Speranza
Ella aggirarsi suol
ivi gentile e snella
ella percorre il suol
qui la baciava il sole
e le dorava il crine
quivi rivolger suole
le vaghe luci alfine
quell'astro dell'amor
che m' accendeva il cor.
Sunday, December 11, 2011
"Salve, o casta e pia dimora"
Speranza
Tradurre l’opera? Basta capirsi…
È straordinario quanto sia radicato nella mentalità della cultura d’oggi il mito della “versione originale”.
Si vorrebbe attingere l’opera d’arte direttamente, nel suo aspetto fisico originario, senza mediazioni.
Donde, in musica, l’antipatia di principio per la traduzione e trascrizione.
E il sospetto verso l’interprete, questa figura a cui le estetiche idealistiche non sono mai riuscite a dare personalità giuridica.
È in base a questa mentalità, per esempio, che ci siamo avvezzati a eseguire
Wagner solo in tedesco e così Schubert e Schumann, e la lirica da camera dei russi in russo, senza avvertire che i testi rispettivi, per coloro che non conoscono quelle lingue, non rimangono affatto quelli “originali”, bensì vengono semplicemente soppressi»: così scriveva Fedele D’Amico nel 1960 in difesa delle “traduzioni ritmiche” nell’opera (e non solo).
Una vera e propria battaglia culturale la sua, che porta con sé questioni ancora oggi fondamentali (almeno per chi non si rassegna al triste sistema dell’opera-museo), di cui le polemiche intorno ai sopratitoli nei teatri lirici
sono un evidente surrogato.
D’altra parte, sottolinea sempre D’Amico (nel 1955), «canto non vuol
dir soltanto note, vuol dir parole, ritmo di suoni verbali e di frasi».
Capire (bene) quello che si canta è o dovrebbe essere presupposto di ogni canora interpretazione.
Sicché «la pratica delle traduzioni obbedisce a esigenze molto ragionevoli.
Fra cui quella di fornire agli esecutori la possibilità di un’espressione naturale e immediata, senza la quale non si dà né arte né canto».
Insomma, riprendendo l’articolo del 1960, non bisogna dimenticare «che l’opera d’arte non è un prodotto materiale, di cui si possa fruire come della penicillina, custodendola pura in una provetta e poi iniettandola nei glutei.
È l’apertura di un processo, che si realizza attraverso un’attività sempre
nuova».
Un processo che coinvolge tanto l’interprete quanto il pubblico, che talora deve intendere il testo parola per parola.
«E questo è il caso» - torna ancora alla carica D’Amico nel 1971 - «del
Pierrot lunaire, in cui le parole quasi fronteggiano la musica, con un loro peso semanticamente
autonomo.
Naturalmente ci si obbietta la faccenda dei valori fonici.
Estromettere dal Pierrot il suono della lingua tedesca pare sacrilego.
Eppure Schönberg stesso ne patrocinò una versione
inglese, e basterebbe».
Certo, la «faccenda dei valori fonici», a partire da quelli accentuativi, è
molto più complessa di quanto non pretenda D’Amico.
Tra le parole e la musica capita che si crei
un rapporto a doppio filo e che alcuni compositori sentano la traduzione, a differenza di
Schönberg, come una violenza fatta alla loro musica.
Si veda per esempio il fastidio di Gounod per la traduzione italiana della celebre cavatina di Faust, apparentemente fedele:
«Salut, demeure chaste et pure»
=
«Salve, o casta e pia dimora».
Secondo lui,
«l’accento espansivo che scoppia
come un razzo su “casta” distrugge tutto il mistero, tutto il pudore della mia armonia».
Le parole
non sono un vestito che la musica può cambiare, senza controindicazioni, alla bisogna.
E non v’è
dubbio che vi siano autori - tipo Debussy e Janácek - la cui attenzione al significante rende anche
la migliore traduzione inevitabilmente traditrice: si tratta però di eccezioni.
Inoltre, sono
innumerevoli le traduzioni ritmiche del passato che hanno reso un pessimo servizio alle opere che
pure hanno reso più accessibili.
E, in ogni caso, «Elle ne m’aime pas» non sarà mai
perfettamente uguale a «Ella giammai m’amò».
Ma se vogliamo un teatro d’opera più credibile,
se non vogliamo dei cantanti cui perdonare perché non sanno quello che cantano, non sarebbe
forse il caso di affiancare a una Walküre in “versione originale” anche qualche Valchiria in una
(buona) traduzione ritmica così da restituire immediatezza e vivacità a uno spettacolo troppo
spesso imbalsamato, se non incomprensibile?
Chi si ricorda che Toscanini dirigeva Wagner in
italiano a New York e che da Giuseppe Borgatti a Nazzareno De Angelis, da Cesira Ferrani alla
Callas esisteva un notevolissimo Wagner “in italiano” (non solo in senso linguistico ma anche
drammaturgico)?
E, per tornare ai nostri tempi, chi ha dimenticato il Barbablù di Offenbach a
Bologna (1994), la cui ottima traduzione di Gioacchino Lanza Tomasi, sposata alla regia di
Lorenzo Mariani e alla direzione musicale di Peter Maag, è riuscita a restituire l’esuberante
irriverenza e il vero senso di un’operetta che è un capolavoro?
Solo se si considera l’opera un
reperto museale intoccabile, sottratto al «processo» di cui parla D’Amico, il problema della
traduzione diventa anacronistico, superato dai tempi.
Tradurre non è (necessariamente) un
compromesso, può essere un’operazione simile alla regia moderna che, quando fatta con
intelligenza, riannoda i fili fra l’hic et nunc del fruitore e la storia dello spettacolo che si fa rivivere.
E
d’altra parte il testo operistico è più facilmente snaturato da una regia radicale (magari
apprezzatissima dalla critica) che da una traduzione (foss’anche modesta).
Tradurre l’opera? Basta capirsi…
È straordinario quanto sia radicato nella mentalità della cultura d’oggi il mito della “versione originale”.
Si vorrebbe attingere l’opera d’arte direttamente, nel suo aspetto fisico originario, senza mediazioni.
Donde, in musica, l’antipatia di principio per la traduzione e trascrizione.
E il sospetto verso l’interprete, questa figura a cui le estetiche idealistiche non sono mai riuscite a dare personalità giuridica.
È in base a questa mentalità, per esempio, che ci siamo avvezzati a eseguire
Wagner solo in tedesco e così Schubert e Schumann, e la lirica da camera dei russi in russo, senza avvertire che i testi rispettivi, per coloro che non conoscono quelle lingue, non rimangono affatto quelli “originali”, bensì vengono semplicemente soppressi»: così scriveva Fedele D’Amico nel 1960 in difesa delle “traduzioni ritmiche” nell’opera (e non solo).
Una vera e propria battaglia culturale la sua, che porta con sé questioni ancora oggi fondamentali (almeno per chi non si rassegna al triste sistema dell’opera-museo), di cui le polemiche intorno ai sopratitoli nei teatri lirici
sono un evidente surrogato.
D’altra parte, sottolinea sempre D’Amico (nel 1955), «canto non vuol
dir soltanto note, vuol dir parole, ritmo di suoni verbali e di frasi».
Capire (bene) quello che si canta è o dovrebbe essere presupposto di ogni canora interpretazione.
Sicché «la pratica delle traduzioni obbedisce a esigenze molto ragionevoli.
Fra cui quella di fornire agli esecutori la possibilità di un’espressione naturale e immediata, senza la quale non si dà né arte né canto».
Insomma, riprendendo l’articolo del 1960, non bisogna dimenticare «che l’opera d’arte non è un prodotto materiale, di cui si possa fruire come della penicillina, custodendola pura in una provetta e poi iniettandola nei glutei.
È l’apertura di un processo, che si realizza attraverso un’attività sempre
nuova».
Un processo che coinvolge tanto l’interprete quanto il pubblico, che talora deve intendere il testo parola per parola.
«E questo è il caso» - torna ancora alla carica D’Amico nel 1971 - «del
Pierrot lunaire, in cui le parole quasi fronteggiano la musica, con un loro peso semanticamente
autonomo.
Naturalmente ci si obbietta la faccenda dei valori fonici.
Estromettere dal Pierrot il suono della lingua tedesca pare sacrilego.
Eppure Schönberg stesso ne patrocinò una versione
inglese, e basterebbe».
Certo, la «faccenda dei valori fonici», a partire da quelli accentuativi, è
molto più complessa di quanto non pretenda D’Amico.
Tra le parole e la musica capita che si crei
un rapporto a doppio filo e che alcuni compositori sentano la traduzione, a differenza di
Schönberg, come una violenza fatta alla loro musica.
Si veda per esempio il fastidio di Gounod per la traduzione italiana della celebre cavatina di Faust, apparentemente fedele:
«Salut, demeure chaste et pure»
=
«Salve, o casta e pia dimora».
Secondo lui,
«l’accento espansivo che scoppia
come un razzo su “casta” distrugge tutto il mistero, tutto il pudore della mia armonia».
Le parole
non sono un vestito che la musica può cambiare, senza controindicazioni, alla bisogna.
E non v’è
dubbio che vi siano autori - tipo Debussy e Janácek - la cui attenzione al significante rende anche
la migliore traduzione inevitabilmente traditrice: si tratta però di eccezioni.
Inoltre, sono
innumerevoli le traduzioni ritmiche del passato che hanno reso un pessimo servizio alle opere che
pure hanno reso più accessibili.
E, in ogni caso, «Elle ne m’aime pas» non sarà mai
perfettamente uguale a «Ella giammai m’amò».
Ma se vogliamo un teatro d’opera più credibile,
se non vogliamo dei cantanti cui perdonare perché non sanno quello che cantano, non sarebbe
forse il caso di affiancare a una Walküre in “versione originale” anche qualche Valchiria in una
(buona) traduzione ritmica così da restituire immediatezza e vivacità a uno spettacolo troppo
spesso imbalsamato, se non incomprensibile?
Chi si ricorda che Toscanini dirigeva Wagner in
italiano a New York e che da Giuseppe Borgatti a Nazzareno De Angelis, da Cesira Ferrani alla
Callas esisteva un notevolissimo Wagner “in italiano” (non solo in senso linguistico ma anche
drammaturgico)?
E, per tornare ai nostri tempi, chi ha dimenticato il Barbablù di Offenbach a
Bologna (1994), la cui ottima traduzione di Gioacchino Lanza Tomasi, sposata alla regia di
Lorenzo Mariani e alla direzione musicale di Peter Maag, è riuscita a restituire l’esuberante
irriverenza e il vero senso di un’operetta che è un capolavoro?
Solo se si considera l’opera un
reperto museale intoccabile, sottratto al «processo» di cui parla D’Amico, il problema della
traduzione diventa anacronistico, superato dai tempi.
Tradurre non è (necessariamente) un
compromesso, può essere un’operazione simile alla regia moderna che, quando fatta con
intelligenza, riannoda i fili fra l’hic et nunc del fruitore e la storia dello spettacolo che si fa rivivere.
E
d’altra parte il testo operistico è più facilmente snaturato da una regia radicale (magari
apprezzatissima dalla critica) che da una traduzione (foss’anche modesta).
"Salve, o casta e pia dimora"
Speranza
L’italiano e le altre lingue
Vista la nascita italiana del genere operistico, la nostra lingua diventa la lingua della musica, tant’è vero che nel Borghese Gentiluomo di Molière, in cui i personaggi stranieri vengono stereotipati, gli italiani cantano.
Sebbene questo primato venga incrinato alla fine del Settecento da compositori e librettisti di lingua tedesca, l’italiano continua a restare in auge.
Il librettista italiano di Mozart, Da Ponte, sosteneva l’assoluto primato della propria lingua sulle altre nel coniugarsi con la musica del maestro.
Sulla stessa lunghezza d’onda del librettista di Treviso era sintonizzato il tedesco Händel che, nel 1710, rappresentava, a Londra, davanti a un pubblico assolutamente anglofono, il "Rinaldo" e altre sue opere che egli stesso, in collaborazione con il suo librettista, scrisse in italiano.
Contrario a tale posizione, il parigino Gounod che era fermamente convinto dell’impossibilità di tradurre le sue opere se non a costo di distruggerne l’essenza.
Nel 1861, egli s’innervosì particolarmente quando sentì cantare la celebre cavatina del suo "Fausto" in una traduzione ritmica italiana apparentemente molto fedele all’originale francese."
“Salve, o casta e pia dimora” . (A. de L.)
Secondo Gounod, l’accento espansivo
“scoppia come un razzo
su ‘CASTA’ distruggendo
così tutto il mistero,
tutto il pudore
della mia armonia”
------------ (Sablich 2002a).
Ma dovette rassegnarsi all’idea che il francese non poteva, ancora, competere con l’italiano.
Addirittura, nei primi del Novecento, si arrivò all’estremizzazione di questo ‘pan-italianismo’.
Una delle vittime più eccellenti fu la "Carmen" di Bizet rappresentata in tutto il mondo e per più di vent’anni nella versione ritmica italiana ad assoluto detrimento dell’originale francese.
Altri grandi maestri dell’opera ottocentesca che appoggiavano la traduzione del libretto nella lingua del pubblico indipendentemente dalla musicalità della stessa.
Furono, su tutti, Wagner e Scönberg.
Il primo, in una celebre lettera di risposta a un suo ammiratore inglese, scriveva che soltanto in versione ritmica inglese le sue opere sarebbero state pienamente capite e apprezzate da un pubblico anglofono.
Pertanto si augurava che, almeno alla Royal Opera House di Londra, le sue opere si rappresentassero in versione tradotta.
Schönberg, addirittura, patrocinò una versione inglese del suo "Pierrot lunaire" malgrado quanto dirà poi, nel 1974, D’Amico, vale a dire che “estromettere dal Pierrot il suono della lingua tedesca pare sacrilego”.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’egemonia dell’italiano sulle altre lingue viene meno e si passa piano piano alla situazione attuale.
L’italiano e le altre lingue
Vista la nascita italiana del genere operistico, la nostra lingua diventa la lingua della musica, tant’è vero che nel Borghese Gentiluomo di Molière, in cui i personaggi stranieri vengono stereotipati, gli italiani cantano.
Sebbene questo primato venga incrinato alla fine del Settecento da compositori e librettisti di lingua tedesca, l’italiano continua a restare in auge.
Il librettista italiano di Mozart, Da Ponte, sosteneva l’assoluto primato della propria lingua sulle altre nel coniugarsi con la musica del maestro.
Sulla stessa lunghezza d’onda del librettista di Treviso era sintonizzato il tedesco Händel che, nel 1710, rappresentava, a Londra, davanti a un pubblico assolutamente anglofono, il "Rinaldo" e altre sue opere che egli stesso, in collaborazione con il suo librettista, scrisse in italiano.
Contrario a tale posizione, il parigino Gounod che era fermamente convinto dell’impossibilità di tradurre le sue opere se non a costo di distruggerne l’essenza.
Nel 1861, egli s’innervosì particolarmente quando sentì cantare la celebre cavatina del suo "Fausto" in una traduzione ritmica italiana apparentemente molto fedele all’originale francese."
“Salve, o casta e pia dimora” . (A. de L.)
Secondo Gounod, l’accento espansivo
“scoppia come un razzo
su ‘CASTA’ distruggendo
così tutto il mistero,
tutto il pudore
della mia armonia”
------------ (Sablich 2002a).
Ma dovette rassegnarsi all’idea che il francese non poteva, ancora, competere con l’italiano.
Addirittura, nei primi del Novecento, si arrivò all’estremizzazione di questo ‘pan-italianismo’.
Una delle vittime più eccellenti fu la "Carmen" di Bizet rappresentata in tutto il mondo e per più di vent’anni nella versione ritmica italiana ad assoluto detrimento dell’originale francese.
Altri grandi maestri dell’opera ottocentesca che appoggiavano la traduzione del libretto nella lingua del pubblico indipendentemente dalla musicalità della stessa.
Furono, su tutti, Wagner e Scönberg.
Il primo, in una celebre lettera di risposta a un suo ammiratore inglese, scriveva che soltanto in versione ritmica inglese le sue opere sarebbero state pienamente capite e apprezzate da un pubblico anglofono.
Pertanto si augurava che, almeno alla Royal Opera House di Londra, le sue opere si rappresentassero in versione tradotta.
Schönberg, addirittura, patrocinò una versione inglese del suo "Pierrot lunaire" malgrado quanto dirà poi, nel 1974, D’Amico, vale a dire che “estromettere dal Pierrot il suono della lingua tedesca pare sacrilego”.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’egemonia dell’italiano sulle altre lingue viene meno e si passa piano piano alla situazione attuale.
"Salve, o casta e pia dimora"
Speranza
Gounod, "Faust" -- tr. A. de L.
SCENA IV.
Fausto solo.
Recitativo
Quale nel cor mi sento ---- a
arcano turbamento --------- a
Oh Margherita ------------------------- b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita --- b
CAVATINA
Salve, o casta e pia dimora,
Di colei che m'innamora,
Salve, ostel, che a me la celi
Il suo cor tu mi riveli.
Quante dovizie in questa povertà,
In quest' asil quanta felicità!
O bei lochi, bei lari
ivi leggiadra e bella
Ella aggirarsi suol
Ivi gentile e snella
Ella percorre il suol
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine,
Quivi rivolger suole
Le luci sue divine
Quell'angelo d'amor
Che m' accendeva il cor.
Gounod, "Faust" -- tr. A. de L.
SCENA IV.
Fausto solo.
Recitativo
Quale nel cor mi sento ---- a
arcano turbamento --------- a
Oh Margherita ------------------------- b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita --- b
CAVATINA
Salve, o casta e pia dimora,
Di colei che m'innamora,
Salve, ostel, che a me la celi
Il suo cor tu mi riveli.
Quante dovizie in questa povertà,
In quest' asil quanta felicità!
O bei lochi, bei lari
ivi leggiadra e bella
Ella aggirarsi suol
Ivi gentile e snella
Ella percorre il suol
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine,
Quivi rivolger suole
Le luci sue divine
Quell'angelo d'amor
Che m' accendeva il cor.
"Salve, o casta a pia dimora"
Speranza
FAUSTO.
Recitativo:
Quale nel cor mi sento ------------------ a
arcano turbamento ----------------------- a
Oh! Margherita -------------------------- b
A' diedi tuoi vorrei passar la vita ----- b
CAVATINA
salve, o casta e pia dimora --------- a
di colei che m'innamora ------------- a
Salve, ostel che a me la celi ------- b
il suo cor tu mi riveli ------------- b
quante dovizie in questa povertà ---- c
in quest'asìl quanta felicità! ------ c
(B)
o bei lochi, bei lari
ivi leggiadra e bella --------------- a
ella aggirarsi suol ----------------- b
ivi gentile e snella ---------------- a
ella percorre il suol --------------- b
qui la baciava il sole -------------- c
e le dorava il crine ---------------- d
quivi rivolger suole ---------------- c
le vaghe luci alfine ---------------- d
quell'astro dell'amor --------------- e
che m' accendeva il cor ------------- e
FAUSTO.
Recitativo:
Quale nel cor mi sento ------------------ a
arcano turbamento ----------------------- a
Oh! Margherita -------------------------- b
A' diedi tuoi vorrei passar la vita ----- b
CAVATINA
salve, o casta e pia dimora --------- a
di colei che m'innamora ------------- a
Salve, ostel che a me la celi ------- b
il suo cor tu mi riveli ------------- b
quante dovizie in questa povertà ---- c
in quest'asìl quanta felicità! ------ c
(B)
o bei lochi, bei lari
ivi leggiadra e bella --------------- a
ella aggirarsi suol ----------------- b
ivi gentile e snella ---------------- a
ella percorre il suol --------------- b
qui la baciava il sole -------------- c
e le dorava il crine ---------------- d
quivi rivolger suole ---------------- c
le vaghe luci alfine ---------------- d
quell'astro dell'amor --------------- e
che m' accendeva il cor ------------- e
"Salve, o casta e pia dimora"
Speranza
Faust: dramma lirico in cinque atti
Jules Barbier, Charles Gounod, Michel Carré - 1925 -
Salve, o casta e pia dimora ------ a
Di colei che m'innamora, --------- a
Salve, oetel che a me la celi ---- b
Il suo cor tu mi riveli. --------- b
Quante dovizie in questa povertà - c
In quest'asil quanta felicità ---- c
o bei lochi, be lari
Ivi leggiadra e bella
Ella aggirarsi suol
Ivi gentile e ...
Faust: dramma lirico in cinque atti
Jules Barbier, Charles Gounod, Michel Carré - 1925 -
Salve, o casta e pia dimora ------ a
Di colei che m'innamora, --------- a
Salve, oetel che a me la celi ---- b
Il suo cor tu mi riveli. --------- b
Quante dovizie in questa povertà - c
In quest'asil quanta felicità ---- c
o bei lochi, be lari
Ivi leggiadra e bella
Ella aggirarsi suol
Ivi gentile e ...
"Salve, o casta e pia dimora"
Speranza
Tr. A. de L.
Gounod. Fausto.
SCENA IV.
Fausto solo.
recit.
Quale nel cor mi sento ------------------- a
arcano turbamento.---------------------- a
Oh Margherita, --------------------------- b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita.------- b
CAVATINA.
(A)
Salve, o casta e pia dimora ------------- a
Di colei che in'innamora ------------------ a
Salve, oslel, che a me la celi ------------ b
Il suo cor tu mi riveli. ---------------------b
quante dovizie in questa povertà ------ c
in quest'asil quanta felicità -------------- c
(B)
o bei lochi
be lari
ivi leggiadra e bella ----------------- a
ella aggirarsi suol ------------------- b
ivi gentile e snella ------------------ a
ella percorre il suol ----------------- b
qui la baciava il sole ---------------- c
e le dorava il crine, ----------------- d
quivi rivolger suole ----------------- c
le luci sue divine -------------------- d
quell'angelo d'amor ----------------- e
che m'accendeva il cor --------------- e
.
Tr. A. de L.
Gounod. Fausto.
SCENA IV.
Fausto solo.
recit.
Quale nel cor mi sento ------------------- a
arcano turbamento.---------------------- a
Oh Margherita, --------------------------- b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita.------- b
CAVATINA.
(A)
Salve, o casta e pia dimora ------------- a
Di colei che in'innamora ------------------ a
Salve, oslel, che a me la celi ------------ b
Il suo cor tu mi riveli. ---------------------b
quante dovizie in questa povertà ------ c
in quest'asil quanta felicità -------------- c
(B)
o bei lochi
be lari
ivi leggiadra e bella ----------------- a
ella aggirarsi suol ------------------- b
ivi gentile e snella ------------------ a
ella percorre il suol ----------------- b
qui la baciava il sole ---------------- c
e le dorava il crine, ----------------- d
quivi rivolger suole ----------------- c
le luci sue divine -------------------- d
quell'angelo d'amor ----------------- e
che m'accendeva il cor --------------- e
.
Speranza
Gounod. Fausto.
SCENA IV.
Fausto solo.
recit.
Quale nel cor mi sento ---------------- a
arcano turbamento.--------------------- a
Oh Margherita, ------------------------ b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita.--- b
CAVATINA.
Salve, o casta e pia dimora ----------- a
Di colei che in'innamora -------------- a
Salve, oslel, che a me la celi; ------- b
Il suo cor tu mi riveli. -------------- b
quante dovizie in questa povertà, ----- c
in quest'asil quanta felicità --------- c
(B)
ivi leggiadra e bella ----------------- a
Ella aggirarsi suol; ------------------ b
Ivi gentile e snella ------------------ a
Ella percorre il suol; ---------------- b
Qui la baciava il sole ---------------- c
E le dorava il crine, ----------------- d
quivi rivolger suole ----------------- c
le luci sue divine -------------------- d
quell'angelo d'amor, ------------------ e
che m'accendeva il cor. --------------- e
Gounod. Fausto.
SCENA IV.
Fausto solo.
recit.
Quale nel cor mi sento ---------------- a
arcano turbamento.--------------------- a
Oh Margherita, ------------------------ b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita.--- b
CAVATINA.
Salve, o casta e pia dimora ----------- a
Di colei che in'innamora -------------- a
Salve, oslel, che a me la celi; ------- b
Il suo cor tu mi riveli. -------------- b
quante dovizie in questa povertà, ----- c
in quest'asil quanta felicità --------- c
(B)
ivi leggiadra e bella ----------------- a
Ella aggirarsi suol; ------------------ b
Ivi gentile e snella ------------------ a
Ella percorre il suol; ---------------- b
Qui la baciava il sole ---------------- c
E le dorava il crine, ----------------- d
quivi rivolger suole ----------------- c
le luci sue divine -------------------- d
quell'angelo d'amor, ------------------ e
che m'accendeva il cor. --------------- e
"Salve, o casta e pia dimora"
Speranza
Gounod. Fausto.
SCENA IV.
Fausto solo.
recit.
Quale nel cor mi sento ---------------- a
arcano turbamento.--------------------- a
Oh Margherita, ------------------------ b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita.--- b
CAVATINA.
Salve, o casta e pia dimora,
Di colei che in' innamora,
Salve, oslel, che a me la celi; .
Il suo cor tu mi riveli.
Quante dovizie in questa povertà,
in quest'asil quanta felicità!
Ivi leggiadra e bella
Ella aggirarsi suol;
Ivi gentile e snella
Ella percorre il suol;
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine,
Quivi rivolger suole
Le luci sue divine
Quell'angelo d'amor,
Che m'accendeva il cor.
Gounod. Fausto.
SCENA IV.
Fausto solo.
recit.
Quale nel cor mi sento ---------------- a
arcano turbamento.--------------------- a
Oh Margherita, ------------------------ b
A' piedi tuoi vorrei passar la vita.--- b
CAVATINA.
Salve, o casta e pia dimora,
Di colei che in' innamora,
Salve, oslel, che a me la celi; .
Il suo cor tu mi riveli.
Quante dovizie in questa povertà,
in quest'asil quanta felicità!
Ivi leggiadra e bella
Ella aggirarsi suol;
Ivi gentile e snella
Ella percorre il suol;
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine,
Quivi rivolger suole
Le luci sue divine
Quell'angelo d'amor,
Che m'accendeva il cor.
Analysis of Gigli's recording, "Salve, dimora casta e pura"
Speranza
Key.
Recitativo:
Qual turbamento in cor mi sento - - - - - - - - quel trouble inconnu me pénètre
sento d'amor ardere il core - - - - - - - - - - je sens l'amour s'emparer de mon être
О, Margherita! - - - - - - - - - - - - - - - - O Marguerite
al tuo piè vo' morir. - - - - - - - - - - - - - à tes pieds me voici
CAVATINA:
Salve! - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - salut
dimora casta e pura, - - - - - - - - - - - - - - demeure chaste et pure,
Salve! - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - salut
dimora casta e pura - - - - - - - - - - - - - - - demeure chaste et pure,
che a me rivela la gentil fanciulla - - - - - - - où se devine la présence
chè al guardo mio ti cela. - - - - - - - - - - - d'une âme innocente et devine.
Quanta dovizia in questa povertà, - - - - - - - - que de richesse en cette pauvreté
in quest'asil quanta felicità! - - - - - - - - - en ce réduit que de félicité
Quanta dovizia, - - - - - - - - - - - - - - - - - que de richesse
Quanta dovizia in questa povertà! - - - - - - - - que de richesse
In quest'asil quanta felicità. - - - - - - - - - - en ce reduit que de felicite.
-----
(B)
o bei lochi-----------------------------o nature
bei lari ove leggiadra e bella. ---------- c'est là que tu la fis si belle
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella - - - c'est là que cette enfant à grandi
ella percorre il suol. -------------------sous ton aile
Quì la baciava il sole -------------------a dormi sous tes yeux.
e le dorava il crine, - ----------------là que, de ton haleine enveloppant son âme,
su voi rivolger suol - - - - - - - - - - -
le luci sue divine, - - - - - - - - - - - tu fis avec amour épanouir la fêmme
quell'angelo del ciel. --------------------en cet ange des cieux.
Sì qua, sì, si qua.
----
(A2)
Salve, - - - - - - - - -
dimora casta e pura - - - -
salve, - - - - - - - -
dimora casta e pura - - - -
che a me rivela la gentil fanciulla
che al guardo mio ti cela.
---
salve! - - - - - -
salve! - - - - - -
dimora casta e pura. - - - - - -
che a me rivela la fanciulla - - - - - -
che al guardo, al guardo mio mi cela.
Key.
Recitativo:
Qual turbamento in cor mi sento - - - - - - - - quel trouble inconnu me pénètre
sento d'amor ardere il core - - - - - - - - - - je sens l'amour s'emparer de mon être
О, Margherita! - - - - - - - - - - - - - - - - O Marguerite
al tuo piè vo' morir. - - - - - - - - - - - - - à tes pieds me voici
CAVATINA:
Salve! - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - salut
dimora casta e pura, - - - - - - - - - - - - - - demeure chaste et pure,
Salve! - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - salut
dimora casta e pura - - - - - - - - - - - - - - - demeure chaste et pure,
che a me rivela la gentil fanciulla - - - - - - - où se devine la présence
chè al guardo mio ti cela. - - - - - - - - - - - d'une âme innocente et devine.
Quanta dovizia in questa povertà, - - - - - - - - que de richesse en cette pauvreté
in quest'asil quanta felicità! - - - - - - - - - en ce réduit que de félicité
Quanta dovizia, - - - - - - - - - - - - - - - - - que de richesse
Quanta dovizia in questa povertà! - - - - - - - - que de richesse
In quest'asil quanta felicità. - - - - - - - - - - en ce reduit que de felicite.
-----
(B)
o bei lochi-----------------------------o nature
bei lari ove leggiadra e bella. ---------- c'est là que tu la fis si belle
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella - - - c'est là que cette enfant à grandi
ella percorre il suol. -------------------sous ton aile
Quì la baciava il sole -------------------a dormi sous tes yeux.
e le dorava il crine, - ----------------là que, de ton haleine enveloppant son âme,
su voi rivolger suol - - - - - - - - - - -
le luci sue divine, - - - - - - - - - - - tu fis avec amour épanouir la fêmme
quell'angelo del ciel. --------------------en cet ange des cieux.
Sì qua, sì, si qua.
----
(A2)
Salve, - - - - - - - - -
dimora casta e pura - - - -
salve, - - - - - - - -
dimora casta e pura - - - -
che a me rivela la gentil fanciulla
che al guardo mio ti cela.
---
salve! - - - - - -
salve! - - - - - -
dimora casta e pura. - - - - - -
che a me rivela la fanciulla - - - - - -
che al guardo, al guardo mio mi cela.
"Salve, dimora casta e pura"
Speranza
Dwight's journal of music, a paper of art and literature: Volumes 39-40
books.google.comJohn Sullivan Dwight - 1880 - Snippet view
Finally, the aria of Faust: "Salve, dimora casta e pura," though inferior to the melody of Berlioz, breathes the calmness and the peace of the virginal sanctuary
Charles Gounod: his life and his works
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Marie Anne de Bovet, Charles Gounod - 1891 - 244 pages - Snippet view
In the cavatina, " Salve dimora casta e pura," the critic praises the discreet and delicate accompaniment, but the vocal part seems to him vague and hovering between mdopee and melody, " A constant fault in M. Gounod," he adds.
Enrico Caruso: a biography
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Pierre Van Rensselaer Key, Bruno Zirato, Pierre Van Rensselaer Key - 1972 - 455 pages - Snippet view
After the Salve Dimora Casta e Pura romanza of the third act his name was on many a tongue. At the close of the opera the impresario offered him a four weeks ' engagement for the approaching autumn, at the same theater. ...
Frank Leslie's popular monthly: Volume 39
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Frank Leslie - 1895 - Snippet view
Salve dimora, casta e pura,' sang Fauxt, and .13 my ear drank in those mellow strains my eyes irere fixed upon my lady of the diamond. " Slowly, with her lorgnette, she swept tho cir- above her ; slowly she lowered it, but not be- i'e I ...
The Musical quarterly: Volume 12; Volume 12
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Oscar George Theodore Sonneck, Oscar George Theodore Sonneck - 1926 - Snippet view
"Salve dimora casta e pura": a bunch of radishes fell at Signor B's feet. The same phrase repeated: B. dodged a well- aimed tomato. "Che mi rivela la fanciulla": a head of lettuce was the offering. "Che al guardo mio," etc. ...
Donahoe's magazine: Volume 31; Volume 31
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1894 - Snippet view
Salve dimora casta e pura 1 Che a me riveli la fanciul — 1 — l — I — l " Back went the miscreant's head and up went his mustache as he struck the high C so much talked about. Why, it was maddening ! I could stand the thing no longer. ...
Punch: Volume 174; Volume 174
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Mark Lemon, Henry Mayhew, Tom Taylor - 1928 - Snippet view
... During his residence at Sorrento When composing La, Fifjlia del Pcyyi- mcnto ; ROSSINI wrote " Di Tanti Palpiti " under the influence of Chianti ; But GOUNOD refreshed himself with Angostura When writing "Salve, dimora casta e pura. ...
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Stanley Jackson, Stanley Jackson - 1972 - 302 pages - Snippet view
By the time Caruso reached the ringing apostrophe in Act Three, 'Salve dimora casta e pura', the theatre was already buzzing. When the curtain fell with the Easter hymn he felt that, like Marguerite, he was being borne up ...
Caruso
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Riccardo Vaccaro, Riccardo Vaccaro - 1995 - 466 pages - Snippet view
Faust Salve! dimora casta e pura, dove si sente La presenza di un'anima innocente e divina! ... Salve, dimora casta e pura, ecc. 52. Di quella pira da " Il Trovatore" di Giuseppe Verdi (1813-1901) Domenica 11 febbraio 1906: Data ...
American and Italian cantatrici; or, A year at the singing schools ... - Page 164
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Lucius (pseud.) - 1867 - 344 pages - Full view
The piece for his display was the " Salve Dimora casta e pura," from Gounod's " Faust," and fro m the first bars of the chaste recitative to the impassioned ending of the air was most magnificently sung ; the breadth of style, power, ...
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Catalog of copyright entries: Part 3, Volume 8, Issue 2
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Library of Congress. Copyright Office - 1913 - Snippet view
What is it that charms me (Qual turbamento In ear mi sento) : recit [and] All hall, thou dwelling (Salve! dimora casta e pura) : aria from Faust, by Ch. Gounod, English version by Henry F. Chorley. edited by Edgardo Lfivl; ...
Miscellanea: Volume 248
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1911 - Snippet view
... entre casta e pura et chaste et pure conduirait indubitablement à ce résultat que les mot* italiens avec leurs voyelles claires sont dans un rapport plus Dimora casta e pura qui est une traduction fidèle du texte français: Salut, ...
Studi musicali: Volume 1; Volume 1
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Accademia di Santa Cecilia, Accademia di Santa Cecilia - 1972 - Snippet view
Come potesse avvenire simile traduzione sotto il riguardo della vocalità fu per esempio descritto da Gounod dopo avere udito cantare in italiano la romanza « Salve dimora casta e pura » dal suo Faust. « Cet accent expansif qui éclate ...
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Storia del teatro moderno e contemporaneo: Il grande teatro ...: Volume 2
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Roberto Alonge, Guido Davico Bonino - 2000 - 1248 pages - Snippet view
... a proposito della famosa cavatina di Faust « Salut de- meure chaste et pure» («Salve dimora casta e pura») faceva notare a una cantante italiana la [menomazione] derivante dalla [terribile] chiarezza della parola «casta», ...
Romanzi e racconti: Volume 2
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Gaetano Carlo Chelli, Laura Oliva - 2007 - 1383 pages - Snippet view
... e disperati compagni, lei Ercole ha creduto d'imbattersi in una educanda; e non certo, quando le ho indicata la mia casa, questa le è parsa la dimora casta e pura di Margherita prima che l'amore di Fausto la contaminasse. ...
Enciclopedia dello spettacolo: Volume 2; Volume 2
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Silvio D'Amico, Silvio D'Amico - 1975 - Snippet view
E ancora, sulla trad. di « demeure chaste et pure» (dal Faust) in «dimora casta e pura»: « Cet accent expansif qui celate comme une fusée sur cast détruit tout le mystère, toute la pudeur de mon harmonie! Ce terrible casta fait trop de ...
Storia amara del socialismo italiano
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Renato Marmiroli, Renato Marmiroli - 1964 - 533 pages - Snippet view
... e nervi tesi — per attendere il tenore al varco del do della Pira verdiana o del Salve dimora casta e pura gounodiano, chiamava grandi folle ad ascoltarlo, anche della borghesia, alle quali spezzava il pane della scienza positiva. ...
--- fantasia sopra la cavatina Salve, dimora casta e pura.
---Le ciarle Bolognesi - Page 80
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Franco Mistrali - 1869 - Full view
Anche la romanza deliziosa di Faust va cantata meno in fretta, e il Vicentelli farà bene a ricordarsi che la « Dimora casta e pura » è alla sua sinistra e non rimpetto a lui
Comptes-rendus de l'Athénée louisianais
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Athénée louisianais (New Orleans, La.) - 1891 - Snippet view
... et on a mis: Dimora casta e pura ! Les mots mêmes, les mots traducteurs, ne peuvent pas être plus exacts, plus fidèles ; mais le son de ces mots m'a trahi. Casta est le contraire de chaste. Cet accent expansif qui éclate comme une ...
L'art de dire les vers, suivi d'une étude et d'une conférence sur ...
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Léon Brémont - 1903 - 342 pages - Snippet view
Dans l'Art de la lecture, E. Legouvé consacre quelques pages charmantes à ces idées du grand musicien qui mettait en parallèle ces deux phrases : Salut, demeure chaste et pure et: Dimora casta e pura. ou qui montrait que dans ce vers ...
Le̓xpression des émotions & des tendances dans le langage
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B. Bourdon - 1892 - 374 pages - Snippet view
Gounod, raconte Guyau1, remarque que dans la sonorité des mots Salve, dimora casta e pura, par lesquels on a traduit en italien : Salut, demeure chaste et pure, la douceur profonde de sa musique disparait. B. de Fouquières, à maintes ...
Archiv für das Studium der neueren Sprachen und Literaturen: Volumes 150-151
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Berliner Gesellschaft für das Studium der neueren Sprachen - 1926 - Snippet view
... devient: Salve, dimora casta e pura ...' et Gounod remarque que 'dans cette sonorité italienne la douceur profonde de sa musique disparaît'. Cette remarque de Gounod montre que chaque voyelle a son caractère esthétique particulier. ...
Contribution á l'histoire de la "querelle des Bouffons": guerre de ...
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Louisette Eugénie Reichenburg - 1937 - 136 pages - Snippet view
On l'a traduit en italien et on a mis : Dimora casta e pura. « Les mots mêmes, les mots traducteurs, ne peuvent pas « être plus exacts, plus fidèles ; mais le son de ces mots m'a « trahi. Casta est le contraire de chaste. ...
Historia del teatro en Buenos Aires
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Mariano G. Bosch - 1910 - 518 pages - Snippet view
La noche de su debut, ese público terrible é inhumano del Politeama, le hizo fallar un do agudo, en un bis que insistentemente le pidió en el salve dimora casta e pura, del 2.° acto de Fausto, con que debutó, i que el pobre joven tuvo ...
L'art de dire les vers
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Léon Brémont - 1924 - 266 pages - Snippet view
Le grand musicien opposait : Salut demeure chaste et pure ! à : Dimora casta e pura ! et il montrait que, dans ce vers : Mais la nature est là qui t'invite et qui t'aime (1) la demi-teinte de ces mots qui t'aime donnait à la phrase une ...
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Programme of the Saturday concert
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Crystal Palace, Sydenham - 1876 - Snippet view
Salve ! dimora casta e pura ! Che a me riveli la gentil fanciulla Chk al guardo mio la celi ! Quanto dovizia in questa proverta ! In quest' asil quanta felicita ! • My authority for this is Lobe, Lehrbuch d. mus. /Com/, iii. 419.
The Saturday review of politics, literature, science and art: Volume 15
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John Douglas Cook, Philip Harwood, Walter Herries Pollock - 1863 - Snippet view
The gem, nowever, of this act, and indeed of the opera, is the tenor air for Faust, " Salve dimora casta e pura," in the favourite tenor key of A flat The melody of this lovely song is pure and smooth, recalling Mozart without a trace ...
Verde e altri scritti
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Riccardo Ricciardi, Vittorio Dini - 1994 - 111 pages - Snippet view
eccede e ricordo alcuni baritoni nel Re di Labore slargare bruttamente all' infinito la parola mio nell'arioso «O casto fior del mio pensier» e nel Faust, molti tenori accentare nella romanza: «Salve dimora casta e pura» il ca di casta
Forme e generi della musica: una guida per i non esperti
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Piero Rattalino - 2001 - 346 pages - Snippet view
... fra gli innumerevoli esempi di canzone tripartita ho scelto la Cavatina del tenore nel Faust di Gounod, «Salut, demeure chaste et pure», che per comodità di esposizione spiegherò sul testo italiano, «Salve, dimora casta e pura». ...
Dwight's journal of music, a paper of art and literature: Volumes 39-40
books.google.comJohn Sullivan Dwight - 1880 - Snippet view
Finally, the aria of Faust: "Salve, dimora casta e pura," though inferior to the melody of Berlioz, breathes the calmness and the peace of the virginal sanctuary
Charles Gounod: his life and his works
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In the cavatina, " Salve dimora casta e pura," the critic praises the discreet and delicate accompaniment, but the vocal part seems to him vague and hovering between mdopee and melody, " A constant fault in M. Gounod," he adds.
Enrico Caruso: a biography
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The Musical quarterly: Volume 12; Volume 12
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Donahoe's magazine: Volume 31; Volume 31
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Salve dimora casta e pura 1 Che a me riveli la fanciul — 1 — l — I — l " Back went the miscreant's head and up went his mustache as he struck the high C so much talked about. Why, it was maddening ! I could stand the thing no longer. ...
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By the time Caruso reached the ringing apostrophe in Act Three, 'Salve dimora casta e pura', the theatre was already buzzing. When the curtain fell with the Easter hymn he felt that, like Marguerite, he was being borne up ...
Caruso
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Riccardo Vaccaro, Riccardo Vaccaro - 1995 - 466 pages - Snippet view
Faust Salve! dimora casta e pura, dove si sente La presenza di un'anima innocente e divina! ... Salve, dimora casta e pura, ecc. 52. Di quella pira da " Il Trovatore" di Giuseppe Verdi (1813-1901) Domenica 11 febbraio 1906: Data ...
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Lucius (pseud.) - 1867 - 344 pages - Full view
The piece for his display was the " Salve Dimora casta e pura," from Gounod's " Faust," and fro m the first bars of the chaste recitative to the impassioned ending of the air was most magnificently sung ; the breadth of style, power, ...
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... entre casta e pura et chaste et pure conduirait indubitablement à ce résultat que les mot* italiens avec leurs voyelles claires sont dans un rapport plus Dimora casta e pura qui est une traduction fidèle du texte français: Salut, ...
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... a proposito della famosa cavatina di Faust « Salut de- meure chaste et pure» («Salve dimora casta e pura») faceva notare a una cantante italiana la [menomazione] derivante dalla [terribile] chiarezza della parola «casta», ...
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... e disperati compagni, lei Ercole ha creduto d'imbattersi in una educanda; e non certo, quando le ho indicata la mia casa, questa le è parsa la dimora casta e pura di Margherita prima che l'amore di Fausto la contaminasse. ...
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Anche la romanza deliziosa di Faust va cantata meno in fretta, e il Vicentelli farà bene a ricordarsi che la « Dimora casta e pura » è alla sua sinistra e non rimpetto a lui
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... et on a mis: Dimora casta e pura ! Les mots mêmes, les mots traducteurs, ne peuvent pas être plus exacts, plus fidèles ; mais le son de ces mots m'a trahi. Casta est le contraire de chaste. Cet accent expansif qui éclate comme une ...
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Dans l'Art de la lecture, E. Legouvé consacre quelques pages charmantes à ces idées du grand musicien qui mettait en parallèle ces deux phrases : Salut, demeure chaste et pure et: Dimora casta e pura. ou qui montrait que dans ce vers ...
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Gounod, raconte Guyau1, remarque que dans la sonorité des mots Salve, dimora casta e pura, par lesquels on a traduit en italien : Salut, demeure chaste et pure, la douceur profonde de sa musique disparait. B. de Fouquières, à maintes ...
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... devient: Salve, dimora casta e pura ...' et Gounod remarque que 'dans cette sonorité italienne la douceur profonde de sa musique disparaît'. Cette remarque de Gounod montre que chaque voyelle a son caractère esthétique particulier. ...
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Léon Brémont - 1924 - 266 pages - Snippet view
Le grand musicien opposait : Salut demeure chaste et pure ! à : Dimora casta e pura ! et il montrait que, dans ce vers : Mais la nature est là qui t'invite et qui t'aime (1) la demi-teinte de ces mots qui t'aime donnait à la phrase une ...
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Salve ! dimora casta e pura ! Che a me riveli la gentil fanciulla Chk al guardo mio la celi ! Quanto dovizia in questa proverta ! In quest' asil quanta felicita ! • My authority for this is Lobe, Lehrbuch d. mus. /Com/, iii. 419.
