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Saturday, August 13, 2011

D. Piola: pittore genovese

Ella è si grande la gloria, che in Genova, e fuori acquiltoflì Domenico Piola, che non ha bifogno di efTere dalla penna degli Scrittori aumentata: molto meno dalla mia, capace folo a ofcurargliela . Laonde non fi maravigli chi, afpettando per avventura, che io tratto tratto prorompa nelle lodi di tal Soggetto, mentre ferivo un compendio della vita di lui, vedrà che le ommetto. Non fiapoco per me, fe riferirò la principal porzione delle

numerofe

numerofe nobiliflìme pitture di ettb formate, con le quali andarono del pari gli angelici fuoi cofturali. Quefti leggiermente ii qui accennerò; perocchè effendo lo fcopo della prefente ftoria Di le tre Arti forelle; dell'indole, e de' coftumi de'loro Ar

dpiÓla!° te^ci vì ^ ^ee trattare *o1tant0 9 quanto bafti ad abbozzare di eflì il carattere .

Padre di cinque figli mafchi fu Paolo Battifta Pioli-. onefto noftro cittadino, e uomo di Pittura al fommo curante, e vago. Quelli figli furono Pellegro, quel efimio Pittore, di cui nel primo Tomo di quetV Opera fi legge la vita: Girolamo , cne mori Prete 1' anno della peftilenza 1657., in tempo appunto, che terminava con lode il corfo delle facre Scienze: Domenico, che nacque gemello; ma 1' altro in pochi giorni mancò: e Gio. Andrea fìmilmente Pittore, di cui più fotto qualche cofa dirafli.

Dentro dell'anno 1628. fegui la nafcita di Domenico. Nella prima fua fanciullezza fu dal Genitore deftinato allo ftudio delle lettere umane. V attefe il figlio; e come ingegnofo, ch' egli era, cosi grandemente vi fi avanzava . Ma il vedere in cafa il fratello di continuo dipingere, lo fece invogliare della Pittura; onde raffreddatoli in quelle, e quefla fola infamemente chiedendo , fi giudicò efpediente il contentarlo . Cominciò egli per tanto a copiare qualche., difegno ftampato; e vi fentiva incredibil piacere; nè fapea (lare un momento fenza maneggiare il matitatoio.

, Era Domenico in età di fetV anni, quando pafsò dalle lettere alia Pittura; e fino ai fedici con notabil profitto perfeverò fotto gl' infegnamenti del fratello Pellegro, il quale perfidamente uccifo nella maniera già dal Soprani deferitta, rimafe il giovanetto fenza guida: ma egli pur ingegnavafi di profeguire nell' Arte da fe. Difegnava ogni giorno, ed anche fpeflb lavorava d'invenzione; fuggerendogli il Padre a tal effetto ora ftorie, ora favole, ora immagini capricciofe , che poi fu tele mefticate volea le ftendefle .

Vide però , che il giovanetto non era in iftato di ben aflìnarli fenza la guida d' un nuovo Maeftro. Appoggiollo per tanto al Cappellino, da cui già era ftato inftruito il defunto figlio Pellegro . Quattro anni in circa flette Domenico Piola_

fotto

fotto quel celebre Profeffore; dopo i quali, ufcito da quella fcuola, cominciò a fare ftudio fu i preziofi dipinti di Pelino del Vaga entro il palazzo del Principe Doria; e fpe- _ cialmente fui bel fregio di putti fotto il cornicione, nella Dj facciata rivolta al mare, allora tuttavia in buona frefchezza. Domenico Qui s' addeftrò al vero modo di figurare i putti; nel che Pl0LA' cotanto fopra gli altri genovefi Pittori del fuo tempo fi fegnalò.

Fu poi anche induftriofo imitatore delle Opere del Calti gli one . Quanti difegni, o quadri di quefto valentuomo gli riufciva d' avere , tutti puntualmente ritraeva . Onde_» acquiftò tanta facilità nel rendere i fuoi tratti di pennello, e i fuoi ritrovamenti appieno uniformi a quelli di tal efemplare; che fovente i più periti di Pittura oflervando alcune Opere di quefto Piota, le han credute del Caftiglione_». Ed in fatti ( per addurne il faggio d' una ) ella è tutta Caftiglionefca la belliflìma tavolina del Prefepio, dipinta da ello Piola; la quale è pofleduta dal Sig. Gio. Battifta Cambiato del fu Gaetano. E però fe vi fi equivoca nell' Autore , fe ne dia colpa alla fomiglianza, che non laida ben— ravvifarlo.

Anche nell' intagliare all' acqua forte moitroflì il Piola puntuale imitatore del Caftiglione; perciocchè ci ha lafciato alcune fue carte di Prefepj, e Madonne affai vaghe, e ripiene di grazia, e di gullo Caftiglionefco; oltre ad altre fue cofe di genere diverto, le quali però non fono in gran numero .

Aveva il Piola un Cognato per nome Stefano Camoggi, il quale era Pittore eccellente di arabefchi, di fogliami, di fiori, di frutti, e di cofe tali. Era in oltre uomo di fantasia grande nell' inventar macchine per fepolcri, efpofizioni, ed altre funzioni folite farfi ne' giorni di penitenza-.. ,

Ma non fapendo egli far di figure, fi ferviva in ciò del giovanetto Piola; e ficcome le occafioni venivano al Camoggi affai frequenti: così il Piola ebbe agio d' efercitarfi nel maneggiare i colori a guazzo; e di pigliar quella franca, o. perfetta pratica, che ne' fuoi a ixefco riconofciamo.

Maggior

Maggior occafione d' apprendere, e di perfezionare fai fua maniera di dipingere gli venne porta in quel tempo

.. da Valerio Caftello, il quale vedendo alcuni lavori di lui,

Di fommamente gli piacquero; e però fe lo elefle per compa

DPiouu° 8no ne^e Opere, che avea intraprefo entro la Chiefa delle Monache di Santa Maria in Paflìone. Quivi il Caftello gli diè incumbenza di dipinger la Vergine Addolorata, ed altre cofe a chiarofeuro fopra la parte interiore della porta . Indi gli affegnò a rapprefentare il Miftero della Venuta-. dello Spirito Santo nella volta principale, con alcuni altri Miftea della Paflìone di Noitro Signore, e con gli Evangelifti a' fianchi dell' Aitar maggiore . Affai bene portoli! il Piola in quefti lavori; e cosi contento reftonne il Caftello, che fucceflìvamente lo volle per compagno nella Chiefa di S. Marta , ove ei dipinfe a freico la Nunziata in un quadro della volta; e lafciò al Piola V altro quadro confìmile entro la_.. medefima volta; perchè vi figuraffe il Prefepio . In quefta Opera imitò il Piola egregiamente lo ftile del Caftello; e fe non giunfe ad uguagliarne la vivezza , e forza nel colorito , al 'certo lo fuperò nell' efattezza del difegno, e nella eleganza della compofizione.

