I SEGNI DE LA
NATURA NE
L'HUOMO, DI
ANTONIO
PELLEGRINI
Antonio Pellegrini, Cristoforo
Canài
HI
DE LA NATVRA
NE L'HVOMO,
% DI ANTONIO PELLEGRINI.
Con Trimlezw. ^^^.^òi^Jf-^^-.
In vinetia , per Gm^vm ^ /.
7v A**':"*
^ LO ECCELLER^
tipmo Duca di Camerino , Il
Signore Ottauio Farnefe ,
Chrijfoforo ^ecanale,
Onofcendo per uiua ^
certa froua , EcceUen^
tipmo Trencipe^che lo
intendere pienamente ^i affetti
humani, apporti in tutte le opera^
tiont de la uit a, gr andiamo gioua,
mento , ^ Comma dilettatione a
.Mortali ) m'e caduto ne t animo ,
per fare queHo piacere, ^quefta-
utilttade agli huomini, dt pub li ed'
re ( anchora che fenz^a ilconfènti-
mento di lui) alcuni ragionamene
ti : fcritti ne gli anni p affati , da
a ij
mio compare iiPkfeJJer (tAntonio
Tellegrini : Me i quali ( fe in alcu -
n altro liho ) fi può perfettamente
imprendere , quejia fi diletteuole >
f^* fi gioueuole dottrina . Eiluero,
che il penfarmi di uolere far con-
tro a la opinione, ^ del Compare ,
^ de lo amico J,a mente^pronta da
fe y a procacciare il bene , ^ l'utile
commune alquanto mi impediua
^mi ritardaua.Aia fuhito^quafi
un raggio di Sole tra nuuoli , mi fi
fcouerfe lo lj?lendore ^ l'authorita
de la Ecce [lentia uoHra . Et giudi
cai che facendo io ufcire quefo li-
hro ne le mani de gli hmmini , col
felici fimo uoflro nome in fronte ,
non folamente ciò douejfe a tuiy f-
cureXzjd ^ fauore col mondo ; ma
a me anchora con lo amico imer ito
^gratta acqmUare , ìsle nera--
mente , fu non ra^ioneuole, ^non
git^fio il mio fenfamento :Pero che
qual Frouincia , qual Cittade,
quale e finalmente quelt huom o ,
che ardijca di oppugnare quella co
fa ; cui mi rigenero dun tanto Im^
Peradore,Jiate feudo ^difefa ? Et
a cui darà l'animo di biaJimarla\Ce
uoi, nipote d'un f felice coji fan
to Pontefice, l'hauerete accettato
?
fermjlraìEt le firet e patrone \
Et d! altra parte, come potrà lo aù
thore non gradire,'^ non hAuer ca
ra queHa mia operai ione fentendo
ilfuQ libro, e [fere uenuto ad mchi^
nami ^baCciarui la mano,come a
(iio Signore ? Alche far e, egli mede
Jtmo,Jè le jke occufationinon gite
le hauepno uietato, uolentieri ue-
nuto farèl?be:Non Joloper le moL
te, ^ tutte rare uniuerCali cagio-
ni, onde fopr amolti Fremì fi:, ^
admir abile fete et amabileyma par
ticular mente , perche benefattore,
^ signore fete de fuoi . iAccetti
adunciue la Eccelle ntia mlìra,
quefio libro con allegra faccia : Et
rimiri in lui , quajiin lucido ^ va
litolpecchio,tuitele fue buone]qua
litaicojide t animo, come del corpo:
Et alfine , fempre lo oAuthore ^
me infteme , che ci fa fommofauo^
re , conferui ne la gratia Jua .
L
,1.
\
I
DE I SEGNI DE LA
NATVRA NE L'HVOMO
DI AN TO N I O P E LL E G RI N I
L I B IlO V B^l M 0.
0 FE B^E B B 0 Ts^O
certamente tutti quanti
gli kuomini ^ con ogni lo^
ro fatica diligcntia
IsfoY'xarfi eir ingegnarfit
di recare al mondo, nel mi
I gliore modo che poffono y
' giouamento & utilità : fi
per ricompenfare in quefla guifa^gliamaelìramcn^y
ti & benefìci, riccuuti da gli indusìrio/i & [ani lo^[
ro maggiori : fi ancho per non lafciare che nel tém*
po à uenirt , i difcendenti loro fi dolgano {come efii
perauentura hanno fatto) de la prigitiay^^ 'i^ la
negligentià de igìa trappaffati . Et auenga che H
fare quelìo a ciafcuno lìia ben^ , pure a coloro ajjai
meglio pare che fi conuengd , che con minore pe^
tiglio & daìino di fe Heffi, efcguire lo poffono , La--
qual cofa niuno hiuero mi negar à giamai ^ne gli
fcrittorinon adempir fi perfettamente • Tercioche
effi , lontani in tutto da i tumulti de le guerre , da
le inuìdic de i gouerni de gli fiati dai difagi
che ftmpre ft tirano dritto tutte le arti , pofjon^
t L I B FiO
tàue conferuare le operationi de Capitani : lodar e^^^
prudenza de prencipi : Et ìnfegnare in che maniè-^
ra , <{ue^o , o ciudi' altro , tra gli huomini fia Ua^
to eccellente . Ver tanto difiderando pure di mani^
feHare al mondo^quanto fia in me je non gagliar--
do il potere.almeno ardente la ajfettione^di gioita"
re (fe potrò) agli huomini in qualche modoM uo--
tmo^y polche nonni h dato occaftonedi meglio ope^'
rareyfcriuere al meno alcuna cojaichepiu dotti ^
pisani ci renda . Et perche efendo huomini ^ ci de
principalmente dilettare , di intendere CT di cotio-
fiere Vhuomo inan^ì a ciafcun' altra cofa , fi ancho-^
rayperche ad hauere conofcen:^ di noi Hefhfumma
già in per fona di un gran fauio auertiti da i Diuini
or acuii , mi è piacciuto di trattare primieramente
de la natura de Hmomo: Et moflrare fecondo le ua
rie qualità del corpo, quaipajfwni, & quali affetti,
fiano naturalmente ne l'anima. De laquale Jcientiay
niuna altra più grata^opiu cara efferc ci dee: confi--
derando lei effere tutta noftra: TSlc d'altro trattar Cy
che di noi medefimi. TSljunapiu gioucuole^od utile :
imprendendo da lei.ciocheper effere buoni compiu--
t amente ydohbiamo fchifure: Is^iuna al fine più per^
f ettaro più bellaieffendo il foggetto di leifilpiu bcU
loyC'l più perfetto animale che habbia la natura crea
to. abbracciamo adunq; con tutte le for%e noHre ,
^ucfìa tanta bellex^. ^cqui§ìiamo quesla perfct--
tione : feguitiamo queU' utile: Et guHiamo qucHo
fo?nmo piacere. La conofccn:^de fegnidelavo-
f
T ìli M Oy 2
tira T^aturuy è celebrata da i medici : ojjeruata da i
fhilofophi , & ammirata parimente dagli buomini
tutti; Etpreffo agli antichi ella era in tanto di tiene
rat ione d'authorità^ cheft legge gli Indiani faui
non prima effcre [oliti di permettere che alcuno
dcjje opera a lo fludio de la philofophiay& al gou^r
no de regni , che foffino certi per le corporali qua*
lità di colui Jui efj'er ne pienamente degno. Foglio a
dunque mandare a le lettereccio che in qMcfla mate
ria alcuni anni fono , tre ualorofi Imomini , & miei
carifjirni amiciydottamente ( fecondo che poi mi fu
detto) & fottihnente dijputarono infieme : ilquale
ragionamentOy hebbe princìpio in quefla maniera •
Dijfemi già ^Icffandro Dolce ^ che trouandofiun
giorno di fiate dopo mangiare ^ne la Chiefa del Batti
"ila a Murano^doue fi celebraua alhora jollennemen
te la fefta de la natiuità di quel fanto , infieme con
Meffer Gifmondo Harruel Jngleje^'che hora c Com-^
7niiJario& ^mbafciadore del fHol\e prejfoaque
fìa B^epublicac& il zornox^^ Confalo in qucfta Cit
tà de la natione fpagnuola , Et ueggendo elfi quiui ,
come fi fuoleufare in luoghi fimili y ragunata una
buona brigata di donne , mirando il Confilo uer^
Jò una di loro, più giouene, cì^ daciafcimo giudi^
cata belliffima di tutte le altre , uerfo gli amici ri-^
Udito fi , loro in quejio modo diffe ridendo . Ter
quanto da alcuni certi fegni ìiel uifo di quefla don-
na comprendo {(^^ fe loro la predetta giouene uede
re) giudico che ella difideri fommamente , di ejjère
JL Vi;
tuttauìa in quello ejjercitio occupata , che fece r/-
tornare la faldella a MaJ^etto* jl cui lo Inglefe^me
Zo fogghignando rijpofe . Mia opinione è ftrma^
mente , che non pure coHei che ci hauete additato^
ma tutte le altre anchora , onde al prcfente qucHo
tempio è fi pienoyhahhiano coft fatto defio. Mhoi-
ra uolendo il Confolo rifpondere alcuna cofa^il DoU
€e fnbito interrompendogli il fkucllare , di/Jècofi •
'Perche non ci arrecate uoi , de gli ejfempi letti ne i
UoHri libri Spagntwli , feni^ impouerirci noi altri
ltaliamhogUedocii& ufurpàdoci i noHriÌTanto ui
bafiaua a dirc^cofiei farebbe atta a rompere la deli--
herata oHinatione del Cauallcro mudo:fe forfè non
fi tenete meno ejperti ne la uoflra lingua Spagnuo-
Ujdi ciò che uoi ne la nofìra Italiana ui fiatef Que-
fia co fa già non cred^io^riprefe fubito il Confolo :.An
:ZÌ bauendo riguardo a la leggiadretta flatura di
uoiy(^ a i capelliy &ala uofira barba cofi riccia^ ui
giudico non folamente dotto ne la noflra lingua^an^
7^ mi parete proprio uno Granatino fchietto & leg
giadro . Ouiui ejfendofi lieuemente forrifo , ^ ha^
uendo per quelle parole , di nnouo mirato lo amha^
fciadore la breue perfona del DolcCyuerJò di lui, che
già a lo Spagnuolo rifpondcre uolca di rimandoycon
lieto uifo in que^ìa maniera parlò . 7{onuidoletf
punto de la uoflra breuità & picciolex^ : che già
un altro ^lejjandroydi uoi non troppo maggiorcyfe
ee tremare al fuono del fuo nome tuttotoriente-.per
infino a le più lontane parti de l'India: Doue egli ui
dCyda la for^Jt & da l'empito de la fiiauirtUy uintù
^ abbattuto quello Indiano: grande diualorey d'a^
nimo , & di configlio : ma più ajjai di membre . Et
inan^i a luiyTìdeo picciotijjìmo (come recita Home
ro) fuperaua tutti i Thebani. Di cui ragionando Sta
tioydice che una fomma uirtu,regnaua in uno breuif
fimo corpo . ^ntonmo poi Caracalla , fu anch' egli
di ft atura cortiffima : Et nulladimcno , fu giudicato
fortijfmo & ualoroftjjìmo Imperadore : Et caWgò
per tal maniera la mordace iilejjandria y che per
quel ch'io credale Ila ne conferuarà per tutti e fecO'»
Uy &uiuay &uerde i & fempr e frefca memoria •
Quanto poi al tempo de i noflri padri yfta Hato qui
in Italiayin tutte le optrationi de la guerraychiarijjl
mo Tsjjcolo piccinoynon è meftiero che horaui con^
ti : fi come co falche può troppo bene e/fere a ciafcu^
no palefe:'hlondimeno quanto egli grande fi [offe ,ol
tre al fupranome tratto da la qualità de la per fona
che ne dee far fede ^ fi può di leggiero confidcrare:
ripetendo che dopo la rotta che egli hebbe uicino al
lago di Garda da Francefco Sfor'^yCifi faceffe^dubi
tandofi non gli fojje for^^ di diuenire preda de ni*
mici y portare iìiuilluppato in un facco fuori di quei
tumultiyda un fuo raga'x^ ueUito da faccomanno •
yolea l' ^mbafciadore feguitare anchorapiu oltre,
quando il Zorno'7^ preoccupandolo diffe.K^on cre^
diate già che la picciolexi^a del corpo ^fia cattiuo fe^
gno ne le offeruationi di quefta dottrina:che an'ZÌ JL
rifiotele^ & altri philofophi, che anticamente & iìi
jl iij
à
^ L I B B^O
quelli noflri tempi ne hanno trattato ^affermano tut
ti di commune parere^la fiatura breueyejjere certijji
mo fegno di celerità ne le operationicEt di pronte?^
mirabile d'animo^i^ di configlio. Quindi uennCf
come Iherba da la radiccyil germogliare de i dijìde
ri del Magno ^lejjandro y cui uoi poco inaìi'i^ cita-*
ile: Et di poi il dar loro jpreUa fubitijjìma efpe-*
ditione. Comincio alhora lo Inglefe a forridere : Et
poi in cotai parole fciolfe la lingua. Io credo che di-
gran lunga più aiutajji' (pmgeffe ^leffandro , al
fhre le merauigliofe & foprahumane opcrationi ,
onde egli mal grado del tempo & de la morte, ni--
uerà jempre gloriofo ne le memorie de gli huomi-^
niyla grande & diuina uirtu de t animo che era in
luixhe non fece la breuità , la picciolcT^i de la
perfo7ia: onero qualunque altra qualità , che egli in
qnal fi uuglia parte del corpo fi hauejje; Ben fapctCy
Joggiunfe fiibito il Dolce, già ne la opinione entrato
de lo Spagnuolo^cbe quel degno ualorojò Trend
peju maggiormente da la uirtu de l'animo fpiìito :
3<[ondimeno quella cotale uirtu,per certi fegni , o?j-
de ne era il corpo diìtintOyfermamente conojcere &
preuedere fi poteua. Foi ui dubitate de i morfi del
Confoloyriuolto l^mhafciadore uerjo il Dolce^dijje
alhora ridendo: Et poi foggiunJèy& per ciò fete en
irato per luì hora ne lo fieccato. ^ qucflo il DolcCi
fi come egli era lieto & ridente , in cofi fatto modo
rijpofe . 7^(e io magnifico ^mbajciadore ^ temo dei
morfi che non mi pungono : quando per alcuna ca-^
T II I M 0 4
^ione non mi reco a male tejjère co/i picciolo, qml
mi uedete : 7{e il Zorno^^^noìi effendoper ancho^
ra Sìato unito , o cacciato del campo che egli fi ha
prefo a douer mantenere , ka bifogno che alcuno fi
prenda pugna per lui. Ma credo fermamente , a ciò
tirato da la aut borita di me Iti grandi & eccellenti
philofophi.che di tutti^o de la maggior parte de gli
aff etti de Inanimo, habbiamo nel corpo alcune certif
fime note: alcuni fegni^ & indici chiaritimi. Klo
ui mettete a negare queiìa cofa.rifguar dando lo Inr
glefe^diffe il Confalo alhora, pero che negar efie una
uerità troppo pale/e & aperta: l^epotrtfìe cauar-
uene i piedi , fe non con la perdita de la uoHra jenr
t€ntia . Foi ui moHrate molto ardito.rìfpofe albera
a lo Spagnuolo lo ^mhafciadore , dapoi che fi e il
Dolce rappacificato con uoi:ma fe non haueffi rijpct
to a queiìo luogo , doue non mi pare che fi conuen-^
gano queUe dijpute , come che la mia opinione ne
perdeffiy non ne riporterei al menobiafimo o disho-^
fiore, Effcndomi poflo io fola Barbaro ro%o & incoi
to , a difputarc con uno Italiano ornato & tloquen^
te ; Et con uno fagace & acuto Spagnuolo . Mho--
ra il Dolce , queda cortefe dijfe , & am.oreuole inr
"giuria che ci fate , non tiene già ella pure un fol
punto di Barbaro : ^n^i ci dimoHra chiaramente,
uoi efjcre tutto pieno di humanità : Et degni fimo
di effere nato nt la Città di I{oma . si al tempo de i
']{egoli y 0 de i Fabritu , foggiunfe fubito il Confolo.
LEt non già a quefta trifìa CT infelice etade : ye I4
\ L I B T^O
quale U ntai uiuere , & i fo'j^ coflumi di molti che
bora ui J'ono,hanno ripiena quella cittàydi tutti i ui-
tij, & di tutte le fceleraggini . T^je quiui il Dolce :
poi ripigliando il fuo ragionamento/egui in quc
fiaguifa. Certamente giudico anchor ioy queUo luo^
go non effere conueneuole 5 a le diJputationiQhe^ già
cominciato baueuamoiln cui lungamente fermando^
^ ci, mi pareua ìionpure che faceffimo contra al debi
to de Chrifliani > ma anchora che da precetti di Ty^^
thagora^ molto circndefiimo lontani t dolendo egli
che ne i tempij diuini , oltre a lo adorare &àl con-*
templare Dio^non fi die e j[e 0 face jje altra co fa ueru
ita. Ma feuolefte fare per mio conftglio, potremmo
pa/fare qaefio giorno , lontani dal tumulto 5 & dal
caldo yonde ardCy & ua fottofopra que[ia Chic fa: Et
ijpendcrlo 0 nel cominciato ragionamento : ouero in
qualunq; altra operatione, che più ci aggradijfes&
che più ci andaffe per r animò. Spendafi pure in que
Sìoyriprefefubito il T^untio del ke:Ma doue andre-
Vìo noìy che quello fole ardentiffimo , & tarfura de
la prefente fìagione^non ci apporti noia & faftidio?
<:é ne andremo rijpofeil Dolce yfe cofiagrado uifia^
in alcuna de le nojìre barchette : Et farenci menare
•qui drietojoue fia l ombra più frefca y e'imare piti
tranquillo : Et quiui pafcendo a un tratto la uiH^ de
le (poglie uerdijfime de i belli & colti giardini che
€Ì daranno d'intorno y&dele onde marine imitd'-
trici&cmule delCiclo,potremo ripofatamentty &
SenT^ alcuna perturbatione , acquetare , comporr e%
P-J^ IMO. 5
^ ordinare V animo nojlro : Oìide il di/porlo poi ad
alcuno penfiero intellettuale & contemplatiuo zaffai
facile CT lieue cofa cifia .^quesìe parole del Dol^
ce y acconsentirono gli altri dui uolentieri :perchù
entrati in barca^^ in parte ridottifi a punto fecon^
do la uoglia & il dijj'egno loro y poiché fermati fi
furono alquanto , cominciò lo inglefe a parlare iti
quella maniera . Quantunque uolte rne auenuto di
penfare di quefia uoflra fcientia j altrettante mi fo
no merauigliato grandemente di quegli huomini ^
che ui confumauo drieto tempo & fatica : Et l'olio
(come fi dice) & Vopra ui perdono. T^on tanto per
la uanitày&per lafallacia^ che pero inlei cono/eia
fno certiffima^quanto perche mipare^che quelli tali
fi uadano per fe medefimi procacciando hiafimo &
dishonore» Terciocke qualmeritOyche laude^quanto
bonorcy ^ qual gloria , diremo douerftragioneuoU
mente attribuire ad alcuno, uiuente giulìoypruden"
tCy forte j& temperato , fe egli non per jua delibera
rata uolontà fia tale , ma perche la qualità del fuó
corpo y a uiua for^a effere ne lo facciano^, 7{on «e-
dete di gratta , che in queUo modo fi Hraccianoyfi
distruggono y & fi gettano a terray le leggila giu^'
ilitiay & VhoneUà i Che foìiOyper dir uero , nonpu
re ornamento^ ma Habilimento anchora y ZS> conferà
uatione di quello mondo. Ingiuflo adunque & uanù
Lycurgo : llquale ne le fue leggi ^propofc guiderà
done ^ premio a i uirtuofi & buoni : Et a gli
federati rei pena ^ caHigo :fe gliu?ii } & gli
Z J B 0
altri di coSlorOi non di loro uolontà operauano , rr^a
erano da le corporee qualità^a cofifhrc sfor'j^ti. In
giufto parimente Solone : Ingiunte le Dodici tauolc
i^mane-.lngiu^li gli Imperiali edittiiEt ingiuHi fi-
nalmente tutti gli (latuti i CT tutti gli ordini de i l{e
gniy& de le l\epuhUche.H abbia uno mcdefmo me^
rito illibcrale^^- lo auaro:llprudcntey& lo fcioc^
co:ll modcjìo,& Paudace.'ll buono,& il reo: Et al fi
ne l'ornato di uirtuihO' il macchiato di uittj.Confoìt
dafiy & mefcoiifi ogni cofa fòttofopra : Et ritorìiifì
di nuouo nel ìnondoyla confu/}one^& il Cbaos. 0 bel
la adunque utile fcientia che è quefìa^fe ella non
dijpaia il nerOidal bianco : [e ella ci toglie lo imita--'
re le opcrationi nobili & degne : Et [e ella ci mette
dinan'xiuno fcudo,di dire non poffo fkr altro, o non
ci fono inclinato, jhtto di cui ricoperti^pcjfiamofen^
%a temere più hoggimai le afl^rc^^ fiere per coffe
delbiafmo & del Hitupcrio^liber amente in qualun-
que uitio Jommergcrei: Et da le uirtu , onde prima
'frìeglio & più fìcuramente erauamo difefi, allentai^
narci {come dir fi fuolc) per tutta la jtrada . Ma
non pure, fe quella fcientia fo/feuera.ella farebbe
(come ho detto) dannofa & noceuolca lauitade
gli huomini:Ma ella^anchora non e,ne uera può effe
-re per alcuna maniera. Ttrciotheìouorrei faptre
un poco da uoi^fe i cosìurni fono affetti de l'anima:
0 pure del corpo. Sono certo che mi rifj'onde) ete de
t anima : fe adunque l'anima per fe , rionubidifce »
^ non.Jtguitay& non foggiaceale paffoni dclcor-
poj come miete noi . qt4im ridendo il zornoxj^
mlcua interromperlo y fc il Dolce che gli fedena et
rimpetto , nonio bauejje cofi dicendoyfiitto tacerei
Lajciatcper Dio Signor Confoloy che egli dica tutto
ciò che gli piace yche poi con ordine uia maggiore y fi
potrà di ftintamoite^a ciafcma parte del fuo ragio^
namento risponder e. Chiunque jifente trafiggere al
u'UOyripreJe fuhito ilTsiuntio y hauendo già uerfoil
Voice riuolto il parlare y non può in alcuna maniera.
Siar cheto:pero fentendofi hora punto nel corcyCi uo.
leuaper isfogare il dolore & la pajjìone che lo pre^
meuaymandare in quel modo fuori la uoce. Ma (ri^
drii^ando di nuouo le parole al Confalo) prepara^
teui pure difjcydi jchermirui bene :per che di co fi acu
ti Hr ali y me rie auanxano ancora parecchi. Già jo
ben io che buono arderò douete ejfere affai , rifpofe
il Zornox^'i poi che fete Inglefe : Ma non dubita-*
fesche io con V arcobugioyche agli Spagnuoli hado^.
^nato la gloria de la militiayfhrò lo uedrete , pÌH>
profonda , & pia mortale ferita . Orfu foggiunfe
io Inglefe , ueggiamo adunque qual di noi fa meglio
ferire: Et poi in quella guifxy al fuo interrotto ra-
gionamento diede di mano . Dico per tanto che fc
V anima per fe ftejfa nonè fottopoUa a le qualità
corporali , molto meno i colìumi , che fono , come
già s'è detto , paffioni & affetti di quella , ui pof-
fono y 0 ui debbono foggiacere : Effendo cofa cer-
Ufjlma yche effmon fi impriìnono ne gli animi da
naturai ma per l'ufo continouo , ^ per le frequcn^
L I B 1^0
tate operatìoni, fi accingano fi ricenono . Oltre
a ciò, quello affetto che e naturale ^ non fi può per al
cun modo afjuefare al contrario : Conciojiacoja che
fe mille fiate fi gittafie una pietra a lo in JufOy al--
frettante ella a baffo ritornarebbe : fecondo che a U
proprietà de la natura di lei fi appartiene.Ma i co^
fiumi (come ciafcuno fi uede) pofiono troppo bene
efjer e contrari a le ine linat ioni deh natura: ìUhe ef
fendo,noa è forte o difficile a giudicare, che ejfi non
feguitanOi ?ion ubidìfcono , & non procedono in al-
cuno modo da lei. Ma quale necefiità uolcte poi
che poffa hauere quefìa fcientia yfe in molti fi ueg^
gon^o alcune qualità fignificanti pajjioni ne l'anime^
fce erate & trine, che fono nondimeno fantifiimi
cr perfettifiimi> fi come in Socrate cr in Hippocra-^
te effere incontrato y per le fcrit tur e de gli antichi
appiamo . Et fe molti fi ueggono di complefiione
fol erica yefilre manfueti:non pochi fanguigni,tenaci
& auari:affai maninconici, liberali: Et molti alfine
Vhkgmaticiyf uribondi^T^on nafcono adunque i co-
[lumi:da le qualità de le complefiioni:^n^pendo^
no in tutto^da la pura libertà^de la uolontade & de
lo arbitrio nofiro.Ouiuihauendo il Juo parlare fini-
to lo ambafciadore.il Confolo che con difiderìogran
difiìm 0 moflraua di ajpettare che in fe ricadefieil ra
gionamento , con quella uiua & chiara allcgre^:^
che fiammeggia di continouo nel fuo uolto^ in que-
Ho modo comincio a fauellare. Scio non giudicafii
ihefeconà o lenouelle infiitutioni del uofiro paefe
I M 0. 7
ui credeHe la confefjione e/fere di fouercbioy al con^
fejjarui ui eshorterti : perche a me pare neramente
che fiate fpacciato. Ts(on toccate^dijfe alhora il Dui
ce di gratiacofa alcuna appartenente a religione:
Ma lajciando queUi carichi a i Frati y &ai reueren
di maeflriybaÙicianoiy il confiderarele cofe natura
li. Amando meglio di errare con quei buoni antichi
che con quefti altri modernijoltrc come fi dice, a la
linea jfapere. Egli non farebbe Spagnuolo^ difielln
glefe alhora uerfo il Dolce riuoltOyfe egli infieme no
fofie mordace ^ ingiuriofo:Fedete come egli ci me
na tutti ad un filo: Diani^i uoiy & io bora fiamo fta
ti tr affìtti da lui. Ma lafciatepurej che i Dialo^i de
la prefa di l\cma^in queUi tempi da lui publicatiy ci
fanno bene cono fcere a pienOycio che egli de la reli^
gioney& de la fede fi fenta.Sorrifc alhora il Confo
lo a que^i ultimi detti: Et poi cofi Aggiungendo fe-^
gui. Ture che uoifcrittore non mi facciate; tutte le
altrecofemipajfaro di leggiero.Toi fermato alqua
to il uifoy più grauementeyin quefìa maniera a ragia
tiare diede principio. Egli e ben ucroyfi come uoi di
tCyche i coHumi fono affetti de Vanima:ma non epe
ro ueroyfi come inferite dipoiy che l'anima non uoi"
difca a le qualità)& a lepafiionidel corpoi^n^i in
mille modiyapertamente fi uede il contrario. Donde
direhbono i medici , che il mutare de la complejfio^
ne y cambiaffe infieme gli affetti de l'anima yfe ucro
foffe y che ella le qualità de i corpi non feguitajje {
Ter che bauerebbe introdotto Tlatone Timeo dijpu
t I B \ 0
tante , quegli huominidi lungo cjjerepiu prudenti,
il cui corpOy di minore copia dlnmiore abondajfei O
non è forfè laprudentia.una de le uirtu de t animai
Certo fib:Tsiondimcno uuol pure^come uedete, quel
fauio^an^iq principe più tofio & capOy& maeftro di
tutti i fapientiy che ella da le qualità del corpo di^
penda. Ttholtmeo afirologo, ^ inanità lui Hippo
crate medico ^differo che fi doueuano giudicare i co
fiumi degli huomini ^ fecondo che effi erano natiiin
regione o uicina , o lontana dal mt%o giorno : ciò è
che riJpondayCT che fia fottepofla^ a lo Equinottia-
le cerchio del Cielo , Conciofiacofa che i co§ìumi fe^
guìtino lepotentie naturalicTs^afcenti fen*:^ dubbio
alcuno^ da le uarie compofitioni de i corpi : Lequali
pigliano poi diuerfità & differenza , fecondo che
differenti fono y& diuerfe le regioni. Onde diffe Ver
gilioyeffere necejjario il uario influffo del Cielo cono
fiere: Et ciò che un paefe fa atto a produrre natU'^
Talmente : Et d'altra parte^ ciò che per ninno modo
gli fi conuenga^dala efi?erientiacertiffima madre di
. uerit affiamo conapprouata ammonitione chiari ren
iluti. JL che erano quefie confiderationibifognoy fe
non le anime cotali fi dipingejfero^ qualcil corpos i
colori de la materìa tinge ffero Ì Et fea feguitare le
proprie qualità de la terrena poluere , onde fono
quefie membra compoHey non fempreauiua for'^
te cofirìngeffero f Et confentaci la uoflra benignità^
che a lo Jpecchio lucido & politoàn que§ìo cafo Va-
. mma ajjomigliamo. llquale priuo in fe d'ogni altrpt
T 1^1 M 0 • 8
colore y fuori che di limpide^ , di Jplendore , &
di nettei^j tale però diuienc , bianco, nero,gran^
de^ picciolo , bello & brutto , quali le imagini fono
chea lui ftapprefentatno . Cctali apunto le anime,
noiir eccome parte che elle fono del fuoco dellu-
7ne celùfte^chiare da fc^ri(pLendentii& fen'j^alcu^
na macchìa^come prima a qucHi corpi^foT^^ofcuri^
ex tenebro fi fi uniJcono,tHttigli affetti lorQ,onde ef.
fi diuerfarnente uanno d flintiy in fe Heffe riceuono a
Ma perche mi debbo faticare a ritrouare argomen^
ti , fe la ejperieìitia dinani^ a laquale fuggono le.
menzogne , ce ne rende in molte maniere certiffimiì^
Ditemi un poco di gratiade infermità 7J le ebbrc^.
