IL SOGNO DI SCIPIONE. Digitized by Google Digitized by Google 57* M- TULLI! c I C E R Ó N I s S O M N I U M SCIPIONIS. > Ex libro de Repub. fexto . S(K Cicero de Rep. libre s firipft , in quibus *ptì- . **» «vitati; #*/««> explicuit. Sed per *"•£ nes, pr£ter partkulam batte libri ultimi. Dijpu- tationem contulit in africani Minons P'f »™* Tbili , Là: Hi, ÌS* Marnisi, adjunfhs adolejcentt- bus £. Tubertne , “P. Rutilio , & duobus Lflio 'generis. Scivola, & Fannie , Verro cum Sepia in fexto ju/litiam Uudaffet , co Mradifputattonem Tbili in estrema libri parte per hoc figmentum ad e *v* colcniam , propo fitti tn calo pr amiti * bortatur * i SCI- S77 «•C $«• CICERONE Frammento rimafo dal libro fello C/V. compofe fu di Repubblica fei libri , dichiaro il miglior fi fi e ma della citta . A/* /imo tutti periti , fuor folamente quefto frammento dei t ultimo libro • ^Applico il ragionamento in perfona dell' .Affrica no il Minore , <f/‘ Filo , rf/ £f//V, f rfj Manilio , coll* intervento ancora de* giovani Quìn- to Tuberone y Pubblio Rutilio > e de* due generi di Lelio Scevola e Fannio . Or* Scipione avendo nel Hb . fefio la giuflizia lodato , contro al ragionare di Filo , nell ultima parte del libro con quefla in- venzione conforta , proponendone in cielo i pre - m) > a praticarla • DI MARCO TULLIO IL SOGNO DI SCIPIONE Oo SCI- Digitized by Google 578 MARCO TULLIO CICERONE. iSCI PIO LOQUITUR. 4 I ■ 1* v » * C UM in Africani veniftem, M. Manilio z Confuti ad quartam legionem Tribunus , ut fcitis, mili- tum ; nihil mihi potiusfuit, quam ut $ Mafmif- fam convenirem, regem farri il \x noftrsejuftis decauflis amicìfllmum * Ad quem ut veni, complexus me (enex collacrymavit : aliquantoque polì (ulpexit in calum , Grate* (inquic) tibi ago, furarne Sol, vobifque, 4 rel qui Caelites ; quod, antequam ex bac vita migro, confpicio in meo regno & histe&is P. Cornelium Sci* pionem, cujus egO nomine ipfo recreor .* ita numquam ex animo meo difcedit illius Optimi atque invitìiffìmi viri memoria, Deinde ego illum de fuo regno , illemd denofìra Repub. percontatus eft : multifque verbis ut- tro citroque habitis, i 1 le nobis confumptus eli dies « Poftautem regio apparatu accepti, fermcnemin mul- tata nodem produximns; cumfenex nìtiil nifi de Afri- cano loqueretur, omnìaque eius non fafta folnm, fed ttiam di&a m^miniflet; deinde, ut cubitum difcedi. mus, me & de via fefl'um, & qui ad multam noflem vi- t Seipio . Figliuola di Lucia Emilio Paolo Macedonico , adot- tato da Scipittne figliuolo dell* Affici cano il maggiore , che di- flrutfe Cartagine e Numanzla nell'anno 609 Or etto nella dif- puta di Repubblica follenea coti- tra l' oppln Ione di Filo, che tan- to era falfo non poterli lenza commettere inglnftiiie la Repub- blica governare, che anzi dicea non poterli reggere Lina una » fornirla gluftizia Sant* Agoftino di clb ragiona nel libro il cap. 21. de Civltate D I, a' cui tem- pi quelli libri di Rtpubl. fi leg- geano , come pare , ed andavano attorno . 1 Confuti ...... tribunus militum . Ulata maniera , nort Confuti . Diccafi fimilmente Ir* gatus confuti non confuti . I Maftnifj'am . Re d' una pat- te d' Affrica . Solleone in prima 11 partito de* Cariaginelì contra i Romani , nell' anno di Roma 541. Ma quattro anni apprelfo , avendo Scipione niello in rotta l'armata d'Afdrubale , rimandò fé u za prezzo di rifcatto 11 nipo- te a MalTìnilfa ; per tale eciiero- fo ano sì ptefo e per taf modo fu quello principe , che poi fu fempre cffezionjiiflimo a' Roma- ni . Con erti congluofe l lue forze , e nell'anno 55I. di Ro- ma lì trovb alla battaglia , che quelli guadagnarono contro d' Digitized by Google .V IL SOGNO DI SCIPIONE. 