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Saturday, August 13, 2011

G. B. Merano, pittore genovese

FU Gio. Battifta Merano un Pittore eccellente, non_. meno ad olio, che a frefco . Molte lue Opere aliai degne di itima fi confervano nella Liguria, le quali riferirò con qualche fpecialità. Di alcune di quelle altre , che fparfe fono per l'Italia, darò quel poco di notizia , che ho potuto ricavare.

Il natale di cofhii accadde in Genova fui finire dell' anno 1^3 2.. Il fuo primo Maeluro fu Gio. Andrea Pe' Ferrari.

Ma la

Ma la maniera sì guftofa, e si delicata, che compariva ne' dipinti di Valerio Caftello , mofle il giovanetto Pittore a pro— ■ feguire il fuo ftudio fotto effo Caftello. Con quefto fecondo Di do. Maeftro perfeverò lungo fpazio, nel quale fi abilitò per tal Battista modo nel difegnare, e nel colorire; che nella frefca età di vent anni, o circa pote lervire con buona nuicita 1 Monaci della Congregazione Foglienfe nella commiflìone , che gli diedero di far loro due tavole per la Chiefa di S. Bernardo. Rapprefentò nell'una di ene.il:Salvatore,. che riceve il Battefimo da S. Giò. Battifta: e riéll'altra il CroclfhTo con alcuni Santi a piè della Croce.

Il Caftello, vedendo quello Giovane così.iene incamminato, gli propofe di pattatela Parma, e colà fucchiare, ad imitazione di lui, la finezza dalle.immortali Opere del Parmigianino, e del Coreggio . Piacque al* Merano il configlio. Tofto a Parma portoni; ove alcuni anni viflTe applicato all' accurata. ofTervazione , ed efpreflìone infieme di que' grandi efemplari; ed oltre il fuo buon gufto , che v' acquino di colorire, .prefe eziandio una certa franchezza nel difegnare gl' ignudi;; che, quantunque fenta alquanto del caricato, pure non iaicia di recar piacere, e d'avere il fuo merito.

Ritornò il noftro Pittore da Parma poco prima della morte del fuo Maeftro Valerio . Qui egli diede tante, e sì fatte prove de' fupi "progreflì, che fra molti concorrenti fn trafcelto da' PP. Gemiti a dipingere uria valla tela in forma di mezzaluna, per ornamento mila parte, finiftra del Prefbirerio della lor Chiefa dedicata a S. Ambrogio . In quefta tela rapprefentò la ftrage degl' Innocenti bambini con sì cfpreffivi attetti, con sì varie, e naturali movenze , e con tanta vivezza, ed armonia di colorito; che io non fo d'aver mai veduto di lui Opera più patetica, e maeftrevolmente condotta .

Dopo quefta ei lavorò fui frefco nel cortile del Convento de'PP. Carmelitani della Congregazione di Mantova. Quivi dipinfe due facciate : nell' una v' è un Santo.di quell'ordine, che foccorre uno fluolo di poverelli con pane recatogli da un Metfaggiero Celefte: nell' altra, fi vede figurato S. An

1

giolo Religiofo dell' Ordine fteffo in atto d'abbracciarfi con S. Francefco d' A (Tifi . E al di fopra v' ha una Gloria d' Angioletti belliflìmi, e fcortati ad un punto di veduta molto . ben diretto, e di raro artificio . Di do.

Fu di non ordinario vantaggio al noftro Merano 1' ami- ^TT,STA cizia, che egli avea di que'di contratta con Giulio Benfo. "^n0' Perocchè per mezzo di queflo valentuomo fi fondò nell' Architettura , e nella Profpettiva; ornamenti tanto neceflarj a formare un perfetto Pittore. Cosi degne, e pregiabili fon le amicizie, che hanno per fondamento lo ftudio delle nobili Arti, e per fine 1' acquieto di qualche virtù.

