenzo fi vede l’infrafcntto e- 
pitafio, opiuttofto elògio, tante volte in queft3 
VitA citato, da Pompeo Trillino , e da’ fuoi affini' 
fatto ivi fcolpire , non veramente fa 1’ avello' 
degli antenati fuoi , come erroneamente ha la- 
rdato fcritto ilTuano, ma allato all’altare dr 
detto Santo , a perpetua decorofà memoria di; 
un sì grande uomo.- 


IOAN- 


( 1 1 J ) lllujhis Viri J m obi Au~ 
Xufii T hunni Hiftoritrum fui tem. 
pori s Ab Anno Domini i J43. nfque 
Ad annum 1607. libricxxxvt 1 I. 
Gcnev* apud Heredet Pctri de 
U Roviere 1616. in fol. Tom. 
I. lib. vi. pag. 100. Ann. 1550. 
Lite. D. „ Obli c & hoc anno 
« I. Georgius Triflinus peran- 
» tiqua, nobiliquc Vicetise fa. 
» milia, ad virtuccm, Se lite- 


„ ra* natus , linguarum periti f- 
j> fimus» Se omni Scienciarum 

,, genere exercitatiffimus 

»> Roma laboriofz virar finem 
„ impofuic anno xtaris lxxii. 
>» Diruto Monumento» dum 
„ Templum inftauratur , in quo 
„ conditus fuerac , Hacrcdes al iud 
i» ei ad S. Laurentii in Majo- 
„ rum Scpulchro Vicctia pò- 
» fuerunt. 


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61 

IO' ANNI GEORGIO TRISSINO 

Putriti o Vicent. 

tAtn nobilitate , quarti dottrina , (fi integt itato 
Leoni Decimo , & Clementi VII. p 0 „t. Max. 
necnon Alaximil. (fi Car. V. Impp. aliifique 
Pfincipibus acceptijfimo , Legationibus prò 
Cbrifiiana Repub. temporibus difficillimit 
fattici cum oxitu apud eofdem 
per alì is : 

Dacia inde Regi desinato . Jn Coronai ione 
Caroli Imperatorie ad Sacra Palla 
Pontificia nitentis ferendi Syrmatis 
Munus , infignioribus Principibus 
ad hoc ipfum afpirantibut 
pofi habitis , Bononia 
eletto . 

Aurei Ve Iter ij Infignibus » (fi Comitis dignitate prò fi » 

& Pofieris ab eifdem Imperatori b. decorato. 

Apud Ser. Remp. Venetam fapixs Legati 
nomine de Clodianis Satin ù , de Ve. 
rona refi itut ione ( 116 ), De Pace , 

Deq\ aliis negotiis gravibus re 
ad votum tran fatta. 

Sublimiori gradu Sobelis ergo r confato. Operibut plurimi e 
cum antiquitate ceri antibus elucubrati s. Rebus finis* 

& Pofieris eidem Inclyta Reipublìca Ven. 
ex tefi amento commendatis . 

Vitaq; religiofijfimì funtto Anno Aitai is 

Sua LXXII. Virgìnei vero 
Partus A4. D. L. 

P ompejus Cyri Comitis , & Eq. fil. unicus 
Superfies, Nepes, (fi Hares , AJfinefq; 

T anti Antecefioris Memores 
pii, gratiq; animi A4. P.P. 

An. Salu. A4. DC. XV. 

Non 

(116) Di ciò non facemmo [nc abbiamo trovate tipruovc più 
fpecial menzione, perchè nonjficure. 


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61 L A V I T A 

Non dee tralafciarfi di qui trafcrivere altresì 
l’ Oda latina da Giufeppe Maria Ciria fatta in lau- 
de del noftro Trissino ( 117) - 

j) FAma centenis animata linguis 
» Aureo pergat refonare cornu 
3> Trissini Busto fuper 5 & jaccntés 
33 Excitet umbras. 

33 Fas ubi trilli gemuere lu<flu 
j, A ra: jam partum recinant trophoeum: 
33 Fauftitass & pax 3 & amica fedo 

33 Gloria plaufu. 

33 Heu! nimis feva truculenta falce 
ss Percutit doSos Libitina Manes, 

33 Nobiles3 & jam fatis occupavit 

3, Urna triumphos. 

33 Heu! truci quantum furibunda nimbo 
3, Dira fatorum fremuit procella: 

33 Luce jam pulfis rutilet ferena 

33 Nubibus j£ter. 

33 Quid minax fruftra tonat ira Laethi? 

„ Stravit Heroem tumulo 3 fed Orbe 
33 Fama decantat 5 meritoque ovantem 
33 Reddit Olympo. 

33 Inge- 


(117) Quell’ Ode fi legge nel I Mnfto /y?cr.dcll’Iniperiali a car.44 


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del Trissino, er 

5) Ingenii lumen, nitor o decore 
Urbis j & rarum Jubar o tuorum 
Civium Claris, patrijeque geftis 

,, Inclyta Lampas. 

,, Vena virtutum elogiique torrens 
Plenior vafto exuberante Nilo 
„ Non fine argenti liquidi fufurro 
yy Qui petis aures. 

yy ^qua te Roma: ftupuere roftra 
,, Tullii cum alto loquereris ore 
yj Trissine, & tota gradcreris urbe 

yy Celfior aftris. 

„ Summa te Regum coluere fceptra 
» Te Mitra: infignes, nitidique Fafccs, 
yy Et Togaj, ut pulcrum diadema crines 

,, Cinxit honeftos . 

yy Inter & laudes, folidofque plaufus, 

,, Te favor vexit genialis aura 
yy Et triumphantem populi per ora 

?» Te jubet ire . 

» Eja fublimes pcrarato Campos, 
yy Tassine illuftri redimite lauru: 

» Surge, quid vilis cinis implicatos 

„ Diftinet artus? 

„ Ito; 


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^4 


L A V i .t a 


3) Ito; quid Janguor gravis otiofas 
» Comprimit plantas, animofque ne&it? 
a Dedecet pigro generofa laxo 

» Membra cubare . 

. ,, Icari dorfo cecidere pennas» 

j» Quas calor Phcebi nimius perufiìt 
a Merfus in Pontimi, Icarioque fecit 

„ Nomine Ponto. 

ì) Pegafo fifus Domitor Chimera 
ìì Defuper celfas equitare nubes: 

Ima fcd turpi premit arva lapfu, / 

» Dum petit aftra. : 

33 Tu decor Pindi, atque Heliconis undae 
Alta Parnaffi Juga tranfvolabis: 

33 Pemigra, quò té ciet aufpicato 

„ Fama volatu. 

wNon tibi cafus timor expeditas 
,t Compede inieéla cohibebit alas 
*5 Sofpitem fed te Imperialis axe 

„ Penna locabit. 

Appreflfo i Co: Co: TrifTmi Tuoi Eredi fi con- 
ferva l'Originale Ritratto del noftro Giovan. 
Giorgio» opera d’eccellente artefice sì, ma non 
già del famofo pittore Giovanni Bellini, come 

dificro 


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DEL tRISS.INO. c 5 

piffero il Cavaliere Zorzi nella Vita del Traino 
manoferitta a car. 151. a tergo, ed altrii imper- 
ciocché la effìgie del Traino è in aria d’anni 
.cinquanta, e più, come ff può veder dalla co- 
pia fattane da noi ricavare, c polla in fronte di 
quella vita-, laddove quando mori il Bellini, che 
fu circa il 1509. o 15 io, in età di anni novanta, 
vcome appar chiaro dagli Scrittori della vita di lui) 
il Trissino avea poco più che trenta anni. La no- 
lira Accademia Olimpica ha fatto innalzare di fre- 
feo nel fuo celebre Teatro una Statua a di lui ono- 
re i la quale è del numero delle trentaduc fatte da 
effa medelìma fcolpire per lo Signor Jacopo Caf- 
fetti, da collocar ivi pure a perpetua decorofa 
memoria d’altrettanti cofpicui fuoi Accademici, 
Fondatori, c Padri. Fu il Trissino, come s’è 
veduto, nelle Filofoficbe feienze, e nelle Mate- 
matiche molto verfato, intendentiffìmo della lin- 
gua Greca, medefimamente della Latina (ii8)ì 
ma foprattutto fu amante della favella Italiana , 

I cui 


O 1 ®) Intorno alla letterata- !„ farum vircta Iuflravic.* erra* 

ri ,/- SSlNO cos ‘ l’I'Tipc -I „ ticus in ftudendo, ac variurc 
ria 1 la afeiaro fcritto. ,, Fuit ,, rerum quoque agendarum ufu 
” qcorgius apprchenfionis faci- 1 „ pricellcns &c. » E’1 P. Ru* 
” ltatc infignis, cùm dottrina- 1 gerì nella già citata Declama- 
» rum omnium, quibus fc vel jzioru:. „ Quod fuit feribendi , 
», egmus impcndcrcr » arcana „ & commentandi genus , in 

” c e i r “x, introfpicerct : &!„ quo Jo. Georguis cum ma- 

», bandta Natura: prnetraiia, &l,, ximt- excellerct , & inee- 

„ Mathematicarum pr*fcrtim j „ nium , & ftylum non exer- 
n Geometri* rcceffus; de Mu- „ cuerit fucini Pocticum, Ora- 

tcrium , 


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66 L A V I T A 

cui preferì anche alle altre ne’ Tuoi migliori e 
principali componimenti; laonde è degno di fpe- 
cial lode il fuo nome (up). 

Ma veniamo oggimai al Catalogo di tutte le 
fue Opere ftampate, c Manufcritte, delle quali 
riferiremo anche tutte quelle edizioni, che fio 
ora ci fono giunte a notizia. 


OPE- 


„ rorium, Hiftoricum, Epidi- J Volg. Poef. lib. x. a car. 356. di- 
,, dticum, Dialogicum » Dra- ccndo: Per la fu* eccellenza ud- 
ii maticum . Omnem demani j te Tofcane cofe in molta Urna 
„ politioris literaturae rationem !/« il fuo nome tra i letterati . 
„ incredibili ingenii fa-licitate) Ma degno di fpeciil memoria lo 
ii complcxus, admirabili quo -\ rende il grande affetto, che por- 
li que feribendi elegantia fua s to alla nofira lingua, il quale 
„ eruditioncs expofùit.,, Il che \giunfe a fogno, che febben piena- 
appare veriflimo dalle Aie mol- 1 mente e la Greca , e la Latina pof- 
te Opere. 1 fediva, e’ fi diede affatto a quel- 

(ri9) Cosi notò il Crc- j la prcfcffarc , e ridurre a per- 
icimbcni nella Storia della ffcz.it/tc . 


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«7 


OPERE 

DEL TRISSINO 

In Profa Stampate. 

I. I j 1 PISTOLA de la Pila» che deve tenere una Donna 

X_* redova ( a Margherita Pia Sanfeverina ) /* 

Xoma, fer Ledovice ritentino > e Lamino Perugino nel MDXXjy 

in 4. 

. e C^enza luogo > anno> e ftampatore ) in 
in 8. (120). 

e (Cón la SofonUba , i Ritratti , e l'Orazione al 
Principe Oritti ) In renezJat per Girolamo Penzio da Le. 
che, MDXXX. in 8. 

C Venezia per Agoftino Sindoni MDXLIX. in 8 

e finalmente in rerona coll’ altre Tue Opere 

( 1*1 )• 

li. EPISTOLA de le Lettere nuovamente aggiunte ne la 

1 2 > Lin- 


(120) Nel Catalogo della Li - 
oreria Capponi, 0 Jta de' Libri 
del fa Afarchcfe Alejf andrò (ire. 
gor io Capponi, Patrizio Roma-\ 
no ec. C on Annotazioni in di- j 
verfi luoghi cc.. .. i n R oma ap- 
preso il Bernabb, e Lazza. : 
rmi 1747. in 4. a car. 377 .| 
vedcfi regillrata tale edizione;) 
ma farà forfè quella fleila, che 
fic fu fatta unitamente co’ Ri- ! 
tratti, e colla Sofonisba , cd al- ‘ 
tro, da noi per altro non ve-| 
duta, che ha quelle note in fi-| 


j ne P. Alex. Benacenses F. Be- 
na. V. V.; fecondo che dice il 
j Cavaliere Zorzi nel Ragguaglio 
! JJlor. della rita del T r 1 s s 1 n o 
manoferitto, in fine> cd anche 
nel Difcorfo fopra le Opere di 
lui , llampato nel tomo 5. della 
Rac colta A'Opufcoli ec. in Venezia 
apprcjfo Crijtoforo Zane, i 7 jo. 
in la. car. jp8. Di quella Rac- 
colta ne è benemerito Autore il 
celebre P. D. Angelo Calogerà. 

( 121) Tom. a. a car. 2 7 p. 


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<18 L A V I T A 

Lingua Italiana (infine). Stampata in Potha per Lodovied 
Vicentino , e Lautitio Perugino nel MDXXMI. di Dee ombre; 
con Privilegio ec. jn 4. 

e In Vicenza per Tolomeo Janiculo da Brefifia 

MDXXIX. del Mefe di Febrajo . in foglio. 

c tra gli Autori del ben parlare (ili) Iti 

Venezia netta Sai irai a 1 6^ fi. fri 4. 

e i» Verona cóli’ altre fuc Opere (123). 

De* contralti letterari dal Tr issi no avuti cól 
Tolomei, e con altri per cagione di quelle nuove 
Lettere } s’è già favellato diffufartiente ar di fo- 
pra; laonde qui, fenza ripeter di nuovo ciò che 
abbiam dettò y aggiugnerenio fedamente quello 1 
che intorno a ciò dille il Cavaliere Zorzi nel 
citato Difcorfo f opra l' opere del noftro Autore (124), 

ed èj che l* Invenzione di G IO VA N GIORGIO * appaga 
giara ad un grufi 0 , e ragionevole raziocinio; checche Agnolo Fi- 
renzuola (125)5 * Pietre Aretino ne abbiano detto I 2 <J ) . 

HI. I)UBBJ Grammaticali* SÌ Credono Iblrtipa-' 
ti la prima volta In Vicenza per Tolomeo Janicole (fen- 

z’anno) in foglio.- 

Furono dipoi riftampati prima tra gli Autori 

del 


( ria 1 Tom.-y. a car. 9$J. V I z8i. tn fine. 

Autore di quelb' Raccolta fu ( 113) Tom; 2. a car. 19 J. 
Giufeppe degli Aromatari d’ AH ( 124) A car. 414- 
tifi, che s’ intitolò Subafiano ,\ («25 ) Nel Di fcacc lamento del- 

ibi Monte Subafto , che è appiè ( le nuove Intere. 
di quella Città, come dice «1 j (126) Nelle Lettere ,■ tom. 2. 
Foncanini nell' Eloq. Ital. a car. a car. 239.' 


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DE T R I S S t N O. 69 

del ben filare (127 ), indi in Verona coll’ altre fllC 

Opere (i 23 ). 

lV« La C/ R A M AT IC H E TTA . In Vicenza per Tolo* 
eneo Janiculo MDXXIX. di Giugno i in 4. ( I 2<? ) . 

Non Tappiamo Te altre impreflìoni fi faceflero 
di qiieft’ Opera anteriori a quella, che poi nel 
172P. fi fece in Verona coll’ altre Tue Opere (130)* 
Il Signor MarcheTe Maflfei dice (151 ), eflere 

sdegna di lode tra le Opere del TrissiNO in materia di lingua 
la Gramatichetta , per cui a paro dee porfi, e nella fc hit • 
ra de' primi, che regole firivefero di noflra lingua , cioè Bembo , 

e Fortunioi benché ( come lo fteflo Signor Mar- 
'chcTe Toggiugne poco appreTso ( e’ fia Tdrucciola- 
to in alcun error di lingua , come ci per /, nel 
Tuo pulito Tcrivcre. 

V. I RITRATTI de le bellijfime Donne d'Italia . In 
Rema per Lodovico de gli irrighi Vicentino , & Lautitio />-. 
rugino nel MDXXIIII. di Ottobre, in 4. 

e m Venezia ( Tenz’ anno , e ftampatorc 
( 13*)) in 8. 

e ( COn la Sofonisba , l'Epiflola de la Vita ec. , 

ed al- 


(*27) Tom. 3. a car. 993. 

( ia8 ) Tom. 2. a car. 201. 

{ 12 9) Il Fontanini nel regi- 
ftrare nella tua Eloqu. hai. a car. 
* 75 - la fudJetta edizione, prete 
uno fbaglio, notando Venezia 
in vece di Vicenza. 

(130) Tom. 2. a car. 243. 
( l ì*J Nella Prefazione alle 


I Opere del rioftró Autore a car. 
xxx. 

( 1 3 2 ) Si legga il Difcorfo del 
I Cavaliere Zqizì {opra C Opere 
j del noftro Autore a car. 440. 
Nel Catalogo della Libreria Cap- 
[poni, a car. 377. Ih regiftrata 
[un’edizione di qucft’Opcra in 
j 8. lenza nota di ftampa, ma 
quella 


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70 L A V l T A 

ed altro ) In Venezia per Girolamo Pernio da Ischi 

mdxxx. in 8. 

e V* net. per Ago/lino Bindoni MDXLIX. in 8. 

e finalmente in Verona colle altre Tue Ope- 
re (133). 

Il T rissino fcrifle quell:’ Opera a mòdo di 
Dialogo , e in ella lodò parecchie Donne rag- 
guardevoli del fuo tempo i facendo tra le altre 
menzione )come fopra è già detto) di Bianca 
fua feconda moglie, chiamandola beiuffima giovinetta . 
Vi. Il Castellano, Dialogo , nei quale jì trae. 

ta de la lingua Italiana . In Vicenza ( fenza nome dello 
ftampatorc, nè anno della ftampaj ma ter Tolomeo 
Janiculo IJ29. ) in foglio. 

e ( colla Volgar Eloquenza di Dante) in Ferrara 

per Domenico Alammarelli M D L XX X 1 1 K in 8. 

Fu riita mpato anche tra gli Autori del ben parlare 
(134), e in Verona coll’altre fue Opere (135). 

II TrissiNO mandò quello fuo Dialogo a lo ili ufi re 
Signor Cefare Trivulzio , fottO il nome di Arrigo Dori a ; 

e iperfonaggi, che v’introdulfe a favellare, fono 
Giovanni Ruceiiai col nome di Ca/iciiano, il quale di- 
fende l’Autore da quanto gli fu fcritto contro 
circa le nuove lettere } Filippo Strozzi , che lo Cdlfura, 

e gli 


quella forfè farà, che abbiamo] (133) Tom. 1. a car. 267. 

accennata al di fopra nell’anno- . ( 134) Tom. r. a car. 41. 

(azione 120. I (133) Tom. 2. a car. 2 19. 


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71 


DEL T R I S S I N O. 

.c gii oppone le parole medcfime de’fuoi avver- 
sari ; e Jacopo sannazx.aro y che difende le ragioni 
del Trissino. 

VII. Della Poetica; Divisone i. n. m.*iv, 

Jfu riceva perT olomeo Janiculo da Bretfa MDXXIX. di Aprile. 

in foglio . 

Monfignor Fontanini regiftrò nell’ Eloquenza ita. 
liana ( 136 ) quelle quattro prime Divijìoni in tal 

guifa : Dalla Poetica di Gìangiorgio Trijfmo , Divijìoni iy. 

in Vicenda per Tolommeo Janicolo 1563. in foglio: ma flc- 

come noi non abbiami vedute altre edizioni , 
che la fuddetta del 152 p. , e quella di Verona 
( «37 ); e di altre non facendo menzione nè 
il Fontanini medefimo, nè l’Autore del Caia - 

lego della Libreria Capponi , nè ’1 Cavaliere Zorzi in 

nefliina delle due fue Opere intorno al Traino, 
(138), nè finalmente chi compilò la Biblioteca 
italiana (i 39); così crediamo agevolmente , che 
egli in ciò fi fia ingannato . Lo Hello diciamo 
parimente della feguente impresone delle altre 
due Divijìoni , da lui notata i 140) fotto il 

1564. 


(136) A car. 354. j 1718. in 4. a'car. 191. num. 16, 

( 1 37 ) Coll’ altre fue Opere, e 17. e nell’Indice: Il Com- 
Tom. a. a car. 1- ! pilatore di quella Biblioteca fu 

(138) Cioè nel Difcorfo /o-jNiccoIa Franccfco Haym Ro- 
pra le Opere di lui, e nella Vita mano. 

del medefimo manuferitta. ! ( 140) Neil’ Eloqnjtal. a car, 

{ li9)Biblioteca Italiana cc. In 354. 

Venezia prejfo Angelo Geremia . | 


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7 2- La Vita 

, 5<?4-> che pure non farebbe il folo errore conv 
meflfo dal Fontanini in quella fua Opera. 

Vili. Della POETICA; V. e VI. Divifione . In Ve . - 
per Andrea. Arrivatene , MDLXIII. in 4. 

Sono fiate tutte ultimamente riftampate ì* a?»»* 
coll’ altre fue Opere ( 141 ). 

Quelle ultime due Divìfioni furono dedicate dall* 
Autore ad Antonio Perepoto Vefcovo di Aras ? 
con dirgli > non aver loro data 1' ultima mano 

per effere fiato in quel tempo grandemente occupato nella teffi.- 
tura del fuo Poema dell’ Itali * Liberata da Goti , 
Nelle prime quattro Divìfioni tratta egli de’ Ver- 
fi , delle Rime , e delle varie maniere de’ Li- 
rici Componimenti volgari : e dice in princi- 
pio » che fé bene da molti Poeti tra fiato pot tic amen* 
te Jcrittoy e con arte , pure nefiùno fin al fuo tempo 
avea deir^r/<r Poetica trattato fe non Dante ( T 42 ) , e 
Antonio di Tempo; i quali quafi in una medtfima età ne feri fi 

fcro in ialino: onde egli verrebbe ad e fiere il pri- 
mo, che ne avefle fcritto in lingua Italiana. Ma 
il Sign.Marchefe Maftei atrefla (143)» che primo 

fu un Veroncfe, che pur nel 1300. / opra P ifteffa materia in Vol- 
par lingua lungo Trattato compofe , cioè Giàino da Somacampa * 
gna, che viffe in tempo di Ad a fi ino , e di Antonio Scaligeri f 

Nelle ultime due Divifioni trattò poi il T rissino 

mol- 


{ 141 ) Tom a, a car.l.c feg.l 043) Nella Prcfaz. alle O* 
C141) Ne’ Libri della Volpar pere del noftro Autore a c;ar. 
Eloquenza. 'Xxviii. 


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DEL T-Rl-SSINO. 7; 

molto dottamente, e giuda la dottrina d’Arido- 
rde , della Invenzione della Poefia , della fua 
Imitazione, e dei modi, co’ quali fi fa la Imita- 
zione medefima, cioè della Tragedia, del Com- 
ponimento Eroico, della Commedia, delia Eglo- 
ga, delle Canzoni, de’Sonetti, e di altre limili 
cofe. Di quella Poi fica del nodro T rissino mol- 
ta dima fecero gli Scrittori; e Torquato Taf- 
fo in una delle Tue Lettere ( 144 ) fi lagnò di 
non aver vedute le fuddette due ultime Divieni, 
(Rivendo già vedute e apprezzate le prime quat- 
tro), col mezzo delle quali e'penfava di far la 
giunta al fuo Dialogo della Poefia To/cana. Anche 
il P. Rugcri favellò di queda Poetica con molta 
lode (14O* 

IX. ORAZIONE al Sereniamo Prencìpe di Veneti* 
Andrea Griffi. In Rema per Lodovico degli irrighi Vicentino, 
Cr Lautitio Perugino in Ottobre M D X X 1 1 1 1 . in 4 . 

e (con UlSofenisba, i Ritratti, ed altro) In 

Venezia per Girolamo Pentio da Lecho MDXXX. in 8. 

K c Ve. 


(144) Il Secretarlo , & il j„ elucubrationibus adeò illu- 
primo Volume delle Lettere del „ tiravi t , ut Antiquorum Poe- 
Signor Torquato T affo , In Ve-!,, tatuili induftriam, & eotura, 
netta , apprejfe Giacomo Vicen- j „ qui iti Italicum fermonetn 
ti 15*8. in 8. Lettera al molto j„ Mufas non infuaviter devo- 
Rever. Don Gio: Batifia Liei- ,, carunt, adamuflìm patcfecc- 
no . a car. 178. rit; unufquc nobis Jo. Gior- 

(14J) P. Rugcri TrutinaScc. | „ gius* fuis de Poetica Facul- 
pag. xxizi.,, Jo. Gborgiusì,, tate prarceptis , faces ad Heli- 
» poeticam facultaicm eruditisi,, conem prattulifle vidcatur. 