57* N SCIPIONE PARLA,- / K . E Sfendomi portato in Affrica, militar tribuno, co» me fapete, alla quarta legione fotte il Confole Manio Manilio; non ebbi cofa, che piò a cuor mi folle, quanto il far vifita a Maflìniffa re per giu» Hi titoli aftezionatiflìmo alla noftra cafa* Al qua! co- me fui giunto, il vecchio abbracciatomi, versò lacri- me : ed alquanto appreflo levò, gli occhi al cielo, e, Grazie , difTe o fommo Sole, ti rendo , ed a voi al* tri, celefti Dii, che, prima di pa (Tare di quella vita, nel mio reame veggio, ed in quelli foggiorni Pubblio Cornelio Scipione, pel cui nome i He ITo prendo riftoro: s\e per tal modo dall’animo mio non fi diparte giam- mai la memoriadi quell’ottimo , ed invittiffimo uomo • Apprelìò io gli feciftudiofe ricerche del reaméluo, ed egli Culla Repubblica noftra . Accolti pofeia in reai trat- tamento, menammo per la lunga irragionar lioftro fino a gran pezza di notte; conciofoffèchè il vecchio non avelie alla lingua altro che 1* Africano, è ricor- dane non folamente tutte le azioni di lui, mà i detti altresì: come ci fummo fu levati per andare a letto, e per efier dal viaggio fianco , e perché io vegliato ayea fino a notte molto inoltrata, mi prefe cm Tonno più ferrato, che nonfolea. In quefto a me (credo ve- ramente da ciò procedeffe , di che avevacn parlato ; • O o a che Afdrubale , e dì Si face . Dopo, la pace conci «fa tra.* Romani ed i Carraginifi ebbe la fovfanirà di diverfe provincle d* Affrica , e vide Tempre amico de* Romani . Morì di qo. anni , e lafciò 44. figliuoli di di vetfe conferii . Di- cefi che nell’ ultima malartia pregafle Mal Ho generale dcll'ar- mata Romana, ad Inviargli il giovane Scipione , affine d* aver la conio lezione di morire nelle Tue braccia , e per dargli gli op* portunLordioi , che offcrvati vo- lea fui rìpaftimento del fuo re- gno .\E da quella contezza per, avventura s* accatta I* occalìone data al fogno . 4 Reìt^ui Calìtes . Accenna la luna e gli altri pianeti e del- le del elei fu premo , annoverate dalla pift parte degli ‘ Antichi tra gli Dei. Di che Lattanzio ragiona nel libro III. cap. 5. de Fal/a Religione . Platone nel Cratilo deride sì beftiaJe oppi- mene • / * r Digitized by Google \ * t 580 MARCO TULLIO CICERONE vigilaflem, ar&ior, quam folebat ; fomnuscomplexus eft. Hic mihi (credo equidem ex hoc» quod eiamus Jocuti : 1 fit enim fere, ut cogitationes fermonefque noflri parfant aliquid in fonino tale, 2 quale de Ho- mero fcribit Ennius, de quo videlicetj faepifTime vigì- Jans folebat cogitare & loqyi) Àfricanus fe oftendit il- la forma , qua: mihi 3 ex imagine ejm , 4 quam ex ipfo, erat notior. Quem ut agnovi , equidem cohor- rui. Sed ille, Ades, inquit, animo ; & orni tee timo- rem , Scipio ; & , quae dicam , trade memori* . IL V Idefne ilfamurbem, qu* parere Pop. Roro. eoa da per me, renovat priftina bella , nec poteft quiefee- re (oftendebat aurem Carthaginem 5 de excelfo , & pieno flellarum , illuftri , & darò quodaro loco) ad quam tu oppugnandam nunc veois piene miles? hanc hoc 6 biennio Conful evertes : 7 eritque cognomen id tibi per te partum , quod habes a nobis adhuc heredi- ta- x Fit enim fere iti cogita- iiona <y c . Socrate appretto Pla- tone nel 1 bro 9. de Repub. di quelle cagio.