%e, non fono elle pajfioni di quejio corpo f Certo ji
Jono y rifpondercte . T\fondimeno chi è colui che non-
ueggayCjuanto fi mouanOy& patijcanoper effe le ani
me^Elle patifcono tanto , & cotanta alteratione fi
prendono, che mentre fono opprcffi i corpi da queU
la palfone,cJ]e per alcuno modo , // loro ufiicio non
pojfono ufare ♦ Quale adunque più certo fegno , e^r
quale più manifcflo inditio uogliamo di qutfio i Da
l'altro lato, gli amorini piaceri,le trijiitie,^ le pau^
rechi dubita, che d'animo tutte pafjioni non fiano i
Ma con tutto clo,ft uede la paura fkreil corpo tre^
mare & impallidire : Et talhora per lo cacciare cìr
rifpingere con fouerchia for'j^ al core gli humori ^
( fi come ci affermano i medici) e/fere cagione di
ftujfo : Et alcuna uolta , uccidere ancho del tutto •
Similemcnte gli ccccfiiui dolori^ fanno dintnire gli
l 1 B Ti 0
hùomìnìfmofl : 'Et li rendono yqtia/i in tutti le lora
operationi yfimiglianti ale fiere jcluagge. Come fi
fcriue di Hecuba: che perduto il regnoyil marito^ &
i iìglÌHoVh& ìntefa al fine la triSìa nouclla de la mor .
te di Tolidoroyperdette infieme lo ingegno & lo in-
telletto humano : Et da indi a drieto , a guija di ca-
ne fu fempre udita abbaiare. ToJJono etiandio ipia
ceri & le allegre^ fmijurate ampliandoy& dila-
tando gli fpiriti uitali con troppo maggior f or '^cl che
la natura fia ufa di /offerire , guidare lietamente
queUo noHro corpo talhora a la morte. Secondo che
già incontrò a quella femina Bimana: Laquale ha-
nendoji creduto cìr pianto li figliuolo per morto ne
la battaglia di Canne^ueggendofclo poi faluo giun-^
to dinan^i^abbracciandolo & bajciandolo fi morì di
dolce"^: Quanto poifiano da lo amore i corpi ren-»
duti magri j& eUenuafh& in noi medefimu & pa-
rimente in tutti gli animali de le altre j^ecie^fi può
in mille ^roue uedcre ogni giorno . La onde dotta^
mente come fempr endice di queHo parlando yil Man
tuafto Nomerò; le cui diuine par ole, fono fiate dal na
ftro DanicUoyin cui come lume in JpcccbiOyriJplende
la eccellente ^ rara uirtu di mefi'er Triphone Ga-
briello 5 nouello Socrate di queHa età/ono fiate di-
co ne la ornata traduttione che egli ha bora fatta
de la Georgica , interpretate in quefia maniera •
Terche lor for%e , a poco a poco fura , La femi-
na :& ueduta li confuma :Tsf e fofiicn cl/efii fi ri^
tnembrin poiyGiamai de bofchiyO de le tenere herbe •
Sono
2' III M 0. p
Sono adunque t anima c'I corpOydi maniera con^iim
ti & collegati infiemeycbe ciajcuno di Loro yfo^ìiaie
^ fojftnjce Le paJSioni del'alcro : Et ciafamo le
alter alieni de i altro , in [e mede/imo prende . Ter
ciò amene che i medici che hanno cura de' corpi no^
Sìrii conofcendo la (irettifìma unione de l'anima &
del corpOi& fapcndo molto bene quanto inno [otto
giaccia agli affìtti de Ì altro ^ metano la prima cofa
agli infermi M lafciarji da le noic^& da le trijiepaf
fioni de lanirno^uincere Z7 perturbare. Ejjendo adi
(jue a le corporee qualità Ì anima (come fi ucde) fog
getta ^ ubidiente yC ben dritto cheancho debbano i
ccjìumi , che altra cola non fono che pure ajfettioni
d^anmoàl corpo parimente fcguirc: Et ejfere cotali
a punto yqualt le figure i fegni di queflo ce li prò
mettono: Et ce ne donano indicio. Era per fcguitarc
anchora ilconfoloya le altre oppofnioni riparando >
& facendo fi mcontra^onde qua/i con fortifiime ma
chine , fi era iìudiato lo arnbafciadore , diabbatttre
CT di rouinare lo edifìcio di quella dottrina yfe non
che il Dolce ueggendolo fermo , diffe fubito queste
parole. Mi mcrauiglierei inuerità grandemente^chc
a la \atura ddigcntif ima altrettanto ne le cofepiu
care & più nobili , di ciò che ella ne le più indegne
& ne k più uili (ì mofire fojfepiacciuto che i frutti
per le loro esteriori qualità giudicare fi pctejfero ^
& che drittamente , la maluagità , o la bontà loro
ne fo feantiuedutada gli huomini , Et fimilmente
che ne i cani , ne i cauolli^ ne lepecore^ ^ ne i buoi^
Z I B liO
fìpoteffeper cfegni del corpo ^ conofcerne lauìU
tày 0 lagrande%j^ de lanimo^nT apprejjòja debi^
lita y 0 laforte'2^ del corpo^^ che ne Hmomo ani
male di tanta dcgnitày & di tanta per fcttione , quc
Sìoislejp) parimente non auenìjje, Quaft chela TSla
tura^di tutti gli altri animali y& de le piante fi ha
ueffe tolto più cura , che ella de l'huomo fatto non
hauea.Oueììo non e ragionciiole : 7\(e fi de per al-
cuno modo penfare . Quando adunque non ci fojfc
mai altro argomento dimosìrantcci qucfla fi:ientia
( comete ne abondano inuero infìnifi) confiderando
che ci fia quella o fferuatione ne gUanimalhcio e il
poter conojceregli affetti de l'anima loro^nelo ajpet
to de la forma efleriore del corpOy fi de per degni--
tà de l'huomoycr edere che in lui qucfio iììefjo fi pof
Ja.Degnita farebbe del'huomoy rijpofe fubito l'Ora-
toreyfe mi lo trahcUe da la greggia de gli altri ani
mali: Et non facendolo {fi come in ciò ogni uosìro
ftudio fi adopra)caminare di pari con ejfo loro.Foi
per mia fede procacciate^ un bello honore ala uo^
(ira fpecie : dicendo che le inclinationi de l'anima
humana,fiano quello iflejfoy che fi fono gli empiti de ^
le fiere :lSlpn dico già io qucHa cofa , previamente il
Voice rijpofe:Jin%ifo che tra le attitudini naturali^
^ gli attuali cofìumiy ci può ejfere grandifma dif-
feren%a.Feggendo quiui il Confolo che la dijputa in
cominciata dal Dolce^er a per difender fi in troppo
lunghe'T^ymirando ucrfo di luiy humanamentc con-
tai parole gli dijfe.Siatc per gratia contento fignor
T III M 0, IO
Dolce^che domi hoggi , che uinca qucUo Inglefc
•per memedefimo: Et perdo fen%a punto trauagliar
ui ne la nojira battaglia , jiatcui da canto a utdere:
che uiprometto^in due o tre colpi anchor affare che
egli in fogno di uintOy mi porga ignuda la mano.Fe
nite pur uia^dijje alteramente ridendo lo^mbafcia
doreiche forfè cofidolci^o tali non ui parranno lac
que del noUro Tamigi , come^^ quali hanno i no--
§ìri guflato in qucfta prouincia , quelle deTo , de
r^rno^ & del Garigliano. l{ifo che fi fu alquanto
per la ardita riJ}>ofla del yuntìoy^ato il Confolo un
poco fopra dife^in qucjìo modo a ragionare ricomin
ciò .Ts^on giudico che fia neceffarioyrijjìondere a quel
la parte ampollofa del uofiro ragionamento : nela--
quale mettendomi incontra la authorità de gli an^
tichi legislatori, ui dolete che queUa fcientia toglien
do la laude al buono eH uituperio al triUo , ritorni
un altra uolta la confusone nel mondo : perciò che
ajfai chiaro fi può uederc , lei ejjère fabricata fo^
pra la rena:fenxa alcuno od appoggio ,0 foflegno di
uerità. Conciofia cofa che non per le incUnationi o
potentie naturali , biafimo od honore ci meritiamo:
ma per le attuali operationi: Et perlloabito poi,
^ per rufo che in effe facciamo.Chi ui nega adun-
que ^che non fiano utili le leggìi Et chi può dire chcl
uirtuofonon fia degno di gloria? E' luitiofo per con
trarlo , di fcornOyt^ di infamia fempiterna? Vojfo-^
no gli buomini e/fere inclinati naturalmente ( come
di Socrate dijfe Zopiro ) a qualche ajjetto triUo ^
L I B Ilo
opprobrìofo : Ma nondimeno configlìatl & aiutati
da la forte & prudente noflra imperatrice ragia-'
ne y pojjono anchora quella loro naturale affettione,
domar e j uincere , & ordinare : TV(e lagmja che nel
già detto fempre lodatifìimo SocrateyeJJ'ere auenu^
to fifcriue. Olà ni uoleua ioydijje a Vhora lo Ingleje:
Et haurci caro che per uoi mi [offe moflratOy in che
maniera fja pofiibilcyche fia utile o necejjaria la co
gnitione di alcuna co falche pojja nondiìnenoyefjere,
Cir non ejjcreynel modo che già conofciuta Ihabbia^
mo.Dirò cofi:Che migioua il fapere che la bianche"^
%a ne gli òcchi^importi timore ne l'animo :fepero
non fono gli haucnti gli occhi di quel colore, sfor^
^tiad ejlcre timidi fempremaì ? jinT^ fe nonpo^
chi tali ft ueggono tutto' l giorno , di molto ardire ,
C2r di molta fìereT^ dotati ? ^ffai uipuogiouare ,
riprefe fubito il Confoloyilpreuedere le naturali in-^
clinationi de gli huomini:quando ne la maggior par
te di coloro che ima ci uiuono.ci fono per effe il più
de le uolteymanifeflatiy& venduti pale/i gli attuali
cóWmi , &gli habiti propri de gli animi humani .
Conciofiacofa che fecondo il detto del fauio Biante,
molto maggiore fta il numero di color o^che cicchi fe
ne Hanno drieto al fumo de lo appetito & del fen^
fo.che di quegli altri no è, che da la luce de la ragio
ne yfcorger e ^& guidare fi lafciano.Et è oltre a ciò ue
rifiimo{come dice Miflotele la ne lagenerationc de
gli animali) che molte cofepotrebbono effere fchifu^
u da noidequali nodimenoyO per debole::^ di giudi
T III M 0. IT
€iO)0 per maluagìtà di conftglioyabhracciamo & fe
guitiawo per tutta la ulta. ISleceJJaria adunque è la
Ji: lentia delhumana natura , per cono [cere uniuer^
falmente in tutti gli huominiyi femi naturali de no^
ftri co/lumi : Ma perche infiniti homini , am^ tutti
più tofìoya diuerfe loro etadi hauendo rijpctto, uiuo
no come fi t detto feguitando il fenfo , h nccejjaria
anchoray per intendere gli attuali cofìumi de i più .
Et ardi fco a dire , non ejferepojìthile che huomo ue
rimo habbia negli affetti de l animo alcuna propria^
qualità , che egli di quella rnedefimay non ne babbid
parimente qualche proprio fegno nel corpo, ^dun
que dijje lo Inglefe , de la qualità de l anima , ne de
ejjere cagione il fegno del corpo f ^on h , rifpofeil
Zorno'i^.ne il fegno , cagione de la qualità:!^ la
qualità) cagione del fegno: Ma fempre luna di que^
fte cofey accompagna & feguita l'altra . Si come ne
da qucfla forma diritta^onde da tutti gli altri ani^
mali fiamo diuerfh il noHro e(fere huomini fi deri^
ua,ne d'altra parte da l'effer noi homini, ha origine
quella noilra forma , ^n^i fono ammedue queHe
qualità, congiunte fempre & collegate infime •
Ma la cagione primiera & originale de luna &
de l'altra , è primieramente la dijpofitione cr lo in- i
flu{p) celefle:producente,& generante tutte le cofe:
Et riducente la materiata quella forma che più gli
piace & aggrada: Et dipoiyil merito proprio & par
ticulare del feme & de la materia . Secondo quello
che èfiritto nel primo de le parti de gli anirnali:p
iij B
Z I B IL 0
medefìmamentey nel fecondo de la Vhifica: Doue fi
le^ge che ad una certa materia, ha la nofira madre
Dedala er architetta natura , parimente una certa
for?na confegnato & attribuito . Erafi dopo quesle
parole lo Spagnuolo alquanto fermato , quando il
Dolce nerfo lui riuoltofh in cofifhtto modo gli diffe.
Se bene gli argomenti de lo ambafciadore rijerbo ne
la memoria , doucte hora uolere ejporci , donde fia
che gli huomini d'una complefiioneyhabiano gli af--
fetti & e coturni de V altra. Ben fapete.alhor rijpo
fe il Confoloyche quefia cofa uo dire : T>{iilla di meno
ua prima ingegnarmi di dimofìrare , in che modo
quella propofitionc^la T^atura non piglia affuefat^
tione in contrario, ejfere debba drittamente intefa
da noi.jl haflanxa ne bauete detto, alhora il Dolce
foggiunfeiDinidendo le naturali inclinationi,dai co
fiumi poi inatto &inufo.T^n pertanto fe pure
di nuouo hauete in animo di trattarne , ijpediteuene
in breui parole: Et come fi falena dire anticamen-
te,a Vufanxa di Sparta . Tercioche io ardo tutto di
diCiderioydi udirui un poco col fiume de la uoflra eh
quentia,ragionare diqueiìa dottrina:?ion falò dijpu
tandoi come Fate tutfho^^giima infcg?iandoci più to
flo,& c [ponendoci alcuna cofa: onde, o per le ofser^
uatìoni de gli antichi imparate da noi youero per
le uoHre proprie & particulari da uoiflefjo mani^
fe^ìatecì^quaCt da piaceuolehumoreyfeìitiamo re fri
gerarfì le nosìre fiamme: Et pofiiamo più facilmen^
te atti diuenire^a giudicare la humana natura J>{on
V I^I M 0 12
cercate yil Confalo rifpofe^chì meglio tV jidamantìoi
0 d'^rìHotelCy jodisf accia al uoUro defio: pero fen
%a altrimenti me granare di fouerchio pefo , ^uafi
camelo sfor%a7idomi a portare V acqua ne gli atri ^
ricorrete per noi mede/imi ale uiue fonti di quegli
duo faiii. Etquitdidal foauisfrmo loro licore yinaf-
fiato l'albero de la uoftra fcientia^ ui uedrcte ueftirc
in un tratto di nouelle frondi: Et di beiy(^ uaghi fio
^ ri adornare: Et produrre al fine^gentilifiimi ^doU
cìfìimi frutti.^lhora il DolcCylungo dijjey& fatico
fo fentiero ci dimagrate fignor Confoloyper perue^
nire a la cognitione di quejia dottrina : la oue uoi s
per uia corta cr [pcdita^condurre ui ci potreHe.Lun
ga replicò il Confalo fatico fa potrebbe ben effe^
re qucHa Sìrada: ma nondimeno ella fia certamen^
tCj uia più affai che cìafcun' altra yfecura & utile a
uoi. T^e utile riprefeil Dolce^ve fecura^ mifo io fa^
re a credere ch'ella fia:potcndouifi crrarCy fen%a ef
fere ramato :& cadere yfenT^effer e foUeuato . Jkn'2;i
de le molte cofe che ho letto per è giorni miei,poflò
giurare di non ricordarmi la cent ef ima parte: daue
tutte quelle che mi fona entrate ne l'anima, porta--
teui da la uoce uiua de le parale d'altrui , come co fa
che più nudrifce & più foflenta il noflro intelletto^
\ mi ftedono anchora tutte quante ferme ne la memo
ria.La onde fe uicale dimeyinfegnatemìpiaceuolmt
te fauellaìido in un giorno , ciò che in molti à gran
pena leggendo farei atto di imprendere. Se quale è
in me lo amore che io ui porto, ripiglio il Zorno'^
»...
r r B IL 0
Xft.tale HI fojfe la fckntia , non uorreì afpettarc la
feconda preghiera : Ma il difìderio gravide & alto
del compiacerai , mè troncato del picciolo & baffo
fapere.Terò fiate contento di accettare la mia fcufa^
non come difcortcfe audacia di negareima come mo
deHo timore di non errare . Seguite pur bora , fog-
giunfe il Dolceygli argomenti confutando del fignor
Gifmondoxche quando poiunauolta a capo ne fiate
uenuto , fo io troppo bene, ciò che di noi , & di uo^
flro fapere mi poffa promettere . Mhora lo Spa^
gnuolo r affettatoli un poco fu la per fona , & tutto
uerfo lo lìiglefe riuoltofi.cofi comincio.Io dico fegui
tando^noneffere dubbio aerano yche ne le cofe priue
in tutto di fenfoy & fimilmente negli animali che
cognitione non hanno , che fono tatti quei ne lo /«-
telletto de quali la forma fenfìbile non fi ferma ^
non fi può per alcuna maniera tor aia , o mutare in
contrario quello inflìnto , che da principio diede la
natura a tutte le cofe . Ma doue è conofcimento &
gìadicio,& in coloro che haìino arbitrio di eleggere
eir rifiutar Cygli inlìinti & le inclinationi de la TV^^-
tura , poffono leggiermente effere al contrario di
quello tiratila che efii propriamente piegauano.Vof
fono adunque (come diffidi fopr a) i naturali inHin
tifpingere altrui ad una parte:Donde la ragme^QT
la prudentia che b in lui , 7ie lo ritiri per contrario ,
^ ne lo rimoua. lS[e auìene pero che le inclinationi
non fiano naturali : oacro che la conofcenxa che di
loro fiacqui^ia^non fia parimente & utile & necef
T I{ 1 M 0. 1}
farla . I{e^la bora ch'io dica , per qual cagione uno
Janguignoy fta auaroicheper natura donerebbe efje^
re liberale. Ver che un maninconicOiardito : Douen^
do natHralmentc ejjere paurofo. Come uno Vhlegma
ticOiUeloce : inclinandolo la fua compie fiione a tar
dita. Et al fine donde uenga in un corpo colerico y la
non naturale ìnanfuet udinesi di gratia^ragionate-
mi di quello dijje alhora il Dolce: che è già gran
tempoyche fieramente mi fen to l'animo moletiato
& oppreffoyda lo /limolo , & dal pefo dì queHo co
fi fatto dubbio ^Voidouet e faperc,diffeil Confilo j
che i fegni che fi ojferuano ne i corpi, fono come af-
ferma Galeno ydi due fole manier e. ^Itri^ perche na
fcono da le qualità d'Anna compie filone , fignìfìcano
gli affetti de l anima , a quella complcjiione conuc-
nienti*, jiltripoi^non per altro che per una tale fem
plice loro proprietà} co non minore certe^i^ alcuni
altri affetti dimofirano.Forreiyripiglio il Dolce ^ac-^
Cloche io potefii con miglior fapere le uoflre parole
guHare^che di tutto ciò mi condire uno effempìóne
la foauità de le fembian%e:onde allettata V anima no
fira^uede fpeffcfìate^ ^ ode molte cofeiche altrame
te nel udirle yne il uederle le farebbe pofìibile.Ecco
uelo yriff^ofe il Zorno':i^:benche la fciocca arte del
macero che ui haurete clettOyUi potrà perauentura
ge nerare faftidiOéDetto ch'egli hebbe quelle parole
co fi forridendoydipoiin quejflo modo foggiunfe.Lo
hauere nel petto molti pc li manife^ifiimo fegno >
che altri fia grandemente fdegnofo & iracondo: ma
L 1 B B^O
gli affai peli hi quella parteyìwn d' altronde nafconoy
che da fouerchia caldc%^ di core : il che piena^
mente dìmo^ira^che ne la cowplefjìone di quel cor^
pOyCcceda & foprauanxi la colera , la proportione
che ella con gli altri humori e tenuta d'hauere. il fe
gno adunque del petto in qucHa guifa folto di pe^
liyprocede(come fi uede ) da compltsfwne colerica .
Va V altro lato il portare il collo in qualunque mo^
do, ma jpecialmente piegato /opra l'homero man^
coy e fegno(come dijjè ^damantio)di animo molle ,
CT effeminato: Et ciò non per altra alcuna cagione :
fe non perche queflo fegnOyhaperfua femplice prò-
pirietàyquefia tale fìgnifìcatione . Egli adunque può
effere molto bene^che altri fia complcffionato d'una
manieray^ habbia nondimeno nel conteHo delcor^
fo alcune altre qualità .fignificanti per loro pro-
pria & fpeciale uirtUyalcmi affettiycontrari del tut
to a quegli altriyche naturalmente a la complesfione
di quel corpo y efjere conuenienti direbbono iTbifici
Vedete adunque quanto diligeternente fi dcbbe cofi
derare tutti e fegni del corpo y prima che al giudicar
negli affetti de tanimayonde ejjo uiue <^ fi moue^co
frettolofo & non ben fermo configlio fi uenga: T^c
pure ci è di mefìiero di ufare qucfta diligentia nel
raccogliere tutti i fegni, ma ancbora nel comporre^
^ nel mescolar einfierneMtte le fignifcationide fu
no & de l'altro : Et di poi illuminati da raggi de la
ragioneyche fecuri ci fcorge per le tenebre d'efìa ui
ta^cibifogna difccrnere acutamente come fi fuol
T I^I M 0. 14
dire con occhi cerueriy quale de predetti fegnifia pia
0 meno fignifìcante , Et appreso , quale di tutte le
membra del corpOyfia nel dimoUrarci ifegniy di piti
forx^ydi più ualore^od authorita : Et hauuto al fine
tutte quelle confideratìoni & ricetti cotaliyfids
poi fecondo la maggior parte, CT fecondo quei che
più uagUono y giudicare . La diligcntia certamente
in tutte le cofe che gli huomini faccianoci loro fem
pre di grandisfimogiouameto: ^n%i ella e tale ^per
meglio & per più uero dire , che molte de le nofire
operationi , cìr forfè le più , & ro^e & imperfet'-
teda fejornaypolifce j dona loro l'ultimo compi-
mento de la loro bontà. QueHay inanimi à ciafcnnal
tra cofayde ejfere fempre abbracciata da noi : Que^
fiayin tutte le noHre faccende ufata: Quelìa^non la^
fcia cofay che ella pienamente non confeguifca . Che
noi non ci determiniamo à giudicare gli affetti de
r anima yprima che ne confideriamo tutti i fegni del
corpOyh officio di diligentia : Che mefc oliamo infie-
me le figniftcatioìù di ciafcun fegnoy e ufficio di di^
ligentia : che difcerniamo quale tra tutti i fegnifia
più 0 meno potente , è ufficio di diligentia : Che co-
nofciamo qual parte del noftro corpo y quando ne
lateUaylo ingegìioynel petto y lo ardire y ^ ne le
braccia y & ne le gambe la fortexT:a e ripofta ,
& quando non nel medefmo luogo fi offerua la
auaritia , cìr la gola , & la audacia , & la debo-
lexja y eir quando finalmente diuerfì luoghiy il me^
defmo affetto ci fcoprono , fia nel dìmorHrarci ifc
L I B 0
gni di nì<tggìor for%a,i ufficio di diligetìtia: Che ul^
timatamtntc i più deboli & più udì Lai dandole ipiu
forti & più nobili fegiiitando, giudichiamo fecondo
la maggior parte^h forte jgrandc^<^ importante ca
gioney che fempre certamente cono/damo la uerìta.
sformiamoci aduquCy tifiamo ogni noHro potere,
perche quefla egregia uirtu diligentia, che in fe !ìef
pi contiene & riferba tutte l'altre uirtUy &chepuo
bene jpeffo il nojlro ingegno tardo & rintU7;7^ato da
fiiagu^^re CT incitare :,non fi parta & non fi allon
tanigiamai da ueruno noHro atto . Fatto che hebbe
qui fine al Juo parlare il Confo lo , leuando alto il ui^
fo^diffe fubito il Dolce . Io pur uoglio Signore ad o-
gni modoy CT fo che uorrete anchor uoi , quando gli
hone!ìi difideri de uoHri amici a grado ui fiano ,che
di quefia fcientia un poco di^ìinta?ncnte mi fauel-
Hate : Et ( come fi dice) che uedere ma uolta il mi
dolio me ne facciate. Ecco Dolce yrijpoje alhora il
Confoh y uoi pure hauete animo di farmi uaneg^
giare a la uofìra prefen'^ : sformandomi ( il che
?ion uorrei ) a ragionare di cofa , o poco grata ad
alcuno di uoi : ouero , che cofi bene com'io la potete
fapere.Tsjondimeno ypoi che pur miete ch'io ui fia ^
guida per quefto camino t doue io dimofirarui fola^
mente la dirada haueua penfiero y & come fi fuol
dire y non far altro che additarui la uia yfate alme^
no che P^mbafciadore ne reHi contento : accioche
fe io inetto ( per non dir peggio ) prefumero dì in-
fegnare a Minerua, al meno non le infegni malgra--
T II I M 0. 15
do di lei. Troppo dotta inettia ci dipìngete , replico
lo InglefeiEt poco erudita Mintrua.Ma io per me^
di ciò fommamente ui prego : Et promettouiy d'ha,
uerne le uofìre parole carifiirneiCbe oltra che per ef
fé ne uerro in cognitione di molte cofe , che occolte
mi fonoy la dolcexja fingulare de la uoHra fauella,
di cotanto piacere mi riempie y che mentre u* odo ^
non può il mio animo uago d^udirui^iir tutto intento
nel juono de la uojira noce, altra cofà ueruna difide
rare. Et poi ci auan^a anchora co fi grande fpatio di
giorno , che mal fatta co/a inuero farebbe , a non
ijpenderlo in qualche dotto & uirtuofo ejjèrcitio •
7S(^e mi pare per modo alcuno ragioneuole, che que-*
fio onde fin hora trauagliati ci ftamo , fi debba per
altro qual fi uogiia indrieto lafciare. ^m^giudico
che tanto di principio , quanto e quello che per noi
sigia dato al prefente ragionamento yfia degnijfi^
mo d'ejfère condotto infino a leUremo : Et meriti
d'effère accompagnato da tutte l'altre fue partiàn-^
fino a l'ultima & cflrema conclufione.Orfuyfodi^fac
ciafi dijfe il Confalo jal'honeHo uosiro defioiEtade^
fiafiil uirtuofo , & ragioncuolc uosiro uolere . Ma
ben ui prego yche fiate contenti di non ritardare y od
impedire interrompendomi^quafi alcuna fiepe od ar
gineattraùerfandoliinan'^yilcorfo , e'I fiuffo na^
turalcyonde fen'X^ alcuno indugio di artificiofo or*
namento , prejie & ueloci fi moucranno le parole
mie : accioche ordinatamente , ciò che di quefla
fcìentia trattarono già gli antichi philofophi y ef
L I B B^O
^Arinotele principalmente cotanto riuerìto & lo^
dato y più a pieno raccontare ui pojja . Cbeuorre^
He y dij]e alhora il Dolce , che la lingua non mouen
dola mai , ci fi agghiacciafje di freddo ^ ouero che
a guifa di rane Seriphie , mutoli diuenìsfimo i
me pare che ci debba efjire lecito à domandami >
quando alcuna cofa diceìie , che non ci capejje bene
ne lo intelletto: Et che il uolerci di quei dubbi sgra
uare perfettamente ^ che per le uo^ìr e parole ne
Vanirr-o cadendoci , ci tenejfero opprefii y non ci fi
debba difconuenire per alcuna maniera . Fate per
fede uoftra come meglio uaggrada^iprefe jubito il
Confolo : Et poi ad ubidire di^ofio , alquanto in Je
Uejjo colpenftero tornando^& acquiflando con po^
co filentio molta grauità ale parole ch'egli dire do
uea^in queHo modo cominciò à fauellar e A faui che
hanno anticamente trattato degli occolti naturali
affetti de V anima ^ in tre modi hanno detto poter-*
fene confeguire il giudicìo . alcuni difcorreuano
prima per le fpecie de gli ammali : Et fecondo
ciafcheduna Jpecie , attribuiuano una propria qua^
lità di forma : Et inficme alcuno proprio affetto
dì mente:a la predetta qualità coriueneuole : Et di^
poi in quefla guifa lo argomento loro formauano .
