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Thursday, October 24, 2024

GRICE E GIGLI

 LA METAFISICA  DEL LINGUAGGIO  SCIENZA  NUOVA ANCHE AI DOTTI  E PEI SOLI DI BUON SENSO  OPERA  MARIANO GIGLI  CIA PUBLICO PROPISSORE DI VARIE FACOLTÁ.  *0*0*  MILANO  Presso FRANCESCO FUSI    AL NOBILE GIOVINETTO  FRANCESCO PIAZZI  d'anni nove e giorni tre  ALLIEVO DELL'AUTORE  САло СвОСИНЯ  Eccovi ultimato il Metafisico mio Lavoro sulla Natura del Linguaggio e sul Linguaggio della Natura -  Esso contiene lo sviluppo di quei Principi, dai quali dovete singolarmente ripetere i rapidi vostri progressi nelle Lingue (1) -  Io quindi Ve l'offro in pegno del mio affetto e della mia sodisfazione —  (Milano 13 Giugno 1817)  (1) Il Giovinetto Prazzs si propone per la Primavera del prossimo-venturo 1818 di fare in Milano un publico  Esperimento di Sette Lingue, cioè laliana, Francese, Spagnuola, Inglese, Tedesca, Latina o Greca.    IL FRONTISPIZIO ED IL COME  IL FRONTISPIZIO  I pensiero piè umiliante per una scritore è quello,  che la sua Opera sia nemmeno letta dagli altri — Sapendo che questa è la sorte della massima parte delle Produzioni specialmente astratte, e volendo pure allontanare da me tale malinconica idea, mi sono appiglialo all' espediente di stuzzicare l'Amor-proprio dei Letterati.  — Quindi intitolai questa mia Metafisica — ScIENzA  NUOVA ANCHE AL DOTTI•-.  Eliminata con tale giustificazione una taccia poco ono-revole, mi avvedo che vado procurandomi un Titolo anche peggiore; benchè per mio conforto l'avrei comune con quasi tutti i miei simili - Sono quindi costrello « dichiarare, che questa Scienza o Produzione può effec-sivamente ritenersi qual' è annunziata dal Frontispizio. lo non ò veramente letto le Opere di tutti i Dotti; ma ò molto meditato sui Libri di quelli che particolarmente si occuparono di tale materia; come Vaillis,  Polio, Durs et omaites, Amile Lockie  in Porto-reale, ed altri — Eppure mi permetto avran-zare, che il mio Lavoro sul Linguaggio sarebbe nuovo  anche ad essi.  Aggiunsi poi nel Frontispizio — PEr soLt DI BUON sENSO - unicamente per dire ai Signori Pedanti, che li rispetto, mu non iscrissi per loro.  IL COME  Mi occupavo d' un Progetto di Lingua Universale pei  Dotti; e questo non per elezione o capriccio ma per effetto irresistibile d'una specie di convulsione alla testa,    simile a quelle che un Poeta chiamerebbe — divini Furori,;  però, che le mie teorie si appoggiavano a dei Principj di Lingua poco o nulla generalmente conosciuti, perche nessuno ebbe mai la sofferenza di meditarli. Quindi la-  I as oi orisine lo preaue Meatice del inguag  Chiunque si darà la pena di leggerla, vedrà facilmente che nello scriverla io non dimenticai il Progetto di Lingua Universale; e quindi che vi ò esposto delle cose, le quali altrimenti potevano tralasciarsi.    METAFISICA  DEL LINGUAGGIO  INTRODUZIONE  IL Linguaggio è il mezo più comune, di cui ei servono gli Uomini per comunicarsi reciprocamente i bisogni i desideri i pensieri. — L'uso, inseparabile dalla  cono verza sociale, ongaia cinci Guindi io teorie  Il Filosofo però, che deve su tutto portare il suo  ciò che apprese per  prattica? E nel secolo dell' analisi dovremo con indifferenza veder sepolto nelle tenebre d' una rugginosa igno-  distintivo  siasitivo per cui l'uomo si pone, primo fia gli Esseri A me sembra, che troppo debba interessarci il conoscere una cosa, che ci riguarda si davvicino e clie inseparabile dalla nostra sociale esistenza. Quindi mi permetto esporre il risultato delle mie meditazioni, considerando separatamente i materiali del Linguaggio ossia le Voci  J. Come Elementi del Discorso -  Il. Come Parti del Discorso —    DELLE VOCI ELEMENTI DEL DISCORSO  2.  Le Voci, prese com' Elementi del Discorso cioè isolatamente, da noi si distinguono in Radicali, Derivate e Sostituite.  da ara voce conosinta ed isata nilla mdesima Lingua:  come Sole, dolce, fuggire ec.  4: Derivate son quelle, che provengono da voci conosciute ed usate nella medesima Lingua: come Solare, dolcezza, fuggitivo ec.  5 Sodi e ne il e del me vene chiacerta  ed usate nella medesima Lingua: come mio, pensante , egli ec. per di me, che pensa ec.  SEZIONE PRIMA  DELLE VOCI RADICALI  6. Le voci Radicali furono fissate dai Primi, che parlarono una data Lingua qualunque; e i Posteri debbono adattirsi ad apprenderle.  se indi è rendi in convenione sociale chi ruerai  suoni radicali  meramente per capriccio e per vana poipa di spirito; ma è ciascuno autorizato a produrre delle voci nuove quando s'abbia ad esprimere un'idea qualunque in quella  Lingua non espressa fin ora.  7 le voci Radicali da noi si distinguono in voci di Cosa, di Giudizio e di Rapporto.    Voci di Cosa  Bhi laro pualid; 6 ore guesto ura le mon ih  terrotta di moltiplici varianti Azioni.  9. Le voci destinate ad esprimere queste Azioni Oggetti e Qualità, son quelle che noi chiamiamo Voci di Cosa, perchè esprimenti qualche Cosa di assoluto e reale, o che almeno come tale si concepisce da noi. PARACRFAO 1.° Oggetti  20% coepiae capace d tare o mietre tur Acone he  11. La voce esprimente un Oggetto qualunque sarà da noi detta Nome sostantivo o semplicemente Sostanti-vo; essendo molto facile rilevare dalla definizione data  sere Sostativo osia Suite Darto deve di necesia  Benchè in natura gli Oggetti sieno tutti determinati perchè individui, pure i Nomi che li esprimono sono nella massima parte indeterminati. Ed infatti perchè e come assegnare un nome distinto a ciascuno di quegli Oggetti innumerabili, che presentano in complesso le atesse particolarità; che per la loro somiglianza sembrano quasi diramazioni d'un solo; che si mostrano quasi subito scomparire dalla faccia del creato? - Nel Linguaggio è dunque necessario distinguere i Sostantivi in determinali e indeterminati. E determinato ogni Sostantivo, che presenta allo spirito un Oggetto individuo e che non può assolatamente esser confuso cou alcun altro; come Roma, Dinubio, Europa ec: Ed è indeterminato ogni Sostantivo, che presenta allo spirito un Oggetto generico o almeno   plicabile praticamente a varj individui della natura; come  Uomo, Piantu, Fiume ec.  PARAGRAFO 2.°  Qualità  Qualità da noi chiamasi - ciò, che un Oggetto à in se di rimarcabile, e che potrebbe anche non avere senza però cessare d' esistere — La Voce esprimente una Qualità qualunque sarà da noi detta Nome qualitativo o semplicemente Quali-tativo. Proprietà chiamasi - tutto ciò, senza cui l'Oggetto non potrebbe esistere —. Quindi le proprietà d'ogni Oggetto sono tutte comprese nel nome dell'Oggetto medesimo. E.  sico po ciò che inalia costa di Proietà, ipo all  sapere in ogni Oggetto ben distinguere l'una cosa dall' altra.  17. Dopo ciò è facile intendere, che non può dirsi - fuoco caldo, neve bianca, Sole lucente ec. —; perchò caldo bianca lucente, in questi Oggetti non sono Qua lità ma Proprietà, e quindi espresse rispettivamente nei  Sostantivi fuoco neve Sole —.  ao le orienti non pue die lo Proprio dali Dege runea  neve Sole ec, escludono rispettivamente le qualità freddo  bruna oscuro.  PARAGRAFO 3.°  Azioni  Azione da noi chiamasi - tutto ciò, che un Oggetto qualunque può fare —. È poi facile conoscere, che delle Azioni alcune niscono in chi: le fa, come dormire correre ec.; ed   altre finiscono in un Oggetto diverso da quello che le ta, come premiare ferire ec. — Noi chiameremo le prime Azioni determinate, e indeterminate le seconde.  CAPO II  Voci di Giudizio  20. L'Uomo nello stato di natura per poco osservatore che sia, facilmente si avvede, che le Qualità e le Azioni dipendono assolutamente dagli Oggetti; e che le prime ne sono come altrettante emanazioni trettante conseguenze. Eli quindi come seco de siderale  è sua prima cura osservare attentamente e quali diflonda o includa Qualità, e di quali Azioni sia desso capace —  Conseguenza naturalissima di tale osservazione sarà il conoscere lo stato e le particolarità dell'Oggetto; e quindi se ad esso convenga o non convenga tale o tal altra  Azione e Qualità.  22. Se dunque l'uomo abbia a comunicare la sua sco-  tani quello d'una data Azione o Qualità. La prima è da noi detta Voce di Giudizio affermativo, la seconda Voce di Giudizio negativo.  25. In Italiano essere è l'espressione generica di Giudizio affermativo, non essere quella di Giudizio negativo.  PARAGRAFO UNICO  Verbi  24. Dall' esposto superiormente (20 e seg.) è facile  rica erche e che guasti debono a no avera con  alla natura delle cose, ma all' ingegnosa variante bizzarria    degli uomini. Infatti correre, scriver-, premiare cc. in natura signicano essere corrente, scrivente, premiante ec.; e il solo capriccio o tutt' al più l'amore di brevità con gravissima lesione della chiarezza e facilità di Lingua restrinse queste due distintissime Voci in una sola.  Richiedendo quindi l'analisi del Linguaggio che sia il tutto possibilmente riportato ai suoi primi elementi, si vedrà di leggieri quanto importi l' esercitarsi nella decomposizione dei Verbi onde averne una giusta analitica idea. Questa decomposizione è per altro della massima facilità, fissando che da noi con definizione esattissima chiamasi Verbo - ogni parola composta di due Voci, l'una di Giudizio l'altra di Azione -. E siccome ogni Azione è di sua natura determinata o indeterminata (19), così chiameremo rispettivamente determinato o indeterminato anche il Verbo che la esprime. CAPO III Voci di Rapporto Fissate le Voci di Giudizio e di Cosa, può l'uomo convenientemente spiegare agli altri la sua situazione, i suoi bisogni, la sua volontà. Ma le Cose, ossia gli Oggetti le Qualità e le Azioni (9), ànno o possono avere molti e diversi Rapporti fra loro, come di tempo d'or- dinque con precise sue per esprio ste ure dele Voci  per ciascuno di tali Rapporti.  28. Cosa nel nostro senso debba intendersi per Rap-porto, è più facile rilevarlo dal contesto di questo Capitolo che definirlo. Pure per chi ne bramasse la defini-zione, dico per Rapporto nel nostro senso intendersi -  tutto ciò, che ci offre una Cosa  Bon in ar sesa ia unicanee fispalo ad ace coseata  29. Premesso, che non tutte le Cose possono o debbono avere gli stessi Rapporti, ch' è quasi impossibile  asco il prino pass & molte facile progredire da se cola  sola guida dell'analogia e del buon senso; mi limiterò    fare di tali Rapporti quell' analitica esposizione che à trovato più conveniente al mio scopo.  PARAGRAFO 1.°  Luogo  30. Luogo significa — Punto o Aggregato di Punti; occupato da un Corpo qualunque nello Spazio ossia nella  Natura -.  31. Fissata questa definizione, l'idea che da tutti naturalmente si acquista d'un Corpo cioè - d' un Oggetto fisico materiale — fa chiaram ente conoscere, 1.° che uno stesso Corpo non può trovarsi in due luoghi diversi al tempo stesso; 2.° che due o più corpi al medesimo tempo non ponno occupare lo stesso identico luogo.  52. Ora è cosa molt' ovvia, che l'uomo debba const-  dena due mini i ti fidi e teso la che  nanza o lontananza, le parti superiore interna ec. -  Egli dunque dovrà necessariamente far uso di espressioni, che facciano conoscere tali Rapporti, e che noi chiameremo Voci di Luogo; come sopra, saso, fuori, pres-  so, lontano ec.  PARAGRAFO 2.°  Tempo  Dal Moto nasce naturalmente l'idea del Tempo. Infatti il Moto non è, che — l'efletto del passaggio d'un Corpo dall'uno ad altro Punto dello Spazio -. aue Poi non tendo al melei in tan omogaisi  il Moto essendo necessariamente diverso da quello in cui  movendosi  dello Spazio che percorre. Quindi per fare il suo passaggio impiegherà tant' Istanti quanti sono i Punti sulla linea percorsa; vale a dire nel primo Istante si troverà sul primo Punto, nel secondo Istante sul secondo Punto, e    così di seguito finchè nell'ultimo Istante sarà sull' ultimo  Punto del suo cammino — Ma i Punti dello Spazio percorsi dal Corpo si succedono immediatamente e formano  come una continuata Catena o meglio una Linea conti-puata - Dunque anche gl' Istanti, nei quali avviene l'occupazione de varj Punti, debbono succedersi immediatamente e formare una Linea continuata o meglio una continuata Catena.  