ù , il fognar generanti, va nobilmente filoso- fando . a Squali de Homero fcribit Bnrtiuf . Leggendo Ennio % e meditando 1 verfi d* Omero e fluitandone con premura Pihri- taiiene , fognò <1* effere dive- nu'O O nero , e che l’ anima di colui (offe pattata m etto gia- lla il Pitagorico domina . A ciò allude Orai. uell’Epift. , Ennius & f api Citi , for «* tis (5 f alter Homerus . ÌJt Critici dicunt , leviier curare vìdetur . Ut pronti fa cadant , <y fo» mai* Pytbagorea w v Oc. nel Luculìo cita un etrffU- cMo del luogo , dove Ennio >1 fuò fogno narrava . Fifus Homr. rus adejfe poeta . j Ex imagine ejus &c. Allu- de a que* ritratti degli antenati, che fottenuto a reano curut ma* gittrato,oche tener fi folcano appetì uell* atrio. 4 Quam ex ipfo . Vuole 11 Sigonio che nell' anno , che trapafsò 1* avolo Scipione Af- focano il Maggiore , venitte a htee il nipote adottivo 1' Affo- cano il Minore , cioè nel 571. fotto 1 confoli Apjlo Claudio Pulcro , e Marco Sempronio Tuditano . Altri però lo fanno nato due anni prima : e* pare che ciò piò confuoni all'efpref* fumé , che nel prefeme luogo fi adopera . 5 De exctlf» . 1/ Affocano parlava dal cerchio ^ della via Latea , gremita di piccole ttel* le , come dicono Ariftoti- le Digitized by Google IL SOGNO DI SCIPIONE; 581 thè d* ordinario fuccede che ipenfamenti e difcorfi no* Ari generano un non fo che di Tinnii nel Tonno , come Ennio Tcri ve a lui Tu d’Omero avvenire, del qual fo- vente Tolea nel Vero penfar vegliando e parlarne) in quello, dilli, a me mi fi fe l’ Affocano vedere in quel iembiante , che più dal ritratto di lui , che da elio medefimo, m’era noto* Cui come ravviato l’ebbi , fen- tii del ribrezzo. Ma egli dà qua mente, prefe a di* re, o Scipione, e caccia via il timore; ed a memo- ria manda quel, che dirò* Q Uella città vedi tu, cheper opera mia cofirettaa predare ubbidienza al popolo Romano, le guerre prilline rinnovella , nè può racchetarli (ed ad- ditava Cartagine da un certo alto lungo , e pien di flelie, illuminato, ed arioTo) a cui oppugnare ora tt| ne vieni quali faldato? quella tu interinine di due an- ni con podellà conlolare diroccherai: e ti avrai quel cognome per tua opera procacciato , che d^noi fina do* ra pofliedi ereditario. Quando avrai poi fllrtag'n di* firutto, menato trionfo , e Tara illato Cenfore, e lega- to avrai cerco attorno T Egitto, la Siria, .T Alia , e la Grecia , Tarai di nuovo eletto Confole Tenza cohcorre. re, e recherai a fine una poderofiffi ma guerra, rovine* O 0 ì rat ^ } Eritrite càgnomin &c. Di- te 1* Affricano il Maggiore ; t* acq unterai per tue valorofe Opere II cognome d* Africano , che firtadora da me avolo tuo 1* hai ereditarlo . Ottervano che 1* A Africano il Maggiore fu il primiero -tra* Romani comandan- ti , dopo terminata la feconda, guerra Punica , che fregiato forte del ritolo formato da na- tiorte foggìogata da lui . Su tal prorofi'o Liv. nel fine del llb. 3CXX. riflette . Exemplo fèittdg hujus , tìffHaquàm V'&ori* p*-, tei •> infignes , imaginum tiiulot tlaraque cognomina f amili* fi* cin • le e Toìommeó , la qUale pef coiai fimiglianza od apparen- za , che ha col ìatte , fa da Greci detta a (• Sva- riate furono le oppiniont del- la cagione di cotal comparfa , ma la piA naturai pare « quel color fifultare dalla moltttu- din folta di quelle piccole «elle .. 6 Biennio tonfai . Ottervà il Slgonio che 1* Affrica no fu ben confole due anni appretto , ma pattaron tre anni prima di com- pier r imprefa , e la città di- tteutte In carattere di proconso- le , come egli dimoftra ue* com- mentar j de' ratti . 