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Tuesday, July 30, 2024

Grice e Trudo

 ■. - ■ ' ■ ' . ^ i 

GRAMATÌCA 

. • * ■ » 

'• RISTA URàTA 

ITALIANA, E LATINA 

PER L’ELKMENTAR HLOSOFIA t)ELLA LINGUA , , 

' DI .. . , . 

STEFANO TRUDO . * 

PROFESSORE DELLE DDE LINGUE NEL BEAL COLLEGIO 
SANNITICO. 




NuUius addictns furare in verta magistri 
, ' ObA 7. ep. I. I. 

"T‘ ■ 


PARTE I. SCIENTIFICA* 



Da* Torchi di RAFFAELE miranda ' 


NAPOLI 

RAFFAEl 
diai S. Ni 

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• f^icoìelto Gradini S. Nicandro N. "'’f 


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In iémù ìabor ; ai ttnuis non gloria. 
Vibg. Georg. I. 4* 


’ • Qiiae nisi Oratori futuro funduincnta fidc- 

liter jecerit , 'quuquid iuperstruxeris corruett necessaria 
pueris , jucunda sinibus , dufcis secrctorum toines , et 
^nne %>el sola omnium studiorum genere plus habei epe- 
TÌS , q'uam ostentniionis, ' 

' Quintil. I»st. Obat. I. I. c. 4» 


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^ DigitizwJ by GoogU 


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3 


À s. E. R. 

\ HÓNS16H0R 

D. FRANCESCO COLANGELO 

V^COTO DI CASTULiinaRE DI Sjk%\K , E PeBSIDESTE 
. ^DEL^i PoBBLICi IsTEDZIOEE. 


) . 


SlGNORB 


jA.1 


illa vostrà ' illuminata \ atta vostra 
autorèvol censura^ io vengo a presentar 
quesC Opera , onde U gravoso incarco io 
tolto mi sono di ristaurar la prima del- 
le discipline per V dementar Filasela 
della Lingua. OJjfro in esSa iuUi riumti 
in un solo corpo d£ istituzione / esposti 
pel lor ordine naturale , e purgati dellè 


: • 1 


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harharlche ridóndame , i fondameniaU 
precetti delle due lingue cognate Italiana 
e Latina. Deh se dal grado eminente ^ in 
cui siete, del classico vostró sapere,, non 
i sdegnate dì abbassarvi insjino aH infima^ 
ma forse la più rilevante delle facoltà ^ 
piacciavi per un momento di scorgere , 
se 7 mio qualunque siesi lavoro abbia 
per avventura al voto unanime degli eni^ 
diti in parte almeno sodisfatto, Egli è 
gran pezza oggimai , che deploran que- 
sti d accordo lo stato umiliante della no- 
stra primogenita Disciplina , . cui Z* orri- 
da barbarie ha mìseramente sterilita , sof- 
focandola coi trìboli , e colle spine-, *S” io 
non avrò del tutto invano impegnati i ^ 
miei sforzi in quest' impresa , . potrò , se 
non di un qualche non meritato applau- 
so , promettermi d' un compatimento al- 
meno. II offerta, che oso di farvene , e 
per Ulti' i titoli, a voi, dovuta ed è al- 
V immortalità del vostro nome , che il 
parto elucubrato delle annose mie medi- 
tazioni io dono , offro , e consagro. Sot- 
to i luminosi auspicj di vostra sapienza, 
sotto V egida possente di vostra prote- 
sone , invano i profani aristarchi cUten- 
ieransi avverso i dritti di ragione , e^ 


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• f 


' ■ \ 

di filosofia. Piaccia inlanto ' al celeste Do^ 
natore a ogni bene eh* io possa aver còl- 
le mie fatiche contribuito al solUeyo e 
vantaggio dei fanciulli y e meritato in- 
sieme il bene invidiabile di aver. la glo- 
‘ ria di essere 


Di V, E, 


\ 



VmiJÌ9S..obbIigattss. .divotiss. Serro 
STEFANO TRUDO 


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1 



t 


PREFAZIONE 

ì 


17 . . 

JL ra tulle le produzioni dell’ ingegno umano la più 
insigne , la* piu stupenda , è senz’ alcun dubbio il 
linguaggio. Egli è a questa produzione unicamente y 
che Cicerone attribuisce la nostra preminenza in sul- 
le fiere (i). Il Signor Abb. di Coudillac , altrettanto 
gran filologo, quanto profondo filosofo , anziché da? 
logicali, o geonietiici insegnamenti, dalle lingue egli 
è che fa dipeuder l’arte di ragionare (>j). 

Si distiguou nell’ uomo due principali facoltà » 
che lo costituiscono^ essenzialmente nella sua classe 
la Lingua , la Ragione. Degli esercizii di queste duo 
facoltà si son, formate delle arti , che si chiaman 
d’ Umanità , perchè trattano del retto esercizio ap- 
punto delle facoltà dell’ Uomo. Dal triplice esercizi» 
della Lingua, familiare , oratorio , poetico , surser» 
la Gramatica , la Ruttorlca , la Poetica j e dal pen- 
sare , e calcolare della Ragione , la Logica , 1’ Aritme- 
tica. Ecco in breve la genealogia delle Arti,UmatU\ 
ceco la ragione di questa lor solenne denominazione, 
del lor numero, e di quella quasi loc cognazione e 
società, di cui parla il latino Oratore (3). Ed eccQ, 


/ 


(i) Hvc enim ime preestamus vel maxime fefis, quod col-i 
tùquimur inter ms , et qued exprimere dieendo sema possu- 
mus. Lib. I. de Orat- 

(i)„ L’arte di ragionare, ei dice, è nata colle lingue : i 
»» progressi di quella sono in ragion diretta de’ progressi di 
„ queste. Log. p. IL c,z. L’ arte di ragionare si riduce ad una 
» yngua ben latta. ...1 Filosofi corressero la lingua , e meglio 
„ SI ragionò p ii. c. 4. Le lingue non sono che metodi analitici. ' 
„ p. U. c. t. 

(5) Omnesartes, qiue' ad Aumanttatem pertineni ,habent- 
tpmmxne quoddam vincatmn , et quasi ceqnaii one qxadam in^ 
Cr te tmdnentur . Cii;, gtq Archia : Qmif ingtnxarxm axn j. 


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inaiiifeslo insieme 1* ordine da seguire nella cottura 
di queste arti geimiane, di cui T iina dee come per 
mano allo studio dell' altra Condurre. La Gramatica 
dunque , come 1' arte primogenita come la base , e ’l 
fondamento di tutte; è nel dritto assoluto di prece^* 
denza ; e l’ importanza del suo studio , pcu' sentimen» 
to ancora del Signor 'Rollin , è nel grado superlati<t 
yo (i). ' . 

L’uomo nel processo delle sue conoscenze pri-* 
ma ‘impara a parlare, ìndi a pensare, ed in seguito 
nasce in lui o la vaghezza , o la necessità di apparar 
quello , eh’ è scritto nel gran libro della Natura^ 
3Ecco in genemle l’ordine degli studi! , coptenuti ne’ 
due piani del grand' ediGcio della letteratura , FìIoh 
logia, Filosofia. Ora se io ignoro il mezzo di espri- 
mer con proprietà , con ordine i pensieri , di ana-r 
lizzarli , di sistemarli : se ignoro in somma pe’ suoi^ 
principii la Lingua, come potrò senza questo natu- 
rai soccorso ascender al piano superiore, ed aspirare 
pi conseguimento del gran fine , che vi sta proposto? 

Tutte le arti , tutte le scienze somministrano 
materia ed alimento , tutte collimano a dar perfezio- 
ne alle>due preminenti facoltà dell' uomo , alla scien- 
za razionàle , all' ernqueiiza. Della Gramatica è da 
dir non solo pUi'eltanto , ma di più , che questa ne 
getta in ragione esclusiva i fondamenti. Or se dun- 
que è ciò vero , s’ intende bene , qual esser debba 
pila Gramaticale istituzione , perchè risponda alla no- 
biltà del suo scopo.. Ma un'Opera cosi fatta han gli 
eruditi disperato), di riavenir tra quelle , cl^e corrono 


fiùtn (ioctrlna uno qu(U.jiu societatis vfvcufo conthieU&, Lib.}, 
Orat. 

( i) „ Avverto f fniei lettorl,eì dice, che questo studia 
;; è di spipma importanza. Stor, t. I2. p- 2J4, ' ' 


Digitizs :: 1 , tlooglc 



sul navigio della toga (i). É j[»r verità dcpioraLt 
le che in esse il filosofo non più riconosce 1’ oper 
della sua mano , non più della ragione il dettato 
nè più r individuai carattere della Disciplina : ci 
non contengono , che come fatta barbaramente i 
brani , e dispersa in più Opere disparate e niouch| 
Ond’ é che non ne fa comunemente imprender 1 
giovanetto lo studio , scusa imporgli il peso opprei 
alvo di più Opere di tal genere, ad oggetto di far^ 
cosi la dissipata istituzione e da questa , e da quella 
e da queir altra , Dio sa come , raccapezzare. E ve 
n’ ha di quelle , che trascondon per enormità di ec- 
cesso i limiti d’un’ istituzione, sol perchè non occu- 
-pate che (Jelle minutezze dell' arte più , che delle cosoi 
di maggior pregio e rilievo. Tal che si direbbera 
meglio ampj trattati, copiosi depositi di erudizione, 
che opere effettivamente d’ istituzione. JMa un’ istitu- 
zione non vuol esser che breve assohitameule ( 2 ). 
Ed è perciò che Quintiliano annovera tra i pregi 


(i) „ 1 Gramatici , dice il Signor Caldi ...ordinariamente 
^ senza approfondire la materia , non fanno che copiarsi l'un 
,, 1' altro, e non inteudoit sovente la ragione di quel , che di- 
^,cono. (Quindi tanta discordanza fra di loro, e tante oziose 
,, contese , quindi lo sterile oscuro pedantlsmo . i'u questo, 

„ che giunse a bandir Filosofia dalla G ramati ca , mentre In 
„ altri tempi Aristotile, Isocrate, Varrone , Tullio, Catone. 

,, e Cesare istesso non isdegnaron la gloria di esser riputar^ 

„ sommi Gramatici ; fu questo , che arrestò i progressi delfi 
,, lingue ec, Pens. sull'lstruz, pufi. 19. 11 Bandiera, senzs 
„ lodarsi di veruna delle Gramatiche in pfetcrenza , e tutte 
„ riputandole insufiicienti , ei le crede utili' allor solo che sag‘ 
f, gio precettore sappia renderle raii , supplendo egli colla * 
„ sua voce al lor dinetto. Pregi«d. delle Ùm. leu. Veggasi 
„ ancor la prima delle Orazioni di Jacopo Fncciolati , 8ve 
„ il sovrano pro&ssor della Lingua con più vivi colori il tri-, 
„ ste quadro dalla comun barbarie de* Gramatici ne forma. 

(z) „ Qui 4 quid praecipres està brevis Orat. , Lo scopo' 
,, d'o^i is tituzione , dice Lothe,non òdi render gli uominij 
y; perteiti in «Icunu s^ eRzu , mu di aprii lor 1» mcntp éc. 


IO' 

Gramallco l’ ignoranza ancora di «Icune cosc(i). 
alcuna se ne crede pur commendabile per io metro, 
ode esposte vi sono le regole , come un soccorsoi . 
ella memoria. Ma nelle cose, che di {lendon dal magi- ^ ' 

iero della ragione , e che deggion nel lor uso egua- 
liar la prestezza del pensiero , anzi che aver la me— 
loria a far sempre ricorso a colai ^ezzo oblifjuo e 
•ateriale , esser non vuole che illuminata , ed abi- 
Jaie ma ella non s' illumina , che per la Ragione , 
per r Ordine (a) , nò rendesi abituale , che per , 
.'uso esclusivamente .« Si detesti , dice il Baudiera , 

« r enorme abbaglio di esercitar la gioventù nell’ im- 
« parare a mente i precetti gramaticali ; gran fatica 
« senz’utile. PfC^. delle un. lelt. V’ ha noiidimeuo della 
cose, di cui , p.T la facilità dell’uso, aver conviene, 
eziandio un’ abituai cognizione di memoria nella lor , 
forma istitutiva. Tali sono , p. e. le declinazioni de’ 
Nomi, de’ Pronomi , de’ Verbi , colle lor etimologiche 
proprietà , le regole di concordanze , gli elenchi de’ 
Comparativi e Superlativi irregolari , la Gliazione de’ 

Verbi ec. 

Se il bisogno Iw dettala agli uomini in abboa-. 


ftCuiJ, dell* ìnfell, art. 19. E’ non si vuol dire, nè scriver; 
„ mai piudi quel , che basta a sviluppar la materia ec. . . . 
„Anzi SCSi haa peccare-, fia meglio peccar di brcvkì, che 
n.aimojar colla lunghezza, caricando ilibripiù di corpo, che 
„ di spiritq.. . . Le scienze sono di certi estratti sottili; e 
„ gli estratti non si allogano nelle botti: ma in certe piC' 
„ ctole c trasparenti guastadette. Genov. Leg. I. $. c. i. 

(iX„ Inter virtutes Grammatici hakebiiur aliqua aescire' 
„ Insr. On<r. I. i.- La Gramatica, dice il Facciolati , opera 
,, di sua natura piccola e tenue si è di tanto accresciuta pec. 
„ ia smodata industria de* Gra’matici , che chi scorrer vo- 
„ lesse ogni cosa non dovrebbe in vita altro leggere , cho- 
„ materie gramaticali cc. 

(i) Ordinem ciSs maxime , qui mi’noriag lum;n a^jrt.dc.. 
de Orar. Nobis prima sit virtus perspicuità^^ rictus or do.Qnn^ 
h S. c. 2 .Tti!Uum serhsyjunciuraiui pollet, Oraz.in accq}uet« 


V 


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V 


)T 

*o le lingue : opera del filosofo c da dirsi 1’ esquisilcz- 
xa e perfezion loro , il carattere sorpreiulento , le 
ammirabili lor combinazioni e rapporti , 1’ ordine, il 
lor sistema, 1’ arte in somma gramatica , oratoria , 
poetica. Chiaro ei veggendo , che il massimo tra gli 
studj concernenti la vita civile è quello della lingua, 
a questa le principali sue filosofiche cure un tempo 
ci consecrava. Ma decaduta, per la barbarie de’ tem- 
pi , dal suo lustro natio la disciplina , sdegnò que- 
gli di più contarla fra i suoi studi!. Indarno un mon- 
do di opere son quindi uscite in campo a disputar- 
' si la gloria di reviudicarla alla Ragione, alia Filoso- 
fia. D’essa non è , come delle altre scienze, addive- 
nuto. Tutte son queste , dopo il di loro risorgimen- 
to , risalite sull’ orizzonte della Ragione , mentre cho 
la Gramatica sola ba dovuto esserne la sventurata 
eccezione , od appena i crepuscoli di quell’ astro 
benefico vi hanno un barlume arrecato. Ond’ è che 
fuori di questa sovrana luce camminandosi , dirò co- 
si , a tentoni , comunemente non si appara , che su- 
perficialmente , che a forza di bastonate , che logo- 
randovi pressoché tutt’ il tempo prescritto al corso 
intero degli studi!. E quanti non ve n’ ha che giun- 
gon per questo a detestar le lettere cane pcjus et an- 
gue ! Ed ove lor non lice di abbandonarle dispe- 
ratamente , più grami ei sono di quel che se fossero 
alle bestie , o al ferro condannati ! 

Indarno i giovanetti condannati a questa specie 
di martirio bau coi loro gemiti implorato il soccorro 
del Filosofo ; che questi inteso al sublime de’ misteri 
di Sofia non ha le lor querele ascoltato. Indarno la 
prima delle discipline ha dei suoi torti al suo vindi- 
ce reclamato. Indarno gli ha ella i suoi meriti espo- 
sto : i suoi dritti esclusivi di gettarne i primi fonda- 
menti della letteratura , di aprirne alle altre scienze 
il cammino , d’ iniziarne al ministero di Minerva. 

1 •' 




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la 

lutiamo che da loi traggoa i lor natali i pregressi e 
)e palme della Ragione , i trionfi gloriosi della' vin> 
f^itrice eloquenza : che desso è il necessario alimento 
degli animi puerili , T òccupazion dilettevole de' vec« 
«chi ec. (i). 

' Ma quanto non è egli ancor piu duro il marti-> 
rio. de' zelanti Istitutori ! Quanto non son penose al- 
la lor sollecitudine le ambagi inestricabili dell' arte , 
le lagune , i circoli viziosi, . le nauseanti ripetizio- 
|ti (i)! E fia mai che stillar possa cosi dal lor cuo- 
re il balsamo di salute di quell' alma placidezza , cho 
accende nel, cuore de' giovanetti il sacro fuoco di 
queir amore , che fa gli eroi delle lettere ? (a). 

Tal è lo stato degradante , oud' il barbaro pe- 
dantismo disdorò 1', arte della Lingua , e resela og- 
getto spregevole di sterile occupazione ^ o pei^ servir- 
mi del sentimento d' un Autore , opera di amara , 
cavillosa , c misera negligenza. È finché non torni- 
no a splendervi la ragione, e'I naturai ordine, i due 
luminari nel mondo delle scienze, già per l’interpo- 
sizione del pedantismo ecclissatl ^ fiuche lungi dal- 
l’ esporne alla guisa degli arcani oracoli di Delfo i 
precetti , non saran questi dalla filosofia degli ele- 
menti illustrati : ogni lavoro di questo genere avrà 
sempre il carattere di un opera servilmente trascritta, 
senza solidità, senza evidenza, senza precisione. 

Noi per tanto - NuUius addicti j arare in verba 
magistri , a, malgrado la scarsezza di nostre forze , 


(i) Vedine il bello elogio di Quintiliano a tergo 
frontespizio di quest* Opera 

(1) Occìd't mìsero^ crambe repetìta magi strati Juvren, 

(2) Pcrtinebit ad rem praeceptores poedaqogftsque pueris 
p(acìdos davi, insegnava, Seneca 2: de ira. E Teientio ^ 

Pudore et liberalitatt liberot- 
^etittere mtius ette iredo , qum mtiu, Adelph> i. 1* 


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'tolto d slamo il gravoso Incarco dì redlntegrar nel- 
r arte della lingua il perduto suo lume, di riaccen- 
dervi cioè quella iilosoiìca luce , che la hai'barie ua 
tempo vi estinse. . ^ . 

A quest’effetto egli era principalmente mestiere ’ 
ristabilirne i fondamentali principi e rimetterla' ini 
corrispondenza colla germana facoltà ragionatrice , 
ov’ ella ha più con questa interessante il rapporto :• 
indi diveltane l’annosa selva degli errori , delle fal- 
sità , delle incocrenze che piantovvi la rozzezza de' 
tempi , e purgata delle barbariche ridondanze , assor- 
tirne i £ 3 ndamentali, precetti , e come ridotti a mini-, 
mi termini esposti col lor ordine naturale , e solla 
semplicità convenevole a cosi fatti insegnamenti. 

Sceverata in oltre 1' instiluzion»deU’ arte dall’ e- 
mdizioue , esposta si è sinteticamente la prima nella 
serie de’ precetti testuali ; ed analiticamente l’ altra, 
nelle Annotazioni , Osservazioni , Avvertimenti , Ap- 
pendici , il cui nso è ' commesso all’ arhitrio , alla 
prudenza del saggio Istitutore. Anzi nél metodo stes- 
so istitutivo , adattando egli alla capacità dei fanciul- 
li i precetti , potrà talune cose ancor premettere , e 
talim’ altre, com’ ei s’ avviserà, che torni lor. meglio, 
a grado ulteriore d’intelligenza differire. E penliè 
sienvi , come esposti in vcdùla , col mezzo i delle op- 
.portune citazioni, i rapporti c le dipendenze, che 
le regole han fra di loro , apposta vi abbiamo altresì 
la progressiva, nnmcrazion de’ paragrafi. ; '' 

Per ciò che concerne il piano del lavoro, b.a- 
btcrà scorrerne le prime lezioni , e dar un’ occhiala 
al suo indice , per iscorgerlo , e decider per anche 
a prima giunta , che 1’ ordine , la chiarezza , la bre- 
vità , la precisione son per' avventura qnali conven- 
gono. 

Lungi dal tener poi dietro alla ])arhai'a usanza 
di doversi pei giovanetti i lor pi-imi studj al solo 
fcatin consccrare , trasandato, il natio, noi crediam 


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i4 ... 

dovervisi gl* iuscgnamentl dell* italiana laTella assoluta- 
mente interessare: Due lingue concittadine , perchè 
nate amendue sotto il medesimo cielo , perchè figlie 
d’una pati'ia stessa : indìgene amendue del bel pacse^ 
C/i Appennin parte, e'I mar circonda, e lì Alpi x 
due lingue cognate , perchè l’ una madre dell’ altra ; 
lingue classiche egualmente , egualmente ricche di pre- 
gi , la lingua, io dico, che parlavan i nostri mag- 
giori, e (juella , che pai'liam. noi, non posson senza 
il mutuo lor detrimento aver separate le ragioni. 

La lingua erudita per eccellenza , sentenziosa 
per carattere , erede dell a maestà di quel popolo , 
presso di cui sorti la cuna , ed clcvossi al grado e- 
mincnte di sua perfezione, la lingua universale de* 
saggi , e deposita<;ia di tanti capi d* opera di sapien- 
za a noi trasmessi da’ nostri maggiori, la lingua coii- 
segrata al santuario dell’ augusta Religione dell’ orhe 
intero ortodos’so ; la lingua , che sehhen morta , ha 
nondimeno sempre vivi ed immortali i preziosi mo- 
numenti di sua vita; la lingua in somma latina , ma- 
dre , e moderatrice dèlia italiana , non può die col 
mezzo e colla guida di questa intendersi ed apparare. 
Per l’oppostola Lingua delle veneri ,e delle hellezze, 
il parto legittimo e naturale della Latina , la Lin- 
gua , cui sembra aver le Muse , colle Grazie , agl’ Ita- 
liani insegnato, non può dalla dipendenza sottrarsi 
della lingua sua madre , senza incamminarsi inverso * 
la sua decadenza (i). 

Queste due lingue per tanto ahhiàm qui mèsse 
in paiallelo , qui comhinati ne abbiamo i priucipj j 
e le regole insieme (2) , per 1 ’ elementare lor Closo- 
lia dimostre e dichiai ate : per quella filosofia cioè , 
che lungi dall’ elevarsi al di sopra del livello degli ele- 

(1) Nègee Verimculae q«ae a latina tamquam a capite 
ferfiuunt re'ineri et conservari possent miii a'J laiinam re- 
vocarentvr. Vin. Crav. Opusc, de ling. Lar. 

(2) . Non si può, dice il Bandiera, porgere miglior mez» 
zo , nc più facile ehe dar opera alla Lingua Latina per la 


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r ^5 

menli , non fa die render sempliceihentc di quest la 
ragione , conforme alla rapacità de’ giovanetti. 

^ 5 * potessimo augurarci il piacere di parlar sm- 

pre ^a persone sperimentate , e flosofiche , risparnie- 
remmo volentieri un avviso , die crediam , quinto 
l’Opera stessa , interessante. Una sperienza costint^ 
ne na fatto conoscere , che , per dilucidati che sie- 
iio i precetti , saran sempre pei fanciulli infrultiosi , 
e senz’ riletto , ove le dichiarazioni, 1' esemplifiazio- 
ni , le traduzioni , e l’ uso altresì delle domanle e 
risposte , non ne accompagnino incessanteinen.e lo 
studio. Ma le domande, il cui uso non si saprcLLe 
raccomandar mai quanto Lasta ,^lungi dal doversi ri- 
trovar nell' Opera stessa inserite, formar si degion 
dai giudizioso Istitutore a voce e sinteticameute , ed 
analiticamente in sui precetti. 

Ecco i divisameuti , che Lisognava prcmel'.ere r 
ecco ciò, che, per favor dell’ alto Donator de' lumi , 
studiati ci siam di fare , secondando il voto unanime 
degli eruditi.' Se potremo intanto senza illusione ap- 
plaudirci d” aver noi per .avventura l’arte della lin- 
’gua ristaurata ; se trìoiifatò ei siesi delle difficoltà , , 
che la ingombravano ; se tutti riuniti e compresi ne , 
avremo in un sol corpo d’istituzione i precetti, e’I 
nuov’ ordine sarà quello della natura : noi già dato 
avremo nel segno ; e i nostri travagli avran così 
della gioventù meritato. 7 

9, volgare. Pref. alla Vers. Tos. di Corti. Nip. Fd altrove; 

>, Imi.erciocchè la lingua Italiana, e ma'sime la Toscana af- 
„iinissima èatia latina si è per tal modo , che le maggiori 
n gentilezze di essa tratte sono dal latin linguaggio; onde non 
,, ècosa d’impossibil riuscita, che queste due lingue si corrispoiì- 
,) dano non dirò già parola per parola, ma con fedele ed esatto 
,, compenso di espressioni , odi maniere, di vezzi, di grazie 
,, cc. Che perciò conviene studiare, 'c intender le due lingue; 

,, ravvisamela loro indole , c in t.na parola saperle tondata- 
„ mente amendue. .Quindi però discende che i precettori allq 
„ gioventù insegnandola lingua latina, c prendendo per prin-< 
u cipal mezzo il tradurre , la d’ uopo ,che le insegnino ancor 
„ la volgare, colladtchian zi( ne delia Cramatica, c colla ler- 
„ tura di qualche purgato scrittore J'rrftW. dtUe Maulett.c.X. 



I 


GRAM ATIGA 

RISTAURATA, 

ITALIANA, K LATINA, 


PER l’ ELEMENTAR FILOSOFIA DELLA LINGUA 


INTRODUZIONE 

C A P O I. ‘ * il" 

r ♦ N 

Origine e relazione della Gramatica 
colla Logica. 

I. Il I^inguaggio b runico meteo artifi- 
cioso di comunicarci perfèttamente i mutui sen- 
timenti , di acquistar le distinte cognizioni , di 
formarne i sistemi di arti e di -scienze. In con- 
seguenza il linguaggio è J1 vincolo principale 
dell umana società facoltà che fagli uomini 
superiori ai bruti. 

3. Un' ritrovato cosi rilevante, c produtto- 
re di effetti si roaravigliosi , esigeva il suo siste- ' - 

ma di scienza. Ecco la naluraie origine della 
Gramatica , di cui imprendiam qui a trattare 
con quel metodo , che come a scienza de’ segni ^ 
le compete. 


(i) Locke chiama il linguaggio /' anima della soditi, 
Qeae sine sermone stare non (otest Gev. Logico-crit. I.2, 

a 






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,R " Tktpoduxiosb 

3. E poiché il fiiic della Gramalica è 1 or- 
dine del parlare, e questo non e che il pensai e 
espresso ; quindi si scorge l’ intima relazione , 
che la Gramaticà ha colla Logica^ 'ìX cui .-i. 
l’ordine del pensare medesimo ^i). 


■ X 


(i) La Logica è la scienza delle idee , la Gramatica è la 
scienza de’ segni delle idee# L’una perfeziona la Ragione , 

1’ altra la Lingua; ma per modo, che da questa debba la 
perfezion di quella dipendere : poiché il sistema delle idée è 
sempre una conseguenza del sistema delle parole , sen- 
za le quali noi non potremmo esercitar punto la 'facol- 
tà di ' pensare ( j. i . Tanto importa , che noi , per pen- 
sare , impariam prima a parlare, e conseguentemente , che, 
per pensar bene, impariam prima a parlar bene. La Ragione 

10 ha cpstante.neute a tutt’i filosofi dettarti. Sunt etiim , dice 

11 Genovesi', notìone^ cum vteabulis quasi coajunctae- et col~ - 
iigjtje , US diffidllimum sit rerum scìeniiam habere sifse vaca- 
buiorum scìentia. Log.-ctit. 1. z. Wne fit , ut tsussquam fere 
sìtse vocabult>rsim tssss etiam taaiti cegisemus , et frequetster 
vociibula prisss animo occurrant , quam ideae ipsae. Stprche- 
nau. Log.'P. 1. V. ancord il Condillac citato nella prefaz. 

Tutto adunque il dialettico materiale d’espressione aver 
dee nella Gramatica il suo ordine. Ma ciò, che forma il più 
stretto rattorto fra la Gramatica e la Logica , è U cosi 
detta PROPOSIZIONE : come quella, che traendo dalla 
Gramatica i suoi componenti , esprime la più insigne opera- 
zione della mente umana, qual è il Giudizio, e costituiste 
essenzialmente il discorso. IÌ Gramatico non può ignorarla , 
senza ignorare una parte essenziale di sua Istituzione , e 
senza esser privo del miglior lume, che con essa riceve dal- 
la Facoltà Ragionatrice. Fgll dee farne tun’ il pregio del- 
1’ opera; e noi ne farem perciò conoscere, ov’è mestiere, la 
natura , la forza , 1’ uso , che debb’’dla essenzialmeme avere 
• In Gramatica. ‘ 


( 


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JnTRODUXIÒKS 19 • 

•• <ir 

capo' li! 

■ X ■ • . . > ^ 

Dejìnizione e Divisione della Gramatica 

■ » ' / •>.' / ' -* k ’i.' 

_ 4 * GRAMATICA (i) è la ‘scienza di) 

conoscere la natura delle parole ; 0 l’ arte di 
ordinarle, sctiverle', e pronunciarle (a). Quattro 
ne son dunque le parti , Etimologia , Sintassi , 
Ortografia , e Prosodia. 

(j) Dal greco y^a/|tua^^ lettera. Il perchè uo tempo fu 
pur chiamata Lìteratura. Et Gr»mmatiee , qunm in Ufinvm 
transfentites y Lltertturam vocurunt. Quint>l. Ì. 7 ., Appellati» 
Crammalictrum graeca cortstietU/iitfe invatuìt , sed •initio U-* 
terati vocabantur. Svet.de illpstr. Gram. Lungi però dall’ es- 
ser le lettere tutt’ il suo soggetto, esse non ne sono che t pri- ^ ' 
mordiali elementi, tfaec igltur professici lo stesso Quint. )..i 
^as habet in reeessu , quam fronte promittati Nnm et scri- 
bentli ratio conjuncta cum loqutndo est, et en^rrationem prae- 
cedit emendala Itctio , et niixlitm his omnibus judicium est^ 
Ne quls igitur ' tanquam parva fastidiat Crammaiices elemen- 
ta , non quia magnae' sit operae consonantes a votalihus di- 
seernere ec%, sed quia interiora velut sacri fmjus adeuntibus 
appai ebìt multa rerum subtilitas , quae non modo acuire in- 
gtnia puerilia, sed ex'rcere altissipiam quoque eruditioncm ac 
scientìam possit. Intt. Orar. 1 . i.c. 4. , 

(1) Secondo tal deirnizióne non è egli un problema piò, 
se sia la Gramatica una scienza, o. piuttosto un' arte. Ha* 
questa dottrina la sua parte scientifica,^, -e precettiva. La 
prima % compresa nella' Etimologia ; ove la natura .ossia la 
ragion naturale è generica delle parole , le proprietà, la fi- 
liazione ,- e con ciò 1’ analogia ed affinità loro metodicamen- 
te pc’ lor principi si t^nosce, e donde ella perciò di scienza 
il titolo desume. R di qui, è che fu così per Aristotele de- 
finita : Grammatica est scientia cognoicepdi , et scribendt 
quod prfl/;rr»r. L’altra, 'la Parte cioè precettiva, è nella -Sin- 
tassi , Ortografia , c Prosodia , perchè queste i precetti e le 
regole ne danno di ordinare insieme, scrivere', e pronunziar 
le parole', quindi a riguardo di queste èia Gramatica a dir- 
si propriamente im' Arte. Questa definii, intanto sarà la pri- 


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ao 


etimologia 

PABTE I. SCIENTIFICA , . 

p KT T ;A GRAMATICA 

■ r i ■' ■ 

. . . :A,.y 1 _ n;: • 

.. . ' -V ' ‘ 

5 La ETIMOLOGIA (i) è‘ la prima parte 
della Gramalica , cl.e fa conoscer la nalur» , le 
proprietà , e la declinazione delle parole. 

■ 6 L’ ordine richiede che diciam qui 

priina ‘qualche coia delle Lettere , -delle Sillabe, 
delle ‘Parole. • 

Delle, Leitere. . • 

' - Le LETTERE sono i primi elementi del- 

le parole. In Latino sor\o 7 .^. a ^ b y c , e , 

^ . g , A * * » 7 » G m y n y o y P y ij y r y s ^ 


ma lezione del tironi fanciulli; c dessa è già, donde ha il 
^suo primordial principio l' istituzione. 
tioJ iusc fnur de aliqua re instiìutio , debet a de6»‘tione 

troficiici. eie. I. Off. ' • . • '.x 1 - 

^ Dal greco Jogos f ( vera/ratio nominis ) . posta la 

snecle genere , cioè la ragion naturale di tutte le spegie 
avelie parole ( §. 4- a )•’ Indarno , senza conoscer questa r^ion 
-iiaturale in Ftlmologia , e con essa 1 
delle parole, si passerebbe ad appararne in Sintassi, Orto- 
grafia^ c Prosodia, i precetti di ben ordinarle, scriverle, c 
pronunciarle. • -• ‘ 


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, .Etih- I. 31 

t ^^u ^ V X y y.y z , (i). la hatianù 22. (3). 
Cinque sono Vocali ( 3 ) a\Sy t., 18. 

Consoaauti (4)* ' * ’ ' ^ 

, , ' Delle Sillabe •. . . 



8. làe SILLABE, sónó ancor f parli .eletucn-’ • 
tari .tleUe . parole- ,.E,sono o semplici , o articolia- 
te (5); sémplici ^iono quelle, che 'costano di so- 
le vocali, arlicolate 'quelle, che costano di vocaiii 
e consonanti. 

(1) La serie intera di queste Lettere chiamasi Alfaieié, 

da Alfay Beta , due prime lettere greche. Pressò gli antichi 
non e fan die perchè la I , e V eran colia medesima 
forma c come vocali , e come consohanfl adoperate. Siicccs- 
sivamente fu introdotta la forma Ji come consonante, e U come 
Toc.-jle cosicché la forma 1 fu serbata come vocale : e la V , 
.consonante. Nondimeno gravi .scrittori e de’ secoli scorsi , e 
jnodefni ancora, attengonsi all’uso antico; e solò adoprano 
la nuova forma U per dentro le parole come vocale, c cò- 
me Consoimnte- Scrivono dunque toni per Jam, obseruà', per 
cbservo, V. Einnac.' Fundam. Stil.'cult. . e ’l Cellario t)rto- 
graph. lat. ’ ' ' ' ‘ ' 

(2) La X , e la Y, lettere greche, non si usan eh a’ in 

parole latine, per lo più dal Greco derivate, come AJexis 
J(enes , Hyomui , Syaedus ec. La Kuion è che ulta - lette rh 
affatto greca. „ , • 

(3) Cosi dette , perchè son come 1 ’ anima .. di ogni voce 
distinta; cioè di ogni sillaba.. In Latino sono sei coll’ y. 

(4) Dette cosi, perchè non rendon suono , cho colle vo- 

cali , servendo a produrre le v.irie modificazioni delle mede- <' 
sime, ed a formar le sillabe articolate. Tutte perciò di.lor . 

ifatora son mute , e per pronunciarsi , o cominciano , 0 fi- 
niscono per vocale? ‘ ’ ' 

(5) La sillaba semplice h profferita con se’mplìce apertura 
di bocca , e può costare di una, o di più vocali , ma senza con- 
sonante còme a-mo , uo-po ; art/colata è' quella , di’ è proflcrita 
articolando, ossia movendo le labbra , o la lingua, e costa di 
vocali, c consonanti insieme. Le sillabe articolate posson co- 
stare di 2., di 3. , di 4. , di $. e talvolta di 6. lettele comu 
^0 ma Litt-guai chia ro y Squar^cio, Schisu-tai ._ 


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}■ 


aa XrrM. Pjkt. I. 

g. I dittonghi (i) sòtio siH-ibe' eli due 
Totali. In latino sono il', oidiaavio' cinque , ,AE , 
OE , j 4 u , Ei , Eli. 1 piiini tlUb sono strétti 
perchè vi suona la sola «'(a); e gl! altri tre 
apei'li i perchè vi suonano amendue le vocali (3). 

10. 1 Dittonghi italiani son pure altri stCfcL- 

tì,*come Eo-mo, , G/à ec, ; altri caper- 

li : jÉura « Euro , Mio , "luo^ eci (4) Vi si han 
f ure 'de’ Tritlongìd^come Miei^ Tuoii^ P^uoi èc. 

Delle Parole. 

. I .-«i* j J < I t • * 

11. Le parole sono gli elementi del disco- 

so’ , ed i segni, ch’esprimono i sealiraenli del- 
r animo (5). {, ^ 

I ’ 

(i) Dal greco Jy^ b»?, e. yyos . son’tts , per 

esservi il suono idi due vocali. - , 

(z) Come Praemiumt Poettaio legati cosi: _pyaemiam , 
foena. AE masi 1 . in quattro Càsi ; della I. Declii». U. 
Nella Ptepos. Pr«e ; III. in quelle voci venute dai greco, 
ove hàiuio il dittongo jn. at , come Aegisius , , Hae- 

ree ec. Talvolta non è dittongo , come dn A.-r , L.ìertes , 
OE ( eccetto Pe.-na , C*eeus , Coelum , ed alcun altro latino ) 
trovasi *1 più in parole derivate dal Greco, ove haimo il 
'dittongo Qi 01 f come estro , OewpAervw fiasco cc. 

, ( 3 ) Come Aurum , Heì 1 Eurus. 

' (4) Alcune voci si usan "come Dittonghi per entro il 
verso, e come ^ssillàbì in liife , e sono lo, Noi , Voi, 
Mio, Tuo, Suo , Lui , Cui , Dio, o .litro simile . Alcune 
s’ usan come occorre, cioè 'come Dittongai , e Come Disv- 
iati, P. e. G/o- riose o Clo-ri-OiO , Maestà , o Marcstà , 
Pa-gìcne , o Pa-gi-one ec. I Poeti in alcune voci distruggon 
il dittongo, come Co-re. Lo-co . Mo-vo ec. per Cuo-r e ec. 

(5) Posson le parole costare di una , di 2. , di , j., di 4. , 
di J. , di 6 ., di 7., sillabe regolarmente. Di 8- , 5. 10. , 
ed anche di n, sono rare V. il Buomm. Ttat. 7. c. 5. Si 
dicon Je parole Monosi 11 abe , Dissillabe .Trisillabe, secon- 
dochè costano di i., di 2., di 3., sillabe i e Polisillabe in 
gcnorale tutte quelle, che compreudon più di una sillaba. 


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DglhE PdltOLB. ’aJ . 

ia/Le SPECIE delle ' Parole sono oUo , 
Nome , ProiKTOie, Verbo, Participio, Prepostone, 
Avverbio ,v Congiunzione , ed Interjezione : le 
prime quattro sono-dcclinabili , e le altre, quattro 
indeclinabili (<)• . 

i 3 . Divideremo per tanto la Etimologia in 
due Libri. 'Nel i. . delle quattro specie' deciiiia- 
LHi , e nel a. delle altre quattro indeclinabili 
ragiouereino. . " ‘ ' 

Li B R 0 I. 

i • • 

Delle quattro specie declinabili di parole. 

C A P O I. 

^ ^ Del Nome- 

r 

14. Il' NOME è una specie declinabile 
di parole , che serve qual ^egno , oivr esprime-' 


(1) Comuneijiente son dette P/irti dsH' Ovazioiu •. denoJ 
mi Ila zi One che non è j^ià la più precisa, come quella, 
che ha dell'eccesso sul ^soggetto ; .giacché patti dell*' ora- 
zione soli pure ( c fórse con più di proprietà». ) i periodi , 
i membri , ^Pincisi , l'esordio, la narrazione ec. In Irai, si 
han di più il Segnac.,e l'Artic, Maquesti lungi dall’ espri- 
mer Sentimenti dell’ animo , son piuttosto segni de’ segni. 

(z) Some» pressoché sinonimo di Nota ( segno ) , detto 
a »otjnio-N\fei il traggono dal, greco ontma., da Hemcin- 
distribuire. L' una , e l’altra etimologia trovasi verificata 
nella differenza de* Nomi proprj , e rei»»n/>, Perocché coi 
propri dinotiamo- le cose in particolare , e coi comuni le di- 
stribuiamo in classi, Altri il deducono a notcenJe, quasiché 
uoi non conosciamo, ebo^ex suo mezzo le cose». 


/ 


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a4 J Errm.. Lisno 'I. 

re le cose , le idee , che ne. abbiamo. EJ è 
di due specie, Sostantivo, ed Aggettivo: per- 
chè due, sorte di cose in generale si hanno in 
natura, sostanza, e Qualità (i). ' ' ; 

Proprietà del Manìe. ; . 

i5- Le PROPRIETÀ’ del Nome in Etimo- 
logia sono cinque; Generi^ Numeri^ Casi>t 
Declinazióni , c Persone. 

I Generi in Latino -sono 'tre : Maschils 

Femminile^ e Neutro. In Italiano due , M. , e F, 

I Numeri sono due : Singolare, e Plural^y 
È Singol. se dinota una sola Cosa , come il libròy 
h Phir. se esprime più d’ una cosa , come i libri. 

« 

(i) E* tra ontologici principi , che col nome di coiit 
s’intendono e le sostanze, e le qualità. Sostanza è tutto 
ciò , che sussiste da per se , e sostiene varie qualità, punii- 
tà , proprietà, attributo , che son lo stesso, e tutto «.iò, che 
non esiste se non inerente alla sostanza. Questo libro, p. e. 
è una sostanza; quadrato, nuovo, bello, tuile ec, ne sono 
le qualità. Anzi le. qualità stesse artraxtamente son concepite 
ah^ esse come sostanze, che sosten^n pure le lor (Qualità; 
come la gioconda felicità , L' officiosa bontà ec. La divisione 
dunque del Nóme in Sostant. ed Aggett. sanzionata dall' uso 
pereme , e dall’assenso universale de’ G ramatici , è del pa- 
ri metodica, che ragionata e naturale. Nondimeno' a qual- 
che moderno è piaciuto, con deHe riforme sconvolgenti, esclu- 
dere dalla classe de’ Nomi gli Aggett., asserendo , che que- 
sti non si debbOn chiamar Nomi , perchè non s* adopran 
• mai per nominare ninna cosa , e' che s’ aggiungon invece ai 
‘Nomi, per esprimere le qualità o determinazioni delle cose. 
Ma oltreché le qualità si concepiscon , come si- è detto , an- 
cor; esse quali sostanze non le chiamiam noi pur cose , allor 
che diciam, p.e. t cota bella la bontà > cosa trista la miseria ì 


n 

C, t. Del Num^ , a5 

I Casi sooo sei : 'Nominativo » Genitivo , 
Dativo^ Accusativoì^ Vocativo^ ed Ablativo, 
Le Declinazioni Ak Non^i soq^o cinque , c 
si conoscono dal Geuif. sing. , il quale se tenniua 
In AE ,• è della i’*' ii .. * 

In I , è della a: i r 

' In IS , è della 3 : .•■ >•■! •> ’ . . 