35. Dunque in qualsivoglia Moto immaginando con  nione a percorrere i for Punti ello Spazio ha Pa  tali Istanti forma ciò, che da noi chiamasi  Tempo impiegato da un Corpo per eseguire il suo mo-vimento.  Dunque dal Moto nasce naturalmente l'idea del Tempo.  36. Dunque, riflettendo che un'Azione specialmente  • Aggregato d'Istanti, in cui à luogo un'Azione qualunque —  PARAGRAFO 5.°  Tempo  Gode o Mout ceamile di ertite a Natia medesimp d  poggino dall'una parte al principio dall'altra al fine della fisica esistenza.  38. Fissata con chiarezza questa Linea generica di  Te vari di fe Padee d'immaginaziona el stipic  assolute e possibili Azioni.  (a) Due lince sono paralel'e, quando su tutti i punti sieno  sempre ugualmente distanti fra loro.    Ma di questo parleremo in seguito (155 e seg.). Quindi mente le Azioni possono avere per esprimerli — Queste Voci sono oggi, adesso, jeri, un anno fa, da qui a un mese, subito ec.; che noi perciò chiameremo Voci di Tempo.  PARAGRAFO 4.°  Tempo  30. Ponendoci coll' immaginazione in qualunque Punto della generica Linea di Tempo (57), ci sarà facile ve-dere, che molte Azioni furono già consumate; che molte debbono ancora effettuarsi; e che molte si eseguiscono al momento in cui osserviamo. Avremo dunque su questa  cine debo era fa veti se decorsi tante erico indanti  sibile che separa sempre queste due Serie.  • Aggegato ant preo sula pra sale, di Leae  futuro qualunque Istante o Aggregato d'Istanti preso nella seconda serie, e di Tempo presente l'Istante unico indivisibile che separa il Passato dal Futuro.  4r. I Tempi passato e futuro, essendo formati d' una  Tunga se e d'onti pone da nei onidri dion,  o come Passato e Futuro riferibile ad un precisato Punto della serie - Quindi il Tempo Passato egualmente che ‹il Futuro sarà determinato o indeterminato.  I. E determinato, se esprimiamo l'Istante o Aggregato d'Istanti in cui avvenne o avverrà l'Azione; cone l'aio  tale  Il mese tale ec.  Il. È indeterminato, se riporteremo l'Azione al Passato o Futuro genericamente e senza fissare limite aletino sulla linea del Tempo; cone viddi, partirò ec.  42. Il Tempo Presente, come formato d' un solo Istante indivisibile, è sempre determinato di sua natura.    Numero  Gli Oggetti d'una stessa specie si presentano all'uomo ora isolati cioè in numero di uno, come albero, stella ec.; ed ora uniti cioè in numero di più, come alberi, stelle ec. — La chiarezza del discorso esigge na-turalmente, che si specifichi se uno o più furono gli Oggetti in una data Azione o Giudizio, ossia che si spe-citichi il Rapporto di Numero. Le espressioni destinate a far conoscere tale Rap- Voci di Numero.  45. Il Numero di uno ossia un Oggetto isolato è, riguardo al numero, sempre determinato di sua natura.  Ma il numero di più può essere determinato, o indeter-minato.  1. E determinato, se si esprima da quanti uno desso è formato; come cinque, nove, cento ec. che sono ri-  in gekere, cioè senza fissare da quanti uno o unità sia desso formato; come alcuni, parecchi, molti ec.  PARAGRATO 6.°  Ordine  lungo una stessa linea continuata.  piamo delle linee tanto nello Spazio che nel Tempo (35 e 37), così nelle Cose potremo aver Ordine e di  Spazio e di Tempo.  47. Posto dunque che più Cose della stessa specie sieno schierate lungo una medesima linea, determinare I' Ordine d'una qualunque di esse significa — fissare il Punto  che lazione dee apa ore leitea fila lo un camente  sulla linea medesi-  ma -    dovrà essere necessariamente espresso con  Voci apposite,  che noi chiameremo Voci d' Ordine; come primo, se-  condo, ultimo, in seguito, dipoi, infine ec.  PARAGRAFO 7.°  Sesso  49. In quasi tutte le Specie d' Esseri Organici, ossia  ae Maschi codele Promie Le funon ai tal Pears  essendo diverse come diversa n'è la struttura, l'Osserva-  da lui nominato. Noi chiameremo tali espressioni Voci o Segni di Sesso (a);  A mia cognizione la Lingua Inglese è la sola delle Eu-ropee, che abbia benchè non sempre  Santaguete il Seso masclile dal epmine, Le lre pe-  gue usarono invece generalmente una varietà di desinenza.  PARAGRAFO 8.°  Aumento e Diminuzione  50. Fissato coll' esperienza il valore e l'idea assoluta  aumentarsi fino ad un massimo, e diminuirsi fino ad un minimo anzi fino a zero.  dete) Sere se be ler ade sapere fra tazione po sedere  e la distinzione tra il Maschio e la Femmina. -- Con tale osservazione pretendo unicamente giustificarmi, se à sostituita desso alla parola genere non esatta e di doppio siguificato.      Infatti, data una Linea retta obliqua (138), se si stabilisca il di lei Punto medio come esprimente lo stato assoluto della Qualità, possiamo agevolmente concepire questa Qualità capace gradatamente tanto di salire fino  interiore di le etrlinea canto di scendehe in aulla  lità aumenti d'intensità e di forza a misura che sale, e ne diminuisca a misura che scende per questa immagi nata linea obliqua, sarà facile formarsi un'idea dei vari Aumenti e Diminuzioni che può dessa successivamente subire.  5r. Dato quindi che una Qualità sia fuori del sto stato assoluto, se vorremo  il punt, de la tea precisare Va, eon ecione socia  pression indicenti Voci dimento a Diminusione; come mala almi, inniamente, poco, ne generalmente  col dare al nome di Qualità la desiaenza issimo: beliis-  sino, dolcissimo ec.  PARAGRAFO 9.°  Modificazione  52. Come le Qualità sono suscettibili d'Aumento e Diminuzione ( 5o), così le Azioni sono suscettibili di Modificazione cioè — di prendere un aspetto differente, ritenendo però il carattere originario —  55. Per ben intendere nel nostro senso la forza della parola Modificazione conviene avvertire, che ogni Azione , in natura il suo valore assoluto; che questo valore assoluto è nelle Azioni invariabile; e che una stessa Azione dev'essere e sarà sempre eseguita nel modo me-desimo. Quindi una stessa Azione ripetuta anche un numero infinito di volte presenterà sempre allo spirito la stessa idea, e però sarà sempre espressa dalla medesima  Voce.  Ma  le stesse Azioni benche sempre conservino inalterabile il loro assoluto valore, pouno in diverse circostanze essere accompagnate da qualche inseparabile    o di Eguaglianza e Differenza, come dai due Paragrafi seguenti.  59. Il Confronto può farsi anche sulle Azioni o Qualità d' un solo Oggetto. In tal caso però dobbiamo contemplar tale Oggetto in epoche diverse, ossia coll' ajuto della memoria dobbiamo considerarlo come pluralizato.  Quindi potremo giustamente applicarvi la teoria sovraesposta (57 e seg.) per Oggetti frà loro diversi.  PARAGRAFO 11.°  Eguaglianza  60. Due cose sono eguali, quando non è possibile assegnare frà loro alcuna diversità - Dunque non può darsi eguaglianza negli Oggetti, perchè tutti presentano delle varietà rimarchevoli. E però cosa molt' ovvia rinve-  nire angue esstendo in natura delle Coe gorati tra  loro di poni per predicare ueta esagio a de Far  Voci d' Eguagliunza; come al pari, egualmente, tanto quanto ec.  PARAGRAFO 12.°  Differenza  62. Confrontate due Cose della stessa natura e trove-tele non eguali, - la quantità di cui una supera l'altra  - è ciò che propriamente costituisce la Differenza tra queste due cose  63 I soli Matematici anno un esatta nozione del va-  unicamente frà Cose non della stessa natura; e la Differenza invece esiste unicamente frà Cose di medesima natura. Quindi si dirà che — il Bianco è diverso dal  Rosso — è - il Bianco-neve à differente dal Bianco-  latte —    o di Eguaglianza e Differenza, come dai due Paragrafi seguenti.  59. Il Confronto può farsi anche sulle Azioni o Qualità d' un solo Oggetto. In tal caso però dobbiamo contemplar tale Oggetto in epoche diverse, ossia coll' ajuto della memoria dobbiamo considerarlo come pluralizato.  Quindi potremo giustamente applicarvi la teoria sovraesposta (57 e seg.) per Oggetti frà loro diversi.  PARAGRAFO 11.°  Eguaglianza  60. Due cose sono eguali, quando non è possibile assegnare frà loro alcuna diversità - Dunque non può darsi eguaglianza negli Oggetti, perchè tutti presentano delle varietà rimarchevoli. E però cosa molt' ovvia rinve-  nire angue esstendo in natura delle Coe gorati tra  loro di poni per predicare ueta esagio a de Far  Voci d' Eguagliunza; come al pari, egualmente, tanto quanto ec.  PARAGRAFO 12.°  Differenza  62. Confrontate due Cose della stessa natura e trove-tele non eguali, - la quantità di cui una supera l'altra  - è ciò che propriamente costituisce la Differenza tra queste due cose  63 I soli Matematici anno un esatta nozione del va-  unicamente frà Cose non della stessa natura; e la Differenza invece esiste unicamente frà Cose di medesima natura. Quindi si dirà che — il Bianco è diverso dal  Rosso — è - il Bianco-neve à differente dal Bianco-  latte —    64. Esistendo in natura delle differenze, l'Uomo necessariamente si troverà molte volte in situazione d'indi-  più, meno, maggiore ec.  PARAGRAFO 13.°  Somiglianza  65. Due Cose sono simili, quando anno eguali Proprietà (16), senza riguardo  phie ponto, senza re terenti e anche diverse (03).  66. Infinite essendo le Cose simili che ci offre la Na-  porta, biana dosiamo biano di indi a tale ape  chiameremo Voci di Somiglianza.  In Italiano le Voci di Soniglianza in fondo si riducono tutte alla parola Simile.  PARAGRAFO 14.°  Identid  Identico deriva dalla voce Latina idem, che significa istesso - Non esistendo in natura Oggetti eguali perfettamente trà loro (60), deriva la necessaria conseguenza che ogni Oggetto aver deve i distintivi suoi par-ticolari; e questi particolari Distintivi formano appunto ciò che serve a identificare ogni Oggetto. Quindi per determinare l'Identità d' un Oggetto bisogna far  della sua specie  rimane dopoci, e raiolare unicamente ciù che in csso  69. Trovandoci sovente in bisogno di esprimere l'Identità negli Oggetti, faremo dunque uso di voci apposite che chiameremo Voci d'Identità; come stesso, medesimo ec.    Approssimazione  cli la Sesa Sualta o Cciore tor E in lutt eguate pree  fettamente; ma si conosce al tempo stesso, che la ditle  serse o de colionto mon cugua asoluta preitone ai  assoluta precisione di  calcolo, basterà che l'Uomo indichi la conosciuta approssimativa eguaglianza.  mere i du di ora far di espresioni, he chia.  a un dipresso ec.  PARAGRAFO 16.°  Connessione  72. Benché in Natura le Cose sieno tutte isolate, allo spirito dell' osservatore pur si presentano spesso unite fra Joro. Questo Rapporto d'Unione è troppo frequente ed  essersi etere, e nee aria di Connesione poie insieme, e, anche ec.  PARAGRAFO 17.®  Esclusione  73. Da una o più Cose è molte volte necessario allon-tanarne altre, che o vi sono o vi sogliono o vi possono essere unite. Quindi per indicare quali cose si allontanano ossia si escludono, dobbiamo far uso di apposite espressioni, che chiameremo Voci di Esclusione; come senza, nè, neppure, soltanto, unicamente ec.  Alcune di queste voci come soltanto, unicamente ec.  lontanamento o esclusione di tutte le altre, parmi che per maggiore semplicità  ner ma Cinon inazioi di su somprendersiDichiarazione  74. Uno stesso Oggetto può in diverse circostanze trovarsi in situazioni diverse. L'intelligenza e la chiarezza del discorso esigge quindi, che in ciascuna circostanza si dichiari qual n' è la vera situazione. 75. Di questo tratteremo in seguito (259 e seg.) dif-fusamente. Intanto per ora basta fissare, che chiamiamo Voci di Dichiarazione quelle voei che stabiliscono e fanno conoscere nel discorso la vera situazione dell'Og- getto; come di, a, da ec. AVVERTENZA SULLE VOCI DI RAPPORTO 76. Oltre i molti analizati finora esistono tra le Cose moltissimi altri Rapporti, come di Cagione, Mezzo,  distintamente - lo però mi  Carne T analit , t perche riecirebbe linga troppe e  nojosa; sì perchè come premisi (29), dopo l'esposto  Anora può ciascuno facilmente continuarla da se.  