582 MARCO TULLIO CICERONE . tanurn , Cum aurem Carthaginecn deleveris, trium- phum egeris , Ceniorque fueris , & i obieris legatus Egyptum , Syriam , Afìam, Grgciam, deligere iterum conful x abfens, bellumque maximum conficies » Nu- mantiam exfcindes: fed , cum eri* curru Capitolium inve&us , offencles Renripub. perturbatane confiliis $ nepotis mei • 4 Hic tu, Africane, oflendas opcrtebit patri» lumen animi , ingemì , confiliique tui . Sed ejus temporis aneipitem video quafi fatorum viam • Nam , cut» aetas tua feptenos otììes 5 t Solis anfratìus, reditufque converterit ; duoque .hi numeri (quorum utetque plequs , alter altera de caufla habetur) cir- cuicu naturali fummam tibi fatalem confeceriot ; in te unum , atque in tuuic nomen , fe tota con verter civiras : te Senatus, te omnes boni , te focii , te La- tini intuebuntur : tu eris unus, in quo mtatur civi- tatis falus: ac, ne multa, 6 diélator Rempub. confti. tuas oportet | fi impias propinquorum manus effugerìs . 7 Hic cum exclamafTet Laelius > ingemuiflentque cete- ri vehementius , leniter arridens Scipio . Qn^fo, io* quit , ne me e fonino excitetis ; 8 pax ; audite ce* tera. W * 1 Oliar is legatus . Scrive Giuntino nel ìib. j8« che per esplorare gli animi de* re , e de* comuni fu mandato legato ^con Spurio Mummio , e Lu- cio Metello . Oc. però dice nel I.ucullo che quella lega, rione feguì prima della efer- ■ cirata ceuftira , e così pur fen- te il Sigouio . Che qui poi prima fi accenni la ce n fura , fi P u h cib riportare al cumino, do della efpouzione , alla quale tornava piti in acconcio il mct. terla prima . z Abfens . Giulia la manie- ra , d-: Ila qual parla fovente .Livio, quando fi ragioni dell* elezione de* magiftrad 1* ai» fetts importa 11 non concor- rervi ed il non proiettarli can- • IH. didato coll'andare in quel mi- merò nel campo Marzo • Glb ben ritrae fi dal conte fio di molti luoghi degl* lftorici , ed olcraccib il comprova la pro- pria forza di abejj* , il qual verbo importa non l'efier lon- tano , ma il non efier pre- fente . ? Nepotis mei . Intende Ti. berlo Gracco, figliuoi di Cor- nelia figliuola dell* lAiTrjcano il Maggiore , il quale , colla legge agraria taflarsu i 5 0. ju« ger! di poflefTo, voleva abbat- tere lo fiato già corroborato de- gli ottimati *11 fatto t coìrti Iti- nio nella llorfa Romana , del quale abtiam già fatto pai vol- te ricordo. 4 Hic tu , Africane , Vuole . s ui Digitized by Google IL SOGNO DI SCIPIONE. 58? rai Numanzia; ma quando in cocchio farai condito al Campidoglio, troverai la Repubblica fcompigliau per le màcchine del nipote mio . Qui converrà che tu, o AfFricano, facci alla patria vedere il la^reddl* animo, ingegno ed accorgimento tuo . Ma di quel tempo io veggio ambigua effer quafi la traccia de’ fa. ti . Imperciocché quando la età tua voltato avrà per otto volte fette tortuofi giri e ritorni del Sole : e queRi due numeri (che amendue per pieni tengonfi qual per una cagione e qual per altra) come con pe- riodo naturale t* avranno compiuta renduto la fatai fomnru : tutta la città in te folo rivolgeralTì , ed a| tuo nome: in te Afferà lo (guardo il fenato, in te tut- ti i buoni, in te gli alleati, ed i Latini: tu farai 1* unico, nel quale la fai vezza della città foflerraffi: e, per non farla più lunga , d’uopo è che tu dittatore metti in buon ordine la Repubblica , fe ti verrà fatto di fcanfare 1 * empie mani de’ tuoi parenti ♦ In quello avendo Lelio levato alto la voce, e dato aceefi gemiti gli altri , Scipione per maniera piacevole (or? ridendo , deh , difTe , non mi rifcotcte dal foono : fiate chieti : fentite il refìo . qui il Sigonio accennato il fac- to di Cajo Carbone tribuno della plebe , quando condii fle fu’roftri Scipione, ed il coftrin- fe a dire , che gli parerle dell* uccisone di Tiberio Graccp, al J [uale egli con franchezza rifpo- e , eum [iti fare cafum videri . 