L'anno 1659. mori Valerio Caftello in tempo appunto, che ftava dipingendo la facciata d'un cafamento fituato nella piazza di S. Genefio: laonde il Piola ebbe la commiflìone di fornire quell'Opera. Egli figurò coli mila porta i'AP funzione della Santiflìma Vergine con ottima conformità di ftile: ed altri lavori vi fece, che incontrarono molta lode. Fin qui però non s'era per anche veduta di lui un'Opera, che li potefle dir tutta (ua; perchè le precedenti o erano {late copie , o erano ftate fatte in compagnia d' altri Pittori. Ma non andò molto, che, volendo i Signori Marini adornar di pitture la loro cappella dedicata al Crocififlb in quefta Chiefa di S. Domenico, deflero a tal attare il Piola, irL. vantaggio di cui era ftato loro parlato , e rifiutarono il proffertofi Sarzana , come uomo già troppo avanzato in età . Aveva allora il Piola poco più di trent' anni, e meno ne dimoftrava; eflendo affai piccolo, e fcarno; che però il Sarzana lo chiamava per difprezzo il ya^azzuccoìo, e fi rideva

dell' elezione

dell'elezione fatta di lui per le pitture di quella cappella; aggiugnendo, che alzativi i palchi 1' eletto Artefice farebbe folamente ftato buono a farvi fu delle capriole. ;t

Con quant' impegno s' accingere il Piola a quell' Ope- Di ra, anche per ifmentire col1' effetto il derifore, ognuno fa- ^o*",^ cilmente può immaginarfelo. Entro la cupola vi effigiò fchiere d' Angioli in varj atti, ed efpreflìoni di duolo per la morte del Salvadore. Negli fpazj, che reftano in mezzo alle fineftre della cupola difpofe alcune figure di Virtù: e ne' peducci, che anguftiffimi fono, rapprefentò i quattro Evangelifti in grande, e più del naturale, coloriti d' un— gufto, che molto fente di quello del poco prima defunto Caftello . Poiché fu terminata, e fcoperta quella Opera—; ebbe sì felice incontro, che alla fparfane voce accorfevi a vederla anche il Sarzana, il quale ammutì, ed infieme con— gli altri ne divenne ammiratore. E per vero dire , ella è. tanto ben compofta, e fpira in ogni fua parte una grazia— così leggiadra, ed un effetto sì grande; che, fe il Piola aveflTe fempre profeguito queftafua prima maniera, n'avrebbe anche acquiftato lode maggiore.

Dipinfe egli poi un gran quadro per I' Oratorio di S. Giacomo Maggiore vicino alla Chiefa di Noftra Signora— delle Grazie; e vi figurò quefto Santo Apoftolo , a cui è recifa la tefta . Si vede il reftante corpo di lui ftramazzato per terra, e quella beata Anima effer dagli Angioli portata alla celefte Gloria . Quefto quadro è lavorato fui gufto del Caftello; di cui tuttavia il noftro Piola era feguace. Ma pofcia lo lafciò , e fi fece autore d'una maniera diflìmile dalle altre già praticate , come ben fi fcorge da i tre quadri, che a frefco dipinfe fulle facciate de' Magazzini del Portofranco verfo la parte di mare, efprimenti azioni del gloriofo Martire^. S. Giorgio . Quefta fua feconda maniera non partecipa più di quella gran forza della precedente . Ella è bensì tutta— dolce, e foave, e d'un impafto tanto delicato , che affai s'accofta a quella di Pietro da Cortona, fpecialmente nel panneggiare: onde pare a prima vifta, che poteffe il Piola aver alcuna cofa da quel Maeftro apparato: eppure egli non era infin allora ufcito dalla patria. Tom, IL C Per

Per la morte di Gio. Battifla Carlone fu foftituito il Piola a dipingere le due navate laterali della Chiefa di S. Se

■ bafriano, come altrove fi diffe . Quefto Pittore nelle due

Di facce in fefta d' eflè navate in due gran quadri efpreffe_»

Domenico a frefco quel Santo; nel primo , quando è flagellato; e nel Piola. fec0ndo, quando dalle Matrone Romane gli fon medicate le piaghe. E dentro le volte delle laterali cappelle effigiò alcuni putti, che tengono in mano i fimboli allulivi a' Santi, a' quali fon dedicati gli Altari . Ma efTendo ultimamente-, fiata mutata di fito la tavola di S. Paolo ', e pofta ove prima era l'Immagine del Crocififfo; e quefta locata ov' era un tal quadro: ne avviene , che dove ora è S. Paolo reftano nella volta gli Angioli co' Mifleri della Paffionc: e fopra_, l'Immagine del Crocififfo reftano i putti con gli flrumenti di penitenza . Ciò ho voluto qui notificare per difcolpa di chi quelle volte dipinfe.

Nella Chiefa della Nunziata del Guaftato molti lavori sì ad olio, che a frefco fece il noflro Piola . Quivi dalla •Nazione Francefe gli fu data a dipingere la volta della lor cappella dedicata al Santo Re Luigi; ch' egli rapprefentò in Gloria corteggiato da parecchie Virtù. Dopo ciò dipinfe l'altra cappella dedicata aS. Gio.Battifta . Nella volta v'efpreffe quefto Santo in Gloria: e nella tavola dell'Altare figurò ad olio •il medefimo in atto di predicare alle turbe; ove il noftro Pittore fi fegnalò nella leggiadra compofizione, e nei bel riparti.mento di torte, erifoluta macchia di chiarofeuro . Sue pure , fono in quefta Chiefa le altre pitture entro la cappella della Madonna delle Grazie; ove (ta effigiato un Dio Padre , ed il buon Paftore, che riporta all'ovile la pecorella fmarrita . In un' altra cappella a quefta contigua v' ha pur di fuo la_. •tavola efprimente il Miftero dell' Immacolata Concezione_* di Maria Vergine , ov' ella vedefi in bianco ammanto coli' in•fernale ferpente fotto de'piedi; ed avvi in alto l'Eterno Padre . A quefta cappella fuccede 1' altra fatta alzare dal ricco mercatante Affereto, che dedicolla a S. Diego. Coihù volle, che tutta foffe dipinta per mano del Piola, e largamente ricompenfollo. Il noilro Artefice rapprefento v vi nella volta fui frefco una Gloria d' Angioli: e nelle pareti

vi compofe tre tavola ad olio, comprefavi quella dell'Altare . In una di quefte tavole efprefiTe la miracolofa guarigione fucceduta al figlio di Filippo II. Re delle Spagne,*. nell' atto d' approflìmarfi detto figlio al cadavere di S. Diego Di giacente nella bara. Nelle altre due figurò il Santo mede- DpJ^J'C0 Timo: cioè , in una , quando predica; nell' altra, quando opera certo miracolo. Nella ftefla Chiefa è di mano del Piola 1. infigne tavola della Vergine falutata da Gabbriello: lavoro ricco d'una graziofa Gloria d' Angioli di (ingoiar bellezza .