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The gem, nowever, of this act, and indeed of the opera, is the tenor air for Faust, " Salve dimora casta e pura," in the favourite tenor key of A flat The melody of this lovely song is pure and smooth, recalling Mozart without a trace ...
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Riccardo Ricciardi, Vittorio Dini - 1994 - 111 pages - Snippet view
eccede e ricordo alcuni baritoni nel Re di Labore slargare bruttamente all' infinito la parola mio nell'arioso «O casto fior del mio pensier» e nel Faust, molti tenori accentare nella romanza: «Salve dimora casta e pura» il ca di casta
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Piero Rattalino - 2001 - 346 pages - Snippet view
... fra gli innumerevoli esempi di canzone tripartita ho scelto la Cavatina del tenore nel Faust di Gounod, «Salut, demeure chaste et pure», che per comodità di esposizione spiegherò sul testo italiano, «Salve, dimora casta e pura». ...
Recordings of "Salve, dimora casta e pura" (1920) -- Romagnoli, n. Roma, 1880
Speranza
Charles Gounod,
FAUST
"Salve, dimora casta e pura".
Tenore italiano Giuliano Romagnoli
(Roma 1880 - non si conosce il luogo e la data della morte)
Debutta nel 1907 al Teatro Comunale di Cervignano
Si esibì in molti teatri della buona provincia italiana in un vasto repertorio:
"La Favorita", "Lucia di Lammermoor", "La Traviata", "La Wally", "L'Amico Fritz", "Andrea Chénier", "La Sonnambula", "I Puritani", "La Bohème", "Faust", "La Gioconda", "Mefistofele", "Il Barbiere di Siviglia", "Cavalleria rusticana", "Pagliacci", "Carmen", "Nabucco", "Madama Butterfly", "Il piccolo Marat", "Manon Lescaut", "Tosca", "Un ballo in maschera".
Disco Gramophone Monarch Record 2-0252027 - Inciso nel 1920.
Messo gentilmente a mia disposizione dal collezionista Roberto Marcocci: http://www.lavoceantica.it
Category:
Music
Tags:
GiulianoRomagnoliFaustGounodsalvedimoracastapuratenore1920voceoperalirica
License:
Standard YouTube License
Charles Gounod,
FAUST
"Salve, dimora casta e pura".
Tenore italiano Giuliano Romagnoli
(Roma 1880 - non si conosce il luogo e la data della morte)
Debutta nel 1907 al Teatro Comunale di Cervignano
Si esibì in molti teatri della buona provincia italiana in un vasto repertorio:
"La Favorita", "Lucia di Lammermoor", "La Traviata", "La Wally", "L'Amico Fritz", "Andrea Chénier", "La Sonnambula", "I Puritani", "La Bohème", "Faust", "La Gioconda", "Mefistofele", "Il Barbiere di Siviglia", "Cavalleria rusticana", "Pagliacci", "Carmen", "Nabucco", "Madama Butterfly", "Il piccolo Marat", "Manon Lescaut", "Tosca", "Un ballo in maschera".
Disco Gramophone Monarch Record 2-0252027 - Inciso nel 1920.
Messo gentilmente a mia disposizione dal collezionista Roberto Marcocci: http://www.lavoceantica.it
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Music
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GiulianoRomagnoliFaustGounodsalvedimoracastapuratenore1920voceoperalirica
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"Salve! dimora casta e pura"
Speranza
Qual turbamento in cor mi sento---------Quel trouble inconnu me pénètre?
sento d'amor ardere il core-------------je sens l'amour s'emparer de mon être
О Margherita, al tuo piè vo' morir -----O Marguerite, à tes pieds me voici
Salve, dimora casta e pura--------------salut, demeure chaste et pure,
che a me rivela la fanciulla------------où se devine la présence
gentil chè al guardo mio la cela--------d'une âme innocente et devine
quanta dovizia in questa povertà--------que de richesse en cette pauvreté
in quest'asil quanta felicità-----------en ce réduit que de félicité
o bei lochi-----------------------------o nature
bei lari ove leggiadra e bella----------c'est là que tu la fis si belle
ella aggirarsi suol ove ----------------c'est là que cette enfant
gentil e snella ------------------------à grandi
ella percorre il suol-------------------sous ton aile
quì la baciava il sole-------------------a dormi sous tes yeux.
e le dorava il crine---------------------là que, de ton haleine enveloppant son âme,
su voi rivolger suol le luci sue divine--tu fis avec amour épanouir la fêmme
quell'angelo del ciel--------------------en cet ange des cieux.
Qual turbamento in cor mi sento---------Quel trouble inconnu me pénètre?
sento d'amor ardere il core-------------je sens l'amour s'emparer de mon être
О Margherita, al tuo piè vo' morir -----O Marguerite, à tes pieds me voici
Salve, dimora casta e pura--------------salut, demeure chaste et pure,
che a me rivela la fanciulla------------où se devine la présence
gentil chè al guardo mio la cela--------d'une âme innocente et devine
quanta dovizia in questa povertà--------que de richesse en cette pauvreté
in quest'asil quanta felicità-----------en ce réduit que de félicité
o bei lochi-----------------------------o nature
bei lari ove leggiadra e bella----------c'est là que tu la fis si belle
ella aggirarsi suol ove ----------------c'est là que cette enfant
gentil e snella ------------------------à grandi
ella percorre il suol-------------------sous ton aile
quì la baciava il sole-------------------a dormi sous tes yeux.
e le dorava il crine---------------------là que, de ton haleine enveloppant son âme,
su voi rivolger suol le luci sue divine--tu fis avec amour épanouir la fêmme
quell'angelo del ciel--------------------en cet ange des cieux.
Salve; dimora casta e pura
Rivista musicale italiana: Volume 48
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1946 - Snippet view
Salve dimora casta e pura ». Tenore A. Salvarezza. CETRA BB 25151. Il tenore Salvarezza ha certamente numerose qualità, siamo però costretti a notare nel suo canto, una certa asprezza di emissione, per cui la legatura delle note riesce ...
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Salve dimora casta e pura ». Tenore A. Salvarezza. CETRA BB 25151. Il tenore Salvarezza ha certamente numerose qualità, siamo però costretti a notare nel suo canto, una certa asprezza di emissione, per cui la legatura delle note riesce ...
Salve; dimora casta e pura
The Record collector: Volume 50
No cover image books.google.com
2005 - Snippet view
Salve dimora casta e pura. This is not a particularly distinguished version of Faust's apotheosis to Marguerite in her pure and humble dwelling, but, nevertheless, well enough vocalised, with easy top notes and neatly phrased throughout ...
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Salve dimora casta e pura. This is not a particularly distinguished version of Faust's apotheosis to Marguerite in her pure and humble dwelling, but, nevertheless, well enough vocalised, with easy top notes and neatly phrased throughout ...
Salve, dimora casta e pura
profumo dell'assente: romanzo
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Liala - 1956 - 334 pages - Snippet view
Se venisse Valentino e io fossi Margherita vorrei vedere come se la caverebbe lavanti alla mia dimora "Salve dimora casta e pura...". Forse canterebbe: " Crolla dimora sporca e impura..." ». Antinisca capi che Muria aveva bevuto almeno ...
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Se venisse Valentino e io fossi Margherita vorrei vedere come se la caverebbe lavanti alla mia dimora "Salve dimora casta e pura...". Forse canterebbe: " Crolla dimora sporca e impura..." ». Antinisca capi che Muria aveva bevuto almeno ...
Salve; dimora casta e pura
Il teatro Piccinni di Bari: (1854-1964: 110 anni di attività ...
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Alfredo Giovine, Teatro Piccinni - 1970 - 144 pages - Snippet view
Applausi altresì al tenore Emiliani alla romanza « Salve dimora casta e pura ». I cori benissimo. L'orchestra a posto sotto la magica bacchetta del m' Lombardi. Anche la Barbieri-Grandi nel sostituire la D'Armeiro ebbe continue ...
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Alfredo Giovine, Teatro Piccinni - 1970 - 144 pages - Snippet view
Applausi altresì al tenore Emiliani alla romanza « Salve dimora casta e pura ». I cori benissimo. L'orchestra a posto sotto la magica bacchetta del m' Lombardi. Anche la Barbieri-Grandi nel sostituire la D'Armeiro ebbe continue ...
Salve; dimora casta e pura
Il tenore Angelo Masini (1844-1926)
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Luigi Inzaghi - 2002 - 431 pages - Snippet view
Masini ha cantato Salve dimora casta e pura come soltanto lui può fare: ha dovuto concedere il bis tra grandi, insistenti applausi. - Sigrid Arnoldson ha condiviso con lui gli onori della serata: tutta la stampa di Pietroburgo è unanime ...
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Masini ha cantato Salve dimora casta e pura come soltanto lui può fare: ha dovuto concedere il bis tra grandi, insistenti applausi. - Sigrid Arnoldson ha condiviso con lui gli onori della serata: tutta la stampa di Pietroburgo è unanime ...
Salve; dimora casta e pura
Guida all'opera: da Monteverdi a Henze
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Gioacchino Lanza Tomasi - 1983 - 839 pages - Snippet view
... di vita dell'innocente Margherita ed un'esile frase melanconica del clarinetto, un tempo di 6/8 accompagna il canto di Siebel delicatamente sentimentale. Per la cavatina di Faust («Salve dimora casta e pura») Gounod con un larghetto ...
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... di vita dell'innocente Margherita ed un'esile frase melanconica del clarinetto, un tempo di 6/8 accompagna il canto di Siebel delicatamente sentimentale. Per la cavatina di Faust («Salve dimora casta e pura») Gounod con un larghetto ...
Salve; dimora casta e pura
The Saturday review of politics, literature, science and art: Volume 15
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John Douglas Cook, Philip Harwood, Walter Herries Pollock - 1863 - Snippet view
The gem, nowever, of this act, and indeed of the opera, is the tenor air for Faust, " Salve dimora casta e pura," in the favourite tenor key of A flat The melody of this lovely song is pure and smooth, recalling Mozart without a trace ...
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John Douglas Cook, Philip Harwood, Walter Herries Pollock - 1863 - Snippet view
The gem, nowever, of this act, and indeed of the opera, is the tenor air for Faust, " Salve dimora casta e pura," in the favourite tenor key of A flat The melody of this lovely song is pure and smooth, recalling Mozart without a trace ...
Salve; dimora casta e pura
Le opere di Giuseppe Verdi a Bologna:
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Luigi Verdi, Teatro comunale (Bologna, Italy) - 2001 - 471 pages - Snippet view
... quando dopo il Faust di Gounod, deliranti per l'aria dei gioielli e del Salve dimora casta e pura ce ne tornammo a casa, in tutta la notte le sublimi ispirazioni del grande maestro ci tolsero di dormire un sonno tranquillo, ...
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Luigi Verdi, Teatro comunale (Bologna, Italy) - 2001 - 471 pages - Snippet view
... quando dopo il Faust di Gounod, deliranti per l'aria dei gioielli e del Salve dimora casta e pura ce ne tornammo a casa, in tutta la notte le sublimi ispirazioni del grande maestro ci tolsero di dormire un sonno tranquillo, ...
Salve; dimora casta e pura
Il tenore Alessandro Bonci (1870-1940)
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Luigi Inzaghi - 2001 - 353 pages - Snippet view
me leggiadra damigella del secondo atto; e nel terzo atto la romanza Salve, dimora casta e pura fu da lui squisitamente cantata, con sentimento, con quell' arte che lo ha fatto oramai riconoscere uno dei migliori tenori del nostro tempo . ...
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me leggiadra damigella del secondo atto; e nel terzo atto la romanza Salve, dimora casta e pura fu da lui squisitamente cantata, con sentimento, con quell' arte che lo ha fatto oramai riconoscere uno dei migliori tenori del nostro tempo . ...
Salve; dimora casta e pura
Miscellanea Storica della Valdelsa: Volumes 51-58
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1943 - Snippet view
Nel 1898, alla prima del « Faust » il tenore Terlizzi mostrò qualche incertezza nella famosa romanza t Salve dimora casta e pura », e fu zittito dal pubblico; si udì anche qualche sìbilo, ed egli se ne stava intimorito quando a ...
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Nel 1898, alla prima del « Faust » il tenore Terlizzi mostrò qualche incertezza nella famosa romanza t Salve dimora casta e pura », e fu zittito dal pubblico; si udì anche qualche sìbilo, ed egli se ne stava intimorito quando a ...
Salve; dimora casta e pura
Forme e generi della musica: una guida per i non esperti
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Piero Rattalino - 2001 - 346 pages - Snippet view
«Tristezze» Il do acuto di «Salve, dimora casta e pura» è scritto come do5 ma è fisicamente un do4 perché la parte del tenore è da più d'un secolo annotata convenzionalmente un'ottava più alta del reale. Come abbiamo visto, si tratta ...
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«Tristezze» Il do acuto di «Salve, dimora casta e pura» è scritto come do5 ma è fisicamente un do4 perché la parte del tenore è da più d'un secolo annotata convenzionalmente un'ottava più alta del reale. Come abbiamo visto, si tratta ...
Salve; dimora casta e pura
Musica e verità: Diario 1939-1964
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Beniamino Dal Fabbro, Beniamino Dal Fabbro - 1967 - 392 pages - Snippet view
... il povero marinaio che va incontro a una morte proprio determinata, e per amore di lui, dalla sua donna che lo aspetta, le antiche abitudini melodrammatiche ci predispongono a una romanza del tipo "salve dimora casta e pura ...
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Salve; dimora casta e pura
Storia amara del socialismo italiano
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Renato Marmiroli, Renato Marmiroli - 1964 - 533 pages - Snippet view
... e nervi tesi — per attendere il tenore al varco del do della Pira verdiana o del Salve dimora casta e pura gounodiano, chiamava grandi folle ad ascoltarlo, anche della borghesia, alle quali spezzava il pane della scienza positiva. ...
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Renato Marmiroli, Renato Marmiroli - 1964 - 533 pages - Snippet view
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Salve; dimora casta e pura
American and Italian cantatrici; or, A year at the singing schools ... - Page 164
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Lucius (pseud.) - 1867 - 344 pages - Full view
The piece for his display was the " Salve Dimora casta e pura," from Gounod's " Faust," and fro m the first bars of the chaste recitative to the impassioned ending of the air was most magnificently sung ; the breadth of style, power, ...
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Lucius (pseud.) - 1867 - 344 pages - Full view
The piece for his display was the " Salve Dimora casta e pura," from Gounod's " Faust," and fro m the first bars of the chaste recitative to the impassioned ending of the air was most magnificently sung ; the breadth of style, power, ...
Salve; dimora casta e pura
Forme e generi della musica: una guida per i non esperti
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Piero Rattalino, Piero Rattalino - 2001 - 346 pages - Snippet view
... così suddivise: 1 ) primo periodo di otto battute sulle parole Salve, dimora casta e pura, salve, dimora casta e pura che a me rivela la gentil fanciulla che al guardo mio si cela, 2) secondo periodo di sette battute sulle parole ...
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... così suddivise: 1 ) primo periodo di otto battute sulle parole Salve, dimora casta e pura, salve, dimora casta e pura che a me rivela la gentil fanciulla che al guardo mio si cela, 2) secondo periodo di sette battute sulle parole ...
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Salve; dimora casta e pura
Caruso
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Riccardo Vaccaro, Riccardo Vaccaro - 1995 - 466 pages - Snippet view
Faust Salve! dimora casta e pura, dove si sente La presenza di un'anima innocente e divina! ... Salve, dimora casta e pura, ecc. 52. Di quella pira da " Il Trovatore" di Giuseppe Verdi (1813-1901) Domenica 11 febbraio 1906: Data ...
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Riccardo Vaccaro, Riccardo Vaccaro - 1995 - 466 pages - Snippet view
Faust Salve! dimora casta e pura, dove si sente La presenza di un'anima innocente e divina! ... Salve, dimora casta e pura, ecc. 52. Di quella pira da " Il Trovatore" di Giuseppe Verdi (1813-1901) Domenica 11 febbraio 1906: Data ...
Salve; dimora casta e pura
Speranza
Melba, the voice of Australia
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Thérèse Radic, Thérèse Radic - 1986 - 214 pages - Snippet view
Marguerite, was remembered for a generation for his exquisite phrasing in the romance 'Salve dimora casta e pura!' ('Salut demeure chaste et pure'). The greatest American Faust was Jean de Reszke whose inborn 'chivalry of deportment' ...
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Salve; dimora casta e pura
Arturo Toscanini
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Denis Matthews, Ray Burford, Denis Matthews - 1982 - 176 pages - Snippet view
... orchestra four bars too soon in the slow movement, and a glance at the full score will show how easy it is to confuse two similar cadences. The likeness of the missing solo phrases to 'Salve! Dimora casta e pura' from Gounod's Faust ...
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Denis Matthews, Ray Burford, Denis Matthews - 1982 - 176 pages - Snippet view
... orchestra four bars too soon in the slow movement, and a glance at the full score will show how easy it is to confuse two similar cadences. The likeness of the missing solo phrases to 'Salve! Dimora casta e pura' from Gounod's Faust ...
Salve; dimora casta e pura
Myra Hess: a portrait
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Marian Cecilia McKenna, Marian Cecilia McKenna - 1976 - 319 pages - Snippet view
and in her sweetest tone of voice asked: 'Maestro, when we play tomorrow night, you will let me sing my "Salve! Dimora casta e ...
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Salve; dimora casta e pura
Caruso
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Stanley Jackson, Stanley Jackson - 1972 - 302 pages - Snippet view
By the time Caruso reached the ringing apostrophe in Act Three, 'Salve dimora casta e pura', the theatre was already buzzing. When the curtain fell with the Easter hymn he felt that, like Marguerite, he was being borne up ...
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
Vino al vino - Page 319
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Mario Soldati - 2006 - 742 pages - Preview
E viene spontaneo il ricordo – più gounodiano, però, che non goetiano: Salve, dimora casta e pura. La casa del poeta sta su un breve ripiano, proprio in cresta alla collina, e domina, a oriente, tutta la vallata dell'Isonzo e la conca ...
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Vino al vino - Page 319
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Mario Soldati - 2006 - 742 pages - Preview
E viene spontaneo il ricordo – più gounodiano, però, che non goetiano: Salve, dimora casta e pura. La casa del poeta sta su un breve ripiano, proprio in cresta alla collina, e domina, a oriente, tutta la vallata dell'Isonzo e la conca ...
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Salve; dimora casta e pura
Donahoe's magazine: Volume 31; Volume 31
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1894 - Snippet view
Salve dimora casta e pura 1 Che a me riveli la fanciul — 1 — l — I — l " Back went the miscreant's head and up went his mustache as he struck the high C so much talked about. Why, it was maddening ! I could stand the thing no longer. ...
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1894 - Snippet view
Salve dimora casta e pura 1 Che a me riveli la fanciul — 1 — l — I — l " Back went the miscreant's head and up went his mustache as he struck the high C so much talked about. Why, it was maddening ! I could stand the thing no longer. ...
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Salve; dimora casta e pura
Punch: Volume 174; Volume 174
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Mark Lemon, Henry Mayhew, Tom Taylor - 1928 - Snippet view
... During his residence at Sorrento When composing La, Fifjlia del Pcyyi- mcnto ; ROSSINI wrote " Di Tanti Palpiti " under the influence of Chianti ; But GOUNOD refreshed himself with Angostura When writing "Salve, dimora casta e pura. ...
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Mark Lemon, Henry Mayhew, Tom Taylor - 1928 - Snippet view
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
---
Frank Leslie's popular monthly: Volume 39
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Frank Leslie - 1895 - Snippet view
Salve dimora, casta e pura,' sang Fauxt, and .13 my ear drank in those mellow strains my eyes irere fixed upon my lady of the diamond. " Slowly, with her lorgnette, she swept tho cir- above her ; slowly she lowered it, but not be- i'e I ...
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---
Frank Leslie's popular monthly: Volume 39
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Frank Leslie - 1895 - Snippet view
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
Dwight's journal of music, a paper of art and literature: Volumes 39-40
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John Sullivan Dwight - 1880 - Snippet view
Finally, the aria of Faust: "Salve, dimora casta e pura," though inferior to the melody of Berlioz, breathes the calmness and the peace of the virginal sanctuary . Turning to the impassioned part of the drama, we meet in the French opera ...
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Dwight's journal of music, a paper of art and literature: Volumes 39-40
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
Left to starve, and no one wants the blame
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E A. Germains - 1880 - Snippet view
... the strains, " Salve dimora Casta e pura," and beheld my lover doffing his cap. So the night wore away. In the morning, about eleven o'clock, I went in the garden. There I sat thinking my life over, and then the crisis came. ...
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Left to starve, and no one wants the blame
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E A. Germains - 1880 - Snippet view
... the strains, " Salve dimora Casta e pura," and beheld my lover doffing his cap. So the night wore away. In the morning, about eleven o'clock, I went in the garden. There I sat thinking my life over, and then the crisis came. ...
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
Enrico Caruso: a biography
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Pierre Van Rensselaer Key, Bruno Zirato, Pierre Van Rensselaer Key - 1972 - 455 pages - Snippet view
After the Salve Dimora Casta e Pura romanza of the third act his name was on many a tongue. At the close of the opera the impresario offered him a four weeks ' engagement for the approaching autumn, at the same theater. ...
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Pierre Van Rensselaer Key, Bruno Zirato, Pierre Van Rensselaer Key - 1972 - 455 pages - Snippet view
After the Salve Dimora Casta e Pura romanza of the third act his name was on many a tongue. At the close of the opera the impresario offered him a four weeks ' engagement for the approaching autumn, at the same theater. ...
Salve; dimora casta e pura
Speranza
The musical guide: containing a pronouncing and defining ...: Volume 1
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Rupert Hughes - 1903 - Snippet view
... apostrophises the pure and lowly dwelling of his love (" Salve ! dimora casta e pura," or " Salut, demeure ! "). Mephisto reappears with a casket of jewels which he places on the steps, then draws Faust back into, the shrubbery. ...
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Rupert Hughes - 1903 - Snippet view
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Salve; dimora casta e pura
The Oxford magazine: Volume 4
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1887 - Snippet view
Signor Runcio " achieved a success " in " Salve, dimora casta e pura," addressed to the Corn Exchange in general. Then came Mdlle. Dotti's scene alone, in which she sang very prettily, though it was a pity to leave out the second verse ...
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Signor Runcio " achieved a success " in " Salve, dimora casta e pura," addressed to the Corn Exchange in general. Then came Mdlle. Dotti's scene alone, in which she sang very prettily, though it was a pity to leave out the second verse ...
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
Charles Gounod: his life and his works
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Marie Anne de Bovet, Charles Gounod - 1891 - 244 pages - Snippet view
In the cavatina,
"Salve dimora casta e pura," the
critic praises the discreet
and delicate accompaniment, but
the vocal part seems to him
vague and hovering between mdopee
and melody, "A constant fault in M. Gounod," he adds. ...
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Charles Gounod: his life and his works
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Marie Anne de Bovet, Charles Gounod - 1891 - 244 pages - Snippet view
In the cavatina,
"Salve dimora casta e pura," the
critic praises the discreet
and delicate accompaniment, but
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vague and hovering between mdopee
and melody, "A constant fault in M. Gounod," he adds. ...
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Salve; dimora casta e pura
Speranza
Trout heresy
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Philip Bertram Murray Allan, Philip Bertram Murray Allan - 1936 - 206 pages - Snippet view
... opened the score of Faust and started off with ' Salve! dimora casta e pur a .' My voice, I repeat, I believed to be a tenor of singularly good quality. I am not a great pianist, and the accompaniment of Salve dimora is somewhat ...
Trout heresy
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Philip Bertram Murray Allan, Philip Bertram Murray Allan - 1936 - 206 pages - Snippet view
... opened the score of Faust and started off with ' Salve! dimora casta e pur a .' My voice, I repeat, I believed to be a tenor of singularly good quality. I am not a great pianist, and the accompaniment of Salve dimora is somewhat ...
Salve; dimora casta e pura
Speranza
The complete opera book: the stories of the operas
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Gustav Kobbé, Gustav Kobbé - 1950 - 1009 pages - Snippet view
... chaste et pure " (Hail to the dwelling chaste and pure) , ever has been delivered here with more exquisite vocal phrasing than by Campanini, who sang the Italian version, in which the romance becomes "Salve dimora casta e pura. ...
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Gustav Kobbé, Gustav Kobbé - 1950 - 1009 pages - Snippet view
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"the pig"
Speranza
A Roman Singer - Page 116
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F. Marion Crawford - 2004 - 364 pages - Preview
He played a few chords, and breathed out the "Salve, dimora casta e pura," from Faust, high and soft and clear. There is a point in that song, near to the end, where the words say, "Reveal to me the maiden," ...
A Roman Singer - Page 116
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F. Marion Crawford - 2004 - 364 pages - Preview
He played a few chords, and breathed out the "Salve, dimora casta e pura," from Faust, high and soft and clear. There is a point in that song, near to the end, where the words say, "Reveal to me the maiden," ...
"Salve; dimora casta e pura"
Speranza
The Musical quarterly: Volume 12; Volume 12
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Oscar George Theodore Sonneck, Oscar George Theodore Sonneck - 1926 - Snippet view
"Salve dimora casta e pura": a bunch of radishes fell at Signor B's feet. The same phrase repeated: B. dodged a well- aimed tomato. "Che mi rivela la fanciulla": a head of lettuce was the offering. "Che al guardo mio," etc. ...
The Musical quarterly: Volume 12; Volume 12
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Oscar George Theodore Sonneck, Oscar George Theodore Sonneck - 1926 - Snippet view
"Salve dimora casta e pura": a bunch of radishes fell at Signor B's feet. The same phrase repeated: B. dodged a well- aimed tomato. "Che mi rivela la fanciulla": a head of lettuce was the offering. "Che al guardo mio," etc. ...
"Qual turbamento in cor mi sento ... Salve! dimora casta e pura"
Speranza
"Qual turbamento in cor mi sento ... Salve; dimora casta e pura"
---
Fausto.
----
Recitativo:
----
Qual turbamento in cor mi sento,
Sento d'amor ardere il core!
О Margherita! al tuo piè vo' morir!
---
ARIA:
----
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil chè al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
Quanta dovizia,
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
О bei lochi! bei lari ove leggiadra e bella,
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella,
Ella percorre il suol!
Quì la baciava il sole
E le dorava il crine
Su voi rivolger suol le luci sue divine
Quell'angelo del ciel!
Sì, quà! si, si, quà.
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio la cela!
Salve! salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio si cela.
----
Recit.
---
Quel trouble inconnu me pénètre?
Je sens l'amour s'emparer de mon être
O Marguerite! à tes pieds me voici!
---
Salut! demeure chaste et pure,
où se devine la présence d'une âme innocente et devine!
Que de richesse en cette pauvreté!
En ce réduit que de félicité!
O nature, c'est là que tu la fis si belle,
C'est là que cette enfant à grandi sous ton aile,
A dormi sous tes yeux.
Là que, de ton haleine enveloppant son âme,
Tu fis avec amour épanouir la fêmme
En cet ange des cieux.
Salut! demeure chaste et pure,
où se divine la présence d'une âme innocente et devine!
---
Recit.
---
What troubles at my heart I feel—
My heart with love doth glow!
О Margaret! at thy feet I'd gladly die!
---
Air.
----
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simplo dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptured gaze my ador'd one!
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
What riches there,
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
Scene of beauty, made still more beauteous by her presence,
Whose form of grace and light
All around renders bright,
All around renders bright!
She trips around so lightly,
With her fair golden tresses,
And eyes that shine so brightly,
That her witching glances
Like those of angels seem!
Who comes? ah, who comes?
Oh hail I thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my raptur'd vision my ador'd one!
Oh hail! oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptur'd vision my ador'd one.
"Qual turbamento in cor mi sento ... Salve; dimora casta e pura"
---
Fausto.
----
Recitativo:
----
Qual turbamento in cor mi sento,
Sento d'amor ardere il core!
О Margherita! al tuo piè vo' morir!
---
ARIA:
----
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil chè al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
Quanta dovizia,
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
О bei lochi! bei lari ove leggiadra e bella,
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella,
Ella percorre il suol!
Quì la baciava il sole
E le dorava il crine
Su voi rivolger suol le luci sue divine
Quell'angelo del ciel!
Sì, quà! si, si, quà.
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio la cela!
Salve! salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio si cela.
----
Recit.
---
Quel trouble inconnu me pénètre?
Je sens l'amour s'emparer de mon être
O Marguerite! à tes pieds me voici!
---
Salut! demeure chaste et pure,
où se devine la présence d'une âme innocente et devine!
Que de richesse en cette pauvreté!
En ce réduit que de félicité!
O nature, c'est là que tu la fis si belle,
C'est là que cette enfant à grandi sous ton aile,
A dormi sous tes yeux.
Là que, de ton haleine enveloppant son âme,
Tu fis avec amour épanouir la fêmme
En cet ange des cieux.
Salut! demeure chaste et pure,
où se divine la présence d'une âme innocente et devine!
---
Recit.
---
What troubles at my heart I feel—
My heart with love doth glow!
О Margaret! at thy feet I'd gladly die!
---
Air.
----
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simplo dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptured gaze my ador'd one!
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
What riches there,
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
Scene of beauty, made still more beauteous by her presence,
Whose form of grace and light
All around renders bright,
All around renders bright!
She trips around so lightly,
With her fair golden tresses,
And eyes that shine so brightly,
That her witching glances
Like those of angels seem!
Who comes? ah, who comes?
Oh hail I thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my raptur'd vision my ador'd one!
Oh hail! oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptur'd vision my ador'd one.
Qual turbamento in cor mi sento... Salve! dimora, casta e pura
Speranza
---
Fausto.
Recitativo:
Qual turbamento in cor mi sento,
Sento d'amor ardere il core!
О Margherita! al tuo piè vo' morir!
ARIA:
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil chè al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
Quanta dovizia,
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
О bei lochi! bei lari ove leggiadra e bella,
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella,
Ella percorre il suol!
Quì la baciava il sole
E le dorava il crine
Su voi rivolger suol le luci sue divine
Quell'angelo del ciel!
Sì, quà! si, si, quà.
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio la cela!
Salve! salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio si cela.
Recit.
What troubles at my heart I feel—
My heart with love doth glow!
О Margaret! at thy feet I'd gladly die!
Air.
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simplo dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptured gaze my ador'd one!
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
What riches there,
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
Scene of beauty, made still more beauteous by her presence,
Whose form of grace and light
All around renders bright,
All around renders bright!
She trips around so lightly,
With her fair golden tresses,
And eyes that shine so brightly,
That her witching glances
Like those of angels seem!
Who comes? ah, who comes?
Oh hail I thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my raptur'd vision my ador'd one!
Oh hail! oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptur'd vision my ador'd one.
---
Fausto.
Recitativo:
Qual turbamento in cor mi sento,
Sento d'amor ardere il core!
О Margherita! al tuo piè vo' morir!
ARIA:
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil chè al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
Quanta dovizia,
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest'asil quanta felicità!
О bei lochi! bei lari ove leggiadra e bella,
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella,
Ella percorre il suol!
Quì la baciava il sole
E le dorava il crine
Su voi rivolger suol le luci sue divine
Quell'angelo del ciel!
Sì, quà! si, si, quà.
Salve; dimora casta e pura,
Salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio la cela!
Salve! salve! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil che al guardo mio si cela.
Recit.
What troubles at my heart I feel—
My heart with love doth glow!
О Margaret! at thy feet I'd gladly die!
Air.
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simplo dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptured gaze my ador'd one!
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
What riches there,
What riches there in poverty are stor'd!
Such happiness within thy walls to hoard!
Scene of beauty, made still more beauteous by her presence,
Whose form of grace and light
All around renders bright,
All around renders bright!
She trips around so lightly,
With her fair golden tresses,
And eyes that shine so brightly,
That her witching glances
Like those of angels seem!
Who comes? ah, who comes?
Oh hail I thou pure and simple dwelling,
Oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my raptur'd vision my ador'd one!
Oh hail! oh hail! thou pure and simple dwelling,
Within thy walls thou art concealing
From my enraptur'd vision my ador'd one.
"Salve! Dimora, Casta, E Pura"
Speranza,
---
"Salve! Dimora, casta e pura" -- in context.
FAUSTO. Atto I. SCENA I. E notte.—Faust solo. .... .. . . . . —. lutta coperta di libri e pergamene: un libro gli sta aperto ainanzi. La sua lampada è presse a spegnersi Faust.
No I Interrogo invano immerso negli studi,
La natura e il Creator.
Non una voce fa scendermi in core
Un suon consolator.
lo languii eolingo dolente,
Ne quest' alma ancora
Poté eoggettar l ' argüia impossente. No ho il saper! non ho la fe! no—no! [Chinde scoraggiato, ü libro e va ad aprire la finestra. —Spunta il giorno. Già sorge il di—già vien l ' alba novella E sparir fa l' oscurità. Ancora un di spontô. [Con disperazione. Oh morte, affretta il volo Per darmi alfin riposo! [Afferrando un' ampolla sulla lavola. Ebben! s' essa fugge da me, Perché non vado incontro a lei? Arriva, estremo de' miei di! lo giungo lieto in cor Di mia giornata a sera; Ecco io son con questo liquore, L' arbitro sol del mio destín I [ Verso ü liquido deli' ammilla in una tazza di cristallo —Nel momento in cut sta per appressarla alie lab- ora, odesi di dentro ü seguente. Raggazza. Ah! La vaga pupilla Perché celi ancor I Il sole già brilla Nel suo disco d'or; La lodola canta La lieta can zon; Di rose s'ammanta Dell' alba il veron; AIP aura più pura, . Si dischiude il fior; Ormai la natura, Si desta all' amor! Faust. O clamor della gioja umana, Va via t'invola a me. Coppa degli avi miei, Già tante volte colma, Perché tremi tu in mia man? [Avvicina di nuovo la tazza alle labbra
CORO—Interno di Lavoratorí.
L' aurora ai campi ormai ci appella,
Sen fugge via la rondinella I
Che più tardiamo? al campo andiamo
Tutti corriamo a lavorar!
Sereno è il ciel la terra è bella,
L' aurora ai campi ormai ci appella
Sia Iode al ciel!
Faust. Ma il ciel che puô per me? Mi renderà P amor, La gioventù, e la fe ?— [Conrabbia. Via meledico tutte, 0 voluttadi umane!
1 ceppi maledico Che mi fan prigione quaggiù! Maledico la sDeme ancora Che sen va piu breve dell' ora I Sogni d' amor, fasti ed onor! Maledico il piacer, maledico la scienza, La preghiera e la fe'! E stanca alfin la mia pazienza. A me Satan—a me! SCENA II.—Faust e Mefistofelk
Mef. [Comparendo.]
Sono qui! Perché tal sorpresa? La voce tua da me fu intesa. Al fianco ho l ' acciar, la piuma al Cappel, La scarsello piena ed un ricco mantello in- dosso; Un vero, un bel cavaliere? Ebben, dottor, ohe vuoi da me Or su parla! ti for timor? Faust. No! Mef. Tu non credi al mio potere?
Faust. Puô darsi.
Mef. Ebben lo metti a prova
Faust. Va via!
Mef. Che? saresti ù sconoscente1
Saper dei tu che con Satan Esser più córtese importa. E che non era mestier Di farlo tanto viaggiar, Por dirgli poi quella è la porta Faust. E che puoi tu per me? Mef. Tutto !—ma—prima mi dir che brami tu; Saria dell' or? Faust. Che potrei far della ricchezza? Mef. Ah! ben m' avveggo di che hai vaghezza! La gloria ambisci— Faust Non ia vo'! FAUST.
ACT I.
SCENE 1.—Faust's Study. Night.—Faust discovered, alone.—He is seated at a table covered with books and parchments: an open book lies before him. His lamp is flickering in the socket.
Faust. No! In vain I interrogate with eager effort, Still do Nature and the Creator withhold Each ray of hope to guide and cheer me, Or thought that could inspire me. I with langor am sad and weary, Without power to burst the dreamy spell Which to this drear earth doth enchain me. Naught can I see! naught can I find— naught I [Greatly discouraged, he closes his book and opens the windoies.— The day is breaking.
Day dawns already—the coming morn Bids darkness fly. Another day doth dawn. [Despairingly.
О death when wilt thou come,
And with thy wing enfold me?
Alas! death will not heed my call ;—
[Seizing a vase from the table. Then why should I not strive to meet him? Farewell, my final day, farewell! No fears my heart assail; On earth my days I number; For this draught immortal slumber Will secure me, and care dispel I [Pour liquid from the vase into a crystal goblet.—Just as he is about to raise it to his lips, the following chorus is heard, without. Maidens. Ahl Why thy eyes so lustrous Hidest thou from sight? Bright Sol now is scatt'ring Beams of golden light; The nightingale is warbling Its carol of love; Bosy tints of morning Now gleam from above; Flow'rs unfold their beauty To the scented gale; Nature all awakens— Of love tells its tale. Faust. Hence empty sounds of huma'n joys, щ Flee far from me. Oh, goblet which my ancestors So many times have filled, Why tremblest thou in my grasp.
[Again raises the goblet to his lips..
CHOEUS—of Laborers, without.
The morn into the fields doth summon Tis, The swallow hastes away I Why tarry then? to work let's on, To labor let's away I The sky is bright, the earth is fair, • • The morn into the fields doth summon us, Our tribute, then, let's pay to heav'n. Faust. Can heaven do aught for me? Will heaven restore me love? Will't give me back my youth, my faith? Oh, earthly pleasures, [ With rage. Accursed be ye all! Accursed be the fetters Which keep me pinioned here! Accursed be the fleeting hopes Which fade e'en with the passing hour! Vain dreams of love, of pomp and state, Of pleasure, knowledge, prayer, and faith, I curse ye all! My patience is at length worn out. Satan, I call thee! haste to me! SCENE II.—Paust and Mephistopheles.
Mevh. [appearing.]
I am here! Have I surprised thee? The call was heard by me. A sword and plumed cap I wear, A well-filled purse have I, and mantle rich; In sooth, a comely knight am 1! Say, Doctor, what wouldst thou with me? Tell me—art thou afraid? Faust. No I
Meph Dost thou doubt my power to help thee? Faust Perhaps so.
Meph Then put it to the proof.
Faust Begone!
Meph Pie! Am I thus to be rewarded?
Now learn from me, when Satan comes, Mortals may not use them as they like: After you get what you want, He will not be quite content, If you try to turn him from your door I Faust. What canst thou do for me? Meph. All—speak, let me but know what you desire; Would you have gold? Faust. What should I do with store of riches? Meph. Good! I plainly see your object; 'Tis fame and glory! Faust. More, far more! Mef. Il potere?
Faust. No!
lo bramo un tesor Che assai più val, lo bramo la giovinezza! 10 voglio il piacer, Le belle donzelle, Ne vo' le carrezze: Ne voglio i pensier. Brnciare io voglio D' insolito ardor. 1l gaudio desio Dei sensi e del cor. Oh vien! giovinezza, Ch'io torni a goder; Mi rendi l ' ebbrezza, Mi rendi il piacer. Al core l ' ebbrezza, Ai sensi il piacer! Mef.
Faust.
Mef.
Faust. Mef.
Sta ben—io vo' far pago il tuo Capriccio. Ed in premio che brami da me? Tel dirô, poco io vo': Al tuo comando or qui son io, Ma laggiù, al mio sarai tu. Laggiù! Laggiù.
[Presentandogli una pcrgamena. Andiam, scrivi. E che ?—la man trema? E perche tanto titubar? La gioventù t'invita, Osa la contemplar. [Egli fa un gesto. Il fondo del teatro s' apre e lascia
vedare Maroherita che fila presse ü metinello.] Faust. Oh stupore I
Mef. Ebben?—che ti pare?
Faust. [Predendo la pergamena.] Porgi!
[ Vi mette la firma e la ritorna a Mefistofele. Mef. [Prendendo V ampolla rimasta sulle lavola.
Alla fin!
Ed or' signore il conno mio t'invita
A libar questo nappo, ove fumando
Sta la morte non più,
Non più il velen, ma la vita! Faust. [Prendendo la tazza e volgendosi a Margherita.] A te fantasma adorato e gentil. [Egli vuota la tazza e si trova cambialo щ giovane ed
elegante figura.—La visione sparisce. Mef. Vien! v Faust. E la rivedrô?
Sicuro.
Quando?
In quel di I
Sta ben.
Andiomo?
10 voglio piacer, Le belle donzelle; Ne vo' le carezze, Nè voglio i pensier. Bruciare io voglio D' insolito ardor, 1l gaudio desio Dei sensi e del cor. Mef.
Faust.
Mef.
Faust.
A 2.
Faust.
ATTO II.
SCENA I.—La Kermesse.— Una porta delia ctttà.— A sinistra un' Osteria che porta С insigna del Dio Bacco.
Wagner, Studenti, Borghesi, Soldati, Raggazze t Matrone.
Coro Su, da bere, su da ber,
Un bicchiere a me! Lieto in core tracannar Il liquore si dè! Si la gola inaffiam, L' acqua sola sprezziam. Quà un bicchiere di licor, Voglio bere ancor! Solo il vino, l'acqua no, E divino beviam. Qua un bicchiere di licor, Voglio bere ancor! Donzelle o cittadelle, Una cosa son I Vinciamo ed espugnamo Le belle ei bastion! Il prezzo del riscatto, Dovranno pagar, A questo solo patto Vogliam pugnar! Nei di di riposo e di festa, Di guerri i d'arrui amo parlar; Mentre la gente a meditar Si stanca la testa, Men vo'a seder sul ponticel E là tranquillo amo vedere, Venir e andar burchi e battel, Votando il bicchiere! Men vo'a seder sul ponticel" E là seduto amo vedere, Venir e andar burchi e battel, Votando il bicchiere! Non vedeti i bei garzoni S' avanzan di là; Per mariti sono buoni, Bestiamo un pô quà. ATeph. Power unbounded i Faust. No! 1 I would possess a treasure,
Would enhance them all,
Fresh youth to enjoy them!
ARIA.
Oh, I would have pleasure, And love, and caresses, For youth is the season When joy most impresses One round of enjoyment, One scene of delight, Should he my employment From day-dawn till night. Oh, I would have pleasure, And love, and caresses; If youth you restore me, My joys I'll renew. ATeph. 'Tis well—all thou desirest I can give thee?
Faust. Ah! hut what must I give in return?
Meph. I'll tell thee, 'tis but little:
In this world I will be thy slave, But down below thou must be mine. Faust. Below?
Meph. Below.
[ Unfolding a scroll. Come, write. What! does thy hand
tremble? Whence this dire trepidation? 'Tis youth that now invites thee— Behold! [At a sign from Mephistophdes, the scene opens, and
discloses Margaret, spinning. Faust. Oh wonder I Meph. Well, what say'st. thou? Faust [taking parchment], ijive me the scroll! [Signs, and returns it to Mephistopheles. Meph. [taking a vase from the table]. 'Tis done I
And now I bid thee
Quaff this cup;
Death no longer lurks here,
But life and youth! Faust Uaking the goblet and turning to Margaret]. 0 beauteous and beloved vision, to thee I
drink!
[He drinks the contents of the cup, and is straightway converted into a youthful and elegant figure.— '"he vision disappears.
Meph. Come, then!
Faust. Say, shall I again behold her?
Meph. Most surely I Faust. When' Meph. This very day I Faust. 'Tis well. Both. Then let's away:
Faust. 'Tis pleasure I covot, 'Tis beauty I crave; 1 sigh for its kisses, Its love I demand! With ardor unwonted I long now to burn, I sigh for the rapture Of heart and of sense. ACT II.
SCENE I.— The Kermesse.—One of the city gates — To the left an Inn, bearing the sign of the God Bacchus.
Wagner, Students, Burghers, Soldiers, Maidens, and Matrons. Clio. Wine or beer, now, which you will, So the glass quick you fill, And replenish at our need, At our bouts we diink with speed I Now, young tipplers at the cask, Don't refuse what I ask— Drink to glory! drink to love! Drain the sparkling glass! , We young tipplers at the cask Won't refuse what you ask— Here's to glory! Here's to love! Drain the sparkling glass! Women, just like fortresses, We can subdue! Old towns and young maidens Please mo and you! Both to our arms surrender, Beforo us they fall; Hansom to us they tender Towns, maidens, and all! On our saint-days and on Sunaays We love to talk of battles o'er; But the fighting to the soldiers Leave, with all its glory, While we prefer in peace to sit, Here by the gently flowing river, See the boats pass, take our glass, And tell a pleasant story! While wo prefer in peace to sit, Here by the gently flowing river, See the boats pass, take our glass, And tell a pleasant etory. Merry fellows come this way, Yes, they now advance; Let us, then, our steps delay, Just to take one glance. Non vedete quelle belle Che cercano amor; Vanno a caccia le donzelle A caccia di cor, Non redete che alle belle Fan caccia i signor; Noi pure siamo belle, Al pari di lor! Rag. Si vuol piacere
Ma non si puô. Matr. [Alie Raggazze.] Piacer vorreste, Chi non lo sa.