EPILOGO DELLE VOCI RADICALI  77. Le Voci radicali esprimono o Cose o Giudizj o .  Rapporti. •  I. Le Cose sono o Oggetti o Azioni o Qualità.  II. I Giudizj sono o affermativi o negaivi; e il  Verbo non è che un composto di due voci, una di Giudizio l'altra di Azione.  III. I Rapporti frà le Cose sono moltissimi; e per averne cognizione completa bisogna meditarli attentamen-te, facendo la debita analisi su buoni squarci di Lingua.DELLE VOCI DERIVATE  -8. Deriate chiamiamo (4) le voci provenienti dalle  Radicali, e che sono propriamente destinate ad esprimere come una modalità ossia una diversa forma, un nuovo impasto della voce radicale: Così celeste, montuoso, virtù, fedelmente, prolungare ec. sono voci derivate dalle radicali cielo, monte, virtuoso, fedele, lungo ec.  79. Siccome esigge l'analisi, ehe nelle voci derivate sappiamo scoprire e determinare la Radice primitiva esistente in una medesima lingua, così è necessario esaminare in dettaglio le varie generiche Derivazioni che abbiamo dalle diverse generiche Radici - Quindi anali-zeremo successivamente ciò che deriva in genere dalle voci radicali di Cosa di Giudizio e di Rapporto, avver: tendo che le Lingue praticamente sono nelle Derivazioni irregolarissime e capricciose.  Prima d' inoltrarci in quest' analisi trovo però necessario dar ragione di alcune nuove Parole da me introdotte  per semplificazione.  NOMENCLATURA  nostro spirito invece ama vedersi richiamate  miale ile col der umero pisibile di segue pli  indispensabile, come si rileverà nel decorso dell' Opera :  Quindi potrà essere rigettata da chiunque non amasse adottarla.      Che non è qui necessario fissare il valore delle nuove Parole introdotte, giacchè si andrà fissando nel decorso dell' Opera senza quasi avvedersene: Quindi per ora basta prenderne una nozione generica; e alla fine del libro se ne troveranno di seguito le opportune defi-nizioni. Che non o prima parlato di questa Nomenclatura, perchè finora non s'è data occasione di doverne far uso. ELEMENTI DELLA NOMENCLATURA 8r. Dodici sono, almeno per ora, gli Elementi di que-  sa silabe E gurs empre trata dala paroa le douc  sempre tirata dalla parola che dev'e-  sprimere: Non o però in questo tenuto regola fissa, avendo specialmente avuto riguardo atia minore asprezza  delle Combinazioni  Ecco i dodici Elementi con di fronte il loro rispettivo  valore :  ra  ge  qua  SO  sta  radice oggetto qualità azione sostantivo astratto 1 bui = guaitativo  verbo  то  - modificazione  po  rapporto  ter  determinante  se  segno  COMBINAZIONE DEGLI ELEMENTI  82. Per esprimere, che una Voce proviene da una  Radice o di Oggetto o di Qualita o di Azione o di Hap-  Azione o Rapporto.  83. Siccome da ciascuna o almeno da alcune di tali  Radici può derivare un Sostantivo astratto o un Qua-  iprime i con Medicazione e le con ner  zioni superiori l' elemento o elementi adattati alla circo-  stanza: Potremo dunque avere  84. Sostarage, sostaraqua, sostarazi, sostarapo, cioe  Sostantivo astratto proveniente da rage, raqua ec. (82)=  Quirage, quiraqua, quirazi, quirapo, cioè Qualitativo proveniente da rage da raque ec. Morage, moraqua, morazi, morapo, cioè 10- dificazione proveniente da rage da raqua ec. Borage, boraqua, borazi, borapo, cioè Verbo proveniente da rage da raqua ec. Anche dai Nomi Quattativi di qualunque provenienza deriva quasi sempre un sostantivo astratto una Modificazione ed un Verbo. Per esprimere tali Derivazioni basterà preporre i loro Elementi alle Combinazioni sovraespresse (85): Avremo quindi secondo i varj casi Sostaquirage, moquirage, boquirage ec. cioè Sostantivo astratto oppure Modificazione ovvero Verbo proveniente da Nome qualitativo il quale deriva da rage o razi o ec. (82). go. Fissato negli Elementi (8) che ter esprime de-terminante, terge significherà determinante-Oggetto o di Oggetto, terzi determinante-Azione o di Azione.  Quindi, se a queste Combinazioni preporremo T'Ele-mento della parola che fà l' ufficio di determinante, potremo avere Soterge, quiterge, boterge cioè Sostantivo oppure Qualitativo ovvero Verbo determinante un Oggetto: 95. Soterzi, boterzi, quiterzi, cioè sostantivo, o  Verbo ec. determinante un' Azione.  AVVERTENZA  94. Le sovraespresse Combinazioni di Nomenclatura non anno tutte luogo praticamente •nel discorso : Cost per esempio non abbiamo in natura nè quiraqua nè qui-terzi ec. lo però le indicai unicamente per mostrare la ciascuno secondo le circostanze for-  le opportune e qui non espresse Combina-  zioni.  Ritorniamo adesso all'analisi delle Derivazioni.    Derivazioni dalle Radici di Cosa  intendiamo  en aven de sated 9l chion bolto e Dudlia, cole  l'ordine e la necessaria chiarezza che n' esaminiamo pai-titamente le varie generiche Derivazioni.  ARTICOLO 1.°  Dalle Radici di Oggetto  yole de obiane atrburgh in ge di Qualia cid che  fo ta l'esso oil si ta la proprietà d'ue del Oogetto. qualificante la forma di nome Qualitativo: Così da mon-se, radice, leone ec. abbiamo montuoso, radicale,  leonino ec.  97. Dalle Radici di Oggetto può dunque derivare un Nome qualitativo, che da noi sarà chiamato Quirage (85) cioè — Qualitativo proveniente da Nome radicale di Oggetto -.  AVVERTENZA  re, onare, vesire O, coe Contengone in bode 11  nome dell'Oggetto che si usa nell'Azione, sembra derivino da una Radice di Oggetto. Si avverta però, che Queste e simili sono Voci non derivate, ma radicali di  Qualitativi radicale, montuoso ec.    Dalle Radici di Qualità  100. Dalle Radici di Qualità abbiamo tre Derivazioni  - una Voce di Modificazione, ti Sostantivo astratto, ed un Verbo - delle quali tratteremo separatamente.  PARAGRAFO 1.°  Modificazione derivata  10r. Per fissare chiaramente un' Azione bisogna non di rado attribuirle l'essenza di qualche Qualità; ossia col-  rio dare al nome di Qualità l' aspetto di Modificazione (55): Così da onesto facile veloce ec. abbiamo one-stamenie facilmente velocemente ec.  102. Ogni voce di Modificazione, derivata così da una  Modificazione: Così per esempio abbiamo radicalmente  pal quai rtivo e dicale Delevainhe sasa stesso dallia roce  mate Moquirage (89).  104. Quindi onestamente facilmente velocemente ec. dalle radiali, cilità veloci di Modificazione derivanti  Qualità veloce facile onesto ec. —  E radicalmente leoninamente montuosamente ec.  sono  Moquirage, cioè - Voci di Modificazione derivanti dai Quatitativi radicale leonino montuoso ec. già derivati dalle Voci radicali di Oggetto radice leone monte ec. —  PARAGRATO 2.°  Sostantivo astratto derivato  105. Dalle Radici di Qualità deriva un sostantivo astrat-to, come onestà modestia velocità ec. provenienti dai  Qualitativi onesto modesto veloce ec.    natura è unita inseparabilmente a delle altre - La fa-  so le qui facime te trare e siene mediachi, e non  Ora dati più Oggetti, se si astragga da tutti una stessa Qualita, allo spirito del Filosofo questa Qualità  ai resenta comia i getto generia il astrale afica  quindi ne forma così un Ente, il quale propriamente non esiste che nella sua maniera di concepire.  — Sostantivo astratto proveniente da nome radicale di  Qualita 一  108. Anche dai Quirage (97) derivano dei Sostantivi astratti; come da radicale montuoso ec. radicalità montuosità ec. — Essendo quindi essenzialissimo nelle Voci  der yal distintive serano la nator della So parie-  Eatro, i uale deiva da None radcale dr oigeg  PARAGRAFO 3.°  Verbo derivato  109. Spesso gli Uomini si trovano in situazione di dare  ad un  Oggetto una Qualità che non aveva. Tale operazione si esprime dando alla radice di Qualità l'aspetto e la natura di Verbo; come dolcificare, facilitare, appianare ec. che significa render dolce, piano, facile ec.  Dunque dalle radici di Qualità deriva ancora un Verbo:  110. Ogni Verbo così derivato esprimente l'Azione di attribuire ad un Oggetto una Qualità che prima non  everso prove la no da hime ta Bora di (u,, cioè        Dalle Radici di Azione  111. Distinte le Azioni in determinate e indetermina-  ciascuna  PARAGRAFO 1.°  Voci attive e passive  112. Ogni Giudizio di Azione oltre la Voce giudicante cioè essere (23) richiede una voce di Azione, ed un Oggetto che forma come il cardine del giudizio stesso (a); come Pietro e Tizio in - Pietro è amante, Tizio è  amato -  Ora quest' Oggetto del giudizio o eseguisce desso l'Azione su cui cade il Giudizio, o semplicemente la ri-ceve: Se la eseguisce , è in istato d'attività; come - Pietro è amante -; ed è invece in istato di passività (b), se la riceve; come - Tizio è amato. Ma il nome dell'Oggetto è inalterabile, cioe esprimere se net giudizio è desso ativo o passivo - Dun-que, il Giudizio non essendo formato che da trè cose cioè — Oggetto, Voce giudicante ed Azione (112) - l'attività o passività dell' Oggetto dovrà essere espressa dalla voce di Azione.  115. Dunque chiameremo attiva - quella Voce di Azione la quale indica che l'Oggetto del Gtudizio è attivo —; come amante in Pietro ama ossia è amante :  Lo stesso dicasi dei Giudizi di Qualità: ma qui il discorso cade soltanto su queili di Azione. Passività nel nostro senso non significa patimento ma ricevimento; ossia un Oggetto è nel nostro senso passivo, ogni volta che riceve un' Azione. E chiameremo passiva - quella voce di Azione, la quale  ania iner io anetto del giudizio —; cone  116. E qui necessario avvertire, che nella Lingua Italiana come in molte altre si presentano sotto apparenza passiva delle Voci di Azione che assolutamente non sono  decomporre ed analizare simili espressioni; giacchè è di somma importanza il saper bene e facilmente distinguere le Voci attive dalle passive, e quelle che sono realmente tali da quelle che ne anno la sola apparenza.  PARAGRAFO 2.°  Di Azione Determinata  Presa per Radice di Azione l' espressione del Giudizio generico-determinante al presente ( 147) ossia l' e-pressio, sedere e dalle Radici verbali di Azione determinata deriva una Voce attiva, un Nome di Azione ed un Nome di Attore — Si avverta, che non tutte le Radici di Azione determinata anno praticamente queste tre Derivazioni : Così dormire per esempio non à nè la Voce attiva, nè il Nome di Attore; e gioire non presenta alcuna derivazione. YOGE ATTIVA Azione determinata essendo quella che termina in chi la eseguisce (19), è chiaro che in tali Azioni l'Oggetto del giudizio non può non essere attivo. Ma lo stato dell'Oggetto è espresso dalla • Voce di Azione ( 114). Dunque dalle radici di Azione determinata deve primie-ramente derivare e deriva una Voce aira, come cor-  rente, sedente ec.NOME DI AZIONE  119. Deriva inoltre una Voce, la quale esprime l'Azione in genere come Oggetto; vale a dire una Voce - esprimente l'Azione qual'Oggetto, e al tempo stesso esprimente una certa continuazione di durata o di tempo  nellazie i drivazioni saranno da noi rsi, une semi  d'Azione.  NONE DX ATTORE  120. Molte volte dobbiamo o ci piace esprimere un Oggetto, non qual esiste in natura ma solo come Agente  in ta caso a oni due i assia se plice alla adice vibale  un aspetto di sostantivo; e la voce che ne risulta è da noi chiamata Nome di Attore; come espositore, coltiva-  tore, vincitore ec.  PaRAGrAFo 3.