Nella Chiefa di S. Ambrogio de' PP. Gemiti è di quefto Pittore la gran tela, che fta allato finiftro dell'Aitar maggiore, entrovi la Vergine Madre, che fi ripofa dal viaggio d'Egitto, ed ha in grembo il fuo Divino Infante, che con graziofa movenza ftende la mano ad alcuni dattili portigli da varj Angioli ftanti fovra un albero di palma . La fagrefKa di detta Chiefa è anch'ettà tutta dipinta da quefio Piola. Confiftono quelle pitture in artificiofi gruppi d'Angioli, tenenti ciafcheduno qualche facro arredo, o qualche ecclefiaftica divifa .

Per gli (tefli Padri Gefuiti, a fpefe della Famiglia Balbi, dipinfe tutto a frefco il Presbiterio della lor Chiefa dedicata a' Santi Girolamo, e Francefco Saverio, lungo la ftrada_. Balbi. Nella volta principale di quella Chiefa figurò il Saverio , che fi prefenta a non fo qual Sovrano dell' Indio: e nella lateral parete a dritta figurò lo fteffo Santo, che battezza una Reina; dirimpetto rapprefentò la comunione di S. Girolamo . Ne debbo tacere, che quivi pur fue fono le tavole dedicate a' Santi Ignazio, Francefco Saverio, e Luigi Gonzaga . Queft'ultima però non ebbe l'intero fuo compimento dalla mano dell' Autore; perchè fu dalla morte prevenuto. Ma formila poi Paolo Girolamo fuo figlio.

Il Signor Francefco Maria Saoli padrone del funtuofo Tempio di S. Maria in Carignano avendo comperato certe ottime tavole, per locarle colà fugli Altari: fìccome a cagion della lor piccolezza non vi cadevano a giufta mifura, diede a Domenico Piola l'incumbenza di adattarvele^.. Quefti le accrebbe con eccellente maeftria; avendo in quella di S. Francefco lìimatizzato del Guercino aggiunto in aria

C z Gesù

PlOLA,

Gesù Crifto in figura di Serafino: e in quella di S. Maria Egiziaca del Vanni, una Gloria d' Angioli affai maeftofa: :^^^== il tutto con efatta uniformità di (tile. Onde il Sig. Saoli D, talmente ne reftò foddisfatto, che ne volle una tutta di Domenico mano di eflo Piola; il quale fecela, e ben vi fi fegnalò . Ella è quella, in cui fta effigiato 1' Apoftolo Pietro, che rifana il zoppo davanti alla porta del Tempio. Sommamente piacque l'Opera al Sig. Saoli, che non ceflava di lodarne , ed onorarne 1' Autore; e da indi innanzi in tutte le occafioni di pitture, e di difegni dal configlio di lui fempre volle dipendere.

In gran numero poi, oltre alle già menzionate, fono le tavole dipinte dal Piola per varie Chiefe di Genova-,; delle quali tavole darò qui un breve ragguaglio . Nella Chiefa di S. Filippo Neri fono di quefto Pittore due tavole-*. L' una di effe moftra il facro cadavere di S. Francefco d'Affili ritto in piedi con Papa Niccolò V. in atto di baciarglieli: 1' altra efpone S. Caterina da Genova vifitata da Gesù con la Croce a lato , e con le piaghe aperte, e grondanti fangue. Sua pure è un' altra tavola, che fta locata in full' Altare della fagreltia; e rapprefènta effa Santa legata per mezzo d'un fil d'oro allo iteffo Gesù in figura di Bambino lèdente in grembo alla Vergine Madre . Quefta pittura è alluliva ad una frequente giaculatoria di quella Serafina di celefte Amore.

In S. Siro fono del Piola le tre tavoline con iftorie della vita di S. Gaetano dentro della cappella a quefto Santo dedicata: e al di fuori nella volta della navata è parimente del Piola il lavoro a frefco rapprefentante lo fteifo Santo accompagnato da molte Virtù alla celefle Gloria.

In S. Carlo (la dipinta dal Piola la tavola di S. Giovanni della Croce, che ne' fuoi efiatici sfinimenti è vifitato da— Crifto.

In S. Brigida abbiamo di eflo Piola un' egregia tavola, entrovi la Vergine, il Bambino, e S. Giufeppe: ed un' altra di limile argomento, ma di variato difegno ne hanno i Confratelli dell' Oratorio di S. Giufeppe preifo alla Chiefa di S. Donato.

Neil' Ora

Neil' Oratorio di S. Maria Angelorum fi. conferva pur di mano di lui la tavola dell' Annunziazione di Maria Vergine . Ed è Opera di molta ftima. =====

Nell' Oratorio di S. Antonio di Padova, vicino alla_. Di Chiefa della Nunziata del Guaftato, v' ha all' Altare la ta- D°"««c» vola di quefto Santo , che dalla Vergine riceve il Bambino. I0LA '~ Lavoro anche quefto del Piola.

L' Oratorio di Santo Stefano è nobilitato da una gran tavola dello fteflò Autore, la quale occupa tutta un' intera facciata. Quefta tavola rapprefenta 1' ultima Cena di Crifto con gli Apoftoli.

La Chiefa di S. Domenico poffiede due tavole dipinte dal Piola; e fono, quella di S. Tommafo d' Acquino davanti al Crocififlò, e quella di S. Francefco d' Affili davanti alla Vergine; ambe ricche d'Angioletti, e di putti in le-. giadriffime movenze .

All' Aitar maggiore della Chiefa de' Santi Bernardino, ed Aleflìo v' ha del Piola la tavola della Vergine , e de' Santi titolari. Sopra la Vergine vi fono Angioli, che reggono un baldacchino volante. L' idea è d' un gufto affatto Caftiglionefco: onde a prima vifta potrebbe si bella fattura più al Caftiglione, che al Piola attribuirli.