[ Tutti i gruppi si avanzano sul proscenio. Alcuni Bor. Andiam, andiam, compar!
Mano al bicchiere beviam I Altri. Yo' rimanere,
Veder la fin! Stu. Viva il liquor,
Sia lode al vin I Sol. Viva la guerra I
Mestier divin. [Alle Raggazze.
Non siate si fiero,
Inutil sarà. Matr. [Alle Raggazze.] Vorreste piacere, Si vede, si sa. Stu. Son pur fiere Che altere beltà. Alcuni Sol. Andiam, che tardiamo, Arditi noi siamo,
L'assalto lor diam! Altri. In questo precetto Pro' guerrier io metto! Stu. [Aile Raggazze.] Uh viso sdegnoso Non fa che arrossir I Rag. Vedrai che m' accetta Al primo apparir! Sol. Bor. e Stu. Mesciamo, mesciamo! Ancora un bicchier;
Evviva la gioia, evviva il piacer.
[Bevono, poi tutti i gruppi si allontanano.
SCENA II. — Wagner, Siebel, Valentino, Studenti, poi Mefistofele.
Val. Г Viene dal fondo tencndo in mano una picana me- daglia d'argento.] O santa medaglia Che la suora mi die; Nei di della battaglia Per sacro talisman; Kesta qui sul mio cor. [Si mette la medaglia all eolio, e si dirige verso V Ostcria. Wag. [Alzandosi.] Ah! E qui Valontin
Egli di noi chicdova. Val. Compagni, unco un bicchier e poi si parta. Wag. Quel pensier?
Perche tristo l'addio fai cosl? Val. Come voi questi lochi io deggio aDoandonar,
Vi lascio Margherita
E in terra in sua difesa,
Mia madre più non è! Sie. Più d'un fedelo amico
Le veci tue ouô far e lo farà.
Val. Sia pur!
Sie. Su me tu puoi contar.
Coro. Contar su noi dei tu. Wag. Andiam, partiam! Bandir dobbiamo il pianto !.
Ci rivedrem beviamo intanto.
Mesciam .< Ancora una canzon,
In lieto suon. Coro. Beviam! mesciam I Ancora una canzon,
In lieto suon. [Comparisce Mefistofele.
Wag. [Alzando il bicchiere.]
'Più poltron che coraggioso
Un sorcio era un di,
Ascoso nella cantina,
E dicea cosl.' Porche? Mef. [Amicinando.] Signor! Wag. 'Ché? Mef. Se v'aggrada bramo,
Soder un poco in mezzo a voi,
Che il vostro amico pria finisca la canzon,
lo poi ve ne dirô che da sprezzar non son. Wag. Una ci bastera ma bella veramente. Mef. Faro quel che potro
Per non seccar la gente.
Aria.
Dio dell' or del mondo signor,
Sei possente risplendente,
Culto hai tu maggior quaggiù.
Non v'ha un uom che non t'incensi
Stan prostrati innanzia te,
Ed i popoli ed i re,
I' bei scudi tu dispensi,
Della terra il Dio sei tu,
Tuo ministro è Belzebù.
Dio dell' or, d'ogni altro maggior,
Non ugualo non rivale,
Temi tu qui, nè lassù.
Tu contempli a piedi tuoi
I mortali in lor furor,
Dell' acciaro struggitor,
Cader vintima se il vupi,
Della terra il re sei tu,
Tuo ministro è Belzebù. Coro. Strana è la tua canzon. Val. Più strano è chi la canta. Wag. [Offrendo a Mefistofele un bicchiere.] Ci fareste l'onor di mescere con noi? Mef. [Prendendo il bicchiere.] Perché no? [Afferandu la mano di Wagner ed esaminandone 'a palma.] Ah! questo segno pena mi fa!
Vedete questa linea? Wag. Ebben?
Mef. Tristo prosagio,
Vi farete ammazzar
Se andate a guerreggiar. Sie. [A Mefistofele.] Predite l'avvenir? Mef. [Prendendo la mano di Siebel.] Appunto, e posso dir
Che scritto veggo quà
Un fior non toccherai,
Sprightly maidens now advance,
Watch their conqu'ring aire;
Friends, be guarded, lest a glance
Take you unawares.
At the men the maidens glance,
And pert airs assume;
Shall we not make some advance?
We are in full bloom; Mat. Yonder matrons fain would please, But they have lost the power. Matr. [ To the Maidens.] 'Tis you who seek to please, Your object's plain enough.
[All the various groups come forward. Some of the Burghers. Come, then, the goblet grasn!
The wine-cup let us drain I Others. I will remain, The end I'll see! Stu. Sing praises unto drink, Sing praises unto wine I Sol. Long life to war! , Sure 'tis a noble trade. [ To the Maidens.
Ah, be not so cruel,
Yonr coyness is vain. Matr. [ To the Maidens.] Ye strive hard to please, Your object is plain. Stu. Stern beauties are these. Right haughty are they. Some of the Sol. On, then, let's on, Brave soldiers are we,
To conquest we'll onl Others. In contests like these A true warrior am I! Stu. [ To the Maidens.] Pray lay aside That frown unkind! Max. See, see, with one glance His heart I'll subdue! Sol Bur. $ Stu. Fill high, fill high! Another flagon fill;
Let joy abound, let pleasure ever reign. [They drink and the various parties then withdraw.
SCENE II,—Wagner, Siebel, Valentine, Students, and afterwards Mephistopheles.
Val. [Advancing from the back of the stage, and holding in his hand a little silver medal.]
О blessed medallion,
Which my dear sister gave to me
As a sacred talisman
In the fierce hour of battle,
Rest thee near my heart. [Replaces the medallion round his nech, and approaches the hostelry. Wag. [Rising.] Ah! See, Valentine is at hand;
He has been seeking us. Val. Come on; another glass, and thon away. Wag. What say'st thou?
Why this sorrowful farewell? Val. Like you, I soon must quit these scenes,
Leaving behind me Margaret.
Alas! my mother no longer lives
To care for and protect her! Sie. More than one friend hast thou
Who faithfully will thy place supply.
Val. Bo't so, then I ^ Sie. . On me you may rely. Cho. In us thou surely may'st confide. Wag. On, then, away! A truce to sorrowing care! Anon we'll meet again. Fill high! Once more in song Our voices let us raise. Cho. . We'll drink! Fill high! Once more in song our voices Let us raise. [Mephistopheles appears. Wag. [Raising his glass.]
'A not o'er valiant mouse, While snugly in the kitchen hid, One. day, this song did sing.' What now? Meph. [Approaching.] Good sir! rag. Say on!
Meph. If it so please ye, I should wish To mingle with ye a short time. If your good friend will kindly end his song, I'll tell ye a few things well worth the *. hearing. Wag. One will suffice, but let that one be good. Meph. My utmost I will do Your worships not to bore.
Thou art lord of the earth, bright jjolJ. In thy potent pow'r unrival'd, None their allegiance can withhold Kings and people adoration Pay thee, prostrate at thy feet; All before thee humbly bow; Crowns of silver thou dispensest; Of the earth the god art thou, Beelzebub, thy minister. O, gold, a potent god art thou, No rival, nay, no equal Fear'st thou here below. Groveling at thy feet thou soest Blind mortals, in their fury, Struggling with the deadly steel. They conquered fall, but when thou wilt, The world's real king are thou, And Beelzebub is thy prime minister. Cho. A strange story this of thine. Vol. And stranger still is ho who sings it. Wag. [Offering a drinking-cup to Mephistopheles.] Wilt honor us by drinking with us? Meph. [ Talcing the cup.] In sooth, why not? [Taking Wagner by the hand, and scrutinizing his palm.] Ah! here is a sign that pains me much I See'st thou this line? Wag. What of it? Meph. A sad presage: If thou unto tho wars dost go, Thou surely wilt be killed. Sie. I To Mephistopheles.] Dost read the future? Meph. [Taking SiebePs hand.] I do indeed! Written here I see, No flower shalt thou ever touch Che appassir non vedrai! Lo vuole il destine Sie. Ciel! Mef. Non v' han più fior' per Marghorita! Val. Nomar, mia sorella v'udiil Mef. Badate a voi, signore I Un uom che noto è a me uccidervi potrà.
[Indirizzandosi agli altri. Ai vostri amor! [Beve. Ah! che veleno è il tuo vin. Volete miei signori che miglior ve n' offra. [Saltando sulla lavola, e batiendo m di un piccolo tino sormontato dal Dio Boceo che serve d' insegna all' Osteria.
Olà! Nume del vin da bere I [II vino zampilla, e Mefistofele ne riempie il sito Ыechiere.] Venite quà!
Ciascun quel che più vuole ber potrà. [Dicende.] I l brindisi che facevate Orror facciamo ancor a Margherita! Val. Or via, se non ti fô tacer Sul momento ch' io mora! [Strappa di mano il bicchiere a Mefistofele, e no versa il contenuto die s' infiamma cadendo a terra. Wag. Olàl Coro. Olàl Mef. [Ridendo.] Perché tremar?
Non giova il minacciar. [Wagnej cava la spada.— Valentino, Siebel, gli Studenti e Mefistofele fanno lo stesso.—Quindi Mefistofele segna colla punta un cerchio intorno a lui.— Gli Studenti vanno per slanciarglisi addosso, e si arrestano come dinanzi ad una barrière invisibile.— La spada di Valentino si spezza. Val. La spada, o sorpresa!
Si frange in mia mano! Val. Wag. Sie. e gli Stu.
S'hai tu poter di demon vediamo, Lo spirto delie tenebre pieghjamo! [Forzano Mefistofele a rinculare presentandogli al petto la guardia delie loro svade, fatta a forma di croce.
Tu puoi la spada frangere, ma guaraa! La croce dai tuoi demoni ci guarda! '[Partono.
SCENÄ III.—Mefistofele e Faust.
Mef. [Salulandoli sonidendo.]
Ci rivedremo ancor, miei signori, addio! Faust. Cosa c' è? Mef. Bah! favelliam, mio dottor I
Che volete da me?
Per ove cominciomo? Faust. Ove s' asconde la bella
Che apparir facesti a me
E un vano sortilegio Mef No, ma contre te la virtù la protegge E il cielo stesso pura la vuole. Faust. Che importa io nol vo' I vien; Mi guida a lei presso
Se no, m'allontano da te
Mef Lo farô, non vorrei darvi si triata idea
Dell' arcano poter che a voi mi conducea. Aspettiam I e vedrete a questo lieto suen, Apparir la fanciulla a noi certo no son. SCENA IV.—Studenti, Raggazze, Borghesi, e Dttti, poi Siebel e Makghekita.
[Gli Studenti colle Raggazze alfianco, preceduti dai suonatori di violino, invadono la scena.— Vengono in coda i Borghesi che compañero al principio dell' alto.
Coro. [Marcando col passo il tempo di vallz.]
Come la brezza allor che lieve,
Viene la sera a sussurar,
Fa la polve solevar;
Che la ridda ci trascini,
Ed i colli a noi vicini,
Di canzoni echeggeran. [I suonatori salgono sulle tavoleed il bailo incomincia. Mef. [A Faust.] Vedi tu queste belle,
Non voi tu cercar fra quelle,
Il tuo piacer? Faust. Taci alfin ; fa tregua all garrir, E lascia il mio cor al suo sogno. Sie. [Entrando in iscena.] Passar per qui or dovrà Margherita. Alcune Raggazze. [Avvicinandosi a Siebel.]
Dovrea dunque supplicarvi per danzare. Sie. No, non voglio danzar. Faust. Ella vien! la veggo! Mef. Ebben! andate a lei! Sie. [Scorgendo Margherita ed avanzandosi verso di lei.
Margherita I
Mef. [ Volgendosi si trova faccia a faccia con Siebel.]
Che c' è? Sie. [ Tra si.] Maledetto! ancor qui. Mef. [Con voce mclata.] Ebben, caro mio! [Ridendo.] siete qua! Ah, ah! davver! [Siebel rincula dinanzi a Mefistofele, che gli fa fare cosi il giro delta sccna. passando dietro alle coppie dei danzatori. Faust. [Avvkinandosi a Margherita che traversa la scena.] Permettereste a me, Mia bella damigella, Che v* offra il braccio mio Per far la strada insiem? Mar No, signer, io non son damigella nè bella, E bisogno non ho del braccio d'un signor. [Passa dinanzi a Faust e s' allontana. Faust. [Seguendola collo sguardo.] Giusto ciell quanta grazia! Tanto modesta e bella! Angiol del ciel! io t' amo! Sie. [Giunto nel mezzo, senza nulla aver visto.] E andata via! [Va per slanciarsi sulle traccie di Margherita, ma trovandosi nuevamente di fronte a Mefistofele, gli volge il tergo, e si allontana dal fondo.
But straightway it shall wither! Fate hath thus decreed. Sie. Oh heaven I Meph. No more flowers, then, for Margaret! Vol. Heard I aright I thou nam'dst my sister I Meph. And you, good sir, take heed! A friend of mine perchance may slay thee.
[ Turning towards the rest. I drink to your lady loves! [Drinks. Ah! rank poison is this wine of yours, With your good leave, I'll offer you a better. [Jumps on the table, and strikes on a little cask, surmounted by the efflgy of the god Bacchus, which serves as sign to the Inn.
What ho! thou god of wine, now give us drink!
[ Wine gushes forth from the cask, and Mephistopheles fills his goblet] Come hither f
Each man may drink the wine he best doth love.
[Jumps off.] The song we'll now renew, And unto Margaret's honor! Val. Hence, villain! I'll silence thee, Or die this very moment! [Snatches goblet from Mephistopheles, and throws away the contents, which, as they Jail to the grouud, become liquid fire.] Wag. Why how is this? Cho. Why how is this? Meph. [Laughing.] Why tremble ye? Threats naught avail! [Wagner draws his sword.— Valentine, Siebel, the Students, and Mephistopheles do the same. — Mephistopheles, with the point of his weapon, draws a circle round uim—The Students, about to rush on him, are stopped as though by an invisible barrier.— Valentine's sword breaks. Val. О marvelous!
My sword hath broken in my hand! Val Wag. Sie. and Stu.
If thou hast a demon's power, soon we'll see. Let's drive the spirit of darkness hence! [They compel Mephistopheles to retire, by holding their swords towards him in the fashion of a cross.
The sword thou hast broken, but beware! This cross protects us from thy fiendish spell! [Exeunt.
SCENE III.—Mephistopheles and Faust.
Meph. [Smilingly saluting them.]
We'll meet again, good sirs, adieu! Faust. Why what has happened? Meph. Oh nothing! let us change the subject! Say, Doctor, what would you of me?
With what shall we begin? Faust. Whither hides the beauteous maid Thine art did show to me?
Or was't mere witchcraft? Meph. No, but her virtue doth protect her from thee,
And heaven itself would keep her pure. Faust. It matters not!
Come, lead me to hor,
Or I straightway abandon thee.
Meph. Then I'll comply; 4were pity you should think
So meanly of the magic power which I possess. Have patience! and to this joyous tune, Kight sure am I the maiden will appear. SCENE IV. — Students, Maidens, Burghers, fc., aflerwards Siebel and Margaret.
[Students, with .Maidens on their arms, preceded by fiddlers, take possession of the stage!—Burghers in * the rear, as at the commencemen t of the act. Cho. [Marking Waltz time with their feet.]
CHORUS.
As the wind that sportively plays, At first will light dust only raise, Yet, at last, becomes a gale, So our dancing and our singing, Soft at first, then loudly ringing, Will resound o'er hill and dale. [ The fiddlers mount upon the table, and dancing begins.
Meph. [ To Faust.] See those lovely young maidens.
Will you not ask one of them
To accept you? Faust. No! Desist from thy idle sport, And leave my heart free to reflection. Sie. [Entering.] Margaret this way alone can arrive. Some of the Maidens. [Approaching Siebel.]
Pray seek you a partner to join in the dance? Sie. No: it no charm has for me. Faust. It is she! behold her! Meph. 'Tis well! now, then, approach! Sie. [Perceiving Margaret, and approaching her.] • Margaret!
Meph. [ Turning round and finding himselfface to face
with Siebet.] What say you? Sie. [Aside.] Malediction! here again! Meph. [Coaxingly.]
What, hero again, dear boy! [Laughing. Ha, ha! a right good jest! [Siebel retreats before Mephistopheles, who then compels him to make a circuit of the stage, passing benind the dancers. Faust. [Approaching Margaret, who crosses the stage.] May I for once presume, Most fair and charming damsel, My arm to offer you,' Together thus to walk? Mar. No, fair sir, I am neither a damsel nor charming,
Nor can I lean upon a stranger's arm to walk. [Passes Faust and retires.
Faust. [Gazing after her.]
Yes, by heaven! she is graceful! How fairy-like and modest! Ah! sweetest maid, I love thee! Sie. [Coming forward, without having seen what Лaг occurred.] She is departed I [He is about to hurry after Margaret, when he sud- denly finds himself face to face with Mephi- stopheles—he hastily turns away and retires. Mef. [A Faust.] Ebben?
Faust. Ebben, sono respinto.
Mef. [Ridendo.] Andiam Г al vostro amor,
Lo veggo, o mio dottor,
Soecorrere dovrô. [S' allontana con Faust seguendo la via tenuta da Mnrgherita. Alcune Raggazze. Che mai fu? Allre. Margherita, di quel giovin signor Il braccio ricusava. Tutti. Valsiam, ancor! valsiam, ognor! Sino' a perder fiato, sino a morir,
Un Dio li trascina è voluttà!
La terra pargiri e dispar lor,
Qual suon, quale gioia sguardi d' amor!
ATTO III.
SCENA I.—Giardino di Margherita.—Net fondo il muro con piccola porta.—A sinistra un boschetto.—A dritta in padiglione con unu finestra di fronte al pubblico.— Alberi e macchie.
Siebel, solo.—Entra dalla piccola porta del fondo, e si arresta sulla soglia del padiglione, presso ad una macchia di rose e di tigli.
Parlatele d' amor, o cari fior
Ditele che l ' adoro
Ch'è il solo mio tesoro,
Ditele che il mio cor
Langue d' amor.
Parlatele d'amor, o cari fior,
Recate i miei sospiri,,
Narrate i miei martiri,
Ditele o cari fior, quel ch'ho nel cor.
[Coglie dei fiori.
Son vixzi ahime! [Li getta via con dispetta. Lo stregon maledetto mal diceva or or. [ Coglie un altro fiore che avvizzisce al solo con'' delle sue mani.~\
'Non portrai più senza che mora Toccare un fior.' (Pensando. Se bagnassi la man nell' acqua santa? IS' avvieina al padiglione e bagna le sue dita in una vita attaccata ai muro.
Vien là quando il di muor a pregar, Margherita ed ora vediam presto. [ Coglie degli attr% fiori
Sono appassiti? No!
Satan, sei vinto già!
la lor soltanto ho fè,
Parlin per me,
Da lor le sia svelato
U misero mio stato.
Ella penar mi fa,
E ancor nol sa,
In questi fiori ho fè,
Parlin per me.
Se non ardisce amore, Possa in sua vece il fiore. Svelare del mio cor, Tutto l ' ardor! [C dei fiori per formame un bouquet e svarisce tra le macchie del giardino.]
SCENA II.—Mefistofele, Taust, indi Siebel.
Faust. [Entrando dolcemente dalla porta del fondo.]
Giunti siam I Mef. Con par. Faust. Che guardi tu laggiù? Mef. Siebel, vostro rival. Faust. Siebel! Mef. Zitto, egli vien!
]Entra con Faust nel boschetto.]
Sie. [En trando in iscena con un bouquet in mano.]
Non son gentili questi fior? Mef. [A parie.] Ma si! Sie. [Con gioia.] Vittoria! Domani a lei voglio narrar. [Appende il bouquet alia porta delta padiglione.] Tutta la storia e se vorrà
Saper quel che nascondo in cor,
Il bacio le dirá il resto. Mef. [A parte.] Soduttor! [Siebel esce dalla vorta del fondo.
SCENA III.—Faust e Mefistofele.
Mef. [Escendo dal boschetto con Faust, e per andarsene.]
Or or vorrô, caro dottor I
Per tenor compagnia
Ai fior del vostro allievo,
Men vo' a cercar altro tesor
Splendido più, più ricco ancor
Di quanti mai ne vide in sogno. Faust. Si, va via. Mef. Mo ne vô! Aspettate mi qui. (Esce dalla porta in fondo.
**********************
SCENA IV.— Fausto solo.
RECITATIVO:
Qual turbamento in cor mi sento,
Sento d'amor ardere il core!
О Margherita! al tuo pié vo' morir!
ARIA:
Salve ; dimora casta e pura,
Salve ! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil ché al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà I
In quest' asil quanta felicita!
Quanta dovizia,
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest' asil quanta felicita!
О bei lochi! bei lari ove leggiadra e bella,
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella,
Ella percorre il suol!
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine
Su voi rivolger suol le luci sue divine
Quell' angelo del ciel!
Meph. [ To Faust]
What said she? Faust. She hath repulsed me. Meph. [Laughing.] Take heart I I see your love Wants my aid, my good friend, And that aid it shall have. [He retires wiih Faust, in the direction pursued by Margaret. Some of the Maidens. What has happened? Others. Margaret hath refused the arm Of yonder youthful stranger. All. Waltz again I waltz again! How great is the pleasure thus to whirl round,
'Neath heaven no greater e'er can be found! The earth seems advancing to meet the blue sky,
In joy, love, and music, hours swiftly fly!
ACT III.
SCEUE I.—Margaret's Garden.—At hack a wall with a little door.—To the left a bower.—On the right a pa
¿¿j^vilion, with a window facing the public. — Trees, shrubs, ¿ce.
Siebel, alone.—He enters through the little door at the back, and stops on the threshold of thz pavilion, near a group of roses and lilies.
AIR.
Gently whisper to her of love, dear flow'r,
Tell her that I adore her,
And for me, oh, implore her,
For my heart feels alone
For her love's pow'r.
Gently whisper to her of lovo, dear flow'r.
Say in sighing I languish,
That for her, in my anguish,
Beats alone, dearest flow'r,
My aching heart.
[Plucks flowers.
Alas! they are wither'd! (Throws them away. Can the accursed wizard's words be true? [Plucks another flower, which, on touching his hand, im- mediately withers. i 'Thou shalt ne'er touch flower again But it shall wither!' [Reflecting. I'll bathe my hand in holy water! [Approaches the pavilion, and dips kis fingers m a little font suspended to the wall. When day declines, Margaret hither Comes to pray, so we'll try again! [Plucks more flowers.
Are they wither'd? No!
Satan, thou art conquer'd!
In these flowers alone I've faith,
For they will plead for me;
To her they will reveal
My hapless state.
The sole cause of my woe is she,
And yet she knows it not.
But in these flowers I've faith,
For they will plead for me
That which my love dares not,
These flowers will dare for me.
The fond hopes of my heart
Those flowers will reveal. [Plucks flowers, in order to make a boutiuct, and disappears 1 among the shrubs.
SCENE II.—Mephistopheles, Faust, and Siebel.
Faust. [Cautiously entering through the garden door.
We are here! Meph. So it would seem. Faust. What art thou looking at? Meph. At thy rival, Siebel. Faust." Siebel! Meph. Hush! ho comes
[They enter the bower.
Sie. (Entering with a bouquet.)
What pretty flowers are these! Meph. (Aside.) They are indeed! Sie. (Joyously.) Victory! [Fastens the bouquet to the door of the pavilion.
To-morrow I'll reveal to her
The secret that my heart conceals.
A kiss will tell the rest. Meph. (Aside, mockingly.) Seducer! [Exit Siebel, through door at back.
SCENE III.—Faust and Mephistopheles.
Meph. (Entering from the bower.) I'm off, dear doctor! I go to seek a treasure Meet indeed to hold companionship With your rival's flowers. A treasure richer far than aught That dreams have e'er disclosed. Faust. Then get thee gone at once!
Mevh. I go—await me here!
[Exit, through door at back.
SCENE IV.—Faust, alone.
What troubles at my heart I feel—
My heart with love doth glow!
О Margeret! at thy feet I'd gladly die!
Air. •
Oh hail! thou pure and simple dwelling, Oh hail! thou pure and simplo dwelling, Within thy walls thou art concealing From my enraptured gaze my adoi^d one! What riches there in poverty are stor'd! Such happiness within thy walls to hoard! What riches there, What riches there in poverty are stor'd! Such happiness within thy walls to hoard! Scene of beauty, made still more beauteous by her presence, Whose form of grace and light All around renders bright, All around renders bright! She trips around so lightly, With her fair golden tresses, And eyes that shine so brightly, That her witching glances Like those of angels seem! Sî, quà! si, ft, quà . Salve ; dimora casta e pura, Salve I dimora casta e pura, Che a me rivela la fanciulla Gentil che al guardo mio la cela! Salve I salve I dimora casta e pura, Che a me rivela la fanciulla Gentil che al guardo mio si cela. SCENA V.—Mefistoflee e detto.
Mef. (Portande un astuccio sotto il braccio.) Аll ' erta! eccolo quà! Se i fiori han più valore dei gioiel Consente a perdere il mio poter. (Apre V astuccio с gli mostra i gioielli che contiene. Faust. Fuggium ; non voglio rivederla più! Mef. Che scrupolo y' assal? [ Va a collocare l ' astuccio sulla soglia del padiglione. Ecco presso.la soglia I gioielli son già; Andiam c' è da sperar. [ Trascina seco Faust e sparisee con lui nel giardino. Margkerita entra dalla porta del fondo e giunge silenciosa sino al proscenio.
.
SCENA VI.—Margherita sola.
Come vorrei saper
Del giovin ch' ho incontrato?
La qualità il natal,
E come vien chiamato? [Siede. 'С era un re, un re di Thüle 'he sino alla morte constante Cara memoria dell' amante, Serbô un nappo d'or con sè!' [Interrompendosi.] Avea modi gentil A quanto mi sembrô [Riprendendo la canzone. 'Nessun ben gli fu caro tanto, E quante volte ai più bei di. Il ndo re se ne servi, Senti bagnar gli ecchi di pianto i [Si alza efa alcuni passi. Quando senti presso l ' avel, Al nappo d'or la mano stese, In sovvenir di lei la prese, Sino alla morte a lei fedel.' [Interrompendosi.] lo non sapea che dir, Ed arrossii allor! [Riprendendo la canzone. 'Poscia in onor delia sua dama, L' ultima volta bevve il re. Il nappo allor gli cade al pié L' alma va al ciel che a se lo ehiama l ' I gran signori sol Han quell' altero andar E il parlar lusinghier! [Si dirige verse il padiglione. Or via non ci pensiam I Buon Valentin! Se il ciel m' ascolta ancor ti vedrô! Ma son quà sola! r Nel. momento di entrare nel padiglione scorge il bouquet appeso alla porta.
Questi fior— [Stacca il bouquet.
Son di Siebel al certo! Com' è gentil I [Scorgendo l ' astuccio.] Che veggo là? Onde quel ricco scrigno puô venir ?— Non l ' oso toccar, [ Titubando. Ma chi sa I—La chiave è là mi par! Lo deggio aprir?—la man trema !—perché? Aprendolo non fo alcon male mi pare! [Apre V astuccio e lascia cadere il bouquet. О ciel! quanti gioiel !— E un sogno incantator e mentitor О se son desta Non vidi in vita mia richezza egual a questa! [Depone V astuccio sopra una scanna, evi s' inginocchi dinanzi per abbigliarsene.
Non v' è alcun ; come far !—• Posso almen attaccar Questi begli orecchini !— ]Cava dalP astuccio ipendenli. Ah! vè qui bell' e pronto in fonto al cassetti
Un cristal! per poter mirarmi in esso ?— Vanarella sono adesso? Lut appendegli orecchini, si alza, e si contempla nello specchio.
ARIA.
Ah! E' strano poter il viso suo veder;
Di, sei tu? Margherita!
Die sei tu? Dimmi su;
Dimmi su, di su, di su, di su presto!
No, no, non sei più tu!
No! no, non è più il tuo sembiante
E' la figlia d'un re!
Non sei più tu,
E la figlia d' un re, che ognun dee salutare.
Ah ! s' egli fosse qui per verdimi cosi, Come una damigella Mi troverebbe bella! Ah I ah! Come una damigella Mi troverebbe bella! Come una damigella Mi troverebbe bella! Proseguiam Y adornamento Vo provare ancor so mi stan Lo smaniglio ed il monil! [Si adorna della collona, poi del braccialetto; poi $' alza. Ciel! E come una man, Che sui braccio mi posa! Ah! lo rido in poter Me stessa qui veder! SCENA VII.—Makgheeita e Marta.
Marta. Giusto ciel! che vegg" io Г Come sembrate bella! Che avenne? Chi vi die questi gioielli! Mar. [ Volgendosi.] Ahimè! per errore recati l ' han quà. [Porta confusa te mani al colla ed agli orrechi cercando di nascondere i gioieli.
Who comes? ah, who comes? Oh hail I thou pure and simple dwelling, Oh hail! thou pure and simple dwelling, Within thy walls thou art concealing From my raptur'd vision my ador'd one! Oh hail! oh hail! thou pure and simple dwelling, Within thy walls thou art concealing From my enraptur'd vision my ador'd one. SCENE V.—Mepitistopheles, and the before named.
Meph,. (Carrying a casket under his arm.) What ho ! see here I If flowers are more potent than bright jewels, Why I consent to lose my power. [Opens the casket, and reveals the jewels. Faust. Let us fly ; I ne'er will see her more! Meph. What scruple now assails thee? [Lays the casket on the threshold of the pavilion. See, on yonder step, The jewels snugly lie; We've reason now to hope. [Draws Faust after him and disappears in the garden — Margaret enters through the door at the back, and advances silently to front of stage.
SCENE VI.—Margaret, alone.
Mar. Fain would I know the name Of the fair youth I met? Fain would I his birth And station also know? (Sits down.
'A king there was, a king of Thüle, Who, constant unto death, In memory of his loved one dear, A golden cup preserved!' (Stopping short.) A goodly king Was he, I ween. [Resuming the song. 'río other treasure to him was half so dear, And whene'er this faithful king Did see his much-prized cup, The tears into his eyes it drew I . [Rises, and walks to and fro.
Finding that his last hour approached, His golden cup he kindly grasped, In memory of her he loved, For faithful unto death wets he.' (Breaking off) On meeting him I blushed, And knew not what to say. [Resuming the song.
'In honor of his lady-love, The king a last draught drank. The cup straight at his feet did fall, His soul on wings to heaven did hie!' (Musing.) Great lords alone Such haughty mien, Such courteous tones possess! [Approaches the pavilion. I'll think of him no more! Good Valentine! If heav'n heeds my prayer, we shall meet Meanwhile I am alone! [again! [Suddenly perceiving the bouquet attached to the door of the pavilion.
Flowers! i Unfastens tne oouqutt.
They are Siebel's sure! In sooth a pretty nosegay! (Perceiving the casket.) But what is this? And from whom can this splendid casket come? I dare not to touch it— [Hesitating. Yet behold, here is the key! I'll take one look! How I tremble—yet why ?—Can it be So much harm just to look in a casket! (Opens the casket, and lets the bouquet fall.) 0 heaven! what jewels! Can I be dreaming? Or am I really awake?
1 ne'er Jjave seen such costly things before! [Puts down the casket on a rustic scat, and kneels down in
order to adorn herself with jewels.
I should just like to see
How they'd look upon me,
Thoso brightly sparkling ear-drops!
[Takes out the ear-rings. Ah! At the bottom of the casket is a glass, I there can see myself!— But am I not becoming vain? [Puts on the ear-rings, rises, and looks at herself in the glass.
AIR.
Ah! I laugh, as I pass, to look into a glass;
Is it truly Margaret, then?
Is it you? Tell me true;
Tell me true, tell me, tell me, tell me truly ¿
No, no, no, 'tis not you!
No, no, that sweet face there reflected
Must belong to a queen!
No, 'tis not you,
It reflects some fair queen,
Whom I greet as I pass her.
Ah! could he see me now,
Here, deck'd like this, I vow,
He surely would mistake me,
For something noble tako me(!
Ah! ah! he would mistake me,
And for something noble take mo!
He surely would mistake me,
And for something noble take me!
I'll try on the rest.
The necklace and the bracelets
I fain would try!
[Sie adorns herself with the bracelets and nee* tace; then rises Heavens! 'Tis like a hand That on my arm doth rest! Good sooth! It makes me laugh That I myself herein should see! SCENE VII.—Margaret and Martha,
Martha. Just heaven! what is't I.see?
How fair you now do seem I
Why, what has happened?
Who gave to you these jewels Mar. (Turning round.) Alas ! by some mistake They have been hither brought. [Raising her hand to her neck and to the ear-rings, endeavoHrt;' thereby to conceal them.
Marta. No, quei gioielli son per voi Mia bella damigella, Si un dono quest' è d' amante Signor. Avea lo sposo mio I cor! SCENA VIII.—«J.EFISTOFELE, Faust, e dette.
Mef. [Entrando pel primo e facendo uno sperticato inchino.] Dito in grazia signora Schwerlein? Marta. СЫ mi chiami! Mef. Perdono, Se Cosí mi vengo a presentar.
voce a Faust.
Marta. Mef.
Vedeto i vostri don Se ben alcolti son; Siete Marta Schwerlein? Signor si.
La notizia che vi porto Non è tal da farvi piacer; Il vostro caro sposo E morto e vi saluta. Marta. Giusto ciel! Mar. Che mai fu! [Si affretta a togliersi la collana, ü braccialetto ed i pendenti, ed a riporii neW astuccio. Mef. Bah? Marta. [A Mefistofele.] O calamita! O nuova impreveduta! Mar. ]A sé.] Sento il cor che mi batte
Or ch' egli è a me vicino! Faust. [A se.] La febbre del desir Sparisce a lei vicino! Mef. [A Marta.] Il vostro amato sposo E morto e vi saiuta! Marta. [A Mefistofele.] E non vi die nulla per me? Mef. [A Marta.] No. Punir lo dobbiam, In quosto stesso di. Trovar convien с Faust. [A Marghcrita,] Marta. [Passeggiando.] Sieche, voi viaggiato ognor!
Mef. Ognor, dura necessità, signora!
Senz'alcun! solo sol, senza amor. Ahí Marta. Questo convien in gioventù,
Ma più tardi, allor!
E cosa ben trista
D'invecchiar como un egoísta! Mef. Tremai solo pensandolo,
Ma pur che deggio fare? Marta. Perché cosi tardare? Mio bel signor convien pensar? Mef. Cio penserô! Marte. Pensato a ciô I [Si allontanano, Margherita e Faust nentrano wi iscena. Faust. E che! sompre sola! Mar. Al campo è il fratel, La madre peredei; Poi la sventura ancor colpi, La sorcllina, ella morí. ., . Cara sorella mia! Era il mio sol dolce pensier, Quante cure ahimè! quante pene! Quando di lor l ' aime son piene La morte a noi le toglie allor! Non appena gli occhi apria lo favellar doveva con lei! Era l ' amor di Margherita! Per veder la mia sorellina, Saprei quaggiù tutto soffrir. Faust. Ah! se il ciel con un suo sorriso L' avesse fatta eguale a te, Era si cara, si pari a te I [Mefistofele e Marta rientrano.
Mar.' [A Faust.i
Adulator! Bidete di me, di me vi burlate I Non vi credo no! vi state di me, a burlar, Non ho da restar, non debbo ascoltar. Fausi. [A Marghcrita.]
No, io t' ammiro, deh! resta con me! Dio inoontar qui me fe' un angioletto, Perché paventar ahime! d' ascoltar. U cor parla. Marte. [A Mefistofele.] Che state a pensar. Non state udir—o di me, A burlar vi state, mi state ad udir, Non giova partir. Mef. [A Marta.] Perché m' aecusar se aebbo in viaggio
ritornare. Perche sospettar, se dovrô ahimè I Se dovrô tornar in viaggio I E vano attestar, che cramo restar, Se solo v' ascolto. [Comincia ad annottare. Mar. [A Faust.] Convien partir, s' oscura il ciel. Faust. [Abbracciandola.] Mia cara! Mar. Ah! non più/ [Fugge. Faust. Ah! crudele! vuoir fuggir! [L' insegue. Mef. \A parte, mentre Marta indispettita gli volge le spallc.] La faccenda si fa seria, Convien partir! [Si nasconde dietro un albero. Marta. [A se.] Ma come fare? ebben?
Egli spari, signor! [allontonana. Mef. Si, vien mi a trovar! Ouff Questa vecchia spietata Avrebe voluto ancor, Sposarsi con Satanasso.
Martha. No, beauteous maiden, These jewels are for you, The gift they are of some enamored lord. My husband, I must say, Was of a less generous turn 1 SCENE VIII.—Mephistopheles, Fadst, and the before-named.
Meph. (Entering and making a profound bow.)
Tell me, I pray, are you Martha Schwerlein? Martha. Sir, I am! Meph. Pray pardon me,
If thus I venture to present myself.
[Aside, to Faust.
You see your presents
Are right graciously received. [Ta Martha.
Are you then, Martha Schwerlein? Martha. Sir, I am.
Meph. The news I bring
Is of an unpleasant kind;
Your much-loved spouse is dead
And sends you greeting. Martha. Great heaven! Mar. Why, what has happened? [Hastily taking oß the jewels, and about to replace them in the casket. Meph. Stuff!
Martha. [To Mephistopheles.]
Oh woe! oh unexpected news! Mar. [Aside.] How beats my heart Now he is near! Faust. [Aside.] The fever of my love Is lulled when at her side! Meph. [ To Martha.] Your much-loved spouse is dead, And sends you greeting I Hartha. [To Mephistopheles.]
Sent he nothing else to me? Meph. [To Martha.]
No. We'll punish him for't,
Upon this very day
We'll find him a successor, fouíí. [To Margaret.]
Wherefore lay aside these jewels? Mar. [To Faust] Jewels are not made for me,
'Tis meet I leave them where they are. Meph. [To MartAa.]
Who would not gladly unto you
Present the wedding ring? MartAa. Indeed ! you think so? Meph.. Ah me! ah, cruel fate! Faust. [To Margaret]
Pray lean upon mine arm! Mar. [Retiring.]
Withdraw, I humbly pray! Me^A. [Offering his arm to MariAa.l I'm here, you see, MartAa. [Aside.] In sooth a comely knight i [Taking his arm. Meph. [Aside.] The dame is somewhat tough I
Margaret abandons her arm to Faust, and withdraws with him.—Mephistopheles and Martha remain together.
Martha. [ Walking to and fro.]
'Twould seem we're always traveling!
Me^A. A hard necessity it is thus ever lone to be!
Alone and loveless. Ah I MartAa. In youth it matters not so much, But in late years 'tis sad indeed! Kight melancholy it is in solitude An old man to become! Meph. The very thought doth make me shudder,
But still, alas! what can I do! . MartAa. If I were you, I'd not delay, But think on't seriously at once. Meph. I'll think on't! MartAa. At once and seriously! A [They withdraw, Faust and Margaret re-enter.
Faust. Art always thus alone? Mar My brother is at the wars, My mother dear is dead • By misadventure, too, 'My dear sister have I lost. Dear sister mine! My greatest happiness was she! Sad sorrows these! When our souls with love are filled, Death tears the loved one from us! At morn no sooner did she wake, Than I was always at her side! The darling of my life was she! To see her once again, I'll gladly suffer all. Faust. If heaven in joyous mood Did make her like to thee, An angel must she indeed have been! [Re-enter Mephistopheles and Martha.
Mar. [To Faust.]
Flatterer! thou mock'st me! I believe thee not! thou seekest to deceive me; No longer will I stav thy words to hear Faust. [To Margaret]
Nay, I do love thee! stay, oh stay! Heaven hath with an angel crown'd my path. Why fear'st thou to listen? It is my heart that speaks. MartAa. Of what now are you thinking?
You heed me not! perchance you mock me. No list to what I say— You really must not leave us thus! Meph. [To MartAa.] Ah, chide me not, if my wanderings I resume, Suspect me not, to roam am I compelled! Need I attest how gladly I'd remai.i? I'd hear but thee alone. [Night comes on.
Mar. [To Faust]
The sky grows dark, you must away. Faust. [Embracing her.] My loved one! Mar. Ah! no more! [Escapes. Faust Ah cruel one ! would'st fly me? [Pursuing her. Meph. [Aside, whilst Martha angrily turns her back to him.] The matter's getting serious, I must away! [Conceals himself behind a tree. Martha. [Aside.] What's to be done ? he's gone!
What ho, good sir! [Retires. Meph. Yes, seek for me—that's right! s I really do believe
The aged beldame would Actually have married Satan:
Faust. [Without] Margaret! Martha. [Without.] Good Sir! Meph. Your most obedient! SCENE IX.— Mephistopheles concealed, Martha, and then Siebel. Sie. [Entering, in a subdued tone.]
Courage now—she now must speak. Martha. 'Tis he! Meph. [Aside.] No. Martha. Good sir! [Grasps SiebePs hand.
Who is this?
'Tis Siebel.
It is.
What seekest thou at night In Margaret's garden! Come, come, sir truant, 'Twere better thou should'st homeward turn, And soundly sleep. But yet— Come, come, the way pray lead [Aside.] His tongue might run. The other, though, seems gone! Meph. [Aside.] He is'nt, though. Sie. [Aside. | To-morrow I'll return. Meph. Perhaps! A tedious fellow this. [Siebel and Martha exeunt at bach.—Mephistopheles I issues from his hiding-plaee. By night protected, In earnest talk of love, They will return—'tis well! I will not disturb Their amorous confabulation! Oh night ! conceal them in thy darkest shade. Oh love ! from their fond hearts Shut out all troublesome remorge. And ye, oh flowers of fragrance subtle, This hand accursed Doth cause ye all to open! The heart of Margaret trouble ye no more. [Disappears amid the darkness.
Sie. Martha, Meph. Martha.
Sie.
Martha.
Mar. It groweth late, Farewell! Faust. I but implore in vain, Let me thy hand take and clasp it,
And behold but thy face once again
Illum'd by that pale light,
From yonder star that shine,
O'er thy beauteous features
Its faint but golden ray. Mar. Oh, what stillness reigns around! Oh, ineffable myst'ry!
Sweetest, happiest feeling,
How mysterious!
I list: a secret voice
Now seems to fill my heart,
Still its tone again resoundeth/]
Besoundeth in my heart!
Leave me awhile, I pray!
[Stoops and plucks a daisy. Faust. What is it thou dost?
Mar. This flower I consult. Faust [Aside.) What mutters she Mar. (Plucking leaves of flowers,) He loves me !—no, he loves me not! Faust. Yes believe thou this flower, The flower of love. To thine heart let it tell The truth it would learn, He loves thee! Ah, know'st thou not How happy 'tis to love? , j. To cherish in the heart a flame that ne'er ex- pires. To drink forever of the font of love!
[ Clasps Margaret in his arms. A. 2. We'll love—we'll love for ever! Faust. Oh, night of love ! oh, radiant night! The bright stars shine above; Oh, joy is this divine I I love, I do adore thee! I Mar. Mine idol fond art thou. Speak, speak again! Thine, thine I'll be; For thee I'd gladly die! Faust. Oh, Margeret! From thee I'll never part I Mar. (Suddenly tearing herself from Faust's arms.) Go hence ! I waver ! mercy, pray! Fly hence—alas! I tremble! Break not, I pray, thy Margaret's heart! Faust. Would'st thou have me leave thee? Ah ! see'st thou not my grief! Ah, Margaret, thou breakest my heart! Mar. If to thee I'm dear, I conjure thee, by thy love, By this fond heart, That too readily its secret hath reveal'd, Yield thee to my prayer, In mercy, get thee hence! [Kneels at the feet of Faust. Faust. (After remainingp few moments silent, gently raising her.) Thou'ast have me go! What grief is this? Thou break'st my heart! Oh, purity divine, Chaste innocence, whose power My very will hath overcome, I leave thee! '. But to-morrow? say! Mar. To-morrow, yes! [Reflecting, and then with affectionate confidence.] At break of day! [Hastens towards the pavilion, then stops short on the threshold, and wafts a kiss to Faust. Faust. Ah ! say thou lov'st me once again! Thou bright joy sent by heav'n, adieu!
SCENE XI.—Mephistopheles and Faust.
Meph. Well, you're a pretty madman, in good sooth! Faust. Wast thou, then, listening? Meph. Why not, I pray? I clearly see it needful
That you your schooling recommence! Faust. Away! Meph. Well, then, stay, and hear what pretty things The maid to yonder star will utter. [Margherita apre la finestra delpadiglione e vi « appoggia un momento colla testa¡ra le mani.
Vedete—apre la sua finestra. Mar. Ei m' ama, turbato e il mio cor!
L'augello canta,
Murmura il vento;
E tutt' i suon delia natura
Mi ripitono insiem:
Ei t' ama, si t' ama!
E dolce la vita,
Il cielo s' apri son rapita;
D'amore e questa l'estasi
Tutto d'amor si riconsiglia.
Doman, ah ! t'affretta
A tornar, o mio tesor! Faust. [Slanciandosi verso la finestra ed afferandole
la mano.] Margherita! Mar. Ah!