5 Soli* anfratti* s . Cosi no- mina i giri del Sole per la obli- quità del' Zodiaco , per cui vi- gore il fole or piega a fetten- trione ed ora a meriggio . Cosi pur chiamanti le curve e finuo- fe vie de* fiumi e de* lidi con rutta proprietà latina . 8 Dittator rempub. Significa , che fenza fallo farebbe ft.uo dittator creato , per acchetare gli fcompigU della Repubblica , te non folle flato tolto di vita da* parenti con infidie , ed in O 0 4 HL Affetto fu trovato morto fui fuo letto . 7 Hic cum exclamafjet . Si fin- ge che nella leena del fogno v* Intervenirle Lelio e gli altri perfonagoj accennati di fopra , che deputavano di Repubblica. Or qui Cic. l’erba il carattere dccorofo di Scipione . Percioc- ché mentre alPafcoltarfi de* fu- turi rifichi di lui gli alcolcnnci dimoftrano conimozion d* ani- mo: folo l’eroe, a cui appar- tengono , ferba intrepidezza e cofanza . % Pa* . Voce da* Latini conci- ci ufata ad accennare filenzio . Terenz, Eavtont. 4. j* Unus eiì dits , dum argentarti eripio , pax , ni AH amplia s . U fai la pur Plauto . 584 MARCO TULLIO CICERONE. C*ED; quo fis, Africane, alacrior adtotandamRem- ò pub. fic habetoi omnibuJ, qui patriam conferva- rint, adjuveriot, auxerint, certum effe incacio ac de- finitum locum , ubi beati aevo ftmpiterno fruantur . Ni- hil eft enim illi principi Deo , qui omnero hunc mun. dum regie, quod quidem interrii fiat , acceptius, «pian» concilia caetulque hominum ajure lodati, qu* civita- tesappellantur : harum redloresS confervatores ahinc profefti, huc revertuntur. Hic ego, etfi eram perter. ritus non tatti metu mortis, quam infidiarum a meis, quaefivi tamen, viveretne ìpfejPauIlus pater, salii, • quosnos extinflos arbitraremur . Imo vero, inquit , 11 »ivunt, qui 4 exeorporum vinculis, tamquam e car- cere evolaverunt . Veftra vero , qua; dicitur vita , mori eft . Quin tu afpictas ad te venientem Paullum patrem . Quem ut vidi, equidem vim lacryroarum profudi. Jl- le autem me amplexus, atque ofculans Aere proh.be- bat Atque ego ut primum ftetu repreflo loqui polle 1 cce- t 1 Jure focidti . Si accennano tutte le raguuanie , che risulta- no dal conienio ed offervauza di legpl . Dà buon lume all* ef- prcllìone un luogo di Macro- lio . Servili s quondam , die* egli f & gladiatoria manus con- cilia , CcBtufque hominum fue - runt , fed non jure {odati . JUa autem fola eli jufia multitudo , cujus vnitfrjitas in legum tonfentit otfequium . E quella definizione conviene con quella » che Platone ci da della legitti- ma moltitudine ne' J'hfl della Repubblica , ed Ariflotile nel ljb. II. de* Poikic* . I Bine profetili Già nel llb. de'Senec Spiegammo la fenten- za Platonica Sulla origin di ti- ra delle anime , ammetta pure da Cic. Qui aggiungo in con- ferma un patto tratto dal V. l* b » delle Tufculane . Bumanus ani-f ntus decerptur ex mente divi- i *4, cum alio nullo , nifi cum \ tpfo Deo % fi hoc fas e fi diflu , \ comparar i potefi . Or in quello luogo Spezialmente attribuisce il ritorno in Cielo a quegli Spiri- ti , che /landò in quella vita , dirittamence prefederono alle Repubbliche . 3 Vaullus . Che fu naturai padre di Scipione Affricano il Minore , il quale foftiene il So- gno . Quegli chiamoflì Lucio E- milio Paolo , che Soggiogò Per- feo Re di Macedonia . L* adot- tivo fu Pubblio Scipione fi- gliuolo dell* Affricano il Mag* giore : quello Affricano ha da- to principio all* iftruzione del , fogno ; la quale è fiata Inter. rotta da Paolo . 4 Ex cor forum vitteulis Ella 1 Digitized by Google IL SOGNO DI SCIPIONE . 