°  Di Azione Indeterminata  121. Presa egualmente (117) per Radice di Azione l'e-  Edicio ve vallai del nei deto minio presa primelle  mente una Voce altiva, un Nome di Azione ed un Nome di Attore, come dalle Radici di Azione determinata (117):  Così da esporre abbiamo esponente, esposizione ed espo-sitore; coltivante, coltivazione ec. da coltivare ec. -  Infatti, applicando pel Nome di Azione e di Attore il già esposto (119 e 120), il Verbo deve avere una Voce  inoltre una Voce passiva ed un Nome Qualitativo.,  VOCE PASSIVA  125. Azione indeterminata, essendo quella che non termina in chi la eseguisce (19), è chiaro che l'Oggetto. del giudizio sarà molte volte o almeno potrà essere nello stato di passività (113). Ma lo stato dell' Oggetto nel      giudizio è espresso dalla Voce di Azione (114). Dunque dalle Radici di Azione indeterminata derivar  deve e de-  se (116).  NOME QUALITATIVO  rogativa di  caso per esprimere questa prerogativa  o qualita si fa uso d' una voce derivante dalla radice di  CoNonte Quaitatvo detivante da ratice verale di  Azione -; come esponibile, coltivabile, vincibile ec.  125. Siccome ogni Nome  Qualitativo d' Azione deve  riguardarsi come vero Nome di Qualità, cosi dai Qui-razi avremo le varie Derivazioni assegnate (100) alle Radici di Qualità - Quindi dal Quirazi amabile p. es. avremo amabilmente, cioè un Maquirazi (89); avremo amabilità cioè un Sostaquirazi (89); e dovremmo anche avere un Boquirazi (89) come amabilizare cioè rendere  aruad, Voendo quind coprinere di cegute e varie De-  rivazioni da una stessa Radice verbale di Azione indeterminata p. es. presentare, avremo o almeno dovremmo avere - presentante, presentatore, presentazione, pre-sentato, presentabile, presentabilmente, presentabilità,  presentabilizare -  Si avverta però come già fù detto (117), che nelle  Lingue le radici di Azione indeterminata non anno tutte praticamente le diverse annunziate Derivazioni : Così amare non à nè amazione nè amabilizare ec.  AVVERTENZA  127. L' irregolarità nelle Derivazioni gia marcata più volte, è un difetto notabilissimo in tutte le Lingue, ed è una delle prove più convincenti che le Lingue furonoa poco a poco e capricciosamente formate dall' uso, non dal calcolo filosofico nè con regole di sistema — T'ale osservazione dovrebbe più che ogni altra persuaderne, che i Sistemi i Metodi ed i Libri impiegati finora per lo studio delle Lingue, sono direttamente opposti alla natura del prattico Linguaggio, e servono solo ad istupidire lo Spirito ad inceppar la memoria e ad impedire la cogni-  zione di ro dimostare e pretende intenere a come i  CAPO II  Derivazioni dalle Voci di Giudizio  128. Fissata per Voce radicale di Giudizio affermativo l'espressione generica essere, vedemmo (23) che pel Giudizio negativo basta unire ad essa la negazione ; ed abbiamo così non essere — Quindi la Voce radicale di Giudizio in fondo si riduce alla sola essere, e con essa potrebbero facilmente esprimersi tutti i Giudizj.  120. Infatti ogni Giudizio, oltre la Qualità o Azione  il Tempo a cui questo giudizio si riporta, Ora  asodi a cosa dere ci di chi a chi a che  da chi ascolta - Indicando quindi con nome apposito quest Oggetto, e fissando che il nome di chi parla è io se une proi sece le il rocco di chi a tolta il lore nome particolare, si vede chiaro che riguardo all' Oggetto la voce essere può sola bastare ad esprimere qualunque  Giudizio. - Io essere Italiano, Tu essere Studioso, Pietro essere Scrivente, Noi essere vicini, Voi essere pa-renti, i Soldati essere valorosi ec. -  13r. Il, Il Giudizio che si proferisce, è riferibile a  Tempo o passato o futuro o presente (40). Quindi, fis-  da sola foce asere Coll apate d un ai a Pratante ancae  riguardo al Tempo ad esprimere qualunque giudizio -        Per esserne meglio convinti agli Esempj addotti di sopra  - lo essere Italiano ec. — si uniscano successivamente le varie Voci di Tempo jeri, oggi, domani, un anno  fà ec. (38).  132. Ma gli Uomini per natura amanti di varietà come molte volte unirono la voce di Giudizio a quella  itinel Cln evita ripe continue e duindi,  nojose  ogn' istante  una stessa  invariata Voce di Giudizio, come sarebbe in  Italiano essere, trovarono nel decorso dei secoli conve niente supplire e a varj Nomi di Oggetto e a molte Voci di Tre di Gidialcune stabili derivazioni dalla Voce ra-  ralicale ai Cuatio d estre perastremo i quetalarne  essere, passeremo a dettagliarne  tutte le moltiplici Derivazioni dopo le seguenti necessarie  Avvertenze:  AVVERTENZA I  135. Potendo essere Oggetto del Giudizio o Chi parla  dai primi due; oppure per semplificazione maggiore li chiameremo rispettivamente Parloge, Scoltoge, Ter-  come ale o per, ce o a rive devoi e siderase  chi legge.  134. La desinenza nelle derivazioni tanto dalla Voce radicale di Giudizio come da qualunque altra Radice ver-bale, esprime in Italiano la qualità dell' Oggetto, cioè se parlante ascoltante o terzo; e n' esprime parimenti il Numero genericamente cioè se uno o più sono gli Og-  ti me degli e see parlate e colge, mpreo  sempre lo  stesso in ciaseun Numero (130), volendo potremo tralasciarlo ognivolta che non ne nasca oscurità o confu;  sione.   Si richiami la definizione del tempo (36), e la Linea generica indicata (37) per facilitarne l' intelligenza. Si fissi, che il Tempo passato e futuro è sempre hea da noi ai deterina cone presne (3) , ar 6  in nostro arbitrio considerar come presente qualunque punto tanto sulla serie degl'Istanti decorsi come su quella degl' Istanti avvenire.  157. Da varj Oggetti potendo al tempo stesso farsi varie Azioni, o anche dovendo noi al tempo stesso considerare varie Azioni fatte in tempi diversi, si fissino secondo il bisogno due o più linee di Tempo paralel-le (35 V. Nota) frà loro. La prima esprimerà le Azioni dell' Oggetto parlante; la seconda quelle dell'Oggetto ascoltante; e la terza, pluralizata ove occorra, quelle dei  terzi Oggetti.  138. Ugni perpendicolare (a) a queste paralelle tirata  su medingo punto peprimera e arigetti diveren te ogni obliqua alle medesime paralelle esprimerà invece varie Azioni avvenute in diversi istanti, egualmente per opera di Oggetti diversi (b).  139. Un solo Oggetto può fare anch' esso varie Azioni  sare stessetem tal come biscare e ulare, ore ore e cam  se la natura del discorso esigge che si faccia eguale attenzione su ciascuna di tali contemporanee azioni; oppure se, considerandone una come principale, le altre debbano riguardarsi puramente come accessorie: Giacchè nel primo supposto dobbiamo esprimerle tutte distinta-    mente, come giuoca e ride, scrivono e cantano ec.; e nel secondo supposto, espressa la principale con distin-zione, si darà alle altre un aspetto di semplice accesso-rietà, ossia un aspetto modificante, come giuoca ridendo ec. (150).  140. Ciò premesso, inoltriamoci a fare una dettagliata esposizione dei vari Modi e Tempi sia assoluti sia relati-  gna alla generica ladice di Giudizio essere.  ARTICOLO UNICO  Natura del Giudizio  14t. Secondo la  Giudizi Vecondo eh diver dide e e cra tra soio isotri ti, ora dipendenti, ora puramente indicativi, ora accompagnati da qualche particolare sentimento dell'anima, ora generici, ora congiunti a qualche  determinazione  particolare, ora ec.; come potrà meglio rilevarsi dai  Paragrafi seguenti.  Queste diverse forme, sotto le quali suole o può presentarsi un Giudizio, saranno da noi chiamate Maniere o Modi del Giudizio. Questi Modi sono da noi portati al numero di otto, cioè Modo generico, indica-tivo, condizionato, suppositivo, volitivo, ottativo, inde-finito, interrogativo; e tratteremo separatamente di cia-scuno. PARAGRAFO 1.° Giudizio Generico Spesso esprimiamo di seguito due o più Giudizi riferibili ad un Oggetto medesimo; come — voglio par-tire, scrive cantando ec.—; uno dei quali cioè voglio, scrive ec. forma sempre come il cardine del sentimen- Ceso ( 3g), n tal case i facle cnecre, che aveado  espresso con chiarezza e precisione il Giudizio cardinale,    basterà indicare gli accessorj anche genericamente. Ed  infai perchè pect cade aidiri, ecessivi che  separabilmente congiunti?, — Ora questi Giudizj acces-sorj, espressi così genericamente e considerati a motivo  d'a chia spar dimente ai eardicali cidi ili che  generico.  144. Dunque sebbene in un prattico discorso non possa esistere alcun Giudizio assolutamente generico, giacchè tutto vi dev' essere convenientemente determinato, pure allo sguardo analitico varj Giudizi separatamente presi si presenteranno come tali. Dunque è quì necessario ana-lizare le relative espressioni o derivazioni, distinguendo i Giudiz) generici in determinanti e modificanti. GENERICO DETERMINANTE  ‹45. Chiamiamo determinante ogni Giudizio generico, il quale serve a determinare ossia stabilire fissare il vero e preciso valore del Giudizio cardinale ( 143): Così in  — voglio partire - partire è determinante di voglio; giacchè voglio senza partire non esprimerebbe nel nostro caso concreto un'idea determinata e precisa, come diremo in seguito più diffusamente ( 25g e seg.)  Il Giudizio generico determinante può essere pre-sente, passato o futuro — Si avverta però, che in simili Giudizi questi tempi sono tali unicamente riguardo al Giudizio cardinale; e quindi propriamente sono tempi relativi a guello, in cui à luogo il Giudizio cardinale. 1. E presente ogni Giudizio generico determinan-te, che à luogo al tempo stesso del Giudizio cardinale ; e la voce radicale essere è quella che serve ad espri-merlo. Quindi abbiamo - debbo; doveva, dovetti. dovrò, dovrei ec. essere  148. Il. E passato ogni Giudizio generico determinan-te, che à luogo prima del Giudizio cardinale; e essere stato è la derivazione che serve ad esprimerlo. Quindi abbiamo — debbo, dovevo, dovetti, dovrò, dovrei cc.  essere stato -.    149. IlI. E futuro ogni Giudizio generico determinan-te, che à luogo dopo il Giudizio cardinale. Dover essere, aver da essere, esser per essere sono le derivazioni che lo esprimono; tutte però di pochissimo uso in buon gusto Italiano (243). Quindi abbiamo - credo, credeva, credetti, crederò, crederei ec. dover essere o aver da essere o esser per essere —.  GENERICO MODIFICANTE  15o. Chiamiamo modificante ogni Giudizio generico s il quale accompagna il Giudizio cardinale onde presentarlo sotto forma diversa ossia onde presentarlo con una Modificazione (52): Così in — giuoco cantando - can-. cando non fa che accennare l'azione, da cui è accompagnata ossia modificata quella di giuocare.  151. 1 Giudizio generico modificante dovendo agire e  medesimo. Quindi il Giudizio modificante rapporto al cardinale non può essere che presente — Essendo è lu derivazione per questo giudizio. Avremo dunque - Essendo cantante ossia cantando giuoco, giuocava, giocai,  Bocz, Ii Talano si grand uso dal epresione essendo  tempo passato, e ciò specialmente per l'analogia coll' espressione del Generico determinante passato (148). — Si faccia però avvertenza, che essendo stato è un' espressione sostituita ; e si richiami (‹51), che il Giudizio generico  modificate vene esempele presene, Ciod, dev di  PARAGRAGO 2.°  Giudizio Indicativo  153. Indicativo è ogni Giudizio, in cui ad un Oggetto    attribuiamo puramente un'Azione o Qualità, senza che vi sia annessa alcuna particolare circostanza o emozione dell'animo; come — Pietro è virtuoso, i Soldati erano  prodi ec.  -: E lo chiamiamo Indicativo appunto perchè  tale Giudizio non fà che accennare ossia indicare se stesso li. madrio indicaivo può essere isolato o dipen  dente.  