Powered By Blogger

Welcome to Villa Speranza.

Welcome to Villa Speranza.

Search This Blog

Translate

Saturday, August 13, 2011

Langetti, pittore genovese

VITA

DI GIO. BATTISTA LANGETTI

Pittore .

Benche' Gio. Battifta Langetti fia flato Genovefe_»: pure noi non abbiamo la forte d' avere in Liguria alcun fuo dipinto; perocché egli menò fempre fuori d' efla i fuoi giorni.

Egli da certo Cefare Langetti nacque in Genova fulla Parrocchia di S. Sabina l'anno 1625. Qui pafsò la fua fanciullezza: indi portoffi a Roma , e v' apprefe i principj della Pittura fotto il Cortona; quantunque non fempre Cortonefco fia ftato il colorito, che fi formò, robufto per altro , rifentito , e vivace . v

I principali iludj però furono dal Langetti fatti in Venezia; ove fi perfezionò fotto la direzione di Gio. Francefco Caffana anch' egli Genovefe, che colà efercitava la noftra_. Profeffione con molto credito . Ciò fi ricava dalla lettera d' Antonio Lupis, che inferimmo nella vita di eflò Caffana. Ed in fatti la maniera del colorire del Langetti con quella del Caflàna in buona parte s'accorda .

In Venezia giunfe il Langetti ad occupare un de'principali pofti tra que' Profeirori, per le belle tavole , onde nobilitò le Chiefe, e i palazzi di quella città , delle quali tavole rapporteronne qui alcune , che a mia notizia fon giunte .

Nella Chiefa detta delle Terefe vi fono di fuo tre fuperbe tavole: 1' una è quella fituata alla delira dell' Aitar maggiore, entrovi i Santi Marco, Giacomo, e Criftoforo: 1' altra è la limatavi a finiftra; e rapprefenta Gesù, che ancor fanciullo difputa fra' Dottori nel Tempio . La terza è quella, che vedefi fopra un Altare: ed in efl,à ha effigiato la Maddalena in atto di dolore a piè del Crocififlò Signore_. . E quefta è un' Opera, che merita tutta 1' oiTervazione: Manteche, per quanto mi vien riferito, è cola forprendente. Sono pure del pennello del Langetti in quella Chieià medefima (òpra la principal porta fl quadro, che moftra Grifto

davanti

davanti a Pilato: e 1' altro quadro fopra la porta laterale di eflà Chiefa a fìniftra, che figura lo fteflb Crifto flagellato alla colonna . .

In Padova fono molte Opere di quefto Pittore, delle D,G,0. quali parla nella defcrizione di quella città Gio. Battifta L^ltmtm Rofletti, ( ove per altro sbaglia, facendo il Langetti Bolognefe ). Dice il Rottetti, che nel palazzo Ferri in Borgo de' Vignali vi fono quadri del Langetti, come anche nell' altro palazzo de' Signori Forzadura in Strà; ed aggiugne, che ve ne fono degli efprimenti ftorie tragiche: argomenti foliti a trattarfi da quefto Pittore con ottimo gufto . Segue a narrare, che in quella città entro la Chiefa de' PP. Domenicani crede ettère del Langetti il quadro de' Santi Pietro , e Paolo: e che in S. Agata , Chiefa di Monache, dove al prefente è dipinto il Martirio di S. Cecilia, e de' Santi Tiburzio, e Va ledano , Opere di Gafpero Diziani da Belluno , prima v' era una tavola del nouro Pittore, che andò a male. E ben a ragione fi lagna effo Roffetti, come di sì grand' uomo neppur fi rinvenga il nome nell' Abecedario Pittorico .

Ma per mettere in chiaro tutto ciò, che può conferire alla lode di quefto nobil Pittore; (timo efpediente il trascrivere quanto in un de' fuoi graziofi dialoghi in lingua Veneziana fra un Cavaliere, ed un fuo Compare ci ha lafciato fcritto Marco Bofchini alla pagina 538. . Tali dialoghi fono stampati in Venezia nel 1660., e portan il titolo di Carta del navegar Pittoresco.

Comp. Zambattijla Langetti in verità,

Che 7 xe un Pittor no digo Venezian: Ma vedo ben, che l ' ha in pafia le man, Per farfe cittadin de fta città. V opera con bon arte, e colpi franchi.

V ojferva el naturai con gran giudizio In attezzar l ' attende al bon ofizio , Che i movimenti fìa vivi, e no fianchi. V inclina al nudo, e fludia a defpogiar

Anche 7 giudizio: perchè nudo el refia

B 4 D' ogni.

D' ogni error; sì che pò veflia da fefla Virtù fe veda adorna a campezzar. i V adora el Tentoretto , e dife quejìo:

Di do. X? un Pittor regio, e V ha un defegno immenfo

Battista Perchè quando V ojjervo, e che in lu penfo

Gètti. El porto in fronte, e in alto butto incenfo.

