Speranza
Undine
Autore Friedrich de la Motte Fouqué
1ª ed.
originale1811
Genere racconto
Sottogenere romantico
Lingua
originale tedesco
ProtagonistiUndine
CoprotagonistiHulbrand
AntagonistiKuhleborn
Undine
è un racconto romantico del 1811, scritto da Friedrich de la Motte Fouqué, che
narra la tragica storia di una Ondina, spirito acquatico del folclore
germanico.
ONDINA, figlia del Re del Mare, abbandona il suo ambiente
per cercare un amore umano che le consentirà di ottenere un'anima immortale.
Ritrovatasi bambina sulla terra, viene allevata da un pescatore e da sua moglie.
Cresciuta, trova l'amore nel cavaliere Hulbrand, che presto sposa.
Hulbrand,
anche dopo essere venuto a conoscenza della vera natura di Ondina, le giura
amore eterno.
Lo zio di Undine, Kuhleborn, la mette in guardia contro il suo
amore umano: se mai subirà un torto da Hulbrand, lei dovrà tornare al mare per
sempre e lui dovrà morire. La loro vita insieme sarebbe felice, ma la ex
fidanzata di Hulbrand interviene a guastare l'idillio, finché Hulbrand torna al
vecchio amore ed arriva a trattare male Undine. Questo segna il destino di
entrambi: gli spiriti dell'acqua esigono la loro vendetta e dovrà essere proprio
Undine a uccidere Hulbrand con un bacio mortale.
Rielaborazioni[modifica |
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Musica[modifica | modifica sorgente]
Undine, opera
lirica in 3 atti di E.T.A. Hoffmann
Undine, opera lirica in 4 atti di Albert
Lortzing
Undine, sonata per flauto e pianoforte di Carl Reinecke
Rusalka,
opera lirica di Antonin Dvorak, tratta solo parzialmente dal
racconto
Teatro[modifica | modifica sorgente]
Ondine, dramma di Jean
Giraudoux
Cinema[modifica | modifica sorgente]
Undine, cortometraggio muto
del 1912
Neptune's Daughter, altro cortometraggio muto del 1912
Voci
correlate[modifica | modifica sorgente]
Ondina
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Categorie:
Opere letterarie del 1811
Opere letterarie in
tedesco
Undine
| [altre]
Thursday, January 30, 2014
"RUSALKA" e Andersen
Speranza
La Sirenetta è una fiaba dello scrittore Hans Christian Andersen.
La Sirenetta vive sul fondo del mare con suo padre il Re del Mare rimasto vedovo, sua nonna, e cinque sorelle maggiori.
A quindici anni, secondo la tradizione delle sirene, le viene concesso di nuotare fino alla superficie per guardare il mondo sopra il mare.
La Sirenetta ha così modo di vedere una nave comandata da un bellissimo principe, di cui s'innamora.
La nave viene travolta da una terribile tempesta, ma la Sirenetta riesce a salvare il principe e portarlo in salvo su una spiaggia vicino a un tempio.
Il principe ha perso conoscenza e non ha modo di vederla.
La Sirenetta passa i giorni che seguono sospirando e sognando del principe, e desiderando di avere un'anima e una vita eterna come gli esseri umani.
Il suo destino di sirena, infatti, è quello di dissolversi in schiuma marina.
Alla fine decide di recarsi dalla Strega del Mare, che le vende una pozione che le consentirà di avere le gambe come gli umani, in cambio della voce, così le taglia la lingua.
Inoltre camminare sarà come essere trapassata dai coltelli e non potra più tornare ad essere una sirena.
Però se il principe s'innamorerà di lei e la sposerà, la Sirenetta otterrà un'anima.
Se sposerà un'altra, al sorgere del sole del giorno dopo le nozze la Sirenetta morirà di crepacuore trasformandosi in schiuma di mare.
La Sirenetta beve la pozione e incontra il Principe, che è attratto dalla bellezza e dalla grazia della fanciulla.
La Sirenetta purtroppo non può parlare, e l'affetto del principe per lei non si trasforma in vero amore.
Un giorno il principe si reca in un regno vicino in cerca di una moglie.
Si scopre che la figlia del re di quel regno è una ragazza che aveva trovato il principe sulla spiaggia dopo il naufragio. Il principe si ricorda di lei come di colei che l'aveva salvato, se ne innamora e presto le nozze vengono annunciate.
La Sirenetta è disperata. Quando giunge la notte di nozze, le sue sorelle le consegnano un pugnale magico che hanno comprato per lei dalla Strega del Mare in cambio dei loro capelli. Se la Sirenetta, con quel pugnale, ucciderà il principe e bagnerà i propri piedi col sangue del medesimo prima del sorgere del sole, potrà sopravvivere e tornare ad essere una sirena. La Sirenetta (per via dell'amore che prova per il principe) si rifiuta di farlo e al sorgere del sole si lancia in mare, dissolvendosi in schiuma di mare.
La sua bontà viene però premiata; anziché morire, la Sirenetta diventa una figlia dell'aria, un essere invisibile, con la promessa di ottenere un'anima e volare in Paradiso dopo 300 anni di buone azioni. Ma per ogni bambino buono che riuscirà a trovare le verrà risparmiato un anno di attesa; per ogni bambino cattivo invece piangerà, e aggiungerà un giorno per ogni lacrima.
Osservazioni[modifica | modifica sorgente]
La Sirenetta è considerata una delle fiabe più rappresentative del genio letterario di Andersen. Qui più che altrove sono identificabili riferimenti autobiografici abbastanza chiari, per quanto celati dietro la finzione fiabesca. Il tema del "diverso" viene presentato in relazione al contesto amoroso; e la relazione fra la Sirenetta resa muta dalla magia e il bel principe che le si affeziona senza amarla è stato interpretato da molti omosessuali come un ritratto della situazione di isolamento sentimentale a cui Andersen si sentiva relegato a causa delle sue inclinazioni sessuali.
Personaggi[modifica | modifica sorgente]
Sirenetta
Principe
Strega del mare
Re del Mare
Sorelle della sirenetta
Il film d'animazione Disney La Sirenetta, del 1989, benché completamente diverso per il messaggio finale, è stato insignito di diversi premi, tra cui un Golden Globe per il miglior film commedia o musicale.
A parte l'aggiunta di personaggi al contorno e un ruolo leggermente diverso della Strega del Mare, che nel film prende il nome di Ursula, la versione Disney differisce da quella di Andersen soprattutto per il lieto fine dato che la produzione ritenne che la visione della morte della protagonista avrebbe sconcertato il pubblico infantile, mutando quindi il finale.
La Disney ha in seguito prodotto due seguiti del film (La sirenetta II: ritorno agli abissi) e (La sirenetta: quando tutto ebbe inizio) per il mercato dell'home video e una serie televisiva con la Sirenetta come protagonista.
In Giappone, la fiaba della Sirenetta è molto popolare, tanto che la trama è alla base di numerosi anime, tra cui La Sirenetta, la più bella favola di Andersen (Toei 1975), Una sirenetta tra noi (Toei 1976), Una sirenetta innamorata (1992), Mermaid Melody - Principesse sirene (2003), Ponyo sulla scogliera (2008).
La trama del film di Ron Howard Splash - Una sirena a Manhattan (1984), con Tom Hanks e Daryl Hannah, è basato su una premessa analoga a quella della storia di Andersen, sebbene lo svolgimento sia poi completamente diverso.
La fiaba è stata resa in forma di balletto dal compositore russo-americano Lera Auerbach, per il Balletto Reale Danese. La coreografia fu affidata a John Neumeier e la prima si tenne il 15 aprile 2005.
Altri progetti[modifica | modifica sorgente]
Commons contiene immagini o altri file su La sirenetta
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]
Galleria fotografica su "La Sirenetta"
The Little Mermaid, testo inglese tradotto da H. P. Paull nel 1836
La traduzione di Paull con annotazioni
Il testo della fiaba in versione integrale
[mostra] V · D · MLa sirenetta
PersonaggiSirenetta · Principe · Strega del mare · Personaggi Disney
FilmLa sirenetta · La sirenetta II - Ritorno agli abissi · La sirenetta - Quando tutto ebbe inizio
Serie televisiveLa sirenetta - Le nuove avventure marine di Ariel
CanzoniPart of Your World · Under the Sea · Kiss the Girl
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Categoria:
La sirenetta
La Sirenetta è una fiaba dello scrittore Hans Christian Andersen.
La Sirenetta vive sul fondo del mare con suo padre il Re del Mare rimasto vedovo, sua nonna, e cinque sorelle maggiori.
A quindici anni, secondo la tradizione delle sirene, le viene concesso di nuotare fino alla superficie per guardare il mondo sopra il mare.
La Sirenetta ha così modo di vedere una nave comandata da un bellissimo principe, di cui s'innamora.
La nave viene travolta da una terribile tempesta, ma la Sirenetta riesce a salvare il principe e portarlo in salvo su una spiaggia vicino a un tempio.
Il principe ha perso conoscenza e non ha modo di vederla.
La Sirenetta passa i giorni che seguono sospirando e sognando del principe, e desiderando di avere un'anima e una vita eterna come gli esseri umani.
Il suo destino di sirena, infatti, è quello di dissolversi in schiuma marina.
Alla fine decide di recarsi dalla Strega del Mare, che le vende una pozione che le consentirà di avere le gambe come gli umani, in cambio della voce, così le taglia la lingua.
Inoltre camminare sarà come essere trapassata dai coltelli e non potra più tornare ad essere una sirena.
Però se il principe s'innamorerà di lei e la sposerà, la Sirenetta otterrà un'anima.
Se sposerà un'altra, al sorgere del sole del giorno dopo le nozze la Sirenetta morirà di crepacuore trasformandosi in schiuma di mare.
La Sirenetta beve la pozione e incontra il Principe, che è attratto dalla bellezza e dalla grazia della fanciulla.
La Sirenetta purtroppo non può parlare, e l'affetto del principe per lei non si trasforma in vero amore.
Un giorno il principe si reca in un regno vicino in cerca di una moglie.
Si scopre che la figlia del re di quel regno è una ragazza che aveva trovato il principe sulla spiaggia dopo il naufragio. Il principe si ricorda di lei come di colei che l'aveva salvato, se ne innamora e presto le nozze vengono annunciate.
La Sirenetta è disperata. Quando giunge la notte di nozze, le sue sorelle le consegnano un pugnale magico che hanno comprato per lei dalla Strega del Mare in cambio dei loro capelli. Se la Sirenetta, con quel pugnale, ucciderà il principe e bagnerà i propri piedi col sangue del medesimo prima del sorgere del sole, potrà sopravvivere e tornare ad essere una sirena. La Sirenetta (per via dell'amore che prova per il principe) si rifiuta di farlo e al sorgere del sole si lancia in mare, dissolvendosi in schiuma di mare.
La sua bontà viene però premiata; anziché morire, la Sirenetta diventa una figlia dell'aria, un essere invisibile, con la promessa di ottenere un'anima e volare in Paradiso dopo 300 anni di buone azioni. Ma per ogni bambino buono che riuscirà a trovare le verrà risparmiato un anno di attesa; per ogni bambino cattivo invece piangerà, e aggiungerà un giorno per ogni lacrima.
Osservazioni[modifica | modifica sorgente]
La Sirenetta è considerata una delle fiabe più rappresentative del genio letterario di Andersen. Qui più che altrove sono identificabili riferimenti autobiografici abbastanza chiari, per quanto celati dietro la finzione fiabesca. Il tema del "diverso" viene presentato in relazione al contesto amoroso; e la relazione fra la Sirenetta resa muta dalla magia e il bel principe che le si affeziona senza amarla è stato interpretato da molti omosessuali come un ritratto della situazione di isolamento sentimentale a cui Andersen si sentiva relegato a causa delle sue inclinazioni sessuali.
Personaggi[modifica | modifica sorgente]
Sirenetta
Principe
Strega del mare
Re del Mare
Sorelle della sirenetta
Il film d'animazione Disney La Sirenetta, del 1989, benché completamente diverso per il messaggio finale, è stato insignito di diversi premi, tra cui un Golden Globe per il miglior film commedia o musicale.
A parte l'aggiunta di personaggi al contorno e un ruolo leggermente diverso della Strega del Mare, che nel film prende il nome di Ursula, la versione Disney differisce da quella di Andersen soprattutto per il lieto fine dato che la produzione ritenne che la visione della morte della protagonista avrebbe sconcertato il pubblico infantile, mutando quindi il finale.
La Disney ha in seguito prodotto due seguiti del film (La sirenetta II: ritorno agli abissi) e (La sirenetta: quando tutto ebbe inizio) per il mercato dell'home video e una serie televisiva con la Sirenetta come protagonista.
In Giappone, la fiaba della Sirenetta è molto popolare, tanto che la trama è alla base di numerosi anime, tra cui La Sirenetta, la più bella favola di Andersen (Toei 1975), Una sirenetta tra noi (Toei 1976), Una sirenetta innamorata (1992), Mermaid Melody - Principesse sirene (2003), Ponyo sulla scogliera (2008).
La trama del film di Ron Howard Splash - Una sirena a Manhattan (1984), con Tom Hanks e Daryl Hannah, è basato su una premessa analoga a quella della storia di Andersen, sebbene lo svolgimento sia poi completamente diverso.
La fiaba è stata resa in forma di balletto dal compositore russo-americano Lera Auerbach, per il Balletto Reale Danese. La coreografia fu affidata a John Neumeier e la prima si tenne il 15 aprile 2005.
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The Little Mermaid, testo inglese tradotto da H. P. Paull nel 1836
La traduzione di Paull con annotazioni
Il testo della fiaba in versione integrale
[mostra] V · D · MLa sirenetta
PersonaggiSirenetta · Principe · Strega del mare · Personaggi Disney
FilmLa sirenetta · La sirenetta II - Ritorno agli abissi · La sirenetta - Quando tutto ebbe inizio
Serie televisiveLa sirenetta - Le nuove avventure marine di Ariel
CanzoniPart of Your World · Under the Sea · Kiss the Girl
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Categoria:
La sirenetta
La campana sommersa
Speranza
La campana sommersa
Lingua originale italiano
Genere opera
Musica Ottorino Respighi
Libretto Claudio Guastalla
Atti quattro
Prima rappr.18 novembre 1927
Teatro Stadttheater di Amburgo
Personaggi
Rautendelein (soprano)
Magda (soprano)
La Strega (mezzosoprano)
La Vicina (mezzosoprano)
La prima Elfe (soprano)
La seconda Elfe (soprano)
La terza Elfe (mezzosoprano)
Enrico (tenore)
L'Ondino (baritono)
Il Fauno (tenore)
Il Curato (basso)
Il Maestro (baritono)
Il Barbiere (tenore)
Il primo Bimbo
Il secondo Bimbo
Un Nano
Il coro delle Elfi (soprani e mezzosoprani)
Il coro dei Bimbi
Elfi danzatrici - Spiritelli - Nani - Gente del villaggio
"La campana sommersa" è un'opera in quattro atti di Ottorino Respighi su libretto di Claudio Guastalla, tratto da Hauptmann.
La prima rappresentazione ebbe luogo il 18 novembre 1927 allo Stadttheater di Amburgo.
L'editore di Respighi, Ricordi, non era d'accordo con la scelta del soggetto, e rifiutò di pubblicare l'opera, che così venne pubblicata dall'editore tedesco Bote & Bock ed ebbe la première in Germania.
Il mondo fiabesco ispirò Respighi e lo condusse a creare una partitura operistica riccamente e fantasiosamente orchestrata, che ricorda spesso all'ascoltatore i suoi famosi poemi sinfonici.
Dal momento che l'anti-eroe dell'opera, Enrico, è un campanaro, Respighi riempie la musica di rintocchi ed effetti squillanti.
Cast della prima rappresentazione[modifica | modifica sorgente]
PersonaggioInterprete
(Direttore: Werner Wolff)
RautendeleinGertrud Callam
Magda Emmy Land
La Strega Sabine Kalter
La Vicina Erna Homann
EnricoGunnar Graarud
L' OndinoJoseph Degler
Il FaunoPaul Schwartz
Il CuratoRudolf Bockelmann
Il MaestroHerbert Taubert
Il BarbiereKarl Waschmann
Nell'atto I, l'ondina Rautendelein prova compassione per Enrico, il campanaro a cui il Fauno ha fatto precipitare in fondo a un lago una campana costruita per una nuova chiesa.
Rautendelein decide che andrà nel paese degli uomini, e invano l'Ondino cerca di dissuaderla.
Nell'Atto II Enrico è sfinito dalla disgrazia, tanto che la moglie Magda dispera che possa ricominciare a lavorare.
Ma Rautendelein, sottoforma di una bambina creduta muta che il prete ha presentato a Magda per prestarle aiuto, riesce magicamente a far ritornare forza e vigore in Enrico.
Nell'Atto III tra Rautendelein ed Enrico è nato l'amore.