In US , è della 4t* ' l » • ' • ^ 

In EI , è delia 5.-> < •’. ; . ^ . 

‘ !‘i ■ Le Persone sono tre. ' . ’ ■ ' • 

/o, e iToi,. c.di persona ‘ i'* " ' 

• - 7u ^ P^òi ,\cs>a tutt’ i Vocat. ^ dì p. a. 
Ogni ai U'o' Nome è di- pecs.! 3. g ti*. -» 


. O 5 S E R V A Z JAM l ' ■ ;* 

, -La’ distinzione de’ Gen*eri , de’ -Numeri , e de’ Casi ha Tat- 
to variar ne’ nomi la termina/.ione. ' . \ , 

I Casij, comèchè ciascuno di essi abbia varj linicj , pUr ' 
re han tratta la Igr denflminai. da quell’ ulficio , che sembra 
esser loro più naturale. Il JSóminjtivp , detto ancor Caso 
( d*ritto._.)', perchè nomina direttamente le cose , a 
difterenza degli, altri Casi , detti al contrario . , 

rappresenta sempre il soggetto della Propos. ( Il 
quasi genera tanto i casi sussecutivi, che ne sicgutin la quan- 
tità ,e l’ analogia ,, quanto il suo sostant. reggente,, p. e. 
caior fffnis , ove caìor è come generato da /g»/r. 11 Da^Và 
esprime d’ ordinario il termine dèi dare. L’ Aicusativo ei^tri- 
me il termine dell' accusare , e per analogia , d’ ogni' altro 
verbo attivo. Il UiKai/vo dinota la persona, che sì voca, o a, pui 
si parla. U ÀblAìvo , da ablatum tòlto, dinota il termine , 
da cui si toglie qualche cosa ; comechè poi serva adaltr! irsi 
ancora di analogia. ' ,j 

< Le cinque Declinai,, siegaon 11 ordine' approssimante 
a quello delle vocali , che sono nelle desinenze sopratutto 
del Genitivo, • ■ ■ ^ 

Perjona i.^è quella , che parla di seV'CÓme io amo i z., 
quella, a cui la prima paria: tu ami; 3. è' la pers, o cosa 
di cui ^ paria, ; - •. - ^ ‘ , j 



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2^6- i'r/iir. Ltano I. , _ ' 

S B z. 1 o' N E I. 

Del Nome Sóstantioo. 

i6. H Nome SOSTANTIVO è quello., che 
indica la sostanza (i4) con tei'tniimzione o ma- 
schile , 0 femminile , o comune , o iieulra (i). 
Egli è di. quattro specie, Proprio, Comune ^ 
Collettivo , ed Astratto (2). 

17- Proprio è quello, che' dinota gl’ indi- 
vidui , come Dio , Gajn , Poma ec. . • 

18. Colmane è quello , che dinota le spe- 
cie , ed i^èncri, come animale^ uomo ^ ca~ 
vallo. Città ec. ' 

(i) Secondochò accenna o maschio , o femjnina , o amen- 
clu* , o nè l’uno., nè l’altro- ' 

(i) Qiicsta divi ione riguarda la m/r/ct-//». Dividesi ancora, 
n sostant. in Semplice, 0 Composto, Defivatìvo , Diminutivo, 
per riguardo alla forma, h' semplice, p.c. aurum, pater. E’^ Com- 
posto, 7 senatusconsultumce.? qui se i composti son 

due retti dcclinan amendue : jusjurandum , jurisJuran.H ec ^ 
respublica , reipubUcae ec. ( in Aherut:r declinasi solo Uter) . 
Se poi uno siane obliquo , questo non varia. S;natuicO"sul- 
tum. patUrfamUas. E’ Derivativo aurora, patria, v'rtut i. 
timor ec. da aurum, pater, virtutsot, r/mfO. Tali son pure i 
Patronimici dé\ Poeti, derivati per lo più da nomi greci 
di ascendenti ,di fratelli , dj ré ec, uscenti in tits m. , e in 
as,is, ne{,,come Peti Jet, o A''ocedes , Achille figlio di Pe- 
leo , e nipote di Faeo, Jliades, e Romolo figlio di llia; Tau- 
tnantes , adis. Irido figlia di Taumante , A:olif , tdìs, 
Alciome figlia di Eolo; Nerine , Gal.ttea figlia di Nereo. 
Diminutivo è , p. e. libellut, navicula,munusculum. 

In Irai, si hanno de’ composti I. Aumentativi, come libro- 
ne , .ionnone , equivalcilti a libro grande donna grande e son 
tutti maschili. 2. Peggiorativi: libraecio , popolaccio ,c* popo- 
laszo, plebaccia , plebaglia , gentame, omicciaito, giovanastrot 
cc. , equivalenti a libro malo ec. j. >Diminutivi ; eaneftrino 
canestrello, canestruccio , canatrazao ; omicciuolo ; cd alcun 
Aggett. grandicellOf pochette, sorjjstro, verdigno', pov?V\no cc. 


Vpt. ffoMS 57 

fg. Collettivo € quello , che intljea porzio- 
ne di una specie ,^c"oine gente , popolo ; eie/*- 
cìto: turba armento ' ‘ » 

20. Astratto è (jiiello \ clic indica «le tfiià- 
lilà concepite a guisa- di Sostanze : frinii , Ini- 
zio ^ bellezza e,c. (i 4 - «). 

2(. In ordine alla Declinaz. $o;io i Numi 
sostant. o regolàri, o irregolari, de’ quali paiiita- 
mcnle tratltTerno. " * . . . . .. 

O'SSERV A zÌÒnI 
h Suì-'Komì Proprj , * Comuni, 

Per comprendere questa dIfFerenza di Nomi-\ conyicn 
sapere che s’intenda per individuo, Specie, c Genere: IN- 
DIVIDUO dicqà ogni cosa singol. ed unica, come yirgìUo, 
Roma ec. SPl’lf’.lR diced una classe di individui simili, come 
uomo, quadrupede i rottile 1 uccello, pesce eo. GENFRf poi 
dicesi una classe di specie simili , come classe mag_- 

giore , che comprende tutte le dinotate classi minori , O 
specie- Onde si scorge che il Genere si divide nelle specie , e 
la specie negl’ individui , ne*' quali. 1’ analisi , o divisione si 
arresta; ed è perciò, che son èssi col nome d’individui in-^ 
dicati. Óra iNomi degl’ .indi tridui sono i Eroprj , o partico-' 
lari , e quelli delle specie e de'generi sodo i Comuni , o Uni~ 
Deric// , che i G ramatici han chiamato aStùvcienti Appellativi , 
Sovente una classe è genere, e specie 'rispettivamente. 
Verno h una specie rispetto al> genere Animale ,,cà h un ge- 
Bcre rispetto alle specie subalterne Maschio, t femmina. 
In oltre le specie sono o naturali , 0 civili. Vome , Ma- 
schio, Femmina, Cavallo cc. Sono naturali. Maestro, scolaro, 
artiere ec. sono civili. Così oltre al' nome proprio del mio 
individuo, io ho i nomi comuni naturali. matcA/e ; uomo, ani- 
male; e i civili scolare , maestro ec. secondo che mi consi- 
dero 'appartenere a ciascuna di tali specie. . 

'I Nomi Ì 50 Ì Ptoprj sono'o univoci, o equivoci. Gli 
Vnivoci indican sempre una cosa , e sono 1 - i nomi delle 
persone . Pietro, Cajooc, li. I noirvl delle diti? Roma Napo- 
li ec. III. i nomi delle parti distinte della terra, Europa, 
Italia, Francia", Inghilterra ,~'Appenttino , Pò ec, * 



28 Etim, Libro I. , 

CJi Equivoci propriamente indkan una cosa, ed iinpro- 
priàmente uiv altra 4 Tali sono 1. Cielo, T^rra, Mare, So e t 
Luna: Para/fiso, Mondo, o altro simile. TI. I nomi delle 
sostanze elementari, o sirpilarl, come ostigeno , idrogeno ec, 
aria., acqua, oro, argento ec. 

Sui JS orni -^jis4r. Ufi. ;• 

Le qualità si posson indicare in concreto , e .in astratto. 
In concreto , cioè coerenti alla sostanza s’ indicali cogli Ag- 
gettivi in astratto , cioè come separate dalla sostanza , coi 
sostantivi ( 14. a). Dirò in concreto; La neve Jtianca ( Sin- 
tassi di concordanza" ) ; ed in astratto. La biancheS’Va deliro, 
neve ( sintassi di regginiento ). 

ARTICOLO 

, , ,De*. Nomi Sostq.ntìvi Regolavi. 

-V. I ; • . J . ^ ^ 

.*' * 22. I ^IJorai Sostantivi REGOLARI , sona 
quelli , che clecliuau. coslautemei\te secondo una 
regola*(i). ' % - ■ 

up; italiano 

. . , De' Segnacasi y ed Articoli, 

aS* Tré sorte , di segni vi ha , appartenen- 
ti ai Nomi italiani , i Segnacasi semplici , i se- 
gnacasi articolati , e gU Articoli semplici. 


(i) Una cioS delle cinque sudJivisatc .regole di declina- 
zione ( t-S )• Prima però di far passaggio alle lor Tavole , 
ragion' vuole che il giovanetto appari la declinazion de’ No- 
mi italiani, consistente del tutto in quella de’ segnac.-isi , essen- 
do i nomi italiani iadccUnibUi affatto in quanto ai Casi. 


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C. i. -Del NomsI agi 

I 

SEGNACASI SEMPLICI. 

24. I segnacasi semplici sono Di /A , Z?<j, 
che dislinguon de’ Nomi i soli' Casi (1) : Di 
pel Genitivo , A' pel Dativo , Da per T-ALlat. 
ili amhi'i Generi , e i_ Numeri. Eccone la 

t'a vola , •; 

Singolare • ' ■ -Prurale 

N. G. D. A. V. A. N. G. D. A.Y. A. 
Cajo di , a . . . o , da , 

Anna , -v . .. 

Padre padri , di , a e , dà 

Madre . c . . ' . ' . 

SEGNACASI ARTICOLATI 

' 1 Segnacasi Articolati (2) sono Ili Zo^ 

La,f ché’ dislinguon i Cori, 1 generiti numeri^ 
e ’I SI gnijic aio., QÀi ca la distinzione de’ car/ i 
generi^ e, numeri ecconc la ' .. 

* \ . 'j . 

^(i) Cioè quando la sola distinzione de’ C^i vi occorre} 
com è d'oriiinario ne’ nomi proprj «»/doc/i{ 21. oss. ) , ne' 

K Pronomi , e sovente ne’ nomi comuni atìcora Vedi appresso 
6 - ^ . 

(2) Comunemente son detti , trticelh perché a somiglianza 
degli articoli dèi carpo, umano , che distin^uon i membri , 
distiflguon essi le .une dalle altre lecosesifaificatè dal h^ome; 

e le patticol^rizzaiuik . , ^ .. . 

\ 


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3o 


Etim. Lteno J. 


■:T A V 0 L A 

■j 


■ ^ 


Singolare 


k'/ 


JN. G. D. A. V. 

Il , del , al , il , 0 dal 
Lo, dello, allo, lo, o, dallo 
La, della, alla, la, d, dalla 


Plurale \ 

N. G. D. A. V. A. 

i , dei , ai , i, o, dai 
gli, cUgli, agii gli, 0, dagli 
le,delle,alle,le, o, dalle 


Regole del lor uso. 

. hG. IL usasi coi nomi 'maschili., comihcianti 
da luti’ altra consonante, che S inipura (i), come 
il poeta, il signore ec^ 

i' > . 37.. LO usasi’ coi nomi maschili cominciaii- 
ti (la vocale (3) , e da S impura, come V amo- 
re, lo scolare eci 


fi) Con In, Con, Su, Por s’ incoTMra cosi: Nei, Nei , 
Nc', Col , Coi , Go' . Sui i Sui , Sù , Pei , Pei , Pi ,0 Per lo 
Per gli , e talvolta per li, articolo tutt’ altro antiqaato. 
S impura, cioè nOn pura, non semplice ^ è dettasse va uni- 
ta ad altra consonante , come , lo studio , l<s specchi 0. A\amì 
a Z altri vi credon più proprio il, altri , lo altri danno il 
primo al Sing. , e T altro al Plur. Noi ci atteniamo al pa- 
rere di Jacopo Faceiolàtl , il quale negli Avvertimenti gra- 
maticali all’ Ortogr^ifia Italiana ne da rutt* il dritto ad 1/ , 
cui tcngon, con/ei dice, l’orecchio, e l’uso ancor d’og- 
gi in preferenza, ’e diciamo con lui: U Zucchero , dei Zue- 
duro ee. ' ‘ 

(x) l , Con , Su , Lo, n La vi s’ inoorpprano , dicendo- 
si Collo, Cogli, Colla, Colle, Nello, Negli , Nella , Nelle, 
■Sullo t Sugli, oSr-tf//, Sulla, Sulle. S^idl por dirsi Con lo. 
Con giti Con ta , Con h. Lo usasi dopo PF.R'f 27. i. )• 
•Pelle, Pelfa , Frmilr, Prtilla ,< Trailo, Con il Cw» sono 
modi riprovati. In lo , in li non s’ usan, thè raro in poe- 


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l 


. J 

c. I. Dbl IfoMÉ. 3 l' 

28. LA usasi con luti’ i nomi fenfminili , 
come l ammay lg anime eresia ■, l' eresie ec. 

29. Circa la distinzione del significato s’ u- 
san gli Articoli I. coi nomi Comuni y ner'de» 
termiriai li- precisamente o a tutta tma classe 
d’ individui , o ad un individuo solo (i). 

, • 3 o. IL Coi proprj univoci ( ai. oss. ) » 
per marcarne>una particolar distinzione, o de- 
terminazione. _Cosi densi talora alle donne s v la 
Malia , Va Beatrice ec. ed ai cognomi di uo- 
mini distinti : Jl Petrarca , il Bembo ec. Cosi 
pur dicessi : V Jriaserse del Metastasio , per la 
di costui Opera ; il^Dio d'Jsacco ; H buon Dio; 
la bella JSapoli\' V Europa bellicosa'; L'Italia 
amena ; presi così in tutta la loro estensione : 
senza cui , si dice , p. e; Partì d’ Eujvpa , 
nato in Italia ec. (a). • ' . 


sia. Appresa bene e distintamente la declinaiione dì questi 
segni sulla lor Tavola . si faran declinare ih Union deTS 

’ 

^iceaiò y V e. L* animale Sente } L' sunw raolfma 
sode ", Lessi il libro-. Ha i libri: l’Arfir^la 
thè il Nome additi distintamente fra tutti gli enti la classe 
degli animali ; fra gli ammali la classe degli uomini ; fra 
gli uomini , quella degli onesti ; fra tutt’ i libri , quel libro, 
0 quei libri , che sapete.' Se poi dirò; Animali si trovano sì 
^o>solam ec.; pon veggo uomini', non ho libri ec, senz’ Ar- 
ticolo . or^ og^nun vede, quanto il significato sia vago ed in- 
determmato. Ciò che siegue dai §.zp. fino a ,j.y. si potrà ne- 
gare ai tironi fanciulli. ^ a f 

C*) V' ha di certi nqmi di cìuà , e d’*isole, cui l’ uso 
^ Mmpre 1 articolo: U Cairo, la J^irsmdoia ec. Za Ceft- 
loma , la Marea ec. 11 Nome. Papa va sempre coll' Artic , 

il Papa Lee- 


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3a ^ , Erm.' Lttào t. ^ • 

• •• '3i. in. C(A proprj equivoci., per dctermi- 
nàfli’al significalo proprio , o' ifasVàtato (i) ; 
o‘*(juando le soslanze elementari , o similari ( 21 . 
oss. ) s’ iadican' 4rt tutta ’ la 'loro estenzione b 
in' ùha ’delertninata porzione ( 2 ). ‘ ; ‘ ' *• 

* Sa.'IV. Coi pronomi indicativi 
desimo ; coi Possessivi \ col relativo . ^ 

e con qualche Numerale , come si vedrà a suo 
fùogo, ’ ■ • ' 

33.'-Uniti piu Sostantivi diversi,, 1’ Artic. 
dassi a tulli : Il padre , ed il figlio. Buoni 
Autori han pur fatto altrimenti. Coni è il di- 
giuTio*^^ ciliccio .,' lagrime , disciplina., simili 
cose' ec. Passa?. . Se sono poco distinti , e tut- 
ti d'un genero basta un Artic. ; Coli ajuto e 
-favor vostro. Con più aggeli. , ed un SQstant.y 
basta un Articolo : Il dotto e pUziente maestro, ' 

ARTICOLI, SEMPLICI. 

. ’ * ) * . / ' 1 ' ... 

34 Articoli Semplici o Indetermibati son 
quelli, ehe senza distinguer Casi , servon solo 
.a J render, indeterminato- il significato de’ No- 
mi: E sono uno,, una , Dei ; Degli , Delle 
.per le quantità discrete (3); e Del^ Dello , Della 

I* - ■ -i * 

’ (i) P. e. Il Cielo st.elUto, il Ci^lo della camera^ In si- 

gnificato indifferente',' vi s’ usan i “sein olici, p. e. Fatto a for~ 
•ma di Cielo. - , v ; 

•j ( 2 ) P. -e.' L’ oro più prezioto dell’ argento. Non ho l' oro\ 
cioè la quantit^n che occorre pel tal lavoro. Senza tali de- 
terminazioni, o in significato traslatato, vi s* usan i semplici, 
come nan ho oro , F età d’ oro , d" argento cc. ' . 

(z) Discreti Son le quantità distinte per numero , come 
sono I Gentri-, e le Spicie ( zi. ost- ) Ho un libro, ho dei 
libri, dir voglio di qualunque indeterminatamente. ' 


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Cjp. l.' N óme. 33 

per le contlnae (i)., e dei nomi astratti ( 2 ). 

35. Sono dunque gli Aiticoli semplici ia- 
dinerènti ad ogni Caso , . per la cui distinzione 
vi si accom|Kignaiio i Segnaci semplici. Cosi N. 
Mi occorrono^ de' libri , G. Ilo/ bisogno di, un' 
libroj D., Do il mio a, degli ingrati. Acc. /?<*- 
temi dei libri , del pane (3). 

■■ OSSERVAZIONI V ' . 

Sui Segnacasi in generale. 

Osserva il Buommattei , che dall’ uso di queste tre sorte 
di segni ( 2^ segg. ). riceve 1* Italiano una precisione mag- 
gior di quella che avesse il Latino. Così secondo lui , lad-' 
dove noi diciamo in. tre differenti significati: Bere vìni-^ 
qioò non esser astemio: Bere' il vino., cioè tutta una data 
quantità : e Beire del 'i)ine , qualche porzione indetermi-. 
àata jf i Latini dkou scint>re: Vinum bibtres Ma quale impU^ 
cazipne-, -qual dis»ipa?iohe nelle lor j-c^òle presso il comune 
de’. Gramatièi ! ’U citato' Autore, dòpo dì àVerfie fi.n alfa 
nausea favellato, cOnchiuse esser, la mat(*iM degli Arricoli 
aifficilissima eJ intrigata. Quindi di tati’ i fal[i , che vcgg^{^ 
eL sovente -pltraggiar -le bélle/ze della .lingua dipintrice e 
canora"! pochi spi» quelli, che non siap rcnetto dell’ imue- 
rfizta di queste règole.. Basta •!’ esservi vot-satè per convenir- 
ne. Tan.’ .importa che si abbian dì quasti.segni'idée'giuste e 
precise. l'-principi altrettanto^ semplici , "quanto naturali, a 
cui gli abbiam noi richiamati , comproVa'oo che noi vi avrem 
portato del non lieve rischi.araii}ento. . 

I tri: Segnai, lenijil.ci son del mimerò delle Preposiz. 
impiegare alia distinzione dp’ Casi, Qenit., Dal, ed Ablji. ; 
gli al tri si* fan- di^per te’ stesM distinguere . il primo come 
il soggetto d’ ogni proposizione, e’I quatto, l’oggetto dcl- 
1' azi one del Verbo ,. o della Preposizione. 

j 

( 1 ) Continue son quelle , le cui parti son tutte della.stes- 
sa natora , formando un tutto continuato, come sono le so- 
stanSc elementati e similari ( 21 . oss. ); Cosi dirò ; motti 
corpi hanno dsjtn Ivce: Datemi dpi vino, del- 'pane. 

(s’X pi t.‘ Egli ha >drl la "prudenza \ della bontà. 

■'(^) C0n Aggctt; può di rsi b'V e /Jei . c dinota af" 

quanti, Eranvi di , 0 de' valenti uomini. ,i 


■» . 

; 




'K 


■ ' i. 




■ 

. 




A't). irti. /. 


J* • • • t U t « • * . 

,' . .* Sef<mcaii artholtit' hanno origine dal Pron. laf. Ulf 

•CUI son di latto equivalenti, .Nella lancinllczza della lingua 
non ebbevi che un solo Artic. m. , cioè Lo. Ma quand’ ella 
a prender co, ninc.ò^ fattezze migliori ,’-ed adornarsi adulta > 
delle SUO' grazie , reUtonia tè conoscere, ove il primogenito 
.. , non Tacca che suono ingrato, e quindi l’ eufonia ’mecÈsima 

pxodus&c II secoi^aogcnito IL,> .» 

' . ' ‘.--v" ' ^ ^ 

‘ avvertimento 

intorno alle Tavole seguenti. 

. 't, M F'"'® m. notato per intero in capo a ciascuna 

av,^ c che e il Regolatore della Declinaz. , addita le desi- 
nerfzc gCncj;ali' tie* Casi. Egli si è compreso in un terso, se- 
■ • guato le sole sillabe desinenti di ciascun Caso, le quali in- 
^ tegrano il no, ne, unite alla i. parte radicale del Retto. Coil 
y . . possasi in a colpa d’occhio distinguere i Casi sìmili , 
e dilierenti. Gli altri nomi appresso .mostrano o i generi , o 
1 eccezitmi in qualche Gaso- dal Regolatore V o I vat}, fini- 
' fomcchè nella 3 . rton tutti può la Tav. in- 

dicarli, ma che si posson nell* Appendi seguente vedete./. 

• «sendo di già nell’italiana declinaz, il fan- 

• ( 1°' “ ), sarà, solo esercitato or qui nel latino, con 

P°5 e proseguirsi , ma separatamente, e pri- 

ma ^coi Segnacasi Amplici ( Z 4 . ) , indi Cogli aiticolati , fa- 
cendosi colle analitiche esplicazioni , e cogli esempi vedere 
Mine SI covispondano , ed a .vicenda si traducano ne’ lor 
Casi rispettivi. , . ' ^ * 


. -.jè'f 


y:- 'Vv. . . . 

ì •. . ■ ■ ‘i - ■ - 

V' >-. ■ : ì ,. "■ 

;v ; ' ' . ^ '•f.V-- • .. • 

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V 


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I V- 




Cjp. I. Nome. 

m 

' T AVOLE 


35 


■ Delle Declinazioni de Nomi Sostantivi. 

PRIMA DECLINAZIONE .. 

:• . Singolare Plurale 






N. G. D. A. V. A. 
ae , arum, is , as , ae , is. 


N. G. D. A. V. A. 

Poeta , ae , ae, am, a , a 
Il Poeta , 

Musa/. • 

La' Musa 
Advena c. 

Lo straniero 
La straniera 


'v' S E RV AZ t O N t 
, Sul Latino, 






La I. Declin, ha solo il linimento in A c m. c £ di eo 

Alcuni f. hanno il Dat. ed Ahi ninr i 
^us, asina^s.^Boaius, /amuLuìj. distingue rii’ col) ' 

chi! nn...» — ..i “ «unga, e.l Cte/r/t. plw. sincopato in aual- 

ereco, Jenoat/um,Darttanf^um, per Aoneatlar^^^ 


i' 


* • ■« ì 


.ì '> 


•\ 

/ 


36 


Ertit. Lh. r.' ^ ■ ' 




Sut)Gr.eco{ J' 

Varf Nomi Greci in As,’e £s*m., e in £ jT. vi'ajmr- 
tengono ancora. Eccone l*inftóssione«i;r ' . i»'.'. xV 




. 1 




Tiaras , -x ae , ae, am 0 an , a;, a, ?/ turbaMi (i). 

Anchises , ‘ae , aevem o en,}è'V e, f'Ànchhe (2). 

Murice , es, c, em o cn, e, è, In musica (3). * ' . 

secónda '.DE<:UNAZIONÉ 

jD^poiiii-utiV T‘’ì, tor^ is/ó^* ' 

: Il SiaÀòte ' 4 ’ • - V 


4 


Signote 

Jtjìglio 

Magistcr er‘ ' ;* 

JL maestro . , • f 

y\v ' 

* • X.’ uomo - _ . 

Col US f. 

La conocchia 


» * • * '• ■*'x‘ ' *'■ '<•••^1 

i- :Vitófv7>-V . 
’x ■Mai.jV.f A 

, .;. ■ ' ' '( A; ■ 

. i / j ■" "il .VVjl.Si<l#‘ _ 




■ t 


Tfemplum p. pni, um ' 

H tenipio'^^,' ^1 •.' *.•> 1 - ••. 

■ ■ ' ' •' <'•’ , »■ ••,'•/. 1 I, \'..‘'.V.i 

' ■'■* ' '■ > /■■•■>, ■ ’■. ■ — )' »x-x,Vf., > ‘ 


'Nrviin . ■ . • I 


r\f 


'St 


^ U} 1 *^ -» <■ • r‘ 

T -X- .1 : : 

. , • • • ♦/•V » 

•' - .• •; -jt •. i'f' j'ciì 

'^T ■ ■ ■ .' • -V'- . 

■ y' ■ \ ■’ 


•S* • . (i') Gosì' Acne Ay yThorhaS pci '""i,» ' . x ■ ' ' ’ 

r-/i) Cosi i Patron mici’ m'’PeÌidi!S ^ tlladts, Darj'stni^ts 
'>ecv( : ' • -x. x..^, •• > 

^3) Così pure JRhetorìee', epìtmo , i quali 

colia desinenza in '« h!<n l’ inflessione latina^ Nel Plur, c tn. 
e yi infietton tome i latini. Dardanidàtì àrum , Epiiemae , arum. 


•. OigitlZed by,Cv<)gI 




Gip. /» Noni:. 


37 


o s ^ 4 z 1 0 is I 

Sul Lutino. > 


Ncir.i;-2. si coiri])rcn 5 on 6 '’molti nómi in Ui» in. c aniiTja- 
ti , è inaiiimaii , come p. e. Avus , jbitvusy nt.tvus, pas,-uu} 
avunculm , vitrici^i , pnvipnits , eq'Jus cc. , caluaiUs , pìltus , 
pesiutus ec. c vs*rj t. inanimaci, derivati dai Greco , ove soii 
anche f, quali sono nhj^iui , atvui , chry'taUus , diphti ngus , 
éxcmui._^ hu'nus 1 inetìioilui , oerioilu* •, iynodus (i"), e i nomi 
degli Alberi: cerasus , matusy trtot'us , fyrui cc. Varj finiH 
in U.R , e taluno in IR, m. , come Ag r cui ter , Hb(r, py. 
raster cc. vir , levir cc. E tutt’ i finiti in UM n. Atram.n. 
tum . Bellum, BuMum , Ingenium ec. , e d’ ordina n"Ò l nomi 
de’ frutti Cjerasum, malum , mOrum , pyruui cc. i gnnli , come 
ogni altro nome 11. han tré ‘Cjisi simili; N. , Acc. Voc. che 
nel plur. fanno in A. Ve n’ ha uno in uy , cihc Satus- sa. 


gett. Pelagli ! , virus sono n. -, 

'D$us- al Vocat. ^ simile al Retto secondo il greco; al 
• J’iur. fa Dii y e, Dth , o Di , e Dii sincopati. Dio sing. ha i 
Segnac. semplici ; Dei in plur. ha l’ arricolaró Gli (27I. 

* nomi propri in W 5 , e t due poimmi f ilius , « Genius 
hanno il Voc in^j; Antoni, Gai y Pompfi ec. (2); chp pur 
anticamente rcjjbcrpin e, come Antonie cc. V. N. Met/fàc. 
75X. degli accenti. 

' sing da’ poeti suol sincoparsi cosi; Corniti y 

peculi ^ér conulii^, pecàlii. Ed .in plur. Deum ^ ytrttmy Put- 
rum, ec. por Deortm jyc, ... «ly' 




A" ' . ■ * * ' * ' 

^Orpfmui, Pro'hétts , Tkìséut e'^Jmlì nomi greci, so* 
glfon dirsi >al Vocat. Orpheu èc.. Trovasi QrcJieos G. , Orpheé 

■•ÌÙm m.' (^atììfìmrt *-ma ntl/kCf?! A JTmI I _ ... 



(i) Tutti questi , eccetto Huàus, sono al contnarió m* 
ùi.Itàl. 


( 2 ) t f roptì greci 1’ hanno in e, come Cynihie ec. > ^ 


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V 


38 


£tim. Lil. I. 


TERZA DECLINAZIONE 


\ 


N. , G. D. A. V. A. 
Pat-er , ris , i , em , er , e 
Il padre ’ 

Mater /. • 

La madre 
Vis 

La forza 
Hom-o c, ' ’ 

V uomo ^ e la donna 
Curp-us n. US , us 
^JÌ corpo 


im' 


N. G. D. A. V. 
es, utn» ibus, cs , es , ibu 


■ f ' 


vires 


ra 


.t - 

• 


ra , ra 


ì: 


O & S B R V A 7. ì O N l 


■ 


Latine.' 


y 


Molti sono i finimenti della nè posson perciò qui tut< 
ri in breve additarsi per la distinzione de 'generi i ma pos- ’ 
son vedersi in un* Append. in line di questo Capdl' ^ 

L' Acc. fa in Im ne* f. cucumts ptivis , securh , sìtìs 
tussis, vhy c Neapolis : In Em,,e Ini in eUvìs y fibris , na- 
vis , pupph y vestis , ìurris. 

L* Abiat, é in I I. nei dinotati eoli’ Acc. in va (i). ir. 
Ne’ nomi ». in .S, Al , Ar (2): menili y animali y calcari ec[ 
c ne’ nomi de* mesi, come SepUmbri ee. HI. I simili agli agl- 
gett. Aedilii, aqualis, UrigiUSy véctis y tridens ee. In onnal, 
tro Sostant* l’Ablaf. ta iti e. - ' J 
’ Il n. p!ur. è. in A. , se l ’ Abl. sing. è in E : come tem~ 

> pera ec, ; in lA, se 1 * Abl. è in /; MonUiji^ calcaria cc. 

(i)'Lo hanno in ^ c. / quelli coll’Accus. in ena, e im 
( Restis y ha solo in e ) ; ed , Cinis ^ /£»«', Ras y e 

vari altri ^ benché abbiali l’ Acd. solo in em. * 

■ (2). Jiceetto Caasape , Sai , Par , Hepar , Jubar, y^ Nectar , 

/' che IO hanno in ’ ’ " ' . ' . 


Diylii^ieu by GoOglc 


Cjp. I. Nome. 


^9 


Il Geni/, plur. esce in TJM , se 1’ Abl. è iniE: Juvenum 
cnnum, nucum ec. Esce in lUM , I. se i’ Abl. piiò fare in i : 
cucumium, calcarìutn-, triremivm cc ÌI. Nc’ monosillabi in 
due consonanti: mercium, dentium , trabium ec. da mtrx 
dent. ec. 111. Ne’- più de’ finiti in S , o X : ciadium , cokor- 
tium, dotium , mhrium , vadium , nivtum, noeti tm ec. d i citi- 
dei , eohoft j dos , mas , yas . dis. IV. I nomi pliir. delle le- 
ste « Samrnalia t Bacehanalia ec. , che sicguono anche la se- 
conda nel solo genit. Bacchanalia , inm, o orum- (r). 

Il Dat. ed Abl, plur. de’ nomi in Ma usasi meglio in i\^ 
come poematis , sysiemaiis^ ec. 

, Sul Greco. ■ 


I- nomi greci aver s^lion^ ne’ poeti ^ greca lerminazione 
-IlcGenit. sing in alcuni fa OS : Pallados, Gedeseos , Tethyoi , 
da Pallai, Genesi/, Tethysyìn alcuni US: Dido , Didus-, in 
altri £/, o I; Achillei i o Achilli. . 

U'Acc. ia in a, 0 in-. Aera^ Hectora^, Genesìn. 

Il Vocat. fa in a , e , o i. Palla , Chremi , Jri. • . , 

Il Genit. plur. in on : Haereseon Epigrammaton. 
l^'Acc. plur. in OS. Crateras , Rhétoras , Arcadas- / : 

QUARTA DECLINAZIONE 


. N. G. D. A. V. 
Fnict-us US ui um US 
Il frutto ^ . 

IVI^iius /. i 
La mano 

Cornuti. •. • . 

Il corno 


« 


N. G: D. A. V.'a 

US uum ibus us us' ih' 


'•V 


, -w- - 


(i) Nc’ Poeti trovasi sovente contratto, eladimt , 'coedum 
per ciadium ec. Sovente ha quella tcrmrn.azione che thgl^le 
l’ equivoco. Cosi anium , arcium , asfium , eollium , birium 
cc. da ars, arx oc. distinguono il Genit. SaU’AcC. arevìn , 
artum , assum , virum cc. A| contrarlo artifeum , consortifm , 
municipum ec. il distiùguo'no dal Retto ariffeiun cc. ' 




4o 


'Enti. ’LiB.’yj.. 


, O S S E, R V A Z 1 Q H i ^ ,;Sl «' . 

. \ , 1 -, . ' ' . ■ : • . ' . , , •.••. ■ 

^Stilla -Quarta^ 

, _ '0 

I a 4- ha il niiimeuto in ,US w. nella j maggior parte r 

ausus , hnustus y cantus ec. 'Jomus y nurus , a<'us manti s , e 
qualche altro, sono Jl Quelli in U anche vi appartengo- 
no , e sono indccl. al àlng. , ' > 

II Dal. trova-"! talora iii u ne’ pqpti : metu ,'ìmpetU' , t//- 
ctu. Alcuni nel j. c 6. plur. fanno ul/us.-. atrctiSy artus y In- 
cus , parius , )>trtusy specus , veru , gf»« , il quale fa ganibusy 
e genubiis. 

11 Genti, sing. c’ 1 I. 4. e j. plur. son contratri di Fyu- . 
ctvts-y fructues ec,_, perchè tali nomi furon già della 3. 11 
Gcnit. plur, trovasi contratt;^ currum , nurum, ec. 

Alcuni nomi greci proprj f, hanno di- questa Dcclinaz,..,, 
il solo Genit. ih ÙS , c gli altri Cast tiiti’in O: Alectpy 
Calipso ' Clio ec. ' ^ * '1 

lEhUS , solo Caso Rètto , ha l’Acc. ip um y c gli altri 
Casi tuti’ Id ». : 

" QUINTA DECLINAZIONE 

1 ,r' »' • *. * 


N. , G. D. A, V. A. 

Dies , ei , ei «di', es, e 
Il giorno ■» - 

jR.es . r • ■ 

Za casa 


N. <?; DL.* A. V. A." 

es,mim,'ebits, cs,es, eljus» , 


; 0 5 S B.R V A Z I 0 H t ' . ' .. 

• . • . , “ * ; *V . 

*- . • • Sulla Qahita: , 

Merìdies è il "solo m. della Dies è c. al Singol. 

-il Plnr. 'Tutti gli altri' sono f. c terminati’ in -ES. 

Il JSingcl. trovasi negli antichi In e, er, e /. 

Il Dat. trovasi ancoi'' simile all’ hblar. ^ 

11 Gena. D'at.y ed plur. eccetto Die% ; Res.y e 

Speciis y ajitri mancano. ; ,, 


m. al 


'V ' ■ 


V 




Cl( H ("tl' 


1» 


/ 

i- (■ 


\ - ■> 


1 Cjp. t. Nome,. 
ARTICOLO II. 




■■il 


r j i 

De' Sostantivi Irregolari e dé Difettai. 


,^36. I Nomi Sostantivi innECOtARi , o Ete- 
rocliti son quelli, che escon di regola , variando 
ne’ Numeri o di genere , o di declinazione. 


•< 

f '* 


Varinnti di Genere. 


S’j. rVariànti di Genere sono di 4 . sor-' 

P- e- ' . ^ 

' - ■■ ;;; v 

•- ■ Sing. ■ ’ ■ . • Plur^ ’V '^'' ^ 

Tartarns ^Jvernus m. tartara y avérna ri. 
Ca'ì-basLis , Supeltex f • carbasal^ sUpélléctilia n . 
•Cpelum , Dlysium^ n. coeii , eljsii m. 
Epuhini , Balneum . n. epulae , balneae L ( 1 ) 


A ^ 




*, Farianti di Declinai. 


38;. Qtiesii '^òno Iugerùn\..^ i e' Jugera y 
, ts , ' e F a sa , ofutn'', e Domus , 
che in alcuni. .casi è dèlia a., in altri della 4 -> 
in altri d’-amendue cosi : ». *' 

Doinus,m^ ui, ùra., us, d us, drui^, ihu?,os,us,ibus, . 
'ns ' I , uum us (a) 


. (j) Jveus,, e Lociu Brenum. e Rastrum hanno iH plur» . • 

HI / , c /». 

(2) Le desinenze della ?■ si usau udio stato, 0 moto di 
luogo. -r- , 




•- 


1 - 4 

' • . i 


i 




... • ... 

, ' *.DÌgUi y iJyoDglcI 

■ * > * . L 


Erm. Lib. J. 

Alcuni son di due declinazioni Cratera, e Cra- 
ter-y I. e 3, Avaritia y e Avarilles i. e 5. 

89 . I DIFETTIVI sono I. quelli , cui manca un 
Numero. Mancali del SINO, alcuni nomi di cit- 
tà : Athenae , Micenae , Veneliae , P arisii ec.: 
perchè essi significaron già 1 ’ unione di più bor- 
ghi , o 'Alloggi I cd alcuni altri dinotanti ancora 
f- certa pluralità di cose: Arma y Castra, Clitel- 
lae , Cunae , o Cunabula , Exta , Grates , 
Jifus , Lares , Nundinae , Orgia , Phalerae , 
Suppeiiae , Tricae ec. Mancan del PLUR. i 
Proprj (ai.oss.), ed alcuni per lo piu astrat- 
ti, Pueritia y Juventus, Senectus , Senium., 
Eloquentia, Sapienlia , Fames , Salus, Jubar ec. 

4°* II* Quelli, che han solo qualche Caso: 
Instar ( n. , acc. ). Dicis (g.) : Dicis caussa, 
per dar a vedere, per cerimonia ; Infìciùs (acc.). 
Tantundem iiomin. acc.)-; Tantidem ( g* ) 

4i. III. Quelli, che sono indeci . i. Gam- 
mi , Sinapi , Moly ec. Gena , f^eru , Melos , 
Pondo , Manna , Fas , Nqfas , Opus , Nequam 
ec. a. gli JCbraici : Adam, Abraham, Is^ac , 
Jacob ec. ( de’, quali alcuni prendou il finimen- 
to in , o ^ e si declinan per la 1 . 0 2 . 
Adas , ae , o Adamus, i ec. ) ; 3. I nomi delle 
Lèttere : Alpha , Beta ec. 4* I Pronomi Tot , 
Totidem , Quot , Quotquot , Aliquot , ed i Pro- 
nomi di numeri Cardinali da Quatuor fino a 
Centum , e Mille plur. aggeli, e sing. sostante 



j 


. ' Cap. I. Nome •' ,4^' 

• r * 

: \ ' SEZIONE li. ; : 

* • ** ‘ “ I ’ 

^ £>el Nome Aggettivo. ^ ' \ , i 

42. Il Nome AGGETTIVO è quello eli’ espri 
me le qualità concrete (ai* oss. ), cioè aggiun- 
. ,te alla sostanza, e si aggiunge al Sostantivo in 
concordanza (i). •« . 

Forme. 

43* Aggettivi hanno al Caso retto altri 
una , altri due , altri tre voci ; e quindi di tre 
forme essi sono. Della 1 . forma sono quelli «1 
una voce , della 3. quelli di due^ delia 3. que- 
ll di tre. 

44. Quelli della i. e 3. Forma son tutti 
della terza Declinaz. , e quelli della 3. F. sono 
altri della terza Declinaz. altri della Prima , e 
Seconda , come nella seguente. . ■ 

. V V - ■ ■ . 


•« 

A . 


W': ' 


V ■ 


(4) Da tal definizione si vede che l’Aggctt. si è cosi 
detto dal verbo aggiungere , per dgppia i-agione- * 

tono de’ nomi detti aggett. per la sola ragione» che si agg> 
goiio al Sostant. in concordanza, avendone essi la .s^ola tonn , 
senza espriniere àleuna qualità. Chiamiamo perciò * P ..4 
Perfetti , c gli altri Imperfetti y c questi appartengor.o an 
classe de’ Pronomi . . .n . 


Uigltlzcdla 


44 


JEtiiUì Lif. 


\ ■ 


,.T A y.O.L.À;, -'V' 

* -f V. . * . 

Della Declinatone degli .ifggeU. 

^ ‘ ,< ■ ^;'r: : 

JPriiìia Forma. , '?■' h, . K 
cis ,• i , em, ix ,'è' 


'felice 


IX 


;V' ' ' " f jv., M». '«• I ■f' ■ 

N. G. p., A;- 

es’, iuin, 

io / ia, ia, ’ V 
.Felici. ■ : 

: ■■ V ‘ 


, ■ . • ; ' Seconda Forma-.. . j ^ ' ^ 

;.\;'av:V> -i:.. ; 

es iùm t fliuà , ’eS vqs', 
ia' ;> ia-.^ ■ ' 4/ 


P.9I.C tÌs ìs ,jji , em,,' . js* /i 

Pai 16 *c.. 11., ,1,; e.,,..el 


\ ' '• ; * ' •■*■' . 

iiiv v' • i Teirza Fùrmàih ''!»>< 

CpIeKer f i'i' i; i«i^^ ’J' J' 'vi"’ V ‘ / 


Celebris /. js, i^ em^ Mi i 
Celetre «. ^ '. e ,"e, 

• Celebre ' 1 


es , ium , ilfttsi tese, B ibùs ' 
ria a a ^ 

Celebri. . S 


Di f. e‘ 2. Declinaz.ir 


Bon-us , i, o, um,'e, o 
Bon-a'/ ae;, apì aiiij^ a ^ 
Boii-lim, i , um, um, ,0 

...j^aono, buòna k»v . 

