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DEL SIGNOR
GIUSEPPE VALLETTA
NAPOLETANO.
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lettera
DEL SIGNOR
GIUSEPPE VALLETTA
napoletano
fn difetta della moderna Filofòfia , e
de' coltivatori di eflà ,
INDIRIZZATA ALLA SANTITÀ’
DI CLEMENTE XL
Aggiuntavi in fine un'ojf umazioni fopra '
la medefima .
IN ROVERETO
Nella Stamperia di Pierantonio Berno Libr.
MDCCXXXII.
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Nobile Provinciale del Tirolo, ec.ec, ,
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Olto tempo è, Jlluflriffmo
Signor Abate , che
per darvi qualche piccio-
lo contraffegno della divo -
Zioa mia verfo di voi , io vado tra me
ftejjo meditando , qual co/ a , non del tut-
to di] pregevole , e di . voi indegna , do -
vejft offerirvi . Ed ora ufcendo da’ miei
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*orri&; la prima volta una dotta * ed
erudita Opera del Sig. Giufeppe Val*
tetra , la quale manofcritta lungamen-
te era andata per le mani de* virtuofi;
quefta appunto ho . difegnato d' indiriz-
zare a voi , sì 5 per darvi un picciolo
faggio del de fiderio ardentìjfimo > eh' io
bo d' incontrare con e fio voi ferviti , sì
ancora per fare un pubblico attediato
al mondo della /lima grande , ch'io con-
fervo della voftra ragguardevole Perfo-
ra . E nel vero fé , com * a tutt' altri
è in ufo di fare , io voleffi raccoglier
qui le glorie de * trapaffati , teffendo un
lunoo catalogo di tanti e tanti glorio fi
Antenati della vofira nobile Famiglia ,
i quali e nell' armi , e nelle . lettere rif-
plendendo , non meno il vofiro Ceppo ,
che tutta cotejìa Patria ili ufi r areno ;
certo de non ■; uno > ma ben mille moti-
osi io avrei per indurmi a ciò fare .
. Concioffiachè allora egli . mi fi farebbe
. tofto innanzi la fingolar perizia nell' ar-
mi di PIETRO , illu (Ire, e .antico ger-
irne della vofira onorati fiima Prof apia ,
* il
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il quale da Galeazzo Vìfconte Duca di
Milano meritò d* ejsere fatto Condot tiere
delle fue. armi > Mi . fi prefent crebbe
fitto gli occhi il valore di quell* altro
PIET RO d' età ma ? non di merito
inferiore , a cui i eccellenza nel mefiier
te ftmil mente della guerra , acqutfiò l*
uffizio d) Capitano dell*. Imperador Maj •
fimifiano J. i , e di ALESSANDRO
altresì , che in qualità pur di Capita •
no fi morì in Ungheria . Ma molti ,
e molti ì anche fiudiof amente, trapalan-
do y come potrebbe . poi .fuggirmi dalla
vijìa la , decantata dottrina . , fingolar-
mente nell* arte Medica > e la probità 9
e integrità de' cofiumi di FRANCES-
CO P ART INI , il quale in quel feli-
ce fecola del cinquecento cotanto s* avan-
zò > e ft difiinfe , che meritò le lodi , e
gli applaufi d'uno de' maggiori letterati
di quell'età , che fu Andrea Mattioli > (i)
• e d'ef-
(i) Nell* Epiftola dedicatoria de 1 Di/cor fi /opra
Diofcoride al Principe Ferdinando d* A u Aria . Ve-
nezia 1668. E negli fte/fi Difcorfi /opra il libro 4-
di Diofcoride capitolo 80.
e d' e ([ere fatto Protomedico dì due Ce-
fali , cioè Ferdinando I . , e - Maffimilia-
no li.'? Cèrto che i pregi di co fiat , i
quali di molto accrebbero lo fplendore del-
la vofira Stirpe -, io non potrei per mo-
do alcuno non Jommamente celebrare :
e tanto meno que' di MELCHIORE
fuo figlio i il quale dalla matura pru-
denza pur di Maffimiliano li. Impera -
dorè » di cui era ' Configliero , > fu' (celta
a far efeguire ^Imperiai comandamento
di por giù /’ armi , fattola'- judditì
del Finale in Italia '.(*) Ma io non ne
verrei sì toflo a' capo , : quando 'a’ me-
riti degli Avi'-vojìrì i.'com' -bó det-
to piuttofiò chea voi mede fimo va-
le jft riguardare . " I pregj degli ante-
nati' apportano più (limolo >3 -che lode
a' ■ (uccefiori \ , ed è molto ' mifer, abile
la condizione di colui -, ' il quale noti
po((a in altro . mod o diftinguerft , che
col! aprire i (epolcri de’ fuoi maggio-
ri » .
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(2) Mambrino Rofeo Storie del Mondo libro II.
a io4«
ri , e temendo nn lungo panegirico del-
le loro gloriofe azioni , far fi corona
al capo di meriti non fuoi . ■ Per la
qual cofa , ponendo da /’ • un de' lati
quelle lodi , le quali non fono sì pro-
prie dì voi , che comuni non fieno an-
cora a tutta la Famìglia , ed alle fole
voftre t in cui gli altri non v* hanno
parte alcuna rifiringendomi ; dico >
che quello , che principalmente rn ha
invogliato a procacciarmi luogo nel no-
vero de' vofìri fervidori t e che non
pojfo fe non grandemente ammirare ,
fi è quella incredibile gentilezza , ■ e
foavità di coftumi.y e di maniere ,
per mezzo della quale ben fate chia-
ramente apparire da qual . forgente
traete t origine , e i natali . h
non fo per cagion di quefla con qual
fronte poffano riguardare in voi cer-
te anime t le quali non riflettendo >
che • /’ e (fere nate nobili è fiato un
accidente , cui altro loro non appor-
ta , che impegno di ben imitare gli
antecejfori ; di tanta rufiicìtà , e
fai -
... V3&7'
falvatkhe^za ripiene comparirono
folamente nell * afpre , ed altiere
fembr ano .avere ripofia la loro gloria .
Poi fiete certamente di un amaro rim-
provero a tutti cofioro % e C umanità
vofìra , quando attentamente vi riguar-
da Q ero , non potrebbe che riufcir loro di
jomma vergogna , e confo fione . Ma fic-
come y nè alterigia , o di / prezzo altrùi
la nobiltà della Famìglia , per chiara ,
eh' ella fi fa , è fiata giammai baftan-
te ad infpirarvi , . Così nè al fafio y o al-
la. libertà le •comodità » e gli agj > che
dalla fortuna avete : nè .alla vanaglo-
ria * o alla prefunzione le nobili quali-
tà. dell’ animo voflro , hanno giammai
potuto aprirvi la firada , Tanti rari
pregi- finalmente , tutti infieme uniti ,
non fono -fiati valevoli a feemar punto
di quella vofira naturale affabilità , e
dolcezza di tratto , la quale quanto in
altri è più rara > altrettanto in voi ab-
bondantemente appari fee t e campeggia .
Qttefta vi eccita la maraviglia di tut-
ti coloro , che di voi hanno alcuna co.
no-
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difienpì guefia concilia ì* amore ,
e ^uCfi^nera^iòni de- vojìri Concito adì*
. niy^ 0?quefia finalmente induce , an-
zi con una dolce violenta quaft rapi*
ffce , e sforzai cìafcbeduno a farvi un
volontario tributo de* fuoi affetti , e
del fuo cuore . Ma che dirò di quel -
i* bontà j ingoiare , con cui prendete
a protteggere qualche perfona ingiù •
fiamente oppreffa , e oltraggiata > fa-
cendo vedere , non altrimenti effervi
fenfibili- i torti > che fi fanno alla
ragione , e alla gtufiìzia , che fe a
voi me de fimo f off ero fatti ? Voi con
quel rincrefcimento fiete folito fentìre
i colpi t che la fortuna vibra con -
tra /’ onefie infelici perfine > col qua-
le gli fentirefie , fi contra voi me-
' de (imo foffero fcagltati ; e con queir
occhio riguardate gl * infortuni » e mi-
ferie altrui , con cui riguarderefie quel-
le de* vojìri più cari congiunti . Di
qui è y che e col configlio , e con
/’ opera non mai vi mofìrate fianco
di fivvenire > e beneficare coloro >
i qua-
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* quali per la loro innocenza fi ren-
dono meritevoli della vofira protezio-
ne ; ; ed avendo avvertito , che il ve-
ro carattere degli animi nobili , an-
zi quello , che piu .all' Al tifiimo ld-
dio viene ad accodarci , è * il f al-
levamento delle per fine \o dalla ma-
lignità degli uomini, >o dall' .avver-
ata della fortuna inìquamente fir ac-'
date ; voi perciò, avete creduto im -
prefa degna di voi lo fendere a que- >
fie benignamente il braccio , acciò la
Patria vofira potefse andare altiera ;
e dar fi vanto -, d'. avere >■ d mercè di
voi maifempre aperto un a filo all '
innocenza , re .fempremai pronta una
fpada cantra la malvagità , e la co*
lunnia . Con tal- mezzo voi rifiorate -
i danni , che la me de [una '.per /’ im.
matura morte dì MELCHIOR PAR-
TINI vofiro . degnifsìmo , Fratello ha
que fi* anni addietro, fifferti # e quello ~
fplendore le ritornate ,%che allora per
efser ella refiata priva -d'-uno de'-fuoi ■
più cofpicui , e qualificati Cittadini ,
ave-
aveva pèrduto l ; A che fero molto t
molto contriluifcono ancora gli altri
due vofìri meritevoli (fimi Fratelli , di -
co GIOVA M BA TJS T A 'PA RTI-
NI > Abate della Reai Badìa di
San Pietro di Loreto nell ’ Abruz-
zo , e il Padre CARLO PAR-
TINI , Definitor Perpetuo Carmelita-
no t la prudenza , e pietà di cui
è così nota , e pale/e in quefìa Cit-
tà. .y che. inut il cofa farebbe il farne
per me qui parole . Ma troppo chiaro
io m’aveggio d* avere già foverchiamen-
te la modejìia vofira offefa , non ri-
flettendo f che una delle maggiori lo-
di > che vi fi debbono , è appunto il
franco rifiuto , anzi difpregio , che
voi fate delle medefime , Solo mi re-
fia adunque di fupplicare il generofo
animo voflro a ricevere in buon grado
ia piccolezza del dono , che umilmen-
te vi offro , non alla qualità di ejfo ,
ma al de fiderio dei donatore riguardan-
do \ e pregandovi in fine a non difdir-
mi la fofpirata grazia d’effere anch' io
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allogato tra i voflri
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Rovereto 17. Ottobre 1732;
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VmìUfs. Devotìfs. ObbUgatìfs. Servo
Pierantonio Berno.
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LO STAMPATORE
A CHI LEGGE.
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N ON poco tempo e (Tendo , che va
per le mani degli ftudiofi una Lee*
tera manoferitta del Signor Giu »
feppe Valletta Letterato Napoletano in di-
fefa della Filofofia moderna , e d’ alquan-
ti Tuoi concittadini profeflori della medefi»
ma , .fino dal 1700. dirtela : ed avendo rav.
v ifato , com’ ella è molto avidamente ricer.
cata , e letta dagl’intendenti ; ho (limato
di far colà grata al pubblico , ed alle per*
Ione letterate , dandola fuori per mezzo
delle (lampe, sì per renderla più comune,
e sì ancora per levare la briga a chi deli*
dera averla, di farla tralcrivere.* (concia co*,
là parendomi , che un così utile lavoro ve*
nirte tuttavia contaminato, e guado dalla
trafeuraggine, e fonnolenza de’copifti. Io a»
vrei per verità molto caro avuto di abbatter*
mi (e non all’ Originai medelimo dell’ Auto-
re , almeno a qualche copia elàtta , e fedele;
il che per diligenza ufata non m* è venuta
pienamente fatto di conlèguire. Spero però,'
che mercè 1’ afliftenza da perlbne delle buo-
ne lettere amanti predatami > le quali lì fono
validamente adoperate in correggerla , rive-
dendo poco men che tutti i palli nel proprio
fonte, e togliendovi que* moiri , e quali in-
finiti errori incorfivi nelle copie ; il cottele
Lettore non avrà molto che deliberare . V*
ho in fine aggiunta un’Offervazione fopra la
medefi ma, affai tortele mente dal Sig. Gir ola-
7 ino Tartarotti Róveretano comunicatami , la
quale fono più che certo , o Lettore , che
non t’ increfcerà d’aver Ietta. Vivi felice , e
- favorirci col tuo aggradimento la buona incli-
nazione,- ch’io ho d* adoperarmi a tuo van-
taggio . La fegùente notizia , polla per più
contezza dell* Autore dell’Opera , è tratta dal
Leffico degli Eruditi del Sig. Burcardo Men.
thenio . • ’ '• '■ » •
Giufeppt Valletta Giureconfulto Italiano , na.
Io in Napoli a* 6 . d' Ottobre V anno 1 666. fece
la pratica nella fua Patria , e ranno una copio,
ftffimd libreria , injìeme con un gabinetto prezio fo
di monete antiche , in frizioni ecì Corrifponde .
va co ’ più infigni Letterati d’ Europa . Traduf-
fe alcuni libri dall ’ Inglefe in Italiano . Scriffe
un libro della necejjìtà della [olita pratica in ma-
teria di religione , come pure un ’ opera toccante
V impresone di monete move . Morì a' $. di
Marzo Vanno 17.14. ' •
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Ntichìflìmo coftumefu
Beatissimo Pad re ,o
dir il vogliamo naturai
genio, ovvero inclina-
zione, o qual egli fi .fia avvenimento
degli uomini, i quali a’pofteri hanno
avuto in penfiero di lafciar qualche me-
moria per mezzo delle lettere, di muo-
A * verfi
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verfi a tal opra da picciola e lieve oc-
cafione , ed. alle voi ce incominciare da
balle , e aHai deboli fondamenta , ed
indi poi pian piano p a dare più olcre fin-
ché al defiato fine fi aggiunga ; e quali
Tempre digiuni , e non mai fazj di di-
vorare fulle carte il tempo , e l’ore.
Quindi è , che veggiamo , che una fa-
- tica, la quale fui principio fu ftimara
opra di pochi fogli , tratto tratto li
avanzi » e fi accresca in tanta gran-
dezza , e mole , che a gran pena fe
ftelfa comprenda . Lo ftelfo eflere av-
' venuto a me io già divido; ma non fo
com’egli avvenuto fia . Perocché aven-
do già per foddisfare al gènio de* Depu-
tati » incominciato a fcrivere una lette-
ra indirizzata alla Santità' Vostr a
intorno al procedimento del Santo Uf-
fìzio nella noftra città di Napoli ; cer-
to è, che io non ebbi altra intenzione^
che di raccorre breve e femplicemente
le ragioni) ch’ella ne tiene. ..Indi po>i
crefcendo da giorno in giorno , o ciò
folfe per l’ampiezza della materia > o
per
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pér la moltitudine delle ragioni , e va»
rietà degli argumenti, e delle autorità
che fi recavano in prova; s’ è tant’ol- .
tre la fcrittura avanzata. , eh* è -per
comporre un volume intero .. Così io
mentre penfava di avere già compita
tutta la fatica , volli ancora inveftiga-
r e la cagione , el’ origine de* movimen-
ti > e tumulti della noftra città, acca»
* »
duti per tal procedimento nel tribunale
del Santo Uffizio ; quand’ecco che io
conobbi-, Ae vidi chiaramente, che la
cagione-di tai tumulti altro non fia fra-
ta c che una tal gelofia, per così dire,
di Scuole coll* occafione d' una . cer*
ta Filofpfia , nomata- comunemente
Moderna , avvegnaché dia fia anct»
chiffima , e profetata dagli uomini mi-
gliori, e più fa vj della noli r a città. £
perchè la cofa o non è pur ben intefa ,
ovvero fe intefa , per ambizione, por
aftio, o per altra cofa , è contrafiata a
campo aperto , fono forzato , come av«
vifai nella fuddetta altra fcrittura > con
quell* altra lettera , indirizzata pari-
A 2 racn-
f
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mente alla Santità* Vostra , dimoi
Ararne apertiflinumente la verità. ( per
ordine ancora datomi da’ medefimi De-
putati ) acciocché niente li taccia per
quello , che convenevolmente appar-
tiene alla difefa così della vita » come
della fama de’ noftri cittadini ; e difen-
dere un lungo ragionamento > per far
palefe una volta > e più chiara teliimo-
nianzaal mondo dell* empietà della Fi-
iofolia Ariftotelica * « dell* innocenza
di quell* altra che chiaman Moderna;
al di cui manifeflamento ben poteano
dare opera gli altri , e non ftarfene sì
lentamente a ripofo in una caufa pub-
blica, e di tanta, importanza ,• perla
quale ne lìamo malignamente tacciati ,
echi per Eretico» e chi per Ateo» fe-
condo il livore» e l’ignoranza di quelli
banditori del Periparo; mentre vene
fono pur molti intendentilììmi di que-
lla novella Filofofta , che meglio di me»
e più profondamente l’appararono» il
che loro eforco a fare ugualmente , per
non cadere almeno nel bialìmo» che Ci-
.cerone diede a coloro , che appretto di
fefolirengon na 'corti i tefori delle let-
tere!,, fenza farne partecipi gli altri ;
così dicendo nell’orazione a favore di
Archia . Pudeat , ft qui ita fe litteris
abdiderunt , ut nibil po fjìnt ex bis , ne -
que ad communem adferre fruSìum ,
ncque in : adfpeSìum , lucemque proferì
re . Ma non con animo , che pubbli-
candoli quella fcrittura » vi lìa taluno,
che fcrivcndo full’ifteffa materia , del-
le medelìme co fe li avvagha , facen-
done un’ altro edificio , in cui non vi
ila di nuovo che una deferente figu-
ra, e dimenfione. . .
Laonde tralafciando la parte difpu-
tabile, dalla quale fempremai la veri-
tà fugge , e ne va lontana , opponen-
doli ragioni a ragioni , . argomenti ad
argomenri , e fpette volte iofifmi co*
fofifini pugnando » con aliai delibera-
to conliglio ho, fcelta la-parte idonea,
in qua ponete, argumenta licei , non
argument ari . , La quale ettendo màe-
fira della vita , e de’ tempi , e de’co-
A 3 ftu-
«
« _ _
fiumi allo ferì vere di Cicerone fteflò j
potrà affai bene acconciamente com-
parire più fchietta, e più finceramen-
te difenderli avanti la Santità* Vo-
stra la caufa oneftilfima, e il diritto
di quella Filofofia iniquilfimamente
oltraggiata dalla turba de’ Peripateti-
ci . Così furon degni di grandiffima lo-
da tanti fcrittori , e Greci , e Latini ;
i- quali all* i fioria fi appigliarono , po-
nendo perpetuo filenzio alle difpute ,
tormento degl* ingegni delle Scuole li-
cenziofiflime delle feienze : così anco-
ra fu degnilfimamente commendato an-
che dagli eretici fiefii il dottilfimoCar-
dinal Baronio , il quale dovendo fcri-
vere delle colè appartenenti alla noftra
Chiefa cattolica » lafciando a’ chioftri
le controverfie , e le quefiioni , elefie
con affai maturo , e più fano avvedi-
mento la parte ifiorica > per trarne le
confeguenze- più vere , e reali . Plus
enim Annate s Baranti > quam Contro -
verfue Bellàrmini bar etici s necuerunt .
• .£ qui io avrei già finito , nè bifb.
gne-
; . 7
gnerebbe più dilungarmi : ma perchè
1* origine di tutto ciò è. d’ uopo che Ha
palefe , prima di paflare più oltre , e
affine , ,-cbe niente fi taccia per quello,
che appartiene alla difeia , così della
vita , come della fama de’noftri citta-
dini; egli è neceflario far noto ancora
alla Santità' Vostra, che 1 * origine
di quelli nuovi rigori dell' Inquifizio-
ne ella è data , che vedendoli pur trop-
po fuora de’chioftri dilattate le lette-,
re, e propagata nella noQra patria la
Filofofia , la quale o fia. propria fata-
lità / portando fempremai feco defla
difagj , e fyenture , come dice Boe-
zio , Atque boe ipfo affine s fuiffe vtde-
mur maleficio , quod tua imbuti dìfcU
pìtnis o Pbìlofopbia :o-fia per propria-
gelosìa delle fcuole degli altri Filofo-,
fanti ; perchè Nibil volunt inter borni'
nes credi jmlius , quam quod ipfi te w,
nent / ha cagionato a’ medefimi fai
movimenti,. che fi fon lafciati a dire,
.che quella fpffe di pregiudizio aliano*
Ara fede , perchè da’ principi d’ A-ri-,
A4. fio- .
/•»
»
Itotele lontana fia, come per la tanta
autorità data ad Arinotele , diede mo*
tivo a taluno di dire fcherzando: Se»*
%a Ariftotele noi mancavamo di molti
articoli dì fede : come fe quelli fof-
fero (tati cavati dalla dottrina d' Ari-
notele , e non dalla facra Scrittura ,
e da altro ; che tanto dir non fi po-
trebbe di S. Paolo , quanto alcuni han
detto d’ un autore gentile , quando,
come fcrifle un altro autore , e con
fenno : Sanila fanliorum non babet
_ bete Pbilofopbia .
Ma prima di venire allo fcioglinaen-
to di quelle vaniflìme oppofizioni , egli
è di bifogno ricordare alla Santità*
Vostra , quanto fia (tata commenda,
ta la Filofofia non meno da' Gentili,
che da* fanti Padri medefimi . Ecco
quel > che se diffe Tullio . Pbilofopbia
am vita parentem , & hoc parricidio fe
( quifquam ) inquinare audet y & tam
impie ingratus effe , ut e am accufct ,
quam vereri de ber et etiamfi minus per -
cipere potuijfet ? S. Giuftino così : Pbi-
lo m
I
! 9
lofopbìa efl revfrà maximum lonutn t
& poffeffio i & apud Deum verter abili fi
qua" ducit ad eum > &■ fi flit fola > &
fanti i , beatique Htì, qui mentem et do-
nane. E più oltre: Nemo fine Pbilofo-
pbia reti am rationem intelligit ; quare
omnes homines pbilofopbari % & barre
pracipuam fanti ione m ducere (de. San
Clemente 1* Aleflandrino n* avvifa lo
fteflò, e Sant* Agortino parimente co-
sì : Qui Pbilofopbiam fugiendam putat %
nibil ■ vult aliud , quarti noi non amara
fapientiam . E 1’ A portolo quando dif»
fe , Videte ne quii vos decipìat per Pbi-
lofopbiam t egli intefe di quella Filofo-
fia , la quale con folli argomenti da
Sofirti > e fecondo lemalfime del mon-
do 6 produce ; il che chiarirtimo fi feor-
ge dalle parole che feguono , a ut ina •
nem fallati am % fecundum traditionem
bomìnum , fecundum dementa mundi .
11 che vien dichiarato da Sant’Agoftk
no medefimo, detto luogo fpiegando:
Et quia ipfum nomen Pbiiofopbia ft con-
fiderete rem magnam , totoque animo
ap-
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appetendam ffgnifieat ( fiquìdem Pbiìoì
fophia e fi amof yfiudìumque f apienti* ), .
cautifftme Apcfialus h ne ab amore fapie a*,
ti* deterrere videretur , fubjeeit fecun -
d*m dementa bujus mundi .
. Egli è dunque affai ben chiaro, che
nè Satv Paolo , nè Sant* Agoftino , o
niun altro fanto Padre , Greco, o La-
tino , abbia giammai pretefo , che quel»
la apparare non fi doveffe ; anzi che
leggiamo tutto il contrario , come s’è
detto. Al che aggiugner u può - l’av-
vertimento di S. Clemente l’ Aleffan-
drino fopral lodato; Pbilofopbiam ante
Domini adventùm , Crucis ad jufiitiam
fui (fé neeeffariami nunc autem ad pei
caltum t & pietatem utilem effe (*j La
m* * » i j C|tt3e l •
». ■ •
» » ...
" « » « ... ’ *
(*) Quello non fi vuol in terpefrar In modo, che
S* Clemente Aimafle , che I Greci fi giufti6catfe-
ro per mezzo della Filofofia .» Egli credeva , che
la Filofofia remotamente gli difndnetfe alla cogni-
zione di Crifio , dando lor notizia del vero Dio,
c fomminiftrando loro i mezzi per isfuggire gli er-
rori . Per altro fenza la Divina grazia , la fede,
la carità &c. non credette, che uom fi giuftificaf-
• fe. Vedi Naral Alefiàndro Dijfert. Vllh in Hijior . ,
E cc kf. f*c. IL
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qual co fa ugualmente avverti il Cardi*
nal Palla vicino : La Fibfofia nelle dot-
trine Teologiche è utile come i foldati
frante ri negli eferciti; cioè in maniera
che fervano > ma non comandino . Im-
perocché a tutti fi permette la liber-
tà di fìlofofare. Bona mene ( dice Se-
neca ) omnibat patet , omnes admittit ,
omnes ad hoc fumus nobile r , nec rejicit
quemquam Pbilofopbia , nec digit > omni-
bus lue et . Tanto maggiormente che
la natuta invidiofà per così dire a li-
vellare i fuoi Segreti avarifiimaraen-
te permette , che ora una cola , ora
un* altra fi fveli , come s’ è finora
fperimentato per tante ofiervazioni
fatte e che fi fanno in molte cele-
bri Accademie dell* Europa , (copren-
doli fempremai novelli arcani » non
che nuove, e plausibili opinioni nel-
le Filosofie . Jn Pbilofopbia ( lafciò
fcritto Seneca fcefio ) re maxima , &
involai iffima , cum etìam multum atìum
fuerit , omnis tamen atas , quod agat ,
inveniet . Quindi Atenagora , che det-
tò
k*
tè un’ Apologia . a prò de’Criftiani agl*
Imperatori Antonino , e Commodo
ambeduo filofofi , dille : Nulìum in
Pbilofopbia rcdundat Crimea .. £ più
oltre così : Profeto autem bac crimine
vacat . Tutto ciò però intender fi dee
per la cognizione di quelle cole > che
dipendono da caufe naturali, non al*
tri menti foprannaturali. Il che fu con-
fiderà to dal medefimo Seneca , ancorch*
ei fofle gentile . Perfeveras ire ad bo~
nam mentem , quam fiultum ejì opta -
re, cum pojfis a te impetrare. Non fune
ad Ccelum eleva» da marnisi &c. £ pri-
ma di lui avvisò Simplicio , Eos folum
de cauffis naturalihus pbilofopbari fiata «
ifie: nequaquam autem de Ut ^ qua fa «
fra naturam exifiebant .
r : Ora fia lecito d* efaminare più efpref-
famente, fela Filofofia, che chiama»
Moderna fia d* alcun pregiudicio alla
noftra fede cattolica .
. Primieramente è neceflario, ch'io
rinnovi alla mente della Santità* Vo-
stra quei tempi più frefchi , in cui
sì
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sì felicemente apparò le feienze tut-
te , e con ciò : io rinnovèlli , e rallegri
infìeme . 1* idee della prima fua età ;
perchè non v'è co fa (come ditte il
Cardinal Bentivoglio ) che maggior-
mente I’ animo ricrei , che la memo-
ria degli anni fcolarefchi , perchè ciò
egli non è altro , che un tornare a vi-
vere quella vita innocente , e piò
lieta dell’ uomo. Si ricorderà dunque
Vostra Santità» , che malamente
quefta Filofofìa fia nomata moder-
na , perocch* ella è più antica , anzi
la primiera d’<ognaltra: nella noftra
Italia nata * e coltivata ; onde il no-
me d’italiana Filofofìa acquiftò, ed
ancora felicemente ritiene -, come
va provando per tutto un Libro
Giovanni Scheffero , dandogli il ti-
tolo , De naturai & confiti utione Pbi -
lofoybi* Italica » ftve Pytbagoric* ; Ita-
liani ettendo ‘Itati i più- celebri Fi-
lofofi : di quefta fetta . Timeo da
Locri , Parmenide da Elea , cit-
tà della noftra Lucania , da* quali
* »
?4 . „ .
denominò due de* Tuoi Dialoghi Plato*
ne: Archira da Taranto , Filolao fuo
difcepolo , Li fi ugualmente da Taran-
to » maeftro di Epaminonda : Ocello
Lucano , Marino difcepolo, di Proclo,
e tant* altri. Quefta Filofofia adunque
fu fondata, ed infegnata nella noftra
Calabria , detta anticamente Magna
Grada , che comprende a qua fi tutta
la fpiaggia marittima del noftro Re-
gno , propagata nella Grecia , e difte-
fa poi per tutto il Mondo .* E Pitta-
gora benché ^comunemente creduto
da Samo della Grecia, da, altri tenu-
to dell’altra Samo , città, della Cala-
bria ftefia , ne fu l’inventore , il qua-
le non tanto per 1* altezza del fuo in-
tendimento , e della fua fapienza ,
quanto per la pietà verfo Dio , e per
1* oneftà de* coftumi , meritò le lodi
da Clemente l’ Aleflandrino, da Filo-
ne il Giudeo , e da tanti altri celebri
autori, così gentili , come cattolici ;
ed Ambrogio ad Ireneo fcrivendo fa
teftimonianza efler tratta la fua doti*
tri-
*
I
trina da q nella di Moisè . .< • -
r Quefta Filo&fia fu feguitata da De*
mocrito, difcepold. di Leucippo , e da
Platone di Socra te^uditore . il primo
anche da Ariftotele vieti molto com-
mendato , il quale poi bruciò li di lui
libri , come vogliono alcuni . Il fecon-
do però oppugnato^ . nè quefto iìa me-
raviglia , perochè Platone fuo maefcro
in molte cofe vien dannato dal mede-
fimo A rifrotele , o fia ftato per hi furia
d* ingegno ovvero per vaghezza di
gloria, che fuole più facilmente muo-
vere* gl* ingegni più contumaci , «dal-
rieri, in calcando altre veftigia , e fuo.
ra di quelle, che' additarono i proprj
maeftri, da cui ricévettero i primi Te-
mi, e i buoni documenti della miglio-
re, e più vera dottrina ; perchè da tut-
ti egli venga comunemente riprefo ,
ed incolpato d’arroganza. Qui contro
di lui fenfle Agostino. Taccia Arifto-
tele , il quale contra Platone è Tem-
pre fanciullo . E certamente tutti gli
antichi , i quali non fepararono Pelo.
quen-
71 n i mm
16
quenza dalla dótti-ina j vogliono , che
il'Principe de’ Filofofi fia Platone ,
così chiamandolo Ambrogio * ed Ago-
ftino ; Lattanzio , ed Eufebio il dottili
fimo | e faviffimo;èd~Arnobio il divi-
do , e il grande , Plato ille .divinus 9
multami Deo digita* nec communi a jett-
tieni multitudinis . E altrove . Plato il»
de, magnufy pie , fandleque fapient r All*
incontro , • Arijlotelet nunquam pie aut
fandie dodius , : dille Filone Giudeo »
Platone adunque fu in tal maniera fe-
guacc: della Filofofia di Pittagora , co-
me avvifa Agoftino» e Lattanzio fref.
fo, che non contento, d’ averla appa-
rata in Atene, volle migliore appren-
derla nell* Italia fteffa » donde ebbe 1*
origine , e i natali . Quindi fu detto
eh’ ei pittagorizzafle . lindi volle poi
inlegnarla col nome di Timeo» che fu
difcepolo di Pittagora, come ancora nel
xnedefimo tempo la Filofofia Demo-
.crito infegnò , di cui bafta dire fola-
mente il giudicio, che ne Iafciò Cice-
rone ; Democritus vir magma ìmprimis
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»7
cu} tu font toni Eptcitru's' bortulos fuos ir-
rigavi . .. ’ . : ".v.r* • r. •
- Ed eflendofi conofciuto poi da’ pri-
mieri Cristiani, che non v’ era Filofo-
fia piùatta, e conforme alla Criftiana,
che la Platonica ( perocché dagli ora-
coli tanto di Moisè , quanto de’ Profeti
egli la trarte , e particolarmente da quei
di Geremia come teftificano Eufebio,
Cirillo, ed Ambrogio i Quid eft Pla-
to , nifi ■ Mofes anticip ans , dille Nuróc-
nio nel trattato dell* Anima ) quella
in tutto e -per tutto eglino abbraccia-
rono, tanto maggiormente che fu lo-
rochiaro , che laconverfione di Giu-
rino , che poi fa Martire da quella
forte fiata cagionata , come ei medefi.
mo confetta nel Dialogo con Trifone;
poiché dopo aver ricercato tutte le fcuo-
le de’ Filofofanti , parve a lui di non a-
ver migliore, e più acconcia Filofofia
ritrovata , che quella de’Platonici , co.
me quei , eh’ hanno intefo meglio la
Divinità , di curdice -1’ Autore della
Filofofia volgare re-furata : Nonne id:tn
•• -B ipfc
x$
Ìjìfe [anRiflimut Martyr de fe ipfo refert ,
cum etbrìtcus adbuc veiitm qu&rttaret ,
fe a Peripatetici s tramuta, a Pytbago-
ricis per longas vias circumventum , & a
folis Platonici s in arcana fi dei Cbriflia -
na introduci um effe ? La quale fu fegui-
tata ancora de Taziano fuo difcepolo ,
e gran Platonico , infegnandola pubbli»
camente in Roma, perchè preparava
con facilità l’animo al Criflianefimo .
Quadrato, A pollinario , MelitoneVe£
covi; Atenagora > Bardefane, ed altri
difenfori della Religione, furono tutti
Platonici • Ed a chi non è palefe l’A-
leffandrina fcuola in Oriente , ripiena
di tanti fanti Padri, e tutti Platonici?
Origene, Clemente, Cirillo, Eraclio,
Dionifio , Atanafio , ed altri , io modo
che Aleflandria , non meno per lofplen»
dorè della difciplina Ecclefiaftica , che
della domina, fu dimata un’altra Ro- i
ma, e la feconda fedia Patriarcale do»
po quella di S. Pietro . Sant’Agoftino
nel libro delle Confefttoni di fe fteffo , e \
d* altri rettifica eflere flati Platonici ,
quan-
/
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quando e’ narra la vilìta , che fece a Si m>
pliciano > maeftro dì Sant’ Ambrogio,
raccontandogli i libri eh' egli aveva
letto de’ Platonici , da' Vittorino Ora-
tore Romano tradotti in Latino , che
morì poco dopo d’elferfi fatto Criftia-
no . Sopra la qual cofa fè palefe anco-
ra il piacere, che ricevette Simplicia-
no in fentire , che non era caduto nel-
la lezione d'altri libri di Filofofia , pie-
ni di menzogne, e d* inganni; ma lo-
lamente in quei de' Platonici , che in*
fegnavàno la conofcenza di 'Dìo, e del
Verbo Divino , le di cui parole fono
qu ette: Gratulatiti eft ntìbi , quod non
in aliorum Pbilofopborum f cripta incidi f-
fem , piena faltaciarum , & deceptionum ,
fecundum dementa bujus mundi : in illh
autem omnibus in ftn aari Deum ' % & ejus
Verbum . Indi Agostino ileflo poi gli 1
chiamò i Filofofi di Dìo amatori ; ed
Eufebio nel libro XI. della Demolirà-
zione Evangelica , narra , commendan-
do tanto le contemplazioui di Plato-
ne, averle tratte da’facri libri degli E-'
B x brei ,
IO
*, *
brei, cioè dell’Ente primiero ndelPI-
dee , deli*, immortalità dell’ Anima ,
della produzione dell’ Univerfo ,;del
bruciamento del Mondo , del R i forgi -
mento de’ morti , della Terra cele (le*
e del Giudicio'. ultimo : il cbe vieti ri-
portato ancora da Teofilo Galeo in di-
fefa della Filofofia Platonica; ed Eu-
febio. (lefib la difugualianza tra la Fi-
lofofia Platonica ,.e T Ariftotelica in
quella maniera divisò : Mofes , Hebra't-
que Pro.pheta beate Divendi finem tn P r <c~
potenti s Dei cognitione, & amicitia %quam
Religio perfida t , con flit uunt . Hit gemina
Plato fiatuenr, beatitudini! finem in vir-,
tute ponit . At Arijloteles aliam infijìit
vi am , nec aliter beatum quemcumque fu-
turum defendit , quam fi Ù bona corforis
utetur valetudine , & externi! opibus a-
bundabit . ftfa ecco tutte le compara-
zioni - f e rapporti diflìmili e totalmen-
te di vetfi traviatone, e A ri Itotele , i
quali, furon ,difefi dall’UgoSanefe nel
Concilio di, Ferrara coll’ intervento de*
Greci , fcrive Enea Silvio ,c con gran
numero di Prelati . •tie'difcordanzèa-
dunque tra 'Platone i e Ariftotele Coi
no quelle '» '•» ' ' • *• • ’ '
r /. Platone pofe per fondamento prin-
cipale non effervi altro , che un Dio ; in
più luoghi , nel Soffia^ nella Repubbli-
ca , e nel Parmenide : Arinotele dicen-
do nòne fervi, che' un [olo primo. Mo-
tore flabijifce ancora altri cinquanta
fei Dei i che fanno 'girare i globi cele-
Jli . E nel primo libro del Cielo, che vi
ftanddei ùielò molte (óffan^e \ dalle quali
1‘ altre dipendono > ih mòdo • che fecondo
la jua dottrina il Mondo * non è già - una
monarchia , ma poliarchia y o piuttòflo
anarchia p. ciò che -San 'Gregorio Na%i.
anzeno ha' affai ben ■ condannato . *
II, Platone chiama 'Dio nofìro fovra -
no Padre:' Arinotele non conofce ver fin
Dio' per padre . 1 * «4 u«>v > -.-v. ->
III. Platone nel primo- libro della fua
Repubblica affìcura , - che Dio fia > una
fo fianca (empiici fftma : • Arinotele ah duo-
decimo della fua 'Me taf (tea , lo pone
nelC ordine degli animali > e dell' effe n^e
compone. B 3 IV-
il
. ; IV. Platone nel [e fio della fua Re-
pubblica , che Dio fta nofro fommo be-
ne : Arinotele al duodecimo, della fua
Metafiftca , che' Dio fta un bene , che
conviene folamente al primo Cielo > del
quale egli è Motore. > ,
. V. Platone nel quinto della ' fua Repub-
blica y che Dìo fta la fovraha Sapienza: .
