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Sunday, May 19, 2024

Grice e Scipione

 IL SOGNO    DI SCIPIONE.    Digitized by Google      Digitized by Google    57*    M- TULLI!   c I C E R Ó N I s   S O M N I U M   SCIPIONIS.    >   Ex libro de Repub. fexto .   S(K Cicero de Rep. libre s firipft , in quibus *ptì-  . **» «vitati; #*/««> explicuit. Sed per *"•£  nes, pr£ter partkulam batte libri ultimi. Dijpu-  tationem contulit in africani Minons P'f »™*  Tbili , Là: Hi, ÌS* Marnisi, adjunfhs adolejcentt-  bus £. Tubertne , “P. Rutilio , & duobus Lflio  'generis. Scivola, & Fannie , Verro cum Sepia  in fexto ju/litiam Uudaffet , co Mradifputattonem  Tbili in estrema libri parte per hoc figmentum  ad e *v* colcniam , propo fitti tn calo pr amiti *   bortatur *     i SCI-    S77    «•C $«•    CICERONE    Frammento rimafo dal libro fello    C/V. compofe fu di Repubblica fei libri ,   dichiaro il miglior fi fi e ma della citta . A/* /imo  tutti periti , fuor folamente quefto frammento dei t  ultimo libro • ^Applico il ragionamento in perfona  dell' .Affrica no il Minore , <f/‘ Filo , rf/ £f//V, f rfj  Manilio , coll* intervento ancora de* giovani Quìn-  to Tuberone y Pubblio Rutilio > e de* due generi di  Lelio Scevola e Fannio . Or* Scipione avendo nel  Hb . fefio la giuflizia lodato , contro al ragionare  di Filo , nell ultima parte del libro con quefla in-  venzione conforta , proponendone in cielo i pre -  m) > a praticarla •    DI MARCO TULLIO    IL SOGNO    DI SCIPIONE     Oo    SCI-    Digitized by Google    578 MARCO TULLIO CICERONE.    iSCI PIO LOQUITUR.   4 I ■   1* v » *    C UM in Africani veniftem, M. Manilio z Confuti  ad quartam legionem Tribunus , ut fcitis, mili-  tum ; nihil mihi potiusfuit, quam ut $ Mafmif-  fam convenirem, regem farri il \x noftrsejuftis decauflis  amicìfllmum * Ad quem ut veni, complexus me (enex  collacrymavit : aliquantoque polì (ulpexit in calum ,  Grate* (inquic) tibi ago, furarne Sol, vobifque,  4 rel qui Caelites ; quod, antequam ex bac vita migro,  confpicio in meo regno & histe&is P. Cornelium Sci*  pionem, cujus egO nomine ipfo recreor .* ita numquam  ex animo meo difcedit illius Optimi atque invitìiffìmi  viri memoria, Deinde ego illum de fuo regno , illemd  denofìra Repub. percontatus eft : multifque verbis ut-  tro citroque habitis, i 1 le nobis confumptus eli dies «  Poftautem regio apparatu accepti, fermcnemin mul-  tata nodem produximns; cumfenex nìtiil nifi de Afri-  cano loqueretur, omnìaque eius non fafta folnm, fed  ttiam di&a m^miniflet; deinde, ut cubitum difcedi.  mus, me & de via fefl'um, & qui ad multam noflem   vi-    t Seipio . Figliuola di Lucia  Emilio Paolo Macedonico , adot-  tato da Scipittne figliuolo dell*  Affici cano il maggiore , che di-  flrutfe Cartagine e Numanzla  nell'anno 609 Or etto nella dif-  puta di Repubblica follenea coti-  tra l' oppln Ione di Filo, che tan-  to era falfo non poterli lenza  commettere inglnftiiie la Repub-  blica governare, che anzi dicea  non poterli reggere Lina una  » fornirla gluftizia Sant* Agoftino  di clb ragiona nel libro il cap.  21. de Civltate D I, a' cui tem-  pi quelli libri di Rtpubl. fi leg-  geano , come pare , ed andavano  attorno .   