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74 


La Vita 

e Venezia per jigoftino Bidoni MDXl IX. iti 8. 
e (ùmilmente con la stonisi * , ì Ritratti, i 

Epi ffola di la Vita CC. ) in 8. ( 146 ) 

Quefta Orazione fi trOVft anche tra le Orazioni di 
divtrfi Uomini Illufiri raccolte da Erancefco Sanfìvino (147)» 

e fu pure in un coll’ altre fue Opere ftampata 

in Verona dal Vallar fi. (148) 

X. Descrizione dei fam»fo covio di c*fioza, 
territorio Vicentino) ftefa in una lettera a frate 
Leandro Alberti ) Bolognefe. Qpefta lettera) che 
il Trissino dalla fua Villa di crUoii mando a 
frate Leandro addì v« di Marzo dell’ anno 
mdxxxvii. (149)) fu dallo fteflo frate Lean- 
dro inferita nella fua DefcrizJcne di tutta Italia (150)) 
dove anche parlò di Giovanciorgio con molta 
fìima (15 1). XL Gram - 


(146) V. fopra a car. 67. all’ {mercato nel fcrivere. Et coti 
annotazione 120. 1 in queflo mezzj> a voffra Reve- 

( 147 ) Furono più volte flant-j rtndìffìm a Paternità molto , & 
pata. V. fopra car.31. annor 55. | molto mi raccomando. 
ove s’c favellato di quefta Ora- i Da Cric oli-, di luni, cin- 
cone . V‘t di Marza del mille cinque - 

( 148) Tom. 2. a car. 28?. cento trenta/ette, il tutto di 
(149.) In fine di quefta Let- \ Fopra RevcrenditfmaTatermta. 
tcra fa il Tris sino menzio - 1 Giovanceougio Trissino. 
ile fuccinta eziandio di certi al - 1 Quefta lettera non (apremmo 
tri Villaggi del Territorio di perchè non fi a (lata inferita nel- 
Viectiza ; c poi termina con | la edizione di Verona , 
quefte parole: A 1 on faro più I ( 15° ) ^ P inrgia appreffo 

lungo , perciocché effondo Monf,-\ Pietro dei Nicolini da Sabbio 
gnore Brevio noftre lo apporta- \ mdm. in 4 * * Car> 3 ^ 1, a tcr S 0, 
tare di quefta, egli fupplirà a I (iji) Ivi» ed anche a car. 
bocca a quello , che io bavero [383. in fine. 


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DEL T RISSINO. 75 

XI. GRAMMATICES introduci ionie Libcr Primus . 
Verona afkd jintonium Putellettum MDXL. in 8. 

Fu rijtempato quello Trattatello in Verona uni- 
tamente coll’altre fue Opere ( 152.) dove fi pre- 
mette un breve avvilo al Lettore , dicendo in 
eflb, che la detta Operetta forfè è quella, che fittone. 

me di Grammatica fi cip* da quelli , C hanno fatto U Catalogo 
dell'onere del *oJItq T*is«no, e forfè ancora nella prima edi. 
itone fi è dallo Stampatore coti nominata > Libro Primo 5 per 
rifletto 4' altro giceiolo Libretto » che contiene le inflituzioni 
della Grammatica del celebre Guari» Veronefi , e che figuitando- 
gli immediatamente , fui far le veci di Secondo diquejfa materia . 

Non fi fa in fatti che il Tri ss ino altri ne fa- 
cefle i e certamente altri non ne avrà compofti , 
concioffiacofachè nulla manchi alla perfezione 
dell’Operetta medefima* in cui egli attenendoli 
alla Italiana Grammatùhetta, tratta compiutamente 
delle otto parti dell’ Orazione . 


K i OPE- 


1 — . . . „ 

(iji) Tota. i.acar.197. 


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7 « 

OPERE 

i 

DEL TRIS SI NO 

>. In Verlì Stampate. 

XII. T A SOFONflSB A. ( in fine } Jfampata in 

I v Rama per Lodovico Scrittore , & Lautitio Pe- 
rugino intagliatore nel MDXXllU- del Me fé di Luglio con 
p rohibitione , che nefsuno poffa Jfampare queft opera per anni die- 
ce t - come appare nel Brieve concedo al prefato Lodovico dal San . 
tifiimo Noflro Signore Papa Clemente VII. per tutte le Opere 
nuove che 'Iftampa. in 8. 

Laltefià. Jn Vicenzjt per T olomeoj articolo MDXXIX. 

in 4. 

e In Venezia ( con li Aitratti I* Epiftola a 

Margherita Pia Sanlevenna y f Orazione ai Doge 

Gritdj e la Canzone a Clemente VII.) per Girolamo 
Pernio da Lecbo MDXXX. in 8» 

e ivi ( lenza la Canzone ) per Agoflino Bìndoni 

MDXLIX. in 8. 

Ivi ancora (reparatamente) prejfo u Gioliti 

mdliii. in 12. 

c Ivi per Francefco Lerenzini MDLX, in 8# 

* e Ivi P” u Gioliti ( tratta dal fuo primo 

efemplare) mdlxii. in n. 

- ■ ■*' £ Jn Gntovrfapprtffo Antonio Bellone MDLXXII. in 
* e Venezia per Ginfeppe Guglielmo MDLXXVl- 

in 12, 

>s T UO- 


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DEL TASSINO. 77 

* Nuovamente ** Venezia prejfo Altobello Salica- 

io MDLXXXI. in 12. 

Poi In Vicenza prejfo Perin Librar o t e Giorgio Greco 

compagni MDLXXXV. in 12. 

e in V me zia prejjo li Gioliti mdlxxxv. e mdlxxvi- 

in n. 

e Ivi per Domenico Cavale «lupo MDLXXXV. ili 8. 

e Ivi preffo Michel Bocobello MDLXXXXV. in 12. 

" Poi ancora inVicenzA appreffo il Brefcia MDCIX- 

in i2. 

e in V inezia per Gherardo Jmbcrti M D C X X. 

in 12 . 

Fu riftampara eziandio unitamente con 

la Dpijtola de la Vita ec. (con li Ritratti , e X Orazione 

al Doge Gritti) fenza nota di ftampa, con cer- 
te note in fine, in 8. (15?) 

Finalmente fu impreffà tre volte , in re. 
rena prej/b Jacopo raiUrji, F una nel 1728. nel primo 
tomo del 7 Wr» italiano (154), l’altra nel 1729, 
colle altre Opere del noftro Autore, (155 ), e 

la ter- 


(153) V. fopra annotazione 
l2c. a car. 67. 

( >54 J Di quell’ Opera ne dob- 
biamo laper gradoni Signor Mar- 
chefe Maffei, il quale v' ha pre- 
mevo ancora una dotta Prefa- 
zione , da noi altrove accenna- 
ta, in cui difeorre molto eru- 
ditamente della Sofonisba, che 
occupa il primo luogo. Quell’ 
Opera è cosi intitolata t Tea-\ 


tro Italiano , o Jìa Scelta di Tra- 
j gedie per ufo della frena ; ec. i 
in reron a prefso Jacopo Vallar fi 
171S. in 8. 

{ 155) Tom. 1. a car. 297. 

Tralafciando di riferire le vcr- 
fiotti fatte di quello Tragico 
Componimento in altre lingue, 
fedamente vuol di rii , efTere cf- 
fo fiato tradotto in metro Jam- 
bico latino da Giulèppe Trilli- 
no 


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1 


7$ b A Vita 

la terza nel prima toma del fuddetto Teatro ita- 
liano ultimamente rillampato- 
Qui dovremmo ftenderci a defcrivere a minu- 
nuto le bellezze di quella Tragedia, aia per non 
dilungarci troppo, ci riftringeremo (blamente a 
riferire ( come di fopra prometto abbiamo ) le 
oppenioni di parecchi illuflri e chiari Scrittori 
fopra la fletta , £ primieramente Niccolò Rotti, 
tanta ftima ne fece* che non pure ditte ( 1 5<5 > . 
che ella tra tutte le Tragedie de’ Tuoi tempi te- 
neva il primo luogo? ma la fcelfe di più per 
materia de’ Tuoi Dimorfi intorno alia t rogo dia. Angelo 
Ingegneri? Veneziano, laido lcricto (157), non 

efler troppo agtvol cofa P arrivar P Arìoflo nella Commedia , 
atrissimo nella Tragedia r del qual fentimentO fu 
pure Giovambatilla Giraldi da Ferrara , per al- 
tro rigido appuntatore del Trissino, dicendo 
( 158 ), che tra’ noftri Comici è recito p Ariofio 

eccellentijfmo , & il TrHsino nelle Tragedie ha riportato, 
& ragionevolmente grandijfmo honort . Benedetto Varchi 
poi, uomo di molta erudizione fornito, non 
dubitò di dire nelle fue Leudoni > là dove trattò 

dei 


no, Cherico Regolare Soma- 1 meffaa* fuoi Difeorfi intorno alla 
(cor la qual traduzione fta ma- j Tragedia . V.’car. 1j.aonot.44. 
nufcritta nella Libreria de' P. P. I (157) Della Poefia Rappre- 
Somafchi di Vicenza con que- 1 fentativa , & del modo di rap - 
fta femplice ifcrizione: Sopho- I prefentarr le Favole Sceniche cc. 
NUB/t Tragedia metrico-latina 1 In Ferrara per littorio Baldini 
Paraphra/ìt . IJ98. in 4. a car. a. 

(156) Lettera a’ Lettori pre -1 ( 1 j8 ) Ne' fuoi Difeorfi in- 
torno 


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DEL TRISSINO. 79 
dei Traici Tofani (159), edere ftato il noftro 
CjIOVANGIORGIO il P R 1 AIO » che fcrivejfe Tragedie in 
queJU lingua degne del nome loro. E flOIl pure il Vàrchi 
gli diede quella lode* ma eziandio il fopraddet- 
toGiraldi, il quale nel fine della Tua Orbecche in- 
troducendo la Tragedia a favellare a chi legge, 
le fece dire cosi: 

£’l Tr ISSINO gtWtH , che col fno canto 
Prima d Ognhn dd Tebro , e dall UH f so 
Già trajje la Tragedia all’ end e et Arno . 

E a tralafciar altri autori , non fu minore la 
ftimaj che d’efia fe il Signor Marchefe Maffei , 
il quale nella fua raccolta di tragedie date a lu- 
ce Col titolo di Teatro Italiano , dando all 1 Sofonisba 

nel primo tomo il primo luogo, dille ( 160 ) , 
che ella il primo luogo altresì occupa fra tutte 
quelle Tragedie, che dopo il rinafeere delle bell' arti in mo- 
derne lingue apparsero ( 161 ); foggiungendo cfler mira. 

HI 


terno al comporre dei Romanzi,] (160) Nel principio della 
delle Commedie , e delle Trage-i Prefazione, o Difcorfo, che vi 
dte , cc. in Vinezia appejfo Ga - premette . 
briei Giolito de' Ferrari , &\ ( 161 ) Avverte qui dottameli. 

Fratelli , 1554. in 4 . acar.14jr.Jtc il Signor Matchefe, che ben- 
( l 5 9 ) Legioni di A 4 . Bene- j che vero fia, clic avanti la So- 
detto Varchi Fiorentino lette da' fonisba il nome di Tragedia in 
lui pubicamente nell' Ac ademia J Italia fia ftato a’ componimenti 
Fiorentina, ec. in Fiorenza per | volgari impofto , poiché, die’ 
Filippo Giunti 1590. in 4. a car.J-egli, con queji' ijtejjo belliffmo 
681 • , argomento una Tragedia abbia- 

' mo , 


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83 L A V I T A 

è il ctfa, come la [rim a Tragedia riufcifle cui eccellente: C po- 

CO apprell'o a fieri , che chiunque no n abbia » come in 
molti accade , il gufo del tutto guafto da certe Romanzate ftra- 
mere, non [otrà certamente non fentir/ì maravigliosamente com. 
muovere dalle belle vue di queftaTragedia, e da' p a fi tenerijfimi, 

c Singolari , che in ejfa fono. E finalmente in un altro 
luogo ( 162 . ) lafciò fcrittOj'che vera e regolata Tra- 
gtdia in quefla , o in altra volgar lingua non fi vide avanti la 
Sofonisba del T R i s s i N o » a cui il bell' onore non dee invi - 
diarfi d'aver innalzate le nofir.e /cene fino a emulare i fiamofi 
efemplari de' Greci* 

Ma degno di (ingoiar lode 5 e d’eterna memo- 
ria fi rendette il noftro Giovangiorgio per 
aver ufata in quefta Tragedia una nuova ma- 
niera di verfi, e da veruno non prima ufata, 
dico i verfi fciolti , cioè non legati dalla rima*, 
di che e il Giraldi <163 h e ’1 Signor Marchefe 

Maf- 


mo , firitta avanti il T r t $ s i- 
KO , in ottava rima da Galeotto 
Alar che fe del Carretto , che la 
[ re finto nel 15 c 2 * Jf abella 

Alari he fa di Mantova\ pure, 
fegue egli a dire, e quefla, e l 
altre tl per la qualità del vcr- 
fo, e sì per il modo > e per la 
condotta tanto fi allontanano 
dal regolato ufo del Teatro , e 
dalla furia degli antichi Mae- 
flri , che non hanno fatto confc- 
guir luogo agli slutori loro fra ^ 
Poeti Tragici; onde la gloriaci' 
aver data al Mondo la Prima 


! Tragedia , dopo il riforgiment» 

1 delle lettere , e delle bell' arti, 
è rimafia al T r 1 s s 1 n o . 
i (162) A car. iv. della fud* 
j detta Prefazione , o Difcorfo 
p.renjeflfo al detto T entro Italia * 
no . 

I ( 1 63) Difccrfi cc. a car. 23 6. 

! Di f par crebbe non altrimenti ap* 

1 preffo noi una Tragedia fe di ver- 
1 fifo tutti rotti , 0 mefcolati cogl’ 
! intieri , o co gl' intieri foli c'h.u 
j veffero le rime, fifle tutta compì- 
fi a , che havtrebbe fatto appreflo i 
Greci , & i Latini , fefujfeft at a 
1 ccm . 


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del T Ri s s i n o; . ‘ Si 
Ivlaffei (154) afsai lodatilo, e dicono, che per- 
ciò gli debbe fentir molto grado la noftra lin- 
gua. Ben’è vero, che vi fu (16 5 ) chi a Luigi 
Alatnanui., famofiilimo Poeta Fiorentino , attribuì 
la gloria d’aver prima d’ognuno pofto in ufo co- 
.tal Torta di verfii e ciò perchè egli -nella Dedi- 
catoria delle lue opere To/cane dille d aver mejfi in 

ufo i .ver fi fenza le rime non ufati ancor mai da' noftri migliori. 

,Ma come notò molto giudiciofamente l’eruditif- 
fimo Signor , Conte Giovammaria Maz 2 uchelli 
[166) , o che l' Alamanni contezza non ebbe 
della Tragedia del Trissinoj e però fi pensò d‘ 
efsere il primo a fcrivere in detti verfi , o che 
accennar volle colla voce migliori qué’foli anti- 
chi fcrittorij .che fon venerati per primi Maeftri 

L della 


é 

compofia di Dimetri , di Adonii,\ Fiorenti* 15S 9. in 4. a car. 7. 
di Jindec afill ahi , ovtro di éjfa- come pure il Bocchi nc’ fuoi E Io- 
metri, perchè le fi leverebbe con' gj a car. 68., ed altri allegati 
la gravità il verifimile ; le qua- \ dal Sig. Co.'Giovammaria Maz- 
li due cof* levatele , firimarreb-\ne ucheìli nella Pira dell’Ala- 
re ella fenz.a pregio. Et però manni per etto dottamente ferie— 
debbono aver molto grazia gli' ta , e (lampara • in Verona per 
huomini della nqfira lingua al ! Pierantonio Berno , 174 j. in 4. 
T R 1 s s ino , eh' egli quefli ver- j unitamente colla Coltivaz.icne 
Ji fcielti lor dejje, ne' quali la j dello ftcflfo Alamanni, c colle 
Tragedia pigliale la fede della \ Api di Giovanni Rucellai , 
fu* Maefià con vera fembianzut amendue gentiluomini Fioren- 
atl parlar communi* I tini . 

(164) Nella Prefazione al j (166) A car. 47. della pcc’ 
Teatro italiano. I anzi citata Tita di Luigi Ala- 

( 1 65 ) Il Poccianti nel Cata-j manni. 
logo Scriptcr, Florentitiorum , I 


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Sz L A V I T A 

della Poefia. Fatto fta però avere il T rissi no» 
come già è detto» la Tua Tragedia comporta vi* 
ventc Leone X. a cui la dedicò » cioè a dire 
prima che l’ Alamanni fcrivefle le Tue Opere» 
che furono ftampate nel in 2 * (*^7)* 

E perchè v'ha una Commedia di Jacopo Nar* 
di, Fiorentino, intitolata amicizia (j< 58), il 
cui Argomento è in verfi fciolti ; però fu per 
alcuni creduto, che erto ne folle ftato il primo 
inventore, maflìme non effendovi l’anno della 
impresone . Benedetto Varchi parlando di ciò 
( 1 69 ) non decide affatto la quiftione ; e dice 

• folamente, che alcuni cotale ritrovamento di meffer Gio- 
vangiorgio Trijfmo dicono , che fu, e alcuni a mtjfer Luigi Ala* 

marini ! attrihifeono -, foggiugnendo , di ciò ron 
fallendone la certezza , altro non diremo , eccetto che fe per 

con' 


( 167 ) Opere Tofcane di Lui- \ Zucchetta . in 8. fenza data. 
gì Alamanni cc.SebaJfianutGry-ì ( 169) Ltzzàone cc. a car, 
phiut excudebat Lugduni 1532. 647. Ne anche il Quadrio vol- 
in 8. Vegga fi ancora il Giorna- ; le intrigarli a decìdere quella 
le de ' Letterati d’ Italia, torr. J lite ; dicendo folamente cflete 
xxxii. a car. 317. dove fi af- comune opinione , che il l r erfo 
ferma non altri che il Trissino | Sciolto Piano foffe nella Folgar 
elfcrc fiato primo trovatore de’ I Poefia introdotto da Giorgio 
detti verfi. \Trijftno . Vegga fi la Storia e 

(168) La feconda edizione Ragione d' ogni Poefia del me- 
di quella Commedia da noi ve- j defimo Quadrio, Milano nel. 
dura in cafa il fu Signor Apo le /lampe di Franrefco Agnelli 
flolo Zeno, è intitolata cosi;. 1741. in 4. lib. 2. del Voi. 2. 
Co medi a Ami citi a; fen- 1 Dillinz. 3. cap. x. Particel. 1. 
za più; c in fine fi legge; Im- a. car. 420. 
preffo in Firenze per Bernardo j 


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■ 


DEL Trissino. 85 

tohghiettura a valere haveffe , fenderemmo nella far te del 
T riffino 5 ma , fer non fare alla verità f regiu dialo alcuno la- 

biato quella lite indecifa ; diremo foto che Jacopo Nardi in una 
fua Comedia ut a già molto prima , che alcuni di quelli duoi , fe- 
condo che c' è pure hoggi flato da Francefco Guidetti riferito , coiai 

Camera di verfi ( 170). Dalle quali parole fi racco- 
glie, non avere il Varchi, allora che ciò fcrive- 
Va, veduta la Commedia fud detta . Intorno poi 
alla relazione del Guidetti, da ciò, che ora da- 
mo per foggiungere, dedur fi può aver quefti 
pigliato errore in credendo che così fofie. 

Il Fontanini nella Èioquenva italiana ( 171 ) fon- 
datoli fil la qualità della fiampa > e dell' ortografia antica 

della predetta Commedia , e fu Taverla il Nardi 
chiamata nel Prologo fabula nuova , c primo frutto di 
Ytvovo autore in Idioma Tofco , decife francamente > ef- 
fcr la piti antica , e la prima di tutte le Commedie, che 
fi vedeffe feruta in 1/crf, Italiane: aggiungendo, che dal- 
le quattro stante ftampate in fine di efla Com- 
media ( 172), appar chiaro efier efifa finta compo- 

L 2 fila 

* I. ■ " L - - u j , j 

(170) Il Crefcimbejoi nella [che egli verarnente prete yno 
Star, della l^olg. Poef. dell’ edi- 1 sbaglio, perchè il Varchi dille 
zione di Venezia* tom. r. lib. folamcnre, che il Nardi usi in 
lib. J. a car. 1 1 V parlando del ! una fua commedia i verfi fciolti. 
verfo fciolto j dice, cheiIVar| (171 ) A car. 4J5. e fcg. 
chi, lafciando indubbio, fe il J (171) Quelle Stanze fono le 
Tris<ino, o l’ Alamanni ne Arguenti; c ferbafi l’ortografia 
foffe flato inventore, affermò, medefi ma , che appare nella 
clic molto prima di toro compo • ' Rampa. 

fe con ejfo uva Commedia Al. ! Salute 0 Santo Seqgio txcelfo 
Jacopo Nardi Fiorentino : nel j <$■ degno ' 


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84 La Vita 

Sa, e rapprefintata in tempo della Repubblica Fiorenti» A > e dì 
guerre accefe in Tofcana, e per tutta l' Italia : il che (dice 

egli) pienamente corriffondt all' annoi 494. in congiuntura del. 
la venuta del Re Carlo Vili, in Italia-, e della cacciata de' Me- 
dici da Firenze . 

Ma quanto egli favellale a capriccio? ognuno-, 
che fiore abbia di letteraria erudizione , può 
agevolmente chiarirfene. Conciolfiacofachè quan- 
tunque 


Da quel-, da cui ogni falute 
pende 

Letitia & paco: a cui fitto- 
il tuo fogno 

Si pofa : & lieto ogni tuo be- 
ne attende: 

j Et ceffi il Martial furore & 
/degno: 

Cbe fa tremare H Mondo : 
Italia incende , 

Chel clanger delle tube , & il 
fuon dettarmi 

Non laffa modulare i dolci 
carmi. 

Ma quello Dio , che olii alti in- 
gegni afiira: 

Et ogni opera dif prezza abie- 
tta dr vile: 

Tanto- favor benigno oggi ne 

fint- 
eti pur la fronte extollt il 
ficco umile. 

Ma fi lodore antiquo non re- 
fi™ 

Stufate lo idioma : & baffo 
fHle. 

Et fcujt il tempo Ihuom fag. 
gio & difereto 

Che molto importa il tempo 
fri fio 0 lieto . ]_ 

Quando farà che in porto al | 


ficco lido 

Salva (Fiorenza mia ) tua 
barca vegna 

Secura in tulio homai dal 
mare infido: 

T efio : Se il Sacro -Apollo il 
ver minfegna 

Segua pure il Nvcchkr ac- 
corto & fido : 

Et viva, & regni pur Chi 
vive & regna-, 

-Allhor (fé alcun difir dal Citi' 
s impetra) 

Diro le laude tua con altra 
Cetra . 

-Allhor mutato il Cielo in altro 
afielìo 

Renoverà nel Mondo il Secol 
dauro-.- 

si libar farai degni virtù re- 
cepto : 

Cipta felice: & di mirto, & 
di Lauro 

Coronerai chi honore ha per 
obietto. 

Et nota ti farai dallo Indo 
al Mauro. 

Ma hor eh' il ferro & il fico it 
Mondo a in preda 
Convita eh' a Marte ancor 
Minerva ceda* 


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I 


DEI TKISSIMO. 8$ 
tunque di ciò, che il Nardi dice in principio 

delle fud dette Stanze , (cioè che elle fi cantarono falla 
lira davanti alla Signoria» Quando fi recitò la predetta Conr 

media) racC ogli e r fi poflìi e (Ter efsa fiata rapprefen- 
tata in tempo che Firenze non avea cefsato anco- 
ra d efsere Repubblica ; nientedimanco nè da 
quefte parole > nè dalle stanze fiefse può dedurli 
che il tempo della recita d’efsa Commedia cor . 

rifa onde Piènamente all'anno 1494 . in congiuntura de- 
gli avvenimenti fuddetti. E fe egli in dette stanze 
fe menzione di guerre moleftillime a tutto il 
Mondo, non che all'Italia, non ne fpecifica pe- 
rò il tempo j anzi le accenna in maniera che 
fi potrebbe più verifimilmente conghietturare 
aver egli voluto in efse indicare le guerre dell' 
anno 1527. in cui dall’ armi ddl’Imperator Car- 
f lo V. Roma fu prefa, e Taccheggiata, il Papa 

(che era Clemente Vii. di cafa Medici) fatto pri- 
v gione , l’Italia molto travagliata , e tutto il Mondo , 

dirò così, afflitto da gravilfime turbolenze. 
Oltreché non è probabile, che la signoria in tem- 
po di guerre e di turbolenze inteftine fi fofse 
data bel tempo, e fe la fofse pafsata (comefuoi 
dirli) in allegrie, e in divertimenti di Gomme* 
die. Laonde con migliore probabilità fi può dire, 
che la Commedia del Nardi fofse rapprefentata 
nell’anno 1530. giacché in queft'anno e Clemente 
, Vii. ritornò a Roma dopo la pace fatta col fud. 

detto 


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t A V I T A 

detto Imperatore, e dopo averlo anche folenne-^ 
mente coronato nella Città di Bologna; c Aleflan- 
dro de Medici fu fatto Duca di Firenze dal mede- 
fimo Imperatore; fotto il Dominio del quale la 
Città non lafciò in certo modo d’eflere tuttavia Re- 
pubblica. E verifimilmente un de’ due accennar 
volle il Nardi nella voce Nocchiero , ufata nel quinto 
verfo della terza ftanza, e ad uno de’ due pari* 
mente, o fors’ancbc a tutti e due pregò egli 
PitA t Rtgn? nel fedo verfo della ftanza medeilma r 

E viva > & regni pur Chi vive & regna. Se poi egli chia- 
mo la Commedia fabula nuova i e primo frutto di nuovo 

uè ut or e in idioma t ofeo , volle con ciò indicare la 
novità dell’Argomento, ma non mai la novità del 
verfo, come pretefe di farci credere il Fontani- 
ni nel citato luogo : c perciò fu giuftamente cen- 
furato dal Dottore Giovannandrea Barotti nella 

fila JOifefa delti Scrittori Ferrar e fi ( l 7 $ ) * 

A quel che fi è detto fi può ancora aggiungere * 
che non fi troverà certamente , che lo Zucchetta, 
per cui fi crede, che fofle anche fiata fatta la pri- 
ma edizione della predetta Commedia * libro al- 
cuno ftampato abbia avanti! 1517.» 0 al più al 

più avanti il 1515. > quando il Trissino avea già 

com- 


( 175 ) Parte feconda A car.n j. I tutori / opra P Eloquenza Italia- 
Queft’ Opera del Sig. Bacotei faina del F anfanivi , Roveredo[ ma 
Campata tra gli Ejfami di Tarj veramente Venezia) 173 9- in 4* 


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D E L - T R 1 S S I N O. 87 

comporta là fua sofonhba (174) . Ma per- 
chè più chiaro appaia l’errore del Fontanini ? e 
del Guidetti altresì nella fua relazione al Var- 
chi, e come a torto vuol toglierli al Tr issino 
da alcuni moderni la gloria della invenzione dei 
Verfi fcioltij vogliamo qui riferire ciò ? che al 
medefimo noftro Autore dille Palla Rucellai 
nella lettera ? colla quale gl’ intitolò il Poema 
delle Api di Giovanni Rucellai ? Ilio fratello? che 
che è fegnata di Firenze addi lì. 4i Gennaro MDXXXIX- 
Voi fofte il Primo (gli dille) che quejio modo di fcrivere in 
•verfi materni liberi dalle rime ponefte in luce , il q»al modo fa 
Voi da mio fratello in Rojmunda primieramente, e poi nell' ji- 
pi » 0 nell' Orefie abbracciato , ed ufato: e apprellò chia- 
mò f Opere dello fteflo fuo fratello Primi frutti 
della Invenzione del Trissino. Per le quali cofe 
tutte forza è, che conchiudiamo? che a gran ra- 
gione non pure dagli antidetti Scrittori? ma dal 
Tuano ( 175 ) ? e da altri ( ìycr ) fu il noftro Au- 
tore . 