Arinotele y che. fta un' intelligenza , che
conofcendo le cofe un he rf ali » non, f appi a
le. particolari . • •**..«
VI. Platone nel Timeo y che Dio fta
onnipotente,: Ari fot eie nell Opere fue ,
che, non abbia ' altra potenza. > che di
far muovere il Cielo. , .
VII. Platone nel.Filebo , , nel Soffia*
e nel Parmenide % thè . Dio abbia crea-
to le foftanze incorporee: Ari fatele che <
Dio non abbia giammai fatto niente ,
non avendo altra curai che di far af- '
fefo • (opra del Cielo . . ,
i Vili. Platone ' .nel Timeo , che Dio
abbia- creato il Mondo i Ari fot e le * che
Dio non abbia fatto il Mondo .
VIV . Platone * che Dio. abbia fatto
. : ; il - ■
« ^
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. • n
il Mondo prima del tèmpo • Arinotele y
che tl Mondo , e il tempo ftano fempte 1
/ » • * . » ■ >
tati .
? X; Piatone , che il Mondo offendo' un
corpo , abbia . una potenza finita: Ari-,
(tot eie , che il Cielo , e il Mondo abbia-
no una potenza infinita dì muover fi .
XI. Platone y che il Cielo , e il Mon-
do^ come corporei ftano corruttìbili • A*
tintotele incorruttibili « -
= XII. Platone , che- Dìo [taf opra ogn\
e fiere , J opra ogni foftaitzai Arifioteic-y.
cbe’fìa falò foftanza . < - - - -*'•
XIII. Platone , cioè ■ D/o _/?<» libero età
ogni corpo: Arinotele, che fia. legato da
una sfera folament e per muoverla
- X/F. Platone , che Dio abbia* là
providenza ^/ • co/f : : Arìfto*
tele , che abbia folo ^quella , defitti^,
lo. .•■''•'o'i
XF. Platone , che Dìo governi* tutto
fi univerfo : Ariftotele K cbe la - No*
tura , e la Fortuna reggano** '< » ■ « "'■*
XF7. Platone dice , che Dio ab\
bia creato fiamma umana ì Ariftotele,
B 4 che
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U
cbt fta I* atto principale del xorpo ; ma
eòe . fa tirata^ dalla potè della man
feria .
• • •
z.JQVJIì Piatone , che.l' anima fta una
forma divina /iti fot eie, , vcbc.fiafor*
ma naturale:. del fonpa,) ^ A -,
XVII [ piatone , che' /’- anima fa
immortale ; Arinotele, eh' e fendo forma
del corpo , fta- mortale , ,
X/X. Platone che I anima pò fa fe-
parar fi dal coopti .'•-Arinotele j ^ note
poffa , forme rei corpo -, .Y , v , -
Platone } // fommobenefia
te fere fintile <* JD/o ; Arifiotek.,. che
fta ne' beni di fortuna', >
^ X /. . Platone che hi fogna pregare
D.io .a fiacche ci ' faccia buoni.: Anfiote -
le , , che Dio. -non .poffa- fentire, le no fi re
preghiere , non conofcendo le cofe parti»
eoi ari .
XXllvPlaton* i/ebe p uomo di buo-
na vita. i:. fta gradevole' a Dio: Art fia-
te le , che non .io gradifc4-\ t % 'non cono»
fcendolò\ «'■Vi ( , .. . . ^ viv
■.XXIII, Platone , che dopo morte , 7*
ani-
«*
*5
anime de * malfattori fatto gafligate : ' A-
ri flot eie-, ube /’ anime e fendo corrotte
Col corpo i non -patif canti- più altro . f
■ XX^fV.- Piatone y^ thè, i' morti rifer-
gerantio' 1 Arijìotele , che dalla privanti*
otte all'abito non vi fia "rif òr pimento .
XXK Piatone , che V anirne derub-
ili faratino collocate in luogo y dove fa-
ranno molto' felici i' Arinotele non cono-
fce alcun- luogo di quefia fori a . • '■
' Quindi il Sidonio-difle, Explicatut
Plato, ìmpiicat ut Ari fot elei, 'e il Pei
trarca del difcorfo dell* ignoranza di
fe ftefloy e d’altri, attéfta , che Pia*
toner» Divinum, Ari fot e lem Damo» iuta
Grati nuncupabant ; e però nel Trioni»
fo della Fama, così di lui. degnamene
te canto:
A •
\ \
• t I n it
. V'olfimi dà man manca , e vidi
. Plato, .......
Cfo n quella fcbiera andò più prefr
, . fo al fegno, . s
«* 4 / ?«*/ aggiunge , a chi dal cielo
...... ^ dat o • .. '*■ ...
E fi-
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*, £ finalmente tutti concordano, che
la Filofofia di Platone fia fiata la più
favorevole > ed acconcia , e quella d*
«Ariftotele la più contraria , e pregiu-
diciale alla dottrina della nofira Chie-
fa cattolica, E Sant* Agoftino attefla.
Platonica f amili* Pbilofopbos facillìme
omnium , paucifque mutatiti r fieri poffe
Cbrifiianos , Anzi un Autore, che fé*
ce una Diftertazione del modo di ftu-
« \ 1
diare la Teologia , impreca coll’altre
di Ugone Grozio De Jìudiis inflit uendis ,
vituperando aifatto la Filofofia Ari»
fio te lica , e ragionando egli degli anti-
chi Filofofi Crifiiani , così dice \ \Qm
quis effet Arifiot elicti s , eo minus • Còri-
flianum fuiffe E, de’ Padri foggiunge :
Olir» multi viri pii , (S doElì % Origene: t
Clemens Alexandrinut , Jufiinus , Augu -
jlinu ! , & alit y ex Plafoni s fcbola ad £c-
clefiam Cbriftianamtranfierunt : f ed nul-
li y aut certe pattei ex fcbola Ariftotelis ,
qui metaphyftcis ejus fpeculationibtn , &
arguti is inferii erant . E il medefimo
Autore dice f che Pietro £amo era
-fi d’opi*
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d’ opinione , che fi dovefle bandire da T
tutte le Scuole , ed Accademie la Me-t
tafifica d’ Ariftoteleu Petrus Ramasi
I
( fono parole dello fleflò Autore ) stiri
do fi us , & perfpicacis in Philofopbia ju-
dici't ( luet Ariftotelici contra fentiant )
Tbeologiam illam , quam ? Arinotele s in
Metapbyjica docet » impietatem omnium
impie tatum maxime execrabìlem , & de->
tefiabilem effe confirmat , adeoque ex A-
cadem'ùs exterminanàam , ut a multi s fa-
flit atum efi . Avendo egli ancora propo-
fto> fecondò l'ufo dell’ Uni ver (Ita di Pa*
rigi , primach’ ei fofle creato Maeftro ,
e primachè caduto fofle nell’erefla, pub*
bliche Conclufioni,per le quali foftenne,
Qutecumque ab Ari jlot eie dì fi a funt^falfa 4
& commentiti a effer , e perciò ifuoi fcrit-
ti in Francia in grandiflimo pregio fono
tenuti . £ di Guftavolte di Svezia rap*
porta il medeflmo Autore > che Omnes
Metapbyficas a regno fuo expulit t & exfu-
Idrejuffit . Come primamente Antonino
Caracalla, conofcendo ancor egli quefra
verità , vietò affatto l’ Accademie de’
‘ Pe-
/
Peripatetici , 'facendo bruciare ancora
tutti i Iibrrd’ Arinotele . E Pietro Poi-
ret nel libro de Deo , le diede più. che
bando dalle fcuole con quella ’ defini-
zione: Pbilofopbia e fi contemplatiti , vel
cotnpages nugarum Scbolafìicarum ) Ari -
fiotelicarutii t vel fimiVtum , ad oblivi] ce n-
dum Dettm , mentemque tumidi s tenebri! t
& inquieta - pet ulani ta implendam ; In
modo che da’ mèdefimi Eretici fi con-
feda edere la Filosofia Ariftotelica dan-
nofilfima al Criftianefitrio.
■: £ chi potrà giammai dubitare , che
la Fftofofia Ariftotelica- fia Hata l’uni-
ca e fola cagione, anzi l’origine ftefta
di tutte 1* creile, eflendo ciò mani fe-
llo per l’autorità di tutti gl’lftorici,
e di tutti i fanti Padri , ' che in quei
tempi fiorirono, i quali erano preden-
ti alle difpute , e ne’ Concili ftefti per
confutarle ? Aezio Vefcovo d* Antio-
chia ne’ primi tempi appunto della no-
ftra Chiefa , non fu egli Eretico, e
poi foprannomato Ateo: Astìus Atbe-
usì non peraltro, fe non perchè trop-
*9
po addetto alle Categorie d* Arinote-
le egli era , come nota Svida; ed Epi-
fanio , e Gregorio Nifi'eno lo ftefio afr
fermano.. De Chrijìo magis Academico t
quant Eccleftaftico more f ape differebat .
E fattoli pertai fofifmi Eretico , e poi
Ateo, coro’ è detto,; fu. privato della
Chiefa, e la fua fetta, ,ch’è la ftefla,
che l’Eunomiana , detta da Eunomio
fuo, difcepolo , e compagno nell’erefia;
fu fino alla morte perieguitata dagl*
Imperadori Onorio „ è Arcadio ; e Te-
miftio Ariftotelico , come nota Svida
ftefio , chefcriffe fopra il trattato del-
la Fifica ». dell*. Animai» e d’altri libri
d’ Arinotele , fu Eretico, come Gio-
vanni Filopono. ; N ice foro così d’eflb
loro dicendo : Johannes ifte Philopone -
us Alexandrìnus , . ita ut diximus T rithei-
tarum i hdereticorum pr afe Bus fuit , prò-
inde atque olim Tbemiftius Pbilofopbut
jub .Valènte Agnoetarum feft<e praivit r
E degli Ariani , perchè Ariftotelici ,
come difle Sant’ Epifanio ftefio. Ouod
fuerint novi Ariftotelici % & ab Arinotele
3 °
verterti jaculationes ftbt ipfts affricuerint .
San Girolamo contro a’ JLuciferiani
Scrivendo , non dille egli mededmo ,
Accedit ad hoc , quod Ariana barefts
magie cumfapientia f acuii facit , & ar-
gument ationum rivos de fontibus Ari -
fiotelis mutuatur ? ES. Fauftino pa-
rimente de’medefimi Ariani parlando.*
Ubi nunc f unt impia illa vejlra fophif ma-
ta , qua Ariflotelis Epifcopi vejìri ma -
gifìerio didicifiis ? I Monoddti , i Nova-
ziani, i Filippini) i Trivefenfi furono
Eretici, perchè feguaci d* Ariftotele :
i Carpocraziani , e i Teodofiani il ve-
nerarono come idolo , Et non minusfa-
ciunt Moderni ( feri ve Tommafo Cam-
panella ) qui dicunt , Arinoteli non ef-
fe contradicendum. E nel fecolo pa fla-
to Ermolao quanto riguardevdle per
la fua pietà, e virtù; Barbaro in ciò,
perchè invocale una volta il Diavolo
per intendere 1‘ Endelecbia d* Arifto-
tele , come narra Gabriele Naudeo .
Ma ritornando agli antichi Padri ,
San BafÌlio in molti luoghi delle fue
Ope-
V
* « J*
Opere fi querela di quefra Filofofia ;
come affatto contraria, e totalmente
oppofta alla noftra fede , e particolar-
mente ne’ libri contro Eunomio ereti-
co, allegando a fuo prò Arinotele, a
cui rifpofe : Hac non ex àoElr'tna fpiri -
tus fmt , fed de faculari , de qua feri -
ptum ejì : narraverunt turbi iniqui fabu «
lattone s > & , qua conventi» lucis ad Be-
Hai? £ S. Gregorio Nazianzeno ugual-
mente ne fa molta doglianza, dicendo :
In Ecclefiam irrepftffe captiones fopbiflicas ,
ac pravum art if cium Arinotele# artìs ,
& bujus generis alia , veìut ALgyptiacas
quafdam piagar . E altrove così . Abjice
Ariflotelis minutiloquium , Jagacitatem ,
& art ifi cium: abjice mortale s illos fuper
Anima fermones,& human a illa dogmata.
Ed in altro luogo deteftando in tutto e
per tutto Ariftotele il chiama Struggit »•
re della provi de n^a Divina . Ireneo in
in quefto modo ne parla: Minutiloquium,
& fubtilitatem circa quajìiones , cum ftt
Ariflotelicum , fidei inferre conantur :
Lattanzio così ; Arijlotelem de Deo
ìpfum fecum dtfftdere , & repugnantia di-
cere t & Jentire immo Deum nec colu-
ti, % nec curavit « San Girolamo ad Eu-
ftochio feri vendo : Attende & tu fa -
tuorum fapientum princeps Ariftoteles .
In altro luogo . Omnium b*reticorum do-
ppiata fedem fthi & requiem inter Art -
fiotelif , 0 Cbryfippi [pineta reponunt ,
& Ut fub diem cunfia concludam fer mo-
ne , de illis fontibus univerfa dogmata ar -
gumentationum fuarum rivulis . trabunt .
E femprcmai.con aperto vocabolo Gi-
rolamo fteflb verfutiet chiama gli ar-
gomenti di lui. Origene ne* libri ch’ha
fatto contro Celfo , grida in più luo-
ghi contro d’ A ri Itotele come nocivo
al Criftianefimo > e la maggior parte
degli altri fanti Padri fono del mede-
limo fentimento, come Sàn Giuftino
nel Dialogo per la verità della religio-
ne Criftiana- con Trifone Giudeo : S.
Clemente PAleflandrino nelfuo avver-
timento , . che fa a’ Gentili ; Eufebio in
più luoghi delle fue Opere: Sant’Ata-
nalio contra Macedonia no : San Gre-
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gorio Ni fieno eontra Cunomio : San
Gregorio Nazianzeno più voice nelle
fue Orazioni ; Sant* Epifanio ne* libri
contro l’ercfie : Sant’Ambrogio di nuo-
vo ne* libri degli Uffizi : S Gio. Grifo-
ftomo fall* Epistola a* Romani ; e fo-
pra tutto, quel» che ne feri fie Tertul»
liano in più d’un luogo nel libro delle
Prefcrìzioni , e dichiarando egli quel di
San Paolo , Ne quii tot decipiat per
Pbilofopbiam , intende egli quella d’A«
riftorele vana , e fallace per fentenza
di tutti. Quindi Cirillo l’ A leflandrU
no gridava.* Heeretici- nìbil aìiud , quarti
Arifiotelem ruSlant . E Sant’ Ambrogio
con ugual fentimento, e colle lagrime
agli occhi dicea , Reliquerunt Apofiolunt »
fequuntur Arifiotelem . E fra Moderni
Melchior Cano così ; Habent Arifiote-
lem prò Cbrtfto , Averroem prò Retro ,
& Alexandrum prò Paulo . E tant' ab
tri, i quali l'hanno riprovato, e con*
futato , foto per timore, che non s’irn-
primefle al Criftiano un carattere deb
fa fua dialettica » per efler tutta con»
*• C tra-
traria alla femplicità della fede > la qua»
le altro non richiede , che una umile
fommiffione» e totale credenza, fenza
veruno ragionamento , e difcorfo uma-
no . E finalmente lafciar non fi dee
ciò , che ne fcrifle S. Vincenzo Ferre--
rio » che fremeva contro un tanto abu-
fo nelle Scuole . Quel Predicatore io
dico tanto zelante , che introduce la
vigilanza dell’ Inquifizione .per man-
tenere la purità della fede, non appel-
la egli queft-a dottrina d’ Arinotele, e
quella d‘ Averroe fuo feguace, Pbia
ìas ir<e Dei projefias fuper aquas fapie a»
tu Cbriftianaj' undefiaéfa^funt amara
ficut abfyntbium? ETommafo Bonart,
nobile fcrittore Inglefe , non fidamente
cattolico, ma ottimo Religiofo , nel fuo
libro de concordia fetenti a cum fide , in
pochiffimelparole fa teftimonianza del
tutto , quando ei dice, Arifioteìem im*
pii errori s accufari a Pat ribus.. E il P.
Petavio, ch’egli è certamente la Fe-
nice degl’ ingegni de’ Gefuiti , in que-
lla maniera : Ariliotelis Pbilofopbiam
tan~
!
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I
35
tanquam Cbrìfto invifam , & inìmicam,
atqueab hojle illius Diabolo prof e Si am.
E. il PaBartoli, ugualmente Gefuita,
ed elegantiffimo fcrittore nel fuo libro,
eh’ è la primizia del fuo ingegno , di*
co. il libro dell’ Uomo di lettere , così
fclama: Quanta fìragefa ancor oggi quel *
lo ftruendi , & deftruendi artifex verfi*
pellis Ariftoteles , creduto autore della
mortalità ; dell'anima , che in una paro-
la è quanto dire difiruttor della fede ,
e padre di quei x che vivono fen^a an i-
ma d* uomo invita di bejìie i: Quindi è >
che nell’ anno MCCIV. fotto Filip-
po ;1* Augufto , per pubblico confi-
gli©,' come dannevoli alla noftra fe-
de i libri della Metafilica , che al-
lora folamente veduti s’erano, e tut-
ti gli altri ancorché, non veduti , e
foflcro per ^comparire , fu ordinato >
che fi ì mandafiero alle fiamme . Ec-
co le : parole . , dell’ Iflorico riporta-
.te dal medefimo Padre Petavio >
in diebus .uillis .legebantur, Parifiis. li-
belli quidam ab Arinotele > ut dice ?
» C i ban-
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*
bamur, compo fiti t luì aocebdnt Meta -
pbyftcatn , </?/<*;* dir uovo 4 Coftan-
tinopolì > éf 4 Graco in Latinum
translati; qui quoniam non folum pre-
dilla bareft fententiis (ubtitibus occafto *
**0» prabebant , ò»/»o 6 * 4/»/ sondane
investii pr abere poter ant , jufi funt 0-
mnes comburi t & fub paena excommuni-
eationis cautum eft in eodem Concilio ,
ne quìi de cetero eoi fcribere , legere
fra fumerete vel quocumque modo b abe-
re. Esfei anni dopo che fu condanna-
ta ia Metafilica dei medeiimo , il Car-
dinal di S. Stefano mandato in Fran-
cia da Innocenzio III. in qualità di Le-
gato , proibì a* Profeffori dell* Oniver-
fità di Parigi d’ infegnare più la Fifica
del medefimo Arifrotele , il che fu con-
fermato poi per una Bolla di Gregorio
IX. come ancor prima per lo Concilio
•Tu rose fe fotto Aleflandro IIL fu pa-
rimente vietato leggerli più la Fifica
a’Religiofi ; quindi dall* Università del-
la Facultà Teologica di Parigi , c da
Francefco primo fu fcabilito > Che s*
r
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37
infognale la f 'anta Scrittura , i fanti
Canoni > i fanti Padri , la Teologia an-
tica con tutta la purità e femplicità
pofjtbile , e che fe ne sbandi (fero tutte le
vane fattigliele , come riferifce coll*
autorità di molti , M. Baillet . Alma*
rico ( narra il medefimo Ifrorico , ri*
portato dal P. Petavio (tetto ) non fu
egli eretico , come feguace de* princi*
pj d* Arifrotele? Simone de Turne ce*
iebre Profettòre di Teologia della me-
defima Univerfità di Parigi, e David
Dedinant, poco tempo dopo , non fu-
rono acculati per eretici , come trop-
po attaccati, a* fentimcnti d* Arinote-
le ? Gli Abailardi t i Lombardi , i Poi-
* tierfi, i Porretatii» come Iettatori del
medefimo , non furon eglino eretici ?
Quefte fono le parole del prologo del
libro contro le fentenze de* medefimi
condannate « Quii quii hoc legerit , non
dubitabit quatuor labyrintbos Francia ,
id efl Abaelardum , & Lombardata , Pe-
trum PìEìavìnum , & Cilbertum Porre*
tanum uno fpiritu Arijìotelico affiatos ,
C j dum
3 * .
dum ineffabtìia Trmitatis , & Incarna-
tionìs fcholaflica levitate t raffi arcnt ,
multai barefet olim vomuiffe , & adbuc
errore s pullulare. I Luteri, i Calvini ,
iMelantoni , i Buceri, i Zuinglj , e '
gli altri loro feguaci , ancorché apparen-
temente fi dimoftraflfero nemici. d’Ari-
ftotele, gettarono, e coltivarono i loro
velenofi Temi , non con altri ^principi fe
non 'con quelli d’Ariftotele ftefio . I
Pomponazj , i Porzj , ed altri traligna-
rono da’ veri fentimenti deirimmorta-
lità dell’anima, non con altro errore ,
fe non con quello d* Ariftotele medefi-
mo . I Serveti , i Socini , i Poftelli ,
non con altra direzione che di lui ftefio
divulgarono que’ loro pefiimi ritrovati ;
e fceleratifiìme innovazioni alla noftra
Religione . 11 Macchiavellifmo, ch’è
lo ftefio che l’Ateifmo Exiit ( dice il
Campanella , col fentimento ancora di
Melchior Cano , dottifiimo Spagnuolo,
ed uno de’ più facondi Scola dici del Tuo
tempo, ed il maggior ornamento della
famiglia Domenicana , degnifiimo Vef-
, co-
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J9
covo nell* Ifole Canariè, e fu eziandio
uno de'Padri , che intervennero ahCon-
cilio di Trento) exiìt t torno a dire,, ex
Pcripateticifmo - Il quale aggiunge anco-
ra : Ex Arinotele nata funt in Italia pe*
fiifera illa dogmata de mori alitate animi ,
& divina circa res bumanat improvi dea-
tia. £ Seneca ancorché Stoico , perchè
la Filofofia Stoica alla Criftiana li ag-
guaglia,' come dice Girolamo il Santo
nelle Aie Epiftole » non fu valevole ar
cancellare dal cuore di Nerone Aio di-
fcepolo que* peftilènriflìmi. fentimenti,
che imprefli. gli *avea. Alèflandro d\E-
gea Aio primiero maeftra f efilofófo Pe-
ripatetico. Come Peripatetico fu ancor
' Sergio , il maeftrcnperfidilfimodi Mau-
mety il che* vien -riferitò da Pico della
Mirandola ; avendo ancoi egli ( Arido*
tele io dico) d’ una maniera- infegnato la
fua Fitofofìa ad Alèflandro , e d’ um al-
tra in Atene, quafi che varia , ediver-
fà la.lnat ural Filofofìa infegnar fi dovef»
fe ad un Principe ciré al popolo ; del che
molto-de me. querelò «Alèflandro • cor»
4 ® . . „
Arinotele fteflb , il quale fu atnbiziofó
nel dominio delle lettere , come fa
di più mondi . £ il Carpentario , an-
corché eretico, nel principio del libro
della fua JFilofofìa libera , non dice li-
• \
bera mente così tjQuis enim ita ferver fi
genti e fi , qui mecum nitro non fatea*
tur., Pbilofophorum Principi ( d* Arino-
tele ei parla )) ut bomini multa falja »
& erronea ; : ut etbnico, & pagano mul*
ta impia , & profana ; ut primo in*
fìauratori multa . manca , & $mperfe *
fi a excictife». £ il Padre Petavio ftef-
fo , torno a dire , il genio veramente
della Teologia * e delle feienze , il qua-
le degnamente appellare fi dee il fior
degl’ ingegni , e ’1 primiero letterato
tra i Padri Gefui ti , allegando l’auto*
rità. d’Anaftafio Sinai ra, non dice egli
così ?, Anaftaftus Sinaita . in eo libro quem
Via: Ducem nominavif, tefiit e fi , ha*
reticos omnet , qui vel contra Incarna*
tionit dogma nefarium movere belìum ,
ex ilio Ari fìat elico fonte fuxiffe . Indi
egli è , che 1\ Autore fiefib della Filo-
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4 * .
fofia volgare re fatata ; così contro i
fetrarj del medefimo grida : Et adbuà
Arifiotelem leghi s t interpretamini , de-
fenditi ! , & exornatis.
Quindi egli è , che da’fan ti filmi Pa-
dri medefnni , e da molti favillimi , e
dotti (fimi Autori è (lato ancora nota-
to di gravifiimi errori . S Giuftino fcrif-
fe tutto un Trattato contro i dogmi a
e le fentcnze d* Arifiotele , nel princi-
pio del quale così ragiona : It nibil dà
rebus , quas definiendas ftbi commenta -
tionibus fui f ftatuit . San Cirillo nel li-
bro contro a Giuliano fra i Filofofi »
eh’ hanno errato , principalmente ri-
pone Arinotele . E' perciò molto deri-
fo da Bafilio , e particolarmente per
quello , eh’ egliafierì intorno alla Ma-
teria prima , e che la materia abbia
una limpatia naturale d* unirli i e per-
fezionarti colla forma - Eufebio nel li-
ti ro della Preparazione dell’ Evangelio*
e in quello contro i Filofofi detefia non
(blamente la vita» i cofiumi, la Filo-
fofia morale > e naturale ; ma la fua
Me-
4 **
Metafifica, come una pelle delle Re-
pubbliche. Lattanzio Firmiano il dan-
na come Sofilla ., ed a fe fteflo contra-
rio . Ambrolio ugualmente come va-
rio, e incollante.- Come menzognero,
efavolofoil riprendono Ago (lino, Teo- ,
doreto, S. Bernardo, e il .Beato Sera-
fino da Fermo . San Tommafo allegane
do Agoftino medefimo coll’autorità del
Gcllio, prova, che fia un impoflore >
come rapporta il Campanella.. Scoio,
e Francefco Mairone , come un igno-
rante affatto della Metafifica, e che le
cofe tra effo loro repugnanti a-yefle ap-
provato . Gio. Pico della 'Mirandola ,
e Francefco Patrizio il riprendono nel-
la Geografia , e nell’ Agronomia, nel-
le Meteore , nejl’jftorie degl’ animali;
e eh* egli abbia ! malamente creduto ,
che la terra fia più elevata verfo il
Settentrione, che altrove.* che’l Da-
nubio prenda l’origine da’ Pirenei . Pie-
tro Gaflcndp lo biafima nell’errore in-
torno alla Galaflìa , all’ origine' delle
Vene, c jje* nervi del cuore t c in mol-
. . •> te
s
V
N
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te altre fimili cofe . Telefio, Duran-
do , Baccone , Baffone ,. l’ Harveo >•
Cherneo , Galilei , Maurneo , e Pie-
tro Alliacenfe , e Niccola di Cufa Car-,
dinali , ed ultimamente il P. Valeria-
no Magno , piiffimo , e dottiamo au-
tore Cappuccino , che fu Miffionario
al Nord, il confutano» l’ acculano, e
lo tacciano di molte altre limili fcioc-
chezze . La fomma , e la foffanza fia,
dice il medefimo Gaffendo ,che non
v’è per fona, che fenza roffore diffen-
der lo poffa , nè fenza tema , e nota ef-
preffa d’infamia, e di vituperio , che
l'eguire lo voglia nell’ impoffibilità del-
la creazione per lo ftabilimento del fuo
principio , che noii fi faccia niente dal
niente: che il Mondo fia eterno» e l’a-
nima mortale : che la previdenza di
Dio fia talmente limitata nelle cofe ce-
letti , che non fi eftenda più di queir
lo, ch’è fopra la Luna , negando an-
corai’ idee, e confeguentemente il Ver-
bo di Dio , non che Dio fteffo auto-
re di tutte le cofe : l’efiftenza degli
. An-
^ ^ ' -
Angeli, de* Diavoli! , l’Inferno , eia
gloria beata,, e con ciò le pene adat-
tivi, e i premj a ’ buoni . Inferni , &
Supere s , effe fabulas Legislatori! e' dif-
fe nel libro II. e XII. della fua Meta-
filica. £ tutto ciò o fia propria difav-
vedutezza , o fi a perchè fi ano fiate
trafilate , e guade le fue opere , co-
llie vogliono alcuni , perocché egli fa
uno de’ maggiori Filofofi della Grecia»
di cui molto n* hanno celebrata la fa-
ma , e la dottrina, come dice Macro-
bio : Nibil tantus vir ignorare potuit *
Certo egli è nondimeno , che leggia-
mo predo Diogene Laerzio , antichif-
fimo autore , che Cleante Stoico fin
da’fuoi tempi dir folea , Peripateticit
idem uccidere , quod litteris , qua cum
bene fonent , fé ipfas tamen non nudi*-
unt * £ che il medefimo Arifiotele fof.
fe fiato chiamato in giudicio a pena
capitale dagli Ateniefi, per non poter
(offrire anche nella loro politica , e
falfa religione quei bugiardi , e corrot-
ti principi d’ Arifiotele, diruttori per
così
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così dire dell* uomo , e di Dio freffo }
la qual pena egli fchifò colla fuga .
Per la qual cofa in quella maniera fcla-
mò il Campanella di fdpra lodato; Et
nos Cbrtfiiarìt retinebimus tanquam ma -
gijlrum , ne àum tontra Patres > & Con-
cilia / aera jubentia , quod jubebant A *>
tbenienfes ; & quod jus : naturar damnat
in illis, fciolonm au£lori%abit in nobisì
Abfit Cosi il fuo difeorfo conchiu*
dendo. O Ecelefia prudente r paftores ,
& o prudente s priucipes , vefirum eft
banc domenicani perni eiem agnofeert »
& prodigate . : i .
£ quel , che maggiormente reca
maraviglia egli è , che quei medefimi,
che 1* hanno comentato , difendono
Platone , dove Aratotele lo danna , e
quei > che 1* hanno feguifato in molte
cofe , non folamente 1* hanno contrad*
detto y ma 1* hanno quali infamato .
Alberto Magno l’arguifce , Quod ani-
mai Coeli mot or e m facit . San Tomma*
fo lo beffa , Quod bine Mundi eterni-
tatem adferuit > illine animarum immor •
4 « . .
t alitatevi fili contradixerit . Scoto il fot-
tiliffimo Io. fchernifce , Quod tam in -
conflanter de anima fenferit . E quel ,
che fommamente notar fi dee egli è ,
che il mentovato Alberto Magno, tan-
to feguace d’ A ri (lo te le, per lo dubbio,
ch’egli aveva» fe bene, o male avef-
fe ragionato , in quello modo prote-
•ftandofi ne’ Tuoi comentarj , conchiu-
fe : In bis nibil.dixi fecundum opimo-
nem me am propriam ; fed juxta pofitio -
nes Peripateticorum ; & ideo illos l.au-
det , vel reprebendat , non me .
Quindi S. Tommafo fteflò, difcepo-
lo d’Alberto Magno, fi avvalfe nella
fua Teologia di quella Filofofìa , e di
.quella morale d’ Ariftotele , che più.
purgatamente fu difcefa in compendio !
da S- Gio. Damafceno , avendo da ef-
• & * % « , v - ^ * W
fo prefo un modo, più particolare, e
(incero ; e il Campanella afferma , che
S. Tommafo . Nullo palio putandum
efl Ariftotelizaffe ; fed tantum Arifìote-
lem expofuiffe , ut occurreret malis per I
Arifìotelem illatis. E S. Tommafo me-
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47
defìmé^iì lamentò molto con altri Fi-
lofofi più giudiciofi del fuo tempo ,
che gli Arabi, e i Mori colà nell' Àfri-
ca avevan contaminata laFilofofia, e
T Opere tutte d’ Ariftotele , per non
faper eglino molto bene di Greco; per
la quai cofa Giovanni Lomejero nel
fuo libro della Biblioteca n* avvisò ;
Qtiod fi Graca exemplaria corrupta fue -
runt , quid de bis putandum e fi , qua
in Lattnum.converfa funt ? Sed melius
cum eo a Slum efi, qtsam cum aliis , . quo*
rum opera funditus perierunt , & ipfe
c auffa cxtitit cur multa per irent , qui
aliar um gloriam adfetraxit .. Indi
Monfignor Ciampoli chiamolla Filo-
fofia Morefca t Monfignor Minturno
Barbarica , e tutti Pagana-. E ben-
ché in «tempo poi dello /cadimento
dell* Imperio , e dell; Imperatore Pa-
leologo > venuti alla noftra Italia i
Greci filosofanti , e, fcienziati, forte ri-
fiorita; la nobiltà dell’ idioma Greco 9
delle filofofie , e delhaltrd Scienze, ap-
prettano! già eStinte* e tamraerfc coll*
♦*
innondatone de* Barberi ; eglino parò
fi manifeftarono gagliardi difenfori del*
la Filosofia Platonica » e particolar.
mente il Cardinal BeiTarione Arcivef*
covo di Nicea , e il più dotto tra elfi
fai merito di cui tolfe il Papato laru*
fiicità dell* Arcivefcovo Perotti Tuo fa*
migliare » e concia viftaj dicendo in pri*
mo luogo contro i Peripatetici , eh* e*
glino .malamente . Conantur Ariftote •
lem ex gentili) & infitteli Apoflolum f&
sere . Quoniamfides nojlr * Religionis cum
Feripatcticorum dottrina no» convenite
Ne formò molte E pi (loie ; il quale
fu poi feguitato da' maggiori ingegni
Italiani» cioè da Marfilio Ficino , Gio.
Pico della Mirandola , e da altri cat-
tolici , e particolarmente da Niccola
di Cufa , e da Pietro Bembo ambe*
due Cardinali ; il quale contro d* Ari*
itatele così fclamò: Fovemus ferpentem
inter vifeera noftra . Di maniera che
vedeli per lo più Tempre ofiervata là
Platonica t la Democritica , e 1' Epi-
curea Filofofia « e (fendo che fono tut-
to
\
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z. . 49
te uniformi in concedendo , che gli Ato-
mi foflero i primi principi di tutte le
co fé corporee , e che il fovrano bene
del piacere non confìtta ne’ diletti in-
degni , e brutali ; ma (blamente nell»
animo , e nella vitaonetta, e tranquil-
la della virtù : non come altrimenti
voleva Arittotele , conti* è detto . .Fu
notato bensì Epicuro per così dire pla-
giario > avendo pubblicati per fuoi i li-
bri degli Atomi di Democrito, «dan-
nata in lui l' opinione della mortalità
dell’anima . Gii altri fuoi fentimenti,
per la fua moderazione, e moralità ,
fembrarono così giutti , e ragionevoli
a Girolamo il Santo , che propofe a*
Crittiani di fuo tempo la lezione de*
fuoi libri ; e da molti fanti Padri eì fu
commendato . E San Gregorio Naziao-
zeno, così ne ragiona: jQuis crederete
Mode rat us , & cafìus dum vixit fuìt fi-
le , dogma moribui probans. E Sant’Am-.
brogio ancorché più fevero d'ognaltro
fanto Padre, e nelle Filofofie più ri-
gido» pur egli ftimò effere più cpmpa*
* . D ti*
59
tìbili gli orti d’ Epicuro , che d’ Ari-
notele i portici , come affatto danne-
voli non che pericolofì ; perocché ne*
libri degli uffizj al Cri diano apparte-
nenti » così n’ avvisò ; Epicuri Hortot
tolcrabiliorcs effe Lyceo Arinoteli; . Il
che rien confettato ancora da Lattan-
zio » e da Origene contra Cello . Ari*
Jlotelem effe deteriorerà Epicurei / . Que-
lla Filofofia adunque d’ Epicuro , o fe
altrimenti chiamar fi voglia Democri.
tica » vien molto largamente di vi fata,
e comprovata dall* incomparabile Pier
Gattendi > Canonico , e poi Propoflo
nella Chiefa di Digne fua patria , Teo-
logo , e profeffore delle Matematiche
feienze in Parigi» il quale fu di pura*
e cadiflìma vita , e uno de* più illuftri
ornamenti della Francia» o quali l’ora-
colo detto delle lettere del fecol no-
Uro» di cui giudamente dir li potreb-
be , eh* egli intorno alle cofe filofofi-
che » e feienze Matematiche ne diede
il giudicio cóme Pittagora , e fpiegol-
le come Platone . Indi il volere qui ri-
pe.