J Leoni hanno tutti uniuerfalmente le trireme par^
ti delcorpOycH petto,&glihomeri grandi : E'ipe
lo brunOìduro , & robuftoi i quali medcfìmamente
tutti cor aggiofi^& di grandmammo fano . Vhaucre
adunque grandi gli homeriyilpettOi& le cUremitày
P 7^ / Af 0. i6
è i peli , c7 colore di ^juella maniera , è fegno ba^
ftante per fe madefimo , a dimoUrare la fierei^ »
C^r lagrandeT^ de l'animo. Dopo queHo,appUcaua
no queSia loro offeruatioue , a tutte le fpecie de gli
altri animali: Et quali le ftmbian'j^ in esji uedenano
tali le nafcoHe pajjìoni de l'animo^ ne ueniuano gilè
ciicando. Dando/i quafi a uedere, che in tutti i fimi^
gliantiyUn fol corpo.una folamaljai& unafolama
teria fi [offe. La onde diceuano che tutti coloro che
in tutto 0 in parte fimile haucuano il corpo ad alcn
no animale , parimente gli affetti de l'anima , o in
fartelo in tuttofa quel medcjimo animale fembian^
ti doucfiino hauere. 7N(ow intendo dijfe il Dolce, co-
me uogliate che un'animale di diuerfa (pecic^fiu del
tutto fimile ad un' altro :liando pero ferma, la fpe^
ciale^diro cofi)differen'za.Bcn fapctelo ^pagnuolo
rijpojCychc a me non piace di dire che uìi'huomo ne
la dijpofitione de la perfona^ s'ajfimigli interamente
ad alcuno animale:che egli^cio facendo, non huomo
ma fiera farebbe: ma uoglio , effcndo le membra de
l' huomo de la medefima qualità, che quelle de la fie
ra fi fianOyche eglihabbiaalhora quegli aff et ti fug
gellati impreffi ne r anima, che la fiera per queU
le ifleffe qualità, hauerui fi h conofciuto.Diro cofi :
per meglic maniftfìare,& mandar fuori il concetto
onde e pregno l'animo mio . // petto di fouerchio
folto cr ingombrato di peli , è fegno proprio &
uniuerfale in tutti gli ucctlliil quali fono ancho per
loro propria qualità^ tutti uniuerfalmcnte garru--
L I B 0
lì & canorìiHanno parimente le gambe lurìghe^fot
tilhcy ncruofe : Et jonoy come fi uede^lcggierijiimi
CÌr uelocisftmi : Ma [opra tato yen crei e?" libidino^
fi. Et cefi fot y per le altre loro qualitày fi puote con^
fiderare.L'huomo aduque che nel petto haura in quc
fio modo grande abondan^a di peli^jìa per quella
fìmilittidine y pronto & ottimo parlatore : Et //'^/^
Jò pili che al dritto, & a Hmieflo non fi richiede ,
uanoycianciatore y loquace . Et fe egli haura le
gambe di quella maniera , farà mede/imamente ue
loc€ìleggierOi& luffuriofo. Et oltre a ciò > fe egli an
co per altre qiialitayhaural corpo loro fmile^gli af
fettine i naturali monimcnti de l'anima fuay da quel
li de gli uccelli non faranno diucrfr. Bora ficheui
intendoyfoggimfe fubitol Dolce : pero feguitate fe
tii piace : gli altri dui modijche oltre al già detto ui
retìano , col lume, & con lo Jplendore del uo^iro ra
gionamento , facendoci chiari.SeguirOyrifpofeil Con
folo uolenticrì : Ma fe in qutHo modo , tratto trat-
to il mìo parlare iìitcrromperete , ìion credo che
dobbiate uolcre^che cjfo hoggi al fuofìne pcrucnga.
Orfu dite uiayreplico il Dolceiche da bora inani^ fa
ro for^c a me livffo : per mi no recare a uoi di mo-
kftia . jLlhorayricominciando il Con folo , diffc. il fe
tondo modo nel quale giudicaitano gli antivhi^tra
la ojjiruatione y ^ la efpcricn^a^tolta non da tut^ i
gli animali^fi come il primiero : ma dalbuomo firn
flicemente folo per fe sìcffo . 7{€perù ingenerale
da tutta la ^ecieima da quelli in pat ticulare y d'uva
V III M 0 . 17
feldprouìncict, ÉtucdHtc& conftderate con diligeìf
tia tutte le qualitài tutti i fegni de loro corpiy & .
conofciutine perciò parimente gli ajf etti del' ani-
me y per quelle medefime qualità 5 ne gli huomini
poi auertite de ftram pae/ij prediceuanoin loroi.
inedefimi affetti . Aggiungendo pero , 0 fininuendo
al primiero giudicio , jecondo la propria & conue-^^
neuole uirtu di quel luogo > douc 0 nati primiera-^
mente iOuero lungamente nutriti quegli huomini s'è
fmo. Firtu& proprietà non per altro acqui fiata,
che per ladijpo/itione y caperlo infiujjò Cele/le:
Donante per diuino uolere y non folo auarieregio^^
ni j dìuerfe doti : ma a ciafcuna fpecie, & ( che e de >
^no di maggior merauiglia ) quafi a ciajcuno indiui-
duo , il fuo dono proprio & particulare . siate cer
ti adunque , che la terra rkeua diuerfamcnte le in-- ,
fluentie del cielo: 7^c ui penfate che pano (Tuna iftef
fa natura^egualmente tutte le prouincie del mondo. \
Tslon con ragione yfe ciò fujfe , haiir ebbero detto i no
Uri padri Latini^gli Africani^efjcre ingannatoriiam
bitiofiygli ltaliani:fioltiyÌFratiCÌofi: uantatori , gli
SpagnuoU:gliAfianijlafciui:auariyi Soriani^ GrCf*,
cijeggieri: Et hauere^come di/je Adamantio ) pili
che l'altre nationigli occhi bellifiimi:pieni de lo fple-.
dorCy ^ del lume diuino. £' ben nero eh e le notabili
diuerfita de paefi y meglioy& più chiaramente fono,
iLomprefe per la larghe^^jie la terra, ciò è quanti,
quepiu.o menotyefii da l'EquinotialefifcofianOtO ui.
y aminano, che non fi fa per la lunghex^y onde da.
C
L I B B^O
L'Oriente a L'Occidente è la terra da nói nìi furata •
^n'^ ci fono flati affai di coloro 3 che hanno detto ,
fiele prouincìe poÈìe egualmente lontane ò dal pò-
loy ò da l Equatore^tutto ch'ielle fiano per lunghe%j
remotifiimc , non u e/fere ne la loro natura y alcu
nayouero picciolijfma differen'xa . Tutta adunque ^
cuero la maggiore uarieta de le regioni yh fecondo
che effe ò da r Equino tti ale yò dal Toloyfono diflati
Vìuerfiffimi qmfi in tutto fono gli habitantinel'E^
thiopia^ & coloro che uiuono ne la Cottia y& ne la
T^ruegia. Quelli fe ne flano foggettì tuttauiaaglì
ardenti raggi delfolcyche dirittiflimi fcendono fopra
di loro : Et queSìi d'altra parte hanno la loro patria,
(co7ne difle il uoflro Toeta ) la fotto i giorni nubilo-
fi & breui y nel ghiaccio femprcy & ne le neui fepol
ta : Et tutta lontana dal camin del Jole . llquale an^.
chora ci hthbe a dimoUrare chiaramente y gli ajfet
ti naturali de gli aìiimi di que popoli fieri & feluag
gi : foggiungendo , loro effereJ^cmici naturalmen-
te di pace: gente feroccy a cuti morir non duole. Do
ucper contrario que primi , fono timidi , humani >
paurofh & quieti. La Italia uer amente cheposìa in
me%o di quefli eHremi , non ha freddo che la conge
li y ne caldo che la diHrugga , produce gli huomini
participanti temperatamente , de le pajfwni de gli
uni & de gli atlri ; fi come temperate fono le loro
complefioni : Et in niuna maniera 9 i termini de la
mediocrità hone^la & comteneuole trapp affanti.
Ma quantunque più difcoHandofi da l'Italia > i> fi
T III M Or i8
tèa cantra il freddo che ci manda la Tramontana^aU
trettanto fi trouano gli huomini y co fi ne le qualità
del corpo come de l'anima^piu fempre a i Gotth& a
i J^ruegi fmili : Onero da l'altro lato nerfo ilme-^
^0 giorno uolgcndofiyquanto più inani^ fiua^di con
tinm uifineggono gli habitatori , maggiormente in
ogni cofa fimìgliarjì a gli Ethiopi: Et bauere altret
tanto più di calore & di ficcità ne la loro compie/^
/ione , quanto quegli altri, più dlnmore ui tengono
^ di fredde^ • Ter queiie adunque cotali diuerfi
tà , fono gli huomini d'una prouincia , differenti da>
coloro , che fono nati , o che uiuono altroue : TSie lo :
a/petto prima, & ne le parti di fuori del corpo :poi
ne i cofìumi: & ne gli intrinfechi affetti de lani-^
ma . 7S(e fi fcorgono quefìe differentie folamente ne
ledifìantie grandi de le prouincicyma anchora ne
le picciole d'una medefima regione: 7{e folonegll
huomini ciò aduicne^ ma parimente ne gli altri ani
mali . Onde coloro che hanno fcritto de la natura
de gli Ekphanti , hanno detto quei di loro uiuenti
ne le paludijeffere per ordinario pai^ & ^^SS^^^
riti montani.infidiofi peruerfiiEt quando il bifo-*
gno cr la neceffità non ne gUaflringa, per ninno mo
do fermi ne lo amore de gli huomini . J campeHri
pohcome migliori che fono de gli altri^abondare di
benignità , piacenole*^ ^ ^ manfuetudine : & in
breue tempo domcHicatifi , lafciarfi facilmente
macerare ne gli effercitìi , the gli huomini ambi^
tiofi 0 cupidi di regnare { grande argomento de U
c ^
1
L I B liO
dimnìta delnoflro intelletto)non con picciolo Sludì(f^
& faticdimoHrano & infegnano loro. Or a conofcen'
do adunque in quello modo gli antichi philofophi le
qualità del corpo , & le naturali ine linat ioni de gU\
animi de gli habitatori d'una fola prouinciay ueniua--^
no per queHa jimilitudine , ne la cognitione de gli\
affetti ditutti quanti gli altriyche in qualunque par -
te del mondò uìuejiino . ^Itri ucr amente y fecon-
do i co fiumi &gli atti degli buomini(quando come
riHO dafontCy da le occolte pafiioni del core^ gli at--^
ti noflri palefi , è i manifefii coflumi deriuano )for-'
mauano & ordinauano interamente i loro giudici *i
Onde fe alcuno uedeuano hauente naturalmcte queL
Vatto del uifoyche hanno gli adirati per qualche ca-
fo JòprautnutOjdiceuano douereagran ragione^ cf-
fere Himato colui sdegnofo & iracondo . Timidi fi--
milmentey ^ paurojigiudicauanoi pallidi per natu
va : Conciofia cofa che tutti per timore accidentale >
cotalidiuengano gUhuomìni: Et fieno tifati di per-
dere i colori deluifo • ^ffermauano oltre a cioyche^l
naturale riuolgere & girare degli occhi a linfiifo >
era fegno certiftimo di libidine ^ di lujfuria:perche
haueuano 0 fferuat oche nei congiungimenti t^ene-
rei^&mafòimamentenel mandar fuori l'humido ra*
dicale yultimo grado fuprema ptrfettione di quel
lo affetto y fhe di corruttibili & mortali, eterni &
immortali ci rende 3 riuolgeuano tutti gli huominìl.
j^ìr per ca\o gli occhi in cotale guifa girauano • Et
ffoji procedendo in quefia maniera , di tutti gli appc
T III M 0. ip
4ici de gli animi himam^pcr fetta & intera conofcen,
acqHÌsìaua,noJ?uofii adunque jfi come uedete.per
' quelli tre modi effcrcitare^ queHa fcientiaioltre a
quali , fi può mvdefimamente fecondo la contrarieir\
ta de fegnigiudicare.Cbe fe^diciamo cofhlagraìidex^
%a de leeftreme parti del corpo yfignifica forte'2;;:^a
XÌr grandmammo y lapicciole'^per contrarioydebo^
lei:;^ & poco cuore dimoflra . Fermatofi dopo quo
^fìo lungo parlare il Confilo alquanto^ il Dolce roìn-^,
pendo ilfdentioydiffein quella manierau^xfo dilui.
Compiutamente hauete fodisfattoal difidem de l\t
nimo no^ìro , facendoci cono/cere tutti quei modi ,
per cquali gli antichi giudicauano : Ma a me fareb^,
he caro oltre a ciò , non folo che fe altro ue ne rejla
(fusiodito ne l'arca, & nel tbeforo de la uoHra mc^
moriamo offeruato dauoi mede fimo , oucro imparato
Mcglifcritti d'altruiycelofacefle commune:& lafcia
flecelo ufare: ma [opra tutto che mi infiignajic par-
Ocularmente una uolta^quaimembriy:& quali loro,
qualità , quesìo y o quell'altro affetto fi;opriffero
Tcrcioche fen^ difcendere a queììi poiticol^riy tutr^^
to do che fe ne diccjje cofi in generale yriufiìr ebbe al
fine fatica inutile & tàana • Egli ci mole , diffe uer^.
fo il Dolce alhora l'Inglefe : per quanto che fin qui
ho comprefodalfiio ragionare ^recare inan^ ilUbro,
de la Thifionomia fcritto già da ^riilotcle - per
farci merauigliare ad un tempo medcfimo , 6" de U
memoria ^ de lo ingegno che egli ha per buona,
forte hauuto dal ciclo , Di qucHo^eJ^oncndocelo con,
C iij
tanta facilità: Ut di quella , andandone con fi gran
diligentia raccogliendo tutte le parti . Comunque fi
uoglia^riprefe fuhito il Dolceiche ciò non mi da noia
ueruna.Sin'7^ Je egli in quella materia , con la luce
de la fua e(pofitioneyCÌ farà chiara la ojcura fenten^*
tia di quel degno philofophoytantó maggiore atithò^
rità hauerannoy ór per ciò tanto anchora mcritcran
no maggiore credenza le parole fue.Lafciamolo pur '
bora feguitare^foggiunfetofio lo ^mhafciadoreiche
per quel ch'io creda, egli ci hauerà à moHrare il «e-
ro modoinelquale fi tolgano,^ dagli ammali CT da
gli huomini , i certifiimi & chiarifiimi fcgnì • Dopo
quesìoyueggendo lo Spagnuolo che ejjl da la fua hoc
capendeuanOj & di r accorre le fue parole attenta-
mente af^ettauano , brillando ncluolto di dolciJ?ìmo
rifoyin quella guifaal fuo ragionamento diede prift
cipio. Ben mi piace inuero che per uoi fi /applaudo
che al prefente per me uiuien detto^efferegia fiata
opinione di fi chiaro philofophofP croche certaméte
miperfuadoyche maggior rifletto i& più di auerten
dobbiate hauereyadopporuìy& a contradire a do
che da me hora ui fia raccontato. ?y(e giudico però
che ritornare in biafmò mi debba (quando ad acquì^
Slare perfetta ifperien%a d'una cofa , non bafta l'età
fola di un'huomo) fe nel moSlrarui il modo del giu^
dicare tafpctto humano » quello & non più ui rife*
rifco 3 che già gli antichi faui , con tanta lor lode
dottamente ne fcrijfero . Conciofiacofa che tutti co •
loro che hanno trattato di quefia fcientìa } &\4ri*
T \1 M 0 10
Siatele in prima onde hanno bauuto origine molte
fchiere di dotti & di ualenti huomivii non habbiano
gran fatto in altra cofa tifato la loro diligcntiay che
nel recitar e^ejporre^ & confermare le altrui opinio^
m.^^ffai adunque mi parrà di fare^imitaìido cofìo-
ro:'ì<(e da le loro iniìitutioni , partendomi {come fi
dice) pur un dito trauerfo. Et porterei credcìixa che
mn folo ragionando jfi come bora fo^ ciò mi doueffe
effere conceduto : ma commettendo anchora a gli
fcrittiyqucUa nofira fententia:Et facendone un do^
no a la tarda po^ìerità • Et per qual cagione fi do--
urebbe disdire auoijdijfe il Dolce, quello che in tutte
le lingue e flato lecito a gli altri fcrittoriìRjsguar-
date pure i Latini: Et ueder eteli in questo ufare mot
fa licentiaiMa tra tutti gli altriyCicerone fu (coni e
gli ^ieffo confefja) licentiofifimo . Certamente diffe
albora lo ambafciadore , quefii moderni Jcrittori de
la lingua Italiana,non fi lafciano in queHa parte, ne
dapaura^ne da ri/petto tenere: an^i arditamente &
con animo grande entrando ne le biade ialtrui^non
folo ne leuano molti di loro le più belle & le maggio
ri Jpighe^maagran fafci,tutto il ricolto ne rubbano
er* ne portano altroue.TSle farebbe difficile ritrouar
, ne alcuni , che uolano perauentura gloriofi per le
mani (ir per le bocche de glibuomini , cui fe Tla-
tane, altri antichi ritoglie[iino il loro grano , di
che hanno ripieni i loro granai, & le loro belle più*
me, onde uagamcìite fi fono adornati, fe ne Sìareb-
hono affamati fempre a bocca aperta :aJpettmdo U
• • • •
Z T F \ 0
imbeccata come polli bramo/i : Et nudi fi riviarerch
honoycomegia la cornice^ dagli altri uccelli citata a
ragione • Or fu non ci lafciamoydijje il confolo^ in U4
no trafcorrere il fugacifiimo tempo : fe ucglictmo
che del noHro ragionamento^ a la fìncy & al terrai^
ne eUremo fi ueiiga . Et coloro che fi credejjero che
io pili tofìo ejponefiiy che dijputjfii , lafciarno ne la
loro creden^ai Laquale comunque fi fia , non ci può
fe dritto guardiamOyefjcre per modo alcuno danno^
fa 0 moleàa . ^pprefjo a quefle parole y fiato il Con
folo un poco penfofo , ruminando quafi alcuna cofa
tra fe^coft di nuono torno a fauellarc . Haucndouigia
fato conofccntiyncl parlare in che difopra diligente
mente faticato mi fono, di tutti quei modi per li qua
di giudicauano gli antichi , hora mi bifogna mostrar
uii in che maniera pofiiamo fare una noua ojjerua-^
tionc certa CT unìuerfale , per cui fecondo le quali^
ta de i corpi , fempre cìauenga dipieìiamente inten
dere le pafiioni & gli affetti de l'anime . E nccejfa^
atio adunque fe uogliamo fapere quale affetto di men
te fta da alcuno fegno efìrinfeco figìiificato , & per
iquefìo termine di fegno > intendo una certa difpo^
fittone 0 qualità di alcuna parte di queflo corpo f
i:Qnfiderare tutti gli huomini , & tutti gli animali >
che fono tratti naturalmente da Ufi medefimo appe
fifp^ & da unmedefimo mouimento di core: del
jquale manchino pero tutti gli altri ^ di qualunque
fpeciefifiano . Scelti poi qucUi tali & huominiy &
'animaliyhauentiunofleffo naturale affettOiCiè di me
'P. Py; I M 0. Il
•Sii ero dì notare attentamente y che qualità efii hab^
■iiano ne le me?nbra del corpo : Di cui tutti gli altri^
'QÌje la predetta iìiclinatione non hanno , ftano pari-^
mente pviui • Et ritrouato al fine queslo fegnoylonta
ina daglialtrii ^ proprio di co fioro che hanno co-^
me difUiìmo affetto medefmo , dobbiamo per certa,
fapcr collii ejjere quello , che quel tale affetto ci fco^
fra & ci manifeiii . Quantunque dijfe alhora lln-^
-glefe-^affai bene comprenda ciò che ci dettano le uo^
Hr e parole ynodimeno baurei caro per meglio il mio
intelletto renderne podisfatto , chegraueo faticofo
non ejfcndoui , mene defìe uno tffcmpio : perciochc-
non mi fouiene di bauere letto giamai in ^riftotele^
'^quefìa bella & dijlinta dimofiratione che alprefen^
, te ci hauete accennato ♦ 7^(c io lo jpagìiuolo- rijpofc^
Mentre mi contentai de la fcrittura latina^ chc colpa
^ uitio di clpo/itori^ quafi folta nebbia il lume del
fole & de le bielle celcfii 5 ci toglie CT ci nafconde la
'luce de i detti chiari & illufirt di quel degno Vhilo
fophoyhebbi potere per alcu tempo di appagarne Va
mimo mìo: ^n^ipcr molto ci) io cercafjì di fpegner'^
10 y m le fonti di coloro attuffandolo che di poterlo
faremiprometteuano ypìu fempre fe ne accendeua
11 nosìro de fio . Ma da poi che da uifo a uifomipa^
fìa^fauellare con ^riHoteUy da le piane ^ facili ^
<& gentili parole di lui.comprefi ageuolmente in una
fola uoltaycio che in molte ycon gran faticayla to^':^
i.%a CT la inettia de gli ajpri ^ durifiimi interpre^
{fiy /a{Mo ìm nfi h^ucm dar& ad intendere « Ca«
L I B B^O
me fi fìa dijje il Volce^uenìtc dìgrcitìa a Vefftmfioz
accioche o uofii a o d'^rifiotele che la già detta di--
moiìratione fi fta ypiu internamente m/a uolta , eè"
con maggiore certe^^^a conofcere la pofiiamo:Et co
me a lui di haucrla trouatOyCofi a noi di hauercela in
fegìiato ^mercede & obligo habbiamo . ^on penato
fi cortefe ueggcndoui lo Spagnuolo rilpofe^molto a fo
disfare a le mUre domande : però come fin qui fete
ujato di fare^afcoltatemi attentamente . Detto que--
ftoy foggiunfe di poi in queUaguifa. Seuolefiimo di
co hauer notitìa piena da qual fegno ci fojjè prò-
priamente manifeUato la forgia & lagrande's^ de
l'animo^ ci farebbe meUièro confiderare feparata^
mentCytutti gli buomini forti & animofi : Et tutti
gli animali anchoraycoraggiofi& robufti. Et dipoì^
uederequal fegno fi hauejfero quelli tali nel corpoi
^mde tutti gli altri ^ buomini & animali^che que-^
gli affetti diforte'^ & digrandcT^ d'animo non
baueffero.fofiero priui. Et ojjeruato poi finalmente
queBo fegno. f apremmo lui darci de gli affetti pre^
detti^certifiimo & fecurifiimoindicio. Mail fegno
ueramenteyche fia proprio & particulare de i forti
^ de gli animofi j e lo hauer e le eHreme parti del
corpo y & gli homeri.e'l petto ygrandi& mufculofii
^dunque fi può dire ragioneuolmente , queSio Je^
gno per fua diSìinta & feparata proprietà ^ quegli
affetti & di animo fitd & di fortcT^ fignificare •
Onde fi forma poi ^ ^ fi uiene ad ordinare lo argo
mento in quella maniera. ^Ifonfo (pcr^^fidir^)
Vl^tMO. il
ha te ejlrme partì del corpo y & gli homerlycl
petto grandi : adunque egli e ancho dotato & nei
corpo & ne l'anima dì ardire CT dì for^a . Che egli
uibifogna di certo fapere y che nel corpo hauentein
forte per compagnia un' anima ualorofa^ fempre fen
7^ fallir giamaiyle predette qualità fi uedrannoiEt
d'altra parte fi sdegnarebbequafì fi terrebbe
a uile un cuore animo fo , di albergare in alcun corpo
che le già dette qualità non haueffe.^Ma perche mot
te fiate y& quafi fe?npre adiuiene.che con quejlafor
tex^^a d' animo idimoftr ataci per e fegni dame dì-*
chiaratì di fopra , ci fiano uniti anchora alcu^
ni altri affetti che rade uolte da lei fi difcoHanOyCO^-
"ine è la liberalìtàmero la impudentia^ dico che non
jen%a ragione fi potrebbe perciò dubitareyO che il
fegno come fignìficante diuerfi afetti^non fi douejfe
per certo accettare ne i giudici de la fcientia che ci
infogna In noflra natura:ouero(in più minute diuifio
ni partendolo) fe luna qualità di luiypiu toHo lafor
te'j^ fignificajfeyche quell'altro affetto che congiun .
to fi ucde con lei • Come farebbe : Ecci alcuno che
nei fegni del corpo Jm il capo grande, & la fronte
tìleuata : Et ne gli affetti poi y & ne le ìntrinfe^
the naturali inclinationi y e magnanimo & lib er-
rale : onero (parlando de gli animali) con altrui
di buon grado partìcipante de le fue prede • tcco
' che qui y non è picciolo il dubbio che nafcere uì pò--
trebbe : Slandouifi in forfè y o che la grandei^ del
tapo foffe Jegno di liberalità : ^ la eminentia d(
1
L I B
% fronte ^ dì fortcTi^^a : Oucro che la dcitcttìone d4
fronte 9 liberalità, & lagrande^j^a del capOy/orte^^
%a dimosìrafje . Ma per ifconciarc , ^^on lafcìare
uenìre in luce cofì triUa & cattiua co falche crefciU'r
tnpoi& fatta gì'andeyfoggioghi quafi Cyro noueU
lo,& meni in fermtH lointelltto fuo auoloyci e necef
fario di procedere in (jucftomodo . Eglicibifogna
in prima confiderare dijlintamente tutti gli animaVp
forti i & ?ion UJyerali: Et da l'altro canto > i liberar-
liy ^ non forti. Et ritrouati quei primi hauerc il ca
po grandej & non la fonte rileuata ypojiiamo cfjer
certiy la grande'^ del capOy fola per fe medefima ,
il ualore, l'ardimento , & il grand' animo palefare-.