Enrico ha abbandonato Magda e addirittura vuole fondare una nuova religione, per cui progetta un tempio. Invano il prete cerca di dissuaderlo
«Più facile è che suoni la campana sommersa, in fondo al lago», risponde Enrico.
Ma più tardi Enrico viene a sapere che Magda, disperata, si è uccisa gettandosi nel lago: mentre i suoi figli gli annunciano la disgrazia si odono dalle acque i rintocchi della campana. Enrico inorridito abbandona Rautendelein.
Nell'Atto IV, disperata, Rautendelein si è sprofondata nella fonte ed è divenuta la moglie di Ondino.
Enrico è ormai al termine della vita: una strega esaudisce il suo desiderio di rivedere Rautendelein, che gli appare «bianca come l'Angelo della Morte». Dapprima finge di non riconoscerlo, poi risponde alle sue invocazioni, lo bacia e dolcemente lo compone morente.
Discografia
1956 - Margherita Carosio (Rautendelein), Rina Malatrasi (Magda), Umberto Borsò (Enrico), Tommaso Frascati (Il Fauno), Orchestra e Coro della RAI di Milano. Direttore Franco Capuana. Great Opera Peformances[2]
2003 - Laura Aikin (Rautendelein), Alessandra Rezza (Magda), John Daszak (Enrico), Kevin Connors (Il Fauno), Orchestre National de Montpellier et Choeur Opéra Junior. Direttore Friedemann Layer. Accord. 476 1884 (Registrato nel 2003 al Festival di Montpellier)[3]
Note[modifica | modifica sorgente]
^ Première de La campana sommersa, almanacco di amadeusonline (URL consultato il 26 ottobre 2013)
^ Operaclass (URL consultato il 9 novembre 2013)
^ (EN) Recensione su MusicWeb International
Collegamenti esterni[modifica | modifica sorgente]
Libretto, dal Fondo Ghisi della Facoltà di Musicologia dell'Università di Pavia
Virgilio Bernardoni: Campana sommersa, La, in Piero Gelli (curatore), Dizionario dell'opera, Milano, Baldini&Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-177-4.
[nascondi] V · D · MOpere di Ottorino Respighi
Re Enzo (1905)• Semirâma (1910) • Marie Victoire (1912, rappr. 2004) • La bella addormentata nel bosco (1922, rev. 1934) • Belfagor (1923) • La campana sommersa (1927) • Maria Egiziaca (1932) • La fiamma (1934) • Lucrezia (1937, postuma)
Categoria:
Opere di Ottorino Respighi
La campana sommersa
Lingua originale italiano
Genere opera
Musica Ottorino Respighi
Libretto Claudio Guastalla
Atti quattro
Prima rappr.18 novembre 1927
Teatro Stadttheater di Amburgo
Personaggi
Rautendelein (soprano)
Magda (soprano)
La Strega (mezzosoprano)
La Vicina (mezzosoprano)
La prima Elfe (soprano)
La seconda Elfe (soprano)
La terza Elfe (mezzosoprano)
Enrico (tenore)
L'Ondino (baritono)
Il Fauno (tenore)
Il Curato (basso)
Il Maestro (baritono)
Il Barbiere (tenore)
Il primo Bimbo
Il secondo Bimbo
Un Nano
Il coro delle Elfi (soprani e mezzosoprani)
Il coro dei Bimbi
Elfi danzatrici - Spiritelli - Nani - Gente del villaggio
"La campana sommersa" è un'opera in quattro atti di Ottorino Respighi su libretto di Claudio Guastalla, tratto da Hauptmann.
La prima rappresentazione ebbe luogo il 18 novembre 1927 allo Stadttheater di Amburgo.
L'editore di Respighi, Ricordi, non era d'accordo con la scelta del soggetto, e rifiutò di pubblicare l'opera, che così venne pubblicata dall'editore tedesco Bote & Bock ed ebbe la première in Germania.
Il mondo fiabesco ispirò Respighi e lo condusse a creare una partitura operistica riccamente e fantasiosamente orchestrata, che ricorda spesso all'ascoltatore i suoi famosi poemi sinfonici.
Dal momento che l'anti-eroe dell'opera, Enrico, è un campanaro, Respighi riempie la musica di rintocchi ed effetti squillanti.
Cast della prima rappresentazione[modifica | modifica sorgente]
PersonaggioInterprete
(Direttore: Werner Wolff)
RautendeleinGertrud Callam
Magda Emmy Land
La Strega Sabine Kalter
La Vicina Erna Homann
EnricoGunnar Graarud
L' OndinoJoseph Degler
Il FaunoPaul Schwartz
Il CuratoRudolf Bockelmann
Il MaestroHerbert Taubert
Il BarbiereKarl Waschmann
Nell'atto I, l'ondina Rautendelein prova compassione per Enrico, il campanaro a cui il Fauno ha fatto precipitare in fondo a un lago una campana costruita per una nuova chiesa.
Rautendelein decide che andrà nel paese degli uomini, e invano l'Ondino cerca di dissuaderla.
Nell'Atto II Enrico è sfinito dalla disgrazia, tanto che la moglie Magda dispera che possa ricominciare a lavorare.
Ma Rautendelein, sottoforma di una bambina creduta muta che il prete ha presentato a Magda per prestarle aiuto, riesce magicamente a far ritornare forza e vigore in Enrico.
Nell'Atto III tra Rautendelein ed Enrico è nato l'amore.
Enrico ha abbandonato Magda e addirittura vuole fondare una nuova religione, per cui progetta un tempio. Invano il prete cerca di dissuaderlo
«Più facile è che suoni la campana sommersa, in fondo al lago», risponde Enrico.
Ma più tardi Enrico viene a sapere che Magda, disperata, si è uccisa gettandosi nel lago: mentre i suoi figli gli annunciano la disgrazia si odono dalle acque i rintocchi della campana. Enrico inorridito abbandona Rautendelein.
Nell'Atto IV, disperata, Rautendelein si è sprofondata nella fonte ed è divenuta la moglie di Ondino.
Enrico è ormai al termine della vita: una strega esaudisce il suo desiderio di rivedere Rautendelein, che gli appare «bianca come l'Angelo della Morte». Dapprima finge di non riconoscerlo, poi risponde alle sue invocazioni, lo bacia e dolcemente lo compone morente.
Discografia
1956 - Margherita Carosio (Rautendelein), Rina Malatrasi (Magda), Umberto Borsò (Enrico), Tommaso Frascati (Il Fauno), Orchestra e Coro della RAI di Milano. Direttore Franco Capuana. Great Opera Peformances[2]
2003 - Laura Aikin (Rautendelein), Alessandra Rezza (Magda), John Daszak (Enrico), Kevin Connors (Il Fauno), Orchestre National de Montpellier et Choeur Opéra Junior. Direttore Friedemann Layer. Accord. 476 1884 (Registrato nel 2003 al Festival di Montpellier)[3]
Note[modifica | modifica sorgente]
^ Première de La campana sommersa, almanacco di amadeusonline (URL consultato il 26 ottobre 2013)
^ Operaclass (URL consultato il 9 novembre 2013)
^ (EN) Recensione su MusicWeb International
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Libretto, dal Fondo Ghisi della Facoltà di Musicologia dell'Università di Pavia
Virgilio Bernardoni: Campana sommersa, La, in Piero Gelli (curatore), Dizionario dell'opera, Milano, Baldini&Castoldi, 1996. ISBN 88-8089-177-4.
[nascondi] V · D · MOpere di Ottorino Respighi
Re Enzo (1905)• Semirâma (1910) • Marie Victoire (1912, rappr. 2004) • La bella addormentata nel bosco (1922, rev. 1934) • Belfagor (1923) • La campana sommersa (1927) • Maria Egiziaca (1932) • La fiamma (1934) • Lucrezia (1937, postuma)
Categoria:
Opere di Ottorino Respighi
Opera italiana, opera ceca
Speranza
Opera is the grandest and most potent cultural expression of the nationalist movement which led to the establishment of the Czechoslovak Republic in 1918.
During this period Czech opera developed into a genre of major artistic importance cultivated by composers of the stature of Smetana, Dvorák and Janácek.
Czech Opera examines opera in its national contexts, and is a study not only of operas written in Czech, but also of the specific circumstances which shaped them.
These include the historical and political background to the period, the theatres in which Czech plays and operas were first performed, and the composers and performers who worked in them.
The role of the librettists is given particular prominence and is complemented by a detailed chapter on the subject matter of the librettos shedding light on the subject matter of the historical and mythic background of the genre.
I MELODRAMMI DI DVORAK
Speranza
The ten operas by Dvorak. He was working on an eleventh one that he never finished.
I. IL RE ALFREDO: melodramma eroico in tre atti" (1870), su libretto di K. Korner. The opera received its premiere at the Teatro dell’opera, Olomouc, only on 10 dec. 1938, but a bit on Dvorak's operatic training won't hurt: Dvorak had played viola for many years in pit orchestras in Prague (Estates Theatre from 1857 until 1859 while a student, then from 1862 until 1871 at the Provisional Theatre). He thus had direct experience of a wide range of operas by Mozart, Weber, Rossini, Lortzing, Verdi, Wagner and Smetana. "IL RE ALFREDO" was Dvorak’s first opera out of ten that he finished -- the others being: 2) “King and Charcoal Burner” 3) “The Stubborn Lovers”, 4) “Vanda, ossia la regina di Polonia”, 5) “The Cunning Peasant”, 6) “Dimitri Ivanovich”, 7) “Il Giacobino”, 8) “Il diavolo e Catalina”, 9) “Rusalka; ossia la ninfa del Bosco”, and 10) “Rinaldo ed Armida”.
The opera deals with the reign of King Alfred, in England. The topic had been dealt with in previous opera. Notably in England, with “Rule, Britannia, Britannia, rule the waves!”. The Dramatis Personae are Il re Alfredo, Alvina, Dorset (tenor), Sivard, Gothron, a Dane, Harald tenor, Rovena. Cfr. Arne, "IL RE ALFREDO" that gave us "Rule, Britannia". There is a magnificent statue of King Alfred, open air, in Winchester.
X. 1904. Dvorak, “Rinaldo ed Armida: melodramma in quattro atti”, tratto dalla “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso. Libretto di J. VRCHLICKY, tratto Praga: Teatro Nazionale, Marzo 25. This was Dvorak’s last and tenth opera, after “Rusalka”. In the gardens of Damasco, the call to prayer is heard. The wizard ISMEN enters with the news of the approaching crusaders, but tries to dissuade the King of Damasco from a confrontation. Let instead the priest send the king’s daughter, ARMIDA (soprano), whose hand Ismen has been seeking, to sow dissention. Armida balks but changes her mind when Ismen, using his magic, shows Armida the enemy camp where she recognises RINALDO (tenore) as the knight she has just dreamed of. Armida arrives in the crusader's camp and meets RINALDO. He brings her to into the council. Armida tells a story of an usurping uncle having blinded the king and chased her into the desert. Rinaldo cannot wait for the commander of an expedition to restore Armida’s kingdom to be chosen by lot. RINALDO is caught leaving camp with Armida by the hermit Pietro but the lovers are aided in their escape by the wizard Ismen, who drives a chariot pulled by two dragons. Rinaldo and Armida are entertained in a garden by sirens and fairies. Ismen, disguised, tries to destroy the palace. His powers do no match for Armida’s sorcery. Ismen then goes to Rinaldo's companions and claims to be a convert. Glad of Ismen’s help, Rinaldo’s companions accept from him the diamond shield that had belonged to the Archangel Michael. They use the shield to bring Rinaldo out of the palace. But the shield collapses as soon as Armida gives way to grief. Rinaldo then asks forgiveness for abandoning his comrades and his mission. As the crusaders advance on Damasco, the battle passes through the camp. Rinaldo kills Ismen. Rinaldo then faces a black knight, who drops his sword when he curses Armida’s name. Only after stabbing Armida does Rinaldo recognize her. Rinaldo baptises the pagan Armida as she dies in his arms.
The ten operas by Dvorak. He was working on an eleventh one that he never finished.
I. IL RE ALFREDO: melodramma eroico in tre atti" (1870), su libretto di K. Korner. The opera received its premiere at the Teatro dell’opera, Olomouc, only on 10 dec. 1938, but a bit on Dvorak's operatic training won't hurt: Dvorak had played viola for many years in pit orchestras in Prague (Estates Theatre from 1857 until 1859 while a student, then from 1862 until 1871 at the Provisional Theatre). He thus had direct experience of a wide range of operas by Mozart, Weber, Rossini, Lortzing, Verdi, Wagner and Smetana. "IL RE ALFREDO" was Dvorak’s first opera out of ten that he finished -- the others being: 2) “King and Charcoal Burner” 3) “The Stubborn Lovers”, 4) “Vanda, ossia la regina di Polonia”, 5) “The Cunning Peasant”, 6) “Dimitri Ivanovich”, 7) “Il Giacobino”, 8) “Il diavolo e Catalina”, 9) “Rusalka; ossia la ninfa del Bosco”, and 10) “Rinaldo ed Armida”.
The opera deals with the reign of King Alfred, in England. The topic had been dealt with in previous opera. Notably in England, with “Rule, Britannia, Britannia, rule the waves!”. The Dramatis Personae are Il re Alfredo, Alvina, Dorset (tenor), Sivard, Gothron, a Dane, Harald tenor, Rovena. Cfr. Arne, "IL RE ALFREDO" that gave us "Rule, Britannia". There is a magnificent statue of King Alfred, open air, in Winchester.
II. “King and charcoal burner: opera in tre atti” (“Kral a
uhlir”), 24 novembre 1874, Libretto di B. Lobesky. This was Dvorak’s second opera
(out of ten), after “Il re Alfredo”. "King and charcoal burner" is based on an old Czech
legend of the 11th century, about the rescue of Prince Jaromir of
Bohemia. In the libretto, he becomes “Matthias”, the Habsburg king (baritone), lost in the
woods but rescued by Matteo, a charcoal burner (basso). As “Matteo” is the
familiar form of “Matthias” we have two characters with the same name: one poor
(the charcoal burner), one rich (the king). The Matthias mingles incognito among the
common folk, a frequently recurring theme in Czech culture of that time. The
plot is based on the merging of the worlds of the aristocracy and the common
folk. The other charaters in the opera include: Jindrich, Burgrave of Krivoklat
(tenor), Anna, his wife (contralto), Lidushka, his daughter (soprano), Jenik,
another charcoal burner (tenor), Eva (soprano), and two knights (tenor and
bass).
III. “The stubborn lovers: opera in 1 atto"” (“Tvrde palice”),
Nuovo Teatro Ceco, Praga, 2 ottobre 1881, su libretto di J. Shtolba. This was Dvorak’s
third opera, after “King and Charcoal burner”. Two neighbours,
widower Vavra (baritone) and widow Rihova (contralto) come to an agreement.
Their children, Tonico (tenor) and Lenka (soprano) will be married – even but
without their approval. The god-father of the couple, Rericha (basso), knows
that Tonico and Lenka love each other, but he also knows that they are too
stubborn to yield to any pressure. The pair refuses to obey their parents.
Therefore, the cunning godfather tries to find a way out. He suggests to Tonico
and Lenka that Tonico’s father wishes to marry Lenka, while Lenka’s mother is to
get Toníco as a husband. The godfather arranges two secret meetings, first with
Lenka, then with Toníco. They spy on the meetings of their counterparts and
their alleged suitors. Then, Toníco and Lenka start to be jealous of each other.
The godfather’s successful trick spreads fast through the whole village, and
their parents become targets of ridicule. Toníco and Lenka end up regretting
their initial stubbornness and admit their mutual love. Finally, the godfather
confesses to having set the trap only for the sake of uniting the stubborn
lovers, and everything concludes with a happy ending.
IV. "Vanda, regina di Polonia: melodramma in cinque atti, su
libretto di V. Benesh-Shumavsky e F. Zakrejs, tratto da J. Surzycki. Teatro
Provizionale, Praga, 17 aprile 1876, This was Dvorak’s fourth opera (out of ten),
after “Stubborn Lovers”. Vanda, the Polish queen soprano, Bozena mezzo-soprano, Homena
contralto, Lumir baritone, Roderico, a German prince baritone Slavoj tenor,
Velislav tenor, Vserad tenor, Vitomír tenor, Messenger, tenor, Heraldo tenor,
and High priest, bass. Vanda is the queen of Poland. Vanda drowns herself in the
Vistula in order to save her people from Roderico, the German invader.