INDICATIVO ISOLATO  155. Isolato da noi chiamasi ogni Giudizio indicativo  esprimente un senso completo senza il concorso d' altro  Giudizio — L' Indicativo isolato è sempre riferibile ad uno dei tre Tempi passato, presente o futuro; giacche in qualche istante di tempo  156. T'EMPo PASSATO - E passato quel tempo, che si considera esistente sulla linea ( 5g e 40) prima del punto che fissiamo come presente — Eccone le Derivazioni :  io fui  noi fummo  tu fosti  voi foste  egli fù  essi furono  157. TEMPO FUTURO - E futuro quel tempo, che sulla linea trovasi dopo quel punto che fissiamo come presente - Eccone le Derivazioni :  io sarò  noi saremo  tu sarai  voi sarete  egli sarà  essi saranno  158. TEMPO PRESENTE - Il tempo presente non occupa sulla linea che un punto solo, e propriamente quel punto che divide il Futuro dal Passato - Eccone le Derivazioni :  io sono  noi siamo  -tu sei  voi siete  egli è  essi sono  159. La Lingua Italiana per il passato due espres-sioni, ossia considera il passato e come vicino al presente e come da esso lontano. Quindi per l'Indicativo isolato abbiamo in Italiano due Tempi passati, cioè passato-vicino e passato-lontano - Le derivazioni sovraespresse (156)    io fui ec. servono al passato-lontano; e pel passato vicino abbiamo le seguenti:  io sono stato  noi siamo stati  tu sei stato  voi siete stati  egli è stato  essi sono stati  160. L'uso di questi due Tempi passati riuscendo a  rol passto vicine spase unicanente per cprnet  Giudizi riferibili al giorno in cui si parla  riteribi le una esterorno di ceio della quale rena  parte integrante il giorno in cui si parla; come — que-  Il passato-lontano si usa invece per esprimere qualunque giudizio riferibile per lo meno al giorno precedente quello, in cui si pronuncia; e però deve sempre far buon senso colla voce di l'empo jeri.  INDICATIVO DIPENDENTE  161. Dipendente chiamiamo ogni Giudizio indicativo; la cui chiara totale e precisa intelligenza dipende da un altro Giudizio; ossia è dipendente ogni Giudizio, che senza l'ajuto d'un altro non ci presenterebbe una completa co-  Tinieier la pend del eve a cui si dice seri  unito ad un altro giudizio à espresso o facilmente sottinteso.  Ogni Giudizio indicativo dipendente è riferibile ad uno dei trè Tempi presente-relativo, pussato-anteriore, futuro-anteriore. PRESENTE-RETATIVO - Chiamiamo presente-relativo quel tempo, il quale sebbene di sua natura assolutameute passato, pure è presente riguardo a quello in cui avvenne una data Azione o. Giudizio. possono e quile poprendere ehe da due più Omoni  al tempo stesso: Così in — lo scriveva, quando voi mi    chiamaste — l'azione di scrivere è avvenuta contemporaneamente a quella di chiamare - Ora tali Azioni: riguardo al tempo in cui avvennero confrontate l'una col-T altra, sono ossia furono reciprocamente presenti trà loro, cioè ebbero luogo in un medesimo istante — Dunque possiamo giustamente nominarle di presente-relativo.  165. Se dunque corsideriamo lungo varie linee para-Jelle (137) Azioni diverse già consumate, saranno di presente-relativo cioè presenti frà loro tutte quelle che trovansi in una stessa perpendicolare a queste paralel-: le (138). Espressa dunque una di tali Azioni contern-  poranee  in modo da far conoscere il tempo asoluto in cui avvenne, basterà indicare che le altre furono con-. temporance alla medesima; ed abbiamo voci apposite per questo. — Eccone le Derivazioni :  io era  noi eravamo  tu eri  voi eravate  egli era  essi erano  166. PASSATO-ANTERIORE - Chiamiamo passato-anteriore ogni Tempo passato prima d' un altro, che nel discorso noi consideriamo parimenti come passato - Ed infatti• quante volte non ci occorre di esprimere due Giudiz) o Azioni passate, obligati ad indicare nel medesimo tempo che l'una avvenne prima dell'altra? Così p. es. in -  O moTiorpar ong tora dela corerd ai  mio ritorno è avvenuto prima della partenza di Tizio: Quindi l'azione di tornare, anteriore a quella di  contrel sard tante chiamata d leape pasato  concreto sarà  anterjore. — Eccone le Derivazioni :  io era stato  noi eravamo stati  tu eri stato  voi eravate stati  egli era stato  essi erano stati  167: FUTURO-ANTERIORE  - Molte volte esprimiamo un  Giudizio di Tempo futuro, ma che deve effettuarsi prima  He de due dere etituara pel primey e quele cie  noi diciamo di tempo futuro-anieriore. Così, p. es. in -  Quando avrò finito la Lezione, passeggeremo — il passeggio non può aver luogo che dopo finita la lezione:  Quindi l'azione di finire, in se stessa futura ma che deve    aver luogo prima di quella di passeggiare, sarà nel caso nostro giustamente chiamata di Tempo futuro-anteriore.  Eccone le Derivazioni :  io sarò stato  noi saremo stati  tu sarai stato  voi sarete stati  egli sarà stato  essi saranno stati  PARAGRAFO 3.°  Giudizio Condizionato  Condizionato è ogni Giudizio, la cui verificazione trovasi essenzialmente attaccata all' eseguimento di qualche Condizione espressa o facilmente sottintesa. Quindi il Giudizio condizionato relativamente alla che ziand è severi di e satura verre aule a Condi, che quando si verificasse o si fosse zione, il Giudizio condizionato avrebbe luogo o lo avrebbe avuto sempre dopo tale verificazione.  170. Il Giudizio Condizionato può essere praticamente.  eseguibile o ineseguibile.  CONDIZIONATO INESEGUIBILE  171. Un Giudizio condizionato è ineseguibile, quando la condizione non può più aver luogo - Quindi il Condizionato ineseguibile non può per natura riferirsi a.  Tempo futuro: Esso quindi sarà di Tempo o presente o passato.  172. CONDIZIONATO PRESENTE - È presente, quando posto il verificamento della condizione, il Giudizio avrebbe luogo al momento in cui si proferisce: Come — Favori-  trovi la sete ha se ate, ce la de di danti verit  candosi la condizione di avere, seguirebbe al momento istesso in cui si pronuncia il corrispondente giudizio, -  Eccone le Derivazioni :  io sarei  noi saremmo  tu saresti  voi sareste  egli sarebbe  essi sarebbero    173. CONDIZIONiTO PASSATO - E passato, quando posto il verificamento della condizione, il Giudizio avrebbe avuto luogo in un tempo anteriore a quello in cui si pronuncia: Come — Se foste venuto, ve lo avrei detto - ; dove si vede, che verificatasi la condizione della venuta, l'azione di dire sarebbesi effettuata in un tempo anteriore a quello, in cui proferiamo il corrispondente Giudi-  zio. — Eccone le Derivazioni :  io sarei stato  noi saremmo stati  tu saresti stato  voi sareste stati  egli sarebbe stato  essi sarebbero stati  appare e ole, diposent no seguibili de Cardia , cho  qualens non sespriere quet pici mente areiene;  Come - Amerei sapere  verta quindi , che simili Sparereste forse ..? — Siav  espressioni difettose in natura,  sono improprie ossia sostituite; ma che furono riconosciute buone dall'uso, il quale in punto Lingua auto-  rizò moltissimi errori.  CONDIZIONATO ESEGUIBILE  Condei tre Gia rico a diricato è eseguibile Condeila  nato eseguibile non può per natura essere che di Tempo futuro - Ma la forza condizionativa è sempre espressa dalla natura del discorso. Dunque basterà semplicemente indicare, che il Giudizio condizionato è eseguibile, ossia cli è futuro. Quindi pel Condizionato-futuro faremo uso delle Derivazioni già stabilite per l'Indicativo-futuro (157):  Condizionato eseguibile benchè  sua natura futuro, si oftre sotto aspetto di presente riguardo al Tempo in cui si verificherà la condi-zione. In tal caso le Derivazioni sono eguali a quelle gia  di Tempo futuro, riguardo al tempo in cui si pionuncia il giudizio. Ma siccome nel discorso noi consideriamo    questa ione ela va enco all' con di e a so di segui  presente, stante la nostra maniera di considerarla.  PARAGRAFO 4.°  Giudizio Suppositivo  La natura del discorso esigge sovente, che in via d' abbondanza d'ipotesi ossia supposizione si ammetta come avvenuta o avvenibile una cosa, che potrebbe anche non essere, Il Giudizio che noi esprimiamo in tal caso è in modo di supposizione, e perciò lo chiamiamo Suppo- sitivo — E siccome la supposizione può cadere su cosa presente, passata o futura; così il Giudizio suppositivo dovrà riferirsi ad uno di questi trè Tempi. Si avverta, che nei Giudizi suppositivi il nome di Oggetto si pone dopo la Voce di Giudizio; e che trà la Voce di Giudizio e il Nome di Oggetto comunemente suol porsi una particella, che diciamo di supposizione; come pure, anche ec. SUPPOSITIVO-PRESENTE - E presente il Suppositi-vo, quando il Giudizio si riporta al momento in cui si proferisce: Come - Siate pur voi l' offeso: Che bramate di più?.— Eccone le Derivazioni : sia io siamo noi  sii tu  sia egli  siate voi  siano essi  180. SUPPOSITIVO-PASSATO  — Il Giudizio Suppositivo è riporta ad un tempo anteriore a  prello in un se proteree: come " son pur ogli rato  nostro nemico: Noi dobbiamo graziosamente riceverlo -  Eccone le Derivazioni :  sia io stato  siamo noi stati  sii tu stato  siate voi stati  sia egli stato  siano essi stati  182. SUPPOSITIVO-PUTURO È futuro il Giudizio sup-  poi a grando di ricrisce a tempo posteriore do mul,  cieè sia arrivante ec. — Le Derivazioni del futuro sono eguali a quelle del Suppositivo prescate ( 179); e quindi    se non in lingua, son difettose in natura — A questo difettó dobbiamo pertanto supplire col fare attenzione maggiore al sentimento.  PARAGRATO 5.°  Giudizio Volitivo  osia ci amiamo solta da i soliti delie pra ede  lontà — Ma un atto di assoluta deliberata volontà non può esternarsi che o comandando o esortando o pre-gando. Dunque il Giudizio volitivo esprimerà sempre o  Comando o Esortazione o Preghiera.  Inoltre un atto di assoluta volontà non può riferirsi al tempo che più non è — Dunque il Giudizio volitivo si aggirerà soltanto sul Tempo o presente o futuro. Finalmente l' Oggetto parlante (150) non à bisogno di esprimere con parole un atto di volontà riguar- lante, se uno; giacchè essendo più gli Oggetti parlanti, possono benissimo anzi debbono comunicarsi reciprocamente la lore volontà.  185. VOLITIro PREsENTE - Un Giudizio volitivo è presente, quando deve eseguirsene la forza al momento stesso in cui si proferisce: Come - fuggi, tacete, cantiamo ec. — Eccone le Derivazioni : siamo noi sii tu  siate voi  sia egli  siano essi  186. VOLITIVO-FUTURO -  Un Giudizio volitivo è fusu-  20 un anno " eseginento della sua espresione si riports  sarai ti  saremo noi  sarete voi  sarà egli  saranno essi  187. Si faccia attenzione, che nei Giudizi volitivi il nome di Oggetto si pospone alla voce di giudizio, anzi      generalmente con più eleganza si tralascia, specialmente nel futuro.  ai ne spesisio il toluvo prente htrid esendo  ,che invece del futuro in prattica  in tal caso espressa dalla natura del discorso.  PARAGRAFO 6.°  Giudizio Ottativo  183. Siamo non di rado nella situazione di desiderare energicamente qualche cosa. In tal caso esprimiamo un forte sentimento dell'animo con un Giudizio accompagnato da desiderio ossia ottativo, dalla voce latina optare che significa desiderare.  189. Il Giudizio Ottativo può come il Condizionato (170) essere eseguibile o ineseguibile.  Si avverta, che ugni Giudizio ottativo suole nel discorso essere ordinariamente accompagnato da una particella  di eder, come it esi vele, di di questi dimace  il nome di Oggetto, il quale può esser anche taciuto, si pone dopo la voce di giudizio.  OTTATIVO INESEGUIBILE  190. Un Giudizio Ottativo è ineseguibile, quando il desiderio che lo accompagna non può più aver luogo  ossia non  Poit io inesegui sarai mario prese e o assai  to, escludendo esso il futuro di sua natura perdie altrimenti cesserebbe d'essere inescguibile appunt  in cui si_ proferisce: Come — Oh foss' io vostro Gene-!  rale! - Eccone le Derivazioni:  foss' io!  fossimo noi!  fossi tu!  foste voi!  foss' egli!  fossero essi!  192. OrTATIVO-PAssATO — L'Ottativo è di Tempo  valore dei cadia, avre e attraiome e de deria, il  mento in cui si proferisce: Come - Oh foss' io stato più accorto! — Eccone le Derivazioni:  foss'io stato!  fossi tu stato!  fossimo noi stati!  foss'  foste voi stati!  egli stato!  fossero essi stati!  OTTATIVO ESEGUIBILE  195. Il Giudizio Ottativo è eseguibile, quando il desi-  Quindi Ottativo enguibile nou pan pea eeta essere  che di Tempo futuro:  194. Le Derivazioni per l' Ottativo futuro sono perfettamente eguali a quelle dell'Ottativo presente (19°); e  3 nerisce il Cudicio Cuesta Contione e perd della  massima facilità. Infatti chi non vede, che i Giudizj ottativi — Oh mi scrivesse col primo ordinario! Oh arrivassero almeno domani! ec. — sono Giudizj riferibili a  Tempo futuro?  