1 Confuti ...... tribunus    militum . Ulata maniera , nort  Confuti . Diccafi fimilmente Ir*  gatus confuti non confuti .   I Maftnifj'am . Re d' una pat-  te d' Affrica . Solleone in prima  11 partito de* Cariaginelì contra  i Romani , nell' anno di Roma  541. Ma quattro anni apprelfo ,  avendo Scipione niello in rotta  l'armata d'Afdrubale , rimandò  fé u za prezzo di rifcatto 11 nipo-  te a MalTìnilfa ; per tale eciiero-  fo ano sì ptefo e per taf modo  fu quello principe , che poi fu  fempre cffezionjiiflimo a' Roma-  ni . Con erti congluofe l lue  forze , e nell'anno 55I. di Ro-  ma lì trovb alla battaglia , che  quelli guadagnarono contro d'    Digitized by Google    .V      IL SOGNO DI SCIPIONE. 57*   N   SCIPIONE PARLA,-   / K .   E Sfendomi portato in Affrica, militar tribuno, co»  me fapete, alla quarta legione fotte il Confole  Manio Manilio; non ebbi cofa, che piò a cuor  mi folle, quanto il far vifita a Maflìniffa re per giu»  Hi titoli aftezionatiflìmo alla noftra cafa* Al qua! co-  me fui giunto, il vecchio abbracciatomi, versò lacri-  me : ed alquanto appreflo levò, gli occhi al cielo, e,  Grazie , difTe o fommo Sole, ti rendo , ed a voi al*  tri, celefti Dii, che, prima di pa (Tare di quella vita,  nel mio reame veggio, ed in quelli foggiorni Pubblio  Cornelio Scipione, pel cui nome i He ITo prendo riftoro:  s\e per tal modo dall’animo mio non fi diparte giam-  mai la memoriadi quell’ottimo , ed invittiffimo uomo •  Apprelìò io gli feciftudiofe ricerche del reaméluo, ed  egli Culla Repubblica noftra . Accolti pofeia in reai trat-  tamento, menammo per la lunga irragionar lioftro  fino a gran pezza di notte; conciofoffèchè il vecchio  non avelie alla lingua altro che 1* Africano, è ricor-  dane non folamente tutte le azioni di lui, mà i detti  altresì: come ci fummo fu levati per andare a letto,  e per efier dal viaggio fianco , e perché io vegliato  ayea fino a notte molto inoltrata, mi prefe cm Tonno  più ferrato, che nonfolea. In quefto a me (credo ve-  ramente da ciò procedeffe , di che avevacn parlato ;   • O o a che       Afdrubale , e dì Si face . Dopo,  la pace conci «fa tra.* Romani ed  i Carraginifi ebbe la fovfanirà  di diverfe provincle d* Affrica ,  e vide Tempre amico de* Romani .  Morì di qo. anni , e lafciò 44.  figliuoli di di vetfe conferii . Di-  cefi che nell’ ultima malartia  pregafle Mal Ho generale dcll'ar-  mata Romana, ad Inviargli il  giovane Scipione , affine d* aver  la conio lezione di morire nelle  Tue braccia , e per dargli gli op*  portunLordioi , che offcrvati vo-    lea fui rìpaftimento del fuo re-  gno .\E da quella contezza per,  avventura s* accatta I* occalìone  data al fogno .   4 Reìt^ui Calìtes . Accenna  la luna e gli altri pianeti e del-  le del elei fu premo , annoverate  dalla pift parte degli ‘ Antichi  tra gli Dei. Di che Lattanzio  ragiona nel libro III. cap. 5. de  Fal/a Religione . Platone nel  Cratilo deride sì beftiaJe oppi-  mene •    /   *    r    Digitized by Google    \   *    t    580 MARCO TULLIO CICERONE  vigilaflem, ar&ior, quam folebat ; fomnuscomplexus  eft. Hic mihi (credo equidem ex hoc» quod eiamus  Jocuti : 1 fit enim fere, ut cogitationes fermonefque  noflri parfant aliquid in fonino tale, 2 quale de Ho-  mero fcribit Ennius, de quo videlicetj faepifTime vigì-  Jans folebat cogitare & loqyi) Àfricanus fe oftendit il-  la forma , qua: mihi 3 ex imagine ejm , 4 quam ex  ipfo, erat notior. Quem ut agnovi , equidem cohor-  rui. Sed ille, Ades, inquit, animo ; & orni tee timo-  rem , Scipio ; & , quae dicam , trade memori* .   