Per Santa Maria delle Vigne ha fatto il Piola due tavole: 1' una è quella della Pietà: 1' altra, quella della Vergine con S. Giovanni Evangelifta, e S. Francefco di Paola . E' quefta tavola fra le fue belle belliffima . Nella medefima Chielà fono pure fuoi i lavori a frefeo della cappella della Madonna: e moftrano il Miftero dell' Immacolata Concezione , con figure di Profeti, e di Sibille .

Per la Chiefa di Santa Maria de'PP. Servi ha compofte le tavole di S. Filippo Benizzi, di S. Giuliana Falconieri, e di S. Barbara.

In quefta Chiefa di S. Tommafo fon pur fue le tavole del Crocififlò, e di S. Simone.

Per 1' Oratorio fegreto della Madonna del Rofario ha lavorata la tavola rapprefentante Crifto davanti a Caifaflò .

Dello fteflò Pittore è in S. Benigno la tavola deliaNunziata , Entro la Chiefa di Santa Maria della Pace ab

C 3 biamo

biamo dello ftefflò le tavole di S. Gio. Battifta, che predica alle turbe; di S. Francefco ftimatizzato; e del B. Sal, vatore operante certo miracolo.

Di Finalmente nella Chiefa di Santa Maria di Confolazio

Domenico ne fono del Piola le due tavole; 1' una di S. Lorenzo, e P,0I■a• l'altra di S. Niccola da Tolentino.

Che fe tante fono le tavole da Altare da quefto infigne Artefice lavorate per le Chiefe, ed Oratorj di Genova: di non minor numero fono le altre da lui fatte per Chiefe, ed Oratorj delle nolìre Riviere . Ecco le più degne d' offervazione .

Del Piola adunque in San Pier d'Arena entro la Chiefa di S. Gio. Battifta fono due tavole; 1' una della Dicollazione di quefto Santo Precurfore; e 1' altra de' Santi Gaetano , ed Andrea Avellino . Sopra la porta della Chiefa Parrocchiale del fuddetto borgo v' è fui frefeo dipinto S. Martino, che dà parte del manto per elemofina al poverello ignudo.

In Seftri di Ponente entro la Chiefa della Vergine Affunta v' ha la tavola del Battefimo di Grifto .

In Voltò entro la Chiefa di S. Erafmo le tavole delle Anime purganti, e di S. Caterina da Genova.

In Albizzuola vi è la tavola dell' Angiolo Culìode. In Savona fono le tavole di S. Giovanni della Croce_» entro la Chiefa delle Monache Terefiane; e della Vergine, che porge la facra divifa al Beato Simone Stok entro la Chiefa di S. Anna . In quel Duomo poi v' ha le pitture a frefeo entro la cappella de' Signori Balbi, nelle quali fono le profpetti ve di mano dell' Haffner.

Nel Luogo di Spotorno entro 1' Oratorio vi fono due vafte tele; 1' una con la Vergine Aflunta, 1' altra col Prefepio. In Garlenda , piccola terra d'Albenga, v' ha la tavola del Battefimo di Crifto . Ma quefta Chiefa è più Angolare per altre tavole, che per 1' accennata del Piola . Imperciocché ivi fe ne confèrvano tre rariffime; una d' Annibal Caracci; un'altra del Domenichino; ed un' altra del Puffino: rapprefentative la prima della Natività di Maria Vergine: la leconda de' Sauti Benedetto, e Mauro; e la terza di S. Erafmo:

talché

talché la Chiefa di Garlenda in ragion di tavole dee annoverarfi tra le più cofpicue, che abbiamo in Liguria.

Alla Pieve d' Albenga v' ha un quadro nella Chiefa_. ^=== de' PP. Agoitiniani con varj Santi; e nel refettorio una gran Di tela rapprefentante 1' ultima Gena del Signore. Domenic»

Nella Parrocchiale del Porto Maurizio fi vede la tavola del Prefepio.

In San Remo entro l'Oratorio di S. Coftanzo è la ta-> vola efprimente il Martirio di quefto Santo: ed entro la_. Chiefa di Santo Stefano fi vede un' altra tavola , in cui fta figurata la Beatiftìma Vergine con S. Francefco Saverio a pie di Lei , ed altri Santi .

Nella Riviera di Levante non ve ne abbiamo numero minore delle ottèrvate in quella di Ponente. In Lavagna, entro la Parrocchiale, fono le tavole de' Santi Stefano, ed Erafmo, e del Santiflìmo Crocififfl ò .

Nel Luogo di S. Margherita, entro la Parrocchiale, v' è quella della Vergine Addolorata; e poco diftante in Rapallo , entro la Chiefa principale vedefi la tavola di S. Rofalia.

In Chiavari, entro la Parrocchiale dedicata a S. Gio. Battifla, v' è la gran tavola della Vergine Affunta.

In Lerici, quella di Maria Vergine con S. Francefco d' Aflìfi entro la Chiefa de'Cappuccini. E più altre fe ne veggono per quella parte di Riviera, tutte di merito. Ma qui bafti averne rapportato le principali.

I quadri poi, che per le cafe di Genova, fpecialmente per quelle della primaria Nobiltà lavorò il Piola, fon tanti da fiancare qualunque penna . Due folamente n' accennerò; acciocché il Lettore non mi riprenda d'averli tutti taciuti. L' uno è quello, che orna una facciata del funtuofo palazzo Brignole in capo di ftrada nuova . Figurali in efflò il carro del sole con le ftagioni , le ore, i venti, e tali poetiche.* immaginazioni: 1' altro è quello, che fi vede nel palazzo dell' Eccellentiffimo Marcello Durazzo del fu Gio. Luca; e in quefto quadro h rapprefenta il Reale banchetto, a cui fu trattato Gio. Agoftino Durazzo da Maometto IV. Gran Signore di Coftantinopoli.... .

C 4 Fin

Fin qui ho riferite molte Opere ad olio di quefto no

ftro Pittore. Or debbo anche parlare d'alcune delle più

—— infigni, e vafte da lui condotte fui frefco in molti de' prin

D, cipali palazzi, e in altre Chiefe di quefta Metropoli: lo che

Domenico efeguirò con tutta la poflìbile brevità.

Pwla. Nel palazzo Mari, lungo la ftrada di Campetto, di

pinfe tutta la galleria; e vi figurò diverfe Deità, e finzioni

tratte dalle Metamorfofi d' Ovidio.

In cafa Saoli, filila piazza delle Scuole Pie, colori t maeftrevolmente un falotto con rapprefentanze di favole, e profane Deità.