585 . v IU. M A, oAflfrictno, acciocché pibcoraggiofofii a fo- fìcner la Repubblica , Tappi, che a tutti coloro , i quali confervatohan la patria, aiutata, e vantaggiata , v’ha in cielo uo fitto e determinato luogo, dove go- dan beati un eterna vita. Imperciocché a quelprinci- pale Dio, che tutto queir univerfo governa, di quello, che fi opera almen nel mondo, nulla v’ha di pih accet- tevole , che le ragunanze ed i ceti degli uomini per leggi aflTociati, che città fi appellano : i reggitori, e confervatori di quelle quinci partiti, quafsh fan ritor- no. In quello io, febbene mi trovava (paventato, non tanto dal timor della morte, quanto dall’ infidie, che m’ordirebbono i miei, ricercai tuttavia Te vi veflfe l’iftef- fo mio padre Paolo , ed altri , cui noi cedevamo e- flinti • Che anzi, loggiunfe, e(Ti vivono, i quali da’ corporali legami, come da carcere, fono via volati • La voftra poi, che vita dicefi, ella è morte. Che an- zi volgiti a vedere il padre Paolo, chea te ne viene. Il qual come veduto ebbi, verfai veramente gran copia di lacrime, Maegli abbracciatomi , ed imprimendo ba- ci, il piangere mi vietava. Maio come prima, ripref- fo il pianto, cominciai a poter parlare, deh, dilli , o fintiamo, ed ottimo padre, poiché quello egli é vive- re (come lento dire all’ Affricano) che fio a fare nel mondo? perchè non m* affretto a venire da voi quaf. sii ? Non va così la faccenda , replicò egli. Se quel Dio, del quale è tutto quello profpetto, che vedi, non t'avrà dal corporal carcere liberato, non ti fi può aprire ac- ceffo Ella è dottrina ed efpreltìone Socratica . Nei Fedone di Pla- tone Sando Socrate per ber la cicuta, tra le altre cofc , cui viene introdotto a dire full* a- nlma , prefenti 1 difcepoli; af- ferma il corpo efierc una car- cere dello fpirlto , che ivi con violenza dimora come legato , il di lui naturai luogo, e plft puro elTere 11 cielo , e la mor- te altro non elTere che un di- fcloglinienro da quello carcere , ed un ritorno alla maggion celefte . E coerentemente nd ' Fedone , nel Ostilo , ed in altri dialogì di Platone il cor- po chiamali « 7 a vi»» cui a animi , e lèCfduvnpiOf career . Che ami alcuni vo- gliono che ìsutui corpus trag- ga Parlino logica origine da Ai? f/os , coltcch<è Ha come Vinculum animi , ed al corpo li a 0Uìlihp&vn 'luXt! colli » gatus animus . 5*6 MARCO TULLIO CICERONE capi, Quasfo, inquam , pater fan&iflìme atque optime , quando hasc eft vita ( ut Africana m audio dicerc ) quid - luoror in terris? quia huc ad vos venire propero ì Noti eft ita, inquitille. NifiOc*usis, i cujus hoc templum eft omne, quod confpicis, iftis te corporis cuftodiis Jif beraverit, huc tibi aditus patere non poteft . Homines cairn funt hac lege generati, qui tuerentur ilium glo- bunri , quem 2 in hoc tempio medium vides, quae terra dicitur . Hifque animus datus eft ex illis lempiternis ignibu9, quas 5 fiderà & ftellas vocatis ; 4quae globo» fae & rotundae, divi nis animata^ mentibus, circos fuos orbefque confìciunt celeritate mirabili. Quare& tibi, Publi. , & piis omnibus retinendus eft animus in cufto- dia corporis: nec injuftu ejus, a quo ilie eft vobis da* tus, ex hominum vita migrandum eft ; ne munus hu* manti m aflìgnatum a Deo, defugifte videamini. Sedfic, Scipio, ut avus h*ic tuus, ut ego, qui ce genui , ju- ftitiam cole & pi età te m ; quas cum fit magna in paren- tibus & propinqui, tum in patria maxima eft . Ea vi* ta via eft in caelum, & in hunc ccetum eorum , qui jam vixerunt, & corpore iaxati illum incolunt locum, quem vides (erat autem is fplendidiflìmo candore in» t ter ffommas circuseluceni ) quem vos, ut aGrajisac- cepìftis, $ orbem la&eum nuncupatis. Ex quo omnia m
Sunday, May 19, 2024
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