IL   V Idefne ilfamurbem, qu* parere Pop. Roro. eoa da  per me, renovat priftina bella , nec poteft quiefee-  re (oftendebat aurem Carthaginem 5 de excelfo , &  pieno flellarum , illuftri , & darò quodaro loco) ad  quam tu oppugnandam nunc veois piene miles? hanc  hoc 6 biennio Conful evertes : 7 eritque cognomen id  tibi per te partum , quod habes a nobis adhuc heredi-   ta-    x Fit enim fere iti cogita-  iiona <y c . Socrate appretto Pla-  tone nel 1 bro 9. de Repub.  di quelle cagio.ù , il fognar  generanti, va nobilmente filoso-  fando .   a Squali de Homero fcribit  Bnrtiuf . Leggendo Ennio % e  meditando 1 verfi d* Omero e  fluitandone con premura Pihri-  taiiene , fognò <1* effere dive-  nu'O O nero , e che l’ anima di  colui (offe pattata m etto gia-  lla il Pitagorico domina . A ciò  allude Orai. uell’Epift.   , Ennius & f api Citi , for «*   tis (5 f alter Homerus .   ÌJt Critici dicunt , leviier  curare vìdetur .   Ut pronti fa cadant , <y fo»  mai* Pytbagorea w   v   Oc. nel Luculìo cita un etrffU-    cMo del luogo , dove Ennio >1  fuò fogno narrava . Fifus Homr.  rus adejfe poeta .   j Ex imagine ejus &c. Allu-  de a que* ritratti degli antenati,  che fottenuto a reano curut ma*  gittrato,oche tener fi folcano  appetì uell* atrio.   4 Quam ex ipfo . Vuole 11  Sigonio che nell' anno , che  trapafsò 1* avolo Scipione Af-  focano il Maggiore , venitte a  htee il nipote adottivo 1' Affo-  cano il Minore , cioè nel 571.  fotto 1 confoli Apjlo Claudio  Pulcro , e Marco Sempronio  Tuditano . Altri però lo fanno  nato due anni prima : e* pare  che ciò piò confuoni all'efpref*  fumé , che nel prefeme luogo  fi adopera .   5 De exctlf» . 1/ Affocano  parlava dal cerchio ^ della via  Latea , gremita di piccole ttel*  le , come dicono Ariftoti-   le    Digitized by Google    IL SOGNO DI SCIPIONE; 581  thè d* ordinario fuccede che ipenfamenti e difcorfi no*  Ari generano un non fo che di Tinnii nel Tonno , come  Ennio Tcri ve a lui Tu d’Omero avvenire, del qual fo-  vente Tolea nel Vero penfar vegliando e parlarne) in  quello, dilli, a me mi fi fe l’ Affocano vedere in quel  iembiante , che più dal ritratto di lui , che da elio  medefimo, m’era noto* Cui come ravviato l’ebbi , fen-  tii del ribrezzo. Ma egli dà qua mente, prefe a di*  re, o Scipione, e caccia via il timore; ed a memo-  ria manda quel, che dirò*    Q Uella città vedi tu, cheper opera mia cofirettaa  predare ubbidienza al popolo Romano, le guerre  prilline rinnovella , nè può racchetarli (ed ad-  ditava Cartagine da un certo alto lungo , e pien di  flelie, illuminato, ed arioTo) a cui oppugnare ora tt|  ne vieni quali faldato? quella tu interinine di due an-  ni con podellà conlolare diroccherai: e ti avrai quel  cognome per tua opera procacciato , che d^noi fina do*  ra pofliedi ereditario. Quando avrai poi fllrtag'n di*  firutto, menato trionfo , e Tara illato Cenfore, e lega-  to avrai cerco attorno T Egitto, la Siria, .T Alia , e la  Grecia , Tarai di nuovo eletto Confole Tenza cohcorre.  