Le volte di due falotti entro il palazzo Negrone fulla piazza di S. Lorenzo fono di fuo pennello . Neil' una v' ha Apollo trionfante per 1' uccifo Pittone: nell' altra fon pfpofti cacciatori, che allo fpuntar dell' aurora fan correre i loro cani dietro alle fiere. Vi fono altre leggiadre invenzioni, e comparfe, che fommamente dilettano .

Sulla piazza di Foiratello fono due ftanze dipinte dal Piola: nell'una di effe è defcritto un Concilio di Dei: nell' altra v' ha di molte figure fìmboliche .

Entro il palazzo del Sig. Francefco Maria Balbi in una ftanza al primo piano v' è di mano dello flettò Piola un Ercole trionfante de' vizj. In un' altra ftanza del piano fuperiore vi fono efpreffe varie immagini favolofe .

Nel palazzo Imperiali di Campetto v' ha una ftanza_ . coll' Aurora, e Pomona . Eleganti lavori di quefto valentuomo .

Nel palazzo Brignole di ftrada nuova fon del pennello di coftui le belle pitture de' due maeftofi falotti dedicati all' Inverno, e all' Autunno con favole allufive a quefte-» due ftagioni.

Lungo la fteflà ftrada nuova entro il palazzo ora del Sig. Giorgio Spinola fono flati dal Piola dipinti a frefco 1' andito , e l'ampia fala ricca d' un infinito numero di figure. Ivi è rapprefentato Giano, che chiufo il furore nel tempio porta in cielo le chiavi a Giove feduto in mezzo ad un' affèmblea di Dei. In un vicino falotto fi vede eflìgiato Augufto, che facrifìca full'Altare da fe dedicato, fecondochè alcuni feri verno , col titolo d' Ara Primogeniti Dei: e in alto v' ha 1' Immagine della Vergine col motto Ara Cceli. Ciò allude ad un Altare, che vedefi in Roma nella Chiefa^ 1

dell' Araceli, e ad all' Immagine miracolofa della Madon- Dj^^ na , che nello (teffo Altare fi venera. Piola.

Correva 1' anno 1684., quando le Monache di S. Lionardo invitarono il Piola a dipingere il coro della lor Chìefa. Egli imprefe a farlo . Nella volta effigiò la Vergine Madre prefervata dall' original peccato . V ha in alto 1' Eterno Padre da folta fchiera d' Angioli corteggiato . Sono al baflò fpiranti vergogna, e (tupidezza Adamo, ed Eva: e da un lato in lontana parte è figurato il Santo Arcangelo Michele, che difeaccia gli fpiriti rubelli. Nelle pareti di queiìo coro in due lunghi foazj di muro è rapprefentata 1' Annunziazione della medefima Vergine; e nell' altro v' ha la Nafcita di Gesù circondato da' Paftorì,. che genuffeffi 1' adorano . Non avea per anche terminato il Piola quefto lavoro, quando venne fopra Genova il flagello delle bombe francefi , che tutta la mifero in confusone, ed in lutto . |

In quella comune difgrazia egli ebbe ricovero con_. tutta la fua famiglia nel palazzo de' Signori Balbi al Zerbino; dove frattanto non feppe ftare oziofo; attefoché vi dipinte le volte di due ftanze con lo fteflò brio di prima . Ceflato il pericolo venne per riabitar la fua cafa: ma non trovò di effa , fe non che pezzi di muraglie mezzo diroccate; perciocché tutto il rimanente era fiato infelice berfaglio delle bombe . Grande in vero fu il cordoglio, che ne fentì; e_» più d' ogni altro danno gli trciìffe il cuore la perdita dello fcelto (tudio , ch' ei poffcdeva , confiftente in copiofo numero di fuperbe carte Rampate, e di difegni , che con fomma induftria, e non poca fpefa proccurato s' avea: cofe tutte degne della galleria d' un Sovrano. Parte di quefte era con altri arredi confunta dal fuoco, e parte tra le rovine fepolta. In sì grave difgufto prefe partito di cercar follievo col far qualche viaggio. Lalciata per tanto la famiglia in luogo ficuro, e chiamati feco i due fuoi figli Pittori Anton Maria, e Paolo Girolamo, fi partì dalla patria, e pakò a Milano.

Colà

Colà giunto, ove già era conofciuto per fama, e per faggi di fue pitture , che negli anni innanzi v' eran precorfe; i vi fu accolto con particolari trattamenti, ed onori . Uno Domenic ^l cJue' Prmc*PaK Signori voleva impiegarlo in molti lavori. . Pio"TM Ma il noftro Pittore rifiutò i progetti; perché fua intenzione non era di quivi a lungo reftare. Chiefegli quel Signore , che almeno qualche tavolina gli dipingere: ed egli lo foddisfece, formandogli una mezza figura della Madonna, per cui ebbe un generofo ricompenfo.

Trasferirli quindi a Bologna, ove da que' Profeflòri ricevette cortesie fenza fine: e l' egpegio Scultore Giufeppe Mazza volle per memoria di lui un difegno, che gli contraccambiò con un belliflìmo modello della Vergine , tenente il Divin Figlio in collo: modello, che tuttavia fi conferva in cafa Piola; ed è un' autentica teftimonianza della perizia di quel Maeftro della fcuola Bolognefe.

In pafiàndo il noftro Pittore per Piacenza, non vi fi trattenne, {è non poche ore . Alcuni Cavalieri di quella città, poiché feppero eflèr egli in Bologna, mandarono ad invitarlo con si obbliganti termini, e svi onorevoli efibizioni; che (limò convenevole il corrifpondere alle lor cortesie-., e ritornare a Piacenza . Ivi fra gli altri impiegollo il Conte Baldini in dipingerli la galleria. Fu efeguita 1' Opera con tutta finezza, e buon guìto: onde 1' Autore n' ebbe.» dal Conte notabili dimoftrazioni di gradimento .

Dopo ciò dovette accettar anche l'incarico di dipingere il coro delle Monache di Santa Maria Torricella. Nella volta di quel coro ei rapprefentò lo ffcetfò Miftero, che già avea cominciato a rapprefentare nella dianzi menzionata di S. Lionardo di Genova; ma con invenzione totalmente diverfa . Molto di ftima gli accrebbe la bellezza di quetV altra Opera, che fu anche lodata da alcuni di que' Cittadini con poetiche compofizioni: ed il Dottor Lorenzo Bafcarini pubblicò fu tale argomento un elogio, che efTendomi capitato alle mani, piacemi di qui rapportare . Potrà forfe parere a' Lettori poco guftofo; ma non dovrà parer loro poco veridico.

