Il palazzo Fusconi Pighini, poi del Gallo di Roccagiovine è un edificio sito in Roma, piazza Farnese 44 (rione VII, Regola).
Il palazzo Fusconi fu attribuito a Jacopo Barozzi da Vignola, ma fu poi costruito verso il 1524 da Baldassarre Peruzzi, cui si deve certamente il disegno del portale, per conto di Francesco Fusconi da Norcia, archiatra pontificio di Clemente VII e Paolo III.
Ereditato intorno al 1554 dal nipote Adriano Fusconi, vescovo di Aquino, passò quindi ai Pighini, suoi nipoti.
Il fabbricato era più piccolo dell’attuale e fu ampliato da Alessandro Pighini agli inizi del ‘700.
Il progetto fu affidato all’architetto Alessandro Specchi che completò il complesso nella forma attuale.
Dopo diversi passaggi di proprietà, l’edificio fu acquisito dai marchesi Del Gallo di Roccagiovine, parenti acquisiti dei Bonaparte.
L’edificio occupa l’isolato compreso tra piazza Farnese, via dei Baullari, campo de' Fiori e via della Corda.
La facciata principale è su piazza Farnese.
Al piano terreno, al centro il notevole il portale rettangolare di Peruzzi, ai cui lati due colonne su alti plinti sorreggono il balcone del piano nobile. È fiancheggiato da botteghe con cornice ad arco ribassato, con al centro lo stemma dei Pighini. Sulle botteghe si aprono le finestre del piano ammezzato; quelle alle estremità hanno architrave con festone, conchiglia ed una testina. Dopo la cornice marcapiano, al piano nobile, si aprono alle estremità due finestre a loggia seguite da altre due normali e la porta finestra del balcone centrale, inquadrata da due colonne e timpano spezzato con lo stemma dei Roccagiovine. Al piano superiore si notano sette finestre con architrave semplice, salvo quella centrale, ornata con un’aquila dalle ali aperte. L’ultimo piano mostra balconcini laterali e centrale sormontati da conchiglie, separati da finestrelle. Notevole anche la facciata su via dei Baullari, con al piano terreno sei botteghe ed un portone centrale, su cui si affaccia il balcone del piano nobile con porta finestra decorata con festoni. Ogni piano presenta tredici finestre.
I proprietari avevano raccolto nel palazzo una collezione di opere antiche, tra le quali una statua di "Meleagro" con il cinghiale, copia romana dell’originale attribuito a Skopas (IV sec. a.C.) conservato ora nei Musei Vaticani (Museo Pio Clementino).
Un cronista del Settecento ha scritto:
I conservatori del popolo romano hanno
ritrovato un testamento nel quale la statua
di "Meleagro" e le altre nel palazzo Pichini
in Piazza Farnese, in caso di alienazione,
vadano al Campidoglio».
(G. Carpaneto)
- Giorgio Carpaneto, I palazzi di Roma, Newton Compton, Roma 1991.
- Sergio Delli, Le strade di Roma, Newton Compton, Roma 1998.
- Guide rionali di Roma, VII, Regola, parte seconda, (Carlo Pietrangeli) Roma 1976.
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