re, e recherai a fine una poderofiffi ma guerra, rovine*   O 0 ì rat ^   } Eritrite càgnomin &c. Di-  te 1* Affricano il Maggiore ;  t* acq unterai per tue valorofe  Opere II cognome d* Africano ,  che firtadora da me avolo tuo 1*  hai ereditarlo . Ottervano che  1* A Africano il Maggiore fu il  primiero -tra* Romani comandan-  ti , dopo terminata la feconda,  guerra Punica , che fregiato  forte del ritolo formato da na-  tiorte foggìogata da lui . Su tal  prorofi'o Liv. nel fine del llb.  3CXX. riflette . Exemplo fèittdg  hujus , tìffHaquàm V'&ori* p*-,  tei •> infignes , imaginum tiiulot  tlaraque cognomina f amili* fi*  cin •    le e Toìommeó , la qUale pef  coiai fimiglianza od apparen-  za , che ha col ìatte , fa da   Greci detta a (• Sva-   riate furono le oppiniont del-  la cagione di cotal comparfa ,  ma la piA naturai pare « quel  color fifultare dalla moltttu-  din folta di quelle piccole  «elle ..   6 Biennio tonfai . Ottervà il  Slgonio che 1* Affrica no fu ben  confole due anni appretto , ma  pattaron tre anni prima di com-  pier r imprefa , e la città di-  tteutte In carattere di proconso-  le , come egli dimoftra ue* com-  mentar j de' ratti .    582 MARCO TULLIO CICERONE  . tanurn , Cum aurem Carthaginecn deleveris, trium-  phum egeris , Ceniorque fueris , & i obieris legatus  Egyptum , Syriam , Afìam, Grgciam, deligere iterum  conful x abfens, bellumque maximum conficies » Nu-  mantiam exfcindes: fed , cum eri* curru Capitolium  inve&us , offencles Renripub. perturbatane confiliis $  nepotis mei • 4 Hic tu, Africane, oflendas opcrtebit  patri» lumen animi , ingemì , confiliique tui . Sed  ejus temporis aneipitem video quafi fatorum viam •  Nam , cut» aetas tua feptenos otììes 5 t Solis anfratìus,  reditufque converterit ; duoque .hi numeri (quorum  utetque plequs , alter altera de caufla habetur) cir-  cuicu naturali fummam tibi fatalem confeceriot ; in  te unum , atque in tuuic nomen , fe tota con verter  civiras : te Senatus, te omnes boni , te focii , te La-  tini intuebuntur : tu eris unus, in quo mtatur civi-  tatis falus: ac, ne multa, 6 diélator Rempub. confti.  tuas oportet | fi impias propinquorum manus effugerìs .  7 Hic cum exclamafTet Laelius > ingemuiflentque cete-  ri vehementius , leniter arridens Scipio . Qn^fo, io*  quit , ne me e fonino excitetis ; 8 pax ; audite ce*  tera. W    *   1 Oliar is legatus . Scrive   Giuntino nel ìib. j8« che per  esplorare gli animi de* re , e  de* comuni fu mandato legato  ^con Spurio Mummio , e Lu-  cio Metello . Oc. però dice  nel I.ucullo che quella lega,  rione feguì prima della efer-  ■ cirata ceuftira , e così pur fen-  te il Sigouio . Che qui poi  prima fi accenni la ce n fura ,  fi P u h cib riportare al cumino,  do della efpouzione , alla quale  tornava piti in acconcio il mct.  terla prima .   