( 174 ) Veggafi la foprallega- ! ( 175 ) FHJlor. &c. Toni. 1. lib, 

ta lettera di Giovanni Rucellai vi. Ann. 1550. pag. 200. lctt. 
ai Trissino fegnata di Fi - \ D.„ Jo: G e or g i U s Tbis> 
terboaddt 8. di Novembre mdsv. j », sihi's .... P ri m u s genu $ 
ftampata nella Prefaz. alle Ope-',> canninis foluti foelicitcr ufur- 
re dello fteflo Trissino a car. ‘ „ pavit, cum a temporibus Fr. 
xv.} e a car. xvm. v’ha una „ pcirarchae Itali Kythniis ute- 
Lettera della Marchcfa Ifabclla ,, rcntur. 
di Mantova al nollro Autore; ( 176 ) Filippo Pigafctta, Vi- 
de* di 24. di Maggio 1514. in ccntino, nel Difccrfo mandata 
cui gli dice, che avea ricevutola Celio Malafpina in materia 
una fua Lettera , Ferfi , & Ope- ‘ dei due Titoli del Poema di 
retta, la quale fi può crede- Torquato Tallo , premeflò al 
re, folTc la Sofonìsba, Poema fteflo delia edizione di 

Fette- 


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SS •' La Vita 

torc chiamato Primo inventore di qucfti 
verfi . 

Ma per tornare alle opinioni degli Scrittori 
fopra la Tragedia del Tassino» non fu ella efen- 
te da’fuoi critici, rare eflfendo quell’ Opere, in 
cui non fia ftato notato qualche difetto. Il Var- 
chi nel citato luogo (177) volendo darne giu- 
dizio, la oenfurò fpezialmente per la locuzione , 
dicendo COSÌ: Io per me quanto alla favola , e ancora in 
molte cofe dell'arte non faperrei fe non lodarla -, ma in molte al* 
tre parti , e fpezialmente d’ intorno alla locuzione non faperrei , 
volendola lodare, da qual parte incominciar mi dovejfi . E nell* 

JErcolano ( 1 78 ) diflfc: La La Sofonijba del Tr isslno, 
c la Rofmunda di mefier Giovanni Rucellai , le quali fono loda - 

tijftme, mi piacciono sì , ma non pia quanto a molti altri. 17 al 

C k 


Venezia per Francefco de' Fran- j che come fi avea d aver grazia, 
cefchi 1583. in 4., dice, che \\\al Tr 1 s j i N o, c'havejfe dati 
T r 1 s s 1 n o fu il Primiero; que verfi ( fciolti ) alla Scena , 
che in italiano abbia ofato, e | così cc. Finalmente il Giti di 
faputo ..., camminare per fen - 1 medefimo in una delle fueLet- 
tiero erto, non più calcato da terc.tra quelle di Bernardo l af- 
' vernn altro dal tempo antico in fo. In / 'a dova . , 1 7 3 ?■ apprefi 
quà , faivendo in Verso dal- fo il Cornino-, in 8.; toni. a. a 
la rima Sciolto , con avvefttu- | car. 198. apertamente chiamo 1 
rato ardimento, la Sofor.isba Tra - ITr.ssino Inventore di tali 
tedia ce.. HGiraldi poi ne* Di fi ! verfi : la qual cofa fu olTervata 
cor fi cc. a car. 92. favellando dei anche dal predetto Sig. Co: Maz- 
Verft Sciolti , chiama il noftro ! zuchelli , a car. 47. annotaz. 
Gì ovangiorgio loro in- j 1 22. della fuddetta l'ita di Lui- 
ventore-, e approdo dice qucdc' gi Alamanni, 
parole: Veramente mi pare , che | (17 7 ) Lezjzioni ec. a car. 68 r,. 

Monfignor il Bembo, giudiciofo 1 (178) A car. 393. e 394 del- 

Scrittore ..... il vero dice fio, | la ciraw edizione di Padove 
quando a Bologna mi diffe, che I 7 -H - ,n 


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X» "E L T RI S S,I N O. 

Giraldi poi fu appuntato il nollro Autore (179); 
per eflcrfi in quella Tragedia più dato (come £ 

dlfle) a fcrivtre i co fimi , e- le m Anitre de i Greci, che nonfi 
conveniva ad uomo, che firiveffe cofa Romano, nella quale tn. 
traffe la maejlà. delle perfine, ch'entra nella Sofinisba, Alla 

quale obbiezione veramente potrebbe nlpondcr- 
fi colle parole del fuddetto Signor Marchefe 

Maffei (180), cioè che certe azioni, 0 detti, che ci pa - 
jonoJn Per finali grandi aver talvolta troppo del famigliare > 
.non danno dif gufi 0 a. chi . ha cognizione de' Tragici Greci, egra* 
ttìca de' co fi unti antichi * 

E sì . parimente altri difetti furono appuntati 
an erta Tragedia, che per dir breve fi ommet> 
tonoi ma con tutto quello farà elfa da tutti i 
dotti Tempre in grandilfimo pregio tenuta: per- 
chè quantunque lì creda lontana da quella per- 
fezione, a cui fi può condurre un componimen- 
to teatrale! (oltreché Tiftelfo potrebbe forfè dir- 
li delle Greche Tragedie ancora, come dice il 
predetto Signor Marchefe '('81 ) \) egli è per al- 
tro certo, no» molte prelfo chi ben intende an- 
noverarli Tragedie in lingue volgari, che porta- 
no gareggiar con la Sofinuha, la quale fola fareb- 
be ballante a tener tempre viva gloriofamcnte 

M appreC- 


f 179) Difiorfi del Giraldi e. liane luog. cir, 
car. 179. in fine, e a car. 180. j ( 1 8 1 ) Prcfaz. alle Opere de 
( lio) PreCaz. al Teatre Jta.\ Trissino a car. xxvii. 


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5>S 'La Vita 

apprcfso i letterati la memoria del Tuo Autore- 
A ciò che abbiam detto fi può aggiugnere an- 
cora il giudicio del mentovato Signor Cavaliere 
Zorzi, il qual dille (182), che la Sofonùba ì u n 

Tragico Poemetto, migliare de’ Greci, e /nitriere ai Latini , Ita- 
liani » e Franzefi Scrittori. 

' XHL LA ITALIA liberata tia i Goti. Stampata in Roma 
per Valerio , e Luigi Dorici a petizione di plutonio A/aero Vicen- 
tino MDXLV1I. di Maggio, con Privilegio di N. S. Papa Paulo 
Jll, di altri Potentati. Voi. I. in 8. (183)- 

Rarif- 



(182) Difcorfo fopra l’ Opere \ al Clcmentijfimo ed Invit tijfimo 
del Trissino a car. 415. 11 ^Imperatore Quinto CARLO 
Quadrio nella Storia e Ragione > Maffimo : e quelli primi nove 
d' ogni Poefia Voi. 3. libi 1. Dift. ì libri fono di carte 175 I fc- 
I. cap. iv. Particcl 2. a car. 65. condì nove, che contengono 
regimando quella Tragedia, ac- carte 181, furono Rampati l’an- 
Cenna i difetti fuddetti in clfa no approdo nel Mcfe di Novem - 
notati dai predetti Varchi cGi- bre , come appare da quelle pa- 
llidi ; ma apprelTo foggiugne , fole , che in fine fi leggono : 
che efla ciò non cjtantc ha fem- Stampata In Pene zia per T 0- 
pre avuta ejiimazJone non poca: torneo Janiculo da Brejfa nell' an- 
nominando anche la traduzio- no MDXLV 111 . di Novembre . 
ne Iranzcfc di detta Tragedia Con le grazie del Sommo Fon- 
fatta per Claudio Mcrmctto, c tifico , e de la JlluHriJfima Si- 
imprcfla in Lione l’anno 1583. gnoria di Venezia , e de lo Illu- 
( Quello Poema fa dal Jlrìjfimo Duca di Fiorenza, che 
Trissino, come è detto di ninno non la poffa riftamparc 
lopra, mandato in luce in più per anni X. fot za efprejfa licen - 
tempi. 1 primi nove Libri » i za de l’Autore. Gli ultimi no- 
quali hanno il titolo fuddctto,;ve finalmente furono llampati 
ma co’fuoi nuovi caratteri, fu- janch* effi in Venezia P anno 
rono llampati l’anno 1547. nel Hello MDXLVII . per Io Redo 
Mcfe di Maggio ; attorno il qual Janicolo, ma di Ottobre (cioè 
titolo v’ ha eziandio il motto un mcfe innanzi a'Scconai no. 
della, imprcla da lui alzata TO ve) collo Hello privilegio. E 
/ HTOTvevon A auto >1 i e tutti quelli XXV II. Litui (che 
dopo fegue la fua Dedicatoria XXVII. fono, non già XXXVM. 

come 


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DEL T R1SÌIN Ov pi 
Rariflìma è quefta edizione } e due fole copie 
n’abbiamo noi vedute in Venezia y una nella ce- 
lebre Libreria Pifani? e l’altra nella preziofa Li- 
breria del fu Signor Apoftolo Zeno (184) 5 ap- 
prefso cui Vera anche un efcmplare dell’ im- 
presone feguente. 

— — J tali a &c. riveduta e corretta per /’ Abate Antonini ec. in 
Parigi nella Stamperia di Ciovanfrancefco Rteapen AIDCCXXiX. 

Tom. 3- in 8. 

Fu anche riftampata unitamente colle altre Ope- 
re del noftro Autore nell’edizione tante volte 
da noi citata j (ma fenza i caratteri da efso in- 

inventati) in Verona preffo Jacopo PalUrfi 1729. i n 

e tiene il primo luogo nel tomo primo • 

Ma Anche 


ionie diflero erroneamente il 
Fonranini nell’ Eloquenza ita- 
liana à car. 580. . e 1 Autor del 
Catalogo della Libreria Cappo- 
ni a car. 377.) fono uniti in un 
volume in 8. Il Cavaliere Zor- 
zi nel fuo Dif offa intorno alle 
Opere del Tkissino a car. 
4 y). sbaglio prefe in dicendo, 
che i primi XVIII. libri furono 
ìmprtfft in Roma , e gli airi IX. 
in Venezia . 

( 184 ) Dal Signor Apoftolo 
Zeno fu la detta fua Libreria 
donata con teftamento a P. P. 
Domenicani della flrctta offer- 
vanz.a di Venezia nel mefe di 
Settembre dell’anno i7jo.» nel 
quale poi addì xt. di Novembre 
placidamente p.ifsò di quefta vi- 


ta. Della cui perdita li dorran- 
no mai Tempre i Letterati , ed 
tifa da noi non pure in quel 
tempo, in cui appunto eravamo 
in Venezia, ma continuamente 
farà compianta. Cinqui abbiam 
voluto dire., per Iafciare un pub- 
blico arredato, della noftra gra- 
titudine alle molte cortcfie ufj- 
tcci dal meiefimo. Per altro un 
elogio alla memoria di sì grand’ 
uomo col Catalogo delle fuc 
Opere ha pubblicato l’erudito 
Autore della Storia Letteraria 
d'Italia (il P. Francefco Anto- 
nio Zaccaria Gcfuira ) nel Voi. 
3. lib. 3. cap. V. num. 1. c fegg. 
pubblicata in Venezia nella 
Stamperia Polttiv 1752. In 8. 


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La Vita 

Anche quefto Poema fu da varj letterati ITomi-^ 
ni e Iodato? e cenfurato in molte cofe. E quanto 
alle cenfure, il Titolo primieramente non è affat- 
to piaciuto ad alcuni, giudicandolo dii troppo 
lungo, e ravvolto, diròcosì* dicendo, non bene 
diftinguerfi, fe i Goti, o pure altri da' Goti ab- 
biano liberata f Italia (18*) . Scipione Erriccy 
Poi nelle fue Rivolte di Parnafo (l8tf) Criticò 1 - AtJ- 
tore noftro, che fece fare fenza necelfità veru- 
na ai Perfonaggi del Poema lunghi ragionari, e 
che introduce la gente nella Zuffa, parlante a- 
guifa di Dialogo, facendo che l’uno ricominci 
dove l’altro terminai il che è lontano affatto 
dal verifimile j concioffiacofachè nelle guerre non 
s’odano che poche voci, e folamente fi fenta, 
il fragore delTarmi : e in altro luogo (187) ky 
criticò, perchè troppo alto cominciamento die. 
de alla guerra i dicendo , che meglio avrebbe 
fatto', fe avefse porto Belifario o dentro a Ro- 
ma, o per lo meno in Italia v e tacciando in ol- 
tre gli amori di Giuftiniano di troppo goffi c 
lafcivi, c d’indegni del fuggetto, a cui furono- 
appropriati (188): delle quali cenfure dell’Erri-- 

CO fi 




(185 ) Veggafi Udcno Nificli 
tic' Proginnafmi ec. 

(18 6) Rivolte di Parnafo di 
Scipione Errico . In Me finn per 
gli Eredi di Pietro Urea 164.1. 


in iz. acar. 63. 

(187) Rivolte di Pam a fe a 
car. 64. 

( 188 ) Rivolte ec. a car. 
581. 


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DEL T R ISSINO'. pj 
to fi dolfe poi non poco Gafpare Trillino colla 
Lettera a lui indiritta ? la quale fi legge nelfè 
efse Rivolte di Pimi/,, (i8p). Attché il Fontanirri 
nella Eloquenza Italiana ( jpo ) notò qnefto fallo 
commefso dal Tr issino, foggiugnendo, che egli 
Poi ravvedutoli, ne fece l’ammenda, riftampan- 
do le carte, e mutando i verfi già fcritti (ip r ; s 
pafiando appreffo a riprendere chi riftampò le 
Opere di lui, perchè avendo tralafciata l’ortogra- 
fia dal Tri ss ino fieflb inventata, v’ avelie poi 
inferite le cofe ** M medefmo volontariamente ritrai - 
utt (ipi). 


Da 


S * ÌV r ° lte J C - * car - «o-. | eolie parole, e le parole io' ben- 
(iyo) A cai. 581. 1 fieri: le quali fofto perciò fem- 

so^Aelìa Ubr^'r ^ C * ! * lo \t lici e P«re, e di quando in quan. 
go della Libreria Capponi a car. | do con virgìnal modeffia trasfe 

&Y.T„“fT ''jT'I’t'v" 4 CanonTo G fZt 
d I Rissino, die*; nelle An- : ni Checozzi nella fùa dotta Ltt- 

TZntL C alcll q0Cl1 ’ \ *»* di,enfiva ’ «tata al di fopra 

An!dli r q '"'"^ont all 1 annotazione 101. , dice che 

{jù 1 ; isst { ;j:zz:iu f :rr ir ™ s - 

ìz o ìvT cho t bcmì 

! 2 *’ 119 J. \ io ’ » ,iche > àoveglifcherzi qualche 
e 1 31. , che fi e tentato di leva - 1 volta p affano aver Inaio ma 

UaVitìc *‘ r l ÌC l n ?*** }"**•{ molto pia nelle ferie, & ed ora- 
Ma Vincenzio Gravina nella fua tcrie. * 

Opera intitolata Della Ragion 

Poetica libri due cc. Jn Venezia 

frejfo singioio Geremia 1731. in 

4. lib. a. a car. 106. non dubitò 

di lafciarc fcrirtó non foiamen- 


(i?s) Le parole delFontanini 
nel luogo citato fono quelle z 
Reca gran maraviglia (dic’egli j 
che ojjendendofi la memoria , e 
riputazione dd Tritino nel ri- 

fi n 1. ^ 


te chela Qifd. -r riputazione del J njf.no nel ri - 

te che lojhle del Tassino \fiamparfi le fue Opere ( non pe- 

e caffo e frugale; ma ancora che] ri con l'ortografìa da lui fi tifo 
tatti ifitoi penfien fon mi furati j inventata ) fiafi voluto in onta 

fua » 


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94 LA .Vita' 

Da Gio: Mario Crefcimbeni nella Stiletta dil- 
la Fdgar Totfm { ipj), fu il Tr issino cenfurato di 
troppo efatto nella deferizione delle parti ,• e 
particolarmente del veftire dell’Imperatore Giu- 
ftiniano; concioflìacofachè gli abbia fatto metter 
prima la camicia, e poi 1* altre robe di mano in 
mano fino alli calzari; foggiungendo, che l’efem- 
pio d’Omero inventore di cotali foverchio dili- 
genti narrazioni, non lo dee in ciò feufare. In 
fatti l’avere Giovangiorgio troppo efattamente 
imitato quello Greco Poeta, fu la cofa princi- 
paliflìma, che. gli ha nociuto. Di che eziandio 
Giovambatiila Giraldi ? Cintio , Ferrarefe , ap- 
puntollo, dicendo (194)5 che £ energia non iftà ì co- 
me il noftro Autore fi credette, nel minutamente feri, 
■vere ogni copicela , qualunque volta il Poeta fcrive eroicamente; 

ma nel- 


fla, e non fenza contumelia del- 
la Chrefa Romana fargli l' oltrag- 
gio di preferire alia giufta fua 
correzione le cofe , volontaria- 
mente da lui meclefimo ritratta- 
te , cantra le quali da onorato 
gentiluomo-, e da buon Crifiiano 
altamente fi fdcg -crebbe , Je foffe 
in vita. Con quelle parole ac- 
cennò il Fontanini la rillaihpa» 
che delle Opere del T n i s‘s i n o 
fi fece in Verona ; del che il 
Marchefc Maffci fe ne rifenri 
nell’ E fame fopraccirato, a car. 
73., dove dice, che il detto 
Boema fi è ristampato a Verona 


| fecondo /’ impresone con Privi- 
legio di Papa Paolo Terzo ufii- 
I ta . lo certamente non ho vo- 
; Juro darmi la briga di con- 
frontare la primiera edizione 
; colla riftampa' del Poema fief- 
fo, per chiarirmi» fe vere ric- 
ino quelle mutazioni predicate 
dal Fontanini . 

(193) Bellezza della Volgar 
' Poefia di Gio: Mario Crtfcim- 
j beni ; In Venezia , preffo Loren- 
\zo Bafeggio, 1730. in 4. Dialog. 
Vili, a car. 157. 

(UH) Ne’ Di f cor fi ec . a car. 
6 a. 


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DEL T R I S S I'N Ó. 9? 

■ma nelle cofe, che fono degne della grandezza della materia* 

if'ha il. Poeta per le mani: e prima ( 195 ) dille quelle 

parole: Come l'età di Omero e i collumi di que' tempi, e le 
fingo lari virtù, che fi trovano in queflo divino Poeta , fecero to- 
ler abili quelle- cof e in lui', così l'averle il Trijsino in ciò 
imitato ne/r Italia, .altro non fece , che ffiegliere dall'oro del 
componimento di quel poeta lo fi creo , (il quale non per fuo vi- 
zio , ma dell età ci fi trapofe ),.e imitare i viz,j , ( parendogli di 
avere affai fatto , fe bene gli efprimeva ) , e accogliere tutto quel- 
lo, che i buoni giudicii vollero trai affiate, moftrandofi in ciò 

foco grave. Oltreciò lo Hello Giraldi (i 96 ) notò 
in quello Poema, vìziofe eflere le invocazioni; e 

( 197 ) la favola di Farlo e di Lìgridonia elTervi introdot- 
ta, e fuori dì ogni bifogno, e fuori d'ogni dependenza ; aggiun- 
gendo, quell’allegoria efler tolta da altri, e in parte dall' 
Ar lofio nella favola et Ale in a, e di Logifiill * * C finalmente 
in una. Lettera a Bernardo Tallo (198) dille , chele il 

Tr ISSINO fiecome era dottiamo , così foffe fiato giudiciofo in 
eleggere cofa degna delle fatica di venti anni , avrebbe veduto , 

■ che così fcrivere , com'egli ha fatto , era uno fcrivere Smorti ] 

inferir volendole il Poema non era letto. 

Ma chi dogni appuntatura de'Critici a quello 
Poema parlar volette , llucchevole forfè e nojo- 
fo riufeirebbe ; elfendo già flato fatto que- 
flo dal 


( 195 ) Difcorfi ec. a car. 33 .[quelle d’effo Taffo , ( Voi. a. 

t 9f> \ ^r 0T r cc ‘ 3 car ' 49 - a Car. 196. e fegg. ) (lampare 
— l J cor fi cc < a car. 54. j In Padova preffo Ciufeppe Comi- 
( 198; Quella Lettera è tra [no 1733. *" 8V 


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I 


La Vita 

iìo dal mentovato Cavalier Michdagnolo Zom 
(ipp): laonde ( conTè ragione che fi faccia ) ri- 
feriremo invece il conto , che altri Autori di 
non minore celebrità fecero del Poema ttefib . E 
primamente Torquato Tatto lo paragonò (2,00) aJ 
fuo della GerufaUmme Liberata acomparazione de’Poe- 
mi di Matteo Maria Bojardo, e di Lodovico Arlo- 
tto i e in un altro luogo (201) protetto» che motta 
fiima faceva dell Italia Liberata, perchè il Thissino fu il 
primo , che ci diede alcuna luce del modo del poetare tenuto da' 
Greci , e arricchì quefia lingua di nobilitimi componimenti: la 

qual cofa fu detta anche dal Crefcimbeni 
( 202 ) , e dal Signor Marchefe Maffei ( 2.03 ) -, e 

prima 


fi99) V. il Difcorfo intorno [ 343. L’Italia Liberata del 
alle Opere del nollro Autore a Trissimo ..... fu il primo 
.car. 415. c fegg. | Poema Eroico , che colle regole 

( 200) Nelle Lettere Famiglia- I Ariftot eliche producete la Lin- 
ei Voi. primo a Car.238. Lettera gua Tofcana . E nell' Iftor. del 
al molto Reverendo Jtgnor Alan- Volg.Poef irb «■ a car.3 j6. fcrif- 
ritio Cutaneo. .fé, che Giovangorgio fu il 

( aoi ) Nella! ettera al Signor primo , che l' Epopeja , e laT ra- 
Orazio Lombardelli legnata di gràia Texanamente compone/fe 
Ferrara li io. di Luglio 1582. la a giu fi a mi fura , eferondo le re - 
quale £ inferirà nella Tua A polo- gole de' MaeftriGreei, e Latini* 
già in difefa della Gerufalemme come dimoftrjt.no l'Italia Libera^ 
Liberata , in Mantova per Fran.\ta, e la Sofoni/ba . 
cefco Ofanna 2585. in 12. aj (103) Nella Prefaz. alle Q- 
car. 186. ; ed è anche tra 4 e Tue pere del noftro Autore a car. 
Lettere Poetiche Rampate in un xxiv. con quelle paròle : Il 
eo’fuoi Difcorfi dell’arte Poeti- '. Triisino come primo forfè df 
ca cc. In Venezia 1587. ad in-\ noftri Poeti , che foffe dotto in 
ftanza di Giulio Vaffatini. in 4.- lingua Greca, così fu il primo a 
(202) Cementar) intorno alla introdurre nelle lingue Volgari 
Volg. Poef. Vói. 1. lib. V. a Car. ; l'idea Ariftot elica del Poema, E - 

pico , 


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DEL T RISSINO; 97 

?prima di tutti quelli fu accennata da Bernardo 
Tallo ( 204) . Tanta ilima poi fece di quefto Poe- 
jna Vincenzio Gravina j che neila fua Ragion Poetic * 
(205.) con . grandiflima lode ne favellò > e fopra 
i Poemi di alcuni più chiari Epici non dubitò d’, 
innalzarlo. Nè minor conto ne fece Benedetto 
Varchi, poiché in una deile fue Leeoni (20 6) 

dille , che 1 Italia Liberata da Goti fe bene era lodata 
da pochijfimi meno che mezzanamente , e da molti in finii amen. 
t e biafimata ,.e quafi derifa , pareva a fe nondimeno , che 
-Quanto a quello , che è prof rio del poeta , ella mcrìtdffc 

tanta lode, anzi tanta ammirazione , quanta altra potft* , che 

JSj fia dogo 


fico , ed a teffer lavoro Somiglian- 
te a quei di Virgilio , a d' Ome- 
ro, e di quejlo fpezialmente eh' 
egli prefe a imitar del tutto. 