Mef. [Esultante.] Hein!
[Resta un momento confusa, e lascia cadere la sua testa sulla spolia di Faust.—Mefistofele apre la porta del giardino ed esce ghignando.
ATTO IV.
SCENA I.—La stanza di Marglwrita.
Marohkeita solo.—Si awicina alla finestra ed aseolta. Mar. Esse non son piu là;
10 riveda con loro—or non più. Voci. [Interne di Ragazze.]
1! giovine stranier fuggi, Ne torno più! Ah! ah! [Si sentono allontanarsi ridendo. Mar. Ñuscóse eran là le crudeli! lo non trovava allor Oltraggio per punir L' error dell' altre donne; or non trovo Pietà per l ' error ch' io commisi. L' onta sul capo mio piombô! Ahi! ma pur Dio lo sa lo non mi resi infame; Fui colpevole masoltanto, Colpevole fui per amor! [Siede al molinello efila.
Mar. Nô! per pietà!
Sie. Ma che? l ' amereste ancora? Mar. Ancor! Ma non parliam di lui; Deila vostra amistà, Mio buon Siebel, io grata a voi sarô. V assista Iddio. [Gli siringe la mano. Mercè vi renda il cielo. I crudi che m'oltraggiano non ponno Chiuder le porte a me Del tempio del Signor! V andrô pel figlio mio e per lui a pregar 1 [Parte.—Siebel la segue cogti occhi, poi s' allontana,
SCENA III.— Una strada.—A dcstra la casa di Margherita; a sinistra la chicsa.
Maroherita, poi Mefistofele. Mar. [Entra e s' inginocchio presso ad una pila deW acquasanta.] Signor concesso sia Ail' umil vostr' ancella, Di prostrarsi ail' altar. Mef. No, tu non dei pregar! Atterritela voi, Spirti del mal, Accorra ognun I Coro dei Demoni. Margherita! Mar. Chimichiami?
[üargaret оpeт the winaow of the pavilion, and remains with her head resting on her hand.
See, her window now she opens. Mar. He loves me ! wildly heats my heart! The night-bird's song,
The evening breeze,
All nature's sounds together say,
'He loves thee!'
Ah ! sweet, sweet indeed
Now is this life to me!
Another world it seems;
The very extacy of love is this'
With to-morrow's dawn
Haste thee, oh dear one,
Haste thee to return! Faust. [Rushing to the window ana grasping her
hand.] Margaret! Mor. Ah! bleph. [mockingly.] Ho! ho!
[Hargaret, overcome, allows her head to fall on Faust's shoulder.—Mephistopheles opens the door of the garden, and departs, laughing derisivelu.
ACT IV.
SCENE I.—Margarets chamber.
Margaret, alone.—She approaches the window and listens.
Mar. The maidens are no longer there. Voices. [Of maidens outside.] The stranger youth hath fled,
Hell ne'er again return! Ha! ha I
[Their laughter dies away in the distance. Mar. The cruel maidens had hidden yonder I
I ne'er could find a harsh word
Wherewith my sex's errors to upbraid;
And yet, no pity find I now
For mine own fault.
The shame on my own head hath fallen!
But heaven surely knoweth
That love, and love alone,
Hath rendered me thus guilty!
[Seats herself at the spinning-wheel.
He does not return!
Alas ! in its anguish
My poor heart is sinking,
My soul's fill'd with terror.
Will he ne'er return?
Ah, where does he wander,
Whilst lonely I ponder?
I dare not complain,
I but call in vain!
Alas ! where now does he wander?
Will he ne'er return?
In grief I'm concealing
This desolate feeling.
Did he know my woe,
Would he not return once more
To my fond heart?
Ah! where does he wander?
Will he ne'er return? Shall I ne'er behold him again at my feet ?« His heart's lost to me, ah! mine 'tis no longer!
Oh, return once more,
My belov'd, my belov'd I
Once more thy dear presence
Joy would bring me I
Alas! alas!
Where now does he wander? Will he ne'er return? [Drops her head on her breast, and bursts into tears.— The spindle escapes from her hand.
SCENE II.—Margaret and Siebel.
Sie. Pour forth all thy griefs in my bosom!
Love's fire affliction controls;
Its flame disappear'd, there remaineth,
Pure friendship our souls to unite.
Love's last spark now hath died away!
'Tis grief, not love, that fills my heart,
Which, drop by drop, doth all the woe receive,
That thy poor broken heart pours forth! Sie. [Quietly approaching.] Margaret! Mar. [Raising her head.] Siebel! Sie. What, weeping still i Mar. Alas! thou alone art kind to me. Sie. A mere youth am I, But yet have I a manly heart,
And I will sure avenge thee.
I'll punish the seducer—ay, I'll kill him! Mar. What say'st thou? Sie. Perfidious villain, Thus to leave thee I Mar. In mercy, speak not thus! Sie. Dost love him still, then? Mar. Ay, I love him still! But we'll not talk of him;
Good Siebel, for thy friendship
I will be ever grateful. ]Presses his hand.
May heaven reward thee for thy goodness.
The cruel ones who wrong me thus
Cannot close against me
The gates of the holy temple!
Thither will I go and pray
For him, and for our child!
[Exit.—Siebel gazes after her, and then withdraws.
SCENE III.—A street.—On theright Margaret's house; on llie left a church. Margaret, and aftenoards Mephistopheles.
Mar. [Entering, and kneeling down near a font of holy
water.] О heaven,
Permit thy lowly handmaiden
To prostrate herself before thine altar. MepA. No, thou shalt not pray!
Spirits of evil,
Haste ye at my call,
And drive this woman hence! Chorus of Demons. Margaret! Mar. Why summon me? 10 vacillo !—ahimè—Dio buon! Dio d:
amorl
Venuta è già l' ora del mio morir!! [La pila s' apre e loseta vexiere Mefistofele che si corva f aW orecchio di Margherita. Mef. Rammenta i lieti di
Quando d'un angel l ' ali
Covrivano il tuo cor.
Venivi al tempio allora per adorar,
Iddio empia non eri allor.
Quando tu alzavi al ciel la casta
Tua preghiera venia da un puro cor.
Ed al cielo salia sull' ali della fede
In fino al tuo Signor.
Non odi quel clamor,
L' inferno a se ti chiama!
L' inferno sua ti vuol!
E l ' eterno dolor, è V eterna sventura
E !' eterno penar! Ma - Ciel! che voce odo mai Chi mi parla nell' ombra?
Pietoso ciel, quai voce cupa sceride eu meJ Coro Religioso. Quando do Dio il di verra,
La croce in ciel risplenderà,
1l mondo inter rovinerà.
Мar. Ahimè! il canto più è più tremendo ancora!
Mef. No! per te Dio non ha più perdon!
Per te il ciel non ha più luce! no! Coro Religioso. Che dirô allora al mio Signor?
Ove trovare un'protettor
S l'innocenta è incerto ancor? Mar. Ah! soffoca,ta oppressa io sono,
Ne spirare non posso più! Me/1 Addio, notti d'amor!
Addio, giorni d'èbbrezza! ,
Perduta sei!
Dannata sei! Mar. e Coro. Signor!
Accogli la preghiera
D' un misero cor.
Un raggio venga dalla tua sfera
E calmi il dolor! Mí/". Margherita I sei dannata! [Sparisce. Mar. Ah! [Fugge.
SCENA IV.—Siebel e Marta giungono da parti opposte.
Sie. Marta!
Marta. Sia lode al ciel,
Voi qui? E Margherita!
Sventurata il suo fratel tornô. Sie. О ciel! Valentine I [Suono di trombo.
Marta, State a udir, sono qui!
Su prosto ! salva sia, Siebel spero in voi!
[Partono.
SCENA V.—Valentino, Soldati, pot Siebel.
Coro. Deponium il brando,
Nel patrio focolar;
Siam di ritorno alfin.
Le madri lagrimando
Non più i figliuoli lor
Staranno ad aspettar. Val. [ Vedendo Siebel che giunge.] Eh! sei tu ! mio Siebel!
Sie. [Confuso.] Si, ê rer, ma—
Val. Vien presto, qui sul mio cor!
[L'abbraccia.
E Margherita? Sie. E forso alia chiesa, di là. Val Si prega Dio por me. La gentil!
Come attenta sarà,
Quando m' udrii narraro
Quanto in guerra oprai finor! Coro. Si fa piacer nella famiglia
Di narrar al fanciul,
Che del suo padre è alter,
Alla sposa ed alla figlia
Le impreso del guerrier.
Gloria immortole Cinta d'allor,
Non hai rivale nel nostro cor.
Dispiega l'aie sulvincitor,
Accendi nei cor novello valor.
Per te patria adorata morte sfidiam,
Sei tu che guidi in campo il nostra acciar,
Per te noi pugnam,
Per te trionfiam.
Gloria immortalo, &c.
Ver la magion or ci affrettiam
Ci aspettan la fatta è la pace!
Non più indugiam a che tardar,
Ognuno qui ci abbraccerà,
Amor с' invita, amor ci aspetta
E più d'un cor palpitera.
Il nostro dir stibdo ad udir. [P*rtono¡
SCENA VI.—Valentino e Siebel.
Val.
Andiam Siebel! nel mio tetto n' andiam Col nappo in man favelloremo un pô! [Faecndo un passo verso la casa di Margherita. Sie. No, non entrar! Val. Perché? Tu volgi altrove il guardo; Lo figgi, muto, al suol— Siebel—che avvenne di I Sie. [SJorzandosi.] Ebben! no, no'l potrei. Val. Che vuoi tu dire? [Si slancia verso la casa. Sie. [Trattenendolo.[
T' arresta ! abbi cor Valentino! Val. Che vuoi dire? [Entra la casa.
Sie. Perdona alei ! mio Dio v'imploro la salva tu! [Si dirige verso la chiesa.—Si fa notte.—Faust t Mefistofele giungono id fondo.
SCENA VII.—Faust « Mefistofele con una chtlarra sotto il braccio.
Mef. Perché tardate ancora,
Entrate meco là! Faust. Tacer vuoi tu! Mi duol Di dover portar qui la vergogne e il dolor.
I tremble J—oh -heaven! My last hour is surely nigh! [The font opens, and. discloses Mephistopheles, who bends over to Margaret's ear. Meph. Kemember the glorious days When an angel's wings Protected thy young heart. To church thou eamest then to worship, Nor hadst thou then sinned 'gainst heaven. Thy prayers then issued From an unstained heart, And on the wings of faith . Did rise to the Creator. Heai
lear'st thou their call? 'Tis hell that summons thee! Hell claims thee for its own! Eternal pain, and woe, and tribulation, Will be thy portion! Mar. Heaven! what voice is this That in the shade doth speak to me? What mysterious tones are these? Religious Chorus. When the last day shall have come, The cross in heaven will shine forth, This world to dust shall crumble. Mar. Ah me ! more fearful still becomes their song! Meph. No pardon hath heaven left for thee I For thee e'en heaven hath no more light I Religious Cho. What shall I say unto high heav'n? Who shall protection find When innocence such persecution meets? Mor. A heavy weight my breast o'erpowers,
I can no longer breathe! Meph. Nights of love, farewell! Ye days of joy, adieu! Lost, lost for aye art thou I Mar. Cho. Heav'n ! hear thou the prayer Of a sad, broken heart! A bright ray send thou, From the starry sphere, Her anguish to allay! Meph. Margaret! lost, lost art thou! [Disappears. Mar. Ah! [Rushes off.
SCENE IV.—Enter Siebel and Mabtha, from opposite sides.
Sie. Martha!
Martha. Heaven be praised, thou art here,
But where is Margaret?
Unhappy girl, her brother hath returned. Sie. Valentine! oh heaven! [Trumpets heard. Martha. Hear you these sounds?
Quick, then, to Margaret's aid!
Siebel, in thee I trust! [Exeunt.
SCENE V.—Valentine, Soldiers, and afterwards Siebel.
Cho. Our swords we will suspend
O'er the paternal heirth;
At length we have r turned.
Sorrowing mothers no longer
Will bewail their absent sons. Val. [Perceiving Siebel, who enters.]
Ah, Siebel, is it thou?
Sie. [Confused.] Yes, 'tis I, but—
Val. Come, then, to my heart!
[Embracing him.
And Margaret? Sie. Perchance she's yonder at the church. Val. She doubtless prays for my return. Dear girl! how pleased
She'll be to hear me tell
My warlike deeds! Cho. Right pleasant it is
To the domestic group •
Of wife and children,
To relate the migthy deeds
Achieved by warriors.
CHORDS.
Glory to those who in battle fall, Their bright deeds we can with pride recall. May we, then, honor and fame acquire, Their glorious deeds our hearts will inspire, For that dear native land where we first drew breath, Her sons, at her command, proudly brave e'en death. At their sacred demand who on us depend, Our swords we will draw, their rights to defend.
Glory-to those who in battle fall,
Their bright deeds we can with pride recall.
May we, then, honor and fame acquire, .
Their glorious deeds our hearts will inspire.
Homeward our steps we now will turn,
Joy and peace await us there!
On, on at once, nor loiter here;
On, then, our lov'd ones to embrace,
Affection calls, fond love doth summon us.
Yes, many a heart will beat
When they our tale shall hear. [Exeunt.
SCENE VI.—Valentine and Siebel.
Val. Come, Siebel I we'll to my dwelling,
And, o'er a flask of wine, hold converse!
[Approaching Margaret's house.
Sie. Nay, enter not! Val. Why not, I pray? Thou turn'st away;
Thy silent glance doth seek the ground- Speak, Siebel—what hath happened? Sie. [With an effort.] No! I cannot tell thee!
Val. What mean'st thou? [Rushing towards house
Sie. [ Withholding him.]
Hold, good Valentine, take heart!
Val. What is thou mean'st? [Enters the house.
Sie. Forgive her! oh! shield her, gracious heav'n! [Approaches the church.—Night comes on.—Faust and Mephistopheles enter at the back.
SCENE 'VII.—Faust and Mephistopheles. with a guitar.
Meph. Why tarry ye?
Come on with me! Faust Peace! I grieve to think that I've Brought shame and sorrow hither.
Mef. Rivederla a che val
Dopo averia lasciata?
Il nostro aspetto altro
Ni sarebbe più grato;
Al sabbato n' andiam! Faust. [Sospirandosi.j Margherita! Mef. Or mai l' avviso mio
Non val contro la vostra voglia!
Ma per non restar alla soglia,
La voce mio dovrà
Per voi farsi escoltar.
[Aprendo il mantcllo ed accompagnandosi sulla chitarra.
SERENATA.
Mef. Tu che fai l ' addormentata,
Perché chiudi il cor?
O Caterina adorata,
Perché chiudi il cor? i Ma l' amico favorito,
Riceve» non val,
Ah, ah, ah, ah!
Se non t'ha pria messo al di to Lanello nuzial, Caterina esser crudele, Cotante non vuol, Da negar al suo fedel, Un bacio, uno sol. SCENA VIII.—Valentino e detti.
Val. Che fate qui signor! Mef.— Perdon, mio camerata, Non è diretta a voi
La nostra serenata! Val. Mia sorella l' udra
Meglio di me, lo so! Faust. Oh ciel!
[Valentino sguaina la spada e spezza la chitarra di
Mrfistofele.
Mef. [A Valentino.] Perché voi vi sdegnate,
La nostra canzon non amate? Val. Tregua all' oltraggio, ormai!
A chi di voi deggio
Chieder ragione
Del disonor che sù me cade,
Chi di voi due svenar qui dovrô?
[Faust sfodere la spada.
Mef. Voi lo volete!
Andiam, dottor, andiam a voi! Val. Raddoppia o cielo in me
La forza ed il coraggio!
Nel sangue suo dovrô
Dio del ciel lavar l ' infame oltraggio! Mef. Di quello sdegno in me
Rido e del suo coraggio!
A che val ! so fare ei dé
L' estromo suo viaggio! Faust. A quello sdegno in me
Mancar sento il mio eoraggio!
Perché degg' io svenar
L' uomo cui feci oltraggio!
Val. [Prendendo tra le mani la medaglia che tiene appesa al eolio.]
E tu che mi salvasti ognor,
Tu che mi diede Margherita,
Non ti vô più ti getto via,
Medaglia odiata
Non ti vô giù, lungi da me!
[La getta via con disprezzo. Mef. [Da si.] Tu te ne pentirai! Val. [A Faust.] In guardia e bada a te! Mef. [A Faust, sotto voce.f
State vicino a me
Assaltate soltanto dottor,
Mentr' io paro! [Si battoio
Val. [Cade.] Ah!
Mef. Ed ecco il nostro ero)
Disteso e sangue al suolo.
Oro fuggir dobbiam, fuggiam! [Trascina seco Faust.—Giungono Marta edi Borghesi rischiarati da torcie.
SCENA IX.—Valentino, Marta e Borghesi; poi Siebel e Margherita.
Marta e Coro. Per di quà venga ognun,
Si batton nella via!
Un di lor cadde là
Ahi meschin steso è là.
Egli respira ancor,
Rimuover lo vedeste
Pçesto avanziam soccorerlo convien.
Si accostiam, soccorer gli convien. Val. Non val, perché mai far tanti lamenti. Troppo vid' io la morte
Inviso per temer
Quand' essa a me vien. [Margherita comparisce nel fondo sostenuta da Siebel. Mar. [S' avanza in mezzo alla folla e cade in gi
nocchio presso a Valentino gridando.]
Valentin I Valentin! Val. [Respingendola.] Margherita! Ebben—che brami tu ?—-Va via! Mar. Oh Dio! Val. lo moro per lei stolto davver
Volli sfidare il seduttor! Coro. . Seduttor! IA mezza voce a Margherita. Ei muor per essa! Mar. Novel dolore! punita io son! Sie. Grazia per essa! Coro. Ei muor di man del seduttor! Val. [Assistito da coloro che lo circondano.] Stammi adascoltar, Margherita,
Quel che deve accader
Accade a punto fisso.
La morte viene quando vuol:
Ognun deve obbedir al voler di lassi.
Tu sei già nella cattiva via,
Ne le tue man lavoreranno più.
Rinnegherai per viver nel diletto
Tutti' i dover e tutte le virtu!
Osi tu, donna vil—sciagurata,
Portar il vezzo d' or?
[Margherita si strappa la catena che porta al eolio, e la getta lungi da se. Va, ti copre il rossore, Rimorsi avrai crudel! Alfine l'ora suona I Meph. Why see her, then, again,
Since you have left her?
Surely some other sight
Would be more pleasing to ye;
To the sabbath let us on! Faust. [Sighing.] Oh, Maygaret I Meph. My advice, I know,
Availeth but little
Against thy stubborn will!
My song, then, once more
Shall call her to thee. [ Throwing back his mantle, and accompanying himself j on the guitar.
SERENADE.
Meph. Maiden, now in peace reposing, From thy sleep awake; Hear my voice, with love imploring— Wilt thou pity take? But beware how thou confident, Even in thy friend, Ah, ah, ah, ah! If not on thy wedding-finger He a ring doth send. Yet, sweet maiden, I implore thee, Oh, refuse not this, Smile on him who doth adore thee Bless him with thy kiss. SCENE VIII.—Valentine, and the before-named.
Vol. Good sir, what want you here? Meph. My worthy fellow, It was not to you That we addressed our serenade! Pal. My sister, perhaps, Would more gladly hear it! Faust. Oh heav'n! [ Valentine draws his sword, and breaks Mephistopheles' guitar.
Meph. [To Valentine.] Why this anger,
Do ye not like my singing? Val. Your insults cease!
From which of ye
Must I demand satisfaction
For this foul outrage?
Which of ye must I now slay?
[Faust draws his sword. Meph. Your mind's made up, then?
On then, doctor, at him, pray! Val. Oh heav'n, thy aid afford,
Increase my strength and courage!
That in his blood my sword
May wipe out this fell outrage! Meph, His wrath and his courage,
I laugh alike to scorn!
To horse, then, for his last journey,
The youth right soon will take! Faust. What fear is this unnerves my arm,
Why falters now my courage?
Dare I to take his fife,
Who but resents an outrage! Val. [Taking in his hand the medallion suspended round his neck.]
Thou gift of Margaret, Which till now hath evor saved me, I'll no more of thee, I cast thee hence! Accursed gift, I throw thee from me!
[Throws it angrily away. Meph. [Aside.] Thou'lt repent it! Val. [To Faust.] Come on, defend thyself! Meph. [To Faust in a whisper.] Stand ye near to me. Do you attack him only, I'll take care to purry! [They fight Val. [Falling.] Ah! Meph. Behold our hero Lifeless on the ground! Come, we must hence! quick, fly! [Exit, dragging Faust after him.—Enter Martha and Citizens, with lighted torches. SCENE IX.—Valentine, Marth I, and Citizens; afterwards Siebel and Makqaket. Martha If Cho. Hither, hither, come this way, They're fighting here hard by! See, one has fallen, The unhappy man lies prostrate there. Ah, he moves— Yes, still he breathes; Quick, then, draw nigh To raise and succour him! Vol. 'Tis useless, cease this vain laments. Too often have I gazed On death to heed it When my own turn hath come! [Margaret appears at the back, supported by Siebel. Mar. [Advancing, and-failing on her knees at Valen- tine's side.] Valentine! ah, Valentine I Val. [ Thrusting her from him.'] Margaret! What would'st thou here ?—away! Mar. Oh heav'n! Val. For her I die! Poor fool! I thought to chastise her seducer! Cho. Seducer! [In a low voice, to Margaret. 'Tis for thee he dies! Mor. Fresh grief is this! ah, bitter punishment! Sie. Have pity on her, pray I Cho. By her seducer's hand he dies! Val. [Supported by those around him.] Margaret, give ear awhile; That which was decreed, Hath duly come to pass. Death comes at its good pleasure: All mortals must obey its high behest. Thou'rt in an evil road, I fear; Those hands of thine no longer work; All virtue hast thou cast aside. To lead a life of sinful pleasure I Accursed woman, dar'st thou wear Vain ornaments of gold? [Margaret tears the chain from her neck, and casts it from her. Go : may shame o'ercome thee I May sorrow and remorse cling to thee! My own last hour is at hand I
Die, and e'en though heaven forgive thee,
Accursed be thou here! Cho. Oh blasphemy! oh horror!
E'en in thy last moments dost thou curse!
Think of thine own soul, if pardon
Thou would'st receive from heav'n! Val. Margaret! Accursed be thou!
In rags thou'lt one day die,
For thee I lose my life,'
But lose it as becomes a soldier! [Dies. Cho. May heaven, in its mercy,
His unhappy soul receive! [ Valentine is carried into a neighboring house.—Siebel draws away Margaret in a state of distraction.
A*CT V.
SCENE I.—A prison. Margaret asleep; Faust and Mepiitbtopheles. Faust. Go I get thee hence!
Meph. The morn appears, black night is on the wing!
Quickly prevail on Margaret to follow thee.
The jailor soundly sleeps, here is the key,
Thine own hand now can ope the door. Faust. Good! get thee gone! Meph. Be sure thou tarry not! I will keep watch without! [Exit.
SCENE II.—Margaret and Faust.
Faust. With grief my heart is wrung!
Oh torture I oh source of agony
And remorse eternal! Behold her there!
The good, the beauteous girl,
Cast like a criminal
Into this vile dungeon;
Grief must her reason have disturbed,
For with her own hand, alas!
Her child she slew I
Oh, Margaret! Mar. Г Waking.] His voico did sure Unto my heart resound. [Rises.
Faust. Margaret!
Mar. At that glad sound it wildly throbs again. Amid the moking laugh of demons By whom I am surrounded, That voice I quickly recognized. His hand it is that beckons me, I'm safe now he is here! Yes ! at my feet I see him once again. Yes! 'tis thou ! I love thee true; Nor death, nor bonds, alarm me now, Thou hast returned I'm safe at last. О loved one, press me to thy heart! Faust. Yes, yes! 'tis he Who loves, adores thee,
Bright angel thou of love!
I'm at thy side,
Bight safe art thou,
Come thou to thy lover's heart I Mar. Thou'rt at my side!
AH bonds I now defy.
Thou hast returned,
I'm safe at last.
I fondly press thee to my heart! My woes I ne'er Will think on more; Grief, torture, shame, I'll all forget! I'm happy now! thou'rt at my side!
[Faust attempts to draw her with him. [She gtntly disengages herself from his arms, and speaks as though in a dream.
Stay! this is the spot
Where one day thou didst meet me!
Thine hand sought mine to clasp.
AIR.
Mar. 'May I for once presume,
Most fair and charming damsel, My arm to offer you, Together thus to walk ;' 'No, fair sir, I am neither a damsel nor charming,
Nor can I lean upon
A stranger's arm to walk!' Faust. What is't she says? Ah me! ah me! Mar. [Leaning lovingly on Faust's arm.] 1'
The beauteous garden, too, is this,
With roses and with myrtles deck'd,
Where, under the shadow of the night,
Thou'wert wont to come,
And where the dulcet warbling of the birds,
Did mingle with our heart-felt sighs.
And seem'd the very hymn of love! Faust. But come I
The time doth quickly fly!
We must at once away!
The dawning morn already tints the sky.
The scaffold darkly looms,
The fatal hour doth fast approach!
Fly, fly with me,
There yet is time!
Margaret, in pity save thyself! Mar. The fatal hour draws nigh,
'Tis fated thou shalt live,
While I alone should die. Faust. Ah me ! what torture's this!
But no! the stern decree
Shall never be fulfilled !—
My loved one I will save
From this atrocious doom! Mar. No! 'Tis fated I shall die! Faust. Come ! oh, come! Mar. No! [Re-enter Mephistopheles. Meph. Away at once! while yet there's time.
If longer ye delay
Not e'en my power can save ye. Mar. Seest thou yon demon crouching in the shade,
His deadly glance is fixed on us;
Quick! drive him from these sacred walls. Meph. Away ! leave we this spot,
The dawn hath appeared,
Hear'st thou not the fiery chargers,
As with sonorous hoof
They paw the ground?
[Endeavors to drag Faust with Mm
Haste ye, then, Perchance there yet is time To save her! Mar. Oh heaven, I crave thy help! Thy aid alone I do implore. [Falls on her knees
AIR.
Mar. Holy angels, in heaven hless'd,
My spirit longs with thee to rest! Great Heaven, pardon grant, I implore thee, For soon shall I appear before thee! Holy angels, in heaven bless'd, &c. Faust. Come, thou must, thou ehalt,
Meph. The hour strikes ! the day breaks fast, The s an now 'gins to shine! Away 1 Faust. Hark!
Mar. Would'st thou have me saved by thee. Faust. Oh Margaret! Mar. Why that glance with anger fraught?
What blood is that which' stains thy hand? Away ! thy sight doth causeme horror! [Falls. Cho. She is saved! Protecting heaven Its shield hath o'er her held I Peace and joy will aye attend, Those who serve him true!
[The prison walls open.—The disembodied soul oj Margaret rises towards heaven.—Faust gazes despairingly after her, and then falls on his knees and prays.—Mephistopheles falls to the ground, laid prostrate by the fiery sword of the Archangel.— The curtain fail*.
FAUST: Opéra en cinq actes
Livret: Jules Barbier et Michel Carré
d'après la pièce Faust et Marguerite de Carré, elle-même tirée du Premier Faust de Goethe
Première Représentation: 19 mars 1859, Paris (Théâtre-Lyrique)
Distribution
LE DOCTEUR FAUST . . . . . ténor (role created at La Scala by G. Morandini -- il primo Fausto italiano).
MÉPHISTOPHÉLÈS (basse)
VALENTIN (baryton)
WAGNER (baryton)
MARGUERITE (soprano)
SIEBEL (soprano)
CHŒUR
Étudiants, soldats, bourgeois, sorcières etc.
ACTE PREMIER
N° 1 - Introduction
SCÈNE PREMIÈRE. Le cabinet de Faust. Faust seul. Il fait nuit. – Faust est assis devant une table chargée de parchemins. La lampe est près de s'èteindre. Un livre est ouvert devant lui.
N° 2 - Scène et Chœur
FAUST: Rien! En vain j'interroge, en mon ardente veille, La nature et le Créateur;
Pas une voix ne glisse à mon oreille un mot consolateur! J'ai langui, triste et solitaire, sans pouvoir briser le lien oui m'attache encore à la terre! Je ne vois rien! Je ne sais rien!
Il ferme le livre et se lève. Le jour commence à poindre. Faust va ouvrir sa croisée.
-- Le ciel pâlit! – Devant l'aube nouvelle, La sombre nuit s'évanouit! Avec désespoir
Encore un jour! – encore un jour qui luit! O mort, quand viendras-tu m'abriter sous ton aile? Eh bien! puisque la mort me fuit, pourquoi n'allé-je pas vers elle? Il saisit une fiole sur la table. Salut! ô mon dernier, matin! J'arrive sans terreur au terme du voyage; Et je suis, avec ce breuvage, Le seul maître de mon destin!
Il verse le contenu de la fiole dans une coupe en cristal. Au moment où il va porter la coupe à ses lèvres, des voix des jeunes filles se font entendre au dehors.
CHŒUR: Ah! Paresseuse fille Qui sommeille encor! Déjà le jour brille Sous son manteau d'or; Déjà l'oiseau chante Ses folles chansons; L'aube carressante
Sourit aux moissons; Le ruisseau murmure, La fleur s'ouvre au jour, Toute la nature
S'éveille à l'amour.
FAUST: Vains échos de la joie humaine, Passez, passez votre chemin! ... O coupe des aïeux, qui tant de fois fus pleine, Pourquoi trembles-tu dans ma main?
Il porte de nouveau la coupe à ses lèvres.
CHŒUR DES LABOUREURS derrière la scène: Aux champs l'aurore nous rapelle! On voit à peine l'hirondelle, Oui vole et plonge d'un coup d'aile Dans la profondeur du ciel bleu! Le temps est beau! La terre est belle! Aux champs l'aurore nous rapelle!
Beni soit Dieu!
FAUST: Dieu.
Il se laisse retomber dans son fauteuil.
N° 3 - Récitatif
FAUST: Mais ce Dieu, que peut-il pour moi? Me rendra-t-il l'amour, la jeunesse et la foi? Avec rage. Maudites soyez vous, ô voluptés humaines! Maudites soient les chaînes
Oui me font ramper ici-bas! Maudit soit tout ce qui nous leurre, Vain espoir qui passe avec l'heure, Rêves d'amour ou de combats! Maudit soit le bonheur, maudites la science, La prière et la foit! Maudite sois-tu, patience! A moi, Satan! à moi!
Méphistophélès apparaissant.
SCÈNE II: Faust et Méphistophélès. N° 4 - Duo
MÉPHISTOPHÉLÈS: Me voici! – D'où vient ta surprise? Ne suis-je pas mis à ta guise?
L'épée au côté, la plume au chapeau, L'escarcelle pleine, un riche manteau
Sur l'épaule; – en somme Un vrai gentilhomme! Eh bien! que me veux-tu, docteur!
Parle, voyons! ... – Te fais-je peur?
FAUST: Non!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Doutes-tu de ma puissance?
FAUST: Peut-être!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Mets-la donc à l'épreuve!
FAUST: Va-t'en!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Fi! c'est là ta reconnaissance! Apprends de moi qu'avec Satan
L'on en doit user d'autre sorte, Et qu'il n'était pas besoin De l'appeler de si loin
Pour le mettre ensuite à la porte!
FAUST: Et que peux-tu pour moi?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Tout ... Mais dis-moi d'abord Ce que tu veux; – est-ce de l'or?
FAUST: Que ferai-je de la richesse?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Bon, je vois où le bât te blesse! Tu veux la gloire?
FAUST: Plus encor!
MÉPHISTOPHÉLÈS: La puissance?
FAUST: Non! Je veux un trésor Qui les contient tous! ... Je veux la jeunesse! ...
A moi les plaisirs, Les jeunes maîtresses! A moi leurs caresses! A moi leurs désirs!
A moi l'énergie Des instincts puissants, Et la folle orgie Du cœur et des sens!
Ardente jeunesse, A moi les désirs, A moi ton ivresse, A moi les plaisirs!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Fort bien! Je puis contenter ton caprice.
FAUST: Et que te donnerai-je en retour?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Presque rien! Ici, je suis à ton service, Mais là-bas, tu seras au mien!
FAUST: Là-bas? ...
MÉPHISTOPHÉLÈS: Là-bas .... (Lui présentant un parchemin) Allons, signe! – Eh quoi! ta main tremble! Que faut-il pour te décider? La jeunesse t'appelle; ose la regarder!
(Apparition de Marguerite au Rouet)
FAUST: O merveille!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Eh bien! que t'en semble?
FAUST: Donne! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS: Allons donc! ... Prenant la coupe restée sur la table Et maintenant,
Maître, c'est moi qui te convie A vider cette coupe où fume en bouillonnant Non plus la mort, non plus le poison; mais la vie!
(FAUST prenant la coupe)
A toi, à toi, à toi,
Fantôme adorable et charmant!
Il vide la coupe et se trouve métamorphosé en jeune et élégant seigneur. La vision disparait.
MÉPHISTOPHÉLÈS: Viens!
FAUST: Je la reverrai?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Sans doute.
FAUST: Quand?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Aujourd'hui.
FAUST: C'est bien!
MÉPHISTOPHÉLÈS: En route!
ATTO II. Une des portes de la ville. A gauche, un cabaret à l'enseigne du Dieu Bacchus. SCÈNE PREMIÈRE: Wagner, jeunes filles, matrones, bourgeois, étudiants, soldats. N° 5 - Chœur. Une Kermesse. ETUDIANTS dans la taverne.
Vin ou bière, Bière ou vin, Que mon verre Soit plein! Sans vergogne, Coup sur coup,
Un ivrogne Boit tout!
WAGNER: Jeune adepte Du tonneau, N'en excepte Que l'eau! Que ta gloire, Tes amours,
Soient de boire Toujours!
ÉTUDIANTS. Jeune adepte Du tonneau etc.
Ils trinquent et boivent
SOLDATS: Filles ou forteresses, C'est tout un, morbleu! Vieux burgs, jeunes maîtresses Sont pour nous un jeu! Celui qui sait s'y prendre Sans trop de façon,
Les oblige à se rendre En payant rançon!
BOURGEOIS: Aux jours de dimanche et de fête, J'aime à parler guerre et combats:
Tandis que les peuples là-bas Se cassent la tête. Je vais m'asseoir sur les coteaux
Qui sont voisins de la rivière, Et je vois passer les bateaux En vidant mon verre !
Bourgeois et soldats remontent vers le fond du théâtre
JEUNES FILLES: Voyez ces hardis compères Qui viennent là-bas; Ne soyons pas trop sévères, Retardons le pas.
Elles gagnent la droite du théâtre
JEUNES ÉTUDIANTS
Voyez ces mines gaillardes
Et ces airs vainqueurs!
Amis, soyons sur nos gardes,
Tenons bien nos cœurs!
MATRONES
observant les étudiants et les jeunes filles
Voyez après ces donzelles
Courir ces messieurs!
Nous sommes aussi bien qu'elles,
Sinon beaucoup mieux!
Tous les groupes redescendent en scène.
SCÈNE II: Valentin, Wagner, Siebel, Étudiants. N° 6 - Scène et Récitatif
VALENTIN (paraissant, il tient une petite médaille d'argent à la main): O sainte médaille,
Qui me viens de ma sœur,
Au jour de la bataille,
Pour écarter la mort,
Reste là sur mon cœur!
Il passe la médaille à son cou et se dirige vers le cabaret
WAGNER: Ah! voici Valentin qui nous cherche sans doute!
VALENTIN: Un dernier coup, messieurs, et mettons-nous en route!
WAGNER
Qu'as-tu donc?
Quels regrets attristent nos adieux?
VALENTIN
Comme vous, pour longtemps, je vais quitter ces lieux;
J'y laisse Marguerite, et, pour veiller sur elle,
Ma mère n'est plus là!
SIEBEL
Plus d'un ami fidèle
Saura te remplacer à ses côtés!
VALENTIN
Merci!
SIEBEL
Sur moi tu peux compter!
CHŒUR
Compte sur nous aussi!
Invocation
[Supplément de Gounod]
VALENTIN
Avant de quitter ces lieux,
Sol natal de mes aïeux
A toi, seigneur et Roi des cieux
Ma sœur je confie,
Daigne de tout danger
Toujours, toujours la protéger
Cette sœur si cherie!
Délivré d'une triste pensée
J'irai chercher la gloire, la gloire au seins des ennemis,
Le premier, le plus brave au fort de la mêlée,
J'irai combattre pour mon pays.
Et si vers lui, Dieu me rappelle,
Je veillerai sur toi fidèle,
O Marguerite!
Avant de quitter ces lieux,
Sol natal de mes aïeux,
A toi, seigneur et Roi des cieux,
Ma sœur je confie!
O Roi des cieux, jette les yeux,
Protège Marguerite, Roi des cieux!
WAGNER
Allons, amis! point de vaines alarmes!
A ce bon vin ne melons pas de larmes!
Buvons, trinquons, et qu'un joyeux refrain
Nous mette en train!
CHŒUR
Buvons, trinquons, et qu'un joyeux refrain
Nous mette en train!
WAGNER
Un rat plus poltron que brave,
Et plus laid que beau,
Logeait au fond d'une cave,
Sous un vieux tonneau,
Un chat ...
SCÈNE III
Les mêmes, Méphistophélès
MÉPHISTOPHÉLÈS
Pardon!
WAGNER
Hein! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Parmi vous, de grâce,
Permettez-moi de prendre place!
Que votre ami d'abord achève sa chanson!
Moi, je vous en promets plusieurs de ma façon.
WAGNER
Une seule suffit, pourvu quelle soit bonne!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Je ferai de mon mieux –
Pour n'ennuyer personne!
N° 7 - Ronde du veau d'or
MÉPHISTOPHÉLÈS
Le veau d'or est toujours debout!
On encense
Sa puissance,
D'un bout du monde à l'autre bout!
Pour fêter l'infâme idole
Roi et peuples confondus,
Au bruit sombre des écus,
Dansent une ronde folle
Autour de son piédestal!…
Et Satan conduit le bal!
CHŒUR
Et Satan conduit le bal!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Le veau d'or est vainquer des dieux!
Dans sa gloire
Dérisoire
Le monstre abjecte insulte aux cieux
Il contemple, ô rage étrange!
A ses pieds le genre humain
Se ruant, le fer en main,
Dans le sang et dans la fange
Où brille l'ardent métal!
Et Satan conduit le bal!
CHŒUR
Et Satan conduit le bal!
N° 8 - Récitatif et Choral des Epées
CHŒUR
Merci de ta chanson.
VALENTIN
Singulier personnage!
WAGNER
Nous ferez-vous l'honneur de trinquer avec nous?
MÉPHISTOPHÉLÈS
prenant son verre
Volontiers! …
saisissant la main de Wagner
Ah, voici qui m'attriste pour vous!
Vous voyez cette ligne?
WAGNER
Eh bien?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Fâcheux présage!
Vous vous ferez tuer en montant à l'assaut!
SIEBEL
Vous êtes donc sorcier?
MÉPHISTOPHÉLÈS
prenant la main de Siebel
Tout juste autant qu'il faut
Pour lire dans ta main
Que le ciel te condamne
A ne plus toucher une fleur
Sans qu'elle se fane!
SIEBEL
Moi?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Plus de bouquets à Marguerite!
VALENTIN
Ma sœur! ...
Qui vous a dit son nom?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Prenez garde, mon brave!
Vous vous ferez tuer par quelqu'un que je sais!
Il arrache le verre des mains de Wagner
A votre santé!
Peuh! que ton vin est mauvais! …
Permettez-moi de vous en offrir de ma cave.
Il monte sur le banc et trappe sur un petit tonneau surmonté d'un Bacchus qui sert d'enseigne au cabaret.
Holà! Seigneur Bacchus! A boire! ...
Approchez-vous!
Chacun sera servi selon ses goûts!
A la santé que tout à l'heure
Vous portiez, mes amis, à Marguerite!
VALENTIN
il arrache le verre des mains de Méphistophélès et enjette le contenu qui s'enflamme en tombant à terre.
Assez!
Si je ne te fais taire à l'instant,
Que je meure!
WAGNER ET LE CHŒUR
Holà!…
Valentin, Siebel et les étudiants tirent les épées contre Méphistophélès.
MÉPHISTOPHÉLÈS
riant
Pourquoi trembler, vous qui me menacez?
Il trace un cercle autour de lui avec son épée.
VALENTIN
Mon fer, ô surprise!
Dans les airs se brise!
Tous s'élancent sur Méphistophélès s'arrêtent comme devant une barrière invisible. L'épée de Valentin se brise.
SIEBEL, VALENTIN, WAGNER, CHŒUR
De l'enfer qui vient émousser
Nos armes
Nous ne pouvons pas repousser
Les charmes!
Tous prennent leurs épées par la lame et le present sous forme de croix à Méphistophélès.
VALENTIN
Mais puisque tu brises le fer,
Regarde! ...
C'est une croix qui, de l'enfer,
Nous garde!
SCÈNE IV
Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
remettant son épée au fourneau
Nous nous retrouverons, mes amis! –
Serviteur!
****************
FAUST (entrant): Qu'as-tu donc?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Rien! – A nous deux, cher Docteur,
Qu'attendez-vous de moi?
Par où commencerai-je?
FAUST: Où se cache la belle enfant Que ton art m'a fait voir? – Est-ce un vain sortilège?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Non pas, mais contre nous sa vertu la protège;
Et le ciel même la dèfend.
FAUST: Qu'importe? Je le veux! Viens! Conduit-moi vers elle! Ou je me sépare de toi.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Il suffit! ... je tiens trop à mon nouvel emploi
Pour vous laisser douter un instant de mon zèle!
Attendons! ... Ici même, à ce signal joyeux,
La belle et chaste enfant va paraître à vos yeux!
SCÈNE V
Les mêmes, jeunes filles, matrones, étudiants, bourgeois, puis Siebel et Marguerite
N° 9 - Valse et Chœur. Étudiants et jeunes filles commencent à danser. Les bourgeois suivent.
CHŒUR: Ainsi que la brise légère
Soulève en épais tourbillons
La poussière
Des sillons,
Que la valse nous entraîne!
Faites retentir la plaine
De l'éclat de vos chansons!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust
Vois ces filles
Gentilles!
Ne veux-tu pas
Aux plus belles
D'entre elles
Offrir ton bras?
FAUST: Non, fais trêve A ce ton moqueur! Et laisse mon cœur A son rêve! ...
SIEBEL
C'est par ici que doit passer Marguerite!
QUELQUES JEUNES FILLES
s'approchant de Siebel
Faut-il qu'une fille à danser vous invite?
SIEBEL
Non! ... non! ... je ne veux pas valser! ...
CHŒUR
Ainsi que la brise légère
Soulève en épais tourbillons
La poussière
Des sillons,
Que la valse vous entraîne!
Faites retentir la plaine
De l'éclat de vos chansons!
Marguerite parait.
FAUST: La voici! ... C'est elle! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Eh bien, aborde-la!
SIEBEL
faisant un pas vers Marguerite
Marguerite! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
se mettant devant Siebel et lui barrant le passage
Plaît-il?
SIEBEL
Maudit homme! encor là! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Eh quoi, mon ami! vous voilà! ...
Ah! ah! vraiment! mon ami! vous voilà!
FAUST (abordant Marguerite): Ne permettrez-vous pas, ma belle demoiselle,
Qu'on vous offre le bras pour faire le chemin?
MARGUERITE
Non, monsieur! je ne suis demoiselle, ni belle,
Et je n'ai pas besoin qu'on me donne la main!
Elle passe devant Faust et s'éloigne.
********************
FAUST: Par le ciel!
que de grâce ... et
quelle modestie!
O belle enfant, je t'aime!
*********************
SIEBEL
Elle est partie!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust
Eh bien?
FAUST: Eh bien! On me repousse!
MÉPHISTOPHÉLÈS
en riant
Allons! à tes amours
Je le vois, cher docteur, il faut prêter secours!
Méphistophélès et Faust s'éloignent.
PREMIÈRE GROUPE DE JEUNES FILLES
Qu'est-ce donc?
DEUXIÈME GROUPE DE JEUNES FILLES
Marguerite,
Qui de ce beau seigneur refuse la conduite! ...
LES ÉTUDIANTS
Valsons encor! ...
TOUS
Valsons toujours! ...
CHŒUR
Ainsi que la brise légère
Soulève en épais tourbillons
La poussière
Des sillons.
Que la valse vous entraîne
Faites retentir la plaine
De l'éclat de vos chansons.
Jusqu'à perdre haleine! ...
Jusqu'à mourir!
Un dieu les entraîne,
C'est le plaisir! ...
La terre tournoie!
Et fuit loin d'eux!
Quel bruit, quelle joie
Dans tous les yeux!
ACT III. Le jardin de Marguerite. Au fond, un mur percé d'une petite porte. A gauche, un bosquet. A droite, un pavillon dont la fenêtre fait face au public. Arbres et massifs. N° 10 - Entr'acte et couplets. SCÈNE I: Siebel entre par la petite porte du fond et s'arrête sur le seuil du pavillon, près d'un massif de roses et de lilas.