z Abfens . Giulia la manie-  ra , d-: Ila qual parla fovente  .Livio, quando fi ragioni dell*  elezione de* magiftrad 1* ai»  fetts importa 11 non concor-  rervi ed il non proiettarli can-    • IH.   didato coll'andare in quel mi-  merò nel campo Marzo • Glb  ben ritrae fi dal conte fio di  molti luoghi degl* lftorici , ed  olcraccib il comprova la pro-  pria forza di abejj* , il qual  verbo importa non l'efier lon-  tano , ma il non efier pre-  fente .   ? Nepotis mei . Intende Ti.  berlo Gracco, figliuoi di Cor-  nelia figliuola dell* lAiTrjcano  il Maggiore , il quale , colla  legge agraria taflarsu i 5 0. ju«  ger! di poflefTo, voleva abbat-  tere lo fiato già corroborato de-  gli ottimati *11 fatto t coìrti Iti-  nio nella llorfa Romana , del  quale abtiam già fatto pai vol-  te ricordo.   4 Hic tu , Africane , Vuole   . s ui    Digitized by Google    IL SOGNO DI SCIPIONE. 58?  rai Numanzia; ma quando in cocchio farai condito  al Campidoglio, troverai la Repubblica fcompigliau  per le màcchine del nipote mio . Qui converrà che  tu, o AfFricano, facci alla patria vedere il la^reddl*  animo, ingegno ed accorgimento tuo . Ma di quel  tempo io veggio ambigua effer quafi la traccia de’ fa.  ti . Imperciocché quando la età tua voltato avrà per  otto volte fette tortuofi giri e ritorni del Sole : e   queRi due numeri (che amendue per pieni tengonfi  qual per una cagione e qual per altra) come con pe-  riodo naturale t* avranno compiuta renduto la fatai  fomnru : tutta la città in te folo rivolgeralTì , ed a|  tuo nome: in te Afferà lo (guardo il fenato, in te tut-  ti i buoni, in te gli alleati, ed i Latini: tu farai 1*  unico, nel quale la fai vezza della città foflerraffi: e,  per non farla più lunga , d’uopo è che tu dittatore  metti in buon ordine la Repubblica , fe ti verrà  fatto di fcanfare 1 * empie mani de’ tuoi parenti ♦ In  quello avendo Lelio levato alto la voce, e dato aceefi  gemiti gli altri , Scipione per maniera piacevole (or?  ridendo , deh , difTe , non mi rifcotcte dal foono :  fiate chieti : fentite il refìo .    qui il Sigonio accennato il fac-  to di Cajo Carbone tribuno  della plebe , quando condii fle  fu’roftri Scipione, ed il coftrin-  fe a dire , che gli parerle dell*  uccisone di Tiberio Graccp, al   J [uale egli con franchezza rifpo-  e , eum [iti fare cafum videri .   5 Soli* anfratti* s . Cosi no-  mina i giri del Sole per la obli-  quità del' Zodiaco , per cui vi-  gore il fole or piega a fetten-  trione ed ora a meriggio . Cosi  pur chiamanti le curve e finuo-  fe vie de* fiumi e de* lidi con  rutta proprietà latina .   8 Dittator rempub. Significa ,  che fenza fallo farebbe ft.uo  dittator creato , per acchetare  gli fcompigU della Repubblica ,  te non folle flato tolto di vita  da* parenti con infidie , ed in    O 0 4 HL   Affetto fu trovato morto fui fuo  letto .   7 Hic cum exclamafjet . Si fin-  ge che nella leena del fogno v*  Intervenirle Lelio e gli altri  perfonagoj accennati di fopra ,  che deputavano di Repubblica.  Or qui Cic. l’erba il carattere  dccorofo di Scipione . Percioc-  ché mentre alPafcoltarfi de* fu-  turi rifichi di lui gli alcolcnnci  dimoftrano conimozion d* ani-  mo: folo l’eroe, a cui appar-  tengono , ferba intrepidezza e  cofanza .   % Pa* . Voce da* Latini conci-  ci ufata ad accennare filenzio .  Terenz, Eavtont. 4. j* Unus eiì  dits , dum argentarti eripio ,  pax , ni AH amplia s . U fai la pur  Plauto .      