5 1
petere , anche in menoma parte quel*
10 , eh* egli medefimo n’ ha fcritto ,
farebbe un ridire miferamente ciò » eh’
egli felicemente ne diffe ; e tanto mag-
giormente , quantochè noi richiede la
prefente fcrittura, per edere il tutto
notiflìmo alla Santità' Vostra. An-
zi in qualunque altra occalione che
fofle , farebbe un cimentar la propria
ftima , ed acquetarli certamente la
rota di temerario , e d’arrogante. Ma
da lecito farne qualche parola , e dir
folo > che il Galìendi avendo apprefo
nelle, fcuole la Filofofia d’ Ariftotcle,
e da eflo poi tutti i varj fiftemi degli
antichi Filofofanti , per quanto gli fu
permeilo dalla condizione umana » e
dal fuo proprio intendimento » e abi-
lità ; volle dopo feguitare , e perfe-
zionare quella d’ Epicuro , come piti
acconcia , e proporzionata Filofofia
d’ ognaltra , ammettendo gli Atomi
principi di tutte le cole corporee ;
come fende di fe Giacomo) Colonna
11 Vefcovo al Petrarca:
Da
Se
5 *
Se le parti del corpo mio diflrutte ,
E ritornate in atomi > e faville .
Softenendo però , che Dio gli abbia
creati , e che Dio averte lor dato il
movimento) e il dirtendimeato , e la
figura.
E che il corpo umano, fia di minu-
ti ffime particelle coni porto, leggefine*
libri del diritto Civile, e propriamen-
te nel Titolo de judiciis , nella Lege
' Proponebatur , così dicendo A 1 fono Var-
rò, gran Filofofo, e gran Giurcconful-
to, e Confole di Roma, Quod fi quis
pittar et , partibut commutati s , aliam rem
feri: f ore, ut ex ejus ratione nos ipfi non
idem eflemus , qui abbine anno fuiffemur,
fropterea quod , ut pbilofopbi dicerent , ex
quibus particul'ti mìnimts confliteremus ,
bue quoti die ex noflro corpore dee e dere nt,
aliaque extrinfecus in earum locum acce*
derent. Ouapropter, cujus rei Jpecies e a-
dem confifieret , rem quoque eandem ef-
fe exifìimari &c.
Quelta Filofofia è (lata feguitata
/ v in
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51
io molte i e quali innumerabili carte-
dre dell’ Europa, e ballerebbe fol di-
re, eh* ella non è altrimenti proibita
da verun Pontefice voftro predeceflb- ;
re; anziché quali in tutti i luoghi cat-
tolici pubblicamente s* infegna , ù. ap-
para , e li profèta . Sia ancor lecito
aggiungere a tante dottrine che li ad-
ducono dal mede fimo G a flcndi , e da
altri, per corroboramento di tal Filo-:
fofia, un’ altra autorità di S. Grego.:
rio Vefcovo di Nilfa, la primiera «fé-:
dia della Cappadocia, il quale viveva
nel quarto fecolo, fecondiamo di tan-
ti e tanti fanti Padri , e Dottori della
noftra Chiefa , fratello di S. Balilio il
grande , e di S» Pietro Vefcovo di Se<
bafta nell' Armenia odi Santa Macri*
na Vergine fondatrice, e Badeffad’un
Monaft ero colà , nomato Padre de’ Pa-
dri , e potrebbefi ancor degnamente ap-
pellare il Filofofo tra i Padri * e il Pa-
dre tra i Fi lo foli . Cofrut non fola-
mente fu feguace di quefra Filofofia ;
ma approvatore d’eira, come li cono-
D 3 fee
fce in molti luoghi delle •fue Opere » e
quali in tutto il Trattato della coftrut-
tura dell’ Uomo ; liccome in quel li-
bro dell* Efamerone dicendo: Quando
eft conditili Orba univerfus , antequam
fingula parta ipfius apparerent , tene-
iris tot us detegebatur ; quia fplendor i-
gnis . ■ qui fui materia particulis latita -
bat y nondum effulferat . Melcolando
fpelTo la Filofofia con la Teologia , e
giudiciofiflimamente avvalendoli de*
principi filofofici nell’ cfplicazione de*
Mifcerj , e ne’luoi dilcorfi morali ; e
parlando della trafmutazione degli ele-
menti , così con effo feco ragiona .
Quonam igitnr abjit bumiditas illa , fi
radiorum ardore non e fi confutata} An y
qua in dolio, e fi aqua , ft in alterum
dolium transfundatur , Jìatimque exina -
niatur , quod . plenum erat ; quia in
uno aqua non efi , ne in altero qui -
dem erit ? Hoc fi quii ad dementa
retulerit , nibil errabìt . Idem enim
efl y ex uno vafe in alterum < aquam
t r am f lindi, <3 bumiditatem e terra ex-
/«-
ss
fu gì ò» aeremque tranfportarì . Come
ancora Sant* Agoftino, Filofofo Plato»
dico , anzi il Platone della Filofofia Cri»
ftiana , il quale fiorine! medefìmo tem-
po ; così dicendo nel fecondo libro del»
la Genefì , fulla materia l'teffa ; Omnia
in omnia prope converti . Alii vero effe ali’
quod principium fingulis perhiient elemen-
ti! , quod in alterius elementi qualitatem
nullo modo ver fatar .
' Renato Defcartes , prendendo egli
più alti principi , fece da fe fteffo un
altro fìftema di Filofofia , il quale ebbe
per fondamento principale d’effa in prò»
vando l’efiftenza di Dio , e P immorta»
lità dell’anima , e fu quefti veri , e fai»
didimi fondamenti gettò le fue radici
quella fuaaltidìma Filofofia t raggirando
fempre le fue Meditazioni intorno a sì
nobili , e certi principi , a cui aggiunfe
degli altri, a tutti palefi ; iqualifono
così conformi a’buoni,e giufti fentimen»
ti, che molti d’effi veggonfi tratti da-
gli autori più approvati della Chic»
fa ; in. modo che riconofciutofi ciò
D 4 dal
5 * „ _
dal P. di Farvague, ch’era allora unò
di quelli , che gravemente fi oppone* .
vano a Renato; divenne egli poi uno
de’p'il grandi difenfori di lui, avendo
chiaramente in elfi ritrovato i medefi-
mi feotimenti della Tranfultanziazio-
ne , ch’era quafi 1* unico , e folo pun-
to , che 1* arredava . Il che , dopo
qualche tempo diftefe nelle Aie Con-
clufioni Teologiche, le quali aveva an-
cora cavare dal libro , che il Cardinal
d’ Ailly , e Vefcovo di Cdmbrai , a-
veva fatto fopra il Maeftro delle Sen-
tenze, per manifellare , che quello
Cardinale propofe 1* opinione di Re-
nato, toccante gli accidenti della San-
ttlfima Eucariitia, conforme alla de<-
finizione del Concilio Ecumenico di
Coilanza. E dicefi ancora, che aven.
do letto il P. Lupi ad mitigamento
del medefimo Padre Farvague 1* Ope-
re di Renato , ed ofiervato in quelle
la maniera degli argomenti intorno
alla Tranfultanziazione , fi fece ben
collo Cartellano, ancorch’ egli folle
Ila-
fratò primamente il principale autore
della cenfura , che alcuni della Facul-
tà Teològica avevan fatta degli fcrit-
ti di Renato fenza farne confapevoli
gli altri . Queftofubitano cambiamen-
to d* opinione del P. Lupi parve così
ftrauo a molti , che furono curiofi fino
a domandarne la cagione al medefimo
P. Lupi f a cui rifpofe , eh* egli era
Caduto in quel medefimo errore d* al-
cuni , che fuperbamente fi fanno' cen*
fori , e giudici di quel , che noti fan*
no , e di que* libri , che non han pur
veduti , nè letti > perocché egli diffe:
Fuit fuhita , urgebat , nova rei fui fa -
bat aures . £ finalmente foggiunfe ,
Che Veritas placet , & vincit . Carte -
fius bene intelleflut, nibsl cont'met ma-
li . Onde ravvedutili gli altri , fi di-
chiararono ugualmente Cartefiani .
^Soggiungendo ancora altriTeologi , che
fentimenti di Renato intorno all’efi»
ftenza di Dio fi conformavano con quei
medefimi di Sant* Agostino , diftefi
nel librò X. della Trinità > e -propria-
merv
5 *
mente nel capitolo X. Ed un dotti f-
fiimo Padre , di cui ne lafcia il no-
me lo fcrittore della vita di Rena-
to , vi aggiunfe molte altre limili dot-
trine > eh’ egli aveva ritrovato in pro-
va delle opinioni di Renato ; in mo-
do che ciò fu di gran gioja.a Rena-
to fteflò, in fentire, che i fuoi penile-
ri erano uniformi con quei di Sant’A-
goftino , e di Sant'Anfelmo nel libro,
detto Profologio , e d’altri fanti Padri.
E per li fentimenti dell' anima io vi
aggiungo Glaudiano Mamerto , uno
de’ più celebri fonti Padri, . che fiori
nel quarto fecolo ftefiò della noli ra
Chiefa , che compofc un divinilfimo
Trattato dell’anima t in confutando
quell’ enormilfimo errore di Faufto ,
Ve f covo di Rems nella Francia, che
tenea quella falfiffima opinione >xhe
nelle creature non vi fia niente d’ in-
corporeo; ma Solamente in Dio . Que-
llo Trattato fu dedicato. a Sidonio
Apollinare, amiciflimo di Mamerto;
.ed egli è molto elegantemente, e con
foni-
59
fommo giudicio , e finimmo • ingegno
dirtelo , in cui trattanfi le queftioni
metafifi che con ogni chiarezza , e fa-
cilità poflibile in prova dell’immorta-
lità dell’ anima in modo che non vi
è fiato chi migliore, di lui ciò abbia
comprovato . Fondando egli con ro«
bufiifiitne ragioni, che l’anima operi
tutta intera ne’ Tuoi movimenti: che
non fi mova nè verfo l’alto, .-nè ver-
fo il baffo , o altrove ; eh* ella non
fia nè lunga» nè, larga, nè più alta r
eh’ ella non abbia parti interne , nè
efierne ; e eh* ella penfi , ella fenta,
ella immagini , e penetri tutta in
tutte le fofianze : eh* ella fia tutta
intendimento , tutta fentimento , tut-
ta immaginazione , tutta di. qualità»
e non altrimenti di quantità; e final-
mente , che fia immagine di Dio »
e confeguentemente incorporea , e im-
mortale. Et quia imago Dei efi , non
e fi corpus . E che però cerchi Tempre
Dio , e defideri conofcerlo , non con al-
tra immagine di Divinità, chedelia /ua
6o
propria ; e che fola mente il corpo fi
tnifuri per lo fuo di (tendi mento in
lunghezza» larghezza, e profondità ,
e con altri fomiglianti principi , de*
quali fe la maggior parte fi veggono
nelle Meditazioni , e negli altri libri
di Renato » dir fi potrebbe , o che
Renato gli abbia stolti da Mamerto ,
ò ch’egli abbia avuto un ingegno geo»
metrico » giudo » e uguale a quello
di Mamerto . Da tutto ciò adunque
fi vede » che quelli principi di Rena»
to fiano gl’ ideili d* un Tanto Padre ,
che fu Mamerto » gran Filofofo , e
gr.and* Oratore , il quale fu giudicato
uno de’migliori, e favillimi Padri del-
la Chiefa: che meritò la dima d’ ef-
fere tenuto dotto , quanto Girolamo;
dedruttore degli errori , quanto Lat-
tanzio ; provatore della verità » quan-
to Agodino; e che fia levato in alto t
quanto Uario ; che abbia ancora fa-
vellato , come Grifodomo ; riprefo ,
come Bafilio ; confortato» come Gre-
gorio/ e che fia dato fertile » come
Òro-
«
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$t
Orofio; robufto, come Ruffino; nar-
ratore, come Eufebio; dettatore, co*
me Eucherio ; declamatore , come
Paolino ; e foavitfimo , come Ambro-
gio .
Quella adunque nuova Filofofia , o
rinnovellata per dir meglio Filofofia
di Renato, è fiata feguitata, e dife-
fa dalle migliori Uniycrfità, e proviti-
eie dell'Europa, ed infegnata pubbli-
camente nelle cattedre più rinomate
del Mondo ; e i cattolici fieffi ne fo-
no difenfori , non che gli autori , e fer-
rar] ancora , così attefiando il dottif-
fimo Sorel ne’ Tuoi libri della Scienza
universale . La dottrina di Momìt Defi
cartes oggigiorno è feguitata in molte
, Accademie , e conferenze . V* ha de*
Prof e (fori di Filofofia , che /* infegnano.
Molti fe ri appagano piu , che del -
la Filofofia antica . La quale vien con-
fermata con pubbliche (lampe da mol-
ti Religiofi , che n’han divifato tanti
e tanti libri che nulla più, approvati
da’ loro Superiori , e fpeciali/fimamen-
te
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te ne fono Seguaci nelle cofe più prin-
cipali i dottiifimi Padri Merfenni , e
Detei , e Niceron Minimi . IIP. Mai-
gnani, e il P. Barde : T incomparabi-
le P. Nicolle , e il P. Malebranche ,
che nel fuo libro de inquirenda Verità -
te vi pofe tutti i principi , e tutti le
parti della fua Filofofia Opera , che fi
potrebbe appellare ' 1’ ultimo sforzo
dell’ ingegno umano ; ed altri Padri
dell* Oratorio di Parigi , i quali furo-
no ancora amiciffimi di Renato, e fo-
pra ognaltro affezionati (fimo , e mol-
to famigliare di lui , e della fua JFilo-
_ rf * fofa feguace, A ntonio Arnaldo uno de»
maggiori Teologi della Sorbona , e che
M per la fublimità del fuo ingegno , ed
eccellenza della fua dottrina , fi può
- £ /giustamente chiamare l’Aquila degl*
ingegni, lo Splendore dell’età noftra,
e il più gagliardo foftenitore della fe-
‘uWw^r^de Contro il Calvinifmo ; il quale col
__ . , , ~fuo libro della perpetuità della fede, in
~ * cui con robufte ragioni , e con eloquen-
za veramente Grifciana ha fondata 1*
eli*
J
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e fi (lenza reale di Cri (lo nella fantini**
ma Eucaristia , e poi con altri volu-
mi , autorizzando colle fentenze de*
fanti Padri e Greci, e Latini di feco-
lo in fecolo, e della Chiefa Orientale
ancora , che fervirono di ri fpofta al li-
bro di Monsù Claudio , Minirtro di
Charenton , approvati da tutti gli Ar-
ci vefcovi , Vefcovi * e Curati della
Francia > e da altri Teologi , e Dotto-
ri della Sorbona ; ha dato tal confu-
sone a'Calvinirti , colla lezione di quel*
lo , che molti d’elfi illuminati , fi fo-
no uniti alla nortra Chiefa , come il
Vefcovo della Roccella , uno degli ap-
provatoti fuddetti l’attefta: e per tan-
ti altri libri , che quali ogn’ anno di
fua vita ha dato alle (lampe , fe ne
va carco di gloria , e d* anni con
quella folitudine , propria d* un let-
terato in Olanda , dove gran tem-
po menò la fua vita ugualmente
Renato , con rifiuto magnanimo
delle cofe del Mondo . Parimen-
te furono di Renato amorevoli il
Car-
I
«4 ,
Cardinal de Bagne , e il Cardinal di
Ecrè, e il Cardinal Berul , e il Car-
dinal Barberino* quando ei fu Lega»
to alla Francia * il quale tanto fu a-
mantiflìmo delle cofe dell’anima > che
non per altro . pare * eh* egli avelie
trasportato dall’ idioma Greco al no*
Uro Italiano la vita di Marco Aure*
lio Antonino Imperadore , eh* ei def*
crifle di fe fteflb a fa fteffo * fé non
per dedicarlo all’ anima fua , come
Specchio veramente, e dottrina , quel
libro* delle cofe morali * che ponde-
rar fi debbono dall* uomo ; perciocché
tutte le cofe di quaggiù, anche in ai-
tiamo grado confiderate * fvampano
in nulla . Fu protetta » e difefa anco*
ra quefta Filofofia da tutti i Principi*
e potentati ftelfi d* Europa } e partico-
larmente dal Re di Francia* che grati-
ficò di due penfioni Renato* e dalla Re-
gina di Svezia * in cafa di cui egli mo-
ri * ed ella in grembo della Chiefa ;
coftà venuta , e fatta cattolica per o-
pera fola d’un folo Renato * com’ el-
la
65
la fteffa afferma in fua lettera , che fi
legge nella vira del medefimo; l’auto-
re della quale narra ancora , che la
iua maniera di parlare della Religio-
ne fece convertire alla noftra. Chiefa
il Marefciallo di Torrena , un Ateo ,
e due Proiettanti; e dalla Principcfla
Ehfabetta r fu nomato il refugio de’
cattolici di Olanda , ed al medefimo
furono celebrati i funerali con aflìften-
za di molti Prelati, e delì’Ambafcia.
tore di Francia -, e d* altri perfonaggi
illuftri t ed Ecclefiattici , e fu compian-
to con funeftiffime Orazioni, e lugu-
bri apparati dalle migliori Accademie,
a cui ugualmente furono rizzati più e.
pitafj e maufolei, ed impreffe medaglie
in memoria della fua pietà , e dottrina .
- Ed ancorché i Padri Gefuiti , i
quali poffono dar norma, ed efemplo
per la loro dottrina , e - fantità di
coftumi , abbiano, particolare infti-
tuto , e regola di feguitare affolu-
tamente .la . Filofofia d’ Ariftotele ;
il che vien riferito ancora da uno
E fcrit-
66
fcrittore , così dicendo : Apud Jefuitas
ie gibus fauci curii e fi , neminem in Pbilo -
fopbia prater Ariftotehm [equi , qua
caufja e(ì, cur rnjtltt Ortbodoxi non alia
de c auffa Pbilofopbiam rimentur , quam
qmd abfque ea non poffe cum Jefuitis
rette difputari ; nulladimeno vedefi ,
che molti d’ elfi di celebre .fama , e
d’ una vita efemplare , non fedamente
la FUofofia.Ariftotelica hanno trala.
fciata, ma quella novella forma difi-
lofofare hanno abbracciata , come fo-
no il P. Fabbri , • il P. Cafati , ' il P.
Grimaldi, il P Lana, il P. Pardies »
e il P. Bartoli . La qual cofa li olTer-
va per lo modo di filofofare , fpiegan-
do gli effetti della natura per mezzo
delle particelle, eh’ eglino -han tenu-
to ne’ loro libri già pubblicati alle (lam-
pe , le quali non altrimenti permettonli
fe non coll’ approvazioni d’altri Padri, ,
a ciò deflinati dal medefitno lor P.
Generale, o Provinciale . Il P. Char-
let , ugualmente Gefuita , che fu affi-
ttente Francefe del P. Generale della
Com-
Digltized by i
6 >
Compagnia, e milfionario nell’Attjefi*
ca, non fu egli amico , protettoref^é
direttore di Renato? 1} rJ*>j Giacomo*
Dinet ^Provinciale nella Francia,:^*
conf flore di Lodovico XIII. e di Lo-:
dovico XI V. non fu affezionato di Re--
nato raedefimo ? Ilr:P.:Braudin firnil-j
mente Gefuita, benché una volta, gli?
avelie contraddetto » e riprovate lo,
Meditazioni , non fu egli medefimo £>
che ravvedutoli, fi riconciliò con Re»
nato IfelTo per mezzo del medefimo P.;
Dinet ? Il P. Atanafio Kircher preoc-'
cupato una volta dall’odio contro Re-»
nato, non procacciò poi la fua amici»
zia, e corrifpondenza èri! P. Miland
ugualmente Gefuita, non fu feguace
della Filofofia. di Renato, riducendo;
in compendio le di lui Meditazioni , ed
in metodo Scolallico per infegnarle a’
fuoi difcepoli ? Anzi quello medefimo
Padre prima di partire per 1* America,
volle oflequiofamente , e con particó*
lar fentimento dar. 1* ultimo addio: a
Renato fuo amiciflìmc , quali che in
£ 2 tal
68 '
tal dipartenza non fendile altro cor-
doglio, che di lafciar Renato , non
già i Tuoi compagni , i parenti , e la
patria fteffa. Il P. Stefano' Noe! non
fu egli parziali (fimo di Renato, e fat-
to Rettore del Collegio di Chiaramon-'
te a Parigi , non dedicò i due fuoi li-
bri di Filìca a Renato , conformandoli
co’ fentimenti del medefimo ? Pren-
dendo ancor egli la difefa contro Paf-
cale per l’opinione toccante il Vacuo.
IlP.Vatier, parimente Gefuita , non
fu egli fettario di Renato , ed appro-
vante delle maniere di fpiegare il fa-
crofanto mifterio della Santilfima Eu-
cariftia, fecondo i fuoi principi, e ra-
gioni? Il P.Grandamy gli fu finalmen-
te amiciflirao i II P. Francò , il P#
Fournier furono tanto amici di lui ,
che gli dedicarono i loro libri-. Il P.
Fonfeca, benché Portoghefe , e il P.
Ciermans Fiamingo , ma ugualmente
Gefuiti, fecero un elogio alla Metafi-
lica del medefimo . In fomma tutti i '
Padri-Gefuiti de’ Collegi della Fran-
i eia
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69
eia furonoapprovatori , e fettatori della
filofòfia di Renato, co’ quali egli ebbe
una continua corrifpondenza , e vicen-
devoi commercio di lettere ; e della Tua
vita ne' due libri ultimamente pubbli-
cati. Ed ancorché pochi anni fono ilP.
Rapini , Umilmente Gefuita fi fia al-
quanto allontanato da’fentimenti di Re-
nato , dicendo egli molte cofe contra lui,
ie quali quanto fian meritevoli di rifpo-
ila lo dican gli altri , noi comportando
la prefente Scrittura ; nulladimeno il
xnedefimoP Rapini, parlando egli pri-
3 fiieramente del Cavalier Digby,eflerfi
egli tròppo attratto nel fuo Trattato
dell* immortalità dell'anima , così di
.Renato favella : Le Meditazioni Meta «
.fifiche del Defcartes hanno avuto della re.
f> ut azione j perch'egli s'interna più che al -
.trinci midollo di quefte materie. Soggiun-
gendo a quefte parole l’autor della vita
di Renato . Senza eccettuarne t Gefuiti
Suarez , e Fonfeca , de* quali prima egli
aveva parlato, e che p affano per i migliori,
e più profondi Met affici delle Scuole . •
E 3 Ag-
Aggiungendoli ancora , che-veden*
do le Univerlìtà Protettami di Bafilea
e d* Olanda effer pur troppo pregi udi-
ziale la Filofofia di Renato al Calvi*
nifmo, Il concitarono tanto contro Re*
. nato , che non contenti di fori vere con-
tro la fua dottrinargli ordirono anco-
ra contro la per fona molte calunnie,
in modo che GisbertoVoezio Miniftro
d* Utrecht , per avergli oppofto con
malignità il<fàlfo ; , da quel Senato ne
fu dichiarato calunniatore ;; e dal P.
Merfenni fu egli difefo nella dottrina
■contro il Voezio, a dui s’ erano con-
giunti in< calunniarlo ancora Martino
Schookio, Proiettore in Groninga , e
Meinardo Schotano in Leiden . £ A-
drianoHereboore non per altro fu per-
feguitato -da que’ Minittri di Leiden ,
che per. effer egli profeflore della Fi-
lofofia Carteliana, come ugualmente
ne fu perfeguitato Arrigo Regio . Il
Revio , il Frigliandi nelle loro fette
empiamente famofi , non furono fierif-
limi nemici ancora , e perfecutori non
7 *
meno della dottrina» che della perfo-
ra di Renato, in modo che fe gli av-
ventarono contro quali tutti i Prote-
ttami , non per altro , fe non perchè
ftimavano , che la Filofofia Cartefia-
na fotte contraria, e totalmente oppo-
fta alla.loro falfa religione ? come n*
avvifa il medefimo fcrittore della vi-
ta di Renato , contro di cui fcrifle
ancora tutto un libro 1' empio ateifta
’ ’ ♦ • ■ »
gli è però , c he non fono man-
cati de’cattolici fletti, che hanno fcrit-
to contro la Filofofia di Renato mede-
fimo, ed ultimamente 1* ingegnofiflìmo
P. Nìccola Daniel Gefuita , autore
del Viaggio pel Mondo di Renato , e
il dottiflimo P. Daniel Huezio , degnif-
limo Vefcovo colà nella Francia , c
molto celebre per 1* altre opere man-
date alle ttampe , con gran plaufo ri-
cevute dal Mondo; benché poco feli-
cemente da lui tentato , per eflergli
fiato contraddetto da Andrea Petro-
manno» da Gio. Eberhardo , da Gio.
• E 4 Scho-
Spinofa
Vero
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7 *
Schotano , e dà altri ; il éhc per li lo-
ro libri già impreflì fi vede : come an-
cora ultimamente fi veggono a favore
della Filofofia Cartefiana tre ben gran-
di volumi, impreflì in Parigi, di Pier
Silvano Regia t da commendarli non
mai abbaftanza per l’altezza dello fti-
le ; i quali non tantoflo ufcirono alla
luce, che furono oppugnati da Gio-
vanni du Hamel., come poco prima
furono ivi dati alle (lampe i libri del
P. Della Gange dell’Oratorio» il qua-
le fcrifle contro Defcartes, Rohaulr,
Regio , Gafiendi ,, e P. Maignano , e
confeguentemente contro Perhault ne*
Saggi della Fifica, e Grado , e nel Si -
llema del .Mondo ; e Pietro Petito, che
poi fi difdifle , come rapporta 1* autore
della vita di Renato, e tanti altri, che
hanno fcritro a prò , e contro r Ciò è
feguito per la folita libertà , che ci è
nel filofofare ; perchè non vi è cofa,
che tenga più involti, ed avviluppati
gl’ ingegni umani , che la diverfitàdell*
opinioni de’ filofofanti . . E per. molto
che
che fiano fiati alcuni fa vidimi , verif.
fi fi ma cofà egli è » che non han ritro-
vato altro di certo , che 1* incertezza,
medefima ; perocché la conofcenza del-
le cofe umane fempre è fiata ofcurif-
lima a noi per la manifefia punizione
del peccato , e giuftifiìmo effetto delia
vendetta Divina, la quale ha permef-
fo , che la Verità foffe nafcofia alfuo».
mo , ficcome l'uomo ha voluto naf- 1
conderfi alla Verità , il che fu mani-
fello a' Gentili fteffi, Efiodo dicendo :
Mentem ceìarunt mortalibus im •
mortale s .
effendoci fola mente rimafo un confu- -
fo intendimento , una vicendevol con-
tela y e continue difpute fra efTo noi/
n on fa pèndo l’ intelletto fiefio , mentre
propone tante quefiioni intorno alla
fua efienza , come fi. faccia una delle
fue operazioni . Mens fernet ipfam ignorat
difle Sant’ Agoftino , come ugualmen-
te egli non fa , come fi facciano!’ altre
operazioni del corpo, mentre noi fmal-
tia-
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74
tìamo le vivande fenza penfarci , dice
il dottiffimo Boezio , noi refpiriamo
dormendo fenza ciò considerare, e tan-
to meno faper fi, pofTono 1* altre cofe
naturali , e celefti . Jacent ( ne laSciò
fcritto Cicerone ) ita omnia crajjts oc»
calta , & circumfufa tenebris , ut nul-
la acies bumani ingenti tanta fit , qua
penetrare . in coelum , & terram intrare
pofjit i Corpora noftra non novimus , qui
fit fitus partium , quam vim unaquaque
pars , babeat ignoramus . L’Angelo del-
le Scuole manifestandone la ragione
nella fua Somma, così favella : Quia
ratio bumana in rebus bumani s ejl multum
■ defciens , cujus fignum ejl , quia Pbilo/o-
pbi de rebus bumanis naturali invejìi-
gatione perfcrutantes in multis errave •
runt , & / ibi ipftt contraria \fenferunt ..
Il che Similmente avea detto Crifo.
Homo ; Hi ipji , qui ad omnem pom-
pam de Pbilofopbia gloriantur, multos ,
& plurimos de eifdem cauffts fcribentes
libros , non modo fimpliciter difcepta-
rmt t fed ttiam ftbi contraria pleraque
' di »
X
1S
dixerunt . Quindi Sant’ Agoflino fteflb,
delle cole Metafifiche ragionando, con*
figliò : Noli qu^rere quid fit Veritas %
fiatim entra fé' oppone nt calìgine! imagi •
num corporalium , & " nubila ■ pban t af-
ta at a , & pertutbabunt ferenitatem t
qua primo iftu diluxit tìbi , ut dìce-
rem Veritas . • Non perchè quella non vi
lìa ; ma perchè di quella capaci non fu-
mo , dille il medelimo ! Cicerone . Ve-
ri effe al'tquìd non negamut , pertipi pof-
fe negamus : E altrove : Non enim fu-
mar ii , quibus nihil verum effe videtur ;
fed qui omnibus veris fai fa quidam a-
djunSla effe dicamus tanta fimilitudi -
ne y ut nulla inftt certa judicandi , &
difcernendi nota . £ quella è la cagio-
ne , per ria- quale tanto fi lamentava
A gofiinò medelimo dell* ignoranza u-
•mana. QUomodo hoc fcio, quando quid
fit tempus nefcioì-An forte ne feto que-
madmodum- die am quod fcio ? Hei mi-
bi , qui nefcio faltem '-quod nefeiam !
Come Plinio parimente compaifionan*
do tutto l’uomo , ftimollo in ciò piò
mi*
L
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5
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tniferabile de’bruti'jperchèficcome que-
lli non s* inquieta» giammai di niente,
contenti folo di goder femplicemente
de’ favori innocenti della natura così
la curiofità , eh’ ha avuto 1’ uomo io
tanti fecoli d’ in vedi gare lo flato delle
cofe naturali , e fovrane » l* ha fatto
cadere in mille errori , ed eropiezze ,
nelle quali caduto fra gli altri £uno-
tnio , per effer Peripatetico , che van-
tava di fapere, e conofcere sì bene
Dio , come Dio conofce fe fleffo , per
avere
Pien di Fiiofofia la lingua , e ’t
tetto ; _ • ;
in quella maniera fu riprefo da Bad-
ilo in un’Epiflola . Dimmi , fcrivea-
g». così dicendo; .chi è colui , che fi
vanta d’ aver giammai acquiflato la
feienza , almeno delle cofe , che fi veg.
gono? Spieghi alquanto la, più picco-
la d’ effe , qual natura eli’ abbia , e
qual Ha la fua effenza . Vedi colà o
Éunomio quel piccoliflimo animalet-
to ,
I
Ji
Digitlzed by Google
to , quella formica , còm’ella dìfere-
tamente affretta il paffo , fornita per
così dire di fenno in procacciarli il ci-
bo : come , e con qual forza tragga
una mole di fe più grande , e geome-
tra fagace, finalmente dirizza il cam-
mino alla fua fotterranea cafetta ?
Dimmi , fe fpirando , .o anelando vi-
va: fe dioffa abbia il corpo diftinto ;
fe di nervi, o nodi le giunture legate.*
fe da mufcoli , o glandule cinti i ner-
vi fi confervino: fe dalla teda per li
nodi del corpo la midolla fi ftenda :
fe il compleffo de’ nervi dia la virtù
motrice alle membra : fe in lei fia Pepa-
te , e nell* epate il vafo della bile , e far-
tene , e le vene , e le membrane ,e le car-
tilagini, fibre , e tendini : fe peli abbia, o
no: fe folida l’ugna , o in più parti divi-
fa : fe tenga occhi, o negli occhi le pupil-
le, la retina, e 1* altre tuniche : e nonf
tenendole , come 1’ una e 1* altra fi
vegga , e sì cautamente.!’ inciampo
fchermifca : quanto tempo fe n vi-
va , e qual fia il modo nel generare
quan-
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quanto tempo tenga nel ventre il par-»
to : come le formiche non fiano tutto
alate» ma altre Serpeggino per la ter-
ra j ed altre volino per 1* aria - Chi a-
dunque fi vanta di fa pere :le cofe , che
fono » dica ormai la natura d’ una for-
mica , e così, poi difcorra della poten-
za, che Supera ogni mente. Si vero
fetenti a minuti (fima .formica 1 nondum et
adjequutus naturar» , quomodo ine or » -
prebenfibilem , Dei potentiam imaginati o-
ne tua comprebenfam effe gloriarti. Al
di cui fentimento uniformandoli Fede-
rigo Diacono in un’Epiftola del niente,
e delle tenebre, regi firata ne’ libri del-
le Mcfcolanze ,h raccolte dali’eruditif-
fimo , e dottiamo Stefano Baluzio ,
parlando egli del corto , e baffo inten-
dimento umano così favellò ; Si ergo
bac, qua propofui bumana mente eom-
prebendere nequivimus , quomodo obtine-
bimus quantum , -qua leve fit un de origi.
nem , gehufque ducunt . E perciò è te-
nuto più Savio il volgo da Lattanzio ;
Nam vulgut inter dum plus fapit , quia
tan-
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19
tantum , quantum opus eft , fapit . Là
onde vien tanto commendata 1* igno-
ranza, come primogenita del Mondo*
e Regina del vero fapere dall* autore
della Moria , e dall’ intendentiftimo
d’ ogni forta di dottrina) e di lettere il
Cardinal di Cufa, dandole il ^titolo di
dotta t avendo egli più libri compofti
de dotta Ignoranza , come parimenti
compofti avea più libri Lattanzio ftet
fo de falfa Sapicntia . < ' »
: Ma quefto nome di Lattanzio mi
riduce di nuovo alla memoria quanta
e quale fia l’umana debolezza intorno
a quella fapienza del Mondo , che
chiaman Filofofia , avendone egli di-
ftefo più ragionamenti , per primo ar-
gomento ponendo , la Filofofia per for-
za del nome Hello non eftere altrimen-
ti fapienza . Et qui entm f apienti* ftu-
deat , utique nondum fapit , fed ut fa-
pere poffit ftudeat . In fecondo luogo ,
negando egli affatto le feienze. Morta -
lis autem natura non capit feientiam ,
nifi qua veniat extrinfecus . Ammette
fola-
8o
/blamente le opinazioni nella Filofofia,'
quali che la Filofofia non fia altro che
opinazione. Opinai io fola ejl in Pbilo-
fopbia . Soggiungendo ancora . Jd erìtm
e pinntur quifque , quod nefcit . llli au •
tem , qui de rebus naturalibui difpu-
tant , opinantur ita effe , ut difputant.
Nefciunt igitur ventatem ; quoniam
feientia , certi eft : opinai io , incerti .
E certamente chi potrà giammai le
co fé di lafsù , e di quaggiù inveftiga-
re? Chi è colui, che ha palleggiato i
cieli, e poi rivellatone a noi gli arca-
ni? È chi ha penetrato giammai la ter-
ra , e poi /covertone i fegreti , e qua-
li fiano le proprie virtù dell’ erbe tut-
te, e delle piante?
*• •
Come Y Indica felce il ferro trag-
ga i
E come V altra dì fiammelle av-
vampi ?
N ^ * « , * «
• «
Come quell’ onda, o altro rafférmi il
corfo ad un legno ben grande? Perchè
penetri il vetro, e non il fèrro il lu-
me ?
c
81
%
ine ? Come fi facciano gl* incendj ne’
monti , e i terremoti nella terra ? Don-
de derivi l* inondazione del Nilo » i vor-
tici dell’ euripo , e il reciproco ondeg-
giamento dell* oceano? Come s’ inge-
nerino le nuvole , le grandini, i turbini,
i lampi, i fulmini nell’aere? Se il So-
le fia quanto appare, o molto della ter-
ra più grande , e donde le macchie. , «
faville intorno ? Se globofa , oppure
concava la Luna ? Se fiano inchioda-
te in-Cielo le ftelle^ oppur libere per
l’aria corrano ? Qual del • Cielo ftelfo
fia la grandezza , e la materia ? Come,
con quanta , e qual vertigine egli s’ag-
giri? Quanto fia grande la mole della
terra , o fu qual baie fi libri , e fi fo-
ftenga ? Sol ( diffe Lattanzio fteffo )
utrumne tantus , quanta! videtur , an
multi s partìbus major jìt , quam otnnis
h*c terra : ìtem , Luna globofa fit f an
concava : & fieli* utrumne coh*reant eoe-
lo , an per aerem libero cnrfu ferantur :
Coelum ipfum qua magnitudine , qua
materia confiet , ut rum quietum fit ,
F an
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8z
an mobile > an incredibili celeritate vol-
vatur : quanta fit terra crajjitudo , aut
qtitbus fundamentis librata > & ( ufpen -
fit . £' volere ciò difputare, e con-
ghietturare Lattanzio il medefimo di-
ce , non e (Ter altro , che difeorrere , e
giudicare di cofe fatte in remotifiime
parti non mai da noi vedute , o fapu-
te . Quindi il medefimo Lattanzio- ,
così ragionando , il fuo difcorfo con-
chiude : Si nobis in ea re feientiam
vendicemus , qua non potejl feirì , non-
ne infanire videamur , qui id affirmare
audeamus , *» quo revinci po/Jimus ?