Nò nò ( per dir el vero, e jlar fui fodo ) Molti Procuratori venerandi Ghe fa far quadri e maefloji, e grandi: Stimando affae quel far, quel frejco muodo . Ma fra le cofe belle de fio Autor Xe corfo (co'fe dife) a vele piene In mar del Conte Gajparo Tiene Uri Operona , che rende fiupor . Eccel. Meritamente: perchè a generofo Signor d' alto lignazo, come quello Virtù vola veloce col pennello , Per renderlo più illuflre, e gloriofo. Comp. Bìfogna ben fla volta , che qua fazza Un tiro da Poeta, e che le Mufe Invoca a farme chiaro, e farme lufe; Se vói moflrar del biondo Dio la fazza . Perchè un inzegno tenebrofo, e fcuro Voggia descriver la Divinità _^ D' Apolo Dio de la ferenità, L' è un voler penetrar de la dal muro f' Orsù l' agiuto me farà permeffo, Se non, in tutto, almanco in qualche parte: JB fe mancherò mi, fupplirà V arte De fio penne7, che a lu ghe xe conceffo . Donca non fon za mi: ma flo Pittor Chel moflra Marfta fcortegao da Apolo: Che a dir la verità fio quadro folo Ghe poi per fempre immortalar V onor . Non fe poi figurar con più modeflta Quel Dio tutto de razzi luminofo, Né più feroce el fatiro rabbiojo, Mez' omo , mezo cavra, e tutto befìia.

compagni falvadeghi ha tormento

In veder quella beflia a fcortegar . Par propriamente fentirlo a sbragiar Con urli, e fmorfie, che ve fa /pavento. th do.

L' invenzion veramente è grave , e fiera: Battista

El coIorio artificiofo, e forte; i«*wm,

-<4 fegno tal, c/fo 7 tempo, * dtf fo morte

No puoi far cazza cantra tal maniera . Che occorre a dir? V è un valorofo mifio Pronto , preflo , veloce , e tutto ardente:

Xl 7 tratto alla virtù correfpondente;

De cortesia V t molto ben proviflo. E infin r è arlievo de Piero Cortona , Ai nofiri zorni celebre Pittor,

Quelo, che ha'l Tentoretto in mezo al cuorX■'

Dove anca queflo ghe tejfe corona .

Per ultimo debbo dire, come a pagine 596. del prefato libro al Vento ottavo v' è una bambocciata in rame, inventata dallo fteftò Langetti, dimoflrante Bacco , che_» con un otre di vino dà a bere al Dio Pan . Su tal rapprefentanza fi leggon ivi i feguenti verfi.

Fé, che 7 Langetti bravo Genoefe

Sfodra el pennel fu pittoresca tela ,

E fazza lufer, come una candela

Per favorirne una delle fo tmprefe . Bacco, cbe generoso con la defbra Porza al fatiro Dio del fo liquor;

Sì che acquifla più forza , e più vigor ,

Per caufa della Deità filvefìra . E poi fli do verfetti in mezzo al pian Scriver in bel carattere fe fazza:

A quel, che de virtù fegue la trazza

Mancar non ghe poi mai né vin, ne pan.

Tutto ciò ho voluto qui riferire per moftxare in qual eftimazione folTe in Venezia queiìo Pittore; ed anche, acciocché

ciocché maggiormente ci rendiam certi della patria, e del Maeftro, da cui fu nell' Arte inftruito. , Né debbo lafciar di foggiugnere, corn' egli ufcì talDi do. VQ|ta a dipingere fuor di Venezia. Egli fu in Firenze per Lantg"ttia. qualche tempo trattenutovi dal Principe Ferdinando de' Medici. Infatti colà fi confervano fue Opere; e fpecialmente in quella (ingoiar galleria; dove ho veduto un fuperbo ritratto di non fo qual Perfonaggio; ed un altro quadro di mezze figure, in cui fono con viviflìma efpreflìone rapprefentati due giuocatori: V uno di eflì, che tutto allegro per la fatta vincita fta in atto di avidamente ritirare a fe con la deftra le monete: 1' altro, che tutto infuriato , per averle perdute, lacera co' denti rabbiofamente le carte , e bieco in volto'guarda il vincitore . Anche nel palazzo de'Signori Incontri in Firenze v' era un quadro di quefto Autore rapprefentativo della morte d' Abele. Se al prefente più vi fi confervi, non faprei dirlo: fo ben dire, che un quadro di fimile argomento fi poflìede in quella città dall'Avvocato Marchi; e per quanto mi vien riferito , è cofa fingolariffima .