'Ma da l'altro lato fe uederemo qucsìi altri confion^
te eminente j eS^ con pìccola tcHa, dobbiamo fare fii
ma j negiamaifara falfo il noflroparerey che la al^
te^^ & la rileuatura del fronte yla liberalità & la
stortcfia fempre efprejfaìnente ci manifeUi. Et mede
fmame^ìte fe alcuno haueffe il capo grande & acur
to^i& foffe animofo inficme e sfacciato, potremo pa
rimente siare dubbio ft ^ fe la acute^^y di magnani^
mitay& Jela grande-j^a^ di iìnpudentia foffe fegno:
opure fe la acùte'zi:^, impudentia , & la grande's^
^Xa^animofita ci fcopriffe . Ma ce ne potremo poi ^
non con molto affanno &fiiticay per cotal uia riffol
nere CT fuillupare : Et in quefta guifa^la ccrtex^;^
& lauerita di ciò che andiamo cercando'^ ageuol^
mente trouare . Conftderando tutti che hanno il ca^
fa appuntato 3 comcsufadi dire in Tofcana^
non grande,e fere sfacciati, & mn forti: Et per con
frano coloro che grande hanno la tefla , & non acit
ta, e/fere animo/i, & non impudemi.Foi la accocca
te a Genonefi , dijji- alhora U Dolce ridendo: lattali
per un bello ordinario, hanno qnafi tutti le tefie loro
acutifme . Guardate rijpofc fubito il Confilo ,fe clli
fono ancbora come diffi,sfaciati:che guidati da l'ap^
petito lor naturale, per cacciarui di cafa noUra, inft
no qui a Chioggia ne uennero:Doue uoi che meno acit
te le folete hauere.non chea Ccnouj, ma pure a Cor
fica i animo non ui die di apprejj'arui . Certamente
fi f gghigando il Dolce foggiunfe : Ma perche non
hebberoi capigroffi, cr no» furono forti, uedetc che
CI nmalcro Fatepur ccnto riprefc alhora il Zornor
%a. che il fine di quella battaglia, die de a itoi k uita^
C?- « loro tolfe l'ardire . Deh lafciate digratia, diflò
Mora lo Inglefe, quelle uane tentiom: Et ritornate
(CT fia meglio , ^ maggiore & più larga commodi
ta di noi altri che u'afcoltiamo ) al uoftro primiero
ragionameto.Et diteci,che purn'è tempo hognmaii
feparatamente una uolta , quai fiano que fegni, che
m piace che da noi fieno nel giudicar e ojferuati. Que-
ita coja m diro poi , lo Spagnuolo rifpofeiche uo pri^
m ragionare alquanto, de la diferen^a dei Lm
McorpoiEt mofirarui,fe'l mio potere a ciò baflìa'
quai di loro fi debbano c ome buoni e- voueuoli che
Jàno, accettar e: Et quali fi cometrifii,èr inutili, alÀ
hand9nare:onde fatti dotti alfine,come quefli fchifu
fh& quegli MeffireMbano jeguitati,pvfùam
à
L 1 B T^O
quafi facerdotì di Vhebo.acefi & infiammati di ditti
no {piritOylepa[fw?ii de l'anime, nafcosìe fottoH uclo
de la terrena carne , fempre ueracemente falefare
^indouinare . Dicoui adunque ghe dei fcgni del
(orpo^ alcuni ce ne portiamo dal uentre materno;
J quali parimente j tutta uia ci accompagnano in-
fino a la morte , Come farebbe ( diciamo cofi ) la
lunghci^de le gambe: alcuni poi y quantunque
dal nafcimento & dal principio noHro hauuti Jem^
pre con noi y cambiano nondimeno nel procedere de
gli anni y la loro antica primiera dijpofitione: Et
talhora ( quanta for%a ha il girare del Cielo) an^
fhora del tutto la perdono ♦ Come nel colore fi ue^
de auenire de la carne y& dei capelli : Et ne le ca
pigliature fiìmilmenteia lequalifuccedono i caluex^
'Xi : nuntij ^ ^^Jfi^ggi de la debole & tarda uec^
cbie']^ • %4ltri fono di queSìi y che non perdono in
tutto la figura loro : ma la mutano folamente , Co-^
me incontra ne la maggiore parte degli huominiync
la alte'Z^,& ne la drittcx^ de laperfona^ Si ueg^
gonoanchof^cfje fiate nei corpi alcuni fcgni: non
già nati y & cominciati naturalmente injieme con
loro : ma tali pero > che in fino che l' anima y e' l calo-
re naturale da loro fi parta y loro fempre fanno y per
fetua & non mai fepar abile compagnia . Di quefla
cofi fatta maniera adunque y fono gli torcimenti rfe
laperfona yper ^popkffiay o peraltro maluagia
accidente in cjfi ucnuti : Et [opra quefìi , medefima^
menu molti dm difconci ^ debole%^:^cbclQÌn'*
fermha , 0 le ferite juenti contrariai fereno dcU
noflra tranquilla felicita , ne i corpi fogliano arreca
re de mortali • Ora di tutte quelle qualità difegni ,
fecondo la forxa del noflro ingegno apertamente
niayiifesìateuiy i primi che hanno infteme con noi ori
gine cr fine , dimosìranofmilmente quegli affetti ^
. che fono fermi , Uabili, CT rimanenti fempr e ne / tf-
nima noHra, dal primo infino a l'ultimo giorno. M4 ,
gli altri poi, che fo?w mutabili y 0 mancanti inan:^
chenoi^ouero dopo noi y& per alcuno accidente ^
uenutiy non poffono per modo alcuno farci nera & .
c erta teSìimonian^a , di quegli affitti che ci accom^
p agitano per tutta la uita.Beneè ueroychefi può
ojjèruando alcuno di quei fegniche mancano & fi
mutano, cono/cere talhora la fcmprc ferma, & non
mutabile uùrità . Come farebbe fe per lo uermi^lio
colore del uolto , fi giudicale la pudicitia, & lauer
gogna di altrui : quando è manifesìa cofa , che fi ar-^
rojfifconogli huomini , & diuengono cofi fattamcn
te in quella parte uer miglia jeper qualche acciden
te y fono alcuna Holta agretti à douere uergognar^
fi . Nondimeno quantunque ( come di(fi)alcuna fia-
ta queflofegno il uero ci fcopra , non però e ragio'-
neuole 3 ne fi conuiene in alcuna maniera , che in lui
totalmente acquetandoci , ne più oltre come di me-
gliobramofi cercando, lo accettiamo per certa & in
fallibile norma, nel di/porcy & ne l'ordinare i noHri
giudici . Concio fia cofa, che la uergogna che e flabile
^ ferma paffione delanima^nonpojja ne debba dal
L I B 0
fbìòre del uolto y uago cr mutabile fcgrìo dì qùetlù\
corpo , ejfere drittammte , ne con ragione^gia mai^
giudicata . Se egli è nero dijfe alhora il Dolce , che i
Jègni de le ferite yìion debbano ne i giudici de la fcien
de la natura de l'buomo , efj'ere come certi , offer '
nati & fcguitati da noi, comepojjbno dire imediciy .
ammoniti da Hippocrate loromaeUrOy che colut a
cui faranno per alcun cafo tagliate le arterie che fo--
PO quipr^ffò à queHe uene di dietro gli orecchi , fiaj^
da indi à dietro flerile ^ infecondo! l^e poffa per
alcun modoj più generare gì amai i Questa è purc%
( come fi uede ) diuinatione : laquale tutto che ella^
najca da fegno nuouo , & per cafo in quel corpo fo-\
pr attenuto ifcmpre nondimeno ri/ponde^cir riefco
certifjima • Donde uien quello fhaucrei caro che al^\
cuna cofa me ne dicefie^Haueagia lo Spagnuoló apen
te le labbia per fodisfare àie domande dti Dolce yì
quando lo Inglefe di nuouo interrompendolo y co fh^
cmiinciò • Dapoi che m'e flato per altrui mQflrato\
la uia 5 doue caminando miattrauerfi al uoUro par^
lare , dirò anchor io , che fe ijegni (come dite)mu^
tabiliy non foffero certi , non hauerehbe potuto
thagoray giudicare i fanciulli diteneriffima età: I fc\
^ni de qualiiCome tutol giorno chiaramente per noU
fi comprende^ fi mutano y ^ fi Cagiano tutti. Fogliai
tno dire che Tythagora ragioneuolmente nongiudi^>
caffi ^ Lafcritura , che non uoglio direlaauthorità^
ci perfuade il contrario , Diremo che ifegni de i fan.^
binili fìano fermi f ^on mai: che la e^erientiay macj
I M 0 . 25
ftra di uerìtà y ci Jìa incontra. Che diremo adunque?
'Diremo rijjwjeil Zorno'z^ > cheTythagora ferma-
^mla fùa opinione nel giudicare y fopra la faldei^
^de i fegni ììabili: ìquali [emano fempre mai quella
HsleJJàJa loro primiera qualità naturale . Che quatta
^tunque pàiache la faccia dd fanciullo (cofidirer-
^rnoj diucn'cndo di giorno in giorno maggior e^^ più
fempre crefcendoyO' oltre a ciò dal bianco , nel bru^
'noydal terfo/nel rugofoy dal molici ne l'ajpro, c^. dal
graffo ine t magro alterandoft é^'tfhppajjkndo ypigH
alcun poco di mutatione & diuèrfndj, no però adìuie
^ne giamaiychc ella alcuna mutiyde le fue proprie an^
tiche qndità:cl)è da principio le dicde^lacelefìe im'-^
mutabile fatale necejlità . Verciocheinfìno dalprU
miero giorno fi uede^fe ella è più delgiuflo , lu77ga\
breue,grandty picciola, ritonday larga , carnofa, od
'afciuttaiKt rhólte altre qualitadiin effa fi fcorgono^
l^hc no fi mutano co gli anni : ma fi mantengono fem
'prB quelle mede fmc y in fmo a V ultimo iermìne de la
^uitaQuefli erano i fegni cheojfcruaua Tythagóra:Et
*da quesiiyla tì'crièac^ la certerz^nafchiayde giudi
'di ^uel Sauio VhilofophoyMa uoi Signore ^Icfadìi)
cWkome medicoyil dubbio mi hauet e proposto, de [a
incifione di quelle arteridcome ui fcte cofitoHo fccnr
datocché pur dianzi ui difii , leipclinationi de VanU
ma^non potere effere conofciute per li fegni de le
ferite ? Tarui forfcy che fi debba la Herilitay pafìio^
I ne od ajjetto dinoHre anirrìe giudicare iTslpn ere--
d'io • eUa huitÌ0y& pafiione diqucHo corpo-:
D
J^on altramente chefifia la cecità : o qualunque al--
tra alter atìone^ò morbo fimile. Se adunque giuUa^
mente non fi potrebbe domandare diuinationeyil pre
dire à colui laprìuatìone eH mancamento del lume ni
Jiuo y cui fi uedefiino gli occhi da un qualche colpo ò
fer altra difauenturaguaHi & ricifh cofi non fi può
dire che fi indouini , la futura^an^^ pure la preferì^
te Herilitàjper lo uederej^com^^ bauete detto) taglia
te quelle arterie: jin^ì la cognitione de l'uno , cr de
V altro di quejlÌACCÌdcnti y fi de giudicare più toUo
xertifiima fi:ie'ntia. Conciofia coJà,cbepoco menofia
np quelle arterie, membri concorrenti nel generare,
che fi fìano gli occhi nel uedere. Dico adunque eh f
gli affetti de l anima noflrayche dal Cielo nel princi-
piaci furono dati de la noflra genexafionc , & che
con effo 7ioi tuttauia ci portiamo infino à ia morte y
fono per quei fegni conofciuti^chi^ fia^^^ p^ri^
mente,& che fini fcono infieme con noi. De ì quali ^
co^e di loro propria^ materiaynel dar modp ordi
^ à i loro giudici fi firuono 9^ fé; ne uaglìonó i fa^
^tfi ojferuatori di qucfia dottrina. non crediate pe
[ro\ che per que^i fegmfipojfajper modQ. alcmù co-
^nofcere, que^ì'huomo douere efier medico : &)^^J:r
. l'altro muficómero coftui in ufirologiaj'& colta i^
Geometria , douer diuenire ecceUentevfercioche^co^
\me. è- facile cr chiaro à uedere ytuue le fcientie,
coltura & ripofo di noHre menti y per iUrani acci-^
denti , & dopo alcun tempo fi acquifiano : Et non
già fono , fi come gli ometti , imprefii & fi^gg^^i
T li l M O y 16
primieramente y col fogno de la madre natura negli
ammìnoJìrLsen'2^ amaefìramenfo alcuno^ fono gli
buomnì fin da principio ò timidi.odauarifo Ubera-'
Jiyod animofi. Ma non fi può già fen'^ lunga erudi
jione cìr fatica , & feni^ perdita di molto tempo ,
acqui/lare od impre7idercgiamai alcuna dottrinalo
me dijje il Dolce albora^adunquc non uoleteuoi, che
il Cielo la natura ci hahhia fatto , più h abili da
princìpio più atti ad una cofu^che ad un'altra?
guardate ciò che uoi dicete : perche il contrario eli
quello che ci uolet^ perfuadere , tutto' l giorno ueg^
giamo : & manifeHifiiiTÌarhente fempre lo udiamo.
Et per certo fe egli non foff^.ueroyche natur^^^
te fofiimó piu tojio ad una fcientia, & ad uno e0r^
citip y che ad un altro inclinati y in uano farebbe fer
mamente riuJcitOylafatica & lo auedimentodiqucl
,^auio Thilofopho: che folcua menare à torno per la
cìt^à\\ fanciulli ro7;i , non aue:^ad arte , od à
fcientia alcuna: Et far loro in quel modo uedercy tut
te le operationi onde uar iamentCy fecondo la diuerft^
^ ^libumani appetiti y quei tai cittadini fi fole^
nano faticare • ^ccioche comprendendo ^^ ojfej:^
uando lui per quella manìer acquale arie-od effercL
tio fojfe loro più grato^egli per ciò potefe più agif
uolrnentey& con affai maggiorécerte':;^yintender-^
ne Mnchora & antìucderné le naturali indmationi
de le menti loro. Fano parimentCyfareblje flato lo ai
corto giudici 0 di Flijfe: llquale aftut amente rubbò à
Ja diligentia de la madre thethi , onde egli era con
D li
à.
^ L I B IlO . .
fi gran cura^& con tanta foUccitudinc cuHodito y il
'forte & mlorofo Achille : Facendogli [coprire con
'ingannoyquel fuo proprio naturale animo jiffmo af-^"
fetto:Lontano in tuttOydala cteanxa,& dal'habithy
' in eh' egli^quafi raggio di fole [otto folta nube^albò-^
^ra coperto fi Uaua. Ma oltre tutto à ciò, perche ere
'dete che dicejje Tlatone, effcre ne gli animi noUri^i
femi de le fcientie ^ de le uirtu f Jè noit per diho--
(trarci à pieno , che dal Cielo portò Hornero la poe-
/ia:ZoroafirOyla magia: Et co fi qualunque altro quel-
la fcientiaine la quale egli fatto poi huornOy & per
ciò gli organi del corpo ad ottimo fiato rido tti, pcr^
fetto & eccellente dinenne ^ La onde fdgpamenìe
diffe A^arco Manilio^ hauendo lungamente dijputato
di fopra^ogni noftra cofa regolarfi fecondo la'dijpo^
fitioney& la influcntia cclcHey il potere ancho cono-
fcerele immutabili leggi de fatiy effere tofa a punto
fààmaihente fatale. Ji queko lo "^pagUfìoiolgia non
nego yijfn)feyche quefte attitudini hàturali.cj qucHe
pàrticulari inclinattoni più à luna cofa che a lall^ay
non cifiano date primieramente da Dìo per le vnani
de gli otto Cieli: fuoi diligenti ; fedeli , ubidìenii
minifiri . 'Ma dico bene y che elle per alcuna guifà\
effere non pofiono preuedute da noi , per le qualità
V per i fe^ni del corpo . Dì modo che colui non ne
può ne k JHC offeruationi trattarcene la loro cogni-
rione à coltii fiappartiency che come noi ci fatichia^
mo di dimoflrare^non ad altro attende , ne altro con
fiderà^ ne ad altro pon cura^che a le note &ale ap^
7?,/^ IMO. 2j
farentic cHcrion dtl corpoiEt a le 7mtr^ (dirò cojl)
che circondano quella cajhydoue alloggia l'anima no
Jh'éL. Ma la loro nafcoHa & occolta conjideratione,
fa ne^rimane tutta intiera à lo jljirologo. lltjuale de
poter giudicare minutifiimamente , di tutti gli aue^
T/ifnenti de la uita humana: ò buoni, ò rei, ò fortuna
ti yOd infelici , ò prcfli , ò tardi à uenire che fiano .
pico fmilmente , feguitando il primiero ragiona--
mento , non e/fere pofiìbile che per quefli fegni, di
cui fono diucrfatncnee i noHri corpi diflinti yfipof[a
con certe'^ alcuna fapere , cjuale huomo debba f/-
fire riccoyò/juale pouero.Quefioydi ferro^&quel^
Caltroydi fuoco morire . ynoy di i^c, diuenir feruo:
Et altriyefjendo come fu Cafiruccio^al meglio &piii^
che donare gli fi pofTa, figliuolo di un uile & poue
ro pretesa la fuprema alte^ & nobiltà del regno
falire. Di qucfiiyiijr d'altri fimili accidenti di Fortu-
. na, quantunque forfè alcuno per li fcgni de i corpi
gli antiuedcjfe , à me non piace però di fa4ieUarne ^
per alcuna maniera.Confiderate adunque y& con di^
ligentia tutte quefte cofe predette cfjamimteyhne^
cejfario che ui facciamo uedere al prefente^quaifia^
no quei fegni, da i quali nafcc & ha origine ,&nei
quali y uiue & fi conferm , & al fiìie con cui muore^
èr finifee , quella nojìra fcientia : Et di poi y onde L
predetti fegni , pigliare parimente fi debbano : Et,,
finalmente cìafcuno di loro , come meglio per noi fi
/apra, per le più apparenti manifeke dimofiratio
ni che ci fiano y dichiarare , ejporrcy et interpreta^ ,
• • •
D ii)
\
l 1 B TiO
re. E laVhifioiomia adunqucy come fuonailnome
ifieffo che le diedero i Saui de la Greciaytegge^fcien^
tìa^& regola natutalcyche ci fa conojcere le interne
occolte pacioni de l'anime nofire. Co/i quelle^ che
fcìi^d àltèratione di qucHo corpo y per alcuni propri
fegni di lui fi comprendono : come e la alte j^ de
lo ingegnoM aflutia^CT altìre cofe fimili: come tutte
anchora quell'altre y che innoi foprauegnendo per
accidente , ci alterano , ci mutano la fuperficie
efìrema del corpo: T^e la guifa che ueggiamo fare ,
a la uergogna^a la pauray ad altri cotaimouimen
ti de noflri petti. Ma di tutte quefle differeni^yfpero
più di fotto ragionarne difìint amente . Hora uera-
mente mi aggrada di dircydonde fi tolganOi^- di che
maniera fiano quei fegniyche nel giudicare fono of^
feruati. Douete per tanto faperCyche cfii da cotai luo
ghi ficauano. Conciofiacofa che imouinie?itidel cor
fOy ì colori, i geni (fe co fi dire uogliamo) òuero coi-
rne diffe il uoHro Tetrarca , gli atti de gli occhi e^r
del uoltOy& oltre a ciò la ajprei^ , ouero la delica-^
tCT^a de la pelle y& de ipeliy & infieme la uoce y (3*
la carnè , & le parti & le mcfnbra del corpo fole
per fe feparata??iente , ^ appreffo la difpofitione ,
^ la forma di tutta la perfona 9 fiano uniuerfal^
mente quei luoghi yiquali fecondo le loro qualità j -
da noi (come difii) fegni addomandateyci danno pie-
nifiimo er perfettifiìmo indicio , de le inclinationi ,
& de gli affetti naturali de f anima humana. QueHi
fono adunque quei luoghi & quafi quelle minere >
doue i metalli fi camno, onde ì comporta fabricd
de gli affetti de l'anima noUra . Mapercioche me-^
glio al difiderio uoftro fi fódisfaccia , & perche di
queUa fcientia , maggiore & più ampia conofien-^
^ Manciate , uoglio rientrare di nuouo, per entra
aciafcmo de i già dettilmghi per fe: Et per tutte
le loro più ripone , & fecrete parti , ragiotiand<t
guidarui ; Et come nel mei^ode i loro intricati giri,
u' haliti il Minotauro de le noUre perturbationi
apertamente moftrarui. Cominciandoci adunque da
i colori primieramente , dico coloro che hauendo la
carne candida & chiara , hanno nondimeno neriffì-
mi & foltijjìmi i peli , ejfere di complejjìone caìida
cr colerica : Et ne gli affetti de l'anima , sdegnòfi,
iracondi , impetuofì , loquaci ,fubiti, & uantatorìi-.
Et a quelle medefme paffioni , ejfere in gran parte
fottopom quegli altri , benché con ajfai meno di ri^
tenmento & di fermeTr^^, i cui peli, cr la cui car-
ne, fono uermigli & infiammati come ardenti car-
boni . I bianchi poi, abondano di fi-edde^p^a , & di.
humidità: Et fono perquefto, timidi, humili,debO'
li, tardi, quieti, & effeminati . Coloro uer amente ,
il cui colore è fmigliante ad oro , do è di perfetta
mijìura tra'l uermiglio e'I bianco, hanno la loro com
pleffone temperatijfima : Et fono ordinariamente ,
dotati di buoniffmo ingegno. llche più certo,& più
fecuro anchora fi de poter credere , fe unitamente
con quel colore , bauranno que^i tali , la pelle loro
molle, morbida , tenera & delicata . Et fapere fi
D iiij
4
l., I B Ilo
de per regola generale , che tutti gli ammali che
hanno il pelo molle & fattile , fono timidi & pau-
toftnaturalmente -.Doue gli hauenti if altra parte
ipeligroffi & duriy fono forti per contrario & ro
huUi . Tra tutti gli ammaliai più timidi fono i Cer-
uiyle Leprine- le Tecore : Iquali y fecondo che detto
uhahbiamo , hanno tutti il pelo mollijjìmo cr fotti-
liffmo. Ma il Lione» L;qrfo, & il Cinghiale, che Co-
■ ' no pieni & nel corpo , cir ne l'animo di fortcT^ ,
hanno medefmamente il loro pelo duriffmo. T\(e ut
perfuadete , che ftano gli uccelliyda la predetta con
ditione punto lontan.i:^n7(i tenete per fermo,dipo
ter e caminando per queSìa ^rada,pcruenirealdrit^
t,o,ne la cognitionc de la uilta-.o del animo loro.Con
fiderate (uolendo uedere ch'io dica uero) particu-'
Urrnente le Quaglie, L'anitre, & L'acche : Et. file
troverete piene di paura & di deboleQ;^ : Et con
tutto ciò ucdrete la piuma loro e fere fofi m,oUe,chc.
Uafciui&luffiir lofi huominiyfe l' hanno fatto prò-,
pria & fempiterno albergo . Scorgerete da l'altro
canto le animofe Ucfuilcy e i fieri &audacifftmi Gal
li & Sparuieri , non hauere ne conucnicnte ne atta
pennata le morbifie^ de gli ociofi ^ teneri letti .
Il medefmo di tutto ciò , ne la jpecie parimente
amene de glihuqmitìi, La onde fi ueggonogli habi-
tanti uerfo la Tramontana, hauerei loro peli duri/
fimi-.Et ( fere ualorqfi & robuHi, Et coloro che più
uerfb il me7;$ giorno menano la ulta , di poche for^. .
