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Friday, June 27, 2014

"IO LIZIO IDOMENEO, col matrimonio con EUIPPA, otteni la CITTA che mio suocero aveva fondato e la ingrandii".

Speranza

Porta Rudiae
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A segnare gli antichi limiti della cerchia cittadina leccese c’erano quattro porte, di cui oggi ne rimangono solo tre:
 
1) Porta Napoli, che è la più antica
 
2) porta S. Biagio
 
3) porta Rudiae.
 
Aperta sul braccio delle mura orientali della città, la porta Rudiae e la più interessane e antica delle porte di Lecce, quella che volgeva verso l'antica città di Rudiae, patria del poeta latino Quinto Ennio, e da cui ha preso il nome.
 
La porta RUDIAE originale crollò verso la fine del XVII secolo ma fu generosamente ricostruita nel 1703 da un patrizio leccese.
 
La porta e' costituita da un unico fornice inquadrato da colonne che poggiano su di un alto podio e sorreggono un fregio su cui sono collocati i busti dei mitici fondatori della città:
 
1) Licio Idomeneo
2) Malennio
3) sua figlia Euippa e
4) suo figlio Dauno, re delle Puglie che da lui furono chiamate, nell’antichità, Daunia.
 
Sotto i busto di Malennio si legge:
 
"Io sono il re e il fondatore della città, Malennio figlio di Dasumno e nipote di Salo".
 
Sotto quello di Dauno si legge:" Io sono il  re Dauno, figlio di Malennio, illustre per il mio regno e il maneggio delle armi".
 
Sotto il busto di Euippa si legge:" Euippa, sorella di Dauno, sopravvissuta al fratello, con mano di donna seppi reggere lo scettro avuto".
 
Sotto il busto di Lizio o Licio Idomeneo si legge:
 
"Io Lizio Idomeneo, col matrimonio con Euippa, ottenni la città che mio suocero aveva fondato e la ingrandii".
 
Questa porta è detta anche di Sant'Oronzo perché è ad egli consacrata come si legge sull'iscrizione posta sul fastigio del monumento.
 
La statua di S.Oronzo che sovrasta il fastigio è affiancata dalle statue di S.Domenico e di Sant'Irene, protettori minori di Lecce. Inoltrandosi verso il centro, il barocco leccese esplode nella plasticità delle architetture, nella grazia degli ornamenti, nella ridondante ricchezza che rendono ancora più raffinati questi palazzi, segni di un’antica nobiltà soprattutto di cultura.

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