• . .

Pro

Pro Domino Dominico Piola Genuenfi, qui Virginem fine labe Gonceptam graphice pinxit.

Elogium Dl

Ampliffìmam brevi litterarum duciti laudem efferrem Domenico

Si modo quae tibi pingendi Piola,

Eadem mihi joret dicendi facilitas • Cito pingis, Et tamen pingis aeternitati. Nulla dies fine linea; Parum efl.

Hoc in te maximum,

Quod nulla linea fine miraculo .

Dum

Virginem primigeniae labis expertem pingis «

Specla Cenfor

Spella frontem, oculos , manus,

Specla pedes , & cavillare, fi potes:

Tantum cave

Ne una cum in/ìdiatore dracone tua conteratur invidia ,

Quid poterat fingi praeclarius?

SuperbiJJìmum, & callidiffimum bojlem,

Ubi primum injert hunc in orbem grejjùm

Foemina fuperat:

Appinge

( Hoc enim unum dtefl )

Appinge infigni piflurae

Non amatorias, ut olim falutationes,

Sed triumpbales notas, Et altius nitentem Virginem fequere: Quae

Proxime ad Divinum Solem accedit.

Nimio plus efl quod illic intelligitur,

Quam quod pingitur.

Hoc commento Pittor ingeniofjfimus

Jam inde a primo momento Deiparam eo paene accejjijjè declarat,

Quo Lucifer cum vellet accendere

Ruit in fraeceps.

Tibi plaudo, eximie Artìfex, Qui tantum exemplar tam eleganter coloribus refers. _ . Si hoc miretur Apelles,

Dl Quam vocabat Cbar'm , fatebitur ei non deejjè;

Domevic» Maria Grafia Gratiarum efl .

Pl0LA' Quid multisi

Audies exclamantem Tota Tota Pulcra Est. In quefto fuo viaggio confumò il Piola un anno intero; impegnato a trasferirli anche in altre città: e credo, che fofle in tale occafione; che trovatofi in Afti, vi dipinfe_, il Presbiterio della Cattedrale con iftorie tratte dalla vita della Santiflìma Vergine.

Ritornò quindi a Genova col riftoro di molto danaro, e fattati nuovamente riedificare la cafa, ripigliò le intermeffe Opere; la prima delle quali fu quella a frefeo dentro la Chiefa di S. Lionardo.

Le Monache della Chiappella lo chiamarono a dipingere nel loro Moniftero entro una fpaziofa facciata . Egli in breve tempo compiè il commeflògli lavoro, che riufeì ottimo.

Andò poi alle Monache di S. Andrea, alle quali già prima di fua partenza da Genova avea promeflò di tutta dipingere quella Chiefa . Vi pofe mano; e rapprefentò fotto il coro S. Andrea , che battezza un Re indiano: al di fopra la Venuta dello Spirito Santo: nel mezzo della Chiefa il finale Giudizio con gli Apoftoli in atto di Giudici: nella fronte dell' Aitar maggiore la Vergine falutata dall' Angiolo: a' fianchi degli organi Adamo, ed Eva con varj Patriarchi, e Profeti. Nelle volte delle laterali cappelle v' ha i Santi Dottori della Chiefa sì greci, che latini; e ftorie della vita d' alcuni Santi Martiri: e in una gran facciata a finifhra v' ha S. Andrea condotto al Martirio . Sopra 1' arcata delle cappelle fono figure di Virtù. Sono in oltre per ogni refiduo di fito gruppi d' Angioli; ftatue finte a chiarofeuro; finti rilievi; e cofe , che fan maraviglia. Tanto più, ch' egli in breviffimo tempo queft' Opera conduffe. Né creda alcuno, che fia di pennello adoperato a forza di femplice tocco;

perché

perchè anzi da per tutto fi fcorge un impafto, una grazia, ed un' efattezza, che a pochi de' noftri Pittori è (lata così familiare. .

Il Marchefe Niccolò Maria Pallavicino noftro Genovefc, Di ma dimorante in Roma, raro Mecenate de' più valenti Pit- D|^,co tori del fuo fecolo, proteflè con ifpecial diftinzione il Piola, dal quale volle due valli quadri; uno rapprefentante 1*Atenèo delle bel1' Arti: e 1' altro moflrante la famiglia di Dario a' piedi d' Aleflàndro. Quelli quadri al prefente fono in Firenze in cafa Arnaldi. Reftò il Pallavicino cosi ben-foddisfatto di quefte Opere, che, oltre al prezzo di mille feudi romani pattuito col1' Autore, gli fece un regalo confiderabile, e gli commifè altri quadri; e fe la morte non colpiva si pretto il prefato Signore, farebbero fiate incife in rame ambedue quelle Opere; che tale era l'intenzione del Pallavicino , come fi ritrae dalle lettere da lui fcritte al Piola ftefiò l'anno i6
L'anno 1695. fu il Piola deftinato a dipingere laChiefa di S. Luca. Nella cupola vi efpreffe il Paradilo: ne'peducci, Giaele, che pianta il chiodo nelle tempie al dormiente Sifara: Giuditta, che tronca il capo ad Oloferne: Giacobbe, che è dalla moglie fchernito: ed il Figliuol prodigo , che ritorna al Padre . Nella facciata del coro figurò S. L uca, che predica a numerofo popolo: nella tribuna lo ftefìo Santo , che forma il ritratto della Madonna: a' fianchi dell Altare di(rribuì varie immagini di Virtù, e di Santi Penitenti. Nelle volte delle laterali cappelle compofe gruppi d' Angioli: fopra la porta principale rapprefentò il battefimo di S. Luca: e nella volta i due viaggianti Difcepoli , che riconofeono il Salvatore allo fpezzare del pane . Il rimanente della Chiefa è compiuto con figure, con fimboli a chiaroscuro , e con altri ornamenti pittoreschi afiai dilettevoli.

L'anno 1700. eflèndo nata gara fra'partigiani de'Profeflòri di quefta città per le pitture, che far fi doveano nella gran fala del Real Palazzo, fu ftimolato il Piola a far la bozza

della

della gran volta. Egli la fece: è preflò gli Eredi, che la confervano, fi può vedere di quanti notabili penfieri ella jpfia ripiena. Non lafcerò per altro di darne qui un piccolo

Di faggio, in grazia di coloro , che abitan lungi da Genova-.,

dpk>lac0 e non ^ono a^ ca^o ^l ver"rc* • Eccolo .