AVVERTENZA  105. Autorizati dall' uso sostituiamo molte volle al  No e Oativo delle espe voi di pare a col diziona-  La natura del discorso però ci farà facilmente conosce-re, che tali espressioni sono sostituite; e l'analisi vuole, che sappiamo riportarle all'originaria loro forma e na-tura.  verta, che l' uno difatti chiama necessariamente l' altro, benchè in prattica non sempre sieno espressi formalmente    clianiand Ogi Cidize die accompagnato da una tai  spressione arrivino è indefinita, ossia non presenta che un Giudizio indefinito; giacchè questo Giudizio non ci dà di se stesso alcuna certezza: - Mi pare che arrivino, credo che arrivino, si dice che arrivino, voglio che arrivino ec. -  198. Questa materia s' intenderà meglio dopo avere attentamente ponderato ciò ch' esporremo in seguito (358) - Quì intanto fisseremo l'espressioni o Derivazioni per que-  stelle derivazioni pri lu citairi es pisse lnse, heacha  in se e propriamente nel discorso abbiano tutt' altra forza e valore, che tali Derivazioni debbono essere precedute dal che, il quale però qualche volta si può anche tra-lasciare; finalmente che questo che è sempre preceduto esso stesso da un altro Giudizio o Verbo, che per ora chiamiamo precedente.  si cred va io siper Tindefroke net sia  che noi siamo  che tu sii  che voi siate  ch'egli sia  ch' essi sieno  si credee vario sia sato in one sot si  che noi siamo stati  che tu sii stato  che voi siate stati  ch' egli sia stato ch' essi siano stati  201. Indefinito-futuro — Un Giudizio di Tempo futuro è indefinito ossia incerto di sua natura. Quindi in Italiano non à alcuna particolare espressione, ossia è espresso  che un ci drio divederto, la ta in rea a che sere  porta a Tempo futuro. — Eccone le Derivazioni col che:  Si crede — ch'io sarò  che noi saremo  che tu sarai  che voi sarete  ch' egli sarà  ch' essi saranno    202. Derivazioni per l'Indefinito presente-relativo -  Si creder lo theredette ec.  che noi fossimo  che tu fossi  che voi foste  cli egli fosse  ch' essi fossero  203. Derivazioni per l' Indefinito passato-anteriore -  Si credeva  levo si sietelte ec.  che noi fossimo stati  che tu fossi stato  chie voi foste stati  ch egli fosse stato  ch'essi fossero stati  204. Indefinito Futuro-relativo - Il futuro-relativo si usa al Modo indefinito per esprimere un Giudizio, futuro  con in se sei idi samente river o preced in  te (198) - L'espressione per questo futuro-relativo si prende dal Giudizio condizionato o presente o passa-  rapporto alla condizione ( 16g). — Eccone le Derivazioni col che:  Si credera o si credette ec.  che tu saresti ch' egli sarebbe  che noi saremmo che voi sareste cli essi sarebbero  ovvero  Si credeva ec.  ch'io sarei stato che tu saresti stato ch'egli sarebbe stato  che noi saremmo stati che voi sareste stati cli essi sarebbero stati  PARAGRAFO 8.°  Giudizio Interrogativo  I Giudizi sono molte volte accompagnati da Inter-rogazione; ed allora noi li chiamiamo Giudizi interrogativi. Nei Giudizj interrogativi si fà uso delle Derivazioni già esposte per gl' Indicativi, Condizionati ec. - Si avverta però; che negli Interrogativi il Nome di Oggetto si pospone alla voce di Giudizio; che molte volte questo Nome si può anche tralasciare; e che nella scrit;    tura i Giudizi interrogativi voglieno essere marcati col così detto punto interrogativo - Avremo dunque:  — Son io? fui io? sarò io? sarei io? ec. —  207. Il Giudizio interrogativo può essere semplice o  enfatico,  damente o die, guano di isma in Comat e Cle  fate? Dove andarono? Quando tornò? ec. -.  II. E enfatico, quando la domanda è accompagnata da un forte sentimento dell' animo p. es. di sdegno, d'orrore, di dubbio, di timore, d'insulto, di scherno ec. :  Come — Che si pretende da me? Dunque è finita per noi? E vederlo potrei? Voi l' uccideste  208. Gl' Interrogativi tanto semplici ch' voi? ec. —  enfatici si espri-  mono colle stesse Derivazioni, ed in iscritto colla stessa punteggiatura. Essendo però in natura diversi trà loro, tale diversità dovrà essere espressa da una diversa infles-  pratican se a to dati quante diversi trà  CAPO III  Derivazioni dalle Voci di Rapporto  209. Avendo trovato inopportuno e quasi impossibile il determinare tutti i diversi Rapporti che le Cose anno tra loro (76): portiamo lo stesso giudizio e con più forte ragione sulle Derivazioni dalle voci Radicali di questi  le possibili metafisiche teorie — Ritenendo quindi, che dopo l'esposto finora siasi già acquistato dello Spirito analitico anche relativamente al Linguaggio, alido l'esame di queste Derivazioni alla perspicacia del meditabondo Lettore.    210. Debbo però avvertire; che non da tutte le Radici di Rapporto abbiamo Derivazioni; che da alcune  alpicazione irainite anche di Sastivi aai e.;  infine che la natura del discorso farà facilmente rilevare le Radici di tali Derivazioni. Infatti in un prattico discorso chi non vedrà all'istante, che le voci — infe-  tro ec. - ?  211. Riguardo alla denominazione di tali Derivazioni si richiami quanto fû già stabilito nella nostra Nomen-  rapo (89) ec..  SEZIONE TERZA  DELLE VOCI SOSTITUITE  212. Sostituite chiamiamo (5) quelle Voci o Espres-sioni, che per vezzo eleganza chiarezza o brevità sogliono dall'uso porsi in luogo d'altre voci conosciute e di altre  regolari espressioni  ed e stiani salin pratica molisime:  merà non inâtile doversi qualch istante occupare di tale materia.  214. Avverto poi, che non è possibile scriver bene in una Lingua non propria, quando non si sappiano fare nella propria Lingua tutte le possibili sostituzioni; a meno che non s' imparasse la Lingua straniera per prattica  come la propria.    DELLE VOCI PARTI DEL DISCORSO  NALIZATE finora le Voci isolatamente prese  paile com ar osia memar del Dicorso , ale a dare  dobbiamo considerare l'ufficio la posizione il valore delle une relativamente alle altre, in quantoche prese insieme formano un sentimento completo.  le varie  varie possiber inuzzioni degli Osteti etemrate le  due Sezioni di questa seconda Parte della nostra Metali-  sica di Linguaggio.  SEZIONE PRIMA  DETERMINAZIONE DELLE VOCI  217. Abbiam visto (12 e 19), che le Voci sia d'Oggetto sia d'Azione possono essere, anzi sono nella massima parte indeterminate. Ora una Voce nel nostro senso indeterminata, non esprime e non presenta allo spirito  che una  natura de acors og acamenke Che sla idata fal  idea generica; ma è pur vero, che le Voci indetermina-  per gli Oggetti che per le Azioni.    Determinazione degli Oggetti  218. In Italiano i Nomi indeterminati, cioè di Oggetto indeterminato, si distinguono dai determinati col mezzo d'una piccola voce il, lo, la ec. chamata comunemente Articolo. Quindi ogni Nome cui si prepone e può preporsi l'Articolo, è di sua natura indeterminato.  ai laro natura doteminti, Y tal case pero ai avola,  che frà l'Articolo ed il Nome è sottinteso un Sostantivo  Pò, l'astro chiamato Sole, la parte del  globo detta Europa, la parte d'Italia detta Lombardia ec. -  220. Ogni Oggetto o Nome indeterminato, quando al discorso non basta la sua generica idea, deve di necessità convenientemente determinarsi - Ma in natura non  Oggetto dipenderà necessariamente da uno o più di questi trè Capi d' esistenza.  Ma i Giudizj in fondo non sono che Azioni: 1 Rapporti di loro natura determinano nel discorso tutto ciò che prende determinazione da loro, avendosi per ogni Rapporto voci apposite e invariabili, quindi sempre di eguale significato e valore. Dunque possiamo limitarci a parlare delle sole determinazioni dipendenti da Cose, ossia da Oggetti, Azioni e Qualità (9). Dunque riguardo agli Oggetti o Nomi indeterminati analizeremo successivamente i Qualitativi, i Sostantivi e i Verbi determinanti cioè — che fissano l'idea precisa, la quale deve da noi attaccarsi al Nome di sua natura indeterminato -    Del Qualitativo doterminante Oggetto, o Quiterge  223. Ogni nome Qualitativo è di sua natura determinante Oggetto, com'esprime la voce stessa qualitativo ossia qualificante. Quindi se un Oggetto indeterminato  debba prendere la necessaria determinazione da una Qualità, basterà unire semplicemente il nome di Qualità a quello d'Oggetto; come confomo otto dele Principe da sti chiala Quie alla notra Nomenclatura sarauno  224. Dagli esempi qui addotti ed altri simili, se si  • analizino, è facile comprendere in che consista la deter-  da Qualità - L' Uomo p. es.  minie un prove ente, d coprendente 4 gi non ch;  e quindi applicabile a qualunque individuo della specie:  Unendo però al Sostantivo uomo il Qualitativo dotto, 1o ne limito l'idea generica escludendo i moltissimi non  225. Dunque ogni Qualitativo unito ad un Nome di Oggetto non serve che a determinare l'idea dell'Oggetto medesimo: E ci convinceremo sempre più di questa verità osservando, che gli Oggetti di loro natura determinati (15) non ponno mai essere uniti ad alcun Nome Qualitativo.  ARTICOLO lI  Del Sostantivo determinante Oggetlo, o Soterge  225. Il determinare un Oggetto col mezzo d' un altra  Oggetto è cosa comunissima in ogni Lingua - Ma un Oggetto che in una data circostanza serve a determinarne  sia, deve avere il suo particolar Distintivo.  227. In Italiano il Distintivo del Soterge è la particella di, la quale trovasi spesso unita all'Articolo in una sola    Pa, la ua ce os allesto di ara da noi chianato Seo  terge, cioè — Segno di sostantivo determinante Oggetto -  Nelle espressioni - La Casa di Pietro, il Calore del Sole ec. — Pietro e Sole sono Soterge, cioè sostantivi determinanti rispettivamente gli oggetti Casa e Calore;  e però sono preceduti dal Sesoterge di.  228. Si noti, che la particella di per ditetto di Lin-  terge, e non lo è sempre nell'espressione - Stoffe di Vienna -; giacche secondo la diversa natura del discorso può significare - Stolle fatte in Vienna, 'Stofle  venute da Vienna ec. -.  Questa materia è di somma importanza specialmente per passare dall'Italiana ad altre Lingne; ma è dificile,  e ndo lo spher conosceii de alicadio molto e posse-  ARTICOLO III  Del Verbo determinante Oggetto, o Boterge  229. Spessissimo per determinare un Oggetto ci serviamo  d' un'  Azione ossia d'un Verbo ch'è la voce destinata ad esprimere l'Azione (25) - Ma un Verbo non sempre si trova nella situazione di determinante Oggetto, ossia non è sempre Boterge (92). Dunque quando sia tale,  Italiano è l'esser desso preceduto dalla voce quale col-l'Articolo. Noi chiameremo questa voce Seboterge (81)  cioè — Segno di Verbo determinante Oggetto — ; avver-tendo, che quasi sempre sogliamo sostituirvi la voce  231. Dunque sareino certi che un Verbo è determinante Oggetto, ognivolta che sia preceduto dal Seboterge  il lo o le cato di pena di 5, c  in — l'Uomo, il quale o che pensa, che parla ec. — sono Boterzi.    Determinazione delle Azioni  252. È indeterminato ogni Verbo esprimente un'Azio-ne, che termina in un Oggetto diverso da quello che la eseguisce (26); ossia ogni Verbo che presenta allo spirito un'Azione generica, pratticamente applicabile a più  sovente ne-  chở Qu na per sso e determina da Quante pes-  sono avere relazione alcuna colle Azioni — Dunque, xi-  chiamae i gi abili ipote in satura coin  punto determinazione possiamo dispensarci dei Rapporti e dei Giudizi (an oeni Azione indetere  minata dovrà determinarsi o con un Oggetto o con un' altra Azione.  235. Dunque ogni Verbo indeterminato, quando al discorso non basti l'idea generica espressa dal medesimo, dovrà essere accompagnato o da un Sostantivo o da un Verbo determinante cioè — che fissi il vero punto di vista,  • sotto cui deve nel discorso esser presa una data Azione.  