(204) Lettere , Voi. 2. acar. 
416. Il T rissino > la cui 
dottrina nella noftra età fu de- 
gna di maraviglia, il cui Poe- 
ma non farà alcun» addito di 
negare che non fia dijpojlo fe- 
condo i Canoni delle leggi d' 
lArift utile, e con la intera imi- 
tazione d' Omero , che non fia 
fieno d erudizione atto a infe- 
gnar di molte belle cofe ec. 11 
Trissino medefimo nel 1. libro 
di quefto fuo Poema, a car.22.dcl- 
l’cdizione di Roma così dice ; 

„ Ma voi beate Vergini, che 
„ fofte 

„ Nutrici , e figlie del divi - 1 
a> no Homcro, 


[ „ Ch’i ammiro tanto , e vo 

feguendo Torme 
„ Al me’, ch’io fo, de i fui 
„ veftigi eterni; 

Reggete il faticofo mio 
viaggio: 

„ Ch’ io mi fon pofto per 
„ novella ftrada, 

„ Non più calcata da terrc- 
.^nc piante . 

E in quefti ultimi verfi po- 
trebbe crederfi , che avefle egli 
voluto indicare non pure d’eflere 
flato il primo a comporre Poe- 
mi a imitazione d’Omero, ma 
d’effere anche flato il primo in- 
ventore del verfo fciolto » in 
cui il Poema è dettato. 

( 205 ) Lib. 2. acar. ioj. 106. 
e 107. 

I ( 206 ) Lezzioni di M. Bcne- 
| detto Varchi a car. 634. 


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s8 L A V I T A 

f‘* dopo Omero fiata firitta, e dopo Virgilio: foggiungcnclo 
appreflo, che deve molti fi ridono del T n. i ss i n ® > che 
confi fio d'aver penato XX. anni a comporla » a luì pareva, 
che ciò a gerle giudizio porre , e attribuire fi gli doVcHè > 

Finalmente ( a tralafciare il fentimento di altri 
Scrittori circa quello Poema, e fpecialmente del 
Tommafini (207), e dell’Imperiali (208)) l’Aba- 
te Anton - Maria Salvini, che fu uno de’ più be- 
gli ornamenti, che abbia avuto in quelli ultimi 
tempi la Città di Firenze, così fcrille (2op) in 
torno al Poema Hello, e al fuo Autore: 11 nofiro 

leggiadrijfimo Rutilai tefii in verfi fiiolti il fuo poemetto dell' 
Api dedicandolo al Trissino, che nello fiejfo tempo del- 
lo Alamanni » che la celebratifiima f u a Coltivazione mife in 
verfi fiiolti > compofe alla gran guifa Omerica I'Itau a Liberata 
dai Goti, il qual Poema fu tanto da un drappello diPaftori Ar- 
cadi confidar ato ripieno di bellezza, e virtù poetiche , che ave a- 
no a varj /oggetti dato un Canto per uno , per metterlo in otta- 
va rima , per farlo più leggibile con quefio lenocinlo alle fihiz,. 
zìnafiy per dir , coti , orecchia Italiane ( 2 to) • ed in Un 


<107) Llog. ec. pag. JJ. 
(208) Mufaum Hiftor. pag, 

43 * 

( 209 ) Vrof e T ofeane par. 2. 
Lcz.X. a car. 45. 

( 210 } Non Tappiamo vera- 
mente , fe coiai verfione fu 
mai ufeita a luce. Di tale im- 
prefa li ride per altro l'autore 


I del libro intitolato Lettera Di- 
‘fenfiva di mejfer Antonio Ti- 
I baldto da Ferrara al Signor Dot- 
| tare Lodovico Antonio Murato- 
j ri da Modena ( fenza efprdfio- 
nfe di luogo , anno , e ftampato- 
! re ) in 8. a car. 16. Di ciò par- 
i la pure il fu Sig. ApoftoloZeno in 
una delle fuc Lettere, che è la 

130. 


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I 

DEL TRISSINO. 99 

altro luogo ( 2 H) diflc: Lo jleffo Traino, Poeta Ome- 
rico, U f*o bel Poema dell’lrKuA Luerata da’ Goti teftè con 
quefta maniera di vtrfi (fcioltì) leggiadramente , e trattan- 
doji quivi non di traduzione , ma di Poema Originario, fcelft 
U verfi fcioltv , come attirine a cosi grave Componimento. 

Bene è vero per altro, che non oftante lave- 
re egli fpefo venti anni continui nella te (Ti tura di tal 
Poema» e l’avervi inneftati i fiori de’migliori 
Scrittori Greci, e Latini; nondimeno la fover- 
chia imitazione d’Omero gli nocque tanto, che 
forfè quefto (come abbiam detto) è il motivo 
principale del non efsere efso letto (212): quan- 
tunque per altro non fia necefsario (come bene 
difse anche il Signor Marchefe Maffei ( 21 3 ) ) 

N 2 che 


I30. del primo Toluene, polla a [faceva molta flima (come ap- 
car. 203. e fegnata di Fenezia pare da una Lettera di Già: 
li 31. Óigofto 1709. nella quale* Batifta Giraldi » che è tra qurl- 
aft'erma che tale idea età Hata la di Bernardo Taffo Voi. ». a 
promeffa dal JJr. Face ari, con al- car.198.) era tenuto in grandi f- 
tra già alquanti anni-, mentre lìmo conto, cosi fdegnato fda- 
in Roma fi trovava’, aggiugnen- mafie 
do che quando paftò per Fene- 
zia effo Vaccari gliene /«re mot- sia maledette l'ora , il gior- 
to e gl» recitò a mente molte no, e quando 

danze affai Belle d’ un Canto Prejì la penna , e non cantai 
che gli era toccato in forte. d' Orlando. 

( 2 1 1 ) Pro/e T o/cane , ■ par. 

»■ L cz. xr. a car. jo. Ma ciò noi teniamo per biz- 

(212) L’ famachc il Tris- zarra invenzione di qualche ca- 
sino vedendo, che il detto fuo pricciofo cervello. 

Poema era sì poco apprezzato, (213) Nella Prefazione alle 
e per lo contrario che il Furiose Opere del Tal siino a car. 
dell’ Anodo, del quale egli non XX VI. 


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ioo La V i t a 

che un componimento per meritar lode fia efem- 
te da ogni difetto (214 )• 

XI V. Canzone *1 santijpmo clemente settimi 
f'M. (fenza nota di Rampa) in 4. 

e In Veneti* p tr Tolomeo J articolo da B riffa ( fenz* 

anno) in 4. 

— Fu ftampata anche tra le Tue Rim > e nel 
primo tomo delle fue opere della riftampa di Ve- 
rona j e con altre fue poefie nella prima Parte 

della Scelta di Sonetti e Canzoni de' pi* eccellenti Rimatori 
d'ogni fecolo (alj). 

XV. RI- 


Jm 




^214) Mi pare, che qui da 
tralafciar non fia il Sonetto da 
Benedetto Varchi mandato al 
noftro Giovangiorgio j 
giacché con dio non pare lui 
lodò, ma avendo forfè la mi- 
ra alle altrui critiche fopra il 
di lui Poema, inanimillo a?pro- 
feguire gl’incominciati fuoi Au- 
di . 11 Sonetto è qticfio, e fi 

è traforino dal libro intitolato: 
J Sonetti di M. Benedetto Var- 
chi , ec. In Venezia per Plinio 
Pietra Santa , 155-5. in S.acar. 
109.: 

Trissino altero , che con chia- 
ri inchiojtri 

T e ’nvoli a morte , e 7 fo- 
co l noftro bonari , 

Rendendo Italia a' fuoi pajfa- 
ti honori. 

Di man de' fin crucici barba- 
ri moftri 


Tu con nuovo cantar l'antico' 
moftri 

Sentier di gire al Cielo , e 
tra'migliori 

Le tempie ornarfi dì honorat i 
allori 

Pi* cari a cor non vii , ohe 
gemme & oftri. 

Per te l' Adria , la Brenta, e 
’t Bacchillone 

Al dolce fuori de tuoi graditi 
accenti 

Vanno al par di Pento , del 
T tbro , e d'Arno . 

Deh, fe 'i gran nome tuo ftnt- 
pre alto fuone, 

£ faccia ogni gentil pallido 1 
e fcarno , 

Tuo corfo l'altrui dir nulla 
rallenti. 

(215 ) Scelta di Sonetti e 
Canzoni de’piìt eccellenti Rima- 
tori dì ogni Secolo ec. Parte pri- 
ma 


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DEL TRI'SsrN'O- roi 

XV. RIME. In Vicenza per Tolomeo lanicc- 
io MDXXiX. in 4. 

Diccfi j che l’anno medefimo fofler ivi riftampa- 
tc per lo Hello janicoia in 8>; ma quella edizio- 
noi non l’abbiamo veduta. Furono bensì riftam- 
pate 1» Verona coll’ altre lue Opere (215) . 

Il Tris si no dedicò quelle Rime al Cardinale 
Niccolò Ridolfi, Velcovo di Vicenza in quel 
tempo ( non a Leone X. , come fcrifle erro* 
nearnente il Signor Canonico Conte Giovam- 
batifta Cafottì ( 217) , che fu perciò ne[ 
Giornale de' letterati £ Italia (218), modcllarrrente cor- 
retto) e nella Dedicatoria, la quale non ha da- 
La, egli dice, che gli mandava w'ft* Tuoi giovanili 
componimenti per ubbidire alle fue molte infianze . Di quelle 
Urne, non meno che del loro Autore , favellò 
con molta lode il Quadrio nella più volte ci- 
tata Opera fua della Storia e Ragione di ogni Ree* 
(219): c Federigo Menini lafciò fcritto et* 

fere 



W4, che contiene i Rimatori an- ( ( 21 6 ) Tom. prim.acar.349i 

fichi del 1400. e del 1500. fino j (217) Nella Prefazione alle 
al 1 5 50. In Venezia r 1739. Vrofe e Rime de'due Buonaccor- 
preffo Lorenzo Rafcggio . in 12. 1 fi « Rampate In Firenze nella 
Voi. iv. La Canzone è a car. ! Stamperia di Giufeppe A/anni 
303. del Vol.i.e di efla se fatta 1 1717. 

menzione al di fopra all’annot. ! { 218 ) Tom. xxxvl. Arde* 

56. Olitila Scelta , che era fiata ix. a car. 224. in 12. 
prima in Bologna Rampata, fu poi j (219) Voi. 2. lib. I. Difi» 
riprodotta in Venezia inpiùVo-’i. Cnp. 8. Parriccl» s. a car» 
lumi. 


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IOÌ L A V i f A 

fere i Sonetti del" noftro Autore e buri , fentenzàoft, e' 
patetici (220). 

Sette Tuoi sonetti , i quali mancano nelle fud- 
dette Rime , furono ftampati nella già citata Rac- 
colta delle Rime di diverfi nobili PeetiTofeani fatta dall* 

Atanagi (22O: il primo de’quali fu da Giovan* 
Giorgio indirizzato al Pontefice Paolo Terzo > e 
l’abbiamo accennato altrove (222); il fecondo 
a Ottavio Farnefe, allora Duca di Camerino} e 
poi di Parma c Piacenza* il terzo a Margherita 
dAuftria* il quarto al Cardinal Farnefe fopram- 
mentovato (223); il quinto a Girolamo Verità, 
gentiluomo Veronefej il fefto a Paolo Giovio» 
Vefcovo di Nocera, e Storico di chiaro nome» 
il fettimo finalmente è il fopraferitto, da eflo 
fatto poiché terminato ebbe il fuo Poema dell 5 

Italia Liberata da Goti. Ancora Un fuO Sonetto, fcrittO 

al Cardinal Pietro Bembo (224;, fi legge tra le 
Rime di quefto Autore (225)5 il quale un altro 

Sonetto 


(220) Nel Ritratto del So- j cenza fua Patria. Sono chiarii 
netto 1 e della Canzone In Vene- \ fent trizio ft , e patetici, 
zia apprejfo il Bertoni > 1678.' (231 ) A car. 8?. a tergo, e 

in il. , a car. io?. Ecco le fuc , feguemi. 
parole Giovan - Giorgio! (222) V* fopra & car. 55. al. 
T rissino, nobile Vicentino , l annotazione 1 07. 
oltre alla Tragedia delta Soft- j ( 223 ) V. ivi. 

nisba e oltre all'Italia' ( 224 ) Quefto Sonetto C0- 

Liberata , Poema Eroico , che \ inincia : 

fu il primo ad ejfer dettato fe- j Bembo , voi ftet e a qne bei 
condo It regole d'^driftotele , e ftadj intento . 

fatto ad, eferr.pio di Omero 1 fe J ( 22 j ) Rime di M. Pietro 
molti Sonetti ftampati in Vi- Bembo: In Bergamo appretto Pie- 
tro 


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DEL, TRI5SIN Q. j ^ 
.Sonato nelle medefime definenze gli mandò in ril- 
pofta (22 6). 

Altre lue Rime poi dono fparfe nelle Raccol- 
te del Varchi» del Rufcelli, e d’ altri: ma dal 
Signor Marchefe Maffei tutte adunate furono, e 
poi fatte Rampare in un colle altre di lui opere 
(227), colla giunta ancora di altre poefie del 
mcdefimo (ma non di tutte), non prima date 
in luce, e di alcuni Sonetti da altri Poeti a lui 
fc ritti. 

Ma perchè alcune poefie , che fono tra quel- 
le del noftro Autore, veggonfi altresì tra le ri- 
me o de Buonaccorfi, o di qualche altro Poetai 
però egli è ragione, che diciamo intorno a ciò 
qualche cofa, avendone già diffufamente parla- 
to altri Scrittori , e fpezialmente il Cavaliere 
Zorzi (228). Tra le Rime adunque de’ Buonac- 
corfi Ieggonfi quattro Sonetti interi, e cinque 
foli verfi di un altro Sonetto (225?). 11 fuddetto 

Signor 

w 




tro Lanccllom 174 J. > in 8 . a car. 
140. 

( 2*6) Quello Sonetto comin- 
eia: 

Così mi rentU il cor page , 
e contente . 

e fi legge in dette Rime a car. 
94 - 

(127) Tom. l. a car. 377. e 
fegg. 

( 218 ) Difcorfo /opra l Opere'. 
del T r 1 $ $ t n o , a car. 404. e ! 
feguenti . 


( 219 ) 11 -primo ^i queftiSo- 
nerti , che a car. 1. delle Rime 
del noftro Autore fi legge; ed 
a càr. 2 96. di quelle dc'JBuonac. 

1 corfi , della mentovata edizione 
di Firenze 1718. in 12., co- 
mincia coste 

La bella donna, che in vir- 
tù d" Amore . 
il fecondo che principia: 

Li occhi foavi , al cui gover- 
no Amore ; 

nelle Rime de’ Buonaccorfi c 
a car. 


4 

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io4 La vita 

Signor Conte Cafotti incaricando (2jo) mode- 
fìamente il noftro Trissino , favoreggia i due 
Poeti: e nel domale de' letterati tf /taiu (13 1 ) fi accen- 
na folamente, ma non fi feioglie cotal viluppo » 
Il Cavaliere Zorzi dice (232), che perciò fare 
converrebbe andare a Firenze, ed ofservare fc 
Antico, o no, fia il carattere, onde fono fcritte 
le poefie de’ poeti fuddetti •, concioffiacofachè 
pofsaefsere, che da'copifti, (le copie fono)> o 

come 


a car. 299. , cd in quelle del ine allenirne de’ Buonaccorfi a 

Trissino a car. 4. Il terzo , car. lvi. 

che ha quello principio: j (231) Tom. xxxvr. Artic. 

Qando 'l piacer, che’l defia- 

to bene; \ b o> he 1 Sonetti^/ III. IX. X. 

; non fieno del piovane Buonaccor- 
,è a car. 4. a tergo delle Rime fi , offendo firitti a Palla di 
del noftro Autore, cd a car. 300 Noffcri Strozza, ea'fioi figliuo- 
li quelle de’ Buonaccorfi . 11 li > tutti fuoi coni empcr enei - I 
quarto finalmente, clic fi leg- '.y<wm*XXXlI.XXXlU XXXIV. 
ge parimente a car. 30©. delie XXXV. che in ottimi codici 
flette Rime de’ Buonaccorfi , cd ' portano il nome del Montcma . 
a car. 27. a tergo di quelle del : gno , fono fiati pubblicati per 
Trissino} principia così: j fuoi dal Trissino nelle fue Ri- 

,rae , le quali egli dedicò , non, 
ouiiao cgme ^ a ff t rmafi j a Ijgnt X. 

a ma \ ... . ^ Cardinal Rido! fi : cerne 


jivventurofo dì, che col fecondo 
Favor della Divina 
Bontade , ,ec. 


U Sonetto poi, del quale fo- 
li cinque verfi fi leggono a car. 
213. delle A*»»» de’ Buonaccor- 


raa 


altresì leggefi tutto intero nelle 
fopr addette Rime del Tri -si no 
quello , di cui qui al rum VI. fi 
hanno i foli cinque primi verfi. 


li, cd ha quello cominciamen- ! * thè poi, di là traf. ruto , tut- 
to : j to intero qui ancora in ultimo 

luogo fi ìimprcffo. Cosi, fenza 
più, nel <7wr»rf/efudJcttoneti- 
ferirfi la citata edizione delle As- 
me de’Buonaecorfi . 

( 132 ) Nel Difior fi cc. 1 . c. 


Dolci penfier, che da sì dol- 
ci lumi, cc. ; 

nelle Rime di GiovancioRgio c 
a car. a. tutto intero. 

(230) Nella citata Prefazio- 


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DEL T R I SS INO. 105 

-iomc ritrovati a cafo tra le loro icritt-urc , e 
però creduti loro compofizioni , o forfè anche a 
■loro arbitrio, come fuole agevolmente accade- 
re, i fopraddetti Sonetti alle poefie de’Buonac- 
-COrfi fieno fiati aggiunti : non '{fendo mai credi. 

bile (dice il Signor Cavaliere) che un uomo dì lettere 
•Greche , Lutine , e I tal iurte, quale era il T rissino, capace 
di lavorare in nofira nativa favella l'epico Poema , la Trage- 
dia , e la Commedia , abbia poi avute rtecefftà di ufi.rpare a' 
Buonaccorji quattro Sonetti , per mendicare gli appi au fi dell' al- 
trui fatiche . Lo fteflò fi dica del Sonetto attribui- 
to a fra Guittone d’ Arezzo (233); c della Can- 
zone , che fi legge tra le Rime di Lodovico 
Ariofto X*34)« ' • 5 

Prima che facciamo pafiaggio ad altre còfe, 
fi vuol qui accennare, efiere fiato il Trissino 
il primo, che canzoni facefle con la terza ftan- 
za di compofitura diverfa, a imitazione di Pin- 
daro, come dice egli fletto nella quarta Divisone 
della fua Poetica: e un’altra fpezie di compor 
canzoni è fiata parimente da lui inventata , cioè 

-O con . 


( *33 ) Quello Sonetto > chc| (234) DelLi edizione di Ve- 
ti legge tra quelli di qucfto \nez.ia 1546. in 8. a car. 7..; la 
Autore dell’edizione di Firenze * qual Canzone, che nelle Rime 
1529. e comincia: (del Trissino è a car.' 5. 

Quanto più mi dijlrugge il ( principia.- 

mio pen fiero-, . Amor, da eh' e' ti piace 

nelle Rime del Trissino cl -Chela mia lingua parli-, cc 
a car, 18. j 


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IOJ La Vita 

con vcrfi di Tette, e di undici fillabe, tutti Tciol- 
ti, e ufolla in una Cantone indiritta al Cardinal 
Ridolfi (235) : il qual modo ftravagante e fcon- 
figliata cofa parve al Crelcimbeni (i*<y)> ma, 
come dille il Signor Marchefe Maffei (2.37)» Tu 
bizzarria d’un iblo componimento. 

XVL I Simulimi (Commedia in verfo fcioi- 

to) In P rnezja per Tolomeo J unitola da Breffa ne tanno 
MDXLVIII. di Ottobre in 8. 

Quella Commedia ( dì cui non Tappiamo eflerci 
altra riilampa , Tuorchè quella Tatta in Perona unita- 
mente coll' altre Tue Opere) Tu da lui compoftaa 
imitazione dei Mtnemmì di Plauto, aggiungendovi 
il coro-, e varie coTe mutando-, Teguitando in effe 
altresì le tracce degli Antichi, ed accoftandofi 
Tpezialmente ad Arifto/ane . Nella Dedicatoria 
al Cardinal Farnefe dice, che avendo in quefia lingua 

Italiana compoJ} 0 e l 4 Tragedia, e lo Eroicoy gli ' t* rut ° oU 
tra futili di abbracciare ancora qaefb' altra farle di $“fia , cioè 

la Com . 


(135) Quella Canzone end 
nd primo tomo ddla riftampa 
di Verona,. a car. 371. cola.., 
c comincia; 

Paghi , fu feriti , * venerandi 
Colli i cc. 

( 23<) Comenfarj et. Voi. 1. 
a car. a. 

1 * 37 ) Preferirne alle Ofere 


del Tr issi no a car. XXVI. 

Nella fopraccitata Scelta di 
Sonetti e Canzoni , lem.i., non 
{blamente le foppraddettc poefie 
del noftro Autore furono infe- 
rite, ma altre ancora, tutte e- 
ftracte dalle fue Rime della pa- 
lma edizione. 


del T r i s s i n o. 107 

U Cotomt dia, U quale tratta dille tuoni, e dei cojhmi degli 
uomini mediocri * e baffi; e con parole ridicole, e con burle fa 
io effetto de’fuoi ammaejhr amenti. Nella Sofia Dìvìfione del- 
la fila Poetica fa egli di quella fua Commedia 
menzione a 


Reca invero grandiflima ammirazione il riflet- 
tere } che Giovangiorgio abbia faputo con 
Uguale felicità comporre Poema eroico. Trage- 
dia, Commedia, e Rime; là dove (come oflèr- 
v° anche il Signor Marchefe Maffei (238)) i 
migliori Italiani furono folamente eccellenti in 
qualche genere di poefia; come l'Arioflo, che 
Poema, e Commedia fece> ma non Tragedia, 
fi il TafTo, che non compofe Commedia, fua 
non eflendo quella, che fu imprefla col nome 
di lui (23P). A che volendo noi alludere abbia- 
mo fatto di quattro differenti poetiche corone 
adornare il Ritratto del noflro Autore , che in 
fronte di quella Vita fi vede. 


O 1 XVII. 


( 3 3 8 ) Nella Prcfaz. alla ri- | 
Rampa di Verona a car. Xxv. 

( a 3? ) Tra’ lodatori della' 
Commedia del noftro Autore , j 
uno fi fu il P. Rugcri , cosi 
parlandone nella citata Decla- 
mazione a car. xxiiù 
,1 Hic fior Georgivs) anti- 
„ quorum poetarum , qui Co— 
n mie® Poefis lauream adepti,! 
» Slori® termino* pofteris cir. j 


» cumfcripfifle videbamur, Rre- 
,» nui adeò coocertationc inge- 
j„ nii adarquavir , eruditiflìmo 
!» PoCmatc , metro jfcripto , 

| „ quod Sim itL r mos infcripfit 

» * ut quonefeumque 

>» Comicum illuci Carmen le- 
» ftionc parcarro , ipfa fe mihi 
» antiqure Poefis facies verert- 
,, do, gravique afpc&u referar 
,» contemplanda. 


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jo8 La V r t a 

XVIL Egloga fafitrAie (in verfo Italiano) nel- 
la quale Tìrfe pallore invitato da Bauo capraro» 
piange la Morte di cefAre Trivuiào fotto nome di 
DAfm bifolco. 

Quello componimento fu inferito coll’ altre fue 
ogere nella riftartipa di Verona (240). 

XVIII. Altra Egloga (parimente in verlo Ita- 
liano), in cui parla Batto Capraro folo. 

E quella altresì fu llampata coll’ altre fue Ope- 
re (241)- 

XIX. Pharmaceutria U4* )• De mtTU 

(*43 )• 

Anche quella Compofizione , che è di clxxvil. 
verlì Latini, fu unita alle altre fue Opere nella 
riftampa di Verona (244): e perchè nel Codice 

v’era- 



(240) Tom. I. a car. 373. \ffripfft , quifquis ille fiat , qm 

(241) Tom. I. a car 375. \titulum aididit, non ertim ei,m À 

(242I Gli eruditici ini Signo- arbitror effe a manu Io. Gìor- 

rì Volpi diPadova, i quali fic- gii Trissini , quei» 
come aveano ideata Una edizio- ÌGracas litteras egregie caUuìJ- 
ne delle Opere del Th iss l»o|/f. apud The ocn- 

( comc è detto nella Prefazione) J tum <y Virgili"* muli" tff ve. 
così procacciarono, c ottennero ( nefica , five fuga, facru quihuf- 
dal fa chiarifsimo Giufeppc AnJ dam magitis in aworem homwcr 
ronio Salii una copia di que - 1 pellieìer.s,.- In hoc veri Poomate 
iY Egloga , eftra tra del codice \nulla de hujufmcdi artibus menno . 
confervato nella Libreria Am- j (— 4 L) Quello Batto fu Gio- 
brofiana di Milano j efiì , . di- van.batilta dilla Torre, gentil, 
co, (opra il titolo Adì' Egloga juomo Vcronefe , filofofo chia- 
medefìma giudiciofamenre of- ro , e amicilìiuio di Girolamo 
fcrvarono > che ineptì hanc E- Fracaftoro. 
tlogam PiiAUM aceutri am in- (T 440 Tom. U a car. 393. 


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DEL TRISSINO, IOS 

V’ erano alcuni vani? perciò dal foprammentova- 
to Gafpare Tri ss ino eruditamente furono em- 
piuti > e quivi fi veggono contraflegnati con ca- 
rattere diverfo. 