SIEBEL: Faites-lui mes aveux,
Portez mes vœux,
Fleurs écloses près d'elle,
Dites-lui qu'elle est belle,
Que mon cœur nuit et jour
Languit d'amour!
Révélez à son âme
Le secret de ma flamme!
Qu'il s'exhale avec vous
Parfums plus doux! ...
Il cueille une fleur.
Fanée!
Il jette la fleur avec dépit
Ce sorcier que Dieu condamne
M'a porté malheur!
Il cueille une autre fleur qui s'effeuille encore.
Je ne puis sans qu'elle se fane
Toucher une fleur!
Si je trempais mes doigts dans l'eau bénite!
C'est là que chaque soir vient prier Marguerite!
Il trempe ses doigts dans le bénitier accroché au mur.
Voyons maintenant! voyons vite!
Elles se fanent! ... Non! – Satan, je ris de toi!
C'est en vous que j'ai foi;
Parlez pour moi!
Qu'elle puisse connaître
L'émoi qu'elle a fait naître,
Et dont mon cœur troublé
N'a point parlé!
Si l'amour l'effarouche,
Que la fleur sur sa bouche
Sache au moins déposer
Un doux baiser!
Il disparaît dans les massifs du jardin.
SCÈNE II
Faust, Méphistophélès, Siebel
N° 11 - Scène et Récitatif
Faust et Méphistophélès entrent par la porte du fond.
FAUST
C'est ici?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Suivez-moi!
FAUST
Que regardes-tu là.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Siebel, votre rival!
FAUST
Siebel!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Chut! ... le voila!
Méphistophélès et Faust entrent dans le bosquet.
SIEBEL
rentrant en scène, un bouquet à la main
Mon bouquet n'est-il pas charmant?
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Charmant!
SIEBEL
Victoire!
Je lui raconterai demain toute l'histoire,
Et, si l'on veut savoir le secret de mon cœur,
Un baiser lui dira le reste!
Il attache le bouquet à la porte du pavillon.
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Séducteur!
SCÈNE III
Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
Attendez-moi là, cher docteur!
Pour tenir compagnie aux fleurs de votre élève,
Je vais vous chercher un trésor
Plus merveilleux, plus riche encor
Que tous ceux qu'elle voit en rêve!
FAUST
Laisse moi!
MÉPHISTOPHÉLÈS
J'óbéis! ... Daignez m'attendre ici!
Il sort par la porte du fond.
****************************************
FAUST:
Recit.
Quel trouble inconnu me pénètre?
Je sens l'amour s'emparer de mon être
O Marguerite! à tes pieds me voici!
SCÈNE IV: Faust seul. N° 12 - Cavatina. FAUST
********* SALVE! DIMORA, CASTA E PURA
**************
Salut! demeure chaste et pure,
où se devine la présence d'une âme innocente et devine!
Que de richesse en cette pauvreté!
En ce réduit que de félicité!
O nature, c'est là que tu la fis si belle,
C'est là que cette enfant à grandi sous ton aile,
A dormi sous tes yeux.
Là que, de ton haleine enveloppant son âme,
Tu fis avec amour épanouir la fêmme
En cet ange des cieux.
Salut! demeure chaste et pure,
où se divine la présence d'une âme innocente et devine!
SCÈNE V: Méphistophélès, Faust. N° 13 - Scène. MÉPHISTOPHÉLÈS
il a une cassette sous le bras
Alerte, la voila! ... Si le bouquet l'emporte
Sur l'écrin, je consens à perdre mon pouvoir.
FAUST
Fuyons, je veux ne jamais la revoir!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Quel scrupule vous prend! ...
Sur le seuil de la porte,
Voici l'écrin placé! ... venez! ... j'ai bon espoir! ...
Il place la cassette sur le seuil du pavillon. Sortent.
SCÈNE VI
Marguerite, seule
N° 14 - Récitatif
MARGUERITE
entre par la porte du fond et descend en silence j'usque sur le devant de la scène
Je voudrais bien savoir quel était ce jeune homme,
Si c'est un grand seigneur, et comment il se nomme?
Elle s'assied dans le bosquet, devant son rouet et chante
N° 14 - Chanson du Roi de Thule. Il était un roi de Thulé
Qui, jusqu'à la tombe fidèle,
Eut, en souvenir de sa belle,
Une coupe en or ciselé! ...
S'interrompant
Il avait-bonne grâce, à ce qu'il m'a semblé.
Reprenant sa chanson
Nul trésor n'avait tant de charmes!
Dans les grands jours il s'en servait,
Et chaque fois qu'il y buvait,
Ses yeux se remplissaient de larmes! ...
Quand il sentit venir la mort,
Etendu sur sa froide couche,
Pour la porter jusqu'à sa bouche
Sa main fit un suprème effort! ...
S'interrompant
Je ne savais que dire, et j'ai rougi d'abord.
Reprenant sa chanson
Et puis, en l'honneur de sa dame,
Il but une dernière fois;
La coupe trembla dans ses doigts,
Et doucement il rendit l'âme!
Elle se lève
Les grands seigneurs ont seuls des airs si résolus,
Avec cette douceur!
Allons! n'y pensons plus!
Cher Valentin, si Dieu m'écoute,
Je te reverrai! me voilà
Toute seule!
Elle se dirige vers le pavillon et aperçoit le bouquet suspendu à la porte
Un bouquet! ...
Elle prend le bouquet.
C'est de Siebel, sans doute!
Pauvre garçon!
Apercevant la cassette.
Que vois-je là? ...
D'où ce riche coffret peut-il venir? ... Je n'ose
Y toucher, et pourtant ... – Voici la clef, je crois! ...
Si je l'ouvrais! ... ma main tremble! ... Pourquoi?
Je ne fais, en l'ouvrant, rien de mal, je suppose! ...
Elle ouvre la cassette et laisse tomber le bouquet.
O Dieu! que de bijoux! ... est-ce un rève charmant
Qui m'éblouit, ou si je veille? ...
Mes yeux n'ont jamais vu de richesse pareille! ...
Elle place la cassette sur une chaise et s'agenouille pour se parer.
Si j'osais seulement
Me parer un moment
De ces pendants d'oreille! ...
Elle tire des boucles d'oreille de la cassette
Ah! voici justement,
Au fond de la cassette,
Un miroir! ... comment
N'être pas coquette?
N° 14 - Air des bijoux. Elle se pare des boucles d'oreilles, se lève et se regarde dans le miroir.
Ah! je ris de me voir,
Si belle en ce miroir!
Est-ce toi, Marguerite?
Réponds-moi, réponds vite! –
Non! non! – ce n'est plus toi!
Non! non! – ce n'est plus ton visage!
C'est la fille d'un roi,
Qu'on salue au passage! –
Ah, s'il était ici! ...
S'il me voyait ainsi!
Comme une demoiselle,
Il me trouverait belle.
Elle se pare du collier.
Achevons la métamorphose!
Il me tarde encor d'essayer
Le bracelet et le collier!
Elle se pare du bracelet et se lève.
Dieu! c'est comme une main qui sur mon bras se pose!
Ah! je ris de me voir
Si belle en ce miroir!
Est-ce toi, Marguerite?
Reponds-moi, reponds vite! –
Ah, s'il était ici! ...
S'il me voyait ainsi!
Comme une demoiselle,
Il me trouverait belle.
Marguerite, ce n'est plus toi,
Ce n'est plus ton visage,
Non! c'est la fille d'un roi,
Qu'on salue au passage.
SCÈNE VII
Marthe, Marguerite
N° 15 - Scène
MARTHE
entrant par la petite porte
Seigneur Dieu, que vois-je! comme vous voilà belle,
Mon ange! ... – D'où vient ce riche écrin?
MARGUERITE
embarrassée
Hélas! on l'aura par mégarde apporté.
MARTHE
Que non pas!
Ces bijoux sont à vous, ma chère demoiselle!
Qui, c'est là le cadeau d'un seigneur amoureux!
Mon cher époux jadis était moins généreux!
SCÈNE VIII
Les mêmes, Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
faisant une grande révérence
Dame Marthe Schwertlein, s'il vous plaît?
MARTHE
Qui m'appelle?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Pardon d'oser ainsi nous présenter chez vous!
bas à Faust
Vous voyez qu'elle a fait bon accueil aux bijoux?
haut à Marthe
Dame Marthe Schwertlein!
MARTHE
Me voici!
MÉPHISTOPHÉLÈS
La nouvelle
Que j'apporte n'est pas pour vous mettre en gaieté. –
Votre mari, madame, est mort et vous salue!
MARTHE
Ah! ... grand Dieu! ...
MARGUERITE
Qu'est-ce donc?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Rien! ...
MARTHE
O calamité! O nouvelle imprévue! ...
MARGUERITE
à part
Malgré moi mon cœur tremble
Et tressaille à sa vue!
FAUST
à part
La fièvre de mes sens se dissipe à sa vue !
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Marthe
Votre mari, madame, est mort et vous salue!
MARTHE
Ne m’apportez-vous rien de lui?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Rien ! Et pour le punir,
Il faut dès aujourd’hui
Chercher quelqu’un qui le remplace !
FAUST
à Marguerite
Pourquoi donc quitter ces bijoux ?
MARGUERITE
Ces bijoux ne sont pas à moi !
Laissez, de grâce !
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Marthe
Qui ne serait heureux d’échanger avec vous
La bague d’hyménée ?
MARTHE
Ah! bah! Plaît-il?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Hélas, cruelle destinée!
N° 16 - Quatuor. Marthe et Méphistophélès causent à voix basse
FAUST (à Marguerite): Prenez mon bras un moment.
MARGUERITE (se défandant): Laissez! ... Je vous en conjure!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Marthe
Votre bras!
MARTHE
à part
Il est charmant!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
La voisine est un peu mûre.
MARGUERITE
Je vous en conjure!
MARTHE
Quelle noble allure!
FAUST: Ame douce et pure !
MÉPHISTOPHÉLÈS
Elle est un peu mûre.
MARTHE
Ainsi vous voyagez toujour?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Toujours! Dure nécessité, Madame
Dure nécessité!
Sans ami, sans parents! ... sans fêmme. Ah!
MARTHE
Cela sied encore aux beaux jours!
Mais plus tard, combien il est triste
De vieillir seul, en égoiste! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
J'ai frémi souvent, j'en conviens,
Devant cette horrible pensée! ...
MARTHE
Avant que l'heurre en soit passée
Digne seigneur, songez-y bien!
MÉPHISTOPHÉLÈS
J'y songerai!
MARTHE
Songez-y bien!
Ils s'éloignent. Marguerite et Faust rentrent en scène.
FAUST: Eh quoi! toujours seule?…
MARGUERITE: Mon frère est soldat; j'ai perdu ma mère; Puis ce fut un autre malheur,
Je perdis ma petite sœur! Pauvre ange! Elle m'était bien chère! ... C'était mon unique souci; Que de soins, hélas! ... que de peines! ... C'est quand nos âmes en sont pleines Que la mort nous les prend ainsi! ... Sitôt qu'elle s'éveillait, vite
Il falait que je fusse là! Elle n'aimait que Marguerite! ... Pour la voir, la pauvre petite, Je reprendrais bien tout cela! ...
FAUST: Si le Ciel, avec un sourire, L'avait faite semblable à toi, C'était un ange! ... oui, je le crois! ...
Méphistophélès et Marthe reparaissent.
MARGUERITE: Vous moquez-vous?
FAUST: Non, je t’admire!
MARGUERITE: Je ne vous crois pas! Et de moi tout bas Vous riez sans doute!…
J’ai tort de rester Pour vous écouter!… Et pourtant j’écoute !…
FAUST: Laisse-moi ton bras!… Dieu ne m’a-t-il pas Conduit sur la route?
Pourquoi redouter, Hélas! d’écouter?… Mon cœur parle ; écoute !…
MARTHE
Vous n’entendez pas,
Et de moi tout bas
Vous riez sans doute !
Avant d’écouter,
Pourquoi vous hâter
De vous mettre en route ?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Ne m’accusez pas,
Si je dois, hélas!
Me remettre en route.
Faut-il attester
Qu’on voudrait rester
Quand on vous écoute ?
MARGUERITE
à Faust
Retirez-vous ! Voici la nuit.
FAUST: Chère âme !
MARGUERITE
Laissez-moi! ...
Elle se dégage et s'enfuit.
FAUST: Ah! méchante! ... on me fuit! (Il la suit).
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part, tandis que Marthe, dépitée, lui tourne le dos
L'entretien devient trop tendre!
Esquivons-nous!
Il se cache derrière un arbre.
MARTHE
à part
Comment m'y prendre?
Se retournant
Eh bien! il est parti! ... Seigneur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Oui! ...
MARTHE
Cher seigneur!
Elle s'éloigne.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Cours après moi! Ouf!
Cette vieille impitoyable
De force ou de gré, je crois,
Allait épouser le diable!
FAUST (dans la coulisse): Marguerite!
MARTHE
dans la coulisse
Cher seigneur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Serviteur!
SCÈNE IX
Siebel, Marthe, Méphistophélès
N° 17 - Scène
Siebel ouvre avec précaution la porte du fond et entre en scène
SIEBEL
à demi-voix
Du courage! ...
Je veux tout lui dire!
MARTHE
rentrent en scène
C'est lui!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Non!
MARTHE
Seigneur! Cher Seigneur!
SIEBEL
Plaît-il?
MARTHE
C'est Siebel!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Oui!
MARTHE
Dans le jardin de Marguerite
Que venez-vous chercher à pareille heure?
Allons, bel amoureux, je vous invite
A nous tourner promptement les talons.
SIEBEL
Mais? ...
MARTHE
Que diraient les voisins!
Allons vite! montrez-moi le chemin!
à part
Il sera parti.
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Non!
SIEBEL
Je reviendrai demain. Bonsoir!
Siebel et Marthe sortent par le fond.
SCÈNE X
MÉPHISTOPHÉLÈS
seul
Il était temps! sous le feuillage sombre
Voici nos amoureux qui reviennent! ... c'est bien!
Gardons-nous de troubler un si doux entretien!
O nuit, étends sur eux ton ombre!
Amour, ferme leur âme aux remords importuns!
Et vous, fleurs aux subtils parfums,
Épanouissez-vous sous cette main maudite!
Achevez de troubler le cœur de Marguerite! ...
Il s'éloigne et disparaît dans l'ombre.
SCÈNE XI. Marguerite, Faust. N° 18 - Duo
MARGUERITE (courant vers le Pavillon) Il se fait tard,…adieu!
FAUST (l'arrêtant sur les premiers degrés de l'escalier) Quoi, je t'implore en vain,
Attends, laisse ma main s'oublier dans la tienne! Laisse-moi, laisse-moi contempler ton visage Sous la pâle clarté Dont l'astre de la nuit, comme dans un nuage,
Caresse ta beauté! ...
MARGUERITE: O silence! ô bonheur! ineffable mystère! Enivrante langueur! J'écoute ! Et je comprends cette voix solitaire Qui chante dans mon cœur! Laissez un peu, de grace! ... (Elle se penche et cueille une marguerite.)
FAUST: Qu'est-ce donc?
MARGUERITE: Un simple jeu! Laissez un peu! (Elle effeuille la Marguerite.)
FAUST: Que dit ta bouche à voix basse?
MARGUERITE: Il m'aime! – Il ne m'aime pas! – Il m'aime! – pas! – Il m'aime! – pas. –
Il m'aime.
FAUST: Oui! ... crois en cette fleur éclose sous tes pas! (Il l'embrasse) Quelle soit pour ton cœur l'oracle du ciel même! Il t'aime! ... comprends-tu ce mot sublime et doux? Aimer! porter en nous Une ardeur toujours nouvelle! (prenant Marguerite dans ses bras) Nous enivrer sans fin d'une joie éternelle!
FAUST ET MARGUERITE: Éternelle!
FAUST: O nuit d'amour! ... ciel radieux! ... O douces flammes! ... Le bonheur silencieux Verse les cieux Dans nos deux âmes!
MARGUERITE: Je veux t'aimer et te chérir! ... Parle encore! Je t'appartiens! ... je t'adore! ... Pour toi je veux mourir! ...
FAUST: Marguerite! ...
MARGUERITE: Ah! ... partez! ...
FAUST: Cruelle!
MARGUERITE: Je chancelle!
FAUST: Me séparer de toi, cruelle!
MARGUERITE (suppliante) Laissez-moi ! Ah, partez, oui, partez vite ! Je tremble ! hélas ! J’ai peur ! Ne brisez pas le cœur De Marguerite !
FAUST: Tu veux que je te quitte! Hélas! ... vois ma douleur! Tu me brise le cœur.
O Marguerite!
MARGUERITE: Si je vous suis chère, Par votre amour, par ces aveux Que je devais taire, Cédez à ma prière! ... Cédez à mes vœux! ... Partez! partez! oui, partez vite!
(Elle tombe aux pieds de Faust.)
FAUST (la relevant doucement) Divine pureté! ... Chaste innocence, Dont la puissance
Triomphe de ma volonté! ... J'obéis! ... Mais demain! ...
MARGUERITE: Oui demain! ... dès l'aurore! ... Demain! ... toujours! ...
FAUST: Un mot encore! ... Répète-moi ce doux aveu! ... Tu m'aimes! ...
MARGUERITE (s'échappe, court au pavillon, s'arrête sur le seuil et envoie un baiser à Faust): Adieu! ... (Elle entre dans le pavillon.)
FAUST: Félicité du ciel! ... Ah! ... fuyons! ...
(Il s'élance vers la porte. Méphistophélès lui barre le passage.)
SCÈNE XII: Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
Tête folle!
FAUST
Tu nous écoutais?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Par bonheur! ...
Vous auriez grand besoin, docteur,
Qu'on vous renvoyât à l'école! ...
FAUST
Laisse-moi! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Daignez, seulement
Ecouter un moment
Ce qu'elle va conter aux étoiles,
Cher maître! ...
Tenez! ... Elle ouvre sa fenêtre! ...
SCÈNE XIII
Lés mêmes, Marguerite
MARGUERITE (ouvre la fenêtre du pavillon et s'y appuie un moment en silence, la tête entre ses mains): Il m'aime! ... quel trouble en mon cœur!
L'oiseau chante! ... le vent murmure! ...
Toutes les voix de la nature
Me redisent en chœur:
Il t'aime! ... – Ah! qu'il est doux de vivre! ...
Le ciel me sourit; ... l'air m'enivre! ...
Est-ce de plaisir et d'amour
Que la feuille tremble et palpite? ...
Demain? ... – Ah! presse ton retour,
Cher bien-aimé! ... Viens! ...
FAUST (s'élançant vers la fenêtre et saisissant la main de Marguerite): Marguerite!
MARGUERITE Elle reste un moment interdite, et laisse tomber sa tête sur l'épaule de Faust.
Ah!
MÉPHISTOPHÉLÈS
ouvre la port du jardin et sort en ricanant.
Hein! hein!
ACTE IV. La Chambre de Marguerite. SCÈNE I Marguerite, seul. N° 19 - Marguerite au Rouet
MARGUERITE elle s'approche de la fenêtre et écoute.
Elles ne sont plus là! – Je riais avec elles
Autrefois! .... Maintenant ...
VOIX DE JEUNES FILLES
dans la rue
Le galant étranger s'enfuit ... et court encor.
Ah! ah! ah!
Elles s'éloignent en riant.
MARGUERITE
Elles se cachaient! Ah! cruelles!
Je ne trouvais pas d'outrage assez fort
Jadis pour les péchés des autres! ...
Un jour vient où l'on est sans pitié pour les nôtres!
Je ne suis que honte à mon tour!
Et pourtant, Dieu le sait, je n'était pas infâme;
Tous ce qui t'entraîna, mon âme,
S'il allait paraître,
Quelle joie! ... Hélas!
Où donc peut-il être?
Il ne revient pas! ...
Elle laisse tomber sa tête sur sa poitrine et fond en larmes. Le fuseau s'échappe de ses mains.
SCÈNE II Siebel, Marguerite. N° 20 - Scène et Récitatif
SIEBEL
Marguerite!
MARGUERITE
Siebel!
SIEBEL
Encor des pleurs!
MARGUERITE
Hélas! vous seul ne me maudissez pas.
SIEBEL
Je ne suis qu'un enfant, mais je le cœur d'un homme.
Et je vous vengerai de son lâche abandon!
Je le tuerai!
MARGUERITE
Qui donc?
SIEBEL
Faut-il que je le nomme?
L'ingrat qui vous trahit!
Romance [Supplément de Gounod]
SIEBEL
Si le bonheur à sourire t'invite,
Joyeux alors, je sens un doux émoi,
Si la douleur t'accable, Marguerite,
Je pleure alors, je pleure comme toi.
Comme deux fleurs sur une même tige
Notre destin suivait le même cours
De tes chagrins en frère je m'afflige,
O Marguerite! comme une sœur je t'aimerai toujours!
MARGUERITE
Non, taisez-vous!
SIEBEL
Pardon, vous l'aimez encore?
MARGUERITE
Oui! Toujours! mais ce n'est pas à vous
De plaindre mon ennui.
J'ai tort, Siebel, de vous parler de lui.
Siebel lui prend la main.
MARGUERITE
remerciant Siebel.
Soyez béni, Siebel! votre amitié m'est douce!
Ceux dont la main cruelle me repousse,
N'ont pas fermé pour moi les portes du saint lieu;
J'y vais pour mon enfant ... et pour lui prier Dieu!
Elle sort.
SCÈNE III
Changement de scène: l'église.
Marguerite, Méphistophélès, chœur
N° 21 - Scène de l'Eglise
MARGUERITE
vient et s'agenouille près d'un pilier.
Seigneur, daignez permettre à votre humble servante
De s'agenouiller devant vous!
LA VOIX DE MÉPHISTOPHÉLÈS
Non!
Tu ne prieras pas! ... Frappez-la d'épouvante!
Esprits du mal, accourez tous!
CHŒUR DE DÉMONS
Marguerite!
MARGUERITE
Qui m'appelle?
CHŒUR DE DÉMONS
Marguerite!
MARGUERITE
Je chancelle! Je meurs!
Dieu bon! Dieu clément!
Est-ce déjà l'heure du châtiment?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Non,
Dieu pour toi n'a plus de pardon!
Le ciel n'a plus d'aurore! Non, ... non!
CHANT RELIGIEUX
Que dirai-je alors au Seigneur?
Où trouverai'je un protecteur,
Quand l'innocent n'est pas sans peur!
MARGUERITE
Ah! ce chant m'étouffe et m'oppresse!
Je suis dans un cercle de fer!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Adieu les nuits d'amour et les jour pleins d'ivresse!
A toi malheur! ... à toi l'enfer!
Il disparait.
MARGUERITE ET LE CHŒUR RELIGIEUX
Seigneur, accueillez la prière,
Des cœurs malheureux!
Qu'un rayon de votre lumière
Descende sur eux!
LA VOIX DE MÉPHISTOPHÉLÈS
Marguerite!
Sois maudite!
MARGUERITE
pousse un cri et tombe évanouie sur les dalles.
Ah!
LA VOIX DE MÉPHISTOPHÉLÈS
A toi l'enfer!
SCÈNE IV
Changement de scène. La rue. A droite, la maison de Marguerite; à gauche, une église.
Marthe, Siebel; puis Valentin et Soldats.
N° 22 - Chœur des soldats
MARTHE
Ecoutez! les voici! venez vite!
Sauvez-là, Siebel, j'espère en vous!
Sort
CHŒUR
Déposons les armes;
Dans nos foyers enfin nous voici revenus!
Nos mères en larmes
Nos mères et nos sœurs ne nous attendront plus!
VALENTIN
apercevant Siebel.
Eh! parbleu! c'est Siebel!
SIEBEL
embarrassé.
En effet, je –
VALENTIN
Viens vite, viens dans mes bras!
Il e'mbrasse.
Et Marguerite?
SIEBEL
Elle est à l'église, je croi.
VALENTIN
Oui, priant Dieu pour moi! ....
Chère sœur! comme elle va préter une oreille attentive,
Au récit de nos combats!
LE CHŒUR
Oui, c'est plaisir, dans les familles,
De conter aux enfants qui frémissent tout bas,
Aux vieillards, aux jeunes filles,
La guerre et ses combats!
Gloire immortelle
De nos aïeux
Sois-nous fidèle,
Mourons comme eux!
Et sous ton aile,
Soldats vainqueurs,
Dirige nos pas, enflamme nos cœurs!
Pour toi, mère patrie,
Affrontant le sort
Tes fils, l'âme aguerrie,
Ont bravé la mort!
Ta voix sainte nous crie:
En avants, soldats!
Le fer à la main, courrez aux combats!
Gloire immortelle
De nos aïeux,
Sois-nous fidèle,
Mourons comme eux!
Et sous ton aille,
Soldats vainqueurs,
Dirige nos pas, enflamme nos cœurs!
Vers nos foyers hâtons le pas!
On nous attend; la paix est faite!
Plus de soupirs! ne tardons pas!
Notre pays nous tend les bras!
L'amour nous rit, l'amour nous fête!
Et plus d'un cœur fremit tous bas
Au souvenir de nos combats!
Gloire immortelle
De nos aïeux,
Sois-nous fidèle,
Mourons comme eux!
Et sous ton aile,
Soldats vainqueurs,
Dirige nos pas, enflamme nos cœurs!
Le chœur s'éloigne.
SCÈNE V
Valentin, Siebel
N° 23 - Récitatif
VALENTIN
Allons, Siebel, entrons dans la maison!
Le verre en main, tu me feras raison!
SIEBEL
Non! n'entre pas!
VALENTIN
Pourquoi? tu detourne la tête?
Ton regard fuit le mien! Siebel, explique-toi!
SIEBEL
Eh bien! ... non, je ne puis!
VALENTIN
Que veux-tu dire?
SIEBEL
Arrête! Sois clement, Valentin!
VALENTIN
Laisse-moi! laisse-moi!
Ils entre dans la maison.
SIEBEL
Pardonne-lui!
Mon Dieu! je vous implore! Mon Dieu!
SCÈNE VI
Faust, Méphistophélès une guitarre sous son manteau
MÉPHISTOPHÉLÈS
Qu'attendez-vous encore?
Entrons dans la maison!
FAUST
Tais-toi, maudit! ... j'ai peur
De rapporter ici la honte et le malheur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
A quoi bon la revoir, après l'avoir quittée!
Notre présence ailleurs serait bien mieux fêtée!
Le sabbat nous attend!
FAUST
Marguerite!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Je vois que mes avis sont vains et que l'amour l'emporte!
Mais pour vous faire ouvrir la porte,
Vous avez grand besoin du secours de ma voix.
N° 24 - Sérénade
MÉPHISTOPHÉLÈS
écartant son manteau et s'accompagnant de sa guitarre.
Vous qui faites l'endormie
N'entendez-vous pas,
O Catherine, ma mie,
Ma voix et mes pas? ...
Ainsi ton galant t'appelle,
Et ton cœur l'en croit! ...
N'ouvre la porte, ma belle,
Que la bague au doigt.
FAUST
parle
Par l'enfer, tais-toi!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Catherine que j'adore,
Pourquoi refuser
A l'amant qui vous implore
Un si doux baiser?
Ainsi ton galant supplie
Et ton cœur l'en croit! ...
Ne donne un baiser, ma mie,
Que la bague au doigt! ...
SCÈNE VII
Les Mêmes, Valentin
N° 25 - Trio du Duel
Valentin sort de la maison
VALENTIN
Que voulez-vous, Messieurs?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Pardon! mon camerade,
Mais ce n'est pas pour vous qu'était la sérénade!
VALENTIN
Ma sœur l'écouterait mieux que moi, je le sais!
Il dégaine et brise la guitarre de Méphistophélès d'un coup d'épée.
FAUST
Sa sœur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Quelle mouche vous pique?
Vous n'aimez donc pas la musique?
VALENTIN
Assez d'outrage! ... assez! ...
A qui de vous dois-je demander compte
De mon malheur et de ma honte? ...
Qui de vous deux doit tomber sous mes coups?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Vous le voulez? – Allons, docteur, à vous! ...
Ils tirent les épées.
Tu t'en repentiras!
VALENTIN
En garde! ... et défends-toi! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust.
Serrez-vous contre moi!
Et poussez seulement, cher docteur, moi, je pare.
Valentin tombe.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Voici notre héros étendu sur le sableAu large maintenant! ... au large! ...
Il entraîne Faust.
SCÈNE VIII
Marthe, Valentin, Bourgeois; puis Marguerite et Siebel.
N° 26 - Mort de Valentin
MARTHE ET LE CHŒUR
Par ici, mes amis! on se bat dans la rue! ....
L'un deux est tombé là, regardez ... le voici! ...
Il n'est pas encore mort! ... on dirait qu'il remue!
Vite, approchons! ... il faut le secourir!
VALENTIN
Merci!
Des vos plaintes, faites-moi grace! ...
J'ai vu, morbleu! la mort en face
Trop souvent pour en avoir peur! ...
Marguerite parait au fond soutenue de Siebel.
MARGUERITE
Valentin! Valentin!
Elle tombe à genoux près de Valentin.
VALENTIN
Marguerite! ma sœur! ...
Que me veux-tu?
Il la repousse.
Va-t'en!
MARGUERITE
O Dieu!
VALENTIN
Je meurs pour elle! ...
J'ai sottement
Cherché querelle
A son amant!
CHŒUR
Son amant!
SIEBEL
Grâce! grâce! pour elle!
MARGUERITE
Douleur cruelle! ô châtiment! ...
CHŒUR
Il meurt pour elle!
SIEBEL
Grâce, grâce! soyez clément!
CHŒUR
Il meurt, frappé par son amant!
VALENTIN
se soulevant, soutenu par eux qui l'entourent.
Écoute-moi bien, Marguerite:
solennellement
Ce qui doit arriver arrive à l'heure dite!
La mort nous frappe quand il faut,
Et chacun obéit aux volontés d'en haut!
Toi! ... te voilà dans la mauvaise voie! ...
Tes blanches mains ne traveilleront plus!
Tu renîras, pour vivre dans la joie,
Tous les devoirs et toutes les vertus! ...
Oses-tu bien encor,
Oses-tu misérable,
Garder ta chaîne d'or? ...
Marguerite arrache la chaîne qu'elle porte au cou et la jette loin d'elle.
Va! ... la honte t'accable!
Le remords suit tes pas! ...
Mais enfin! ... l'heure sonne!
Meurs! ... et si Dieu te pardonne
Sois maudite ici-bas!
SIEBEL, MARTHE ET LE CHŒUR
O terreur, ô blasphème,
A ton heure suprème,
Infortuné!
Songe, helas! à toi-même
Pardonne, si tu veux être un jour pardonné! ...
VALENTIN
Marguerite
Sois maudite!
La mort t'attend sur ton grabat! ...
Moi, je meurs de ta main, et je tombe en soldat!
Il meurt. On l'emporte dans la maison. Siebel entraine Marguerite éperdue.
CHŒUR
Que le seigneur ait son âme
Et pardonne au pêcheur! –
ACTE V. SCÈNE I. Les montagnes du Hartz. N° 27 - La nuit de Walpurgis. CHŒUR DES FEUX FOLLETS: Dans les bruyères,
Dans les roseaux,
Parmi les pierres,
Et sur les eaux,
De place en place,
Perçant la nuit,
S'allume et passe
Un feu qui luit!
Alerte! alerte!
De loin, de près,
Dans l'herbe verte,
Sous les cyprès,
Mouvantes flammes,
Rayons glacés,
Ce sont les âmes
Des trépassés!
Méphistophélès et Faust paraissent sur une cime élevée.
FAUST: Arrête!
MÉPHISTOPHÉLÈS
N'as-tu pas promis
De m'accompagner sans rien dire?
FAUST
Où sommes-nous?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Dans mon empire!
Ici, docteur, tout m'est soumis.
Voici la nuit de Walpurgis!
CHŒUR
Voici la nuit de Walpurgis! Hou, hou!
FAUST
Mon sang se glace!
Il veut fuir.
MÉPHISTOPHÉLÈS
le retenant.
Attends! Je n'ai qu'un signe à faire
Pour qu'ici tout change et s'éclaire! ...
SCÈNE II
La montagne s'entr'ouvre et laisse voir un vaste palais resplendissant d'or, au milieu duquel se dresse une table richement servie et entourée des reines et des courtisanes de l'antiquité.
N° 28 - Scène et Chœur
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust
Jusqu'aux premiers feux du matin,
A l'abri des regards profanes,
Je t'offre une place au festin
Des reines et des courtisanes! ...
CHŒUR
Que les coupes s'emplissent!
Au nom des anciens dieux,
Que les airs retentissent
De nos accords joyeux!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Reines de beauté
De l'antiquité
Cléopâtre aux doux yeux,
Laïs au front charmant,
Laissez-nous, laissez-nous au banquet
Prendre place un moment
Allons!
SCÈNE III: Changement partiel: La vallée du Brocken.
Faust se relève et jette la coupe loin de lui. Le palais s'écroule avec fracas. Marguerite apparaît sur un rocher.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Qu'as tu donc?
FAUST
Ne la vois-tu pas
Là, devant nous, muette et blême?
Quel étrange ornement autour de ce beau cou
Un ruban rouge qu'elle cache!
Un ruban rouge étroit comme un tranchant de hache!
L'image de Marguerite disparaît.
Marguerite! ... je sens se dresser me cheveux!
Je veux la voir! ... Viens! – je le veux!
Il entraîne Méphistophélès et s'ouvre, l'épée à la main, un passage à travers la foule des démons.
SCÈNE IV: Changement de scène: La prison. Marguerite, endormie. Faust, Méphistophélès
N° 30 - Scène de la prison
MÉPHISTOPHÉLÈS: Le jour va luire. – On dresse l'échafaud.
Décide sans retard Marguerite à te suivre,
Le geôlier dort, – voici les clefs, il faut
Que ta main d'homme la délivre!
FAUST: Laisse-moi!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Hâte-toi! – Moi, je veille au dehors!
Il sort.
SCÈNE V: Faust, Marguerite
FAUST: Mon cœur est pénétré d'épouvante! – O torture!
O source de regrets et d'éternels remords!
C'est elle! – La voici, la douce créature,
Jetée au fond d'une prison
Comme une vile criminelle!
Le désespoir égara sa raison! ...
Son pauvre enfant, ô Dieu! ... tué par elle! ...
Marguerite!
MARGUERITE (séveillant): Ah! c'est la voix du bien aimé! (Elle se lève). A son appel mon cœur s'est ranimé.
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE: Au milieu de vos élats de rire, Démons qui m'entourez, j'ai reconnu sa voix!
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE Sa main, sa douce main m'attire!
Je suis libre, il est là, je l'entends, je le vois!
Oui, c'est toi! je t'aime!
Les fers, la mort même
Ne me font plus peur,
Tu m'as retrouvée,
Me voilà sauvée!
C'est toi, je suis sur ton cœur!
FAUST:
Oui, c'est moi, je t'aime!
Malgré l'éffort même
Du démon moqueur,
Je t'ai rétrouvée!
Te voilà sauvée
Viens, viens sur mon cœur!
MARGUERITE: Attends! ... voici la rue Où tu m'as vue, Pour la première fois! ...
Où votre main osa presque effleurer mes doigts! »Ne permettrez-vous pas, ma belle demoiselle. Qu'on vous offre le bras pour faire le chemin? Non, monsieur, je ne suis demoiselle ni belle, Et je n'ai pas besoin qu'on me donne la main.«
FAUST: Oui, mon cœur se souvient! Mais suis-moi l'heure passe!
MARGUERITE: Non! ... Reste encore! et que ton bras Comme autrefois au mien s'enlace!
FAUST: Viens, viens, Marguerite!
MARGUERITE: Non!
FAUST: Viens! fuyons! (Il veut l'entrainer).
MARGUERITE: Non, reste encore!
FAUST: O ciel! Elle ne m'entend pas!
SCÈNE VI. Les mêmes, Méphistophélès. N° 31- Trio-Finale
MÉPHISTOPHÉLÈS: Alerte! alerte! ou vous êtes perdus!
Si vous tardez encor je ne m'en mêle plus!
MARGUERITE: Le démon! le démon! – Le vois-tu? ... là ... dans lombre
Fixant sur nous son œil de feu!
Que nous veut-il? – Chasse le du saint lieu!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Quittons ce lieu sombre!
Le jour est levé
De leur pied sonore
J'entends nos chevaux frapper le pavé!
cherchant à entraîner Faust.
Viens! sauvons-la! Peut'être il en est temps encore.
MARGUERITE: Mon Dieu, protégez-moi!
Mon Dieu, je vous implore !
FAUST: Viens, fuyons!
Peut-être en est-il temps encore!
MARGUERITE: Anges pure, anges radieux,
Portez mon âme au sein des cieux!
Dieu juste, à toi je m’abandonne!
Dieu bon, je suis à toi, pardonne!
FAUST: Viens, suis-moi, je le veux!
MARGUERITE: Anges pure, anges radieux,
Portez mon âme au sein des cieux!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Hâtons-nous! L’heure sonne!
FAUST: Viens! Suis-moi!
MARGUERITE: Dieu juste, à toi je m’abandonne!
Dieu bon, je suis à toi, pardonne!
FAUST: Viens, suis-moi, je le veux!
Viens! Quittons ces lieux!
Déjà le jour envahit les cieux!
Viens, c’est moi qui te l’ordonne!
Déjà le jour envahit les cieux!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Hâtons-nous de quitter ces lieux!
Déjà le jour envahit les cieux!
Suis nos pas, ou je t’abandonne!
Hâtons-nous de quitter ces lieux!
MARGUERITE: Anges pure, anges radieux,
Portez mon âme au sein des cieux!
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE: Pourquoi ce regard menaçant?
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE
Pourquoi ces mains rouge de sang?
Va! ... tu me fais horreur! (Elle tombe sans mouvement).
FAUST: Ah!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Jugée!
N° 32 - Apothéose. Sons de cloches de Pâques. Les murs de la prison se sont ouverts. L'âme de Marguerite s'élève dans les cieux. Faust tombe à genoux et prie. Méphistophélès est à demi renversé sous l'épée lumineuse de l'archange.
CHŒUR GÉNÉRAL: Sauvée! Christ est ressuscité! Christ vient de renaître! Paix et félicité Aux disciples du maître! Christ vient de renaître! Christ est ressuscité!
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"Salve! Dimora, casta e pura" -- in context.
FAUSTO. Atto I. SCENA I. E notte.—Faust solo. .... .. . . . . —. lutta coperta di libri e pergamene: un libro gli sta aperto ainanzi. La sua lampada è presse a spegnersi Faust.
No I Interrogo invano immerso negli studi,
La natura e il Creator.
Non una voce fa scendermi in core
Un suon consolator.
lo languii eolingo dolente,
Ne quest' alma ancora
Poté eoggettar l ' argüia impossente. No ho il saper! non ho la fe! no—no! [Chinde scoraggiato, ü libro e va ad aprire la finestra. —Spunta il giorno. Già sorge il di—già vien l ' alba novella E sparir fa l' oscurità. Ancora un di spontô. [Con disperazione. Oh morte, affretta il volo Per darmi alfin riposo! [Afferrando un' ampolla sulla lavola. Ebben! s' essa fugge da me, Perché non vado incontro a lei? Arriva, estremo de' miei di! lo giungo lieto in cor Di mia giornata a sera; Ecco io son con questo liquore, L' arbitro sol del mio destín I [ Verso ü liquido deli' ammilla in una tazza di cristallo —Nel momento in cut sta per appressarla alie lab- ora, odesi di dentro ü seguente. Raggazza. Ah! La vaga pupilla Perché celi ancor I Il sole già brilla Nel suo disco d'or; La lodola canta La lieta can zon; Di rose s'ammanta Dell' alba il veron; AIP aura più pura, . Si dischiude il fior; Ormai la natura, Si desta all' amor! Faust. O clamor della gioja umana, Va via t'invola a me. Coppa degli avi miei, Già tante volte colma, Perché tremi tu in mia man? [Avvicina di nuovo la tazza alle labbra
CORO—Interno di Lavoratorí.
L' aurora ai campi ormai ci appella,
Sen fugge via la rondinella I
Che più tardiamo? al campo andiamo
Tutti corriamo a lavorar!
Sereno è il ciel la terra è bella,
L' aurora ai campi ormai ci appella
Sia Iode al ciel!
Faust. Ma il ciel che puô per me? Mi renderà P amor, La gioventù, e la fe ?— [Conrabbia. Via meledico tutte, 0 voluttadi umane!
1 ceppi maledico Che mi fan prigione quaggiù! Maledico la sDeme ancora Che sen va piu breve dell' ora I Sogni d' amor, fasti ed onor! Maledico il piacer, maledico la scienza, La preghiera e la fe'! E stanca alfin la mia pazienza. A me Satan—a me! SCENA II.—Faust e Mefistofelk
Mef. [Comparendo.]
Sono qui! Perché tal sorpresa? La voce tua da me fu intesa. Al fianco ho l ' acciar, la piuma al Cappel, La scarsello piena ed un ricco mantello in- dosso; Un vero, un bel cavaliere? Ebben, dottor, ohe vuoi da me Or su parla! ti for timor? Faust. No! Mef. Tu non credi al mio potere?
Faust. Puô darsi.
Mef. Ebben lo metti a prova
Faust. Va via!
Mef. Che? saresti ù sconoscente1
Saper dei tu che con Satan Esser più córtese importa. E che non era mestier Di farlo tanto viaggiar, Por dirgli poi quella è la porta Faust. E che puoi tu per me? Mef. Tutto !—ma—prima mi dir che brami tu; Saria dell' or? Faust. Che potrei far della ricchezza? Mef. Ah! ben m' avveggo di che hai vaghezza! La gloria ambisci— Faust Non ia vo'! FAUST.
ACT I.
SCENE 1.—Faust's Study. Night.—Faust discovered, alone.—He is seated at a table covered with books and parchments: an open book lies before him. His lamp is flickering in the socket.
Faust. No! In vain I interrogate with eager effort, Still do Nature and the Creator withhold Each ray of hope to guide and cheer me, Or thought that could inspire me. I with langor am sad and weary, Without power to burst the dreamy spell Which to this drear earth doth enchain me. Naught can I see! naught can I find— naught I [Greatly discouraged, he closes his book and opens the windoies.— The day is breaking.
Day dawns already—the coming morn Bids darkness fly. Another day doth dawn. [Despairingly.
О death when wilt thou come,
And with thy wing enfold me?
Alas! death will not heed my call ;—
[Seizing a vase from the table. Then why should I not strive to meet him? Farewell, my final day, farewell! No fears my heart assail; On earth my days I number; For this draught immortal slumber Will secure me, and care dispel I [Pour liquid from the vase into a crystal goblet.—Just as he is about to raise it to his lips, the following chorus is heard, without. Maidens. Ahl Why thy eyes so lustrous Hidest thou from sight? Bright Sol now is scatt'ring Beams of golden light; The nightingale is warbling Its carol of love; Bosy tints of morning Now gleam from above; Flow'rs unfold their beauty To the scented gale; Nature all awakens— Of love tells its tale. Faust. Hence empty sounds of huma'n joys, щ Flee far from me. Oh, goblet which my ancestors So many times have filled, Why tremblest thou in my grasp.
[Again raises the goblet to his lips..
CHOEUS—of Laborers, without.
The morn into the fields doth summon Tis, The swallow hastes away I Why tarry then? to work let's on, To labor let's away I The sky is bright, the earth is fair, • • The morn into the fields doth summon us, Our tribute, then, let's pay to heav'n. Faust. Can heaven do aught for me? Will heaven restore me love? Will't give me back my youth, my faith? Oh, earthly pleasures, [ With rage. Accursed be ye all! Accursed be the fetters Which keep me pinioned here! Accursed be the fleeting hopes Which fade e'en with the passing hour! Vain dreams of love, of pomp and state, Of pleasure, knowledge, prayer, and faith, I curse ye all! My patience is at length worn out. Satan, I call thee! haste to me! SCENE II.—Paust and Mephistopheles.
Mevh. [appearing.]
I am here! Have I surprised thee? The call was heard by me. A sword and plumed cap I wear, A well-filled purse have I, and mantle rich; In sooth, a comely knight am 1! Say, Doctor, what wouldst thou with me? Tell me—art thou afraid? Faust. No I
Meph Dost thou doubt my power to help thee? Faust Perhaps so.
Meph Then put it to the proof.
Faust Begone!
Meph Pie! Am I thus to be rewarded?
Now learn from me, when Satan comes, Mortals may not use them as they like: After you get what you want, He will not be quite content, If you try to turn him from your door I Faust. What canst thou do for me? Meph. All—speak, let me but know what you desire; Would you have gold? Faust. What should I do with store of riches? Meph. Good! I plainly see your object; 'Tis fame and glory! Faust. More, far more! Mef. Il potere?
Faust. No!
lo bramo un tesor Che assai più val, lo bramo la giovinezza! 10 voglio il piacer, Le belle donzelle, Ne vo' le carrezze: Ne voglio i pensier. Brnciare io voglio D' insolito ardor. 1l gaudio desio Dei sensi e del cor. Oh vien! giovinezza, Ch'io torni a goder; Mi rendi l ' ebbrezza, Mi rendi il piacer. Al core l ' ebbrezza, Ai sensi il piacer! Mef.