la fama, che di lui divulgoflì per la città; poichè furon vedute le prefate fue pitture, mode molti altri a dargliene commiflìoni. Quindi è., che numerofa copia di fue tavole ila efpofta in varie di quefte Chiefe. In S. Maria del Carmine abbiamo alcune tavole di Santi, e Sante di queir Ordine: e (ingoiare è la grandiofa entrovi S. Angiolo, che, abbracciato all'albero maellro d'una barca, miracolofamente la falva dal naufragio. Entro la Chiefa de' Santi Giacomo, e Filippo vedefi la tavola della Madonna del Rofario . In quella di S. Maria del Refugio v' ha il quadro d'Abramo gcnufleffo davanti a' tre Angioli. E nella Chiefa di S. Bernardo alla foce la tavola della Dicollazione di S. Gio. Battifta . Alcune tavole inviò per le Riviere. Bella è quella della Nunziata nella Parrocchiale di Lavagna: non inferiore quella della Natività della Beata Vergine entro 1' Oratorio del Luogo di Spotorno . D' ottimo gullo quella, che mirali all'Aitar maggiore della Chiefa de'Cappuccini in Loano, ov'è rapprefcntato il miracolo di S. Antonio di Padova, allorchè fa vedere il giumento di tre giorni famelico lakiar la biada , e volgerfi genufleffo innanzi alla Sacratìflìma Eucariftìa prefentatagli dal medefimo Santo a confufione d' un pertinaciflìmo Eretico. E in Savona entro la (ala del Collegio de' PP. delle Scuole Pie v' ha del Merano un ampio quadro, in cui fta con forte energia defcritto 1' accecamento di Sanfone.

Ne qui lafcerò di riferire alcune fue pitture a frefco: ira le quali è molto in pregio quella, che vedefi fopra la . ., ..... «., . . ... porta

porta principale della Chiefa di S. Agoftino, ove egli effigiò quefto Santo Dottore con l'Eresia fotto de' piedi: ed un_. , leggiadro gruppo d' Angioletti all' intorno. Ciò ben dì a diDi do. vedere la molta fua perizia anche in quefta foggia di dipinBattista gere j attefoché tal' Opera fi conferva, come fe fatta fofte eli pochi giorni. Entro la Chiefa di Santa Maria di Confolazione egli ha dipinto nella fagreftia lo fteftò Sant' Agoftino portato dagli Angioli in Gloria . E in una ftanza del palazzo già de' Signori Geirola ha rapprefentato la primavera , che fcaccia l'inverno, ed alcune immagini di. Virtù .

In Finale entro la Chiefa Parrocchiale della Marina-. ha dipinto le volte di due grandi cappelle: nell' una ha figurato S. Niccolò di Bari, che va in Paradifo , accoltovi dalle tre Divine Perfone, e da numero infinito d'Angioli: nell' altra, la Santilfima Vergine Aft'unta, con gli Apoftoli al baflò fopra una loggia feoperta , i quali in varie attitudini , ed efpreffioni di maraviglia , e di riverenza la contemplano .

L'anno 166$. ritornò il Merano a Parma, dove avea molti Amici. La prima Opera, che colà intraprendeflè_,, fu un vafto lavoro afrefeo fulla facciata del palazzo del Governatore; ivi efpreffe i Santi Protettori di quella città . Tal pittura l'anno 1760., in occafione di nuova fabbrica, fu diftrutta . Si conferva però ancora il cartone di efta in grande entro il palazzo della Comunità, e il bozzetto ad olio lo conferva il Sig. Du Tillot Miniftro della Corte di Parma; Signore, a cui tanto debbono le nobili Arti, fpecialmente la noftra .

Introdotto frattanto, il Merano al Duca Ranuccio IL; quefti tanta ftima ne concepì, che gli affegnò un' annua penfione; e in particolari lavori il tenne di continuo impiegato . Una delle Opere principali, che gli commife_», ìu la pittura della cappella del Ducal Palazzo di Colorno, nella quale molto tempo prima avea il Maloflò dipinto la volta. In quefto lavoro tanto egregiamente fi portò il Merano; che, oltre il diftinto premio, dichiarollo quel Sovrano fuo fervidor familiare con un ampio diploma, che , effendo in mia mano capitato , bramo qui riportarlo per maggior gloria fua. Egli è di quefto tenore. Ra

RANUCCIO FARNESE, DI PIACENZA, EDI CASTRO, ec. Di Gio.