XX. Encomium MAximUiàni ctfarit . Sta quefto al- 
tresì coll’altre fue Opere della detta riftampa{245) . 

XXI. Due Epigrammi latini. 

11 primo di quelli Epigrammi (i quali furono dati 
a luce parimente in detta riftampa (245); fu fatto 
dal Trissino in morte di Pulifena Attenda, Ce- 
lcnate, piagnendo egli in perfona del Marito* 
Quefto fu tratto da un libretto ftampaco in Ve- 
nezia» in cui fi legge anche un’Orazione di Jo- 
vita Rapicioj da Rrefcia (247), detta in Vicen- 
za in morte della ftefla. L’altro Epìgramm* è quel- 
lo, che s’è riferito al di fopra (248), fatto da 
lui prima della ultima fua partita dalla Patria. 
• XXIF. 

( 2 45 ) Tom. 1 . a car. 389. più nella Seconda Parte, a car. 
Qucùo Encomio è di CHI. Vcrfi 63.efeg.91.eieg. 192. c fcg. dello 
eroici latini , e comincia Cosi. Specimen Paria Ut ceratura, &c. 
Heor.rn Jì fatta mihi , laudcfvo Btixia 173 9. 4. pubblicato dal 
-Dei-rum non meno per dignità, che per 

Quandoq; ut ctlebrem permit - virtù inorali , cd intellettuali 
tii carmini Phàebe , Eminentiffimo Cardinal Qui. 

En tempus , ncque fallar , a- fini : e nella Libreria Ere - 
defi} &c. feiana di Lion ardo C o^z^ando , 

(246) Tom. 1. a car. 398. \in Brefciu\ 6 vq. per Gio: Maria 

( 2 47 ) Di Jovità Rapicio ' Rizxxrdi in S. a car. 131. ove 
fi trova latta menzione neli , £’r-|è chiamato Raviz.zat, c fr dice, 
colano del Varchi a car. 427. o che fu lcctore di umanità in Vi- 
li ella Scan zia xx 1 1. della Biblio- j ccnza . 
tcca Polamcz car.120.121. mal (248) all’ annotazione m. 


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tio L a Vita 

XXIL Alcune poetiche Latine Compofizioni 
del Tr issi no non inferite nella fuddetta riftam- 
pa di Verona, furono ftampate nella Scambia XXIL 
della Biblioteca Volante- di Giovanni Cinelli ( MW • 
Quelle fono primieramente due ode (250); dopo 
cuifeguitano due evitati in morte dì Vincenzio 
Magre, fuo caro amico j e appreflfo feguita un epi- 
gramma ad fonticuium /»*« (251): e finalmente 
una Compofizione intitolata leges conviva les . 
L’Autore di efia scam.i a nel luogo citato dice» 

che quefie Poefie ad intelligenti, che le hanno vedute , fembra- 

\ 

no cofe fatte dal TnissiNO ne'fuoi pii* giovanili anni: ag>» 
giungendo, che il il Codice, onde le trajfe , benché fia 
ferie to net 1500;, mofira che già inclinava al fine il fecole , ed 
in confcgutnz.a molto tempo dopo l A di lui morte. DÌCC 1U 
oltre, che U Copifia era poco intendenti del Latine -, per. 
che vi fi trovano > alcuni errori, che mai fi poffono ’ attribuire a 

n illufire Autore. 

xxxrn.' 


(249J A car. 76. 77. 78 . 79- 80. 
c 81. E‘ mentovata da noi all’ 
annotazione in. 

{ ajo) La prima di quelle O- 
de comincia: 

Du&urus aurum nobile per 
Mare 

Carafve gemmai n avita 

fluttibus 

Non ante fe cautus mari . 
nis 

Crederet , & rapidi s pro- 
cella 8 cc. 

L'altra' ha quello principio: 


Pulcher o Sol, qui nitido s dies &' 
Das , & idem fubtrahis , 
a eque ter rie 

Humidam noSlem *. & pla- 
cidam quietone 

Riddi: avarie Sic. 

(151) Quello Epigramma è 
diverfo da un altro dal noftro 
i Aurore Grecamente compollo 
fopra il mcdcGmo fuo Fonti- 
cello di Cricoli , il quale di 
fotto regiftriamo tra le fuePoe- 
fie non ancora date a luce, al 
num* xxxi 1- 


I 


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I II 


D E L T R I S S I N O. 

XXIII. VOLGARIZZAMENTO .dì alcune Ode MQrazio* 
Quelle noi non le vedemmo» ma follmente ci 
atteniamo .all’autorità del Fontanini {252), e del 
•Quadrio (253)1 il primo de'quali dopo avere 
regiftrato un libro intitolato: Odi diverfe d' Orario 

volganzjzate da Memi nobilitimi ingegni , e raccolte per Giovan- 
ni Nar ducei da Perugia : fy Venezia , per Girolamo Polo, 1605. 

in 40 foggiugne fubito come fegue. Q*tJH vdga- 

■ fi datori fora XIJ. ai le f andrò Cofanzo , Annibal Caro 

Co fimo Mortili , Curzio Gonzaga , Domenico Ve- 
nitro, Francefco Veranda, Francefeo Crìftiani , GiovangIOr- 

■ cio Tri «ino, Giulio Cavalcanti,, Marcantonio T ile fio. Sir . 


Jorio 



(152) Eloquenza Italiana , a alleai»»? di luì ftampate in 5er- 
‘ Car * 5 35 * falla fola autorità del gemo per Pietro Dance dotti I7JX 
quale viene riferito quello libro in 8. a car. xxtv. tra le opere 
anche nella Biblioteca degliauto- del Vcniero regiftrando anche la 
ri Greci e Latini volgarizzati traduzione di alcuneOde dtO- 
«nferita nel tomo jcxii. c fegg. hrazio da lui fatta, taluna dice, 
» della Raccolta Calogeriana alla di quefte fi trova fiammata in un 

yoceOrazio, dovr ai tomoxxiv. I libro, che io mai non ho potuta 
3 ° 7 * f' sggiange ; libro avere, e che ha penitelo : Odi 
rari fimo , che non ancora abbi*. .diverfe ec. che è il libro da noi 
mo avuto incontro di vedere . ; fopraeckato, 

E pure grande Tappiamo cffcrc 1 ( 25+ ) Veramente il Signor 
ìiata la diligenza del P. Paico- j Anton.Fcdcrigo Seghezzi , di 
m, autore di detta Biblioteca, 'chiara memoria, nella Vita del 
per ritrovar un tal libro. [Caro per lui dottamente ferir* 
V 2 J 3 ) Storia e Ragione dì ta, e premcfTa alle lettere delio 
ogni Poefia-, tom. 2. lib. t, Dift ! ftcflfo dell’ultima edizione di 
I. cap. vili. Particcl.iv. a car. I Padova, apprejjo Giufeppe Comi* 
394. e falla autorità di lui il|m> 1742. in 3. tomo primo, 
benemerito delle lettere Sig. Ab. niente dice , che il Caro tra- 
1 icr-Antonio Serrani nella Virai dotte aveffe Odi eli Orazio, 
di Domenico Venterò , premeffa I 


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uà La Vita 

torio Quattr ornarti, e Tiùerio Tarfia. L'altro pòi riferì' 
fee medefimamente quefta Traduzione, cd edi- 
zione, e i nomi degli fteftì Volgarizzatori. 




OPERE 

DEL T RISSINO 

In Profa non iftampate. 

YV IV T\ UE ORAZIONI di Sereniffidee Mente di re. 
JL) mrje, ter ifirevere le Ci, ed dir*"™ *>“• 

imgoftn riedificazione delle J*e Mora.. 

XXV. ORAZIONE , ovvero ARINGA ( dettata 

in lingua Lombarda) de, e. 2 

M*U, ter ridare U D„m‘ * rei d ‘ ^ 

V,.ni,d di de,,. Terre. Di quella Orazione s e già 

favellato a baftanza per entro quella r „. . 

XXVI. Breve Trattato ài Architettura, coirai 

cune Piante di Edifizj fecondo le regole di Vi- 
travio.. Di quello Trattateli, abbiamo fatta meu- 
zione nel principio di quefta r,ta IMD* 

XXVII. TRATTAT O intorno *1 Mero Arbitrio. 

XXVIII- Due lettere latine a Monlignore 
Jacopo Sadoleto. XXIX . 


(>5J) V. fopra paj- 8. annot. IJ. 


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D EX T RISSINO. :I7$ 

XXIX. Un Volume di lettere , fcritte a mol- 
ti ragguardevoli Perfonaggi del fuo tempo , tra 
le quali molte ve n’ha da Soggetti cofpicui, e 
da dottiflìmi Letterati fcritte al T RrssINO ; ficco- 
me altresì ve ne fono di Principcfle, e di Da- 
me illuftri di quel fecoio . Da quello Volume 
fono -Hate eftratte dal Signor 'Marchefe Maflfei 
quelle , che leggonfi inferite nella iu a Prefazione 
alla riftampa delle Opere di Giovangiorgio» nella 
•quale egli nomina anche alcuni di que’Soggetti* 
2e Lettere de’quali indiritte al T RlS jrN© tro- 
vanfi nello ftelfo Volume* e di quelle Lettere-, 
tanto llampate, quanto manuferitte , ci fiamo noi 
fpezialmente ferviti per compilare quella vita . 
Gli Originali di tutte le fuddette opere in Prof a 
manuferitte (fuori de\Y Aringa) > e delle feguenti 
pur manoferitte in Verfo, fi confervano di prefen- 
te apprelfo i mentovati Signori Conti Trilfini 
dai vello d'Oro , difeendenti dal nollro Letterato 1 
le quali tutte fono Hate con molthTima diligen- 
za raccolte, cd unite in due volumi in foglio 
dai Signor Abate Don Bartolommeo Zigiot-ti , 
che colla Lolita gentilezza* e benignità -ce ne 
•ha data contezza* e ci ha proccurato la como- 
dità di vederle. 

XXX. Due LETTERE Volgari al molto Reverende 
Mejfer Hieronymo di Gualdo Canonico . L’Originale di 
quelle Lettere , (le quali purcnon fono tra le fud- 
dette)* fi conferva prefentemente nella Libreria 

P de 


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u 4 L A V I T A 

tfc’PP, Somafchi della Salute in Venezia, in una 
raccolta di lettere di diverfi fcritte ai Co: Co: 
Gualdi ; donde anche furono eftratte quelle che 
fono ftate pubblicate col titolo di Lettere dPUomini 
Jlluflri del Setolo decimo fettimp non fin fiampate ( 2 5 5 • L’ 
una di quefte due Lettere è fegnata di Roma adi XXII. 
dì Aprile MDXVlt; l'altra è fenza data (157)- 


OPERE 



(356 ) he Venezia, nella li della Madre di Dio a canili. 
Stamperia Baglieni, 1744.108. della Prefazione al fuo S. Pier 
edizione p roccarata , e di note Grafologo ltampato Venetiis a- 
corredata dal più volte nomi- pud Thomam Bettinelli 17$** 
nato P. Paitoni. fol. „Ne... ingratiffìmis quibuf- 

( 257 ) La notizia di quefte «quevidearaccenfcndus, illau. 
due Lettere ci fu comunicata «datura iri non panar ci. & 
dal fuddetto P. Paitoni, a cui „do<2iflìmura P. D. Jacobum. 
in anellazione delle molte obbli- «Mariam Paitonum Congrega, 
gazioni noftre pc' lumi, che ci «rioni* de Somafca: Virumju- 
fomminiftrò, e per la cura, che „ vandis natura amicis, mihique 
fi prete di acudire, e di aftìfter, „ prae caeteris recolendtrm: quippe 
all’edizione della prefente noftra 1 „ nullam non adhibute diiigen. 
Operetta, domandiamo licenza „ tiam , folertiamquc ur editto 
di qui trafcrivcre quanto di lui » harc nitidior Se caftigattor pro- 
lafcii ferino il P. Sebaftiano Pao- [ u direi . 


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»'5 

0 3? E H E 

DEL TRI SS INO 

.. in Verfo non iftampate. 

XXXI, T TN'ODE Latina; in lode d’ Ippolita 
Benti voglio. 

XXXlL Un Epigramma Greco, in lode del 
piccol Fonte della Tua Villa di Cricoli. 

XXXIII. Una Canzone, e xxx. Sonetti. 

XXXI V. Se fi vuol dar fede a Paolo Beni, 
il noftro Autore fece anche due e?ìt a ffj in 
morte di Bianca Trillino, fua feconda moglie: 
11 qual Beni dice altresì, che ferbavanfene gli 
Originali nella Libreria Ambrofiana di Milano 
(as 8 )* Per altro quelli non fono tra T al- 
tre fuddette fue Opere manoferitte. 



: 


P i 


©PE- 


( 158 ) V. fopra a car. ji. al - 1 riferite le parole del Ceni in u 
l’annotaz. ioa. , dove fi fono j propofito. 


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OPERE 


n$ 


ATTRIBUITE 

AL TRI SS I N O* 

XXXV. T A Rettorica-, Chi attribuì al noi 
A- / ftro Aurore queft’ Opera ( 2$ 9 ) 
non ci- diede k ragione del poter ciò fare. Cer- 
tamente che non fi può dire con fondamento 
che alcuno fin ora la vedeflè giammai 1 -, e quan- 
tunque il P. Rugeri abbia detto,- che il Trissino- 
Infegnamenti Retorici mandaffe in luce ( 2*5 o )\ 
non però di meno offerir non fi puote, aver egli 
comporto libro fpezàale fopra detta materia. Per 
la qual cofa noi regniamo per fermo,- che fe 
pur vogliali dire , eh’ egli abbia veramente ferir- 
ti Ammaeftramenti dì Rettorica, d’altro inten- 
dere non fi debba , che di quanto egli fcriffe 
e trattò nella VI. Divisone della fua Poeta*. 

XXXVI* Dante deiu volgare Eloquenza ( tradotto; 

in Ita- 


( 25 9) Paolo Beni nel Tr*tt. 
t*t. deir Orig. dell* Famigl. 
Triff. lib. 2. manuferitto , e ’l 
Cavaliere Zorzi nel Difcorfo 
fopr a l'Opere del T ri ss i n o , 
fanno lo autore di tale Opera . 

(260} P. Rugeri Trtuirt a &c. 
pagi xx it. Prì€cepta edidit 
RhetoricìSj & eloquentijfimnj 


fuorum temporum Orator , fum- 
mo cum ingenìi ac untine facun- 
di * fu* l all e am elequentiam 
multi v ,■ & dijfìciUimii legatio- 
nibus- apud Afagnot Rtgtt , & 
Principe s ita fepe declaravit > 
ut dr eorum fibi gratiam cónci- 
liarit y & magnani apud omnet 
auiloritatem . 


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del Trissino; 117 

Ìli Italiano ) In Vicenza per T olomeo Janiculo da Brejjfa > 

mdxxix. in foglio. 

e ( col Dialogo del CafielUno ) In Ferrara 

ter Domenico Mammartlli MDLXXXIII. in 8. 

e (nella Galleria di Minerva , parte fecon- 
da , a car. 3 5 *) InVi inezia preffo Girolamo Albrix.z& > 16 $6. 

in foglio; 

e finalmente coll* altre fue Opere in j 5 ? 

tona (261 ). 

H Libro è dedicato da Giovambatifta Dona 
a l Cardinal de’ Medici. 

Si dubitò per lungo tempo ^ fe Dantè fia ve* 
ramente fiato autore del tefto Latino di queft* 
Opera, di cui a tempi del Tr. issino niuno v’ 
era, che ne a vette contezza. Egli fu il primo a 
pubblicarla in Firenze, allora quando vi fu con 
la Corte di Leone X., come dice il Fontanini, 
il quale anche lungamente favella di molte let- 
terarie contcfe , alle quali die motivo la pubbli- 
cazione del Libro fteflb (252), che finalmente 
fu riconofciuto per vera fattura di Dante . Ma 
cosi non poniamo noi dice del Volgarizzamen- 
to, di cui e fi dubitò, e fi dubita tuttavia, f e 
fia del Taissinq: e non oftante che tra le fue 

Opere 


(a6i) Tom. 2. a car. 141. 1 

( 262 ) V. il Fontanini nell’ 
Eloquenza lui. dalle car jjy. I 
tino alle car. 246. e ndl'Amin-\ 


ta di Torquato Tajfo difefo ec. 
In Venezia 1730. per Stbaftia • 
noColeti , in 8. a car. 623. c fegg. 


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r*8 LA VITA 

Opere d annoveri , molti letterati vi Tono , i 
quali affermano non effere di lui . Tra quefti 
fpezialmente v’ha il Cavaliere' Zora, il quale 
nel Difcorfo /ofra r- opere del noftro Autore {26$ )> 
dopo aver regiftrate le Opere di lui in Profé) dice 
di ommetter la verfione de’ libri de vvlgari 

ELOQUENTI A di Dante, torchi non li giudica tra- 
dotti dal Tri ss ino, nté fatalmente da Lui fatti /lampare', 

aggiugnendo, provar egli ciò con buone ragioni 
nella «m del me defimo Tjussino da lui fcritta 
( 2<?4 E in fatti in detta Vita manoferitta ( 265 ) 
egli adduce varie ragioni per far pur credere* 
che non fia del Trissino la fuddecta verfione. • 
Dice primieramente di non aver trovato scrittore' 
alcune) che provi con evidenza il contrario, nè 
congettura, che pervadere lo poteffe con pro- 
babili fondamenti: anzi.aggiugne, che nèilTom- 
m afini nella vita del noftro Autore inferita ne*' 
fooi Ehi), nèì Ghilini nel primo volume del Tuo 
Teatro , nè lTmperiali nel .Mufeo ifiorico , dandoci il 
Catalogo delle di .lui Opere , di quefta ne fe- 
cero menzione alcuna ; * V* li accreditati Scrittori, 
(dice egli ) , non ì pojptile » che fi fieno inferni accordati, o 
per inavvertenza a forfajfare la deferitone di queft' O t era, , 
per malizia ad occultarne il regifiro .( Laqual ragione per 

altro 


tì6%) A car. 441. 1 àdli prefentc noftra Opera. 

(164) Di quefta Vita abbia- > (*$5 ) A car. xj>o. a tergo » 

ciò riferito il titolo nella Prefa- ,c feguenti» 


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DEL T-RIS.SINO. Jljj 

;altro ci fcmbra affai frivola, perciocché moke 
altre opere del noftro Autore han tralafciato di 
regiftrare quefti Scrittori.) Oltre a ciò dice, che 
effendo detta -verfione malamente dettata in Ita- 
liana favella, farebbe!! perciò «* affronto patente ai. 

la fempre verter abil m (moria del T r i s s i n o , aggravando , . e 
sfregiando ing'mfiamente la fua reeognizione , col? attribuirgli un 
lavoro male intefo, t malamente tradotto-, facendo anche 

offervazione , che non dal T RISSINO , ma da 
Giovambatifta Doria, Genovefe, è ftata quella 
Traduzione dedicata l’anno 1519. al Cardinale 
Ippolito de' Medici, con dirgli nella Dedicato- 
ria, che Dante Jiccome ave a ferino f Opera fieffa in Latino 
idioma , cosi la trafportaffe nell'Italiano (2 65). Soggjll- 

gne di più lo fteffo Signor Cavaliere , che fe 
Giova NG ioRGio foffe flato l’Autore di quella ver- 
fione, e’ non l’avrebbe poi allegata nel fuo dia- 
logo del Gabellano a fua difefa, come fe foffe fia- 
ta Opera di penna altrui (257). 

Que- * 

. - • X \ v ' 

^ B 

, . .1 M — 


( 266 ) II Fontanini neH’£/e- 
quenza Italiana a car. 10A. dif- 
fc , eflere ftata la detta veriio- 
nc pubblicata dal Trjssino ; c 
’l Muratori nella Prefetta Poe- 
fta Italiana tom. prim. a car. 
2 3. della edizione di Modena 


( 267 ) Il T r 1 ss 1 ho nell’ 
accennato Dialogo fa , che Gio. 
vanni Rucellai lotto nome di 
Caffettano dica ad Arrigo Do- 
ria quelle parole: Deh per vo - 
fra gentilezza M. irrigo guar- 
date un poco nel mio ftudio , e 


1706. in 4. fende, che il libro portate qui il Libro della Vol- 
De Volgari Eloquenti* trafporta-\gar Eloquenza di Dante tradot- 
to in Italiano , fu dato alla Ite- J to in Italiano . 
et dal Trissimo. ! 


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no L A V I T A 

Quelle, ed altre rimili ragioni adduce il Si- 
gnor Cavaliere a provare» che il Tlissi no non 
fia {lato l’Autore di tale Volgarizzamento i alle 
quali aggiugner fé ne può un’altra piò torte, 
cioè, che fé egli non ebbe alcun riguardo a 
pubblicare, come è detto, in Firenze il tefto 
Latino di queft' Opera col nome di Dante, Tuo 
vero autore, molto meno l’avrebbe avuto a iar 
fapere? che fua propria era la traduzione Italiana*, 
e manco avrebbe comportato , che il Doria nella 
Dedicatoria al fuddetto Cardinale dieeffe, che 
Dante (il quale, fecondo il Tuo dire, l’Opera ftef- 
fa in Latino compofe , affinchè intefa [offe dagli Spagniuoì 
li, Provenzali, e Pranzo fi) la TRASPORTASSE ancora nel 
r.oftro Idioma. 

Anche il Fontanini U<?8) fu di opinione, che 
del noftro Autore non fia il predetto Volgariz- 
zamento! poiché dopo aver detto, che egli in 

per fina del Caft oliano non approvò la ragione del Doria, che il 
litro fojje firitto in Latino per effer.t iute fi dagli Spagnuoli , 
Provenzali , a Frant.efi di queir età » foggiunge filbitO 
Che appunto di qui fi fa chiaro , che fi il Tr. ISSINO difior, 
da in quefto dal Doria , non può effer autore del libro nteffo fio. 

ra dal Doria . E poco appretto aggiugne (2 69), 

che 


(268) Eloquenza Italiana a I cademico Fiorentino nelle Offcr. 
trar. ij8. e frgg. vàzioni ali' Aminta difi fi dal 

(169) Ivi a car. IJ9- I Fontanini a car. 236. noraz. t. 

Vcggafi ciò , die dice l’Ac- (-della citata edizione : benché 

non 


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DEL T R I S S I N O. IH 

<hc non farebbe ereffa I affermare , poter ritrarji dallo file del 
Volgarizzamento j cheti libro foffe lavoro di Dante : COnchiu- 

dendo finalmente) che a sè batta poter lìberamente 

afferire , che non è farina del Trissino, avendo egli del fari - 
fatta menzione del teflo Latino, e della verfione Italiana , 

Ben è vero) che a tutto ciò fi potrebbe op- 
porre) che lo ftampatore di quella verfione fu 
Toiommeo janùoio , ftampatore ordinario del Tris, 
-sino) che efla fu ftampata io Piceni* fua Patria, 
e nel 1529,, anno, in cui egli tante fuc Opere 
mandò a luce, e co' Caratteri medefimi da etto 
inventati; ma poco ciò vale , fe fi voglia confi- 
derai , che gli Stampatori co'proprj Caratteri, 
c ne’luoghi , dove abitano , poflfono ftampare 
qualfi voglia libro, e di qualunque autore; co* 

Q. 


non ben* fi efprime ; e’1 Cuoi quello luogo dell 'jlminta pari» 
dire, che le ragioni , e fautori-, chiaro ; imperciocché dicendo, 
tà d'altri (citandogli appreiToi) avere il Trissino , nel Dialo- 
feno troppo grandi , e forre -por ( go del Cafiellano , favorito tut- 
poter dubitare non di Dante | ta l'Italia , intorno alla dino- 
luffe il libro de vulgati £/<,-, ininazione della lingua noftra, 
quentia, è equivoco, mentre non con f autorità di Dante nel li - 
bene s’intende, fe voglia dire, i bro de vulgari Eloquenza , da 
poterli dubitare , che di Dante j/#i tradotto; pone il lettore ics 
non fia il teffo latino di que l dubbio di interpretare o che 
fì’ opera* e di ciò certamente Dante medefimo ne fuffe iltra- 
non v’ha più contefa ; o pure ! duttore , o pure il Trissino; 
che fuo non fia il volgarizza- il che fe aveffe intefo di dire, 
mento; c in ciò alale non s* 'avrebbe contraddetto a quanto 
apporrebbe. ! fcriffe nell’ Eloquenza Itali*. 

Nè anche il FoQtanini in \ na. 


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*21 La Vita 

me dilfe il predetto Cavaliere Zorzi ( 170 >, con 
aggiugnere, che il noftro G io va n Giorgio net 
pubblicare quella ver bone; fi f* r ì fervùo de\ fuoìcarat. 

t tri Greci, perchè da lui creduti migliori per Pefprejfione perfet- 
ta di noftra Italiana favella . 

Con quelle ragioni, e con altre, che ommet- 
tiamo a motivo di brevità, foltengono i predet- 
ti Scrittori, non elfer del nollro Autore la fud- 
detta verdone; e ’1 Signor Marcitele Maflfei fe la 
fece (lampare, come abbiam detto, tra l’ altre 
lue Opere, non però di meno non dice» elfer 
cflà fattura di lui. Comunque fi fia, abbiamo 
giudicato miglior cofa elfere e non porla tra le 
Opere da lui fenza dubbio compolle, e non 
tralafciare affatto di regillrarla , sì perchè va at- 
torno col nome di lui» e sì ancora perchè avvi 
qualche fcrittore> che la cita come di lui fattu- 
ra (271). 