Quanto, magis , qui natura Ha , qua jet*
ri ab bomine non poQunt , /city />«-
, furìofi , dementefque funt ju di-
cati di ? £ A rnobio così ; X?*»*/ <■«//» - ,
fi verum perfpiciamus , etìamfi omnia
facula in rerum inveftigatìone ponan •
f«r , feire nos poffumus? Perocché Omnia
in rebus bumanis dulia > incerta r fuf-
penfa ; magìfque omnia verifimilia , quam
vera , Minuzio Felice dille , Indi il
Poeta .j
In-
8 $
Incerta bac ft tu poflules '
Battone certa facere nihilo plus
■ 1 agas >
Quam ft des operata , ut cum ra-
• tione infantai .
£d in confermamento di ciò , fs noi
riguardar vogliamo a quel, che n’han
giudicato i medelimi , e i primi fetta-
tori delle Filofofie, ritroveremo , eh’
eglino fteffi han detto > aver fondato
il filofofare fu i principi dell’ ignoran-
za medefima, comen’avvifà Arnobio
fteflo . Ipft denique principe t & feti a-
rum patres , nonne ipfa e a , qua dicunt ,
fuit eredita fufpicionibus dicunt* Zeno-
ne, e tutti gli Stoici negarono 1’ opi-
nazioni ftefle .• Opinar i entra , te feire ,
quod nefeias , non ejl fapientis , fed te-
mer a rii potius , ac fluiti . Socrate ,
Quod neque feiri quicquam poteft, nec
opinati oportet . Adunque Tota Pbilo-
fophia fublata efl , difle Lattanzio.
Ariftotele fteffo ne’ libri della Metafi-
sica così ; De bis- enìm omnibus non mo-
** ’ Fi do
\
84
do invenire veritatem difficile ejl , verune
ncque bene ratione dubitare facile ejl .
Gli Accademici contro a’ Filici, Nul-
la m effe fcientiam , ed ogni cola proba-
bile . Democrito , che la verità delle
fcienze ftia nell’- abiflò nafcolta . Arce-
fila ( narra Epifanio ) nomato il mae-
ftro dell’ignoranza da Lattanzio ftef-
fo , niente doverli affermare di certo ,
negando all’ uomo la fcienza , riponen-
dola lolo in Dio , e Dio ftelfo Non nifi
ignorando fcire pojftmus Là onde Cice-
rone così tutto il fuo detto fiabililce :
Arcefilas ftbì otnne certamen inftituit ,
non pertinacia , aut fludìo vincendi , ut
mihì quidem videtur , fed earum tettine
ohfcuritate , qtu ad confejjionem ignora-
tionif adduxerant Socra tem , & velutì a-
mantes Socratem, Democrìtum , Anaxa-
goram , Empedoclem , orane s pane vele-
rei ; qui nìbil cognofci , nihil per dpi , ni-
hil fciri pofje dixerunt : angttjlos fenfus ,
imbecillos animoiy brevia curricula vita t
& y ut Democritus , in profundo verita-
tem effe demerfam; opinicnibus , & injìi -
tu-
S J
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8 5
tutìs ornata teneri : . nìhil ■ ventati reità*
qui : deinceps omnia tenebri! circttmf ti-
fa effe dixerunt . £ della varietà di tan-
te opinioni , dell* incertezza delle fa-
enze y e della moltitudine di tanti Fi-
losofi giudiciofiffi ma
pirico così ne ragiona : Ita etiam in'
hunc mundum , velati in quamdamma -
i gnam domum , accefjìt multitudo Pbi -
lofophorum t ad quarendam veritatem ,
quam qui acceperit e fi veriftmile e am
non credere , quod reEìe conjecerit . li
quidem certe non dicit ejse \aliquid ,
quod judicetur verità! , propterea quod 4
in eorum ,r qua funt natura , nìhil pef-
ftt comprebendi . Il che vien confermato
ancora da Galeno, così dicendo: Scien-
tiam neque apud Pbilofophoi , prafertim
dum rerum naturam perfcrutantur , in-
ventai . Ammonio tanto fettario d’ A-
riftotele fteffo n’allega la ragione: Quia
diverfitate opinionum, diverfo modo rei ef-
fe verni velf alfa! : quoniam autem opinio-
ne ihominum varine funt ,& incerta , ideo
fcientiat quoque e] se variai , & incerta!, ac
F l prò -
86
proinde nuìlam effe rerum eertam f, eie ».
tiam , & veritatem. Avendo ciafcuno
il fuo fenfo , e la fua fantafia a parte,
perchè , come fi dice , quanti uomini,
tanti pareri:
m
Mille homìnum fpecies , & rerum
difcolor ufus .
Per la qual cofa è egli moltd virifimi-
le, che ognuno dipenda dalle fue fan-
tafìe, ed opinioni , Cum fit ftngulis o-
pinio affluxus diffe Empirico fletto; di
qui viene , che Eraclito nominava O-
pìnìonem facrum morbum . Quella è
quella , dalla quale fìam tocchi , e
non dalle co fe medefìme, la quale di. -
pende dalle prevenzioni , ed anticipa-
zioni della mente , Sua cuique cum (tt
animi cogitatio , colorque prior . Come
ancora per la flima fuperiore al meri-
to , eh’ ognuno fa di fe flefTo * cagio-
natagli dall’ amor proprio, eh’ è il più
cieco, ed il più violento d’ognalero,,
a niuno ceder volendo : Pbilautia enim
ejl omnium amorum violentiffìmus , cete-
.. * ToJ-
i
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*7
rofque fuperat ; vien fempremai a darli
cieco , ed imperfetto il giudicio . A -
mor , ftcut odium , ventati! judicium
nefcit , ditte Bernardo il Santo. E 1*
uomo non ha altro di proprio, che il
mentire, e *1 peccare . Nemo enìmba v
het de fuo y nifi mendacium , & pecca -
tum . Per la qual cola , torno a dire
con Lattanzio fteffo: dov’eglièla Fi-
lofofia? O coll'autore de’ cinque Dia-
loghi , della Filofofia fletta parlando :
Non e fi enìm de terminisi fed de tota
profefftone coment io . Cioè, che non vi
fia affatto certa , e determinata Filo-
fotta, anche Propter natuv alerti borni -
num ad difjentiendum facilitatem . Re-
nato medefimo per primo principio
nelle fue Meditazioni non pone egli
1’ averli Tempre a dubitare nelle co-
fe filofofiche? In modo eh’ e’ con mo*
deftiflima protefiazione la Tua Filo-
fotta dirtele , confettando egli . dì fe
fletto nella IV. Meditazione così . Cum
enìm jam feiam naturam me am effe vai -
di tnfirmam , & limitatam . Ed etten*
F 4 do-
88
dogli (lato una volta afpra, ed acerba-
mente jfcritto contro da un Padre Ge-
fuita , di cui virtuofameate non volle
palefare il nome alle (lampe , fé ne la-
mentò benignamente in una lettera ,
che fcriffe al P. Dinet Tuo amico , ri-
chiedendogli , ch’ei tro valle il modo,
acciò gli fi notificaflero gli errori , per
emendargli , così dicendo-; Nibil enim
inibì cptatius efl , cjuam vel opinionum
mearum certitudinem experiri , fi forte
a magni! viris ex aminata nulla ex parte
falfa rsperiantur , vel faltem errorum
admoneri , ut ìpfos emendem . Come di
(e (teffo Agoftioo il Santo : Si ahquid
vel incautius , vel tndoSìius a me pofitum ,
ab aliis merito reprebenderetur , necm't-
randum e fi , nec dolendum ; fed pottus ì-
gnofcendum , atque gratulandum , non
quia errai um eft ; fed quia improbatum.
E pure quello Padre non aveva lette,
nè vedute l’opere di Renato ; così egli
fcrivendo nella medefi ma lettera: Etfi
enim mibi valde indignum videretur ,
hominem Rtligìofum , cum quo nulla
n
*9
mibt unquam inìmìcitia , nee quidem
notitia intercejjerat , tam . publice t
tam aperte , tam infolenter de me ma •
le dixìfje , nibilque aìiud balere excu «
f atlanti , . quota quod diceret , fe Dif*
fertationem meam de Metbodo non le*
gip-- \ •
£ tutto quello perchè ben Sapeva
non eflervi certo filtema di Filofofia,
che l’uomo Scuramente Seguitar do*
vede ; elfendo ella in tante fette di-
vifa j che Varrone fin da* Suoi tem-
pi ducento ottantotto ne conta , e
Temiftio trecento: onde Sant’Ambro-
gio gridò: lnter bas diffenfiones , qu&
veri potejl effe affina t io ? £ Lattanzio
ugualmente così : In qua ponimus ve*
ritatem ? In omnibus certe non potejl
Or che direbbero Ambrogio, e Lat-
tanzio Hello fe foffero a* tempi no-
ftri , ; vedendoli in maggior numero
Sopraggiunte , ecrelciute ? E quella fra
Religiofi (ledi , dalla Chiefa non con-
traddetta , quella io dico sì fiera , e da
non mai rappattumarli , e quietarli tra
Tom-
9 <> . „ . .
Tommifti» e Scotifti , Nominali , Re-
alifti, ed altri, e tutti Ariftotelici , a
fembianza degli Arabi , de* Greci , e
Latini , i quali eran difcordi in fegui-
re , ed interpetrare 1’ opinioni del me>
delimo Arinotele, come rapporta Pi-
to della Mirandola . Per la qual .cola
Teodoreto fin da* Tuoi tempi fciamò :
In litibus omne fiuditim , ornai s <etas e fi:
bare vota matrum in pueris funt ; bine
viri , bine doSU cenjemur .
- .Quindi è, che per 1* incertezza del-
le Filofofie , e per la varietà delle fet-
te il medefimo Lattanzio affermò .*
Cum Pbilofopbia fit in plures feSìas ,
difciplinnfque diffufa , nihil habet certi >
nibiì denique de quo univerfi una men-
te , ac voce confentiant . £ San Bafilio
di quei , che furon tenuti i primi Savj
della Grecia, dice non efiervi nè an-
che una fola ragione ferma, e collan-
te . Nee fola quidem ratio , apud Gr<t-
corum Sapientes confi flit , immobiliter , &
inconcuffe ; nimirum pofierìore femper pr io-
rem excludcate fententiam . £ fimil-
mne-
mente Euftazio nell’Efamerone lo fteA
fo n* accenna • Nulla fententia apud
Gracos immota manet j femper primam
oppugnante fecunda > ita ut eos refel-
lere nibil fit negotii , cum illi propria
dogmatibus evertendo fujficiant. E Teo-
> doreto (ledo in quella maniera favel»
la : Et Ht fiorici, & Pbilofopbi , & Po~
età tum de anima , tum de corpore ,
tum de bominis genitura , & confiit ut io-
ne inter fe litem exercent , dum olii
qttidem bac » alti vero illa pr a ferunt ,
alti rurfus & bis & - illis contrariam o-
pinionem adducunt , neque enim verità-
tìs dicentes fiudio , & defiderio teneban-
tur ; fed inani gloriola » & ambitioni
fervientes, ex quo fané faBum efi, ut
in errores multo: inciderint . Per la qual
cofa in quella maniera n’avvisò Minu-
zzo Felice : Itaque indignandum omni-
bus y indolofcendumque efi , audere quof-
dam certum aliquid de fumma rerum ,
ac majeftate decernere » de qua ab o-
mnibus faculis feftarum plurimarum uf-
que adbuc ipfa Pbilofopbia deliberat *
Ed
i t
Ed allora » che le Filofofie de’Greci in*
cominciarono a comparire al cielo Ro-
mano, i Romani ftelfi non s’appiglia*
rono a veruna d’cfle, foggi ungendo Ci-
cerone , perchè non eran sì balli gl’ in-
gegni Romani , che avelfero a foggia*
cere alle altrui difcipline ; perocché Ro-
ma t che aveva trionfato nell* armi ,
non comportava farli fervile alle lette*
re : anzi i Romani ftelfi non fi manife*
fìarono giammai fettatori d* alcuna Fi-
losofia, ed i Nobili li guardavano, co*
me da una pelle , di non efl'er tenuti
tali ; perchè certi , che avevano prò*
felfato la fetta Stoica , come Bruto ,
e Caffio ; Aruleno , e Sorano ; Sene*
ca, e Trafea , ed altri erano tutti mal
capitati , come macchinatori di congiu-
re > quantunque Seneca flelTo avelie
altrimente prote flato in una delle fue
.Epi Itole , dicendo : Non me cu'tquam
mancipavi , nttllius nomen fero , multum
magnorum ingenio virorum tribuo , ali -
quid et fi meo vindico . Onde lubito che
alcuno attendeva alla Filofofia, ca-
, 93
deva nell* ifteflo fofpetto , come di (Te
Tacito di Agricola fuo focero . E a 'tem-
pi notòri dal Re di Francia con un fuo
arrefio delli d’Ottobre 1668. fu
proibito a tutti i fuoi fudditi di chia-
marli l’un l’ altro fettario > e fpecial*
mente Gianfenitòa. I fanti Padri me-
defimi avvertirono non dover elfere
fettario 1 * uomo , e fra gli altri Cle-
mente 1’ Aleffandrino > così dicendo :
Praterea non particularìs fefia efi eli-
genda , [ed quidquìd omnes reile dixe -
runt Stoici , Platonici , Epicurei > Ariflo-
telici . Hoc totum [eie Slum dico Pbilofo-
pbiam. E Sant’Agoftino nel libro deh
le Confezioni, diffe, Non iftam , a ut
illam feti am , [ed ipfam , quacumque ef-
jet , fapientiam diligebam > q vare barn ,
& ampie Sì ebar , Quindi San Tommalo
ne’ fuoi Opufcoli infegnò con Agotòino
medefimo , Non effe adfentiendum alieni
Pbilofopbo in fcbola Cbriftiana , [ed ex
omnibus decerpendum^quodreiìe dixerint.
E fra moderni filofofanti Pietro Petito
afferma nelle Differtazioni , che fece
in-
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f
»♦
incorno alla Filofofia ftelfa di Cartellò ,
doverli notare d’arroganza colui, che*
preflumcr voglia d’ alfentire più ad u-
na fetta, che ad un’altra , la ragione
egli rendendo : Ne uni precipue inba-
rentes , in alias fotte me Hot e s , iniqui,
& contumeliofi viderentur . Ed ancora
quell’ altra» perchè non puote perfo-
na veruna, benché a tutt’ uomo vi s*
applicale , apparare , e farli capace
di tutte; conciolfiecofachè non potreb-
be darne retto giudicio , lodando più
una , che un’ altra Filofofia . Omnium
( die’ egli ) fetta rum fieri perfette pe-
ritum , humanum piane captum exce-
dit . E a fen lenza d’ Euripide .* Unus
non omnia vìdet . E Galeno così : Dif-
ficile effe , ut qui homo fit , non in
multis peccet , quadam videlìcet peni-
tus ignorando , quadam vero male in-
dicando , & quadam tandem negligen-
tius fcriptis tradendo . E quando vo-
glia alcuno vantarli di fapere , appet-
to di quel , che non fa , egli è nul-
la , dille Temiltio . Ea , qua novimuty
por-
I
i
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9 $
por t ione minima contìnentur , fi .colla*
ta, & comparata bis fuerint , qua igne*
ramus. E Paganino Gaudenzio Teolo-
go , e Protonotario A poftolico nel Li-
bro degli errori delle Sette , parlando
egli delle Scuole di Zenone) di Plato-
ne , di Democrito , e d’ Arinotele ,
così n* avvisò : Illusi quoque colligendum,
in iis , in quibus nobis Cbnfiianis diffi-
derà licet > non effe exploratam verità *
tem. Magna nobis fas e fi uti liberiate
extra illa , qua arcem Re ligio ni s non
refpidunt , ut defendamus , quod nobis
probabilius videretur.
, Ora egli è vero , com’ è verini-
mo, che quei medefimi tanto fegua-
ci d’ Arinotele fono gli autori , oppu-
re gli approvatoti neflì dell* opinione
probabile nelle cofe Morali , ammet-
tendola per lo parere di due , ed an-
che alle volte d’un folo Teologo, dot-
to , e dabbene ; perchè nella Èilofofia
non ammettono ugualmente la proba-
bilità per tanti, e tanti gravifiimi au- -
tori, e Teologi , e fanti Padri medeli-
mi.
9 t
mi , dove ancora vi è la libertà di file*
fofare , fecondo Ariftotele fteffo ? Per-
chè concedere la probabilità nelle co-
fe Morali, e poi nelle Fifiche negarla?
Perchè amettere la probabilità in quel-
le co fe, che riguardano i precetti del
Decalogo, e di Cri Ilo, e poi contrad-
dirla nelle Filofofie , così incerte , e
dubbiofe? Perchè approvar , per co-
sì dire, la libertà di teologare, e poi
oppugnare la libertà nel filofofare ? In-
trodurre il probabile nelle cofe fpiri-
tuali, l’improbabile nelle feienze uma-
ne : magnifiche opinioni nel mefiiere
dell’ anima, Gretti cancelli nell* ope-
razioni dell’intelletto, argomenti nel-
la Morale, freno agl’ingegni : fetenza
nelle confcienze, confidenza nelle fet-
enze : ed in un motto , Accademici
nella ^Teologia, Dogmatici nelle Filo-
fofie : Filofofi nella Teologia , e nella
Filosofia Teologi?
Di qui neceffariamente nefegueper
forza de’ loro argomenti medefimi , o
che neghino affatto la probabilità nel-
le
97 '
le co fé Morali , o feguitandola , la con-
fe(fino<oelle Filofofiche ancora : oppu-
re la neghino nella confidenza, o la ri-
cevano ndl’viatelletto , a cui è lecita
far ancora gli enti di ragione, e gl* Ir-
cocervi -e confentire finalmente a noi
yità Teologiche , e contradar a novi-r
tà Filofofiche , ciò. non è altro , che
tarpar, L* ali' all’ingegno , e predarle
all’anima i per aprirli piò largo il cam-
po , quando è dretta la via , che al
Ciel nei conduce , quando . è vado il
fenderò, che ad opinare ci mena , ed
ampiofiflinooil regno della nodra men-
te, ch’ha per confini fpazj immagina-
ri , innumerabili idee ,-dmulacri in fi-'
ni ti ; e .con ciò dar luogo , che di lor
fi ridica ciò , che oltre a tant’ altri- ,
come avvertifce M- Baillet ne’ libri
del gitìdicio, ch’egli ha. dato de’Savj,
n’ha detto , e ne fetide, il dotti (fimo
P, Malebranche di. fopra lodato t ili
qoedo modo dicendo \lnrebus T beote-,
gioii antìquitas {e Randa, eft , quia in e a
P tritai ejì recondita , )am aytem peri-
y, G la- *
9 & #
tat e femeì compera , ab die and a ejl omnit
curiofitas . At cantra in rebus Pbilofo -
pbicis non eft fugienda novitas , e ti am
propter veritatis amorem. Hic enim cu-
riofitas non patitur metam , ut'- in rebus
Tbeologicis .Per le quali tanto grida-
rono Tertulliano, e Cirillo, dicendo:
Quod primum verum. E per le Filofo-
fiche Tullio / e Seneca : jQuod ultimum
verius . E il dotti (Timo Sorel nel libro
della Scienza univerfale , parlando -egli
de’ novatori moderni nella Filofofìa ne
lafciò fcritto : Benché quefiofolo nome
d' Innovatore a molti fia odiofo , bi fo-
gna avvertire , : che fé in materia ■ di
Teologia è da temer fi , non lo è poi co -
sì nella Filofofìa naturale , ed umana .
Dicendo in un altro luogo il medefìmo
P Malebranche , efler perciò gran di -
/uguaglianza tra le Repubbliche de*
letterati, e quelle de’ popoli ; perchè:
fé in quelle fon molto pericolofe le
novità , in quelle egli è neceflario la
libertà di filofofare , per toglierli da
qualch’ errore . lmmo fatius ejl , ut ab
er •
F*
J
Digltized by Google
I
' 99 ‘
errore quifque poffit facilita expedirì , ma- \
jarem concedi libertatem in Republica Ut •
terarum ■ qttam in ceteris , ubi novità s •
ejì-femper periculofijfima . Si enim Hi , quii
fiudiis mcumbunt liberta s telleretur , fi-
que omnes novitate s ìndifcrìminatim ex-i
ploderentur , hoc paEto bomines in fuit
erroribus confirmarentur . Perocché nel*
le cofe filosòfiche non eflerfi ancora tu\
trovata la verità Seneca dille . Non-
dum verità s eji occupata; multum ex il.'
la .etiam futura reli Slum e fi •• Anzi il
Columella fu di parere ; ,Quod nulla \
ejl ariy vel difciplina , qua {iugulari fiu
con fumata, ingenio » £ però Utamur
( dille quel gran Filofofoc) lìberi at e t
qua nobis [olir in Pbilofopbia <uti licet.
O almeno Servir ci dobbiamo ' dell*
opinione probabile, eh’- è propri (lima
nelle Filosofie fecondo Cicerone , e
Senza pertinacia , e Senza contumelia
altrui . Nos qui fequimur probabilia , nec
ultra idy .quam quod verijfimtlia occurre-
rint t progredì poffumus , & refellere fine
pertinacia , & refelli fine iracundiO,
G i • pa-
Digitized by Google
IOO
parati fttmus Perocché nelle Filosofie
Qui attenditi ìd , quod (fi probabile ,
re Eie fe geret , & erit hiatus , diflfe
Empirico . Quindi leggefi nelle note
fopra il concordato fulla della noftra
materia tra i Padri Gefuiti , e quei
dell’Oratorio di Parigi , dittiate le mi-
gliori Scuole di quella Univerlìtà . Af-
fai poco rileva , che fi feguano le nuove
opinioni, di, Monsù Dejcartes , o Canti-
che d' Ari fintele •.* Quelli, che fono in-,
gannati in quefie forte di materie , no n
lo poffono e fiere flati con pericolo , e s*
avrebbe il torto- a volergli [opra .ciò in-
quietare . E fe alcuno creder, volede ,
qhe Platone , ed Ari Itotele fodero in-
fallibili di gran> .lunga certamente s’ in-
gannerebbe , perocché eflendo.fi dopo
tante fette fcòvérro, -nuove' delle, nuo-
vi pianeti , ed altri fenomeni,: e tane*
altre cofe, e quali :un nuovo Mondo *
par eh’ egli era d’uopo di nuova Filo-
fofia per inveli igarle , non badando 1*
antiche, per le quali torno 3 dire con
Seneca dedo , Multum adhuc re fìat 0-
- pe-
/
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IOf
perii, multumque refìabit ; nec ulti noi
to pofl mille facula pracludetur oc c a fio
aliquid adbuc adjiciendi . E altrove c
Veniet tempus i quo po/leri nojìri tam a+
perta noi nefcìffe mirentur . Plotino
predo Teodoreto così : Multa , qua
nobis 'ohm latebant , ipfa die i invenie tJ
Ed il Poeta:
• v . * •
Multa dies 9
tabilii avi
f 4 k • • t *
Rettulit in melius
• 4 * # « * • 0 t • •
» • * ' ,» * » t
E noi fopravanzando in due mila anni
d’ efperienza , fiam piuttofto fuperio-
ri . . Indi Cicerone tteflò fin da* Tuoi
tempi vantava d* efferfi la fua etàl.u-
gualmente fatta fuperiore nell’ arti, e
nelle» feienze , perchè più finamente
refe migliori , e perfette , come ugual-
mente de’fuoi tempi affermò Tacito .•
Nec omnia apud priores meliora , fed
nojira quoque atas multa laudit > . &
art tu m imìtanda pofleris . £ che i Mo-
derni abbiano trapaflato , e fopraftat-
to gli Antichi > egli è chiaro per tanti
G 3 fpe-
variufque lai or ma-
I
102 .
fperimenti , e. nuovi inftrumenti per
elfi fatti nelle celebri Accademie di
Firenze, della Fraocia , della Germa-
nia, dell’Inghilterra , di Lipfia , ed al-
trove ; come ancora per molti libri
ciò fi comprova ,• e particolarmente per
quelli delPerhault nel paragone tragli
Antichi, e i Moderni; e del.P. Rapi-
ni nella comparazione de’ medefimi %
, * * i « V * * ' * . | * *
dottilfimi in vero , ed eloquenti Ili mi
fcrittori . Quelle fono le parole del me*
defimo P’ Malebranche : Si quis Ari-
jìoteiem , & Platonem taf allibite s fui ([e
crederet , tum ih folis dumtaxat intei «
ligendis merito • forte incumberet , [ed
quii id credat , cui faltem mens jana
fuerit ? quin ratio noe monet ìpfos no-
vi s Pbilofopbis inferiore s effe , quippe
bis mille annorum , quo tempori s fpatio
silos Pbilofophos fuperamus , experien-
ti a nos efficere debuit pe/tticres . E
più nobilmente da Renato {ledo in
quella maniera : Non eft quod anti-
quis multum. tribuamus propter antiqui-
tatem , (ed nos ■ potius jis antìquiores
.... di-
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10 $
dìcendi ; jam en'rn fenior e fi mundus t
quatti tutte » major emque babemus rerum
experientiam . Il che fu detto fi foll-
mente prima dal P. Antonio Pofle-
vini dottillimo , ed eruditismo Ge«
fuita - \Quamobrem fi diutius vtxijjet
Anftotekt , vel fi jam revwifceret pofl
tot fxcttla » quibtts ali £ res innumera t
ac propemodum alter orbis emerfit , mul-
ta effet correSìurus , quia contraria not
experimur . Ed anche fulle feene dal
latiniStno Comico . • r-
I
Res y tetas , ufus » aliqtiid adpor-
' ; tet novi y
Aliquid admoneat , ut qu<e te fes-
te ergdas , nefeias , '
Ed qua tibi putaris primo , in ex<
*7 p enuncio re*"'*'**
La qual cofa fu • Umilmente confi-
derata .dal ..Vefcovo Agoftino Steu-
co uno. de’ piìi dotti . Padri, del
Concilio di Trento , ncL. fuo libro
De perenni. Pbilofopbia t dolendoli
io quella maniera : . Reeentiorum
G 4 Pbi-
\
► i
\
104
Pbdofopborom è am fare calamttatem p
ut radio ! multo! > quos varia de parte
Ventai éff anditi- non cernant , propte>ea
quod uni fefe Arinoteli non dediderunt
fnodo y fed adeo devoverunt , ut fi fue -
rit opus , prò dogmatibus ejus tuendit
in fierrum , fiammamque ruaUt;' in cu -
jus Pbilofopbia fi quafdam opinione s pra-
va! conce perù ut $ ut iffum , fi furgeret
e a defiomacbaturum putem &c. -E vicn
confermato ancora dal medesimo So-
rel , così dicendo .* Noi ci' prete jìia-
mo di voler men male ad Arinote-
le , che agli 'Arifiot elici . ; JZjfi fono
guelfi , che ofiinatamente #* oppongono a
cofe > ch’egli , fe vive (fé riceverebbe
con piacere , per far profitto de' nuovi
lumi , che ai .Mondo comparir vedreb-
be. Lamentandoli ancora il medefimo
P. Malebranche , che li ut piar imam,
qui adverfus quafdam Pbilofopbia veri -
’tates : ree e ns ‘ compertas pertinacia s ob-
firepunt , quibufdam innovatìonibus in
Tbeologia detefiandis, pertinacia! a db at-
tere 1 & indulgere videntur-. Quando
i fe-
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iò 5
i feguaci fteflì d” Ariftotel® , Ammo-
nio dico» e Simplicio» : antichilfimi au-
tori, avvertirono non dover effere gl»
Interpetri ^cogì attaccati a’fentimenti
delmedefimò» cornei ex tripode pro-
nunziati, e tanto meno , come fetta-
rj fcguirgti . Ammonio così: Horum
. vero explanatcr debet ; neque per bene -
volentiam afiruere conari ea , qua per -
per am funt ditta , ac velati a tripode
ea recipere t fed fuum ìpftus adferre
dicium . Simplicio in quell’ altra ma-
niera : Dignum autem Ariftotelicorum
fcriptorum expofetorem oportet , non ef-
fe vacuum undequaque magnitudine il-
lius mentis . Oportet quoque judicium
babere fwcerum^ jut neque ea , que re-
tte ditta funt , malo more fufcipiendo ,
invalida ofiendat , neque ft quid ani-
madverftone indigeat , omni contentane
inculpabilia moneret , velati in Pbilofo-
pbi fettam fe fe infcripfe/tt •
Anzi infra i Giureconfulti ancora ,
i quali a guifa di Filofofanti fi divife-
ro ugualmente in fette , chiamandole
Tul-
v
ioS
Tullio Famtlias diffentìentet ; legge fi,
ch’eglino non erano cosi pertinaci in
feguire le loro fette , che liberamen-
te non dicefiero i loro proprj lenti-
menti , ed alle volte a quei della con-
traria fcuola non aderifiero , come fi
vede praticato tra Capitone , e La-
beone > i quali furono i primi fetta-
tori affatto contrari fotto Auguflo ,*
e fotto Vefpafiano , ancorché vi folle
quella de' Proculejani , e Pegafiani ,
e l’altra de’Sabiniani, e Caffiani, af-
fai più contrarie fra efiò loro , perchè
quei 1’ Aritmetica proporzione, e quc-
fti la Geometrica feguitavano, gli uni
Stoici , e gli altri Accademici elfendo;
nulladimeno fu riguardevole la loro
modeflia in non aderire tanto fervil-
jnente alle loro famiglie , che volle
la loro modejflia avellerò apportato
freno alla libertà delle loro opinioni.
Matiifejia futi , & confpicua vtterum
Jurifconfultorum mode fi a y quod non
ita nec certa alicujus feSìa opinionibus,
nec futi quoque peculiaribus fententiis
inh<c -
*»7
inhtcferint , ut nonnunquam ab ut dì»
[cedere fas fibi duxerint , ■ & adverfa»
ria etiam fcbola perflrinxerint . Sono
parole di Griftiano Dottore , celebre
Giureconfulto > il quale ragionando
di Cello; contrario alla fetta di Jabo*
leno , fotto Adriano > e Antonino Pio f
così loggiunge : Et fané videtur bh
Celfus non adeo partium fiudiis addiSlut
fuiffe ; • quintino Uberrima voluntate in
utraque verfatut barefi , & qua ( ibi ad
palatum fuere , nullo babito feSìa fua
refpetlu [elegiffe . E in ritornando al
medefimo Arinotele , leggeli nell’ O-
pere di effo lui, ch’egli non prelume-
va tanto di fe , che altri onninamen-
tefeguitar lo doveffe. Nec alìud ( dif-
fe un autore ) noi docet Arìftoteles *
quam quod etiam docuerat Plato : ni»
mirum fe ipfum refutare. Dicendo dife
quello medelimo autore. Omne equidem
genus Pbilofopbia peragravi , nulli acqui e f-
co, & quamvis ex pr : mis fludkrum rudimen-
ti! , Peripatetici , Stoici , aut Ac aderitici
audivimus, pofiremotamen fapientijjimum
quem-
IO?
f uemque Scepticam faSlum , tanquam
ffanum aliquem in fetenti* campii in -
gredientem video . E chi fece la nota
al libro del fuddetto autore, foggiun-
fe : Plato docuit Veritatem omnibus re*
bus effe anteponendam . Male ergo fibi
confulunt , qui veterum , a ut Arijlote -
ìis placitis ita ob finate inbarent , ut
tnalint cum illis .< errare , quam id , quod
eteperientia , ut novi Pbilofopbi folidio -
ribus fundamentis probant , /<??«/ . £
chi per molto ha palleggiato ne’Licei,
e per poco dimorato nelle Scuole de’
Filofofi moderni , ben conofce la natu-
ra di tanti animali , de’quali non fa-
vella Ariftotele, ingegnata dall’Aldro-
vando, dal Vorflio , e dal Bauhino .*
la virtù , e la qualità di tante erbe ,
e di tante piante, portate a noi dagli
Antipodi, e fatte descrivere dal Prin-
cipe Federigo Cefi, ed ora più abbon-
dantemente deferitte nel libro , detto
Hortus Malabarìcus : la natura di tan-
ti minerali , e di tante cofe occulte ,
taciuta da Arinotele , fcovcrta dal
Car-
Cardano, dallo Scaligero, da Giorgio
Agricola , e da Ferrante Imperato. E
intorno alla bruttura del. corpo uma-
no quante cofe fi fono fcovcrte da’mo-
derni?Gafpare Afellio ritrovò le ve-
ne lattee: il Pecqueto il < facco latteo,
col dutto. toracico, chilifero : Virfun-
gio il canaletto pancreatico : Tomma*
fo Bartolino i vali linfatici : Marcello
Malpighi quante maraviglie ha detto
intorno alla ' bruttura ; del cervello ,
delle glandule .» e de*, polmoni; e* l’o-
vario nelle donne , .che diftrugge/af*
fatto la dot trina della generazione dell*,
uomo d’ Arinotele* ritrovato dal Van-
horne ? '.• E- 1* aggiramento del fangue
da Guglielmo Hafveo , .dimoftro pria
da Paolo Sarpi e da Andrea Cefal-
pini , e . tanti fperimenti nella naturai
Magia del noftro Giovambatifta del.
la Porta-;, le maravigliofe 'invenzioni
nella Chimica dà Bafilio Valentino.,
da Teofrarto Paracelfo, le dal Vanirei-
mont ; e le offervazioni intorno .alla
circumpulfìone, fecondo la mente di
- ; Pia-
Platone : intorno alla vita , al nutri-
mento , alla parentela dell* aria , e
dell’ acqua, defcritte dal nottro Tom-
mafo Cornelio; e tante altre l'perien-
ze del Capocci, del Severino» 'del no->
Uro Lionardo da Capua ne’ Tuoi Pare * '■
r», e nelle Mofetc , e di Francesco Re-
di . Il nobilissimo ritrovamento dell*
argento vivo ne* cannelli per la prova
del vuoto del Torricelli , efaminata
alla lunga dal P. Bartoli Gefuita : de*
Vortici del gran Renato ; e di tanti ,
e tant* altri ritrovati del Verulamio ,
del Sorelli , del Keplero , del Gil-
berto, dello Steiliola, del Campanel-
la , del Digby , del GaSTendi , del Boy-
le , ed’ altri. Neil’ Algebra il Cardi-
nal Slulio , che non ha rinvenuto col
fuo libro Mefolabium , e il Cardinal
Ricci in quello De maximis , & mini-
mii ? Nell’ Agronomia che non hanno
fcoverto i moderni ? dimostrando i
Cieli edere fluidi, e non più orbi So-
lidi, come vollero gli antichi : i pia-
neti Stimati prima fare i loro giri in-
ili
>»
torno alla terra , muoverli intorno al
Sole; Venere mutar le lue fall , o
figure a gutfa di Luna : Mercurio ,
e Marte ancora far lo' Hello : Giove
• « t
edere circondato da quattro delle ,
chiamate Medicee, e Saturno da cin-
que altre , come ditte il Cattini .* ef-
fer la Lunà un corpo di fùperficie di-
fuguale , e montuofa : ritrovarli nel--
la faccia del Sole molte macchie di'
difuguale grandezza , e di varia dura*
zione, agli antichi affatto ignote; eia
qualità, e difpolizione delle Comete»
e d’altri corpi celelti non intefe da A-
riftotele , ed ; inveftigàte da Ticone ;
e dal" Galilei : la Zòna torrida ere-
duta inabitabile, etter abitabile, Antì-
pode! , qui imaginarìì dicelantur , nunc rt-
vera effe t & alia f excent a , ditte il noftro
Luca Tozzi nella fua Lezione: e final-
mente l’agghiacciamento de* liquori non
etter condenfazione.ma rarefazione con-
tra Ariftotele:ne’gravi cadenti accelerar-
fi il moto fecondo i numeri fpari , ed ef-
fer il tempo radice quadrata dello fpazio
de-
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decor fo , e nòti già efler vera la dot*
trina d’ Arinotele, il quale diffe , che
i gravi di diverfo pefo averterò diver-
fa - accelerazione.; fecondo la propor*
zione della gravità.:, il mezzo non con* '
tinuare , ma impedire piuttorto il mo-
to de’ proietti la ragione del galeggia-
re-de’ corpi, non venire dalle figure: 1*
aria effere un corpo elartico, e poterli
quella efirarre da qualche fpaziOi; e
pefare più nelle: cupe valli , che nell*
alte cime de’ monti , e tant’altre , ed
infinite cofe non conofciute dagli anti-
chi, nè da Arinotele fi erto tJ ed inve-
iligate da* moderni . Ma qual penna
potrà giammai abbartanz^a celebrare i
nobiliflìmi ritrovamenti del Telefcopio,
del Microfcopio, e dell* Igrofcopio , e
del Termometro ; della Bufiòla nell’
arte nautica, e dell’iftromento da ren*
der dolci le ialfe acque del mare, e
di cotante altre .cofe. nuove , che alla
giornata fi van ritrovando ? Onde fi
viene più e più fempre a conofcere la
debolezza dell’ antiche Filofofie , e la
. • ve-
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, r II J
verità delle ; moderne > avverandófi
quello, che dagli antichi (ledi fu pre-
detto , e fi confeda da Cicerone anc'o^
ra : O pintori um commenta delet dies 't
natura judicia confrmat . E però egli
è vero , che quella Filofofia d’ Ari-
notele dagli Àriftotelici (ledi non è
altrimenti commendata , così dicendo 1
il ; medefimo P. • Podevini i' Deiride
monjìrandum ( id quod etiam tritura
ejì apud omnet Ariflotelicos ) nidiata-
e!}e in Arifìotelis libris fcientificam de-
fnonftrationem qua ' perfedìiffma fit y &
omnibus numeris abfoluta' it agite nàti
effe ipfius doSlrinam inconcuffam . La
quale ha avuto- tanta varietà , ed
incodanza di fortuna , óra 5 abbrac-
ciandofi , ora rifiutandoli > che nul-
la più , dome fi può- leggere Irt
quel libro di Giovanni Launoi ^ quin-
di in fimil calo ebbe a dire un au-
tore Francefe : In effetto fi vede 1 ';
che la fortuna ugualmente efercita il
fuo capricciofo impero . fopra 1‘ opinio-
ni , che jopr a /’ altre coje umane ;
. H ma
ma. non già fopra ìe mentì purìffime ,
e tétte de’ Tanti Padri, da* quali lem*
pre è (lata bìafi mata, come nociva al*
la noftra religione , e proibita da’
Sommi Pontefici , e da* Concili ltefli,
com* è detto, e da quello Lateran eTe
nella Seflìone ottava affatto vietato da
infegnarfi piu nelle Scuole, come rap-
porta il Campanella , e Giovambati-
ila Neri nel libro, detto Setta Pbilo -
fopbica , dicendo quefti ; Pracepit Con-
ciliarti Scbolajiìcìs in Pbilojopbia drijlo-
telila non immorari , quoniam babet ra-
dica infetta!.