«e/ eorpQ ,per la moka timidità, onde ne l'ani^
' Tnoahondatio ajjai ycfjcn per contrario dotati: Et
cori tutto queUoy bauere fmilementCy mollijjmi &
tenerijjimi i peli Ma per ragionare al prefente de le
qualità de le parti del corpo , dico (come dian7;i ni
argomentai) quella moltitudi?ie di peliy che a molti
fopra lo Uornaco nel petto fi uede , ejjcre di molte
ciancie^ ^ di feminile loquacità^manifclìiffimo fe^
gnoMafenon folo il pettorina lo fiomaco ancbora
^ il ucntrCyfono in qucfio modo coperti di peliy fi^
gnificano grande injlabilità & leggeì^'j^: Et ap^
prejjò un fiero animo y& empio: jprcT^tore in tut^
tOj^ contaminatoreydc le leggiyde la carità^ & de
la [anta religione. Ma fe^come prima dijfi) ilpct^
to folamente è pelofo y dim oHra , oltre al dilettarli
del/auellare^ grandc^^a d^ animo ^ ualore^^ ardi
mento . Hanno gli buqmii;ii faui , cbe non ci uiuono
indàrtiOy & che fi f armo capitale di ciò che ueggo^
noytqlto qucjlo tale Jegnoy da la fimilitudine de gli
uccellinquali effcndoyuia più che ne le altre loro par
tiyabondanti nel petto di peli^fono parimente ani-*
mofi & arditi: Et oltre a ciOyCantanoy & come dijjè
il Volitiano yfuernano tuttauia . roi fate inuerità
mqko bcneydiffe alhora il Dolce: in accompagnando
con le authùrità de gli fcrìttori , le parole che cofi
afpre,.ci porgete a gli orecchi : Che ad ogni modo di
njare ui togliete licentia.alcunì cofi duri^^ cofi nuo
ni uocaboliyche fe mai aucnijje che quc^ìi uojìri r^-
gìonamenti fofjero fcritti^ilche peranentura ui po^
trebbe incontrarcyrnì fo a credere che non bajiercb
L I B B^O'
botto ì margini de i librila capere le ugnate^glì sjre^
gi^le jpe7maturey& le poHille^che d'ognintorno lo*
ro farehbono fatte. Fi fo direychenon farcite già
inai per imitatore riprefo:fe già non fi addoniandaf
fe imitarcyil porre i uocaboli in fignifìcatione diucr
fijfimaydacio che altrì^cuì o uiuh o morti che fìanoj
il mondo riucrifcc & inchina ^ gli hanno ne le loro
fcritture lafciato. Io non po/fo di quefli tacer€:gt4an^
tunque però ne habbiate, lìi qucTii tìeffi termini ufa
to infiniti, il Boccaccio^ onde ci bjfogna confejjare di
hauereimprefo 5 tutto ciò che di quella lingua fap^
piamojmette animofità,per quella pajjione d'anmo^
che norìcilajcia giudicando difcernere il dritto: Et
noi (non fo con quale authorità) per ardire la hauef^
te poflo. Dianzi ancho uoleiìe dir dirittura , benché
emendandouipoiufafìedritte'^^che fu forfè peg;
gioiLaqnal uoce^il medefimo authorCy pofe in luogo
di lealtà & di giufìitia. Tarui forfè che queiì'à fia
poca liccntia ? 0 ui credete per auentura^che gli
huomini abbandonata la fecurtà , & la certCT^a de
l antica [ìrada»uogliano piutoHo uenirdrieto a uoi
per lo dubbio & perigliofo nuouo fentiero ^he loro
moHrate ì Mal diuifate cofi penfando: perche il
metter fi a rifchio , a lo affìcurarfi ; eH dubitare y al'
certificarfi , niuno fa giamai che propona.Ma che^
uoi cofi fattamente parliate^non ne faprei inuero al
cuna altra cagion ritrouare ; "h{e giudicarci che
per altra miglior guifa fi pòi effe ifcufaruene ; Se\
non dicendo y che efjèndo Sfagnuolo y come fetèf^
ìion potete hauere , la piena & perfetta conofcen^
7;a de la lìngua Thojcana . Mentre diceua il Dolce
'queUeparole^il Confolo t ut tatua co fi lievemente fog
ghignando , ne afpettam la fine: onde uedutolo che
to , glirijpofe dipoi in quefla maniera. Attenga che
per modo alcuno non mi paia ufficio di prudente huo
mo J^afciando le difputationiphilofophiche & natn^
raliytrattenerfi in quefiioni a Gr amatici & a Tedan
il couenienti'yUoglio nodimeno , dapoi che pure mi ci
hauete tirato^che mi fta lecito^dirne {come fi dice)
ma fola parola . Egli non e dubbio alcuno , che in
tutte le lingue yfempr e fi trovarono prima huomini
che fcriffero bene : Et poi coloro fuccedctterOichs
offeruando i modi & le figure del dir e , ufate da gli
antichi fcrittoriyfecero poiy& formarono le rego--
Icy del bello & ordinato parlare . Tlutarco in que
fio propofito fcriuendo di Homero , lo nomina non
falò il padre de la Gramatica ; ma il fonte anchora,
gl'origine di tutte le fcientie. Ts^on per altro uera
mente :fenon perche ejfendo fcrittore antichijjimo^
non eglihaueua fecondo le regole , che non ci erano
faueUato;rnapiu tofìo le ofjeruationiy & le leggia-^
dre maniere del dire y fecondo il parlare di luiyhane^
uano primieramente hauuto regola & ordine, T\[on
uoglio(per non moUrarui il fole a lume di torchio)
ragionare rie la prtfente materia de la lingua Lati-
na: per cioche non filo fappiamoy ejjere in lei le re-^
gole de la reihorica , andate drieto a buoni fcritto-
ri ; ma li maeftri anchora di quelllarte^corne uani
4
ocìofi & lìiutiU a^ la città y cjfcre flati-alcuna iwita
cacciati di l\oma. Ma Ufciofldo. hoggimai a i morti
^ a gli Hr ani 4e aliene gìaeflime fauelleJ?ora
quefiauQ^ira imetiteltaliana^uìi poco attentamen-^
trconfidcrianin. Si uedrvmo cjjère dugent'anni o po
(0 menoyche il Tetrarca & il Boccaccio^ l'uno ne la
profani altro nel ucrfo fcriùtndo ^ & in quel modo i
bei concetti de l'animo loro ifcoprendo , leggiadra--
mente in efja fiorirono : Iquali udendo confejjare
il uero yjono certamente i più puri più regolati
fcrittorhcbc hauejjeroin tutti quei tempiiEt che fin
quesìa età , non hanno alcuno che loro fia paffato
dauanti'jEt pqchijjirniyche per picciolo ijiteruallo lo
Yo fieno ditianti.Tslondimcvo non fono pero ancho^
ra quaranta anni forniti y che fi fono cominciate
ucdcre le grammatiche , le ojjcruatìoni di qucfla
fanelli. . adu^rique {come per gli antedetti effem^
pi se potuto ueder e) furono in tutte le lingue pri-^^
ma gli fcrittori regolati ^ che le regole de lo fcriuer^
Irne ; ui domando , per qual cagione uogliate che a
gli avtichi fcrittori ifia lecito di parlare fecondo il
gìudicio de l'animo loro ? Et che i moderni (quafi
che ga%e fo(fero & non huomini) dehhaìio fola^
mente le parole di quei primi imitare ? Ver certo
qucfla e ingiuria cofa:lN[on foloin huomini di di^
ucrfa profeffiGne : ma in coloro anchora ^ che una
materia ifleffa tratta ffcro . Secondo i tempi , diffe
quiui lo ^mhafciadore , e di mediterò che gli huo^
mini che hanno difidcrio diuiucre pp' lomci^o de
'P\ l M Ó.
le loro fcrìttureyneie^menti i^- ne^li animi dt: i lo^
yo difcendenti,& de i loro tardi nepoti^dcbbano tal
Jooruy & talhoranon fianòtentàtdfdtrui imitare.
*Ter Cloche haucndo (come fapete) it lingue , come
\utte le altre cofe,accrefcimentOy fiatò y& decrcfci-
mento; poffono molto bene coloro che forgono ne lo
'n^<^raudir/iyO ne ìàperfettione dialama ìinguaifcri
'tierepér fefteffi fecondo il loro giudicio: Conciofia
ct^fa che hifo^& la uniuerfale foufidctudinc del com
'•nfun fauellare,donde corrièra certo prim^ fi de^
riuano le fcritturejìa alhora dilungo miglior Cy ^
'piu uago.& più leggiadro y& polito yche quello non
era^ che ne l'età fuptriore quegli altri huomini ufa-
jiano. Ma, a coloro yCui hauolato il Ciclo far nafccre
ih tèmpo che una lingua perda& minuifcaU fue
'pure bellc'^Tie.non è p cr alcuna manier a conuenend
kylo fcriuere fecondo l'ufo corrotto dei loro t^:mpi:
Xffendo efìoyaf ai peggiore , più lafciuo ,piu gonfio,
& più affettato che il pajfato non era . Ma loro è
grandemente neceffario di coloro imitare y che nati
in più felice eìadè- feri fero meglio. Tlautcè de più
àntichi fcriìiori che habbiamo ne la lingua latina :
Vedete parimente , come egli non poco fente di ró^
(jr di montanaVoiEt come le fue parole ypiu a là
ratroy ni contado; che a la pennay &ala citta fi
conuengono . Terentio poi gliuenne drieto: Ecco
d'altra parte , che maggiore coltura y & maggiore
eruditione in luì trouerete. Lucretiopoi fi fa piupu
ro : ma non può però in tutto abbandonare la ro-
L 1 B 1^0
7:e7^ antlca.Sticcedette al fine quella età felìcijjir'
ma:l<!c laquale in i/patio de pocbijjlme decine d'an-;'
ìihmoUi fcri£ero perfetti{iimamente . Catullo pri-
wa: Et Cicerone y pieno di leggiadrie y di fioriyCir di
uaghcT^tEt ilpurijfmo & caìididijjìmo Cefare.Et
da l'altro catìto,f'ergilio,Horatioypbull^x&
dio :& molti altri. Ciaf cuno de iqualiy quantunque
7ie lo §ìile diuerfo.lper fe.giudicato perfetto. Que
fti inalT^rono quella lingua^ a la fomma grandei^
%a : La onii^y^la tofio fi empie di tutte le fcientie :
htfi mantennè poi cefi grande, fen^i^a che fi poteffe
uedere, che ella euidenlcmente da ìiima parte pie-
gajfc , in/ino a le primiereMjcqrdi^ d^h^^
Con gli ejjerciti uenuti da la Spagna^con quelli chg
da la Maniagna haueuano .feguitfi Jl^iteU^^ ^^^ol
to più con le genti Orientali di Fejpàfianoycntraro^
no in B^orria^le priniiere tnanifefte corruttiomdelfd
milare.Ter ìaqual coJa.QuintiliunOyTranqmll^^
uenaley& il fecondo Tlinioy& àltrlche furono po
co dopo quei tempiy mofirano ne gli fcrittì loro yla^
perdita de la antica purità l\pn/ana.Si fecero poi le
guerre Settentrionali più propinqueiEt i Daciy dai
Cotthi cacciati, a leprouincie de lo Imperio fiaui-^
cìnarono: perche mefcolatifi i Bimani con effb loro^
fi cominciò parimente con più forzala guaflarCyé*
acorromperc qucllalmgua . Di qua uicne chea pe^
tia fi pojjono Icggèrey^mmiano Marcellino'yVegCr^
tioy Frontino, Materno, & altri infiniti . l{ptti
gUoflacoli de telcgionh i nondarono i Barbari tut^
3P ]^ 7 Af 0. 52
te le regioni de lo Imperio : Onde hehbe fine , in
jutta fi eflinfe y & [otto l'onde altiffime de la loro
Barbarie , rimafe totalmente affogata , leloqucntia
ì^omana.Come adunqae non doueuano i primi fcrit
tori Latini , & quegli altri che furono a tempo di
piulio^ & di jLuguflo , coloi(o imitare cheirian^ a
fehaueuano fcritto^prrcioche non migliori come fu
jrono /ma peggiori jarebbono fiati gli fcritti loro ;
cofi non era conuenìenteyche gli ultimi, l'ufo corrot
tijfmodela gualìa loro età feguitaJfero:Ma doue^
Mano più tofìoj con ogni loro ftudio & diligentia , f
buoni regolati antichi imitar e. Ben fapete^rilpO"
fe il Confilo alhorayche in una lingua di già pcrue-
nutà a la maggiore ultima fua grandc^^ytiHto
ciò fi conuiene a coloro che fcriuono-Ma non credo
pero che gli fcrìttori di quefli tempi , quafi che la
lingua uolgare Italiana 3 non potejj'e ne più bella ne
maggiore diuenirCy ad bauere quetio penfiero fieno
per alcun modo necefiitati . Sidunquc non credete
uoi diffe il Dolce yche il Boccaccio habbia a fupremo
^^rado di bellc^^ & di honore , ridotto la lingua
Tofcana?^n ioyfoggiunfe fubito il Confoloilsl^ mi
pare inuerìta ragioncuole^che la nouella di Marcuc
cioy 0 di Chichibio (però che de gli ^dmcti 3 degli
'Frbaniy& de i ThilocoUygìa il mondo fine è chia-
rito) debba dare l'ultima & foprana perfettiotie
^ad una lingua . Lafciate che le fcientìe fi trattino
con qucHe uoci : Et che la Italia habbia d'ogni ra-
gione y (ir d'ogni maniera fcrittori : Et alhora fa--
^ . L 1 n li 0
cìlmente troueremOiCio che bora cerchiamoiEt qt4el
lo che alprefe?itCydi non banere confejJìartioiÈt che
dì confeguire ycon tanto ardore & con fi accede uo-
glie bramiamo. Io confcfjo di banere cofr faìiidiofo
fuogliato giudicìOy che -per infino al di d'boggi ,
'ninno pèrauenturay od almeno pochijfimi ftrittori
ho faputo tromrey che compiutamente y& da ogni
parte fodis facciano a l'animo mio. Et mi day ebbe il
cuore j di potere farui uedcre neluoflro Decameron
nemedefimo^non folo una fiata^ alcuni mòdi di fa^
uellarCy & alcuni uocaboli , che hauerei ardimento
(li dircy chepotejjino ejjerepiu belliypìu tcgpadri ,
più uagbiy& migliori.J<lc per cioydcbboejjere jgiu--
dicato arrogante: percioche io non lodo me medefi^
'mo:ma quella bontà^V quella per fcttioneuo rider-'
cando in altrui, onde colpa forfè di non bpiigna &
non amica Htlla, mìueggo per mia debolex^anda
ve, grandemente lontano • Bene h nero che fe fojfe
a qucfla età conceduto, di uedere publicàti una uòt^
tay i Dialogi de la Bj^etorica fcritti da Mcjfer Spero
ncy non r e^ar ebbe gran fatto più agli buomini^che
defiare in quefta materia. Concìofia cofa che egli
€j}frej]amcnte dimoflri in quel librOyquanti ornarne
ti, & quanto di belleT^ poffa hauer la Eloquentia.
^Ihora lo ^mbafciadore , certamente diffCymolto
varo mi farebbe il uederli : che hauendomelì lodati^
con luiragionando cómefo jpejje fiate fua cortefiàj
ilprudeìite Secretarlo Cornino , // cui Sauio giudi
ciò non è folito ad ingannarft ygli Jìimo uer amente
buona
T I M 0 . 23
buona cofa & leggiadra. Ma ditemìy hauercUeli noi
peraumura f T^Jon Sigtiore^rifpoje il Zorno'^^ma
udì legger e, non e molto ditempo fafjatOy in caja
di Don Diego nofiro ^mbafciadore: llquale come il
cielo pieno di lucido & Joaue calore , a jè naturaU
inerite tira & ind^ tutto il noiìro fuoco.cofi egli il
cui petto come V api de fiorii fi nutrifce de la foauità
de le uirtuyquajì riuoua calamità diuenuto^non il fer,
ro de le minere i ma loro de le {dentiera fefcmprc
ritira aduna.Ora adunque, ripigliando il ragiom
mento di prima^poi che non è flato per anchora oc-^^
cupato il primiero luogo;o/ia pure fecondo ch'io giù
dico che 'lo Sperone, merce de la fua uirtujui s'hab
bla affettato; non debbono però gUhuomini dijj)e^
rarfi , di potere fcriuendo Jècondo il loro giudicio ,
parte principalijfima,& più che ciafcun' altra necef^
faria in qualunque ci uiua^merit are loda nonpicciola
prefjò a la loro poUerità'Et di ejfer e odagli huomini
che ne le altre età ne uerranno , letti uolentieri : Et
hauuti in fommobonore, & in pre%i^ . Terciochc
in tutte le noUre operationi mondane^fempre fi ere--
dette efferc d^gna & lodeuole cofa^ non potendo tra
primi ^almeno tra fecondi ^ tra ter^i ejfere anoue-^
rati .^ Malafciamoda parte hoggimai quefie uani
fciocche'7:je : Et ritorniamo più tofioydopo tantiy&
co fi intricati rauolgimmi. > a riappiccare il filo del
primiero noSìrp ragionamento^ la dòueefio dianT^fi
ruppe. Seguitò dopò quejie parole uno breue filentio;
quafi con quella taciturnità , dichiarare uolefiino gli
£
altri duh U loro attcntìone :,perche àl nuouo il Con-*
foto in cjuefìa manitra comincio a fauellare . l{itor^
fiando adunque y a i fcgniche fi cauano da te quali-:
de le parti del corpo , dico che la carne dura , CT
come dicono i Medici di forte folta teflurà, è <ir-
gmiento Jemprcper Je notifòimo j che altri fia ro'2^
& flupido neh ingegno: Èt nel corpo , di fi pocì>
debole fentimento dotato y che a gran pena queU
le cofc che mordono & pungono leggiermente la
parte di fuori del corpOyCjfere pojfano non che fenti
te ifna aduertitc pure da lui . Ter contrario poi la
molle & rara , è fegno di protitc:^ (^ uiuacità di
ceruello : Et di fentire fubito & acutifiimamente *
ogni picciola ^ lieue puntura : Se già non f offe
é^ueiìa rarità & moUe^^ di carne , accompagnata
con un Còrpo forte ^ robufto : le cui eHre?nitd , CT^
grandi , dure fofiino fimilrnente . Teroche bene
ha for^ quest'ultima e onditioncy di alterare^ & di
mutare la prima:ma non può però la primieray quc-'
Scaltra in alcuna notabile parte guafìaìe* Ma óU
tre anchùra a tutto quello , da diuerfi mouimentì y
onde uariament£ la per fona fi moue , lyanno come
.già difiiy ojferuato i Saui del mondoyCjjere parimen-
te negli animi noHri , uari <^ diuerfi appetiti.-Con*
cìofta cófa che la tardità & la pigritia del mouimen
to y a gli effeminati & molli huomini fi conuenga :
£t a coloro y^e fourabondano nel corpo di fred-
'dc^ y & di humidità : freni fen'j^ alcun dubbia
. fotentifiimi 5 in fermare & a ritenere il corfo de le
humanc Itogli e . Laonde ragioneuolmente diciamo^
éjjete quefio tale mouimentó ^ dìgran lunghi più che
àafcm'altroy alefcmine 'i naturalmente fredde &
humide conueneuoLe . Ma da r altro canto il 7nou€rji
con prciìe'T^^j^ 6"' uclocernente yfignifìca ne la corn^
plefiioìie del corpOyCalore & ficcità f Etne gli affet^
tiy& ne le naturali inclinationi degli animi , incon-
Hantia legger e^^.f^ mobilitàiEt è infiemcpin con
nenicnte^ & più proprio de l'huomo. La uoce nera-^
tììcnt esquando per lei ?ion folo iconcitatiy fnai ripor
fati dnchora monumenti de noiìri petti fi intendono ^
tffendo molta chiara eJ?^ grande , ne l'animo uirilità
& uigore ; ^ nel corpo gagliardia & fortè'^^a ci
rnanìfeda : Ma la poca^picciola^& ofcuraja t altra
iato ne V uno timore ; & ne l'altro debolcT^ dimó^ '
fira. Le figure poi, & gli atti del uolto, che portati
dalucntrcmaternoy ci danno ìndicìo di qualcVe cer^
to affetto de l'animo, fono tali naturalmente y quale h
in quel tempo il uolto di coloro, che Jbnò talhora
traff) èrtati a cafo da quel tifile affetto . Come fareh-^
he percofì dire y accio che meglio fi ano daùoicofH^
preje le noHre parole : lo iracondo ha per natura
queig^Hi neluoltOyO quella figura y o quegli atti che
dire li uogliàmoy che altri fuole hauereper acciden^
tCyquand'cgli fi adira. E dopò queUo necefjariaco^
fa a fnperc , che iti tutti gli animali generalmente ^
femprc il mafchio è più arditOypiu forte,& maggio--
re che la femina : Et ha le parti efireme del corpo ,
pu robuHCypiH piene f& pili forti:Et h migliore uni
E ij
Z I B 1^0
fierfalmentei& più atto a ciafchedma cofa . Fcirrei,
appreso a qucHo che per noi fi confideraffe ^ ninno
tra tutti i Jegni che o/Jèruarete. ne i corpi , ne ejjèrf
cofi forte nel fìgnìfìcare^ ne douerui rifpondere tut-
tauia cofi certo nel giudicar eccome quelli fempre fa
rannoy che da i gefii come difillo dagli atti fi tolgo--
no , f quali congiuriti infu me col caminare^ col
mouimento^engono fen':^ alcun faUoyin quella e c-
gnitione le primiere parti • La cagione uera'/ncnte
perche queflo fiayèchc feguitando quefìi dui {limo
uimento dicOy& gli atti del uolto) od in tutto ferf^
alcuni^od almeno con minori impedimentiyle natura
li innate ajfettioni de l'anime, uengono per ciò ad ef t
fere^ne i giudici di quefia Jcientiaypiu ehe qualunque
altro fegno fi fia , ojferuatì fempre con certeT^ dì
lungo maggiore . Ma bene e uero ( fi come ancho, di
fopra per me ui fu detto) che lo acquetar fi y& il ere
dere fermamente in un fegno folo;non fia maigiu^
dicato da alcuna fauiàperjona.ne ben fano^neprur
dente configlio, ^n'^i e necejfario a chiunque uuole
ragioneuolmente procedere giudicando, ^ difidera
che i giudici fuoi fempre certi , & fempre ueraci
tiejcano , non prima certamentey& con determina^
io giudicio pronunciare , CT affermare alcuna co/a 9
ck^ egUueggay & chiaro & manifeUo comprenda <^
jda molti de principali più importanti fegni ,
concptr^nti la medefma fignificatione^, quella
fua opinione ejprcjj amente ejfere dichiarata ^ Ha",
k^iiè^A & confermata . Eccijmcbora j oltre a tutti
T III M 0. ^5
^uefli uri altro modo : per loqualc le conditìoni de la
nolira natura, & le buone , CT le ree qualità de l'a-
nima no§ìraf non acquiftatcper alcuno iUrano amae
' ftr amento , ma imprejjeui con interna nota del fat-
tore del uniuerfoy pojjòno chiaramente ejjère da noi
conojciute • llqualmodo y ne gli antichi tempi da
^riHoteley come egli mede fimo fe ne uanta y fu&
trouatOy & ojjèruato primieramente . Quando confi
• derando , adunque akun corpo y uederetein luìy da
molti fegni , effere ftgnijicatt diucrfc pacioni od in^
cUnationi di mente y potrete col giudicio uoHro con
Aetturare^non folo a quelle note CT manifcsìe pcrtur
bationieffere fottopoftaqueWanimaima anchoraad
alcuna altra ne palefe y ne chiaraiche pero feguiti CT
volentieri fi accompagni con e/Jò di loro ♦ lederete
talhora(accioche il mio fauellare meno ofcuro uifìa)
per gli aperti fegni , & per le certe qualità del cor^
po^douere alcuno , ejfere naturalmente inclinato y a
lo fdegnoya la meUitia^ &ala Jpiaceuolc^yod a la
mala creanza : parlando per un termine nofiro : da
noi nuouamtnte introdotto in Italia : JL costui me-^
de fimo , potrete drittamente giudicandoy predire fi^
cur amente y VeffergliV anima modeUata da lo ili-
molo pungente de la jrcda ìnuidiai^uenga dicOyche
nel corpo di lui , non fi fcorgefie chiaro c^T ejprefio ,
alcuno fegno che quella pafiione fignificafie . Tercio
cheti fauio Z7 accorto confidcratore de corpi , da i
predetti fegni , che dimoHrano le qualità y&lean
tedette pafiioni de Vanima^ caua & tragge lo affetto
_ m • • •
7? .1 T 'B II 0
■:xde la imidia : ancbora che accolto : nondmerio coti*
^fcqiìeriteyZÌr comeneuole a loro. Et è neramente cjue
^ilo modo di procedere , molto proprio y <^^moLto
^omeniente al Thilofopho. Concio fia cofa che il trar
ire da alcune coje certe , uno configgente neccfiario ,
-fia grandemente proprio & peculiare di quella par ^
te di pbliofophia , che rationale fu detta da i Lati-^
' ni: qantunque la confuetudine & l'ufa comune , ab^
bia fiiìipre il Greco nome più uolenticn accettato .
^Et fapere ui bifogna , cheji cornepir molti buoni an
tecedenn , fi dicedouere efiere il confequente buo-
no ; coft per contrario . da molti aìit ecedenti triUi ,
'"^lafce fimilemente il confiquente reo • Dirà co fi y per
cagione di efiempio . l<(el medefimo moda , che ueg
-gendo alcuno douere efiere , cofi dimoHrando le qua
iitadel fuo corpo y giuHo y pietofoy & modello ;
pojfpdire lui infiemc eff^re ben creato : & di gentili
iir leggiadri coHumi adornato tcofiperxerti & ma
nifefìi fegniy conofcendo altrui sfaciatOy crudele j &
ingiusioj che egli ancho fia con tutto ciò fcoftumato ,
tni h lecito a credere ueramente . ^Ihora il Dolce y
fi come colui che ardeua di difiderio di domandare
il Confilo alcuna cofafilche per lo sfauillare delgli oc
chi y per lo jpejfo mouerfi , & per altri atti chiara-
mente ficomprendeua; anchora dijfe, che non bene
Sìiay di interrompere con mie domande y l' empito ^eH
concitato cor fi del uoUro ragionarnento ; Et che fap
pia ciò facedoydi daruigiufia cagione^onde & leggie
XP x& impatiente giudicare mi poffiatemondimeniè.
IP l^T MO ^6
Ito pure ad ogni modo , che uno ofcuro dubbio hor hQ
ra uenutomi ne la mente , col lume de le uofìre paro
le mi facciate chiaro : Che f in m'e caro di cono/cere
40 quei nomi le (ofe che mi fono ocfoUe , chefeni(ef
fi 5 non fapere, ( come fi dice) più la di qnanto che ci
recai da cafa. Domandate pur nia fecur amente rifpa-
fe il Confalo , di tutto ciò che nel penfiero ni cade :
\^he hauendomi tolto hoggi a mantenere quefìo cani
pOy nongiuflamentefoi'ei , rifiutando affatto 0 pugna
Alcuna Oli lo foj]i ricbieSìo . ^d uno prode & uaLen-
ie caualicre come noi , diffc il Dolce.v ad uno fcher
tnitore eccellente ^fo io troppo bene ^ che i micipo-r
/a macftreuoli colpi , non faranno perdere pure un
dito di terra: "Nondimeno acsioche io fappia per l^
auenire ^ fe non con più for'Zfi ferirenltrui , almeno
7ne più cautamente difendere y ìnfcgnatemì corsie pò
teffiqueHo colpo fchifare . Voi poco ìnanxi dicèfie^
•che la uoce grande /i^groffa, era fcgno di uirilità
iO di fort€7^:. Et per contrario la fiottile, ^ picelo
la y didebolexx^parimenue d'animo & di corpoXp •
poi foggiungeiìe foco di fiotto ^ tm tutti i Jegniche
uariamente uariano ì nofìri corpi, che ci fanno in
tata fimilit Udine andare diffomiglianti^ ^l^^g^ifO^'^
fen^a alcuno fallo di lungo più certi ^ che dagli at-r
ti j & da le eHeriqriapparentie J^luoltofitolgonoY
7^ lequaì parole y hauutouì fopYa confideratione ,
citrouo grande diucrfita. Tercioche fe aigeHiri^
guardo y ueggogU huomini adirati , tutto che la UCfr
fc loro/iagraue &groffa naturalmente, falere ^or^
dimeno in fu quel punto ^a[Jottigliàrh ^'éf^dgux;^
la non poco . Et altra parte , coloro che non pati^
[cono alter atìone alcuna di colera , parlare per or-
dinar io più grauemente : Et mandar fuori il fuono
de la noce loro yfempre più grojfo . Ter iatjual co fa
in quanto a quefia apparcntia , giudicarci che fi do-
ueffe direy che gli huomini chthdnfio Idùoce sfottile
acutayf off ero forti i & iracondi: Et deboli da l'ai
tro lato , & manfueti coloro y cheingraue & grof^
fo tuono fauellano . Ma oltre che uoi ( come ho det^
to ) ci affermafie il contrario , fi ueggiamo anchora
tutti gli ammali > che hanno magiore grido di fde^
gnofi y di forti ^ & di animo fi , come fono il Lione\
il Toro , il Cane latrante , é*l coraggiofo Gallo , far^
fici di loro propria natura : congroffa&graue uoce
fempre fentire : Et quegli altri poi che fono timidif
fimi & debolijfmi yfi^ come è il Ceruo^ , il Capriuolo,
^ la Lepre > acuto & fittile naturalmente , hanere
il fuono de la uoce loro. Di maniera che s'io miro a la
fimilianT^ de gli animaBy ueggo la uoflra propofi^
tione 3 hauere faccia di uerita : Ma d'altra parte fe
confiderò la appareiitìà che ci fiede di fuori nel uoU
to , che uoi horageiji^ ^ hora folete attiaddoman
dare , parmì di conofcere , che elìaper non lieue jpa
tio y fe ne uada lontana daluero • Di che mi farete
fommo piacere , aleuaì-mi de t animo quello dubio :
Et a rnofirarmi ( come diffi di fopra ) quello tratto
dìfchrima . Mhora lo spagnùolo ,queko rifpofcy mi
è fembratQ ad uno affalto Siciliano: Onde foggiunfe$
V III M 0 .
