Assurbanipal
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Assurbanipal | |
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Bassorilievo dal palazzo nord di Ninive (640 a.C. ca.), raffigurante Assurbanipal a caccia (British Museum, Londra) | |
Re di Assiria | |
In carica | 668 - 631 a.C. |
Predecessore | Asarhaddon |
Successore | Assur-etil-ilani |
Nascita | ? |
Morte | 631 a.C. |
Padre | Asarhaddon |
Madre | Naqi'a-Zakutu |
« E tu gli ornavi del tuo riso i canti che il lombardo pungean Sardanapalo cui solo è dolce il muggito de' buoi, che dagli antri abdüani e dal Ticino lo fan d'ozi beato e di vivande. » |
(U. Foscolo, Dei Sepolcri, vv. 57-61) |
Assurbanipal o Sardanapalo (in accadico Aššur-bāni-apli, in siriaco ܐܫܘܪ ܒܢܐ ܐܦܠܐ - "Ashur è il creatore di un erede"; ... – 631 a.C.) fu re degli Assiri (668-631 a.C.). È menzionato nei testi biblici come Asenappar o Osnapper. Figlio secondogenito di Asarhaddon e Naqi'a-Zakutu, divenne principe ereditario alla morte del fratello maggiore Sin-iddina-apla; l'altro fratello Shamash-shum-ukin divenne invece re di Babilonia.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Giuramento di fedeltà richiesto da Esarhaddon ai Medi in occasione della designazione di Assurbaniapal quale erede al trono d'Assiria |
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«Patti che Esarhaddon re d'Assiria ha stabilito con voi di fronte ai grandi dèi del cielo e della terra, riguardo al principe ereditario Assurbanipal, figlio di Esarhaddon re d'Assiria, vostro signore, che egli ha nominato e insediato come principe ereditario. Quando Esarhaddon re d'Assiria andrà al suo destino, voi insedierete il principe ereditario Assurbanipal sul trono regale. Egli eserciterà la regalità e signoria d'Assiria sopra di voi. Voi lo proteggerete in campagna e in città. Voi combatterete e morrete per lui. Voi parlerete a lui nella verità dei vostri cuori. Voi gli darete consigli nella pienezza dei vostri cuori. Voi metterete la buona strada sotto i suoi piedi. Non gli sarete ostili, e non insedierete sul trono d'Assiria, al suo posto, uno dei suoi fratelli – maggiori o minori che siano –. La parola di Esarhaddon re d'Assiria non cambierete e non modificherete. Servirete soltanto il principe ereditario Assurbanipal che Esarhaddon re d'Assiria, vostro signore, [ha stabilito] eserciterà regalità e signoria sopra di voi.
Voi proteggerete il principe ereditario Assurbanipal, che Esarhaddon re d'Assiria vi ha designato e vi ha detto, e riguardo al quale ha stabilito e reso costrittivi con voi i patti. Non peccherete nei vostri cuori, né porterete le vostre mani su di lui con cattiveria. Non eseguirete contro di lui azioni ribelli o parole non buone. Non scalzerete dalla regalità d'Assiria e non farete prendere il trono, al posto suo, ad uno dei suoi fratelli – maggiori o minori che siano. Non porrete sopra di voi alcun altro re o signore. Non presterete giuramento ad alcun altro re o signore. Non ascolterete né nasconderete alcuna parola non buona o non confacente riguardo alla regalità, che sia ostile e pregiudizievole contro il principe ereditario Assurbanipal, sia [che venga] dalla bocca dei suoi fratelli o dei suoi zii o dei suoi cugini, della sua famiglia, della sua discendenza paterna, sia [che venga] dalla bocca di notabili o dei governatori, sia dalla bocca degli ufficiali o degli eunuchi, o dalla bocca dei sapienti o dalla bocca di tutta la gente, quanta ce n'è. Ma invece andrete e la [: parola ostile] denuncerete al principe ereditario Assurbaniapl. Se Esarhaddon re d'Assiria va al suo destino quando i suoi figli sono ancora piccoli, voi farete prendere il trono d'Assiria al principe ereditario Assurbanipal, e insedierete sul trono regale di Babilonia Shamash-shum-ukin suo fratello gemello, principe ereditario di Babilonia. La regalità di Sumer e Akkad, di Karduniash [: Babilonia] tutta quanta sottometterete a lui. Tutti quanti i doni che Esarhaddon re d'Assiria gli ha fatto, egli porterà via con sé, neppure uno ne tratterrete»[1]. |
La salita al trono del re assiro Assurbanipal non fu facile, essendo egli inviso a buona parte della popolazione, della corte regale e del clero: per questa ragione il padre, ancora in vita, aveva redatto veri e propri contratti (adê, come trattato di vassallaggio) coi quali si prometteva la futura lealtà per il proprio successore. Ciò malgrado, Assurbanipal viene descritto (particolarmente da Diodoro Siculo, ma è citato anche da Orosio, Giovenale e perfino Dante) come ricco e potente, colto, anzi capace di leggere e scrivere (dote rara fra i sovrani dell'epoca): inoltre istituì a Ninive la prima raccolta dei testi in scrittura cuneiforme di cui gli Assiri avessero copia. La raccolta, ordinata per la prima volta secondo criteri classificativi sistematici (sia pur rudimentali), innovativamente si distingueva dai disordinati depositi archivistici sino ad allora in uso, e raccolse un corpus di testi (di cui molti sono oggi al British Museum di Londra) che spaziavano dalle raccolte di tradizioni astronomico-religiose alla repertazione di glosse sulla lingua sumera. Dalla biblioteca di Ninive vengono ad esempio i testi più completi sull'epopea di Gilgamesh. Promosse anche la lavorazione artistica della pietra, sia nell'arte della scultura, sia nell'architettura.