V. 1878. DVORAK, “The cunning peasant” (“Shelma sedlak”). Libretto by J.
Vesely. Praga. This was Dvorak’s fifth opera (out of ten), after “Vanda, ossia
la regina di Polonia”. On the grounds of the palace of the Prince
(baritone), the village maidens are celebrating May and the love it brings. But
Betushka (soprano), the daughter of wealthy famer Martino (basso), is sad. The
girls try to cheer Betushka up with the hope of the Prince's arrival allowing
her love to be fulfilled. Jeník, a poor country shepherd, arrives and asks
Betushka why she is sad. It is because her father, the wealthy famer Martin,
wishes her to marry a richer man. The two embrace and sing of their hope that
God will help their love. Martin, Veruna and Vaclav (tenor) the son of a rich
farmer, arrive as the shepherd Jeník leaves. Martin tells his daughter Betushka
off for spending time with a tramp like Jeník when he has in mind a wealthier
husband for her. Betushka reaffirms her love for Jeník and Veruna supports her,
but her father will have none of that. Václav tells her of all the gifts he can
give her if she agrees to marry him instead. Bětuška refuses. Martin expresses
his anger with her. The girls return to take Bětuška along with them to collect
a bouquet for her to present to the Prince. Thinking they're alone, Václav and
Martin discuss what to do. The former expresses frustration feeling that the
whole village is mocking him. Martin reassures him that they are both clever
Bohemian peasants, (Jsme čestí sedláci, they sing together). They will replace
the ladder Jeník usually uses with a plank over a barrel of water. They will
beat him after he falls in. However Veruna has been listening and she intends to
warn the lovers of the trap. The whole village turn out to greet the Prince and
Princess. When Bětuška gives the Prince the bouquet, both he and Jean are struck
by her beauty. Jean tries to pinch her and the jealous Berta complains. Martin
and Václav approach the Prince to ask for his agreement to Václav marrying
Bětuška. He replies that he will speak to Bětuška first and find out her wishes.
When he does so, he says he will grant Jeník a farm and let Bětuška marry her
instead, provided she visits the Prince alone at the summer house during the
evening. Veruna, the villa forewoman (contralto) has been listening again and
comments to Bětuška about the Prince's lecherous intentions. Meanwhile, they see
Jean approaching, strutting like a peacock. He asks Bětuška to leave a ladder
outside her window for him. Veruna informs him that there will be a barrel he
can climb onto instead. Berta arrives and tells Jean off. Veruna explains to the
other two women about how the barrel is a trap. She also visits the Princess
(soprano) who will visit her husband in the summerhouse in the evening instead
of Bětuška and give him a slap Spring festivities are taking place complete with
dancing, beer and a Maypole which a villager climbs to win a prize. A the Prince
draws the celebrations to a close, various characters sing of their hopes to end
up in Bětuška's arms, to humiliate other characters or, in Bětuška's own case,
to end up in Jeník's arms. Jeník and Bětuška wish each other goodnight. She
tells him of the Prince's intentions and they think of eloping. Martin sees the
barrel into position while Václav feels guilt at what they are planning. Veruna
directs the Princess and Berta, both disguised as Bětuška to their respective
positions. Thinking he is seducing Bětuška, the Prince complains about how he is
bored by his wife. The Princess takes the bond for the promised farm from him
before slapping him. Meanwhile Jean tries to climb to Bětuška's window, where
Berta is, and falls into the barrel. Martin and Vaclav rush out to beat him up,
egged on by Berta. She and the Princess demand and receive repentance from the
Prince and Jean. Everyone blames Martino for having such a beautiful daughter.
The Prince instructs him to marry her to Jeník. Martin apologises to Václav who
is sure that his wealth will help him find a wife elsewhere. The Prince gives
Jeník the deeds to the farm and Martin promises a generous dowry. Everyone
praises the Prince and Princess.
VI. 1882. DVORAK, “Dimitri Ivanovich:
melodramma in Quattro atti. Nuovo Teatro Ceco, Praga, ottobre 8, tratto da
Schiller. Libretto di M. Cervinkova-Riegrova, based on the play by Ferdinando
Mikovec. This was Dvorak’s sixth opera (out of ten), after “Cunning Peasant”.
"Dimitri" was first performed in the United States in 1984 in a concert format
presented at Carnegie Hall in New York by conductor Robert Bass and the
Collegiate Chorale, with Martina Arroyo as Marina. After the death of Boris Godunov, the Russians are split between the
followers of the Godunov family, led by Prince Vasilij Shuisky (baritone),
whilst others, led by General Basmanov (basso), support Dimitri Ivanovich
(tenore), assumed to be the son of Ivan the Terrible, and husband to Marina
Sandomil (soprano). If Marfa Ivanova (contralto), the widow of Ivan the
Terrible, publicly recognises Dimitri as her son, Dimitri will triumph. Despite
knowing that this is not the case, the widow does this to use Dimitri as a pawn
for her revenge on her old enemies. Dimitri is seen breaking up altercations
between Poles and Russians and rescuing Xenia Borisovna (soprano), with whom
Dimitri forms a relationship. Dimitri also breaks up a conspiracy led by Vasilij
Shuisky, who is to be executed. Xenia Borisovna begs Dimitri to have mercy on
Vasilij Shuisky. Dimitri’s wife, Marina, realises the link between the Dimitri
and Xenia, and reveals Dimitri's humble origins, but he nevertheless intends to
remain ruler. Xenia mourns her betrayed love. Dimitri’s wife, Marina, however,
has Xenia killed and reveals Dimitrij's origins. Dimitri is finally shot
byVasilij Shuisky.
VII. 1889. DVORAK, “Il giacobino: melodramma in tre atti”, Teatro
Nazionale di Praga, February 12, libretto di M. Cervinkova-Riegrova, based on a
story by A. Jirasek. This was Dvorak’s seventh opera (out of ten), after
“Dimitri Ivanovich”. In 1793 in a country village in Bohemia, Bohus (baritone) is back,
incognito, with his wife Julie (soprano). His mother is dead and his father, the
Count Wilem of Harasov (bass), has disowned him and has become a recluse.
Meanwhile Filippo (basso), the Count's chief-of-staff, pays court to Terinka
(soprano), the daughter of the schoolmaster Benda (tenore). Terinka is, however,
in love with Jirí, a game-keeper (tenor). The Burgrave is suspicious of Bohus
and Julie, especially as they have come from Paris where the Count's son is said
to be allied with the Jacobins. To everyone's surprise, the Count himself now
appears, confirming that he no longer regards Bohuš as his son, and that his
heir will be his nephew Adolfo (baritone). Adolf and the Burgrave rejoice, while
Bohuš and Julie, hidden among the crowd, are horrified at the turn that events
have taken. In the second Act, in the school, Benda rehearses a chorus of
children and townsfolk, together with Terinka and Jiří as soloists, in a cantata
which will celebrate Adolf's new position. After the rehearsal Terinka and Jiri
declare their love but Benda returns and announces that his daughter must marry
the Burgrave. An argument develops but suddenly the people return, alarmed at
the rumour that sinister Jacobins have arrived in the town. The townsfolk run
away in terror as Bohus and Julie arrive to ask Benda if he can accommodate them
for a few days. He is inclined to refuse, but when they reveal that they are
Czechs who have sustained themselves in foreign countries through singing the
songs of their native land, he, Terinka and Jiri are overcome with emotion and
are happy to shelter them. The chief-of-staff comes to woo Terinka, but she
rejects him. When Jiří defies him, the chief-of-staff threatens to force him
into the army, but suddenly Adolf enters wanting to find out if the Giacobino,
Bohus, has been arrested. The chief-of-staff prevaricates. Bohuš himself arrives
and reveals who he is. He and Adolfo quarrel and Adolfo orders Bohuš's arrest.
At the castle, Jiri tries to see the count to tell him that his son has been
imprisoned but is himself arrested at the behest of Adolfo and the
chief-of-staff. Lotinka, the keeper of the keys to the castle, admits Julie and
Benda, and goes to fetch the Count. Julie hides and Benda tries to prepare the
count for a reconciliation with his son Bohus. The count however is still angry
with his son for marrying and leaving Bohemia and for his alleged Jacobin
sympathies. Benda departs and the Count laments his lonely life and wonders
whether he has, after all, misjudged his son. Julie sings a song that the late
countess used to sing to her son when he was a child. The Count, recognising the
song, is overcome with emotion, and asks Julie where she learnt it. Once the
count discovers that it was his son who taught the song to Julie, his anger
returns. Julie is however able to convince the count that his son, far from
being a Jacobin, supported the Girondins and had been condemned to death by the
Jacobins. Julie now reveals that the count’s son is in prison and that she is
his wife, but the celebrations are about to start, and she leaves. The children
and townsfolk rejoice and the count announces that he will present his successor
to them. Adolfo is overjoyed but the count first enquires of him and the
chief-of-staff whether there are any prisoners that he can pardon as part of the
festivities. They reluctantly admit that there are and the count’s son and the
game-keeper are summoned. The chief-of-staff realises that the game is up as the
count denounces the scheming Adolfo and embraces his son and his son’s wife. The
count’s son praises the loyalty of the game-keepr and Terinka. The Count joins
their hands. The schoolteacher Benda gives the couple his blessing. The opera
ends with a minuet, a polka and a chorus praising the Count and his new-found
happiness with his son and his family.
VIII. 1899. DVORAK, “Il diavolo e Catalina: opera in three acts” (“Cert a
Kaca”). Praga: National Theatre, November 23. Libretto di Adolfo Wenig. Based on
a farce by J. Tyl, and the Fairy Tales of B. Nemcova. This was Dvorak’s eighth
opera (out of ten), after “Il Giacobino”. In a village in Bohemia, on
a summer evening, the shepherd Jirka (TENORE), slightly intoxicated, begs to be
excused from further dancing outside the inn, as he will be in trouble with his
employer, the princess's steward if he does not return to his work. Kaca (Kate,
mezzo-soprano) then appears with her mother. Jirka leaves with some of the
musicians. Kaca wants to dance but her mother doesn't want Kaca to embarrass
herself. Infuriated Kaca says that she will dance with a devil if necessary.
Suddenly, a mysterious hunter appears asking about the steward and the princess.
The hunter sits down with Kaca, engages her in conversation, and asks her to
dance with him. Kaca accepts, eventually collapsing with exhaustion but
nevertheless exhilarated. The shepherd Jirka returns, furious with the steward
who shouted at him for bringing the musicians with him, then beat him, dismissed
him and told him to go to Hell. Meanwhile, the hunter has persuaded Kaca to go
with him to his splendid dwelling. The hunter stamps on the ground, and the and
Kaca disappear into the earth amid thunder, lightning and smoke. It is apparent
to all that they have gone to Hell. The shepherd Jirka, having nothing to lose,
consoles Kaca's mother by agreeing to follow the pair and rescue Kate. He jumps
into a hole in the ground. In hell some Devils are playing cards for money. The
Guard announces the arrival of The Devil, who asks whether his servant has
returned from Earth. On discovering that he hasn't, the Devil asks to be
informed when he does appear and departs. The gate keeper explains to the other
servants that The Devil had sent this servant to see if the Princess and her
Steward are ripe for Hell yet. The devil’s servant now arrives, exhausted and
carrying Kaca, whom the Devils initially mistake for the Princess. Kaca
harangues the Devil at length, and the devil’s servant explains that she is
wearing a cross which protects Kaca against the Devil, so that he can't get rid
of her. The Devil reenters to find out what Kaca shouting is about. Then Jirka
appears, saying that he has come for Kaca, and is admitted by the gate keeper.
Jirka suggests to the Devil that Kaca may be bought off. Kaca is tempted by some
golden chains that are produced. Meanwhile, the Devil questions his servant
about his trip, and agrees that the Princess should be brought to Hell, while
the Steward should be threatened but reprieved for the time being. The servant
now has to promise the shepherd Jirka that he shall have some of the Princess's
gold - given him by the Steward to reward him for fighting off the threatening
Marbuel if he will take Kaca back to Earth. Jirka is pleased with the plan. He
agrees that the way to do that is to dance with Kaca. Jirka manages to dance
Kaca out past the Gate-Keeper. The latter slams the gate shut, to the great
relief of all, especially Marbuel, who remarks that music has succeeded in doing
what the denizens of Hell could not. In a hall in the Princess's castle
Marbuel's plan has worked, and Jirka rescued the Steward (who never appears on
stage in the opera). The Princess has started to repent her misdeeds, but fears
that nothing can save her, since the Steward was only doing her bidding and it
is she whom the devils must carry to Hell. Nevertheless, she has summoned Jirka
in the hope that he can ward them off. Jirka, embarrassed, tells her that she
has already committed too many evil deeds, and he cannot help. The Princess
promises to reform, but Jirka tells her that, unless she agrees to free the
serfs, she will go to Hell and not even he will be able to save her. She agrees,
and her Chamberlain announces her decree to the waiting crowd outside, who greet
it with acclaim. Jirka now tells the Princess that he has a plan which will save
her, and she exits so that he can make preparations. Jirka summons Kate, and
explains that when Marbuel comes for the Princess, she (Kate) will be able to
take her revenge on him. Kate enthusiastically agrees, and hides in the next
room. The Princess returns and, instructed by Jirka, sits in her chair with her
courtiers round her, while Jirka joins Kate. The moon illuminates the room and
then the light turns red as Marbuel appears, telling the Princess that her time
on Earth is up. To Marbuel's irritation, Jirka interrupts, but his annoyance
changes to horror when Jirka tells him that Kate is coming to get him. The door
flies open, and Kate stands in the lighted doorway. Marbuel screams and
disappears through the window, never to return. The grateful Princess appoints
Jirka as her new Prime Minister, and agrees that Kate shall have the best house
in the town and plenty of money. Kate would also like to get married, but she
anticipates that, with her new-found wealth, she will have no problem making a
good match. The peasants arrive to thank the Princess for freeing them from
bondage. Jirka promises them that, although now a minister, he is still on their
side, and they depart, rejoicing, to enjoy a banquet provided by the Princess.
Other characters include: Il diavolo, basso, The Princess soprano, The Devil's
Gate-Keeper, the devil’s servant, Guard basso, The Princess's Chamberlain, bass.
A Chambermaid soprano A Musician, teno.
IX. 1901. Dvorak, “Rusalka; ossia la ninfa del bosco: melodramma in tre
atti”, Libretto di J. Kvapil, tratto da K. Erben e B. Nemcova. Teatro Nazionale,
Praga, 31 marzo. This was Dvorak’s ninth opera (out of ten), after “The Devil
and Kate”. The libretto, based on Erben and Němcová, was written before he had
any contact with Dvorak. The plot contains elements which also appear in The
Little Mermaid by Hans Christian Andersen and in Undine by Friedrich de la Motte
Fouqué, and has been described as a sad, modern fairy tale. The composer, always
interested in Erben's stories, read the libretto and composed his opera quite
rapidly. Coming after his four symphonic poems inspired by the folk-ballads of
Erben, Rusalka may be viewed as the culmination of Dvořák’s exploration of a
wide variety of drama-creating musical techniques. The music is generally
through-composed, and uses motifs for Rusalka, her damnation, the water sprite
and the forest. His word-setting is expressive while allowing for nationally
inflected passages, and Grove judges the work shows the composer at the height
of his maturity. Dvorak uses established theatrical devices – dance sections,
comedy (Gamekeeper and Turnspit) and pictorial musical depiction of nature
(forest and lake). It has been admired for the wealth of melodic patterns that
are dramatic in themselves and its shimmering orchestration". The final section
of the opera – the duet for the Prince and Rusalka has been described as one the
most glorious minutes in all opera in their majestic, almost hymnic solemnity, a
vivid, profoundly disturbing drama. The UK stage premiere was at Sadler's Wells
Theatre in 1959.