foleua dire Antonio da Leuay che fempre ne riporta
-fio gli afjalitipiti uant aggio che danno. Domandai e-^
ne pure i Frantiofh riprejè [libito il Dolce: Et quello
cofifoUenne & decantato uef^ro.T^n ne ne maraui
gliatCy il Confolo replico : che come dice ilproutrbio
uolgared^huomo che dorme , fe Iq mangiano in/ino a
le mofche. K^on credo già che nafcoUo eljereui deb--
ba.come da ogni tempo quei nojiri uicini , ma moltQ
più in fu l'horaulel uejproy fieno ufati di dormire non
folo col ceruello come fanno quaft ad hogni hora:rm
ancho co gli occhi del corpo. Ma per ritornare a uoi^
dico che le qualità de la uoce^dimofìranti o fartela
Q debilita.non fono come ui penfate , lagrauita , o la
acute:^: Maalhora dobiamo giudicare ilualore &
la fierc'x^ di alcuno , quando ne fentiamo la uoce ,
che grande fortCymoltayrifonanteyZi^ copiofa difjnri
tiyciperuengaagli orecchi: Et da l altro cantOydebo
Icy & uileragioneuolmente efiimare pofiiamo colui ;
la cui uoce fia picciolaydcbokypocaylanguiday er in^
terrotta. Direte per tanto inqucUo modoiEt piucer
ti affaiyCX più fccuriyuederete riufcirne i uofiri giudi
€Ì . Gli animali forti & iracondi , hanno grande ^
molta uoceiadunque gli huomini hauenti la uoce loro
co queHecoditioniydebbono parimente,^ robusìi &
animo fi e [fere giudicati. Oltreacioy gli huominiadi^
rati parlano per accidente in uoce rifonante yaltuy ^
abondante di /pirti: coloro adunque che di loro pro^
pria natura fauellano fempre in questa maniera^ fo^
no fmilmente fieri & difdegnofi*Eccoui adunque^ fi
l^ B IL .0
come fi lem la c'omrarkta da le noHre parole : Et fi
come iljenfo lorQ , & chiaro cff^edito cene rimar-
ne. E ben uero chejie ifegni the fi tolgono. da la uoce^
fi da qualimque altro fi fiamenibro o qualità j^orpi^
Yale ,fi debbe hmere cur^ (li non determinare certa
piente ilgiudicio; quando ifegni tra [cpalefino paf-
fioni contrarie & diuerfie l'uno da l' altro. Oiciamo co
fi: fe intenderò per la uoce douere ef] ere Alcuno aniT
mofi) , icuifegnipoiofjèruatineg^i occhia uile me h
diryioHrino ^ non debbo poter con ragione , in lui cO'*
me certa eà" manifesta cofity & non poco più de l'air
tre apparente^ alcuna de le già dette pcrturbatiom
credere giudicando; Ma fi bene uno certo flato mei:^
iìo: che fi a di ardimento) & di timor CyCon eguale &
giufta proportÌQne partecipe^Et hau€tC4 fapere^ efr
fcrci eia/cuna uolta nccejjario di hauere qucHa tale
aucrtpi%a , cheH Malora & (ii uirtu (come ho det^
- 'fo )pari i fegnì trouìamo.Ma quando Inno di loroy
è più potente & più forte che lahroyalhora a quello
di maggiore autorità , come il dritto & Vhonefto pcf.
jre che fi richieggay indi ilnofìrogiudicio informanr
•done:accoftare ci dobiamo: Et fecondo lui folóyfen%a
.hauere a gli altri di minor grado riJpcttOy conuienci
dar modo y ordine y & dijpofitione y a tutto quello
che noi giudichiamo .Come farebbe adire: Qtian^
do e dai peli manifefiatay alcuna certa paffione y qua,
Ut a y od affetto d'animo ^ non fi de per la uoce auenr
ga che ella il contrario ci anunciafie , la primiera
jgnif catione tolta da i peli ^ . in tutto cancellar^
td eslìnguer e. Concio fiacofa che il fegno ofjtruato M
. le condì tioni de peli^jìa di gran lunga più forte , che
ejuello de la uocc non è. Dobbiamo oltre a cioybaHci^e
fernpre rifpetto a le regioni : Et (come difii) a i uari
Cìr diuerjì inftuffi del Cielo : onde diuerfi anchora,
, differenti fono i pacft:dati in forte ad habitare a gli
huomini da la reina fortuna . La onde fe uedrcmo
• uno africano (per cofi dire) forte & animofo , non
- è però ragioneuole , che crediamo hi ejfere tale^fe^
. non con gli huomini comparato j nati folamente ne
. V africa . Ver Cloche queìio ualente & animo/o ^A^
fricanoymejfo mfieme con un HungherOy 0 con alcù^
no BohemOyche però habbiai mede fimi fegnigraH^
(t animo & gran for^a fignifcanti y potrà merita-^
mente ejfere giudicato debole & uile. Tanto cforte^
eJr* cotanto puote > laparticularc proprietà di alcun
cielo : Et la diuerfa qualità de le regioni. Ma perche
meglio ui fi imprimanone la mente le parole eh* io
dico , & con miglior ordine^C p^^ pit* diHintame?r
te inarf^a ginocchi recaruele^uoglio a guifa di buon
. capitano y di quefla confufa moltitudine di fcgm^
• di ajfcttiy ordinare partitamele diuerfe fchiere ^
Xhe fe già foleua Antonio da Leua , & hora il
Marchefe del Fafìo y con tanta lor lodcy onde uiue^
ranno fernpre nei lunghi fecoliche a quefto fucce^
deranno y nel dijporre & ne F ordinare gi ejferciti >
'.mandare gli Spagnuoli in questa parte ; gli Italia--
jti y in quell'altra ; Et altroue i Tedejchi ; Et tra
quefli anchora , qui le cauallerie , & cola uolere cl/e
Slefòino i fanti y7{e un fol loco^agUarcobugierij^
a i picchieri donare ; ne i carriaggi y con le artiglia-^
rie confondere & mefcolare ; Ma ogni cofariporre
nel fuo luogo proprio & particulareydiuijo [epa
rato dagli altri ; Et fare a ciafcunagcntc,^ a eia-
fcuna fattione^non /o/o le fuc fian'7^ y ma anchora i
fuoi propri capi conofcere; Cofi parimente a me pia^
ceyfe a le cofe grandi, le picciole;a le uirilije femi^
nili ;&ai fattìzie parole pofforio degnamente effe^
re pareggiate; ridurre in una fchiera y tutti quei fe^
gni che dimoSìrano uno affetto medefimo: Et dato di
-''poi loro quello affetto per capitano y farui ucdere
qual di loro ne i primi ordini y quale ne i fecondi y
quale ne i ter'^^ fi debba conJlituire. Et in queUagui
fa non folo tolto di mano lo fcetro a gli Imperado^
riymaanchora il pennello a dipintori^ & lo fcarpeU
lo a gli fcultori^mt ne andrò quafi un'altro Donatela
lo 0 Titiano yfe forfè (uerfo il Dolce 7nirando) non
uolefte diruoi Gidn Bellino^piu che al ueroya Camici
• tia doìtando che egli hebbe con uo^iro padre y me ne
andrò dico y formando & dijponendo i corpi yfecon^
do le loro più conueneuoli qualità . Si digratiay dif^
Je alhora il Dolce: Che di ciò ypur bora ni era a pun
to in animo di uoterui pregare: Ma hauutopoi rijpet
to a i uoftri rimbrottoliy mi ritenni , & tacqui • Si
t che uoifete di quelli foggiunfe egli ridendo y che per
altrui parole fimouano : Ma come fi fiuy ecco che
fenxjlfi ne hauete a mio potere a rimaner fodisfat--
to .^Dico primieramente adunque ^ commettendo a
T II I M 0. 39
gli arditi & ualoroji huomini la anttgmrdia del\
campo; & inanx} a tutti gli altri di/ponendoli ne le
prime fila , che i fegni che i rohuUi cr forti corpL
conofcere ci facciano , fono ipeli duri , & molto di
nero partecipi: la perfona diritta : gli ojiiy lecolle^i^
fianchiy^ le eflrcme parti del corpOyConueneuolmcn^^
te grandi fortiyc!^ ojfute:il uentre ampio:ma che pe.
ro non ijpinga in fuoriycomeil loro a le femine gra-^
uidc:gli homeri larghi y& fortiy& dijtantì: 7na fi
me non troppo ne legati , ne congiunti in/ieme ; coji^
non però fuelti, nedifciolti , oltre ad ogmmifura c;-
froportione;,ll collo fermo /odo con poca carne: ^
il petto ampiOiCarnofo,& raccolto.\le cofcie ajciut^^
tede gambe ferme>mufculofey& /carme ne la par-^
te di fotto: Et imprefjò a le e^ìreme cauiglic , tntte
piene di neruofa fortei^:Gli occhi uarixhe già, /m>
ronogratiofi nominati da Grecii con certe flammei^
ley& raggi per entro , di colore come quei di Lione,-
proprio ad oro fembianti: J^on grandi^ o rileuati di:
foucrchio:Ts(€ ancho più delconueneuole piccioli , o
fitti i& nafcofi nel capo: '\e d'altra parte in fouer--
chiachiufuraineindifconcia & fconueneuole aprin,
tura peccanti. Lo (guardo humido, ^ ueloce : le ci^,
glia non congiunte: il colore fofco^o bruno , come y2,
dica : Et tale che non partecipi molto di bianco : La
fronte acuta , & diritta : ma non grande però come
quella degli ^ftni : IS^e fimilmente più di ciò che fi
0 conuenga , od afpera y o molle : Le cofcie & le nati-
che , ne terfe in tutto & polite : 2S(e del tutto rugo-*
^ L I B 1^0 ^
fe^cy pì^^€ dlgrìnie : 1 piedi mufculofida mcegran
d€,forte,& [onora: Et i?i fintalo rejpirare fermo
gagliardo. S ecuro uer amente idijf^ alhora lo ^mba
fciadore, fe ne andrà dopò tanto & cofi forte prm-
cipiojo ejjercitio uoHro: Et cotanta diligentia haue
re poHo in formare & dipingere (come già Tolycle
tv) queHo Hercokyche io pieno di gran merauiglia,
quella cofa onde lungo tempo prima mi fono mera^
lUgliato y come nuoua, merauigliofa, od impofiibile,
jHH non admirò: cio è come haueffe potuto^il Tordo^
none dipintore a quefìa età che a pena l'ha potuto ue
dere y eccellente & egregio y cofi perfettamente j
con fi grande artificio , il fuo Milone dipi?igere : In
cui e^lt pofe col pennello maesireuolmente , tutte le
qualità • obbietti non falò de gli occhi , ma quafi dé
^i orecchi anchora , che uoi eloquentemente con U
parole ad uno corpo forte conuenirfi ei hauete dimo
§iro . Se ne lepofe.rifpofe il Confoto je doucuafape^
re : Et ben ini credo in nero che eile fapeffè : perche
tonfidcrando l'opre di molti de i dipintori di quefìi
tempi , di pochifjimi poche ne trouòycbe mi diano fag
giv di maggiore dottrina^che quelle fi facciano di co
Sìnil Et uoglio che acca f iate per regola generale ^
che tanto fen^a dottrina poffa alcun dipintore far
cofa che buona fia;come fen^ix haucre di molte fcien
tie perfetta cognitione , può e/fere alcune giamai,
perfetto Oratore . Che quantunque la moltitudine
de le liti y la varietà de le caufey& la confufione
C In barbarie del uofìro palaT^ 5 dia luogo l>oggi-^
nt^kaMqW'ft fìct igmrantifjlmo ; non però mi
piace che i tali fieno giudicati da uoiy degni di quel
'cìirùWghrioJò'nóme. Lacognitione de le fcientie.c
TanimaMcore & U nita de Le arti: Et di quelle maf^
fmamcnteyche fono (come que(iaueggiamo) tutte
piene di coltura ^ di artificio , & di leggiadria . A(c
'peraltro dome credere che f offe in tanta uenera^.
uoneVarrhafiOy che egli meritalje di e/fere domani
dato li datore de le leggi, e'I Solone , o7 Lygtirgo de
ta pittura; fenon per eh" egli orjiaua le taHole'(\come
recita Xenophonte) de la dottrina & de le fcientie ^
'apparate Hudiofamente da i Thilofophi di que tern-^
pi.QuefìiHudi sfecero admir abile Eaphranore
r vuercndo : Et degno di e(fere ifìimato tanto più de
gli altri dipintori Eccellente ; quanto di tutti gliaU
tri Oratori Latini , e flato il più perfetto eH piu'cel
lebre Cicerone . Quefìia Theone Samioyla innen^
tione ; ad ^ pelle , lo ingegno cr la gratta ; Et die-
dero a Trothógene la d lig enti a . Oiiefìi mt de fimi
ia ragione a Melanthio la facMtà donaro ad
'kAntiphilo : Et fecero inan'T^i a cosìoro , trouarea
Zeuft la proportione de le ombre de i lumi ; Et
clonare ad imitationc di Homero y a tutti i corpi ^
una certa augufìa & reuerenda grande:^ . Ma ri^
tornando hoggimai al noflro ragionamento dipri^
tna y quali fiano quei fcgni , che ci diano argomeu^
to di timidità & di dcbole^r^a y bora mi aggrada
ipontarui : Sono adunque quegli huomini deboli &^
p auro fi y che hanno ipeli, (<r la pelle. tenera^ moU
le: la per fona cadente ; . T^eatta quafia fojlenerft
(Urina: la noce finiente ^ debole acuta^jl re-
ipirare interrotto ,; Et con una certa fatka& anfie-
ta : Uganbe picciolo , gonfie , groffe\ & carnofe a
guifa di f 'emin€:.ùl miiimento tardo : il colore de U
faccia , co fi ne i peli, come ne la carne mirandq , »
pallido t.Ò gi<iÌlo ,.ò nero ancho talbora : ma di ner
^exx^a pero y non come quella de gli Etbiopi y
di tale y che a queflo nofiro Cielo jìa conucncuole .
CU occhi languidi :,&.jp.ejjò le palpebre mum : le
eSìremita del corpo deboli cr puciolé : Le mani
fottili & lunghe ; Et lunghi parimente , ^- piccio-
li i lombi : & non atti a /offerire alcuna fatica : taj
le la figura eHgeHo del uolto , che salteri.^- fi mu-^
ti di jubito : Et conformifi preSìamente , con tutte
le pajfioni , & con tutti i mouimenti de l'animo . Si
uergo^nam qi^Ui' tali di leggiero : tengono la te-
Sìa , ijr J^li occhi M'ìi& ehm Jcmpre uerfo la ter
ra : fi dilettano di feder e ocìofi : flanno di contino^
m con un certo atto nel nifi , come a guifa di pcrjp
ne merauigliantifi : Et in breue patifcono come diflj,
alteratione & mutamento nel uolto : Et fono oh
tre ad ogni cofa , qiiafi. fmpv^. meiìi & addolora-
ti Ora poi eh' e paffata in qucUo modo la feconda
fchiera , fia buono che dato il fegno a l'altre , le fac
damo fimilemente inanzi M^re . Et perche le co-?
fe contrarie (come ce ne rende chiari quel detto uol
^are)accoppiate inficme luna con l'altra, più chiara
mente apparifcono; uoglio, come ho fatto del timore
^dela
•tir de lafortej^^ , ^ f^^^^i alcuni altri affetti , cà*
\mcdefimamcnte dei loro contrari y ftgmtarc mo^
flrundoui . Coxifidcrando adunque gUing^gi'iofi pri
meramente , & gli huomini dotati difubLime & al
to intelletto , dico che eglino debbono ejjèrc commu
nemente affai grandi , c7 diritti yfu la per fona : Èf
\hauere le membra grandi: Et i nodi di tuttofi corpo,
& mafjlmàmente de le mani 3 & de piedi , grandi y
ymanife^ii , & difgmnti : le dita fuelte , tenere , ^
Jungbe: I camelli , non molto di^ìefi: ne ancho più d cji
.conueneuole ricci : la carne tenera , & bmmda me^
diocr emente : non abondante di fouerchio graffo : n^
di tefiura , 0 compofitione che fi dica y molto folta 0
denfa • Debbono hauere magri temperatamente , gli
J?omeriy il collo j & la faccia: Etpreffo a (juefìoygli
homeribajfi raccolti: Et mede/imamente le (palliò
fbaije er humili: le coHe afciutte: la fchiena fenica car
ne: il colore del corpo^mefcolato diuermiglioc^ di
bianco: Et bene fpeffo fmigliante al colore del mele:
Ma con tutto queiiOy molto uiuOychiaroMmpidoy (^jt
aperto:& in tutto fen^a nebbia^o macchia ueruna.la
pelle y ^ lugneyfottili: i peli non duriy^ neri oltra
modo: Et in fine gli occhi uariyallegriy humidi^ & ri
fplendentL l fegni neramente che accompagnano lo
(iupore & la balorde:^^ gli huomini di ingegno
rintu\^to ro%o > fono gli occhi uerdigni yfiffi.^
<& immobili : nonifcoprvnti ne gli atti loro , alcu-r
7Ì0 affetto 5 0 pafjlone d'animo : Et oltre a cioy laf::c
^fia^bor^dante di caìcnQ ; CJ' p\^ lunga alquanto y di
F
L I B KO
quello che a la communcy & debita forma fi fta con
utneuole.-la fronte grande , cìvcularei& carnofa:
le mafceUeygrandifimilmnte,€r ricche & copio-
fe di carne : il collo , grofo, & corto : Et qui ne la
fua parte di drieto , & parimente negli homeriy ne
le braccia , & nel uentre , moUa & fouercbia abon-
dan%a ài, carne-, la forcella ala chiane che fi dica del
collo , grandemente risìretta: le palme de le mani ri
tonde: gli bomeriyfiu del conueneuole rileuati:'il.om
hi carnofi: le gambe lunghe :Et preffo a le cauiglie ^
grojfe, carnofe, & ritonde: I nodi di tutto il corpo,
ficcioliy nafcofiy & congiunti, &per do quaft inutl
li: Il colore molto bianco: Et l'hauere in tutte le par
ti de la perfonay più ajjai che mezana copia di carne ;
Et ultimatamente lo accompagnare la figura & gli
atti del Udito y infieme col mouimento de gli home-
ri ; Et per ejjiy fcoprire ^-^manifefiare prirnieramcn.
te , tutte le incìinationi , & tutti gli appetiti loro
vaturali. Di qua uicne, dijjè albore^ il Dolce, die a uoi
altri Spagnuoli , cotanto dif^iace il riftringerfi ne le
^cdle^ Et lo accompagnare ( come uoi dite ) & dar
quafi , & accrefctre una certa far%a , a le parole
che altri ft dica, col loromouimemoj Et ricordami
di hauere uedutojiora finijcono a puto quattr'anniy
l{pderico d'^uila , uenuto qui per concludere con
quegli signori la Tregua per la difefa de la Ita-
Ha, & principalmente de lo fleto di Milano , quando
Ccjare armato per la ma del Tiamont€ entrò ne la
fraiicia;non altramente hauere a noiayfuggire, & ri
T ^1 M 0\ 42
volgere come fi dice altrone gli occhi j mentre che
uno qui parlando con ejjo luifaceua quefli atti ; che
fi fi:riua che già [offe ujato di fare Caligula Impera
dorCy infamia , pefle, & rouina de tempi che lo prò
dujjtro , ueg^endo i folgori , ^ gli ardenti baleni •
In uerità che l'atto in feb foi^;^mo , ri^ofe il Zor--
nojj:a ; Etpoflo anchora che non fc ne cauajjc giudi
ciò alcuno , buona a farci conofcere gli affetti de la
humana natura , non è ragioneuole , nepojfibile che
fi creda , colui effere ne prudente , ne fauio , ne gra-
ne , ne cofìumato , ne honcfto , che fauellando fi ueg^
^a in cofi fatta maniera diftorcere & dimenare .
Ma non uorrei perciocché alcuni difiderofi di fuggire '
quefìo uitioy affettando per contrario lagrauitàjief
fero tuttauiafermiy & immobiliyCome che trauifof-
fero & non huomini.Comefifcriue di Coftantio Impc
radore ; llquak per confo uare la maejià di quel^ra
do , uemtto a l{pma per ri':(^rui leaguglie fatteui
condurr^ di Egitto.ftaua & nel Senato, ((^ ne i Tem
fi , nel Theatrq , & breuemente in tutti i luoghi
doue egli in publico fi lafciaua uederCjfcnxa mouerfi
punto giamai : percioche il fare in queHa maniera ,
non fi può dire che fia abbandonare un uitio : ma fi
'bene , con un'altro cambiarlo : contrario in tutto
^ diuerfo dal primo • La uirtu , non ua mai negli
ellrtmi : ma è come una uia , ^ fi come un certo
fenticro , fegnato & battuto nel me%^ de le noSìre
cperationi: per loquale debbono i prudentihuomi^
nhfemprx: caminando tener fi. Etfarfiacredere^cbt
• •
L I B B^ O
fi come il Sole , fonte & principio dinoflra uìta^ gì
' vandofi tuttauia regolatiffimarnente y& con ordì--
ne certiffmo & infallibile , per me'^ di quel cer-
chiochecon nome Greco e addomandato Zodiaco ;
. Isje di quindi , o da l'm lato , o da l'altro giamai ri
mouendofi; am^ nel mede/imo fegno , & drieio a la
■ medefima linea fempre tenendofi; merita di douere
ejfcr dettOynon folo il più regolato e7 più certo di tut
ti i Tianeti; ma quello anchora che col marauigliofo
e^r eterno fuo ordine^ regoU^compona^^ informi^ il
• mouimento di tutti quei corpi diuiniy che per quei lu
.cidi cerchi fi uanno girando;cofi credano dicOychegli
huominiinon negli cftrcmipaJfandoyWa nel mei:^ de
le cofe fermandofi y degni efiere debbano , di hauere
' nome di uirtuo fi. Accetti adunque di continuo la me
diocritày chiunque non uuole o rompere al lito la na
' ue: oueroC come dijJeHoratio)ajfoggarla ne lo altijfi
mo pelago . Ma da parte lafciando hoggimai tutto
quefloydicù che gli sfacciati: & cdoro che per niunci
guifa fi uergognano y fono mani f efiati dagli occhi
jplendidi & eminenti: da le palpebre groficy CT apcr
teida lo afjiffarfi negli occhi di chiunque lo miruyda
la altCj^y rileuatura degli h omeri : auenga pe-
rò, cheH rimanente de la per fona , fia più tolto chi^
no che dritto : da la uelocità & prelìe'^']^ del mor
uimento : da la ro(]e%i^a del corpo , dal colore fan-^
guigno ' an'xi fimile più toslo ad accefi carboni :
da la ritonditàde la faccia: da laacutCT^ deh
noce : Et apprefio da la groffe^^ del nafo: da lo
T 1^1 M V i 4^
Jpingerfi^ & hmi':^rft ad alto nclcafnìnare : Et al
fine da la akej^ j&dala eminentia del petto . Da
r altro lato , modello uergognofo de ejjere ere*
duto colui y che habbia il movimento tardo ^ egua-
k : la uocegraue , [onora , chiara , & ufcentè jen^a^
alcuna fatica , & ^IP^(^'K^' gli occhi neri:non Jplen
dìdi: non himidi:ne molto eleuati: ne però quafifit^
trnel capo : Et oltre a tutto ciò , che le palpebre mo
uacon una certa grauità & tarde%i^: ciò e che non
per lungo tempo immobile & ferme le tenga: Tsje
parimente , che le apra & le chiuda con molta uclo
cita .Mala letitiapoi , & la allegre's^a de l'animo^
infieme il maneggiare le cofe con poca confiderà
tione & penfieri^ìmlacarnofità delafronte^potere.
difignificarc:quando però^no folamente carnofa^md
grande anchora, & mollcy (jr terfa , polita fi fio.
quella parte : Et quando mcdefimamente , la faccia-
tutta fiaabondeuole & copiofa dicarne.E'fegno pa.
, rimente di ftUofo & lieto cuore , il tenere inguifa\
di fonnacchiofo ^gli occhi , & le ciglia baffe : T\(e dai
^ueHa fignificationemedefima , fi allontana giamai
lagrauitày la lentex;^. , & la tardità de lo andare ;
7V(f anco il non potere , qualunque co fa fi 'fia; con
molta int emione guardare. J<[e fìmilcmente lafoaut
tà de la uoccT^c llmmidità,& il molto Jplendore de
gli occhi: f{e fopra queflojo fcoprire ne lo ajpetto cTi
rie gli atti del uolto^niunafraudeyceleritày& fiibitex^
'3^: ma più tolìo una certa femplice^& ripofata boru
tà . Ter contrario poi, le mqlte rughe > ogrin'^ ch&
t i È ^0
te diciamo j nel fronte ^ & in tuttaia faccia, la mà^
gt'C'^ yl'ùjfereijui fubito fopra'l nafotra lunci^
glìo & l altrosiTtolto crelpi & Yugoft , l'hauere la^
jpettotYamgliatò > & dimoHrante fasìidìo & an-^^
fietàjil mouifhcntó tatdoy& quìetOi la faccia fcar-
nayle ciglia congiunte i& le palpebre fiffe& inten^
ttymanifeflàno infteme tutte queflecofe predetteytii^
turalmentc rneHitia & dolore ne t animo . Ma i fe-^
gniyche gli huomni lafciuijinolliy& delicati babbitt
no for%a di palefare^ & coloro che tutto che fienó
nati mafchisfentano nondimeno leinclinationi degU
animi loro effere effeminate , nepur quefio , ma che
facciano anchora molte fiate operationifeminili, fa
no primieramente^ le rughe & lecrefpe negli angti
li de gli occhi uicini a le tempie: Et infìeme^il porta
re di continouo/oprà l una de le fpalley& principat
mente fu la finiflraypicgata la teUail mouimenti de
lemani)fen:^ordiney& fen%amodo:llcafnìnare dif
uguale &.ff)roportioHato : Et quando^ con la perfo^-
na cadente ylanguìday& chinai Et alcune uoltean^
choraydiritti 6- fosìenutifu ifiayichi: lofpefjògira^
re de ^li occhi foauemente: lo fguardo humido y coH
non fo che apparentia di sfacciato & di audaceiVha
nere nel fronteyne le goteyne t fianchiy& in tutte le
membra , uno certo perpetuò mouimento, & qua/i
tremar edo rìf guardar fi fpeffe fiate: Et inandandoyil
percoterfì l'uno ginocchio ne l'altro : Et oltre ad
ogni cofayla uoce^Sìridenteyfpe'^^tayfottiley&Jòm^
mmente tarda^Le note poi che ifaflidiofh ajj>riiri^
V)lll M 0 44
gìdl^& duri ci fcoprano^fono la paUid€'X^^& la ne
^^V>3' colore: il ge^ìo de la faccia^in guifa di fa* *
Jp€f'oidiibbiofoy& conftderantcdafouercbìa magrc^
%a:ll non bauere molti peli nel uifo: La faccia rugo^
fa%^ fenxa carne: I capelli iteri , duri & dijie/i : //
parlare in noce alt a\ll molto r efpirar e :ll batter ft^et
jregarfi le mani l una con l'altra : il rimirare ajpero
& [ecco: Et al fine^l bauere i piedi molto rugo/i.Gli
huomini ueramente d'alto cuore/degno/iji^ iracon
di^moflrano la interna loro qualitàyper tutte le eHe
tiori apparentie cbe qui [otto da noi raccontate fa-^
ranno^Sono adunque coUoro la primiera cofa^dìaU
ta & diritta Uatura:h anno gli homeri larghi, gran--^
diy& di^anti: ampie ^& apparenti le coHe:ll colore
ne ipeliyhrJ^nOiCome quello de Leoni: & ne la carne
uermiglio:rc/pirano fortementCj & con grande co^
pia di fpirti:Le eUremìtàdel corpo loro, fono gran^
di,f€rmey& robu§Ì€:ll petto è delicato, moUcyCt^
cerne dijfe^rijìoteleyquaft nudo dipeli:cotali mede
fmamente^fonoancbora quelle altre partii chepofc
uicine a Panguinaglia la mae§ìra natura: il mento h
rcnon ritondoi& non acuto fi uedc: Pt la faccia che
da fe h bellaipiena^& foda^h di crejpiy^ di folti pe
li coperta cr ripiena: I loro capelli^inanellati ne la lo
ro ultima parte , fono in un certo modo riuolti y &
quafi a lù ingiufo rimirano:Ma [opra ogni altra co^
faybanno quefìi huomini fdegnofi , molto abondanti
di fangue , & grandemente uermigUe^ le uene loro
de gli ucchi: Et le uene parimente ^ani^ pure le
^'terie dd coUo^gonjìe fommamente;rileuate^& ùi^
fihili. Magli huominiypiaceuoliy^ manfueti , fer-^-
bano da 1 altro lato ma certa grauità ne lo affretto :
abondando di rìHoltai di humida carne : fono con"
itenient emente grandi & proportionati: portarlo la
perfonay aucnga che forte , pure come un poco fca^
uej^ nel me%o\6nde fempre in uno atto fi flanno f
qua fi che fe il Cielo mira fiero : Hanno parimente^le^
efirernità dei capelli in fufo riuolteiLofguardoferÀ
mo : il moulmento tardo : Et tarda fmilmcute , c^r.