Faust.
Mef.
Faust. Mef.
Sta ben—io vo' far pago il tuo Capriccio. Ed in premio che brami da me? Tel dirô, poco io vo': Al tuo comando or qui son io, Ma laggiù, al mio sarai tu. Laggiù! Laggiù.
[Presentandogli una pcrgamena. Andiam, scrivi. E che ?—la man trema? E perche tanto titubar? La gioventù t'invita, Osa la contemplar. [Egli fa un gesto. Il fondo del teatro s' apre e lascia
vedare Maroherita che fila presse ü metinello.] Faust. Oh stupore I
Mef. Ebben?—che ti pare?
Faust. [Predendo la pergamena.] Porgi!
[ Vi mette la firma e la ritorna a Mefistofele. Mef. [Prendendo V ampolla rimasta sulle lavola.
Alla fin!
Ed or' signore il conno mio t'invita
A libar questo nappo, ove fumando
Sta la morte non più,
Non più il velen, ma la vita! Faust. [Prendendo la tazza e volgendosi a Margherita.] A te fantasma adorato e gentil. [Egli vuota la tazza e si trova cambialo щ giovane ed
elegante figura.—La visione sparisce. Mef. Vien! v Faust. E la rivedrô?
Sicuro.
Quando?
In quel di I
Sta ben.
Andiomo?
10 voglio piacer, Le belle donzelle; Ne vo' le carezze, Nè voglio i pensier. Bruciare io voglio D' insolito ardor, 1l gaudio desio Dei sensi e del cor. Mef.
Faust.
Mef.
Faust.
A 2.
Faust.
ATTO II.
SCENA I.—La Kermesse.— Una porta delia ctttà.— A sinistra un' Osteria che porta С insigna del Dio Bacco.
Wagner, Studenti, Borghesi, Soldati, Raggazze t Matrone.
Coro Su, da bere, su da ber,
Un bicchiere a me! Lieto in core tracannar Il liquore si dè! Si la gola inaffiam, L' acqua sola sprezziam. Quà un bicchiere di licor, Voglio bere ancor! Solo il vino, l'acqua no, E divino beviam. Qua un bicchiere di licor, Voglio bere ancor! Donzelle o cittadelle, Una cosa son I Vinciamo ed espugnamo Le belle ei bastion! Il prezzo del riscatto, Dovranno pagar, A questo solo patto Vogliam pugnar! Nei di di riposo e di festa, Di guerri i d'arrui amo parlar; Mentre la gente a meditar Si stanca la testa, Men vo'a seder sul ponticel E là tranquillo amo vedere, Venir e andar burchi e battel, Votando il bicchiere! Men vo'a seder sul ponticel" E là seduto amo vedere, Venir e andar burchi e battel, Votando il bicchiere! Non vedeti i bei garzoni S' avanzan di là; Per mariti sono buoni, Bestiamo un pô quà. ATeph. Power unbounded i Faust. No! 1 I would possess a treasure,
Would enhance them all,
Fresh youth to enjoy them!
ARIA.
Oh, I would have pleasure, And love, and caresses, For youth is the season When joy most impresses One round of enjoyment, One scene of delight, Should he my employment From day-dawn till night. Oh, I would have pleasure, And love, and caresses; If youth you restore me, My joys I'll renew. ATeph. 'Tis well—all thou desirest I can give thee?
Faust. Ah! hut what must I give in return?
Meph. I'll tell thee, 'tis but little:
In this world I will be thy slave, But down below thou must be mine. Faust. Below?
Meph. Below.
[ Unfolding a scroll. Come, write. What! does thy hand
tremble? Whence this dire trepidation? 'Tis youth that now invites thee— Behold! [At a sign from Mephistophdes, the scene opens, and
discloses Margaret, spinning. Faust. Oh wonder I Meph. Well, what say'st. thou? Faust [taking parchment], ijive me the scroll! [Signs, and returns it to Mephistopheles. Meph. [taking a vase from the table]. 'Tis done I
And now I bid thee
Quaff this cup;
Death no longer lurks here,
But life and youth! Faust Uaking the goblet and turning to Margaret]. 0 beauteous and beloved vision, to thee I
drink!
[He drinks the contents of the cup, and is straightway converted into a youthful and elegant figure.— '"he vision disappears.
Meph. Come, then!
Faust. Say, shall I again behold her?
Meph. Most surely I Faust. When' Meph. This very day I Faust. 'Tis well. Both. Then let's away:
Faust. 'Tis pleasure I covot, 'Tis beauty I crave; 1 sigh for its kisses, Its love I demand! With ardor unwonted I long now to burn, I sigh for the rapture Of heart and of sense. ACT II.
SCENE I.— The Kermesse.—One of the city gates — To the left an Inn, bearing the sign of the God Bacchus.
Wagner, Students, Burghers, Soldiers, Maidens, and Matrons. Clio. Wine or beer, now, which you will, So the glass quick you fill, And replenish at our need, At our bouts we diink with speed I Now, young tipplers at the cask, Don't refuse what I ask— Drink to glory! drink to love! Drain the sparkling glass! , We young tipplers at the cask Won't refuse what you ask— Here's to glory! Here's to love! Drain the sparkling glass! Women, just like fortresses, We can subdue! Old towns and young maidens Please mo and you! Both to our arms surrender, Beforo us they fall; Hansom to us they tender Towns, maidens, and all! On our saint-days and on Sunaays We love to talk of battles o'er; But the fighting to the soldiers Leave, with all its glory, While we prefer in peace to sit, Here by the gently flowing river, See the boats pass, take our glass, And tell a pleasant story! While wo prefer in peace to sit, Here by the gently flowing river, See the boats pass, take our glass, And tell a pleasant etory. Merry fellows come this way, Yes, they now advance; Let us, then, our steps delay, Just to take one glance. Non vedete quelle belle Che cercano amor; Vanno a caccia le donzelle A caccia di cor, Non redete che alle belle Fan caccia i signor; Noi pure siamo belle, Al pari di lor! Rag. Si vuol piacere
Ma non si puô. Matr. [Alie Raggazze.] Piacer vorreste, Chi non lo sa.
[ Tutti i gruppi si avanzano sul proscenio. Alcuni Bor. Andiam, andiam, compar!
Mano al bicchiere beviam I Altri. Yo' rimanere,
Veder la fin! Stu. Viva il liquor,
Sia lode al vin I Sol. Viva la guerra I
Mestier divin. [Alle Raggazze.
Non siate si fiero,
Inutil sarà. Matr. [Alle Raggazze.] Vorreste piacere, Si vede, si sa. Stu. Son pur fiere Che altere beltà. Alcuni Sol. Andiam, che tardiamo, Arditi noi siamo,
L'assalto lor diam! Altri. In questo precetto Pro' guerrier io metto! Stu. [Aile Raggazze.] Uh viso sdegnoso Non fa che arrossir I Rag. Vedrai che m' accetta Al primo apparir! Sol. Bor. e Stu. Mesciamo, mesciamo! Ancora un bicchier;
Evviva la gioia, evviva il piacer.
[Bevono, poi tutti i gruppi si allontanano.
SCENA II. — Wagner, Siebel, Valentino, Studenti, poi Mefistofele.
Val. Г Viene dal fondo tencndo in mano una picana me- daglia d'argento.] O santa medaglia Che la suora mi die; Nei di della battaglia Per sacro talisman; Kesta qui sul mio cor. [Si mette la medaglia all eolio, e si dirige verso V Ostcria. Wag. [Alzandosi.] Ah! E qui Valontin
Egli di noi chicdova. Val. Compagni, unco un bicchier e poi si parta. Wag. Quel pensier?
Perche tristo l'addio fai cosl? Val. Come voi questi lochi io deggio aDoandonar,
Vi lascio Margherita
E in terra in sua difesa,
Mia madre più non è! Sie. Più d'un fedelo amico
Le veci tue ouô far e lo farà.
Val. Sia pur!
Sie. Su me tu puoi contar.
Coro. Contar su noi dei tu. Wag. Andiam, partiam! Bandir dobbiamo il pianto !.
Ci rivedrem beviamo intanto.
Mesciam .< Ancora una canzon,
In lieto suon. Coro. Beviam! mesciam I Ancora una canzon,
In lieto suon. [Comparisce Mefistofele.
Wag. [Alzando il bicchiere.]
'Più poltron che coraggioso
Un sorcio era un di,
Ascoso nella cantina,
E dicea cosl.' Porche? Mef. [Amicinando.] Signor! Wag. 'Ché? Mef. Se v'aggrada bramo,
Soder un poco in mezzo a voi,
Che il vostro amico pria finisca la canzon,
lo poi ve ne dirô che da sprezzar non son. Wag. Una ci bastera ma bella veramente. Mef. Faro quel che potro
Per non seccar la gente.
Aria.
Dio dell' or del mondo signor,
Sei possente risplendente,
Culto hai tu maggior quaggiù.
Non v'ha un uom che non t'incensi
Stan prostrati innanzia te,
Ed i popoli ed i re,
I' bei scudi tu dispensi,
Della terra il Dio sei tu,
Tuo ministro è Belzebù.
Dio dell' or, d'ogni altro maggior,
Non ugualo non rivale,
Temi tu qui, nè lassù.
Tu contempli a piedi tuoi
I mortali in lor furor,
Dell' acciaro struggitor,
Cader vintima se il vupi,
Della terra il re sei tu,
Tuo ministro è Belzebù. Coro. Strana è la tua canzon. Val. Più strano è chi la canta. Wag. [Offrendo a Mefistofele un bicchiere.] Ci fareste l'onor di mescere con noi? Mef. [Prendendo il bicchiere.] Perché no? [Afferandu la mano di Wagner ed esaminandone 'a palma.] Ah! questo segno pena mi fa!
Vedete questa linea? Wag. Ebben?
Mef. Tristo prosagio,
Vi farete ammazzar
Se andate a guerreggiar. Sie. [A Mefistofele.] Predite l'avvenir? Mef. [Prendendo la mano di Siebel.] Appunto, e posso dir
Che scritto veggo quà
Un fior non toccherai,
Sprightly maidens now advance,
Watch their conqu'ring aire;
Friends, be guarded, lest a glance
Take you unawares.
At the men the maidens glance,
And pert airs assume;
Shall we not make some advance?
We are in full bloom; Mat. Yonder matrons fain would please, But they have lost the power. Matr. [ To the Maidens.] 'Tis you who seek to please, Your object's plain enough.
[All the various groups come forward. Some of the Burghers. Come, then, the goblet grasn!
The wine-cup let us drain I Others. I will remain, The end I'll see! Stu. Sing praises unto drink, Sing praises unto wine I Sol. Long life to war! , Sure 'tis a noble trade. [ To the Maidens.
Ah, be not so cruel,
Yonr coyness is vain. Matr. [ To the Maidens.] Ye strive hard to please, Your object is plain. Stu. Stern beauties are these. Right haughty are they. Some of the Sol. On, then, let's on, Brave soldiers are we,
To conquest we'll onl Others. In contests like these A true warrior am I! Stu. [ To the Maidens.] Pray lay aside That frown unkind! Max. See, see, with one glance His heart I'll subdue! Sol Bur. $ Stu. Fill high, fill high! Another flagon fill;
Let joy abound, let pleasure ever reign. [They drink and the various parties then withdraw.
SCENE II,—Wagner, Siebel, Valentine, Students, and afterwards Mephistopheles.
Val. [Advancing from the back of the stage, and holding in his hand a little silver medal.]
О blessed medallion,
Which my dear sister gave to me
As a sacred talisman
In the fierce hour of battle,
Rest thee near my heart. [Replaces the medallion round his nech, and approaches the hostelry. Wag. [Rising.] Ah! See, Valentine is at hand;
He has been seeking us. Val. Come on; another glass, and thon away. Wag. What say'st thou?
Why this sorrowful farewell? Val. Like you, I soon must quit these scenes,
Leaving behind me Margaret.
Alas! my mother no longer lives
To care for and protect her! Sie. More than one friend hast thou
Who faithfully will thy place supply.
Val. Bo't so, then I ^ Sie. . On me you may rely. Cho. In us thou surely may'st confide. Wag. On, then, away! A truce to sorrowing care! Anon we'll meet again. Fill high! Once more in song Our voices let us raise. Cho. . We'll drink! Fill high! Once more in song our voices Let us raise. [Mephistopheles appears. Wag. [Raising his glass.]
'A not o'er valiant mouse, While snugly in the kitchen hid, One. day, this song did sing.' What now? Meph. [Approaching.] Good sir! rag. Say on!
Meph. If it so please ye, I should wish To mingle with ye a short time. If your good friend will kindly end his song, I'll tell ye a few things well worth the *. hearing. Wag. One will suffice, but let that one be good. Meph. My utmost I will do Your worships not to bore.
Thou art lord of the earth, bright jjolJ. In thy potent pow'r unrival'd, None their allegiance can withhold Kings and people adoration Pay thee, prostrate at thy feet; All before thee humbly bow; Crowns of silver thou dispensest; Of the earth the god art thou, Beelzebub, thy minister. O, gold, a potent god art thou, No rival, nay, no equal Fear'st thou here below. Groveling at thy feet thou soest Blind mortals, in their fury, Struggling with the deadly steel. They conquered fall, but when thou wilt, The world's real king are thou, And Beelzebub is thy prime minister. Cho. A strange story this of thine. Vol. And stranger still is ho who sings it. Wag. [Offering a drinking-cup to Mephistopheles.] Wilt honor us by drinking with us? Meph. [ Talcing the cup.] In sooth, why not? [Taking Wagner by the hand, and scrutinizing his palm.] Ah! here is a sign that pains me much I See'st thou this line? Wag. What of it? Meph. A sad presage: If thou unto tho wars dost go, Thou surely wilt be killed. Sie. I To Mephistopheles.] Dost read the future? Meph. [Taking SiebePs hand.] I do indeed! Written here I see, No flower shalt thou ever touch Che appassir non vedrai! Lo vuole il destine Sie. Ciel! Mef. Non v' han più fior' per Marghorita! Val. Nomar, mia sorella v'udiil Mef. Badate a voi, signore I Un uom che noto è a me uccidervi potrà.
[Indirizzandosi agli altri. Ai vostri amor! [Beve. Ah! che veleno è il tuo vin. Volete miei signori che miglior ve n' offra. [Saltando sulla lavola, e batiendo m di un piccolo tino sormontato dal Dio Boceo che serve d' insegna all' Osteria.
Olà! Nume del vin da bere I [II vino zampilla, e Mefistofele ne riempie il sito Ыechiere.] Venite quà!
Ciascun quel che più vuole ber potrà. [Dicende.] I l brindisi che facevate Orror facciamo ancor a Margherita! Val. Or via, se non ti fô tacer Sul momento ch' io mora! [Strappa di mano il bicchiere a Mefistofele, e no versa il contenuto die s' infiamma cadendo a terra. Wag. Olàl Coro. Olàl Mef. [Ridendo.] Perché tremar?
Non giova il minacciar. [Wagnej cava la spada.— Valentino, Siebel, gli Studenti e Mefistofele fanno lo stesso.—Quindi Mefistofele segna colla punta un cerchio intorno a lui.— Gli Studenti vanno per slanciarglisi addosso, e si arrestano come dinanzi ad una barrière invisibile.— La spada di Valentino si spezza. Val. La spada, o sorpresa!
Si frange in mia mano! Val. Wag. Sie. e gli Stu.
S'hai tu poter di demon vediamo, Lo spirto delie tenebre pieghjamo! [Forzano Mefistofele a rinculare presentandogli al petto la guardia delie loro svade, fatta a forma di croce.
Tu puoi la spada frangere, ma guaraa! La croce dai tuoi demoni ci guarda! '[Partono.
SCENÄ III.—Mefistofele e Faust.
Mef. [Salulandoli sonidendo.]
Ci rivedremo ancor, miei signori, addio! Faust. Cosa c' è? Mef. Bah! favelliam, mio dottor I
Che volete da me?
Per ove cominciomo? Faust. Ove s' asconde la bella
Che apparir facesti a me
E un vano sortilegio Mef No, ma contre te la virtù la protegge E il cielo stesso pura la vuole. Faust. Che importa io nol vo' I vien; Mi guida a lei presso
Se no, m'allontano da te
Mef Lo farô, non vorrei darvi si triata idea
Dell' arcano poter che a voi mi conducea. Aspettiam I e vedrete a questo lieto suen, Apparir la fanciulla a noi certo no son. SCENA IV.—Studenti, Raggazze, Borghesi, e Dttti, poi Siebel e Makghekita.
[Gli Studenti colle Raggazze alfianco, preceduti dai suonatori di violino, invadono la scena.— Vengono in coda i Borghesi che compañero al principio dell' alto.
Coro. [Marcando col passo il tempo di vallz.]
Come la brezza allor che lieve,
Viene la sera a sussurar,
Fa la polve solevar;
Che la ridda ci trascini,
Ed i colli a noi vicini,
Di canzoni echeggeran. [I suonatori salgono sulle tavoleed il bailo incomincia. Mef. [A Faust.] Vedi tu queste belle,
Non voi tu cercar fra quelle,
Il tuo piacer? Faust. Taci alfin ; fa tregua all garrir, E lascia il mio cor al suo sogno. Sie. [Entrando in iscena.] Passar per qui or dovrà Margherita. Alcune Raggazze. [Avvicinandosi a Siebel.]
Dovrea dunque supplicarvi per danzare. Sie. No, non voglio danzar. Faust. Ella vien! la veggo! Mef. Ebben! andate a lei! Sie. [Scorgendo Margherita ed avanzandosi verso di lei.
Margherita I
Mef. [ Volgendosi si trova faccia a faccia con Siebel.]
Che c' è? Sie. [ Tra si.] Maledetto! ancor qui. Mef. [Con voce mclata.] Ebben, caro mio! [Ridendo.] siete qua! Ah, ah! davver! [Siebel rincula dinanzi a Mefistofele, che gli fa fare cosi il giro delta sccna. passando dietro alle coppie dei danzatori. Faust. [Avvkinandosi a Margherita che traversa la scena.] Permettereste a me, Mia bella damigella, Che v* offra il braccio mio Per far la strada insiem? Mar No, signer, io non son damigella nè bella, E bisogno non ho del braccio d'un signor. [Passa dinanzi a Faust e s' allontana. Faust. [Seguendola collo sguardo.] Giusto ciell quanta grazia! Tanto modesta e bella! Angiol del ciel! io t' amo! Sie. [Giunto nel mezzo, senza nulla aver visto.] E andata via! [Va per slanciarsi sulle traccie di Margherita, ma trovandosi nuevamente di fronte a Mefistofele, gli volge il tergo, e si allontana dal fondo.
But straightway it shall wither! Fate hath thus decreed. Sie. Oh heaven I Meph. No more flowers, then, for Margaret! Vol. Heard I aright I thou nam'dst my sister I Meph. And you, good sir, take heed! A friend of mine perchance may slay thee.
[ Turning towards the rest. I drink to your lady loves! [Drinks. Ah! rank poison is this wine of yours, With your good leave, I'll offer you a better. [Jumps on the table, and strikes on a little cask, surmounted by the efflgy of the god Bacchus, which serves as sign to the Inn.
What ho! thou god of wine, now give us drink!
[ Wine gushes forth from the cask, and Mephistopheles fills his goblet] Come hither f
Each man may drink the wine he best doth love.
[Jumps off.] The song we'll now renew, And unto Margaret's honor! Val. Hence, villain! I'll silence thee, Or die this very moment! [Snatches goblet from Mephistopheles, and throws away the contents, which, as they Jail to the grouud, become liquid fire.] Wag. Why how is this? Cho. Why how is this? Meph. [Laughing.] Why tremble ye? Threats naught avail! [Wagner draws his sword.— Valentine, Siebel, the Students, and Mephistopheles do the same. — Mephistopheles, with the point of his weapon, draws a circle round uim—The Students, about to rush on him, are stopped as though by an invisible barrier.— Valentine's sword breaks. Val. О marvelous!
My sword hath broken in my hand! Val Wag. Sie. and Stu.
If thou hast a demon's power, soon we'll see. Let's drive the spirit of darkness hence! [They compel Mephistopheles to retire, by holding their swords towards him in the fashion of a cross.
The sword thou hast broken, but beware! This cross protects us from thy fiendish spell! [Exeunt.
SCENE III.—Mephistopheles and Faust.
Meph. [Smilingly saluting them.]
We'll meet again, good sirs, adieu! Faust. Why what has happened? Meph. Oh nothing! let us change the subject! Say, Doctor, what would you of me?
With what shall we begin? Faust. Whither hides the beauteous maid Thine art did show to me?
Or was't mere witchcraft? Meph. No, but her virtue doth protect her from thee,
And heaven itself would keep her pure. Faust. It matters not!
Come, lead me to hor,
Or I straightway abandon thee.
Meph. Then I'll comply; 4were pity you should think
So meanly of the magic power which I possess. Have patience! and to this joyous tune, Kight sure am I the maiden will appear. SCENE IV. — Students, Maidens, Burghers, fc., aflerwards Siebel and Margaret.
[Students, with .Maidens on their arms, preceded by fiddlers, take possession of the stage!—Burghers in * the rear, as at the commencemen t of the act. Cho. [Marking Waltz time with their feet.]
CHORUS.
As the wind that sportively plays, At first will light dust only raise, Yet, at last, becomes a gale, So our dancing and our singing, Soft at first, then loudly ringing, Will resound o'er hill and dale. [ The fiddlers mount upon the table, and dancing begins.
Meph. [ To Faust.] See those lovely young maidens.
Will you not ask one of them
To accept you? Faust. No! Desist from thy idle sport, And leave my heart free to reflection. Sie. [Entering.] Margaret this way alone can arrive. Some of the Maidens. [Approaching Siebel.]
Pray seek you a partner to join in the dance? Sie. No: it no charm has for me. Faust. It is she! behold her! Meph. 'Tis well! now, then, approach! Sie. [Perceiving Margaret, and approaching her.] • Margaret!
Meph. [ Turning round and finding himselfface to face
with Siebet.] What say you? Sie. [Aside.] Malediction! here again! Meph. [Coaxingly.]
What, hero again, dear boy! [Laughing. Ha, ha! a right good jest! [Siebel retreats before Mephistopheles, who then compels him to make a circuit of the stage, passing benind the dancers. Faust. [Approaching Margaret, who crosses the stage.] May I for once presume, Most fair and charming damsel, My arm to offer you,' Together thus to walk? Mar. No, fair sir, I am neither a damsel nor charming,
Nor can I lean upon a stranger's arm to walk. [Passes Faust and retires.
Faust. [Gazing after her.]
Yes, by heaven! she is graceful! How fairy-like and modest! Ah! sweetest maid, I love thee! Sie. [Coming forward, without having seen what Лaг occurred.] She is departed I [He is about to hurry after Margaret, when he sud- denly finds himself face to face with Mephi- stopheles—he hastily turns away and retires. Mef. [A Faust.] Ebben?
Faust. Ebben, sono respinto.
Mef. [Ridendo.] Andiam Г al vostro amor,
Lo veggo, o mio dottor,
Soecorrere dovrô. [S' allontana con Faust seguendo la via tenuta da Mnrgherita. Alcune Raggazze. Che mai fu? Allre. Margherita, di quel giovin signor Il braccio ricusava. Tutti. Valsiam, ancor! valsiam, ognor! Sino' a perder fiato, sino a morir,
Un Dio li trascina è voluttà!
La terra pargiri e dispar lor,
Qual suon, quale gioia sguardi d' amor!
ATTO III.
SCENA I.—Giardino di Margherita.—Net fondo il muro con piccola porta.—A sinistra un boschetto.—A dritta in padiglione con unu finestra di fronte al pubblico.— Alberi e macchie.
Siebel, solo.—Entra dalla piccola porta del fondo, e si arresta sulla soglia del padiglione, presso ad una macchia di rose e di tigli.
Parlatele d' amor, o cari fior
Ditele che l ' adoro
Ch'è il solo mio tesoro,
Ditele che il mio cor
Langue d' amor.
Parlatele d'amor, o cari fior,
Recate i miei sospiri,,
Narrate i miei martiri,
Ditele o cari fior, quel ch'ho nel cor.
[Coglie dei fiori.
Son vixzi ahime! [Li getta via con dispetta. Lo stregon maledetto mal diceva or or. [ Coglie un altro fiore che avvizzisce al solo con'' delle sue mani.~\
'Non portrai più senza che mora Toccare un fior.' (Pensando. Se bagnassi la man nell' acqua santa? IS' avvieina al padiglione e bagna le sue dita in una vita attaccata ai muro.
Vien là quando il di muor a pregar, Margherita ed ora vediam presto. [ Coglie degli attr% fiori
Sono appassiti? No!
Satan, sei vinto già!
la lor soltanto ho fè,
Parlin per me,
Da lor le sia svelato
U misero mio stato.
Ella penar mi fa,
E ancor nol sa,
In questi fiori ho fè,
Parlin per me.
Se non ardisce amore, Possa in sua vece il fiore. Svelare del mio cor, Tutto l ' ardor! [C dei fiori per formame un bouquet e svarisce tra le macchie del giardino.]
SCENA II.—Mefistofele, Taust, indi Siebel.
Faust. [Entrando dolcemente dalla porta del fondo.]
Giunti siam I Mef. Con par. Faust. Che guardi tu laggiù? Mef. Siebel, vostro rival. Faust. Siebel! Mef. Zitto, egli vien!
]Entra con Faust nel boschetto.]
Sie. [En trando in iscena con un bouquet in mano.]
Non son gentili questi fior? Mef. [A parie.] Ma si! Sie. [Con gioia.] Vittoria! Domani a lei voglio narrar. [Appende il bouquet alia porta delta padiglione.] Tutta la storia e se vorrà
Saper quel che nascondo in cor,
Il bacio le dirá il resto. Mef. [A parte.] Soduttor! [Siebel esce dalla vorta del fondo.
SCENA III.—Faust e Mefistofele.
Mef. [Escendo dal boschetto con Faust, e per andarsene.]
Or or vorrô, caro dottor I
Per tenor compagnia
Ai fior del vostro allievo,
Men vo' a cercar altro tesor
Splendido più, più ricco ancor
Di quanti mai ne vide in sogno. Faust. Si, va via. Mef. Mo ne vô! Aspettate mi qui. (Esce dalla porta in fondo.
**********************
SCENA IV.— Fausto solo.
RECITATIVO:
Qual turbamento in cor mi sento,
Sento d'amor ardere il core!
О Margherita! al tuo pié vo' morir!
ARIA:
Salve ; dimora casta e pura,
Salve ! dimora casta e pura,
Che a me rivela la fanciulla
Gentil ché al guardo mio la cela!
Quanta dovizia in questa povertà I
In quest' asil quanta felicita!
Quanta dovizia,
Quanta dovizia in questa povertà!
In quest' asil quanta felicita!
О bei lochi! bei lari ove leggiadra e bella,
Ella aggirarsi suol ove gentil e snella,
Ella percorre il suol!
Qui la baciava il sole
E le dorava il crine
Su voi rivolger suol le luci sue divine
Quell' angelo del ciel!
Meph. [ To Faust]
What said she? Faust. She hath repulsed me. Meph. [Laughing.] Take heart I I see your love Wants my aid, my good friend, And that aid it shall have. [He retires wiih Faust, in the direction pursued by Margaret. Some of the Maidens. What has happened? Others. Margaret hath refused the arm Of yonder youthful stranger. All. Waltz again I waltz again! How great is the pleasure thus to whirl round,
'Neath heaven no greater e'er can be found! The earth seems advancing to meet the blue sky,
In joy, love, and music, hours swiftly fly!
ACT III.
SCEUE I.—Margaret's Garden.—At hack a wall with a little door.—To the left a bower.—On the right a pa
¿¿j^vilion, with a window facing the public. — Trees, shrubs, ¿ce.
Siebel, alone.—He enters through the little door at the back, and stops on the threshold of thz pavilion, near a group of roses and lilies.
AIR.
Gently whisper to her of love, dear flow'r,
Tell her that I adore her,
And for me, oh, implore her,
For my heart feels alone
For her love's pow'r.
Gently whisper to her of lovo, dear flow'r.
Say in sighing I languish,
That for her, in my anguish,
Beats alone, dearest flow'r,
My aching heart.
[Plucks flowers.
Alas! they are wither'd! (Throws them away. Can the accursed wizard's words be true? [Plucks another flower, which, on touching his hand, im- mediately withers. i 'Thou shalt ne'er touch flower again But it shall wither!' [Reflecting. I'll bathe my hand in holy water! [Approaches the pavilion, and dips kis fingers m a little font suspended to the wall. When day declines, Margaret hither Comes to pray, so we'll try again! [Plucks more flowers.
Are they wither'd? No!
Satan, thou art conquer'd!
In these flowers alone I've faith,
For they will plead for me;
To her they will reveal
My hapless state.
The sole cause of my woe is she,
And yet she knows it not.
But in these flowers I've faith,
For they will plead for me
That which my love dares not,
These flowers will dare for me.
The fond hopes of my heart
Those flowers will reveal. [Plucks flowers, in order to make a boutiuct, and disappears 1 among the shrubs.
SCENE II.—Mephistopheles, Faust, and Siebel.
Faust. [Cautiously entering through the garden door.
We are here! Meph. So it would seem. Faust. What art thou looking at? Meph. At thy rival, Siebel. Faust." Siebel! Meph. Hush! ho comes
[They enter the bower.
Sie. (Entering with a bouquet.)
What pretty flowers are these! Meph. (Aside.) They are indeed! Sie. (Joyously.) Victory! [Fastens the bouquet to the door of the pavilion.
To-morrow I'll reveal to her
The secret that my heart conceals.
A kiss will tell the rest. Meph. (Aside, mockingly.) Seducer! [Exit Siebel, through door at back.
SCENE III.—Faust and Mephistopheles.
Meph. (Entering from the bower.) I'm off, dear doctor! I go to seek a treasure Meet indeed to hold companionship With your rival's flowers. A treasure richer far than aught That dreams have e'er disclosed. Faust. Then get thee gone at once!
Mevh. I go—await me here!
[Exit, through door at back.
SCENE IV.—Faust, alone.
What troubles at my heart I feel—
My heart with love doth glow!
О Margeret! at thy feet I'd gladly die!
Air. •
Oh hail! thou pure and simple dwelling, Oh hail! thou pure and simplo dwelling, Within thy walls thou art concealing From my enraptured gaze my adoi^d one! What riches there in poverty are stor'd! Such happiness within thy walls to hoard! What riches there, What riches there in poverty are stor'd! Such happiness within thy walls to hoard! Scene of beauty, made still more beauteous by her presence, Whose form of grace and light All around renders bright, All around renders bright! She trips around so lightly, With her fair golden tresses, And eyes that shine so brightly, That her witching glances Like those of angels seem! Sî, quà! si, ft, quà . Salve ; dimora casta e pura, Salve I dimora casta e pura, Che a me rivela la fanciulla Gentil che al guardo mio la cela! Salve I salve I dimora casta e pura, Che a me rivela la fanciulla Gentil che al guardo mio si cela. SCENA V.—Mefistoflee e detto.
Mef. (Portande un astuccio sotto il braccio.) Аll ' erta! eccolo quà! Se i fiori han più valore dei gioiel Consente a perdere il mio poter. (Apre V astuccio с gli mostra i gioielli che contiene. Faust. Fuggium ; non voglio rivederla più! Mef. Che scrupolo y' assal? [ Va a collocare l ' astuccio sulla soglia del padiglione. Ecco presso.la soglia I gioielli son già; Andiam c' è da sperar. [ Trascina seco Faust e sparisee con lui nel giardino. Margkerita entra dalla porta del fondo e giunge silenciosa sino al proscenio.
.
SCENA VI.—Margherita sola.
Come vorrei saper
Del giovin ch' ho incontrato?
La qualità il natal,
E come vien chiamato? [Siede. 'С era un re, un re di Thüle 'he sino alla morte constante Cara memoria dell' amante, Serbô un nappo d'or con sè!' [Interrompendosi.] Avea modi gentil A quanto mi sembrô [Riprendendo la canzone. 'Nessun ben gli fu caro tanto, E quante volte ai più bei di. Il ndo re se ne servi, Senti bagnar gli ecchi di pianto i [Si alza efa alcuni passi. Quando senti presso l ' avel, Al nappo d'or la mano stese, In sovvenir di lei la prese, Sino alla morte a lei fedel.' [Interrompendosi.] lo non sapea che dir, Ed arrossii allor! [Riprendendo la canzone. 'Poscia in onor delia sua dama, L' ultima volta bevve il re. Il nappo allor gli cade al pié L' alma va al ciel che a se lo ehiama l ' I gran signori sol Han quell' altero andar E il parlar lusinghier! [Si dirige verse il padiglione. Or via non ci pensiam I Buon Valentin! Se il ciel m' ascolta ancor ti vedrô! Ma son quà sola! r Nel. momento di entrare nel padiglione scorge il bouquet appeso alla porta.
Questi fior— [Stacca il bouquet.
Son di Siebel al certo! Com' è gentil I [Scorgendo l ' astuccio.] Che veggo là? Onde quel ricco scrigno puô venir ?— Non l ' oso toccar, [ Titubando. Ma chi sa I—La chiave è là mi par! Lo deggio aprir?—la man trema !—perché? Aprendolo non fo alcon male mi pare! [Apre V astuccio e lascia cadere il bouquet. О ciel! quanti gioiel !— E un sogno incantator e mentitor О se son desta Non vidi in vita mia richezza egual a questa! [Depone V astuccio sopra una scanna, evi s' inginocchi dinanzi per abbigliarsene.
Non v' è alcun ; come far !—• Posso almen attaccar Questi begli orecchini !— ]Cava dalP astuccio ipendenli. Ah! vè qui bell' e pronto in fonto al cassetti
Un cristal! per poter mirarmi in esso ?— Vanarella sono adesso? Lut appendegli orecchini, si alza, e si contempla nello specchio.
ARIA.
Ah! E' strano poter il viso suo veder;
Di, sei tu? Margherita!
Die sei tu? Dimmi su;
Dimmi su, di su, di su, di su presto!
No, no, non sei più tu!
No! no, non è più il tuo sembiante
E' la figlia d'un re!
Non sei più tu,
E la figlia d' un re, che ognun dee salutare.
Ah ! s' egli fosse qui per verdimi cosi, Come una damigella Mi troverebbe bella! Ah I ah! Come una damigella Mi troverebbe bella! Come una damigella Mi troverebbe bella! Proseguiam Y adornamento Vo provare ancor so mi stan Lo smaniglio ed il monil! [Si adorna della collona, poi del braccialetto; poi $' alza. Ciel! E come una man, Che sui braccio mi posa! Ah! lo rido in poter Me stessa qui veder! SCENA VII.—Makgheeita e Marta.
Marta. Giusto ciel! che vegg" io Г Come sembrate bella! Che avenne? Chi vi die questi gioielli! Mar. [ Volgendosi.] Ahimè! per errore recati l ' han quà. [Porta confusa te mani al colla ed agli orrechi cercando di nascondere i gioieli.
Who comes? ah, who comes? Oh hail I thou pure and simple dwelling, Oh hail! thou pure and simple dwelling, Within thy walls thou art concealing From my raptur'd vision my ador'd one! Oh hail! oh hail! thou pure and simple dwelling, Within thy walls thou art concealing From my enraptur'd vision my ador'd one. SCENE V.—Mepitistopheles, and the before named.
Meph,. (Carrying a casket under his arm.) What ho ! see here I If flowers are more potent than bright jewels, Why I consent to lose my power. [Opens the casket, and reveals the jewels. Faust. Let us fly ; I ne'er will see her more! Meph. What scruple now assails thee? [Lays the casket on the threshold of the pavilion. See, on yonder step, The jewels snugly lie; We've reason now to hope. [Draws Faust after him and disappears in the garden — Margaret enters through the door at the back, and advances silently to front of stage.
SCENE VI.—Margaret, alone.
Mar. Fain would I know the name Of the fair youth I met? Fain would I his birth And station also know? (Sits down.
'A king there was, a king of Thüle, Who, constant unto death, In memory of his loved one dear, A golden cup preserved!' (Stopping short.) A goodly king Was he, I ween. [Resuming the song. 'río other treasure to him was half so dear, And whene'er this faithful king Did see his much-prized cup, The tears into his eyes it drew I . [Rises, and walks to and fro.
Finding that his last hour approached, His golden cup he kindly grasped, In memory of her he loved, For faithful unto death wets he.' (Breaking off) On meeting him I blushed, And knew not what to say. [Resuming the song.
'In honor of his lady-love, The king a last draught drank. The cup straight at his feet did fall, His soul on wings to heaven did hie!' (Musing.) Great lords alone Such haughty mien, Such courteous tones possess! [Approaches the pavilion. I'll think of him no more! Good Valentine! If heav'n heeds my prayer, we shall meet Meanwhile I am alone! [again! [Suddenly perceiving the bouquet attached to the door of the pavilion.
Flowers! i Unfastens tne oouqutt.
They are Siebel's sure! In sooth a pretty nosegay! (Perceiving the casket.) But what is this? And from whom can this splendid casket come? I dare not to touch it— [Hesitating. Yet behold, here is the key! I'll take one look! How I tremble—yet why ?—Can it be So much harm just to look in a casket! (Opens the casket, and lets the bouquet fall.) 0 heaven! what jewels! Can I be dreaming? Or am I really awake?
1 ne'er Jjave seen such costly things before! [Puts down the casket on a rustic scat, and kneels down in
order to adorn herself with jewels.
I should just like to see
How they'd look upon me,
Thoso brightly sparkling ear-drops!
[Takes out the ear-rings. Ah! At the bottom of the casket is a glass, I there can see myself!— But am I not becoming vain? [Puts on the ear-rings, rises, and looks at herself in the glass.
AIR.
Ah! I laugh, as I pass, to look into a glass;
Is it truly Margaret, then?
Is it you? Tell me true;
Tell me true, tell me, tell me, tell me truly ¿
No, no, no, 'tis not you!
No, no, that sweet face there reflected
Must belong to a queen!
No, 'tis not you,
It reflects some fair queen,
Whom I greet as I pass her.
Ah! could he see me now,
Here, deck'd like this, I vow,
He surely would mistake me,
For something noble tako me(!
Ah! ah! he would mistake me,
And for something noble take mo!
He surely would mistake me,
And for something noble take me!
I'll try on the rest.
The necklace and the bracelets
I fain would try!
[Sie adorns herself with the bracelets and nee* tace; then rises Heavens! 'Tis like a hand That on my arm doth rest! Good sooth! It makes me laugh That I myself herein should see! SCENE VII.—Margaret and Martha,
Martha. Just heaven! what is't I.see?
How fair you now do seem I
Why, what has happened?
Who gave to you these jewels Mar. (Turning round.) Alas ! by some mistake They have been hither brought. [Raising her hand to her neck and to the ear-rings, endeavoHrt;' thereby to conceal them.
Marta. No, quei gioielli son per voi Mia bella damigella, Si un dono quest' è d' amante Signor. Avea lo sposo mio I cor! SCENA VIII.—«J.EFISTOFELE, Faust, e dette.
Mef. [Entrando pel primo e facendo uno sperticato inchino.] Dito in grazia signora Schwerlein? Marta. СЫ mi chiami! Mef. Perdono, Se Cosí mi vengo a presentar.
voce a Faust.
Marta. Mef.
Vedeto i vostri don Se ben alcolti son; Siete Marta Schwerlein? Signor si.
La notizia che vi porto Non è tal da farvi piacer; Il vostro caro sposo E morto e vi saluta. Marta. Giusto ciel! Mar. Che mai fu! [Si affretta a togliersi la collana, ü braccialetto ed i pendenti, ed a riporii neW astuccio. Mef. Bah? Marta. [A Mefistofele.] O calamita! O nuova impreveduta! Mar. ]A sé.] Sento il cor che mi batte
Or ch' egli è a me vicino! Faust. [A se.] La febbre del desir Sparisce a lei vicino! Mef. [A Marta.] Il vostro amato sposo E morto e vi saiuta! Marta. [A Mefistofele.] E non vi die nulla per me? Mef. [A Marta.] No. Punir lo dobbiam, In quosto stesso di. Trovar convien с Faust. [A Marghcrita,] Marta. [Passeggiando.] Sieche, voi viaggiato ognor!
Mef. Ognor, dura necessità, signora!
Senz'alcun! solo sol, senza amor. Ahí Marta. Questo convien in gioventù,
Ma più tardi, allor!
E cosa ben trista
D'invecchiar como un egoísta! Mef. Tremai solo pensandolo,
Ma pur che deggio fare? Marta. Perché cosi tardare? Mio bel signor convien pensar? Mef. Cio penserô! Marte. Pensato a ciô I [Si allontanano, Margherita e Faust nentrano wi iscena. Faust. E che! sompre sola! Mar. Al campo è il fratel, La madre peredei; Poi la sventura ancor colpi, La sorcllina, ella morí. ., . Cara sorella mia! Era il mio sol dolce pensier, Quante cure ahimè! quante pene! Quando di lor l ' aime son piene La morte a noi le toglie allor! Non appena gli occhi apria lo favellar doveva con lei! Era l ' amor di Margherita! Per veder la mia sorellina, Saprei quaggiù tutto soffrir. Faust. Ah! se il ciel con un suo sorriso L' avesse fatta eguale a te, Era si cara, si pari a te I [Mefistofele e Marta rientrano.
Mar.' [A Faust.i
Adulator! Bidete di me, di me vi burlate I Non vi credo no! vi state di me, a burlar, Non ho da restar, non debbo ascoltar. Fausi. [A Marghcrita.]
No, io t' ammiro, deh! resta con me! Dio inoontar qui me fe' un angioletto, Perché paventar ahime! d' ascoltar. U cor parla. Marte. [A Mefistofele.] Che state a pensar. Non state udir—o di me, A burlar vi state, mi state ad udir, Non giova partir. Mef. [A Marta.] Perché m' aecusar se aebbo in viaggio
ritornare. Perche sospettar, se dovrô ahimè I Se dovrô tornar in viaggio I E vano attestar, che cramo restar, Se solo v' ascolto. [Comincia ad annottare. Mar. [A Faust.] Convien partir, s' oscura il ciel. Faust. [Abbracciandola.] Mia cara! Mar. Ah! non più/ [Fugge. Faust. Ah! crudele! vuoir fuggir! [L' insegue. Mef. \A parte, mentre Marta indispettita gli volge le spallc.] La faccenda si fa seria, Convien partir! [Si nasconde dietro un albero. Marta. [A se.] Ma come fare? ebben?
Egli spari, signor! [allontonana. Mef. Si, vien mi a trovar! Ouff Questa vecchia spietata Avrebe voluto ancor, Sposarsi con Satanasso.
Martha. No, beauteous maiden, These jewels are for you, The gift they are of some enamored lord. My husband, I must say, Was of a less generous turn 1 SCENE VIII.—Mephistopheles, Fadst, and the before-named.
Meph. (Entering and making a profound bow.)
Tell me, I pray, are you Martha Schwerlein? Martha. Sir, I am! Meph. Pray pardon me,
If thus I venture to present myself.
[Aside, to Faust.
You see your presents
Are right graciously received. [Ta Martha.
Are you then, Martha Schwerlein? Martha. Sir, I am.
Meph. The news I bring
Is of an unpleasant kind;
Your much-loved spouse is dead
And sends you greeting. Martha. Great heaven! Mar. Why, what has happened? [Hastily taking oß the jewels, and about to replace them in the casket. Meph. Stuff!
Martha. [To Mephistopheles.]
Oh woe! oh unexpected news! Mar. [Aside.] How beats my heart Now he is near! Faust. [Aside.] The fever of my love Is lulled when at her side! Meph. [ To Martha.] Your much-loved spouse is dead, And sends you greeting I Hartha. [To Mephistopheles.]
Sent he nothing else to me? Meph. [To Martha.]
No. We'll punish him for't,
Upon this very day
We'll find him a successor, fouíí. [To Margaret.]
Wherefore lay aside these jewels? Mar. [To Faust] Jewels are not made for me,
'Tis meet I leave them where they are. Meph. [To MartAa.]
Who would not gladly unto you
Present the wedding ring? MartAa. Indeed ! you think so? Meph.. Ah me! ah, cruel fate! Faust. [To Margaret]
Pray lean upon mine arm! Mar. [Retiring.]
Withdraw, I humbly pray! Me^A. [Offering his arm to MariAa.l I'm here, you see, MartAa. [Aside.] In sooth a comely knight i [Taking his arm. Meph. [Aside.] The dame is somewhat tough I
Margaret abandons her arm to Faust, and withdraws with him.—Mephistopheles and Martha remain together.
Martha. [ Walking to and fro.]
'Twould seem we're always traveling!
Me^A. A hard necessity it is thus ever lone to be!