' J ' ' * ■ * i ■ ■ . ,
Ma Te, come poco dianzi io dilli ,
fra tanti Filofofì , i prìncipi di Rena*
to fono piìi conformi alla nollra reli-
gione, chi non dirà, che colf ui, più che
Ariftoteie .feguìr li debba ? Perocché
chiunque hlofofar voleffe fra noi Cri-
lliani co* medelimi principi di Renato,
li uniformerebbe Co’ fentimenti d’A-
goftino il. Santo , da cui o avvertito
Renato , o Renato col proprio fpirito
Criftiano, e filofofico meditandogli ,
Digltized
US
gli ha pubblicati , e dirteli. Parole del
Santo , nella Città di Dio , fecondo i
documenti -del quale compofe il fuo
Cftema Renato : Quìcumque igitur Pbi-
lofophi de -Dea fummo > & vero ifìa jen-
jerunt y quod & rerum creatarum fit
ejfefior y & lumen cognofcendarum , &
borni m agendarum » quod ab ilio nobis
ftt & princtpium'- natura meritar
doZìrin# * & felicita s vitee , five Pla-
tonici accomoda tius numupentur ? fi ve
quodlibet aliud fu a feti a. nomea impo *
nani ; five itant ammodo J onici generiti-
qui in eit precipui -fuerunt , ifìa jenfe -
rinty ficut idem Plato , & qui eum be-
ne intellexerunt : five etiam Italici prò-
pter Pytbagoram , &• Pytbagoreos , & fi
qui -forte alii: ejufdem Pententi# in ìd
idem fuerunt : -.five -. aliar um quoque gen-
tium , qui f apiente t y vel Pbilojopbi ba<
bit i .funi , Atlantici » L'tlyci , Egyptii,
Indi , -Perfa , C baldai , Scytb*, Gali >
li , Hi f pani. , alìique reperiuntur , qui
boQ viderint. , ac docuerint ; eos amnes.
ceterii' anteponimi •;» eofque nobis . prò
-tV* H 2 fin -
x 1 6
pìnquiores fatemsir . Chi filofofa f vo-
lt fle co’principj diRenatofi unifor-
merebbe con S. Gregorio Nifleno, di-
cendo egli nella narrazione della vira
di Moisè : Si immortalerà effe animarti
Pbilofopbus perbibet tic, & Deum effe
non negat , - creatoremque omnium , d
quo curiti a depende nt , & vere adfeve -
rat , ac rationibus quantum fieri potè fi ,
demonftrat ; propìtius nobis Dei angelus
fiet. Quella adunque è la Filofofia ve-
ramente Criftiana , e non altrimente
Pagana , come quella d’ .Arinotele
Quella è la '. Filofofia veramente cat-
' tolica , fecondo gli avvertimenti de’
fanti Padri-.»..... .
Quella è quella Filofofia di Rena-
to, il quale fdegnando di vedere piò-
involte , e deturpate le fcuole Criftia-
ne nelle Filofofiede’ gentili, meditò,
e diltefe una Filofofia affatto lontana
dal Paganefimo , conformandola, alla,
noffra fanta religione, alla quale pa-
reagli , che folo mancafle ,* per laper •
egli molto bene , che Definitisi! erat -
- i Pia -
»
r
«7
Plato J & Arinotele } , po/l mortem Cbri - ■
fii , & eo rum I afte atta in Ecclefta pro>
nibilo' babetur , come il dottiflìmo Re-
my l’Arcirefcovo di Lione , re l’ avea
infegnato colla fentenza fuddetta; de-
liri dimando le Filosofie d’ ambedue
il piiflimo. Prudenzio , in quella ma-:
niera dicendo . ,t
■ ■ ■ Confale barbati delir amenta Pia -
>tonis .«
Confale » & birce fot Cynicos > quos
• fomniat , Ó* quos
■ Texit Arijloteles torta vertigine
, -nv- nervotv
• Quella .è quella Filofofìa di Re-
nato il quale confederando , che
tutta la Filofofìa Agoflino il Santo
diftinfe in due foli principi , che fo-
no 1* immortalità dell’anima , accioc-
ché noi ftelfi riconofciamo ; e 1’ efi-
lienza diDio» acciocché riconofciamo
la noftra origine . Pbilojopbi# duplex
guaflio e fi , una de Anima > altera de
Deo . Prima ejficit y ut'nofmet ipfot
nove rimas : altera originerà noflram ;
H 3 fon-
ri8
fondò i principi dei fuo fi'lofo/are fu
quefte eterne,. ed infallibili verità., v ;
.Quella è; quella Filofofia di Rena*,
to, la quale non folo , come didi, fu
> lodata da tanti e tanti Relig'tofi , ed
uomini di fantiffima vira,. -ma fpecial-
mente dal P. Merfcnni , intendentifli-
xno delle Matematiche, e 'Teologiche
fcienze , così dicendo in un' Epiflola :
Son refiato forprefo , che .un -uomo , il
quale non ha fluitato in Teologia , ab -
ha rifpofio sì fondatamente / opra punti
import antijfimi della noftra religione . lo
l'ho trovato così uniforme- collo, fpirito ,
e dottrina dì Sant' Ago fino., che. offerì
vo quaft le cofe.. medeftme negli .ferii ti
dell'uno , e dell altro . E più oltre
così : Lo . fpirito di Monsu Defcartes
infptra Soavemente l' amor di Dio , di
modo che non pojfo perfuadermi , che
la Filofofia di lui non fta , per Aornare
in bene , e in ornamento dell a.. ver a re -
ligione . Ed in un’ altra Lettera. , che
fi legge registrata nel primo Tomo
della Geometria . del medefimo P.
Mer-
Merferini, cosi feri ve à Retiatd fteffiò:'
Quibus omnibus , cum a udì am Pbyfii
cam illam 'ab eruditi: viri: adeo exo-
ptatam , prope dieta edìturum , qud
longe perfeSfius cum dofir# fdei myftfr
riis conveniat > omnium catbolicoriim
nomine iibì maxima: ,qua: poffum ,
gratids b’abtó > qui non folum Pbilofp-
pbicis » fed' edam Tbeologicìf verltatV
bus tam feliciter patrocinarli V ’ ' , .
Quella è quella Fflofófia di Ruba-
to , alla quale diedeiJtìtolo Moiìsù
Parlier Antiqua' fide:, Tbeologia no?
va perchè Vincenzo Lirinefe dicea,
Ecclefiam non dovere nova , fed nove \
Sòltenendó egli , che i principi di Re-
nato fono più acconci > ed oppdrtuni
di quelli , onde fi fervono' volgarmén-
te gli altri , in ifpiegando ì mifteij
della nolfra religióne - , ‘ e :che non "vi
fia cofa nella fua Filófofià > che non
s’accord» co* principi della hofira Chie-
fa cattolica , così il detto Parlier at-
teftando ; Ma egli ba fatto altresì ve-
dere t non avervi altra Filo fifa ,~che
d H 4 me-
1
t V !
, .1
b*
‘H*’
•h
»•
.t
no
meglio della fu a j* accordi co’.prinìcpj
della fede della Cbiefa . : .. ...
Quella è quella Filofofia di Rena*
to , della quale il profondo , ed acu-
tilfimo ingegno 4* Monfignor Caramu*
.cle ne diede il giudizio . , e prefagio
infieme , dicendo., che 1' opinioni di
Renato faranno un giorno comuni .
ed univerfalmente ricevuta , toltene
però alcune pochiflìme cofe, copie ri*
ferifle llaut I pj;e G della vita del medefi-
mo . • Monfignor \ Caramuele ba predetto ,
che l opinioni del • DejcarW,. diverrei
* ** » « Li V. • • » »* A'i . * *
botto un.', giorno affatto comuni t e fareb»
fono univer/aìmente ricevute . ,
rr»r alcune poche . E con ciò verifican-
doli 1* altro prefagio d’Alefiandro Taf-
fone, intorno ad Arinotele Iteflò , di-
cendo cosi; i L‘ opinioni d* ziri fot ile , le
quali innanzi (e vittorie di Siila non erano
introdotte , nè conofciute in Italia , potrebbe
venir tempo , che non oftante /’ ofiin anione
degl ’ idolatri di quel Filofofo , fi vedranno
f cartate , * . / r
Quella è quella Filofofia di Renatola
* V ' <l ua *
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quale l’ aurore del libro di Cartefws Mo~
j a ie tu va fondando averla tratta dalli»
bro della Genefì con formando le fei
Meditazioni co* fei giorni, della fabbrica:
del Mondo i i t
■ Quella èquella Filofofia di Renato',
il quale s’uniformò co’lèntimenti di Pia»
ione , .tanto abbracciati dagli' antichi
Padri , come va provando, l’autore del-
la fua vita. .. . r .
■ Quella è quella Filofofia di Renato,
di Renato io dico , la cui immortalità in
q uello modo fu defcritta dal P. Viegue.
Àgolliniano ( il quale ritrovandoli Mif-.
fionario Apofiolico nella Svezia pef co-
mandamento d’InnocenzioX.ebbe con-
tinua cornfpondenza negli ultimi meli
della vita di Renato ) in una Lettera di-
rizzata a M. le Roy., . Abate di San
Martino , e Canonico di San Germa-
no , che ne lo richiefe : La converfazìc»
ne era molto ( oave , fempre di difcorft e*
ne fli t e non mai di cofe inutili : mai non
• i (parlava degli altri : era civile , affa-
biliffmo t facile , e rifpettofo , e } opra
. tut-
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/Affo parlava poco V 1 w< * pelatamente ,
precipitazione -, e f en 1* orgoglio ,
«o» affettando di' ' farfi conofcefé per
nomo Scienziato *■ 4 ' 4 ’ ’ '
Quefta è quella Filofofia di Rena-
to, di Renato io dico , così riverente
verfo Dio, ‘ch’egli fu d’opinione, che
Dio polla fare» che due e tre non fof-
fero cinque, e che il quadrato non
aveflc quattro lati , cofa , che tutti
gli altri Fìlofofi , fenza veruno fcru-
polo la negarono a Dio , come rife-
risce 1* autore del Viaggio pel mondo
di' Renato .
• Quella è quella Filofofia di Rena-
to i di Renato io dico, pio, e religio-
so verfo Dio , il quale ognidì li con-
solava cogli efercizj fpiritUali', ; e fpef-
fo fpelfo al piè- del Confeflorfe pentito
le Sue colpe confeflàndo , cibavafi del
pane Sacramentato , e rendendo l’ aoi-
sna al Suo , e noflro Redentore, la-
sciò grido immortale non' meno della
Sua dottrina, -che della pietà , come
va teflimoniando per un pubblico at-
to
Hit
M
tìf
to il mentovato P. Ffancefco Viegufe,
del quale regi (Irata la copia nella ‘vita-
di Renato fi legge . Ver um in fi un Sitò-
ttibuS religioni! Cbriftian* Cattolica f A-
pojìolic a , . Romana ita 'futi frequens ,
adftduus , & conflati!- , Ut omnibus ef~
Jet adì f cationi :■ quippe qui non lantani,
di e bus dominici s, & Fe flit- facrofanfìi f
Mi (fa Sacrificio i & aiiis Cattolica Re*
man a religioni s fianftis exér cittì s devote
intere (jet , immo & dtebus ■ferialibus y
etiam. Mi (fa , & alti! exercitatiónibuS
fludiofe • incumberet ; . tum. & qui fan -
Sìijfima Cattolica , Romana Ecclefia
facramenta P renitenti a - & -EuCharì-
fila frequentarci t - cui e idem ipfe ego
adminiflravi , & tandem in vera - y &
attuali Cbriflian a> Cattolica religioni*
profefftone perfeverans y me prafente , &
exbortante , mortem cum vita commu-
tanti , Cbrifti Salvator» redemtionem
petit ur us . In ipforum fidem coram Dee
tejìimonium perbibens , prafentem Aflum
fubftgnavi in Conventu SanEìi Augufli -
ni de Urbe r Rom* t die nona Ma ìì 1667.
Que-
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<£uefta $ quella Filofofia di Rena-'
tot , la quale benché ^pia , e Criftiana
puf vien contraddetta da alcuni, per-
chè non vi è cofa , che all’ uomo Sod-
disfaccia per 1$ varietà de’genj, e degl*
ingegni t o ha per l'aftio > o pur per
geiofia di gloria» da cui vien tócca, e
facilmente turbata la Repubblica de’
Letterati . E fe in alcune cofc la Tan-
ta .Sede-ha voluto , che refii donec
cpYrigatur , potrebbe alla fine la San-
tità' Vostra purgandola , fedare tan-
te liti, e difpute , ancorché il contra-,
rio malamente pretenda, e con danna-
bile temerità la famiglia d’ alcuni Re.
ligiofi , Solo per mantenere odi nata-
mente le loro opinioni nelle loro Filo-
fofie , come vien riferito dal P. Gre-
gorio di Valenza , dal Vefcovo Fra
Melchior Cano , e da altri . .
Ma refiino pur nelle , fcuole que-
lli , e sì fatti argomenti , e ragioni
intorno alla varietà delle Filofofie,
e Vostra Santità* a cui s’appartie-
ne di fiabilirne la verità./ perocché
non
**$
non ceffan mai tali contefe ; concor.
dandoci piuttofto , come Seneca ditte»
la divertirà degli orologi ne’ momenti»
che de’filofofànti le fcuole,e partico-
larmente tanto più fiere , quantochè
fono d’ ingegno ; ond’ ebbe a dire uni
certo autore: Citiut in gratiam , pojt
mutuai cladei ingerita redeunt 'regei- »'
quam partium fìudio infiammati pkilo-
fopbi . Vnaqueque enim feda ( Lat-'
tanzio ditte-) omnei aitai- evertit , ut
fe j fitaque confrmet , nec ulti - alteri
fapere conce dit , ne fe dèfipere fatea -
tur . Ita ut ( foggiunfe Eufebio
non lingua , & calamo foltim , verum
etiam manibui pralium -geratur . E
sì fiottili ? e facili in rifutando
beifando 1* una 1’ altra , com’; egli’
è più agevole il riprendere , .che 1*
insegnare ■; il convincere la bugia ,
che ritrovare la verità E. in ve--
ro che ha che fare la Filofofia u—
mana colla - ' celefte , eh’ è • la reli-
gione , così appellandola Crifnftomo
in più luoghi ? Religio Cbrijìiana
ve-
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I.i6
9 0 •
vera » & caelejlìs Pbilofopbia eft . Che hi
che fare la Filofofia umana > o fia l’an-
tica , o fia la moderna colla fede , quan-
do non v,’è altra Filofofia più vera, che
la dottrina della Chiefa ?• Hanc ipfam
folata comperi efse ver am , atque utilem
Pbilofopbiam .» di/Te Giudino . C fe al-
cuna cofa di vero avellerò detto i Fi-
Iqfofi , come ingiudi pofleflòri di quel-
la-rgli riprende Agodino . Si qua Pbi-
lofopbi vera dix/rqnt , ab eis effe tan-
quam injufiis poffefforibus vindicanda .
E però 1* Apodolo delle genti , fopra
ognaltra cofa efprelfamente comandò:
Captare intelleRum in obfequium jidei
noe debere < ..Rendendone là ragione in
quedo modo Sant’ Agodino : j Qttod [ci-
mas , debemus rat ioni] quod credimus ,
auRoritati.- E' in altro luogo con mag-
gior vemenza, e con maggio.r chiarez-
za: Etft nova , infolita , & cantra na-
tura furfum noti [firn a funt i quia ma-
gna , quia, mira , quia divina , ex eo
magie vera « certa , & firma i Peroc-
ché In 'Tbeologia multa Junt , qa* nec
ra-
i
fattone probari , nec fenfu confirmari
poffunt. . Multa • itidem in Pbilofopbia
ex fenfu con [lare > qua rat ione demon -
firari nequeunt . Conciolfiecofachè la
nodra fede derivi da principi altiflìmi,
e fopraqnaturali . Che ha che fare la
ragione umana colla Teologia ftelfa ?
Qjtemadmodum enim ( dice il Ver u la-
mio ) Tbeologiam in Pbilofopbia qua*
rere per inde e fi , ac fi viver quarat
inter mortuos , ita contra Pbilofopbiam
in Tbeologia quarert aliud non e fi V
quarti mortuos quarere inter v'tvos . Ol-
treché la Filofofia egli è ancella , e
ferva della Teologia medefìma la
quale , come regina , delle fcienze ,
tragge dietro di fe incatenate tutte 1*
altre facoltà > e difcipline umane ; la.
qual cofa in piìi luoghi vien detta da
S. Gio Grifo domo. Ex Pbilofopbia res
divinar intelligere velie , e fi candent.
ferrant i , non forcipe yf ed digito contee
Slare . Lo fteffo in quelF altro modo .*
Nibil commune babet bumana ratio
collata in divinis ; ideoque * blafpbemia
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efi rationibui bumanti velie divina dif-
cutere ? E altrove così : Cur ■ huma-
nis rationtbui divina infamai ? £ pri-
ma di lui Terrulliano in quefta manie-
ra gridò : Nam quid Atbenii , & Hie -
rofolymis ? quid Academ ia , & Ecclefu?
quid bar etici! , Ù C bri fi tanti ? Noftra
in flit ut io de portìcu S atomo ni i e fi : qui
& ipfe tradiderat % Dominum in ftmpli-
citate quarendum . Viderint qui Stoi-
cum , & Platomcum , & Diale Eììcum
Cbriflianifmum protulerunt . E S. Gi-
rolamo contra Pelagio, fcrivendo co-
sì: Hac argument atto tortuosa efì , Ec-
lefiaflicam ftmplicitatem inter Pbilofo -
pborum fpinet a concluderti . Qgfd Ari-
noteli , & Panilo ? Quid Plutoni , &
Petro ? E Zenone Veronefe con empi-
to -di zelo maggiore fclamando : De-
tti?? quodammodo negat t qui f quii ratio -
nibui bumanii metiri conatur . Come
ugualmente fclamò' Bernardo il San-
to in un’ Epifìola ad [nnocenzio Papa
contro Pietro Abailardo,' primo inven-
tore della fcolartica dottrina . Quod
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rationem fidei human'ts rationibus cogi*
tandum committeret . E però conchiu-
dendo ditte un celebre autore . No n de -
ber Pbilofopbia injlar berte dominavi The
ologite , Jed injlar ancillte Jervtre T bealo -
gite . T beologia injlar Sarte efì : Pbilo •
fopbia injlar Agar . Indi egli è , . che
leggiadramente , e con fommo intea*
di mento, .da Raimondo Lullo, davan-
ti Filippo Re di Francia,- in una
meftiflima Orazione fu introdotta la
Ftlofufia fcarmigliata -, e. dolente,
dicendo ella a mio avvita , che ab*
battanza era (lata travifata dalle
fantafie dell* umane menti , in tan-
te fette .contrattata , divifa , e la-
cerata , in modo che .appena a lei
erano rimali alcuni cenci per . co-
prire quella -Ara eterna nudità , da
non mai rivelarli ad alcuno ; e che
ora li pretenda sì malamente d’ ef-
fer rea , e contumace , pugnando
colla Teologia fletta , fua, fovran»
e maettra , • in quetto modo fcufa%
doli : Non enim ego Pb/lojopbia , fed
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Arinotele! tìU j & Averroes pugnant
cum Tbeologia ... • '• 1 •• •
- . E- poi vi fono alcuni , che tnillantan»
do cotanto quella Filofofìa >■' condan-
nata per comune parere de’ mede li mi
Arillotelici , • a tellimonianza del, !*.
PolTevini di fopra lodato ; ardirono
di dire quella eflere la vera -, quella
elTere la più certa, quando mon effer-
vi niente di vero , e di certo nelle Fi*
lofofie , Porfirio dilTe : Nulium effe in
Pbilofopbia locum non dubitabìlem . Lo
Hello altrove : De rebus Pbilofopbia
multa diSla effe a Gradi , veruni ex
conjeSìura . Quindi è, che.Adexerci-
t attorie m ingenti Pbilofopbias > effe inven-
tar ,-Seneca manifellò . £d altrove co-
sì : Pbilofopbias ft elegantias , & argu-
tias dixero , reSìe cenfeam appella fj e .
Anzi dalle ciance , e favole de’ Poeti }
efler quelle originate arrelìa PlutarcOi
Omnes videlicet P biìofopborum feSlas ab
fìomero originerà fumfiffe . lpfeque Art -
fioteles fatetur Pbilefopbos natura Pbi -
lotnytbos , hoc efi fabularum fludtojos
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effe. De’ quali per li loro fogni , e fe-
gni dati alle delle , diffe Manilio
Fit totum fabula Coslum — • '• .
Vuole però Macrobio-» che Nec omni-
bus f abititi Pb lo jopbia repugnai , nec o-
mnibus acquìi'fcit . E San r ’ Epifanio
fpezialmenre chiamò' la Filofofia d’A-
ri Itocele quoddam fabulamentum . Leg-
gendoli preìfo Varrone' ancora : Porre-
mo nemo agrotus quidquam (orrtniat tam
ìnfandum , quod non alìquis dìcat Pbi -
Jofopbus . E predo Cicerone lo (ledo:
Nefcto quomedo nibil tam abfurdi dici
potelì , quod non dicatur ab aliquo Pbi -
lofopbo . E parlando della barbarica
Filofofìa Clemente 1’ Aledandrino cosi
ne lafciò fcrirto: Quod hi novi Pbilo •
fopbi apud Gr<ecos ambitìone vana , &
inutili impulft , reprebendunt -, & lìti*
gant , & ad mera! ineptias , nugafque
delabuntur . Quindi Monfignor Mintur-
no de’ FilofoH del fuo tempo parlan-
do, così ne lafciò (critto nelle fue Ler-
rere, Filofofia chiamando 1’ amor del
fapere , e non del quiftionare : Che
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benché il vero non fi trovi , /<? non fi
cerca . , . p«r mentre jìiamo in qui-
jììone y non fappiamo mai nulla , il che
par che facciano i Filofofi barbari de'
noftri tempi , i quali empiono tutto il
dì le fcuole , ed i libri di otri , ferina
far mai la vendemmia . Anzi con un
Santo Padre s’aggiunge: Qtuecumque
ignorant bla(pbemant , quacumque no-
runt , in . hit corrumpuntur . Ecco un
altro autore del fecolo pattato. Gra-
te fcire harefis eft , expolite loquì b<e-
refu e fi , quidquid ipft non faciunt ba-
re fu e fi, quidquid non placet » quidquid
non intelligunt . harefis eft . E per lo
più> fecondo il Paflavanti , diconfot-
tigliezze , e noviradi , e varie Filofo-
fie con parole miftiche , e figurate ,
che nulla conchiudono , come di Por.
firio l’Ariftotelico , tanto nemico de*
Crittiani , e della Criftiana dottrina
cantò il Petrarca:
Pot firio y .cbe d'acuti, fillogifmi
Empiè la dialettica faretra ,
Fa-
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Facendo contea s / vero arme i fo-
fifmi .
Dicendo fimilmente il Petito , eh’ e-
glino (ledi non intendono quello, che
dicono, e tantomeno gli uditori. Non
ìntellìgunt neque , qua loquuntur , ne-
que de quibus affirmant . Il ,he fece
dire al Verularmo : Habet hoc ìnge -
nìum bumanum , ut cum ad folida non
fuffeccrìt , in futihbus atteratur . Po-
co o nulla badando, quando fentono
altrimeore parlare nella Teologia dell'
Evangelio , de’ Padri , de’ Concilj
Aedi, come n’avvifa il P. Malebran-
che . Nejcio tamen qua mentis per-
turbatione nonnulli eferantur , fi ali-
ter quam Arijìoteles , pbilofopbari a si-
de as , dum parum curant , an in re-
bus T beolcgicis ab Evangelio Patribus t
& Concilìis non difeedas . Il che fu
detto primamente da Monlignor Ciam-
poli , chiamandogli in primo luogo
ambizioni di parere più Peripateti-
ci , che Cattolici , poi fclamò; Che
perversione di gìudicio è quefia , volere
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Sì
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134
introdurre una religione più fedele ad
Arijlotele , che a Dio ? E quel eh’ è di
maraviglia, proccurano coltoro ('dice
l’autore de’ cinque Dialoghi ) Di jof-
fogare tutte l' altre fette nella maniera
dagli Ottomani ujata , i quali non la-
j ciano vivere alcuno de’ fuoi fratelli ,
per ijlabilire sì magi fralmente i loro do-
gmi in tutte le fctiole Crìfiane . Come
riferifee d’ Arinotele fteflo il Verula-
mio. Arifìoteles more Otbomanorum re-
gnare jebaud tutopoffe putaret , nifi fra -
tres fuos omnes trucidaret . Credendo
ancora di ritrovar in quello loro mae*
Aro la falute , e di Ilare con elfo lui
sì llrettamente attaccati , come ad un
fallo, ad uno fccglio , qualìchè foffe-
ro buttati da una tempella per fuggi,
re il naufragio . E così appiccati , ed
ubbidienti , dice un altro autore alla
Filofofia del medefimo , che fembra
lor commettere un delitto di fellonia
il partirli un menomo punto da lui ,
in modo che non dicefi Peripatetico
chiunque in tutto non s’ abbandona a’
fen.
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H5
feriti menti del medefimo. Eaàem men-
te ( dice il medefimo P. Malebranche
in un altro luogo ) Pbilofopbia ifta di-
scenda eji , qua leguntur bì fiori* ; fi
enìm eo licentia deveniat ut ratióne &
mente tua Utaris > ..nonefi quoà fpe-
res te evafurum effe in magnum Philo-
fopbum : oportet enim difcipulum ere.
dere > £ il giudiciofiflìmo Sorel di fo-
pra lodato , in quell’ altra maniera .*
Jntantb quefii ciechi volontari ar di) co-
no di pubblicare , che non bi fogna Sof-
frire alcuna innovazione nè' riformazione
nelle .fetenze ; benché quefio fi a il. filo
piezzo per. renderle perfette . • Ma. a chi
creder affi; piuttofio , a degli f chiavi , e
mercenari* che non. fanno jemplicemente,
che. difiribuire per gli feriti i t e per le loro
lezioni la dottrina , ch'eglino hanno tro-
fvata negli ,.fcr itti degli altri} E pi fi
oltre il medefimo Sorel così : Ci fino
delle perfine così f empiici , che credono,
che non fi debba ; rivocar pili in dubbio
quello , eh' è in Arjfiotele , che quello »
eh' è nell' Evangelio . , ■ . ..
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Non mancandovi ancora degli altri,
ì quali per difendere cotefta lor Filo-,
fofia fi danno alle maldicenze , ed
alle fatire , poco avvertendo non ef-
fervi fatira maggiore > che quella
della ragione llefla , la quale rende
bugiardo , ed ignorante colui , che
vien convinto da fbrtifiimi argomenti ,
facendo ingiuria ancora a tanti uomi-
ni dabbene , e a tanti Religiofi, co-
me fono i Padri de’ Minimi , e i
Padri dell’ Oratorio , ed i migliori
Gefuiti , eh* han feguitato la Filo-
fofia moderna , e foraftieri , e Ita-
liani , e in Bologna particolarmente ,
dov* è Campata la Filofofia moder-
na , fotto nome Burgundi a , infegna-
ta pubblicamente a tempo , che
Vostra Santità’ era ivi Legaro . E
perciò coftui in quella maniera vien
riprefo da Sant* Agoftino : Illius [cri-
pta fumma funt , & au fioritale dignif-
ftma , qui nuìlum verbum , quod revo-
care deber et omifit . Hoc quifquis non
efi adjequutus fecundas babeat partes
*37
modeftU , quia primas non potuti ba-
lere Capti nti<e‘ , & quia non voluti o-
mnia non pcenitenda diligenter dixifje ,
poetiti e at quia cognoverit dicenda non
fuijfe . Tommafo Bonart contro a’
medelìtni . Fimbria s ( dice egli )
magnificante s > & catbedrar primas
ambiente s ; in quello modo con in-
crepazione favella : A deo nimirum
altercando • non modo verità f arnitti-
tur , jed caritas exjìinguitur , & dif-
pntandi modum majorum exemplo tan-
tum agreffos , nulla modeftia repagu-
la cohibent ; ; Onde Luca Holftenio
eruditilfimo Bibliotecario , -dolendoli
della difunione della Chiefa Orien-
tale , ed Occidentale ebbe a- di-
re : LuEluofum fcbtfma Orienti! , &
Occidenti s Ecclefias divìdens induxit
dijput aridi pruritus , omnia in quafito-
nem , & controverfiam > • poftb abita
cantate , adducens ; nulla venta »
' tis cura , fed uno vincendi ftudio ;
.e a confuet udine , vel opinione aliis
legern fr^jcribens » & quod • mife-
ra ,
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* 3 $
ra j ó* afflìtta fortuna duri (firn atto ha-
hjet , é? iniquijfmum efi, qttod ir, fugati-
ti um ludibriis impune pateat -, Dicendo
un altro autore : Jd nec Pbìkfophum ,
multo minus Cbrijlianum decuiffe videtur.
Nè qui termina la loro baldanza, ar-
rogandoli , ]a medelìma poteftà della
SENTITA'- Vostra in condannare quel-
lo., che non mai ha condannato nè
Vostra Santità’ , nè altro Pontefi-
ce , dico, 1’, opinare nelle Filofofie, for-
zando gl’ ingegni umani a feguir folo
ifentimenti d’un gentile. Peripatetico,
e con noyp giogo privarli di quella li-
bertà, ch’.abbiamo per diritto di na-
tura , e per legge d’ Iddio , che ci ha
Jafciato il liberamente penfarc e medi-
tare :> il che è quali l’ unica, e fola ra.
gione , colla quale provali , che l’uo-
mo lia ragionevole, e l’anima immor-
tale . Quindi è , che prefe giufta oc-
cafione Tommafo Moro ( alle di cui
lodi ogni penna è ..vile per elTer egli
chiari (fimo non meno nelle lettere ,
che nella pietà Criftiana, per la quale
*39
facrifìcò fa vita , c i beni , e la fami-
glia della ) di formare appodatamen-
te una DilTertazione intorno a que*
Teologi di fuo tempo » dandole que-
llo titolo : Differtatio Epiftolica de a-
lìquot fui tempori s Tbeologaftrorum ine •
pt'jis ; non per altro , fe non perchè
quedi co* principi d’ Aridotele difen-
dere voleano , o piuttodo offen-
dere la Teologia , • in quella ma-
niera fgridandogli : Quamobrem piane
non video qu<eftiones ift a quid..faciant
eh , quos fola pofjident ,• nifi quod ipfot
ad cetera omnia reddunt Jnutiles . E
ponendo in derilione uno d* elfi , in _
quello modo lo beffava : Jam domi
fu a eft , jam criftas erigit velut gallus >
qui in fuo fterquilinio fuperbit > ac. extra
illa fepta fi panilo producatur longius »
illico ignota rerum omnium facies , tene-
bras > ac vertiginem offundit . E più ol-
tre il fuo dilcorfo feguendo : Et mi-
rum in modum verfa rerum vice contin-
gity ut qui prius omnes fapie ntia numeros in
argumentoja loquacitate pofuerat > jam
I
140
fenex infantijfimus omnibus rifui foret ~
nifi fluititi^ fu* fuperciliofum fuentium t
fapientia loco pratexeret ; imo potute
hoc ipfo ridìculus , quod qui fuerat
Stentore 'damo fior , taciturnior pj[ce
reddatur , & inter loquentes fedeat ,
v" * ' %
Per fon* muta > truncoque ftmìlli-
tnus Herma.
• . * '
E Umilmente Gio. Gerfone il gran
Cancelliere della Chiefa , e dell’U*
niverfità di Parigi , non potè atte-
nerli di non- querelarli ancor egli
de* Teologi di fuo tempo , in que-
lla maniera dicendo : Cur appellati-
tur Tbeologi nofìri tempori s fopbifl* ,
ut verbofi , imo & pbantafiici , nifi
quia r elidi is utilibus , intelligibilibus
prò auditorum qualìtate > transferunt
fe ad nudam Logicam , vel Metaphy •
ficam , etz/nw Mathematica™ > ubi t
& , quando non oportet , i».
ten fionc formarum , nunc de div'tfione
continui , nunc detegendo fopbifmata The-
ologicis termini s adumbrata , pri-
ori-
Digltized
oritates quafdam.in Divini! , menfuraf % '
durationes , injìantias » ftgna natura ,
éf ftmilia in medium adducentes ,
vera r & foli da effent , ficut non
funt , ad fubverfiotiem tamen magie .
audientium • , vel irriftonem , quam
re Sì am fidei adipe ationem proficiunt .
•• Come eziandio de’ filofofanti diiuO
tempo il giudiciofiflimo Niccola Le-
oni co , {limato il più dotto delia
fua età , nel Dialogo , a cui diede
il titolo di Peripatetico , così lafciò
fcritto : An non ego decem integro s
annos , borum auditori a , ne die am
ìufira , ad fidu a contrivi opera ? om -
nefque illorum ineptiat , . & futile s co-
ptionum tricas , ficcis , ut ajunt , an*
ribus ebibi ? anxie femper quteritans
fi quid inde excerpere poffem , ne va-
cui s , quod dicunt , manibus & ofei-
tans domum rtdirem . Verum , Dii
immortale s , quam rerum inanità -
tem ■ apud silos , quantam < bonarum
litterarum folitudinem reperì ! In
quo tamen t ut in malis * nibil
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mìb't magis fapere vifus fum , f »<*>»
quod cum Ulti de fi pere aliquando de (li-
ti ; »<??#<? per omne vita fpatium , ■ ut
plerìque folent > <« eoe no fa illa ignoran-
ti& voragine demerfus contabui . Simil-
mente Pico della Mirandola , 1* oracolo
degl’ingegni , in un’ Epiftola dirizzata
ad Ermolao Barbaro , in quell’ altro
modo contro gli Ariftotelìci proruppe,
e dille .• j Quod ego fum expert.us cum
femper alias , tum bac proxima tua - e-
pi fola , in qua dum bar bar os bos Pbi-
lofopbos infettarti , quos dicis baberi
vulgo fordidos , rude s , incult os , quos
ne vixiffe quìdem vìventes , ne dum ex -
vivant , & fi nane vivant , ■ vi-
vere in paenam , & contumeliam ; ita
porro fum commotus , ita me pudtùt j
piguitque fludiorum meorum ( jam enim
apud illos fexennium verfor ) ut nibil
minus me feciffe velim , quam in tam
nihili facienda. re , tam laboriofe con-
tendile . Perdiderim ego , inquam , •
apud Joannem Scotum , apud Albert um t
apud Averroem meliores annos , tantas
vi-
Digltized by Google
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vigilia s , quibus potuerim in bonis line -
rii fortafje nonnihil effe . E tutto ciò
fu oflervato ancora' fino a* tempi di
Plutarco, il quale confiderando in due
parti divifa la Filofofia , nella Fifica *
e nella Logica > così egli' ragiona ?
Quofdàm pbilofopbantium avibus fimiles
vide ri, qui levitate quadam , & ambi-
tione ingenti e lati , alta petunt , &
Phiftca fcrutantur tantum : aliot cani-
bit t , qui laniare , & vellicare avidi *
foli Logica adbarefcunt ut pelli , & in
ea rixantur , & mentem ad ulteriora
non mittunt . Indi leggiamo predo La*
erzio , che da Euclide fofle fiata no-
mata la Logica Rabiem difputandi : e
leggiamo ancora che Arifione antichif-
firno Filofofò quelli tali Cum iis compa -
rabat , quicancros comedunt . Nam prò-
pter exiguum alimentum circa crujìas ,
& teftat diu occupantur .