Nell'Atto I, una notte, sulle sponde del lago di un bosco, chiamato dalle fate (Hou, hou, hou), lo SPIRITO DELLE ACQUE (basso) emerge dai flutti per giocare assieme a loro. Appare l'ondina RUSALKA (soprano), ninfa dei laghi e dei fiumi, la quale parlando con su padre, lo Spirito delle acque, gli confessa il suo intento a prendere sembianze umane per tentare di sposare un Principe del quale s'è follemente innamorata. Tentato invano di dissuaderla, il padre le indica la capanna di JEZIBABA la strega (mezzo-soprano), che può aiutarla. Rusalka rimane sola e prima di rivolgersi alla strega si augura, con un inno, che la Luna preservi il sonno dell'amato. Giunta alla capanna, JEZIBABA accetta di compiere l'incantesimo ma in cambio le chiede il suo vestito trasparente di ondina, il patto che dovrà perdere la voce e la maledizione, nel caso in cui il Principe dovesse tradirla, che ella per l'eternità sarà dannata a vagare in solitudine negli abissi e a sua volta anche il Principe sarà condannato. JEZIBABA prepara il filtro. L'indomani all'alba IL PRINCIPE (tenore) si trova a passare nei pressi del lago assieme ai suoi compagni preceduto dal canto di un cacciatore. D'un tratto si sente magicamente attratto dalle acque e stanco così allontana i compagni di caccia invitandoli a tornare al castello. Da una capanna esce RUSALKA e il PRINCIPE si trova presto sedotto dalla bellezza di RUSALKA, la quale muta non può fare altro che gettarsi fra le braccia del Principe. Anch’egli ormai innamorato la invita a seguirlo al Palazzo. Nell'Atto II fervono al palazzo del Principe i preparativi per le nozze del Principe con la muta forestiera. Incuriosito chiede il Guardacaccia (tenore) al garzone di cucina che cosa stesse succedendo e se fosse vera la notizia del matrimonio del Principe con una misteriosa donna. Conferma della cosa, i due si confidano che malvedono questa misteriosa forestiera in quanto venuta dal profondo bosco dove vivono strane creature, così si augurano che la chiacchiera che la PRINCIPESSA principessa straniera venuta per le nozze starebbe per conquistare il cuore dello sposo sia vera affinché non si comprometta inevitabilmente il destino del loro Principe. Al palazzo, la PRINCIPESSA brucia dall'invidia per questo amore e vuole conquistare Il Principe. Rusalka, triste in quanto avverte il cambiamento del Principe di fronte all'avversaria, viene mandata a prepararsi per la festa. Approfittando di questo, la Principessa cerca di sedurre il Principe. Si arriva al ballo e tutto è festa tra danze e cori degli invitati, ma allo Spirito delle Acque non sfugge la passione che sta per sfociare fra il Principe e l’invitata così dispiaciuto emerge da una fontana ed avvisa RUSALKA che affranta, così tanto da ritrovare la voce, si duole anch’ella con il proprio padre per l'imminente nefasto destino che la vede perdere il suo amore terreno e l’impossibilità di tornare tra gli affetti delle acque, maledice la specie umana e riconosce come erano stati giusti i consigli del padre. Intanto, il Principe e la Principessa nel giardino del palazzo tessono un appassionato duetto d'amore. D'un tratto Rusalka nell'estremo tentativo di recuperare il principe si getta tra le braccia del Principe che stavano stringendo quella dell'umana rivale, ma il Principe, impaurito dal suo pallore e dalla sua freddezza, la respinge. A quel punto lo Spirito delle Acque reagisce sdegnato contro il principe e la principessa, minaccia il Principe predicendogli che Rusalka e lui non si separeranno mai. Rusalka viene presa dal padre e portata con sé mentre il Principe stordito chiede aiuto alla Principessa che invece si allontana con freddo sprezzo. Nell’Atto III, sulle sponde del lago Rusalka è condannata ad errare per sempre, perché è stata tradita dal Principe. Così Rusalka alla luce delle sera chiede a JEZIBABA un'altra possibilità. Jezibaba sentenzia, porgendole un coltello, che Rusalka potrà sfuggire alla sua condanna se ucciderà il principe. Ma Rusalka rinuncia e si tuffa nel lago. Rusalka scompare tra le onde mentre compaiono sulla scena il Guardacaccia e lo sguattero che vengono a consultare JEZIBABA per guarire il loro Principe affetto da una misteriosa malattia, ma vengono messi in fuga dallo Spirito delle Acque ancora in collera per quanto successo a Rusalka, maledicendo la specie umana. Le fate festose non placano il dolore dello spirito per Rusalka. Accorre al lago il Principe affranto dalle pene amorose e gli appare Rusalka che lo redarguisce amorevolmente per il suo tradimento. Il Principe implora il suo perdono e vuole baciarla. Ma Rusalka lo avverte che si tratterà di un bacio mortale. Il Principe accetta la sua sorte pur di morire nelle braccia di Rusalka e trovare così finalmente pace.
In Act I, in a meadow, by the edge of a lake three wood sprites tease
the Water Goblin, ruler of the lake. Rusalka, the Water Goblin's daughter, tells
her father she has fallen in love with a Prince who comes to hunt around the
lake. She wants to become human to embrace him. The father tells Rusalka it is a
bad idea. But nonetheless steers her to Jeshibaba, a witch, for assistance.
Rusalka sings a hymn asking the Moon to tell the Prince of her love. Jeshibaba
tells Rusalka that if she becomes human she will lose the power of speec.
Moreover, that, if she is betrayed by the Prince both of them will be eternally
damned. Rusalka agrees to the terms. She drinks a potion. The Prince hunting a
white doe finds Rusalka. He embraces her and leads her away, as her father and
her two other sisters lament. In Act II, at the garden of the Prince's castle a
game-keeper and his nephew, the kitchen servant, note that the Prince is to be
married to a mute nameless bride. They suspect witchcraft and doubt it will last
as the Prince is already lavishing attentions on a Princess, a wedding guest.
This Princess, jealous, curses the couple. The Prince rejects Rusalka. The Water
Goblin takes Rusalka back to his pond. The Princess, having won the Prince's
affection, now scorns it. In Act III, in a meadow by the edge of a lake Rusalka
asks Jeshibaba for a solution to her woe. She is told she can save herself if
she kills the Prince with the dagger she is given. Rusalka rejects this throwing
the dagger into the lake. Rusalka becomes a spirit of death living in the depths
of the lake emerging only to lure humans to their deaths. The Game-keeper and
the Kitchen servant consult Jeshibaba about the Prince who they say has been
betrayed by Rusalka. The Water Goblin says that it was actually the Prince who
betrayed Rusalka. The wood sprites mourn Rusalka's plight. The Prince searching
for his white doe comes to the lake. He enses Rusalka and calls for her. The
Prince asks Rusalka to kiss him, even knowing her kiss means death and
damnation. Rusalka and the Prince kiss and he dies. The Water-Goblin comments,
‘all sacrifices are futile.’ Rusalka thanks the Prince for letting her
experience human love, commends his soul to God ,and returns to her place in the
depths of the lake as a demon of death.Nell'Atto I, una notte, sulle sponde del lago di un bosco, chiamato dalle fate (Hou, hou, hou), lo SPIRITO DELLE ACQUE (basso) emerge dai flutti per giocare assieme a loro. Appare l'ondina RUSALKA (soprano), ninfa dei laghi e dei fiumi, la quale parlando con su padre, lo Spirito delle acque, gli confessa il suo intento a prendere sembianze umane per tentare di sposare un Principe del quale s'è follemente innamorata. Tentato invano di dissuaderla, il padre le indica la capanna di JEZIBABA la strega (mezzo-soprano), che può aiutarla. Rusalka rimane sola e prima di rivolgersi alla strega si augura, con un inno, che la Luna preservi il sonno dell'amato. Giunta alla capanna, JEZIBABA accetta di compiere l'incantesimo ma in cambio le chiede il suo vestito trasparente di ondina, il patto che dovrà perdere la voce e la maledizione, nel caso in cui il Principe dovesse tradirla, che ella per l'eternità sarà dannata a vagare in solitudine negli abissi e a sua volta anche il Principe sarà condannato. JEZIBABA prepara il filtro. L'indomani all'alba IL PRINCIPE (tenore) si trova a passare nei pressi del lago assieme ai suoi compagni preceduto dal canto di un cacciatore. D'un tratto si sente magicamente attratto dalle acque e stanco così allontana i compagni di caccia invitandoli a tornare al castello. Da una capanna esce RUSALKA e il PRINCIPE si trova presto sedotto dalla bellezza di RUSALKA, la quale muta non può fare altro che gettarsi fra le braccia del Principe. Anch’egli ormai innamorato la invita a seguirlo al Palazzo. Nell'Atto II fervono al palazzo del Principe i preparativi per le nozze del Principe con la muta forestiera. Incuriosito chiede il Guardacaccia (tenore) al garzone di cucina che cosa stesse succedendo e se fosse vera la notizia del matrimonio del Principe con una misteriosa donna. Conferma della cosa, i due si confidano che malvedono questa misteriosa forestiera in quanto venuta dal profondo bosco dove vivono strane creature, così si augurano che la chiacchiera che la PRINCIPESSA principessa straniera venuta per le nozze starebbe per conquistare il cuore dello sposo sia vera affinché non si comprometta inevitabilmente il destino del loro Principe. Al palazzo, la PRINCIPESSA brucia dall'invidia per questo amore e vuole conquistare Il Principe. Rusalka, triste in quanto avverte il cambiamento del Principe di fronte all'avversaria, viene mandata a prepararsi per la festa. Approfittando di questo, la Principessa cerca di sedurre il Principe. Si arriva al ballo e tutto è festa tra danze e cori degli invitati, ma allo Spirito delle Acque non sfugge la passione che sta per sfociare fra il Principe e l’invitata così dispiaciuto emerge da una fontana ed avvisa RUSALKA che affranta, così tanto da ritrovare la voce, si duole anch’ella con il proprio padre per l'imminente nefasto destino che la vede perdere il suo amore terreno e l’impossibilità di tornare tra gli affetti delle acque, maledice la specie umana e riconosce come erano stati giusti i consigli del padre. Intanto, il Principe e la Principessa nel giardino del palazzo tessono un appassionato duetto d'amore. D'un tratto Rusalka nell'estremo tentativo di recuperare il principe si getta tra le braccia del Principe che stavano stringendo quella dell'umana rivale, ma il Principe, impaurito dal suo pallore e dalla sua freddezza, la respinge. A quel punto lo Spirito delle Acque reagisce sdegnato contro il principe e la principessa, minaccia il Principe predicendogli che Rusalka e lui non si separeranno mai. Rusalka viene presa dal padre e portata con sé mentre il Principe stordito chiede aiuto alla Principessa che invece si allontana con freddo sprezzo. Nell’Atto III, sulle sponde del lago Rusalka è condannata ad errare per sempre, perché è stata tradita dal Principe. Così Rusalka alla luce delle sera chiede a JEZIBABA un'altra possibilità. Jezibaba sentenzia, porgendole un coltello, che Rusalka potrà sfuggire alla sua condanna se ucciderà il principe. Ma Rusalka rinuncia e si tuffa nel lago. Rusalka scompare tra le onde mentre compaiono sulla scena il Guardacaccia e lo sguattero che vengono a consultare JEZIBABA per guarire il loro Principe affetto da una misteriosa malattia, ma vengono messi in fuga dallo Spirito delle Acque ancora in collera per quanto successo a Rusalka, maledicendo la specie umana. Le fate festose non placano il dolore dello spirito per Rusalka. Accorre al lago il Principe affranto dalle pene amorose e gli appare Rusalka che lo redarguisce amorevolmente per il suo tradimento. Il Principe implora il suo perdono e vuole baciarla. Ma Rusalka lo avverte che si tratterà di un bacio mortale. Il Principe accetta la sua sorte pur di morire nelle braccia di Rusalka e trovare così finalmente pace.
X. 1904. Dvorak, “Rinaldo ed Armida: melodramma in quattro atti”, tratto dalla “Gerusalemme liberata” di Torquato Tasso. Libretto di J. VRCHLICKY, tratto Praga: Teatro Nazionale, Marzo 25. This was Dvorak’s last and tenth opera, after “Rusalka”. In the gardens of Damasco, the call to prayer is heard. The wizard ISMEN enters with the news of the approaching crusaders, but tries to dissuade the King of Damasco from a confrontation. Let instead the priest send the king’s daughter, ARMIDA (soprano), whose hand Ismen has been seeking, to sow dissention. Armida balks but changes her mind when Ismen, using his magic, shows Armida the enemy camp where she recognises RINALDO (tenore) as the knight she has just dreamed of. Armida arrives in the crusader's camp and meets RINALDO. He brings her to into the council. Armida tells a story of an usurping uncle having blinded the king and chased her into the desert. Rinaldo cannot wait for the commander of an expedition to restore Armida’s kingdom to be chosen by lot. RINALDO is caught leaving camp with Armida by the hermit Pietro but the lovers are aided in their escape by the wizard Ismen, who drives a chariot pulled by two dragons. Rinaldo and Armida are entertained in a garden by sirens and fairies. Ismen, disguised, tries to destroy the palace. His powers do no match for Armida’s sorcery. Ismen then goes to Rinaldo's companions and claims to be a convert. Glad of Ismen’s help, Rinaldo’s companions accept from him the diamond shield that had belonged to the Archangel Michael. They use the shield to bring Rinaldo out of the palace. But the shield collapses as soon as Armida gives way to grief. Rinaldo then asks forgiveness for abandoning his comrades and his mission. As the crusaders advance on Damasco, the battle passes through the camp. Rinaldo kills Ismen. Rinaldo then faces a black knight, who drops his sword when he curses Armida’s name. Only after stabbing Armida does Rinaldo recognize her. Rinaldo baptises the pagan Armida as she dies in his arms.
Tuesday, January 28, 2014
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Performance] CID:314440
Metropolitan Opera Premiere
Rusalka {1} Metropolitan Opera House: 11/11/1993.
(Metropolitan Opera Premiere)
(Debuts: Kathryn Krasovec, Sylvia Strahammer
Review)
[Met Performance] CID:314440
Metropolitan Opera Premiere
Rusalka {1} Metropolitan Opera House: 11/11/1993.
(Metropolitan Opera Premiere)
(Debuts: Kathryn Krasovec, Sylvia Strahammer
Review)
Metropolitan Opera House
November 11, 1993
Metropolitan Opera
premiere
RUSALKA
{1}
Dvorák-Kvapil
Rusalka.................Gabriela
Benacková
Prince..................Neil
Rosenshein
Princess................Janis
Martin
Jezibaba................Dolora
Zajick
Gnome...................Sergei Koptchak
Kitchen
Boy.............Wendy White
Gamekeeper..............James Courtney
First
Sprite............Korliss Uecker
Second Sprite...........Kathryn Krasovec
[Debut]
Third Sprite............Kitt
Reuter-Foss
Hunter..................Christopher
Schaldenbrand
Conductor...............John
Fiore
Production..............Otto Schenk
Set
designer............Günther Schneider-Siemssen
Costume designer........Sylvia
Strahammer [Debut]
Lighting designer.......Gil
Wechsler
Choreographer...........Carmen de Lavallade
Rusalka received nine performances this
season.
Production a gift of Fan Fox and Leslie R. Samuels
Foundation
Review of John W. Freeman in
"Opera News"
The season's
next Met first, "Rusalka," also marked the company debut
of its composer, Antonín Dvorák, though the work is a staple in his Czech
homeland.
No one familiar with the symphonies or Slavonic Dances needs to be
told that Dvorák had both lyricism and rhythmic energy to spare, but in "Rusalka" he relied much more on the former than the latter.
The score tends to lie still in the water unless stirred along by a conductor
more determined than John Fiore evidently was to get it moving.
The gloriously
intoned but rather inert title characterization of Gabriela Benacková may have
held him back.
Neil Rosenshein, too light and lyric a tenor for the Prince, came
into his own only in the lovely final scene.
Bass Sergei Koptchak, on the other
hand, was a pillar of strength as the Water Gnome, a father no less harsh, but
considerably warmer, than Lina's in "Stiffelio."
As a stage production,
designed by Gunther Schneider-Siemssen (costumes: Sylvia Strahammer) and staged
by Schenk, "Rusalka" emerged a veritable paean to
romanticism.
It might have helped to reserve for Act II the autumnal look of the
forest in Act I, but the lake had an alluring shimmer sorely missed in Act III,
where the pond appeared little more than a drainage ditch - given the paramount
importance of water in this story, a serious oversight.
The down-to-earth
rustics (the Gamekeeper and his nephew, the Kitchen Boy) were played to a
fare-thee-well by James Courtney and the terminally terrified Wendy White.
Their
counterpart in the natural/supernatural realm, Dolora Zajick as the witch
Jezibaba, had a romp, gloriously in her element.
Janis Martin, on the other
hand, rated well at the thankless task of personifying the inhuman side of
humanity as the Foreign Princess, all coldness, artifice and
disdain.
Photograph of Gabriela Benackova as the title role in
Rusalka by Winnie Klotz/Metropolitan Opera.
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:350687
National Council Winners Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/05/1992.
(First Appearance: Marie Plette, Michelle DeYoung, Clare Gormley, Christopher Schaldenbrand, Yvonne Gonzales Redman, Youmi Cho, Tony Stevenson)
[Met Concert/Gala] CID:350687
National Council Winners Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/05/1992.
(First Appearance: Marie Plette, Michelle DeYoung, Clare Gormley, Christopher Schaldenbrand, Yvonne Gonzales Redman, Youmi Cho, Tony Stevenson)
Metropolitan Opera House
April 5, 1992
Metropolitan Opera
National Council Winners Concert
Die Fledermaus:
Overture
Metropolitan Opera Orchestra
Rusalka:
Song to the moon
La Bohème: Donde lieta uscì
Marie Plette [First
Appearance]
Samson et Dalila: Mon coeur s'ouvre à ta voix
Vanessa:
Must the winter come so soon
Michelle DeYoung [First
Appearance]
Manon: Adieu, notre petite table
The Bartered Bride:
Marenka's aria
Clare Gormley [First Appearance]
I Puritani: Ah! per
sempre io ti perdei
Die Tote Stadt: Mein Sehnen, mein Wähnen (Pierrot's
Tanzlied)
Christopher Schaldenbrand [First Appearance]
Adriana
Lecouvreur: Io son l'umile ancella
The Old Maid and the Thief: Steal me,
sweet thief
Yvonne Gonzales Redman [First Appearance]
I Capuleti e i
Montecchi: Oh! quante volte
Rigoletto: Caro nome
Youmi Cho [First
Appearance]
Le Roi d'Ys: Vainement, ma bien-aimée
L' Elisir d'Amore:
Una furtiva lagrima
Tony Stevenson [First Appearance]
Pagliacci:
Ballatella
Faust: Jewel song
Michaela Gurevich
Die Zauberflöte:
Quintet
Christopher Schaldenbrand, Tony Stevenson
Marie Plette, Michaela
Gurevich, Michelle DeYoung
Conductor...............Charles
Mackerras
Metropolitan Opera Orchestra
[Note: Until 01/13/03,
Yvonne Gonzales Redman was billed as Yvonne Gonzales.]