, ... . r ■ >“/'.■ .'.4 i ■ • 


1 > pruni OS , i 

ae,arum,'js;,"as; ae, Ì 9 - . 
a, orum>..-V a> a . 
, Suoni ^ Suonci '■ 






! <* 




Digitized by* ( *• -'glc 


Cjp, /.' NÒmè 


45 


Pnlchcr , dira , um , coi simili , sieguon' Bonus, 
aveiulo il solo Voc. m. simile al Retto. 


OSSERVA ZlOBl 


L’ AH. sing. nella i. forma fa in ^ , e in /. Pàr come 
aggett. fa quabi sempre in e i composti ianno in e , cd 
ié Usato come spstant. ó m- o f. per eguale p compagno,, 
fa pare', come n. per. coppia , fa pari. .Lo han poi solo_ in 
e. Hospes, Pati per, Puber , Se»ex Sospes , cpme quelli * 
che s’ usati quasi sempre come Softant. e rato nel neutro. 2. 
i Participi in »i posti in abl'. assoluto, come Dea- volente, 
,3. i Compar a' ivi , che talvolta pur si trovano in r. Majori 
cum fiducia. Ces. Nella 2. e 3- forma di 3. Deci, fa solo in 
i. Ne’ poeti pur si trova talvolta in e Cadeste sa^itta. De 
porca bimèstre, Ovid. An2Ì usati a guisa di Sostant. l’han 
solo l e Voi nere comestus , rude 'donatus. 

' Il Retto n, plur. fa in a, se l’Abl. è in c , come 
tn- ec- Pa in ia , se 1 ’ abl. è, o può essere in /. F Compara- 
tivi l’ hanno in ?.j , conte pttlchiora ec. , e Vetus fa Velerà, 
.11 Grm». plur. fa ,in or», St Tabi, ò in e'- Hospitum^ 
Pauperum ec. F'a in /or», se 1 ’ abl. , o può cssere’in i , co.. < 
me Cdebrittm , Parium ec. I Comparativi, e .Compos , Celer ,•> 

■ Degènere Consors , Dives', Imps Atemor , Pvbds , PugH, 
Su'pplex, Vbet', Vetus . 1 ’ hanno in or», come Conpotum. ec. 

I finiti in ns vi fanno ih iuvt : Aìr.antèum ec ! qwali, con 
altri’ ancora , si trovali non faro sincopati ne’ poeti , comò 
Cadentum , Loquentum , Sapientu'm , Agrestum, Caelestum ec. 
In alcuni la in or», pel distinguersi dai spstaniivi come 
Consortum, Praecipitum , Supplicum da Consorlium , Praeci--. 
pki'um , Supplicium, , > . , » 


Or/ 


V . 






'V - ;f '-’ } ^ . .■ 

‘ ‘e • • • Tty.' ■ j. * r • ' 

.1 \:^ j; .. - , ;. .V t-Z ' . 


■f/ 


\ ^ 


CiOli''^ÌeV 




\ 4 ® . Eiiu. 

^ , Lista ài' altri Aggeli, per ésercizio 

» , . * » ' » •* * 

, ■ . ■ ' • s vi. Forma. ’ ’ • . 


Amàns , ^ cimante' Perpes perpetuo 

Sapiens i saoio'" ' Pralepes veloce ■ 

Fcràx 5 .^ , fecondo^ Praeceps precipitè ■ 

Praecox» precoce Pauper pòvero'- 

J."!T / , > Ì Vetus . ' , , ' («eccAia. , 


r ‘ Forma. 


^ .. , .. . .. 
Lcnis./ e molle '* ^Gracilis, eij' magro 
Mitis ’ e; , mansueto Turpis, e vergognoso 

Exilis, e , sottile y Viridìs r -e ' Verde > 


3. Forma. 


’ ^ . ■ ■ ■ . - r • ‘ ... - » 

■Acer, <crjs-, e , agro | SaluBer , trià , e, #ó/aire' 
jCeler ris', e , t'c/occ j Silvester , stris , e* 

Alacer , cris y e’ -, ardito | yolueer , cris Te,* pc/oce. 


Di I. e 2 . Declinaz.-' 


Callidus , a ,, um, oMato , Àsper , pera, um, aspro 
Dissitus, a, Olii, distante Niger, 'gra^ um, négro 
IiHperitus', a um, ignòto , Placher y chra,, um, ^e//o. 


AVVERTIMENTO . 

. • . -V' 

' i La Tavola precedente don si oltrepasserà , che 
dopo abilitati i faaciùlli a^ Lén distinguerne le for- 


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r ^ 




Cap. L Noub 


47 


me , la declinaz. , il Genere la termitiaz. , moltipli-' 
ce nella i. forma , ed unica nelle altre. Di qual 
forma ? Di qual Declinazione ? Di qual Genere sìa 
ciascuna voce ? Spn le domande analiliclie , alle rjua- 
li sì obbligheran sovente a dar le loro ragionate ri- 
sposte ; avvertendo che in tutt' i Casi, ov’ è una vo- 
ce , è questa di lutti e tre i generi. 

Resi cosi spediti nella declinazion de’ nomi So- 
stant. ed Aggeli. , si faran declinare uniti , vai-iaudo- 
sene gli esempi sulle cinque Declinazioni , e sul lé tre 
Forme. I*fè si lascerà di tenerveli -esercitati copillatjg 
vamente file le/.ioni successive , finché per ragione , 
e pter abito sappian convenevolmente accozzarli. Poe- 
ta felix , Musa felix , Templwn felix , é sirùili ,* es- 
ser potranno i primi esempi. In oltre le .frequenti 
esemplificazioni , e i cotidiani travagli di ragionate 
traduzioni in concordanza , giusta il modellino qui 
appresso , esser dee l’ immancabile lor pratica escr 
cuzione. A quest’ oggetto premettiamo qid l’ insegna- 
mento delle tre regole di concordanze : 


. 

.-S 


5 


* t.* 

- V 


I. 


3 . 


Deir Aggeli, col Soslant. 

Del Relativo coll’ Antecedente » 
Del Verbo col Nominativo. 


■- _ ht 






PRIMA CONCORDANZA 


DeiC Aggctt. col Sostant. 






L’ Aggeli, col Sostant. debbon cóncoi’dare in 
tre Proprietà, nel gen. , nel num. > e nel caso (i5.). 
Cosi pei clementis è in buona concordanza , per 


■ V\,i 


i,\R; . V , « 

’ b' 


<• . / 


>■ 




o^lc. 




4 ^ Erm. Ln, I. . ' • ' „ ' 

esser amcndue dello stesso ^c/icrc dcllo^' smesso /jù- 
mero, dello stesso cajo. ; ,, J; . , 


. „ Modelline» di traduzioni giornaliere in 
• e , >i‘" / » Concordanza 's 

. • ■;'••• r‘ * .*•. . 

‘ Italiano’ 


i * *’ 

* r 


i"! 


-, ,• c/ 


. ;• 

■ 


^ A Il signore felice 

\ I^atino ■ u\'' 

■* . . • ' * 
' / '■ Doininus felix 


•.■•u 


ìi^G/OArB. 


. 't,» 
■*»3- > 


^ Perclié il .sostantivo Duiaìnus .è di 'Generò' màt-* 
sellile I di Nutnero'iin^'oliii’e* e Caso noipinaliV,tì^p-ó 
1' Aggettivò /c/ix,è ,sinijlmeate di Generettasctilé i‘dì 
Numero singoìare, e Caso "nominativo. ' ' . 

• : - Gli stessi nomi pcoposfi* eoiitiiiuératino a servir , 
di soggetto per gli .altri òieinpi succèssivi'» finché 
siensi percorsi tuli' t.<Qasi tari che uno stesso esem- 
' pio' può pei^ più .fiate, e per. più di servh’e* Q «.‘st’ e.ser- 
ciiiò andrà inaU mano'/ 'é'"gi”ad»tarnèiite sepipreJ [>iù - 
impinguandosi, fino alla 3. Concordanza , *nel, modo • ' 
che appresso' si. Vedrà i»e’ luoglij’ opportuni avvertito. 

• " ’ /• " ‘ ■ '■ ' 

, ■ , . ..t\GradjijdéÌl\ /ig^elL ' • . 

’lw 1 * t 

• * . ' ». ' * . . ' . 

' * ■ ^ ' y-V • * ‘ ‘ ^ 

- VositisfO,^'Cornpata^t. e^ SupérliiU - » 

'/, •» ‘ > ù'-.i i ‘ y . '.V r, • - ■ -/ l 

1 'Positivo dicesi V Aggéttivo ..perfetto’ 

'X 4*. t ) eh’ e'nuncia la qualità, assolulainente ^ 
cioè senza paragone. 


•< 


Digitizej) by Coog c 

■ ^ ' I 


r 


C. /- Vst Ifoitg. . 


49 


ij, 4^. Comparativo è quello, eh’ enuncia la 
qu^.lilà.'nel .paragone o d* individuo con indivi- 
duo , o di' spneiOj^, con ispecie., o di genere con 
gentrè (ai. oss, ) (i) , 

4> forma il Coni parai, dal positivo col- 
le 9 Ì|)ahe ,OR.^ e IJ$ , coniposle col Caso in i. 
Cosi fda si fa jFc/tcì-or c. , e Felici-us 

n.'' della 8. forma (a).' . ‘ 


■ i.\ 


* \ ' %T A » • ' 


Italiano. 


- . ' 


48. In Italiano i Comparativi di forma e 
costruz. sono Maggiore , Minore , Migliore , 

, Peggiore. Alcuni* altri , come Superiore , in- 
feriore , anterióre , posteriore ec. lo sono di 
sola forma. Fuor di questi si dirà , p. e. Ce- 
sare pià felice di Pompeo , o piì^ felice Ce- 
sare , che Pompeo, ' 


'< (i) Il Cotnparat. ha dunque due termmi slmili , uno 

ifna^giwe , e 1’ altro minert , che si fa Miaf. Così per 1* in- 
dividuo: Gae^/if felicior Pomp:jo. Per la specie: 'Vìr pru- 
àenthr multete.'tJ Wìm .0 più prudeifte della donna. Talvolta 
pojson pure esser differenti , ma di cose eterogenee : Nerone 

f >Tà erutieie eltiia tigre t doVe il paragone è «r individuo con 
specie , non però sua. ... 

_ -{jì) Suole invece usarsi il Positivo coll* avverbio magìs , 

come magli felix.Ncl Positivi in «r .. cui precede altra vo- 
cale, come Arjuvs , Asstdnut , Egregius , JPiut ec. raro tro- 
vasi formato il Comparai- e Superlat. 

4 


\ 


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Etim- Libro L 


. \ 


oo — , . 

■ 4q. SvTtiùrno è “ 

,„alUi?neI pafiigone p di uù 

o di una specie col suo genere V'y* 

5o Si forma il Superlatì dal coi dis- 

• ^^^rmlins tllùisZlTy con 

’sJuis -. ^ok FaciUimus ec , 
lulìì della 3. forma. (3). 


V '»'U 


ì ».* 

- 'V 


^ r 




t 11 
^it‘, • j • 

* » 

V: -■ \ '■< . 


t' 



si fa Gena, ^osi per * . 33^10 de’ Greci. E pc; i» 

terrimus , c nwrwr'''»’*'** coll’ avverbio m*Jt/we , 

- \ii) ' „^rnn Per Può dunque dirsi m«** 

li’: 

In’alcuni con suol formarsi ( 47* 


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J 


C, i. Dst {fonti 5f 

' ItalUmo, ’ 

- 4 

; J » ' 

' 5i> lù Italiano usasi pel Superlat. la formai 
dèi Comparai, coir Articolo , il quale , " sé pre-: 
ceda' al Sostant. , non si ripete , come la rolpé^ 
più astuta tlegil animali , e non la piti astuta. 
Le forme Dottissimo , molto ' dotto { somma- 
mente -dotto , sono superlativi , che raro hanno 
il termine minore. < 


OSSBRVAZÌObli 

, M, -l 

ìntorn» ai ttt Gtédi dtfP^Aggett. , 

-1 \ 

In quest! s<Mo da dìstingucls! i teainini , il finimento , . 
la qualità Qifanto {ai termini : il i. grado ne ha uno, cioè 
il Sostant* di Concordanza; il a. eM 3. né han due , uno di 
Concordanza , e l’altro di Reggimento. H /nimentt- pòi del 
Posit. è di varie; maniere negli Aggett«*di i. forma: è sola 
in is, ed e in quelli di z. forma i in er in quelli dì t. for- 
ma , e j. Declinaz. ; ed in ns , ed er in ' quelli di 8^ forma 
è di I, e 2. declinaz. Il Comparafc fa 'in or, e nt; ed il Su-" 
perlai, in n'mns , timus , e limus in 6 , Aggett. di 2. forma. 
La qualità esser ^eve positiva in ambi i, termini, e quindi 
non han gradi gii aggett. che non csprimon qualità parago-' 
nahile: Almus, PugHiuus , Me<ii»eris K. , nè gli Aggett.' 
imperfetti ( 4». 1 ). ’ , t.'. 


.. .. I I 



*- 


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Sa 


EtlM. tlBKO I. 
Gradi irregolari. 


53. Alcuni Aggeli, prendon pel Comparai., 
e'^Su perlai, una voce , che non e secondo 1 ana- 
Ipgia^el Positivo. Son q..esti d- > ‘j. 

Ouelli , che han luti’ i gradi : a. Quelli , cui 
;r“manca alcuud 3. Quelli., che denyan da 

Preposiz. , 


Bonus 

Buono 

fHalus 

Malo 

'Magnus 

Grande 

Parvus 

Piccolo 

MultUS 

Mollo 

Dives 

Ricco 

Inferus 

Sottano 

Superus 

Sovrano 

Exterus 

Estero 

I^equam 

Malvallo 


Ban tutV i gradi. 


fMelior 

migliore 

pejor 

' > peggiore , 
'major 
'''Maggiore 
i' minor • ' ' 
minore ■ . 
' ' plus p. 
più 

•ditioT 

più ricco 
inferi or 
inferiore 
supcrior 
superiore 
exterior 
exteriore 
n^quior 


Optimus . 

... ottimo 
pessimus 
.pe^imo .i r 
'• ‘maxiinus ” 

• grandissimo 
... iininimus 
i'» minimo 

. • i>moltissimo .1- 
tìitissimus 
\l^:ncchissimo ‘ 
infioius ) 
infimo 
supremus 
supremo 
extremus 
extremo 
nequissimus 


iitruuiwi ^ 

più malvagio il piu malvagio 


53 


I 


C. I . Del Nome 
I seguenti son formati da Facio^ Volo^ e Dico. 

Beneflcus beu'eficenlior ' bencGcentIssImus 

Benefico ' piu benefico il più benefico^ 
Benevolus beiievolentior buuevoleniissimus 

Benevolo ' più .benevolo il più benevole 
Malcdicus maledicentior ma edicenfissimus 

Maledico p'iìi maledico il' più maledico 

^ Mancan d' un ^rado.'', , 

Deterìor deierrimus Peggiore , pessimo ' ” ‘ 
Odor ocissiiiius Più veloce^ velocissimo 

Potior potissimus Migliore ottimo 

Pius piissimus Pio piissimo' 

Iiivitus invilissimus Suo malgrado 

Novus , novissimus Nuovo ultimo ^ 

Adolestìens adolescentior 

luvenis junior. ' \Giovane ^ piu. giovane 
.Seitex senior ^ Fecchio, piu vecchio 

Si forman da PreposiMoni. , 

Citerior dliraus Ciferibre da Citrà 

Interior, intimus Inferiore Irttra 

Propior proximus ‘ Più vicino Prope. 

Ultérior ultimus Ulteriore Ultra 

AVVERTIMENTO. 

Ora si può l’Aggett. proporre in a. e 3. gra- 
do ppr la sua simultanea declinazion giornaliera col 
Sost. ( 44 * avv. ) .Lo stesso si farà negli esemp) dei 
travagli di traduzione , «oli’ aggiunzione ancora del 
termine minore. ' 


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^ Etim. Lituo t. 

Aggett. Derivati. „ . 

j , ■ 

53. Gli Aggettivi primitivi non sono che 
pochi. I derivati sono o semplici , o composti, 

. ' 1 Semplici. ' ' . 

« 

54 * Provengono o da nomi sostantivi, co- 
me Animalis , da anima , Coeleslis da coelum^ 
Aureus da aurum « Patemus da pater , o 
da f^erbi » come Amans da amo y Tenax da 
taneo y Laudahilis da Laudo ^ Cupidus da 
cupio. . 

^ I Composti. ^ 

55. Si hanno o. da due Sostantivi , come 
Ensiformis da ensis , e forma ; o' da Soslant. 
cori Aggett. MultimòduS ; o da Sostant. eòa 
Verbo : Laniger ; o da Aggett. con Verbo : 
Omnipotetis ; o da'Preposiz. con Sostantivo ? 
Exanguis \ o da Preposi*, con Verbo ; Con- 

scius y ìnsòius ec. *’ : .. 

» 

’ «*. . •• '-f'. 



‘ (-X. 

J iiS • - • . • •• » 



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55 


^ * 

Ci 1 . ly^L Nome 

A P'P ENDICE* I. 



' Intorno ai Generi de Nonù Latini. 

' I Genem de’'Noml sono b di-' proprietà ù di 
analob'a. Di proprietà son quelli dellè cose animate^ 
pei- la differenza che vi è de' dué sessi. '. Ma qifesti 
«odo o distinti , o indistinti. Disfnti son (quelli dellp 
persone., o di quei bruii, ove n è( facile k cofvo- 

Indistinti sono i Generi di quei* bruti , nte qua- 
li non è patente la differenza de’ due se si , cd usasi 
per araendue nomé- di un sol genere , detto perciò 
di Genere Epiceno , cioè Promiscuo, come citniculus , 
sorex m. , aauila , felcs , mu^ca f. _ . . , 

D'analogia sono i Generi delle cose inanimate, 
TÌdQtte al Genere de’ maschi , o delle femmibe , 
condóchè aveano o cogli uni , o .colle altre cb^ 
rapporto di analogia o di significato , o di finunen- 
lo. Cosi , p. e. , gli alberi , per la loro fecondità , 
fiiron fatti dai Latini f. Cosi i non*i particolari • sie- 

f uon d’ordinario il Genere del dor nome generale. 

nomi in US són per lo più m. , e quelli ^in A^. , 
perchè tali erano i finimenti più generali de niascbi, 
e delle femmine. E molle cose , che, non si giudica- 
rono in rapporto nè coi maSchi^ , .ne colle femmi- 
ne , si dissero di genere Neutro. 

Questi principi cosi semplici per se stessi esclu- 
derebbero ogni difficoltà nel conoscimento^ de Generi 
de’ nomi , com’ esser dovea ne’ primi tempi della lin- 
gua. Ma tra per 1’ impossibilità di più conoscersi^ il 
Genere di analogia | e pei finimenti in mille »gui$e 
irariati , egli è d' uopo che facciam qui partilamente 
vedere , quali nomi competano a, ciascun Genere » 
per ragione e del significalo , e del' ^in^nto. > • 


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5K ^ EtÌh. Litnp I. ■ 

J, Generi di Proprietà ^ o delle cose animate^ 

^ ‘ _ .1 
In queste il Genere si v conosce dal significato^ 
^Cosi sono m. tutt’ i nomi de*m.ascVii-: Seneca ^ Pom^ 
pejus , nepoi ec. son f. tutt’ i nomi delle feinmin^^, 
ancorché di finimento n. come Euslockiim ^ Eusto» 
chietta , Glkerium. , gliceriolta ,, sofiruj.,^ nùritA ^ 
neptis ec., V , . 

I , i • 

' Comuni net Genere^- 

Yar'i dì questi deità i. e 3. Declinaz, son, di 
due generi : ed alcuni son comuni di solo significa-- 
I ta, altri di costruzione ancora (i). ’ 

* • J. ‘ * 

' II. Generi' di aacdogia^ o. delle cose-inanùnate . 

‘ In queste it genere si conosce dal significato , - a 
dal finimento!. Ter analx^ia di significata sono m. 1 
nomi particolari , ‘1,1 de’ Mesi , .fanuarius , Februarius 
' oc. a. De’ Venti , £'«rMS i Zephirus , Borcas , , Notus 
ec. 3. De’ Fiumi t.Padti# Tibfrìs ec. 4* 

de’ Laghi 5 Fucinitf. , Larius ec,-'b. de> Mónti; Mi- 
’ mas j Eryx , Olympus, Ossa ec.. perchè i Ipr- nom£ 



(i) Cosi Advtna, Homo, Incoia ea. sono m. di costroz., 
'e'icoftiuni di significata, perchè lor«nan si .unisce mai ^g- 
i 'gett. f.. Al contrario AdoldcoHi ,^ /^uctor , Civis, Ca»Jn)f ,, 
Jlnvtnrs, ec. son comuni in. rutto; ■dicendosi , p. c- Adole- 
scens oùtimns; *q aptima es,* Puìchra juvenit 'ccperaU^Veàtt. 
h 2. Fab^ ’vj 5. ' A i; ■ . t 


• ;i(i2ud byCoogle 


t 


\ - ' ' 

C.’ i. Dsi Nomk , " 57 

comuni , MenS'S f Ventiis , Fluvius , Lacus , Mons so- 
no m. ^on poi Femminili i homi particolari , i. del- 
le Città ^ Neapolis , Corintus ec. ( eccetto Narbo , 
Salmo , e i. plurali in I (3p. ) , che sono m. ). 2 . 
Delle Provincie., eA. Isole: Gallia, Aegypius ec. Cy- 
prus', Dclos ec. 3. Delle Navi: Argo, Centaurus ec. 
4 . degli Alberi: Cypressus , Quefcus , Malus, Popu- 
lus ( I ) : perchè i lor nomi comuni Urbs , Regio t 

Insula , Naois , Àrbor sono f. 

• ^ 

I . - ■ 

1 Finimenti della 3. Declinaz. .ì 
“ ‘ ‘■'-V 

Per lo finimento è men facile il conoscere il genere 
, delle cose maaimate, soprattutto nella S.Decl. , ove^sonsi 
■ più che mai Variati i finimenti , e spesso indistinti 
pei difl’erenti generi. Essendosi i pochi , che alle al- 
tre Declina*, appartengono, additati in piè delle lor 
Tav. , indieberem qui brevemente, e còme in pros- 
petto i molti, che son della 3. ' 


> 

Il . I ; 


)■" . i ;., • Maschili.' : 

* ' i** *' f ' * » '* * * V* 

• I Cnimetotl^ ordinar} m. della 3. sono i seguenti, 
In O sonò, generalmente mi : p. e., Cardo ,’Har- 
pago, Ligc.i Uuqro, Seipio y Sermg , Titió ec* V. if. 
appre^.:) ■•.■■ '■u. ' ' 




* P 
I. 

. t • > ♦ 


lL 't '' 


(i) Dumus Splnus, e ! gai ti Tu sur) Oleaster ec. sona 
m> Acer , Rokor , SHer , Suber , Ebentm ec. sonò g. I frutti 
degli alberi, in «u fila d' ordinario n* 1 Pjp. 

• raaiec, ■ ‘ 

■ t ' ■ . ‘ .■ . 

• • -» V , ‘ * ' * * . ••»»...* . 


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t ^ , , Etìm. Libko. /. 

v'iP-! ■ nomi di. numero , Uaio , unità , o perla , Du* 
ermo ^ Binario > Teraio , ternario ec. e Pugio f pugna‘- 

le. V. i f. 

ER. generalmente: Aer , Corcar, Imber , Vamercc. 
V. l’eccea. f. , '< 

OR generalmente. Amòr , Decor , Dolor cc. V, j 
f. e n. eccettuati. “ > ' . 

-• UR ; sultauto Fur , ladro, c Furfur,, crusca, o 
^semola. . ^ ^ . 

AS : solo As , coi composti Semissis , Sextans, De- 
cussis ; .^Centusiis , e i fiuiti iu antis al Geait‘, come 
. Adamas , antis ec. e Vas , adis , Mas , ris. 

ES : Trnmes , ' Limes , Gurges , Cespes , Fomes , 
Paries , Palmes , Poples , Pss , Terrnes , Sli'pes , e 

I ualche greco; Acinaces, Magnts, Ltbes ec. Ognaltro è f. 
Vies è dubbio. 

IS : preceduta da n. è m- » come 'A mnis , Cinisi, 
Crinis , Panis cc. , e questi altri Aqudlis , Axis , CaU 
/ir, Caidis , Cassis , CoUis , Cucumir, Ehsis , Fascis^ 
Follis , Fuslis , Lapis , fffensis , Orbis , PoUis ; Postis, 
Pidvis , Saneuis, Sentis, Torris, FeUis^ Fepris, Unguis , 
V. i f. 

OS : generalmente : Flos , Hios , Rqs , Bonos ec. 
V. i f. te n. eccettuali. 

US : i composti dì Pes i come Apus , Tripus ec. 

L : «oltauto Mugil , Sol , e <Sa/ , il qual ultimo A 
.'«nebe n.- , • 

, Flamen sacerdote), Lien'y eSpUn ^ 
\Peclen ^ DApkin j Agon ec. V. T eccez. ^ 

S: con altra consonante: questi 7 . Cafybs , Dens ^ 
Fons , A/onr , Po/rs , Hjdrops , Rudens* Ognaltro è f. 

X: Calix , Calyx , Catx , Fornix, Grex^ Spa- 
dix , F arix , Urpix ; e i dissillabi in ox, e exi Abax ^ 
Thorax , Storax , Apex , Codex ec. V. i f. 

• Femminili. ■ ^ 

. ... ■ ■ • ; 

1 f. della 3. sónd- In DO, &0 più 4» due siila-’ 
be: Arimdo, Duteedo, Formido , Futigo , Imago ec.. 
( eccetto Harpago m. } , e Caro , e Grondo^ 


» 


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J. 


' C. 1. Dai Nona 69 . 

I ^10 : derivati da Nomi , 0 da Verbi : Dido da Dis , 
'Aedo da ^go , Concio da Cieo , Vsucapio ec. V. i m.' 

ER. Solo Lìnter ^ tris , barchetta da pesca. 

OR ; Solo Aibor / 1’ albero. ' " 

■ AS : yieìas ^ yiestas , Caritas ^ ó Charilas^ Pietas 
ec, V. i m. 

ES. generalmente 5 Ales , Fides , Merces , Rupes 
cc. V. i m. 

'• IS. Nnvis ^.Puppis, Turris , Tussis ec. V. i m. 

OS. Solo questi due Cos , la cote , e Dos la dote. 

' TJS. Teltus , e i finiti al Gemi, in udis , utis\ un- 
tis: Incus, Palus , Fraus , Laus , Invenlus , Salus , 
Virt'is ec. Hydrus , untis , V. i m. cu. 

N. Solo Icon . 1* immagine , Sindon" il lenzuolo. ’ 

S con altra consonante , in genere, Hyems , Plebs, 
Puls , Trahs ec. V. i m. eccettuati 

X. Crux , Nex , Nix , Nox , Nux , Pax , Pix , 
Fox ec. , e più polisillabi .• Bombix , Carex , Cervix , 
Cicali ix , Forfed . Fornax , Onyx ^ Sandix , Supel- 
lex ec. • 

. 'Neutri, ' 

•» t 

'In' 'A sono i derivati dal Greco Diadema Prahle- 
ma I Poema , Pascha ec. • ’ ~ . 

E. Cubile, Mare, Maritile , Monile , Seetile.ee, 

' . C, L, T. Alee, Lac, Tribuitat, Mei-, Caput, 
coi composti Sinciput , Oceiput ec. • i . 

N. Gluten j Jneuen , Unsuen , . e i finiti ìb men , 
Flamen , Flumen , limen ec. y . r m. ' ' 

’AR. Calcar ,’>'Jubar Lacunar, 'Laquear 
'lat m. . i " 

..EH* Cadaver , Iter ^ Spèater , Vbèr , Ver i e i . 
Domi -di piante , «'fratti Acer , ' Citerà JHper , SUer , 
Suber , e Tuber, tumore. 

OR. Solo Ador , Aequor, Marmor, Cor,\, i m. e f. 

Giàuir , Murmur ec. V. i m. ‘ 

AS. Sbioi/^of, vaso, Anoercas^ paaticcio» Beysi- 
pelas , risipola. * , 


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/ -, 


; 


6o I Etim, Lituo. I. 

ES. Non vi è che solo Aes , bronzo , me^allq , 
denaro. . ’ ‘ ’ ' ' ' • . 

OS. Solo qnesii due Os , oris, o , ossis , ed Epos. ^ 
. US. Acus y.Munus y.Neimts ^ Pectus , Decus-ec. V.* 
i m. e f. ' " ■ ì 

■ \ ■ f Comuni. 

t 

. f.i AiarHuff Pkastius della 0. ^e CUmis,‘Corbis, Fini* 
Scrobis^ .Torquis :òeìh 3, sòno i c. fra le' cose inantioate. 

V , APPENDI C E II. 

De' Generi . e Numeri Italiani. . ' 

... • \ . V . • 

I. Generi. ' . ‘ 

' . Indich verno questi coli' ordine delie vocali , - in edà 

terminan tnU’i homi in questa lingua.' ■ ’• - 

Maschili. 


7 . Ib A sono , p. e. Andrea , Geometra , Prbfeta 
Pianeta , Papa , Patriarca , Legista Calvinista , .A- 
teista e ì derivati dal Greco . arr/oma , clima ec.'i 
, In E Padre,^ sole ec. In I; Giovanni , Barbagian- 
ni , Ball , dì , lunedì , Brindasi , eccUssi , Diesi, t 
• la Q's Canto, .metodo , periodo , -Sinodo eC, ca- 
stagno , ciriegio ^: mandorlo , melo ,, prugno , ed , altri 
nomi d ' alberi f quali piegando in. a sono f.. e significa- 
no il frutto : ^ 1' albero , e ’l frutto abbian lo stessono* 
ne, -sarà • f., pel' flutto', «òHK il noce^, ,lfi noce. Arancio f 
Cedro, Pico., lÀapone , Pomo sono'im. , e dinotan albe- 
ro , e frutto. ' , . v' 

. . Var^fantlo »n e ,, ed o; cavaliere - console , corrie- 
re ec. , o ccOflUero ,ec. pensiere , scolaro si dicono m«» 
glio, ebe.^^ierO) scoiare.: macilente-, macUento. 


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C.,i. Pbi Nomk 6i 

. Femminili. . i . { 


, i ' In A : Lucia , Zia , carta ec. , e i noim de frutti , 
castagna , ciriegia ec. In E, V enere , Madre ec. 

' .In I : Sintassi , sinteresi. In O sono Mano,\ aleniti 
latini nel Poeti ; Cariago , Dido , imago ec. ^ e i greci 
jtUtto , ‘Ciato, Erato eot r 

Varj fanno in a , o e. Froda , fronda . redina, uè- 
sta , o frode eoi J la , arma meglio in' a -, Canmrte , do~i 
te , scure, tosse speglio in e. Dicesi gregge, m. e greg- 

V'ha de' nomi in o m. ed in a f. Bricciofo., caiu^- 
stro \ cesto , frutto , nuvolo > ombrdlo , orecchio ; ,o bne^ 
ciola ec. . . ' ,i. ■ v. , 


Comuni. 

- i '• ■ ■ . '■ ; '•- i 

• Son 1. i nomi delle' Citld ( eccetto quelli Jn -a f. )r 
Il bello , o la bella Napoli, a. JLe'Lellere ; il b , io I4 
è. ( A t ed E , colle eonsonanti da esse iniaiaté*, . h eci, 
si usan f. ) , 3 . Fantasma ^ lepre , serpe ,^ne-, folgore,, 
fonte , fronte ec. Carcere m. , e Carceri h Jkma ('ar- 
gomento ) m. ( timoréi' ) 4 .>‘ Margine (^trtmtà ) m.‘' ( ci- 
catrice ) f. ' - • ■ • " ■ 

Epiceni sono il ^Coniglio , il Tordo , V Anguilla ec., 
V. appeud; 1*. nel ptinc. ' ■ ■ ^ 1 x > j.'i > 


11. Numeri. 


. I Maschili hanno il plur. in I, poeti, padri, figli 
ec. Varj 1 ’ hanno in i m. , e in a f. Anelli , Calcagni , 
Castelli , Cervelli , Cigli , Corni , Diti , Fdi , Fonda- 
menti , Fusi , Ginocchi , Gridi , Labbri , Lenzuoli , 
Muri , Ossi , Pugni , Quadrelli , Bùi. Alcuni de’ qua- 
li pur s' usan meglio in a . ed altri meglio in i , come 
sono Carri , Coltelli , Comandamenti , Demonj , Letti , 
Fati , Flagelli , Letti , Mantelli , Merigi , Molini , 
Peccati , Puntelli, Socchi , SacramerUi , Tini , Va». 

i 


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ETJ»1 iitBiO I. ' 


62 

/ - 

scelli. E certi sempre in a : CeMinaja , ìHiglima , iWt* 
glia ) Moggia • Paja , Staja , Uova. Alcuni 1 nan in t , 
ed in ora bre^: 'Aggra^ ficora ^ praiorUy tempora y 
antiquati. ■ ' , , 

I Dissillabi ih CO fan CHI: Archi y palchi sa^ 
chi y grechi ( vino ) ec. ( eccetto pwci , e Grefii , na- 
zione ). Dicesi Faci , e fuchi , proci , e prochi. I Poli- 
sillabi fan CI •• Amici , Medici , Astronomici cc. ( eccet- 
to Abbachi y antichi y e quelli colla penultimi lunga: Ab- . 
manacchi y Polacchi y Catafalchi Tedfschi y ubbriacfU. ' 
ec. Alcuni fan ci, c chi : Domestici , mendici , prat^ y/ 
O Domestichi ecV ^ - - 1 f 

Quelli in GO fan OHI t Alberghi , Funghi , lun- 
ghi y luoghi y Spaghi cc. In Gl i’han Teologo y Spara-, 
eo- Fan gi , e giù , Astrologi , analogi , Dialogi , Fi- 
lologi. ' • ’ 

Quelli in CIO . e GIO trbncfn V O pel piar. Slrac- 
à iy Pregi\y ec^ da Straccio ec. t ’ 

I FenmtinUi m A fanno in E, anima bella y.^anme 
belle. I &nitirin E, od Oi fanno ^in 1: madre /elicei 
piadti felici y mano y. mani* Barbarie y specie ^ superficuy 
tcri'non. variano: . > .. » 

I finiti in CA i e.'GA s’ttsan plur. coli' A: amiche y 
streghe ec. da anùca , strega. 

Q\\. accentati o m, o i, sono invariabili. Il piè y i 
piè y la Città , le Città. 



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C. a.' Dbì Pkàyy 63 ■ 

CAPO’ II/ " 

Del Pronóme. ‘ 


56 . IÌ Peònomb è'tina spècie dcclhiarElle di 
parole , che tieh luogo .di Nptne or Sbstàntivo^ 
or Aggettivo (i) , e serve o pèr' indicar' lé cose' 
in parlicplare , o per espriinerhé' il posgéssò ' ò‘ 
la relazione i’ ó ij numero.' Soh' quindi 'df 
tro suèciè Indicativi , POssesàm ,‘” Relk<ivi ‘ 

r, .Jjii'. I V ■; » :ì 1* I ,!;•<:>(;. ju): 

riumerah. ‘ . 


ji,)j 

uiii 


* 'V^i > 

(r) 11 Pronome si è cosi «letto' per due ragioni , e per. 
chè usasi in ■vece del Nome, e perchè si adopra come nome, 
mentre vero e perfetto nome non è. Della prima ragiona 
son sovente i pronomi relativi . e jemplifi , e congi^tivii i 
della 1 . quelli delle altre spècie. Di tatto: , Tv’ 

Cosmi , Cestii i ec.'e nella forpia , e nersignificatò non ronl 
che Sostantivi; ma si direbbero essi o proprj , o cornunt^ 
collettivi, astratti? ( i6.). Rispetto agli Aggett. , basta' ' 
più lieve osservazione , per conoscere che jcutti «melli , che 
son comunéSiente fea i Pronoiùi annovera t;i , Itinfli daU* ac^' 
cennar qualità,; od indicano k;cose in particplare, ^ il p<^ 
sesso , 0 la relazione, o 11 nuplero.^ l. 

Secondo questo naturai ptiiKipio i noini Numerali de-* ^ 
terminati non sono che Pronomi ancor essi : perchè senza di- 
notar qualità, non. accennan che il numero delle cose, c 
costruisconsi in Latino col Genit. od Abl. , ed in Italiano 
coi Segnacasi semplici , non altrimenti che i Pronomi nume- 
rali inileterminati , Aliq%is , Quisquam^ Qttitgtie per- 

fètta analogia dunque e di si/^ijicatt>,'ó di tostrtsthtte t che^ 
quelli han con qupsti , che pur comtmttnwte son • pfo-' 
nomi classificati, ne provjB ad evidenza - 1 identità' dello na* 
tura. 


Dig^iU. j by Ci30glf 


64,? 


LìMRO J. ^ 

S ElS I<0 E E 1. 


' De' Prqnom Indicativi. 

;t. 5-j^. Pronomi INDICATIVI spnp quelli, che 
si A usano o come , Sostantivi d’ ordinario perso- 
nali , a come Aggejttivi da unirsi ‘ per parlico-" 
/ larizzarlo al nome' Comune (i8) (i). *'! 

,^8. I Pronomi Indicativi sono questi^ otto : ‘ 
Égo\ .I]Uy Sui^y-^Hic ^iJste ^ Ille ^- Is y’Ipsé 
con alcuni loro composti. £ si declinano còrnei 
siegue. 

TAVOLA 


Della lòr declinazione. 


tr*i «t ■''t ‘••T'S •t'-**» 'f>, 4 . V. . 


rPiur^Vl'’' 


ìi:”;C.:.,d;.'a:;7x. 

£^govinei,miliit me, me 
Jq i' diurne ec. ' ^ 


'N, ; C.rD/,; A.- A. ^ 
DOS, strÌ,DoV>s«nbsinoI>Ì3^'’ 
no/, di noi ec. -i. 


Tu ' tui t libi te y te Ivos, stri,.y>ol»Ì8,V08, vobìs 
Tà’t'di te ec. ' jwo/,rf/ poi ec. 


■ 'j;; -■.'f'-. 

Rv f V-. / 

; . *. * -* -.r ; 

,/ik. , ' I* i ' t .Il 

• t I r •• , 


' ,1 '! V. 


.. '. .(tVDicenéo , p. i dinoto ogni uomo in ga>' 

Se,ppi dicQ. gutstp, o qutlì^ uòmo , acctfimci cosl^.ua 
lO. pactieolaie , un individuo. •„ 


neie 

uomo 



Digitized by Coogle 


4 


I 


l , 


J ■ 


C. 2. Dkl Pnoif. 


65 


Sui, slhi , se , se 
Dì se ec. 


ilìe liiinf, luu’ 

Ha«4r., lutjus, liuic, haiir, liar. 
Hoc l(Oi: , lior 

Questi, Costui, Costei 
Questo , questa 

Iste tini , o 

Ist a ; ius , i , ani , a 


Sui , siLi , ^ S6 

Di toro ec. (i) 

hi , horum lios * ^ 

lia<4 , haruiu.ihis, Iias , his 
liacc , horiitu haec 

Costoro c. V 

questi, queste 


Istud mi , o 


Colesti , Culcsttii, CulCftei 
Cotòsto , Cotesta 


I orinn os 

ae Ht'utu , is , as , is 
a oiuiu a 
Coìesioio 

Cotesti , Coteste. 


llle 

llla 


nm , o 


, IUS 

Ifluii nd , o 

Quegli , Colui , Colei 
{^ùel , quello , quella 

Ea -, ejus , ei , 

Egli , Ella 


i , ofum ' OS 
ae , arutn , is ,■ as , is 


a ,• orum ■' a 


Coloro c. 

quei, quelli , quegli, quelle 


Ipse 


Jpsum 


eiim , 

eo 

1” ’ 

eonim., eis 

, eos. 

eis 

eain 3 

fa 

eae, 

carum., 0 

, cas, 

0 

id , 

eo 

ea , 

eoriHn, iis 

, ea , 

US 

lei ec, 


Eglino , Elleno - 




di loro. 



um , 

0 

i' » 

orum , 

OS 


, am , 

a 

ae , 

arum , is , 

as , ù 


' um , 

0 


orùm , 

à T- 

6 r 

y 


• ■ 


\ 


(rj Tu, Sui son PERSONALI, perchè non Jndi- 
can che persia. Tra questi il solo TU ha il Voc. siinite 

pur ntsSrufp , e 

' • 5 


A 


C - Al by,•GoogI(^■^ 


66 

Vesso . dessa 
£sso ^ essa 


Etim. Ltb. e 




||^ Stesso' stessa 

. . i- - 


Dessi , ' desse 


À‘ 


Essi 


esse 

stesse 


Stessi 

Composti. • i\ • 

Egomet , mihimcl , nosniet In stcsso^^ . 

Tute, tulemet , tiLimet , vosmet Tu stesso 
Sibiinet semet stesso* f , » 

Hicce , iiaece, bocce, hujusce ec Questo ^ , 

Islbic , istbaec , isloc ^ Cotesto , . 

Ipseniet , fpsamet > stesso . . • 

Idem.eadem, iiJem,ejusdem,eidera// medesimo^ o- 
eundem , eandem ec. (i) . fHcdesnio poet. ^ 

avvertimento. 

Ora per la simullaneA decHnaz. dell’ Aggeli, col 
Sostant. SI agglungou. dei Pron. Inilicat. P. e.i £50 
idem dìscipulus piScr ,,. pigr or, pigemmus ea ; ya^ 
riandosowe gli esèmpi sopra tutt'i Generi, Forme , 
e Gradi , del pari che si farà pure ne pensi di tra- 
duzioni, f 44- avv,. ). 




0 S $. E R y .d Z i O^N’i 


' 1 . Siti Ptoh., Indicai, in gtnerale. 