Gonfaloniere perpetuo di S. Chiefa. Battista

V illuflre concetto acquiflato in Parma dal celebre Pittore Gio. Eattifla Merano, e i faggi del dotto fuo pennello la/ciati anche nel palazzo del noflro ejìivo ritiro , ci fomminifirano giuflo itnpulfo di dargli un patente atteflato dell' affetto, e dell' alta Jìima, che ha appreffo di noi guadagnata, con ammetterlo , e dichiararlo noflro Servidor familiare, come in virtù della— prefente ammettiamo, e dichiariamo, che il medefìmo Merano goda, e goder poffa di tutti quegli onori, privilegi, e prerogative , che godono, e goder poffono gli altri noflri Servidori familiari , e quelli, che attualmente ci fervono . Comandiamo per tanto a chiunque foggiace alla nojìra autorità di riconoscerlo , e trattarlo , e rispettarlo per taler e come tale—,, perche quefla è la nojìra mente, e prectfa volontà. Preghiamo in oltre i Miniflri, ed Ufficiali degli altri Principi di far lo fleffo, ficuri d' effere da noi ancora opportunamente corrifpofti alle occorrenze loro . In fede di che farà la prefente fegnata— di nojìra mano, fìgillata col noflro folito figlilo , e fottofcritta dal noflro Segretario di Stato.

Dato in Piacenza li 30. gennaio 1687.

Ranuccio Farnefe . N. N. Segretario:

Ebbe quindi dallo fteflo Duca incumbenza di fare i difegni per alcuni arazzi, che doveano fervir d' ornamento alle fale del palazzo Ducale. Quefti difegni, che rapprefentano alcune ftorie cavate dall' antico Teftamento, riufcirono belliflìmi, e furono ottimamente efeguiti: ed ora , per la mutazione de' tempi, e de' Principi, fi confervano preflo la Maeftà di Carlo III. in Madrid.

In quel palazzo del Duca ha molto dipinto a frefco quefto Pittore, ed anche ad olio. Ma io, per non aver di tali Opere diftinta notizia, non polfo (tendermi a parlarne: Tom. II. E ficcome

ficcome d' alcuni altri fuoi lavori a frefco, i quali, fecondochè mi vien riferito da perfona degna di fede, fi tro«__ vano nella gallerìa del Duca di Modena. Dl Gio. A frefco ha dipinto in Parma il Merano due cappelle

Battista entro la Chiefa di S. Gio. Evangelifta de' Monaci Benedetmek*no* tini. Nell'una di efle fono rapprefentati alcuni fatti prefi dalla vita di S. Criftoforo: e nell' altra, alcuni miracoli operati da S. Niccolò di Bari. Sopra la porta della medelima Chiefa al di dentro ha efpreflà con molta energia la caduta degli Angioli ribelli. I difegni di quefte pitture.* di mano dello fteffl ò Merano li confervano i Monaci fuddetti nel loro refettorio.

Entro la Chiefa della Confraternita di S. Croce ha dipinto nel coro alcune mezzefigure di Santi d' un ottimo gufto: e colà in Parma fono tenute in gran conto . Molti altri quadri ha formati il Merano in quella città per Signori qualificati. Ma non ne ho diftinta notizia. So bene, ch' ei dipinfe una Santa Maria Maddalena pel Conte Vincenzio Marefcotti, a cui molto piacque: ed effendo quefto Signore uno de' più elevati ingegni di quello Stato , encomionne_. 1' Autore con un fonetto, che diede alle (lampe: ed è il feguente .

Luflrò folinghe rupi, e cave algenti

Fra Jllenzj d' amor V ardente Amante;

Finche al pefo del tempo i dì cadenti

Si fero arco di Gloria al Dio regnante .

Ora il Meran, che a colorir portenti

Ferma al proprio faper Fama volante, Col braccio emulator d' eccelfi eventi Raccolfè i tratti, e n avvivò il Sembiante. Del sol, dell' alba, e gli ori, ed i roffòri

Gli offri full' ale un Cherubino a volo, E V idea gli apprefiaro i cafii Amori. Quando falito il fuo pennello al polo, Videfi in animar vivi colori tracciata un' Alma ad arricchirne il fuolo . Non