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:350679
National Council Winners Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/02/1989.
(First Appearance: Tichina Vaughn, Mark Oswald, Veronica Villarroel, Ning Liang, Christine Brewer, Kevin Short, Mary Mills)
[Met Concert/Gala] CID:350679
National Council Winners Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/02/1989.
(First Appearance: Tichina Vaughn, Mark Oswald, Veronica Villarroel, Ning Liang, Christine Brewer, Kevin Short, Mary Mills)
Metropolitan Opera House
April 2, 1989
Metropolitan Opera
National Council Winners Concert
Porgy and Bess: My man's gone
now
L'Italiana in Algeri: Cruda sorte
Tichina Vaughn [First
Appearance}
Hérodiade: Il est doux, il est bon
Carmen: Micaela's
aria
Rosa Venta
Il Barbiere di Siviglia: Largo al factotum
Faust:
Avant de quitter ces Lieux
Mark Oswald [First Appearance]
Mefistofele:
L'altra notte in fondo al mar
La Rondine: Chi il bel sogno di
Doretta
Veronica Villarroel [First Appearance]
Aleko: Cavatine
d'Aleko
Ernani: Infelice
Dong-Jian Gong
Die Zauberflöte: Ach, ich
fühl's
Roméo et Juliette: Juliette's Waltz
Dominique Labelle
La
Cenerentola: Non più mesta
Ariadne auf Naxos: Composer's aria
Ning Liang
[First Appearance]
Rusalka: Song to the moon
Der
Freischütz: Leise, leise
Christine Brewer [First Appearance]
Don
Giovanni:Madamina
Macbeth:Come dal ciel precipita
Kevin Short [First
Appearance]
Gianni Schicchi: O mio babbino caro
Faust: Jewel
song
Mary Mills [First Appearance]
Così Fan Tutte: Soave sia il
vento
Christine Brewer, Ning Liang, Kevin
Short
Conductor...............John Fiore
Metropolitan Opera
Orchestra
LA RUSALKA DI DVORAK (Fleming)
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:350511
National Council Winners Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/10/1988.
(First Appearance: Elizabeth Carter, Haijing Fu, Heidi Grant Murphy, Richard Drews, Susan Graham, Renée Fleming, Wendy Hoffman, Ben Heppner, Carolyn James, Lynda Keith)
[Met Concert/Gala] CID:350511
National Council Winners Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/10/1988.
(First Appearance: Elizabeth Carter, Haijing Fu, Heidi Grant Murphy, Richard Drews, Susan Graham, Renée Fleming, Wendy Hoffman, Ben Heppner, Carolyn James, Lynda Keith)
Metropolitan Opera House
April 10, 1988
Metropolitan
Opera
National Council Winners Concert
Semiramide: Bel raggio
lusinghier
La Bohème: Musetta's Waltz
Elizabeth Carter*
Tannhäuser:
O du, mein holder abendstern
Andrea Chénier: Nemico della patria
Haijing
Fu [First Appearance]
Rigoletto: Caro nome
Die Entführung aus dem
Serail: Durch zärtlichkeit
Heidi Grant Murphy [First
Appearance]**
Rigoletto: Parmi veder le lagrime
Faust: Salut!
demeure
Richard Drews [First Appearance]
La Clemenza di Tito: Parto,
parto
Vanessa: Must the winter come so soon
Susan Graham [First
Appearance]
Carmen: Je dis que rien ne m'épouvante
Rusalka: Song to the moon
Renée Fleming [First
Appearance]
La Cenerentola: Dandini's Cavatina
Herodiade: Vision
fugitive
Leroy Villanueva
Les Huguenots: Nobles seigneurs
Orfeo ed
Euridice: Che farò senza Euridice?
Wendy Hoffman [First
Appearance]
Der Freischütz: Durch die Wälder
Die Meistersinger: Prize
song
Ben Heppner [First Appearance]
Die Lustigen Weiber von Windsor:
Nun eilt herbei
Manon: Adieu, notre petite table
Linda Keith [First
Appearance]
La Rondine: Chi il bel sogno di Doretta
Così Fan Tutte:
Come scoglio
Carolyn James [First
Appearance]
Conductor...............Richard Woitach
Metropolitan
Opera Orchestra
*At the time of her first appearance with the
company, Elizabeth Carter was billed as Helen Smedley Carter; the name was
changed as of 3/4/1993.
**At the time of her first appearance with the
company, Heidi Grant Murphy was billed as Heidi Grant; the name was changed as
of 9/26/1991.
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:350566
National Council Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/14/1985.
(First Appearance: Philip Cokorinos, Richard Cowan, Julia Faulkner, Victoria Livengood, Karen Williams, Margaret Jane Wray, Deborah Voigt)
[Met Concert/Gala] CID:350566
National Council Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 04/14/1985.
(First Appearance: Philip Cokorinos, Richard Cowan, Julia Faulkner, Victoria Livengood, Karen Williams, Margaret Jane Wray, Deborah Voigt)
Metropolitan Opera House
April 14, 1985
Metropolitan
Opera National Council
Regional Auditions National Finals Concert
Così
Fan Tutte: Come scoglio
Karen Williams [First appearance]
The Queen of
Spades: Lisa - Pauline Duet
Maryte Bizinkauskas, Margaret Jane Wray [First
appearance]
Zaide: Wer hungrig bei der Tafel sitzt
Philip Cokorinos
[First appearance]
La Rondine: Chi il bel sogno di Doretta
Donna
Zapola
Faust: Avant de quitter ces lieux
Stephen Biggers
Don
Giovanni: Ah, taci, ingiusto core
Julia Faulkner [First appearance], Philip
Cokorinos, Richard Cowan [First appearance]
Der Freischütz: Leise, leise
Deborah Voigt [First appearance]
La Cenerentola: Non più
mesta
Margaret Jane Wray
Der Rosenkavalier: Final Trio
Julia
Faulkner, Anne Johnson, Victoria Livengood [First appearance]
Rusalka: Song to the moon
Maryte Bizinkauskas
The
Ballad of Baby Doe: The Willow Song
Anne Johnson
Fidelio: Mir ist so
wunderbar
Deborah Voigt, Donna Zapola, Anthony Laciura [Guest Artist], Philip
Cokorinos
Prince Igor: Prince Igor's aria
Richard Cowan [First
appearance]
Orfeo aed Euridice: Che faro senza Euridice?
Victoria
Livengood [First appearance]
Porgy and Bess: My man's gone now
Karen
Williams
Pagliacci: Nedda and Silvio duet
Deborah Voigt, Stephen
Biggers
Die Tote Stadt: Glück, das mir verblieb (Marietta's
Lied)
Julia Faulkner
Les Contes d'Hoffmann: Septuor
Margaret Jane
Wray (Giulietta), John Alexander (Hoffman) [Guest artist], Anthony Laciura
(Pitichinaccio),
Philip Cokorinos (Schlemil), Richard Cowan (
Dappertutto)
Also featuring: Stephen Biggers, Maryte Bizinkauskas, Julia
Faulkner, Anne Johnson, Deborah Voigt,
Karen Williams, Donna
Zapola
Conductor...............Thomas Fulton
Metropolitan Opera
Orchestra
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:350547
National Council Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 03/27/1983.
(First Appearance: Harolyn Blackwell, Herbert Perry, Stella Zambalis, Alessandra Marc, Elizabeth Holleque)
[Met Concert/Gala] CID:350547
National Council Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 03/27/1983.
(First Appearance: Harolyn Blackwell, Herbert Perry, Stella Zambalis, Alessandra Marc, Elizabeth Holleque)
Metropolitan Opera House
March 27, 1983
Metropolitan
Opera National Council
Regional Auditions National Finals Concert
Così
Fan Tutte: Una donna a quindici anni
Harolyn Blackwell [First
Appearance]
Joshua: See the raging flames
Herbert Perry [First
Appearance]
Die Zauberflöte: Ach, ich fühl's
Ellen
Kerrigan
Madama Butterfly: Flower duet
Linda Caple, Jean
Glennon
Vanessa: Must the winter come so soon?
Stella Zambalis [First
Appearance]
Eugene Kohn: Conductor
Don Giovanni: La ci darem la
mano
Ellen Kerrigan, Herbert Perry
Don Giovanni: Ah, fuggi il
traditor
Joanne Kolomyjec
Le Nozze di Figaro: Dove sono
Jo Ann
Pickens
Il Barbiere di Siviglia: Una voce poco fà
Linda
Caple
Louise: Depuis le jour
Alessandra Marc [First
Appearance]
Rusalka: Song to the moon
Joanne
Kolomyjec
Thomas Fulton: Conductor
Die Entführung aus dem Serail:
Durch Zärtlichkeit und Schmeicheln
Harolyn Blackwell
Così Fan Tutte:
Ah guarda, sorella
Linda Caple, Jo Ann Pickens
Eugene Onegin: Prince
Gremin's aria
Herbert Perry
La Bohème: Musetta's Waltz
Jean
Gleason
Susannah: Ain't it a pretty night
Elizabeth Holleque [First
Appearance]
Eugene Kohn: Conductor
Ariadne auf Naxos: Zerbinetta's
aria
Cecily Nall
Così Fan Tutte: Prenderò quel brunettino
Joanne
Kolomyjec, Stella Zambalis
La Forza del Destino: Pace, pace, mio
Dio!
Alessandra Marc
Der Rosenkavalier: Trio
Cecily Nall,
Elizabeth Holleque, Stella Zambalis
Conductor...............Thomas
Fulton
Metropolitan Opera Orchestra
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:256710
Met Marathon. Broadcast ed. Metropolitan Opera House: 03/4/1979., Broadcast
(Broadcast)
[Met Concert/Gala] CID:256710
Met Marathon. Broadcast ed. Metropolitan Opera House: 03/4/1979., Broadcast
(Broadcast)
Metropolitan Opera House
March 4, 1979
Broadcast
MET MARATHON
Announcer: Peter
Allen
Master of Ceremonies: Robert Sherman
Guest
Speakers:
Licia Albanese
Bidu Sayao
Sara Tucker
Charles Nelson
Reilly
Dario Soria
Frank E. Taplin
Tannhäuser: Dich teure
Halle
Johanna Meier
William Vendice, Piano
Simon Boccanegra: Il
lacerato spirito
Jerome Hines
William Vendice, Piano
Rusalka: Song to the Moon
Teresa Kubiak
William
Vendice, Piano
I Vespri Siciliani: O tu Palermo
James Morris
Tom
Fulton, Piano
La Favorita: O Mio Fernando
Bianca Berini
Warren
Jones, Piano
I Puritani: Suoni la tromba
Sherrill Milnes
James
Morris
Tom Fulton, Piano
Andrea Chénier: Nemico della patria
Garbis
Boyagian
Warren Jones, Piano
La Rondine: Chi il bel sogno di
Doretta
Leona Mitchell
William Vendice, Piano
Kahn: Toast of New
Orleans: Be My Love
René Kollo
Tom Fulton, Piano
Don Pasquale:
Cercherò lontana terra
Dalmacio Gonzalez [First appearance]
Warren Jones,
Piano
La Cenerentola: Nacqui all'affanno
Maria Ewing
James Levine,
Piano
Schubert: Marche Charactéristique No. 2
James Levine,
Piano
Frank E. Taplin, Piano
La Périchole: Ah quel diner je viens de
faire
Elena Obraztsova
James Levine, Piano
La Bohème: Donde
lieta
Makvala Kasrashvili [First appearance]
Joan Dornemann,
Piano
Adriana Lecouvreur: O vagabonda stella
Elena Obraztsova
Joan
Dornemann, Piano
Le Toréador (Adam): Ah vous dirai-je maman
Roberta
Peters
Harriet Wingreen, Piano
John Slocom, Flute
Don Quichotte à
Dulcinée (Ravel): Chanson romanesque; Chanson épique; Chanson à boire
John
Shirley-Quirk
David Leighton, Piano
Il Campiello (Wolf-Ferrari):
Bondì, cara Venezia
M'ama, non m'ama (Mascagni)
Renata Scotto
Joan
Dornemann, Piano
Manon: Epouse quelque brave fille
John
Cheek
Warren Jones, Piano
Die Fledermaus: Spiel' ich die Unschuld vom
Lande
Betsy Norden
Tom Fulton, Piano
Gianni Schicchi: O mio babbino
caro
Renata Scotto
James Levine, Piano
Falstaff: L'onore
Renato
Capecchi
William Vendice, Piano
The Ballad of Baby Doe: Willow
Song
Betsy Norden
Tom Fulton, Piano
Ernani: Infelice
Dmitri
Kavrakos [First appearance]
David Leighton, Piano
Ariadne auf Naxos:
Musik ist eine heilige Kunst
Tatiana Troyanos
James Levine,
Piano
[This concert was a fund-raising event performed before an audience
of contributors and Patrons of the Metropolitan Opera. It was broadcast
nationally, and donations from listeners were pledged by phone.]
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:350543
National Council Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 03/25/1973.
(First Appearance: Antonio Barasorda, Cynthia Munzer, Kathryn (Bouleyn) Day, Douglas Ahlstedt)
[Met Concert/Gala] CID:350543
National Council Concert. Matinee ed. Metropolitan Opera House: 03/25/1973.
(First Appearance: Antonio Barasorda, Cynthia Munzer, Kathryn (Bouleyn) Day, Douglas Ahlstedt)
Metropolitan Opera House
March 25, 1973
Metropolitan
Opera National Council
Regional Auditions National Finals
Concert
Faust: Jewel song
La Rondine: Chi il bel sogno di
Doretta
Phebe Odom
Der Freischütz: Leise, leise
Tosca: Vissi
d'arte
Billie Jean Johnson
Il Pirata: Nel furor delle tempeste
La
Bohème, Che gelida manina
Antonio Barasorda [First Appearance]
Das
Rheingold: Weiche, Wotan, weiche
La Cenerentola: Non più mesta
Cynthia
Munzer [First Appearance]
Così Fan Tutte: Come scoglio
Rusalka: Aria to the Moon
Kathryn Bouleyn [First
Appearance]
Il Barbiere di Siviglia: Largo al factotum
Faust: Avant de
quitter ces lieux
John Outland
Don Pasquale: So anch'io la virtù
magica
Rigoletto: Caro Nome
Debby Robert
Semiramide: Bel raggio
lusinghier
Sapho: Ô ma lyre immortelle
Nelda Nelson
La Fille du
Régiment: Pour mon âme
L'Elisir d'Amore: Una furtiva lagrima
Douglas
Ahlstedt [First Appearance]
I Capuleti e i Montecchi: Oh! quante
volte
La Bohème: Mi chiamano Mimì
Minola Abri
La Forza del Destino:
Pace, pace, mio Dio!
Ariadne auf Naxos: Composer's aria
Sheila Marie
Allen
Alberta Masiello: Piano
[Kathryn Bouleyn made her debut on
11/25/1995 under the name Kathryn Day.]
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
[Met Concert/Gala] CID:53250
Fourteenth Grand Sunday Night Concert. Metropolitan Opera House: 02/18/1912.
[Met Concert/Gala] CID:53250
Fourteenth Grand Sunday Night Concert. Metropolitan Opera House: 02/18/1912.
Metropolitan Opera House
February 18,
1912
FOURTEENTH GRAND SUNDAY NIGHT CONCERT
Lohengrin:
Prelude to Act I
Robert le Diable: Nonnes qui reposez
Adamo
Didur
Setti: Ave Maria [United States premiere]
Metropolitan Opera
Chorus [a cappella]
Lohengrin: In fernem Land
Heinrich
Hensel
Der Fliegende Holländer: Spinning Chorus; Senta's Ballad
Emmy
Destinn
Marie Mattfeld
Women's Chorus
Mefistofele:
Prologue
Adamo Didur
Metropolitan Opera Chorus
*****************************
Rusalka: Song to the Moon
Tosca: Vissi d'arte
Emmy
Destinn
Tannhäuser: Entrance of the Guests
Metropolitan Opera
Chorus
La Damnation de Faust: Hungarian
March
Conductor...............Giulio Setti
La Rusalka di Dvorak
Speranza
Il finto scandalo della Rusalka
Luca Pavanel.
IL PIZZICO
Tra quattro anni, c’è quasi da scommetterci una bella somma.