ARTICOLO I  Del Sastantivo determinante Azione, o Soterzi  236: È determinante Azione in Soterzi (93) ogni Nome di Oggetto, il  nete attecast a ln die eo indeterminato : Ccol  un dato Verbo indeterminato: Così  in — Cesare premiava i Soldati - il Nome Soldati serve  " da in Sostantiro non sempre ne ascorso & detere  nante Azione. Dunque quando lo è, dovrebbe avere il suo particolar Distintivo.  237. In Italiano il Nome determinante Azione o So-terzi è sempre eguale al Nome Reggente (260), tranue il Nome singolare degli Oggetti parlante e ascoltante,     qualch altra voce sostituita come lui, lei ec. Si avverta però, che il Nome reggente corrisponde al così detto  Domini è necesario avvertire, che il Solario  è necessario avvertire, che il Soterzi ossia il  Sostantivo determinante Azione in Italiano al singolare è  to: Come - datemi del danaro, della carta ec. —. E però facile vedere, che le voci del della in simili casi o sono superflue o sono sostituite all'espressione un poco:  Quindi non è possibile ingannarsi a segno da prenderle per Sesoterge combinati coll'Articolo (227).  Parimenti al plurale si usa dei o delle col Soterzi; e ciò quando si vuol esprimere indefinitamente un piccolo  dei delle propriamente significano alcuni alcune.  ARTICOLO II  Del Verbo determinante Azione, o Boterzi  sas idearniare Aird falire che miami®  dare praticamente ad un Verbo indeterminato qualun-que: Così in — Voglio che partiate, Vedo che arrivano ec. — partiate e arrivano servono, rispettivamente a determinare le Azioni espresse da voglio e vedo - Ogni Verbo che serve così a determinare un' Azione, sarà da noi chiamato Boterzi (93); e chiameremo determinando il Verbo esprimente l'Azione che deve determinarsi.  Ma un Verbo determinante Azione nel discorso non à sempre quest' ufficio medesimo, cioè non è sempre Bo-  ever Dunge e cio abba e esa ia dire disie quando  240, In Italiano il Distintivo da cui si fa precedere il Verbo determinante Azione, è la voce che, la quale sarà da noi chiamata Seboterzi, cioè — Segno di Verbo determinante Azione —. Di questo Seboterzi o voce che, dobbiamo estesamente parlare dopo la seguente essenzia-  lissima     24r. In Italiano il Boterzi o Verbo determinante Azio-  del chene b jure suo distintiv volet essere preceduta  Modo generico (145); come — Voglio scrivere, pensano arrivare ec. —. E quindi della massima importanza il conoscere, quando debba esso esser usato in modo generico e quando col che. Parimenti è molto essenziale co-  bisogna attentamente esaminare e la Natura dell' Oggetto che fà l'Azione determinante, e le Circostanze dell'Azione medesima.  I. NATURA DELL'OGGETTO riguardo al Modo  242. L'Azione determinante si eseguisce, o dall'Oggetto  del Terlo deteriori dallo a un 08 00, allora il  Verbo determinante se di Tempo presente o passato, si esprime in modo generico - credo essere, pensano aver vinto ec. —; se di Tempo futuro, per eleganza si fà generalmente precedere dal che, quantunque possa farsi uso del modo generico coll'espressione di futuro ( 149) - Credo che partirò, ovvero — credo dover partire, aver da partire, esser per partire - secondo le varie circo-stanze.  244. II. Eseguendosi da un Oggetto diverso, allora il Boterzi si fa preceder sempre dal che, come - .vedo  Ge , cie h sone datermtimnte in gi aprso ne ar  scorso, il Boterzi si pone allora al Modo generico;  75. Replogando il qui espote sula Natura dat Og:  getto si vede, che il Boterzi si esprime in Modo generi-e si quande col te indicato i monazione determinante :  esprime col che, quando o non fû indicato o è ancora necessario indicare chi fà l'Azione determinante - Ed infatti il Giudizio e Modo generico per natura esprime    TAzione ed il Tempo, ma mon esprime l'Oggetto chi e-  seguisce l'Azione.  II. CIRCOSTANZE DELL'AZIONE riguardo al Tempo  Il Verbo determinante o esprime puramente l'4-zione, o esprime anche il Tempo in cui l'Azione si ese-guisce. I. Esprimendo puramente l'Azione, il Boterzi si pone sempre al Tempo presente; come — Sento che  cantano, sentii cantare se sentirò che cantino ec. - Ed infatti in questi casi l'Azione del determinante deve ese-  faing e ter permimente aesprime il terminando.  esprime il vero Tempo  dell'Azione. Dunque basta puramente indicare che l'Azione determinante avviene anchi essa al tempo medesi-mo, ossia ch è presente all'Azione del Determinando.  248. II. Esprimendo anche il Lempo, in cui l'Azione si eseguisce, il Determinante dovrà porsi al suo Tempo conveniente, che sarà facile conoscere dalla natura del prattico discorso: Quindi si avrà - So che partono,  ch' erano Determinando non esprime il Tempo in cui  avviene l'Azione determinante, questo Tempo dovrà essere espresso dal Boterzi medesimo.  249. Si avverta, che il Boterzi benchè di sua natura  futita delle si erie col presente agrilla che a fu  dal significato del Verbo determinando: Come - Spero arrivare, che arriviate ec. Temo partire, che partano ec. — Ed infatti la futurità del Boterzi essendo rispettivamente espressa da spero, temo ec., il Verbo determinante non dev' esprimer  Tempo ma puramente  Azione; e però è ad esso applicabile perfettamente il sovraesposto (247).    250. Questa Voce è d'un uso frequentissimo nel di-  scorso. Quindi  I. Bisogna saperla ben distinguere dalla voce eguale che sogliamo sostituire sia al Seboterge quale (250), sia all' interrogativo cosa, sia ad altre voci non poche: E questo si otterra, facendo la debita attenzione alla natura del discorso, e  per chiares, maggioreortune sostituzioni ove occorran  pre trova i sedio vertir e che di quote due verti  due Verbi  quindi molto riflettere su questi due Verbi relativamente al che, ne tratteremo, separatamente, chiamando l' uno precedente l'altro seguente il che.  VERBO PRECEDENTE IL CHE  25,. Riguardo al Verbo precedente è necessario osservare in primo luogo, s'è desso affermativo o negativo.  252. Quando sia affermativo, conviene spingere l'analisi ed osservare, s'è desso assoluio o inassoluto.  ridole e aso dellade che tenendola in e er  certezza dell'azione determinante; come - vedo che  dell'Azione determinante; giacche non possono nou cantare e non fuggire, se io li vedo fuggenti e li sento cantanti.  certera dellarone deteniato e cio avvine in dita  maniere: 0  sua naera l'acche il Vindo pone dente arone de ella-  cate e prece pere, espone dito ce natura, cre  l'azione determinante è relativamente ad esso futura,come — voglio, ordino ec. —; giacchè del futuro non si può avere assoluta certezza.  VERBO SEGUENTE IL CHE  255. Se il Verbo precedente è negativo (251), il seguente si pone sempre al Modo indefinito ( 197); come  — Non vedo che partano; ignoro ossia non so che sia giunto ec. — Ed infatti in simili casi il Verbo seguente il che esprime un'Azione, la cui esistenza è per noi incerta, come ci fü di sua natura conoscere il Verbo precedente negativo. Dunque dovendo mostrare tale in-  certezza, il Verbo seguente deve esprimersi in Modo in-definito.  Il Verbo precedente essendo affermativó, si osserverà s'è desso assoluto o inassoluto (252). I. Se assoluto, il seguente và al Modo indicati- zione determinante a noi si presenta nel massimo grado di certezza, come ne assicura il Verbo precedente (253).  Dunque basta unicamente accennarla; e però la ospri-miamo in Modo indicativo.  258. Il. Se inassoluto, il seguente và al Modo indefi-nito; come — Mi pare che partano, voglio che parta:  sistenza, come già osservammo (254). Dunque, tale incertezza dovendo essere esternata nel discorso, esprimeremo il Boterzi in Modo indefinito.        VARIE SITUAZIONI DEGLI OGGETTI  25g. Come fù già avvertito (74), uno stesso Oggetto può in diversi incontri trovarsi in situazioni diverse. Esigendo quindi la chiarezza del discorso che si precisi in ogni circostanza la vera situazione dell' Oggetto , parleremo di queste situazioni distesamente, fissando per ciu-scuna il suo particolar Distintivo.  CAPO I  Sostantivo Reggente  reggo ves, da a chia qui do sestanti i Guando in —io partirò, tu scrivesti, il Sole riscalda, Pietro fü  chiamato ec. -  261. Il Sostantivo reggente può essere attivo, passivo  ° 262. P. È altivo, se agisce, cioè se fa desso l'azione  espressa dal Verbo; come - Io scrivo, iu dormivi, il Sovra passivo, se invece di agire ossia invece di ess  laureato ec..—  264. III. E neutro cioè nè attivo nè passivo (dal latino neuter significante ne l'uno nè l'alero), quando  come — I frutti sono maturi, l'Inverno fù rigido, Voi siete studiosi  265. Tutti i Verbi potendosi decomporre in Voci di Giudizio e di Azione (25), il Nome reggente sarà atti-    vo, quando in tale decomposizione la Voce d'Azione risulti attiva ( 115); come — io leggo, cioè sono leggente ec. —; e sarà passivo, se questa voce d'azione risulti passiva (115); come - io sono chiamato, in latino  vOcor -  L'Articolo è in Italiano il Distintivo del Nome Reggente se indeterminato (218); e se determinato, il suo distintivo consiste nel non averne alcuno. CAPO II Soterge Un Sostantivo è determinante Oggetto, quando s' introduce nel discorso unicamente onde precisare il punto di vista sotto cui dobbiamo riguardare un qualche Oggetto indeterminato ( 226 ). Il Distintivo del Soterge o Sostantivo determinante Oggetto, in Italiano è la particella o Sesoterge di, che unita molte volte all'Articolo, da le voci composte del della ec. (227). CAPO III Soterzi  26g. Un Sostantivo è determinante Azione, quando  § introduce nel discorso unicamente per fissare il punto di vista sotto cui deve riguardarsi  'un' Azione o Verbo  dayo. Th Tralano et Soter 2 pre  è precisamente eguale al  Nome Reggente, e non vi sono che pochissime eccezioni (257). Quindi il solo sentimento e un'accurata analisi potrà farci ben distinguere l' una dall'altra situazione nel Sostantivo.  CAPO IV  Sostantivo Cominciante      re ec. in — Ebbi lettere da Vienna, Il Castello fu preso dai Soldati, E narrato dalle Storie, Ciò deriva dall'Amore ec.  -  272. Il Distintivo del Nome Cominciante in Italiano è la voce da, la  posi over ta, quie  quindi che il Nome seguente non è sem-  pre cominciante. Il buon senso però e l'analisi ne faranno facilmente conoscere in prattica la diversità.  273. Il Nome Reggente-attivo (262) è in fondo Cominciante di sua Natura. Ma uno stesso Oggetto nou può al tempo stesso presentarsi in due diverse situazioni.  allo stesso e or perto come e ti can  Si avvertà  verso giro alla frase e un diflerente aspetto all'azione:  Così invece di dire - I Soldati desiderano la guerra - si può dire — La guerra è desiderata dai Soldati - ; la shi iene due esa e voli non abbiano precisamente  AVVERTENZA  274. Qui cade in acconcio l'osservare, che in ogni Azione indeterminata dobbiamo considerare come un estensione di spazio ossia una linea di Moto; e però che avremo in tali Azioni un principio ed un fine insepari-bili da Dua dinde tensione l'Azione indeterminata può presentarsi sotto due  diretto o inverso.  diversi aspetti, cioè con ordine o  1: Si presenta con ordine diretto, quando la consi-  domamo do se piante leel su oricini, che partie:  то ес. -  cominciamo a considerare il ineer da eso pagiand        principio: Come — Una lettera fu scritta da me; che partissero fù ordinato da me ec. -  due cardini dell'Azione debbono essere e sono sempre chiaramente distinti nel discorso:  Rapporto alle Azioni determinate, siccome terminano in ein le eseguisce, non possiamo in esse considerare altra estensione che quella di durata; come — à pas seggiato due ore, cioè per due ore ossia duranti due ore ec. —  CAPO V  Sostantivo Terminante  Quindi Roma, Pietro, Fratello ec. sono Sostantivi terminanti in — andarono a Roma, dite a Pietro, scrivo al Fratello ec. -.  Il Distintivo del Nome Terminante in Italiano è la voce a, che unita spesso all'Articolo dà le voci composte al, alue ce. AVVERTENZA SUL NOME TERMINANTE Non per l'Italiana ma per la radicale intelligenza d'altre Lingue è necessario assuefarsi anche in Italiano a distinguere il Sostantivo terminante in terminante sem- plic - na oggetto, come deulente quella  che fa una data Azione, o n'è lontano : .  