I divisati Pronomi ludicat. si son nella Tav. disposti se- 
condo il lor ordine. natutale. Ego, Tu, Sui sono nell or- 
dine di persona r. 1. e V(i 5 *’ )• ’J* 

Mno nel medesimo ‘ordine di rapporto. Imperocché H/r indi- 
ca cosa vicina , e, relativa alla persona, che parl^ p. 
Eccoti queste libro. Iste cosa , eh’ è dal canto della persona, 
a cui SI parla,, come Dammi cotesto libro: lUe ec. cosa, che 
è altftve. E quindi'H/c è della persona i., Iste della z. , 
ed delU J. . ■ ■ '' 

■ ’ 7 ,) ‘Questi non s’ usati' che .in.alciipi CasiJ eccet^"',IS. , 
che si c^one con in tutt’ ì Casi; e fa d’uopo Cjie si 
leccia in torni* per P‘ù fiale recitare. 


\ 


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i 


C. 2 . Dkl PnOK. 


67 


, W/V , Iste}, lite, h , Ifise, Idem soretite rff«ritfon<> «n- 
<ora cosa antecedente , il perchè dir si possono eziandio Ih- 
dicativi relativi , o Relativi semplici , a differenza dei Re- 
iativì-congiuntivi , de' quali fra poco. 

II. Sul Latino. 

,, f.'f* •'? "'c'» • ‘«i; mi per mi hi ' 

tllus^t file , tpsus ec,,.son tutte voci antiche. 
skr . come sia neciproco, si dirà con Suus. 

Ipse usasi d' ogni persona .... i.otavi- Ipse locum ( eco )• 
tpso vrmto ( tu). Virg. h:gl. j. Suol cocgiungers! cogli altri 
^on. indicat. cosi : Mihi ipse placet , son contwitu di me. 

Se ipse rndulget , si lusinga: non già mihi 
•ptt,te ipsum ec. .essendo sempre ipse il nominar, del Verbo 
Idem suol unirsi a qui, , ac, atque , ut, c»//;, per di-' 
re : là stesfo che, 

U. SulP Italiano, • 

it.zliane della i. linea sotto ciascun Pron. latino 
nella Tav. son sostantiva, e quelle dell’ altra aggmive. 

t Voci' sostantive, 

Queste son personali . perchè indican d’ordinato le per- 
sone (i) ( 58), e mcntah fino a 30. 

Del ^lo Retto sono r^. lo. Tu, Questi , Cotesti, Oue- 

- <’> ■ w , tó.. 

Dei soli Gasi obbliqui sono 6 . Me, Te, S}, Luì, Lei . 
Loro, (ol . voct obblique di maggior energia,, ' 

■s - 

(i) Dico d’ ordinario . perchè talvolta indican pure quel 
che non è persona. Così il Boccaccio dice lei , parlando^ dì 
d’un anello ^ maniere da non imitarsi 

troppo volentiert. 

/,s y ° ® I (l)> O egli, 0 ei (4). O elle, 

{j;- Desso ec. voci asseverative, s’usan solo con Euere , a 
Parere, come son dessi, tu mi par desso. Talvolta purestan per 
CTsa (6). Queste stan pel Retto dopo Come ) o Esseri P. e. 
Tu scrivi come me. S' io fossi lui. Col Gerundio stanno in 
Caso retto, ed obbliquo. Leggendo egli, ella, o lui, lei. lo, 
■* * VI stan solo in Caso retto. 


:'.cjògi 


V 




68 


JEtiut, Lii.'té 


Dì tutt'i Casi sono ir. AV, Voi ^ Cosmi, Costei , Co- 
storó ) Coséitui , Coiesiei i Cotestoro , Colui, Colei, Coloro {i). 

* ì '■ Vocr Aggettivi, ’ • 

I ’ " 

S’ usan queste non solo per particolarizzarc il nome co- 
mune» ma anche -eome oblique de' Retti singol. ‘Qttesti , cote- 
sti ''ee. Vedi il padre di questo', e vedi l' avo, Petr.- 

Le diverse voci aggctt- comuni ad lite, e Is s’ usM scr 
condo')’ incontro delle consonanti, e vocali ( 27. 

/iàro , quello 'specchio , quegli amori. 

Quelli usasi, taciuto il Sostant. Quelli leggono. Quei. 
col sostant. 'espresso : quei giovani studiano, ‘ 

’ ^ ■ ' Voci oblique di minor 'energia. ’’ 


Qu«te sono ó assolute, o relative (1). -, 

Assente Sono Mi , Ci , Na, 'ti ,“'Vi , Si, Mi è j. e 4, 

Caso sing. CI, c NE è e 4. plur. di IO . TI , e VI »’ u- 

san '{ict gli stessi Casi ‘di TU. SI pel j. e 4. 'di SE' 4 n ambi 
i Numeri. •- ■' ' „ * 

Relative sono : IL , LO , LA, Ll^, GLI , LB , l^B , Ci, 

Vi, clie'han sempre rel.tzione a nome antecedente, e si. dire 
con dipesone, e di cose. " „ 


Lui ,Lfi, Lo'o avanti il Rel.it. stan’pcr ColuF ec. Pnr 
ie.i eertando -, che fuggir dovria- Petr. ( Coler ). l ’usan tal- 
volta pel recipvoco Se.Jarolfo dubitava non questi si faceste 
beffe di lui, cioè di Se. Bo'cc. ^ y 
1 ■' Di lui,' di.lei vtm meglio posposti al sostant.. come La 
ansa di^hH. ^ < » i • 

Lui , Lei f-Loro in Dat. , e Lom gcnit. 'soglion dirsi, sen- 
za segnacaso. Ond' io srisposi lei. Senta t ordine loro. 

(1; In Genit- , eccetto Hoi , e^Voì, ptemesse al Sostant. 
ttan con eleganza senza segnacaso, ^n colui scambio. Per la 
costoro amore, ■ , ' j 

(a) Si dicon queste di energia minore, a differenza del- 
le sei testé citate,' voci oblique di es>er gijt maggiere-xosi 
tu ami me e come U dire tu ami me solo’j'e tu mi vuol 
dire che mi ami, senza esclusione di altri. .. 


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f 


C'. 2. Del Tkon. 


69 


IL , LO, LA, e LI\ GLI, LE sono Accus. degli ultimi 
S< Pron. indicai. . è si usan secondo l’ incontro delle diverse 
lettere ( 27. 28. ) Il chiamai., lo amo , lo siringo ec, 

LA , e LE per <<//<», ' e elle son dello stil tamili'are. La 
mi fogge , le son molte. 

LO suole, _j-er uq imitazione del francese» usarsi con 
Essere',' coxixc in Caso retto, in significato di ciò: Esse sona, 
si 4 ie afille; e lo sono ancor,!. •' 

CLI , c Le stanno anche pel Dat. Sing- di Egli , Ella; 
c Loro pel Dat. plur : QH dissi , le dissi , loro dissi, 

NE spesso è geni!. , •ace. , ed abl. . Rubo i fichi , e ne 
diede a me parte \ di quelli ). Egli ha denari : ne ho anche 
io . Se V! guarisco, che me ne Seguirà ? ( da ciò ). Bocc.. . 
io ne Vengo ( di là' ). ' 

LI , c VI pél Dat. ed AH. . . Non vi , 0 ci aderisco 
( a ciò ). Lessi il libro, e ei,o. vi trovai del pregio ( in cs-> 
so ). Spesso sono avv. di luogo, e d’ordinario ci vale qui , 
e vi , iyf Non d è ( ivi ). Ci passai ( per là ). Vi andrà 


Accozzamento di tali voci obblique, 

V ' 

Se le voci 
* (}))<! posson 

cati. Ve la {tarò, me lo reco. Se poi sieguono , si compongon 
con seco, e col verbo c. Jjarowela , Ei recamela , ajutaronci , 
dirvi ec, (2). 

GLI m. Dat. suol fare gii e c. , e comporsi coi {• mo- 
^ejat., Lo, La, Li, le, Ne: Glielo, Gliela', Glieji , 
'■‘l'olo , diedi , Gliene manditi (a lui , a lei ). E posposti al 
vi. si afficano : nategliela. Darò glie lo, 

CIO* equivale a guesta, b quella'' cu^a. Sta ( questa ) u« 
sasi con mane-, sera > notte. Etto ( questo ) è poetico , c di 
wera necessità : D' està selva, I etti tormenti. Dante. - 

‘ . f 


assolute precedono alle relative , fanno i 
proporsi al verbo» Se precedono , van distac 


. (0 Talvolta si pospongono' e fanno in*: la vi darà, lo 
, pia tal forma ò meti naturale , é piò da poeti, r 
j . '(i) fhiamansi co^ì Affissi , perché si alÉggono al verbo.' 
d ? « e Ne si vcglion comporre con Me ', 'Te, Se,\Cc, Ve; 
come Mfi diede, Ten vai. Se» duole cc. Lo stesso si facon 
■^*‘u, e lo. Noi vedo. 


\ 


7* 


Etim, Xf«. /. ‘ 

S ■ k 1 « K P ■ ' 

>■ 

f- • » 

D^. Pronomi Possessivi. 


f 


5g. I Pronomi Possessivi sono quelli , cìliè 
esprìmono il possesso delle cose, li sono l no«e 
segoenU . ' ••• 

uni Di chi ? ■ . 

um Mio , mia , miei , mie 
um STuo , tua , tuoi , tue' 
um iSno , sua t suoi ^ sue, 
um Nostro , sira , Jfr/ , Sire 
um Vostro , i 5/l7vV, stre 
Di qual patria , 'O 
/?/ nostra patria , o 5e/<a 
■ Di vostra patria y o ] setta : 


Cujus 
Meus 
Tuus 
Suus 
Noster 
Vester 
Gujas 
Nostras atis 
■ Vesttas tdis 


a 

a 

stra 

stra 

atis. 


AVVERTI M E.N T O. 


Qui agli esempi dellà declinazioa giornaliera 
detl’AggeU. col Sostant. si aggiungerà' un Pronome 
Possessivo , 'dicendosi , p; e. H'ic idem meus frater 
piger cc. ( 58'. avV. ). ‘ j 

■' ' ' * ■ 

C S S E X V A Z 1 0 ti t ~ 

I. Sul Latino. 

Tutti t pronomi Possessivi son derivati e formati dal 
Gènit. di Qjt’s , Ego,, Tu, Sul , Cui sono equivalenti .. Cosi 
Cujum pecusj ( sint. di concort. ) Cujus pecus ? ( sint. di 
, re^g. ) vaglino lo stesso. I primi sei sono della_^. torma, e 
•i 5. ultimi della i. (43). Meus fu mi al Voc. Sing. m* Tro- 
vasi anche m*us alla greca. 


V 


Diy by Googli 


Ci, ». Del Peoh. ’jt 

fUI Indicar. (58)., e Suus son detti Recìpi'oet, perchè 
il primo rapporta là persona j. a se stessale’! secondo . ciò 
che le appartiene. Ov’è da osservarsi che, se in una trase 
sia una persona, può sovente usarsi ad arbitrio o i| recipro- 
co , 0' un altro relativo semplice. Camtiiut, mihi ìcripsit te 
cum eo locutum. Cit. ad-Att. l.jir. potea dire anche secum i 
Camilla mi scrisse, che tu avevi parlato con esso lui, 0 se- 
co Praeceptor docet hb;ros suoi . o ejus ; il maestro istruì» 
sce i hgli suoi, o di lui.. 

t $e. poi siati vi più persone terze, usasi il recìproco, se 
9 fa rapporto àlla persona principale; se ad altra, relativo 
semplice Praeceptor docet Caesareatty et fratressuos ?il mae-, 
tt^ : istruisce Ces.,.e i tuoi fratelli ( del maestro): che se 
si parlasse de’ fratelli d> Cesare, si direbbe ejus in latino, e 
di lui in italiano. .. . ' •* j 

r •; ’ , - 1- • - ’■ ' r 

II. SwiP-haliatte. > 


Mia : "Tuo , Suo . 'Hostrtf ,' Vostro , usati a modo di sostaijJ 
•tivi coli’ articolo , (dinotano roba in sing., e congiunti o fe- 
miliari in plur. . Vedi citi do. mangiare il mio. Ciascuno di- 
fende i .suoi. ' • J . 

Con Padre, Madre , Marito , Moglie ,, Fratello, e simili 
congiunti, ricusan 1 ’ Artic. Mie padre, turi madre et,^ Nè 
poeti, e talora ne* prosatori eziandio, trovasi ciè fatto con 
altri nomi ancora. Ho fatte mie piccole mercatanzie. Bo(c. 

Suo , Di lut , D‘ lei > DI loro si dicon di , j. persona , la 
quale ,'se è Singol. , può^ dirsi Suo, e di lui di lei, collà 
distinzione testé nell’ uso" de’ Reciproci osservata- Se poi sia 
plur. , usasi ,Loro , e non suoi , cqme alcuni antichi pur fe- 
cero, imitando i latini, i padri educano i loro f gli , e noie 
i tuoi. 



Diy Oli by GoogU 


^ Èil fi. IflB. /. 

» . 

S B z 10 11 E. III. 


•Pè' Rslàtiifi Óomgimtivi: 


■r' rt 


Y-i Go.*. I 4ito.l*iTi cqngidmT. sono quelli, '^ché 
.. V * nelle proposizióni complesse i^>portaoo la inci- 
dente ad,iin termine della principale,, e ve In 
congiongono insieme (i). 

"Gi. I Relativi di questa specie sono QUI 
ih latino e Qiiale ^ Che , Cui Chi , Gtide 
in italiano. La decHnazimie del Relativo latino 
è come siegue. / . , • 


N. ; G. D. A. A. 

Qui ' qiiem , quo 

Qaae, cujus, Cui 4 quam, qua 
Qjuotl quod , quo 

Jl ^ualt iualt 


N. ' G. R. À. 

qui, quorum quos(2) 

quae, quarUm, quibus, quas' 
quac, quorum quae C®. 

i quali 1 le quali 



(i) Cosi-, p-'e.^ ha vìrtò rende felhe f uomv , che la 
possiede ^ i una proposizione comptessa, ove La vìrih re»df 
felice l'uomo è la principale, e Che la possiede t è là inci- 
dente. Il Relat. che rapporra dunque la incidente al' termine 
antecedeiue uomo, al quale si appartiene, e congiunge- insie- 
me le due proposizioni. V. 1 ’ Ara. appresso dopo le Tav. 
de’ Verbi. Quindi si scorse la differenza di questi Relat. con- 
ginnt. dai sopraccennati Relat. Indicar. ^ 

'(2) li Dat: ed Abl. plur. fea quibus, e queis. 


) . ' 


Digi!cc;dt. S. ,ooglf 


C. ». Dst :PhoK. 

A V‘ V E il T l'M E N T. Of ' 


73 




. Q*‘^ d' uopo dettar la 3 , regola di convémcit> 
za grarnaticale { 45. avv. ) ©ssia'la ‘ 


• V *.* 




SECONDA concordanza: 

- • 1 * . » . ^ 

Del^ Relativo cbW Antecedente. ^ 


> .\ì 
. -\ 


IhRelativo coirAntecedente si accordati in due 
Proprietà , nel G. , e nel N. ( i5. ). Cosi Deus^ 
, tìitcm sono in Luoiia concordanza , per esser amen- 
tjue dello stesso genere « è numero. . •* 

Or ne’cotidiani travagli aggiunger si può la 2 . 
concordanza , da farsi ancor come la prima ra<rionare. 

■' ■ , . '**- 

ory S E R'V[àZ‘I O n J 

Latino , 


: \ 


La voce Qvi usasi anche abl.sin g. d’ ogni gen. , e sre« 
vrCIVorz: )• Altxo^può v*eder!enenel^uo 


' Italiano . 

fin a cinque voci relative hansi in ital- (di). Ma esse 
.hanno altri usi ancora, ' ' 

QUALE rc/a;." va sempre coll’ articolo. Usasi Ai^trihn 
t'vo: Qual terna in caia, e qual >' étnnìj a in selva.Veit.ed 
intorrogat. , dubitat. , e qualitativo. V. il Vocabolario. ' 

UHI; relat, a persona usasi in t. e 4. Caso. Per eli aJ- 
tri casi Usasi , o Cui : apzi ra/ usasi gel 4: aworat 

equivoco. P. e. Lo scoiar oTcMÌa>coha U 
maestro , se questo sia il spgget||^ Per ^osa trovasi in tutt’i 


^ Google 


. \ 


•Jj^ . , Etim« Lièi /. 1 . 

casi , soprattutto m’ poeti. Gli occhi , di che ih parlai s\ cal- 
damente. Petr. Vale-/» cui, telar, a tempo. Vanno, che 
nacque CRISTO. Talora %ta come sostant. Farmi un' bel chei 
Che che raddoppiato vale qualunque ^cosa ■ Che che egli -nc 
pèfiii. Interrogativo '■ .Che èì che cosa ?? e così telar. ,cqme 
interrogar non si sopprime mai. Qiiindi non sì dice : Quel-_ 
lo mi avete detto , i vero , ma quello, che ec , nè cosa i ? 
ma che cosa è? i ;• * 

I CUI è obbitquo d’amb’ J gen. e num. Va coi sqgnac; 9etn> 
plici , che nel genit. e dat. soglinh tacersi : Senssa dire cui 
figliuola fosse ( di ) : soprattutto se precede articolo Amore ■ 
ia cui naturai U.sasl disinùutivo': apparivano a mol- 

ti, a cui grandi, e rade, ed a cui minute, e sp sse. 

..CHI è persona e d’ ogni g. , n. , e, fé, Vale due voti : co- 
lui , o colèi dhe tic. ;Lo sole dal mondo pare che togliono chi 
tolgono di questa vita' F amistà. Amm. ant. Negli obbliqui 
elude caso retto, come di chi uon F ud't ( u' colui ,chc'^ 
Talor usasi Cui per C/fi: Vedi cui do mangiare #/»»/«, Bocc.^ 
c talora Chi per Cui: Fra magnanimi pochi, a chi 'I ben pi.t- 
de. Per?. Disiributivoi- 'A chi p'àce la tpga , a chi la spada 
Interrogativo. Chi Dubitativo. Fton so, chi sia. >. ^ 

^ onde, obliquo del 2. , 4. , e d. caso, vale Cui, ed u-' 
na proposiz. dì,\ pet,\da, con. La donna, onde si par a ( di| 
cui ). Per F uscio , 0"de era ensrato ( per cui ) . Il laccio ,• 
onà' era sciolto ( dal quale ). Il laccio ond’ è avvinto ( con 
cui). - ' 



V 


Digifeed by Googk: 


Dui. Pm<tm 

S e z i o m e IV. ' 

, De Pronomi Ifumeraìi. 


75 


. 63. I Pron.; MCMEiULti sopo qaèlli , che és^, 
primono il numero delle cose. 'E sono di - 4up 
specie . Indeterminati , e Determinati. 

ARTICOLO I., > ^ 

. . ' I V V V- ■/ > 

De’ Pron. Numerali Indeterminati. ' 

, G 3 ,. I.Pron. ,Nuraer. indeterminati , sono 
quelli , eh’ esprinaòoo il numero indeterminato.. ] 
£ sono di tre . sorte , 1. Quattro composti^ di 
Qui; a.. ipaiV con IO. suoi composti; 3 . Alcuni', 
Jiltri di yaria natura. ,, 


I. ’ Composti di Qui. 




V f 

i.. 


Qui-cuinque quae-cumque quodeumqué 
Chiunque qualunque qualunque cosa 

Qui-dam qua^am . quoddam , o quid. 

£/no, certo una ec. una certa cosa 

Quilibet qua^libet qìiodlibet , 0 qaidl. 
Quiris ’ quae vis " ‘' quodvis o quidvis 
Chi li piace, o qualsivoglia c. ciocché tiq>iace{i) 


(i) La declin|^z.^di questi consiste nel sempHce Qìil, es.; 
sendo iavariabiti k particelle compostevi cwmqi/e , Jam 


■ i 


I 



Digilized by Google 


é 


76 


II. Qùìs interrogai. 


Q * O *•• •< >“ 

uis f • ' quem , qìio 

Quae i cujus, cut quam , qua 
Quid . rv quid , quo 


qui quor / 
quae quar, quiLus 
* . 1 - I TU** ‘ì'UOf ‘ 

Chi quale y che cosa' ' Chi \ quali tc': 

V- r;, 

Composti di Qyàs ov* ei < precede. 

Quis-nam , quaenam , qùodnani - o nuidn. 

■Chi 1, quale c. Jhe'cosa ’ ‘ ^ 

Quis-pia'm ^ , quaepiam ,quodpiam, 0 quidp. 
Quis quam , quaequam quodquam; 0 quidq* 
alcuno ‘ ' , alcuna ^ alcuna cosa 
Qualcheduno qualcheduna qualche cosà' ^ 
.Quisque ' ^ : ; qUaeque , quodque ’ò quidqì ■ 

} ciascuna j ciascuna^ cosa ' a 


Ciascuno' 

Ogni 

Quisquis 

Chicchessia 

Chiunque 


-, quaequae , quidqnid , quicq. 
, qualchesiasi, che che 

' . V. ■' • V V 


^ > ». • 

Composti di Quis , ovl egli è dopo. 


aJiquod , aliquij 
alcuna cosa ' ' 


' Aliquis 
.dicano 
Si quia . - 
Se alcuno 
Ne-quis 

Acciocché niuno 
Ec-quis ? '■'j' ecquaf?. ecquod , ecquid 
Clù mai? ' qual mai' ? qual cosa mài?’ 


, aliqua 
, 'alcuna , 

, siqua , siquod , siquid 
> se alcuna se alcuna cosa 
« nequa , ncquod , nequid 


Digìliif J by Googlf 



'I>st .Pjhw. 77" . 

Uaas-,qQÌS;qQ€t undqoaeq. , nnnmqqód; ai^^jl,id.r 
Ognuno ^. ,,Qgnuna. -,i ogni €Osa 
Giascheduno. ciascheduna^ ciàscheduna cosali > 

' / ■ V > 

" Alcufd ;altri di 9 ari a ntHurUy 


Unus 

» a 

■ % 

"tftn ‘ 

Spliis ' 

' . * . a , 

1 

um- 

Alius 

, a 

} 

nel 

Alte? 

, tera 

9 

terum 

Bler 

, Ira 

Y 

triim' 


AlteTtrter» , ntr» , 
Ut^ftjne '■ , V Iraq. \ 
tJiercuOKjue . 
Utei'hbet ■• - -■ •' '■ 

tJlkis , a 
HuUùs , a 
Tolus , 9 , 

M«Hi ' ■ 

Compluiìes . ^ 

Pieri qae raeq^ 
R^iquutt ‘ a ‘ 
Carter v'- .. a % 
Caqterua * a 
Omriis c." - 


Solo y sola yt"k- ■ 
'Aliro ^ ^ 


utrum Ò /’ uno o l\ altro 
trumq. Ij uno ^ e V altro 

. Chiunque^ de* due *' 

' * \r : JVè runo I Tic l'.aJ^ò 
um Alcuno , ^ 

«m ^ìunp , Nessunó 

um Tutto ( 3 ) 

a '■ 

^ l’a , la maggtor parta 

raq- •> 

urti'''- ” " 

- -i, ' ■ 

um ‘ J , .1 

V s Altro , li resto 
um 5 - '* * 

o m De n" Pgwr«ing, ?«'«/, plur. ' 


. ■'■«a'.i''-'.'. 




' "'(i) Ili qufst’ ultimo cbmposto di voCt jì decUaan Ònjts'^l 
t Qoh. ■ - , , 

(2) Questi 13. decUnansi comé iste (58X 


• Dicii zed ij'/ tjiiiiglc 


58 . ' Etim.' Li». l’.‘ 

UiiÌTertas ' » / um Universo' ^ Tiilto 

Némo ^ • .luiuis Nessuno ' 

Quot' , Quaiftì’ 

Tot Tanti ' ^ 

' < OSSERVAZIONI 

\ ' 

Qtiis usasi interrogat. , dubitai., e quaittativo ; e talo- 
ri anche Quf per tuttiV tali modi. ^ ' ' 

I Quid t vuoi «Hre'fAf e Quok ì quai’ è ì 
' T neutri de' composti di Q_tii , e s’^usan col 

soH, e col 1 uniti con sostant. ■ >■ , 

\Jotits dinota quantità individuale : TeUif h.omt\ ma Aò- 
nus , tutt* un 'uomo , tutta, una casa : Omaìs , quantità 'speci- 
fica, o generica ( 21. bs. ), 0 'nffii hbmo , emnìr domui ^ogal 
uomo, ogni casa. TVovasi per Lotus nqi Poeti . Non omnit 
■ moriaf-, Oraz. , non pvelrrd tutto. Untvtrtus sta con uqme col- 
lettivo; Univtrsus pojsulus, itntversus misndut. „ 

•' - Quot è interrogar. , o correlai, di Loti Quot tunt IHiì 
Qftoi homines , tot senièntiae. - ' 

■ ‘ suir haiiasfo. ' ■ ; L 

*, v,v,'. .1 V . 7 , 

Ognuno, Chiunque %. trisillabo; CUcehestja, Certunù't 
Taliino sono sostantivi del solo sìngol. Qjia/che, ,s\ng, ,, <t 
plur. Ciascuno, Cijtseheduno , Qualcuno , Qualchedttno' s'iism 
aostani- ed aggeli. , e- solo singolari. . .1 ■ 

Qualunque, QUalsitsoglia, Qua-lsseia u. toslpr», Qualche 
aggetr. .sinqnimi , d' ogni g. e. n. 

AltN è Mstadt. personale del solo Retto sing. , Altrui 
è r òbbliquo , che nel 2,, e' 3, caso paò stare senza Segna* 
eusoé La roha altrui.-. Nok fare altrui male. SogUam d'te ; 
L' altresì , dAt alitili per dóppia ellissi, taciuto averejj è di, 
cioè'is avere di altrui. " 

NiUno , c. Nesstsnd , Nissuno , Nulle , Veruno si nsan so- 
stani, ed agget:, , e dee preceder Non , - se sieguon al Verbo 
Non v' ì niuMu], .0 NJun .9 W L Nullo è poetico, f'eruno va- 
le »nchà àleunU ; e vuol esser preceduto da negazione', come 
Non , Ni , Senio,- Non fa egli caldo Virino, Sìnia farne * 
voi, prò verjtno. * - - "T " 


DigitiZed by Googlc 



7 


' .)• •* 


C. ' a/ Dbl pRom 

> V , 

\ À R T I C 0 L O lì. 
De'.Proh. 'Numerali Determinati . , 


64. I ProW, Numer. determinati sonò quel- 
li , ch'esprìmono il numero' ileterminato. £ sono 
'anche di tre sorte ^ , Cardinali Ordinali^ Dh. 
stributivi. X 

- . i . , . . : • l 

, Numeri Cardinali. •• 1 ' ...r~ , 1 

<35» l'Pron. Numer.'' caroika^ , o princi» 
palrv'; esprimono, il numéro ^arilmctioo , ossia lè 
unità composte.,- ' v,. • , J • - - - -, 


Ouol.t 
Lmis ’ 
Duo 
U'res, ‘ _ 
(^atuor 
Qaiar|ue „ 
Stx 
S< p|£(B 
Ocìo ■ 
Nov<ni ' ' 

Lndicilll, 

DuniJrcinI 

Tiedecir». 


quagli ?' 
'uno 
L due 
tre 

quattro' . 


sette 
etti) ‘ 
'rfoùe 
dier» ,, 
.UìifUèi 
, dodki 
.■Uedifìt 


Qualuordcc. iquaitnrdià 
Quiiidociió '■quiadici 
Si-decun sedici 

Septi-mdec. * diciassette ' 
D('C( ’nt et ócto dietiqitò 
N'jvèndeciia diciofinove 
yigintì' yenù 


‘Triginla trenta 

Qasdiàg'nta quaranta ^ 

Qitinqmguita cinquanla 

8< xaj;iiita sessanta''^ 

Scpluagiiila settanta [ 

Ocloj;iiita . ottanta 

Noiiagidta novanta 

Centtiin* cento ^ 

Ducenti , ^-1 ji 

.n . ) dusento .•» 

*tii»cetiluna • | ® ‘ 

TrèCeiitii terc.treceh/o 

QuadniVgenti quattrocento '* 

' Qitìiigenti cinquecento 

'Jxixceulì, seicento^K^_^,^^\ 

Septiiigeiitl. tellecentó 

Optiiigctitì ottocènto -x.), 

Noiigent4 novecento 

Mille ^ mille . '-t! 



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I ( . 


1 


'So' ÈTiM. 'riìt’ r. ' ‘ 

< . t • * 

O S S.E R V A Z 1 0 N l ■ 

1 - Sul Latino. 

UNUS 's 5 fa plori cot nomi plurali (59)- tti* maenia 
tonV’nere, Sallust. Si radunarono sotto le stesse mura< 1 » u- 
nis actibus.. Tet. nella medesima cosa.jjuis unit^lìteris, Cìc, 
'Con una tùà lettera. ' 

wvt.DUO ha la seguente dcclinaz- ** 


(■t,- -V V.'. 


il-' 


l5uo . orum 
Duac, ai tiin 
Duo , oriim , 


plius , 
abus y 
obus , 


OS . 

as 
o , 


nbns 

abus 

■’óbus 


Così declina ancor yfmho 


. : > TRUS declina. c<}g>e f eìitt Gl i, altri siiy) a^ Ctitmin 

' ^orio indeclinabili. .» • »'i. 

’ ' Con tutte’ le decine'lda ventf in sopra ! nove numeri ^eiftr 
pllci p^sson nfecedere , é seguire così: VÌ£ÌH't uaus , v^gM- 
tf duo ec' , a unui et vi-ginu ec. Tri finta unus 0 unui cf 
trìginta ee. Da cento' in «opra si serba';t’-ordin^ ijatotplc. sn- 
d^e cpUa Copgi’uD 9 L;.Ce»ia"* unut ,0 Caitupt,et jmus , 
’vnui,,a mille Qt un,us oc. , ' , , , 

Dwde , è Utide ‘compoiiendosi con tutte de decine • signi; 
ficano 'due, o und meno: Duótleviginti Vndeviginti 19. 
liuodetrig'nta zS.‘ìiìtdetì'!glntj'£c. * 

CFNTUM per le Ceo'tinaja, .seguenti-,”, si' usa -o decliiC 
composto eòi -numeri «ert\pii<:i « come ec. , o indeclin. . 

unito agli avverbi^ l'er.‘ pc./ • r _ J-’ 

MILLE ashsi^sosaant,, édi'aggett. Ccme foUttntivo sìgnì- 
'fica Uh 'migliaio, ed iva tuctist due i numeri, indecUn, al 
singol. e dccHn^ile al plur., come Felix, dicendosi' mH- 
Uà, milliptn f^millibut ec. Come àggsttivo h plur., ed è In- 
.^cl. Inloltre-come Vjstaot. regge il genjt.',, come aggett. .v| 
si accorda. P. e. Mille hominuin, e mille' hominet .mille ùò- 
pinù Per lé migliala susseguenti, o si usa -nstgnt., accor- 
^ìlandovisi ijuali aggett. i numeri precedenti : 'fiu» ><• tria-jnH-’ 
Ha ktminum, Centum-inillia bominttm o aggettivo, e I nu., 
ineri precedenti si fanno avverbi, omT evitar cosi l’anioniB dì 
due Aggettivi.: Bis,, ter guattr" mille heminet, Cettties mille 
Jiomines, Ditceatìes mille hemineS f Otfiet ctntiita milita » 
un mviliUne; . , . - 


' Diói*' »/ Coogle 


C. a. Del. Phoh. Si 

II. Smli' ItjUant. 

Qui s' usan talora i numeri coll’ artic. quali sostant. V 
mn« , U dve , il tre ec. V uno e P altro ec. nuo , e Du ì è 
pcet- ^ 

Con Ventuno , Ventuna , Trentuno ec. il sostant. è plur. 
se precede, è sing., se siegue : ore nentuna, o ventun’ orau 

Ordinali. • r 

66. OrdIitali si dìcon quelli, ch’esprìmono il 
numero d* ordine , o le auìtà divìse. £ sono Pri- 
mus , Secundus , o Alter , Tertius , Quar- 
ius , Quintus , Sextus , Sepiimus , Octavus , 
^^onus y Decimus Undecimus ,\ Duodecimus ^ 
Decimustertias , o Tertiusdecimus , Decimus- 
ijuartus , o Quartusdecimus , 'Quintiesdecimus , 
Sextusdecimus , Septimusdecimus , Octavus- 
decimus , o Duodevicemus , Nonusdecimus , o 
Vndevicemus , P^icesimus , Vicesimus primus ec. 
Tricesimus , Quadragesimus , QuinquagesimuSy^ 
Sexagesimus y Septuagesimus y Octogesimus , 
Nonagesimus , Centesimus , Centesimus pri- 
mus y Ducentesimus , TrecentesimuSy Quadrin- 
gentesimus , Quingente'simus , Millesimus , .Bzi 
millesimus , Ter millesimus ec. Primo , Secon- ^ 
do ,tTerzo , Quarto , Quinto , Sesto , Settimo ^ 
Ottavo , Nono , Decimo. Da undici gli ordinali 
si formano dai cardinali , cangaindo 1’ ultima 
Tocale in esimo : Undicesimo , Dodicesimo ec. 

6 



$A Eriu, Lm. I. . 

OSSERVAZIONI 

Gli Ordinali decHnan come Bonus, Quotus è la domanda. 
Quota Oit bora ì Est , vel instat , vel mo/io significata «r, 
hora vìcesimj , sono, o stanno per sonare, o ora son*' sona- 
te vent* ore. Quoto mensis die pervenisti ì Quart » , decimo , 
Ai quanti del mese giungesti ? Ai quattro , ai diecL 

Si uniscon con Quisque in queste , *e simili frasi. Terlia 
quoque die , in ogni tre dì. Quinto qi/oque anno , in ogni 
cinque anni. Dedmus quisque , di ogni dieci uno. Centesimus 
quisque f uno per loo. 

■ ■ ■> ■ - , • 

Distributivi.^ ' 

• ' ^ . . 1 

67. I Distbibutivi ch’esprimono il numero', 
in cui sono più cose distribuite, sono Singuli 
uno a uno ) Bini ( a due a due ) , e cosi Ter- 
giti ■, Quaterni , Quitti,, Seni ^ Se pieni ,, Octeni,^ 
Novelli, Deni, Undeni , Duodeni, Ternideni^ 
Quaternideni , Quindeni , Senideni , Septeni- 
deni , Octonideni , o Duodeviceni , Novenide^ 
ni , o Uudeviceni , Vic'eni , Viceni singuli , 
. Viceni bini ec. Triceni , Quadrageni , cc. 
Centeni , Duccnteni ec. Milleni , Bismilleni , 
2 'ermilleni ec. 

• 

t 


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Cap. '2.' Dbl Pro ir. 

0 S\S'.E Ri i*,a;z ì. O N 1 

t. 


,83 


I Distributivi dccllnun come Bonus plur. La distribuzio- 
ne si fa o semplice, o cempbstn^lLa semplice, che ha un so- 
lo oggetto, si vol^iarizza ! ad tmo ad uno cc. Miliies proce- 
dunt qua'erni , i soldati marciano a 4 . a 4 . Pastor numerai 
eves siitgulas , vel binas , il pastore conta le pecore ad una 
ad una , a 2 . a z. 

La Composta , che ha due oggetti , si volgarizza in ita- 
liano. Per uno , per ciascuno ì I>er ogni. In o ad ogni , c 
simili. JScgoiiàiores lucrati suni i deisos aurces, i ncgo;zianti 
lian guadagnato dieci ducati per imo. Bini oratores vix sìn- 
ptilis attatibus exiiterunt. Cic. in Brut. ' In ogni età ' appena 
vi sono stati due oratori ; g poteva anche dirsi duo oratores , 
_ faeendo.si uno de’ due num. qà rdìnalc. • f - 

L' oggetto secondario della distribuz. sovente è postò in 
Acc. 'còn In. Censores bina in< sin galas civitates describeb'at. 
-Cic,.. ini Verr- Stahili.vs(.]luc, C^sori per ogni città. l)at foc- 
norì pecuniam denis aureis in centenos,Da adusata i^ danaro 
al dieci per cento. E talvolta num. si tace: In militem , 
in capita ec. cioè in singutos milites ee. Virunt Laconici an- 
ni s denis. Plin. cioè singuli Laconici. 

Dicendosi: Di ogni dieci, di ogni tredici uno, usasi l’ 
.ordinate ( 66. oss. ). Se poi il numero minore è più di uno, 
usasi il Distributivo: Di ogni dieci tre, ex denis terni, 

II Distribut. usasi pel Cardin. coi sostane plur. (jp) In- 

ter bina castra collocatus est. Cic. Fu situato tra i due cam- 
pi. La domanda è Q^uoteniì In che numero? , 


; ) 



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EtiuT. Lib.‘T. 

V CAPO -III. 

'Del Verbo. • • <> . .> 

.1 > ; . • *?n . •.■• \ \ 

68. Il 'V erbo (i) -è una specie ■'declinabile 
di parole, con cui esprimiamo i^nostri, giudizj'^a^j 

'O più distintameute» che ^ilferma o il solo esse- 
re delle cose , o coll’ essere le qualità ancora o 
di azione, o di passione , Ò d' inazione (3). , 

69. Il Verbo adunque ù, come il nome , 
di due specie , Sostantivo , ed Aggettìvo,., Col 
Verbo sostantivo si esprime l' essere delle sp^tan- 
ze ; coll'aggettivo se ne additano ' ancora le qua- 
lità (68). (4). 


(j) <Juasi vero vocabolo, parota per eccellenza, perchè 
In effetto il' Verbo è come 1’ anima elei discorso , che soven- 
te col Solo Verbo formiamo. C. ('esarc con tre verbi formò 
una lettera al ?ènato; Veni , vi eli , vici. >. ' 

(z) Veggasi l’appendice dopo Jc tav. de’ verbi. 

( 3 ) Così Deus est, Dio è, dinota l’essere, ql’ esistenza 
* di Dio. Deus gùbernat mundum. Dio governa U mondo, es- 
prime una qualità di azione , cioè Dio è governante. Mun~ 
dus gubersuttur a Deo , il Mondo è governato da Dio, espri- 
me Una qualità di passione del soggetto. Quiesco , sedeo, di- 
notan coll’essere una qualità d’inazione, ossia di stato. In 
gramatica sono dunque da distinguersi due sorte di qualità , 
nominali, e verbali. Le prime si enunciano col Nome ag- 
gett. ( 14. 4j. ) o col sost. astratto t 20. ) , le seconde col 
verbo aggett. 

(4) iostant. è propriamente il verbo Sum , Sono. Tutti 
gli altri sono Aggetl. 11 verbo adunque è in una naturale 
analogia e corrispondenza col Nome. Del pari che il Nome 
Aggett, il Verbo Aggett. non sussiste che pel sostant. Sum , 


«■ 


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I 

4 


Cjp. a. Jìut f\nao 85 * 

i Verbo ag{r‘,.|tivo poi , ’scoondo Je Ire 

dinolaie sùrt» di qualità' if 6») , è di tre speòle ' 

cio^ Attiva Paisivo;, ' e Neulfo * 

7>i.' 'Lk divisone «a qui falla d^l Vtnbo ri- 
conosce una ragione intrinseca, cioè la signifi- 
caz. , e la forma. Se ne fanno in olire , per 
una r^ione estrinseca , due altre ■ generali di- 
visi oni. 

' -l .fer ragÌ0A,4el Soggetto nominat.Y 

il verbo è PERsoKAfcE se lla , o.piiìl avelie sog- 
getlo di persona , come Scriba , Juvo ec. j 5, 
?ERS«w. se lo ha solo di cosa , corno Nineit 
Evenir Poenitet ec. \ ' * 

( deirÀccus. ) 

li verbo e transitivo , se esprime azione , che 
passi ad altro tegTiine|V come a suo oggetto, 
qual e , p. e., Amo Explico ; uitramsit. , se 
i?(m pssa fuori del. soggetto qome £o , CU/v 
VOI (a). . . 


• ' ■ ' ,il 

in qsso è contenuto, e. pel quale sì risolve, 

iff ^ kSfi u f hgg^te ec.; 'Il verbo . donouo 

Offett.yo ed universale è W^on alttimenri . che- con oii^ 
sto solo verbo il CREATORE definì se stesso'Ve cdn^ 

^ a-> ”7''^ 

(i) Si dtstrnguon àncora i Comuni'', i 'jìefin e 

fnf à-ff! '‘1 suddette specie d». 

<;ui diitenscon solo nella forma, 

(i) Varii Verbi ci faa'che s’usano e come transit a 

rtl'f o”’*'- )• Ve.di U Sint. c.,a. Sez. 3 ' e’t 

Met. Pss, SUI Verb.i. J ‘ 


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1 


8G 


Ehm. Eit» N * 


.ni- Finalmente in.- ardine alla detimai. il 

vèrio ,è Któi^olare ,, o-Icrégelar^ >' I;n.<lue, , 6 cz. 

perciò cliviileretno queslo *cgpo> -Nella fn’iaw dei 
Regolari -., nella: seconda degl’ lerégolnrì ìiagio- 

nairemo. ..i . • ' ' 


;;jq f '/fi* 

. I», il* 


ir 

* 1 1 «*» '*«1 


Proprietà:^ ' 


*1 V , 


V '■ "'75"”Lc PropiÌìeta' ' eti^A'oÌ6gK'he’](^el yeròq 
SOM iitoqne^t ‘Alodi \ [Tempi ,'NUmè^ 
ve e D^cliriàzioni. ‘ ‘ 1 ^ u 

t "il j^odi sano 4- Indicai. , 'Iinpeiat. Cón- 

giunt. , e Infinito ; ciascuno 'de* quan’cbm^M-emlc 
tin numerò di’Teinpi.' ^ , , , 

■ I Tempi in latino "soiib 5.' : Prcsrnle , Im- 
perfetto Perfetto ; Piùccheperf. ; e Futuro ; la 
Ituliami ' SOn^)’ *7* V. le Tay, , , • ' 

- rv'^IfJVMmert del Verbo non sono elVe le 'di- 
\er.se desinenze corrispondenti ai numeri' dèi 


nome 


Le persone Sei verbo sono fe diverse desi- 
nenze corrispondenti alle persone del nome. 

,„Lke Declinaz; de’.yerbi sono quali re <;> « "Si 
Sisebrnono' dalla a* per^ sing. del pres.' 'mdicat: 
c dall’Infinito, i quali se terminano 

V , • ^ 

InAS, e.qre, » è della i,' ' 

, In ES e ere lungo , è della a. 

In IS , ’e ere breve , della 3. 

‘ In IS , e'ire lungo , ' è della 4 . - - 


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Cjp. 3l Dst P'sK*» §2 

0 S S E g: V A Z 1 O N 

/ 

Sull'!- divisate Proprietà.) ' • . 