584 MARCO TULLIO CICERONE.    C*ED; quo fis, Africane, alacrior adtotandamRem-  ò pub. fic habetoi omnibuJ, qui patriam conferva-  rint, adjuveriot, auxerint, certum effe incacio ac de-  finitum locum , ubi beati aevo ftmpiterno fruantur . Ni-  hil eft enim illi principi Deo , qui omnero hunc mun.  dum regie, quod quidem interrii fiat , acceptius, «pian»  concilia caetulque hominum ajure lodati, qu* civita-  tesappellantur : harum redloresS confervatores ahinc  profefti, huc revertuntur. Hic ego, etfi eram perter.  ritus non tatti metu mortis, quam infidiarum a meis,  quaefivi tamen, viveretne ìpfejPauIlus pater, salii, •  quosnos extinflos arbitraremur . Imo vero, inquit , 11  »ivunt, qui 4 exeorporum vinculis, tamquam e car-  cere evolaverunt . Veftra vero , qua; dicitur vita , mori  eft . Quin tu afpictas ad te venientem Paullum patrem .  Quem ut vidi, equidem vim lacryroarum profudi. Jl-  le autem me amplexus, atque ofculans Aere proh.be-  bat Atque ego ut primum ftetu repreflo loqui polle  1 cce-    t    1 Jure focidti . Si accennano  tutte le raguuanie , che risulta-  no dal conienio ed offervauza di  legpl . Dà buon lume all* ef-  prcllìone un luogo di Macro-  lio . Servili s quondam , die*  egli f & gladiatoria manus con-  cilia , CcBtufque hominum fue -  runt , fed non jure {odati . JUa  autem fola eli jufia multitudo ,  cujus vnitfrjitas in legum  tonfentit otfequium . E quella  definizione conviene con quella »  che Platone ci da della legitti-  ma moltitudine ne' J'hfl della  Repubblica , ed Ariflotile nel   ljb. II. de* Poikic* .   I Bine profetili Già nel llb.  de'Senec Spiegammo la fenten-  za Platonica Sulla origin di ti-  ra delle anime , ammetta pure  da Cic. Qui aggiungo in con-  ferma un patto tratto dal V. l* b »    delle Tufculane . Bumanus ani-f  ntus decerptur ex mente divi- i  *4, cum alio nullo , nifi cum \  tpfo Deo % fi hoc fas e fi diflu , \  comparar i potefi . Or in quello  luogo Spezialmente attribuisce il  ritorno in Cielo a quegli Spiri-  ti , che /landò in quella vita ,  dirittamence prefederono alle  Repubbliche .   3 Vaullus . Che fu naturai  padre di Scipione Affricano il  Minore , il quale foftiene il So-  gno . Quegli chiamoflì Lucio E-  milio Paolo , che Soggiogò Per-  feo Re di Macedonia . L* adot-  tivo fu Pubblio Scipione fi-  gliuolo dell* Affricano il Mag*  giore : quello Affricano ha da-  to principio all* iftruzione del ,  fogno ; la quale è fiata Inter.  rotta da Paolo .   4 Ex cor forum vitteulis   Ella    1    Digitized by Google    IL SOGNO DI SCIPIONE . 585 . v   IU.    M A, oAflfrictno, acciocché pibcoraggiofofii a fo-  fìcner la Repubblica , Tappi, che a tutti coloro , i  quali confervatohan la patria, aiutata, e vantaggiata ,  v’ha in cielo uo fitto e determinato luogo, dove go-  dan beati un eterna vita. Imperciocché a quelprinci-  pale Dio, che tutto queir univerfo governa, di quello,  che fi opera almen nel mondo, nulla v’ha di pih accet-  tevole , che le ragunanze ed i ceti degli uomini per  leggi aflTociati, che città fi appellano : i reggitori, e  confervatori di quelle quinci partiti, quafsh fan ritor-  no. In quello io, febbene mi trovava (paventato, non  tanto dal timor della morte, quanto dall’ infidie, che  m’ordirebbono i miei, ricercai tuttavia Te vi veflfe l’iftef-  fo mio padre Paolo , ed altri , cui noi cedevamo e-  flinti • Che anzi, loggiunfe, e(Ti vivono, i quali da’  corporali legami, come da carcere, fono via volati •  La voftra poi, che vita dicefi, ella è morte. Che an-  zi volgiti a vedere il padre Paolo, chea te ne viene.  