Sorge nel mezzo 1' Eterna Sapienza, dal cui capo attorniato di raggi uno fe ne fpicca, che percuote nello fpecchio della Prudenza, dal quale ripercoffo ritorna indietro, e colpifce nel cuore del Configlio . Accanto di quefto cuore fla la Gi ufti zia fornita di premj egualmente, che di gaflighi: e in un libro, che ella porta al. fianco, fi legge il motto: Diligite juflìtiam, qui judicatis terram . I premj fi fpargono fuori da cornucopie d' oro: e per li gaflighi v' è dipinto Ercole, che atterra i moftri . Tutto ciò fi figura in fulle nubi. Al baffo fi alza nel mezzo una colonna roftrata, da cui pendono trofei militari riacquisti da prodi Genovefi . E intorno ad eflì colonna a gran lettere leggefi il motto: Praepotens Genuenfium Praefìdium. Più in alto fplende 1' arme della Sereniffima Repubblica . All' intorno di quefta colonna fon figurati i più celebri Eroi della Liguria, che ben fi diftinguono dalle infegne, che tengono , come 1'Embriaco dal Catino: il Colombo dal veffillo , che-inalbera della Croce. Cosi altri colà difegnati. Quefto cotanto ingegnofó, e leggiadro componimento non ebbe 1' approvazione . Non fi fa il perché . Certo, che meritavala; ma talvolta il genio, e l'impegno prevale al merito. L' Opera fu pofcia commcffa al Cavalier Marc' Antonio Francefchini Bolognefe .

Avanzato era già il Piola in età: e pure fempre dipingeva: e quel, che è più notabile, cofe minutiffimc; perle quali non avrebbe avuta tutta la fofferenza un robufto giovane . Ma 1' affuefazione fovente mantien vigorofi gli (piriti, anche contro gl' infulti della vecchiezza .

Egli avea fettantaquattr' anni, quando fece alcuni quadretti si per la briofa invenzione, che pel minuto lavoro maraviglio!!; dopo i quali intraprefe la tavola di S. Luigi Gonzaga, che vedefi nella Chiefa de' PP. Gefuiti lungo la firada Balbi . Quefta fu 1' ultima, che egli faceffe; perché, mentre appunto flava per darle pieno compimento, mancò.

Il fatto

Il fatto avvenne in quefto modo. L'anno 1703. il giorno della Cena del Signore, eflendo andato in Santo Stefano, -per quivi foddisfare all'obbligo della Comunione Pafquale, .

cadde improvvifamente , aflàlito da un colpo d' appoplesia, Di il quale , ficcome apparve leggiero, così non fu molto con- Domenico fiderato. Il portarono fubito a cafa; ove accora" i Medici, non giudicarono, che quel male fofle totalmente pericolofo. Ma egli, fapendo come fi fentiva , difle, che poche ore gli reftavano di vita: e volle fenza indugio il Confeflbre . Confeflatoli , vie più gli fi debilitarono le forze; onde fu munito del Santiflìmo Viatico. Dopo ciò chiamò a fe i figli, x e con brevi, ma tenere, ed eflìcaci parole ricordò loro la pietà Criftiana , la fraterna concordia , e i doveri dell' uomo. Aggiunfe, che in tali cofe fapeva d' averli fin a queir ora, non colla fola voce, ma cogli efempj inftrma. Ma, che_. quella era l'ultima inftruzione; che perciò con maggior premura delle altre loro la dava . Raccomandò aque'due, che attendevano alla Pittura , 1' oneflà de' loro pennelli: onde non ne faceflero mai ufo in rapprefentare argomenti, che poteflero offendere l'altrui modellia, e cagionare allo fpettatore perpetuo fcandalo . Ciò detto, li beneditte; mentre tutti genuflefli fi ftruggevano in lagrime. Qui tacque, e in fe raccolto mandava al Signore frequenti, e calde giaculatorie . Cosi perfeverò fino alla Pafqua, che fu agli 8. d' aprile, nel qual giorno foavemente fpirò in età d'anni fettantacinque . Ebbe onorevoli funerali, e fepoltura in S. Andrea entro la tomba de' fuoi Maggiori.

I fentimenti inollrati in morte da quefto degno Pittore provano , quanto egli fotte dotata di morali virtù. Era temperante , retto , cortefe , e fopra tutto divoto . La mattina non s' applicava a (ludiare, o a dipingere, fe prima.. non avea udita la Santa Mefla . Volentieri ammetteva le perfone a vederlo lavorare; perchè avrebbe voluto, che tutti apprendeflero: e a quanti ftudenti portavano a inoftrargli qualche loro tavola; egli dava ottimi precetti; ed anche_. tratteneva!! in ritoccarla, qualora comprendeva, che ciò potefle loro riufcir vantaggiofo . Non s' udì mai difprezzare, .o dir male d' alcuno; e quando pitture non buone gli ve

n'ivano moftrate, ne fcufava V Autore, con addurre le difficoltà dell' Arte; e lodava la buona intenzione di chi dipinge , con fargli coraggio , aggiugnendo, che niuno ha mai prinLh cipiato un' Arte con efler di lancio in quella perfetto. DPimotT!0 De'Maeftri V01 tempre parlava con fentimenti di ftima; ed ancorché a molti prevalefle; pure a niuno mai fi prepofe. Non conobbe quefto nofixo Pittore divertimenti, fuorché quello dell' amata ma Profeflìone; e tra la maeftria , e 1' a.(fiduità non è poi maraviglia, che tante Opere componete. La fera tutta la pattiva in difegnare al tavolino penfieri tirati fulla carta con la penna, e ombreggiati leggermente con la filiggine . Egli non era uomo appieno fornito di lettere, ma bensi d'ingegno fecondo, e di ottimo difcernimento. Onde facevafi leggere da' fuoi figli le fbrie, or una facra, ed or una profana; e pofcia quel tale foggetto , che udiva , rapprefentava con grazia , e leggiadrìa incomparabile . La facilità in quefto fuo modo di difegnare non gli fu meno comune , che quella del dipingere . Quindi egli fece tanti difegni; che, oltre agl'inceneriti nell'incendio della cafa_., che furono i più; ed oltre a quelli , che fi trovano preflò i Pittori della città, e foreftieri; gli Eredi ne confervano tanti, che forpaffano i quattromila . E la maraviglia fi è, che in sì copiofo numero non s'incontra mai in una cofa— d'invenzione fimile ad altra delle già da lui difegnate_». Di quefti fuoi dilegni ne abbiamo alcuni alle (lampe incili parte da lui medeiimo, parte dal Bonacina, dal Desbois, e dal Tafniere, il quale ne ha ritratto circa un centinaio, e n' è flato il più puntuale efecutore; perocché ha confervato appieno il carattere della mano difegnatrice.