XXXVII. R ERUM ricent irtarnm Compendiane a Io. 
Georgio Trusjno confcriptum . In fine leggonfi quelle 
parole : Ha* fìrhfi t*fi dtpepulationtmUrUt Rome, dum Le. 
lattee tram apud Remp. renet am prò Clemente rii. P.M. Que- 
llo Componimento non è mai flato Rampato 5 cd 

una 


( 270 ) rita del Tr I s* 1 n o fima» ed utilidìma Stor. e Re. 
manuferìt. a car. 294. a tergo, gion. d'ognì Paef. Tom. I. lib. 

( 271 ) VeggaG il Qua dr < 0 ,2* Dift.4. Particel. 1. a car. 71 j. 
nella più volte citata nobili!- ] 


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del TRISSINO. 12 j 

una copia ne avea il Cavaliere Zorzij come egli 

afferma nel Difcorfa intorno alle Opere di (jIOVANGIOr. 
GIO ( 272 » Ove dice, che con tutte le particolarità , eh* 
fi leggono nel principio, e nel fine di quefi Opufcolo , non può 
indurli a dichiararlo per legittimo parto del nofiro incompara- 
bile Tìussjno; quando non fi volejfe far un manif*(tifimo af- 
fronto alla fin cognizione , con attribuirgli un’ Opera piena d' 
errori , far fa di notizie , e biafimevole per t infelice efpr e filone 

latina* e Io fteflò replica nella v tt* manu- 
fatta del medefimo Tri SS in 0 (273). Così tie- 
ne parimente il Signor Marchefe MafFei, dicen- 
do (274), che quetV Opera ì cofa deboli filmai * *fi*t- 

to lontana dal poterfi credere di lui. Anche il Signor 

Apoftolo Zeno era del medefimo parere , aven- 
doci detto a bocca in Venezia, che certamente 
egli non la credeva fattura del Traino* 
XXXVIII. Tra le Opere del noftro Autore 
ftampate, avvi (175 ) chi ne regiftra una intito- 
lata CORREZIONE della Tragedia Rofmunda . Ma chi 
ha mai veduto ftampata un’ Opera tale? Ci ma- 
ravigliamo bene, che. il Cavaliere Zorzi, uomo 
di moltiflìma erudizione fornito, non offervafle, 
che per effa altro certamente intendere non fi 

Q. a vuole, 


(272) A car. 44,. I delPOrig. della Famigl. T rifi. 

(273. A car. 299. jlib.j. oianofcritco a car. 33. e 

(27+ ) Nella Prefazione alle '. '1 Cavaliere Zorai nel Difcorfa 
Opere ec. a car. xxxi. |ec. a Car 43.0. 

(27$) Paolo Beni nel Tratt.] 


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ii4 La Vita 

vuole , fuorché una emendatone j o mutatone di al- 
cuni veri! della Tragedia di Giovanni Rucellai* 
intitolata Rofmunda, il quale avea pregato il Tris- 
sino che la rivedeflè (ficcome altresì ordina 
avanti di morire , come fopra abbiamo detto 
( 17 5), che le e Xoufie non foflfero pubblicati, 

fe da lui medefimo non folfero ftati prima rive- 
duti e corretti) : e quindi è, che in detta Trage- 
dia, come olfervò anche il Signor Marchefe Maffei 
( 277} , trovanfi de' veri! affai più fomiglianti 
allo fide del noftro Autore, che a quello del 
Rucellai , 

XXXIX. Alcuni Scrittori, e tra quefti il Tom- 
mafini (178), Paolo Beni (27 p)? e*l Cavaliere 
Zorii (280) dicono, che detTiussiNo fiano al- 
cune Opere, cui danno i feguenti titoli: 

La BASE del CriHUtio ; 

Ir A COLONNA dtlU Repubblica-; 

IL CAPITELLO della Vita Umana', 

IL FRONTESPIZIO della Vita Umana, 
le quali Opere nè fono fiate mai pubblicate > 
nè da niuno certamente fi sa, dove effe fi tro- 
vino di prefentev e non oftante che abbiano 
detto i predetti Tommafini, e Beni, che allora 

fi con- 


(*76) V. fopra a car. jr. f { 179 ) Trattar, dell' Orig. 
( 377 ) Prefazione alle Opere * ec. tib. a. manoferitto a car. 
tc. z ar. xxxi. jj. 

(178) Elegia &c. a car. (180 ) Difcorfo ec. a car. 44»» 


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DEL TRISSINO. ;i2,y 
fi conferva vano preflfo i fuoi credi (28O? pure 
quivi certamente non fono. Anche il Doni vera- 
mente ne regiftrò il titolo fenza più nella seconda lì. 
ireria ( 2.8ì )* ma con quella differenza? che T 
ultima d’efle Opere fu da lui chiamata Frontefpi- 
xio delle clone. E benché nel principio di quella 
fua Opera ^284) dica il Doni di aver mejfo infie- 
mt tutti i Cicalai tri da sé veduti a ferma, de’quali 11 C 
aveva avuta notizia j e benché foggiunga? che 
di tali litri etmfofii (e regiftrati in detta fua Libre- 
ria, fochi c’credeva fodero per elfere ftampati» 
con con ciò fofle colachè erano libri rari , e inma. 

no di per fané , thè non li voleane dar fuori , mapiuttofio ardergli : 

nondimeno ci accordiamo volentieriflìmo colla 
opinione del Sig* Marchefe Maffei (183 ) intorno 
a tali Opere? cioè che non fi fono vedute mai ; ma che 

iono Hate alcune per equivoco , altre ridicolmente intitolate. 

E crediamo parimente, che lo fteflfo fi debba 
dire d’un altra Opera dal medefimo Doni (185), 

e dal 


(281) Tommafin. loog. eie- ! ( 18 j ) Nella Lettera , die egli 

■jQfud Comitcs T rijfnos iffius i' colla fua lolita bizzarria intito- 
Fi are ics affervantur : La Bafe la A coloro che non leggono , a 
del Chrifiianoì ec.Beni Trattar. car. io. eli. 
fc. lQ0g.cit.L4 Bafe del Chri- 1 {'184) Prefazione alle Opere 

Jtianoec.con altre Operette ferie. 1 ec. a car. xxx 1. 
te in prò fa, fono in Caf a de’ fuoi' (285) In un’ altra Opera, io 

Utrcdi. cui regiftra le Opere ftampatc 

(282 ) La Seconda Libreria ài Autori Volgari , intitolata.' 
del Doni ec. Jn Vincgia 5 jj. La Libreria del Doni Fiorenti. 
in 8. a car. 91. i no , nella quale fono ferini cut - 

ti ili 


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I2<y JLA VITA 

e dal Cavaliere Zorzi (285) attribuita al Tri*, 
sin or da eflì intitolata: commentario dtii* 
c»fe d fidisi concioffiacofachè non fi fia mai 
veduta. 


IL LINE. 



T A- 


ti gli Autori Tolgavi ec. In Vi- 1 (186) Difcorfo intorno alC 

negis prtjfo Altobtllo Salicato ■ Opere del Trissino acjr. 440. 
1580. in ii, a car, ai. à tergo, f 


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127 


TAVOLA 

DELLE COSE NOTABILI 


li numero primo lignifica la pagina, e quello 
dopo ». lignifica il numero 
della nota. 


A 

» Cc ade mia della Crufca . 

Vedi Crufca. 

■■ di Siena pcnfa di aggiun- 
gere nuove lectere oli’ alfa- 
beto Tofcano. 33. e feg. 3 6 . 
». 66. e feg. 

- Olimpica. Vedi Accade- 
mici Olimpici. 

- . _ Trifsina perchè così det- 
ta. io. t feg. ». 22. 

Accademici Olimpici fanno rap- 
prefentare la Sofonisba del 
Trillino 2 6 . e feg. ftabilifcono 
di far rapprefentare una Fa- 
vola Pajlorale . ivi. Decreto 
loro in tal propofito . ivi, 
». 48. loro Accademia a che 
fine idioma. ivi. fanno in- 
nalzare nuove datue al Tuf- 
fino, e ad nitri 65. — w 

Accademico Fiorentino, 
non bene fi efprclTe in cer- 
to luogo delle fuc OJfervaz.it. 
ni /opra la Difefa dell" Amin- 
ta del T affo fatta dal Fontani- 
ni . tal. n. 269. 

dall’ j 4 cq.ua (Aurelio) va in un 
col Trillino Orator per la Pa- 
tria in Venezia 31. n. 54. vi 
torna di nuovo. 49. 

d 'Adria (Cieco). Vedi Groto 
(Luigi). 

Adriano VLfuccede a Papa Leo- 


ne X. nel Pontificato. 29. 

Alamanni ( Luigi ) fua Colti- 
vallone dove dampata 51. n. 
tot. citata 81. ». 16 j. Vita di 
lui da chi feruta ivi . credu- 
to inventore del verfo fciol- 
to ivi . e feg. 83. ». 170. di- 
chiarato dal Fratello Palla fc- 
guace in quello del Trillino 
87. lue opere quando ftam- 
patela prima volta 82. n.167. 
citata 98. 

Alberti (Frate Leandro) nella 
fua Deferitone di tutta V 
Italia ioferifee un’Opera del 
Trillino 74. dove dampata 
ivi ». 150. parla con lode 
di lui ivi . ». ìjt. 

Alfabeto Italiano bifognofo di 
nuovi caratteri . 33. 38. ». 
68. formato di caratteri Greci, 
38. Vedi Caratteri - 

Al farmi ( Tommafo Severo) a 
lui è verbo indiritto un O- 
pufcolo dall’ Orcadino 37. 
». 68 . 

Angitlello ( Antonmaria ) Ac- 
cademico Olimpico , eletto 
con Paulo Chiamino , Crifto- 
foro Bar bar ano , e Giro- 
lamo Schio alla feeltad’una 
Favola Padorale da rapprefen. 
tarli nella fua Accademia 28. 
e feg. ». 48. 

Aretino (Pietro) biafimai nuo- 
vi ca- 


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128 Tavola delle Cofe Notabili. 


vi caratteri inventati dalTrif- 
fino • 68. fuc Lettere ( Pa- 

. rigi per Matteo il Maefire 
1609. 8. Voi. VI. ) citate 
ivi. «.n 6. 

durezza ( Fra Guittone) ò cre- 
duto di lui un Sonetro del 
Trillino ioj. 

Argelati (Filippo) nella jfua Bi- 
bliotheca Scriptor. Mediala-, 
ntnf. trafetive un cpitafio fatto 
dal Trillino a Demetrio Cal- 
condila . 5. dove Campata 
ivi. ». 8. 

Ariefla ( Lodovico ) edizione 
del fuo Furiofo citata 38. tt.68. 
Offcrvazione fattavi dal Ru- 
fcclli ivi . è poco apprezzato 
dal T rifsino 99 . «.aia. c credu- 
ta di lui una Canzone del T af- 
fino. ioj. non fece mai Tra- 
gedie. 107. ci tato 9 y. c 96. 

degli Aromatari (Giufeppc) fua 
Raccolta degli Antori del ben 
parlare dove ftampata 68.». 
122. in effa dà luogo a più 
Opere del Trifsino ivi. 69.70. 
s’intitola Sobafiatto , c per- 
ché. 68. 122. 

Atanagi (Dionigi) fua Raccol- 
ta di Rime di divtrfì nobili 
Poèti T ofeani dove ftampata 
53. «. 104. citata jj. n. 107. 
e 109. 102. 

Attenda ( Pulifena ) fua morte 
pianta dal Trillino in perfo- 
ri del marito. 109. 

Auditor- Nuovo Magifi rat ti- 
ra in Venezia a*. 

_ — Vecchio altro Magi Ara- 
to in Venezia 47. 

Avogadori Magiftrato in Ve- 
nezia 2 2. . 

ò'AiiJfria ( Margherita ) ; a lei 
il Trillino indirizza un So- 
netto. 102. 


B 

B A rearano ( Criftoforo ) 
interviene a un Configlio 
dell’Accademia Olimpica in- 
vece di Lionardo Tiene. 28. 
«.48. Vedi. Angiolello. 

Baratti ( Giovannandrea ) cenfu- 
ra con ragione Monfignor 
Giulio Fontanini nella fua Di- 
fa degli Scrittori F errar eji 86. 
dove ftampata ivi ». 173. 
Bartoli ( Daniello ) ufa 1 J con- 
fonante inventato dal Trilli- 
no . 39. non bene cenfurato 
dal S ig. Domenico M* Manni . 
ivi. 

Batto, nome paftorale . Chi fot- . 

to vi folle nafcofo.i 08. ».i4|. — 
Beecanuoli (Lugrczio) fua Ope- 
ra citata > c dove ftampata 
47 -»-? 4 - 

Meliini ( Giovanni) pittor cele- 
bre non fece il Ritratto del 
Trillino. 64. effo Ritratto 
premefTo a quella noftra Ope- 
ra perchè adornato di quat- 
tro differenti corone poetiche 
107. fua morte 6J. 

Bembo (Pietro Cardinale,) lo- 
dato 4. ». 4. fue EpiftoU do- 
ve Rampate 23. ».40. citate 
24. «.41 due di effe fcritte 
a nome di Leone X. riferite 
a 3. e feg. fcrivc regole di 
noftra lingua 69. fa autore 
il Trifsino del verfo fciolto 
88.». 17 6. fue Rime pubblicate 
per opera del Sig. Ab.Sertaf- 
fi citate 102. ». 225. rifponde 
nellemedefimedefinenzea un 
5onerto del Trifsino. 103. 
c feg- 

Beni ( Paolo ) fi crede autore 
di certo libro. 3. ». 2. filo 
Trat- 


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Favola delle Cofie Notabili. 12.9 


T ruttata del? Origine della 
Famiglia T rijfino dove Ram- 
pato . ivi. iua erronea opi- 
nione incorno al Trillino 6. e 
intorno all’ ifcrizione dclfuo 
palazzo nella villa di Cticoli 
io. nora di malevolo ilGio- 
vio 4*. n. So. fa il Trillino 
autore di «ree opere . 51. ». 
xoi. 1 1 J.a fegg. fina al fine . 
lo fa fepolto pel Depofuo 
del L afe ari 59. n. 114. parla 
con lode di Bianca feconda 
moglie del Trillino 48. ». 
95. citato 4. ia. ». 23. 23. 
w.41. 

Benrivoglio( Ippolita ) a lei c 
indirizzata un’ Ode latina 
dal Trillino 115. 

Bergamini ( Antonio ) imitò 
.con poca lode la manieradi 
Ceri vere tifata dal Trillino • 


Bragia ( Marco ) , Con Agli e 
dell’ Accademia Olimpica vi 
mette un SoRituto ». 28.48. 
Buonaccorfi . Vedi Montemagna. 

c 

C Arco trote, a ( Demetrio ) fu 
macftro del Trillino nel- 
la Greca letteratura. 4. dopo 
morte gli è dal medefimo e- 
retto un Depofico con Epita- 
fio in Milano ivi. lodato dal- 
lo RefTo nel fuo poema dell* 
Italia Liberata . 6. ». io. 
Calogeri ( P. D. Angelo ) lodato 
per la fua Raccoltad'Opufcoli 
Scientifici , cc.lll.e /<£. quan- 
do cominciata a Ramparli . 
e quanti tomi fin ora pub- 
blicati ivi. citata 6 7. ». 1 20. 
tir. 0. 252. 


3 9- ». 7.3. 

Bejfarionc ( Cardinale ) nomina- 
to con lode nell’ Italia libe- 
rata 6 . n. io. 

Bevilacqua (Cecilia) madre del 
Trillino. 2. 48. ». 9j. 

— ... . ( Guiltlme ) avo mater- 
no del Trifsino2. 

Bocchi ( Fraaccfco ) ( ne’ fuoi 
E log. Virar. Florentiner^Eis- 
rentia 1608. 4. ) fa autore 1' 
Alamanni del vetfo fciolto 
*i. 0. 163. 

Botrrttro ( Criflian-Federigo ) 
rraferive nel fuo libro de 
DoRis IJominib. Grac. un E- 
pitafio fatto dal Trinino a 
Demetrio Calcondila . 5. do- 
ve Rampato, ivi. n.9. 

Bojardo ( Matteo Maria ) il 
fuo Orlando è confrontato 
da Torquato Tallo colla fua 
Gerufalemmc liberata quanto 
all’ Eroe 96, 


Camera (Antonio ) foRituiro 
Confervator delle Leggi nell’ 
Accademia Olimpica. 28. «. 

j Campeggi ) Lorenzo Vefcovo 
f dLFeltre . con lui conferifce 
il Trifsino gli affaci di Leo- 
1 ne X.17. 

Capponi ( Marchefc Aleflandro 
! Gregorio ) Catalogo della fua 
libreria . 67. n. 120. sbaglio 
prefo dal Compilatore del 
medefimo ( il fu Monfig. 
Gio: Domenico Giorgi ) 91. 
». 183- citato 69.». 132.71. 

| 91-*' 

da Capugnano (Fr. Girolamo ) 
fuo Itinerarium &c. 1 1. ». 22. 
dove Rampato ivi. 

Caratteri aggiunti dal Trillino 
all’ Alfabeto Italiano . 34.». 
60. ‘ 37. ». 67. abbracciati 
uni verini mente dagli Scrittori 
anche Fiorentini. 38. calcu- 
R ni 


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I JO Tavola delle Co fé Notabili, 


ni accettati dall' Acadómi a de/- 
la Cru£ca. 39. «.73. aggiunti 
daClaudìo T ol onici .37.H.67, 
< orlo V. Imperatole 3 concede 
al Trillino il Fello d' Oro 
17. 43. libera Pavia dall’af- 
fedio de’ FranzeG . 40. fa 
prigione Franecfco 1 . Re di 
. Francia .. 41 . fa lafcìar li- 
beco Papa demente VII. di- 
tenuto dal fuo efercito , ene 
i ringraziato 41. «.78. è co- 
tonato in Bologna dallo Hel- 
lo Pontefice . ivi. tempo di 
tale foiennicà. ivi , ». 7 9. fa 
il Trillino Come c Cavalie- 
re col privilegio di ornar P 
arme Gentilizia col Vello d* 
oro 43. gli i dedicato dal 
Trillino il poema deli' Italia 
Liberata 53. 90. «.183. filo 
gradimento . 54. fi abbocca 
con Paolo Hi. jj. dalle fue 
armi vienefattoprigione 0e- 
. mente VII. 85. die per ordi- 
ne di lui nc è liberato 4:. 

, ». 78. ifiituifee Duca di Fi- 
renze Aloflandro dc’Mcdici . 
86. citato 5 8. 59. ». 1 1 4. 
CarWVlll. Re di Francìaquan- 
do venuto in Italia 84. 

Caro (Annibale) -fu» volgariz- 
zamento d’ai cune Ode d’Ora- 
zio citato 11 1. Tua Vita feru- 
ta da Anton-Federigo Seghez- 
zi. ivi. ». 254. 

del Carretto ( Marchefe Galeot- 
to ) fetide una Tragedia in 
ottava rima avanti del Tuf- 
fino. 80. ». 16 1. 

Corriati ( Conte di ) fram- 
mento di lettera a lui ferita 
ta da Leone X. dove fi lcg- 
. ga 16. ». 31. 

Cafoni ( Co. Giovambatiftajpub* 
blica le Rime de’ Buon ac cor fi 


lOt.jr. *17. fuosbaglio ,ivi. 
cenfurato nelGioonalede' Let- 
torati d Italia .ivi . aggrava a 
tono il Tri (fino. 104. 

Cajfetti ( Jacopo ) fcultorc in- 
figne 65. 

Cafiagna (Giovambatifta> allog. 
già nel Palazzo del Tri di no 
nella Villa di Cricoli * e 
quando . 12. ». 23. fatto 
Cardinale * e poi Papa col 
nome di Ufbano VII. ivi . 
Suo Bullo in pierra colloca- 
to in detto palazzo con ifcri- 
zione, e quale, ivi. 

Cartellano , uno degli interlo- 
cutori del Caflellano del Tuf- 
fino , chi Ha ? t perche così 
detto 70. • ‘ ■ 

Cavalcanti ( Bartolommeo )fu® 
Giudizio /opra la C anace cc. 
dove ftampato 52. «.103. 

( Giulio ) fuo volga- 
rizzamento d' alcune Ode d* 
Orazio, tu. 

Centanni/) ( Valerio ) fuo curio- 
fo Sonetto al Trinino , rife- 
rito 40. ». 7J. 

Checozzi (Canonico Giovanni) 
illuftta un luogo- del Poema 
delle Api di Giovanni Ru* 
celiai, a difefa del Trillino - 
51. rat 01. chiama pio e ca/ti- 
gato il Trinino 93. ». I9T. 

Chiapino ( Paolo ) Vedi Bar- 
bar ano . 

C biffi ezio l GiovanjaCopo ) (nell* 
Infatti* &c. Antuerpix ex 
officina Plantinian* 1632. in 
4. ) -non mette tra’Cavalieri del 
Tofon d Oro il Trinino 4J. 
e fegg. ». 88. 

Cindli (Giovanni) Vedi Raf- 

ie. 

Ciria{ Gìufeppe Maria) Tua Ode 
latina in lode del Tuffino , 
ri- 


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I 


Tavola delle Cofe Notabili . 

•*.#**■* -H 

CUt^ntt vi' Papa . Vedi &A D y 0 'J?%tfix doic^ftLpata 
ledici < Cardinal GiuUoY -1 Volgar Poej,* 

Comuni di hi coaro * di fai à | vi n cre fco fuori 

c d’altre Ville del ^^^^ x Cafta g na . 

lirotia Vicentino non vo- 1 , palladio . Parte nio. 

gliono riconofccr * Co. Co. Tritfno { Gio« 

• Triffini nella giutifdizion di| Sab'Uico. e 1 n B \ 

rifeuoter le Decime di dette | ^^ l ‘? r , S ' Fr an CC f co ) fua tra- 

* °~ 


comincian da capo il litigio.] 
ivi. reftano di nuovo perden- 
ti , e Appellano della fent en- 
2 a. 47 . perdono per l'ultima* 

- volta » ini.* • - 
CtrtlariTLO ( Alcflandro ) fua tradu- 
zione di alcune Ode d’ Ora- 
zio citata ut i- 


fr^AciA, quale anticamente * 
! \J c quale prtfcntemcnte 16. 


zinne di alcune Ode d ^ latlnamente dell’ 1 

zio citata u II. .. \I>antt t ,cn .' - f :i te _ 

CoRoza, Villaggio deiscenti- , arre poetica - J »* « £lo , 

' A m famo'o Covolo vie- Ilo latino de 

c.^1uon a «I"f |i 11-1 

breria Brtffiann love Rampa- »o. < to jft olli § qucftovol- 

CrTfumb'eni (Gio: Matto ) fua garizzamento 7°- II ** e 

£ZuVl*r**r K>* 4- da cbi .Btoccurateiw. «•»**• 

Coment* j dove Rampati }4-| e /^' , . pentiluomo 

ir. 6o. fa il T tiffino il primo, Dw-tfo ( Ermolao U<m«l _ 

a pubblicare il penficr di ac- Veneziano, ^ el,a / 
erricene di clementi l’alfaber- cenza, e ^ U3 p ' r ’ , 

co italiano ivi. c 3 7."-S7.|2^ ( Anton-Franccf^ ) <ue 

regi Ria i' alfabeto- alano* dall Ufntrtc dove Ram^ ^ 


regi fi ia l' alfabeto- alato, dai | ^rrer« q^. 

Trillino ,co nuovi* catmerij ”■'***£* ‘ non 8 m ai veduto 

da lui trovati, e l’ alfabeto , del Trillino n 


( 


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Tavola d'elle Cife Notabili. 


* 3 * 

libro della Volgar E.equen - 
ut di Dante al Cardinal Ip. 
polito dc’Medici. 117. 119. 

£ 

E rr Tco ( Scipione ) fuc Ri. 
volte cc. dove Rampate 91. 
». 186. citate ivi. ». 187 e] 
fegg. critica il poema dellVM- 
lia Liberata ivi. ne èri m- 
procciato dal P. Gafparc Tuf- 
fino. 93. 

d'Efie ( Ercole I. } Duca di Fer- 
rara, Padre d’ Ifabclla Mar- 
chefa di Maniova 29. ». jo. 

“ — ( Ercole) figliuolo della Ref- 
fa Ifabclla , lodato 30. 

— ( Ifabclla > Martbcfa di ! 

Mantova ringrazia il TrifTi- 1 
no per certa Canzone man 
datale . 29. e feg. lo invita 
a fe , e perchè . ivi. efaltata nei 
Ritratti del Trillino. 39. » 
50. lettera a lei fcritta dallo 
ftclTo , citata 87. ». 174. 

F 

F arnese ( Duca Ottavio ) a 
lui viene indirizzato un 
Sonetto dal Tuffino, c dóve 
fi legga. 102. 

* — ( Rannuccio Cardinale ) 
grande amico del Tuffino, j j. 
icrive allo fieflb una lettera 
d’ ordine di Paolo HI. ivi ». 
108. dal Tuffino gli è dedi- 
cata la Commedia de’ Simu- 
limi. io 6. Sonetto dal Trif-i 
no a lui dove fi legga 55. 
». 109. 

fioretti (Benedetto) V. Nifieli 
(Udcno). 

Firenzuola ( Agnolo ) fuo Dif- 
(acciamente cc. dove Rampa- ! 


to 35. e feg. feri ve contro a! 
Tuffino . ivi. e 37. ». 67. 
lo taccia di ufurpatore . 36. e 
fg. n.6j. quanto falfamcntc . 
ivi. fcriffe piuttofto per giuo- 
co, che daddovero. 36. ». 66. 
è citato nell’ Ercolano del 
Varchi ivi . citato 68* 

Fontane delia Villa di Cricoli 
lodate dal Triffino con lati- 
na poefia. ito. e con un c- 
pigr .mma Greco ivi ». 251. 