Quindi Mario Nizolio, che fece un
Trattato de' veri principi , e del vero
modo di filofofare, fi lamentò non po-
co di Leonico parimente , e di Pico ,
com*
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com’ eglino s’aveflero folamente rifen-
tiro degl’ Intepetri e non d' Arino-
tele , origine, e caufadi tutti. i mali*
così dicendo: Hac quoque Jo Pieus Mi-
randola co» tra barbato* Ariflotelis Inter-
prete* conqueritur , & vere Me quidem t
Jed quemadmodum Leonicus , non cami-
no jujìe , quia pratermittit eum , qui tan-
forum illis errorym. c auffa fuerat , boa
eji Arijìo telem . Sed o Bice non re Sì e
faci* , cum de foli s Ini erpretibus Arifto-
teli $ quereris , ipfum autem Ariflotelem ,
qui omnium malorum cauffq , & origo f it-
iti. » omittis ; dìcen* te perdidiffe meliores
anno* , tantafque vigilia* apud Interpre-
te* Arinoteli * , & nollens illud dicere
quod erat verius , eadem ■ illa omnia te
multo ante perdidiffe apud Ariftot.elem ;
Per la qual cofa pareagli , che miglio-
re d’ ognaltro avefle fatto il Valla ,
che lafciando gl’ Interpetri fi prele la
briga in dar la colpa ad Ariftotele, co-
me vero autore, e primo fonte di tan-
ti errori , e fallita , riprendendolo a-
pertilfimamente dov* egli andò errato.
Ma-
« « • ♦ .
j.
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145
Maravigliandoli grandemente il mede-
fimo Nizolio ancora della barbarie del
, .
lor favellare , Qui 5 e fi enim in fcbolit
ijiorum pbilofopbaflrorum tam parum ver*
fatti s , qui non centies audierit , potentia -
Ut atei, quidditates . entitates , ecceitates ,
univerfalitates , formalitates , materiali -
tates , & alia Jexcenta hujufmodi verbo -
rum monfira , qua qui pattilo frequentiut
ufurpant , ufquc adeo l^duntur , & per •
vert untar , ut neceffe ftt eos , non folum
valde falli, & errare in pbilojophando ,
fed etiam in loquendo , & fcrìbendo ve -
hementer fadari , & confpurcari . Co-
me ugualmente molto fé ne querelò
Apulejo per alcune novità di parole a
fuo tempo introdotte , le quali difle
egli non fervire che all’ofcurità delle
cole. Datar venia novitati ve ri or um ,
rerum obfcuritatibus fervientibm . E fi-
nalmente cosi il medefimo Nizolio
tutto il fuo difcorfo conchiufe: Qui-
bus ita monftratìs , ut tandem aliquan-
do & Caput hoc pofìremum , & totum
bttnc Librum abfolvamus , ita concludi -
K mus ,
X4$
tnuf , ut reììnquamus duo memoria man»
danda , & adfidtte diligenter cogitanda
omnibus , r^iìte pbilofopbari cupiunt ,
quorum unum e fi , Ubicumque, & quot»
Cumque Dialettici, Metaphyfìcique funt ,
ibidem , & totidem effe capitales . veri i
latti bofìes : alterum vero » Quandiu
in fcboiii pbilofopborum regnabit, Ari fio -
rrtex 7/te Dialetticus , Ó* Metapbyftcus,
fonditi in eis & falfitatem & barbari -
fi» „ fi non lingua & orit , at<. certe
- ptttoris & • corda regnaturam *. 11 che
fu avvertirò ancora da Sene a non me-
-* 4 / . % <
no a Lucilio, chea noi fteflL* .Audi
qt tantum mali faciat ntmìa fubtilitas
■& quam infefla Ventati fit Se pure
non vogliamo liberamente,. dire con
Piatone che tutta. la Filofofia non Ila
altro, che opinìonum ftudium, .& ambi-
fio: o con Seneca difjerendi amor i op-
pure con Trifmegifto un vano accoz-
zamento » e ftrepito di parole . Gra-
Corum Pbilojopbia , verborum ftrepitus .
Per la qual-ccfa intender neceflkria-
mente fi dee 1’ Ariftotelica > perocché
la
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«47
la Pitagorica > nomavafi Italiana } ila
Platonica per efler egualmente Pitta*
gorica non potea (limarli , anzi piut-
tolto dottrina , e Capienza > tche •Filo*
fofia, come dipendente da quella de*
gli Ebrei. La Stoica poi , Epicurea ,
o (ìa Democritica riguarda più la Mo*
tale , e il regolamento de’coltumi .che
altro. E quella d* Arinotele io 'fon per
dire edere la medeiima con quella d*
A ree fila, (limata la più enorme ; per-
chè quelli malamente (i ferviva della
Platonica , infegnatagli da Crantore
Platonico t imbrattandola co* (odimi
di Diodorot (ottilifiuno dialettico , e
col mutabile» e fuggitivo di Pirrone*
acutiflìmo fillogilta. Indi egli è » che
dicealì di lui » come narra<Eufebio ,
Qttod ex anterìoribut effet > Plato > 'ex
pojìerioribus Pyrrbo * ex mediti Diodo •
rui ; E (eguitando Eufebio (ledo »
cosi parla di lui : H/c autem fubtìlìtch
tibus-. Diodori , qui actttui dìalefttcus
erat , . & Pirrbonis ratiocinationibus Pia*
tonte am eloquentiam feedavit ■ , & modo
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148
boc, modo alitici dicem , bine ilio , &
filine bue facile tanquam nihil feienr
volvebatur ; ne e tinquam fuit in eo , ut
unum & idem bis ■ diceret , nec putabat
tngenioft effe viri ejufdem permanere .
Cavlllator igitur fummus vocabatur , cum
ita fe h’tSy qua dicebantur dare , ada-
ttar eque femper fuerit premeditata! , ut
cum ipfe nihil feiret , nec alio! fcìre
quicquam pater et ut . Terrebat enimo-
tnna , turbabatque fopbifmatibm , gau -
debatque , atque gloriabatur f editate
ìlla mìrifice ; quia quod primo dixerat ,
repente commutata! , pluribu! conaba-
tur rationibu! > qua ! pria ! aflruxerat ,
confutare . Erat igitur Hydra capita
fap proprio enfe amputanti nec aliquìd
habem utile » , nifi quod libenter > &
audiretur , & videretur . E dell’ of-
curità , e ftrepiro di parole , di cui
fon pieni i libri d’ Arinotele con ter-
mini vaghi , e generali , in modo che
appena rinvenire fi poflan due , an-
corché fuoi feguaci , e Tettar j , che
convenir fappiano in un medefimo
fen-
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fentimento ; ecco il P. Malebranche
come ne fa chiari/lima testimonianza:
Quamvii cairn Pbilofopbiipftus do Sì ria am
fc docere adfeverent & autument , vìx
tamen duo reperientur , qui circa ejat
fententiam inter fe conjentiant ; quanti,
am revera /iriflotelis libri adeo objcurl
funt , totque fcatent termini t vagit &
generalibui , ut eorum opinione s , qunC
ipft maxime adverfantut non fine verift-
milìtudine pojfìnt ipft trtbuì . In non-
nulla illìus operibus quidlibet ipft adfcri-
bere lìcet , quia in ijs ntbil pene dicìt t
quamvts multa magno (Irepitu deblate-
ret : quemadmodum pueri campwnas fo-
ndu fuo quidlibet dicere fingunt , quia
campana ingentem edunt fonum , nec
quicquam dicunt . ' \
Quindi non fenza roSTóre de’ me-
desimi Ariftotelici Gio. Sculero nell*
Orazione per cosi dire inaugurale ,
eh’ ei fece intorno al riftauramer-
to della Filofofia con quel princi-’
pio-: .
‘ i < ! • / 1
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» • * » %%
K 3 Quo
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Quo fernet e fi imbiuta ttcew ftr*
vabit odor erti • 1 , • , v
’ Ttfìa ■ diu i ' ... >
diffe : Quid magli noxiura Cbrijlìanre
}uventuti Cógitarì fot e fi , <]uam in Ari *
fiat etti dottrina graviffmoi eos errore t%
quibut if fiui Pbìtojvphia: referta efl > a
tenerti audire ? Quid periculoftus quarti
tene* riniti eofum animiti > qui ad majo »
ra defìinantut , & qu bui > juo tempo •
re > fine ReìpubVtca » fitte Eoclefue ad L
tninìfiratio committenda , talia , in fi ahi»
lire , aperte Tbeologis Cbriftian<e t
fàeique repugnant , Ó* .Atbeifmui»
dirette viam fìemunt . Come ancora
ciò va comprovando per tutto un Trat-
tato il dottiffimo » e puffi mO‘ P»- Va-
leriane Magno di fopra lodato» a cui
diede il titolò Atheìfmui Arinoteli! , E
prima di lui dall* Arcivescovo Mìtile-
neo fu tutta la dottrina Ariftqtelica ri-
provata , e biafimata ; ed ultimamen*
te ancora il dottiffimo Cardinal Bona
della pertinacia degli Scolatici parlan-
do) così ne ragiona » Vera autem fa •
• pie»' •
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pìent'ut nìbil maga adver fatar y squarti
a tenerti annis , certa quibu/dam pria »
cipiis (tne de le fi u , & examine' mentem
imbuì ffe « Un de jam ohm notavìt Am
monius Arinoteli! commentator , eoi ,
qui fai fu dottrini! inani riti erant , mul-
ta puerilia , atque inepta adeo perlina •
citer defendifje , ut nulla ratione po -
tuetint ab ijs divelli . Pari quoque ra-
tione > qui ex prafcripto propri t inftitu-
tì \ five ex adfeSlu erga praceptores.
certi! opinionibui adharent , omnia fe-
cundum illos dtjudicanl , quacumque
auEìor ìtale y & demonflratione po fi b abi-
ta , ad eafdem trahentes quidqutd au-
diunt i qmdquid ìegunt . Il che fo al-
mamente difpiacque ancora a Rodol-
fo Agricola , uno de’ primi - letterati
del fecolo pattato, (*) che di tanti FU
lofofi 'dell’ antica età era folamente
- • * ■ * ■ * * 4 ri-
• *
• » •
m 1 , -»«. % • * • * »• » •> *
, (*} Cioè del fecolo fedicefimo, mentre il Signor
Valletta { criflfe la fua Lettera nel 1700. in pun-
tò : ma veramente Rodolfo Agricola non toccò
plinto il decin*ofefto fecolo , pbiché nacque Tan-
no *44 x.e mori l’anno 1485, come notò il Trite-
mio • * v
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rimalo nelle mani degli uomini Ari»
Itotele , dicendo quello .fola adope-
rano. coloro , che deliberano? appren-
dere la Filofofia : . quelli <. è il pò»
mo , che imparano i fanciulli >; -ib,
pra coftui muore T ultimo Audio de*,
vecchi . ... Ecco le Aie parole ? Quid
de Ari ftotele die am ? hic gnìm prope*
modum [ohi omnium prife a alati! Pbi-
ìojopborum permanfit in manibui : hunc
[ohm , -, qui \ Pbilojopbite , defìinantur ,
attìngunt : hunc .primum pueri difeunt
buie ultimum jenum jl uditi m immori -
tur : hunc artet omnei , omnia fiu*
diorum genera terunt , trahunt,, dif*
cerptmt . Ma non già dopo che il
Cartello aprì, il vero fentiero al mi-
gliore , e più certo modo di filofo*
fare;, che ad un Criftiano convenga*.
Come ugualmente tutto ciò fu con»
fiderato dal dottilfimo Vanhelmon-
zio , dicendo ; Jndignor & merito »
quod ScboU •• Pbilofopbia ethnica ado »
lefcentet male ìmbuant . Lamentan-
doli egli fra 1* altre cofe , non ben
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/
convenire la definizione pi che Ari*
Itotele diede all* uomo chiamando-
lo Animai ' Rat tonale ; , ■ • non avendo
egli conofciuto la Tua creazione > nè
T effetto d’ ella ; e perciò 1 , dice il fud«
detto autore malamente fervirfène le
* •
fcuole Criftiane Vituperai am ìtaqttc
definitìonem exìfiimo t qua homo Ani *
mal rat tonale , vel e a effenti ee defcrì-
ptione depìngitur . Siquidem ex ulti •
mato fine dejìinationum . proprietatibus
in creando - dejiniendut erat , fi .finii
fit cauffarum prima ex Arinotele . Qua-
propter nec hominii de fini fio e fonte
Pagani f mi mendicanda erat ì qui ere*
ationem , ejufque fines piane ignora*
vit , Così egli defìniendolo ; Homo
ergo eft creatura vivent in corpore • per.
a rum am immortalem oh honorem Dei *
fecundum lumen » &: ad tmaginem Ver-
bi . Quando Arinotele -diede una
definizione all* uomo che nulla va-»
le » - non 'Vedendoli in quella nè crea*
tura di Dio , nè immortalità dell*
anima , da ‘ effo lui affatto negata *
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*54
come Cerna verun dubbio l’ affettano
Ciucino nella Parerteli , Teodoreto
nel Libro della natura dell* uomo ,
Gregorio Nifleno nel Libro dell* Ani-
ma Origene in più luoghi delle Tue
Opere, Gregorio Nazianzeno nella dif-
puta contro Eunomio , il Cardinal
Gaetano nel Trattato deli’ Anima ,
Plutarco y Galeno , ed infiniti altri
fcrittori profani . Per lo che non fen*
za ragione chia mai Io Tertu]]iano«?//é-
to f dicendo nel Libro delle Ptefcrizio-
ni Miferum Arijlotelem ; foggiung; ndo,
J Qui illis Diale Che am inHituit , artifi -
eem (Intendi , & defiruendi verfipellem t
in fententiìs co a Cium , in conjeCìurit <
dar am , in argomenti! • operar iam con-'
tentionum , mole fi am edam fibi ip/i y
omnia ..retrabiantem , ne quid omnino
traSi aver it .- Il che -fu cau fa , che n’
avvifafTe un gentile , ma il più eccel-
lente Filofofo e il più dorro de’ Ro-
mani, Varrone io dico , Nulla pbilo -
fnpbandi c auffa fit nifi finis- boni ", quo
beat us fit nulla etiam Pbilofopbia /<v
da
I
155
Sìa dicenda , ju* non feSìetur aliquem
fi„em bortum . Il che non ave». ritro-
vato in alcuna delle tante (ètte » eh*
etano comparfe a fuo;tempo » e tan-
to maggiormente nell* Ariftotelica tan-
to pemiziofa alle Repubbliche » ed al-
la religione , che fi pròfèflàva allora
da’ Romani ; per la- qual cofa -, fupe-
rando eglino ognaltra nazione e nell*
arti-,' e difcipline , e nella pierà , Ia«
(ciò fcritto Cicerone così : che vivea
a tempo del medefimo Varronee Quatn
volumutìicet P. C. noi amemur ta»
meri nec numero Hifpanot » nec rotore
Gallo f> nec t allietate Panos - , oec ar*
tibusGracos, nec denique hoc ipfo bu -
jus' sentii , & terra domenica > . nativo •
que - fenftt Jtalos iffoi > & Latìnot $
fed pktate , ac religione , atque <.bac
una fapientia , quod Deorum immorta*
lium numine omnia regi • gubetnar que
perfpeximui % omnet gentes > naiionel ’•
que [uperavìmus . •• ’• • :i
E finalmente eonofeendofi ancora
dagli Ebrei , la Filofofia d’ Arinotele
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eflere in pregiu diciò della religione ,
fa. pubblicato decreto nel Sinedrio de-
gli Afrnonei ( come fi legge nell* irto-
ria de’ loro tempi ) così dicendo .• Ma-
le diti us qui docet filium fuum Pbtlofo-
pbiam G rac am . : Il che vien riferito
ancora da Arrigo Enefiio nel fuo Li-
bro Vir fapiens . Quindi, non fia ma-
raviglia , quando leggiamo preffoCle-
mente 1’ Aleflandrino , Grata itaque •
Pbilofopbia , ut alti volunt , a Diabo-
lo mota e fi i Anzi i Giudei dopo la
venuta del noftro Salvatore, ancorché
* empj , pur dannarono la Filofofìa d’A-
riftotele ; perocché avendo pubblicato
il Re Moisè un Libro» a cui diede il
titolo 1 Mereh Nevekim , fu acculato,
dagli altri Dottori d’aver corrotta la
loro religione » per aver in effo pur
troppo mefcolata la Metafilica d’ Ari-
flotele , come narra il P. Si mone nel
fupplemcnto al Libro delle cerimonie/
e de’coftumi de’ Giudei di Leone Mo-
dena .. Ed io in finendo dirò di lui
con il gran Pico della Mirandola ;
*57
Mali prtnctpiì finis masut .
Da turco ciò , che fi è fin qui rap*
portato , potrà la Santità 1 V ostra
pienamente avvifare quànto fian da ri-
prenderti co fi oro , ì quali ardi (cono di
biafimare quefta Filofofia , che mala-
mente chiaman moderna , e nuova , e
dannarla come fcandalofa , e mala - r
quando finora nè la Santità’ Vostra*
nè gli altri fantiflìmi Pontefici antecefi»
fori * hannola giammai penfiata con-
dannare . Anzi il contrario leggiamo
riabilito dalla Santità d’Innocenzio XI»
in una Bolla ; ciò egli è * . che niuna.
cola tra filofofanti , ed altri , che fico-
lafiicamente fi contende, giammai fi'
danni o in difiputando* o fcrivendo , o
in pubblicando , che pria dalla Santa
Romana Chiefia condannata non fia ;
Ma quando anche ciò non fofie , qual
furore , o fpinto dii zelo ijpinge tant*
oltre, cofioro ad incagionar coma- rea *
e mala una Filofofia * che ha per au-
tori uomini cattolici , • dabbene , e di
integrifiìma vita ; avendo per lo con*
x$8
trario la lor Filofofia per autori fio.
mini gentili , e tra gentili i più per-
vertì, e federati ? Qual ila (iato già il
lor Padre Arinotele, e di che coftumi
l’iftorie de* Greci, e de’. Latini ne fan
piena , ed affai- ampia tedimonianza ;
Quai fentimenti , e quanto perniziofi
sì alle Repubbliche , sì alla j religione,
che a* Tuoi tempi lì tenea tra Greci ,
egli lanciato abbia a’ poderi la San-
tità' Vostra, rivolgendo l’occhio a
quello , che per 1* autorità d’ infiniti
fanti Padri , e di molti altri autori pro-
fani fi è riportato, porrà benignamen-
te giudicarlo., Non evvi Tanto Padre,
che per otto e più - fecoli riprefo - , e
biafimato non l’abbia , nè mai leggia-
mo , che alcuno l’abbia feguito, o fia
dato così dettamente legato alla di
lui dottrina , come tuttavia fon codo-
ro. Dottrina veramente tre volte per-
niziofiflìma , madre, e fonte di tante
e tante erefie + che per tanto tempo
didurbarono. ed affliflero la Chiefa ,
e di Crido la vede lacerarono . E fe
.. : rifor-
159
riforgefle il gran Bafilio, quanti equa-'
li de’ noftri tempi riprenderebbe più
fortemente, che non fece ad Eunomio^
ed agli Eunomiani- de* Tuoi tempi j t -
quali giuravano Tulle parole d* Arino-
tele, come full* Evangelo > e pofero in
ifcompigtio la Chiefa d’ Oriente? Che
diremo degli Atanasj, e degli A leffa n*
dri Vefcovi d\ Aleffandria ? . Quanti
Crilìiani taccierebbono d’ Arianifmo,
yeggendogli così attaccati ad Arinotele,
onde Tempio Ario prefe Tarmi , e le
faettc contro del Verbo ? Non farei
per mai finirla , fe voleffi addurre par*
titamente tutte Terefie , • che da’fegua*
ci d’ Arinotele fono fiate indotte nell»
Romana Chiefa per tanti fecoli , e di
giorno. in giorno van riforgendo. Baffi
fol dire , che da fei , o più. fecoli tut-
ti gli errori fian venuti da oriondi per
così dire , e figliuoli del grande Aride*
tele ... i ' «
• Ma fliafì pur colla fua pace Arido*
tele , con quella pace , che nel più cu-
po dell’ Inferno, ov’egli fea.giace, dar
> fi può
i6o
fi può- Siali ' flato Arinotele non tan-
to federato ; anzi dirò più , fiati (tato
uomo dabbene, avvegnaché gentile ei
lì (offe . Sianli Santi tutti gli Arifto-
telici, i quali hanno avuto , ed hanno
il nome di Criltiano . Siali la lor dot-
trina ottima-, e di niun pregiudicio j
non però avrà che far nulla colla no-
Itra l’anta' religione nè di buono , nè
di malo . Siali io dico , e ridico la lor
dottrina profittevole in ifpiegare gli ar-
cani della natura , la natura delle pian-
te » degli animali , e che lo io ; non
dovran perciò biafimare tutte 1’ altre
Filofofie , eh’ eglino non profèlTano ,
quando quelle niuna cola infegnano ,
che contraria lia a’ buoni collumi , al-
le leggi naturali, ed alle leggi di Cri-
Ho , e della Chiefa . Coloro, che rin-
novate l’hanno tutti fon già morti cat-
tolici , ed in feno della Chiefa , lenza
veruno fofpetto , quantunque minimo
d’ erefia . E* conceduto , che in qual-
che Libro d’ alcun Filofofo Criltiano
vi folle qualche opinione » chiaramente
con-
rii
'contraria alla verità della religione ,
fenza dubbio 'veruno toccherebbe alla
Chiefa di condannarla . Potrebbe!! pe-
rò ( parlo pieno di rifpetto, e di zelo,
con quella riverenza ed ubbidienza ,
che lì dee alla Santità* Vostra , ed
alla Santa Chiefa ) dìdimamente con-
dannare quella opinione eretica , ovve-
ro fcandalofa > come fece per molte
dichiarazioni AlelTandro VII. ed altri
Pontefici ; e non ributtarli tutto il cor-
po d’un libro , il quale lì compone d*
infinite, e varie opinioni , delle quali
la maggior parte niuno attaccamento
ha , ovvero dipendenza colla verità del-
la fede. Così leggiamo Origene , e
Tertulliano lìcuramente , avvegnaché
ambedue in molte co fe lian traviati ,
come poco ollervanti della nollra reli.
gione . Così leggiamo ancora ' San Ci-'
priano Martire , quantunque folle fia-
to d'opinione , che i battezzati dagli
eretici lì doveflero ribattezzare ; laqua-
le poi fu dannata dalla Santa Chiefa'
per mezzo d’ un Concilio > come an«
L co.
3
\
* 6 »
cora tanti altri errori di Lattanzio >d*
Arnobio» e d’altri. Or fe ciò fia lecir-
to nelle cofe di tanta importanza » cioè
nella Teologia , potrà ancora efler-Te- /
cito nelle Filosofie , le quali van de-
correndo femplicemente degli arcani
della natura .
Il filosofare , Beatissimo Padre ,
fu Tempre mai , conforme s* è dimo-
ftrato , libero , e permefiò a chi che
fia , purché contrario egli non fia alla
religione > alle leggi umane > ed a’ buo-
ni coftumi. Non han cofa gli uomini»
che fia più lontana > e men foggetta al-
le poteftà terrene, che il loro Spirito.
Nè v’ è cofa più intollerabile , cl}e
quando fi veggono rapire la libertà de*
loro penfieri ; perocché tanto è toglie-
re la libertà del filosofare ,■ quanto è
togliere la libertà dell’ opinare ftefTo,
non effendo altro le Filofofie che opi-
nazioni * Quindi è, che coloro, i qua-
li per dura legge delle genti fono fchia-
vi delle altrui volontà > pur fi riman-
gono liberi nelle loro opinioni , ed i lor
pa-
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padroni > i quali han poteftà della lor
vita, non poflòno difporre de’ loro li*
beri fentimenti . Solamente lo fpirita
dell’ uomo a Dio è tenuto renderli av-
vinto , elfendo egli folo la prima veri-
tà per elfenza , la quale non può giam-
mai nè ingannarli , nè ingannare ; ed
iòdi poi ancora la fua Chiefa > la qua-
le ci favella da fua parte , toccando a
lei d’interpetrare gli oracoli , ed arca-
ni di Dio . Indi quella ubbidienza del-
la nollra ragione libera all* autorità
Divina fu fempre giudicata da tutti la
prima , e più grata vittima , che noi
dobbiamo offerire a Dio. Il facrifizio
certamente non è egli fanguinofo , è
ben però il più pregiato , e caro ; pe-
rocché conduce gli fpiriti nollri , na-
turalmente di ripofo impazienti a sì
felice fervi tù , principio » e mezzo d*
ogni nollro bene, e falute • Perchè li
dee in ciò ufare grandilfima diligenza,
nè legare sì llrettamente quello nollro
libero arbitrio in cofe , le quali poco ,
o nulla montano ; perocché potreb-
Lz beli
befi temere di qualche rivolgimento ,
o per così dire temerità dal vederli
sì ftretto , e incatenato . Oltreché po-
trebbeli da ciò dar luogo di penfar
malamente , che la noftra fede dipcn-
deffe da’ principi delle Filofofie, e che
la noftra religione » ed Arinotele fot
fero sì Erettamente uniti , e me (cola-
ti , che 1' una fenza l’altro non polla
da noi crederli. Sarebbe ben tre volte
incollante la noftra fede , fe ftabilita
folle fopra così balle , e poco (labili
fondamenta , ed andalfe dietro a’fogni,
ed alle frafche de’ Filofofanti . La ve-
rità vien ricercata si dalla Filofofia ,•
ed è Hata ricercata già per migliaia d*
anni ; ma non giammai però è Hata
ella ritrovata ; perocché Iddio ha vo-
luto lafciare il Mondo all’efercizio in-
nocente delle Filofolie , ed all’incerto
inveftigamento delle cole naturali , e
però alle difpute . Mundum tradidit
difputation'tbus eorum. Conforme anco-
ra va dimoftrando San Gregorio Na-
zianzeno in un difeorfo, ch’egli detta
delle
/
. *65
delle dìfpute. La Teologia fola ha ri-
trovata la verità, perch’ella fola s’ ag-
gira intorno alla vera luce , e prima 1
ferità , eh’ è Iddio , principio d’ ogni j
noftro fapere; onde gloriavafi 1* Apo-
flolo di non fapere altra cofe, cheCri-
tto crocifitto. Quefla verità ritrovata
nella Teologia altri non poffede , che 1
la noftra fanta religione , la quale quan-
tunque contrattata , ed afflitta da tan-
ti e tanti tiranni , pur fempre mai •
vìttoriofa per tanti » e tanti fecoli ha
trionferò , e trionferà per fempre più
gloriofa . Veritatem ( ditte un autore )
Pbilofopbia qu<erit : Tbeologia inventi :
Religio poflìdet .
IL FINE.
/
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1
_y
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I6j
• * •
OSSERVAZIONE
• |
* * . ' < /
Sopra la pre fonte
LETTER A*
Oichè a difefa della moderna fì-
Jofofia , e per difcolpa de 5 jfuoi
coltivatori è fiata la prefente
Lettera dall 5 autor fuo lavorata,
degne di confiderazione , e di ri-
fletto fono da reputare le prove,
e le ragioni , di cui egli >per ciò fare ha volu-
to fervirfi ; perocché verfando quefte intorno
ad una caufa , la quale al prefente fi può dir
prelfochè comune, di comune , ed univerlal
difefa ancora elleno pedono molto acconcia-
mente fervire . .
. Recando adunque le molte parole fue m
una , quella nella foftanza fembra edere fia-
ta T idea di lui . Egli ha come in due parti
divifa tutta la Lettera , in una delle quali s*
è ingegnato di biafimare, e deprimere il pia
che ha potuto Ariftotile; e nell’altra lodare,
e portare alle ftelle Renato Defeartes. Egli
ha depredo Ariftotile , comparandolo prima-
mente con Platone , e inoltrando , che il
principato tra i filolòfi è di quello fecondo;
L 4 chc
*6$
che da tutti i fanti Padri molto è flato cele*
brato: che la fua filofofìa è la più favorevo-
le, ed acconcia alla Chiefà cattolica ; e che
quella d’ Ariftotile è la più contraria, e pre-
giudiziale . S’ e poi ingegnato di inoltrare ,
che Ariftotile è flato 1* origine di tutte l’ere-
fie.* eh’ è flato biafimato da tutti i fanti Pa-
dri , e finalmente tutto quello ha raccolto ,
che può fèrvire di biafimo , e di vitupero di
quello filolofo • Di qui è pallato a glorifica-
re il Defcartes . Ha mcftrato da quanti e
quali uomini e fiata la lita filofofìa appro-
vata , e ricevuta : com’ ella s’ uniforma a’fen-
timenti de’ fanti Padri : come ferve molto per
difi reggere l’erefie , e così fatte altre cofe af-
fai. Onde porta l’incertezza di tutte le filo-
fofie per cagione del corto intendimento u*
mano , e porta Umilmente la libertà di giu-
dicare , eh’ hanno gl’ intelletti nelle materie
fìlofcfiche y ha concitilo, ellère molto da ri-
provare Tattaccarfi fidamente ad Ariftotile .
C jntra il quale molte colè di nuovo adducen*
do, e moltiflime altresì a favore di Renato,
della filofofìa di cui teffe un lungo panegiri-
co ; finalmente conclude , effere forte da ri-
prendere coloro , che ardifeono biafimare la
filofofìa moderna , la quale non fido al paro
coll’ Ariftotelica può andare; ma in oltre ad
erta dee ellère antiporta , come quella , che
dalla Platonica fi deriva , e per più altre lo*
4
i6$
di, ch’egli affai minutamente, e a lungo ya
numerando.
Ora volendo (opra cosi fatta argomentazio-
ne col medefimo fine dell* autor fuo , cioè a
prò della moderna filofòfia , alcuna colà of*
fervare; dico in prima, non effere molto da
commendare Io ftabilire la difefa di effe mo-
derna filofòfia fopra la depreffione d’Arifto-
tile, e fopra la deificazione, per dir così, di
Renato delle Carte . Quantunque volte un
eccellente fcrittore ha occupato un poftocon-
fiderabile nella repubblica delle lettere, non
manca mai la fazione di quelli, che Pefàlta-
no , e di coloro , che lo deprimono fuori del
dovere . Vero è , che ci fono ancora difcreti
eftimatori delle cole, i quali il buono dal reo
feparando , quel prudente mezzo eleggono
nel dar giudicio , che fecondo dirittura di ra*
gione fi vuol tenere. Molti efèmpj io potrei
addurre per confermazione di ciò: ma perchè
fopra Ariflotile procede ilnoftro ragionamen-
to , volentieri io non mi partirò da eflo. Per
efempio adunque de’ glorificatori affettati di
quello filofofo fia Averroe , il quale in que-
llo modo lafciò fcritto di lui : j4riflotelir do *
Urina efl Stimma Veritas, quoniam ejus intei*
lelhts fuit finis bumani intclleftus ; quare bene
dicitur de ilio , quod ipfe fnit creatus , & da*
tus nobis Divina providentia , ut non ignori
mus Doffibilia feiri . E nella Prefazione alla
..Fi-
/
I
170
Fifica; Complevii ( Ix>gicam , Ethicam -, óc
Metaphyficam ) quia nullus eorum , qui fecu *
ti funt eum ufque ad hoc tcmpus , quod efl
mille & . quingentorum annorum , quidquam ad*
didit , nec invenies in ejus verbi s errorem ali*
cujus quantitatis , # ta/ew £//<? virtutem in in*
dividuo uno miraculofum , é? extraneum exiflit ,
difpofitio , cum in uno homine reperì •
, dìgnus cfl effe Divinus magis quam hu*
manus. Per efempio poi de* depreflori fimil*
mente affettati del mentovato Ariftotile fia
Pietro Ramo, il quale, fecondochè riferifce
Aleflandro Taffoni nel libro X. cap. III. de’
fuoi Penfierì diverp , Dovendo , fecondo V ufo
di Parigi , foflener Conclufioni primachè fojfe
creato Maeflro , propofe quefla fola a qua*
lunque volejfe argomentare , dando libero cam*
TP a tutti : Quacumque ab Ariflotele di fìat
funt y falfa , commentitia effe .. Non bi-
fogna disputare quale di quelli due giudicj
fia più vero . Potrebbe piuttofto difputarfi
qual Ha piu falfo : ma chi fofteneffe egual
grado d* aflurdità contenerli nell’ uno e
nell* altro, per avventura non errerebbe pun-
to . Con tutto quello , grandilfimo feguito
ha avuto il primo ; perciocché le famiglierei
gli Scolaftici , le quali tutte aliai religiofa-
niente V hanno abbracciato , per edere mol-
te , e dappertutto diffufe , hanno affogato
colla ior piena autorevole tutto il mondo .
«
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* 7 *
Per quella ragione non molti feguaci ha po-
tuto guadagnarli la feconda opinione. Pere-
lempio finalmente d’un faggio Sparatore del
buono dal reo, e d’un prudente elettore del
mezzo, pogniamo Rodolfo Agricola , il qua*
le nel libro : L capitolo If F. de Inventane Dia r ,
lettica , cosi d v Àrilìotile lalcio Icritto ; Ego i
Ariflotelem fummo ingemo , dottrina , eloquen-
ti# ^ rerum periti a prudentiaque , éfy ut fe-
rnet dicam , fummum quidem . hominem ; fed j
hominem tamen fuijfe puto , hoc e fi , quemiS
Intere aliquid • potuerit , quique ut non emula . 1
primus invencrit , ita aliis pofi fe irrve menda
dliqua reliquerit . Al qual giudicio fi potreb-
be accoppiare ancora quello di Giovan Fran-
cefilo Pico Mirandolano, il quale > per quan-
to egli raedefimo ne dice , venti anni interi
fpefi avendo iti Squadernare i libri d* Ariflo-
tile , anzi oracolo , che giudicio è da repu-
tarli . Così adunque egli fcrive nel Prolago
al libro JY. del fuo Examen vanitati* dottrir
Tue gentium : Multa apud Ariflotelem erudì . f >
tio , multa eleganti a fcribendi , inulta etiam ,
fcrtajfe verità* : fed certe non parva vanita* *
- JLo fcrutinio fin qui da noi fatto di varj ,
c oppofti giudicj intorno al medefimo fog-
getto formati, può fervir di regola nel giudi- 1
care di. tutti gli eccellenti fcrittori. Noq bifir
gna nè alla bellezza della virtù, nè alia brut-
tezza de’vizj lafciarfi cosi rollo ingannare , nè '
2
1 -
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I 7 i * ■ . .
fafcinare in modo la vi (la , che fi travegga
e fi finarrilca quel fenderò dì mezzo, per cui
Tempre colla (corta della ragione dobbiamo
proccurare d* incamminarci . Ma egli fi ritro-
vano uomini d’ immaginazione tanto gagliar-
da e forte , che poiché hanno fidato la men-
te nella qualità d’ un oggetto , non (anno
tanto o quanto fidarla per dominarne le al-
tre - Conoro confederano ' le colè (blamente
per quel verfo, a cui dal moto de* (oro fpi-
riti fono portati , e di qui è, che o il bene
folo , o il male precifamente contemplano »
Quello predominio dell’ immaginazione in
nelfun’ altra opera per mio avvilo meglio fi
fcorge , quanto in quella de veris principiis ,
& vera ratione pbilofopbaudi di Mario Nizo-
iio. Quello fcrietore avendo al principio con-
ceputo della (lima verfo Cicerone, e vdeldifi
credito per • Ari dotile ,‘a poco a poco
s* è lafeiato condurre a tale , che nuli*- altro
che il lodevole in quello , e in quello nuli*
altro che il biafimevole egli vedeva . Gli è fi-
nalmente» paruto , eh’ ogni cofa , anche 1’
imperfezioni del primo roderò divinità , e le
cole anche buone del fecondo fodero vizj , e
magagne . Di qui è , che negli accennati li-
bri , egli conculca ogni opinione, e lèntenzia
d’ Arillotile, e glorifica ogni detto di Cice-
rone ; per qualunque definizione anche de-
bole , e imperfetta del quale, egli s’ ingegna
di
*
di ritrovare principi , da cui fi deduce com*
ella è giuftiflima , e vera. Quella lòrta di li-
bri può efler utile per quelli , che all* oppo-
fla parte fono dalla palfione portati / perchè
fcorgendo nella lettura di elfi il rovescio, co-
me fi dice , della medaglia , può avvenire ,
che s* inducano a dubitare di quello, che fi-
no allora aveano tenuto per fermo . Per al-
tro e T uno e 1* altro di quelli eflremi me-
rita grandilfimo biafimo , nè v’ ha colà ,che
più i retti giudici impedifca quanto quello fv la-
mento della ragione, a cui la fantafia ha tolto
la briglia di mano,. Intanto la vanità, e lafu-
perbia dell’ uomo fi palce molto di così fat-
to cibo , perchè o colla deificazione, o colla
deprelfione altrui o coll’uno e l’altro inlìeme,
fi fpera di potere llabilire la propria fama «
Egli avviene nonpertanto , che la colà il più
delle volte va tutt* all’ oppollo . Nulla è
che minor imprelfione faccia nelle menti de-
gli uomini, e che più agevolmente dimenti-
chino , quanto quelli sforzi violenti : degl’
intelletti da troppo gagliarda immaginazione
trafportati : non altrimenti appunto , che 1*
azioni llravaganti , e inufitate de’ pazzi , ap-
pena s’oflèrvano . E chi è egli , che fìlolò-
fando fi Ila giammai attenuto a’ principj di-
Mario Nizolio? lo non ritrovo appena regi-
flrato il filo nome tra i nemici d’Àrillotile .