molle la noce . ilfmulatore uera7nenteyilparafitOr
lo adulatore^ &^ colui che per far fegratOy di din
male d'altrui fi diletta , è da la grafjcT^ & da U'
grander^T^delemafcelle manifeHato: dagli angu^
li degli occhi , come difopra mi ricorda bauer det^
to^crefpi ^ rugofiida la uoce someffatdalcaminarei^
^ dal mouerfi con una certa leggiadria, & numero
fa proportione : ma tuttauìa^ con troppo più di iielo
cità&dipreHe'T^ychead alcuna graue^^mode^
sìa per fona diceuole fia ; Et ultimatamerìte , da lo
afpetto & da la figura del uoltOy fimigljante qua fi a
gli addormcntati^ Voi che fu il Confolo a qùeHapar
te ridotto col fauellare y il Dolce cofime'^ fogghi^
gnando^ma di manìerapìu toflo a turbati , che a He
tijhuomini conuencuole y-in queHomodo gUdiffe:.
uoì ci hauete dipinto uìi'o perfettamente , che quan^
tunque il più de le uolte non chiamato , ^ non
ricerco y merce di mìo fratello Francefco che.fe.
ne figli piacere y fole effere Jì>(^J]o Jpejfo.a defi'^
T Tir M 0. 45
nare &à cena con noi : llquale da tutta ^ueUa cit-^,
tà ^ efjhndo publicamente per paraftto nominato &
creduto , cr per tale da fanciulli > da uecchi &.da.
gioueni conofciutOy ne fol queflo^ ma per ciò ad ogni
ordine , ad ogni età y& ad ogni feffo , in difgratia
& m odio uenuto , quanto ha di for:ì^ la uitiofa dif
honesìa , nun manca di alcuna a punto > de le già
dette qualità che ci hauete moHrato : anT^ tra le al
trccoje ylagrojje^:^ ycrlagran copia de la car^
ìie y che egli hauere ft uede ne le mafcelle > eccede di
gran lunga , ogni ragioneuole er* proportionato ter
mine & modo. 7\(e ui uoglio oltre a cio,anchora che
egli in tutto fia tale , del China Fior editino mouere,
bora parole: uenutoci, prejfo a le ufure , le fodomie, ,
& a mille altre maladittioni che ci ha fempre ino--
Srato quella città, ad infegnare ultimatamcnte^a di
uorare & agittar uìain una fola cena , ciò che i no
Hrì maggiori fudandoj CT digiunando ^ & in ogni co .
fa parcamente uiuendo, in lungo tempo agranpend
acquijìarono . 0 tempi, o coliumi ?n.iluagi : o felici
coloro che alhora nacquero in queSle lagunc^quan^. ^
do la Schilla natia,& la domeWca Tajfera, ui nutrì .
nano gli habitanti . Deh lafciate i uoti di gratta 5 lo:
Spagnuolo ri(pofe:Et quefla canaglìa^di che non con .
parole^ma con folgori & tuonici hauete parlato iab
bandonatela fen'^ altramente curaruene, a ì Lupi%
&ai Corui : che d'auant aggio mi torrà gran parte
di queflo ragionamento, il Sole che uerfo il mio pae
fii^g^^^ fretta fi inchina: fen'^^t chexQnfumiama ^
L I B 0 '
iltempOy dicoIìorofaucllandoy che fono il dishonù-»
re y il uituperioy & la uergo^na degli ImominiilSla .
ti (come difje tìoratio) non per altra cofa^cbeper
ampliare il numero de uiuenti : Et per confumarne
le biade. Quella parte che hoggi nifi toglie^ f^Rgi^^^
fe fuhito il Dolce ni fi potrà dimane rifarla : "ly^e ni
maginate giay & farete per certo gran fcnnoy che
dal uoftro debito affoluere ui dobbiamo ^fe prima in
fino a la esirema parte di cjueUo ragionamento, con
dotti dijputando non ci hauerete ' tutto però dico §
che non foli dui ^ ma quattro anchora& fei giorni
uifi haueffe a {pendere . Lafciate pure , dijf e alhord
il Confoloyche hoggi per me a queÙa parte fi dia com
pimento:che poife di intendere alcuna altra cofa di
quefla fcientia farete bramofo, o dimane , o quando
che fiaycheunque però me ne jappìaycon uoi ne ragia,
narò uolentieri.Mettetela pure a dimane per fermai
il Dolce foggìunfe: Che non uogliopcr niente lafciare
(come dianzi ui difii)di intenderne ognipartCy quan^
to più 7nbmtamente potrò : T>{e ue ne potete per cer^^
to .y ne hauete cagione di ifcufaruene : che i giorni fo^
no hora cofi lunghi, che grand' agio h'auretedifi^ende
re due o tre bore in quefio ragionamento: Et nulla di
meno , attendere ìnfiememente molto bene a le altre
faccende: Et di un giorno i^ìeffb, parte agliamici,^
gli fludi;& parte a le cure famigliari^ & alebifogne
de la cafa donare. ^Ihora lo .AmbafciadorCy e fi uo^
gliono diffe y compiacere gli amici:quando maffimame^
te i defideri loro , // cme queHi bora del Dolce, &\
Ijuale è // mìo che auampo del mede/imo ardore >
ìw honeHi > ragioneuoli , &giuHi . Ter tanto di/pò
neteui hoggimai con animo allegro » di rendere unà
Uolta non fola lui ma me anchora contento ìnfiemc
con lui : Et di f^egnere in noiy qnefla accefa & infiafA
mata uoglia. Et io per me ui pregò yfepur farmi co-
tanto di fauore a grado uifia , ilche nel nero a me fà
febbe gratifiimo , che fiate contenti ammedue , di ef-
fere meco dimane a mangiare: Doue poi , fc co/i ui pd
re/fe, a quella parte del uoUro ragionamento y che hó
ra dà la breuità del tempo «'è tronca ^potrafii interd
mente dar fine pcrfettioìie . Klon penjateaque^
Ha cofa , di fubito il Dolce riprefe , che in altragui-^
fa ui prometto , ha da andare la bifogna: Et quantuti
que ejfendo uoi huomini publici ì V hauendo fopra lé
jpaìle ilpefo de regni ^ & de le prouinciejpiu fi conué
nijfe a me priuato di uenire a uoi , chù a uoi tali di fii
re il contrario; nondimeno lafciatì & rifletti & ii^
foli da parte , mi fkrete pur grafia di e fiere meco di^
mane : Et hauerete più cura difodisfare a me uoflró
amico y che di feruare in tutto quel grado y che a U
n horreuolei^a de la uoHra degnità fi richiede . Sid
comunque ui piace y diffeilConfolo alhoray benché
affai di degnità & d'honore ci fia y non dirò la cori
fuetudincy anxipuré la amicitid chchàbbiàmo infié
me con uoi: Che fete fi uirtuofo i & gentile , CT uera-^
fninte dolccyche non credo che de uoflriparhmolti dì
leggiero fi potè/fero ritrovare. Dopò quefìo , perché
già fi auicinaua la fera^impoiìo a i famigli che uogati
t È'K 10^
do pian pìhiVfi riamaJJero uerfo f^inetià ; rìpi^tiaft"'
do di niiouo il parlare 5 in qucfta guifa il Confolo co--
'mìnciò . Dapoì che come il meglio per me s'è potu^
tOy ubo moUrato quei j'egni onde potrete gli adu-
latori conofcere , bora di narrami quegli altri mi
fiede ne l'animoy che fono propri degli buomini de-
boli y & uili : & [opra tutto auariffimi : an^^ mife^
riffimi : acciocbe io più drittamente fauelle • La pie
ciolexj^ adunque de le membra , & infieme degli
occhi y & di tutta la faccia , principalmente^ & in
ìan^i a ciafcuna altra cofa > quegli affetti palefa &
difcopre : Et parimente il caminarey e' l parlare fret
tolofo : "Et la uoce debole , fottile , & acuta^ Queflo
medermo ancora ci può far conofcere , il colore fo^
fco j cr ofcuro : con non fo quale , benché lieue me-
fcolan^a di uermiglio : Et apprefjo ilpòchiffimo or-^
namento , ciò è la mala difpofitione , & la non de^
bita proportione del corpo. Ter oche non uorreiper
ciò che ui cadeffe ne V animo , che fola la pìcciole':^
^ per fcy co/i potentemente come di(fi di fopra, 0 de
holex^^ay 0 uiltà , od auaritia manifeflaffe: .An'xifici
te certi, che a ciò fare, di neceffità fia conuenire effe
re unite con lei , la (proportione , ^ la fconueneuo
lexi^ de le parti picciole > CT tra fe primieramente
Vuna con l'altra:^ poi tutte infieme ycon tutto il ri--
manete de la perfonaiEt oltre a tutto quefio,è di me
fliero che fia in que corpi piccioli ^ fproportìonati^
/concia parimente , &fouerchia magrei^ . Et fi)"
no naturalmente quefii tali buomini , atti [alt atori :
gìuocatoriy& mettiton (come dijje il Boctaccio)
nialuagi dadi'. Et finalmente ddgni di e/fere tra colo;*
ro annoueratiyche per presien;^ di mam^ingannan^
do (ù* confondando la nolìra uirtu j'enfitiuayuedcrc
Jpcjje fiate ci fanno le merauigliey & le coft impoffi
bill, EccOy diffe alhora il Dolce , & ridetta tmauicf,
lietamenteicbe pur farete una Holta^entrato da ucro
ne le lode mie . f^ofire lode non fono già qucfle , lo
.Spagnuolo ripre/èiani^ quelle drittamente a uoi fi
conuengOìWiChe a qualunque altro fi fia,piu de^ne fi
poffano attribuire : llche quantunque anchora non
uoleffimo^ci può far credere (auenga che ella piccio
la fio) ilgiuftoy debito , <^ proportionato componir
mento de lauoHra perfona . Ma nonuoglio farmi
inan^i bora a lodar ui^jecondo che uoi meritate: aC'^
ciocheycomediani^i^chc fu di uoUra corte fio) mi
dicerie mordace & ingiurio fo^ alprefente di più aU
tri fopr anomi grauan domi, non mi pof tate adulato
re (Ut bugiardo fimilmentc nomare . Dopo queUo ,
rientrato da capo nel fuo parlare di prima, in que^
flaguifa foggiunf e. Coloro grandemente di doni^^,
di efjereprelentatifi dilettano , & fono de lo altrui
cupidi (en^a modo , che o parlando , o ridendo y ri-^
uolgono in fufo il labro di fopra: Et di maniera lo ri
uerfano , che tutta la gengiua intera ne mofirano i
Et hanno oltre a ciò quefìi tali , ne gli atti del uifoj^
alcuno fegno euìdente dibefiialitày d'arrogantiay c&T
di profuntione : Et hanno al fine , il colore de la car
pe molto uermìgliOsCotali fono a punto i fegni degli
L J B II Q
(luari : che quei di fopra , più propriamente wifert
domandare fi doucrebbono : Conciofiacofa che ejii
tion togliendo lo altrui^ma conferuando il loro > an^
(ho con difagio de la uitayari'jripiire con ejprefii dan
niy umano uolontariamente in eterna mifcria : Doue
quefìi altriyla natura d^ FranciofiimitandOy & a la
ingorda uoglia de l'animo , con le audaci opcrationi
(onipimentoÀonandOirapifcono & ruhbano chi che
fi fia : non per tenere.come i primi: ma pergittare ,
(iraboccatamentc fi:nxa alcuno giudicio . Et tale
tra t{pmàni ejfere fiato fi fi:riuc Marco Cr affo: che
fagò caramente colfangue.lo cHrcmo defiderio che
'^gli bébé r del rapire i thefiìri de Varthi . I pietofi
poiybumani,& compafiioneuoli , fono per ordinario.^
k//i>twwcfoi>/e'^5wrfn,6^ proportionati: Hanno gli
occhi grafiiJmnndi.G' pregni di uifcofa humidìtà :
Et per ciò fccrpellini quafi di continouoiEt ^er man
darne fuori le lagrime^ cheloro aguifadi feìnine
fempre fono prefte & apparecchiate, non hanno di
rnolta alterationey o mouimtntOy bifogno . Tortano,
oltre acioyil nafo fottile,& brettone la parte difo.
fra: Et fono grandi fiimi amatori di f emine. Etge-^^
aerando i fono il più de le uolte padri & creatori di
[emine . La loro complcfiione e temperata & buo-^
na: auenga perocché Ì?ene Jpeffo , di calore ab ondina
alquanto: Et fono ordinariamente per tutte quefie
cagionh& nel trouare da fe ficfii,& ne lo appara^
telo altrui ^ molto ingegno fi , molto facili, &
ponti: Etpojfono oltre a ciò cu^iodire fccuramcne^^
T III M 0. 48
dentro a le fìepi de la loro forte memoria , qualun'»
que cofa fi fia : od apprej'a , 0 nata loro ne lo inteU
letto. Sono medefimamcnte^ uagbi cofioro de la buo
na crean'Z^ & de i leggiadri , gentilh& ornati co^
fiumi • Et deuefi accettare per generale ^ infhUi^
bile offer Hat ione, che tutti ifaui , i timidi y &gli hft
nefli ^fiano fempre pietofi & bimani : Et per con^
' trario i disboncHi , gli sfacciati , Scoloro che non
Jono atti naturalmente ad hauere cognitione alcuna
difcientie ^fiano da V altro lato jpictati er* crudeli .
Grandi poi mangiatori fono color Oyche hanno quella
-parte del corpo che e dal petto al belicoy affai mag-*
giore di quella che è dal petto al collo: Et uoglio fo^
pra quello (^anchor a che io medico non fia) darui
m altro uniuerjale precettOyChe ui potrà fen^alcu
fallo giouare y afarui ageuolmente ejr con certex^
coloro conofcere , che fono atti di loro natura a tijfi
chi diuenire : Et che pojfono con loro grauijfma no
j iuy ^ congrandiffima difjicultà uornitare: che rece
re(come s'ufa in Tofcana)a me non piace di dire.Do ì
uete adunque fapere tali ejfere tutti color Oyche han
no il petto siretto:gli homeri rikuati: il collo lungo:
Et il nodo de lagola^fegno come affermano ì uolga^/
, ri del pentimento d'^damoy molto eminentey er in
fuori refpinto.Ma luffuriofi & libidmofi fono quegli
altriyil colore de la cui carne è bianco:con alcuno po
co di mefcolamento di uermigliotche hanno i capelli
groffiyneri y cir diritti : che fono pieni per tutta la
]perJona ^ ma ne le tempie ne le cofcie priìicipaL
■ ' \ .ti B 0- \.
mente, di molti, duri, & horridi peli: che hanno gli
occhi grosji , in fuori , hutnidi , grasfi, & lucenti.:
' Et inaine che fpcffe fiate gli Hrauolgono in [ufo: ne
la maniera che fi fu ne lojpargimento del feme, ne
la fine de i carnali congiungimentìio neramente che
agnifa dì p^KXf 5 di qua, & di la,uelocemcnte gli ag
girano. Sì trouano ancho talhora alcuni huomini,éa [
' miti le parti di [opra del corpo, ìnaggiori di quelle
difotto\ calidi di compie sfione: belli ne la faccia: &
pelofi nel petto : & con la carne di buona & mode.-
rata teflura:& con molta & conueneuole humidità:
Et infieme coni piedi curui , come gli Or fi fogliom>^
hàUere : I quali per tutte quefle conditioni , ejjere fi
conofcono fonnacchiofi : Et tali, che leggiermente
di qualunque cofa fi Jcordino . Ma coloro che da
laltro canto hanno le parti di [opra minori ; conuc^
neuolmente carnofe, & bellc:& ornate, & con bua
vaproportione ,fono huomini dotati naturalmente
di molta memoria:^l€ di dormire gran fatto fi cu-
'rano.Ma oltre a tutte quelle qualità fopradette^of-
feruò ^damantìo alcuni hiiomìnuchc infime con ìa^
tnalmgita la pai:^a,& con la pa'^^ia la maluagìtà
haueuano ad un tempo medefimo fcmpre congiunte:
Et ci ammoni che i loro propri fegni, erano i capelli
neri : il capo fretto , & che in guifa di piramide iì{
acuto finifca:gli orecchi come fpezi:ati:& alquanto
'più grandi de la debita , & conuenicnte mijura : il
collo da tutte le parti ritondo: gli occhi (cechi yt ene-
brofhpiccioUy concaui,fipi& rigidi nel rimirare;
le palpebre
T II I M 0. 4P
(e falpehre languìde y &cafcanti : leguancie lun^
ghe > & riflrette: il mento lungo: la bocca jporgen^^
te in fuori , cianciarne , & fenTia alcuna conclufio^'
ne : la faccia come diuifa : la per fona curua : il uen--
tre ampio , & eminente : le gambe groffe : le eSìrc-
mita de le mani y & de piedi ^grofie parimente y &
dure : Il colore de la carne fmigliante al uerde ;
gonfie que^c parti quifotto degli occhi , come han^
no coloro che da dormire fi leuanoi il fouerchio man
giare : la uoce tremante ycome quella di pecore : Et
con tutto ciò molto rocca , picchia , & a/pra. Men
tre che il Confilo in queUo modo feguia ragionane
do ygia erano giunti a Vinetia : perche udito il ru-^
more & lo Crepito de le barche , poSìo fine al fauet
lare de le fcienticy in altri dolci & piaceuoli ragiona,
mentiifi trattennero fin che tempo loro ne par
ue . Mfine raffermato lordine del ri--
trouarfi il giorno feguente a U
cafa del Dolcey dolcemente^
l'uno da l'altro fi
accommiata-
rono, .
TRIMO LIBRO.
DEI SEGNI DE LA
N^T VRÀ Ì?E L'HVOM O. ^
R O SECONDO
DI ANTONIO' PEtLEGRlNI.
OG LI 6'>Ì^ Molti buomìnì non pé
che fiate i con grauijjime querele la
mentarfi de la natura : Iqt4ali fp
con occhio più drjrito riguardafjcì-
'rOi& con attentìone meglio auer
ma confide'rajJ<;SO , le qperatiorù che ella fu tuttofi
giorno ,, ft rimarrebono inuero , & di recare a lèi
^aon fimk^e tioci biafimo& uitupeno: Et in fe
medefmì accrefcere con quepenfieri nùt t^ affan-
ni . Il che fiiccmdq , uiuerebbouo certamente , fe
non più felici _&. conmti> almeno ■& più quieti z
^ digran lungapiu riporti .Terò che ejfendoquc
Sìo modo tmoj uno animale »■ & compofitione
da tutte le fue parti intiera.ér perfetta , e dime-
Slieroche per ornam^vtoxper milita ^ & per coti
feruatione di lui , ui fiano non pure d'ogni ragione
^ d' o%ni maniera huominij ma animali anchora
de le altrejpecie'f di tutte le qualità: Etmcdefima
mente piantq yherhe y pietre , <^ tutte le altre co-
fe, onde egli merauigliofamente adornato & pie^
nofiuede. Ora hauendo (fi come h ragioneuole }
cura ^ rifguardo la natura principalmetite a le co-
S E C 0 T^D 0. yo
fi maggiori ^ più importanti , adiuiene che ella
intenta tuttauiaìiT beri cjferédi qUèfle ^ non cura
-poi in particulare y che queHo pin che- quell'altro ,
fia leggiadro .felice y& beato. ^ni^richiedendofelo
la utilità uniuerfale^fa jpejje fiate molti miferijfor-'
tunatì i& fo'J^'. llchenon fi che fer
altra cagione fia fatto da leiy fe non perche a la per
'fettiùne del mondo ( come già di/fero alcuni degni
Thilofopbi) animale da eia/cuna parte y (^per qua
Hunque rijpèttofi fia compito ^Vipieno , ella cio ef
fere conuemente y come più fauìa&piu prùdente
xhe non fiamo noi , perfettamente conafce cT inten^
de w 7<le altramente auiene ne Itpafti dermondo'y
di quello ( fe è lecito le co/è piciole a te grandijfime
ragguagliare) che ne i membri del corpo humartày
'per chiunque attentamente ui miri , ci fi uegga aue^
'iiire: Dei quali y alcuni a degnifiimi & nobilifiimi
biffici , alcuni uer amente a uilifiimi^ uituperofif^
•fimi fono ohligati da la natura y mano , &• diligente
^miniftra di Dio : Et oltre a ciò alcuni comandano
quafì y & fono come Trencipiy & Signori de gli al
tri : .Altri poi a quelli ubidifcono : Et fono loro co--
'^e feruie^ foggeti . TS[ìuno inueritaè chenon ueg
y quanta fia la degnlta del capo : la rìuercìitia
degli occhi : & del uolto la maefia . Et per contra^
rio ciafcuno conofce , quanto ftano ledishone^fep'^r
^ti y piene di infamia & di uergogna : quanto humi-^
' li le gambe: & quanta a la fine yi piedi uili & abbici
ti f Douerebbono adunque quelli membri de la na^
0 i 9,K^ %
tuxa dolerfi : laquale tali gli ha fatto , & quello ttf^
fisciù ha dato loro y che ejii ejjer citano : quali Jo^
\ no • Douerebbono ramaricarfi , che efii quafi /afte--
^ni & colonne di tutto i edificio del corpo y fortini
il ucntre , il petto j, el capo : iti guìfa di triomphan-;-^
^^a farli intorno uedere a le genti ; Ladoue^efSij^hf
•tutta la fatica &il pefo fofferifcóho yuannotutta-;-
ma calpesìando la terra : ejfendo fempiterrif^. obbiet
f 0 a le pietre y aglifiecchi , agli fiini : ondepun
' tiy Uracciail^ cpnfuniatifqng ^ternamentei^^^
alcuna intermijìione haueirui giamài . Douerebhe da
Jaltro lato y il capoinuidiarc a le co/eie il molto fu f
ehioy cr la molta carne: Ejfendo cffoyfonte & prin^
cipio di nofìrofeìitìrc , da una fola fecchifiimay cf
grandemente afciutta cottenna coperto .T^on ci è
^memhro in tutta la figura del corpo j, che hauendo
più ad altrui che a fe medefimo riguardò y non fi po
tejje ragioneuolmenteyO de ruffìciqy, ode la compofi
itone yO deUuogo fuo lametare:lSlpdimeno per bene
fido & per dono di natura^ ciafcuno pienamente di
quello fi appagaya chey& doue^& nel modoyche ejfo
fu da lei da principio ordinato, Tye folamete è ne le
membra quefl^tale corUente']^ i^^ggono infiif
me alcune di loroy an7;i tutte più toflo y entrare
UQlontariamenteinmanifeHipemoliy eJr ne la roui
na^& ne loguaUameto anchora dife medefime.per .
la conferuationeyper lo riparo , eÌT p^y la falue^^
degli altri.Come jpeJfo fi uede , che le mani fanno »
^le braccia- Lequali per difendere il capo & l aU .
SECO 71 D $t
tre parti più nobiliypatifcono tutto l giórno infiniti
grauijjìmi danni . Quella concordia adunque de le
membra , & (JueUo fodisfacimento di fe medefime,
conferua & mantiene il corpo , quel tanto di temr-
po che dal Cielo gli è conceduto: DoUe fe fi inuidiap-
fero , & s'odio fi portaffero luna a V altro , aueni^
rebbefen^ fallo alcuno(come già fe uedere al popò
io I{omano la fauola da Menenio recitata ) che efjò
in pochiffme bore figuaftarebbe: CT del tutto diftrug
gcrebbefi. Ver fare adunque la natura i corpi ne ief
fere loro perfetti^ & perche fofiino meglio di/pofii^
& più deUri ne le operationi che a fare haueuano 4
ella non ha in alcuna maniera hauuto confìderatìo^
ne a le parti loro : ma bene fi haprcfo curay che effe
tutte infieme , ^ ciafcuna per fe^ fecondo la fuapró
portioncy fùfferò a tutto il corpo commode ^ utilì^
eJ" apportaffergligiouamento.Medefiwamente ì Sà
uiy& prudenti ordinatori de le cìttayquando primie
f amente diedero loro principioygia non ui induffero
quei foli huomini ad hahitare^che una fola arte fape
uanoìpcrche quale farebbe di gratta^ &come{ìa''
rebbe quella communam^ , nt laquale tutti gli huo
tninifoffcro o cal^olaly 0 fartiyù legnaiuoli ì od inai
tra fola quale fi Uoglia arte fi fapeffero effer citare ?
^n'3^ piacque loro per lo bene & per l'utile uniuer^
faley& per l'agio eV commùdo dè Cittàdini, che eìldi
abondaffe copiofamente di tutti gli effer citij & di
tutte le arti • Curarono per tanto diligentemente $
fondatoti de le Citta j che in effe uifojfero hu omirii
G Iti
1^ . n ri I B ^0
'Àl tuttcA'arH rifaeHw^^^ era a tutti in combi'
inune gioueuole & buono : ma non fi tolfero miga
penfitroy che lo ejfercitio defabrUfojfe tra tutti gli
^Itri il più fo::^ f eHpiufaticofo: Et che gli buomi
ni che in efjòfi adoper afiino, pieni tuttauia di caligi
ne & di fumo i più toflo a dannate furie^che a uiuen
tihuominift afiimigUafìino ♦ TSle parimente alcuna
cura fi diedero^ che ifetaiuoli fi potefiinQ ejjere più
politi & più uaghi: Et che agiatamente^ ^ con mot
tQxipofo de la per fona 3 fojfe loro permejfo di per ^
fittamente quell'ufficio adempircja che efii attende
uano/Pcrciocbe alcuna di quefle confiderationi, non
fi faceua punto ad utilità , 0 uero a migliore fiato di
quei Cittadini. Tslon debbono gli huomini adunque,
che fono membra^& parti di queilo mondo y de lo ef
fircitio cr de la forte loro lamentar fi giamai Kle e
per modo alcuno conueneuoleyche la natura pruden
tijfima rnaeSìra di tutte le cofe^da fcioccaprofuntio^
ne tiratiycerchino biafimare:ouero che di lei in alcu
ua maniera per fumano didolerfi • Conciofiacofa che
il ciò fare altro neramente non farebbcyche un rama
ricarfi di non potere aguifa di Tori con le corna fe
tire : di non uolare , come gli uccelli : di non hauerc
cornei camelli y gli fcrigni [oprala fchiena:^ la
mano ala fembian'j^de gli elephanti y cofi preSla
& cofi ueloce . Klondimeno quantunque in queHe
cofe y & iti più altre anchora , fiamo da molti & di
uerfi animali fup erati y non pero fi troua (cke io mi
. creda)buomo ueruno^ che difiderandokQ:<fm€ dir fi
S E C 0 ^ID 0. 52
fuole) fi firngga 0 fi disfaccia . llche non per altra
cagione ad'mencyfe non forche cìafcuno cono fce per
fettamente , che elle fono oltre a la propria natura
de Vhuomo i.Et che in nìuna maniera , a lui conue-*
nire fi pojjQno • Come adunque quelli tal difideriy 0
. per dir meglio quefti tali appettiti , fono da gli huo
mini f fi come nani & folli che .fono , ahbaìidonati ;
CÌr come ciajcuna di quella formayche a la Jpecie fua
fi richiede, pienamente fi contenta ; cofi doucrebbo
no egli anchora , degli effercitij , & de l'altre parti
xulari qualità , che loro ha uoluto dare il creatore
de l'uniuerfo, con tranquillità & ripofo d'animo fo
disfarfene lietamente: Tercioche elle fono ne più ne
meno naturali , & loro prop/iet che la forma & la
figura ne fia. il Cielo ordina CT dijpone tutte le cofe
iz le fini loro : Et chiunque ci nafce , porta feco dal
primiero g orno , le fue proprie &parttculariincli
nationi : fecondo lequali , egli opera poi tutto {1 tcm
po che egUuiue fopra latcrray Ma perche gli affet-^
tiyCt le naturali inclinationi degli huominiyonde pof
fono poi da una perfona prudente ejfere coniettura
te tutte le auenture, & tutti i fortunoft accidenti di
ciafcheduno(come nel precedente libro lungamente
s'è dijputato ) fi cono fcono per le qualità > ^per le
dijpofitioni del corpo ; uoglio horapvr fine a quella
parte del ragionamento de ifcgni de Vhumana natu
ra , che quei tre miei amici y il fecondo giorno fauci
landò difputarono infieme . Venuto diceua il Dolce^
il giorno fegufi^itCy ^ riccunti da lui gli inuitati con.