Fontattini ( Monfignor Giulio) 
fuo libro dell' Eloquenza Ita- 
liana dove, Rampato 35.» 64- 
Efami fopra d'effa ftampati 86. 
». 173. cenfurato giuftamentc 
dal Si g. Marchcfe Mattici. 43. 
»j 84. difefo da ccnfura dello 
lìdio 46. ». 88. chiama Novell 

10 Cadmo, e Cadmo Italiano • 

11 Trillino 39. giudica in- 
venzione di lui 1’ ufare la Z, 
in vece del T. ivi. fuoi sba- 
gli. 69. ». 129. 71. e feg. 83. 
e f e ii- 9i- »• 183. critica V Da- 
lia Liberata 93. non viene 
confermata la fua ccnfura dal 
Catalogo della Libreria Cap- 
poni ivi. ». i9i. riprende il 
Marchefe Ma Aci 94. « 1s2.il 
quale gli rifponde ivi. Vol- 
garizzamento d’ Orazio da lui 
riferito , dubbiofatnente da noi 
riportato . ni. Aminta del 
7 affo da lui difefo ion le 
Offervazietti d' un Accademi- 
co Fiorentino dove Rampato 
li 7. ». 262. luogo ambiguo 
di quell' Opera lai. ». z6g. 
fua oppimene circa il iraduc- 
tor del Libro de Volgari Elo. 
quentia di Dante. 120. e feg. 

Fortunio (Francefco) feri ve re- 
gole di nollta lingua. 69. 

Fracafioro ( Girolamo) amicif- 
fimo 


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1 


Tavola delle Cofe Notabili. 1$; 

fimo di Giovambatifta della loda la Sofonùba ivi . la bi*. 

Torre. 10S. ». 24.3. fimaS9. come gli rifpondail 

Francefco I. Re di Francia , è Malici ivi. critica/’ balia li- 

fatto prigione dell’armi dell* berata 94. nell’ Orbecchc la au- 

Imperator Carlo V. e ’1 fuo torc il Trillino delle Trage- 

cfcrcito feonfitto. 40. gedic ferine in Italiano 7 9. 

Erancefì, feonfitti dall’ armi di come pure del verfo fciolto 

Carlo V. Imperatore , c cac. 88. ». 17 6. fua lettera dove 

ciati d’Italia, ivi. fi legga ivi , citato 90. ». 

Franti ( Adriano) V. T t tornei. 182. 

( Lilio-Gregorio ) fu con- 

G difcepolo del Trillino nel- 

lo Audio delie lettere Greche. 

G aza (Teodoro ) nominato 4* ne fa menzione in certo 

con lode nell* Italia lite- \ fuo Latino poema . ivi. ». 4. 
rata 6. ». io. ! Giulio II. Pontefice , fua mor- 

Gemi/lb ( Giorgio) nominato al- ! te quando fucceduta 13. 

tresi con lode nella Refluivi. 1 G abbi ( Agoftino ) fua Scelta 
Ghilini ( Girolamo ) (nel fuo' ài Sonetti cc. dove publicji- 
Teatro d'Uomini letterati. Ve-\ t» 100. ». aij. 106. ». 137, 
nezJa perii G aerigli 1627. 4-) ; Gonzaga ( Curzio ) fua tradu- 
non regiftra tra le Opere deli zione d’alcuncOde d’Orazio, 

Trillino il Volgarizzamento j citata ni. 
di Dante de Fulgori Eloqucn~ j ti Gragnuola (Prete Francefco) 
tia. 118. j fu il primo maeftro del Tril- 

Gilafco Eutelidenfe . Vedi Lue- j fino. 3. lettera a lui fcritto 
le. , | dalTriffino ove fi legga ivi. 

Giorgi ( Monfig. Gio: Domcni- { citata 13. ». 26. ai. ». 37.43 

co ) Compilator del Calalo- 1 ». 83. 46. ».8p. 47. v.93. 

go della Libreria- Capponi . Gravina ( Vicenzio ) fua Ka > 

Vedi Capponi. , ' ' I adone Poetica dove ftampata 

Giorgio (Gio: Lorenzo) Noda-| 93* »• 191. in efla loda il 

ro Veneziano 52. » 101. Trillino itti, fa grande ftima 

Giornale de’ Letterati d’Italia del di lui poema dell’ Ita- 
ccnfura il Cafoni 101. «.228. 1 Un Liberata. 97. 
non decide fc alcuni Soneui Gritti ( Andrea ) Doge di Ve- 
fieno del Triffinoio4. 9.231.) nezia , quando vi tulle elcr- 
lo fa bensì autore dell' in- 1 to . 30. gli è recitata in tal 
venzionc del verfo fciolto occaltone un’Orazione con- 
82. n. 167. gratulatoria dal Trilfino a 

Gìovio (Paolo) tacciato di ma- nome della città di Vicenza, 
levolo da Paolo Beni, c per- 31. citata 67 . 73 e feg.76. fua 
che . 42- ». 80 gli è fcritto morte quando feguita 30. 
un Sonetto dal Triffino. 102. »-JJ. dove fepolto , e con 

Giraldi (Gio: Battila ) fuoi Dif- qual Epitafio ivi. 
cerji dove Campati 7S. ». tj8- Grato (Luigi) fuprannominat» 

i Cie. 

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1 3 Tavoli, delle 

Cieco. £ Adria , filo grotto 
sbaglio . 58. ». in. 

Gualdo (.Girolamo) due lettere 
dal Tuffino aldi' fcriue » ove. 
liano - 11 3. e feg..- 

- ( Paolo ) fua Vita- di 

Andrea Palladio dove fi leg- 
ga 9. n.19. 

— . . Lettere Originali a’ Guai* 
di dove fi. confcrvino- IV}- 
e feg. 

Guarirti ( Guarino ) Vcronefc 5 
fcriflc colè gramaricali io lin- 
gua Latina. 7J. 

Guicciardini- ( Franccfco ) fuoi 
Quattro libri della fua Storia 
( nott pia fiammati.. Venezia 
ftr Gabriel Giolito 1564. 4.) 1 
ciati 41. ». 78. 

Guidetti. ( Franccfco ) fua rcla- 
zioae a Benedetto. Varchi , 

. ccnfurata. 83.. 

H 

• . . 

I ! . 

H a y m (-• Nicola- Franccfco ) 
fua Biblioteca Italiana do- 
vei Rampata 71. ». 13?* 

I 

, ' , *** **S‘ ( • » .» . 

I liingo , o fia confonante , 
trovato dal Trillino > e ab- 
bracciato dagli Scrittori an. 
che Fiorentini. 39. ». 73 
Jjenicol» ( Tolommeo ) folito 
Rampato» del Trinino .lai. 
Imperiali ( Giovanni )'■ fuo Mu- 
faum Hifioricum dove Ram- 
pato . 6 . ». 11. dove il fuo 
Mufaum Phyficum 8. ». 17- 
fua erronea opinione intorno 
ai primi Rudj. del Triffino.6. 
e intorno ad Andrea Palla, 
dio . 8., loda il’. Tuffino . 
éj. ». lift. c il di lui poema 


Co fé Notabili. 

deli’ Italia Liberata . 98. ci- 
tato- 29. *.4S*. $4- »• bt. 4**' 

». 78 42- «.80.62.»; 117. 118.. 

Ingegneri ( Angelo ). fua Opera 
della Poe fia Rapprefentativa 
ec. dove Rampata 78.». 157- 
loda la Sofonùba. del Tuf- 
fino.. *»»• 

licrizione al Sepolcro del Cal- 
condila 5* 

— dell’Accademia Triffina 
attorno alla porta del Pa- 
lazzo del Tuffino inCri- 
coli io., a che fine vi. fotte 
collocala . 

. al BuRo di Vrbano Vil- 
la. »•»?•• 

— «1 sepolcro di Andrea 

Gritti Doge. 30. ». J3- 

— ■ al Sepolcro del T tifiino 
da lui fòrmatafi , ma non. 
metta in ufo» e perchè. 56.. 

, altra, in forma diElogioéi- 

IL 

L ascari ( Giovanni) nominar- 
lo con lode nell Italia /*- 
barata ». io. ove fia. fqr- 
polto. 59. »• 114- 
àttere di XIII - Uomini illit~- 
ftri dove Rampate n. ». 23. 

d' Uomini Illuftri dei Se. 

colo XVII. dove» per cui ope. 
ra pubblicate» c donde cavan- 
te XM* »• Z S 6, 

Libreria Arobrofiana 52^ ». io».- 
108. »• 14*- iij. 

- ■ Bertoliana di Vicenza 3. 
». a. chi nc è. Bibliotecario 
ivi . 

— — • dei Nobili Uomini Pi- 
fanj in Venezia ; conferva 
la prima edizione rariffima 
della Italia liberata da’ Goti - 
PI.. 

de’ 


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T avola delle Co/e Notabili. 13 ' 

de’PP.Somafchi della Sa* I Maffei ( MarChefe Scipione ) >b* 


Iute di Venezia, confervava 
un MS.-de'Trifftni, ed uno 
del Beni originale7. ». 1 5. con • 
fervagli originali di . olcilfi- 

• me Lettere fcrittc a’Gualdi 

.114. '• j 

- dei detti PP. di SS. Fi- 
lippo , e Jacop > di Vicenza 
conferva 1” Aringa MS. del 
Triffino 47. n.91. e una era- 
dazione in latino . MS. del- 
la Sofoniiba78. «.157. Vedi 
C Apponi . Colando . Plutoni . 
Rude. Zeno ( Apportelo ). 
Lombardelli (t'razio ) lettera di 
Torquato Taffo a lui fcritra 

• dove fi legga 96. n 101 
Lombardi (P.Giroiamo ) Gefui- 

ta, citato 59. n. 114. 
Loredana \ Leonardo ) Doge di 
Venezia. Lettera del Ponrefi- 
. ce Leone X. a lui ferina , -e 
prefen taragli dal Trifòrio, rife- 
rita. 24. 

Leone X. Papa. Vedi de' Medi, 
ci (Giovanni). 

M 

M acchiaveui (Faufto) Ac- 
cademico Olimpico , in. 
xerviehc a un Configlio. della 
fua Accademia . 28. ». 48. 
Madrucci ( Criftofano ) Card ni. 
Vcfcovo , Principe di Trento, 
introduce a Carlo V. un mef- 
fo dei Triffino. 54. lettere a 
lui feriteci citate ivi 1 06. al 
lui c raccomandato Ciro 1 
Triffino da 'Gioan.Giorgio 
fuo Padre. 54. 

Mairi (Vicentino^ due Epi- 
grammi latini fatti dal Ttif- 1 
fino, per la mòrte di lai do-, 
• ve fi leggano no. 


dizione delle Opere del Trif. 
fino da lui procurata, pre- 
mefiòvi un Riftretto della 
Vita dello fteffo, citata 111. 
3. 8. ». 14. 12. ». 24. 30. ». 
51. e feg. 33. ». 57. 37- 41* 
«..78. 44.».87. 54.». 106.55. 
». 107. 67. ». lai. 68. ». 
123. 69. ». 131. 7c. e fegg. 
74. e feg. 77. 87. ». 174* 
89. ». 181, 91‘ 99 • e fegg. 
1103. 106. ».»35- e 237.107. 
e fegg. 113,117. 123. »•> 74* 
x»4-».-S77. 1 25. foftiene, che 
il Trillino valeffc nella Filo- 
fofia Platonica e Pitagorica 8. 
». i^enore nel fuddetto Ri- 
ftrettodi luicommcflb 12. ». 
24. fuo Teatro Italiano ci. 
tato 26 . ». 45. 79» c feg. n. 
161.89.». 180. più volte ftam. 
paro 77. loda la Sofonisba. 
26. ». 47. 7 9. 99. la difende 
dalle altrui cenlure 89- loda 
la Gramat iebetta del Triffi- 
no 69. e la Italia liberata 96. 
». 203. e la invenzione dc’nuo. 
vi caratteri 38, fua falla cp- 
pinionc intorno 1’ ufo che ne 
avrebbe fatto il Triffino . VI. 
la fa autore del verfo fciòL 
to8l. lo difende dalCrefcim- 
beni per una nuova maniera 
di Canzoni da lui ufata 106. 
interpreta fi ni Riamente un 
dettodcl Fontanini 46. ». 88. 
lo ccnfura giufiamente 43. 
». 84. cenfurato da lui fc ne 
Tifcnte 94. fuo E fame fatto 
all* Eloquenza Italiana dello 
fteflo dove Rampato 44. ». 84. 
4 6. ». 88. '94- »• 192. fue Offer. 
vazMtni letterarie dose ftam* 
pare 44. ». 84. lodato 77. ». 
154. afferma non efierdi Tor- 
qua~ 


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i 


I J/j Tavola delle Co fe Notabili. 


quato Taflb certa Commedia 
che è ftampata col nome di 
lui 107. Vedi 7 'ajfo (Torqua- 
to ) . prova non effer del 
Triflìno certa opera Latina 
123. nè certe altre ridicole 
compolmoni 125. 

dn Malgrado (Vincenzio) a lui 
fcrive il Trillino una lettera 
4. ». 5. 

Mattiti ( Domenico Maria ) fuo 
detto cenfurato 39. lue Lezioni 
dove (lampare, ivi. n.72. 

Mattux.it} ( Paolo ) fua lettera a 
Bernardino Parremo riferirà. 
11. ». 13. 

Marana( Andrea) imita con po 
ca lode la maniera dì fcrive. 
re ufata dalTriffino. 3». ». 
73 - 

Martelli ( Lodovica ) fcrive 
contro al Trillino in propo- 
sto de Tuoi nuovi caratteri. 
35. fuo deteo coytrctto. ivi. 
». «4. 

Martintngo (Chiara) madre di 
Luigi Trillino primo marito 
di Bianca feconda moglie di 
Giovan-Giorgio. 48. «.95. 

Martiri ( Jacopo ) fua Jfioria 
di ricetta, dove ftampata z6. 
». 4". 

Maj]tmiiiatto , Imperatore, ono- 
ra il TrifGiro. 16. fi crede , 
gli abbia conceduto il Vello ef 
Oro . ivi . non gli falcia pro- 
fdguir Certo viaggio 18. lo 
rimanda fuo amb afe Latore a 
Papa Leone X. ivi . fua let- 
tera latina al detto Pontefi- 
ce . 1 <?. ». 36. encomio la- 
tino fatto dal Triflìno in 
fua lode, citato. 109. 

M*x.zjt(helli ( Co. Giovamtna- 
ria ) citato con lode. 8r. 
Vita dell' bilama tini per lui 


comporta dove ftampata ivi». 
IÓJ. c feg. citata SS. ». 176. 

da' Medici ('Aleffandro ) c fatto 
Duca di Firenze dell’ impera- 
ror Carlo V. H6. 

('Giovanni) è fatto Papa col 

nome di Leone X. 13. gran 
Protettore de’Lctccrati . ivi . 
amò, ed onorò grandemente 
il Trillino . ivi. frappone la 
fua intercefsione preffo la Re- 
pubblica di Venezia a favore 
d’effo Triflìno. ij. racco- 
mandalo ia oltre al Co. di 
Carriati. 16. ». 31. delfina il 
Trillino ambafeiator in Da* 
eia ivi. lo invia prima fuo 
ambafeiatorc all’ Imperator 
Maffimiliano. ivi . è da lui 
ragguagliato di quanto opera, 
va preffo effo Monarca . 17. 
gli fcrive un Breve , che 
gli .è ttafmeflo da Giovanni 
Rucellai . ivi . riceve una let- 
tera latina del fuddecro Im- 
peratore dalle mani del Trif. 
fino . 19. lo invia amba- 
feiator a Venezia . ai. proc- 
cura di nnite una Crociata 
contra gl'infedeli, che poi 
ronfia effetto, ivi. richiama 
il Trillino * Roma , 22. di 
nuovo il manda ambafeiator 
a Venezia . 23. e feg. ». 41. 
manda per lui una lettera 
al Doge Leonardo Lorcda- 
no. 214. fa magnificamente 
rapptefentarc la S ofottìsba dal 
Trillino dedicata a lui . 2J. 
vuol conferire a effo Triflìno 
dignità ecclcfiaftiche, che egli 
non accctra . 29. 49. fua morte 
ivi. Vedi Bembo , e Carriar 

m, (Giulio ) è fatto rapa 
col nome di Clemente VII. 

31.il 


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Tavola delle 
31. il Tiifsino fe ne con. 
.gratula con lettera , e anco 
gl* invia una canzone in fua 
lode , e per chi . ivi . ella 
canzone citata 7 6. e 100. gli 
rifponde con un Breve, c lo 
invita a Roma. 32. arrivato 
lo accoglie con fegni di ftra- 
ordinario affetto 33. è a lui 
dedicata un’ Opera dal Trif- 
fmo ivi. ». j 9. 67. e feg. lo 
fpedifee Orator a Venezia ■ 
41. c all" Imperato! Carlo V. 
ivi . corona foiennemente que- 
llo Monarca in Bologna. 42. 
onora dilUntaraentc il Trifsi- 
no in cale folennità. 43. fat- 
to prigione dall’ armi d’dTo 
Imperatore 42. ». 78. 85. ne 
c perdi lui ordine liberato, e 
ne lo ringrazia per un Nun- 
zio 42. ». 78. fua lettera 
allo Beffo, citata ivi . quan. 
do fia ritornato a Roma 85. 
fa Arciprete della Cattedrale 
rii Vicenza Giulio figliuolo 
del Trifsino già fuo Camerie- 
re. 13. ». 26. 

- La Famiglia Medici quan- 

do fu cacciata da Firenzc84. 

Mtnini (Federico) fuo Ritrae - 
to del Stutto cc. doveftam- 
pato 102. ». 220. WdaJc Ri- 
me del Triffino. 102. 

Mermette (Claudio) . Sua tra- 
duzione in Franzcfc della 
Sofooisba dove (lampara 90. , 
». 182. ... . 

Molino (GiroUroo), gentiluo- 
mo Veneziano , eletto dal 
Triffino per uno de*Gommif- 
farj del fuo teftamento . 5 6. 

Montecchio ( Baftian) citato. Vili. 

da Montemagno (Buonaccorfi ); 
loro Profe , c Rime, quando,! 
£ dove riftampate 101. ». 217. 


Co fe Notabili. Ì37 

creduti autori di certe poefie 
del Triffino . 103. e fegg. do- 
ve fi leggano ivi. 

Montenari ( Co. Giovanni ) fuo 
Di/corfo del Teatro Olimpi- 
co, citato 9. ». 1 9. 

Morelli (Cofimo) fua tradu- 

I zionc d’ alcune Ode d Ora- 
zio citata, m. 

j da Mula ( Marcantonio) gentil- 
uomo Veneziano, eletto dal 
Triffino per .uno dc’Commif- 
farj del fuo teftamento . j 6. 

Muratori (Lodovico Antonio ) 

I Lettera del Tibaldeo a lui 
feruta 98. ». 210. fua Perfet- 
ta Poejia dove ftampatail9. 
». 266. afferma , che il Volga- 
rizzamento di Dante de bul- 
gari Eloquentia fu pubblicato 
dal Trillino . ivi . 

Mufuro ( Marco ) nominato nell’ 
Italia liberata. 6 . ». io. 

N 

N ardi ( Jacopo ) fua Com- 
media Amicitia citata . 
82. creduto erroneamente in- 
ventore del verfo feioito . 
ivi . e fegg. file Stanze ftani- 
pate in detta Commedia , tra- 
fcritte . 83. ». 172. chiama 
dkkula nuova la fua Comme- 
dia ivi. come il FonranMii ma- 
le intenda quelle parole ivi. 
Come debbano intenderli . 8 6. 
in qual anno probabilmente 
fia fiata rapprefontata 85. 
Narducci (Giovanni ) pubblica 
certi volgarizzamenti di al- 
cune Ode d* Orazio, da lui 
raccolti, ni. 

Nifi eli ( Udeno ) (cioè Benedet- 
to Fioretti ) fdoi Proginnaf. 
mi ( ftampari 2» Firenze in 
S di- 


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130 Tavola delle Co fé Notabili. 


diverii anni in V. Volumi in 
4.) citati 9%. n. iSj. 

O 

O limpica Accademia . Vedi 
Accademia Olimpica. 
Olimpici Accademici . Vedi Ac- 
cademici Olimpici. 

Olimpico Teatro . Vedi Palla- 
dio . 

Orario . Volgarizzamento d’ 
alcune fue Ode, citato, tu. 
Ordine del Tofone da chi con- 
fermato . 4J. ». £8. il Tril- 
lino non fu di quello Ordi- 
ne , benché portale nello flem- 
ma il Vello d’oro, ivi. 
Oreadino (Vincenzio) fua Ope- 
retta in di A fa del Trillino 
dove (lampara 36. ». 6 j. 

P 

P aitonì (P.D.Jacopo Maria), 
Somafco, citato. 7, ». 13. 
fua Biblioteca ec. dove (lam- 
para ut. ». 252. benemerito 
di quella edizione 114. «.257. 
accudifce all’ edizione del S. 

, Pier Grifologo del P. Paoli 
ivi . Lettere d' Uomini Jilu- 
firi del Secolo Decimofettimo, 
cc. daini publicatc,c quando. 
ivi. ». 2J 6. 

Palazzo del Trillino in Ccico- 
li, da chi fabbricato. 8. o- 
pinione erronea d* alcuni in- 
torno a certa ifcrizione , che 
quivi fi legge 1 1.. detto acca- 
demia ivi. n.22. a chi .lancia- 
to per teftamento dal TtiAG- 
no. 56. Vedi C «fogna . Pal- 
ladio . Partenio . t Trinino 
( Giovangiorgio). 

Palladio ( Andrea )] non Cervi 


di fcarpellino nella fabbrica 
del Palazzo del Trillino in 
Cricoli . 8. opinione di Gio- 
vanni Imperiali intorno a lui. 
ivi . imparò dal Trillino 1 * 
architettura . ivi , c 9. ». i 3 . 
lo nomina con l,,de ne' proprj 
fcritti . 9. e feg. perche detto 
Palladio ivi . ». 18. fua Fita 
(erma da Paolo Gualdo, ci- 
tata ivi.n. 1 9. amieifijmo del 
Trillino ivi. fu 1 ’ architetto 
del Teatro Olimpico di Vicen- 
za. 2 6. Vedi Pompei ( Co. 
Aleffandro ) . 

Paoli ( P. Seballiano ) della Ma- 
dre di Dio pubblica Sermonet 
Santi Petti Chryfologi corre- 
dati di fue note. 1 14. ». 157. 
nomina con lode il P.Paito. 
ni ivi. - 

Paolo Ili. Pontefice » a lui é 
indicizzato un Sonetto dal 
Trillino 55. pel Cardinal Far- 
nefe lo ringrazia di certo re- 
galo mandategli, ivi. fi ab- 
bocca con 1 Imperato! Carlo 
V. e dove ivi. 

Partenio (Bernardino) fu pub- 
blico maellro nel Palazzo del 
Trillino in Cricoli, e quan- 
do. ti. lettera di Paolo Ma- 
nuzio a lui . ivi. » 23. fuo 
libro della Imitazione Poeti- 
ca , citato. 52. ». 103. 

Peranda ( Franccfco ) fua tradu- 
zione d’ alcune Ode d’ Ora. 
zio citata - ur. 

Perenoto ^Antonio Vefcovo di 
Aras)^ a lui fono dedicatei’ 
due ultime Divi/ìoni della Poe- 
tica del Trifsiao 72. 

Ptfaro (Girolamo) gentiluomo 
Veneziano, fu Capitano di 
Vicenza, e quando. 21. 

Pigafetta (Filippo) chiama- «n. 

ven- 


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Tavoli delle 
ventore del verfo fciolto il 
Tritono 88. ». 17 6. fuo Dif- 
corfo fui Poema dei Taffo do. 
ve ftampato ivi. 

Peccianti ( Michele) fuo Cata- 
• log. Script or. Florcnt. dove 
ftampato 81. ».i6j. attribuifcc 
all’ Alamanni 1 ’ invenzione 
del verfo fciolro. ivi. 
Pompei (Co. Aleffandro) fuo 
Libro di architettura citato 
xo.».io. fua opinione intorno 
al Palladio, rifiutata, ivi . 

a 

O u adr io ( Francefco Saverio ) 
fua Storia ,e Ragione d'ogni 
poe/ia, dove ftampata 82. n. 
169. lodata 122. «.271. parla 
con lode della Sofonisba 90. 
n. 182. c delle Rime del Tuf- 
fino. 101. n. 219. cita un 
Volgarizzamento di alcune 
Ode d’ Orazio 1 1 1. ». 2 j 3. non 
decide la quiftione intorno 1 
autorcdel verfo fciolto 82. n. 
169. 

Quattromani ( Sertorio ) fuo vol- 
garizzamento d’ alcune Ode d 
Orazio, in. tfeg. 

Qhinni ( Angelo Maria Cardi- 
nale) lodato ic>9'.»?-»47._fuo 
Specimen varia litttrattcra dó- 
ve ftampato. ivi. 

' R 

R aoona ( Alfonfo) Accade- 
mico Olimpie o. Vedi An- 
gioiello . • 

Rapido (Jovita) fua Orazione 
accennata 109. menzionato da 
più autori . iviy ». 24.7. fu 
Lettore di Umanità in Vi- 
cenza ivi. vicn chiamato Ra 


Cofe Notabili. 

vizza dal Cozzando . ivi . 

Rccoaro, villaggio del Viccnti- 
no.Vedi Comuni diRccoaro ec. 