Risentiremo parlare della "Rusalka", il melodramma di Antonin Dvořák che recentemente ha tanto indignato il popolo inglese della Royal Opera House di Londra, nella versione registica di Jossi Weiler e Sergio Morabito.
L’accusa degli spettatori e dei critici con pipe, bombette e bastoni, il giorno dopo amplificata dagli articoli apparsi sui giornali di mezzo mondo, è di quelle che possono traumatizzare l’uomo del Ventunesimo secolo: “Rappresentazione troppo sexy, troppo volgare!”.
Che “scandalo”, sembravano lamentarsi un po’ tutti, “un’amara scoperta”, “mai più una Prima così”.
A dirla tutta l’esecuzione musicale è stata giudicata di buon livello, ma per il resto… il mondo della lirica si è sentito per tre secondi contrito oltraggiato, colpito a morte (dalla pruderie?).
Ma non è tutto.
Sulla genesi della vicenda infatti, c’è qualcosa da aggiungere.
Lo si capisce al volo dalle ultime righe di gran parte dei resoconti sulla serata: la pièce finita nel mirino, spiegano i media, nel 2008 aveva già fatto bella mostra (e parlare) di sé al festival di Salisburgo, dunque luogo del suo vero debutto.
Come era andata?
A quanto pare come l’altra sera nella capitale anglossassone: fischi, buuuu, gente che al passo del leopardo lasciava la poltrona ruggendo un sonoro: “Che vergogna!!!”. Dopo la figuraccia, minimo il tutto avrebbe potuto o finire in soffitta oppure sì, restare in giro, ma certo non aspirare all’Olimpo dei teatri planetari, come l’Opera House appunto. E invece…
Ecco rispuntare la stessa ambientazione lirica.
Una storia tratta dalla favola di Hans Christian Andersen (adottata anche da Disney per il film La Sirenetta).
Uno spirito d’acqua si innamora di un principe… Fiabesco.
Ma sul palcoscenico britannico in questione invece, mise trasparenti, sangue e, per citare il titolo di una canzone firmata dagli Squallor (l’italico gruppo di rock demenziale degli anni Settanta, ndr): “Sesso e carnazza”.
Notoriamente tutte cose che non interessano il pubblico.
Tanto che la notte all’opera ha registrato il sold out, gli astanti non hanno fatto altro che parlare dello show, l’evento chissà perché è finito sulla carta stampata globale e qui, se ne discute ancora, perché sulla nudità ostentata e quel che ne consegue si sa, l’inchiostro versato per lo scavo non è mai abbastanza.
E per non farsi mancare niente, lo spettacolo va in scena ancora.
Morale: proprio in fondo in fondo la “volgarità” – almeno qualche volta (mamma mia, che dio perdoni) non dispiace, nel privato più che nel pubblico, o chissà, forse il contrario.
Posto, ovviamente, che la parola ha un valore soggettivo, quando non c’è un evidente parere generale, qualcuno dice che siamo circondati dalla volgarità, che dunque fa parte della vita. O no?
Perciò quale scandalo è mettere in scena uno dei tanti riflessi della realtà, che coi suoi sinonimi alla fine ha mille nomi: oscenità, pacchianeria, rozzezza, trivialità, villania…
In qualunque modo la si chiami, l’altra sera ha fatto breccia.
Per carità, giusto criticare, fa parte del gioco, ma non censurare. Che sarebbe assai peggio di qualsiasi insulto.
E poi diciamola tutta: il Moloch del mercato – che vuol dire pubblico, incassi e pubblicità – non disdegna affatto questo genere di corto circuiti, anzi. E non c’è bisogno di Cassandra per sapere come andrà a finire: ri-troviamoci qui tra quattro anni, quando magari proprio a marzo saranno state riaccese per l’ennesima volta quelle “luci rosse“.
Allora quel che diceva quel diavolo di Oscar Wilde, che ben si sposa con la Rusalka, sembrerà, roba da tavole della legge: “Bene o male, purché se ne parli…”.
Il finto scandalo della Rusalka
Luca Pavanel.
IL PIZZICO
Tra quattro anni, c’è quasi da scommetterci una bella somma.
Risentiremo parlare della "Rusalka", il melodramma di Antonin Dvořák che recentemente ha tanto indignato il popolo inglese della Royal Opera House di Londra, nella versione registica di Jossi Weiler e Sergio Morabito.
L’accusa degli spettatori e dei critici con pipe, bombette e bastoni, il giorno dopo amplificata dagli articoli apparsi sui giornali di mezzo mondo, è di quelle che possono traumatizzare l’uomo del Ventunesimo secolo: “Rappresentazione troppo sexy, troppo volgare!”.
Che “scandalo”, sembravano lamentarsi un po’ tutti, “un’amara scoperta”, “mai più una Prima così”.
A dirla tutta l’esecuzione musicale è stata giudicata di buon livello, ma per il resto… il mondo della lirica si è sentito per tre secondi contrito oltraggiato, colpito a morte (dalla pruderie?).
Ma non è tutto.
Sulla genesi della vicenda infatti, c’è qualcosa da aggiungere.
Lo si capisce al volo dalle ultime righe di gran parte dei resoconti sulla serata: la pièce finita nel mirino, spiegano i media, nel 2008 aveva già fatto bella mostra (e parlare) di sé al festival di Salisburgo, dunque luogo del suo vero debutto.
Come era andata?
A quanto pare come l’altra sera nella capitale anglossassone: fischi, buuuu, gente che al passo del leopardo lasciava la poltrona ruggendo un sonoro: “Che vergogna!!!”. Dopo la figuraccia, minimo il tutto avrebbe potuto o finire in soffitta oppure sì, restare in giro, ma certo non aspirare all’Olimpo dei teatri planetari, come l’Opera House appunto. E invece…
Ecco rispuntare la stessa ambientazione lirica.
Una storia tratta dalla favola di Hans Christian Andersen (adottata anche da Disney per il film La Sirenetta).
Uno spirito d’acqua si innamora di un principe… Fiabesco.
Ma sul palcoscenico britannico in questione invece, mise trasparenti, sangue e, per citare il titolo di una canzone firmata dagli Squallor (l’italico gruppo di rock demenziale degli anni Settanta, ndr): “Sesso e carnazza”.
Notoriamente tutte cose che non interessano il pubblico.
Tanto che la notte all’opera ha registrato il sold out, gli astanti non hanno fatto altro che parlare dello show, l’evento chissà perché è finito sulla carta stampata globale e qui, se ne discute ancora, perché sulla nudità ostentata e quel che ne consegue si sa, l’inchiostro versato per lo scavo non è mai abbastanza.
E per non farsi mancare niente, lo spettacolo va in scena ancora.
Morale: proprio in fondo in fondo la “volgarità” – almeno qualche volta (mamma mia, che dio perdoni) non dispiace, nel privato più che nel pubblico, o chissà, forse il contrario.
Posto, ovviamente, che la parola ha un valore soggettivo, quando non c’è un evidente parere generale, qualcuno dice che siamo circondati dalla volgarità, che dunque fa parte della vita. O no?
Perciò quale scandalo è mettere in scena uno dei tanti riflessi della realtà, che coi suoi sinonimi alla fine ha mille nomi: oscenità, pacchianeria, rozzezza, trivialità, villania…
In qualunque modo la si chiami, l’altra sera ha fatto breccia.
Per carità, giusto criticare, fa parte del gioco, ma non censurare. Che sarebbe assai peggio di qualsiasi insulto.
E poi diciamola tutta: il Moloch del mercato – che vuol dire pubblico, incassi e pubblicità – non disdegna affatto questo genere di corto circuiti, anzi. E non c’è bisogno di Cassandra per sapere come andrà a finire: ri-troviamoci qui tra quattro anni, quando magari proprio a marzo saranno state riaccese per l’ennesima volta quelle “luci rosse“.
Allora quel che diceva quel diavolo di Oscar Wilde, che ben si sposa con la Rusalka, sembrerà, roba da tavole della legge: “Bene o male, purché se ne parli…”.
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
RUSALKA, DAI LAGHI BOEMI ARRIVA ALL'OPERA DI ROMA
La messa in scena della "Rusalka" di Dvorak, poco nota in Italia e meno ancora a Roma, ha spinto il Teatro dell' Opera di Roma a organizzare un incontro illustrativo per stampa e pubblico con il soprintendente e il direttore artistico, nonché con un musicologo - Quirino Principe - che si confessa appassionato del mondo fantastico di tradizione celto-germanica nel quale si svolge appunto la Rusalka che debutta oggi all' Opera.
Lavoro tipicamente cèco, vessillo del teatro lirico nazionale, continuamente ripreso in teatro e là diffuso anche attraverso versioni cinematografiche e televisive, ha un tema - quello delle fanciulle acquatiche e dei loro rapporti con i mortali - che non lega molto con la tradizione mediterranea.
Ma Quirino Principe è un mediterraneo-nordico che ama credere nella loro esistenza.
Secondo l' idea herderiana per la quale la sovrabbondanza delle varianti dimostra la realtà di un archetipo vivente, dice Principe, dovremmo ammettere che sì, esistono, tanta è la proliferazione leggendaria e letteraria delle Melusine, delle Loreley, delle Undine e così via che hanno invaso le arti.
A questi temi, simili ma visti da angolazioni diverse e tanto spesso musicati
-- Mendelssohn si ispirò all' antica Melusina, Dargemytzskij alla Rusalka di Pushkin, Catalani a Heine per la sua Elda "Loreley", E.T.A. Hoffmann all' Undine di La Motte Fouqué, Respighi a Hauptmann per la sua Campana sommersa, per citarne solo alcuni
-- si rifece il librettista della Rusalka di Dvorak, Jaroslav Kvapil, ambientando però la vicenda tra i boschi e i laghi della Boemia e dando ai personaggi una caratterizzazione locale.
E la musica di Dvorak, sempre profondamente legata alla sua terra, la fece diventare una delle più popolari opere nazionali fin dalla 'prima', nel 1901 a Praga.
Ninfa dolcissima, Rusalka si innamora d' un principe che viene a caccia sulle rive del lago.
Vuol diventare donna e le viene accordato, purché resti muta fin tanto che è tra gli uomini.
Non vogliamo svelare il piccolo giallo.
Ci pensano, durante l' opera, il guardacaccia e lo sguattero nelle funzioni di un coro greco narrante.
La musica, a volte ingenua, un po' floreale, contiene melodie
splendide e vi si avverte chiara la mano di un musicista di prim' ordine.
Avendo rinunciato per economia a un nuovo allestimento che Menotti avrebbe voluto di tono favolistico, si è scelto quello creato per Londra dieci anni fa da Stefanos Lazaridis con la regìa di David Pountney, qui rivista da John Lloyd Davies, che ne danno invece una lettura psicoanalitica piena di simboli (che Menotti suggerisce di ' non scervellarsi a tentar di interpretare' ).
L' edizione romana, diretta da Richard Hickox, è in originale cecco con sovratitoli.
Qualche taglio fatto da Menotti nel terzo atto era già stato accettato, pare, da Dvorak stesso all' epoca.
Ancora Menotti assicura che gli interpreti, tutti giovani, sono bravi come cantanti e come attori.
Il soprintendente Gian Paolo Cresci, bene in sella al suo teatro dopo i recenti successi, ha anche parlato del futuro cartellone.
In maggio verrà ripresa Aida per la quale c' è stata enorme richiesta.
La prossima Manon Lescaut non avrà un nuovo allestimento per le solite ragioni economiche ma sarà ripreso quello di Lila de Nobili creato vent' anni fa per Visconti a Spoleto.
Evviva il risparmio, se ci consente di rivedere uno spettacolo simile.
La regìa sarà di Menotti. Sta per ricominciare il ciclo dei recitals di canto (il primo sarà quello con Rockwell Blake) e continuano, con grande affluenza di pubblico, i concerti-lezione il lunedì mattina per le scuole e i concerti del martedì pomeriggio per gli anziani.
RUSALKA, DAI LAGHI BOEMI ARRIVA ALL'OPERA DI ROMA
La messa in scena della "Rusalka" di Dvorak, poco nota in Italia e meno ancora a Roma, ha spinto il Teatro dell' Opera di Roma a organizzare un incontro illustrativo per stampa e pubblico con il soprintendente e il direttore artistico, nonché con un musicologo - Quirino Principe - che si confessa appassionato del mondo fantastico di tradizione celto-germanica nel quale si svolge appunto la Rusalka che debutta oggi all' Opera.
Lavoro tipicamente cèco, vessillo del teatro lirico nazionale, continuamente ripreso in teatro e là diffuso anche attraverso versioni cinematografiche e televisive, ha un tema - quello delle fanciulle acquatiche e dei loro rapporti con i mortali - che non lega molto con la tradizione mediterranea.
Ma Quirino Principe è un mediterraneo-nordico che ama credere nella loro esistenza.
Secondo l' idea herderiana per la quale la sovrabbondanza delle varianti dimostra la realtà di un archetipo vivente, dice Principe, dovremmo ammettere che sì, esistono, tanta è la proliferazione leggendaria e letteraria delle Melusine, delle Loreley, delle Undine e così via che hanno invaso le arti.
A questi temi, simili ma visti da angolazioni diverse e tanto spesso musicati
-- Mendelssohn si ispirò all' antica Melusina, Dargemytzskij alla Rusalka di Pushkin, Catalani a Heine per la sua Elda "Loreley", E.T.A. Hoffmann all' Undine di La Motte Fouqué, Respighi a Hauptmann per la sua Campana sommersa, per citarne solo alcuni
-- si rifece il librettista della Rusalka di Dvorak, Jaroslav Kvapil, ambientando però la vicenda tra i boschi e i laghi della Boemia e dando ai personaggi una caratterizzazione locale.
E la musica di Dvorak, sempre profondamente legata alla sua terra, la fece diventare una delle più popolari opere nazionali fin dalla 'prima', nel 1901 a Praga.
Ninfa dolcissima, Rusalka si innamora d' un principe che viene a caccia sulle rive del lago.
Vuol diventare donna e le viene accordato, purché resti muta fin tanto che è tra gli uomini.
Non vogliamo svelare il piccolo giallo.
Ci pensano, durante l' opera, il guardacaccia e lo sguattero nelle funzioni di un coro greco narrante.
La musica, a volte ingenua, un po' floreale, contiene melodie
splendide e vi si avverte chiara la mano di un musicista di prim' ordine.
Avendo rinunciato per economia a un nuovo allestimento che Menotti avrebbe voluto di tono favolistico, si è scelto quello creato per Londra dieci anni fa da Stefanos Lazaridis con la regìa di David Pountney, qui rivista da John Lloyd Davies, che ne danno invece una lettura psicoanalitica piena di simboli (che Menotti suggerisce di ' non scervellarsi a tentar di interpretare' ).
L' edizione romana, diretta da Richard Hickox, è in originale cecco con sovratitoli.
Qualche taglio fatto da Menotti nel terzo atto era già stato accettato, pare, da Dvorak stesso all' epoca.
Ancora Menotti assicura che gli interpreti, tutti giovani, sono bravi come cantanti e come attori.
Il soprintendente Gian Paolo Cresci, bene in sella al suo teatro dopo i recenti successi, ha anche parlato del futuro cartellone.
In maggio verrà ripresa Aida per la quale c' è stata enorme richiesta.
La prossima Manon Lescaut non avrà un nuovo allestimento per le solite ragioni economiche ma sarà ripreso quello di Lila de Nobili creato vent' anni fa per Visconti a Spoleto.
Evviva il risparmio, se ci consente di rivedere uno spettacolo simile.
La regìa sarà di Menotti. Sta per ricominciare il ciclo dei recitals di canto (il primo sarà quello con Rockwell Blake) e continuano, con grande affluenza di pubblico, i concerti-lezione il lunedì mattina per le scuole e i concerti del martedì pomeriggio per gli anziani.
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
MUSICA: ROMA, AL TEATRO DELL'OPERA IL MONDO FIABESCO della RUSALKA.
Per la "Rusalka" al Teatro dell'Opera di Roma il cast sarà assolutamente internazionale.
Angeles Blancas Gulin e Anda-Louise Bogza si alterneranno nel ruolo della protagonista, con Kostyantyn Andreyev e
GIAN LUCA ZAMPIERI (tenore) in quello del Principe.
La strega Ježibaba sarà interpretata da Francesca Franci, con Andreas Macco nei panni dello "Spirito dell'acqua" e Patrizia Orciani in quello della principessa straniera.
Infine le tre ninfe saranno Anna Maria Wilk, Katarzyna Medlarska e Katarina Nicolich, con Armando Ariostini nel ruolo del guardiacaccia, Francesco Musinu in quello del cacciatore e Gemma Gabriella Stimola nei panni dello sguattero.
Un mondo misterioso di ninfe e streghe, ma anche di fate e cortigiani, in un'atmosfera di seduzioni e di incantesimi.