Il qual come veduto ebbi, verfai veramente gran copia  di lacrime, Maegli abbracciatomi , ed imprimendo ba-  ci, il piangere mi vietava. Maio come prima, ripref-  fo il pianto, cominciai a poter parlare, deh, dilli , o  fintiamo, ed ottimo padre, poiché quello egli é vive-  re (come lento dire all’ Affricano) che fio a fare nel  mondo? perchè non m* affretto a venire da voi quaf.  sii ? Non va così la faccenda , replicò egli. Se quel Dio,  del quale è tutto quello profpetto, che vedi, non t'avrà  dal corporal carcere liberato, non ti fi può aprire ac-   ceffo    Ella è dottrina ed efpreltìone  Socratica . Nei Fedone di Pla-  tone Sando Socrate per ber la  cicuta, tra le altre cofc , cui  viene introdotto a dire full* a-  nlma , prefenti 1 difcepoli; af-  ferma il corpo efierc una car-  cere dello fpirlto , che ivi con  violenza dimora come legato ,  il di lui naturai luogo, e plft  puro elTere 11 cielo , e la mor-  te altro non elTere che un di-  fcloglinienro da quello carcere ,  ed un ritorno alla maggion    celefte . E coerentemente nd '  Fedone , nel Ostilo , ed in  altri dialogì di Platone il cor-  po chiamali « 7 a vi»»   cui a animi , e lèCfduvnpiOf  career . Che ami alcuni vo-  gliono che ìsutui corpus trag-  ga Parlino logica origine da   Ai? f/os , coltcch<è Ha come  Vinculum animi , ed al corpo   li a 0Uìlihp&vn 'luXt! colli »  gatus animus .    5*6 MARCO TULLIO CICERONE  capi, Quasfo, inquam , pater fan&iflìme atque optime ,  quando hasc eft vita ( ut Africana m audio dicerc ) quid  - luoror in terris? quia huc ad vos venire propero ì Noti  eft ita, inquitille. NifiOc*usis, i cujus hoc templum  eft omne, quod confpicis, iftis te corporis cuftodiis Jif  beraverit, huc tibi aditus patere non poteft . Homines  cairn funt hac lege generati, qui tuerentur ilium glo-  bunri , quem 2 in hoc tempio medium vides, quae terra  dicitur . Hifque animus datus eft ex illis lempiternis  ignibu9, quas 5 fiderà & ftellas vocatis ; 4quae globo»  fae & rotundae, divi nis animata^ mentibus, circos fuos  orbefque confìciunt celeritate mirabili. Quare& tibi,  Publi. , & piis omnibus retinendus eft animus in cufto-  dia corporis: nec injuftu ejus, a quo ilie eft vobis da*  tus, ex hominum vita migrandum eft ; ne munus hu*  manti m aflìgnatum a Deo, defugifte videamini. Sedfic,  Scipio, ut avus h*ic tuus, ut ego, qui ce genui , ju-  ftitiam cole & pi età te m ; quas cum fit magna in paren-  tibus & propinqui, tum in patria maxima eft . Ea vi*  ta via eft in caelum, & in hunc ccetum eorum , qui  jam vixerunt, & corpore iaxati illum incolunt locum,  quem vides (erat autem is fplendidiflìmo candore in»  t ter ffommas circuseluceni ) quem vos, ut aGrajisac-  cepìftis, $ orbem la&eum nuncupatis. Ex quo omnia  m

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