'In Bergamo nella Parrocchiale di S* Aleflandro della Croce fotto 1' organo dalla parte del Vangelo, in faccia-. i due belle tefte di Gio. Giacchi netti Gonzalez , veggonfi del Langetti due mezze figure al naturale, quafi del tutto icmude; 1' una di S. Antonio Abate , a cui viene portato il pane dal corvo: 1' altra di S. Paolo, in atto di divota^ afpirazione verfo del Cielo . Quefti quadri fono flati ultimamente donati a quella Chiefa dal virtuofo Conte Giacomo Carrara, il quale del noftro Artefice altri belliflìmi ne conferva . Sono quefti, un Giove, un Vulcano , il Catone Uticenfe, una mezza figura d'un Filofofo, e un S.Girolamo, che fi batte il petto .

Ecco quanto v' è di notizia di quefto Pittore, di^ cui nemmen ho potuto rintracciare in qual anno, e di qual' età finifie i fuoi giorni. Areuifco però, che ciò fuccedeffe in— Venezia fui decadere del proflìmo panato fecolo; Itantechè nel 1670. ancor viveva, e francamente operava; fìccome^. fede ne fa il nome di lui, che fotto 1' anno fuddetto fi legge al baflò di qualchedurio de' riferiti fuoi quadri.

A' tempi

A' tempi del Langetti fioriva parimente in Venezia-, un certo Francefco Rofa valente Pittore, anch' effo Genovefe; che di tal patria lo dichiara il Bofchini nella deferi- , zione delle Pitture di Venezia; e ciò dee far fufficiente au- Di Gio. torità; perocché il Bofchini fu d'ambedue contemporaneo; Battista e li conobbe. La**tm,

Le Opere, che del Rofa nota quefto Scrittore nella feconda edizione del citato fuo libro fatta l'anno 1674. fon le feguenti. Una tavola all' Aitar maggiore di S. Apollinare del Monte Noviffimo, entrovi deferitto il Martirio de' quattro Santi Coronati: e nell' ifteffa Chiefa de' PP. Conventuali , appellati li Frari, una fuperba tavola, dimoflrante il Santo di Padova in atto di far riforgere 1' uccifo Cittadi-» no a confeftar l'innocenza del Genitore di detto Santo . In S. Girolamo del Seftiero di Canareggio una tavola rapprefentante Gesù , che difeaccia i venditori, e i compratori dal Tempio; tavola, in cui, oltre la giudiziofa diftribuzion delle figure, feri ve il Bofchini, effervi una nobile^ , e ben intefa architettura del dipintovi Tempio. . ,

Il Rofa avea ftudiato in Roma , ed aveavi anche operato con buona ftima . In quella città fon fue le pitture_, della cupola della cappella di S. Antonio di Padova in_ S. Rocco a Ripetta . Suo pure è il lavoro a frefeo d'una mezzaluna, entrovi un miracolo del Santo, a cui è dedicata la cappella. In Santa Marta dipinte la tavola dell' Angiolo Culìode: e nella Chiefa de' Santi Vincenzio , ed Anailafio a Trevi, la tavola , che (ìa all' Aitar maggiore, rap

{>refentativa di que' due Santi . Per la Chiefa medeiìma lece e altre tavole della Nunziata; di S. Gio. Battiita nel deferto; e di S. Antonio di Padova . Non fo però, fe al prefente tutte le prefate tavole vi ftieno efpoltc^ ficcomc non fo, fe fia più in elTere un fuo egregio lavoro a irelco , che fatto avea fulla principal porta della Chieia di S. Niccolò in Arcione.

Quefte poche notizie ferviranno a far sì, che non del tutto fi perda la memoria di sì valente Pittore, di cui, per qualunque diligenza da me ufata, non ho potuto rinvenirne di più.

D'un

D' un altro Pittore pur noftro, e anch' eflb di merito farò qui di paffaggio menzione. Quefti è Frate Angiolo , Maria da Genova Minore Offervante, il quale ha fatto un

Digio. quadro in Afcoli, riferito da Tullio Lazzari nella defcriLÌect"? zione di quella città. Tal quadro fi conferva nella Chiefa afra. ^g. Antonio di Parignano; e rapprefenta il Penitente d'Alcantara , che giace moribondo, e vien confortato dalla Reina del Cielo . E' un dipinto affai buono .

In Roma vivea di que' dì il P. Bartolommeo Merelli Crocifero, Pittore di talento, che all' Aitar maggiore di Santa Maria in Trivio, dipinfe la tavola della Concezione; e dietro ad eflb Aitare è fimilmente di fua mano la tavola del Depofto di Croce; ficcome di fua mano fono le pitture a frefco, che fi veggono nella volta della fagrelUa_.. Opere tutte di qualche merito .

JDi quefti due ultimi Pittori non ho voluto paflàre_» lòtto filenzio il nome, benchè poche cofe ci abbian lafciate. Quelle poche fon degne di lode; e ragion vuole, che, chi &' imbatte a vederle, ne fappia i rifpettivi Autori.

No comments:

Post a Comment