L'opera di Dvořák esordì a Praga, al Teatro Nazionale, il 31 marzo 1901.
Fra tutte le opere che abbiamo rappresentato ad Ostrava, ha spiegato il regista Ludek Golat, la Rusalka rimane il gioiello più grande.
Al suo interno si fondono la poesia e la musica.
Nel nostro allestimento, ha concluso il regista, abbiamo cercato di ispirarci alla prima rappresentazione che ci fu agli inizi del Novecento e nella stessa forma ai quadri di Gustav Klimt.
L'opera di Dvořák torna per la seconda volta al Teatro dell'Opera di Roma dopo che, nel 1993-1994 fu messa in scena per volontà di Gian Carlo Menotti, allora direttore artistico del Teatro, nell'allestimento dell'English National Opera, successivamente andato distrutto.
Questa versione della "Rusalka", sarà completamente in lingua originale con i sovratitoli in italiano.
Angeles Blancas Gulin e Anda-Louise Bogza si alterneranno nel ruolo della protagonista, con Kostyantyn Andreyev e
GIAN LUCA ZAMPIERI (tenore) in quello del Principe.
La strega Ježibaba sarà interpretata da Francesca Franci, con Andreas Macco nei panni dello "Spirito dell'acqua" e Patrizia Orciani in quello della principessa straniera.
Infine le tre ninfe saranno Anna Maria Wilk, Katarzyna Medlarska e Katarina Nicolich, con Armando Ariostini nel ruolo del guardiacaccia, Francesco Musinu in quello del cacciatore e Gemma Gabriella Stimola nei panni dello sguattero.
Un mondo misterioso di ninfe e streghe, ma anche di fate e cortigiani, in un'atmosfera di seduzioni e di incantesimi.
L'opera di Dvořák esordì a Praga, al Teatro Nazionale, il 31 marzo 1901.
Fra tutte le opere che abbiamo rappresentato ad Ostrava, ha spiegato il regista Ludek Golat, la Rusalka rimane il gioiello più grande.
Al suo interno si fondono la poesia e la musica.
Nel nostro allestimento, ha concluso il regista, abbiamo cercato di ispirarci alla prima rappresentazione che ci fu agli inizi del Novecento e nella stessa forma ai quadri di Gustav Klimt.
L'opera di Dvořák torna per la seconda volta al Teatro dell'Opera di Roma dopo che, nel 1993-1994 fu messa in scena per volontà di Gian Carlo Menotti, allora direttore artistico del Teatro, nell'allestimento dell'English National Opera, successivamente andato distrutto.
Questa versione della "Rusalka", sarà completamente in lingua originale con i sovratitoli in italiano.
LA RUSALKA DI DVORAK
Speranza
TEATRO DELL' OPERA.
Da "Cenerentola" alla "Rusalka" di Dvorak E arrivato a Roma Richard Sidney Hickox, il direttore che l' 11 gennaio interpreta la "Rusalka" di Dvorak al Teatro dell' Opera.
Le prove cominceranno mercoledi' prossimo.
La conferma della "Rusalka" significa che il teatro lirico ha trovato le risorse finanziarie per proseguire l' attivita' .
Il maestro Menotti pochi giorni fa al "Corriere" ricordava che, se il governo non interverra' a risanare il deficit di 56 miliardi, l' attivita' dell' Opera cessera' a fine anno.
Intanto al Brancaccio il 19 dicembre ci sara' "La Cenerentola" in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia e con i giovani cantanti dell' Accademia di Mantova diretta da Katia Ricciarelli. PALAGHIACCIO . A Capodanno Raf e Biagio Antonacci Il 31 dicembre al Palaghiaccio (via Appia Nuova) si svolgera' una serata intitolata "Tutto in una notte". Vuole essere la festa di Capodanno "piu' grande e divertente della capitale". Il Palaghiaccio sara' trasformato, un grande palco, due postazioni da dee jay, piste da ballo, pedane mobili, laser, giochi di luce. Il pubblico sara' in compagnia della musica di Raf e Biagio Antonacci. Biglietti disponibili dal 10 dicembre nelle prevendite abituali e al Palaghiaccio. Il costo del biglietto comprensivo di consumazione e' di 70.000 lire piu' i diritti di prevendita. TEATRO . "Phantasy" di Ciullo approda a Los Angeles Al Teatro Bing di Los Angeles e' andato in scena il nuovo spettacolo di Andrea Ciullo, "Phantasy", tra teatro, musica e poesia. Tre operine inedite per un "work in progress". Lo spettacolo nella sua forma compiuta sara' presentato a Roma in primavera. "I giovani di una compagnia di canto e recitazione . dice Ciullo . d' abitudine comunicano tra loro abbaiando. "Phantasy" ne mostra l' evoluzione". FILARMONICA . Domani all' Olimpico il pianista Giuseppe Scotese Domani alle 21 all' Olimpico per la Filarmonica concerto del pianista Giuseppe Scotese. Musiche di Liszt, Rihm e Schubert. Stasera invece alle 19 nella Chiesa di Sant' Ignazio ancora la Filarmonica propone nel giorno dell' Immacolata Concezione un concerto di canti gregoriani ispirati alla Madonna. La Cappella Musicale della Basilica di San Pietro sara' diretta da don Pablo Colino.
TEATRO DELL' OPERA.
Da "Cenerentola" alla "Rusalka" di Dvorak E arrivato a Roma Richard Sidney Hickox, il direttore che l' 11 gennaio interpreta la "Rusalka" di Dvorak al Teatro dell' Opera.
Le prove cominceranno mercoledi' prossimo.
La conferma della "Rusalka" significa che il teatro lirico ha trovato le risorse finanziarie per proseguire l' attivita' .
Il maestro Menotti pochi giorni fa al "Corriere" ricordava che, se il governo non interverra' a risanare il deficit di 56 miliardi, l' attivita' dell' Opera cessera' a fine anno.
Intanto al Brancaccio il 19 dicembre ci sara' "La Cenerentola" in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia e con i giovani cantanti dell' Accademia di Mantova diretta da Katia Ricciarelli. PALAGHIACCIO . A Capodanno Raf e Biagio Antonacci Il 31 dicembre al Palaghiaccio (via Appia Nuova) si svolgera' una serata intitolata "Tutto in una notte". Vuole essere la festa di Capodanno "piu' grande e divertente della capitale". Il Palaghiaccio sara' trasformato, un grande palco, due postazioni da dee jay, piste da ballo, pedane mobili, laser, giochi di luce. Il pubblico sara' in compagnia della musica di Raf e Biagio Antonacci. Biglietti disponibili dal 10 dicembre nelle prevendite abituali e al Palaghiaccio. Il costo del biglietto comprensivo di consumazione e' di 70.000 lire piu' i diritti di prevendita. TEATRO . "Phantasy" di Ciullo approda a Los Angeles Al Teatro Bing di Los Angeles e' andato in scena il nuovo spettacolo di Andrea Ciullo, "Phantasy", tra teatro, musica e poesia. Tre operine inedite per un "work in progress". Lo spettacolo nella sua forma compiuta sara' presentato a Roma in primavera. "I giovani di una compagnia di canto e recitazione . dice Ciullo . d' abitudine comunicano tra loro abbaiando. "Phantasy" ne mostra l' evoluzione". FILARMONICA . Domani all' Olimpico il pianista Giuseppe Scotese Domani alle 21 all' Olimpico per la Filarmonica concerto del pianista Giuseppe Scotese. Musiche di Liszt, Rihm e Schubert. Stasera invece alle 19 nella Chiesa di Sant' Ignazio ancora la Filarmonica propone nel giorno dell' Immacolata Concezione un concerto di canti gregoriani ispirati alla Madonna. La Cappella Musicale della Basilica di San Pietro sara' diretta da don Pablo Colino.
La Rusalka di Dvorak -- L'ondina. -- Inno alla luna
Speranza
Rusalka
Manifesto per la prima Rusalka, Praga marzo 1901
Lingua originale: ceco
Musica: Antonín Dvořák
Libretto: Jaroslav Kvapil
Fonti letterarie: Undine di F. da la Motte Fouqué;
La sirenetta di H. Ch. Andersen
Atti: tre
Epoca di composizione1900
Prima rappr.31 marzo 1901
TeatroTeatro Nazionale, Praga
Personaggi
Il Principe (Tenore)
La Principessa straniera (Soprano)
Rusalka (Soprano)
Ondin, lo spirito delle acque (Basso)
Ježibaba, la strega (Mezzo-soprano)
La Guardia Forestale (Tenore)
Lo sguattero (Soprano)
Il cacciatore (Tenore)
Prima ninfa del bosco (Soprano)
Seconda ninfa del bosco (Soprano)
Terza ninfa del bosco (Contralto)
Rusalka B. 203 (op. 114) è un'opera in tre atti con musica di Antonín Dvořák e il libretto in ceco di Jaroslav Kvapil (1868-1950), rappresentata per la prima volta a Praga il 31 marzo del 1901.
Il nome dell'opera proviene dalla mitologia slava dove una "rusalka" è uno spirito dell'acqua dei laghi e dei fiumi.
Rusalka è uno dei lavori dello scrittore Jaroslav Kvapil giovane e poco conosciuto ai tempi della stesura dell'opera poi successivamente molto celebrato nel teatro boemo.
Tratta una fiaba di carattere sentimentale amoroso ambientata in una natura incantata e personaggi vicini alla tradizione popolare slava.
Questa aspetto fu quello che colpì la sensibilità del compositore ceco nella scelta dell'opera l'indomani della fortunata Il diavolo e Caterina.
La storia riprende parte della fiaba Undine del tedesco Friedrich de la Motte Fouqué, e de La sirenetta di Andersen.
Nell'atto primo, sulle sponde di un lago, una notte nel lago di un bosco, chiamato dalle fate (Hou, hou, hou), lo Spirito delle acque emerge dai flutti per giocare assieme a loro.
Appare l'ondina Rusalka, ninfa dei laghi e dei fiumi, la quale parlando con lo Spirito delle acque, suo padre, gli confessa il suo intento a prendere sembianze umane per tentare di sposare un principe del quale s'è follemente innamorata.
Tentato invano di dissuaderla, lo spirito le indica la capanna della strega Jezibaba che può aiutarla.
L'ondina Rusalka rimane sola e prima di rivolgersi alla strega si augura che la luna preservi il sonno dell'amato (Mesícku na nebi hlubokém - "Inno alla luna").
Giunta alla capanna, la strega accetta di compiere l'incantesimo, ma in cambio le chiede il suo vestito trasparente di ondina, il patto che dovrà perdere la voce, e la maledizione, nel caso in cui il principe dovesse tradirla, che ella per l'eternità sarà dannata a vagare in solitudine negli abissi e a sua volta anche il principe sarà condannato.
La strega prepara il filtro (Tedy pojd’, honem pojd).
L'indomani all'alba il principe si trova a passare nei pressi del lago assieme ai suoi compagni preceduto dal canto di un cacciatore (Jel mlady lovec, jel a jel).
D'un tratto si sente magicamente attratto dalle acque e stanco così allontana i compagni di caccia invitandoli a tornare al castello.
Da una capanna esce l'ondina Rusalka e il giovane principe si trova presto sedotto dalla bellezza della ragazza (Vidino divná, presladká) la quale muta non può fare altro che gettarsi fra le braccia del principe.
Anch'egli ormai innamorato la invita a seguirlo al palazzo.
Nell'atto secondo, al palazzo del principe, fervono al castello i preparativi per le nozze del principe con la muta forestiera. Incuriosito chiede il guardacaccia al garzone di cucina che cosa stesse succedendo e se fosse vera la notizia del matrimonio del principe con una misteriosa donna (Járku, járku, klouce milé).
Avuta conferma della cosa i due si confidano che malvedono questa misteriosa forestiera in quanto venuta dal profondo bosco dove vivono strane creature, così si augurano che la chiacchiera che la bella principessa straniera venuta per le nozze starebbe per conquistare il cuore dello sposo sia vera affinché non si comprometta inevitabilmente il destino del loro principe.
Al palazzo la bella principessa brucia dall'invidia per questo amore e vuole conquistare il principe.
L'ondina Rusalka, triste in quanto avverte il cambiamento del suo amante di fronte all'avversaria, viene mandata a prepararsi per la festa.
Approfittando di questo la principessa straniera cerca di sedurre il principe.
Si arriva al ballo e tutto è festa tra danze e cori degli invitati, ma allo Spirito delle acque non sfugge la passione che sta per sfociare fra il principe e l'invitata così dispiaciuto emerge da una fontana ed avvisa Rusalka (Stokrát bys byla clovekem) che affranta, così tanto da ritrovare la voce, si duole anch'ella con il proprio padre per l'imminente nefasto destino che la vede perdere il suo amore terreno e l'impossibilità di tornare tra gli affetti delle acque, maledice la specie umana e riconosce come erano stati giusti i consigli del padre.
Intanto il principe e la principessa straniera
nel giardino del palazzo tessono
un appassionato duetto d'amore.
D'un tratto Rusalka nell'estremo tentativo di recuperare il principe si getta tra le braccia dell'amato che stavano stringendo quella dell'umana rivale, ma il principe, impaurito dal suo pallore e dalla sua freddezza, la respinge.
A quel punto lo Spirito delle acque reagisce sdegnato contro i due giovani umani, minaccia il principe predicendogli che Rusalka e lui non si separeranno mai.
Rusalka viene presa dal padre e portata con sé mentre il principe stordito chiede aiuto alla principessa straniera che invece si allontana con freddo sprezzo.
Nel terzo Atto, sulle sponde di un lago, l'ondina Rusalka è condannata ad errare per sempre perché è stata tradita dal principe.
Così la giovane alla luce delle sera chiede alla strega un'altra possibilità (Mladosti své pozbavena). La strega Jezibaba sentenzia, porgendole un coltello, che la giovane potrà sfuggire alla sua condanna se ucciderà il suo amato, ma Rusalka rinuncia e si tuffa nel lago. Rusalka scompare tra le onde mentre compaiono sulla scena il guardacaccia e lo sguattero che vengono a consultare la strega per guarire il loro principe affetto da una misteriosa malattia, ma vengono messi in fuga dallo Spirito delle acque ancora in collera per quanto successo a Rusalka, maledicendo la specie umana. Le fate festose (Mám, zlaté vlásky mám) non placano il dolore dello spirito per Rusalka. Accorre al lago il principe affranto dalle pene amorose e gli appare Rusalka che lo redarguisce amorevolmente per il suo tradimento. (Milácku, znás mne, znás?) Il principe implora il suo perdono e vuole baciarla, ma Rusalka lo avverte che si tratterà di un bacio mortale. Il principe accetta la sua sorte pur di morire nelle braccia della sua amata e trovare così finalmente pace.
Prima rappresentazione:
Růžena Maturová la "prima" Rusalka
La prima rappresentazione avvenne al Teatro nazionale di Praga il 31 marzo 1901.
RuoloTipo di vocePrimo Cast, 31 marzo 1901
(Conductor: Karel Kovařovic)
RusalkasopranoRůžena Maturová
Il principetenoreBohumil Pták
Ondin, Spirito delle acquebassoVáclav Kliment
La principessa stranierasopranoMarie Kubátová
Ježibaba, la stregamezzo-sopranoRůžena Vykoukalová-Bradáčová
Prima ninfa del boscosopranoAmalie Bobková
Seconda ninfa del boscosopranoElla Tvrdková
Terza ninfa del boscocontraltoHelena Towarnická
GuardacacciatenoreAdolf Krössing
SguatterosopranoVilemína Hájková
CacciatorebaritonoFrantišek Šír
Coro: Ninfe del bosco, ospiti al castello, compagni del principe.
Registrazioni[modifica | modifica sorgente]
AnnoCast
(Rusalka, Il principe,
Ondino - lo spirito del lago,
La principessa straniera, Ježibaba - la strega)Direttore,
Teatro dell'Opera e OrchestraCasa discografica
1952Ludmila Červinková,
Beno Blachut,
Eduard Haken,
Marie Podvalová,
Marta KrásováJaroslav Krombholc,
Teatro nazionale di Praga Coro ed OrchestraCD: Supraphon
1961Milada Šubrtová,
Ivo Žídek,
Eduard Haken,
Alena Miková,
Marie OvcácikováZdeněk Chalabala,
Teatro nazionale di Praga Coro ed OrchestraLP: Supraphon
1984Gabriela Beňačková,
Wiesław Ochman,
Richard Novák,
Věra Soukupová,
Anna BarováVáclav Neumann,
Orchestra filarmonica ceca e coro Filarmonica di PragaCD: Supraphon (riedito nel 2003)
1986Eilene Hannan,
John Treleaven,
Rodney Macann,
Phyllis Cannan,
Ann HowardMark Elder,
Coro ed Orchestra Opera nazionale inglese,
(Canti in inglese; direttore David Pountney)DVD: Arthaus Musik (rilasciato nel 2006)
1998Renee Fleming,
Ben Heppner,
Franz Hawlata,
Eva Urbanová,
Dolora ZajickCharles Mackerras,
Orchestra filarmonica ceca e Kühn Mixed ChoirAudio CD: Decca
2002Renee Fleming,
Sergei Larin,
Franz Hawlata
Eva Urbanova,
Larissa DiadkovaJames Conlon,
Coro ed Orchestra dell'Opera di ParigiDVD: Arthaus Musik (riedito nel 2009)
2007Cheryl Barker,
Rosario la Spina,
Bruce Martin,
Elizabeth Whitehouse,
Anne-Marie OwensRichard Hickox,
Coro ed Orchestra della Sydney Opera HouseAudio CD: Chandos
2008Camilla Nylund,
Piotr Beczała,
Alan Held
Emily Magee,
Birgit RemmertFranz Welser-Möst,
Cleveland OrchestraCD: Orfeo
2009Ana Maria Martinez,
Brandon Jovanovich,
Mischa Schelomianski,
Tatiana Pavlovskaya,
Larissa DiadkovaJirí Belohlávek,
London Philharmonic Orchestra e Coro di GlydebourneAudio CD: Glyndebourne Festival Opera
A Roma è stato presentata per la prima volta nella stagione operistica del 1993/'94.