* , * i ‘ ^ * ri 

Le cìrcdstaji?e del rnodo , del tempo , det numero , delle 

persone sono i motivi della variarione del Verbo..' .. j- ■ 

I I Aiodi sono 4. ,>perebè in quattro difFerenti maniere si 
soglion Periere» e le qualità, vedali enunciare ( 6 ^. ): o in- 
dicandosi, o comandandosi, o esprimendosi in congiunzione 
ad altro verbo o dercrin'natd C Congiuntivo,),, o indecermi, 
nato nel tempo» nel numero, e nella persona {:, Infinito )• < 

Il Tempo, considerato in se stesso è o presente , o passa» ' 
to, o futuro. Rapporto alle cose, che vi succedono, si è dai 
Latmi , e più ancora dagl’^Iuliani divcrsifi'cato. 

ìie\P Indicai, il Presente esprime l’’azione attuale. Il pas- 
sato Ijmperf. indica, ciù, che è passato, ma coipe non com- 
piuto. Il passato perf. i. indica cid-, «he si è fatto dentro uji 
periodo di tempo: neLcorso dslla vita, .del secolo, dell ''an- 
no , del mese , della settimana, dei giorno. Il z. riguarda un 
tempo anteriore al periodo come tre anni addietro,, jeri ec. 

11 3, è ancor più rimoto. E più di tutti lo è il Piuccheperf. 

IL'Futbro indica ciò, che dee seguit.e? 

' U~ Imperai, esprime comando , preghiera , etortazioné , 
cd ha due forme sinonimei Usasi. invece il Presente congiunt, 
e talvolta tl Futuro dell'“indicat- ,'o del' Cnnginnr. Valehis 
igitur , meqiie amabis. Cic. Tu ni hit eì dixtris. Cic. 

Il Congiunt. o Soggiuntivo ^ cosi' detto , perchè d’ ordi- 
nario è congiuntivo ad altro verbo , in tuti’'ì Tempi ha del 
futuro. Cosi, p. e. il Pres. , e’I Veti. Aufi/gerim poli us, quam 
redeam. T er. 

J.’ Jn/ìniio è sinonimo d’ indefinito , indeterminato , al 
contrario de’ Modi antecedenti, ne’ quali il Verbo dicesi per 
l’ opposto Finito. 

Per Conjugat^one useremo il vocabolo di Deelrnaz, ("come 
quello, ch^esprime direttamente l*idea della variazione ,- a 
dii. del pari che ’l Nome, il Verbo è soggetto. V. il Sig. ' 

de Tracy Elem. d’ Idcolog. c. 4, Scz. 2. §. 3. L’ordine, con 
cui son esse disposte, è secondo quest’idea, e si vedrà_, che 
in ciòr tutto l' artificio della Declinaz. dc’ Verbi è riposto. Le 
Tavole , che ne abbiam formate, colle opportune diiucttUaJtu'' 

^1., il. mctton quasimente in prospetto. ' 


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8 & 


Eri». Ltb. /. 

S I O K E ]. 


De* Verbi Regotq,rì. ^ 

, «• 

^6. I Verbi Reg.ola.ri sono quéìli , che de- 
clinali costauteniente secondo una regola. 

Partiremo -questa $ez. in tre Articoli : Nel 
1. tratteremo de* Verbi Attivi, nel a; de’ Passi- 
tì ; e nel 3 . de’ Neutri , Couauni » Dleponenti ^ 
cd Impersonali. ^ 

A R T 1 c o E Q J, ' 

■ ' , ■ ■J' 

Dei Verbo Attivo. 

, ■ ' . ■ . - .1 

77. Il Verbo Attivo (i) h qiicllo , che ter- 
mina in'O , esprime azione Iransìliva (70.), « 
tregge l’ Accus. paziente (a). 


* 


(0 Così detto, perchè esprime direttamente l’azione del 
Soggetto agente, col quale è perciò sempre accordato. V 
l'aw. / 

(z) Tre condizioni essenziali adunque costituiscono i I 
Verbo Attiiro aìstluto : la desinenza in O , l’ azione transit., 
e I’ Acc. pax. 



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CjpI 3 . Dei P^SRto. 8 Qi' 

AVVERTIMENTO 

I. Intorno alle Tav. jsesuenti.' 

' ' ■ ’ * / (l 

I 4- Verbi Regolatori sieguon la stessa .decUn.;^. 
in aótbe le lingue. Ciascun Tempo si, è compreso id . 
un verso , onde agevoliftepto e quasi a colpo d’occhio 
distinguer si pqsson le de6nenxe e con esse insieme, 
le proprietà tutte del Verbo ( 

Nell’ /«/?«. ciascuna forma vale a. tempi , ec-‘> 
cetto i due ultimi futuri , la cui forma ne vale un 
solo , come nelle Tavole si scorge. Per là distinzio- 
ne de’ Numeri, e delle Persone , vi si uniscon le 
persone del nome in acc. eh’ è il silo Caso ordinario : 
me te illum amare ec. 

Siccome poi gl’' insegnamenti di:., questa .specie 
non si apprendono che a misura del lor uso , oosL., 
£n dalla prima tavola è d’ uopo che s’ istruiscano . 1^. 
fanciulli nella terza -concordanza , il .cui. insegUamen- ' 
to è nell’ Avvertiménto in fine delle tavole , onde 
proporsi loro in su d’essa, cammina facendo , .degli; 
esempi cotidiani di traduzione , conformemente a 
quel, che fu nd Nome avvertito (45.*avv.), va-^ 
piandoli in 'tutte le persone, e man mano* in tutte' 
le declinazioni. P. e. ' x • j. 

lo maestro diligente amo gli scolari docili, .Ego 
ìnagister ec. - > »• » ^ > o:; .• • .ì i’ i. 



( 


Digitized hy Gonfie 


9P”,. 

' f .'t /. 


/ :* 


Perchè iI.XÌA<QÌoatÌTO agente ego magi iter dili-^ 
gens è di persona prima , e di numero singolare, e 
il verbo amo è pure, di persona prima, e di nume- 
ro 'Ringoiare ,^16 disclpulos^ doc^les accusativo pa- 
zi^fenté dd verbo atUvo amo. ' . . i 



Verbo colla cdtleiOni, che in italìàno , d^i’ cui non, si 
tién poi conto Ìu"làlino.. . ' ^ <\u« i 

“O ' T I ^ i, jl.'Ii , ‘ : ofn* 


ntì'.'ir I i 


, of'i; 

yt" 'tr'l' 


' <1* ■ r 


;«(•!«>. Sidla formazione de' tempii. ' ' " 

1 Tempi latini attivi soa tutti di forma serepli^ 
ce'. Dall’ in&n. »si forma l' Imperai., tolta re: Ama-^r 
ré , ama. I - -iV ' -, » 

r Dall’ Imperai. *si. formano gl' Imperf. , aggiunta- 
vi Hom , e Bem (i)^ e ’i Futuro.' indicai.' della 
ei'a(. ‘aggiunta , ,, ■ \ 

“ '©al- Pres. 'Indicat. si forma il Pce». Congiunt. , ' 
imitato, O in- F/n' per k' L Declinaz. ^*e in Atn' per , 
le <àltreiu'In' ancora il FutucO -indicai, della 

3. e 4* nella pres. k. , declinando in' per le altre. , 
~ Dal Pretèvibo ri formano fino a sev Tenapi,iuno 
dell’ Indicat. , tre del Congiunt. , e due deU’lniìn, 
mutata I in Eram , Erinf , Ero 4 Isscm , Isse. 


(>) i verbi in IO serban V'i nel i. Imperfetto t come 
Capiebjm% 


Digilized by 




Cjp. S.^Veì, invito 9j.,, 

Tal è la I. perf.; di- ciascnn/ Tempo , come nel- 
le Tav. si vede, c • l'ultima -vocale della a. sing. 
continua d’ ordinarlò' nelle ’àltre'. ' 

-* V 1 I (■ -I 


III. SMil'.JtaUitno. 

w/vL’ Italiano sarà separatamente » pnendo-, 

vi le persone del^ Nome ; posposte neirimperat. 

Al Conglunt. corrispondono^ ancora i due GE- 
RUNDI ^lìiamio Pre^: ed , ed Avendo a- 

wo/o Perf. » te-/P»uCcbep. , -premettendo la Congiunfc:_ 
C’um in latino: Cutn am^n ^ ec. , o Cum ama- 
rcm , es ec. } Cum amùvcritn, is. , o amavissem ec. 

n-Siccome-poi. i •Tempi 'italiani sono altri- sempli-I 
ci , altri composti del partic. , e dell’ ausiliare A- 
vcre , cosi non se ne facilita T intelligenza , cbe fa- 
cendo dislingoere i primi' dai jsecondi': quanti ciò» 
sian gli unì , e quanti gli altri in ciascun Modo , e 
quali tempi deU'Ausil. vi si cdmpongono. Noi qui 
nc premettiam perciò la Declina-z. , notandone i soli 
semplici, come_ quelli cbe soli serypa, a tal uopp,^ . 


• » I 

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- i-f (f •> Of’xi'i'i’^d'y-'É' R E '*{ ■•■' ■ ‘ * 

I * D . I C A T I V o. 

•<i'^¥ihe& 9 jUei > 

Singolare- Plurale 

/^'.Ln ;.y^- r • > j£jó7« ' 1 mi • ' iVoi--' Còtoro* 


ui\ 

Ha > ‘ Kà ' l abbUmo avete'" hbiiua '' 

- 1 ,f ) ‘M* .» t «' j . I '5 - , • I n IT i • ■ . . , 

-.ì; r_' , ^ ' -^baperffim ,. ; ■.;. i;:,' 

Ateta 'avevi aveva |; aveTamo. a?«val« avcvanps 

^v- - o . •-•■ ^ > 

. .J o.»w. o , S',.i '. i ,:ìù ■> . 

Ebbi ' avesti ebbe^ f' av'emaib ì àv^tet '> ^ber^> 


T' •!. -r !I-,I 


l’ Futuro* ■ '''■i' '■ 


•“ i.. » . . Ci 

Avrò >a<vrai. 

. * l-i t f.i •»(» *♦-» S-. '» »n'i 

avrà., 1 .avremo, .a,yretQ avtanrm.^ 

') .oi;''' in 

^ i < r>D 1 . i ' » ; , .J .. 

fi;j> la/' 

C 0 N GUI N T 1 V 0 , . - . 

. -I fi ' > . i. . 1 / , ; Il I«. : ■ • M 'Il 

'! li! ì 'n'i 

\ /. Préseìite^ 

Abbia "ibbliià 

*’ stbbia’'^ (‘‘àbbiàiub' abbiate* * abbiano^ 

abbi 

f t 

< 

Imperfetto ^ 


Avessi avessi avesse 
Avrei avresti avrebbe 


avessiijM) aveste avessero, 
avremmo, avreste, avrebberjQh 


O S S 3 . R y AZ IO N I 

V 

Intorno a/i ttleunf voci Hi Avere ' 

Le tre persone sing. ^ e la, j. plur. del pres. si scrivono, 
coll’^A, per distinguerle dalla Congiunz. O , dai segnacasi «/, 
tf, e dal Nome anno. Alcuni usan distinguerle coll’ accento. 

Voci poet. Ave per ha\ avea , avia, aveatio , per aveva, 
avevano; avria, avriano, per avrebbe, avrebbero, Ognaltra> 
voce , che s*^iacQatii fuoi (Ù queste ,, è aotiquata. ^ 


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l 


Cjp. Vbmo 

TAVOL Er. 




' Delle Declinazioni di Verbi, k 

ATTIVI,. 

PRIMA DECLINAZIONE 

C 7 V - l .t V > ;j 

INDICATIVO 


Breseritè 


A 


I. ’ 

m-o- 
Am-o 


a. :iv 3. 
ss • at 
i a 


i> : a. 

aiuus i^is 
iamo ale 


3., • 

aot' 

ano 




n 

Ama-va "vi 


Ama barn ' ' bas'" ’ bat ^ 


Imperfetto 

i I bamus batis bant 
\kimo ^ vate ' vano 


va 


\ 


Perfètto . 




Ama-vi visti vit ' 
i.’ JIo amato «c. 
a. Am-ai asti ò-i' 
3. Ebbi amato ec. ' 


vimos vistis erunt, o 
' , ere 

dmmo aste arano ' 


* Piuccheperf 


'lAmave-ram ras rat - | ramus ratis rant* 

, Aveva, amato. ec~. . | ^ x 

, Futuro 

’Ama-bo - bis bit» l;bimus bitis bunl. 

Ame-rò \rai ,rà‘ | remò rete, ranno 


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94 


> /i ' 

BiE(à V x‘i "V o 


Arh-a’ ' et» 
Am-ato ' ato^ ^ 
Am:H tu i c. 


enuis‘;.i‘A a^è \ ent 
atole anto 

{amo n. ate 9. ino col. 

, . , , ,■ ; ;/;r / 

COKGItJHTIVO 

O / ■ / ^ 


Presenta 


Am-em es et 
Am-i i 


et il ’ e 

= \ i 

• • \ • 

Imperfetto 


emus ■ elìs. < eai 
iamo" iate.,.ijnp. 

\ o 


j rem US rctis,,,. ient_ - 
simo ste sero 
remmo reste rebbero 


t' ■' I' : . 

rltig” 'rint 


Ama- rem res ret | 

-Aimas-si .isi^ase, ! 

A me-rei resti rebbé 

. \ f . • . 

i \ • 

n. . Perjetto 
Arnàve-rim ris rit I rimus' 

M 1 1 • I 1 ^ 

Abbia amato ec. », | 

Piuccheperf. 

^mavis-sem ses set semus selis sent 
Avessi amato ec. , ' avessimo amato éo. 

Avrei amato ec. ' avremmo amatO' Cc. 

' Futuro 

Amàve-ro " ris ”tit'' I riraùs ritis riat ' 
Avrò amato ec. i | avremmo ambio 



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Cjp, 3 . VsL VsMO '95 

. . ” r -, ■ - Z y* V' V o 

1 M F I N 1 T O ' 

Me , te , illum ' ‘ nos ' vos illos 

Pres. ed ^ Amare Che io amo , ed ami ec. 
Imper. l amare Che. io amava , ed^ amassi ec. 

Perfetto, e 1 Atnavisse> Che io ho., ed abbia , 
f amato ec. 

Piucchep. . j aver amato Che, io avea, ed avest 
■ : si amato ec. 

' • • ■ ' • ‘ l-K .. j • ^ > ■y. ik. 

Futuro^ I. 


Amaturum, atn, uia.me eci>amatutoa, as,a esse erp. 
Esser per amare : che io ameròj^jed.amerei .C!^, 



» 

, V -4 < ’ 

Futuro à. 


• V', 





Amaturum am um fuisse ec. amaturos,as,a fuisseec. 
Essere stato per amare : Che io avrei amaHo. e^. 

_ „ . . ' . . I i. . \ 

Futuro 3. . 


Foro ut amaverim ris rit ec. ,,.j , 

jiver amato \ Che io avrò, amato, ec. 


'M 

r'.i; I 

V c 


) 


Quest’ ultimo modo è come l’ tpìlògd de’ modi precedenti 
Indie, e Congiunt. ai quali interamente equivale ; e quindi , .a 
farne praticamente conoscere il meccanismo', e con essó la te- 
gola generale e sicura di renderlo in latino., vi si .faran cql- 
ic recite tutt* i tempi italiani di quelli ripetere, conforme. «i 
veggon qui segnati. ■* , ■ > • -i • . 

Per facilitarne la recita ai fanciulli, non si è qui nel 
ptet. notato, che il solo primo de’ 3. per£ indicativi. 


f 




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96 , 


Tac-eo 

Tacio 


Etim. Ljb. /. 

SECONDA DECLINAZIONE 

1KD1CA,TIT0 

Presente 

es et I emus etis enl 
taci tace - | taciamo tacete tadono 


Imperfetto 

Tace-bam bas bat I bamus batis bant 

Taceva vi va | vamo vate vano 

Perfetto 


Tacu-i isti it 

Ho taciuto eci 
Tac-f\ui esti tjue 

Ebbi taciuto ec. 

Piuccheperf. 

Tacue-ram ras rat | ramus ratis rant ^ 
Jtvea taciuto ec. | 

Futuro 


imus istis 


emmo 


erunt o 
,v ere 

este quaro 


Tace^bo 

bis 'Ì3Ìt I 

bimus 

bitis 

bunt 

Tacerò 

rai ‘ rà [ 

remo 

rete 

ranno 


IMPEKATIVO 



Tace 

at 

I amus 

te 

ant 

Tace-to ' 

to 

1 taciamo 

tote 

nto 

Taci 

tacia 


tacete taciano 


QuMto verbo vuole usarsi condona c, per disticfiucrlp 
da 7»cc\art. ' 


Cjp. 3 . Del fEMO 


97 . 


COKGIOKTIVO 


Presente 


Tace atn as * at | amus ’ atìs ant 

Ta-cia ci " da j damo date ciano 

Imperfetto 


Tace* rem res » ret 
Taces-si> si se 
Tace-rei resti rehbe 


remus retis rent 


simo 


ste sero 


remmo reste rebbero 
" Perfetto 

Tacue-rim ris rit { rìmus rltls rial 
4bbia taciuto ec. j ' , 

PiuccheperJ. 

Taeuis-sem ' ses set ) semus setis scQt 
jì vessi taciuto ec, \ 

'Avrei taciuto ec, \ 


Futuro 

Tacue-ro ris rit | rìmus 
Avrò taciuto ec. 


ritis 


rial 


Tacere , tacere 


‘infinito 

* 

Pres. ed Imperf. 

Che io indo , e tacia 


Che io taaeva, e tacessi 

7 • ‘ \ 


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Etim.' Libro /. 

Vr&feUo^ e Piucchep. ^ 

, 1 Che io ho , ed abbia 

* .1 taciuto 

Tàcuissc , aver taciutoJ ^ 

I vessi taciuto 
futuro I. 

T«rUurmn am um esse ec. ; tacituros , as, a ec. 
S, «■«<•., eh. io teeerA, e lacere,. 

Futuro 3 ‘. . ' \ 

Taciturum am um iuisse ec. ^ 

Essere stato per/acere. Che io wrei lactuto ec. 

Futuro 3. 

i 

Fore ut tacuerim ris rit ec. 

Aver taeiutor. Che, io avrò taciuto ec, 

terza DECLINAZIONE . 

indicativo 

' C ’ Presente' - 


Lego 

Zeggo 


is 

S* 


it 


i imus itis uni 

I* giamo gete gono 


Imperfetto 

Lege-bam bas bat 1 bamus bafis bant 

Leggeva iri va ^ \ vamo vate- vano 


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i 


( 


Cjr. /. Del FerbO 99 




Perfetto 


Leg-i 

isti 

it 1 

imus 

istis erunt , 0 

Ho letto 


1 


. ere 

Lessi leg-gesii lesse I 

gemmo 

geste 'lessero 

Ebbi letto 




» 

1 


Piuccheperf. 


Lege-ram 

ras 

rat 

ramus 

ratis rant. 

ytvea letto ec. 

,1 




Futuro 

• 

Legam 

es 

•et ■ '1 

1 • emus 

etis ent 

Leggerò 

rai 

rà 

'-remo 

rete ranno 

‘ 

IvM ,P^E R 

A T 1 V 

0 

* 

Leg. 

■e at 1 

1 amus 

' ite ant' 


Leg- ito ito 1 

l 

itote unto 



g« 1 

1 giamo gete gano 

• 

c 

ÒNGIUNTI-V 

' 0 ' • 



Presente 


Leg-am 

as 

at 

J amus 

atis ant ' 

Leg-ga 



I giamo 

giate 'gmo 



^ ^Imperfetto 


Lege-rem 

res 

ret 1 remus 

'relis rent 

Leggessi 

si 

se 1 simO 

ste sero 

Legge-rei 

resti rebbc j 

remmo 

' A 

reste ,reb^to 


\ 

■ Perfetto 


Lege-rina 

ris 

rtt 

ritxius 

ritis rint 

^bbia letto 


» 

. • • i 

• • 


* 


Digitized by Google 



« loe Et tu. Libro I. 

Piuccheperf. 

Lcgis-sem ses set \ semus selis seni 
Jlvessi leito ^c. l 

Avrei letto ec. I i 

• I • ^ 

- \ 

Futuro 

Lege-ro ris rit 1 rinaus ritis lini 

Avrò letto ec. I 

1 N F 1 » 1 .T O , 

Pres. ed Imperf. 

I Che io ieggo , e legga ec. 
he^erey leggere leggeva^ e leggessi ec. 

■ . , i Che io ho , ed abbia letto 

Le<TÌsse, aver letto 5 Che io ùvea , ed avessi 
® - ( letto ' 

Futuro I. ' ■ 

Lecluram , ani , ùm esse ec. ' ^ 

Esser per leggere : Che io leggero^ e leggerei. 

Futuro a. , 

Leeturum ^ am fuisse ec. 

Essere stato per leggere : Che io avrei letto ec. 

Futuro 3 . 

Fore ut legerim rU ec. 

Aver letto . Che io avrò letto ec. 


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Cjp. 3. Del F’snto loi 

. . QUARTA DECLINAZIONE 

INDICATIVO 

f . , 

Presente 

» 

Aii(l-iò is il { imus itis ioiiK 

Odo odi ode ^ j udiamo udite odono 

Imperfetto i ' 


Audie-bam 

bas. 

bat 

|. bamus 

batis bant 

TJdif^a 

vi 

va 

f ' ' vamo 

vate vano ’ 



Perfetto 


Audl-vi 

visti 

it 

1 imus 
1 

istis erunl o 

Ho udito ec- 


ere"' 

Udii 

Ebbi udito 

udisti 

ec. 

udì 

1 udimmo udiste udirono 


Piucchepeif. 


A^diver^Vam ras rat | .rainus ratis rant: 
uSeeva udito ec^ j 


Fallirò 


Audi-am 

Vdi-rò 


es 

rai 


et 

rà' 


I 


emus 

remo 


etis. 

rete 


cui 

ranno 


( , 


/IMPERATIVO 

« 


Audi al 

Audi-to to 
Odi, oda 


aiuus ite 
tote 

amo udite 


ant 

unto 

odano- 



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102' Etim. LìBRO /. *? 

CONGIUNTIVO 

-P 

Presente 


Àudt-am as at ^ 1 

atnus 

alis 

ant 

Oda oda oda 1 

udiamo 

udiate odano 

imperfetto- 


S 

\ 

Audi-rem res ret 

, remus 

retis 

reni 

Udirsi si se , 

• simo 

ste 

sero 

Udi-rei resti rebbe 

a 

remmo 

reste rebbera 

Perfetto 



Audivetrim • ris rìt -■ 

'rinius 

rilis 

riot 

Abbia udito ec. 



f 

. ■ 

Piuceheperf. \ 


- 

Audivis spm ses set 

semus 

setLS 

sént 

Avessi udito 




Avrei udito 

r>. 



é' 

< Futuro 



Audive-ro ris ijt 

rimus 

ritis 

xìtll 

Avrò udito 



' ■■ 


IN finito 


Pres. ed ‘Imperf. 

j- ' S odo ^ e oda ec. 

Audire , udire ^ udiva , e udissi ec» 


. ' Digitized by Coogle 



Amlivlsse , aper 
udito 


Cjp: 3. Dei ioJ 

Perf. e Piucchep. 

Che io ho . ed abbia udito 
Che io ave a , ed. avessi «• 
dito , 

jPuturo- 3. 

Audlturum ani un» esse ec. 

Esser per udire : Che io udirò , e udirei 

Futuro 3. 

\ 

Auditurum am um fuisse ec. . i 

Essere stato per udire : Ch<^ io avrei udito ec. 

Futuro 3. 




Fore ul aadiverim yis ec'. 

uiver udito. Che io avrò udito ee. 

OSSERV'A 7 IO N.l “ 

> . 

1 Preteriti colle sillabe vi, e ve si soglion in alcune 
pers. di tali sillabe sincopare. 

Nella I. il Perfetto indicat. in tre persone : amasti am»- 
stìs , amarunt. Il Piucchep. in tutt'’ il sing. , e nella j’plur. , 
come Amaram ec. Il Perf., e Piucchep. congiunt. fà Anarim, 
Amaisem ec. ;.e’l Futuro in queste tre Amaris , rii, riiei^ 
Amasse per Amavìsse, l' ~ 

Nella 2. Justìy fsr jussisti lie’ Poeti. Commerit, corraMS- 
set , Suhmosset , commosse ec. da Commoveo ec. 

Nella j. e 4. W , e ve si posson quasi sempre sincopare. 
Petti , petiistì , o petisti, petit ssem , eognorim , decreràmi , ec. 
Ne’ Poeti trovansi Evasti , per dixisti , evaiisti ; J%f- 
gite , Surpite, per porrigitéy surripite. Die , Due , fac 
( antic. Pace ) sono Imperat. di Dico, Duco, Facto. Audisti, 
Audtit , Audierunt ec. Negli antichi Poeti travasi 1* Imperf. 
4ftUa 4.. in iiam : Serviiam- Ter. Lrniiant. Virg. , > 



i 

i 


i 


i 


Digitized by Google 


” Etim. Libro I, 


io4 

A R T re O L O IL 

I 

>' . - Del f^erho Passivo. 

«j8. Il Verbo Passivo (i) è quello, che ter- 
mina in OR, ed esprìme la qualità di passione. 

A V V E R T I M E N T O I. 

> 

I. Sulla formaz. de' Tempi latini. 

In Passivo i Tempi latini sono altri semplici , 
altri composti. I semplici si formano dai tempi atti- 
, vi coll’aggiuniione di nn R per la i. persona, come 
Amo., Amor, Amaham , Amabar \ e per le altre vi 
si aggiungon His , o Be pers. a. sing. (a) , Mini a. 
plur. , Vr 3. sing. e plur. , i. plur. 

I composti si formano coll’Ansil. , e ’l Par- 
tic. preter., varialo come Bonus, ed accordato col 
soggetto anche in g. e n. 

II. Sui tempi Italiani. 

Questi son tutti composti di Essere , e '1 Parile. 
'Amato cc. , che varia secondo il e’I «. , e i tor- 
^ rispondenti ai composti latini lo sono ancor più , co- 
stando di tre voci', e che direm perciò sopraccom- 
posti. Tranne i sopraccomposti, negli altri suol usar- 


(1) Detto cosi, perchè esprime la qualità eli passione 

del sovgetto 162 ,), col quale perciò si accorda. V. l’Avv, 
in fine delle Tav. _ ^ 

(2) Nelle Tav. sarà segnata la soia dcslnenxa Ri*. •' - 


I 


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Càp. 3. Fsmo 


io5 


sì invece anche Venire ; io vengo amato , ci veniva 
'' lodato. Nelle 3 . pers. usasi ancor Si , il quale se- 
gno , ov’ è congiunto con Essere » equivale a stato : 
Si ama, si è amato ec. 

, I due GERUNDI passivi , sono Essendo amato , 
Essendo stato amato ( 77. avv. sull'Ital. ). 

SUM . • ^ 

I 

Ausiliare de* Passivi 

INDICATIVO 

Presente 


Sum 

Sono 


E-ram 

E~ra 


es 

sei 


ras 

ri 


est 

è 


sum US 
siamo 


estis siint 
siete son o 


Imperfetto 

rat I ramus ratis rant 

ra I ravamo ravale rano 

Perfetto 


Fu-i isti it 
Sono stato 
Fui fosti ' fh 

Piuccheper, 

Fue-ram ras rat | ramus 
Era stato ec. 


itnus istis erunt o 
ere 

fummo foste furono 


ratis rant 


Futuro 


E-ro 

Sssrò 


ris 

rai 


rit 

rà 


ri 

rt 


iimus ritis 
remo rete 


runt 

ranno 


♦ OiQitized by Google 



Eritt. Lituo lì 
IMPERATIVO 


io6 


Es 

sit 

simus 

te 

sit>{ 

' Esto 

esto 


eslote 

sunto 

, - SU tu 

. sia 

siamo 

siutè 

siano» 

CONGIUNTI 

V o 


> 

Presente 



Sim sis^ 

sit 1 

simus 

sUis 

sint 

Sia sii 

sia 1 

siamo 

siate 

siana» 

% 

Imperfetto < 

. 


£s-sem ses 

set 

i setnus 

sctis 

senfc 

Fossi si ‘ 

se 

sìmo 

sle 

sero 

Sarei resti 

rebbe j remmo 
Perfetto 

reste vebbero- 

Fue-rim ris 

Sia stato ec. 

rit 

rimus 

' *È.* 

rrtis 

rint 

i * • 

Piuccheperf. 

• ■ 

■ -J 

Fuis-sem ses set 

Fossi stato 
Sarei stato 

1 seiuus 

1. 

setis 

. sent. 

- 

Futuro 

• t f 

• 

Fuero ris 

Sarò staio 

m 

rit 

1 TÌmus 

ritìs 

» 

rint 


'ì • . 




• Digilized by Coogle 



Càv* 3. Dsi V'unto 


. -1 


I H r 1 M. I T o . 


i«2 ' 


Esse, Essere'. Che io sono, c sia-, CK io era, e fossi cc. 
Ellisse essere stato'. Che io fui , sono ,e sia stato ec. 
Fore, o Futunijn, am, um esse. ec. Esser per essere; 
Ch'io sarò, e sarei ec. 

Futurum ec. fuisse : Essere stato per essere'. Ch'io 
sarei stato cc. 

OSSERVAZIONI 

, Sul latino. 

Anticamente tutte le voci di Som avean 1 ’ t iniziale S- 
snm , esumus ec. Porem , che usasi ancora per essem , toro , 
Pui son voci dell’ antico Può. N. Met. pag- -50S. 

Sull' Italiano. 

Sia, composta cogli affissi m, ti ec. fa sìe-. stenti, sie^ 
gii ec. 

Voci poet. Puro, fur , fumo , foro per furono, fia , Sa- 
no , fono per sarà , e saranno , siano per siano. Para , fora:, 
no , sarta , soriano , seriamo per sarebbe, sarebbero. Da que- 
ste in fuori , tutt’ altra voce, che s’incontri, è antiquata. 

Le pers. 3. di Avere anche soglion usarsi per Essere. P- 
e. Non ha lungo tempo (e). Quante miglia ci hai ( sono )• ’ 
jRbbevi di quelli ec. ( furono ), 



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io8 


ErtM. Libro T. 

TAVOLE 


Delle Declinazioni de' V ^rbL ^ 

PASSIVI 

PRIMA bECLINAZIONE. 

\ » 

INDICATIVO 

y • 

Presente ' 

Am-or ans atur | amar amini antur- 
Sono amato J 

Imperfetto 

Amab-ar aris atur I amar amioi anlur 
Era amato 1 

Perfetto 

Amatus, a, nm, smn,fai ec. amati sumus » fùinMis ec.. 
Sono stato amato ec. 

Fui amato ec. 

Piuccheperf. 

Amatus eram, o fueram j amati eramus o fueramus. 
Era steto amato ec. I 

Futuro 

Amab or eris itur j imur imini untuu 
Saro amato ec. I 


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Cap, 3 . 'Dm F'skpq 109 

^imperativo 

Am-are etur emùr amini entur 
Ara-ator alor autor 

Sii tu amato siamo noi , amati ec. 

C o N Gl UNTI V o 
Presente 

Am-er eris . elur I emur emini entur 
Sia amato ve. | 

Jmperjetto, 

Amar-er eris ' etur emur emini entur 
1. Fossi amato ec. 
a. Sarei amato, ec. 

' ^ Perjetto ' , 

Amatus ec. sim o fuerim I amati sìmus o faerimus 
Sia stato amato ec. ) 

Piuccheperf. . « 

Amatus essetn o fuissem amati essemus o faissemus 
1 .Fossi stato amato ec. 
a. Sarei stato amato ec. 

Futuro 

Amatus ero o fuero ec. I amali erimus 0 fuerimns 
^ Sarò stato amato cc. | 


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110 Etik,'‘ Libro /. 

N 

INFINITO 

Perf. ed Jmperf. ‘ 

Amari , esser amato Che io sono e sui amato ec. 

Che io era e fossi amato ec. 

Per/, e Piucchep. 

Amatum am um esse o fuisse , essere stato amato 
Che io fui, sono, e sia stalo amato ec. 
Che io era e fossi stato amato ec. 

Futuro I . 

Amatum iri ( indecl. ) , o amandum , am , umj os, as ^ 
•*- « fore , Eisser per esser amato : Che io sarò , c sa- 
rei amato. < 

\ 

Futuro 3. 

Futurum fuisse , ut amarer , amareris ec. Essere stato 
per esser amalo'. Che io sarei stalo amato ec. 

Futuro 3. 

Amatum am um fora ; amatos as a fore. Essere sta- 
io amato : Ch^ io sarò stufo amato. 


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Cjp. 3 . Dei Veeeo Iif 

■ SECONDA. DECLINAZIONE 

INDICATIVO 

Presente 

\ 

Tàc eor eris elur I emur etnìni entur 
Sono taciuto ec. j 

Imperfetto 

« 

Taceb-ar aris atur J amur amini antur 

Era taciuto ec, | 

Perfetto 

Tacitus sum o fui ec. | taciti sumus o fuimus 
Sono stato taciuto ec. I ' 

Eui taciuto ec. ) 

Piuccheperf. - 

Tacitus eram o fueram I taciti eramus o fueramns 
Era stato taciuto ec. | 

• , Futuro - 

Taceb-or eris itur I imur imini untur 

Sarò taciuto ec. j 

IMPERATIVO 

• 

Tace-re atur emur emlni antur 
Tac-etor etor enlor 

Sii tu taciuto siamo noi taciuti 


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iia 


EtIU. LiB. Im 

i 

CONGIUNTIVO 
Presente 

V , ^ l 

Tace-ar aris atur | amar amini aatur 
Sia taciuto ec. j 

t Imperfetto 

Tacer-er eris etur | emur emìni eulur 

I* Fossi taciuto ec, j 

2 , Sarei taciuto ec. { 

Perfetto 

Tacitus sitn o fuerim , , jtaciti simus o fuerimus 
Sia stato taciuto I 

e. . • , ' 

Pluccheperf. . •. 

Tacitus essem ec. I taciti essemus ec. 

Fossi o sarei stato taciuto 1 

. . Futuro 

Tacitus ero o fuero taciti * erimus ec. 

Sarò stato taciuto 

’ ‘ ' ' INFINI TO 

Taceri , esser taciuto ec. 

Tacitum esse o fursse-^ Fssere stato taciuto ec. 
Tacitum iri , o tacendùm fore ec. 

Tuciluui forò ec. Vedi la Tar. precedente 


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.' ,' iv^ >" ‘i"‘. '. i^’’’ ^ ’ .<; '-H.:'' 

r, ' r ■• -^-^ •■::■ - 4 ^: :‘ 

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' > /t'* 

.«'*.. • I • > 


j . (fjp. 3. Dèi. P'kmo 


^ ■ : tebza declinazione 


. '.''vL^f^- 




:<..•<; -.A. 




-%, ■' 
^■' .. 


T‘ 

Leg-or eris 
i^ono letto 


IJfDICATlVO 

Presente 
itur I imur 


t ,\f 


u ^.. 

Mi 


' . ■■^.' 
p. . 0 ^ 


imini untur 


A-<s.'^*‘ 


TJ' 

"Tj 


•■) ■.. 


V ' Imperfetto 

Legeb-ar , aris atur j amur amioi antur ' •' .' ^ 

Era letto ec. I • . ,t'- • ' ''\4 

I ; .■■ ■■'*. ..-t-i 

. •“ ■ •'?■ /:■;« 

Leclus è il Padic. pei Tempi composti. Vedi ^ 


Futuro 


A . I 

-* ,■ \t' '» 

./v ^ ^ 


Leg-ar eris elur 
Sarò letto ec. 


I emur ‘ «mini entur 
XMPERATIYO 


' V* V '2 


i • • 


« 

^ Leg-erc atur 

,,'rfc'^r Leg-itor iter 

. 3 Su tu letto 


-,. ,f ] <- ■■;' x -i-. -'j;! 

> ,1 ' ^ 


amur immi antur ^ f 

, %i. \ .. . • . 

, untor : ;v^ s 

. - J ..-Mi 

r. i ^ -tr / ^ -V 

‘ ' c òìfMfr I tF N T nro*" ' ■ -■ >?'• ■ 

' * ^ - . . T - •* ; ' > 

- ‘ . Présente v. . ,■ ::‘ r 

Leg-iv arra , atur I amur amini antur": -V * " 

Sia l yO ec. V f - 

8 ■ . . ■•.•,. :• -Vv V’ 

•• ’f- -', 


%* ; /. /I 


f .' 

•v>' 


.- -V j 


' ■;'. " t .. -■•■■.••■■'V* \ >-, * -l>r; .1 . • ■ , 

-•.r\ i V'-Vv- . :-: ''ft ‘ 

■ . ->K • ,; r ‘ v'^ ■ ^ 

. ■ • ■ - ' ' ■ . ‘ ■ ..." ..V '.!r ■ 


v> 


-< ... ' •'VA. ^ i > : ■ 

V / >/V 3 .;a ì: 0 r 


>T' ,..> 


• o 


f 


•V • 


f 


' ■ f?- 


” Ì .-7 ^ ' 

Lèger-er eris etur | emur eqaini eotur 

Fossi letto '* i 

Sarei letto , ■ , 

I tre teuiju composti si formano come nella i.Tar* 


«>■ - 


IN F I «1 T O ' ' ^ 


Legi , esser letto ec. 

Ii.eeium esse.o fuis*e , essere, stato lèttfi 
■ Lectum iri , o legendum fore ec. 

Lectum fore ec. u 


1 ' 




: ‘ QUABTA DECLIN AZIONE , vi 

- INDICATIVO^ 

V*- V »• ■> ; y \ . » ; ;■. 

Presente ^ 

Aud-ior iris ilur I imur imini ianlur 
Son udito ecv^.* ^ 




r.:, hfffirjem 




■ * Audfeb-ar aris atur 'I amur ^ àmini ■ ' ’ anlur 
•' ' Era udito j - <f ■■'■■■ ' v 

• / ' Del Peif,^. ^ I. Tav 

Andi-ar , cab ,eUir I «8^ar / ^ cntur 

satìs udito - v j '■ . 


Digilized by Google 


C jp^\ 3 . -Del- 


BO 


ii5 


IMtERATiVo 


- ti I - 

Audi -re atur 

' Aud-itòr ‘ - ijor . 
Sii tu udito 


>1 

amur 


imim a«(ur 
s Y ' untur 

, Tv 

^ > 


congiuntivo ' ' ' ' 

. ' Presente < . 

Audi-af aris "atur j amor t amiate antur 
Sia udito ' p . ■»' * V 

Imperfetto ~ » • i\ 

Audlr-er eris ' etur 
Fossi udito 
Saréi udito, >v . 


emor ' émiài';'' entur 

^ '■ . t I- . 






SieguoDO i tre tenifù composti ^<ie si for ma^o T, 
.come nelle Tavole precedenti. - ., y. . 




, . : . ^.INFINITO, 

■^A udiri ' esser udito ! - * ’ 

Auditum, es^e o fuisse y^essere staio . udito ec* ; V 
'Audilum iri , o audiendupt fope ec„ . ^ w 
Auditum foie.ec. V, la Tavola', a< norma uli 
- cui si faranoovle recùe dallo altre. -> , * 

AVyEATIM E K.T O IL * - - s 

. -Q»i convieo dettare la ter*» Jlegola di conve- 
nienza grammaticale' (' . ) ossia le - ' 

- 'Sp '' .«T-v a-.,:»*- 


%t 


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' ii6 EtiH. Lib, I, . 

TERZA CONCORDANZA 

ì 

Del Eerho col Nominat. 

' Il Verbó col Nominat. si accordano > in due Pro* 
priclà , nel Num. , e nella Pers, (i 5 )-. Cosi Pater 
amat sono in buona concordanza, per esser amendue 
dello stesso nnm. , e dt Ha stessa pers. < 

Costruzione. 

Il Verbo attivo si costmisce col Nominai, agen^ 
tc , e coir Accus. paziente (77). il primo è il soggeA^ 
to , e ’l secondo è 1 ’ oggetto dell’ azione (73). P. c. 
Dio governa il mondo , Deus re^it mundum. 

Il PASSIVO si costrui.sce col Nominat. paz. e coll’ 
.^ablat. agente colla Prepo.siz. A, AB, o ABS, d’or- 
dinario taciuta nelle cose inanimate (i). 11 ^ Mondo è 
' governato da Dio , Mundus regitur a Dea. 

Dai quali esempj si scorge , che cangiandosi la 
forma della proposizione , l'oggetto deU'Atlivo diviea 
soggetto del Passivo. E que.sti sono iloro casi essen- 
zia/{ , o principali. Soglion aver ancora altri casi ac~ 
cessoij 1 de' quali nella Sintassi. 

Or la declinazion composta de' Nomi (Scj-avv. ) 
si aumenterà del Verbo per tutte le 4 - Declinai. , e 
# per tutt’i Tempi aitivi , e passivi. P" e. Nomin. Ego 
idem tuus discipulus socors , (jui amo , tacco , lego , 
et audio. Genlt. Mei ejusdem tur discipuli solertìs , 
^mi amaham ^ tacCbam ec. .. variandosene gli esempi 
in tutte le pers. , e .con altri Verbi ancora. Si ottie- 
ne con quest’ esercizio speditezza nel declinare , nella, 
pronuncia , e nel porre in accordo le parole. 

^ (1) Cón queste ancora trovasi talvolta la preposiz. espres- 
sa. Non atluumur a mmrì moenirt exirttM- t'ic. OtEci a 
tt t » vtin frate, Cic- 5,.cp. 12, 


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9 


Cjp. 3. DtL ysfito iiy' 

Dispensati i faiicÌHlH ornai di appoire ai lor pen- 
si la laj^ioiie , si esercilei-aniio nell iniirinUi- le pio- 
jiosizioiii , esponendole altivan»eute , e passivamente 
in amendite le lingue. 

La sperienza però ne ha fatto conoscere che i 
fanciulli in simili esccuzicmi di precètti, per ordina- 
ti e chiari che t^esti sieno , urtan seinpre nello sco- 
glio della eoulusione. Quindi egli è d’uopo die qual- 
die massima luminosa di pratica ser»a in ciò loro di 
guida. Una serie di poche opportune diinatide , e rì- 
spaste, sou tutt’ il mezzo, onde man mano accender 
loro ne ir animo questa luce. 

Che y erbo egli è ? Che Participio egti è? È 
ittit a , è Passivo. Prima domanda , prima risposta. 

Perché (licesi Attivo ? Perchè si accorda con chi 
agiice. Perchè dicesi Passivo? Peri ìtè si accorda con 
cìu polisce. Due altre domande, due altre risposte , 
o con esse due Massime fondamentali d’esecuzione. 