Assurbanipal fu l'ultimo grande re di Assiria, con lui raggiunse l'apogeo prima della rapida decaduta. Leggendario fondatore di Tarso (la città di san Paolo, oggi in Turchia, in realtà già esistente dall'età del bronzo), di cui si narrò una leggendaria fondazione in un giorno solo, entrò in guerra contro Babilonia, retta dal fratello Shamash-shum-ukin, che aveva aggregato una coalizione di popoli (della Mesopotamia, ma anche dell'Egitto) contro Ninive. Assurbanipal sconfisse Babilonia, si espanse sui territori arabi e punì i collusi elamiti, distruggendone la capitale Susa. A governare Babilonia pose Kandalanu quale reggente assiro.
Anche il privato di Assurbanipal divenne pubblico, perché (non si sa con quanto fondamento) per secoli - e sino a tempi recenti - fu descritto, se non proprio come un omosessuale, almeno come uomo non virile, e la tradizione storiografica lo distinse come simbolo di effeminatezza e (in un'accezione negativa) di voluttà. Per contro, altre visioni, non meno indignate, lo volevano semplicemente dedito alla crapula in senso più "convenzionalmente" orgiastico. Si sa che viveva chiuso nel suo palazzo di Ninive, pare quasi sempre rinserrato all'interno di un nutrito gineceo con un numero ragguardevole di ospiti. Il re è citato nell'opera di Aristotele, l'Etica Nicomachea, quando analizza il comportamento dell'uomo dinanzi alla felicità ed al piacere.
Leggenda[modifica | modifica wikitesto]
La leggenda vuole che la sua morte sia stata in varia misura, secondo le differenti versioni, causata dalle sue scandalose abitudini. Un satrapo di nome Arbace sarebbe giunto a palazzo dal territorio dei Medi per avere udienza e lo avrebbe trovato coinvolto in pratiche peccaminose. Scandalizzato, fece ritorno ai suoi possedimenti, giurando che non avrebbe più obbedito a un simile sovrano. Istigato da Belesys, un religioso caldeo, organizzò una spedizione di conquista su Ninive e ingaggiò un lungo conflitto in cui, secondo alcune versioni, Assurbanipal avrebbe vinto tre battaglie. Soddisfatto, il sovrano si sarebbe rituffato nelle usuali gozzoviglie: profittando della distrazione, Arbace avrebbe a quel punto avuto gioco facile nel catturarlo e condurlo in ceppi insieme alle concubine in Media. Qui il re si sarebbe mantenuto, grazie alle sue abbondanti ricchezze, in dorata prigionia finché, abbandonato da seguaci e alleati, isolato dall'esterno, la vita gli sarebbe venuta a noia e si sarebbe fatto bruciare su una pira funeraria con la sua favorita Mirra, insieme alle altre concubine.Tale episodio venne immaginato e figurato da Eugène Delacroix nel celebre dipinto La morte di Sardanapalo.
Tra le articolatissime tradizioni della leggenda e la ricostruzione storica moderna non sono pochi i punti di divergenza. Ad esempio, nonostante le piccanti insinuazioni sulle sue inclinazioni sessuali, pare accertato che abbia avuti o adottati dei figli (Assur-etil-ilani, Sin-shar-ishkun e Sin-shumu-lishir), i quali alla sua morte si sarebbero contesi il Regno assiro, mentre quello di Babilonia sarebbe stato conquistato dal loro fratello Nabopolassar.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ M. Liverani, Antico Oriente. Storia, società, econimia, Roma-Bari, Laterza, 2011 [1988], p. 727, ISBN 978-88-420-9588-0.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Mario Liverani, Antico Oriente. Storia, società, economia, Laterza, Roma-Bari 1991, ISBN 88-420-3842-3
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikiquote contiene citazioni di o su Assurbanipal
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