Il nome dello Spirito del Lago si trova a volte come Ondin oppure come Undine o, come nella lingua slava lo chiamano, Vodník.
Nell'opera lo chiamano anche Hastrmánku
La registrazione del noto "Inno alla luna" eseguito da Gabriela Beňačková si può sentire nel film statunitense A spasso con Daisy
La registrazione della Renée Fleming si può sentire nel film messicano Il cielo dividido e nello statunitense Pretty Bird.
Note[modifica | modifica sorgente]
^ NOINDC
[nascondi] V · D · MAntonín Dvořák
SinfonieSinfonia n. 1 Le Campane di Zlonice B9 · Sinfonia n. 2 op. 4 · Sinfonia n. 3 op. 10 · Sinfonia n. 4 op. 13 · Sinfonia n. 5 op. 76 · Sinfonia n. 6 op. 60 · Sinfonia n. 7 op. 70 · Sinfonia n. 8 op. 88 · Sinfonia n. 9 Dal nuovo mondo op. 95
ConcertiConcerto per pianoforte e orchestra in Sol minore op. 33 · Concerto per violino e orchestra in La minore op. 53 · Concerto per violoncello e orchestra in La maggiore b.10 · Concerto per violoncello e orchestra in Si minore op. 104
Poemi sinfoniciIl Folletto delle acque · La strega di mezzogiorno · The Golden Spinning Wheel · The Wild Dove · A Hero's Song
Altre composizioniDanze Slave · Humoresques · Rusalka · Serenata per archi in Mi maggiore, Op. 22 · Silent Woods · Stabat Mater · Suite Ceca
Lista delle composizioni di Antonín Dvořák · Cratere Dvorák
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Categorie:
Composizioni di Antonín Dvořák
Opere liriche in lingua ceca
Undine
Rusalka
Manifesto per la prima Rusalka, Praga marzo 1901
Lingua originale: ceco
Musica: Antonín Dvořák
Libretto: Jaroslav Kvapil
Fonti letterarie: Undine di F. da la Motte Fouqué;
La sirenetta di H. Ch. Andersen
Atti: tre
Epoca di composizione1900
Prima rappr.31 marzo 1901
TeatroTeatro Nazionale, Praga
Personaggi
Il Principe (Tenore)
La Principessa straniera (Soprano)
Rusalka (Soprano)
Ondin, lo spirito delle acque (Basso)
Ježibaba, la strega (Mezzo-soprano)
La Guardia Forestale (Tenore)
Lo sguattero (Soprano)
Il cacciatore (Tenore)
Prima ninfa del bosco (Soprano)
Seconda ninfa del bosco (Soprano)
Terza ninfa del bosco (Contralto)
Rusalka B. 203 (op. 114) è un'opera in tre atti con musica di Antonín Dvořák e il libretto in ceco di Jaroslav Kvapil (1868-1950), rappresentata per la prima volta a Praga il 31 marzo del 1901.
Il nome dell'opera proviene dalla mitologia slava dove una "rusalka" è uno spirito dell'acqua dei laghi e dei fiumi.
Rusalka è uno dei lavori dello scrittore Jaroslav Kvapil giovane e poco conosciuto ai tempi della stesura dell'opera poi successivamente molto celebrato nel teatro boemo.
Tratta una fiaba di carattere sentimentale amoroso ambientata in una natura incantata e personaggi vicini alla tradizione popolare slava.
Questa aspetto fu quello che colpì la sensibilità del compositore ceco nella scelta dell'opera l'indomani della fortunata Il diavolo e Caterina.
La storia riprende parte della fiaba Undine del tedesco Friedrich de la Motte Fouqué, e de La sirenetta di Andersen.
Nell'atto primo, sulle sponde di un lago, una notte nel lago di un bosco, chiamato dalle fate (Hou, hou, hou), lo Spirito delle acque emerge dai flutti per giocare assieme a loro.
Appare l'ondina Rusalka, ninfa dei laghi e dei fiumi, la quale parlando con lo Spirito delle acque, suo padre, gli confessa il suo intento a prendere sembianze umane per tentare di sposare un principe del quale s'è follemente innamorata.
Tentato invano di dissuaderla, lo spirito le indica la capanna della strega Jezibaba che può aiutarla.
L'ondina Rusalka rimane sola e prima di rivolgersi alla strega si augura che la luna preservi il sonno dell'amato (Mesícku na nebi hlubokém - "Inno alla luna").
Giunta alla capanna, la strega accetta di compiere l'incantesimo, ma in cambio le chiede il suo vestito trasparente di ondina, il patto che dovrà perdere la voce, e la maledizione, nel caso in cui il principe dovesse tradirla, che ella per l'eternità sarà dannata a vagare in solitudine negli abissi e a sua volta anche il principe sarà condannato.
La strega prepara il filtro (Tedy pojd’, honem pojd).
L'indomani all'alba il principe si trova a passare nei pressi del lago assieme ai suoi compagni preceduto dal canto di un cacciatore (Jel mlady lovec, jel a jel).
D'un tratto si sente magicamente attratto dalle acque e stanco così allontana i compagni di caccia invitandoli a tornare al castello.
Da una capanna esce l'ondina Rusalka e il giovane principe si trova presto sedotto dalla bellezza della ragazza (Vidino divná, presladká) la quale muta non può fare altro che gettarsi fra le braccia del principe.
Anch'egli ormai innamorato la invita a seguirlo al palazzo.
Nell'atto secondo, al palazzo del principe, fervono al castello i preparativi per le nozze del principe con la muta forestiera. Incuriosito chiede il guardacaccia al garzone di cucina che cosa stesse succedendo e se fosse vera la notizia del matrimonio del principe con una misteriosa donna (Járku, járku, klouce milé).
Avuta conferma della cosa i due si confidano che malvedono questa misteriosa forestiera in quanto venuta dal profondo bosco dove vivono strane creature, così si augurano che la chiacchiera che la bella principessa straniera venuta per le nozze starebbe per conquistare il cuore dello sposo sia vera affinché non si comprometta inevitabilmente il destino del loro principe.
Al palazzo la bella principessa brucia dall'invidia per questo amore e vuole conquistare il principe.
L'ondina Rusalka, triste in quanto avverte il cambiamento del suo amante di fronte all'avversaria, viene mandata a prepararsi per la festa.
Approfittando di questo la principessa straniera cerca di sedurre il principe.
Si arriva al ballo e tutto è festa tra danze e cori degli invitati, ma allo Spirito delle acque non sfugge la passione che sta per sfociare fra il principe e l'invitata così dispiaciuto emerge da una fontana ed avvisa Rusalka (Stokrát bys byla clovekem) che affranta, così tanto da ritrovare la voce, si duole anch'ella con il proprio padre per l'imminente nefasto destino che la vede perdere il suo amore terreno e l'impossibilità di tornare tra gli affetti delle acque, maledice la specie umana e riconosce come erano stati giusti i consigli del padre.
Intanto il principe e la principessa straniera
nel giardino del palazzo tessono
un appassionato duetto d'amore.
D'un tratto Rusalka nell'estremo tentativo di recuperare il principe si getta tra le braccia dell'amato che stavano stringendo quella dell'umana rivale, ma il principe, impaurito dal suo pallore e dalla sua freddezza, la respinge.
A quel punto lo Spirito delle acque reagisce sdegnato contro i due giovani umani, minaccia il principe predicendogli che Rusalka e lui non si separeranno mai.
Rusalka viene presa dal padre e portata con sé mentre il principe stordito chiede aiuto alla principessa straniera che invece si allontana con freddo sprezzo.
Nel terzo Atto, sulle sponde di un lago, l'ondina Rusalka è condannata ad errare per sempre perché è stata tradita dal principe.
Così la giovane alla luce delle sera chiede alla strega un'altra possibilità (Mladosti své pozbavena). La strega Jezibaba sentenzia, porgendole un coltello, che la giovane potrà sfuggire alla sua condanna se ucciderà il suo amato, ma Rusalka rinuncia e si tuffa nel lago. Rusalka scompare tra le onde mentre compaiono sulla scena il guardacaccia e lo sguattero che vengono a consultare la strega per guarire il loro principe affetto da una misteriosa malattia, ma vengono messi in fuga dallo Spirito delle acque ancora in collera per quanto successo a Rusalka, maledicendo la specie umana. Le fate festose (Mám, zlaté vlásky mám) non placano il dolore dello spirito per Rusalka. Accorre al lago il principe affranto dalle pene amorose e gli appare Rusalka che lo redarguisce amorevolmente per il suo tradimento. (Milácku, znás mne, znás?) Il principe implora il suo perdono e vuole baciarla, ma Rusalka lo avverte che si tratterà di un bacio mortale. Il principe accetta la sua sorte pur di morire nelle braccia della sua amata e trovare così finalmente pace.
Prima rappresentazione:
Růžena Maturová la "prima" Rusalka
La prima rappresentazione avvenne al Teatro nazionale di Praga il 31 marzo 1901.
RuoloTipo di vocePrimo Cast, 31 marzo 1901
(Conductor: Karel Kovařovic)
RusalkasopranoRůžena Maturová
Il principetenoreBohumil Pták
Ondin, Spirito delle acquebassoVáclav Kliment
La principessa stranierasopranoMarie Kubátová
Ježibaba, la stregamezzo-sopranoRůžena Vykoukalová-Bradáčová
Prima ninfa del boscosopranoAmalie Bobková
Seconda ninfa del boscosopranoElla Tvrdková
Terza ninfa del boscocontraltoHelena Towarnická
GuardacacciatenoreAdolf Krössing
SguatterosopranoVilemína Hájková
CacciatorebaritonoFrantišek Šír
Coro: Ninfe del bosco, ospiti al castello, compagni del principe.
Registrazioni[modifica | modifica sorgente]
AnnoCast
(Rusalka, Il principe,
Ondino - lo spirito del lago,
La principessa straniera, Ježibaba - la strega)Direttore,
Teatro dell'Opera e OrchestraCasa discografica
1952Ludmila Červinková,
Beno Blachut,
Eduard Haken,
Marie Podvalová,
Marta KrásováJaroslav Krombholc,
Teatro nazionale di Praga Coro ed OrchestraCD: Supraphon
1961Milada Šubrtová,
Ivo Žídek,
Eduard Haken,
Alena Miková,
Marie OvcácikováZdeněk Chalabala,
Teatro nazionale di Praga Coro ed OrchestraLP: Supraphon
1984Gabriela Beňačková,
Wiesław Ochman,
Richard Novák,
Věra Soukupová,
Anna BarováVáclav Neumann,
Orchestra filarmonica ceca e coro Filarmonica di PragaCD: Supraphon (riedito nel 2003)
1986Eilene Hannan,
John Treleaven,
Rodney Macann,
Phyllis Cannan,
Ann HowardMark Elder,
Coro ed Orchestra Opera nazionale inglese,
(Canti in inglese; direttore David Pountney)DVD: Arthaus Musik (rilasciato nel 2006)
1998Renee Fleming,
Ben Heppner,
Franz Hawlata,
Eva Urbanová,
Dolora ZajickCharles Mackerras,
Orchestra filarmonica ceca e Kühn Mixed ChoirAudio CD: Decca
2002Renee Fleming,
Sergei Larin,
Franz Hawlata
Eva Urbanova,
Larissa DiadkovaJames Conlon,
Coro ed Orchestra dell'Opera di ParigiDVD: Arthaus Musik (riedito nel 2009)
2007Cheryl Barker,
Rosario la Spina,
Bruce Martin,
Elizabeth Whitehouse,
Anne-Marie OwensRichard Hickox,
Coro ed Orchestra della Sydney Opera HouseAudio CD: Chandos
2008Camilla Nylund,
Piotr Beczała,
Alan Held
Emily Magee,
Birgit RemmertFranz Welser-Möst,
Cleveland OrchestraCD: Orfeo
2009Ana Maria Martinez,
Brandon Jovanovich,
Mischa Schelomianski,
Tatiana Pavlovskaya,
Larissa DiadkovaJirí Belohlávek,
London Philharmonic Orchestra e Coro di GlydebourneAudio CD: Glyndebourne Festival Opera
A Roma è stato presentata per la prima volta nella stagione operistica del 1993/'94.
Il nome dello Spirito del Lago si trova a volte come Ondin oppure come Undine o, come nella lingua slava lo chiamano, Vodník.
Nell'opera lo chiamano anche Hastrmánku
La registrazione del noto "Inno alla luna" eseguito da Gabriela Beňačková si può sentire nel film statunitense A spasso con Daisy
La registrazione della Renée Fleming si può sentire nel film messicano Il cielo dividido e nello statunitense Pretty Bird.
Note[modifica | modifica sorgente]
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SinfonieSinfonia n. 1 Le Campane di Zlonice B9 · Sinfonia n. 2 op. 4 · Sinfonia n. 3 op. 10 · Sinfonia n. 4 op. 13 · Sinfonia n. 5 op. 76 · Sinfonia n. 6 op. 60 · Sinfonia n. 7 op. 70 · Sinfonia n. 8 op. 88 · Sinfonia n. 9 Dal nuovo mondo op. 95
ConcertiConcerto per pianoforte e orchestra in Sol minore op. 33 · Concerto per violino e orchestra in La minore op. 53 · Concerto per violoncello e orchestra in La maggiore b.10 · Concerto per violoncello e orchestra in Si minore op. 104
Poemi sinfoniciIl Folletto delle acque · La strega di mezzogiorno · The Golden Spinning Wheel · The Wild Dove · A Hero's Song
Altre composizioniDanze Slave · Humoresques · Rusalka · Serenata per archi in Mi maggiore, Op. 22 · Silent Woods · Stabat Mater · Suite Ceca
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Opere liriche in lingua ceca
Undine
KVAPIL, librettista della "Rusalka" di Dvorak
Speranza
Jaroslav Kvapil (September 25, 1868 in Chudenice – January 10, 1950 in Prague) was a Czech poet, playwright, and librettist.
From 1900 he was a director and Dramaturg at the National Theatre in Prague, where he introduced plays by Anton Chekhov, Henrik Ibsen and Maxim Gorky into the repertoire.
Later he was a director at the Vinohrady Theatre (1921–1928).
He wrote six plays, but is today chiefly remembered as the librettist of Antonín Dvořák's Rusalka.[1]
Kvapil was the principal author of the Manifesto of Czech writers of 1917, signed by over two hundred leading Czechs, favouring the concept of Czech self-government.[2]
This article is about the Czech poet, playwright, and librettist.
For the Czech composer, conductor, and pianist, see Jaroslav Kvapil (composer).
Jaroslav Kvapil (September 25, 1868 in Chudenice – January 10, 1950 in Prague) was a Czech poet, playwright, and librettist.
From 1900 he was a director and Dramaturg at the National Theatre in Prague, where he introduced plays by Anton Chekhov, Henrik Ibsen and Maxim Gorky into the repertoire.
Later he was a director at the Vinohrady Theatre (1921–1928).
He wrote six plays, but is today chiefly remembered as the librettist of Antonín Dvořák's Rusalka.[1]
Kvapil was the principal author of the Manifesto of Czech writers of 1917, signed by over two hundred leading Czechs, favouring the concept of Czech self-government.[2]
References[edit]
- Jump up ^ The Metropolitan Opera Stories of the Great Operas By John W. Freeman, Metropolitan Opera (New York, N.Y.), pg 127
- Jump up ^ J. Poláček, Manifest českých spisovatelů (2007)
Wikimedia Commons has media related to Jaroslav Kvapil. |
|
Persondata | |
---|---|
Name | Kvapil, Jaroslav |
Alternative names | |
Short description | Czech writer |
Date of birth | September 25, 1868 |
Place of birth | |
Date of death | January 10, 1950 |
Place of death |
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