Della fua maniera di dipingere, benché io già molto fparfamente qui n' abbia detto: pure alcuna cofa mi refta ancora a foggiugnere. Egli riufciva più nelle efpreflìoni d'amenità , che di fierezza; e tirava anzi al patetico, che al grave. Il fuo figurare fpirava grazia , fpecialmente ne' volti delle femmine, e de'fanciulli; e rapprefentava al vivo*'gli affetti; nel che moftrò quanto ftudio aveffe fatto fui naturale, e fu i modelli del Fiammingo. I fuoi nudi, e le pieghe , che_* col vero fempre confultava, benché alla sfuggita, per la gran i facilità,

facilità, che v' avea , tirano al tondo; fon però fempre con

buon effetto, e fol difpiacciono a chi ha la fua paflìone per

le forme quadrate. 11 colorito poi era delicato, fugofo, mor- ,

bido , d' un foave impafto , e vero , non già falfo, comea Di

francamente il decanta Monfieur Cochin, che in materia di ^qtm1,00

Pittura per tanti argomenti addotti non dee far tefto, fe

non fe in contrario di quanto fcrive.

Prima di paffare a' figli del Piola dirò ( come nel principio promifi ) alcuna cofa di Gio. Andrea fuo fratello minore a un anno . Quefti fu Difcepolo fuo, e di Pellegro fratello maggiore d' entrambi. Difegnava^, e dipingeva con— buon gufto; e in età d' anni diciotto era formato Pittore. Ma di quefta età lo perdemmo alla Pittura; perciocché, ftando egli una fera a inverno al caldano, fu gettato nel fuoco da alcuni fanciulli un cartoccio di polvere da archibufo, fenzaché egli fe n' avvedeffe . All' improvvifo vampo di quella, il mefchino ne refto talmente forprefo , e sbigottito , che ufci di fenno, né mai più potè riaverli: e finalmente, dopo l'infelice corfò di trentafei anni di malattia, cefsò di vivere 1' anno \6$i., cinquantaquattrefimo di fua età.

Tre altri furono i figli di Domenico Piola: Antonio Maria , Paolo Girolamo, e Gio. Battifta. Del Paolo Girolamo fcriverò la vita fotto feparato titolo: del primo, e dell' ultimo dirò qui alcuna cofa fuccintamente.

Antonio Maria nacque nel 1654., e dal Padre la Pittura apprefe, e lo ftile ne feguitò con ottima fomiglianza. Ciò evidentemente fi fcorge da alcune tavole di fuo ritrovamento: come da quella dello Spirito Santo , che in forma di lingue di fuoco difcende fovra gli Apoftoli; la qual tavola vedefi nella Chiefa de' PP. Somafchi fuori la porta dell' Erco . Un' altra tavola dello fteflò argomento, ma di compofizione diflìmile, fece egli pure per la Parrocchiale di Santa Maria delle Grazie . Nella Chiefa di Santa Maria.. della Sanità fon parimente fue le tavole di S. Terela, e di S. Anna . Altre ne ha dipinto per le Riviere, come in Bogliafco , ove una fe ne vede con la Madonna , ed altri Santi; ma quefte trapaflò; perché non fono di gran rarità, e foltanto mi rittringo ad una pittura della Vergine col Bambino , Tom. IL D e S. Gio.

e S. Gio. Battifta, che fece fopra una laftra di Lavagna,

e collocò nel portico della propria cafa fituata nella ftrada

. di S. Lionardo . Da tal' Opera fi può arguire il talento di

Di queft' uomo; attefochè ella non folo potrebbe attribuirli al Domenico Padre, ma anche tenerli per una delle più egregie, che

Iola. e^Q pac^re faceflpe m Ebbe Antonio Maria una gran facilità nel copiare i quadri de' più infigni Maeftri; del che ce ne fan fede molte fue belliflìme copie, ed alcune fpecialmente di ritratti del Vandik; i quali non ha molto furono venduti: efol fi venne in cognizione, ch'erano copie, per confeflìone dell' onorata Perfona, che li vendè . Quanto quefto Pittore lavorò fu tutto nella fua prima gioventù: ne pafsò innanzi. Imperocchè poco ftante invaghitofi di certa leggiadra, e ben coitumata fanciulla , la chiefe in ifpofa , ma non potè confeguirla. Egli ebbe di ciò tanto difgufto; che abbandonata la Profeflìone, e la patria, andò lungamente in giro per l'Italia, fenza darfi a conofcere per Pittore . Ritornato poi a cafa, non volle più ripigliare i pennelli: ma fi diede ad una vita agiata, e comoda; e vi durò fino all'anno 1715. fcffagefimoprimo di fua età, nel quale trapafsò con lèntimenti di Criftiana raflegnazione.

Gio. Battifta ultimo figlio di Domenico fu il più fcarfo di talento; e perciò , non valendo molto nell' inventare , fi diede tutto al copiare, e anch' egli in quefto genere fi diftinfe . Lavorò eziandio alcune tavole da Altare co' difegni o del Padre, o de' fratelli, e da eflì ritoccate . Coftui ebbe moglie, ed un figlio per nome Domenico, il quale morì l'anno 1744. d'anni ventifei, ed in tempo appunto, che_# dava ottime fperanze per la Pittura. Egli avea fpofata una nipote dell' Abate Lorenzo Ferrari, nomata Maria, la quale dal Zio avea imparato a difegnare, e a colorire. Quefta virtuofa donna vive tuttora, e lunga vita le auguro . Così il Cielo m' efaudifea . Mi difpiace per altro , che da un tal matrimonio non fiano ufeiti figli mafchi; perchè due , che ne ha avuti fono mancati; nè mai applicarono alla Profeflìone de' lor Maggiori: onde refta perduta la Pittura in una cafa, dove per lo fpazio di quali due fecoli ha avuto fplendida fede.

Fuor

Fuor de' fuoi figli non lafciò il Piola difcepoli dopo di fe, che gli faceflèro molto onore. Parlo di quelli, che niun altro Maeftro conobbero, fe non lui. Tal fu Pietro Raimondi, che produflè alcuna cofa di buon fapore . E' di fua mano il non difprezzabile quadro della Santa Caterina da Genova, locato al primo Altare a deflra entro la Chiefa-, della Nunziata di Portoria . Credo, che quella fia la fua miglior Opera; e che del di lui pennello altra in pubblico efpolta non fe ne trovi.

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