Alone and loveless. Ah I MartAa. In youth it matters not so much, But in late years 'tis sad indeed! Kight melancholy it is in solitude An old man to become! Meph. The very thought doth make me shudder,
But still, alas! what can I do! . MartAa. If I were you, I'd not delay, But think on't seriously at once. Meph. I'll think on't! MartAa. At once and seriously! A [They withdraw, Faust and Margaret re-enter.
Faust. Art always thus alone? Mar My brother is at the wars, My mother dear is dead • By misadventure, too, 'My dear sister have I lost. Dear sister mine! My greatest happiness was she! Sad sorrows these! When our souls with love are filled, Death tears the loved one from us! At morn no sooner did she wake, Than I was always at her side! The darling of my life was she! To see her once again, I'll gladly suffer all. Faust. If heaven in joyous mood Did make her like to thee, An angel must she indeed have been! [Re-enter Mephistopheles and Martha.
Mar. [To Faust.]
Flatterer! thou mock'st me! I believe thee not! thou seekest to deceive me; No longer will I stav thy words to hear Faust. [To Margaret]
Nay, I do love thee! stay, oh stay! Heaven hath with an angel crown'd my path. Why fear'st thou to listen? It is my heart that speaks. MartAa. Of what now are you thinking?
You heed me not! perchance you mock me. No list to what I say— You really must not leave us thus! Meph. [To MartAa.] Ah, chide me not, if my wanderings I resume, Suspect me not, to roam am I compelled! Need I attest how gladly I'd remai.i? I'd hear but thee alone. [Night comes on.
Mar. [To Faust]
The sky grows dark, you must away. Faust. [Embracing her.] My loved one! Mar. Ah! no more! [Escapes. Faust Ah cruel one ! would'st fly me? [Pursuing her. Meph. [Aside, whilst Martha angrily turns her back to him.] The matter's getting serious, I must away! [Conceals himself behind a tree. Martha. [Aside.] What's to be done ? he's gone!
What ho, good sir! [Retires. Meph. Yes, seek for me—that's right! s I really do believe
The aged beldame would Actually have married Satan:
Faust. [Without] Margaret! Martha. [Without.] Good Sir! Meph. Your most obedient! SCENE IX.— Mephistopheles concealed, Martha, and then Siebel. Sie. [Entering, in a subdued tone.]
Courage now—she now must speak. Martha. 'Tis he! Meph. [Aside.] No. Martha. Good sir! [Grasps SiebePs hand.
Who is this?
'Tis Siebel.
It is.
What seekest thou at night In Margaret's garden! Come, come, sir truant, 'Twere better thou should'st homeward turn, And soundly sleep. But yet— Come, come, the way pray lead [Aside.] His tongue might run. The other, though, seems gone! Meph. [Aside.] He is'nt, though. Sie. [Aside. | To-morrow I'll return. Meph. Perhaps! A tedious fellow this. [Siebel and Martha exeunt at bach.—Mephistopheles I issues from his hiding-plaee. By night protected, In earnest talk of love, They will return—'tis well! I will not disturb Their amorous confabulation! Oh night ! conceal them in thy darkest shade. Oh love ! from their fond hearts Shut out all troublesome remorge. And ye, oh flowers of fragrance subtle, This hand accursed Doth cause ye all to open! The heart of Margaret trouble ye no more. [Disappears amid the darkness.
Sie. Martha, Meph. Martha.
Sie.
Martha.
Mar. It groweth late, Farewell! Faust. I but implore in vain, Let me thy hand take and clasp it,
And behold but thy face once again
Illum'd by that pale light,
From yonder star that shine,
O'er thy beauteous features
Its faint but golden ray. Mar. Oh, what stillness reigns around! Oh, ineffable myst'ry!
Sweetest, happiest feeling,
How mysterious!
I list: a secret voice
Now seems to fill my heart,
Still its tone again resoundeth/]
Besoundeth in my heart!
Leave me awhile, I pray!
[Stoops and plucks a daisy. Faust. What is it thou dost?
Mar. This flower I consult. Faust [Aside.) What mutters she Mar. (Plucking leaves of flowers,) He loves me !—no, he loves me not! Faust. Yes believe thou this flower, The flower of love. To thine heart let it tell The truth it would learn, He loves thee! Ah, know'st thou not How happy 'tis to love? , j. To cherish in the heart a flame that ne'er ex- pires. To drink forever of the font of love!
[ Clasps Margaret in his arms. A. 2. We'll love—we'll love for ever! Faust. Oh, night of love ! oh, radiant night! The bright stars shine above; Oh, joy is this divine I I love, I do adore thee! I Mar. Mine idol fond art thou. Speak, speak again! Thine, thine I'll be; For thee I'd gladly die! Faust. Oh, Margeret! From thee I'll never part I Mar. (Suddenly tearing herself from Faust's arms.) Go hence ! I waver ! mercy, pray! Fly hence—alas! I tremble! Break not, I pray, thy Margaret's heart! Faust. Would'st thou have me leave thee? Ah ! see'st thou not my grief! Ah, Margaret, thou breakest my heart! Mar. If to thee I'm dear, I conjure thee, by thy love, By this fond heart, That too readily its secret hath reveal'd, Yield thee to my prayer, In mercy, get thee hence! [Kneels at the feet of Faust. Faust. (After remainingp few moments silent, gently raising her.) Thou'ast have me go! What grief is this? Thou break'st my heart! Oh, purity divine, Chaste innocence, whose power My very will hath overcome, I leave thee! '. But to-morrow? say! Mar. To-morrow, yes! [Reflecting, and then with affectionate confidence.] At break of day! [Hastens towards the pavilion, then stops short on the threshold, and wafts a kiss to Faust. Faust. Ah ! say thou lov'st me once again! Thou bright joy sent by heav'n, adieu!
SCENE XI.—Mephistopheles and Faust.
Meph. Well, you're a pretty madman, in good sooth! Faust. Wast thou, then, listening? Meph. Why not, I pray? I clearly see it needful
That you your schooling recommence! Faust. Away! Meph. Well, then, stay, and hear what pretty things The maid to yonder star will utter. [Margherita apre la finestra delpadiglione e vi « appoggia un momento colla testa¡ra le mani.
Vedete—apre la sua finestra. Mar. Ei m' ama, turbato e il mio cor!
L'augello canta,
Murmura il vento;
E tutt' i suon delia natura
Mi ripitono insiem:
Ei t' ama, si t' ama!
E dolce la vita,
Il cielo s' apri son rapita;
D'amore e questa l'estasi
Tutto d'amor si riconsiglia.
Doman, ah ! t'affretta
A tornar, o mio tesor! Faust. [Slanciandosi verso la finestra ed afferandole
la mano.] Margherita! Mar. Ah!
Mef. [Esultante.] Hein!
[Resta un momento confusa, e lascia cadere la sua testa sulla spolia di Faust.—Mefistofele apre la porta del giardino ed esce ghignando.
ATTO IV.
SCENA I.—La stanza di Marglwrita.
Marohkeita solo.—Si awicina alla finestra ed aseolta. Mar. Esse non son piu là;
10 riveda con loro—or non più. Voci. [Interne di Ragazze.]
1! giovine stranier fuggi, Ne torno più! Ah! ah! [Si sentono allontanarsi ridendo. Mar. Ñuscóse eran là le crudeli! lo non trovava allor Oltraggio per punir L' error dell' altre donne; or non trovo Pietà per l ' error ch' io commisi. L' onta sul capo mio piombô! Ahi! ma pur Dio lo sa lo non mi resi infame; Fui colpevole masoltanto, Colpevole fui per amor! [Siede al molinello efila.
Mar. Nô! per pietà!
Sie. Ma che? l ' amereste ancora? Mar. Ancor! Ma non parliam di lui; Deila vostra amistà, Mio buon Siebel, io grata a voi sarô. V assista Iddio. [Gli siringe la mano. Mercè vi renda il cielo. I crudi che m'oltraggiano non ponno Chiuder le porte a me Del tempio del Signor! V andrô pel figlio mio e per lui a pregar 1 [Parte.—Siebel la segue cogti occhi, poi s' allontana,
SCENA III.— Una strada.—A dcstra la casa di Margherita; a sinistra la chicsa.
Maroherita, poi Mefistofele. Mar. [Entra e s' inginocchio presso ad una pila deW acquasanta.] Signor concesso sia Ail' umil vostr' ancella, Di prostrarsi ail' altar. Mef. No, tu non dei pregar! Atterritela voi, Spirti del mal, Accorra ognun I Coro dei Demoni. Margherita! Mar. Chimichiami?
[üargaret оpeт the winaow of the pavilion, and remains with her head resting on her hand.
See, her window now she opens. Mar. He loves me ! wildly heats my heart! The night-bird's song,
The evening breeze,
All nature's sounds together say,
'He loves thee!'
Ah ! sweet, sweet indeed
Now is this life to me!
Another world it seems;
The very extacy of love is this'
With to-morrow's dawn
Haste thee, oh dear one,
Haste thee to return! Faust. [Rushing to the window ana grasping her
hand.] Margaret! Mor. Ah! bleph. [mockingly.] Ho! ho!
[Hargaret, overcome, allows her head to fall on Faust's shoulder.—Mephistopheles opens the door of the garden, and departs, laughing derisivelu.
ACT IV.
SCENE I.—Margarets chamber.
Margaret, alone.—She approaches the window and listens.
Mar. The maidens are no longer there. Voices. [Of maidens outside.] The stranger youth hath fled,
Hell ne'er again return! Ha! ha I
[Their laughter dies away in the distance. Mar. The cruel maidens had hidden yonder I
I ne'er could find a harsh word
Wherewith my sex's errors to upbraid;
And yet, no pity find I now
For mine own fault.
The shame on my own head hath fallen!
But heaven surely knoweth
That love, and love alone,
Hath rendered me thus guilty!
[Seats herself at the spinning-wheel.
He does not return!
Alas ! in its anguish
My poor heart is sinking,
My soul's fill'd with terror.
Will he ne'er return?
Ah, where does he wander,
Whilst lonely I ponder?
I dare not complain,
I but call in vain!
Alas ! where now does he wander?
Will he ne'er return?
In grief I'm concealing
This desolate feeling.
Did he know my woe,
Would he not return once more
To my fond heart?
Ah! where does he wander?
Will he ne'er return? Shall I ne'er behold him again at my feet ?« His heart's lost to me, ah! mine 'tis no longer!
Oh, return once more,
My belov'd, my belov'd I
Once more thy dear presence
Joy would bring me I
Alas! alas!
Where now does he wander? Will he ne'er return? [Drops her head on her breast, and bursts into tears.— The spindle escapes from her hand.
SCENE II.—Margaret and Siebel.
Sie. Pour forth all thy griefs in my bosom!
Love's fire affliction controls;
Its flame disappear'd, there remaineth,
Pure friendship our souls to unite.
Love's last spark now hath died away!
'Tis grief, not love, that fills my heart,
Which, drop by drop, doth all the woe receive,
That thy poor broken heart pours forth! Sie. [Quietly approaching.] Margaret! Mar. [Raising her head.] Siebel! Sie. What, weeping still i Mar. Alas! thou alone art kind to me. Sie. A mere youth am I, But yet have I a manly heart,
And I will sure avenge thee.
I'll punish the seducer—ay, I'll kill him! Mar. What say'st thou? Sie. Perfidious villain, Thus to leave thee I Mar. In mercy, speak not thus! Sie. Dost love him still, then? Mar. Ay, I love him still! But we'll not talk of him;
Good Siebel, for thy friendship
I will be ever grateful. ]Presses his hand.
May heaven reward thee for thy goodness.
The cruel ones who wrong me thus
Cannot close against me
The gates of the holy temple!
Thither will I go and pray
For him, and for our child!
[Exit.—Siebel gazes after her, and then withdraws.
SCENE III.—A street.—On theright Margaret's house; on llie left a church. Margaret, and aftenoards Mephistopheles.
Mar. [Entering, and kneeling down near a font of holy
water.] О heaven,
Permit thy lowly handmaiden
To prostrate herself before thine altar. MepA. No, thou shalt not pray!
Spirits of evil,
Haste ye at my call,
And drive this woman hence! Chorus of Demons. Margaret! Mar. Why summon me? 10 vacillo !—ahimè—Dio buon! Dio d:
amorl
Venuta è già l' ora del mio morir!! [La pila s' apre e loseta vexiere Mefistofele che si corva f aW orecchio di Margherita. Mef. Rammenta i lieti di
Quando d'un angel l ' ali
Covrivano il tuo cor.
Venivi al tempio allora per adorar,
Iddio empia non eri allor.
Quando tu alzavi al ciel la casta
Tua preghiera venia da un puro cor.
Ed al cielo salia sull' ali della fede
In fino al tuo Signor.
Non odi quel clamor,
L' inferno a se ti chiama!
L' inferno sua ti vuol!
E l ' eterno dolor, è V eterna sventura
E !' eterno penar! Ma - Ciel! che voce odo mai Chi mi parla nell' ombra?
Pietoso ciel, quai voce cupa sceride eu meJ Coro Religioso. Quando do Dio il di verra,
La croce in ciel risplenderà,
1l mondo inter rovinerà.
Мar. Ahimè! il canto più è più tremendo ancora!
Mef. No! per te Dio non ha più perdon!
Per te il ciel non ha più luce! no! Coro Religioso. Che dirô allora al mio Signor?
Ove trovare un'protettor
S l'innocenta è incerto ancor? Mar. Ah! soffoca,ta oppressa io sono,
Ne spirare non posso più! Me/1 Addio, notti d'amor!
Addio, giorni d'èbbrezza! ,
Perduta sei!
Dannata sei! Mar. e Coro. Signor!
Accogli la preghiera
D' un misero cor.
Un raggio venga dalla tua sfera
E calmi il dolor! Mí/". Margherita I sei dannata! [Sparisce. Mar. Ah! [Fugge.
SCENA IV.—Siebel e Marta giungono da parti opposte.
Sie. Marta!
Marta. Sia lode al ciel,
Voi qui? E Margherita!
Sventurata il suo fratel tornô. Sie. О ciel! Valentine I [Suono di trombo.
Marta, State a udir, sono qui!
Su prosto ! salva sia, Siebel spero in voi!
[Partono.
SCENA V.—Valentino, Soldati, pot Siebel.
Coro. Deponium il brando,
Nel patrio focolar;
Siam di ritorno alfin.
Le madri lagrimando
Non più i figliuoli lor
Staranno ad aspettar. Val. [ Vedendo Siebel che giunge.] Eh! sei tu ! mio Siebel!
Sie. [Confuso.] Si, ê rer, ma—
Val. Vien presto, qui sul mio cor!
[L'abbraccia.
E Margherita? Sie. E forso alia chiesa, di là. Val Si prega Dio por me. La gentil!
Come attenta sarà,
Quando m' udrii narraro
Quanto in guerra oprai finor! Coro. Si fa piacer nella famiglia
Di narrar al fanciul,
Che del suo padre è alter,
Alla sposa ed alla figlia
Le impreso del guerrier.
Gloria immortole Cinta d'allor,
Non hai rivale nel nostro cor.
Dispiega l'aie sulvincitor,
Accendi nei cor novello valor.
Per te patria adorata morte sfidiam,
Sei tu che guidi in campo il nostra acciar,
Per te noi pugnam,
Per te trionfiam.
Gloria immortalo, &c.
Ver la magion or ci affrettiam
Ci aspettan la fatta è la pace!
Non più indugiam a che tardar,
Ognuno qui ci abbraccerà,
Amor с' invita, amor ci aspetta
E più d'un cor palpitera.
Il nostro dir stibdo ad udir. [P*rtono¡
SCENA VI.—Valentino e Siebel.
Val.
Andiam Siebel! nel mio tetto n' andiam Col nappo in man favelloremo un pô! [Faecndo un passo verso la casa di Margherita. Sie. No, non entrar! Val. Perché? Tu volgi altrove il guardo; Lo figgi, muto, al suol— Siebel—che avvenne di I Sie. [SJorzandosi.] Ebben! no, no'l potrei. Val. Che vuoi tu dire? [Si slancia verso la casa. Sie. [Trattenendolo.[
T' arresta ! abbi cor Valentino! Val. Che vuoi dire? [Entra la casa.
Sie. Perdona alei ! mio Dio v'imploro la salva tu! [Si dirige verso la chiesa.—Si fa notte.—Faust t Mefistofele giungono id fondo.
SCENA VII.—Faust « Mefistofele con una chtlarra sotto il braccio.
Mef. Perché tardate ancora,
Entrate meco là! Faust. Tacer vuoi tu! Mi duol Di dover portar qui la vergogne e il dolor.
I tremble J—oh -heaven! My last hour is surely nigh! [The font opens, and. discloses Mephistopheles, who bends over to Margaret's ear. Meph. Kemember the glorious days When an angel's wings Protected thy young heart. To church thou eamest then to worship, Nor hadst thou then sinned 'gainst heaven. Thy prayers then issued From an unstained heart, And on the wings of faith . Did rise to the Creator. Heai
lear'st thou their call? 'Tis hell that summons thee! Hell claims thee for its own! Eternal pain, and woe, and tribulation, Will be thy portion! Mar. Heaven! what voice is this That in the shade doth speak to me? What mysterious tones are these? Religious Chorus. When the last day shall have come, The cross in heaven will shine forth, This world to dust shall crumble. Mar. Ah me ! more fearful still becomes their song! Meph. No pardon hath heaven left for thee I For thee e'en heaven hath no more light I Religious Cho. What shall I say unto high heav'n? Who shall protection find When innocence such persecution meets? Mor. A heavy weight my breast o'erpowers,
I can no longer breathe! Meph. Nights of love, farewell! Ye days of joy, adieu! Lost, lost for aye art thou I Mar. Cho. Heav'n ! hear thou the prayer Of a sad, broken heart! A bright ray send thou, From the starry sphere, Her anguish to allay! Meph. Margaret! lost, lost art thou! [Disappears. Mar. Ah! [Rushes off.
SCENE IV.—Enter Siebel and Mabtha, from opposite sides.
Sie. Martha!
Martha. Heaven be praised, thou art here,
But where is Margaret?
Unhappy girl, her brother hath returned. Sie. Valentine! oh heaven! [Trumpets heard. Martha. Hear you these sounds?
Quick, then, to Margaret's aid!
Siebel, in thee I trust! [Exeunt.
SCENE V.—Valentine, Soldiers, and afterwards Siebel.
Cho. Our swords we will suspend
O'er the paternal heirth;
At length we have r turned.
Sorrowing mothers no longer
Will bewail their absent sons. Val. [Perceiving Siebel, who enters.]
Ah, Siebel, is it thou?
Sie. [Confused.] Yes, 'tis I, but—
Val. Come, then, to my heart!
[Embracing him.
And Margaret? Sie. Perchance she's yonder at the church. Val. She doubtless prays for my return. Dear girl! how pleased
She'll be to hear me tell
My warlike deeds! Cho. Right pleasant it is
To the domestic group •
Of wife and children,
To relate the migthy deeds
Achieved by warriors.
CHORDS.
Glory to those who in battle fall, Their bright deeds we can with pride recall. May we, then, honor and fame acquire, Their glorious deeds our hearts will inspire, For that dear native land where we first drew breath, Her sons, at her command, proudly brave e'en death. At their sacred demand who on us depend, Our swords we will draw, their rights to defend.
Glory-to those who in battle fall,
Their bright deeds we can with pride recall.
May we, then, honor and fame acquire, .
Their glorious deeds our hearts will inspire.
Homeward our steps we now will turn,
Joy and peace await us there!
On, on at once, nor loiter here;
On, then, our lov'd ones to embrace,
Affection calls, fond love doth summon us.
Yes, many a heart will beat
When they our tale shall hear. [Exeunt.
SCENE VI.—Valentine and Siebel.
Val. Come, Siebel I we'll to my dwelling,
And, o'er a flask of wine, hold converse!
[Approaching Margaret's house.
Sie. Nay, enter not! Val. Why not, I pray? Thou turn'st away;
Thy silent glance doth seek the ground- Speak, Siebel—what hath happened? Sie. [With an effort.] No! I cannot tell thee!
Val. What mean'st thou? [Rushing towards house
Sie. [ Withholding him.]
Hold, good Valentine, take heart!
Val. What is thou mean'st? [Enters the house.
Sie. Forgive her! oh! shield her, gracious heav'n! [Approaches the church.—Night comes on.—Faust and Mephistopheles enter at the back.
SCENE 'VII.—Faust and Mephistopheles. with a guitar.
Meph. Why tarry ye?
Come on with me! Faust Peace! I grieve to think that I've Brought shame and sorrow hither.
Mef. Rivederla a che val
Dopo averia lasciata?
Il nostro aspetto altro
Ni sarebbe più grato;
Al sabbato n' andiam! Faust. [Sospirandosi.j Margherita! Mef. Or mai l' avviso mio
Non val contro la vostra voglia!
Ma per non restar alla soglia,
La voce mio dovrà
Per voi farsi escoltar.
[Aprendo il mantcllo ed accompagnandosi sulla chitarra.
SERENATA.
Mef. Tu che fai l ' addormentata,
Perché chiudi il cor?
O Caterina adorata,
Perché chiudi il cor? i Ma l' amico favorito,
Riceve» non val,
Ah, ah, ah, ah!
Se non t'ha pria messo al di to Lanello nuzial, Caterina esser crudele, Cotante non vuol, Da negar al suo fedel, Un bacio, uno sol. SCENA VIII.—Valentino e detti.
Val. Che fate qui signor! Mef.— Perdon, mio camerata, Non è diretta a voi
La nostra serenata! Val. Mia sorella l' udra
Meglio di me, lo so! Faust. Oh ciel!
[Valentino sguaina la spada e spezza la chitarra di
Mrfistofele.
Mef. [A Valentino.] Perché voi vi sdegnate,
La nostra canzon non amate? Val. Tregua all' oltraggio, ormai!
A chi di voi deggio
Chieder ragione
Del disonor che sù me cade,
Chi di voi due svenar qui dovrô?
[Faust sfodere la spada.
Mef. Voi lo volete!
Andiam, dottor, andiam a voi! Val. Raddoppia o cielo in me
La forza ed il coraggio!
Nel sangue suo dovrô
Dio del ciel lavar l ' infame oltraggio! Mef. Di quello sdegno in me
Rido e del suo coraggio!
A che val ! so fare ei dé
L' estromo suo viaggio! Faust. A quello sdegno in me
Mancar sento il mio eoraggio!
Perché degg' io svenar
L' uomo cui feci oltraggio!
Val. [Prendendo tra le mani la medaglia che tiene appesa al eolio.]
E tu che mi salvasti ognor,
Tu che mi diede Margherita,
Non ti vô più ti getto via,
Medaglia odiata
Non ti vô giù, lungi da me!
[La getta via con disprezzo. Mef. [Da si.] Tu te ne pentirai! Val. [A Faust.] In guardia e bada a te! Mef. [A Faust, sotto voce.f
State vicino a me
Assaltate soltanto dottor,
Mentr' io paro! [Si battoio
Val. [Cade.] Ah!
Mef. Ed ecco il nostro ero)
Disteso e sangue al suolo.
Oro fuggir dobbiam, fuggiam! [Trascina seco Faust.—Giungono Marta edi Borghesi rischiarati da torcie.
SCENA IX.—Valentino, Marta e Borghesi; poi Siebel e Margherita.
Marta e Coro. Per di quà venga ognun,
Si batton nella via!
Un di lor cadde là
Ahi meschin steso è là.
Egli respira ancor,
Rimuover lo vedeste
Pçesto avanziam soccorerlo convien.
Si accostiam, soccorer gli convien. Val. Non val, perché mai far tanti lamenti. Troppo vid' io la morte
Inviso per temer
Quand' essa a me vien. [Margherita comparisce nel fondo sostenuta da Siebel. Mar. [S' avanza in mezzo alla folla e cade in gi
nocchio presso a Valentino gridando.]
Valentin I Valentin! Val. [Respingendola.] Margherita! Ebben—che brami tu ?—-Va via! Mar. Oh Dio! Val. lo moro per lei stolto davver
Volli sfidare il seduttor! Coro. . Seduttor! IA mezza voce a Margherita. Ei muor per essa! Mar. Novel dolore! punita io son! Sie. Grazia per essa! Coro. Ei muor di man del seduttor! Val. [Assistito da coloro che lo circondano.] Stammi adascoltar, Margherita,
Quel che deve accader
Accade a punto fisso.
La morte viene quando vuol:
Ognun deve obbedir al voler di lassi.
Tu sei già nella cattiva via,
Ne le tue man lavoreranno più.
Rinnegherai per viver nel diletto
Tutti' i dover e tutte le virtu!
Osi tu, donna vil—sciagurata,
Portar il vezzo d' or?
[Margherita si strappa la catena che porta al eolio, e la getta lungi da se. Va, ti copre il rossore, Rimorsi avrai crudel! Alfine l'ora suona I Meph. Why see her, then, again,
Since you have left her?
Surely some other sight
Would be more pleasing to ye;
To the sabbath let us on! Faust. [Sighing.] Oh, Maygaret I Meph. My advice, I know,
Availeth but little
Against thy stubborn will!
My song, then, once more
Shall call her to thee. [ Throwing back his mantle, and accompanying himself j on the guitar.
SERENADE.
Meph. Maiden, now in peace reposing, From thy sleep awake; Hear my voice, with love imploring— Wilt thou pity take? But beware how thou confident, Even in thy friend, Ah, ah, ah, ah! If not on thy wedding-finger He a ring doth send. Yet, sweet maiden, I implore thee, Oh, refuse not this, Smile on him who doth adore thee Bless him with thy kiss. SCENE VIII.—Valentine, and the before-named.
Vol. Good sir, what want you here? Meph. My worthy fellow, It was not to you That we addressed our serenade! Pal. My sister, perhaps, Would more gladly hear it! Faust. Oh heav'n! [ Valentine draws his sword, and breaks Mephistopheles' guitar.
Meph. [To Valentine.] Why this anger,
Do ye not like my singing? Val. Your insults cease!
From which of ye
Must I demand satisfaction
For this foul outrage?
Which of ye must I now slay?
[Faust draws his sword. Meph. Your mind's made up, then?
On then, doctor, at him, pray! Val. Oh heav'n, thy aid afford,
Increase my strength and courage!
That in his blood my sword
May wipe out this fell outrage! Meph, His wrath and his courage,
I laugh alike to scorn!
To horse, then, for his last journey,
The youth right soon will take! Faust. What fear is this unnerves my arm,
Why falters now my courage?
Dare I to take his fife,
Who but resents an outrage! Val. [Taking in his hand the medallion suspended round his neck.]
Thou gift of Margaret, Which till now hath evor saved me, I'll no more of thee, I cast thee hence! Accursed gift, I throw thee from me!
[Throws it angrily away. Meph. [Aside.] Thou'lt repent it! Val. [To Faust.] Come on, defend thyself! Meph. [To Faust in a whisper.] Stand ye near to me. Do you attack him only, I'll take care to purry! [They fight Val. [Falling.] Ah! Meph. Behold our hero Lifeless on the ground! Come, we must hence! quick, fly! [Exit, dragging Faust after him.—Enter Martha and Citizens, with lighted torches. SCENE IX.—Valentine, Marth I, and Citizens; afterwards Siebel and Makqaket. Martha If Cho. Hither, hither, come this way, They're fighting here hard by! See, one has fallen, The unhappy man lies prostrate there. Ah, he moves— Yes, still he breathes; Quick, then, draw nigh To raise and succour him! Vol. 'Tis useless, cease this vain laments. Too often have I gazed On death to heed it When my own turn hath come! [Margaret appears at the back, supported by Siebel. Mar. [Advancing, and-failing on her knees at Valen- tine's side.] Valentine! ah, Valentine I Val. [ Thrusting her from him.'] Margaret! What would'st thou here ?—away! Mar. Oh heav'n! Val. For her I die! Poor fool! I thought to chastise her seducer! Cho. Seducer! [In a low voice, to Margaret. 'Tis for thee he dies! Mor. Fresh grief is this! ah, bitter punishment! Sie. Have pity on her, pray I Cho. By her seducer's hand he dies! Val. [Supported by those around him.] Margaret, give ear awhile; That which was decreed, Hath duly come to pass. Death comes at its good pleasure: All mortals must obey its high behest. Thou'rt in an evil road, I fear; Those hands of thine no longer work; All virtue hast thou cast aside. To lead a life of sinful pleasure I Accursed woman, dar'st thou wear Vain ornaments of gold? [Margaret tears the chain from her neck, and casts it from her. Go : may shame o'ercome thee I May sorrow and remorse cling to thee! My own last hour is at hand I
Die, and e'en though heaven forgive thee,
Accursed be thou here! Cho. Oh blasphemy! oh horror!
E'en in thy last moments dost thou curse!
Think of thine own soul, if pardon
Thou would'st receive from heav'n! Val. Margaret! Accursed be thou!
In rags thou'lt one day die,
For thee I lose my life,'
But lose it as becomes a soldier! [Dies. Cho. May heaven, in its mercy,
His unhappy soul receive! [ Valentine is carried into a neighboring house.—Siebel draws away Margaret in a state of distraction.
A*CT V.
SCENE I.—A prison. Margaret asleep; Faust and Mepiitbtopheles. Faust. Go I get thee hence!
Meph. The morn appears, black night is on the wing!
Quickly prevail on Margaret to follow thee.
The jailor soundly sleeps, here is the key,
Thine own hand now can ope the door. Faust. Good! get thee gone! Meph. Be sure thou tarry not! I will keep watch without! [Exit.
SCENE II.—Margaret and Faust.
Faust. With grief my heart is wrung!
Oh torture I oh source of agony
And remorse eternal! Behold her there!
The good, the beauteous girl,
Cast like a criminal
Into this vile dungeon;
Grief must her reason have disturbed,
For with her own hand, alas!
Her child she slew I
Oh, Margaret! Mar. Г Waking.] His voico did sure Unto my heart resound. [Rises.
Faust. Margaret!
Mar. At that glad sound it wildly throbs again. Amid the moking laugh of demons By whom I am surrounded, That voice I quickly recognized. His hand it is that beckons me, I'm safe now he is here! Yes ! at my feet I see him once again. Yes! 'tis thou ! I love thee true; Nor death, nor bonds, alarm me now, Thou hast returned I'm safe at last. О loved one, press me to thy heart! Faust. Yes, yes! 'tis he Who loves, adores thee,
Bright angel thou of love!
I'm at thy side,
Bight safe art thou,
Come thou to thy lover's heart I Mar. Thou'rt at my side!
AH bonds I now defy.
Thou hast returned,
I'm safe at last.
I fondly press thee to my heart! My woes I ne'er Will think on more; Grief, torture, shame, I'll all forget! I'm happy now! thou'rt at my side!
[Faust attempts to draw her with him. [She gtntly disengages herself from his arms, and speaks as though in a dream.
Stay! this is the spot
Where one day thou didst meet me!
Thine hand sought mine to clasp.
AIR.
Mar. 'May I for once presume,
Most fair and charming damsel, My arm to offer you, Together thus to walk ;' 'No, fair sir, I am neither a damsel nor charming,
Nor can I lean upon
A stranger's arm to walk!' Faust. What is't she says? Ah me! ah me! Mar. [Leaning lovingly on Faust's arm.] 1'
The beauteous garden, too, is this,
With roses and with myrtles deck'd,
Where, under the shadow of the night,
Thou'wert wont to come,
And where the dulcet warbling of the birds,
Did mingle with our heart-felt sighs.
And seem'd the very hymn of love! Faust. But come I
The time doth quickly fly!
We must at once away!
The dawning morn already tints the sky.
The scaffold darkly looms,
The fatal hour doth fast approach!
Fly, fly with me,
There yet is time!
Margaret, in pity save thyself! Mar. The fatal hour draws nigh,
'Tis fated thou shalt live,
While I alone should die. Faust. Ah me ! what torture's this!
But no! the stern decree
Shall never be fulfilled !—
My loved one I will save
From this atrocious doom! Mar. No! 'Tis fated I shall die! Faust. Come ! oh, come! Mar. No! [Re-enter Mephistopheles. Meph. Away at once! while yet there's time.
If longer ye delay
Not e'en my power can save ye. Mar. Seest thou yon demon crouching in the shade,
His deadly glance is fixed on us;
Quick! drive him from these sacred walls. Meph. Away ! leave we this spot,
The dawn hath appeared,
Hear'st thou not the fiery chargers,
As with sonorous hoof
They paw the ground?
[Endeavors to drag Faust with Mm
Haste ye, then, Perchance there yet is time To save her! Mar. Oh heaven, I crave thy help! Thy aid alone I do implore. [Falls on her knees
AIR.
Mar. Holy angels, in heaven hless'd,
My spirit longs with thee to rest! Great Heaven, pardon grant, I implore thee, For soon shall I appear before thee! Holy angels, in heaven bless'd, &c. Faust. Come, thou must, thou ehalt,
Meph. The hour strikes ! the day breaks fast, The s an now 'gins to shine! Away 1 Faust. Hark!
Mar. Would'st thou have me saved by thee. Faust. Oh Margaret! Mar. Why that glance with anger fraught?
What blood is that which' stains thy hand? Away ! thy sight doth causeme horror! [Falls. Cho. She is saved! Protecting heaven Its shield hath o'er her held I Peace and joy will aye attend, Those who serve him true!
[The prison walls open.—The disembodied soul oj Margaret rises towards heaven.—Faust gazes despairingly after her, and then falls on his knees and prays.—Mephistopheles falls to the ground, laid prostrate by the fiery sword of the Archangel.— The curtain fail*.
FAUST: Opéra en cinq actes
Livret: Jules Barbier et Michel Carré
d'après la pièce Faust et Marguerite de Carré, elle-même tirée du Premier Faust de Goethe
Première Représentation: 19 mars 1859, Paris (Théâtre-Lyrique)
Distribution
LE DOCTEUR FAUST . . . . . ténor (role created at La Scala by G. Morandini -- il primo Fausto italiano).
MÉPHISTOPHÉLÈS (basse)
VALENTIN (baryton)
WAGNER (baryton)
MARGUERITE (soprano)
SIEBEL (soprano)
CHŒUR
Étudiants, soldats, bourgeois, sorcières etc.
ACTE PREMIER
N° 1 - Introduction
SCÈNE PREMIÈRE. Le cabinet de Faust. Faust seul. Il fait nuit. – Faust est assis devant une table chargée de parchemins. La lampe est près de s'èteindre. Un livre est ouvert devant lui.
N° 2 - Scène et Chœur
FAUST: Rien! En vain j'interroge, en mon ardente veille, La nature et le Créateur;
Pas une voix ne glisse à mon oreille un mot consolateur! J'ai langui, triste et solitaire, sans pouvoir briser le lien oui m'attache encore à la terre! Je ne vois rien! Je ne sais rien!
Il ferme le livre et se lève. Le jour commence à poindre. Faust va ouvrir sa croisée.
-- Le ciel pâlit! – Devant l'aube nouvelle, La sombre nuit s'évanouit! Avec désespoir
Encore un jour! – encore un jour qui luit! O mort, quand viendras-tu m'abriter sous ton aile? Eh bien! puisque la mort me fuit, pourquoi n'allé-je pas vers elle? Il saisit une fiole sur la table. Salut! ô mon dernier, matin! J'arrive sans terreur au terme du voyage; Et je suis, avec ce breuvage, Le seul maître de mon destin!
Il verse le contenu de la fiole dans une coupe en cristal. Au moment où il va porter la coupe à ses lèvres, des voix des jeunes filles se font entendre au dehors.
CHŒUR: Ah! Paresseuse fille Qui sommeille encor! Déjà le jour brille Sous son manteau d'or; Déjà l'oiseau chante Ses folles chansons; L'aube carressante
Sourit aux moissons; Le ruisseau murmure, La fleur s'ouvre au jour, Toute la nature
S'éveille à l'amour.
FAUST: Vains échos de la joie humaine, Passez, passez votre chemin! ... O coupe des aïeux, qui tant de fois fus pleine, Pourquoi trembles-tu dans ma main?
Il porte de nouveau la coupe à ses lèvres.
CHŒUR DES LABOUREURS derrière la scène: Aux champs l'aurore nous rapelle! On voit à peine l'hirondelle, Oui vole et plonge d'un coup d'aile Dans la profondeur du ciel bleu! Le temps est beau! La terre est belle! Aux champs l'aurore nous rapelle!
Beni soit Dieu!
FAUST: Dieu.
Il se laisse retomber dans son fauteuil.
N° 3 - Récitatif
FAUST: Mais ce Dieu, que peut-il pour moi? Me rendra-t-il l'amour, la jeunesse et la foi? Avec rage. Maudites soyez vous, ô voluptés humaines! Maudites soient les chaînes
Oui me font ramper ici-bas! Maudit soit tout ce qui nous leurre, Vain espoir qui passe avec l'heure, Rêves d'amour ou de combats! Maudit soit le bonheur, maudites la science, La prière et la foit! Maudite sois-tu, patience! A moi, Satan! à moi!
Méphistophélès apparaissant.
SCÈNE II: Faust et Méphistophélès. N° 4 - Duo
MÉPHISTOPHÉLÈS: Me voici! – D'où vient ta surprise? Ne suis-je pas mis à ta guise?
L'épée au côté, la plume au chapeau, L'escarcelle pleine, un riche manteau
Sur l'épaule; – en somme Un vrai gentilhomme! Eh bien! que me veux-tu, docteur!
Parle, voyons! ... – Te fais-je peur?
FAUST: Non!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Doutes-tu de ma puissance?
FAUST: Peut-être!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Mets-la donc à l'épreuve!
FAUST: Va-t'en!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Fi! c'est là ta reconnaissance! Apprends de moi qu'avec Satan
L'on en doit user d'autre sorte, Et qu'il n'était pas besoin De l'appeler de si loin
Pour le mettre ensuite à la porte!
FAUST: Et que peux-tu pour moi?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Tout ... Mais dis-moi d'abord Ce que tu veux; – est-ce de l'or?
FAUST: Que ferai-je de la richesse?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Bon, je vois où le bât te blesse! Tu veux la gloire?
FAUST: Plus encor!
MÉPHISTOPHÉLÈS: La puissance?
FAUST: Non! Je veux un trésor Qui les contient tous! ... Je veux la jeunesse! ...
A moi les plaisirs, Les jeunes maîtresses! A moi leurs caresses! A moi leurs désirs!
A moi l'énergie Des instincts puissants, Et la folle orgie Du cœur et des sens!
Ardente jeunesse, A moi les désirs, A moi ton ivresse, A moi les plaisirs!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Fort bien! Je puis contenter ton caprice.
FAUST: Et que te donnerai-je en retour?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Presque rien! Ici, je suis à ton service, Mais là-bas, tu seras au mien!
FAUST: Là-bas? ...
MÉPHISTOPHÉLÈS: Là-bas .... (Lui présentant un parchemin) Allons, signe! – Eh quoi! ta main tremble! Que faut-il pour te décider? La jeunesse t'appelle; ose la regarder!
(Apparition de Marguerite au Rouet)
FAUST: O merveille!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Eh bien! que t'en semble?
FAUST: Donne! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS: Allons donc! ... Prenant la coupe restée sur la table Et maintenant,
Maître, c'est moi qui te convie A vider cette coupe où fume en bouillonnant Non plus la mort, non plus le poison; mais la vie!
(FAUST prenant la coupe)
A toi, à toi, à toi,
Fantôme adorable et charmant!
Il vide la coupe et se trouve métamorphosé en jeune et élégant seigneur. La vision disparait.
MÉPHISTOPHÉLÈS: Viens!
FAUST: Je la reverrai?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Sans doute.
FAUST: Quand?
MÉPHISTOPHÉLÈS: Aujourd'hui.
FAUST: C'est bien!
MÉPHISTOPHÉLÈS: En route!
ATTO II. Une des portes de la ville. A gauche, un cabaret à l'enseigne du Dieu Bacchus. SCÈNE PREMIÈRE: Wagner, jeunes filles, matrones, bourgeois, étudiants, soldats. N° 5 - Chœur. Une Kermesse. ETUDIANTS dans la taverne.
Vin ou bière, Bière ou vin, Que mon verre Soit plein! Sans vergogne, Coup sur coup,
Un ivrogne Boit tout!
WAGNER: Jeune adepte Du tonneau, N'en excepte Que l'eau! Que ta gloire, Tes amours,
Soient de boire Toujours!
ÉTUDIANTS. Jeune adepte Du tonneau etc.
Ils trinquent et boivent
SOLDATS: Filles ou forteresses, C'est tout un, morbleu! Vieux burgs, jeunes maîtresses Sont pour nous un jeu! Celui qui sait s'y prendre Sans trop de façon,
Les oblige à se rendre En payant rançon!
BOURGEOIS: Aux jours de dimanche et de fête, J'aime à parler guerre et combats:
Tandis que les peuples là-bas Se cassent la tête. Je vais m'asseoir sur les coteaux
Qui sont voisins de la rivière, Et je vois passer les bateaux En vidant mon verre !
Bourgeois et soldats remontent vers le fond du théâtre
JEUNES FILLES: Voyez ces hardis compères Qui viennent là-bas; Ne soyons pas trop sévères, Retardons le pas.
Elles gagnent la droite du théâtre
JEUNES ÉTUDIANTS
Voyez ces mines gaillardes
Et ces airs vainqueurs!
Amis, soyons sur nos gardes,
Tenons bien nos cœurs!
MATRONES
observant les étudiants et les jeunes filles
Voyez après ces donzelles
Courir ces messieurs!
Nous sommes aussi bien qu'elles,
Sinon beaucoup mieux!
Tous les groupes redescendent en scène.
SCÈNE II: Valentin, Wagner, Siebel, Étudiants. N° 6 - Scène et Récitatif
VALENTIN (paraissant, il tient une petite médaille d'argent à la main): O sainte médaille,
Qui me viens de ma sœur,
Au jour de la bataille,
Pour écarter la mort,
Reste là sur mon cœur!
Il passe la médaille à son cou et se dirige vers le cabaret
WAGNER: Ah! voici Valentin qui nous cherche sans doute!
VALENTIN: Un dernier coup, messieurs, et mettons-nous en route!
WAGNER
Qu'as-tu donc?
Quels regrets attristent nos adieux?
VALENTIN
Comme vous, pour longtemps, je vais quitter ces lieux;
J'y laisse Marguerite, et, pour veiller sur elle,
Ma mère n'est plus là!
SIEBEL
Plus d'un ami fidèle
Saura te remplacer à ses côtés!
VALENTIN
Merci!
SIEBEL
Sur moi tu peux compter!
CHŒUR
Compte sur nous aussi!
Invocation
[Supplément de Gounod]
VALENTIN
Avant de quitter ces lieux,
Sol natal de mes aïeux
A toi, seigneur et Roi des cieux
Ma sœur je confie,
Daigne de tout danger
Toujours, toujours la protéger
Cette sœur si cherie!
Délivré d'une triste pensée
J'irai chercher la gloire, la gloire au seins des ennemis,
Le premier, le plus brave au fort de la mêlée,
J'irai combattre pour mon pays.
Et si vers lui, Dieu me rappelle,
Je veillerai sur toi fidèle,
O Marguerite!
Avant de quitter ces lieux,
Sol natal de mes aïeux,
A toi, seigneur et Roi des cieux,
Ma sœur je confie!
O Roi des cieux, jette les yeux,
Protège Marguerite, Roi des cieux!
WAGNER
Allons, amis! point de vaines alarmes!
A ce bon vin ne melons pas de larmes!
Buvons, trinquons, et qu'un joyeux refrain
Nous mette en train!
CHŒUR
Buvons, trinquons, et qu'un joyeux refrain
Nous mette en train!
WAGNER
Un rat plus poltron que brave,
Et plus laid que beau,
Logeait au fond d'une cave,
Sous un vieux tonneau,
Un chat ...
SCÈNE III
Les mêmes, Méphistophélès
MÉPHISTOPHÉLÈS
Pardon!
WAGNER
Hein! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Parmi vous, de grâce,
Permettez-moi de prendre place!
Que votre ami d'abord achève sa chanson!
Moi, je vous en promets plusieurs de ma façon.
WAGNER
Une seule suffit, pourvu quelle soit bonne!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Je ferai de mon mieux –
Pour n'ennuyer personne!
N° 7 - Ronde du veau d'or
MÉPHISTOPHÉLÈS
Le veau d'or est toujours debout!
On encense
Sa puissance,
D'un bout du monde à l'autre bout!
Pour fêter l'infâme idole
Roi et peuples confondus,
Au bruit sombre des écus,
Dansent une ronde folle
Autour de son piédestal!…
Et Satan conduit le bal!
CHŒUR
Et Satan conduit le bal!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Le veau d'or est vainquer des dieux!
Dans sa gloire
Dérisoire
Le monstre abjecte insulte aux cieux
Il contemple, ô rage étrange!
A ses pieds le genre humain
Se ruant, le fer en main,
Dans le sang et dans la fange
Où brille l'ardent métal!
Et Satan conduit le bal!
CHŒUR
Et Satan conduit le bal!
N° 8 - Récitatif et Choral des Epées
CHŒUR
Merci de ta chanson.
VALENTIN
Singulier personnage!
WAGNER
Nous ferez-vous l'honneur de trinquer avec nous?