. Ma ritornando in via, dico, che l’autore
di
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!
di quella Lettera fembra effere (lato alquan*
to tocco dal prurito y di cui abbiamo fin qui
favellato , mentre con tutto lo sforzo dello
fpirito s y è ingegnato di raccogliere il polfibL.
le con tra Ariftotile, e dall* altro canto por-
tare fino alle ftelle il Delcartes ; ogni prova
facendo > e nulla intentato lalciando per ap-
pannare, e far violenza agl* intelletti de’luoi
leggitori . Per contraflegno della fila palilo*
ne , anche dentro a* cancelli di puro racco*
glitore degli altrui giudicj, offervifi il modo ,
eh* egli tiene alla pagina 34. in iftorcere vio-
lentemente contra Ariftotile alcune parole
del P. Petavio, dette ad altro intendimento,
anzi in propofito tutto conti ario. Quello Pa-
dre nel capitolo III. numero V. dei Prolago
alla fua Opera de* Dogmi Teologici , dopo
avere addotto un lungo palio di S. Bafiiio ,
nel quale lèmbra , eh* e* rigetti in tutto la
filolòfia Ariftotelica , foggiunge al fine cobi:
Ceterum iifdem in verbi * videtur Bafìlius in
totum abdicale , ac rejecijje ab fidei , Theo*
hgiécque conjortio univerfam Ariflotelis philofo*
phiam tanquam Cbriflo irrvifam , & inimicami
atque ab bofle illius Diabolo proferì am . Quam
uonmllorum opinionem refellit Clemens Ale*an-
drinus in primo Stromateon > ut alibi memini -
mus . Sed ab bujufmodi Jufpicione Bafilium
paullo pofl purgabimus . Ora il nollro autore
prende da quello palio quelle lòie parole ;
Ari m
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Ari flotti is j>hilofophiam tanquam Chriflo invi,
fam , & inimicam i atque ab hofle illitis Dia.
bolo profeti am ; e le porta come un detto del
P. Petavio contra la fìlolòfia d’ Ariftotile. E
chi non vede però che il prurito di conculcare
quello filofofo ha fuggerito all’autore della let-
tera una sì aperta , e abominevole ftorpiatura?
E pure y fe per 1* altro verfo vogliamo ri-
guardare e Arillotile , e il Delcartes , non ci
mancherà motivo , nè fcrittori , i quali ci a-
prirànno la ftrada a deificare il primo , ed a
deprimere , e conculcare ancora il fecondo ,
lènza nè pure aver bifogno di ricorrere a tali
artificj . Ogni volta che uno fcrittore s’ha a.
cquiftato un gran nome nella repubblica del-
le lettere , e mafTìme per lungo tratto di tem-
po , ’è pazzia l’immaginarli , che tutte le co-
fe lue pollano eflère tee . Il buono làrà mi-
fto col men buono , come di tutte l’ umane
cofe , che perfette giammai non li videro j
fiiole avvenire ; e però quelli , eh’ amano dì
cogliere negli eftremi , troveranno in amen. -
due le parti da làttollarli . Il punto Uà , che
non lì lufinghino d’innalzare una fabbrica ,
che non polla eflère da alcun altro colle ilei*
fe forze diftrutta , per non ritrovarli contra
la loro efpettazione ingannati. Un altro, che
riguardi lo fteflò oggetto dal lato oppofto a
quello , che 1’ hanno riguardato efli , ritro-
verà tolto gli liromenti da dilhuggere in
quel*
!
I
176
quella fletta fucina dov’eglinò gli avevano ri.
trovati per fabbricare - Di quella difputa d’
Ugone da Siena, al tempo del Concilio , che
fi cominciò in Ferrara , riferita dall* autor
della Letteta, come cola inftituitaperefalta-
re Platone, e deprimere Ariftotile, così nel.,
la fua Cronaca lafciò fcritto Filippo da Ber-
gamo : Cumque Nicolaus Marchio , & multi
in Synodo congregati pbilofophi excellentes ad -
venijfent , cuniios in medium philofophia jocos
adduxit ( Ugo ) de quibus inter fe Plato ±
Arifloteles fuis in Operibus contendere , ac
magnopere dijfentire videntur , cdocens eamfe
partem defenfurum y quamGraci oppugnandam
ducer ent , five Platone m y fi ve alium je fequen -
dum arbitrarentur . Lo fletto atteftano Enea
Silvio nel capitolo LI I. della Dedizione delF
Europa , e Andrea. Tiraquello nel capìtolo
XXXI. del libro de Nobilitate . Ecco pertan-
to , che il fine d’ Ugone non fu V efaltazion
di Platone , e Pabbaflàmento d* Ariftotile ,
come vien fuppofta : ma fi profefsò di voler
difputare problematicamente , che vai a dire,
difendere la parte impugnata , e per confe-
guenza difendere o l’uno, o l’altro di quelli
due fUofofì . Cosi il Concilio Lateranefe V.
a torto vien portato alla facciuola 114. come
difàpprovatore , e condannatore della filofo-
fia Peripatetica nella Scffione Vili. Bafta fo-
to leggere P accennato luogo per chiarirli ,
che
f
\
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*77
che quello Concilio non condannò nè Anda-
tile, nè Platone, nè alcun altro filofofo in
particolare : ma generalmente della filofòfia
ragionando , proibì primamente I* abufo a
que’ tempi introdotto di difendere nelle pub-
bliche Tefi, che circa lo dello punto, quel-
lo era da dire fecondo la filofofia , e quefto
fecondo la verità : ovvero tal colà fecondo la
filosofia e r a vera, che fecondo la fede erafal-
fa . In fecondo luogo ordinò a tutti i Lettori
pubblici delle Univerfità , chefpiegando i
fìlofòfi, avvertilfero la gioventù degli errori
loro , alla fede noftra contrari , -confutando*
gli, e riprovandogli . E finalmente (labili ,
che niunCherico doveffe dopo io ftudio della
Grammatica appigliarli a quelloodeilaPoefia,
o della Filolòfia, lènza ftudiareinfieme Teolo-
gia , e Canoni, acciocché, foggiugne, In bis
Janlìif , & utilibus profijfionibus Sacerdotes
Domini inveniant , unde infili a s Pbilofopbia ,
& Poe fi s r adice s purgare, & fanare valeant.
E tanto è lontano , che i Padri di quefto
Concilio abbiano avuto in animo d’oltraggia-
re Ariftotile, eh’ anzi lette le poco fa accen-
nate cofe , e ricercato , fe alcuno avelTè pun-
to che dire in contrario, fi levò fufo Niccolò
Lippomano Vefcovo di Bergamo, e sì difle^
Quod non pìacebat fìbi , quod Tbeoìogi impo -
nerent Pbilofopbis difputantibus de veritate in -
ielle fi us tanquam de materia po/ita de mente
M - Ari»
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178 ...
.Ariflotelis y quam [ibi imponti Averroes : lieti
fecundum verità rem tali* opimo e fi fai fa . Si-
milmente di queir Aezio Vefcovo * che dall*
autor deir Epiftola è rapportato come uno *
che per troppo ftarfi attaccato alle Categorie
cT Ariftotile , cadeffe in erefia * e diventaflTe
Ateifta , Socrate nel libro II. capitolo XXXV-
della Tua fteria Ecclefiafticacosl ragion a: Hoc
aiitem facit Cat egorii s Ariflotelis ( fic liber iU
le e fi ir.fcriptus ) fidem habens * ex quibus
difputando * ac fe ipfum fallendo y non int clie-
nti y ncque a feientibus didicìty quis fìt Ari fio -
telis feopus . Ille namque propter fopbifias phi*
lofoph'ue lum illudentes id genus exerctiii con -
fcripfit y & Di al etite en per fophifmata novis
fopbiflis dicavti. Itaque Academici * qui Pia-
toni* y ac Plotini fcripta e<ponunt , ea reprehen -
dunty qua artificiofe funt ab Ariflotele dilla .
Ecco però * che dal fare altr’ ufo delle colè
d y Ariftotile , che quello * che quel filofòfo
ebbe in animo * e dal non bene intenderlo
ne fono nati i fofifmi, e le beftemmie d*Ae-
zio* non già da Ariftotile medefimo. Tutti
i Padri finalmente * che la filofofia Ariftote-
Jica hanno biafimato, altro non hanno inte-
fo di condannare , che la mala applicazione*
e il peflìmo, o fmoderato ufo, che della dot-
trina di quel filofòfo facevano gli eretici * i
quali fi Servivano de 5 fuoi principi non per
edificare* ma per diftruggere. Intorno a ciò
odali
odali V opinione del P. Petavio (ledo, che
dall’ autor della Lerrera è tenuto per la feni-
ce degl’ingegni de’ Padri Gefuiti : In eadem
cauffa fitnt ( dice egli nel capitolo V. nume-
ro Vili, del mentovato Prolago ) ac fimiliter
caftigandi , quibus fcholaflicus trattando Tipo-
logia modus ob id difplicet , quod Ariflotelem y
ac Peripateticam doRrinam nimis in ilio fami -
liariter adbiberi videant . Per fe reprehcnden*
dum non e fi y fi intra menf urani idfiat . Non
bifogna adunque attribuire ad Ariilotile i di-
fetti, e gli errori di coloro , che o non han-
no faputo ben adoperarlo , o non hanno fa-
puto ben intenderlo . Se fi potede ragione-
volmente rivolger in biafimo d’ uno (cattare
Federe (lato cagione, ch’altri, leggendo P
opere fut* fia dato in pazzie , ed empietà , e’
non s’avrebbe per avventura campo di si for-
te vituperare alcuno r quanto quello (ledo ,
che dall’aiitornoftro è deificato , cioè Rena-
to Defiartes. Chi ha talento d’ edere certifi-
cato di ciò, legga l’ottavo capitolo della Cen-
fura , che di quello fcrittore ha fatto Pietro
Daniel Uezio , e vedrà quanta materia po-
trebbono (bmminiftrare a quello punto pa-
recchi Cartefiani .
Ma ora a Renato rivolgendoci , e fopra
edo facendo Umilmente altra confiderazione,
che lo (crittor della Lettera non ha fatto, egli
ci comparirà ben tolto divello da quello, clic
M 2 il
i8o
il mentovato autore s* era ingegnato di
rapprefèntarloci . Le contraddizioni y e in.
coerenze , che ne* fuoi raziocini ha inoltra*
to T ilezio > L 9 immaginazioni belle piut-
rollo ad udirli , che fiifliftenti e fode ,
le quali fono fparfe per tutto il corpo del-
la fua filolòfia y e che tinta di fanatifmo
T hanno fatta comparire . I Vortici , che
da fonti torbidi Italiani , come fono quel-
li di Giordano Bruno Nolano , ha prefi
il . Defcartes per far girare la fila tripli-
ce materia ; fono colori , che poffono fer-
vire a fare un ritratto di lui tutto diver.
fo da quello , che ha fatto V autor del-
la Lettera * Il Padre Malebranche mede,
fimo 5 uno de* più acerrimi difenfòri , e
approvatori della dottrina di Renato , co-
sì lafciò fcritto nel libro ili. patte L
capitolo» IV. della ricerca della Verità .
Mortsù Defcartes era anch'egli uomo y fog -
getto all 9 errore , e all 9 illufione , come gli
altri . Non v 9 ha alcuna delle fue Ope-
re y non eccettuando nè pure la fua Geome*
* tri a y in cui non fi a . qualche fegno della
debolezza dello fpirito umano . Non bifo-
gna adunque fi are alla fua parola ; ma
leggerlo cautamente , com 9 egli ftejfo ci av~
vertijfe . Non fono anche mancati uomi-
ni dotti , i quali hanno fatto vedere , che
Ja fua filofofia è di pregiudicio alla fede ,
i8i
cd è contrarla a molti dogmi cattolici - AI-
cuno ha pretefo , eh * ella rinnovi V ere-
fie di Pelagio , e di Neftorio : ed altri ,
eh* ella fia la firada allo Spinofifmo , e
all* Ateifmo * Io fò , eh 5 è flato rifpo-
fto a quefli tali , e che vi fi rifponde.
rà : ^ma quello appunto è quello , che il
di fopra da noi detto conferma , e che
moftra quanto agevol colà fia o, ecceder
nella lode , o ecceder nel biafimo , quan-
do non s 9 ami di fidar V occhio che o ne*
fòli vizj , o nelle fole virtù . Non fem-
bra adunque , com > ho detto , degno di
molta lode il difegno di ftabilire la difefa
della filofofia moderna fopra le lodi , el*
efaltazione di Renato Defcartes , e fopra
i biafimi , e depreflione d * Ariftotile , fic-
oome fopra un fondamento , che fi può di-
ftruggere con quella fteflà facilità , con
cui s è innalzato : e per mezzo del quale ,
fermo e inconcuflò renando , fi verrebbe a
flabilire quello , che V autor filo medesi-
mo in alcun luogo con molte parole s 9 e
ingegnato di diftruggere , cioè il farli fè-
guace indivifibile d* alcun filofbfo partico-
lare .
Ora diciamo alcuna cofa della principal ra-
gione, fopra cui Pautor della Lettera ha pian-
tato la difefa della filofofia modèrna ; la qua-
le fi è , che derivando ella dal fonte di Pia-
rvi 3 «o*
iS z
tone, fìlofcfo fupcrioread Ariftotile, appro-
vato dagli antichi Padri, e riconofciuto come
molto vicino a’dogmi cattolici; ella non vuol
eflere riprovata , maflimamente in confronto
dell* Ariftotelica, la quale, fecondo lui, è J }a*
fa V unica , e fola cagione , anzi l y orìgine JìcJfa
di tutte V erefie.
E quanto al primo , cioè quanto al prin-
cipato ,tra Platone, ed Ariftotile ; molto dif-
ficile, molto dibattuta, e da niiino per anche
decite quiftione ha prefo a diterminare il no-
Aro autore , augnandolo al primo • La dif-
ficoltà di tal decisione procede , che molti ef-
ffendo i pregj delfinio e dell* altro filofofo ,
amendue ancora hanno le loro imperfezioni.
Secondcchè pertanto fi vogliono riguardare sì
nell* uno, che nell* altro più quelli, che ques-
te, fi ha campo ancora di antiporre , o pote
porre V uno all* altro.
Ma per quello , che riguarda il fecondo y
cioè quanto al far ufo dell* uno, o delP altro
nella Teologia , e nelle cole della religione ,
non fono pure ben d* accordo tra loro gli uo-
mini dotti qual fia da preferirli . Se per Pla-
tone fta P ufo , che moftrano averne fatto i
primi Padri della Chiete: nè anche Ariftotile
va privo in tutto di fimi! pregio , mentre al
riferire d’Eufebio nel libro VII. cap. XXXIL
della Storia Ecclefiaftica , in Aleftàndria , an-
che al tempo , che i Dottori Apoftolici rif-
pJea«
plendevano , l’Ariflotelica (cuoia fioriva. Gle-
mente Aleffandrino lib.V. Stromatam, riferita,
che Ariltobolo con molti libri provò, la (liofoba
Peripatetica dalla legge di Mosè,e dagli altri
Profeti derivarli. E Gioleffo nel lib. I. contvaAp*
pìonem , infieme col mentovato Eufebio nel lib.
IX. cap. V. de preparatane Evangelica , recano
un luogo di Clearco,ditapoIod’ Annotile, da
cui fi fcorge, come quello filofofo, eliendo m A-
fia, tenne lunghi, e fciendfici ragionamenti
con un dotto , e favio Ebreo , da cui apparo mol.
te belle, ed eccellenti cofe ne’ Divini libri con*
tenute . Anzi fu opinione d’alcuni , che lo «el-
fo filofofo , avendo avuti per mezzo d Alelìan.
dro i libri di Salamone , molte cofe da quelli rac-
coglielTe,e trafportalfene’ fuoi .Ne mancarono
fra moderni ( lafciando per ora da parteltare i
libri de vietate Arijlotelis , de f alate Anflotchs ,
ed altri limili dati fuori ) chi comparazioni tra
la Scrittura facra , ed Ariftotile facendo , s in-
segnarono a tutta lor polla di moftrarc, eh e-
alino pattano d’accordo , come Giorgio Trape-
zonzio, Giovanni Zeifoldo , AgofiinoSteuco,
ed altri . Sopra così fatta lite pertanto a muno ,
s’ io non vado errato , difpiacerà il prudente
giudiciodi Melchior Cano, (limato meritamen-
te dall’autor del la Lettera il maggior ornamen-
to della famiglia Domenicana. Divo Augufli ,
wofdice quell’ autore nel lib. X- cap. V . de loets
Tbeologicis ) Pialo fummus efl : Divo Tbom<e
M 4 /»"»•
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184
fummus efl Arifotéles fed emm , ut mu
hi quidem videtur , nec Augufini , nec Tho -
contemncnda e fi fe ritenti a . Nam éf i/J* con-
cedendum efl , Arìflotelem amant , éf ììj*
f or fan , 9/// Platonis amici funt Placet
emm quoque nobis Arifloteles , éf placet,
modo ne repugnantem etiam illum ad .Chrifti
vclimus femper dogma convertere . Id , quod
interpretes fere folent , qui vim contentai fepe.
adferunt , atque Ari fot elem cogunt , ut velie .
tiolit , prò fide catholica pronunciet . Ariflotile
adunque, anche fecondo il giudicio di quelli \
autori , che dallo fcrittor della Lettera in
grandiffimo pregio fono avuti , non è da pot
porfi a Platone, anche quanto al farne ufo,
nelle colè Teologiche, purché gli fi perdoni,
fe gentile effondo , fempre da cattolico non
favella , o non dà idea chiara di quelle cofe ,
delle quali non n’aveva che ofcura.
Ma perchè la maggior forza , che contra
Ariflotile fi fa , fi e , P effor egli fiato P . '
Unica e fola cagione di tutte Perefie ; il che
fecondo P autor della Lettera, non fi può dir,
di Platone, la filofòfia di cui dice, eflerefta-.
ta la più acconcia , e favorevole alla noftra
cattolica Chiefa ; veggiamo perciò , fe la co-
là fia puramente così. E poiché il P. Petavio
è in grandiffimo credito appo il nofiro Auto,
re , ed è con ragione flimato da lui il fior *
degl’ingegni; farà ben fatto perciò udire in
que*
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1
quella parte quello eh* egli medefimo n* ha
fcritto. Così adunque nel IH. capitolo numet
ro II. del Prolago a* Tuoi Dogmi cattolici ,
circa il noftro propoli to ragiona quello Pa-
dre. Qui contra antiquioret bareticos deputa-
rmi , hoc [ape funt quefli y corruptam ab iis
effe Chriflianafimplicitarcmjntegritatemque fi dei \
qui pbilofopborum in jchólis eruditi , eorum la-
queos y & arguìiat in illam intulijfent . De
Piatomi pbilofophia major y & antiquior ejl ex*
poflulatio Cbriflianorum Patrutn: quod fupe f io-
rei fere omnes barefet a Platonici s inventa 3
excult aque funt y aut ex eorum confuta f abo-
lii indtdem originerò repetunt . Etenim fimili-
tudine nefeio qua fallebat ifla fella ; quia
quadam babet fimilia nofirorum y ac propterea
ut in metallii y ac lapillii y aut aromatibus 3
& feplafìariorum unguentii y ea & ufurpantur 9
Ì3 funt ad adulterandum aptijfima y qua ve-
rii y ac nativii propiora funt ; ita conditores
bare furo , & mangonet y ad corrumpendam fi-
dei finceritatem y Platonica potijfimum inventa
mifeuerunt . De quibui nihil addaro ad ea »
qua initio primi libri de Trinìtate dixi . Et
vero rei per fe loquitur y ac prifearum ommum
harefum , qua primit fxculis tribus exorta funt y
bifioria ipfa teflatur ; Smontano! y Valentinia-
noi y Marcionitas y Manicbaot y ac ceteros , non
dliunde y quam ex commentii Piatomi fuborna -
tot effe ad illa fabricanda monflra y Ò dede -
co-
186
fora Chriflidnì tiomnis , qu& cum apud oppu -
gnatores eorum faniìos ilìos Patres legimus , in-
genti horror e porceli imur . Veggafi ancora P ac-
cennato luogo del principio del Jib. I.Vfe 7W-
vitate ,àove fi moftra,come tutta Perefia Aria-
na dagl’ infegnamenti di Platone ha unica-
mente tratta Porigine. E* fiato oflervato , che
x la fola dottrina di quello filofofo intorno alP
origine delP anime, ha dato occafione agli er-
rori de’Menandrini , de’Saturninì , degli En.
tufiafti, de’Carpocraziani , de* Valentiniani,
degli Apelliti, de’Seleuciani, de’Meffalini, e
di più altri affai . Ma oltre alPerefie, negli Icrit-
ti degli ftefli fàntiffimi Padri ancora , maflima-
mente de’primi fecoli , non pochi errori deri-
varono dalla filofofia Platonica } dove dalP Ari-
llotelica o rado , o non mai fi potrà moftrare
efferne derivato alcuno . Lo Hello Agoftino ,
per tacere di tutp altri , tanto dotto nelle Scrit-
ture, e tanto avveduto in veftigatore de y fenti-
menti cattolici , non potè affatto liberarli da
quella infezione, dubitando nel I’Enchiridio a
Lorenzo , fe il Sole , la Luna , e le flelle tra gli
Angelici ordini s’aveflero a collocare . E' da
avvertire perciò, che fe per qualche rifpetto
molto dagli antichi Padri fombra effere flato
lodato Platqne; molto più ancora per gli er-
rori , de’qudli il vedevano effere cagione , fu
biafimato. Agoftino, che fu uno de’fuoipiù
diligenti lludiofi , fi difdifle nel lib. I. del-
le
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* 8 ;
le Ritrattazioni delle molte Iodi* che date gli
aveva, e Tertulliano, per altro amantiflimo
« di lui , nel capitolo XXIII. del lib. de Anima ,
Io chiamò, Omnium hareticorum condirne ntarium.
Molto prudentemenfe perciò ilP. Antonio PoG
levino, dall’autor noftro Umilmente affai ap-
prezzato, Jafciò fcrittonel lib. I.cap. VI idei-
la fua Biblioteca fceltain quello modo; Qui
Platonem & Divinum , & DiviniJJimum , fi Deo
placet , appellante Deumquephilofophorum faci*
ttnt y teflimoniaquepro eo fan fior um Patrum ,pra-
' trpue Auguflinì y adferunt graviffima ; neque vero
dicant , quapoflea iidem Patres de eodcm recane
tarunt , ubi latens in Platonica philofophia vene *
num reperere ; fané philofophia , atque religioni
vnagnopere incomodant • Veggafi poi nell’accen»
nato luogo lo fleflo Poflèvino , il quale racco-
f lie , e addita 1’ opere, e i luoghi d’Origene,
i Tertulliano, di Giuftino Martire, d’ Ata-
f nafio , di Cipriano , d’Ermea , d’Arnobio , d >
Enea Gazeo , di Teofìlo Patriarca d’ Antio-
chia, di Lattanzio Firmiano, d’ Eufebio Ce-
fàrienfe, d’ Epifanio, di Gregorio Nazianze-
[ no , di Girolamo , di Crifoftomo , e di Teodo-
reto, ne’quali, tutti concordemente biafima-
no , e {gridano Platone , e la fua fìlofòfia , co-
me quella, ch’era fiata l’origine , ed aveva
dato palcolo, e fomento ad infiniti errori , ed
erefie. Ecco adunque , che Ariflotile non è
fiata la fola pietra dello fcandalo : ecco eh* egli
non
i
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f
188
non è l’unica cagione di tutte V erefie : ma
Platone fenz’alcun dubbio, in quella parte lo
fupera, ed è flato guardato di malocchio da*
Padri; e l’ accollarli , ch’egli fa in qualche
modo più a noi , è ridondato in nollro mag-
gior pregiudicio . Di qui fu però , che negìi
ultimi tempi , quando Giorgio Gemillo , il
Cardinal BelTarione , il Cardinal Gufano , e
Marlilio Ficino illullrarono , e fecero rifiori-
re la Platonica limola, quali tutti nonpertan-
to {limarono miglior avvifo, o almeno minor
pericolo, attenerli tuttavia ad Ariflotile. Sen.
tali lòpra ciò 1’ avvedutiflìmo Giovan Fran-
celco Pico Mirandolano , il quale nel libro 1 V.
capitolo IL del fuo Ex amen vanìtatis dotivi,
ttee gentium , in quello modo lafciò Icritto.
Alti nihilominus , Platone poflhabito , haferunt
Arifloteli , exiflimantes illum noflr<e mìnus di /. 1
fonare religioni , bac fortafc freti r adone , quod
iis , qui a fide in comuni fumta non divellun -
tur , minus po/fit obejje Arifloteles quam Flou
to , qui multis fufpicionibus , fide neutìquam
ab a ti a ( fide inquam non proprie > & exatìe,
fed in comuni defumta ) prxbere aditum faci -
lius po/fit , quam Arifloteles , qui rationibus ,
non fide , foleat plurìmum & fere femper inni -
ti . Ma il talento di avvallare Ariflotile , e
cacciamelo del mondo , e della memoria de-
gli uomini; non ha lalciato Icorgere all’ au-
tor della Lettera, non dico le lodi fue ; ma
nè
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nè pure i biafimi, «Squali i medefimi Padri
ne’medefimi luoghi, in cui nello ripigliano,
» anche il fuo maedro fogliono non punto di-
verfamente trattare . Per cagion d y efempio
nel capitolo XJ. del Libro intitolato Regala
Monacharum , a S. Girolamo già attribuito ,
fi leggono quelle parole ; Attende , & tu fa-
tuorum fapientum princeps Arifloteles . Elleno
però fono Hate tolto notate dal nodro auto,
re , e nella lettera aliai avidamente inferite :
ma queir altre: Verum non fine labore didicu
) fii tuam Japientiam fatuam Plato y folamente
due verfi lontane,* e quelle ancora aliai vicine;
Non banv fatuitatem doéìijjimam Athenis Plato
didicit , non Arifloteles y non Anaxagoras > non cete -
rorum fiultorum mundi fapientum turba percepita
non fono Hate avvertite da lui , nè notate ,
non altrimenti, che feo non iforitte, o rafe,
e cancellate Hate li fodero. Ma che diremo,
che dopo quel detto da lui in difcredito d* A-
f rillotilc recato , immediatamente al medefimo
. filofofo quedo elogio è teduto, o leurato fi mil-
mente, non fo come, c tolto agli occhi del
nollro autore? Et fi fueris abfque dubitano,
ne prfdigium , grandeque miraculum in tota na+
tura y cui pene videtur infufum , quicquid
naturai iter efl capax humanum genus , 43c.
Le quali parole anzi della foiocca abbjezio-
> ne , e viltà del Chiofatore Arabo, che del-
la gravità Geronimiana tenere mi fcmbra-
no
►
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r
190
no (*) Vero è però, che da tutti i Critici efl
fendo coiai opera da quelle di Girolamo fe pa-
rata , e come lavoro di più baili tempi , non
fu*
(*) Averroe nella Prefazione alla Fifica 4 parlan-
do d’ Afiftotile difTe : Talem ejfe virtutem in indi-
viduo uno tniraculofum & extra neum exifiit . A che pa-
re , che corrifpondano qtìeft e parole : Si fuerir ab -
fque dubitation e prodigi um 3 grand eque mìraculurn in
tota natura . Averroe ancora fopra il libro JL della
generazione degli animali , così lafciò fcrirto : Lau*
demur Deum , qui feparavit lune virum ab a li ir in
perfezione 5 appropriavitque ei vltimam dignità tem
bumanam ò quam non omnis homo pottft in quacum -
que £tote attingere . Alle quali parole s } accofta-
no ùmilmente quell* altre : Cui pene videtur infu -
fum , quicquid naturaliter efl capax bumanutn gsnut .
Di qui fi può formar conghiettura , che cotal Li-
bro non fia flato feri ero prima del 1150 , in cui fio-
rì Averroe . Oltre a moire voci de 9 tempi baffi , e
parecchj veftigj di fcolaftico , e Parigino idioma ,
che vi s* incontrano y e che pofTono fervire per
confermazione di quello 3 maggiormente ancora
tutto ciò fi ftabilifce dalle parole , che fi leggo*
Do nel capitolo X. Ut quafi quorundam pbilofo -
pborum videretur in eis verificavi opinio , qui unam
ponunt in bominibur univerfir animar» folam . La qual
è opinione venuta fu ne* tempi baffi ,dai rappor-
tato Averroe mefTa fuori e difefa , impugni 3 da
S. Tommafo,e finalmente condannata nel V. Con-
cilio Lateranefe alla Seffione Vili. Ma perchè per
. altra parte nel capitolo XXXIV. , e XXXViU’
dell* accennata opera fi fa menzione del pranfodo-
po nona ne’ dì di digiuno ; il qua! ufo s* è nella
Chiefa confervato fin verfo il fine del XIV. fecole 5
perciò potrebbe argomentarli 3 che il Libro non fof-
f
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. *9i
fna giudicata * (**) non era da farfi arma
fuor di ragione contra lo Stajprita del
nome d’un tanto Padre . Ben piu vantag-
giofo e per V autore della Lettera , e per la
verità flato farebbe , eh’ egli nelle vere ope-
re i veri '(entimemi di sì gran Santo intorno
a ciò rintracciato , e quafi fpigolato avefle ,
mentre in quella guifa il perfeguitato Arifto-
tile dal glorificato Platone non mai guari lon-
tano ritrovato avrebbe - Come (opra il capi-
tolo X. v. XV. deir Ecclefiade . Lege Plato-
ne m : Arifloìdis revolve verfutias y & proba -
bis verum effe quod dicitar : labor flaltoram
affliget eos . Sopra il Salmo CXL v. Vi. al-
tresì. Nane ipji hareticì licet per Arìftotelern y
& Platonem videantar fimplicitatern Ecdefi <0
contemnere ; tamen quando venerint &c. E (ca-
pra il Salmo LXXVIL v. IX. Ecclefiaflici
ru+
fé flato fcritto dopo il finire del fecolo quatordi*
ce fimo j e così dal 1150, fino alla metà del j^oo
in circa allogare 1’ età del fuo autore .
(**) Giovati Francefco Pico Mirandolano nel Iib-
IV. cap. VII. del fuo Examen vanitati t doftr.na
gentium , e quello che fembra più maravigliofo , gli
Oflervatori Alenfi Tom. II. Obf. I num. XXXV.
la fi bevvero per opera di Girolamo . Sebbene le
formali parole dell’ Offervator Alenfe , che fono
quefte : Qttem tamen ( Ariflotelem ) H* eronymuf
finem bum a ni inttlUSius appi llat j fono propriamen-
te d’ Averroe , da noi nel principio di quella Of-
fervanone recate: non già del finto Girolamo»
1$Z
ruflici funt , & Jimplices : omnes vero barer-
ei Ariflotelici , & Platonici funt . Ma ritornan-
do donde ci dipartimmo y vegga ora 1* autor
della Lettera quello, che dopo le fin qui da
noi rapportate colè fi potrebbe concludere
contrattò lui , quando flabilifce , che la fi.
* lolòfia moderna è derivata dal fonte di Pla-
tone, e che co’ fentimenti di Platone s’uni-
formò il fuoGartefio. Il punto è, che quan-
do fi vogliano confiderare i filofofi gentili
per relazione alla Teologia de’Crilliani , non
s’ha giufto motivo nè di molto lodargli , nè
di molto riprendergli . Un ingegno deliro
fornito di dottrina , e di zelo, potrà non v’
ha dubbio , rivolgendo li loro fcritti , trarne
molte belle cofe a prò della religione : ma
non è da dubitare, che un altro o ignorante,
o maliziofo , quando talento gliene venga ,
non polla fèrvirfène per apportar del danno
confiderabile alla medefima , e difleminar er-
rori , e moftruofità enormi , malfimamente
quando ritrovi gli animi difpofti a donar tan-
ta autorità a colloro , quanta fe ne dee all’
Evangelio, e alla Chielà, o anche più . L’
accagionare però di quello , e ripigliare gli
fielu filolòfi, e non coloro, che sì perverlà*
mente le ne fervono, è quanto accagionare,
e ripigliare il ferro dell’ omicidio , piuttollo
che il fabbro, il quale n’ha formato ,Io fini-
mento, e fe n y è fervito a quello fine. Egli.
no
d
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191
no parlano da quello , che fono y cioè da
gentili , privi di quella luce , fenza la qua-
le impofiibil cofa è non traviare infinite
volte , e fmarrirfi : tocca però a* cattolici
vedere quanta autorità meriti , o non me*
riti la loro dottrina > e fin dove fi debba
fèguitargli • Poflòno è vero accodarli f chi
piu , e chi meno a* dogmi della noftra re-
ligione , fecondo i fonti da* quali attinie*
ro le loro cognizioni ; ' ma non è però
giammai da fperare , che ferifcano il fe.
gno , perchè le tenebre , nelle quali vi-
veano , loro non permettevano d y arrivare
tant* alto . Altro dunque non fi può in
/quella parte , che com piagnere la mifèria,
e infelicità loro : per altro il biafimo , e
la lode non ha propriamente luogo fòpra
elfi ,?fe non quando fi confiderano • da fe,
come puri filofòfi , e fèparatamente da* do-
gmi de* Criftiani. T
Ora palliamo a dilcorrere brevemente
dell* idea generale , che P amore della
prefènte Lettera ha avuto ; il quale ha
divifato > che la difefà di Renato Defcar-
tes fia la difefa della filofofia moderna , e
la condannagione d* Ariftotiie fia la con.
dannagione cella volgare.
Incorno a ciò è da avvertire , che la mo-
derna filcfòfia non è in modoconftituita dal-
la filofofia del Defcartes, che Cartellano, e
N Mo'
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194
Moderno fìa la medefitrià cofa. E 1 ben vero,
che non fi può eflère Cartellano lènza eflère
ancora Moderno; ma non è vero, che non
fi pofla eflère Moderno fenza eflère Cartefia-
no , Per la qual cofa la filolòfia Cartefiana
fi ha alla Moderna , come la fpezie al gene-
re. Ancora è da notare, che avvegnacchè la
volgare fiJtfofia abbia voluto unicamente ac.
taccarfi ad Ariftotile , tuttavia eflèndofi ella
lèrvira per intenderlo dell* ioterpetrazioni de-
gli Arabi , i quali per l’ignoranza delle lirt^
gue, e per mancanza d’erudizione, peflima-
mente 1’ hanno iotefo: nè lette avendo gli
Scolaflici quefte interpetrazioni nell’idioma ,
.in cui da’ loro autori erano fiate fcritte ; ma
dall’Arabico trafportate in Latino , o come
alcun dice , in Ebreo dall’ Arabico , e po.
fcia dall’Ebreo in Latino trafvafate ; può et
fere per ciò aflai facilmente avvenuto , che
la mente d’ AriflotiJe per lo diritto intendi-
mento prefo , fia del. tutto oppofta a quella
degli Scolaflici, e cosi la mente degli Scola.
Ilici a quella d’Ariflotele. Ora di qui ne fé-
gue, che come vituperandoli, e condannan-
doli i modei ni , per avventura nè fi vitupe-
rerebbe , .nè fi condannerebbe il Defcartes ; '
così per l’oppoflo lodandoli, e difendendoli
il Defcartes, può eflère , che nè fi lodino ,
nè fi difendano i moderni . Similmente fi c-
come vituperandoli , e condannandoli gli Sco-
la-
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lattici, è facil cotti, che nè fi vituperi, nè
fi condanni Arittotile • cosi potrebbe dare
il calo, che vituperandoli, e condannandoli
Ariftotele , nè fi vituperaflèro , nè li con-
dannaflèro gli Scolatici , eh’ è quanto dire
la filolòfia volgare. E* ben vero però, che
quell’ ultima . eiTendo colà dilEcilittima , e
preffochè imponibile ; perchè non è da cre-
dere, eh’ elfi Scolatoci perverlàmente inten-
dendo Arittotile 1’ abbiano migliorato : ma
piuttotto piggiorato affai ; cosi il vituperare,
e il condannare Arittotile pare , che provi
molto quanto al vituperare , e condannare
la filolòfia volgare . Ma per 1’ oppofta {ra-
gione il lodare, e il difendere Renato Dett
cartes non pare, che provi tanto per quello^
che fpetta al lodare , e difendere la filcfofia
moderna;.. .
Perbene adunque, e acconcia diente difen-
dere, e lodare quella filofofia, {ómbra di me*
ftieri cercare il fuo verocottitutivo, dalla bon-
tà ^.o difetto del quale, la lode , e il bia*
fimo ad eflà Umilmente fe ne derivi. Ora
quello , che fembra la filofofìa moderna
conttituire , e alla volgare degli Scolali ici
immediatamente oppofta; renderla , fi è lo
lcotimento del giogo Peripatetico , e di
qualunque altro particolar filolòfo ; e la
pura ricerca della verità. dove , e in qua-
lunque luogo ella fi fia . La ichiavitù nel.