I. Se vicino, per ultimare l'Azione non si esigge movimento fra gli Oggetti agente e terminante; e però chiamiamo quest' ultimo terminante semplice ossia senza moto: Comé — Dissi all'amico, consegnerò al corriere ee.  Il. Se lontano, l'azione non può essere ultimata senza movimento frà gli Oggetti agente e terminante; e però chiamiamo quest'ultimo terminante con moto, vale a dire - Oggetto divenuto termine d'un Azione mediante il moto —: Come — Andai a Milano, a caccia monti ec.; Spedite questo libro al Fratello, agli  Amici ec. —.  280. Si faccia attenzione, che l'Oggetto terminante  diade vi nion Ou setto agente a loro le che per  nel totale degli Oggetti, benchè qualche loro parte possa in effetto muoversi isolatamente. Quindi dicendo  - Tizio consegnò a Pietro una lettera - Pietro e Tog  getto terminante, perchè in esso è finita l'azione di  avrebbe questi potuto consegnargli la questi due Oggetti nell effettuarsi l'indicata azione non fecero nel totale alcun movimento fra loro; benche sia chiaro, che dovettero muovere e mani e braccia ec. par-zialmente.  CAPO VI  Sostantivo con Preposizione  28r. Ogni voce che si pone avanti ad un Sostantivo per esprimere qualche particolare rapporto che possia desso avere con altre Cose, chiamasi Preposizione; come in, sopra, dentro ec.  è fine o mezzo di Moto, oppure se tale Oggetto è in  Quiete -  285. I. S'è fine di Moto, deve di sua natura considerarsi come Nome terminante con Moto (279), sostituendo al segno a la conveniente. Preposizione ; come —  benche odora i sulla riapra e sciamente la piantal  sulla -  284. Il. S'è mezzo di Moto, deve precisamente considerarsi come Fine di Moto  (285). Infatti ogni Og-  golfo me i di e sano a tra do del quale di  deve necessariamente avere dell'estensione. Avremo dun-que in tale estensione un Moto continuato per qualche tempo. Ma la massima parte di volte anche tutto, deve consumarsi questa Moto ed alle  ossia deve finire in  questa estensione  dell' Oggetto: Come - Andando a  Napoli passai per Roma, l'Usignolo e volato auraverso del bosco ec. — Dunque dobbiamo ritenere come Nomi terminanti con Moto o fine di Moto anche i Nomi degli Uggetti, che sono puramente Mezzo di Moto.  come Noe comente in sete de consideradi  P opportuna Preposizione. Quindi nelle espressioni - Il Passero stà, mangia, dorme ec. in terra, sul tetto ec. - i nomi terri, tetto ec., debbono considerarsi come Nomi Comincianti - Ed infatti, se sottilmente si analizi, è propriamente da questi Oggetti che à principio l'azione di stare ec:  AVVERTENZA  Nelle Azioni determinate bisogna non di rado esprimere la durata (276): Come — Studierete due ore, ò corso un giorno intiero, pioverà tutto l'estate ec. - ; ed è troppo facile vedere, che tali espressioni di durata non fanno che dare una determinazione maggiore all'A-zione, ossia presentano l'Azione sotto un nuovo aspetto di determinazione - Quindi le espressioni di durata possono considerarsi come Soterzi (269 )• Potrebbesi in egual maniera dietro le Teorie esposte finora dar ragione di altre cose molte, che nelle Grammatiche sono inintelligibili a tutti: Ma non credo dovermi . per ora diflondere su ciò. ra  8e  qua  zi  SO  stch  radice  oggetto  qualità  srione  sostantivo  astratto  qualitativo  verbo  modificazione  po  ter  se  rapporto  determinante  segno  Quirage - Nome Qualitativo, derivante da Radice di MoraqUa evoce di Modificazione, derivante da Radice  di Qualità.  Moquirage - Voce di Modificazione, derivante da Nome  Qualitativo, il quale deriva da Radice di Oggetto.  Sostaraqua - Sostantivo Astratto, proveniente da Radice  di Qualità.  iSostaquirage - Sostantivo Astratto, proveniente da Nome  Qualitativo, il quale deriva da Radice di Oggetto.  Boraqua — Verbo, proveniente da Radice di Qualità.  Quirazi - Nome Qualitativo, derivante da Radice di  Azione.  Moquirazi - Voce di Modificazione, proveniente da Nome  Qualitativo, il quale deriva da Radice di Azione.  Sostaquirazi - Sostantivo Astratto, proveniente da Nome  Qualitativo, il quale deriva da Radice di Azione.  Boquir quale derito da veniende deone Qualitativo, il  Quirapo - Nome Qualitativo proveniente da Radice di  Rapporto.  Sostarapo - Sostantivo Astratto proveniente da Radice  di Rapporto.  Moquirapo - Voce di Modificazione, proveniente da Nome Qualitativo, il quale dexiva da Radice di  Rapporto.  Parloge - Oggetto parlante.  Scoltoge - Oggetto ascoltante.Terzoge - Oggetto terzo.  Quiterge - Nome Qualitativo, che determina un Oggetto.  serere - omno di antini he deterinante un Osto.  Boterge - Verbo, che determina un Oggetto.  Seboterge — Segno di Verbo determinante un Oggetto.  Soterzi — Sostantivo, che determina un' Acione.  Boterzi — Verbo, che determina un' Azione.  Seboterzi — Segno di Verbo determinante un' Azione.  LINGUA UNIVERSALE  OSSERVAZIONI  sono occupato della Lingua  DURANTE l'Impressione di queiverSolei mi  Dotti (V. pag. 5); ed il Piano è riuscito mio credere non del tutto spregevole. Quindi nell'ipotesi che non sarà discara a chi legge, ne dó qui in succinto un'idea.  Lingua Universale pei Dotti chiamo una Lingua, che può colla massima facilità essere scritta parlata ed intesa da tutte le Persone Colte di qualunque Clima e Nazione; una  Lingua, che puo sola bastare al disimpegno le Relazioni scientifiche politiche commerciali ec. con qualunque civilizata Contrada del Globo; una Lingua infine, in cui dovrebbe  meno.  Supponiamo, che questa Lingua  ad apprenderla, come già per sistema per bisstudio di altre Lingue straniere. Data dunque  gua; cosa facile assai, specialmente facendo uso di ragionati Dizionarj Grammatiche e Me-  todi, non usati finora.  Tutto il difficile consiste dunque nel dare a questa Lingua la sua Esistenza: Ed io mi sono occupato precisamente di questo.  Inventare nuovi Caratteri e Parole nuove, è cosa facile troppo; giacché tale Invenzione in fondo si riduce ad una pura materialita - Ma come determinare gli Studiosi viventi ad apprendere una congerie enorme di barbare  K lore cle produzions ai Spirio la sole  Novità é  para e e cremente opposizion alare are  dunque, se vi si unisca una quasi insuperabile difficoltà?  Dietro tali riflessi il mio studio principale fu quello di profittare delle Cognizioni da me  di questo nuovo Mezzo di comunicazione uni-  vere la Era indi da giusti e a siane  generalmente conosciuta dalle Persone di Tavolino e di Studio, mi à servito di base onde prendere dalla lingua Francese i Caratteri, la Pronunzia e le Radici delle Parole; il tutto però con opportune determinate e possibilmente filosofiche modificazioni.   Dunque per dar Esistenza ad una Lingua Universale i Dotti, quando vogliano servirsi del mio • Piano, debbono solo far uso delle Cognizioni che gia posseggono, coll' aggiunta ed applicazione di alcune Regole o Leggi determinate e sempre costanti; Legai pochissime in numero e della massima semplicua; Legg', tirate non dalle regole ed usi di altre Lingue ma dall' intrinseca natura del Linguaggio e delle Cose; Leggi, che rendono questa Lingua, breve rapporto alla maniera di esprimersi, ricchissima riguardo alla forza e moltiplicità delle espressioni, e facile relativamente alla sistematica regolarità di formarle; Leggi, per le quali senza bisogno nè di Grammatiche nè di Vo-  della nuova Lingua ed i Posteri possono senz'al-  chiunque conosca le medesime leggi.  Il mio Piano sarà forse publicato frà non molto — Intanto, considerando questa Lingua e nel Dotti fondatori e nel Dotti seguaci, mi limito ad asserire :  I. Rapporto ai Fondatori » Che ogni Per-  • sona di buon senso, di qualunque Clima e  Nazione, quando conosca discretamente la Lingua Francese intendere questa Lingua con quella stessa facilità, con cui suol intendere parlare e scrivere la propria Lingua natia. » II. Rapporto ai Seguaci » Che, formati per ogni Nazione i Dizionarj e l' opportuna Grammatica, per apprendere questa Lingua Universale non occorre conoscere la Fran- cese, e si richiede appena la terza parte del Tempo e dell'Applicazione, che digl' Indivi- dui di qualunque Paese suole comunemente impiegarsi per imparare la Lingua Francese Tali asserzioni parranno forse troppo guvan-zate. Ma quando ciò fosse, potrebbero i Dotti non occuparsi della Fondazione d'una Lingua Universale?  Avvertendo per ora semplicemente, che nella nostra Litigua in fondo mon si usa nè Ortografia né Pronunzia Francese, aggiungo la Fa-  il mio Piano - Dalla sola oculare ispezione di queste poche righe si può facilmente rile-vare, che molte delle Radici sono Francesi; ma che e Ciascuna di esse e l'Insieme è combinato in modo, che si perde quasi ogni traccia dell' originaria Lingua e Radicalità.  u tu renar  tu renar bi denu atra par surprenú opt na pulalyer, e bi vi etragla zi ko zu eko e zi puled. apre ‹ sa karnaje lu bi apesá zu lue feme, i na, a ku be fune e arda, be vula devore z tou; ‹ otre, ? ku be vu e avare, be vula ye garde z kel partie par avenir. ¿ vui be disà: — ei me afu, ‹experimatú be mi radà saje: mi be vayá  jur, nu be i fortunes fesá: nu be truvá 24 na tresor: sa ba fallá ole menajé . - ‹ june be repoda: — mi ba vula majé zi tou, padake mi ba vi etá, e mi rasast par to jur , kar vi revené otrefa! caso! deme sa bu vi bone fesa . ‹ metre pur vajé ze murú du le pule, bal nu asomi..  - apre ‹ sa koversu; ‹ yelna ba prena zi le part, ‹ june ba majá take l ba krevá, e ba apene puvá allé a muré or le termier. ‹ vl, & ku ba su kraya boku plu saje, bre modera zu le apelu e vwá ekonomem, ba  deme returna po le prae, e ba asomé gi metre.  est ‹ yel aje ba eyá zu ole defo: u june ba fugu e arasast ou lue plesir; u viu ba akorryi or lue avares.    Delle Voci Elementi del Discorso  SEZIONE I  Delle Voci Radicali  Voci di Cosa  Oggotci  Qualità  Azioni  Voci di Giudizio  Verbi  Voci di Rapporto  Luogo  Tempo  Tempo  Tempo  Numero.  Ordine  Sesso  Aumento e Diminuzione  Modificazione  Avvertenza  Confronto  Eguaglianza  Differenza  Somiglianza  Identità  Approssimazione  Connessione  Esclusione.  Dichiarazione  Avvertenza sulle Voci di Rapporto  Epilogo delle Voci Radicali    Delle Voci Derivate  Nomenclatura  Elementi della Nomenclatura  Combinazioni degli Elementi  Avvertenza  Derivazioni dalle Radici di Cosa  Dalle Radici di Oggetto  Avvertenza -  Dalle Radici di Qualità  Modificazione derivata  Sostantivo Astratto derivato  Verbo derivato  Dalle Radici di Azione  Voci Attive e Passive  Di Azione determinata  Di Azione Indeterminata  Avvertenza  Derivazioni dalle Voci di Giudizio  Avvertenza 1-  Awertenza 11  Natura del Giudizio  Giudizio Generico  Generico Determinante  Generico Modificante  Giudizio Indicativo  Indicativo Isolato  Indicativo Dipendente  Giudizio Condizionato  Condizionato Ineseguibile  Condizionato Eseguibile  Giudizio Suppositivo  Giudizio Volitivo-  Giudizio Ottativo  Ouativo Ineseguibile  Ottativo Eseguibile-  Avvertenza -  Giudizio Indefinito  Giudizio Interrogativo  Derivazioni dalle Voci di Rapporto    Delle Voci Söstituite  • PARTE SECONDA  Delle Voci, Parti del Discorso —  SEZIONE 1  Determinazione delle Voci  Determinazione degli Oggetti  Del Quiterge  Del Soterge -  Del Boterge  Determinazione delle Azioni  Del Soterzi  Del Boterzi •  Avertenza  Del Seboterzi  Verbo precedente il Che  Verbo seguente il Che  SEZIONE 'II  pag. 52  53  85455…565…585gj66j  62  Virie situazioni degli Oggetti  63  Sostantivo Reggente  ivi  Soterge  64  Soterzi  ivi  Sostantivo Cominciante  ivi  Avvertenza  65  Sostantivo Terminante  66  Avvertenza sul Nome Terminante  ivi  Sostantivo con Preposizione  6  Avvertenza  68  Definizioni delle Voci Nuove qui usate —  69  Osservazioni sulla Lingua Universale — 71

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