CoH (filali Casi è costruito il Verbo Attivo ? Con 
tfuali il Passivo ? QuaC è il termine adente ? qual il 
paziente ? In qual Caso veulan questi coll' Attivo , in 
(juale col Passivo ? Ma soprattutto : Che'' sjìecie di 

pr,pnsizio/iel Se complessa, o incomplessa, se pria.- 
cipale , o incidente ( V. 1’ Appeiid. seg. Ecco lo 
domande, alle quali obbligar .sì voglion sempre i gio- 
vanetti a dare le lor congrue e ragionate risposte , 
soprattuUo in analizzando i Itir pensi di traduzioni 
dall IlaliaDu al Latino , ed al contrario. 







n8 Eriu. Lib, '*•' 

S Ss RV J'X IONI 

' Sui futuri dell' Infittito ' ^ 

Per intender la differenza dei tre Futuri deil' Infinito; 
xifietter convieae a -due cose/ prccisantente , aU’«s/p»^, ed al 
tempo, L' azione in tutti e tre si ha sempre come non latta , t 
e quindi come futura, ma con differenza, che’ nel i. decsi 
ancor tare, perchè il tempo di farla ai'cor dee venire. F. e. 
Credo ; che dojn«mi -riceverò lettere , Credo., ine cfas acee- 
fiturun esse epistolas. z. non deesi piti fare , -perché il 
tempo di farla è già scorso. Giudico, che.jeri avrei ricevuto 
lettere, se non fosse piovuto , y/zy/Vo me iieri accepturum 
finisse ep-.stolas, ni pluisset. Nel dee farsi rispetto all’e- 
poca del Verbo finito , ma si ha come latta rapporto ad un’ 
akt’ epoca posteriore. Credo che avrd ricevuto lettere, quan- 
do tu ritorqers|i , CredtLfiore p ut ,acceperisn epi^tolas , cum 
tu redi bis, * 

"■’Nél I. adunque l’ azione, c ’l tempo sono futuri amen; 
doe; nel 2. l’azione è futura , ed ii tempo' é passato: e nel 
q. l’azione è luturas-e passata rispettivamente 11 i. è un 
Futuro assoluto , il. z. é,un Futuro passato anteriore , il 3. 
un lututò passato, posteriore. I-a lor forma costa perciò di 
dtle voci , una per l’azione, l’altra pel tempo. 

'• Id Attive il Futuro'!, si forma col' Partic. in RUS , e 
JSsse , c talvolta fare (i-). 11 z. collo stesso Partic., e Puisse. 
31 3, con fere ut, e 'I Perf. congiunt. 

In Passivo la forma del *• è Amatum ir: Indecl. 0 Aman- 
'Atim fiore deci.', del z. è Puturum fiuisse ut coll'Imperf. con- 
£iunt. (2); del j. è Amatum fiore deci. In Italiano il i. c z. 
ixaane ancor altri modi equivalenti. Così il 1 . Che io seno , 
o sia per (imare, o sarò per amare ; ed il rimoto = Che io 
narei,o sarei stato per amare, o avrei amato ,\l x.Che sarei 
stato per amare, . ^ 


(r) Anticamente Usavasi indecl. Credo inimicos hoe dictu- 
vum. Crac. La forma amatum ire , che alcuno gli da, è co- 
munemente riprovati. < 

(2) Le forme Amandom esse, e fuisse dinotan futuro col 
Senso di necessità , come quelle che portan l’ Accus. del Ge- 
rundio. 


) 

( 


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.. 




-I V 


/*>- 


/ \ 


Cjp. 3 . Dev P'eeeo 
^ ' J[ ' P P E N I> 1 ^ t. 
, Uso de'duc v>erbi AutiliarU 
' AVERE 


i'é 

2 . 


Avere usasi I c<m verbi Attivi^ come Ho scriliin 
cd ho scritte le lettere (i)f. 

II. Coi Neutri iolransitivi , che hanno il parlic. 
passato indeclinabile. Egli ha camminato, ella ha 
camminato passeggiato , girato, dormito, dimorato, 
gridato , languito , Uos^icato , rijmsalo ,^egliato ee. (a). 

III. Coi pàrtic. dovuto , ]>otMio , voluto i 

<pie sia r infin.., che lor siegue^.jKb dovuto scrivere, 
So dovuto andare ^3). 

IV. Coirinfin. preceduto da o iu senso di do- 

vere , come Ho a curare' ( debbo- )l ; Mas» a fare 
( si, dee b . • * ' " 1 

~ , ,, I ■■ k • 

(i) n parti'c. pu^ u.sarsi in<lerfÌB..,o aocordàto coll*(>f;|^t' 
to. Nel primo^tnodo , Kd scri'to è tutto il vèrbo, e le lette- 
re è l’oggetto; pel secondo il solo ho ^ il veilio , e le lette- 
re scritte è tutto l’oggetto, e sfritte è come' semplice agget- 
tivo verbale, prcssocchè simile airA/ièeo eiictvm ,.ptsìtvm 
per tiÌM’ , pe ai, i , '' ' 

Se precedon gli obbliqui di minot^encrgta- ( y3» osi-, f ^ 
o il relativó, il parttc. varia con essi. For «ir avete vedutA 
le ho Vedute ; fili «omini, che ho veduti , e non gì li vedut»,\ 
' (^) Piovere, Correre, Ricorrere s’ nsan col partic. indect.,. 

e dèci., e quindi dicesi : ha piovuto pietre ( Paria )',.o som 
piovute pietre ( cadute ). Con tal differenza disse 11 Bocc,.; 
avendo corso dietro alCamante, Sentendo Arrìgueeio esser cor- 
so dietro a Ruberto. G. 7 . N. 8. . i . 

( 3 )Non già son dovute andare coirte pur si teggè' nei Clas- 
sici , usi ad unirvi l'ausiliare ^’ompeteme al verbo- infi'oho.": 
poiché oggi vi si usa indistintamente il solo Avere. B qhl' 4 
Boti, Vfìe cogli obbliqui mi , ttec. vi si 'adopra ailhha Ave- 
re , se i inecksimi si affiggono ali'^lnfiit.-; . ed Èssere -, * f 
premettono alla frase. P. vnlti'o vendìearniì . e'idì inm 

voluto vendicare ; Ella ha potuto ingéttmjrsÌ Y è«-W'V petutdi 
ingattuare, , 




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/ ■ . i ■ 

' • . < 

V. Con *« senpo di «Mer necessario. JVba 

m' ebber luogo. Bqcc. G. 8. N. i. 

VI. Nelle persone terre usasi non raro |>er i’f- 
sere. Non ha guar* (è). Quantf miglia d ha ? ( so- 
no ). Ebbeui di <fuegli ec. ( faroQO ). Ebhon taglia- 
ta ia testa ( fù loro )r m<Wierc tratte dal francese. 

■ESSERE 

> , , • • .V ■ . . ! • 

<• ^Essere uiasi I. coi verbi Passivi » come »S«e#e /o- 
'datì ec. IL cft verbi Attivi , quando s’usan cogli òb- 
Itliqui di minor energia mi , ti ec. ( 58. oss. ). Mi 
son difeso y elle sì son difese ; E^li s‘ è data la pe- 
na , si è tolto il cappello ; ci siam fatta una premu- 
ra , Un dotiere- ec, (i).- 

> ' II/. Coi verbi Neutri » intrans. , ebe' hanno il 
partic. passato deci. , come sono : Egli è partito , 
ella è partita , passata , andata , fuggita , caduta , - 
salita , nata , , comparsa y morta j mancata , marcita , 
‘ec. ( 2 ) ; e quelli , cui si uniscono gli accennati ob- 
l>iqui nii , ti ec. , come Ci siamo affini , lagnati , 
doluti , pentiti , studiati , seduti ec. ^ 

IV. CoW'Infn. preceduto dalla prep. da in sen- 

po di dovere: come non è da credere , son da ri- 
prendere. * 

V. Coll’ Infin. preceduto da per , esprime così 
un tempo futuro , equivalente al partic. futuro latino. 

Son per ritirarmi di qui: Era per uscire. 

— ^ ' - 

ometto è come esteriore al Soggetto, puA star- 
vi Avere. Mi ne fatte le letiere. Non se quel che mi abèis 
elette. . , . 

( 2 ) Fuggire, Passare , Salirei, Vivere se son seguiti da 
nome scum prepos. a gu'sa di attivi , van con Avere , come V 
Ma fuggite ì ladri , Ha passate il fumé > Ha ialite al «fi'*-!., 
toè. Ha vivtm amiti étuv,^ I 


; 







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* • 

Cap. 'ik Dts. F'smo ■' i4i / 

A P P E N DI C E H ' « 

' t 

Intorno alla Proposizione. " ' ' 

Il Nome Sostantivo , 1’ Aggettivo , « ’l Verbo, di 
quali abbiam finora trattato , sono gli essenziali com- 
puuenti della PROPOSIZIONE ( 4 . a ). lodaino il 
Grauiatico , senza la cognizione di questa , si pro- 
metterà dell’ accesso ne’ penetrali della lingua : indar- 
no si sforzerà egli di sviluppar , qnant' è mestiere , ' 

, i foiulamentali precetti di sua scienza , di approfon- 
I dirne le eogiuzioni. Egli non può ignorar la natura, 
la forza , l’uso della Proposizione, senza ignoiare, 
il fondamento della sua scienza, e ’l costitutivo es-^ 
senziale della Lingua. 

Ogni discorso è un aggregalo , una catena, di 
proposizioni. Ogni proposizione è un giudizio prò- , 
nunciato^ colla voce. Ogni giudizio è sempre il cono- 
scimento della convenienza , od ofiposiziotie di due 
idee, una della sostau;^a , della qualità 1’ altra ( 1 4 . ). ^ 

Noi qui definiamo la Propotiz o/ie per una parte es- ’ 
senziale del discorso, cbeco.'ta di tre voci , cioè «T ua 
Xfotnc Sùstant, , e d’ un Ag^ctt. , che tali due idee , 
esprimono , e d’ un Verbo , che ne manifesta la con- 
venienza , o ripugnanza. I due primi sono i termini 
della Proposiz. , chiamati dai Logici Si'geetto , ed 
Attributo , e 1 Verbo n' è come il vincolo , detto 
perciò Copula : P. e. in questa ; Io sono amante , Io 
è il soggetto , Amante è TAltriLuto , perchè attribui- 
to al soggetto , ed il Verbo Sono è la lor Copula. 

Il Verbo dunque primitivo ed universale, de- 
stinato a formar tutte le proposiz. , è Sum. Nondi- 
meno in grazia e della brevità , e della variazione , 

«Itri Verbi si foggiarono equivalenU a Sum, e ad 


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■. £> 


ixs EriH. Lib. I, ^ c 

un Nome aggclt. , detti perciò Verbi Aggettivi ( 69 ). 
Così in vece di; Io sono (incinte, dirò: Io finto- ^ . 

Varie specie di Pro[>osizioiJrt si dislingnon dai 
Logici. Noi lasciando ad essi tutte le altre , che non 
liaa rapporto necessario coi gramalicali precetti , • le- 
distinguiamo qui in incornplt’-ssc , e complesse,^ ^ ^ 

Incomplessa è la proposiz. , i cui U'rtnini sono- 
incomplessi , cioè non abbraccian altra pi’oposii^ su- ^ 
Laiterna , come , p. c* La Gramatica è la. scicn.^. 
dei se^^ni delle idee. Complessa q»iclla , che gli ha ^ 
complessi , cioè , che portano annessa^ altra propos. .. 
subordinata ed accessoria , che i Logici cbiaman In- 
cidente , quasi aggiunta per incidenza : la quale m 

Italiano espriniesi d’ ordinario o per Verbo col Re- 

lat. ( 60 . a), ò pel (ieruudio '( 77- )• . 

Gramatica , else è la scienza de' se^ni , ovvero a 
Grnrnntica essendo lei scicftza de segni ^ è affine ail^ ^ 
Logica., che è la scienza delle idee (3. a ) . ove la ^ 
Gramatica è affine alla Logica |è la priucipale, 
due altre sono incìdenti. | 

Questa differenza di prop4sizIoni , clw appena 
ha qualcliè uso in Logica , fa tutto il pregio dell o- 
pera in Gramatica. Non altrimenti , ebe per essa si- 
può nel caso di simili complicate proposizioni riusci- 
re a far conoscere c distinguere i termiui^di <• gente , 
di paz. ec. , e farne intendere i differenti rapporti ; 
non alli-imenti si posson gl' insegnamenti de ParticipL' 
colla debita facilità comprendere ed apparare. 


S 


CjP. 3 . D'tt VsKBO lÌ 3 * 

, ARTICOLO III. 

/ 

De' Verbi' Neutri ^ Com. , Depon. ed Impersàn.^ 
NEUTRI ' 

4 

' 79. 'I V^rbi Nèutri (i) sono^ quelli, che 
terminando in 0 (a) espriipono altri 1’ inaiione, 
altri J’ azione intransitiva , altri la transitiva , ina 
senza règger Àccus. paz. ( 77. 78. avv. ) 

80. Sono dunque i Verbi Neutri di tre sor* * 
te , di Stato , Intransitivi , e Transitivi. Addi- ■ 


tiamone 

aleuni. 



1 

^ • t 




Di Staio. 


in V *• * 

Sum 

es 

fui 


esse , 

essere 

Sto 

stas 

steli 

atum 

are 

stare 

Dormio 

is 

ivi 

f itmn 

ire , 

dormire 

Maneo • 

es ■ 

/si 

1 sunl 

ere , 

restare “ 

SedjCO 

es 

di 

essutn. 

ere , 

sedere 

Vigilo 

as 

avi 

atum 

t , 

are , 

vigilare 




Intpansiiivi, 

\ 

' ■. . 


Dkeedo 

> 

ÌSt> 

essi 

sum 

ere , 

partire 

Scando 

is 

di 

sum 

ere , 

salire^ 

Smgd 

is 

r 

reati 

V t 

ectum 

ere , 

levarsi ' 


,(i) Da Neuttr, nè 1 ’ uno, nè 1 ' altro, cioè nè Attivo ^ 
nè: Passivo. ^ , 

(2) Eccetto Sum , coi composti « Mtmìni, Nevi , Oji , ^ 

Coepi. Quelli di i. specie son detti perchè sene' aver ‘ 

apporto necessario con altro ‘teriniae fuori del lor sogj^et. 
to : compion per K soli I9 - v 

/ 


l 


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ia4 


Etim. Lia. /. 




1 Transitiva 


i 

Studeo., 

es ■ 

ui 


ere , 

stuitìare' 

l’aveo 

es 

vi 

utum 

> 

Jauorire- 

adirai^ 

Succenseo 

es 

ui 

^sum 

ere , 

Obr.dio 

is 

ivi 

itum 

ere , 

ubbidire 

Parco 

is 

peperei 

parsuua 

ere } 

perdonare 

. 1 

’• 

• 

Misti. 


\ 

Audeo 

es 

ansus 

suin 

ere ' 

ardire 

fjaudeo 

ts 

gavisus 

sutn 

ere , 

rallegrarsi 

Solco 

es 

solilus 

SUR» 

ere , 

solere 

Fido 

is 

fìsus 

sum 

ere. 

jèdare ' 

Confido 

is 

ilsus 

SUOI. 

ere , 

confidarsi 



Passivi. 

- 


Fio 

fis 

fàctas 

siiin 

fiert 

esser fatto 

Vapulo 

as 

avi 

atum 

are , 

esser battuto. 

Veueo 

is 

vL, il 


ire , 

esser venduto. 


osservazioni 


Declinali ì Neutri , come gli Attivi. I misti ne" tempi; 
composti han forma passiva, fio ha 1’ andamento di Audio ^ 
ma si acciesce di una e nell* imperf. congiunt. , e nell’ Infini- 
to; e ne’ Kmpi composti ha forma passiva, l’ Imperar, si sup- 
plisce col Pres. congiunt. facio n*é Taitivo. Per A» de am 
t Auderem trovasi atisrm , sìs ec. 

1 Neutri di Slato , e gì' h>tra»t/t. si costruiscono altri 
col solo Nnminat. Ego vivo miseri altri col Genit. tmeora ^ 
alyi col Dsrt., altri coll^Aocus. di tacita Preposi z., ed altri . 
coll’Ablat- UTransit. reggoii il Dat. Tutto sarà nella Sintas- 
si divisato. 1 Neutri passivi han sìgnificaz.i e costruz. passiva.. 

I veri e naturali Neutri son quelli di r. specie cioè it 
stato (Set). QuOlli di z. specie non sono che attivi » perchè c- 
spriffiono azione , comcchc intransitiva. Ed ancor più attiti ' 


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Càp. 3. Del J^erso ia5 

son quelli di j. specie, che esprimono azion transif. , esclusivi 
da|{li Attivi , sol perchè non hanno acc. paz. (77), che pure 
aver potcano, se l’uso il volea. Laedt , e Noceo , tutto che 
sinonimi e transit. 1 ’ uno ha nondimeno 1 ’ Acc., che dicon co- 
gnato , essendo esso non pur senza effetto , ma iiKompatiJjile 
eziandio colla buona forma della lingna. K se vi è talvolta, 
ei non di|>ei.de che da tacita .Pieposiz. : il ehe si fa per de- 
terminare il Verbo ad un senso specificato, ( osi *i«rp/fl,p. e. 
significa servir per via di schiavitù , di officiosità ec. Quindi 
si è detto Servire servitu'em (per) nel primo senso.. 

Ciò si rende ancor più manifesto i. dall’e servi spesso ’ 
per una specificazione maggiore , unito un aggetti Duram ser- 
vire servìtutem , Vivere vjtam tutam. Ut suvm gau iiu n gau- 
deretnus (propter). 2 Dall’ uso, invece, dell’Ahlat. Servire ter- 
vitute , Vivere vita v l-*all’ uso di altri Accus. estranei. JVo- 
etes vigilabat (per) Moereo casum ejvsmodi (ob). 

COMUNI 

81. I Verbi Comuni sono quelli, ‘che han 
terrainaz. passiva (i) , e sigmfjcaz, e costruzione 
attiva , e passiva (2). 

Aspernor aris atus sum sprezzare, ed estere sprezzata 

Depopulor aris atus sum saccheggiare , ed esser ec. 

Dignor aiis atus sum riputar degno, ed esser èc. 

Dimetior iris mensus sum misurate, ed esser ec. 

Horror aris atus sum esortare, ed esser ec. (’) 


( 1)1 Futuri, dell’ Inf. 1’ hanno attiva e passiva: Harta- 
turum , am, um esse ec. Hortatum iri ec. 

(z) Animai aspernatur dotorem. Cic. tìortatur ab ameis, 
Var. 

(■5) Son questi i più usitati. Altri ancor se ne incontrano, 
benché raro, in buoni Autori. V. il N. Matt. Voi. 2, Ma 
noi non seguirem che raro i rati cscnug. ’ 


'>a 6 • Ettm: Lib. jf' 

" ^ D E P O NE N T I 


'Ai' 


83. I Verbi Deponenti (1) sono quelli, cìie 
han forine passiva (2), e significaz. , è ‘costru- 
zione attiva ( 3 ) o neutra. - '\.'r > 

.'V ^ ■ >. ' « t 

Dep. Aitivi» • ' 

^ Depon. Attivi esprimono azione trah- 
(7^') » * l’Acc. Eccone alcuni tra ì 

•ttiolti , che ve II’ ha. , ^ \ ‘ 

Abominor aris atus sum ari abborrire “ 
Adipwcor eris'eptua snn» sei acquistare '■ 

Adorior eris tus sum iri assalire 

.laaitor aris atus sum ari. imiiare 

.Mereor >eris ritus sum eri meritare 

Misrror aris atus, sum ari aver pietà 

«Sequor > eris cutus sùm' qui seguire 

* , ■ Bsp. Neutri. . 

84. Indicheremo aléuaì di questi , per mo- 
do di esempio , coll* ordine de’ Casi , coi quali 
aogtìon costruirsi. ' 


(i) Per aver deposito U passivo' signiScato , eh’ ciberò 
già quai Comuni.’ ' . _ ■■■ 

(i) I Futuri dall’ Inf. l’han solò attivo: S,cuturum , at», 
»m tsst t fuisst cc. 

(j) P. e, I rei son perseguitati dalla legge , Lex terse^ 
fuitar refs. 


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I 


Càp. 3 . Dbl Verbo 
Col Genit. 


lay 


Récordor 

aris 

atus 

snm 

ari 

ricordarsi 


Obliviscor eris 

itus 

sum 

sci 


'■ 

Miscreor 

eris 

ertus 

sum. 

eri 

aver pietà 



• 

Col Dati 


: 

Adversor 

aris 

atus 

sum 

ari 

opporsi 


Auxilior 

aris 

atus 

sum 

ari 

ajutare 


Rlandior 

iris 

itus 

sum 

iri 

lusingare 

,, 



, Col Abl 



^ • 

Ulor 

eris 

usus 

sum 

ti 

servirsi 


Fruor 

eris 

itus 

sum 

frui 

godere 


V escor 

eris 



sci 

cibarsi 

f 

. . i 


IMPERSOHA 

L I 

T 

T ) 

85. 

GX Impersonali son tutti quelli , 

che 


non han soggetto ^ ossia nominat. di pei sona , 
ina di cosa soltanto. £ sono Attivi , o Passivi; 

N 

Impers. ji itivi. 

• 86 . Imnprs. attivi diciani quelli , che nella 

lor 3, pei st/na tei minano \ c declinano conie gli 
Attivi ( 77 ) , situo Intransit. , sieno Transit. , ^ 
£ccoli divisali coll' ordine de' lor Casi. - <• 


■ }»8 


•fi. 






Ningit 

Pluit 

Fulgurat 

Opoftet 

Est 

Interest 
B et’ert 

Accidia 
Licei , 
Eiepedit 
Placet 

I Decel 
Latet 

Eallit 

' Fugit 
Pr«»et erlt 
luvat 
Lelectat 
Miseret 
p^enitet 






/srr** 

Col Nominai,, 

ebatxit ere navigare 

ebatuit ere piovere 

abiti avit are balenare ■ ; 

«batuit ere bisognare {0 

Col Genit’ uffinoy im- 

erat fu't nnrtart^ appara 


* t 


portare., appara 

erat iuit tettare , tiUvarCy 

ebat tuUt ferro eafere ee. > . 

, . • ere accedere '/ 

ebat tulli ^ esser lecUo ,, 

‘ ebat cult ' „ie,oare 

r ebai ivit 

ebaniti . V 

Col Accusai. 


ebat cult 
^bat tuli . -si 
■'ebat fefeUit 
jebat git -a 
ibat -iit 
bat juvit 
bat avit' 
ebat ertum est 
ebat uit 


w » , ^ 

g^e convenire 
ere tcser nascosto 
ere • 

er^ non sape re 

site -’f CO 

ar e. piacere 
are dilettare 
ere far pi età 
ere pentirsi- 


e», -'a- - 


^4P. 3. DsLtfCBRSO. 

Pudet abat , uil r • 

Pig«l eU ■ , ■ '• '•"gog'U^ 

Taedet • ■ ''phn^ ■ ■ ^ rincrescere 

aedet . ..ebal ^ ‘aesum est-ere ««wo/arj/ Ti). 


mI. I'I 
1 I 


' fr/ipersonoli Passivi, 

f. . . 


,.87 Son.qlùesy'o di coirruz:^^ od assoìuTi 
nnji. e SI fortntfrio o dagli Attivi, che bau 

prje^wi*'* ^sTn' ‘'V A?c. di 

foo'^iu. noiitv.- 'iftc 

senza ^om^n. SI formau dai Neutri ’ di 3; ape- 

m cS'*' 

88. Gli son senza Casi propri ' e 

ppsson fori|}arS|,,e da Jùivi , e da Neutri *y/ 

sfa-J; 



» • - >^4 .*.J 


•*' 5“«" ult'mi cinque sono Jf/ser/a , 
fintesi, ond’è refto’il^r^ 2’/i«r'//uw , nomi verbali sot- 
^c imperiti ae iScT/ P<^dut imperitiae e co- 

Genif. star suole *' "" ''««°S"a 

/*"**'/. Io non mi vergognerò di dirlo. 
9 


.* ■ 


, Digilized by Google 


‘'i3o 


Ktim. Li». "I. 


■ OSSERVAZIONI / 

Fra i misteri i più pscuri dell'Arfc^.c chi? han t^'ù 
servito a «logorar il cervello de’ Gramatici • tcngon il primo 
luogo i Verbi imiersonali. C 2 peita denominazione, che loro 
imposero i primi padri della liiwua, essvfnon potea più pro- 
pria, nè piu naturale. Ma avendone la barbarie fatta smarrir 
la ragione, i Cramaticì han poscia detto intorno a ques'i Verbi 
.unlmondo d- c«>se inopportune ed eftr'ahpe, Chi per giustifi- 
Carne, e chi per riprovarne upanomenplatuta,' pi, l’assenso uo{- 
versaie de’ saggi , c ’I tempo avean di già sanzionata. Ma e co 
'alla pur iinc’qu'l velo impenetrabile squarciato , che la nig. 
gino^a barbarie irveavi per sopra disteso. Fcro -scoverta e rin- 
. venuta di già quella ragione che ne fa ora conoscere adegua- 
'tamento la natura Tutti al costei lume or si dileguan gli 
arzigogoli de'Cramatici , <]ual nebbia leggiera all’ apparii 
(klk’ astro luminoso del giorno. Il nfiu(raJe„)px principio si k 
di già colla nosira definizione risiabilifA. . , 

• • Fsd adunque son detti tmpeis. non perchè sien privi dd« 
le lor persone , come si è comunemente opinato ( che il Ver- 
bo non ha propriamente pepsone ma perchè sono insu< 

s>ettibìl> del soggetto di persone. La lo«\ denominazione in 
somma non viene' che da ima ragtouc- em nseca , essendo ella 
negativa non della persona di se medesimi ma di 'quella si 
^iie del lor soggetto S 72. ). ? 

Non è 'dunque per l'uso, come si è pur dc*to , che sien 
questi V*irbi priv) delta i.'e a. persona. Anzi IO son essi del*, 
la ancora, Mrchè neiriinen colla lor •ifsincb^a può star, 
mai soggetto di persona , d r non potendosi , p. e. Petrus in- 
(eresi , /icet , J< cet . pudet ec. E se in qualche antico scrit- 
tore trovasi pur ciò fatto, come in Plauto, l'a nussc pudeo. 
Adole'-cens , itefuere , nirr p’P“s '• tali maniere non eran che 
puri idiorismi , cui volentieri i Poeti comici massimamente 
imitavano , allor che voleansì i caratteri delle persone espri- 
mere. Una pruova di tal verità si è che gli orìdU Scrittori 
di tutt’ i tempi han sempre schivato tai modi di dire , come ^ 
quelli che non eian punto compatibili colla natura di questi 
Verbi. 





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Cap. 2. JXbl ymo. i3t 

S E Z I O N E n. 

P^erói Irregolari , e Difettivi, 

' A 

Irregolari Latini , 

I Verbi IwiBooiARi (i) sono queUi, che 
non ueclinfln costantemente secondo una rwfola* 
^ Latino non queali cinque semniici 3 b« J 

Fero , Eo , Queo , e Foh , ron vari Iqe^ 
composti. f* T 

Som , come ausiliare de’ Passi?! , si è quivi 
premesso. I composti sono ^ 


Ab-sum 

Ad-snm 

De-simi 

lo'Sum 

Inter*sum 

Ob-sum 

Pbs-sum 

Prae-sum 


i es , fui , esse 

1 es q fqi , esse 

* es , fili , esse 

» es , fui , esse 

, es , fui , esse 

-, esj'fui, esse 
, tes , fui , posse 
es , fui , esse 


I 

esser lontano 
assistere 
mancare 
trovarsi 
esser presente 
nuocere 
potere 
presedere 


— T - » , '-«.«.o fftcseaere 

^ro-sum , des , fm , desse giovare ( 2 ) 
bub-sum 


es , fui , esse 


buper-sum , es , fui , esse 


esser sotto 
restare 


j 0 Eterocliti. 

Potesse dices Pos.em, Pesce. Ei sqìo tra i 

nv”l”tcìniiK Infin, preqdc ]a </, 

,c. à 


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x3ik Etm. Li». I. 

Fero ha dell’ analogia con Lego. L’ italiano 
Portare è , conio Amare. 

Indicai. Fero , fers , fert | rimus , fertis ferunt 
Ferebam , Tuli. Tuleram. Ferim ec. 
Imperai. Fer, o ferto , ferte , o fertote , fe- 
runto. 

Cóngiunt. Feram. Ferrem. Tulerim. ec. Ferro 
in%i. 

Passivo, Feror t reris, fertar | rimur, rimiai ec. 
I Composti sono 

Afferò ers attuli allatum ferre apportare 
Antefero ers tuli latum anteporre 

Auiero ers abstuli ablatum portar via 
Circumfero' ers tuli latum girare 

Conferò ers tulicollatum conferire' 

Defero ers tuli latum denunziare 

Bifferò ers stuli , latum differire 

Effero ers cxtuH elatum ^ esaltare 

Infero ers tuli illatum inferire' 

Offero ers obtulì oblatum "offerire - 

Perfero ers tuli latum ‘ ^ sofferire 

Praefero ers tuli latum preferire 

Profeio ers tuli latum profferire 

Refero ers tuli latpm riferire i 

Transfer o ers tuli latum trasportare 

£0 ha dell'analogia coit Audio. L'Italia-, 
no Andare è del pari irregol. 

Indie. £o is it imus itis ; eunt. 
Vado, vò vai va andiamo andate vanno 




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Cj9. a. Del V- ImHKa. 


i33 


Ibam , andava^ giva ec.''Ivi^ andai ^ gii, 
Iveram , era andato , o gito ec. Ibo , h ec. » 
audrò o girò. 

Imperai. I , o ito , ite , o itole , euDto ; va , 
vada , andiamo , andéke « vadano. 

Congiunt. Eam ^ as ec. » vada , vadi , vada , 
andiamo, andiate, vadano. Irero , andassi, e 
andrei , gissi , e girei. 

Iverim, Ivissem , ivero. Ire- 
esse ec. , ' 

1 composti sono 
Abeo is, ivi, e' ii, itum 

Adeo isj ivi, e ii, itum 

Coeo i^, ivi, ' ' , itum 

Circunt^o is, ivi, ‘ , itum 

Contraeo is, ivi, ’ , itum 

Exeo , is, ivi, j.itum 

Ineo is, ivi, fe ii, itum i 

Introeo is, ivi, ' , itum ì 

Intereo is, v ìl^ itum 

Obeo is, ivi, 'è ii, itum 

Pereo is, ivi, e'ii, itum 

Praeeo is, ivi. . itum 


Ivisse , Iturum 


partire 

andare 

andar insieme 
circondare ' 
opporsi 
uscire 

entrare 


IS, IVI, 

«> ivi, , ^ 

Fraetereo is, ivi, e ii, itum 


7 

I 


Prodeo 

Bedeo 

Subeo 

Supereo 

Transeo 


IS, 

is, 

is. 


IVI, e. Il, Itum 

ivi,.. e ii, itum 

ivi, e ii, itum 

is, ivi, , itum 

is, ivi, e ii, itum 

QU£0 col suo composto Nequeo declina, 
come £o, ed è sinonimo ài Possum. ^ t . 


morire 

precedere 
trapassare 
coitiparire 
ritornare 
sottentrare 
andar sopra 
passare 


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i34 Etiti • tiB. !• 

* ' VOLO ha una declinazione aneor più irre- 
golare degli altri '■< - ' < ‘ 

r ì 

Volo -vis vuU Llumus . vullis volunt 

Voglio ^ 0 vòf vùoii.vito 6 %\ gUamo - lete gliono 

Volebam ec. volea ec. Vóluì , isti éc. Ho 
voluto cc. Volti ^ volesti ^ volle -, volemmo ec. 

Volueram. Volam es ec. vorrò ec. 

CongiuHt. Velina , is , it | imus , itis , int 

Voglia ec.^ Vcllèm , volessi , e vorrei ec. 
Voluerim, voluissem, voluero ec.. Infin. Vel- 
ie , volere. 

• Malo\ sincopato à&'mhgis , c volo ; e - 
Nolo di Non volo, ne sono i composti. Nolo nei 
pres. indicai, in tre persone ha la n^gaziooe 
distaccata cosi : , ^ 

Nolo, non vis, non volt | Idnaq^, non vultis, nolunt 
Non voglio ■, non vuoi ec.~ ; ^ 

■ • (, i 

difettivi iatinif ^ 

-, 

\ ■ . jV 

90. Son ^esti di dee. sorte. I. Mèìfiinl ^ , 
Odi , Novi , Caepi , i quali lian tnlt’ i Tetnpi, . 
ma sènz’ averne tutte le forine , fcìascuna serven- 
do per' due tempi. Ecco la declinazione di Mé- 
nuni. ‘ ' ' ' 

Memini , nisti ec. mi ricordo , mt rieor-f 
dai , mi son ricordato , Pres. e Perf. 
Memineram,<iȈWcordai;a ec.ltnperf. e Piucchep* 
Meminero, ìs Futuro indicai. Gònmunt.' >- 
Memento , ricordati , memenlote. Imperai. 


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/ 


f Cm. 2. Dtt Vkk»o. i35 

» 

'i Meminwìtn ,’isrec.- Pres. e-’Perf. congiuflt. 

Memioksem ec^ Meminisse infÌH. ricordarsi ec.(») 
II. Alcuni allri, che han solo ^u«l^he tem- 
po , e qualche person<i ' ^ ■ 

-Ihquam 0 I i* . quh ( qutmas " iaqùiunt 
Inquicx', dico ^ 

Inquiebat , o inquibat hiquiebMit 

Inquisii inquit ■ , . , 

luque, inquite. lnq#ens ‘ 

Ajo,,<//co ais , aìl'J- ajiinl 

A^ebam ec. ha tutte le-voei. Ai , di tu, 

/ ajas «jat ajatis ajant 

Esse V . co® T°oj di iSKiN., ewmin- 

«ifln.li da ei» , sigaitìca ^ e si dk« aa- 

che Comes , comesi ecl estar » CoinesAns. 

Ave , aveto , avete , sta , e state s<m, 
Salvebis, salve, sakelo-, sii s aivo ^ 

A page , apàglto , va via j Ovafc, gioisce 
Cede , • dammi , o dimmi | In&t^ eomineia a 

Sefit , defiet « defiat, .defieri^ mancare,. 



(0 CosH tre altri. Ctepi ha i tenipl coopti pantri v 
teeptiu s»m ec. Odi gli ba'col Paitlc»ctffi,ina w senso attive » 


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i){6 Etiu. Lta. ì. 

VERBI IRREGOLARI ITàLIAIfl. 

• >' M . 

^gi.^Di questi additeremo le tocì ,>• che s<^ 
no di dubbia uscita ^ e le poetiche « che ciascup 
verbó ha io particolare : che quelle » che haa 
forma comune a tutt' i Verbi , saranno in gene- 
rale additate nelle osservazioni seguènti. ' 

Abbarrire Abborrisco , sci , sce, riamo , rite > 
soono ; ò Abborro, ri , re ee. Abbonava. Abborrii. 

Abborrirò. Abborrisqa'^ abborra. I poeti so- 
gliono scriverlo con una b. 

Accenda. Accesi. Acceso. Voci poel Aceense, T^r 
accese. Accetjso,, per ocicero. . _ - 

Addurre , sincopalo' dell’ antico edducere. Ad- 
duco. ÀdduceVa. Addussi. Addurrò. Adduca. Addot- 
to.. Cosi Condurre , e simili. 

Apparire. Apparisco , sii , see , o appare Appa- 
rii ^ o vi. Apparisca , o appaja.^ Apparito , o appar- 
so. V. p. Apparsi , apparse , apparirò., apparir. 

Applauaere , , « Applaudire. Apfdaudo , fa come 
Leggo. Applamdis co, cime Abborrisco. U primo è 
comune alla prosa , ed- al verso f il secondo è più 
della prosa. ' 

Aprire. Apro. Aprii ^.o apersi. 'Cosi Coprire, o 
simili. .1 

Ardere. Arsi , desti , arse { qrdeo poeC. ). 

Assidersi. Mi assido « mi assisì, mi sono assiso.- 
Assolvere. Assolvei , o petti. Assoluto. \. p.- As- 
salii , assolto. Cosi Distolvero , Risolvere : il primo 
fa disciolsi , dissoluto-, f e ’I a. Risolvei , _ o vetti , o 
risalsi, risoluto.. ' ■ 

Assorbire. Assorbisco , o assorbo. Assorbito , o 
assorto. ' 

•1 


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Cjp. a. Dst f'. Irreg. i3y 

'-Assumere. Assunsi. Assunto. Cosi Riassumere, 
Desumere , Presumere. , • \ ; 

Battere. Battei ( Battetti é ant. ). 

Bere più della prosa), £ Bevere del verso. Bevo, 
vi, ve ec. Bevvi, o vei, vesti, bevve, beve, o vet- 
te ec. Berò. Beva. Bevessi , berci , Bevuto. V.^.Beo, 
lei, hee , heete, beono. Belli, le, bero. Bct^rò', o 
leverò. 

^ Bollire. Bollo j o bollisco ec, bogliamo , lite , 
lonó, o scono. Bolla, o boìlisca ec. gtiamo ec. In' 
certe -voci si vuol distìnguere da bollare. 

Cadere^ Cado. Caddi, desti, cadde. Caderò.- Cadu- 
to. V. p. Gaggio , giamo , giono. Cadetti o cadei, 
cadeo , cadette , cadè , cadero , o ^er , cadettero , 
caderono'. Cadrò. Gaggio. Cadrei. > 

Ce/ere usasi in terza pers. come impers. Cale. Ca- 
leva, vano. Cal^e ,sero. Carrà. Caglia. Galene. Car- 
rebbe. Caluto , ■ coll’ ausiliare Essere. < 

Capire (antlc. Gap ere). Capisco, come Abboirisco. 
V. p. Cape. Capono , capta , capea,- captano , peano. 
Capirò. Vàie Contenere e in senso tropologico'^, 
comprender coll intelletto. 

Carpire. Carpisco: è regolare. V. p. Carpo , 
pi,.pe. Carpa. 

Cedere. Cedei. Cederò. Ceduto. V. p. Cessi , 
cesse, cedeo , cederò, cessero. Cesso per ceduto'. 
Cosi Accedere , Concedere , Intercedere. , 

Chiedere. Chiesi. Chiesto. V'. p. Chitggio , gia- 
mo , giono, gono. Chieggia, o ehieggai 

Chiudere. Chiusi. V. -p.' Chiudrò. Chiudrei. 
Così Acchiùdere , Conchiudere , 'Jnchiudere. ( o Con- 
cludere, Includere ') Macchiudere , e Rinchiudere. 

Cogliere, o Corre, Colgo, gli, glie . gliamo ,*glie- 
te , gono. Colsi. Coglierò. Còlga. Cogliente.' Colto. 
V. 2>. Cogitò', gtionó,- Corrò. Coglia.^ Correi. 


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i38 


Ertu.- Lim. I. 


Comparire. Comparisco , o compaio., joiio; Com- 
parvi. Comparso. V. p. Compare, confarsi, ^ com- 
parii. 

Compiere, ocomp’re.T a Compio, come Ballo; o Com- 
pisco , come Abborrisco. V. p. Compiea , compia , 
compiano, compiè, compieo ,, compio, compierò , 
compirò. Cosi Empiere , empire. Adempiere, adempire. 

Concepire. Concepisco. Concepito , e conceputo. 
Così Percepito, ma non pcrcepulo. V. p. Concetto. 

Connettere. Connettei , lesti , tiesse. Conaesso, o 
Connetluto. Cosi Annettere , Sconnettere, 

Consumare , olire alle sue voci regolari , ha con- 
sunsi , re , sero , e Consunto dell’ antico Consumere. 

Contrire. Mi contrisco , come Abborrisco. 

Convertire. Converto , o Convertisco. Convertii , 
o conversi. Convertito , o converso. Cosi Divertire e 
o Divertere , Pervertire , o ere , Sovvertire , o ere. 

Crescere. Cresco. Crebbi. Così Accrescere, De- 
crescere-, Jncrescere , Rincrescere. 

. Cucire. Cucio, et, ce, ciamo , cile , dono. Cu- 
cii. Cucia. Cucito, cosi Scucire, Sdrucire. 

Cuocere. Cuoco, ci,, ce, ciamo, cet^ , dono. 
Cossi, cocesti. Cocerai. Cuoia. Cuocessi. Cotto. Co- 
si Concocere , Rieocere. 

Dare. Dò , dai , dà , diamo , date , danno. Det- 
ti , o diedi. V. p. Diei , dieo , diè , dierono y die- 
ro , dier, denno. 

Difendere. Difesi , o difendei. Difeso. 

Dire, sincopato dell'à'ntico Dicere. Dico. Dice- 
va. Dissi. Dirò. Dica. Dicessi. Direi. Detto. 

V. p. Ditto. 

Dirigere, Diressi. Diretto. ’ 

Distinguere. Distinsi. Distinto. 

Dolere. Dolgo , duoli , duole , dogliamo , lele 
gono. Dobì, Dorrò. Dolga , Dorrei , Doluto. 


Cjp^ a .' Del Vekbx), 


|30 

Doglio ^ (iole, gliono , dàlieno , doglia , dogUano. 

Dovere. Devo , o debbo , vi , ve , debbe , dob- 
biamo , vele , vono , debbono. Dovei , o vetti, vesti, 
vè , vette , vcmmo ec. Dovrò , o Doverò. Debba. 
Dovrei, o doverei; Do. nto. V. Deggio , dei , dee^ 
deverno , o deggiamo , debbiamo , dcggiono , o rfeo- 
no. Devrò. Dcggia. 

Erigere , ed Ergere. Eressi , o ersi. In luti’ altro 
sono regolari. 

Esaurire. Esaurisco. Esausto è il parile. 

Fare. Fo , fai . fa , facciamo , fate, fanno. Fa- 
ceva. Feci. Farò. Faccia. Facessi , Farei. V. p. 
Faccio i face , fea , feano. fei , festi , fè , feo , fem- 
mo, feste, ferodo, fe< o , fer ,ferno ferino. 

Fendere. Fendei j o Fessi. Fesso, e fenduto, V. 
p. Fendeo. 

Ferire. Ferisco. Ferito. V. p. Fera, f erano. 

Fervere. Fervo. FerVèi. • 

Ficdcre è del verso. Fiedo , Fiedei cc. 

Fiacre, o Figgere. Figo, fisi, o Ossi, fitto, fi- 
so , o fisso. Così Affigere , Configere ec. 