Ridolfi ( Cardinal Niccolò ) , 
Vcfcovo di Vicenza, eletto 
dal Trillino per uno de'Com- 
miffari del fuo teftamenco . 
J6. gli fono dedicate dallo 
Aedo le fuc Rime 101. Can- 
zone del Trillino in di lui 
lode, accennata . 106. 

Roma, Taccheggiata a’ tempi del 
Trifsino. 42. ». 78. 85. 

Rojp ( Niccolò ) fuoi Difcorfi 
interno alla Tragedia dove 
ftampati 2j. ». 44. citati 45. 
»• 88. loda la Sofonisba del 
Trifsino. 2J. 7S. 

Rucellai ^Giovanni) fuo Poema 
dell ' sìpi quando ftampato 51. 
». 101* io elfo loda il Trif- 
fino. 8. ». 14. volea fotte ri- 
veduto da lui prima di darlo in 
luce. 51. e 124. cosi le fuc 
tragedie dell' Ore/?*, e della 
Rofmunda 123. e feg. luogo 
ofeuro di detto Poema dell' 
Api illuftrato dal Signor Ca- 
nonico Giovanni Checozzi 
51. ». 101. è grande amico del 
Trifsino 17. rifponde a una 
lettera di lui ivi. dove efta 
rifpofta fi legga ivi . ». 34. 

f*i. è Caftellanodi Caftel 
S- Angelo 50. * e con que- 
llo nome c uno degl’ inter- 
locutori dell’ Opera del Tuf- 
fino , che per ciò s’ intitola 
il Cafiellano. 70. a lui è in- 
titolato il Poema dell’ Api. 
V. Rucellai ( Palla ). la fua Rau 
fmunda non piace affatto al 
Varchi 88. corretta dal Trif- 
sino 123. e feg. fua morte jo. 
lodato dal Salvini 98. citato 
2J. ». 43. 87. ». 174. 

$ % ( Pai- 


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•- . V 


140 1“ avola delle Cefe Notabili» 

— — ( Palla) dedica al Trillino li | 

poema delle Api di Giovanni 1 S 

filo fratello, c quando 51.». ' 

101. 87. lo fa autore del ver- qabellico ( Marc’Antonio) lo- 
fio fciolto 87. O dò in un fuo poemetto la 

£uele (P. Mariano) Carmclita- Villa Cricoli , c quale 12. 
no, fua Stanzia aggiunta al- 23. 

la Biblioteca Colante di Gio Sadoleto ( Jacopo ) gli fono 
vanni Cinclli, dove Rampata fcritte due lettere latine dal 
$7' c f e t' n ' in. regiftra alcune Trifsino. iti. 
compofizioni dei Trifsino non Salviati ( Cardinale Giovanni ) 
più Rampate ivi . e 1 1 o. fa meta- prefenta al Papa una Canzo- 
zione di J ovita Rapido 109. ne del Trifsino 31. fua lette. 
». 247. ra al Trifsino , riferita. 32. 

Ruderi ( P. D. Francefco ) Soma- n. 57. gli manda un Breve dà 

feo . Sua 7 'ratina cc. dove Clemente VII. ivi . 

Rampata 4. rt.’j. da chi fatta Salvini ( Anton-Maria) citato 
Rampare 59. ». 114. accenna Vili. 38. loda il Poema dell’ 

T alloggio d’Vrbano VII. nel Italia liberata 98. e feg. e P 

Palazzo di Crico/i 12. ». 23. Api del Kucellai, e la Col- 

vuole che Carlo V. f»cefle tivazione dell* Alamanni ivi. 

Conte, e Cavaliere il Tri fsi- fu c Profs To/cane dove ftanv 

no 43. e quando 44. ». 86. paté 34. ». 61. 38. «.70. 

quanto in quello egli s’ in- Sannazzaro (Jacopo ) uno de- 
ganni 55. ». 106. loda il gl lnterlocutori del CaJleUa- 
Trifsino 6 J. e la fua Poeti. no del Trifsino 71. 
ca 73. «.145. e la fua Coni- Sanfevcrina ( Margherita Pia) a 
media Ì07. ». 239. accenna lei è dedicata un’Opera del 
aver il Trifsino icritti Infe- Trifsino 67. 
gnamenti Rettorici 116. ». Sanfovino ( Francefco ) edizio- 
260. come debba!! intendere ne della fua raccolta di Orat- 
ivi. zioni di diverfi Uomini Ulte- 

Bufcelli ( Girolamo ) loda P /tri divifa in due parti, cita- 

invenzione de’nuov! caratte- ta 31. ». J$. fa volte più 

ri del Trinino , c del Tolo- volte pubblicata 74. ». 147. 
mci.38. «.68. fua raccolradi in e da ha luogo un’Orazio- 
Lettere di Principi , ec. cita- ne del Trifsino, e quale ivi . 
ta . 42. ». 78. nelle Rime Sajp (Giufeppc Antonio) loda- 
pcr lui raccolte lì trovano to 108. Je. 243. 

delle compofizioni del Trif- Savorgrtano (Giulio). una lette- 
fino . 103. fuc note al Fu. radilui a Marco Tiene ftabi- 
riofii dcH’Arioflo, citate ivi. | lifcc l’anno della morte del 

Trifsino. j8. «.113. 
Scaligeri (Mattino, e Antonio) 
in qual tempo vi veliero. 71. 
Scamozzi (Vincenzio) chiarif- 
fimo 



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4 




Tavola delle 

fimo Architetto . io. ». «. 
difcepolo del Palladio ivi . di 
che non ne fa menzione nei 
Tuoi libri ivi. 

Schio ( Girolamo ) Configliere 
dell’ Accademia Olimpica, a 
chi foftituito 28. ». 48. . Ve- 
di Angiolello . 

— — Terra del del Vicentino, 
manda Oratori a Venezia a 
a chiedere un fattizio Ve- 
neziano in Rettore in vece 
del Vicario Vicentino . 49, 
difefo da Baftian Venicro Gen- 
tiluomo Veneziano. 50. per. 
de in tutto, e per tutto, ivi. 

degli Scolari ( Franccfco). Ve- 
di Bcccanuoli . 

Scotto (Franccfco) nd fuo hi. 
nerarium ec. parla dtlh Acca- 
demiaTriflìna. m. ». 22. Ve- 
di da Cap ugnano. 

Stghezii ( Anton-Federico ) fcri- 
ve la Vita di Annibai Caro 
in. ». 274. dove flampata 
ivi. non regiftra tra le Òpe- 
re di lui alcuna traduzione 
dell’ Odi d’ Orazio . ivi. fu a 
edizione delle lettere diBcrnar- 
do Taffo, citata 88. «.178. 

Serra# ( PìcriAmoqiQjjpubbli. 
ca le Rime del Bembo io». 
». 21J. e quelle de’ Venie» 
ledendo la Vita di Domeni- 
co, HI. ». 2 JJ. 


Co fé Notabili . I4I 

Speroni ( Sperone ) Sue Opere 
dove ftampatc.. 52. ». 103. 
Giudizio fopra la fra Canate 
da chi comporto , vedi Cavai, 
canti ( Bartolotnmeo ) . 

da Somacampagna ( Gidino ) 
■primo Scrittoredc 11 ’ arte Poe- 
tica, in Italiano. 72. inqual 
tempo viveffe. ivi. 

Statuto Vicentino citato 50. *, 
97- ' feSS- 

Strozzi (Filippo) uno degli In- 
terlocutori nel Cartellano . 70. 

Sub a f ano . Vedi degli Aroma- 
tari. 

T 

T Asso ( Bernardo ) edizione 
delle Tue lettere ( proccurara 
da Anton-Federico Seghezzi ) 
citata 88. ». 176. 95. ». 198. 
99. ». aia. loda 1 ’ Italia li- 
berata. 97. ». 204. 

" (Torquato) fue Lettere 
dove ftampate . 73.». 144. 96. 
». 200. lodala Poetica del T tif. 
fino 7j. edizione della Aia 
■Gerufrlemme citata 87. e frg. 
». 176. edizione di altre fuc 
Opere 96. ». aot. loda i’ Ita. 
,, Ha liberata . 96. non è Au- 
rore ( feconde il Sign. Mar- 
ohefe Maffci (a) ) della Com- 
media ("intitolata gl' Jtrichid' 
-S } Amo- 


(a.) Facendo però il Taffo menzione di certa Commedia, che andava lavo- 
rande in, Tua Lettera a Giovambaiti'fta T.icinio, la quale fi legge a car. 
iff. del Libro intitolato: Lettere del Sig. Torquato Tuffo, non più ftam . 
fate ec. Bologna. por Bartelomto Cocchi 1616. 4. quand’anche non fia 
egli l'autore della Commedia degl' Intrichi d" Amore , di che per forti 
ragioni (e ne moftra.anzi dubb>ofo, che no, l’autore della Prefazione 
alla nobiiillìma edizione dell’-Qprrr di Torquato Tuffo in Firenze per li 
Tariini e Franehi 1714. iti VI. Volumi m fol. viene a renderli affai 
vacillante la decisiva temenza del Signor Marcitele , cioè non avere il 
Taffo compofte Commedie. 


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14 *. Tavola delle Cofe Notabili. 

Amore) febbene porta il fuo ne X. H. n. 31. vuole che il 
nome 107. fno Amine» da • Tri /Tino foffe fatto- Conte , 
chi difcfo, vedi Font /mìni. t Cavaliere da Carlo V. 
T»rji» (Tiberio) fuo volgnrìz- 43. fua cfpreflìone dubbio- 
zamento d’ alcune Ode d'Ora- fa. 48.». 95. riferifce unepì. 
zio citato uà. gramtna del Triffìno. 57. ». 

di Ttmfo (Antonio) fcrifle in rii. non fa menzione del 
ItalianodcH’ Arte Poetica. 7a. Volgarizzamento dell’ Elo. 

c quando ivi. quenza di Dante fatto dal 

T ibride » ( Antonio ) fua Lettera Trillino 118. attribuifee al 

dìfcnfìvAi citata ( della qua* Trillino molte Opere non 

le fi tiene eflcre Autore il mai vedute. 124. loda laSo- 
Sig. Arciprete Girolamo Ba- fonisba 98. afferma effere fta- 
ruffaldì ) 98. ». 1 io. ta rapprefentata con grande 

Tiene ( Giovanna) prima mo. apparato per comandamento 

glie del Trillino . 12. fua di Leone X. 25. ». 47. «itato 

morte ivi . 12. ». 26. ij. ». » 9. 42. ».. 

( Leonardo ) Accademico 80. 98. 

Olimpico * foflnuifcc ano » della Torri ( Giova rrbattifta ) 
che intervenga a fuo no- fua mone pianta dal Tri/fì- 

me a un configlio dell’ Ac- no . 108. ». 243. fu amico di 

cademia. 28.0.48. citato 29. Girolamo Fracaftoro. ivi. 

0. ifteffa. ; j T rape futi z.io (Giorgio ) noroina- 

— ■ ( Marco ) .. Vedi Saver- 1 to con lode nell’ Italia libe- 
&»»no* ! rata. 6. ». io. 

Tilefio ( Marcantonio) fuo voi- Triffina Famiglia. Sua antichi- 
garizzamento d' alcune Ode tà, e nobiltà. 1. divifa in più 
d’ Orazio citato ni. linee. ivi. Autori, chen’han- 

Tolomci (Claudio) fcrive con- no fcritto . 3; ». 2. Alberi 
tra il Trillino in- propofito tre di quella Famiglia alle» 

dei nuovi caratteri fotto no- g«*i . 48. ». 9 J. i difecndenti 

me di ^idriono -f ranci fuo della linea di GioVan-Giorgio 

alfabeto > e caratteri da lui inveititi delle Decime di ai- 

trovati . 37. ». 67. citato 38. cune Ville del Vicentino. 14. 
»• 69. 1 fan lite per rifcuotetle con- 

Tomafini ( Monfig. Jacopo Fi- tro ai Comuni d’effe Ville., 
lippo) fuoi E log. yirar. Lit - ivi. vengono loro confifca- 

ter. t ir fafitnt. Jlluftr. do- te effe Decime , e perchè . 1 j.. 

ve ftampati . 1 1 J. ». ». 1. fu pofledono l’ Opere manofcric- 
il primo a parlar a lungo te del detto GiotGiorgio.nj. 
del Trinino . 111 . lo fa ftu- Trijftno ( Co: Aleffandro) lodato, 
diofiffìmo dell’ Architettura . Vedi la noftra Dedicatoria . 
8 .». 16. accenna l’alloggio di — — . (Alvifej primo mari. 
Urbano VII. nei Palazzo di to di Bianca Triflino . 48. 

Cricoli. ta. ». 23. regiftra un quando abbia fatto il fuo Te. 

franamento di lettera di Leo» fomento , ivi. ». 96. 

, Co: An. 


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7 avola delle Ceft Nut abili. 143 


__ . (Co; Antonio ) Iodato 
48. ». 9 j. e 96. 

(Bartolommeo) Padre di 
Alvife, primo marito di Bian- 
ca feconda moglie di Giovan- J 
Giorgio. 48. ». 9j. 

— — (Bianca) feconda Moglie 
di Giovan Giorgio, fuoi ge- 
nitori 47. e 48. ». 9 fua 
dote . ivi . fuo primo Marito 
chi folle ivi. di fomma bel- 
lezza. ivi. detta V Eleva del- 
la fua età. ivi. di lei parla 
il Beccanuoli , e dove. 47.». 
194- f“o Teftamento. 51. ». 
102. da chi rogato 52.». 102. 
lodata da Giovan-Giorgio 70. 
— - (Bonifacio ) confervava 
on MS. appartenente alla Fa- 
miglia Triflina. j. n.tj. 

*— • (Ciro) figliuolo di Gio- 
van Giorgio Trillino . 49. 
ammalato. 53. , e feg. porta 
allTmpcrator Carlo V. gli ul- 
timi diciotto libri dell’Italia 
liberata di fuo Padre. 44. ». 
8 < 5 . 54. raccomandato da Gio- 
van-Giorgio al Cardinal Ma- 
drucci. ivi. 


— — LEranccfco ) figliuolo di 
Gì ovan-Giofgto^aaoti^io va- 
ne. za. 

■ (Galeazzo), fuo sbaglio 
intorno a Giovan-Giorgio 
Trinino. 6 . ». zj. fuo trac-) 
tato della fua Famiglia, cita- 
to. ivi. e h. 18. 

( Gafpare ) padre di Gio- 
van Giorgio Trifsino. 2. mi- 
lita a fue fpefe per la Repub- 
blica di Venezia . ivi. fua mor- 
te. 3. 

— fP.D. Gafpare Somafco) 
traduce in metro latino la j 
Sofonisba di Giovan-Giorgio ! 
Trifsmo. 77. h.ijj. dove fi 


cenfervi. ivi. fi lamenta con 
Scipione Errico, per aver que- 
lli criticato l 'Italia liberata 
93. una lettera di lui dove fi 
legga . ivi . riempie alcuni va- 
ni d’ un’ Egloga latina di 
effo Giovan Giorgio. 109. 
— (Giovan-Giorgio) non 
llabilifce fempre nello fteffo 
anno la fua nafeita. 2. ». 1. 
nominato nell’ ulpi del Ru. 
celiai. 8. ». 14. fuo Sonetto 
riferito, e in qual occafione 
fatto. 41. ». 7 6. fu creato 
da Mafsimiliano, c daCarlo 
V. Conte, e Cavaliere , ma 
non del Tofon d’ Oro con 
altri privilegj. 43. c feg. ». 
86. quando. 54. ». 106. altro 
fiso Sonetto riferito . 53. 
». 104. quanti anni abbia fpc- 
fi nell' Italia liberata . 53. 
e feg. ». 106. Suo Epi- 
gramma latino riferito 5 7. ». 
in. fatto Brcfciano erronea- 
mente dal Cieco d’ Adria. 58. 
». ilteffa. La fua Italia libe- 
rata è chiamata erroneamen- 
te dallo Hello Italia il latra- 
ta. ivi . da una iferizionc 
Sepolcrale riferita, appare ef- 
fe re flato Nunzio per le iali- 
ne di Chiazza, e per la refti- 
tuzione di Verona, diche in 
altri luoghi non ne abbiamo 
trovata memoria. 6 1. ». 116. 
Catalogo delle fue Opere ftam. 
paté, e MS. tanto in Profa, 
quanto in Vc.tlo.67 . , e fegg. 
la fua Italia liberata, come 
e quando Rampata. 53. e feg. 
90. ». 183. di quanti libri 
compofta. ivi . errori in que- 
llo dclFontaniai , e del Com- 
pilatore del Catalogo della Li- 
breria Capponi, ivi. ia pri- 
mi 


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14 4 Tavola delle 
ma volta ftampata per Privi- 
legio di Papa Paolo IV. 94. 
w. 192. fi tentò vetfione del- 
la fiefia in ottava rima. 98. ». 
210. le lue Rime dedicate non 
al Cardinal Ridotti , ma a Leo- 
ne X. 101. lue Opere ad altri 
attribuite, cioè lette Sonetti 
a' BuonaccorfiJ. 101. -e feg. 
uno a Guittone d' Arezzo 
ioj. ed una Canzone all’ 
Ariofto ivi . fuo Ritratto in- 
tagliato dal Sign. Franccfco 
Zucchi perchè adornato 'di 
quattro CoroncPoetiche 107. 
fila Opera imperfetta da chi 
compiuta. 108. e feg. 

— ( Giulio ) figliuolo di 

Giovan-Giorgio -natogli dal- 
la prima moglie. 12. lette- 
ra di fuo Padre a lui , cita- 
ta. 43. ». gì. ja. ». 103. fu 
Cameriere di Clemente Vii. 
13. ». 26. poi Arciprete della 
Cattedrale di Vicenza, ivi. 
litiga contra il Padre, e per- 
chè 49. cui fa ftaggire le ren- 
dite . 55. viene da lui di- 
fendalo . 5^. vince la lite con 
tro di lui. ivi. 

——( Niccolò ) Padre di Bian- 
ca , feconda moglie di Gio- 
van-Giorgio . 47. , e feg. ». 

95- 

( Olindro ) pubblica un' 

Opera del P. Rugeri, c qua- 
le. }9.«.ii4. dove facciafc- 
polto Giovan-Giorgio . ivi. 

■■ ( Co: ParmcMiotie ) Bi- 

bliotecario delia Bere oliana di 
Vicenza. 3.». 2. confcrvaco- 
pia del Volgarizzamento di 
certa Genealogia di fua Fami- 
glia 7. n.i 3. Vedi la Dedica- 
toria .7 

— ~ (Pompeo) Nipote diGio- 


Cofe Notabili. 

van-Giorgio fece in un cogli 
alrri fuoi affini fcolpirc un 
Elogio allo Zio , e dove 
60. , c feg. lo Beffo Elogio 
riferito. 61. 

T r inizio (Ccfare) a lui manda 
il Trillino il fuo Cartellano 
forco il nome di Arrigo Do- 
na . 70. fua morte pianta in 
un’ Egloga da Giov.n-Gior- 
gio^ xo8- 

V 

V Consonante , invenzione 
del Trillino , abbracciata 
dalla Crufca 39. ». 7}. 
Faccari (Tommafo) avea traf- 
pottato in . ottava rima un 
Canto dell’ Italia liberata 99. 
». 2 io. 

Val d.’Agno. Vedi Comuni di 
Recoaro cc. 

Fate» ararla (Piero) va col Tuf- 
fino a Venezia Orator per 
la Patria. 31. ». 54- 4 9 - 
Farchi ( Benedetto ) edizione 
-del fuo Ercolano citata. 3 6. 
». 66. afferma c!- e il Firenzuola 
fende contro il Trifsino per 
giuoco, ivi . loda la Sofo- 
nisba. 79. la biafima . 88. 
fue Legioni) dove ftampate 
79. ». 159. loda l’ Italia libe- 
rata. 97. , e feg. no» decide 
la quertione circa l’ invento- 
re del verfo ftiolto-82. feg. mal 
intefo dal Fontanini 83. ». 
170. edizione de’ fuoi Sonet. 
ti , citata 100. «.a 14. Sonet- 
to al Tri (Tino riferito ivi. 
loda Jovita Rapido 109. •»• 
247. citato 90. ». 182. 
F'ewimi (Bartiano) Nobile Vene- 
ziano , avvoca in Venezia a fa- 
vor della Comunità di Schio 
con- 


Tavola delle Cofe Notabili. 145 

contro Vicenza , e perde . I 
50. I Z 

«— ' ■ ( Domenico ) tuo Vol- 
garizzamento di alcune Ode rvr In cambio del T da chi, 
di Orazio citato ut. fue Ri- j / j e come fi cominciò ad ufa- 
»< da chi pubblicate ivi. n. 1 re 40. 

253. \ Zaccaria ( P. Francefilo- Anto- 

Verità ( Girolamo) Sonetto ai nio)Gefuira, fua StoriaLet- 
lui foriero dal Trillino, ove) teraria, dove ftampata9i. »• 
fi legga roi. I 184. fa 1 * Elogio di Appofto- 

Verlati ( Caterina ) madre di; lo Zeno ivi . 

Bianca , feconda moglie del ' Zeno ( Apposolo ) ritratta la 
Trillino 47. e feg. n.9^. fua Vita del Trijftno inferi. 

Vicenza, perchè detta Primoge- ta nella Galleria di Miner - 

vita della Repubblica di Ve- va I. e feg. fue Lettere dove 

nczia 14. n. 27. quando fi fia Rampate II. 40. ». 73. citate 

donata alla flefla ivi. manda Vii. 98. c feg- «.210. fquarci 

Oratori di congratulazione al j di lettere ferine all’Autore 

Doge Andrea Gritti , e chi 30. j di quella vita II 4 6. ». 88. co* 

e feg. «. 54. c ne invia contrai munica all’ Autore varie noti- 
la Comunità di Schio 49. do- zie per telTtrc quella Vita 7. ». 

ve manda un Vicario a go- ! 13. 19. «.36. 40. «.75. 41.». 

vernarla ivi . è fatta piena | 7 6. j8. WI12. donde l’abbia 

giuftizia alle fue pretefe 50. J eflratte 7. ». 13. fuo sbaglio 

conlerifce al Trillino varie 48. ». 95. lodato L 39. «.73. 

dignità, e quali . ivi. 38. ». 112. 91. ». 1S4. fua 

Vigna ( Dottor D. Franccfco ) fue | Libreria a chi donata ivi. 

Differì azioni promeffe Vili. | fua morte quando feguitam. 

(a ) . fuo Preliminare dove lodato dal P. Zaccaria con 

Rampato ivi. I lungo elogio, ivi . non tcn- 

Volpi (Giovan-Antonio) lettera) ne, che il Trillino folle piti 
a loi fctitja dal Sign. Cano- j per ufare i caratteri da lui 
nico Checozzì iir-tèifcfa del' inventati VII. non tenne per 
Trillino , dove fi legga 51. 1 fattura del Trillino certa ope- 
ri. ioi. | ra latina 123. citato 82. ». 

— ( Giovan-Antonio (il fo j 168. Vedi Giornale de’ Let- 
praccennato)eGaetano fratelli) I rerati d’Italia, (del quale cf. 
furono i primi a idear una edi- clfedone egli il principale un- 
zione di rottele Opere delTrif- tore con ragione a lui fi at- 
fino U. u feg. 108. «.242. Io- 1 ttibuifee tuttociò, che inef- 
xo ( Ifcrvazionc erudita fopra j fo fi contiene). 

il titolo d’ un’ Egloga del Trif- ; ( P. D. Pier. Caterino So, 

fino m. | mafeo) lodato II. 7. «.13. 

Vrbano VII. Vedi Cafiagna. j Zigiof ti (Abb. D. Bnrtolommeo) 

1 cfamina P Archivio de’ Co: 
Trilfini 2. ». 1. conferva co- 


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( 


14 # Tavola delle 

pia del volgarizzamento di 
certa Genealogia della fami- 
glia Triflina 7. ». 13. lede un’ 
Opera delle Memorie del Tea ■ 
tra Olimpico di Vicenza 26. 
«.46. citato 58. ». 113. rac. 
coglie tutte le Opere MS. del 
Trifsino 113. lodato ivi. 

ZorzÀ ( Cavaliere Michelange- 
lo ) fuo Ragguaglio Jjlonco 
intorno al Trifsino MS. ci- 
tato IV. fuo Difcorfo intorno 
alle Opere dello Kctfo , do. 
ve fi fcgga III. 67. ». tao. 
citato 103 ». 228. nominato 
con lode del P. Ruelc , c 
dove 58. ». in. fuoi sbagli 
6 5. 91. ». 183. difende il 
Trillino per l’invenzione de' 
nuovi caratteri 68 . loda la 
Sofonisba 90. numera le cen- 
. fare fatte alle opere del Tri f. 
fino» e dove 96* ». 1 99- at- 


Cofe Notabili . 

rribuilce certa Opera al Tril- 
lino ufi- ». 259. fua opinio- 
ne circa alcuni Sonetti, at- 
tribuiti a’ Iluonaccorfi 104. 
non vuole il Trifsino Auto, 
re del Volgarizzamento dell’ 
Eloquenza volgare di Dame 
118. e fegg. nò d’ un’ altra 
Opera latina 123. lo crede 
bensì Autore di certe Ope- 
re , che mai non fi fono ve- 
dute ivi. ». 275. 124. ». 280. 

■ Zucchetta ( Bernardo ) ftampa- 
torc quando cominciò a pub- 
blicare Opere dai fuoi torch) 
86 . 

Zucchi ( Bartolommeo) fua Idea 
del Segretario ,ec. dove ftam- 
ta 11. »• 23. 

_____ ( Franccfco ) intaglia il 
Ritratto del Trifsino premef- 
fo a quella Vita 107. 


il Fine della Tavola 

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