MÉPHISTOPHÉLÈS
prenant son verre
Volontiers! …
saisissant la main de Wagner
Ah, voici qui m'attriste pour vous!
Vous voyez cette ligne?
WAGNER
Eh bien?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Fâcheux présage!
Vous vous ferez tuer en montant à l'assaut!
SIEBEL
Vous êtes donc sorcier?
MÉPHISTOPHÉLÈS
prenant la main de Siebel
Tout juste autant qu'il faut
Pour lire dans ta main
Que le ciel te condamne
A ne plus toucher une fleur
Sans qu'elle se fane!
SIEBEL
Moi?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Plus de bouquets à Marguerite!
VALENTIN
Ma sœur! ...
Qui vous a dit son nom?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Prenez garde, mon brave!
Vous vous ferez tuer par quelqu'un que je sais!
Il arrache le verre des mains de Wagner
A votre santé!
Peuh! que ton vin est mauvais! …
Permettez-moi de vous en offrir de ma cave.
Il monte sur le banc et trappe sur un petit tonneau surmonté d'un Bacchus qui sert d'enseigne au cabaret.
Holà! Seigneur Bacchus! A boire! ...
Approchez-vous!
Chacun sera servi selon ses goûts!
A la santé que tout à l'heure
Vous portiez, mes amis, à Marguerite!
VALENTIN
il arrache le verre des mains de Méphistophélès et enjette le contenu qui s'enflamme en tombant à terre.
Assez!
Si je ne te fais taire à l'instant,
Que je meure!
WAGNER ET LE CHŒUR
Holà!…
Valentin, Siebel et les étudiants tirent les épées contre Méphistophélès.
MÉPHISTOPHÉLÈS
riant
Pourquoi trembler, vous qui me menacez?
Il trace un cercle autour de lui avec son épée.
VALENTIN
Mon fer, ô surprise!
Dans les airs se brise!
Tous s'élancent sur Méphistophélès s'arrêtent comme devant une barrière invisible. L'épée de Valentin se brise.
SIEBEL, VALENTIN, WAGNER, CHŒUR
De l'enfer qui vient émousser
Nos armes
Nous ne pouvons pas repousser
Les charmes!
Tous prennent leurs épées par la lame et le present sous forme de croix à Méphistophélès.
VALENTIN
Mais puisque tu brises le fer,
Regarde! ...
C'est une croix qui, de l'enfer,
Nous garde!
SCÈNE IV
Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
remettant son épée au fourneau
Nous nous retrouverons, mes amis! –
Serviteur!
****************
FAUST (entrant): Qu'as-tu donc?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Rien! – A nous deux, cher Docteur,
Qu'attendez-vous de moi?
Par où commencerai-je?
FAUST: Où se cache la belle enfant Que ton art m'a fait voir? – Est-ce un vain sortilège?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Non pas, mais contre nous sa vertu la protège;
Et le ciel même la dèfend.
FAUST: Qu'importe? Je le veux! Viens! Conduit-moi vers elle! Ou je me sépare de toi.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Il suffit! ... je tiens trop à mon nouvel emploi
Pour vous laisser douter un instant de mon zèle!
Attendons! ... Ici même, à ce signal joyeux,
La belle et chaste enfant va paraître à vos yeux!
SCÈNE V
Les mêmes, jeunes filles, matrones, étudiants, bourgeois, puis Siebel et Marguerite
N° 9 - Valse et Chœur. Étudiants et jeunes filles commencent à danser. Les bourgeois suivent.
CHŒUR: Ainsi que la brise légère
Soulève en épais tourbillons
La poussière
Des sillons,
Que la valse nous entraîne!
Faites retentir la plaine
De l'éclat de vos chansons!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust
Vois ces filles
Gentilles!
Ne veux-tu pas
Aux plus belles
D'entre elles
Offrir ton bras?
FAUST: Non, fais trêve A ce ton moqueur! Et laisse mon cœur A son rêve! ...
SIEBEL
C'est par ici que doit passer Marguerite!
QUELQUES JEUNES FILLES
s'approchant de Siebel
Faut-il qu'une fille à danser vous invite?
SIEBEL
Non! ... non! ... je ne veux pas valser! ...
CHŒUR
Ainsi que la brise légère
Soulève en épais tourbillons
La poussière
Des sillons,
Que la valse vous entraîne!
Faites retentir la plaine
De l'éclat de vos chansons!
Marguerite parait.
FAUST: La voici! ... C'est elle! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Eh bien, aborde-la!
SIEBEL
faisant un pas vers Marguerite
Marguerite! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
se mettant devant Siebel et lui barrant le passage
Plaît-il?
SIEBEL
Maudit homme! encor là! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Eh quoi, mon ami! vous voilà! ...
Ah! ah! vraiment! mon ami! vous voilà!
FAUST (abordant Marguerite): Ne permettrez-vous pas, ma belle demoiselle,
Qu'on vous offre le bras pour faire le chemin?
MARGUERITE
Non, monsieur! je ne suis demoiselle, ni belle,
Et je n'ai pas besoin qu'on me donne la main!
Elle passe devant Faust et s'éloigne.
********************
FAUST: Par le ciel!
que de grâce ... et
quelle modestie!
O belle enfant, je t'aime!
*********************
SIEBEL
Elle est partie!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust
Eh bien?
FAUST: Eh bien! On me repousse!
MÉPHISTOPHÉLÈS
en riant
Allons! à tes amours
Je le vois, cher docteur, il faut prêter secours!
Méphistophélès et Faust s'éloignent.
PREMIÈRE GROUPE DE JEUNES FILLES
Qu'est-ce donc?
DEUXIÈME GROUPE DE JEUNES FILLES
Marguerite,
Qui de ce beau seigneur refuse la conduite! ...
LES ÉTUDIANTS
Valsons encor! ...
TOUS
Valsons toujours! ...
CHŒUR
Ainsi que la brise légère
Soulève en épais tourbillons
La poussière
Des sillons.
Que la valse vous entraîne
Faites retentir la plaine
De l'éclat de vos chansons.
Jusqu'à perdre haleine! ...
Jusqu'à mourir!
Un dieu les entraîne,
C'est le plaisir! ...
La terre tournoie!
Et fuit loin d'eux!
Quel bruit, quelle joie
Dans tous les yeux!
ACT III. Le jardin de Marguerite. Au fond, un mur percé d'une petite porte. A gauche, un bosquet. A droite, un pavillon dont la fenêtre fait face au public. Arbres et massifs. N° 10 - Entr'acte et couplets. SCÈNE I: Siebel entre par la petite porte du fond et s'arrête sur le seuil du pavillon, près d'un massif de roses et de lilas.
SIEBEL: Faites-lui mes aveux,
Portez mes vœux,
Fleurs écloses près d'elle,
Dites-lui qu'elle est belle,
Que mon cœur nuit et jour
Languit d'amour!
Révélez à son âme
Le secret de ma flamme!
Qu'il s'exhale avec vous
Parfums plus doux! ...
Il cueille une fleur.
Fanée!
Il jette la fleur avec dépit
Ce sorcier que Dieu condamne
M'a porté malheur!
Il cueille une autre fleur qui s'effeuille encore.
Je ne puis sans qu'elle se fane
Toucher une fleur!
Si je trempais mes doigts dans l'eau bénite!
C'est là que chaque soir vient prier Marguerite!
Il trempe ses doigts dans le bénitier accroché au mur.
Voyons maintenant! voyons vite!
Elles se fanent! ... Non! – Satan, je ris de toi!
C'est en vous que j'ai foi;
Parlez pour moi!
Qu'elle puisse connaître
L'émoi qu'elle a fait naître,
Et dont mon cœur troublé
N'a point parlé!
Si l'amour l'effarouche,
Que la fleur sur sa bouche
Sache au moins déposer
Un doux baiser!
Il disparaît dans les massifs du jardin.
SCÈNE II
Faust, Méphistophélès, Siebel
N° 11 - Scène et Récitatif
Faust et Méphistophélès entrent par la porte du fond.
FAUST
C'est ici?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Suivez-moi!
FAUST
Que regardes-tu là.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Siebel, votre rival!
FAUST
Siebel!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Chut! ... le voila!
Méphistophélès et Faust entrent dans le bosquet.
SIEBEL
rentrant en scène, un bouquet à la main
Mon bouquet n'est-il pas charmant?
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Charmant!
SIEBEL
Victoire!
Je lui raconterai demain toute l'histoire,
Et, si l'on veut savoir le secret de mon cœur,
Un baiser lui dira le reste!
Il attache le bouquet à la porte du pavillon.
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Séducteur!
SCÈNE III
Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
Attendez-moi là, cher docteur!
Pour tenir compagnie aux fleurs de votre élève,
Je vais vous chercher un trésor
Plus merveilleux, plus riche encor
Que tous ceux qu'elle voit en rêve!
FAUST
Laisse moi!
MÉPHISTOPHÉLÈS
J'óbéis! ... Daignez m'attendre ici!
Il sort par la porte du fond.
****************************************
FAUST:
Recit.
Quel trouble inconnu me pénètre?
Je sens l'amour s'emparer de mon être
O Marguerite! à tes pieds me voici!
SCÈNE IV: Faust seul. N° 12 - Cavatina. FAUST
********* SALVE! DIMORA, CASTA E PURA
**************
Salut! demeure chaste et pure,
où se devine la présence d'une âme innocente et devine!
Que de richesse en cette pauvreté!
En ce réduit que de félicité!
O nature, c'est là que tu la fis si belle,
C'est là que cette enfant à grandi sous ton aile,
A dormi sous tes yeux.
Là que, de ton haleine enveloppant son âme,
Tu fis avec amour épanouir la fêmme
En cet ange des cieux.
Salut! demeure chaste et pure,
où se divine la présence d'une âme innocente et devine!
SCÈNE V: Méphistophélès, Faust. N° 13 - Scène. MÉPHISTOPHÉLÈS
il a une cassette sous le bras
Alerte, la voila! ... Si le bouquet l'emporte
Sur l'écrin, je consens à perdre mon pouvoir.
FAUST
Fuyons, je veux ne jamais la revoir!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Quel scrupule vous prend! ...
Sur le seuil de la porte,
Voici l'écrin placé! ... venez! ... j'ai bon espoir! ...
Il place la cassette sur le seuil du pavillon. Sortent.
SCÈNE VI
Marguerite, seule
N° 14 - Récitatif
MARGUERITE
entre par la porte du fond et descend en silence j'usque sur le devant de la scène
Je voudrais bien savoir quel était ce jeune homme,
Si c'est un grand seigneur, et comment il se nomme?
Elle s'assied dans le bosquet, devant son rouet et chante
N° 14 - Chanson du Roi de Thule. Il était un roi de Thulé
Qui, jusqu'à la tombe fidèle,
Eut, en souvenir de sa belle,
Une coupe en or ciselé! ...
S'interrompant
Il avait-bonne grâce, à ce qu'il m'a semblé.
Reprenant sa chanson
Nul trésor n'avait tant de charmes!
Dans les grands jours il s'en servait,
Et chaque fois qu'il y buvait,
Ses yeux se remplissaient de larmes! ...
Quand il sentit venir la mort,
Etendu sur sa froide couche,
Pour la porter jusqu'à sa bouche
Sa main fit un suprème effort! ...
S'interrompant
Je ne savais que dire, et j'ai rougi d'abord.
Reprenant sa chanson
Et puis, en l'honneur de sa dame,
Il but une dernière fois;
La coupe trembla dans ses doigts,
Et doucement il rendit l'âme!
Elle se lève
Les grands seigneurs ont seuls des airs si résolus,
Avec cette douceur!
Allons! n'y pensons plus!
Cher Valentin, si Dieu m'écoute,
Je te reverrai! me voilà
Toute seule!
Elle se dirige vers le pavillon et aperçoit le bouquet suspendu à la porte
Un bouquet! ...
Elle prend le bouquet.
C'est de Siebel, sans doute!
Pauvre garçon!
Apercevant la cassette.
Que vois-je là? ...
D'où ce riche coffret peut-il venir? ... Je n'ose
Y toucher, et pourtant ... – Voici la clef, je crois! ...
Si je l'ouvrais! ... ma main tremble! ... Pourquoi?
Je ne fais, en l'ouvrant, rien de mal, je suppose! ...
Elle ouvre la cassette et laisse tomber le bouquet.
O Dieu! que de bijoux! ... est-ce un rève charmant
Qui m'éblouit, ou si je veille? ...
Mes yeux n'ont jamais vu de richesse pareille! ...
Elle place la cassette sur une chaise et s'agenouille pour se parer.
Si j'osais seulement
Me parer un moment
De ces pendants d'oreille! ...
Elle tire des boucles d'oreille de la cassette
Ah! voici justement,
Au fond de la cassette,
Un miroir! ... comment
N'être pas coquette?
N° 14 - Air des bijoux. Elle se pare des boucles d'oreilles, se lève et se regarde dans le miroir.
Ah! je ris de me voir,
Si belle en ce miroir!
Est-ce toi, Marguerite?
Réponds-moi, réponds vite! –
Non! non! – ce n'est plus toi!
Non! non! – ce n'est plus ton visage!
C'est la fille d'un roi,
Qu'on salue au passage! –
Ah, s'il était ici! ...
S'il me voyait ainsi!
Comme une demoiselle,
Il me trouverait belle.
Elle se pare du collier.
Achevons la métamorphose!
Il me tarde encor d'essayer
Le bracelet et le collier!
Elle se pare du bracelet et se lève.
Dieu! c'est comme une main qui sur mon bras se pose!
Ah! je ris de me voir
Si belle en ce miroir!
Est-ce toi, Marguerite?
Reponds-moi, reponds vite! –
Ah, s'il était ici! ...
S'il me voyait ainsi!
Comme une demoiselle,
Il me trouverait belle.
Marguerite, ce n'est plus toi,
Ce n'est plus ton visage,
Non! c'est la fille d'un roi,
Qu'on salue au passage.
SCÈNE VII
Marthe, Marguerite
N° 15 - Scène
MARTHE
entrant par la petite porte
Seigneur Dieu, que vois-je! comme vous voilà belle,
Mon ange! ... – D'où vient ce riche écrin?
MARGUERITE
embarrassée
Hélas! on l'aura par mégarde apporté.
MARTHE
Que non pas!
Ces bijoux sont à vous, ma chère demoiselle!
Qui, c'est là le cadeau d'un seigneur amoureux!
Mon cher époux jadis était moins généreux!
SCÈNE VIII
Les mêmes, Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
faisant une grande révérence
Dame Marthe Schwertlein, s'il vous plaît?
MARTHE
Qui m'appelle?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Pardon d'oser ainsi nous présenter chez vous!
bas à Faust
Vous voyez qu'elle a fait bon accueil aux bijoux?
haut à Marthe
Dame Marthe Schwertlein!
MARTHE
Me voici!
MÉPHISTOPHÉLÈS
La nouvelle
Que j'apporte n'est pas pour vous mettre en gaieté. –
Votre mari, madame, est mort et vous salue!
MARTHE
Ah! ... grand Dieu! ...
MARGUERITE
Qu'est-ce donc?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Rien! ...
MARTHE
O calamité! O nouvelle imprévue! ...
MARGUERITE
à part
Malgré moi mon cœur tremble
Et tressaille à sa vue!
FAUST
à part
La fièvre de mes sens se dissipe à sa vue !
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Marthe
Votre mari, madame, est mort et vous salue!
MARTHE
Ne m’apportez-vous rien de lui?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Rien ! Et pour le punir,
Il faut dès aujourd’hui
Chercher quelqu’un qui le remplace !
FAUST
à Marguerite
Pourquoi donc quitter ces bijoux ?
MARGUERITE
Ces bijoux ne sont pas à moi !
Laissez, de grâce !
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Marthe
Qui ne serait heureux d’échanger avec vous
La bague d’hyménée ?
MARTHE
Ah! bah! Plaît-il?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Hélas, cruelle destinée!
N° 16 - Quatuor. Marthe et Méphistophélès causent à voix basse
FAUST (à Marguerite): Prenez mon bras un moment.
MARGUERITE (se défandant): Laissez! ... Je vous en conjure!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Marthe
Votre bras!
MARTHE
à part
Il est charmant!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
La voisine est un peu mûre.
MARGUERITE
Je vous en conjure!
MARTHE
Quelle noble allure!
FAUST: Ame douce et pure !
MÉPHISTOPHÉLÈS
Elle est un peu mûre.
MARTHE
Ainsi vous voyagez toujour?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Toujours! Dure nécessité, Madame
Dure nécessité!
Sans ami, sans parents! ... sans fêmme. Ah!
MARTHE
Cela sied encore aux beaux jours!
Mais plus tard, combien il est triste
De vieillir seul, en égoiste! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
J'ai frémi souvent, j'en conviens,
Devant cette horrible pensée! ...
MARTHE
Avant que l'heurre en soit passée
Digne seigneur, songez-y bien!
MÉPHISTOPHÉLÈS
J'y songerai!
MARTHE
Songez-y bien!
Ils s'éloignent. Marguerite et Faust rentrent en scène.
FAUST: Eh quoi! toujours seule?…
MARGUERITE: Mon frère est soldat; j'ai perdu ma mère; Puis ce fut un autre malheur,
Je perdis ma petite sœur! Pauvre ange! Elle m'était bien chère! ... C'était mon unique souci; Que de soins, hélas! ... que de peines! ... C'est quand nos âmes en sont pleines Que la mort nous les prend ainsi! ... Sitôt qu'elle s'éveillait, vite
Il falait que je fusse là! Elle n'aimait que Marguerite! ... Pour la voir, la pauvre petite, Je reprendrais bien tout cela! ...
FAUST: Si le Ciel, avec un sourire, L'avait faite semblable à toi, C'était un ange! ... oui, je le crois! ...
Méphistophélès et Marthe reparaissent.
MARGUERITE: Vous moquez-vous?
FAUST: Non, je t’admire!
MARGUERITE: Je ne vous crois pas! Et de moi tout bas Vous riez sans doute!…
J’ai tort de rester Pour vous écouter!… Et pourtant j’écoute !…
FAUST: Laisse-moi ton bras!… Dieu ne m’a-t-il pas Conduit sur la route?
Pourquoi redouter, Hélas! d’écouter?… Mon cœur parle ; écoute !…
MARTHE
Vous n’entendez pas,
Et de moi tout bas
Vous riez sans doute !
Avant d’écouter,
Pourquoi vous hâter
De vous mettre en route ?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Ne m’accusez pas,
Si je dois, hélas!
Me remettre en route.
Faut-il attester
Qu’on voudrait rester
Quand on vous écoute ?
MARGUERITE
à Faust
Retirez-vous ! Voici la nuit.
FAUST: Chère âme !
MARGUERITE
Laissez-moi! ...
Elle se dégage et s'enfuit.
FAUST: Ah! méchante! ... on me fuit! (Il la suit).
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part, tandis que Marthe, dépitée, lui tourne le dos
L'entretien devient trop tendre!
Esquivons-nous!
Il se cache derrière un arbre.
MARTHE
à part
Comment m'y prendre?
Se retournant
Eh bien! il est parti! ... Seigneur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Oui! ...
MARTHE
Cher seigneur!
Elle s'éloigne.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Cours après moi! Ouf!
Cette vieille impitoyable
De force ou de gré, je crois,
Allait épouser le diable!
FAUST (dans la coulisse): Marguerite!
MARTHE
dans la coulisse
Cher seigneur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Serviteur!
SCÈNE IX
Siebel, Marthe, Méphistophélès
N° 17 - Scène
Siebel ouvre avec précaution la porte du fond et entre en scène
SIEBEL
à demi-voix
Du courage! ...
Je veux tout lui dire!
MARTHE
rentrent en scène
C'est lui!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Non!
MARTHE
Seigneur! Cher Seigneur!
SIEBEL
Plaît-il?
MARTHE
C'est Siebel!
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Oui!
MARTHE
Dans le jardin de Marguerite
Que venez-vous chercher à pareille heure?
Allons, bel amoureux, je vous invite
A nous tourner promptement les talons.
SIEBEL
Mais? ...
MARTHE
Que diraient les voisins!
Allons vite! montrez-moi le chemin!
à part
Il sera parti.
MÉPHISTOPHÉLÈS
à part
Non!
SIEBEL
Je reviendrai demain. Bonsoir!
Siebel et Marthe sortent par le fond.
SCÈNE X
MÉPHISTOPHÉLÈS
seul
Il était temps! sous le feuillage sombre
Voici nos amoureux qui reviennent! ... c'est bien!
Gardons-nous de troubler un si doux entretien!
O nuit, étends sur eux ton ombre!
Amour, ferme leur âme aux remords importuns!
Et vous, fleurs aux subtils parfums,
Épanouissez-vous sous cette main maudite!
Achevez de troubler le cœur de Marguerite! ...
Il s'éloigne et disparaît dans l'ombre.
SCÈNE XI. Marguerite, Faust. N° 18 - Duo
MARGUERITE (courant vers le Pavillon) Il se fait tard,…adieu!
FAUST (l'arrêtant sur les premiers degrés de l'escalier) Quoi, je t'implore en vain,
Attends, laisse ma main s'oublier dans la tienne! Laisse-moi, laisse-moi contempler ton visage Sous la pâle clarté Dont l'astre de la nuit, comme dans un nuage,
Caresse ta beauté! ...
MARGUERITE: O silence! ô bonheur! ineffable mystère! Enivrante langueur! J'écoute ! Et je comprends cette voix solitaire Qui chante dans mon cœur! Laissez un peu, de grace! ... (Elle se penche et cueille une marguerite.)
FAUST: Qu'est-ce donc?
MARGUERITE: Un simple jeu! Laissez un peu! (Elle effeuille la Marguerite.)
FAUST: Que dit ta bouche à voix basse?
MARGUERITE: Il m'aime! – Il ne m'aime pas! – Il m'aime! – pas! – Il m'aime! – pas. –
Il m'aime.
FAUST: Oui! ... crois en cette fleur éclose sous tes pas! (Il l'embrasse) Quelle soit pour ton cœur l'oracle du ciel même! Il t'aime! ... comprends-tu ce mot sublime et doux? Aimer! porter en nous Une ardeur toujours nouvelle! (prenant Marguerite dans ses bras) Nous enivrer sans fin d'une joie éternelle!
FAUST ET MARGUERITE: Éternelle!
FAUST: O nuit d'amour! ... ciel radieux! ... O douces flammes! ... Le bonheur silencieux Verse les cieux Dans nos deux âmes!
MARGUERITE: Je veux t'aimer et te chérir! ... Parle encore! Je t'appartiens! ... je t'adore! ... Pour toi je veux mourir! ...
FAUST: Marguerite! ...
MARGUERITE: Ah! ... partez! ...
FAUST: Cruelle!
MARGUERITE: Je chancelle!
FAUST: Me séparer de toi, cruelle!
MARGUERITE (suppliante) Laissez-moi ! Ah, partez, oui, partez vite ! Je tremble ! hélas ! J’ai peur ! Ne brisez pas le cœur De Marguerite !
FAUST: Tu veux que je te quitte! Hélas! ... vois ma douleur! Tu me brise le cœur.
O Marguerite!
MARGUERITE: Si je vous suis chère, Par votre amour, par ces aveux Que je devais taire, Cédez à ma prière! ... Cédez à mes vœux! ... Partez! partez! oui, partez vite!
(Elle tombe aux pieds de Faust.)
FAUST (la relevant doucement) Divine pureté! ... Chaste innocence, Dont la puissance
Triomphe de ma volonté! ... J'obéis! ... Mais demain! ...
MARGUERITE: Oui demain! ... dès l'aurore! ... Demain! ... toujours! ...
FAUST: Un mot encore! ... Répète-moi ce doux aveu! ... Tu m'aimes! ...
MARGUERITE (s'échappe, court au pavillon, s'arrête sur le seuil et envoie un baiser à Faust): Adieu! ... (Elle entre dans le pavillon.)
FAUST: Félicité du ciel! ... Ah! ... fuyons! ...
(Il s'élance vers la porte. Méphistophélès lui barre le passage.)
SCÈNE XII: Méphistophélès, Faust
MÉPHISTOPHÉLÈS
Tête folle!
FAUST
Tu nous écoutais?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Par bonheur! ...
Vous auriez grand besoin, docteur,
Qu'on vous renvoyât à l'école! ...
FAUST
Laisse-moi! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
Daignez, seulement
Ecouter un moment
Ce qu'elle va conter aux étoiles,
Cher maître! ...
Tenez! ... Elle ouvre sa fenêtre! ...
SCÈNE XIII
Lés mêmes, Marguerite
MARGUERITE (ouvre la fenêtre du pavillon et s'y appuie un moment en silence, la tête entre ses mains): Il m'aime! ... quel trouble en mon cœur!
L'oiseau chante! ... le vent murmure! ...
Toutes les voix de la nature
Me redisent en chœur:
Il t'aime! ... – Ah! qu'il est doux de vivre! ...
Le ciel me sourit; ... l'air m'enivre! ...
Est-ce de plaisir et d'amour
Que la feuille tremble et palpite? ...
Demain? ... – Ah! presse ton retour,
Cher bien-aimé! ... Viens! ...
FAUST (s'élançant vers la fenêtre et saisissant la main de Marguerite): Marguerite!
MARGUERITE Elle reste un moment interdite, et laisse tomber sa tête sur l'épaule de Faust.
Ah!
MÉPHISTOPHÉLÈS
ouvre la port du jardin et sort en ricanant.
Hein! hein!
ACTE IV. La Chambre de Marguerite. SCÈNE I Marguerite, seul. N° 19 - Marguerite au Rouet
MARGUERITE elle s'approche de la fenêtre et écoute.
Elles ne sont plus là! – Je riais avec elles
Autrefois! .... Maintenant ...
VOIX DE JEUNES FILLES
dans la rue
Le galant étranger s'enfuit ... et court encor.
Ah! ah! ah!
Elles s'éloignent en riant.
MARGUERITE
Elles se cachaient! Ah! cruelles!
Je ne trouvais pas d'outrage assez fort
Jadis pour les péchés des autres! ...
Un jour vient où l'on est sans pitié pour les nôtres!
Je ne suis que honte à mon tour!
Et pourtant, Dieu le sait, je n'était pas infâme;
Tous ce qui t'entraîna, mon âme,
S'il allait paraître,
Quelle joie! ... Hélas!
Où donc peut-il être?
Il ne revient pas! ...
Elle laisse tomber sa tête sur sa poitrine et fond en larmes. Le fuseau s'échappe de ses mains.
SCÈNE II Siebel, Marguerite. N° 20 - Scène et Récitatif
SIEBEL
Marguerite!
MARGUERITE
Siebel!
SIEBEL
Encor des pleurs!
MARGUERITE
Hélas! vous seul ne me maudissez pas.
SIEBEL
Je ne suis qu'un enfant, mais je le cœur d'un homme.
Et je vous vengerai de son lâche abandon!
Je le tuerai!
MARGUERITE
Qui donc?
SIEBEL
Faut-il que je le nomme?
L'ingrat qui vous trahit!
Romance [Supplément de Gounod]
SIEBEL
Si le bonheur à sourire t'invite,
Joyeux alors, je sens un doux émoi,
Si la douleur t'accable, Marguerite,
Je pleure alors, je pleure comme toi.
Comme deux fleurs sur une même tige
Notre destin suivait le même cours
De tes chagrins en frère je m'afflige,
O Marguerite! comme une sœur je t'aimerai toujours!
MARGUERITE
Non, taisez-vous!
SIEBEL
Pardon, vous l'aimez encore?
MARGUERITE
Oui! Toujours! mais ce n'est pas à vous
De plaindre mon ennui.
J'ai tort, Siebel, de vous parler de lui.
Siebel lui prend la main.
MARGUERITE
remerciant Siebel.
Soyez béni, Siebel! votre amitié m'est douce!
Ceux dont la main cruelle me repousse,
N'ont pas fermé pour moi les portes du saint lieu;
J'y vais pour mon enfant ... et pour lui prier Dieu!
Elle sort.
SCÈNE III
Changement de scène: l'église.
Marguerite, Méphistophélès, chœur
N° 21 - Scène de l'Eglise
MARGUERITE
vient et s'agenouille près d'un pilier.
Seigneur, daignez permettre à votre humble servante
De s'agenouiller devant vous!
LA VOIX DE MÉPHISTOPHÉLÈS
Non!
Tu ne prieras pas! ... Frappez-la d'épouvante!
Esprits du mal, accourez tous!
CHŒUR DE DÉMONS
Marguerite!
MARGUERITE
Qui m'appelle?
CHŒUR DE DÉMONS
Marguerite!
MARGUERITE
Je chancelle! Je meurs!
Dieu bon! Dieu clément!
Est-ce déjà l'heure du châtiment?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Non,
Dieu pour toi n'a plus de pardon!
Le ciel n'a plus d'aurore! Non, ... non!
CHANT RELIGIEUX
Que dirai-je alors au Seigneur?
Où trouverai'je un protecteur,
Quand l'innocent n'est pas sans peur!
MARGUERITE
Ah! ce chant m'étouffe et m'oppresse!
Je suis dans un cercle de fer!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Adieu les nuits d'amour et les jour pleins d'ivresse!
A toi malheur! ... à toi l'enfer!
Il disparait.
MARGUERITE ET LE CHŒUR RELIGIEUX
Seigneur, accueillez la prière,
Des cœurs malheureux!
Qu'un rayon de votre lumière
Descende sur eux!
LA VOIX DE MÉPHISTOPHÉLÈS
Marguerite!
Sois maudite!
MARGUERITE
pousse un cri et tombe évanouie sur les dalles.
Ah!
LA VOIX DE MÉPHISTOPHÉLÈS
A toi l'enfer!
SCÈNE IV
Changement de scène. La rue. A droite, la maison de Marguerite; à gauche, une église.
Marthe, Siebel; puis Valentin et Soldats.
N° 22 - Chœur des soldats
MARTHE
Ecoutez! les voici! venez vite!
Sauvez-là, Siebel, j'espère en vous!
Sort
CHŒUR
Déposons les armes;
Dans nos foyers enfin nous voici revenus!
Nos mères en larmes
Nos mères et nos sœurs ne nous attendront plus!
VALENTIN
apercevant Siebel.
Eh! parbleu! c'est Siebel!
SIEBEL
embarrassé.
En effet, je –
VALENTIN
Viens vite, viens dans mes bras!
Il e'mbrasse.
Et Marguerite?
SIEBEL
Elle est à l'église, je croi.
VALENTIN
Oui, priant Dieu pour moi! ....
Chère sœur! comme elle va préter une oreille attentive,
Au récit de nos combats!
LE CHŒUR
Oui, c'est plaisir, dans les familles,
De conter aux enfants qui frémissent tout bas,
Aux vieillards, aux jeunes filles,
La guerre et ses combats!
Gloire immortelle
De nos aïeux
Sois-nous fidèle,
Mourons comme eux!
Et sous ton aile,
Soldats vainqueurs,
Dirige nos pas, enflamme nos cœurs!
Pour toi, mère patrie,
Affrontant le sort
Tes fils, l'âme aguerrie,
Ont bravé la mort!
Ta voix sainte nous crie:
En avants, soldats!
Le fer à la main, courrez aux combats!
Gloire immortelle
De nos aïeux,
Sois-nous fidèle,
Mourons comme eux!
Et sous ton aille,
Soldats vainqueurs,
Dirige nos pas, enflamme nos cœurs!
Vers nos foyers hâtons le pas!
On nous attend; la paix est faite!
Plus de soupirs! ne tardons pas!
Notre pays nous tend les bras!
L'amour nous rit, l'amour nous fête!
Et plus d'un cœur fremit tous bas
Au souvenir de nos combats!
Gloire immortelle
De nos aïeux,
Sois-nous fidèle,
Mourons comme eux!
Et sous ton aile,
Soldats vainqueurs,
Dirige nos pas, enflamme nos cœurs!
Le chœur s'éloigne.
SCÈNE V
Valentin, Siebel
N° 23 - Récitatif
VALENTIN
Allons, Siebel, entrons dans la maison!
Le verre en main, tu me feras raison!
SIEBEL
Non! n'entre pas!
VALENTIN
Pourquoi? tu detourne la tête?
Ton regard fuit le mien! Siebel, explique-toi!
SIEBEL
Eh bien! ... non, je ne puis!
VALENTIN
Que veux-tu dire?
SIEBEL
Arrête! Sois clement, Valentin!
VALENTIN
Laisse-moi! laisse-moi!
Ils entre dans la maison.
SIEBEL
Pardonne-lui!
Mon Dieu! je vous implore! Mon Dieu!
SCÈNE VI
Faust, Méphistophélès une guitarre sous son manteau
MÉPHISTOPHÉLÈS
Qu'attendez-vous encore?
Entrons dans la maison!
FAUST
Tais-toi, maudit! ... j'ai peur
De rapporter ici la honte et le malheur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
A quoi bon la revoir, après l'avoir quittée!
Notre présence ailleurs serait bien mieux fêtée!
Le sabbat nous attend!
FAUST
Marguerite!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Je vois que mes avis sont vains et que l'amour l'emporte!
Mais pour vous faire ouvrir la porte,
Vous avez grand besoin du secours de ma voix.
N° 24 - Sérénade
MÉPHISTOPHÉLÈS
écartant son manteau et s'accompagnant de sa guitarre.
Vous qui faites l'endormie
N'entendez-vous pas,
O Catherine, ma mie,
Ma voix et mes pas? ...
Ainsi ton galant t'appelle,
Et ton cœur l'en croit! ...
N'ouvre la porte, ma belle,
Que la bague au doigt.
FAUST
parle
Par l'enfer, tais-toi!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Catherine que j'adore,
Pourquoi refuser
A l'amant qui vous implore
Un si doux baiser?
Ainsi ton galant supplie
Et ton cœur l'en croit! ...
Ne donne un baiser, ma mie,
Que la bague au doigt! ...
SCÈNE VII
Les Mêmes, Valentin
N° 25 - Trio du Duel
Valentin sort de la maison
VALENTIN
Que voulez-vous, Messieurs?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Pardon! mon camerade,
Mais ce n'est pas pour vous qu'était la sérénade!
VALENTIN
Ma sœur l'écouterait mieux que moi, je le sais!
Il dégaine et brise la guitarre de Méphistophélès d'un coup d'épée.
FAUST
Sa sœur!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Quelle mouche vous pique?
Vous n'aimez donc pas la musique?
VALENTIN
Assez d'outrage! ... assez! ...
A qui de vous dois-je demander compte
De mon malheur et de ma honte? ...
Qui de vous deux doit tomber sous mes coups?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Vous le voulez? – Allons, docteur, à vous! ...
Ils tirent les épées.
Tu t'en repentiras!
VALENTIN
En garde! ... et défends-toi! ...
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust.
Serrez-vous contre moi!
Et poussez seulement, cher docteur, moi, je pare.
Valentin tombe.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Voici notre héros étendu sur le sableAu large maintenant! ... au large! ...
Il entraîne Faust.
SCÈNE VIII
Marthe, Valentin, Bourgeois; puis Marguerite et Siebel.
N° 26 - Mort de Valentin
MARTHE ET LE CHŒUR
Par ici, mes amis! on se bat dans la rue! ....
L'un deux est tombé là, regardez ... le voici! ...
Il n'est pas encore mort! ... on dirait qu'il remue!
Vite, approchons! ... il faut le secourir!
VALENTIN
Merci!
Des vos plaintes, faites-moi grace! ...
J'ai vu, morbleu! la mort en face
Trop souvent pour en avoir peur! ...
Marguerite parait au fond soutenue de Siebel.
MARGUERITE
Valentin! Valentin!
Elle tombe à genoux près de Valentin.
VALENTIN
Marguerite! ma sœur! ...
Que me veux-tu?
Il la repousse.
Va-t'en!
MARGUERITE
O Dieu!
VALENTIN
Je meurs pour elle! ...
J'ai sottement
Cherché querelle
A son amant!
CHŒUR
Son amant!
SIEBEL
Grâce! grâce! pour elle!
MARGUERITE
Douleur cruelle! ô châtiment! ...
CHŒUR
Il meurt pour elle!
SIEBEL
Grâce, grâce! soyez clément!
CHŒUR
Il meurt, frappé par son amant!
VALENTIN
se soulevant, soutenu par eux qui l'entourent.
Écoute-moi bien, Marguerite:
solennellement
Ce qui doit arriver arrive à l'heure dite!
La mort nous frappe quand il faut,
Et chacun obéit aux volontés d'en haut!
Toi! ... te voilà dans la mauvaise voie! ...
Tes blanches mains ne traveilleront plus!
Tu renîras, pour vivre dans la joie,
Tous les devoirs et toutes les vertus! ...
Oses-tu bien encor,
Oses-tu misérable,
Garder ta chaîne d'or? ...
Marguerite arrache la chaîne qu'elle porte au cou et la jette loin d'elle.
Va! ... la honte t'accable!
Le remords suit tes pas! ...
Mais enfin! ... l'heure sonne!
Meurs! ... et si Dieu te pardonne
Sois maudite ici-bas!
SIEBEL, MARTHE ET LE CHŒUR
O terreur, ô blasphème,
A ton heure suprème,
Infortuné!
Songe, helas! à toi-même
Pardonne, si tu veux être un jour pardonné! ...
VALENTIN
Marguerite
Sois maudite!
La mort t'attend sur ton grabat! ...
Moi, je meurs de ta main, et je tombe en soldat!
Il meurt. On l'emporte dans la maison. Siebel entraine Marguerite éperdue.
CHŒUR
Que le seigneur ait son âme
Et pardonne au pêcheur! –
ACTE V. SCÈNE I. Les montagnes du Hartz. N° 27 - La nuit de Walpurgis. CHŒUR DES FEUX FOLLETS: Dans les bruyères,
Dans les roseaux,
Parmi les pierres,
Et sur les eaux,
De place en place,
Perçant la nuit,
S'allume et passe
Un feu qui luit!
Alerte! alerte!
De loin, de près,
Dans l'herbe verte,
Sous les cyprès,
Mouvantes flammes,
Rayons glacés,
Ce sont les âmes
Des trépassés!
Méphistophélès et Faust paraissent sur une cime élevée.
FAUST: Arrête!
MÉPHISTOPHÉLÈS
N'as-tu pas promis
De m'accompagner sans rien dire?
FAUST
Où sommes-nous?
MÉPHISTOPHÉLÈS
Dans mon empire!
Ici, docteur, tout m'est soumis.
Voici la nuit de Walpurgis!
CHŒUR
Voici la nuit de Walpurgis! Hou, hou!
FAUST
Mon sang se glace!
Il veut fuir.
MÉPHISTOPHÉLÈS
le retenant.
Attends! Je n'ai qu'un signe à faire
Pour qu'ici tout change et s'éclaire! ...
SCÈNE II
La montagne s'entr'ouvre et laisse voir un vaste palais resplendissant d'or, au milieu duquel se dresse une table richement servie et entourée des reines et des courtisanes de l'antiquité.
N° 28 - Scène et Chœur
MÉPHISTOPHÉLÈS
à Faust
Jusqu'aux premiers feux du matin,
A l'abri des regards profanes,
Je t'offre une place au festin
Des reines et des courtisanes! ...
CHŒUR
Que les coupes s'emplissent!
Au nom des anciens dieux,
Que les airs retentissent
De nos accords joyeux!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Reines de beauté
De l'antiquité
Cléopâtre aux doux yeux,
Laïs au front charmant,
Laissez-nous, laissez-nous au banquet
Prendre place un moment
Allons!
SCÈNE III: Changement partiel: La vallée du Brocken.
Faust se relève et jette la coupe loin de lui. Le palais s'écroule avec fracas. Marguerite apparaît sur un rocher.
MÉPHISTOPHÉLÈS
Qu'as tu donc?
FAUST
Ne la vois-tu pas
Là, devant nous, muette et blême?
Quel étrange ornement autour de ce beau cou
Un ruban rouge qu'elle cache!
Un ruban rouge étroit comme un tranchant de hache!
L'image de Marguerite disparaît.
Marguerite! ... je sens se dresser me cheveux!
Je veux la voir! ... Viens! – je le veux!
Il entraîne Méphistophélès et s'ouvre, l'épée à la main, un passage à travers la foule des démons.
SCÈNE IV: Changement de scène: La prison. Marguerite, endormie. Faust, Méphistophélès
N° 30 - Scène de la prison
MÉPHISTOPHÉLÈS: Le jour va luire. – On dresse l'échafaud.
Décide sans retard Marguerite à te suivre,
Le geôlier dort, – voici les clefs, il faut
Que ta main d'homme la délivre!
FAUST: Laisse-moi!
MÉPHISTOPHÉLÈS
Hâte-toi! – Moi, je veille au dehors!
Il sort.
SCÈNE V: Faust, Marguerite
FAUST: Mon cœur est pénétré d'épouvante! – O torture!
O source de regrets et d'éternels remords!
C'est elle! – La voici, la douce créature,
Jetée au fond d'une prison
Comme une vile criminelle!
Le désespoir égara sa raison! ...
Son pauvre enfant, ô Dieu! ... tué par elle! ...
Marguerite!
MARGUERITE (séveillant): Ah! c'est la voix du bien aimé! (Elle se lève). A son appel mon cœur s'est ranimé.
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE: Au milieu de vos élats de rire, Démons qui m'entourez, j'ai reconnu sa voix!
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE Sa main, sa douce main m'attire!
Je suis libre, il est là, je l'entends, je le vois!
Oui, c'est toi! je t'aime!
Les fers, la mort même
Ne me font plus peur,
Tu m'as retrouvée,
Me voilà sauvée!
C'est toi, je suis sur ton cœur!
FAUST:
Oui, c'est moi, je t'aime!
Malgré l'éffort même
Du démon moqueur,
Je t'ai rétrouvée!
Te voilà sauvée
Viens, viens sur mon cœur!
MARGUERITE: Attends! ... voici la rue Où tu m'as vue, Pour la première fois! ...
Où votre main osa presque effleurer mes doigts! »Ne permettrez-vous pas, ma belle demoiselle. Qu'on vous offre le bras pour faire le chemin? Non, monsieur, je ne suis demoiselle ni belle, Et je n'ai pas besoin qu'on me donne la main.«
FAUST: Oui, mon cœur se souvient! Mais suis-moi l'heure passe!
MARGUERITE: Non! ... Reste encore! et que ton bras Comme autrefois au mien s'enlace!
FAUST: Viens, viens, Marguerite!
MARGUERITE: Non!
FAUST: Viens! fuyons! (Il veut l'entrainer).
MARGUERITE: Non, reste encore!
FAUST: O ciel! Elle ne m'entend pas!
SCÈNE VI. Les mêmes, Méphistophélès. N° 31- Trio-Finale
MÉPHISTOPHÉLÈS: Alerte! alerte! ou vous êtes perdus!
Si vous tardez encor je ne m'en mêle plus!
MARGUERITE: Le démon! le démon! – Le vois-tu? ... là ... dans lombre
Fixant sur nous son œil de feu!
Que nous veut-il? – Chasse le du saint lieu!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Quittons ce lieu sombre!
Le jour est levé
De leur pied sonore
J'entends nos chevaux frapper le pavé!
cherchant à entraîner Faust.
Viens! sauvons-la! Peut'être il en est temps encore.
MARGUERITE: Mon Dieu, protégez-moi!
Mon Dieu, je vous implore !
FAUST: Viens, fuyons!
Peut-être en est-il temps encore!
MARGUERITE: Anges pure, anges radieux,
Portez mon âme au sein des cieux!
Dieu juste, à toi je m’abandonne!
Dieu bon, je suis à toi, pardonne!
FAUST: Viens, suis-moi, je le veux!
MARGUERITE: Anges pure, anges radieux,
Portez mon âme au sein des cieux!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Hâtons-nous! L’heure sonne!
FAUST: Viens! Suis-moi!
MARGUERITE: Dieu juste, à toi je m’abandonne!
Dieu bon, je suis à toi, pardonne!
FAUST: Viens, suis-moi, je le veux!
Viens! Quittons ces lieux!
Déjà le jour envahit les cieux!
Viens, c’est moi qui te l’ordonne!
Déjà le jour envahit les cieux!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Hâtons-nous de quitter ces lieux!
Déjà le jour envahit les cieux!
Suis nos pas, ou je t’abandonne!
Hâtons-nous de quitter ces lieux!
MARGUERITE: Anges pure, anges radieux,
Portez mon âme au sein des cieux!
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE: Pourquoi ce regard menaçant?
FAUST: Marguerite!
MARGUERITE
Pourquoi ces mains rouge de sang?
Va! ... tu me fais horreur! (Elle tombe sans mouvement).
FAUST: Ah!
MÉPHISTOPHÉLÈS: Jugée!
N° 32 - Apothéose. Sons de cloches de Pâques. Les murs de la prison se sont ouverts. L'âme de Marguerite s'élève dans les cieux. Faust tombe à genoux et prie. Méphistophélès est à demi renversé sous l'épée lumineuse de l'archange.
CHŒUR GÉNÉRAL: Sauvée! Christ est ressuscité! Christ vient de renaître! Paix et félicité Aux disciples du maître! Christ vient de renaître! Christ est ressuscité!
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