Fonderie. Fondo. Fusi , o fendei. Fuso , o 
fenduto. Cosi Confondere Diffondere ec. 

Fremere. Fremei , o fremetti. Fremuto. 

Giacere. Giaccio -, giaci , giace , giacciamo ec. 
Giacqui , Giaccia , Giaciuto. " 

Gioire. Gioisco. Gioii. Gioiendo. - 

Gire , ed Tre mancano del sing; ne'pres. : gia- 
mo , gite , o ite. Giva , o iva. Gii , ^isti , o isti , gl 
ec. Girò , o irò ec. Giamo , giate. Gissi. Giròi. Gi- 
to, o ito. ' - ^ 

Godere. Godei.' Godérò'V. p'. Godrò , godrei. 

Inquirere. Inquisisco. Inquisiva. Inquisii 'ec. è 
regolare. * ' • ; 

Licé , ’ e talvoltu Dece è del verso. Lecito è co- 
mune } nè v' è altra voce di tal verbo^ 


i4o Etim, Li». /. 

Mergcre. Morsi , gesti ec. Morso, Cosi Emer§»~ 
re ec. e Àspergert , Tergere ec. ' 

Mescere. Mescei. Misto. 

Mietere, Mietei. Mietuto. 

Moteere ha solo Molci j molce , molcetra. 

Movere.^ o Muovere. Mossi. Mosso. 

Nascere. Nacqui. Nato. 

Nascondere. Nascosi. Nascosto. V. p. nascoso. 

Negligere. Neglessi. Negletto. 

Nuocere. Nuoco , ci, ce. nociamo, noceto, 
nuocono. Nocqui. Nuoca. Nociuto. 

■Nutrire, o nudrìre- Nutro* o nutrisco. 

O^cn're. Offerisco, o Offro. Offrirsi. Offrii. Offerto, 

Parere. Pajo , ri , re riamo , rete , rono , o jo- 
no. Parvi. Parrò. Paja ec. Paruto. V* p. Par, par- 
si, parse , Parso. 

Partire fa Parto, per far partenza da un lu<v 
go 5 e Partisco , per far piu parti d’ una cosa , di- 
vidoudola. 

Pascere. Pascei. Pasciuto. 

Pendere. Pendei , o detti. Penduto. 

Perire. Perisco. Perito. V. p. Pero, ri, re.,ro^ 

' no, perio, pera, perano. ^ 

, Piovere. Piovvi , o Piovci. Piovuto. 

Ponere, e Porre. Pongo, ni , ne , niamo , no- 
te , gono. Posi. Porrò , Posto. • 

Potere. Posso, puoi, può, possiamo, pcrtele , 
possono. Poteva. Potm. Potrò. Possa. Potrei. Potuto. 

. ' Premere. Premei , o metti. Premuto. 

Prendere. Presi , o dei. Preso. 

Prescindere. Prescindei. Prescindulo. 

Putire. Putisco. V. p. Puto. 

.Radere. Radei, o Rasi. Raso-. 

Redimere. Redimo. Redimei , o redensi.- Redento. 

Rendere. Rendei, o delti, o i-csi. Renduto, o reso. 


;1( 


Cap. 2. Dsi ÌTsPBO. l4l 

Ricevere. Ricevei, o vetti. "Ricevuto, 

Riedere ha solo Riedo. riedi , riedono , riede-' 
vai devi, deva, vano, rieda , riedano. ' ' i 

Riflettere. Rlflettei, Rijiettuto- si dice del peii- 
sìero , e Riflesso , di cosa materiale è più del verso. 
Rifulgere. Rifulsi. 

Rilucere. Riluco, Rilussi , o rilucei 
Rimanere. Rimango, ni, ne, niamo , nete,go- 
no. Rimasi. Rimarrò. Rimanga , niamo , niate , ga- 
no ec. Rimasto. 

Risolvere. Risolvei , vetti , o solsi. Risoluto 
Rispondere è còme Nascondere. - \ 

Ristare è come Stare. Restare come Amare. 
Rompere Ruppi. Rotto.. 

Ruggire. Ruggisco , sci , sce , o ge. Nel resto è 
come Abborisco. p, Rugeo , gi , gono , ga. 

Salire. S«»lgo , li , le , liamo o gliamo , lite , 
gono ; o Salisco , sci, sce ec. Salii, Salirò. Salga', 
o salisca ec. V. p. Sogliono. Salsi , se , sero , Saglià. 

Sapere. So, saj, sa, sappiamo, sapete, sanno.' 
Seppi. Saprò. Sappi. Sappia. Saputo, y. p. Sape. 

Scegliere, o Scerre. Scelgo, gli, glie ec. Sceli 
si. Sceglierò. Scelga, o glia. Scelto. V. p. Sce^io. 
Scerrò. Scerrei. ' < 

Scernere. Scemei. Scernuto. Cosi Concemere y 
Discernere. , ‘ 

Schernire. Schernisco ec. V. p. Scherno. 
Sciogliere , e Sciorre. Sciolgo, gli, glie, glia- 
nio , gliete , gono , o gliono. Sciolsi. Scipglierò . o 
sciorrò. Sciolga, o glia. Scioglierei, osciorrei. Sciolto. 

Scolpire. Scolpisco, Scolpii ec. V. p. Scalpo y 
pi y pé. Scoisi . se y seró. 

Scrivere. Scrissi. Scritto. 

Scuotere. Scossi. Scosso. V. p. Scoto yti , te, tono. 
Sedere. Siedo , o Seggo , di , de, diamo, o già* 


f 


i43 


Eti/ì. Lib. I. 


mo i dete, dono, o gono. Sedei, o detti. - Sederò. 
Sieda, o segga. Seduto. V. p. Sedrò ì Saggia, Se- 
drei , Scggcnte. 

Segutre. Segnò , e Sieguo , ec. Segua , o siegua, 
seguiamo , guiate , seguano , o sleguano. 

Serpere poetico , e difettivo. Serpo , pi , pe . . . 
pono . Serpeva. Serpa. Serpente. 

Soffolcere , difettivo , è piu de’ poeti. Soffblce i 
soffolse , sòffollo , e suffullo. 

Solere ha solo i pres. ed imperi. Soglio, suoli, 
suole , ^Sogliamo , solete, sogliono. Soleva. Solessi. 
Soglia. Solente. Gli altri si fan col participio Soli- 
to : sono, o sarò solito ec. V. p. Soie. 

Solvere. Solvei. Sciolto. Solvente. 

Sortire , efeggere in sorte , o semplicemente , ot- 
tenere , o toccare in sorte, o' accadere a , sorte , fa 
Sortisco. Per usòire alla sorte, -quasi ire a sorte (e 
da prima significò movimento militare , ed indi il 
semplice Uscire ) , fa Sorto. 

Spandere. Spande!, o detti. Spanduto. \*. p. 
S pansé. 

Spargere. Sparsi. Sparso. 

Spegnere. Spengo , gni , gne , gniamo , gnete , 
gono. Spensi. Spegnerò. Spenga. Spento. V. p. «ype- 
gno , gnono. Spegna. 

Splendere. Splendei , o detti. Splenduto, 

«Sfare. ^ Sto , stai . sta siamo , state , stanno. 
Stetti. Starò. Stia. Stassi, Starei. Stato. V. p. Stei^ 
stè, stero, sler, stiero. Cosi Ristare, Sopì asta' e , Con- 
trastate per istar contro, i quali fanno Ristò , stai , 
stà , itanno ec. seguendo in .tutto il semplice. Ma 
Contrastare, per negare, è come Amo’. Contrasto^ 
sti , sta , stiamo , state , siano. Contrastai ec. >■ , 

Stridete è come Credere, e senza partic. 

Stupire. Stupisco V. p. Slupe. ^ 


^Ùjp. 2 . Dai VaMO^ i4J 

Svellere. Svelta', a go , li , le t liamo , lete , go» 
no. Svelsi. Svdtb. Svelta , o ga. 

Succonìbcrc. Succòmbo. Succombeì. Succomboto. 

. Suggere. Suggo. Suggei. , • 

Tacere , con una c si vuol distinguere da Tac-* 
dare.' V. la 2 declinaz. de' verbi latini. 

Tenere. Tengo, tieni ,, tiene , teniamo , tenete,' 
tengono. Tenni. Terrò. Tenga, niamo ec. Tenuto. 

^ Togliere., e Torre. Tolgo, gli, glie, gliamo , 
gliele, gono, o gliono. Tolsi. Torrò, o Toglierò. 
Tolga. Tolto. V. p. Taglia , tagliano. 

T oliere , difeltivo , e poetico , ha ToUi , folle , 
folla. Cosi Estollere 

Tendere. Tondei.. Tonduto: nel resto è come 
nascondere. 

, Torcere. Torco, ci, ce, ciamo t cete, cono. 
Torsi. Torca. Torto. Cosi Attorcere, Contorcere ee. 

Tórpere , latino , ha solo Torpo , torpe , torpa. 
Torpente, in prosa , ed in verso. Invece usasi In- 
torpidire, isco. 

Trarre. Traggo , trai , trae , traiamo , o trag- 
giamo , traete , traggono. Trassi. Trarrò. Tragga. 
Tratto. V. p. Traggi, ge, Iranno, trasseno, treggia. 
Valere. Valgo, li, le, liamo, lete, gono, o glio- 
/ no. Valsi. Varrò. Valga, o glia, liamo , .liate , ga- 
nò , o gliano. Valuto. N. p. Vaglia Valso. In certe 
voci si vuol distinguere da Vagliare. 

Udire. V. la 4 •«‘declinazione de' Verbi latini. 
V. p. Udrò. ' . 

Vedere. Vedo , Veggo , Veggio, di , de, diamo, 
o veggiamo , 4,ete, dono, veggono, o. veggiono. Vi- 
di, vedesti , vide. Vedrò, ^da , Vegga, Veggia. 
Veggente. Veduto. Vedendo ,. o veggendo. V. p. Vt 
rpex vedi imperai, f'iflo.. Cosi Avvederci Divedere > 
Provvedere. 


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l 


»44 • Eri tu Lta. I. 

Fendere,. Vendei , o detti. Venduto. , ■ 

Venire. Vengo, vieni, viene, veniamo, o guia- 
mo, nite, gono., Venni. Verrò. Venga. Veniente, o 
Vegnente. Venuto. V. p. Fegno , gnono. Fenieno , 
venirò. Fegnendo. » 

Vestire. Vesto. Cosi Investire., Rinvestire, Tra- 
vestire., che fan pure in isco. 

Vivere. Vissi. Viverò. Vivuto , o vissuto. V. p. 
Vivrò, Vivrei. 

Volvere ( 8g. ) V. p. Vuoli. Vuò. Formo è an- 
tiquato. 

Volgere. Volgo. Volsi. Volto. 

Volvere . S volvere , Devolvere , R.volvcre . è re- 
golare, e poetico. Volsi, /=^o/to. . Il partic. di De- 
volvere , ed Involvère è Devoluto, Involuto. 

' Tjscire, eccetto Esco,, esci, esce, escono^ escoy 
escano , in ogni altra voòe • comincia coll’tt : uscia- 
mo , uscite , usciva^ , 

O S S E RV AZ IONI ^ 

; Intorno al Preter. ed alle voci poetiche 

comuni a tutp ì Verbi. 

» * 

■Nella I. Declinaz. il pret. semplice fa in 41 ,’e ’l par- 
tic. in ato. • . i 

Le voci poetiche di forma comune a tntt’ t veibt sono p. 
e. amaro per amarono; ame per ami pers. i. e }. dei Gong.; 
ameria , atneriano , o rieno , per amerei ec, 

'Nella II. i verbi col e prendono il q al pifer» Giacere.; 
giacqui ec. , e quelli coll’ I tan si : Dolere , Valere ec. dolsi, 
ec. e tutti col partic. in uto : Piaciuto ec. 

Altri r hanno in e/,'o etth Temei, temetti. 

Avere , Cadere -, Sapere Tenere , Volere vi raddoppiano 
la consonante : ec. 

Le voci poetiche sono , p. e. Taiea , taceano , per . tace- 
va ec, Godeo , godere , goder per godè, goderono i‘. f^deria-, 
goder iano, o rtefio , j>er goderti ec. ‘ 

Nella III. i verbi in Ho, gli hanno in sì, e jo : Chiù- 


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Cjp, S . Dbl Fìerbo 145 

Jfe , àlvido , ìlìudo , persuado , recido , rido \ , rodo , ticcido , 
■accendo, difendo, sospendo, tendo, attendo, contendo, come 
chiusi, chiuso ec. 

I verbi in go gli hanno in sì , to ■ Divelgo , sorgo ,fra»* 
go , cingo, piango, spingo, giungo ec. 

1 verbi in ggo gli hanno ssi , e tto : affìggo , reggo 
struggo ec. , 

Altri gli hanno in éi : Battei , 0 in ei , ed etti , e tutti 
col ■panie, in uso : battei, buttuio, credei , o credetti , creduto. 

Le voci poetiche comuni sono leggea , ano , per legge, 
9 a, ec. leggeria per leggerei. 

Nella IV. altri cambian in 0 I’ /Ve dell’ Infìn. , come ren- 
tire. Sento. Altri fanno in 0 , e in ìsco , come abborro , abbor- 
risco: cosi Avverto, diverto, perverto, sovverto , fori 0 , in- 
ghiotto, nutro, o nudro, offi-ro , rinverdo. 

Altri fan solo in isco ; abbellisco , impedisco ; patisco I 
tossisco ec.; e di qtfcsti ultimi è la più parte. 

Le voci poer. comuni sono uji», udiano , per udiva ec. 
Iddio , udirò , udir per ud't , udirono ; Odi per oda ; Vdiria 
per Udirei, 


APPENDICE I. 

Della filiazione de' Ferii in ordine ai Prcier. eSup 

La filiazione de' verbi ìndica la i. e 2. pers. , 
del pres. indicai. , il pret. il .sup. e l’ infinito. Egli 
é per la cognizione di questa filiazione che la genea- 
logia de’ tempi e attivi, e passivi , colla lor formazione, 
si conosce. Dal preter. inoicat. fin a sei Tempi si for- 
mano (^7. avv.); e dal Supino due Partic.'aggelt., e con 
essf i Futuri dell’Infin., e i Tempi composti passi- 
vi ( 78. avv. ): e quindi ha tutta l' importanza il co- 
noscimento della lor forma. Ma questa è sì variata 
ed irregolare , ch'esclude affatto una regola generale; 

In genere il Preterito fa in I , colle differen- 
ze di Fi , ui , i, si , xi , delle quali la prima in 
avi, evi . ivi , semhrn essere stala la primitiva in tut- 
te le Declinar.. , « nella i . e 4- è di fatti la pii'i comune. 

IO 


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i 46 Appsnd. 

Il supino fa in um , colle dlflerenze in Tum \ 
Stim , Jiutn , e si forma per lo più dal Preterito , il 
fpiale se fà in aw , evi , ivi , esce in atum , etum , 
itum. Dal Perf. in Vi esce d’ ordinario in Uum , o 
utuiii. Da DI , e SI in sum j da Xi in ctum , o xum. 

Indicheremo or qui , come in prospetto, prima la 
iiliazione de’ verbi semplici per ordine di rubriche ; 
indi i loro composti per le preposizioni di composi- 
zione , onde i fanciulli colla reiteraziou delle recite 
possan di tutti abituai cognizione acquistare. 

I. Declinazione. 

Ili questa i Vèrbi si riducono .a tre rubriche. 

In AVI , ATUM . 

Amo amare Applico applicare 

Ambulo andare Beo beare 

Appello nomare Calceo calzare 

Assevero affermare Creo creare 

Auctoro saldare Delineo disegnare 

Dico dedicare I Enucleo distrigare 

, Nuntio dar nuova | Illaqueo allacciare 

Poto bere I Meo trapassare 

Undo ondeggiare | Nauseo nauseare 

In VI , ITUM CTUM 

Cubo coricarsi Sono sonare Frico stropicciare 

Crepo strepitare Tono tonare Neco uccidere 

Domo domare Velo vietare Seco segare 

Io DI , TI. Do, dedi , datum , Sto , steli , statum. 

Senza Sup. 

Mica , vi , e i composti Emico , Inttrmico , Premìco ; Dr- 
mi(o ha dimicaium. 


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Phet. b Suf. 1 

Composti’.' 

Questi saranno indicati colle sole preposizioni di 
composizione. Sarà obbligo de’ fanciulli di rinvenirli 
nel Vocabolario , formarsene delle liste , col lor si- 
^niGcato, rubrica per rubrica , e recitarli ancora dopo 
1 semplici. 

Amo ( Ad , Per , Red ) , coihe Adamo Pcramo 
ec. Ambulo' De, In , Ob , Per ). Diro ( Ab, De , 
In , Prae ). 

Nuntio ( An , De , Prae , Pro , Re ). Poto ( Com , 
E , Per ). • 

JJndo^l^ Ab, Ex, Fec , In , Red ). Beo, coi 
7. appresso bau la prima desinenza come i verbi della 
2. . Meo ( Com , Per , De ). 

' Lav'* la lavi , vatum , hiutwn , lotuin , lavo , 

juvi , jutum. 

Applico ( Com, Ex , Im ),son quattro compo- 
sti di Plico , disusalo nel pret. Son essi della rubri- 
ca di avi , e ui. Altri ne d<à con de’ nomi ( Da , Tri, 
Multi ec. e con Re , e Sub ) della sola rubrica avi. 
Duplico Triplico ec. Replico , Supplico. 

Cubo ( Ac , Con , De , Ex , In , Oc , Pro, Re, 
Se, Sue, Super ). Con Ac, Dis , In, Oc, Pro, Re, 
Sue, frapposta uu’m, dà dei composti della 3 . declinaz. 

Crcpo ( In , Re ,). Domo ( E , Per ), Sono 
( Dis , In , Per , Re ). Tono ( In , Con ). 

Plico ( Af, Con , De, Ef, In. Per, Re ). iVc- 
co ( E , Inter ). Seco ( De, Dis, Inter , Re ). 

Do non ha nè Dor , nè Dcr , t. pèrs. .pa.ssiva 
( Circum , Pessum , Satis , Veuura ) . Circumdo cc. 

Sto ( A , Ab , Con , Di , Ex , In , Ob , Prae, 
Pro, Re, Sub ): ne’ quali h stili , stituin , o statum. 

Sisto > > statum fermare , o fermarsi , è in an»' 

* 


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jéfPBNP. 


I48 

logia eea Sto (Ab , As , Con , De , In , Ob, Per, 
Re , Sub ). 

II. Declinazione. 


In questa si hanno fin a 6. rubriche. 
I. In EVI, ETUM 


Adimpleo 

adempire 

Neo 

filare 

Deleo 

cancellare 

Vico 

legare 

FJeo 

piangere 

Exoleo 

invecchiare 

a. In VI con Sup. diverso 


Cavee autum guardarsi I 

Fovee otum difendere 

Cieo itum 

( hiamare i 

Moveo 

otum muovere 

Faveo autum favorire | 

Voveo otum far voto 

3. In VI , ITUM I. 

i seguenti Attivi 

Habeo 

avere 

Tacco 

tacere 

Coerceo 

contenere , 

T erreo 

spaventare 

Monco 

ricordare j 



II. I 

seguenti Neutri 



Calco 

esser caldo 

j Merco 

meritare 

Careò 

esser p> ivo 

1 Noceo 

nuocere 

Doleb 

dolersi 

Pareo 

apparire 

Jacep 

giacere 

Placco 

piacere 

Lateo 

esser nascosto 

01 eo 

olii e 

Liceo 

esser prezzato 

Valeo 

potere. 


m. I seguenti con Sup. diverso 


Censeo, sum, giudicare 
Doceo, ctum, insegnare 
Misceo,xtum , mescere 


( Sorbeo ptum bere 

I Teneontum. tenere 
Terreo slum arrostire 


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PniT. » Su>. 

i 4 g 

4 . In 
Prandeo 
Sedeo 
Video 
lUordeo 

DI, SUM questi 7. 
desinare j Pende© 

sedere j Toudeo 

vedere • I Spondeo 

mordere | 

pendere 

tosare 

ptomeiiere 

5 . In SI , SUM 



Avdeo 

Haerco 

Jubeo 

Maneo 

6 ., In 

ardere 
esser unito 
comandare 
restare 

XI, CTCM 

Mtiitco 

Ridco 

Siiadco 

Terge© 

mitigale 
r dere 
esortate 
ripulir e 

Aiigeo 

Lugeo 

accresce, e I 

piany 1 re [ 

Miilge© 

Polluce© 

ni ungere 
offe ire 


icnza Stff. 


In ui : Comiceo , Ob$iceo , Reticeo ( j. «omposti di 
**e ) , yirceo , Clare«, Deiheo ( da Lateo con Sup. ) £ 
fue/f , Egeo , Indtgeo , Eiuitteo , Imtnineo ( da Minco an 
but. Fioreo , Frigeo, Palleo , Patto, Paveo , S, 
oplendeo , Studio^ Timeo- 

In vi: Ctmniveo , Pax>ee- Langueo fa la gui. 

In si: Aigeo, Fu Igeo ( Al, Kf, Re ), Turgea, Ure 

P ri *' ’ ( l’et , Re ), Lutto ( Col , 

E , Il , Sub ). Col Sup. 


Senza pret. e sup. 

Avto, Ctvto , Flaveo, Uveo , Polito. Dijittor , McJeor 
Composti 

Adimpleo ( Corri, Ex, In. Op , Re, Sud ). 
son composti dell’ aulico Pleo. FÌeo ( De, Ef ). 

... composti eterogenei di rubrica , e si- 

gDilicato ( Ex 9 Obs , Ab , Ad ). Abolco fa abolì* 




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i5o 


Appbnd. 


tum , Adolco adullum. Eccetto Adoleo , ì 3, altri 
fan pure in sco. Quattro altri ne ha omogenei ancor 
di rubrica , e significato ( Oh , Per , Red , Sub ). 

eleo , civi ( Concieo ), . Moveo ( Ad , Coni , Di, 
E , Pro , Re , Sub ). Fovea ( Devoveo ) 

Ilabeo ( Ad , Co , De , Ex , Per , Pro , Red ) 
cangiata a in t : Adhibeo ec. Praebeo sincopato di 
Praedibco, e Debeo , son senz’ h 

Coerceo , Exerceo da Arceo s. s. Monco ( Ad 
Gom ). Tacco ( Conticeo , Obticeo , Reticeo s. s. ). 
Terreo ( De , Ex , Per ). 

Calco ( Con ). Dolco ( Con ). lacco ( Ad ). 
Laico ( Deliteo s. s. ). Merco ( De, E , Pro ). Pa- 
reo ( Ap , Com ). Placco ( Cotnplaceo , Displiceo ). 
Falco ( Con, In, Prae ). 

OLEO , oltre ai detti 4- composti eterogenei , ne 
ha 4- altri omogenei di rubrica , e significato, f Ob 
Per , Red , Sub ). 

Ccnseu ( Re , Sue ). Docco ( Con , De , E ). 
Misceo ( Ad , Com , Ini , Intcr , Per ). Sorbeo ( Ab, 
Ex , Re ). Tcnco ( At , Abs , Con , De , Dis , Ob , 
Per, Re, Sus ) cangiata c in i: Altineo ec. 

Sedeo ( As . Con , De , Dis , In , Ob , Prae , 
Re, Sub, Super ), cangiala e in i ; Assideo ec. Fi- 
deo ( In , Prae , Pro , Re ). Mordeo ( Ad , Ob , 
Re ). Pendeo ( De , Im ). Tondeo (De, Re '), Spon- 
deo ( De , Re ). 

Haereo ( Ad , Co , In ). Mónco ( Per , Re ). 
Mulceo ( Per , Re ). Bidco ( Ar , De , Ir , Sub ). 
Siiadeo ( Per . Dis ). Terreo ( De ). 

Augeo ( Ad ). Lacco ( E , Pro ). Mulgeo (E)> 


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Pret. b Sti'P. 


i5i 


III. Declinazione. 

In questa le rubriche giungon fino a 1.4. 
1. In IVI, ITUM 


A r cesso 

citare. 

Quaero 

si vi 

chiedete 

Capesso 

prendere • 

Lino 

livi 

ungere 

P’acesso 

andar via 

Sino 

sivi 

permettere 

Lacesso 

sfidare 

Scisco 

scivi 

sapere 

Cupio 

desiderare 

Tero 

trivi 

tritare. 

Peto 

cercare 




a. In EVI, ETUM 




Cerno crevi 

vedere 

Suesco 


esser solito 

Cresco crevi 

crescere 

Sperno 

spveyìsprezzare. 

t^uiesco 

riposare 





3 . In VI , TUM 

Nosco ovi conoscere I Sterno stravi, atum abi»tiere 

Pasco avi pascere I ^*'0 evi attim ttminare 

4. In UI , ITUM sono I. 


Accumbo 

Recumbo 

Occumbo 

Fremo 

Gemo 

Vomo 


giacer appresso 
seder a tavola 
morire 
fremere 
gemere 
vomitare 


Alo 

Molo 

Gigno 

Eliclo 

Pono 

Strepo 


lì. In UI con Slip, diverso 


nutrire 

macinare 

generare 

cavare 

porre 

strepere. 


Colo cultum rispettare 
Concino centum concertare 
CoDsulo sultum provvedere 
Occulo cultum celare 
Excello celsum eccedere 
Assero sertum dire 
Metn ssui ssum mietere 


P'nso pinsum pestare ' 

Rapio ptum rapire 

Ì Necto xui, xum l'gare 

Pecto xui , xom pettinare 

Plecto xui , xum punire 

j Nexo xui , xum legare 

I Texo xui, xtura tessere 


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^tpPEND. 


i53 

5. In SI , SUM 


dando 

Laedò 

Xiudo 

Divido 

riandò 

Ilado 

Roda 

chiudere 

offendere 

giuocare 

dividere 

applaudire 

radere 

rodere 

Trndo 
1 Vado 
Mergo 
Spargo 
T ergo 
Mitto 
Viso' 

cacciare.. 

andare 

tuffare 

spargere 

pulire 

mandai e 

visitare. 

6 . 

In SSI , SSUM 



Cedo cedere 

Concutio commuovere 

Prema stringere 

7 . In MSI , MTUM 

Gèro 

Uro 

portare 

abbruciare.. 

Como 

D«mo 

abbigliare I 

levare 

Promo 

Suino. 

manifestare: 

prendere. 

8 . 

In PSI , PTUM 



Carpo 

Clepo 

Repo 

Scalpo 

Scolpo 

9- 

cogliere 

rubare 

rampicare 

incidere 

scolpire 

In XI , CTUM 

Serpo 

Nubo 

Scribo 

Temno. 

serpere 
maritarsi 
scrive' e 
disprezzarc^ 

Fingo Jingere 

IVlingo orinare 

Fingo dipingere 

Stringo stringere 

Fango comporre 

Cingo cingere 

lungo unire 

Emungo. purgare 

Espungo- 

Lingo 

Tingo 

Piango 

Ungo 

Figo 

Frigo 

Affligo 

Rego 

cassare 

leccare 

tingere 

piangere 

ungere 

fissare 

friggere 

affiggere 

reggere 


ì 


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Pcrgo 

Sugo 

Surgo 

Tego 

Dilìgo 

Intelligo 

Negligo 

Dico 

Duco 


IO. 

Bibo 

Emo 

Eugio, 

Glubo 

Ico 

Dego 

Lino 


Ablua 

Acuo 

Argiio 

Exuo 

ImBuo 

loduo 


Pasr. 

ondare 

sugare 

alzarsi 

coprire 

amare 

capire 

dispi ezzare 

dire 

condurre 


K SUP. 

Allìcio 

Aspicio 

Coquo 

Mejo 

Struo 

Traho 

Veho 

Vivo 




i53 


allettare 

guardare 

cuocere 

orinare 

disporre 

tirare 

condurre 

pinere. 


Io 1 forma dell' Ind. pass, sono I. 
bere 

comperare 
fuggire 
scorticare 
colpire 
raccogliere 
ungere 

II. In DI , DTUM questi in uo, 

lavare 
aguzzare 
riprendere 
spogliare 


Pinso 

Salto 

Solvo 

Volvo 

Vello 

Verro 

Verlo 


pestare 

salare 

sciogliere 

volgere 

svellere 

scopare 

girare. 


empii e 
vestire 


Minuo 

Ruo 

Spuo 

Statuo 

Suo 

Tribuo 


diminuire 

rovinare 

sputare 

stabilire 

cucire 

dare 


Accendo 

Appendo 

Attendo 

Defendo 

Frendo 

Mando 


III. In DI , SUM questi in do : 

accendere | 
pesare 
attendere 
difendere 
spezzare 
masticare 


Cudo 

stampare 

Edo 

mangiare 

Incìdo 

cadere 

Occido 

cadere 

Recido 

ricadere 

Incido 

tagliare 


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Appeso. 


i54 


Pando 

aprire 

(Decido 

uccidere 

Preliendo 

prendere 

Recido 

tagliare 

Se andò 

salire 

Succido 

tagliar sotto 

II. Perdon la m , 0 

n al pret. 


Findo 

spezzare 

Rumpo 

rompere 

Fundo 

fondere 

Scindo 

dirompere 

Frango 

rompere 

Tundo 

battere 

Delinquo 

lasciare 

Vinco 

vincere. 


i2. Cangian 1 ’ a in e al pret. questi 4 * 


Ago cgi actum 
Facio feci factum 
Cajiio cepi captum 
Jacio jeci jactum 


fare 

fare 

prendere 

lanciare. 


i 3 . Raddoppian la i. 


Cado 

cecidi 

casum 

Caedo 

caecidi 

caesum 

Cane 

cecini 

cantum 

Curro 

cucurri 

cursum 

Disco 

didici 


Fallo 

fefelli 

falsum 

l'arco 

peperei 

parsum 

Parie 

peperi 

partum 


14. Raddoppian la 2. i 

In DIDI , DITUM. 

Al) do “ occultare 
Addo aggiungere 

Credo credere 

Condo riporre 


al Pret. 

Pedo pepedi 
Pello pepuli pulsum 
Pendo pependi pensum 
Posco poposci 
Pungo pupngi punclum 
Tango tetigi tactum 
Tendo tetendi' sum, o tum 
Tondo tutudi tunsum 

ieguenti composti di Do, Ol- 


indo imporre 

Perdo perdere 

Predo tradire 

Reddo rendere 


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Prst. e Sup. 


i55 


Dedo darsi Trado cedere 

Dido diridete Vendo rendere 

Dedo produrre 

Senza Sup. 

In uì Abnuo ( An , In , Re ) composti dì Nuo antico. Ea- 
tuo, 'Congruo. Luo, Metuo, Pluo, Compesco, Di spesco, Depso ( Con, 
Per )• Sapio ( Des'pio , Resipio ). Storio, Premo, Volo, No- 
lo, Malo. 

In I forma dell' infin. passivo. Calvo , Dego , Lambo , 
Psallo, Refcllo , Rutlo, Sallo , Scabo , iido, ( As , Con, De, 
In, Ob , Re , Sub ) , che hanno il pret. e sup. preso da Sedeo; 
Assedi , assessum ec. Strido , ed i composti di Cado , eccetto 
i tre ( In , Oc , Be ). 

In xi sono Ango, Clango, Ningo. 

Senza Pret. e Sup. 

Sono I. gl’ INCOATIVI, quelli cioè, che dino- 
tano il principio dell’azione: Hisco , Dehisco , Pa- 
tisco , disco , Hcbesco , Hcrbesco , Inorar esco , Tal- 
lesco , Mitesco : tra i quali alcuni derivan da altro 
Verbo , e ne assunion il pret. come Frigesco , ui da 
Frigeo , Horresco , ui da Fiorreo. II. I seguenti ; Aiii- 
bigo , Feria , Furo ( non usato in tal i . persona ) , 
Rcccllo , Fergo,, Devergo » Praevertor , Rcininiscor , 
Ringor , Pescar. 

• 

Composti. 

I. I 4- io so per sincope fan sovente fi , o sa ; 
Arcessi ec. Incesso fa sempre si. diipio Peto 

( Ap , Coni , Ex , Im , Op , Re , Sup ) • Quaero 
( Ac , Con , Ex , In , Per , Re) , cangiala ae in i : 
Actjuiro ec. -Lino ( Al , Col , De , Il , ()b, Per, Re), 


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i56 


Apbxxt>. 


coir* breve. Sino (De^ Scisco (Ad, Con, De ). 
Tero ( At, Con , De , Ex , In , Ob , Pro ). 

Cerno ( Con , De , Dis , S« ). Cresco ( Ac , 
Con, De, Ex ). Quiesco ( Ac, Con, Re)* Suesc» 

( As , De , In ). Sperno ( De). 

Nosco ( Agno. co , Cognosco col Sup. in itum 
breve ). Ignosco , luternosco , Praenosco. Pasco (Pe)* 
Sterno ( Con , De , Pro , Sub ). 

Sero ( As , Con , De, Dis , In , luter , Ob ) 
composti omogenei di senso , e rubrica , eccetto il 
Sup, , eh' ha r i breve : Assew , evi , itum ec. Colle 
stesse preposiz. (eccetto Ob ) piegando in u', ertuni 
forma altreltauti composti del tutto eterogenei : cui 
si aggiunga Exero. Accumbo ec. son di Cubo della 
I. , al quale aggiunta un' m , che lasciano al pret. 
e sup. , sojì della 3. V. Cubo. 

Fremo ( In ). Gemo ( In ). Forno ( De , E ). 
Molo ( E ) Elido di Lac.o antico , onde liansi de’ 

^ composti anche in .rt, cium. Pano ( Ap . Com , De, 
Dis , Ex , Im , Inter, Op , Post , Prae , Pro , Re , Se, 
Sup, Trans ). Strepo ( In, Ob , Per ). 

Colo ( Ac , Ex , In , Re ). Concino, ni ( In , 
Oc ec. ) da Cano. Excelto , Ante , Prae , da Cello 
antico. Assero. V . Scro. Meta ( de ). Rapio ( Ar , 
Cor, Di, B, Pro, Sub) j cangiata a in i‘. Arripio ec. 
- Nedo ( An , Con , In ) col pret. anche, xi , 
Pecto ( De ). Plecto \ Iin ). Texo ( Al, Con, De» 
In , Ob , Pro . Re ). 

Claudo ( Ex , In , Ob . Prae , Re ) , tolta a i 
Excludo ec. Laedo ( Al , Col , E , Il ) mutata ae 
in * : Allìdo ec. Ludo ( Ab , Col . De , E , H i Ob, 
Prae, Pro, Re ). Piando ( Ap, Ex ). Rado ( Ab, 
Cor , E , Ir ). Rodo ( Ar, Cor , De , E , In , Per )• 
Trudo ( Abs , De , Ex, In , Ob , Re ). Fado ( E » 
In , Per ). 


Di .iiixr,: hy Googlf 



PjlET. E SVP. 


iS; 

Mergo ( De , E , Im , Sub ). Spargo ( Ad , 

Con , Dìs , In ) , mutata fl in e; Aspergo ec. Ter- 
go ( Abs , De ) sinonimo di Tergeo. 

Mitto ( Ad , Com , De , Di , E , Itn , Inter , 
Mann, O , Per, Prae , Pro, Re, Sub, Trans. Ad- 
pro , Compro , Expro , Repro ). Viso ( In , Re ). 

Cedo ( Abs, Ac, Con, De , Dis , Ex , In , In- 

ter , Prae , Pro , Re , Se , Sue ). 

Da Qunlio aulico vengon i composti ( Con , 

De, Dis, Ex , In , Per , Repcr ) mutato in cui: 
Concutio ec. Pmno ( Ap , Com , De, Ex , In, Op, ^ 
Re , Slip ) mutato in i ; Comprimo ec. Gero ( Ag , 
Con, Di, E, In, Re, Sug Uro ( Ad, Comb , 

Ex , In , Per ). 

Promo ( De , Ex ). Sumo ( Ab, As , Con , De 
In , Prae , Re ). 

Carpo ( De , D is , Ex ) , mutato in e : Decer- 

po cc. Pepo ( Ir , Ob , Sub , Pro , Re , Sub , Per , 

Prae, Trans ). 

FINGO, coi 4 - appresso lascian la n al sup. 

( Af. Con , Ef , ). Piago ( Ap , De, Ex ). Stringo 
( Ad , Con , De , Di , Oh , Per , Re ), Pungo 
( Circuiu , De , Re ) 5 ( Com , Im , Sup. ) , muta- 
to in i , ed al pret. in egi , solo in questi tre: Com- 
pingo , pegi , acturn ec. 

Cingo , cogli 8. appresso , ritengon la « ( Ac , 

In , Prae , Sue ). Tingo ( Ad , Con ,Di» , In , Se ). 
Emungo da Mungo ant. Da Pungo , pupiigi , pi/nctuin 
\engon ( Com , Dis , Ex , Re ) di questa rubrica. 
Tingo ( In ), Ungo ( Ex , In ). 

Figo ( Af , Con , De , In , Prae , Re ). Flecto, 

’ e Fino son di questa rubrica nel pret. avendo il sup. 
in jcufTi. Flecto ( Circum , De, In, Re), i^’/uo (Af, 

Con , De , Ef , Per ). Affiggo ( Con > In ) di Fligo 

» 


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Appenv. 


158 

nnUco. nego ( Ar , Cor , Di , E , Por ) , mulato in 
i ; Arrigo cc. Surgo ( As , Con , Ex . In , Re ). 
Tc^'o ( Con , De , In , Ob , Prae , Pro , Re ). Bi- 
/igo , Jnielligo , Negligo son 3. composti eterogenei 

<ì I J^C^' 0 , 

Dico ( Ab , Ad , Con , E , In , Inter , Prae ) 
Duco ( Ab , Ad , Con , De , E , In , Ob , Per , Pro, 
Re , Se , Sub , Tra , Trans ). 

Allivio ( II, Pel ) di questa rubrica, ed Elicio 
della rnliriea in tu', vengon da Lacio ant. Aspicio 
( Circnni , De , Dis , In , Pro , Re, Su ) mutato in 
I , da Spedo ant. 

Cofjuo ( Con, De, Ex ). Struo ( Ad, Con , 
De , Ex , III . Ob ). 

2Wzo ( Abs , At, Con, De, Dis, Pro, Re,, 
Sub ). Vcho ( Ad , Con , E , In , Pro, Re , Trabs 
ì iio ( ,Con , Re ). 

I liiho ( Coni , E , Im ). Emo ( Ad , Co, Dir , 
Ex, Intel- . I‘cr, Red ). mutato in i, Fugio ( Con, 
De , Dif, Ef, Per, Re, Subter ). Lego ( Al , C^, 
De , E , Prae , Re , Slip ) composti omogenei. V. 

la rubrica in xi. . » . c 

Lino, V. rubi-, wi. Pinso anche in ni, e Sup. 
itum , sttm , e siuin V. rubr. iti. Solvo ( Ab, Dis , 
Per, Re ). Volvo ( Ad, Con , De , E , In, Ob, Pro, 
Per ). Fello ( A, Con, Di , E , Per , Re ). ^erto 
( Ad , Anlinad , Con , E , In , Ob , Per , Prae , 
Re , Sub ). 

Abluo ( Al , Di, E , Inter, Poi ) son ài Luo 
ant. Arno ( Ex ). Argiio ( Red ). Mimo ( 

Dim , Im ), Ruo sup. itum ( Cor , De , Di , E , 
Ir , Ob , Pro ). sup. utuni breve; Corrutum ec. Sta- 
tua ( Con , De, In, Pro, Re, Sub ) mutato in t : 
Constituo ec. Suo ( As , Con , Dis , In , Re ). Zn- 
huo ( At , Con , Dis , Re ). 


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Pret. e Sup. 


i59 

Accendo ( In , Sue ) da Cando ant. mutato in 
e. Appendo ( De, Ex , Im , Per, Re, Sus ) con Sup. 
semplice, son di Pendo , pcpendi. Tendo , che rad- 
doppia la prima al pret. , col sup. suw . , e tum dà i 
composti ( At, Con , De, Dis , Ex , In , Os,. Per , 
Por ,■ Prae , Pro , Re ) lutti col pret. semplice , At- 
tendi , sum , tum. 

Defendo , OJffcndo da Fendo antico. Pendo ( Dis, 
Ex , Op , Pro , Re ). Prehendo ( Ap , Com ^ De , 
Re ). Scando ( As , Con , De , Ex ) mutato in e ; 
Ascendo ec. 

Cudo ( Ex. In , Pro , Re ). Edo ( Amb , Com, 
Ex ). Podio ( Con , De , Ef , Per ) siegue ancora 
questa rubrica. 

Incido, Occido, Recido, c«H' i breve son tre 
soli composti di Cado , col Sup. (ìli stessi , ed al- 
tri coir i lungo son di Caedo : cjuelli fanno incasina 
ec. questi incisum ec. , 

Findo ( Dif ). Fundo ( Con, Ef, In ,Of, Per, 
Pro , Suf ). Frango ( Con , De . Iti , Per , Re ) , 
mutato in /; Conjringo ec. Linquo ( De, Re, Dere). 
Rampo ( Ab, Cor, Di, E, Ir, Ob, Pro Scindo 
( Abs , Con , Pro , Re ). Fineo ( Con , De , E , 
Per , Re ). 

Ago ( Ab , Ad , Am , Ex , Pro , Re , Satisexigo , 
y Sub , Trans ) , mutato in i : Abigo ec. Perngo ri- 
tiene r a 5 Cogo la perde per sincope. Dego, Smago s. s. 

Facio composto con Verbo , o avv. ritiene I’ a 
{ Are, Assue , Rene, Cale, Commone, Labe, Li- 
que , Salis ec. ) : Arejacio ec. Con preposizioni la 
cangia in i colP e al sup. ( Af , Con , De , Ef, In, 
Inter , Of , Per , Prae , Pro , Re , Suf ) : Affido , 
eci , fcctum ec. 

Copio cangiasi in i al pret. , ed al sup. in c 


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l6o ÀfPBlfO. 

( Ac , Con , De , Ex , In , Oc , Trae , Re , Sus ) ? 
Àccipio ec. 

Jacio cangia , come Copio ( Ab , Ad , Con , De, 
E , In , Inter , Ob , Pro , Ke , Sub, Tra ) : Abjicio 
ec. Porricio , eci , ectum , sacrificare. , 

Cado ( Ac, Con, De, In, Oc» Pro, .Re , 
Sue ), mutato in i breve : Accido ec. s. s. eccetto tre. 
V. la rubrica Di , Sum . 

Caedo ( Abs , Ac, Cìrcum , Con, De, Ex, 
In , Oc, Prae , Re , Sue , Tru ), mutato in i lungo: 
Ahscido ec. col sup. in cisum. 

