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Saturday, March 22, 2014

LA BOEMIA DI LEONCAVALLO

Speranza

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La scena della "BOEMIA" di Leoncavallo si apre in un caffè di Parigi la sera della vigilia di Natale.

Rodolfo, Marcello, Schaunard, e Colline, quattro stravaganti artisti squattrinati, festeggiano e brindano allegramente in compagnia di Mimì, Musetta, ed Eufemia.

L'oste, che già ha il gruppo in antipatia, va su tutte le furie quando Rodolfo e Marcello scoprono di non poter pagare il conto.

Nel pieno di un divertente litigio in cui i quattro artisti citano i grandi della letteratura classica mentre l'oste insiste per essere pagato, il ricco Barbemuche entra in scena e si offre di saldare il conto in quanto "vero amico degli artisti".

L'oste è euforico mentre i sette boemi rimangono sbalorditi.

Per dare un senso di giustizia a tanta generosità, Rodolfo sfida orgogliosamente Barbemuche a biliardo.

Solo se Rodolfo vincerà il ricco Barbemuche offrirà la cena all'allegra compagnia.

Rodolfo vince la partita di biliardo e il gruppo di amici si lascia offrire la cena senza che il proprio orgoglio e la propria goliardia siano feriti.

Durante il gioco, Marcello si dichiara a Musetta la quale, pur avvertendolo della sua inaffidabilità sentimentale, accetta di diventare la sua compagna.

Il secondo atto si apre in primavera, quando l'amore tra Marcello e Musetta è più saldo che mai.

Il banchiere che mantiene Musetta non accetta però questa relazione e toglie a Musetta il suo appartamento facendone pignorare i mobili.

Musette, che voleva organizzare una festa nel suo appartamento, ne trova la porta chiusa e tutti i mobili in cortile.

Lo spirito di improvvisazione boemia convince Musetta e Marcello a organizzare una festa nel cortile del palazzo.

Nobili, cavalieri e letterati si godono la festa sotto le stelle finché il vicinato non insorge per il baccano e caccia gli invitati dal cortile.

Durante la festa un nobiluomo, il visconte Paolo, corteggia Mimì.

Il visconte Paolo le promette ogni ricchezza se lei lo avesse seguito.

Mimì è indecisa e già sa che la vita boemia le mancherà.

Nonostante questo cede alle richieste del visconte Paolo e lo segue nella sua carrozza che parte alla volta dell'orizzonte.

Il Quadro III si svolge nell'appartamento di Marcello e Rodolfo alla fine dell'estate.

Musetta scrive una lettera struggente a Marcello dove lo informa che lo abbandona perché non è più in grado di sostenere la fame e le privazioni di una vita fatta di sola arte.

Prima di fuggire Musetta incontra Mimì che, nella situazione opposta, vuole rinunciare agli agi del visconte Paolo per vivere del solo amore di Rodolfo.

Marcello ascolta i loro colloquio nascosto dietro le scale e si convince che sia stata Mimì a convincere Musetta a preferire il denaro all'amore.

Anche Rodolfo entra in scena e, disgustato dalle accuse mosse a Mimì da Marcello, caccia Mimì che parte con Musetta.

L'ultima scena si apre nell'appartamento dei boemi che nostalgicamente ricordano quanto era stato lieto e pieno di speranza il Natale precedente.

Marcello confessa di aver scritto una missiva per Musetta in cui la implora di tornare da lui, almeno per un ultimo giorno.

Mentre i quattro parlano, Mimì bussa la porta in fin di vita dilaniata dalla tosse.

I quattro uomini accendono un fuoco per dare un po' di ristoro a Mimì.

Nel frattempo Musetta entra e dona i suoi gioielli per pagare un dottore e delle medicine per Mimì.

Ogni sforzo sarà però vano perché Mimì morirà poco dopo tra le braccia del suo Rodolfo.

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