Non m' è noto quanto tempo dimoratte il Merano nella Corte di Parma. Soltanto ho rinvenuto, che nel 16^5. egli era in San Remo impiegato da' Signori Borria a fare_» ■ alcune pitture nel loro nobiliflìmo cafamento; le quali per Eh do. altro non fono delle migliori, ch' egli abbia fatto, forfe M^j^o* a cagion dell' età; ftanteché allora contava ben feffantatre anni di vita menata fempre in grandi fatiche, e fpecialmente fui frefeo, che è quella fona di lavoro, la qual più di tutte fuol pregiuJicare alla fanità de' Pittori. In quefto cafamento egli dipinfe una gallerìa , nella cui volta efpreflè_* 1' Aurora , che difeaccia le tenebre . Vi fono anche le figure delle quattro Virtù Cardinali: ed in una delle principali facciate v' ha S. Romolo, che libera la città da' Saracini mettendoli in fuga . Dipinfevi ancora l'interna cappella--; ove nel quadro ad olio figurò Gesù depofto di Croce: ne' due laterali a frefeo, effo Gesù orante nell' orto, e flagellato alla colonna: e nella volta, diverfi Angioli, che tengono in atto di trionfo la Croce.

Nella flefla città di San Remo dipinfe per li prefati Signori Borria la cappella dedicata a S. Ignazio entro la_* Chiefa de' PP. Gefuiti; e v' effigiò quefto Santo in Gloria d' Angioli. Colà parimente dipinfe anche 1' ampia volta_. dell' Aitar maggiore nell' Oratorio della Concezione; e vi figurò un Dio Padre con Angioli, e Profeti, ed altre cofe di un gulto affai migliore delle già menzionate. Debole però è un quadro, ch egli fece- per la Chiefa di que' PP. Agoftiniani Scalzi, entravi la Vergine col Divin Putto, e S. Agoflino. Anche il buon Omero talvolta fi moflrò fonnacchiofo.

Dove moriffe quefto Pittore io non faprei ben dirlo . L'opinione più coftante , fecondo ciò , che ne dicono i fuoi difendenti , fi è, ch' egli moriffe in Parma, e non in Genova. Tal punto non è di tanta importanza, che meriti fe ne_> faccia quiftione . Egli mancò un anno, prima, o dopo del corrente fecolo.

Il Merano fi era congiunto in Matrimonio con una Signora del nobile Cafato degli Scagliofi, dalla quale riportò un'onorevole dote. Ella avea pretto S. Francefco d Al. _ E 2 baro

baro un deliziofo palazzino , nel quale foleva quefti godere il ripofo dovuto all' amata fua Profeflìone ne' tempi autun

mmmmmmm nali. La fua Conforte difgraziatamente vi morì. Perciocché D, do. "forprefavi una volta da' ladri iti per rubarvi; ed effendo

Battista ella incinta contraiTe per lo fpavento una malattia sì gaErano . g]jarcja ^ ciie jn p0chi giorni la traiTe a fine . Di detto Matrimonio ne nacque un figlio per nome Gafpero, Padre del vivente Sig. Felice. Ma niuno di quefti due s' è dato allo Audio della Pittura .

Ci lafciò il Merano alcuni Difcepoli da lui infialiti, il migliore de' quali è ftato fenza dubbio Gio. Battifta Refoaggi. N' ebbe poi alcuni altri, che indi a poco , effendo lui aflTente , paflarono a ricever la direzione da altri Maeftri. Dal Merano fi gloriavano d' aver apparato quanto nella Pittura fapevano Davidde Campi, e Antonio Pittaluga, ambedue Genovefi. Il primo, che alquanto valeva nel copiare, morì d' anni 6j. nel 1750.. Il fecondo pafsò molto più innanzi nella perizia dell' Arte; avendoci lafciato di fuo il bel quadro del Crocifiùrò con S. Francefco di Paola in S. Antonio di Prè; e le figure de' Vangelifti ad olio nella Chiefa di Santa Fede. Goftui mancò nel 1716., in età di quarant' anni.

Intorno a quefti medefimi tempi vi fu un altro Pittore Pittaluga nomato Niccolò, che fi acquiftò lode più del prefato; avendo io veduti in Roma molti fuoi dilegni, che_* meritarono i più diftinti premj, che da quell' inclita Accademia di S. Luca colà fi difpenfano . Ma di lui non ho altra notizia, quantunque Genovefe egli fofte, e meriti più onorevol menzione.

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