Cono ( Con , In , Oc , Prae , Re ) , mutato in 
i breve , eterogenei di rubrica , facendo ui , entum : 
Concinni centum ec. V. la rubr. in ui 

Curro ( Ac , De , Ex , Prae , Pro ) ( Circura, 
Con, Dis, In, Oc, Per, Re, Sue), i quali ban sem- 
plice il pret. , eccetto i primi cinque , cne 1 ban sem- 
plice , e raddoppiato : Accurri , aceucuiri ec. Con^ 
curri ec. 

Disco ( Ad , E , De ) , e Pasco ( De , Ex , 
Re ) ritengono nei loro composti il raddoppiamento. 
Paria da cinque composti della 4- ■ Pungo ne’ com- 
posti fa meglio punxi. V. questa rubrica. 

Tango ( At , Con , Ob , Per ) , mutata a in i: 
Attingo, attigi , attactum ec. Tendo ne’ composti ba 
il pret. semplice. V. la rubrica in DI. Tundo Jatu- 
tudi , tusum , o tunsum ; i Composti ( Con , Ob , 
Re ) perdon il raddoppiamento , e la n : Contadi , 

tusum ec. 

Pendo (Ap, De , Ex, Im, Per, Re Sus ) non 
raddoppia nei composti che sono della Rubrica in I. . 
Pello si contrae ne’ composti ( Ap , Coni, Ex , Im, 
Per, Pro, Re ( Appuli ec. . Pedo , diturn ha Op- 
pedo y oppedi. Condo ( Abs, Re) non raddoppia in 
Ahscondo. 


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, Phet. e Svp. 
IV. Declinazione. 


iGi 


la questa si riducono 

I. la IVI, ITUM 


i Verbi a cinque rubriche 


Audio 

Ambio 

Ciò 

Condio 

Custodio 

Erudio 

Fastidio 

Finio 


udire 

ambire 

eccitare 

condire 

custodire 

erudire 

annoiare 

finire 


Linio 
Munio 
Redimi o 
Salio ) 
Salilo ) 
Saevio 
Scio 
Silio 


Ungere 

munire 

cingere 

Salare 

incrudelire 
sapere 
aver sete. 


Sepelio , Singultio , fan iVt , ulturit. 

2. In UI, tum. 


Amteio itum coprire 
Aperio ertHin aprire 
Adaperio ertum 
Operio ertum coprire 
Assillo ultum salire 


Dcsilio ultum smontare 
Exilio ultum saltar fuor a 
Insilio ultum saltar dentrp 

Resilio ultum risaltare 


3. In SI, tum) e suoi 


Fardo tum empire 
Fulcio tum sostentare 
Haurio tum cavare 
Raucio usum arrotare 

4 . In XI , cium 

San ciò stabilire 

Vincio legare 

5, In NI , tum 

\ 

Venio ventum 

Advenio ventum 

Cosi Con , Circum , 


Sarcio tum risarcire 

Scotio sum sentire 

Cousepio ptum siepare 

Sepie tum thiudere 


Devincio obbligare 

Revincio legar dietro'.- 


venire 

giungere 

De , E, In, Prae , P^o , ReV 

it 


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i6a Append. 

Senza Pret. e Sap. 

Sono I DESIDERATIVI! Ceenaiurio , Dìeiurìo , Dornù-i 
turio , Empturio , Mìcturio , Feria cc. Nuptnrio , Parturit 
hanno il pret. ivi. Esurio ha tutto: ivi, iium, aver fame. 

Composti. 

Audio ( Ex , In ). Ciò ( Con ). Finio ( De ,, 
« Prae ). Linio ( II ). Munio ( Prae ). Scio ( Con , 
Ne , Prae , Re ). Servio ( De , In ). * 

Palio della 3. dà 5. composti della 4* ^>'6 in 
Iti ( A , Ada , O ) , e due in eri : Comperio , Re- 
perio ; mutato il semplice in e. 

Assilio ec, son di Salio , ivi , e ii ( ui ant. ) 

Fardo ( Con , Dif , In , Re) mutato in e: Con- 
fercio ec. Falcio ( Suf ) . Haitrio ( Ex ) . Raucio 
( Ir). Sardo ( Re ). Sentio ( As , Con , Dis , Prae). 
Saepio ( Circum , Dis ). 

Comuni-, e Deponenti. 

In questi il Sup. si ba dal partic. preterito ; 
Horlum , Adulatum ec. , o si fingerà di forma alti, 
va, p. e. Laeto, avi, atum. V’ ha dei Verbi, che Io hanno 
irregolare. Comminiscor, mentum, ùngere. Expergiscor, 
rectum , destarsi , Fateor , Jassum , confessare. Gra- 
dior , gressum, andare. Labor, psum, scorrere. Lo- 
(juor, ciitum , parlare. Metior , ensum , misurare. 
Misercor , sertum, dolere. Morior ,, tuum , morire. 
Nanciscor , nactum , trovare. Nitor , sum , sforzarsi. 
Ordior, J«m, 'ordire. Paciscor, ctum , pattuire. Pro- 
Jiciscor, fectum, partire, ^ueror, stum , dolersi. Reor, 
ralum , stimare. Sequor , cutum , seguire. Ulciscor , 
ultum , puuirc. Utor , usum , usare. 


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Cjp. 4- Del Pjrtic. i63 

CAPO IV. 

Del Participio 

93. Il Participio è una spacie declinabile 
di parole , che partecipando della natura del No- 
me , e del Verbo (i) , sta o per l’Infinito sostan- 
tivo , o pel Finito , ed Infin. aggettivo. Il per- 
chè sono ,i Participi di due specie , Sostantivi ed 
Aggett. 

SEZIONE I. 

De' Participi Sostantivi. 

g 3 . I Participi Sostantivi sono i così detti 
Gerundio , e Supino , che s’ usan per l’ Infin. 
Sostant. o per evitarne delle ripetizioni , o per 
avervi una maggior distinzione de’ Casi (3). 


(i) Polehè ha le proprietà di amendue, cioè i Generi, 
i Numeri, e i Casi dell’uno; il Tempo, il significato, e la 
costruzione dell’ altro. Se v’ ha poi specie di parole , onde la* 
Lingua soprattutto del Lazio riceva maggior leggiadria , ele- 
ganza, e nobiltà nelle sue forme, egli è questa precisamente del 
participio. Ma non è egli men vero che al maggior interes- 
se, che ella vi ha , si proporziona la maggior difficoltà, che 
v’ incontran i giovanetti nell’ intenderne gl“ insegnamenti : con- 
seguenza dell’ essersene dall’ arte il naturai principio smarrito. 

(z) Come quella che sovente la natura del discorso ri- 
chiede , e che l’ Infinito , come indeclinabile, non h». 

* 


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i 64 Etim. Lib. I. 

Gerundio. 

94* 11 Gerundio tenniiia in dum , voce neu- 
tra del Partic. aggett. in Dos (>), passivo nel 
Botto , ed attivo negli obbliqui 

N. G. D. A. A. 


A mandum 

di 

1 do 

dum 

1 do 

si dee amare 

di, oper 

ad 

a, per 

1 da amare , 

bisogna ama- 

amare 

i amare 

amare 

! amando. 

re ec. (2). 




. 


Italiani. 


g5. Due sono i GerunJj italiani , uno sem- 
plice , Amando , e V altro composto , Avendo 


Ì i) Essendo ordinario , che il Neutro degli Aggettivi 
a il carattere e 1’ uso di Sostantivo- Detto poi a geren- 
"do e duo , perchè porta due caratteri , quel di nome , c quel 
di verbo (pa. i). Quindi Gerundio] Participio, Participiale 
son tutt’ uno , son sinonimi. 

(2) Il Nomnat- ha sempre senso di dovere, necessità, 
convenienza. Quindi bisogna , conviene , è uopo , i necessario 
asnare , bassi ad amare, è da amare, si vuole amare ec, son 
tutti volgari di questo Caso. Il quale sebbene non sia, che 
parte integrale del Gerundio, se n* è per alcuni divulso ed 
isolato , e col nome di Participiale esposto. Qui poi convien 
. arrestarsi alquanto , ed insister col mezzo delle analitiche di- 
’ chiarazioni, e reiterate esemplificazioni, onde i fanciulli ac^i- 
stino una compeicjnte intelligenza di ciascun caso del Gerun- 
dio , del pari che furassi ancora in ordine al Sup., ed ai Par- 
tic. aggett. Si può consultare a tal uopo il Capo 3 del libro 
della Siniassi. 

Nasce il Gerundio dagli Attivi , Neutri , Comuni , e 
Deponenti , eccetto D' beo , Soleo , Volo , e i difettivi. Gli 
antichi nella 3. e 4. dissero Legundum, Audiundum, come lo ha 
tuttavia Eo, coi composti, Eundum , eurnJi , abcjsndum, ee. 


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Cjp. 3 . Del. Pjrtic. 


i 65 


amato ( avv. numero ILI. ) ; in passivo : 
Essendo amato , Essendo stato amato ( 78. 
avv. numero IL ) (») 

Supino. 

g6. Il Supino non ha che due Casi , 1 ’ Ac- 
cus. in UM, come Amatum ^ a , o per amare; 
e TAbl. in U, Amata, ad amare, (a) 


(1) In latino il semplice si fa o Gerundio, 0 i. Par- 
tic. aggett. o verbo congiunt. di tempo o presente 0 imper- 
fetto, secondo il tempo del Verbo principale congiunto. Co- 
sì studiando imparo , o imparerò; Studendo ■, o ssudens , q 
cttm studeam , iixo , discanu Insegnando, ho giovato a me, 
cd agli altri , Docendo , o Decens , o cum docerem , pràfui 
mi hi . et aliìs. 11 Compcsto si fa o partic. aggett. passivo ,0 verbo 
congiunt. di tempo o perf.o piucchep. secondo pure il tempo def 
verbo congiunto. Avendo egli capita la Gramatica, può, o 
potrà studiare I.1 Rettorica. Is , intellecta Gramatica , o 
cum is intellexerit ec. potesC stadere Rothoricae. lo avendg 
terminata la Gramatica , attesi a studiare la Rettorica. Ego , 
peracta Grammatica , operam dedi studendo ec . 

(2) Si è detto Supino , quasi sinonimo di negletto ed 
ozioso, per cagion de’ pochi Casi che ha, e per lo scarso 
uso, che di questi ancora suol farsi. Veggasi il capo 3. del 
I- libro della Sintassi. 




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i66 


JCriii. Lib. /. 


SEZIONE li. 

\ I 

De' Participj jdggettivi. 

97. I Participj Aggeli, sono quelli , che nel- 
le proposizioni complesse sostituendosi al Ver- 
bo finito, e talvolta all’ Infinito, ne supprimon 
le incidenti , rendendole incomplese ( 78. ap- 
■pend. II. ) y e con ciò più conciso, variato , ed e- 
legante il discorso. 1 Participj latini son 4 * 
Attivi , e due Passivi. 

} 

Participj Attivi. 

98. I due Partic. Attivi terminano uwo in 
tis i e l’altro in ras (i). Quello in NS è di 
tempo pres. ed imperi. , e si forina dall’ Imperi. 
Indicat. , sostituendo a barn , o bar ^ ns ^ come 
Ama- barn y Amans , Seque-bar^ Sequens ^ del- 
la I. Forma (2), amante^ di raro uso , 

do , chi ama , o amava. 


(?) Derivai! perciò da tutt’i Verbi di scnjo attivo 
siano Attivi, ò Neutri , o Comuni, o Depon. Vapuhns, e 
Vapulaturus son di senso passivo. Dagl’Impersonali si ha 
'Pocnitens , poeniturum puditurum. 

(2) Ove manca tale Imperfetto non si forma, cgm’ènei 
Dilettivi, e in Sum, coi composti, eccetto Absens, nè si ha 
da Malo, e Reor, In £0 , e composti si sostituisce ens pel 
Ketto, mutando in eu per gli obbliqui: lbam,lens ftuntis ec. 


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Cjp. 4- Del Pjrtic. i6y 

99. Il Partic. in Ros è di tempo faturo , 
e si forma dal Sup. , come lectum, lecturus , a, 
um della 3 . Forma , (1) , essendo o stando per 
leggere , dovendo leggere , avendo a leggere^ 
chi è , era.\ fu^ o sarà per leggere^ dee leggere. 

Parlicipj Passivi. 

100. I due Partic. Passivi terminano uno 
in , e r altro in dus. Quello in US (2) è 
di tempo Perf. e Piucchep. , e si forma dal 
Sud. ( 3 ) , come Jmalum , amatus , a , um , 
della 3 . Forma , amato , essendo stato amiio , 
dopo essere stato amato., avendo amato., chi 
fit , é , o era stato amato. 


(0 Ne’ verbi dunque, s. s. non si forma. Negli Attivi di 
^ 1. col Perf. ui si forma , come da avi-. Sonai , Sonaturus. 
Qualche Neutro» e Depon. l’ha irregol. lenosco, Ignosciiu- 
Tus , Parie, parittirus , Aiorior , moriturus , Ori or , orimrus, 
nascer , nasciturus ec- 

(2) Colle differenze in Tus , Sus , Xus : Sgctus , Tratus , 
Nexus, Da Aiorior si ha mortuus. 

(}) Dai verbi dunque s. s. non si forma. Dai verbi Co- 
muni^ si ha di senso comune. Dai Neutri Misti e Depon. si 
ha di senso attivo, Hortjtus , chi ha esortato , 0 è stato e- 
sortato ; Ausui , Secutus , avellilo osato, seguitato. Qu.\lcha 
Neutro si ha di senso attivo) Cotnatus , Pransus , chi ha ce- 
nato, desinato. E qualche altro di senso passivo : Num-na ju- 
rata , i giurati^ numi ( 80. oss. ). Se n’ han pure da’ Depon, 
di comune significato. 

In Italiano ha varj finimenti: Lodato, Udito, Concepu- 
to , Concetto, Offerto , Sorto , Sepolto, Tratto, Afiiitto, Cot- 
to , Distrutto, Raso, Pianto , .Messo , Sparsp , Rinasiu ec. 


\ 


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i68 


Etim. Lib. /. 


101. Il Parile, in Dos è di tcmro fuluroi e 
si forma dal Genit. del i. Attivo (i) , molalo in 
dus , come Jmantis , Amandus , a. , um della 
3 . Forma , essendo , o stando per esser amato ^ 
Dovendo esser amato Chi è , era > o sarà per 
esser amato , degno di esser amato. 


/ 


(l) Nasce ancora da’ Com. e Depon. cbll’Acc., ma sem- 
pre di signific. passivo. Trovasi UtenJus, fruendui ^ Vescen- 
duf , o perchè un tempo i lor Verbi ressero 1 ’ Acc. -, o pcr- 
phè furon de’Comuni. Ne leggiamo alcun neutro, ed impers. 
àncora. vetiìt indigne poen/t , dolenda venit, Vir mihì 

enrendut. Or. Mors obeunda. Cic. Sub haud poenittndo magi- 
stro. Liv. 

Dagli Attivi in somma , e Neutri derivan i due Partic. 
attivi ; da’ Passivi i due passivi ; da’ Comuni tutti e quattro, 
i primi due di senso attivo, il 3. comune, e ’l 4. passivo. 
Da’ Depon. nascon i primi due attivi , il 3. di senso attivo , 
e il 4< ancora dai Dep. transit, coll’Accus, 


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/ 


Cjp. I. DsLtd Pmposiz. 169 

LIBRO li. ’ 

4 - 

DeUe quattro specie ìndecìin. di Paivle. 

CAPO I. 

Della Preposizione. 

102. La Preposizione è una specie indccli* 
naliile di parole , che si premette o al nome , 
per esprimere i varj rapporti delle cose , 0 in 
composizione alle dizioni , per variarne il signi- 
ficato. Quindi son le Preposizioni di due sorti , 
separate ^ c di composizione. 

SEPARATE 

103. Reggon queste altre 1’ Acc. , altre l’A- 
hl. ed altre or l'uno , or l’altro Caso. 

Dell' /Accusativo. 

Ad ^ , Vicino di ^ a ^ Sino , Fino a , 

Verso , di , Secondo 

Adversum Contra , di , a , Contro , di , a , 
/All' incontro^ , a , 

Adversus /A rimpetto , di a , Verso , di , Dirim- 
Contra petto a , Dirincontro a , addosso ' a , 
/A fronte a , Jn faccia a , 


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lyo Etim. Lib, II. 

Ante Avanti , di , a , Dinanzi , di , a , 

Davanti a, Innanzi a (i) Pria 
di , Prima di 

Apud Appresso , di » a, Appo » di , Pres- 
so ^ ài , a , Vicino a , di 4 Di 
' presso a , di 

Circa Circa , di , a , Intorno , di , a , 

Dintorno a 

Circum Attorno a , Dattorno a , Vicino a, di 

Cis , Citrà Di quà da 

Erga Verso , Inverso , di ( 2 ) 

Extra ‘ Fuor a , Fuori , Fuore di , Di fuo- 

ra da , In fuori da , Eccetto , 
Oltre a (3) 

Infra Sotto , di , a , Di sotto, di , a 
Inter Fra, Infra, Tra, Intra, Dentro di, a 
Intra Dentro , a , di 

luxta Giusta , Secondo, Rasente , a , Ac- 
. costo a ; Allato a , Vicino a 

01) Per , A cagione , Avanti , Davanti 

Pencs Presso di , a , /« potere , In balia , 
In casa di 


(1) Queste prime 4. nel senso di Coram , un col Dat., 
come Avanti a lutee. In altri sensi: di tempo , di luogo ec. 
col Genit. , Dat., ed Acc. V. le oss. 

(2) P. e. Vena Londra, Inverso Roma, Ver, Inver^ , 
poet. Ver noi , Inver Pelusio. Stan col Genit. di persona. 
Verso di voi. Inverso di coloro. Smo\ dirsi invece: alla volta, 
come : Se w’ andò alla volta sua , alla volta d Italia. 

(?) trovasi ancor coll’ Acc. tutt' i nostri lidi. 

Oltre con m.'tfc y monti , misura ^ modo ^ sta per lo ptu coll 
, c talvolta vi sì comporte : oltre mare j oltrcmonti cc* 


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/ 


Cjp. i . Della Pkepos/^. 171 

\ ' 

Per ' Per , Durante , Mediante , Per mez- 
zo di , A traverso di 

Pone Dietro a , Dopo , a , di ^ 

Post Dopo , a , di , Dietro a , Appresso^ 

Di dietro , a di 

Praeter Eccetto , Fuorché^ Salvo , Oltre a , 
Fuori di , In fuori 

Proptcr Per , Mediante , A cagione di , A 
riguardo di 

Secunduin Secondo^ Lungo^ Conforme , a , Lun- 
ghesso ^ Dopo^ A favore di, Ti- 
cino di, a 

Secus Appresso , Lungo , Lunghesso 

Supra Sopra , di , a , Sopresso , Di so- 
pra , a , di , di sopra , Su , 
Sur ^ Ln su (i). 

Trans, Ultra Di là da , Oltre , a 

Dell’ Ablativo. 

« 

A, Ab, Abs Da , Dopo , A cagione di, Da parta 

Absquc Senza , o Senza di 

Clam Di nascosto da. Senza saputa di cc. 

Corani Alla presenza di. Dinanzi a , Da- 
vanti a. In faccia à 

Cura Con (2) 


(1) Sur usasi , seguendo vocale , come Sur un hastoncel- 
l«. In su vale anche Circa, Verso. In sulla mezia notte. In 
sul partire. 

(2) CUM si Compone posposta coi Pron. personali , e con 
Q.tti, come Quicum , Mecum , Tecuin, Secum, Sobiscum oc. 


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IJ2 * Etim. Lib. li. 

De 2?o, Di , Per , Intorno a , Dopo, A 

cagione di 

E , Ex Da , Di , Secondo 
Palam In palese di , Nel cospetto di 
Prae In paragone di , Aventi , A con- 

fronto di , Rispetto , A rispetto di , 
A cagione di 

Pro A favore di , In difesa di , A riguar- 

do di. Per amore di, In vece. Per 
Sine Senza 

Tenus Sino a , Insino a 

Dell'Accus. ed Abl. 

In In , Nel, Al , Su, Sopra , Per, Kerso 

Super Sopra , di , a , Su , In su , Sur , 

Intorno a , Oltre a , Di là da 
Sub Sotto , appresso , Circa , Verso 

Subter Sotto 


OSSERVAZIONI 
I. Sul Latino, 

Molte delle Preposiz. sovente s’ usan senza reggimento 
di Caso , cioè per Avverbti. 

A, Ah, Ahi, E, Ex son tutt’ uno , e così diversificate 
in grazia della pronuncia. A precede a consonante. Ab a vo- 
cale , e talvolta a consonante di non duro suono. Ab Jove , 
ab l(ge. Abs spesso precede a Q, T, C, soprattutto in com- 
posizione; Abs quolibet -, Abstìneo, Abique, Abscondo. 

Absque trovasi , sebben più rara di Sène, ne’ buoni auto- 
ri. Nullam epistolam ad te sino absque argitmento ac tenten- 
na venire. Cic. L I. ad Att- cp. i6. — — Tenus si pospo- 




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Càp. I . Della Prbposiz. lyi 

ne al suo Caso; c regge per lo più il Genit. plur. come av- 
verbio. Lumborum tenus, Cic. fino ai lembi. 

Circiter , Prope , Procul, Versus , Usque , avverbi, aderi- 
scono all’ Accus. ed Abl. ma col reggim. d’ una Preposiz. e- 
spressa,o taciuta- Dies circiter quindecim iter fecerunt 
C es. Prope urbetn : Brundusium versus (Ad). Talvolta vi sta 
espressa. Ad Alpes versus; In forum versus; Usque in Pam - 
philtam legafos tnisit ; Usque ad extremum vìtae. Procul du- 
bio Procul^ a rtobis. Usque urbe’» , o ad urbem. Usque ab 
avo ec. 

II. Sull' Italiano. 

Di, A, Da reg.-.on il Genit., Dat. , -Abl. o sole, o pre- 
cedute dalle altre, come si veggon segnate a fronte alle la- 
tine. Le altre reggono, quali il solo Acc. , e quali 1’ Acc.il 
Genit., e ’l Dat. (..osi, p. e. Giusta, Per, Secondo ec. reg- 
gon il solo Acc. Conira, Presso, Circa cc. 1’ Acc., il Cic- 
nit e *1 Dat.il perchè vi stanno isolate per una virgola, 
e supposte unite a di, a - dicendosi, p. c. Contra il cosiunic , 
Conira di lui, Contra a me. Vi sono però delle osset( azio- 
ni da fare intorno alle seguenti Preposiz. 

DI regge non solo il nome, nia gl’lnfin. ancora, Ib 
Preposiz., gli Avverbi. P. e. Pormi di saperlo; Sta di per 
■se; Di sopra; Dico di si; Presso di qui. Suole eziandio sta- 
re per altre Preposiz. p. e Partir di P.oma ; uscir di casa. 
Passalo di quella lancia ; abitato di uomini. (L)a). Di che ti 
ho affiso i (In) Abbi di certo (Per). Lavora di forssa ( Con ). 

A sovente dinota ancor la tendenza, o direzione, che in 
latino esprimesi con Ael: Pronto a dire ; Condotto al Re ; Ri- 
guardante a mezzodì. Sta spesso ancora per altre Prepo.'-iz. 
Dimorava a sei m glia presso a Parigi {C\tcot).Dapotchè l'eb- 
bero a signore -. V avrebbe a se amata (Per). Tolse a lui il 
danaro; Li fece pigliare a tre servitori (Da). Nutricato a 
latte d' asina (Con). ..4 tempo d'està; Vivere a Roma; R,ser 
male ad arnese ^In). A tramontana rivolta (Verso). Premes- 
sa all’ Infin. precedendo Avere , esprime il dovere , la ne- 
cessiti. Il modo, eh' ella abbia a tenere ( debba) (94, i.) 

DA marca i termini di agente nel Passivo, di origine, 
partenza , distanza , separazione , differenza. Sta in vece an- 
«ra di altre Preposiz. Degne cibo da voi; Ella non è da 
Cremona (Di). Andrò da lui (A). Donzella dagli occhi neri 
(Con). Sono da dieci giorni (Circa). Cose da pari tuoi ; Val- 


# 


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Etim. Lit. II. 


1 7 i 

ie onibyosa età molli arbori ; Passò eia Roma (Per). Passai eia 
tua casa (Avanti). Far eia cena ( qualche cosa per). Uomo da 
CIÒ , eia poco , da molto cc. ( Atto a ). Da cavaliere ( come ). 
Coi Pron. personali ha il senso di solo. Da tue non venni ; 
sta da if , o da per se , o di per se. Dopo Essere coll’lnf. 
sta pe r Dovere ( p4« i • )• 

PER nota l’agente nel Passivo, il luogo, il tempo, la 
cagione , il mezzo , il fine, la distribuzione. Quello., che per 
tne si può fare ; Esser per P Italia ; Faticar per pili d't ; Ta- 
cersi per vergogna •• Guidar per mano; igiene per udire Tan- 
to per testa. Star suole per altre Prcposiz. , o Congiunzioni. 
per queste parole rispose (Con). Per lo giardino si rimasero 
( Nel ). Per me è certo ( Rispetto a ). Per motto studiare , o 
che studii i non impara ( Benché ). 

IN dinota lo stato, la gita, la tendenza, il modo, il 
tempo. Esser in villa, andar in cesa, pranzar nel mezzo- 
dì , cèder net fosso, star in toga. Equivale anche ad altre 
Preposiz. . Imputar in peccato (A). In miracolosa maniera 
(Con). Jn me movendo de' begli occhi i rai ; Di ventotto in 
treni' anni (Verso). In lui rivolto il popolo (Contro). Mesta- 
gli una catena in gola ( Intorno ). In contrario (Per). Diede 
in capo (Sopr.t). Colle mani in croce ( In forma di ). Si com- 
pone coll’ articolo , mutata in Ne ( z6. i ). 

CON esprime il rapporto di compagnia, di strumen- 
to, di modo. Gir con alcuno'. Ferir con pugnale'. Parlar con 
chiarezza. Si compone coll’Artic. , e co’ Pron. Me , Te cc. 
( 2 (J. I.), come Meco, Teco cc. ed anche con meco, ce» 
teco cc. 


DI COMPOSIZIONE. 

io4- De Prcposiz. di Composizione sono o 
Separabili , o Inseparabili. Separabili sono A- 
mens , Ab-eo , Ad-eo , Anle-cedo , Circura-eo , 
Contra-eo , Com-pono , Con-curro , Co-go (per 
Cum ) , De-mens , E-duco , Ex-ilus , In-eo , 
Inler-pono , Intro-eo , Ob sum , Per-ago , Post- 
pono , Prae-eo , Praeter-eo , Sub-eo , Super- 


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I 


Cjp. I. DutLÀ Pbeposjz. iy5 

sum , Trans- fero. Inseparabili sono : Atnb'igo , 
Au-fero , Di-ripio , Dis traho , Re- fero , Se-paro, 
Ve-cors. 

, Italiano, 

10 5 . Separabili sono : Ab-basso , Ad-oro , 
Contra-stare , Di-messo , Fra-pposto , In-giusto , 
OUra-cciò , Oltre-modo , Per-dono , Pro-posfo , 
Sopra-pposlo , Su-ccedo , Fra-pporre. Insepa- 
rabili : Costretto , Com-posto , De -riso , Dis-ono- 
re , Im-posto , Mis-fcitto , Pos-poslo , Pre-dire , 
Ra-ccorre, Re-cedere , Ri-preso, So-spirare , 

“ Sub-ornare , Super-ficie. 

C A P O II. 

DeW Avverbio. 

106. L’Avverbio ^ una specie indeclinabile 
di parole, che esprime i varj accidenti , e le 
circostanze del significfiio per lo più del Verbo. 

lon. Queste circostanze sono ordinariamen- 
te del Luogo , del Tempo , del Numero , del- 
i’ Ordine , òeW Affermazione , Negazione , Jn- 
terrogaz. , Dubitaz . , Somiglianza , Quantità,, 
Qucdità ; e quindi di altrettante specie sono gli 
Avverbi , che le additano. 

I. Avverbj di Luogo. 

108. Gli Avverbj di luogo dinotano 0 la 
permanenza , e si dicono di Stato ; o il movi- 


/ 

\ 


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176 


Elisi- Lm. II. 


mento y e cambiamento di luogo , e si dicon 
di Moto. 

109. Rispondon questi alle domande Ubi ? 
Viide ? Qua ? Quo ? La prima è dello Stato , 
e le altre del Moto di partenza , di passaggio , 
di gita. E sicegrae naturalmente lo stato prece- 
de .alla partenza , questa al passaggio , e 1 
passaggio alla gita ; cosi noi , secondo questa 
lor naturale progressione , poniatno prima gli 
Avverbi di Stato , indi per ordine quelli di 
Moto. 

Di stato. 


UBI? 

Hic 

Isllc 

Illic 

Ibi 

Inibi ) 
Ibidem ) 

UNDE? 
Hinc 
. Islino 
mine 
Inde 


Dove? Ove? 
Qui , <]ua (i) 
Costi . costà 
Là , li 
Ivi , Quivi 
Nello stesso 
luogo 


Alibi Altrove 

Alicubi In alcun luogo 
‘Nusquam In niun luogo 
Ubicumque Dovunque 
I Intus Dentro 

Forìs Fuori 


Di Partenza. 


Onde T 
Di quà 
Di costà 
Di colà 
Indi , di là 


Indidem Dallo stesso luogo 
Aliunde Altronde 
Alicunde Da qualche l. 


(i) Quii c Quà ( in questo luogo) son sinonimi. Quà 
però, e non qui suol dirsi in certa indeterminaz. del luogo,, 
come per tiitt'un paese, 0 contrada. Lo stesso si fa di Costi, 
e Costà. In composto s’ usan Qu.) , Costà , Colà , Là : Quas- 
iìi , Lassù, Costassù, Colassi , Quaggiù ec. 

Quivi ( in cotesto, o quel luogo ), Ivi ( in quel luogo) 


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caviti jirrtmto' 177 

o SS BRV AZi on i 

Se u»ù < non 1* Avverbio , ma il nome del luogo ^ que> 
sto nello Stato sta in Abl. retro da IN , or espressa , or ta- 
ciuta, .1 Verbi più usuali son Som , Ménao , Deambulo , Mo- 
tor ec- s » > 

’ Nella Parten-u anche in Abl. con At Jlb, Bx, Dt.Dt- 
oetdo , Proficìscor Exso , Egredhr , Venia , Redeo sono I 
Verbi ordinar} di questo moto. , . - 

Nel Patteggio in Acc» con PERj o in ML Transto, Ito 
Jaeio ne sono i verbi. ‘ 

• • Nella Gita in Acc. con AD , o IN .Ss . Profieiteor , Ve- 
rno t Ree^o ec- n« sono i Verbi' L* esemplificailone , I ». tun' 
altro, è' nella Sintassi. Nel moto VERSO un lungo in ‘Acc., 
con Adt 0 ie, e coU'Avv. Vertus posposto ( loj. oss. );" ' ‘ 


( t 


Avverbj. di, Temp^ 


’i' 

■'5 


. Ilio. I1,Tb»o è o noD t;on{ini«z<o.v o con-, 
{inttalo., Gli jA^rverbj del primo* rispotidon alU, 

domandai (puam/o ? queljir dell’ aljrq. a Quam<-, 
diii^ , V.., 




QUANDO? 

Cum 

Hodie ,, 
Crts-f • .1 
Percndie 
Heri 

Nùdius ter.' 
tius 
Pridie 
Postridie 
Quotidie- ‘ 
Sero 


Aliar che 
Oggi, 
mmeui 

I Potdalauuti ti 

" -è . . ■' » f 

.» » f V* ■ j 1 il 

jor Poltra 

Il gipma avanti 

ttt ' 


4*. : • *4 '< t .> Il < 

. t iiiiNooftuaniaic.'Na* -mai , 

dipi,' • 


\ \ 
} 


dipi , ' ^ Una^veìta \ 

HaetWoi PiH qui. 

Adhuei'»'. Ancoro 1 

Prius , ,Antea ,Pn^ 

Nòper ' . P«fS fa 

AnteMiè ' -■ -V. j>Vì;, p hnoaiUf 

tostbaor.’r c/)''*re 

Il giamo avanti DeineWv . ,?f avvenire ■ 

Il giorno dòpo' Citò', TUuò' 'Sbbitò , Presto 
Ogni dì ■ lapi lant ‘ , Or' ora ■ 

Sero -.J ’-; lQu»“* prùnuiuA? piii, grétto y 

Nunc.Modo Ora " . ' lATiquando ' ÌMcana vòlta. 
Tum, Tane Allora -‘IQuandoque -jw 


I Àntequam PrJm 

13 


I 


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Etima.. Lia. .II . . 


178 


274 faìtki 
) 

SBìnalmcnte 

s 


Postquam 
Demum 
Denique 
T andem 
Postremo 
QUAMDIU? Quanto umpoì 
Diu Lutgamcnte 


lAliquandlu Alquanto 
Paullisper Per poco 
Quampridem ? Quam* ^ ? 

Jam prtdem Da gran tempo 
Jam dfu 04» tempo fa ' 
}am dudum . Gii tempo. 


‘ -- * 4 , 

Di Numero. 

\ f • 


-V ii |. Si fonnan questi da* Pron. . Ifiumerali'' 
cardinali colla desinenza ies\ dai primi quattro 
in fuori. Quoties? quante, roUe? Sèmel , “«f», 
volta, Bis, due volte. Ter, Quater , Quin- 
quies , Sexies , Septies, Octies, Novjes, Decies, 
Undecies , Duodecies-, Terdecics , Quatuordecies, 
Quindecies , Seidecies , Septiesdecies , Octies- 
decies', ò Dtfodetìcies j Notieadecies*, O 'Unde- 
vicies y Vicies V Vicies; sèmel ; o'Sémel etTÌoies, 
Tricies Quadragiès' ■ éc.*’ Cènties ; Puoéntk» , 
Ter centies , Quater cenlies , Quingenties , Sex- 
cenlies, Milliea , Bis millies , Centies millìes , 
Pluries, prè' rolto ì Mulipties, » AIU 

quoties, àUfune voUé.- ... . 

IH. D' Ordine. Primum , .Priw , Primo ♦ 
Prima Tuta in' oltre , Deindè , Di poi , P<^ 

stremo v\/ft^taeRjCAftiSecundo , Tertìo », Quarto , 
Qiainto BcI’'^'o Tertitfm , Quartuta oc, 

^ .1 1 3 . . tìi j:iiaTO\ Maxime 

Ùlique , Qoippp* ^y, sebbene , SciFicet , appu»- 
to', Profectó »~ Certe , Certo , Sane , Equidem , 
certamente', sicuramente , in vero\ Procul du- 
hìo ,. senza, dubiiio...- » -v- 


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Càp'. il 'Ari'ktttio »79 

114. Di TVegflz/bne, N1Ó IV , Haud , Nequa^^ 
quarn , «o , non Riinithc , Minime quidem ^ 
no certamente Mitìitaè véro , signor no. ' .'’i 

1 » 5 . D’ Interrogazione. Cur ? Quid ? Q»a-^ 
re ? Qoadere ? .pfrif ^ ? per cfual cagione? Quia? 
Quidni ? perchè no ? Qui ? Quomodo ? come ? 
£n che mddò ? NiVitì'.? ,Arr ?• Uiruni ? Jòrsè ? 

I iQ.' DÌ Dubitazione, Forsan « Fòrsitàri 
Fortaisse V Fortassis , foì'te f forse ^ a caso ^ per 
àv^éntiira. ‘ ’ . ’ 

117. Di Somiglianza. (Jùàsi'i Ceu, Ut , 

Uti > Velut f VeluU ., Sic » Sicut., Siculi , Prout, 
come , siccome , a guisa , secondochè , Tan- 
quam , Perinde ac \ Acque ac , secus ac , 
atque , quam , ac' si , come se, del pari che « 
non altrimenti che', •-'v?’ -* ^ j » 

1 18. Di Quantità. Quam, Quadtum , qUati’ 
to\' Tarn ,'Tanlóta tarilo ,' Alrqaantuln , al.' 
quanto , Màhum , molto , "Falde, àssai. Nimis,’ 
troppo , Satis , abbastanza , 'Plurimum , moltis* 
simp y Parura -, poco , plus , più , Mmus , ntéy 
no ., Tanto ólagis'; Eo magis',_fartfo più\ Qbanlo 
mdgiSf'Quo niagis { quanto più , ‘lènto minus, 
tanto meno, , Quanto mintì^ , quanto meno. 

‘1197 Di' Qualità', DeHyàtì’ questi dagli Ag- 
get. perfetti. Da' qufeHi di' i. è' a. Dèci, escou 
in 'E, e' da 'varj in O; PulcKre , Probe Bene, 
Male ec. Necessario Certo , Serio ec. E da 
qualcuno in e', ’c ter : Benigne , Firme , Hu~ 
tfiane, o Beni^niier ec. Dagli Aggett. di 3 . Decl- 
escono in TER ; Feliciter ", Ouiciler. Da Facilis. 
Diffìcilis si ha facile, e faciliter Difficile, Dij- 


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i8o Exm. Ln, , 

ficiliter. Tutti poi_ hanno i loro gradi , come 
PuXchjriyiS , Pulqherrime -, Felicius , Felicissime. 
Ti Italiano fan quasi tutti in niente come Bel~ 
i amente .t Malamente ec. 

OSSER'V AZI o n'ì - 

» • 

V’ha deglt Avverbi, ohe costruisconii «ol Gemt.,Dat., 
O Abl- En , Ecce, Avv. di mostrazione , si uniscono al Ret~ 
te, e all’Acc. En Priamut, en quetuer aras. Virg. AJee, 
Jte,'Sic, Tarn «on seguiti da Vi col Conginnt. Antiquntn , 
« van coll’ Indicar, e Congiuiit. Anteqnam dicere 
institnei Anteqnam dicanu ’ 

CAP O III. : 

r- - ' / . 

Della Congiunzione. ^ ; i 

lao. La. CoNGiuNzioNÉ è una specie inde- 
clinabile di. Parole , che serve a legar insieme 
le parole, li membri, e i periodi del discorso 
ed . a distinguerne i dilFerenli rapporti. E sepour 
di) tali rapporti sono le Congiunzioni di varie 
sorte.. . , ' ; 

Copulative. Et, Ac , Atque-, Que , 

' . Aggiuntive. ' Et , Etiam , Quoque , Vel , 

'Anche, Ancora/, Imo, Anzi-, Praeterea, In 
oltre ; Praeterquam. quod , Oltreché ; Non mo- 
do , Verum etiam , Pura , Tura , Tum , Tum , 
I^on solo , mst anche , o> Tanto, Quanto 
Tra , E : 

‘ Disgiuntive : Aul .^^ Vel , .Ve , Sive , Seu , 
O, Qvverq-, At , /Ast , Sed Veruni ^ Ma. Au- 
tem , Vero , Porro , Atqui , Ma , Però , Poi. 


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Cjp. tu. Congivm, i8i 

Negative. Nec , .Ncque , Ne , Ne quidem , 
Nemmeno , Neppure. 

y/yyerjn/fVe. El.si ,• Etiani<?i , Tamelsi , Li- 
cei ,• Quamq*uam , Quaravis , Ut, Quantunque ^ 
sebbene., ancorché .tuttoché'., ' comechè \ Ta- 
men , Attamen , Nihiloniinus , pure , nondime- 
no : Non solum ^ Ne duna , non che. 

Dichiarative. Idest , Nempe, Scilicet , Ni- 
mirum , Videlicet , cioè, vale a dire. 

Causali. Nam , Namque , Elenim , Enim , 
imperocché \ Quoniana , Siquidem , Quandoqui- 
dem , poiché , giacché , Quod , Quia , perchè ; 
Quippe , Ulpote qui , come quello che. 

Illative. Ergo , Tgilur , dunque , adunque ; 
Quare , Quapropler , Quamobren , tjuocirca , 
Pioinde, per lo che. Il perché. Laonde. 

Condizionali. Si , Se , Ni , Nisi , se non , 
se non se. Duna , Modo , Dumnaodo , Ubi y,pur- 
ché ; Si quidem , Se pure , Sin», ma se. 

Finali. Ut, Qui, Quo’, affinché, perchè^ 
per-, Ne, Ut ne, Quominus, Affinché non , 

-, 7 - *1 



- ' OSSERVAZIONI'. 

Q.ue', Ve, e' Ne, come enclitiche séno dl' cófflprsiiione : 
Tertasque, Coelumque, Faterve, ^iblntf. V* ‘ • c:...: 
Ne quidem è sempre frammezzata da altra ^parola, l^e 
ege quiJem , neppur i», . . . , . - 

Autem, Enim, Etinm, voce semplice trisillaba, , 

Vero, non istan mai a principio- Ego vero. Voi etiam ec. 

' Tamelsi , Etiemsi , Qnamvis, Quamquam, Si, Ni, 

Nili, Quod, Quia si trovan coli’ Indicai, e Congiunt. • 

Licei , Ut , Qut , Ne , Quominus , Dum , Modo vcglion il 


i 8 a Btim. Lìm. li. 

Con^iunf. ìie si unine dai Poeti all* Imperai., come sinoni- 
'mo di ìieni Ahi , ne jura^ tath credo. Plaut. , Va via, non - 
giurare , io ti credo al>bastan2a. 

Varj Avverbi si usan pure come Cojrgiunzioni , e varie 
Congiunzioni al contrario come Ayverbj. V* i Lessici. 

In Italiano PerJ, Adunque, Poi non istan mai a prin* 
cipio. 

CAPO IV. 

Dell' Jnterjezione'. 

I2I. La Intehjeziore è una specie iodecli* 
ballile di parole * che si frappone nel discorso 
senza nesso di costruzione , per esprimere i Tarj 
affetti delU animo. 

' 122. Sono le Interjezioni di varie sorte , 
secondo i varj affetti , eh' esprimono. Eiccone le 
più usuali. 

Di Allegrezza. Euge , /o , Evax-, viva , 
evviva. Ahi Oh ! Proh! ah! oh\ 

‘ Di Dolore. Ah, Ahu , Heu , Hei , Hui , 
Vae ; ah ! ahi ! aimè I oimè ! 

Di Sdegno. Proh , Hui ; óh ! deh ! 

Di Maraviglia. Oh ! Proh ! Hui 1 ohi ahi 
duhl deh \ dohl PapaeJ capperi 

Di Desiderio". Oh! òA! dehl Ut, Uti- 
nam ! Oh utinam J Quòd utinam ! Dio voglia 
Dio volesse ! - *