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Tuesday, August 21, 2012

MORELLI -- "alla romana antica"

Speranza



Cosimo Morelli

Cosimo Morelli (Imola, 17321812) è stato un architetto italiano.

La sua opera è espressione emblematica del trapasso dal gusto "antico" "alla romana antica" del tardo Barocco a quello più asciutto dello stile neoclassico, al quale tuttavia non aderisce in senso strettamente antichizzante.

 

 

Suo padre Domenico, anche lui architetto-imprenditore, originario di Torricella, si era formato alla scuola di suo zio Giovanni Domenico Trifogli (1675 - 1759), uno dei cosiddetti Maestri Comacini, architetti e capomastri provenienti dall'attuale Canton Ticino e la cui opera era molto apprezzata nell'Italia settentrionale e centrale.

Perfezionatosi nello studio del marchese architetto Gerolamo Thedoli[1], progettista del Teatro Argentina, fu tra i più prolifici architetti dello Stato Pontificio nella seconda metà del Settecento, grazie soprattutto alle relazioni con la Curia romana e alla capacità di interpretare in maniera rigorosa il gusto estetico dell'epoca. Grazie al favore di Papa Pio VI costruì, rinnovò ed ingrandì numerosi edifici civili e religiosi. La sua fama, peraltro meritata, non derivava soltanto dalla sua confidenza con il Pontefice e la sua famiglia (originari di Cesena), ma anche dalla sua capacità organizzativa che gli consentiva di offrire ai suoi committenti realizzazioni edilizie a costi marcatamente inferiori a quelli di altri architetti dell'epoca, avendo alle sue dipendenze un collaudato "team" di artigiani e potendo inoltre giovarsi della collaborazione di valenti pittori quali Alessandro Dalla Nave[2], Antonio Villa e Angelo Gottarelli[3].
Tra le opere più notevoli:
  • La Chiesa di San Prospero a Imola, consacrata il 4 settembre del 1836 dal vescovo Giovanni Maria Mastai Ferretti, divenuto successivamente papa nel 1846 con il nome di Pio IX.
  • Il Palazzo Braschi a Roma, situato tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II, costruito su commissione del Duca Luigi Braschi Onesti, nipote del Papa, a partire dal 1792 sul sito ove precedentemente sorgeva il palazzo degli Orsini. Attualmente sede del Museo di Roma a Palazzo Braschi
  • Il Teatro dell'Aquila di Fermo (e l'interno della Cattedrale metropolitana, concluso nel 1789), edificato a partire dal 1780 in sostituzione di un precedente teatro in legno andato distrutto in un incendio. Aperto provvisoriamente il 26 settembre 1790 per l'esecuzione pubblica di un oratorio sacro, fu finalmente inaugurato nel 1791, dopo la sostituzione con un più regolare arcoscenico di quello triplo di marca francese, giudicato "troppo grande e scomodo", ad opera del pittore e architetto dilettante Giuseppe Lucatelli da Mogliano; il teatro conta 124 palchi su 5 ordini a cornice della platea per una capienza complessiva di circa 1000 posti. È rinomato per la sua acustica e da circa 200 anni rappresenta uno dei poli principali delle attività culturali nelle Marche. Una recente opera di restauro, conclusasi nel 1997, lo ha restituito al suo antico splendore.
  • Teatro Lauro Rossi a Macerata, inaugurato nel 1774 e tuttora in uso, avente una capienza di 550 posti.
  • Il Teatro Pergolesi a Jesi, Costruito nel 1790 per volere della società di condomini costituita da 54 nobili Jesini con il sostegno del Governatore Pontificio mons. D. Pietro Gravina dei Grandi di Spagna. Il progetto originale fu affidato all'architetto fanese Francesco Maria Ciarrafoni, ma venne ampiamente rivisto dall'architetto imolese Cosimo Morelli, uno dei più rinomati specialisti dell'epoca nella progettazione teatrale. Morelli provvide ad allargare la pianta ed il boccascena e diede la definizione dell'ampia curva ellittica della sala, da cui dipende la sua ottima acustica. Inoltre rivide il disegno della facciata creando un alto basamento a bugnato liscio con un motivo ad arcate in asse con le finestre a timpano dei piani superiori. La decorazione interna venne affidata a due famosi artisti neoclassici: l'architetto Giovanni Antonio Antolini (autore del progetto del "Foro Bonaparte" di Milano, mai realizzato), al quale spettò la progettazione scenico-arredativa del teatro, e il pittore Felice Giani, che insieme all'ornatista Gaetano Bartolani dipinse le "Storie di Apollo" sulla volta della sala.
Cosimo Morelli nel 1776 presentò un progetto per la demolizione della Spina dei Borghi a Roma. È illustrato in due incisioni su rame di dimensioni 42x55 cm., disegno e incisione di Ciro Santi. In una è la pianta del progetto, nell'altra una veduta prospettica. Questa sua idea anticipa di 160 anni circa la realizzazione effettiva con l'apertura della via della Conciliazione.

Note [modifica]

  1. ^ Gerolamo Thedoli
  2. ^ Alessandro Dalla Nave
  3. ^ Angelo Gottarelli

Bibliografia [modifica]

  • Cosimo Morelli, Pianta, e Spaccato del nuovo Teatro d'Imola architettura del Cavalier Cosimo Morelli dedicato a Sua Eccellenza la Signora Marchesa Lilla Cambiaso, Roma, Casaletti, 1780.
  • Tiberio Papotti, Biografia di Cosimo Morelli, in Biografie e ritratti di uomini illustri di tutto lo Stato Pontificio. Serie romagnuola, Forlì, Hercolani, 1830 circa.
  • Guido Gambetti, Cosimo Morelli, architetto imolese, 1732-1812, Imola, Cooperativa Tip. Edit. P. Galeati, 1926.
  • Anna Maria Matteucci – Deanna Lenzi, Cosimo Morelli e l'architettura delle legazioni pontificie, Imola 1977.
  • Cristiano Marchegiani, Scheda su C. Morelli, Pianta e spaccato del nuovo Teatro d'Imola cit. in Collectio Thesauri. Dalle Marche tesori nascosti di un collezionismo illustre, vol. I, t. 2, Arte grafica e musica, catalogo della mostra di Ancona e Jesi, 15 gennaio – 30 aprile 2005, a cura di M. Mei, Regione Marche, Firenze, Edizioni Edifir, 2005, p. 268.
  • Cristiano Marchegiani, Passaggio al Neoclassico. Dalla salle oblongue verso la cavea vitruviana: geometrie teatrali nel secondo Settecento fra Parigi e Roma, in "Studiolo. Revue d'histoire de l'art de l'Académie de France à Rome", Paris, 3 (2005), pp. 133-168, a pp. 148-149.
  • Tommaso Manfredi, L'età del Grand Tour. Architetti ticinesi a Roma, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Roma nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, Edizioni Ticino Management, anno 8, numero 35, settembre-ottobre 2007, Lugano 2007, 264-265.
  • Letizia Tedeschi (a cura di), Gli architetti ticinesi e la formazione accademica a Roma, in La formazione degli architetti ticinesi nelle Accademie di Belle arti italiane fra il XVIII e i XX secolo, Accademia di Architettura-Archivio del Moderno di Mendrisio, Mendrisio 2008.

Voci correlate [modifica]

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