N * la
196 . .
la quale, feguendo gli Arabi, gente d f ani*
ino baffo , e fervile , avevano pollo il loro
intelletto gli Scolaftici , per ellere dapper-
tutto fparfi , e difufi, s’era ancora dapper^
tutto difufa , e inoltrata , ed avevano cbbli*
gato tutto il mondo a non filofofare con al-
tra mente , che con quella ' d* Ariflotile •
Avvegnaché fopra infinite quiflioni di filo-
lofi a 7 col là pere* la mente di quello filofo-
fo, non fi fappia per anche nulla y tuttavia
eglino s* erano immaginati di làper tutto ♦
Nequc erìnn- Philofophum ; ( cóme dice Gio-
va n Francefco Pico ) fed Pbìlofopbi* legem
pkrique omnès arbitrobantur . Quella però è
la cagione, che fi fono veduti fopra tal qui.
ftionepiù libri, deflinati ad eliminar la men-
te d’ Ariflotile,' che a ricercare la lidia veri,
tà della colà . Molti hanno incominciato a
riflettere , che quello era un travaglio molto
penofò , e che il frutto non -iftance era aliai
tenue. Hanno offervato, che per quella via,
al più non fi’ poteva venire in cognizione che
di quanto fapeva Ariflotile , che vuol dire
di pochiflìme cofe , rifpetto a quelle, che s*
avrebbono potute fcoprire . Dove 1* altre ar-
ti al tempo de* primi ritrovatori • fono Tem-
pre comparlè rozze , <e imperfette y e fonofi
di mano in mano avanzate, e migliorate col
tempo , offervarono , che della filofofia era
avvenuto tutto il contrario , perchè dove a*
ten>
19 7
tempi d’ A ri Rotile >' di Piatone , di Demo-
erito, e d’ Ippocrate , molto fi làpeva per
squelPctà, allo ’ncontrocol tratto del tempo
era venuto anzi perdendo che no, e le fet-
enze s* erano piuttolìo abballate , e o Taira te,
^he illuflrate, e innalzateli , com’era di ra-
gione - Conchifero adunque , che quello mo-
■do di filofofare degli Scolatici èra irragione-
vole , e barbaro , e non tendeva ad altro , che
a coprire tutto il mondo d’ una miferabile i-
gnoranza, mentre , come avvertì anche Sene»
.Qui aitimi fequtiur tiibil inventi , imo ne*
que quarti.. Lorenzo Valla Romano fu il pri-
, che a’ adpprò a trarre la filofofia del mi.
fero fervaggio , in cui li giaceva , inoltrando
èllere lecito fentire diverfo da Ariftotile co*
duci tre Libri Diale Elie arum difputatwmm , che
fcriflfe a ^quello fine . Anche .Giovati Francei-
co Pico Mirandolano ne’ tre .ultimi Libri del
fuo E* amen vanitati s dottrina gentium , molte
colè difputò contra lo lìdio filofofo ; e mol-
te altresì ; Lodovico iVives ne* fuoi Libri de
cauffts corrupanrm artium , per non dir nulla
delTelefio, del Patrizio i e d’altri fomiglian.
ti ,ii quali pure tennero la ll'eflà via . Die*
tro le velìigie di coltoro Galileo Galilei in
Italia, e Prancefeo Barcone, in Inghilter-
ra inftituirono Un modo di frlólòfare libero,
e del tutto oppolto, all’ antico. Scola Iti co, e
gittarono le prime fondamenta di quella ft-
r«o n ? • ■ io.
t98
lotcfia che fi chiama Moderna/ non perchè
fidamente ora Ì fuoi principi fieno /tari po.
Iti in ufo; che Tempre, e in tutti i fiecoli gli
uomini ragionevoli altra via non hanno mai
tenuto ne! tilofcfare; ma perché dopo ? in.
fezione orribile , e univerfale degii Scolaftick
iqtiali amava n meglio di fcioccheggiare coti
Ariftotile, che con altri tàggiameme'iditcop*
rere , come alcun diffe j q netti ottimi pria,
eipj fono fiati felicemente richiamati , e pa.
fti in ufo da moderni . Aperta cosi Ja fi rada
da queftì due nobili, e valorófi ingegni . «
primo de* quali fu il primo ancora , che chia.
mo in ajuto della filofofia le Matematiche,
e che con profpero avvenimento Je v’ intro-
dufie; comparvero ben tofloCartefio, e Gali
, do ?r, r £ na . altri ec.
celienti filofofì, i quali t a n te ^ e sì diverte
ecfe e in cielo *, e in terra difcóprirono , e
cosi fatto utile recarono a tutte I» altre arti ,
e fpecialmente alla Medicina , che ben fece,
ro conofcere cogli effetti, quanto infelice, e
miterevole fia la condizione di qpefti aridi ,
f d, g' 1 ™ d* Ariftotifc ; e quanta fia
la necetfita di battere altra via per ben fìioi
babugemus in Italia Galil<eum
( d.ffe Tommafo Vili, fio fnglefe ; & -in An.
Sha Vertdamum , forte neciabntfemus Cor,
tejìum , Gaffendutn , totamque , quam vocant
novam pbilofipbtm * ■ < rr: • T.
-■ *
Or* .
Ora all* autor noftro ritornando , dico, ché
pofta da l’un de* lati la deificazione di Rena-
to delle Carte, e la deprelfione d’ Arillotiie,
con parecchie altre cofe , le quali anzi fenza
vantaggio che no , fembrano ingroflàre la fua
Lettera; non farebbe per avventura flato difl
pregevol configlio, inoltrare quanto danno e
«Ila filofbfia, e a tutte Taltre arti abbia reca-
to la Scolaflica maniera di filofofaré, quanti
pregiudizi alla religione, quanti errori , e
quanti abufi da’ Tuoi principi fieno nati * Co-
sì per l’oppolèo quanto utile e alla repubbli,
cadette lettere , e alla civile fòcietà degli uou
mini, eall’arti Meccaniche, e alla religione
fieflà abbia apportato il moderno modo di fi.
lofi fare: di quante cofe ci fiamo illuminati,
e quanti errori , e moftruofità abbiamo fco.
perte, e fuggite- Dalle quali cofe una forte
conclufione, s’io non m’inganno, fi poteva
trarre , che adunque non fblo la moderna fi-
lofofìa, non fi vuol condannare; ma anzi ah
la volgare dee elfère preferita , la quale noti
è propriamente , nè merita il titolo di filo^
fona; ma è una barbara fchiavitù , o fe vo-
gliamo piuttoflo , un giuoco fanciullefco d p
ingegni vani , e oziofi, i quali farneticando,
e ltillandofi il cervello in cotal guifa, trova*
no fe non altro compente , perchè il tempo
non palli perduto •. . 1 ’
£ quello baiti intorno alla preferite Lette-
N 4 ra
aoo
ra aver OfTerVato : non per i{cemare tanto o
quanto la gloria, e la {lima y che per tal fa-
sica meritamente all* amor fuoè dovuta, che
cofa è quefta molto dair intendimento noft’ro
lontana : ma acciocché dai la non Tempre ugual
forza della difefa, e da alcuna prova non.in
tutte (uè parti affatto, fingente .,,1* avveri,
xio già per Tua natura al litigare * e al fofìfti-
care in miracolofa maniera inclinato v non
prendeflè anfe di combattere, e contrapporli
ad una caufii per altro oneftiffima , e giufta .
, Abbiamo detto, che quello, che propria-
mente la moderna filofofia contìittiifce 1 , e
che immediatamente alla Scolaftica-oppofta
Ja rende , fi è Lo’feotìmerjto- del giogo Perù
patetico , e di qualunque altro p articolar filofo *
fo; e la, pura riperca'; & Uà verità dove , e in
qualunque luogo ella fi fa • . Ma : perchè que-
llo iatfàccamento ad wn-fUofofo particolare ,
non. è fiato dagli Scolaftici per regola pref-
critjto lenza qualche, almeno apparente mo-
tivò di ragione non farà perciò mal fatto
efporre qui in fine tutti li loro fondamenti
colle ragioni in contrario , fecondochè efpo-
fti gli ha Giovanni Mabillon nella parte IL
capitolo X- del iuo -Trattato de fiudiis Mo <
naficis , il quale al numero HI., in quefta
maniera ragiona : ( Po fremo inquìrendum rc-
flat i mm peculiarcm feftam expedìat in phu
lofophh'O eurfu diligere* Quccirca pkrique Re -
I
V
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I
I.
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20l
gularium toniltifariam fe gtrunty & varia bine
'inde rationes adferuntur . Fondamenta y qui.
bus aliqui innituntur y ut in philòfophicis pecu*
Viari auttori adhareanty fuht. 'T: Quia Magi*
flris inde vìa penitus ' intere! uditur f al f am in
Scholis y & /órbitrariam t rad end i dottrinami .
II. Quia non omnibus datura ; cfl integrum
philofopbke curfum proprio fibi inatta compone •
re , <(S prudenti animadverfiorre y ac maturo
judicio illum in cunttis abfolvere y tum prafer.
tim y cuna / ufficienti ad hoc carent exper ime tr-
io e Ili Quia longe major fides dottrina uni -
verfim fere recepta habetur y quam alteri pri-
vati cujufdam Dottoris y cujus arbitrario nu*
lui multo cum diferimine iyronum fubduntur in.
genia > quotiefeumque ipfi permittitur libere quo*
cumque vagari. Verumenimvcro nec argumen -
ta in oppofitum defunty pracipue quantum ad
pbilofopbiam . ^Ecce quanam plus minufve . /.
Ouod nonHdeo rerum fcìentia aequiritur y fla-
tim ac auttpfis innotefeit opimo 5 quacumque
aliter fentiendi , aut fcribendi pr aclu fa facuh
tate . Ih Qupd fape fapius temporis multum
fruflra tranfigitur , germanum vefligando prò*
prii auttoris fenfum > fpeciatim in aliquibus con-
troverfiis y quas ipfe fubobfcure refolvit : III
Hinc ea penitus non declinari y qua timentur
abfitrda , hoc efl circa opinandi libcrtatem ;
Magifler enim nonnibil acutuSy auttorem quem-
piam ad proprhtm fenfum jugiter potè fi expo -
. i ntn -
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tot
tendo trabere , ita ut in eunlfis fihi patroci.
nari videatur. IV. Quod in pbilcfapbicis libe .
rum unieuique effe debeat fuopte nutu de re.
.rum natura fentire , & quod fcrutanda veri,
tati plurimum obefl ita jur are in verba dolio,
rum, ut borum auHoritatì , baudquaquam li.
eeat refragari.V-, Quod iflopotifftmum loco
Divi Atfguftinì norma m fequi cportet , adferen.
tis , quantavis auiloritate , ac fanlìitate fulge.
fit aliquis aulior, ipfi tamen indubitatum , fir.
tnumque affenfum co folum effe prabendum ,
? to rationes ejus illum a nobis extorqent . VI.
andem Deum onice. effe , cujus auHoritati ,
nipote maino infallibili , fit tace fidendum.
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INDICE
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Delle cofe notabili , contenute nella
preferite Lettera , . e -nell’; ; ;
Offer vazione .■
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* • <
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Baìlardo ( Pietro ) : perchè condan.
nato • 37. primo inventore della Sco-
lattica. - " : ' i ; iz8
Accademici: negano la feienza. 84. Vedi
: Platone • •'
Aczio: fua eretta da che avelie origine . ,28
. 19. 178.'- . ' ; •-’*
Sant* Agoflino: ama d'efiere corretto. 88.fuo
■ fentimento. 1 15. filo errore . 186. fi ditt
dice delle Iodi date a Platone . 187
Agricola ( Rodolfo ) : fùo lamento » .15 x
fuo giudicio d’ Annotile approvato. 171
D y Ailly ( Cardinale ) : Cartellano. 56
Alexandria: filmata per la dottrina un'altra
Roma'; : 18
AJeJfandro ( Magno ) : fi querela d' Arifto.
Cile.' " r ' . 39
Alfeno. Vedi Varrò.
Almanco: eretico Ariftotelico. 37
Ariani ; Ariflotelici . . 29. 30
Arcefilà ; nega la feienza all' uomo , e la ri.
po>
» si
pone in Dio. 84. gran fbfifta. 147. 148
AriflptplicìJ Vedi Perl pitici . Tjf J
AriflotUe rfòvetchia autorità dataglida alcuni 8
. * 1 ?4- condanna Platone, e n*è riprefo. 1 j.fiioi
* : ièguaeV eretici . 30Ì 38. 15 9. pròBaMJifti . 95
venerato còme idolo. 30. i59.bia/tmatoda >
fanti Padri .. 32; 35^4. 35. 154. 158. 191
da altri . 40. 41. 45. fuoi libri condannati .
35. 36. notato di gravi errori da’ Padri , ed
r , altri. 41. 4Z. 43.,'fu uno de 9 maggiori filo-
. lòfi delia Grècia 44. fu chiamato in giu-
*5 ^icio . 44. fuoi principi bugiardi . 44.; infa-
mato da 1 fuoi feguaci lteffi ., 45-46. fe ve-
nifle ora al mondo fi difdirebbe. 103. 104
c noniftimò di dover eflère norma univerfà-
le . 107. e 1 origine di tutti gli errori de
interpetri. i^.fwacrfcurità. 148. 149. è
li ìóJò tra tanti filofofi,(:he fia ftudiatq, fxid ila
V n izio ne deIL*iTOii\c> biajtj ma|? - 1*
- immortaJi^delranima.24. 153. fua Logica
T fofìftica . 154. lodato affettatamente .169
flrabocchevolmente biafimato> 170.. 172
giudici retti fopra il medefimo . 171. non
•< ,bifogna attribuirgli i difetti degii altri* 479
è diffìcile giudicare, fe fia fitpe riore a ;Pla.
^ tone, e perchè. 182^ viene inftruito da un
Ebreo. 183. fuo elogio . 189. fuoi oppofi-
tori. 197. difcordan2e della fua fiìofofia con
. quella di Piatone . 20. 21 2 2. 23* . 24^25. è
vl ,la più contraria -al^ Chiefit . 16. ^biafi-
mi
- 0 .
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I
I
/
ini della medelìmà . z 6 . 27. 28. 47. 146
^58. è fiata Tunica cagione di tutte Tere-
se. 28; è biafimata da* fanti Padri . 31. 54
178. fuoi peffimi effetti . 38. 39. 150. non
è lodata dagli lleffi Ariflotelici . 113. fua
‘•varia fortuna . 113* proibita } dal Concilio
• Lateranefe V.* T n^ : iy 6 . è una pura favo-
la. 1 31. è lo fteflò che quella d* Arcefila .
147. è condannata dagli fleffi Ebrei . 156
• ? fiorifee in Aleffandria .• 182. è tratta dalla
légge di Mosè , e dagli altri Profeti . 183
“■comparata colla Scrittura; 183. abbracciati
-ne* tempi; badi, e perchè. ; 188
Arnaldo ( Antonio ) : Cartellano. 62. fuò e-
; logio . 62.63. foo libro della perpetuità del.
* là fede. » * ? . 62. 63
Arveo ( Guglielmo ) : fua fcoperta. * 109
Afollio ( Gafparer) i fna fcoperta . ; 109
Avfrroe: loda foverchiamente Ariftotile. 169
difende T opinione dell 1 anima univerfàle «
190. ‘ • 1 *
• V 7
205
I / I ••
• • \ • t •
B
B Accori (' Francefco ) : è la feconda- colon.
ria dèlia fìlofofìa moderna. 197.198
Barbaro ( Ermolao ) : invoca il Diavolo . 30
P. Barde: Cartellano. ‘ ‘ ! 62
Borono ( Ce fare ) : lodato: " /* ~. f '*^6
P. Bartoli : abbraccia la fìlofofìa Moderna. 66
efemrna il voto del Torricelli. ~ no
Bar-
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\o6
Battolino ( Topjmafo ) ; iiia (coperta , ioq
Beffarione ( Cardinale ) : Platonico . 48
P-, Brandi» : fi riconcilia col Cartello. 67
:"‘ r f . » C ' ' : * i- “
; ‘ ,/• ;?>%• •
C Ano ( Melchior ) ; Tuo elogio •: 38. giu-
ì dicio del medefimo intorno a Piatone ,
. ; e jAnilotile. ; !.. 183
Capitone : fct raggiante i, ; ■ ... ; 106
Caramuele ( Gio. ) : ilio prelag io intorno al-
, la filofofìa Cartefiana. . {, 120
Cartefto ( Renato ): lii che fondamenti pian-
« tane il fuo fiftema - 53.. fiioi principi giu*
ili y e buoni. 55* 114. fuoi fèguaci. 56. 57
«‘ fo*! 64 . 66. 67. 68. 70. fuoi protettori 64
; 67. .converte la Regina di Svezia . 64. e
. altri . 65. lupi fentimenti fi conformano
v «> n que , de y Padri. 57, 58. 60. 1 14. 1 15
; 116. n8. chiamato il refu gio de J cartoli-
. • 65* onori fattigli. 65. calunniato dalle
univerfità Protettami . 70. fuoi nemici -
70. 71. 88. fiioi difenlòri . 71. 72. pone
per primo principio il dubitare . 87-fua prote-
it azione , $7. a ma d’effère corretto. 88. per-
chè fine meditate una nuova, fflofofìa. 116
lodato dal P. .Merlènni . 118.119. s’uniforma
fo’ftntimenti di Platone. 121. fuoi coltami.
: Ì21. iiz. 123. giudicio fòpra il medefi.
ino del Malebranche . 180. fua filofofia
-difefa dalle migliori univerfità d’Europa.
61. ù
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»Ojr
61. fi dee antiporte a quella d* Ariftolile.
114. è veramente Criltiana . 116. lodata.
11 9. prefagio del Caramuele intorno al*
la medefima- 120. è tratta dalla Genefi •
121. perchè contraddetta da alcuni. 124
ha dato motivo a molti di dar in pazzie .
ed empietà. 179. fuoi difetti , 'i8o. 181. U
ha alla Moderna come la fpecie al genere.
194 Cartellano , e Moderno non è lo
fteflq. 19+
P. C a fati: abbraccia la fìlolòfia Moderna. 66
Caffi ni: fila oflervazione . ili
Celfo: contrario a J a bolero. 107
CeJ alpini ( Andrea ) .* fua. (coperta. 109
P. Charlet : amico del Cartello.. • . 66
Cbiefa: fua dottrina è la vera fìlolòfia . 126
è interpetre degli arcani Divini . 163. Ve-
di Teologia .
P. Cbirchero ( Atanafio ): proccura 1’ amici-
zia del Cartello . , ■ 67
Clemente ( AlefTandrino ): non iftimò, che i
Greci fi giuftificafièro per mezzo della fìlo-
lòfia. ■ .10
Cicerone ( M. Tullio ) .* divinizzato dal Nizo-
Ito. 172
Cielo : (ita grandezza , materia , e moti igno-
ti. • . . .• '• '>'••• ' 81
S. Cipriano ( Martire ): fao errore . 16 1
P.Ciermans : loda il Cartello. ■ - 68
Concilio Latermefe V. : filo luogo alla Seflìo-
ne
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to8
Tie 8. fplegato .
D ■Daniel ( Niccola ) : impugna il Carte-
bracciata . 48. fua opinione intorno alla
<• verità. > i . . •
P- Detei: Cartellano . 62
Defcartes . Vedi Carte fio.
Digiuno ■: fin quanto abbia durato nella Chie-
*'• là il pranlò dopo Nona. 190
p. Di net ( Giacomo )ì amico del Cartello .
• 67. 88. >
Dio: è la prima verità. . 163
Difpute : la verità fogge da eflè . 5. fono un
tormento degl’ingegni . 6 . hanno diftrut.
* to la filolofìa . 87. 89. 90. altro lor pelfi-
-■ mo effètto. 137. Vedi Filofofi i Perìpate.
E Berardo ( Gio. ) difende il Cartello. 71
Epicuro : plagiario. 49- commendato da’
Padri . 49. 50. 53. fua filofofìa abbracciata.
48. 51. 53. anche da’ Padri . 54. 55. meri.
•• tò della medesima . 49. 53. illultrata dal
tiri) Sette.
E
Gal'
. ; 209
v ; G^irenaiv T " - ; ' 5 °
Erbe : non fi fa la loro virtù •' 80
Ereboore : ( Adriano ) : Cartellano. ■ . 7 O
Euclide: fuo detto ’ ; \ r \ * : f ’ 14 >
Eunomiam: giurano 4 filile parole d’Ariftotile.
- ^ 59 . ,
Etintìniicr: compagno d’ Aezio nell’erefia . 29
‘ ^ fi vanta di conofcer Dio r . 7 6 : è riprefo da
’ Bafilio. ' ’ " : i ! ' , 7* 77 .178
Eurìpo : fuoi vortici non fi fa donde derivi-
■ ' • 81
no*. « , .
• .op * u:- t \ r r *jLvì r
r f r
*• » /i # ' »IA «4 • al * ,1 *l*v* •< > 1 I • #
5 " Fabbri i abbraccia la fìlofofia Moderna.
p. Farvagtie : difertfore del Cartefio. • 5^
Fede : 'richiede fommiffiorie. 34. Vedi Chic.
• *'/», ‘ : v>- ! v .
Ecmrib( S. Vincenzo ) : introduttore dell In.
'• cfuifizione. * * .. . .. . 34
Fìlopono X Giovanni ) .* eretico . ^ ' ■ 2.9
Filo fof are : è permeilo à tutti . -ir. liberta di
•' éffo . l 72. 97- 99: 1?8. die fine deb-
: bà avere.' • ^ ^ — ^*54
Filofofi'r contrari a fe medefimi .' 74. ton-
’ dano i principi del fi lofofare foli’ igno.
•' ... .-L 'i. a_ . 1 14 fri-
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?» tii.t 22.'fonó amanti delle favole .
• i-! o *J°»
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330. dicono le maggiori pazzie. *3 1. fé. ne
- può trar bene, e male per la religione , 19^
non poflòno eflère biafimati di queftó *191.
• non bilbgna fperare , che parlino da Cri-
tìiani. 193. biasimo 1 e lode quando abbia,
luogo lopra euì. ' 19 )
Filofopa: commendata’ da’ Gentili ) $ da^Pa-
dii. 8. 9. io. 11. ip. non è fapienza..rV7^
: non è altro che opi nazione. 80. 162- non
. ve n'ha al mondo. . 8 3. 87. divife in mille
fette . 89. 90. 129. fua incertezza . 00. 91
130. non abborrifce Je novità * 98. fogget-
ta a nuove (coperte. 100. 101. ancella del.
. la Teologia. 127. 129. è (tata ritrovata per
efercitazion dell’ ingegno . 130. Jia avuto
t. origine dajle fàvole de’ Poeti . 130. . non è
. contraria a tutte le. favole. 131.nan.haan.
cor trovato la verità. .,-y '^64
Filofofia Antica : fua / debolezza . j Hj-è up
• giuoco fanciulldco . 199. Vedi Àrtjlotùc ~ y
. 'Peripatetici t Scelffiiai •
Fihfofià, ' Moderna : malamente <;o$ì nomina.
ta. 3. 23 perchè (i chiami tale .198» Tuoi
coltivatori tacciati da erètici . 4. a torto ol-
traggiata da’ Peripatetici • 6. 160. fi nomò
Italiana. 13. fu fondata nella Calabria*. 14
• Pittagora ne fu 1* inventore . 14. Tu fegui.
• tata da Democrito, e da Platone. 15, ab-
bracciata da molti Gefuiti . 66. 67. 680'da
altri. 136. Tuoi autori cattolici. j 60. non
• ^ N ^ ^ ^
ben fi difende biafimando Arifiorile , è
- lodando il Cartefio 181. fuo vero coftitlitN
vo qual fia . 195. Tuoi primi autori .197
198. dee efiére preferita alla volgare. 199
P. Fon fica: loda il Cartefio.
Formica : fua natura è a noi occulta .
P. Fournier : amico del Cartefio.
P. Franc'e : amico del Cartefio. •
Frigliandù perfeguita il Cartefio. ...
Fulmini ; non fi fa come s* ingenerino .
• v^ ' r-, . •
i. .u inni ;
9 i
68
77
68
68
70
81
.
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v x.
iv -Vi :
AUlei ( Galileo ) : fue fcoperte. ni. è
la prima colonna della filosofia Moder.
\ na . 197. 1 98. introduce della filofofia le
*' : Matematicne.' ’ ; ■ '■ r>n; ’4 • v - . 198
‘ " j; - :l ;;;;i 51
Gtfitttr:' hanno partkolar irtftituto di feguita*
c re Ariftotile. 65. molti hanno abbracciato
la fìlofofìa Moderna*. 66. 69
Gianfenifla : titolo proibito in Francia. 93
G indie io : norma .da tenerli nel. dar gfridició.
.cr 171. noti bifògna dar negli cftremi. ■ 175
Giureconsulti : non fono così pertinaci , come
v : i iPcripa tctìdl*;! f: >\ fi j . vui !;; .1,06.107
Giuflino ( Martire ) : convertito per mezzo
-ideila fìlofofìa Platonica i \ :U iV *7
f. Grandamy : amico del Cartello . 68
O 2 Gran*
i
212 .
Grandini: non fi fa cóme s’ingenerino. 8r
S, 'Gregorio ( Nifleno ) fuo elogio. 53. Epi-
_ laureo. . .. 53- 54
P. Grimaldi : abbraccia la filofofia Moderna.
• L ^ •
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«•..*# t 4 ( / 1 »» M « ^ 1 f » V •
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I Gnoranz* ì & uo panegirico. 1 -- : % V« % ’
Incendy: ne* monti , non fi fa come fi
i-ì facciano. . • *:,.< /. .0 h r^n :V\* 1 81
Immaginazione gagliarda : fuoi trilli effetti -
172. 173, 181. 188. 189. fuoi trafportì non
% fanno alcuna' impresone * T *?|
Jnnocenzio XL fua Bolla circa il condannar
r opinioni altrui, : v<^i r /jr - *57
Inqiiijizione : origine de* fuoi rigori in Napo-
r li. 7 vfh chi v \ 34
Jfloria fue lodi. 5. è piu gcconcia a nrfette^
„ re in chiaro la verità, che le difpute. 5.6
intelletto : fua ignoranza;. 73. ( Vedi Uomo
interdette : : fuo uffizio;, . ! ; i‘ i °5
(
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1 . .* feeteggiante . - f> : ♦: io5
i Lampi : non n fa come s’ ingenerino.
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• A O ^ 9 r . •« ^ • » - ■/ /
P. : abbraccia la fìlofofìa Moderna •
* * * OOt a \ * J 1 ) \ 0 * • * * i *
Lattanzio: nega le fetenze. 79. ammette fo-
*• 'lo le opinazioni.' •• ■ . ■ - ®°
Li*
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113
• • *"• • . 4 J
Libri- appaffionati a che utili. ' 173
Lippomano ( Niccolò ) : difende Annotile . 177
Logica : come nomata da Euclide. 143
Lombardo ( Pietro): perchè condannato. 37
Lullo ( Raimondo ) ; difende la filofofia in.
nanzi al Re di Francia. 129
Lume : non fi fa perchè penetri il vetro , e
non il ferro. 80
Luna : non fi là, fe fia globofa * o concava.
A » * . ' • • >
ci. ;
P. Lupi : fi fa Cartellano. 56. perchè. 57
,
< ) M " V •
M Accbiavellifmo : onde abbia avuto ori-
gine. - 3 °
P. Maignani : Cartefiano. - 62
* p m Malebranche : Cartefiano . 62. ino libro
de ìnquirenda Ventata . ; - 62* • &O * giudicio
ibpra il T Cartefio- ; .T*:: * '• top
Malpighì ( Marcello ) : fue fcoperte. 109
Mamerto ( Claudiano ) : fuo 1 pattato dell
Anima. 58. 59* 60. fuo elogio. 60., 61.
P. Merfenni : Cartefiano. 62. difende il Car-
* tefio contra il Voezio. 70. loda il Carte-
fio- . /; .. ' US. 119
f p. Miland : Cartefiano.*; « < -«*. .* 67
Moderni: fono i veri antichi. 101.102. 103
hanno trapalato i medefimi . 102. loro
difcoprimenti • 108. 109. no. ni. 112
O \ io-
t
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t
• è
I
t
% •
P Adrì: antichi Platonici. 18. perchè bia-
lìmino Ariftotile: 178
Paolo ( ApoftoJo ) : fuo detto intorno »Ua fi-
. lofofìa fpiegato. ' 9
p Pardies ( Ignazio Gattoni ) ; abbraccia la
fìlolofia Moderna . . 66
Pe cqueto : fila fcoperta . • 109
Peripatetici : biafimati. 44. 48 . 1 ono per lo più
probàbilifti . 95. non poflono fcorgere la ve-
• riti . -104. oftinati- 104. 1 34. proccurano di fo-
! ' fogar l’altre fette. 1 34. (limano un facrilegio
- abbandonare Ariftotile. 134- 135- fi danno
alle fatire. 136. loro prurito di contendere,
* 137. di quanto danno. 138. Vedi Scolafti.
. ci y Ariftotile , Sette , ecr " \
Petavio (Dionifio) ; filo elogio. 40. fuo pal-
io ftorpiato. ' ’ • i 75
Petito ( Pietro ): fi difdice . ’ ' J ;; 71
Petromanno ( Andrea ) : difende il Cartefio .
71. ’
Pico ( Giovan Francelco ) : fpende 20. anni
intorno ad Ariftotile . 171. fuo giudicio del
medefimo approvato . 171* Icrive contra il
medefimo. 197. fuo errore. * 9 *
Pittagora : lodato da’ Gentili « e da’ fanti Pa-
dri. 14. inventore della filofofia Moderna .
14. : , * v. )
Platone : riprenda Ariftotile * 15. Principe
O 4 .
!
2l6
de’ filolofi . 16. pericolo di quella deciso-
ne . 182, lodato. 25. anche da’ Padri . 16
. biafimato da’ medefimi. 186. 187. 191,- fe-
guace di Pittagora . 16. fua fìlofòfìa è la più
conforme alla religione Criftiana. 17. 16. è
tratta dalla Scrittura . 17. fu abbracciata da*
primi Crifiiani . 17. 18. e ne* tempi più
baffi. 48. lodi della medefima. 19.20.j47
difcordanze della medefima eoa quella d*
Ariftotile . 20. .21. 22. 23. 24. 2$. è fiata
l’origine di tutte 1* antiche erefie , e per-
,chè. 185. 186. 187. ha ingannato gli fteffi
Padri. . ‘ 186
Platonici : s’ accofiano a’ Crifiiani . 26. Vedi
Platone .
• * _ * ^ • *
Poitierfio ( Pietro ) : perchè condannato. 37
Pomponazio ; erra intorno all* immortalità
dell’anima; • ' 38
Porfirio: nemico de’ Crifiiani. 132.
Porr et ano ( Gilberto ) : perchè condannato .
37 - , ;; ; .. ;
Probabilìfmo : è propriffimo nelle fìlofofie
99. 100. . . ... . .
Probabili fii : ammettono la probabilità nella
Morale , e la negano nella Filolbfia . 95
96. danno di quello principio . 97
Q
quelto principio
9 • » • * • * *
Ui filoni: Vedi Difipute .
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R Amo ( Pietro ) fua opinione intorno al-
la fìlolòfìa d* A ri Potile. 27. fua Con-
clufion pubblica contra il medelìmo . - 27
170. depreflòre affettato d* Ariftotile. 170
ha avuto pochi feguaci , e perchè . 171
P . Rapini : : loda il Carrello . 69
Regio ( Arrigo ) ; Cartellano* .70
jRc-g// ( Pier Silvano )..• Cartellano. JX
Regni a Monacharum : Libro : in che tempo
• lìa flato Icritto. ' . , . . 190. 191
Revio: perfeguita il Cartello. ' . : 70
Romani : cimici delle- fette . 92. fuperano
- tutte l’ altre nazioni nella pietà « 155
S Arpi (Paolo) : (copritore dell* aggiri
mento del (àngue. . " 109
Scienze : loro incertezza .. 85. non abitano
co’ filofofi , e perchè . 85
S cocchio ( Martino ) ; calunniatore del Car.
celio. 70
Scotano ( Gio.) : difende il Cartello. 72
Scotano ( Meinardo ) ; calunniatore del Car-
tello. 70
Scolaflici : loro temerità in condannare la fi*
lofofia Cartefiana . 1 24. 1$ 7. loro millante-
rie. 130. loro quiftioni eterne . 132. con*
\ dan*
Vi*
dannano d* erelìa ogni cofa.132.non inten-
dono quello, che dicono. 133. ammettono
•• novità in Teologia . 95. 96. 133. 164 non
- ammettendole nelle Icienze. 135. s’arroga-
•: no l’autorità di condannare. 138. 157. sfor-
zano gl* ingegni a feguire Ariftotile . 138
* biafimati. 141. 142.143. loro barbarie nel fa vel-
lare. 145.(000 nemici della verità. 146. dan-
- ; ni apportati da' loro principi • 151. 197. 198
difufi dappertutto . 196. loro furore . 157
non hanno ragione di biafìmare 1* altre iì-
lofofie . 160. di che interpetrazioni fi fie-
.no ferviti per intendere Ariftotile. 194. lò-
- no andati lontani dalla mente di lui 194
. loro fchiavitù verfb il medefimo. 196. loro
motivi per attaccarli ad un filofófo fblo .
201. ragioni in contrario . 201. 202. Vedi
Peripatetici , ec.
Scrittori: lodati, e biafimati ftraboccatamen-
' "te . 169. regola da tenerli nel darne giudi.
ciò .. 171. di gran nome , rare volte in tut-
-torei. 175
Scuole : loro gelofià cagione di gran tumulti
in Napoli . '3. riprelè. 152* 153. memoria
degli anni fcolarelchi ricrea l’animo. 13
Seneca : nemico delle lètte. . - 92
Sergio: maeftro di Maometto , Peripatetico .
39. ;
Sette: confóndono la verità . 89. fono più ora,
* che ne* tempi antichi . 89. non approvate
J a ^
. .da* Romani. 92. proibite In Francia . 9}
- riprovate da’ fanti. Padri . 93 ’ *l®n« 94
• 95. 108,
Socratex nega la fcienza . 8 }
Spitiofa : impugna il Cartello. 7 *
Stelle : .non fi là, fe «corrano, 0 fieno fine.
•• 81. Si ì:’ :•>? . S . •
Stoici : negano 1 * opinarionì . 83. lofpetti ap-
po i Romani. -
* '
T Affitti - f Alefiàndro ^ : fuO prefagio in-
torno ad Ariftotilc verificato a 120
■Temiflio: eretico. ’ *9
Teologi: loro> difetti- • • 1 ^ 9 - * 4 °
Teologia : le novità in eflà fimo pericolofe . 98
ammeflè dagli Scolali ici. 164.133. è regina
delle fcienze. 127. non ha che fare colla fi-
, lofofia.127. 128. ha ritrovato la verità. 165
Icolallica non fi dee riprovareperchè fa ufo
. • d* Arittotile." . » 7 ?
Terremoti : non fi là come fi facciano . 81
Terra : ignoto fu qual baie fi libri , e quanto
Ila grande. "8*
Tejt pubbliche : loro abufo al tempo del V.
Concilio Lateranelè . *77
Ticcùne: file {coperte: • ” ^
S. Tommafo ( d’ Aquino ) : come , e a che
fine iludiafle Ariftotile . 46. fuo lamento .
* . * » • • , ,
47 - ' • - _
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Tmricdli : .dio ritrovamento . . ' jio
De Turne ( Simon ) : perchè acculato d* ere-
fia. , ... 22
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»' i • ■* ^
* • • ♦ I
V ' Alla ( Lorenzo .) r Tuo penfiero appro-
vato dalNizolio. 144. Fu il primo a li.
< berare la filofofra dalla fchiavitù d* Arifto-
i' Cile. . i '- '197
Vanelmonte : fua definizione dell* uomo. 153
Vanorne: Tua (coperta. 109
. K arra ( Alfeno ) .' pone il corpo umano coni.
. pollo <di particelle. ^ sì
jP. Vatier: Cartellano. . ■ ... é8
li 'gotte ( da Siena): Tua dilputa filofofica. 20
.. a che fine inftituita. 176
.Verità; nafcolta all’ uomo , 73. non n’è ca-
pace. : , \ -y 75
l/cz/o ( Daniel ) : impugna il Cartello ~ 71
. , filo elogio. uh •: • . ; pi
P. Viegue : fua teftlmonianza.del Cartello .
121. 122. 12%. ^rrry : 1 ••...} :%
Virfungio : fua Coperta»:-; . : . 109
F" p^;o ( Gisberto ) ; dichiarato calunniatore.
70.
, « * 4 • I »|
•Fo/^o : è più fimo de* dotti., 5 78
Uomo : fua ignoranza . 73. 74. 75. .78.79. 80
81. 94. più milèrabile de’ bruti. . 76. (lima
di le fteflo impedilce i retti giudici- 86. 87
non ha altro di proprio che il mentire . 87
non
V
I
211
non dee cffer féttario 93. non dee m lib-
rar colla Tua ragione le colè Divine . 117
128. fua definizione d’Ariftotile riprefa .
15 3. fuo fpirito non è (oggetto alle potetti
terrene. 162. (oggetto (olo a Dio, e al.
la Chiefi. 163. quella fuggezione è il fi.
erifizio più grato . 163. non è buon con.
dolio legare il fuo arbitrio. 163. 164. fua
fuperbia dì che fi pafca . *75
z
Z E»o>re: nega Topinazioni. 83. fua fetta
fofpetta appo i Romani. a 9 *
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' 12 FINE.
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