G Itti
I
• '.^
Z 7 B 0
Uno più toflo dilett ernie & amico y che jplendido é5*
ficco mangiare y dapoi che allegramente hebbero à
le hifogne del corpo fodisfatto , in uari & f iaceuoti
ragionamenti y pudendo mufìchcdi più maniere ^
di che il Dolce fommaméntc fi dilettaua y fi trat^
tennero infino a tanto j che fen*:^ impedimento al^
cuno giudicarono chei ragionamenti del pajjato
giorno ripigliare fipotejjero : Et in queHagUiJa
quanto in quella matèria , s'era per breuita di tem^
fo lafcìato alhora di dire y la mano eflrema compìu
tamente mettefjero . Et perchegli parue che la de^
gnita de lo jimbajciàdùre & del Confilo , douefiè
ejferehonorata di maggior compagnia y piacquegli
che Jòpfa loro fofiino quella mattina à definare con
effoluiy alcuni altri faui & ualenti huominudi ciàfcu
no di loro parimente amici . Trai quali dui ue ne
furono , congiunti Erettamente di (angue conejjb'»
meco: Vuno , MeJJer Luigi Quirini Dottore : figlia
uolo che fu di quel grande & honorato Oratore : di
tuifidiffcychepoche caufe furono difefe da luiychè'
egli non le perfuàdeffe : Et pòche oppugnate y che
egli non le abbattejfe . llqUale Mcjfer Luigi , meno
fecoy per fua ombra hauerebòno detto i Latini yil^
Fogliano Mufico & Thilofopho : cui egliy come à
proprio padre honoraua : Et ordinariamente in ca^
fa teneua . L^ altro mio parente , fu Marco dal Gi^
glio:effercitatifiimb ne le cofe de la facra Theologià.
Fuui oltre a quefli un' altro Dolce: come che di minò
te età de gli altri 9 certo di uirtUy & di dottrina^
-SECO X D 0. 5J
tomeprer lìfuoi molti ferini fi può uedcre, eguale à
:• .qualunque altro fi uoglia . Leuatifi adunque da fede
re yZT rìdottifi tutti infieme intorno al Confoloyché
Micino ad una finefìratiratofiy onde piaceuolifiima
-tiura jpirauaj iui tutto penfofoy forfè contemplandò
ciò che egli diredouea, appoggiato fi flaua, fatto--
.gli un cortcfe ajfalto ygli dijjè forridendo il Quirini
^in quella maniera . Se forfè non uigraua, o non u'è
molefìa la non penfata nofira prefentia , ilchè nòli
xonfenta Dio,a me parrebbe effere tempo hcggimai^
the de la dolccT^ & de la foauita de uoSìri ragio*
namenti ci faceììe godere: acciochepoteffmo cono^
fiere perfettameyite , che noi non menò hòggi grati
uifiamoyche hieri lo ^mhafciadorey & il Dolce nò
firò Siati uifiano. ^Ihora il Confoloy che già uerfò
di loro s'era riuolto , moletìi dìffey non mi pojfonó
già effere huomini come uoi mifeie amicifsimi : Mà
io ben debbo , fe meritamente fenx^ ucrgogna non
uoglio e/fere riputato y hauere rijpetto come mi mei
ta a fauellare in prefentia di cotato fennoi ^niìfóg
giunfe il Fogliano , ciò fommamenie caro effere ui
douerebbe : perche non dui foli come hieri , ma citi
que almenoy che io d'uno di loro fono òmbray degni
tefiimonì haUerete de là uìrtu , & de la eloquentià
uoSìra.^h'j^ de la uanita & de rignor antia mi du-
bitalo y replico lo Spagnuolo ♦ Et egli quando ciò pò
iejfe effere ripiglio y che non e però menò impóffib 'ilù
the il ghiaccio fia fecco & caldo y& freddo & hunii
iiù il fiiocoymaggiore numero d' amici hauerelie chi
. L I B 1^0 ^
ne ne ìftufafiino. Dopo qutjìo , haucndo la opinione
del Thilofopho tutti communemente lodato , fi con
chiufeper ciafcuno di loro» che il Confalo non haue^
ua cagione alcuna ^ ond' egli honeflamcnte poteffe
da i cominciati ragionamenti ritìrarfi : Ter laquaL
cofa tutti da capo quafi ad una uoce nel ripregar(h-
no : Et quanto ciò doueffe loro e/fere grato y conpa^
role piene di caldo affetto gli dimoflrarono . Mail
Quirini cui più era a grado d'udirlo: come colui che
più mite fentito Vhauea commendare per dotto &
benparlante , poi che gli altri r achetati fi furono 9
in queUo modo torno à fauellare . T^n mi poffofa-
're a credere fignor Confalo y che la bontà fingulare
de l'animo uofiro. 3 permetta che tanti preghi non
efaudìti rimangano, llche facendo , 0 moftrarefie di
poco amarci : llche noi , per cofa di quello mondo
non crederemmo-. 0 fareJìeci dubitare , che più ne i
noftri mori pote/fe il rijpettOj che lo amore: LaquaL
cofa e certamentCy oltre ad ogni termine ragioneuo
le. Ma fe pure ui par effe queHa nolira uentuay trop
po più cupida(per non dir peggio)che a moderi huo
mini fi conuengay datene tutta la colpa al nofiro Dol
ce hoHe : che inuitandouici , ha uoluto qhe cofi fia t
Se uer amente libera , & humana , & cortefe la,
reputate j eUimate che tutti egualmente^ ne fiamo.
partecipi . ^Ihora il Confalo , per quale fi uoglia
dijfe cagione , ch'io mi trouafìi con fi cariy degnìy &
honorati amici come uoi mifete^non ne potrei fenon
p render e fommo piacm:purc(dirò liberamente cià.
SECO T^ D 0,
i€he mi fìede né l'animo) cìafmri altra uorreipiuto^
-Jìo che qui uhauejfe condotto y che difiderio di udir^
fhì parlare : Conciofiacoja ci) io fempre di mia riatti,
rafeccamente pofja ciò fare: ilchc non fi conuicne
con la morbide'^ de le uojlre orecchie c Et poi que
fla materia che bora trattiamo ^ edafe talmente
arida & feccaychegran fiume ynon picciolo riuo le fà
rebbe mcjliero per adacquarla.Et per certo fefugici
mai , che me medefimo poco parlando fodisfacejii^
hieri fu che poch 'ijfmo , o nulla mi fodisfeci . Ture
poi che cofi difiderofi ui ueggo ch'io ne ragioni > d?r
io fono molto contento di compìacerui: jperando co*
.me diffe il Fogliano che debba auenire^che più toUo
la uofira amicitiami Jcufi, che la dottrina mi debba
notare. Detto quelioy il Dolce in cafa di cui erano yin
tjuefto modo jòggiunfe : adunque poi che alcuni ci
ha qui tra noi che non fono Varipathetichcome que-
fli èi & addito il Fogliano y & come mi d'effere Ine
ri in qualche parte ci dimofirafie y fia bene che non
iiiandoyo fpatiando^fecondo il cofiume di quegli Imo
mini antichiy feguìtiamo i noflri ragionamenti : ma
concedendo alcuna cofa a le tenere noUre delicate'^
^y & a l'ufo onde fi uiuea queUi tempi > entriamo
in camera:Doue agiatamente fedendoy fi forniranno,
( Dio permettente ) le noUre difpute • Entrati dopo
quelle parole in una grande bella camera, non
peranchora uedyta da alcuno di loro , & già uolen*
do/i porre a federe y rimirando fi intorno intorno ^ &^
^ifopra^ &dalatOy ^ difotto ogni cofa attentd
Èk
L 1 B liO
mente confider andò ydf con gli occhi bora a quefìd
parte y bora a quell'altra più volte tornando y dijje
poi il Fogliano in queH a maniera • Conofcendo effe^
re Dolce uoHra opinione ycbe per lo piacere fi debba
abbracciare la uirtu^^ che più perjè medefima una
picciola guanciataycbe una uergogna grade ejjere ci
debba mokUaJìora mi credetti che di [ala ci facezie
ufcirey che feguendo gli ordini de uoHri maefiri , in
qualche uago CT diletteuole horticello ci douelie me
nare : Doue ociofamente uiuendo , foleuano antica^
mente quei felici pbilofophi ingrajfarfu Ma poi che
bora qui fiamoy conofco che noi troppo piu famo$
cSr più beato fete y che non erano quegli antichi Epi
curei: Conciofiacofa che l herbe y a" le piante y di
che erano adorni i loro giardini y foffmo foggette
tuttauia a quelle mutationi y che fempre Jogliono le
Stagioni portare coneffoloro : Laonde erano talho^
ra nude , & fecche : ^ quando uerdi , & fron'^^te
nifi uedeuano. Ma quelle uojlre , che di lana finiffi^
ma cuoprono quelle muray fempre ucrdi y fempre fi(>
rite y & fempre cariche di maturi frutti y porgono
di coniinouo a riguardanti fempiterna gioia . Et
doue le fonti loro , o mancauano la Hate , o s^arre^
Piavano il uer no y queHa uoHra non è ne tenuta da
ghiaccio : ne da caldo afciuggata giamai . Et fe ben
miro a quello cauallo alato , che qui ci ueggo y ella
de effere uer amente od HippocrenCy od ^ganippe:
Et quefle nimphe , faranno perauentura le Mufe
Et quel colle , che cola con due gioghi al cielo fi inai
1
%a^jia forfè Tarriafoy od Hciicona ^Et oltre a ciò il
Cielo che loro copriua, doueua talhora ejfere chiufo
4a nuuoli :Poue quejio uoftro di dorate /ielle Jplendi
do & rilucentey jempre apèrto lucidijfme le ui mo-*
fira: Et da ognitempo i Juoi Scorpioni yfegno forfè
che ui die la uitay & ifuoi Centauri uifa manifefii .
Felice adunque y ^ beato uoi : Ma uorrei bene , che
tra tante imagini & di Imperadori^ ^ di Thilofo^
phiche qui hauete raccolte^ tra quali, ui rijplendo^
no quella di Tlatone & d'^riHotele mio maeftro »
i^uero in luogo più tofio di tutte loro y tii hauejle
meffogli Epicuriyi Me tbr odorici lenoni: Et de Lati
itti lMcretijy& gli Horatijicome coloro^cuipiuera^
no a grado queUe delitiei^nxi chefenT^ejfenon ere
deuano poter uiuere beatamente* ^Ihora il Dolce 3
jo crederei dijfe non che ^rìHotelc (come dite y &
corrilo penfaua ) uifoffe §ìato maeftro > ma Diogene
più tofio; od ^ntìUene : od alcuno di quegli altri
cani : dapoì che fi fieramente mordete ; "t^ondim
meno con ^riflippoinfieme uipojfo rijponderey che
queHe cofe non hanno me , ma io loro.Dopò queUo
éiffett atifi già tutti in un cerchio , hauendo però tot
fo il Confalo in mc^o tra lorOy che egli al fuo parla
re dejfe principioyajpettauano attentamentejlquale
la loro uolontà conojcendo y fen^^altro indugio in
queUaguifa cominciò a fauellare . Dapoi che uofiro
difiderio e fiato eh' io pur ragioni de le qualità de la
nofira natura y & de i naturali mouimenti de gli
Mimi noHriy onde & fiamo buomini > & come bua
r L 1 B 110 ^
fnìnì ci mouìafnOy& io il faro HolcntkwSipero cl)t
non crediate ych* io com'mo di queUi Saui le cui ima
pni qui uedctCyO Forfè per no ir tanto a lungeycome
fecero al tempo de gli auoli noflri yMbertoMa-
gney Michele Scotto , B^ìmondo LuUio , ^rnal
do di ui'Ua noua , non crediate dico cFio ne ragiofd
i)er pompay& per dimoHratione di mio ingegno :
'Ma fiate certi che come amicò y& tra amici & co
fìretto da Vamicitia , fortiffmo legame di noftre uq
^Ucy coftfamigliarmente , & fen%a alcuno apparec
chio dijplendide & ornate parole y ne debba tratta
Ve. laqual cofa non già per infegnare altrui y che a
ciò non baciano le mie for%e , & ma f imamente a
voi y la cui uirtu rijplende come fiaccola accefay an'^
fure come chiariamo Solcyma faro folamcnte per
ritornarmi ne la memoriay ciò che da molti dottor
■con non picciolo fludio & fatica , ho potuto dìquc
Jìa cofà in lungo tempo , &per continua oJferuatiQ
ne coprendere. ^cciochecoft coyieffouóir.agiojiando
ncy & ne impari ciò che m"e nafcoììo finhora: Et ne
Tanirho mi comfermi , ciò che di pienamente ptr-
ycrneym'e pure aucnuto fino a quello temfo.T^efia
poca certamente la utilìtayche da qiie^ìà cognitione
per molte uie trarre & confeguire fe nepotra, Con^
ciofiacofa che fi come conofcendo a la uijìa di fuori
tutte le monetCy C^ perfetttimt nte intendendo qual
^uer acquai falfay qual buona , qual reay & quale in-
tieray ^ qual manca fifojfcy non ci lafciaremo ne le
it^fhe faccènde da i cattiui huemini incannare, cofi
J E C '0 X D O* 5(5
^dUicnutìper cjueHa fdmiay daUconfìdemione de
corpi i conofcitori de gli animi humaniy nel giunge--
re le amicitie , faremo più canti: ne L'accettare i fa-^
ifiiglìariy più accorti : nel conuerfare con gli buomi
^ni y più prudenti: Et breuemente in tutte le opera-^
tioni che con altrui fi fanno^piu^auertiti ypiu confì^
deratii & più rattenuti faremo . Ora adunque poi
'che tale è quejìa dottrina , & poi che ella è cofi na
Sira che altri hón uba parte alcuna , quale ragion
tiuole che non la dobbiamo accettare i perciò non
imprenderei da cìyerijpetto tenuthpofiiamonùnan
'tcporla a quale altra fi uoglia ^ T<(e io per me ,fo ue
r amente come pojfano alcuni negare^ che per le qiia
lita eHeriori del corpo , non fi pojfano intendere gii
'intrinfechi affetti de l'anima : ueggendo CT con/ìde
rando mafiimamente^quale & quanta fia.la congiun
tione & la coUegan'^ de l anima & del corpo : Et
potendo per uiua ejperientia conofccrCy che feconde^
gli auenimenti cr le pafiioni del corpo y patijca pari
mente y (ir diuengay& mutifilanima^la onde ejpref
fornente ueggiamo y quantunque uoheadmene y che
rbabito & la dijpofitione de t'anima , da uno tiato
ad urìaltroy per alcuno fop'rauegnente cafo fi cangi ,
che medefimamente la forma & la figura del corpo,
diuenta fubìto d'un' altra maniera : Et da ì! altro la
tofi ueggiamo ancborayche tramutandofi talhora U
figura cr la appar ernia del corpo^ gli interni moui^
tnenti de gli animi noUriy non fi conferuano più quc
j^li siefii z quali perìnanT^i a quella mutatione , ejjè-
ce Ufentiuamo. Sono (come tutti ifhìloJopU coni
beffano) lo attriHarfh & Ueffcr lieto, il temere , cÌT.
lo adirar fty lo JperareyeH dijperarfh & altri taliaj^.
(aiy affetti & perturbationiji noSire anime: 3s(^o«-
dimeno colorò che hanno ne Camma afflittione CT
dolorCy mojlranq di fuori ne lafaccia(cbe è pur par
te di queUo corpo) la doglia, la pafiioney& lo affan
$to loro: Et le ciglia ìlringendo, & chiudendo le lab
bra. & gli occhi qua/i afiondendo, fi prendono uno,
^lerto uifq y, propriamente a me§ìi ^ addolorati huq.
mìni conuenìente. Et d'altra parte coloro che han^
no l'anima lieta &gÌQÌofa .fono fimilementc ne la
faccia ridenti &guliui • Ma oltre a tutto quello
confiderò anchora che effondo disfatta l'anima CT '
diSiruttay la forma infieme del corpo fi disfa crfi di
firugge:Ter la qual cofa fi può chiaramcute uederCy
4^he C anima foftiene cr fofferifce le pajfioni del cor-
ffo: E'I corpo parimente quelle de l'anima . Et aucn
gache quanto a Je me defimi y ne il qorpo faccia l^ani
way ne l animali corpo^nondimeno mànifeHamente
fi uedeyche l'uno feguita l'altro : Et che quefio da
quell0y& quello da quejl' altro, le pafiioni & gli af^
fetti riceue.In quefio ueggendo il Cqnfolo che ambe
4ui i Dolciyche uicinifedeuanoys' erano in fu quefl'ul
time fue parole, poHicofi pianpianoafauellare in
fiemejafciato il fuo primiero ragionamento y dijfe lo
'^qin quefia maniera. Che condite Signori Dolci cofi
ira uoi , con la uoflra dolce^^ ? 0 pur ui paiono
(cornicile fono ueramete)^ucfie cofe di ch'io ragiono
di poca
S E C 0 7^ D 0, 57
di poca Slmaf7{ongia,ri/J)ofcfubito il minor di lo-
ro : Che ciò alhorapotrebb'eferCy cbcfofca la luce ,
flellato ilgiorno,& di far dinato ciparefjè il mouime
to del Ciclo . Mhora il Ciglio , fattoji incontra al
Dolce che in qucHo modo barieua parlato, cofi mcTo
ridendo y^e e uero dife, ciò che'l Fogliano poco
auanti ci raccontò y non doucuatequeW ultima parte
accommmarla col uojiro conforte: percioche crcd^m
doft egli ckel mondo Ji regga a cafo.no uc ne uuqle ,
0 ne nepHote hauere entro , alcuna benché pie dola
parte. Si bene c'hanere ne ne potrei^ ripigliò^ Dol-
ce , contra di cui quelle parole ueniuano • Et come ,
foggiunfe il Giglio , fia qucjìo, che l'anima non cono
Jco? ^^Ihora ( dijje egli) che ni degnale di predare
per mc^ S. ChriHoforo , che mi ramafje ne la buona
ma: ol caualiere. S. Giorgio y che miguardajje da le
male-opimoni : inìmiche di [anta Chiefa. Ma noi che
chrijiianamente parlandoyui credete efere quei fin-
ti f nomi nani & fen'j^a foggetto(che non uoglio però
dire che la oratione a i Santi ui paia fuperflua) non
mi uorretc qneUo tanto di bene far confeguire. ,Ap '
prefjo a qucfle parole y molt' altre fe ne dìfjèro in //-
mile materia: Ma Mcffhndro mettendo fine al qui-
fiionareygia rìuoltofi uerf&l Confolo che col Quirini
nanfa che ragionaua^ in queUo modo gli difje . Da-r
poi che come hicri^non hauete hoggi il fauellare uie
tato y ne ci hauete tolto con le uoftre leggi , ciò che
a ciafcmo concedette la natura liberarnente , quti^
lo che poco auanti tra noi due difccreto ragionatta-
H
L I B 1^0
moyhora mi piace inpalefe a tutti ridir lo. TS^onfi fb
no fatte leleggiyrijpofe fubito il Confolo,acciocht mi
norc hauejjc ad ejjere il uoHro fallire : che già fape
tiamo bertesche no erauate ad ogni modoperdouere
ojftruarlc . T<londimenOy dite pure cheunqne ut ag^
grada, che ejjèndo qui dentro a confini de lo imperio
uofiro, nifi permette & uifi concede ogni co fa . Et
egli alhorayfe l'uno huomo dijfe genera l'altro, ^ fc
il padre e cagione de la uita & del e/fere del figlino
loy in che fi conchiude parimente [anima ci corpo ,
come hauete mi detto difopra, che il corpo non fac
eia l' anima t ne l'anima il corpo ì Lo difii ripv efe il
Confoloyche quantunque a perpetuare, tifare eter
na la fpecie de llmomo^et ne lageneratione di dincr
fi corpiy Dio l' huomo ui concorra ; non pero adi--
uiene giamaiy che in uno ifle/fo foggetto , in uno
huomo mede fimo y fi uegga l anima di alcuno gene^
rame il corpo : ouero il corpo, ejferne cagione de Va
nima . Diro cofiy per cagione di ejfempio. Egli è ben
uerOy che il Ciclo , CT i noflri parenti yfono ^ìati ca^
gionc de le anime, & de corpi nofiriiMia non è però
uerOy che le anime nolìr enfiano [late da i noHri cor
pi create : ouero che questi corpi yfiano da le anime
onde uiuìamo , ^ati in alcuna maniera prodotti .
Tercioche queilo tanto di bene y non da noi?nedc^
fimi ci può uenire : ma (come di(ii)dal Cielo, & dal
padre che ci creoe. Ma auenga dico che ciò fia, Vani
ma però e* l corpo, con più forti legami annodati in
fieme di ciò ch'altri fi penfa, ubidifcono perpetuarne
E C 0 J^D 0. 58
ìe , fottoggiacciono a le pafiioni Vuno de V altro ;
La qual cofapiu chiaramente afjai , con ma ìnag
giore qertei^ potrete cono/cere, confiderandoy &
h'a^icndo rijguardo ad uno vjjcmpio che hora no dar
ui. Eglih manife§la cofa che la furia y t^lapai^T^a
(comejtdice)concitata, & fen'7^ freno (che non ho
glio parlare hora de la quieta^ che infama domanda
uano i Latiniy& noi drittamente menticaggìne dire
potrenmo)cgli dico è manifcfio affair che ella è paf-
ftone y&perturbatìone particulare & propria dc
L'anima' "hlondimeno curando i medici} non l'anima
interna & inuìfibile , ma qucHo corpo cHeriorc &
palpabile^ con alcuni licori , con certe beuande ;
facendolo ufare oltre acio^ ò' tenere alcunimo
di nel uiuere , gioucuoli a quella pacione ; effì coli
facendo , l'anima da lapa'^^a (jr da la furia , onde
ella era pria tormentata , fogliano al tutto delibera
re.Ma non altramente pero , ne con altri argomcn^
iiy che(come ho detto)conmedicine datefi al corpo:
Et con la cura, con la follicitudine,che i medici fi
hanno hauuto di luiXaonde auiene che ad un mede fi
mo tempo e'I corpo y lafciay& perde quello aJpettOy
eir quella figura che egli haueua , mente era da quel
furore l'anima opprejfa : Et l'anima parimente , da
quella pafiioney & da quella noia che prima la mole
sìauaùiberay ij^editay& fciolta fe ne rimane. Ora la
/dando adunque & perdendo ad uno ijiejfo tempOj
^ V anima e'icorpo le qualità che haueuano perinan
^,non fi può negare , che ciafcuno di loro non fottog
H i/
L I B IL 0
giaccia a lepajjiom de l'altro: Et che ambidui non fi
rniitino, fecondo che l'uno o l altro di loroy mittatio
neM alterationepatifce. Et oltre a tutto ciò fi può
comprendere ageuolmente,che a le mrtu,& a le po
tentie de lanimayftano le figure & le forme de cor-^
pi y fempre fmili & connfpondenti ^ 7^ per al--
tra cagione(come dijfeil noHro Commentatore Cor
doHcfe)fono le membra del Lione ^ differenti da quel
le del Cerno jfe non perche trai' anime de l^uno , CT
de l'altro di quegli ammali , u'ha,come a ciafiuna è
paleJeydifferentìagrandisfma.Tutte le fimiglian'^
adunque degli animali manifeiiano] CT dijcoprona
egualmente yuna certa pacione , c7 uno certo affetto
mede fimo : Ma non douetepcro intendere di quelle
, fembianT^yOìide da la mac^ìra natura fono in quella
' guifa distinti , & che conuengono, nel componimen
tOy& ne la dijpofitione de la forma deglianimali .
ConciofiacQja che quantunque lo hauere ne le efìre
mita de i piedi & de le brada le ugn€y& intorno al
corcy &ale altre interiora le coUe^ & molte altre
cotalifimilitudini y fiano cofe , quafi in tutti i corpi
uiuenti d'anima fenfitiuà parimente fimili; nonpe^
ro altra co fa alcuna ci mamfe§ìano , che quel tale
che è cofi fatto , effere ueramentc animale : & non
pietra , & non albero . Ma quelle fimiglian^yche
per conofceregli affetti de l'anima , debbono effere
offcruate da noi, fono ( come' e a dire)la roffe'^^ de
gli occhi: lafortez:2;a , & la grande:^ de le esire
me parti del corpo:Et molte altre cojc cotali.Etp£r
S E C 0 D 0 . 5P
€ÌH come hieri uì diftiy & bora di mouo ui dico ,
fer fempre ui conuiene bauere fifio ne la memoria ,
di tutte le pafiioni generalmente , & di tuti i moui^
■menti , & perturbationi de le anime noUrCy ^ non
'far noflre , ma uniuerfalmente anchora di tutti gli
altri animalhalcHne propricy^ alcune altre fono ad
domandate communi; douete fapere cbe i propri af^
f etti de l'anima y fono fempre accompagnati da le
proprie qualità j& dai propri fegni del corpo : Et
d'altra parte le communi paffioni y medefimamente
a i communi fegni fempre rijpondono . Ma fi de ben
por cura , di non determinare & dichiarire per com
mune alcuno affetto y auenga che a molte y od a tutte
le Jpecie degli animali commune yfe prima non fi è
mertito diligcntementeycbe effo per alcuna propria
qualitay non fiaproprio & particulare di alcuna fpe^
eie. Et accio che meglio fi fermino ne la uoHra intcli
getia le nojire parole y darò con la chiare':^ di que
fio effempio y lume & fplendore a quelle teìichre ,
onde ragionando difopra mi inuolft . 7{iuno credo
è che non fappìay quanto la concupifccntia de i car-^
fiali congiungimenti ^ fia commune uniuerfale
quafì a tutte le jpecie degli animali: Kjondimeno
non de pero potere que^ìa tale communione y farci
credere quello affetto commune : ^n^i dobbiamo
perfuadercicertifii?no y cheejfo fia proprio &par-^
ticulare degli ^fini CT de Torci. Conciofiacofa che
per una particular e qualità y & per uno proprio je
gno^che feparatamente da tutti gli altriy hanno nei
H iij
L I B T^O
loro corpi queHi animali y non fono liiffurìofi cotii*^
munemente con gli altri : ^n'Z^ ejjiy come proprio
mouimento de l animo loro , donano & participano
con altrui , la loro propria libidine . il fegno uera^
mentCy donde queHa fi comune perturbationcy fi ere
da propria folamente di queUe due Jpecie , è che que
Sìi .aìùmaliyfoliy & feparati^ CT diuifi da tutti gli
altri^mentre fi affaticano ne Inatto f^enereo^a guifa
che maflicafjero y Wouono (^menano le ìnafcelle.
L^effere me de fmàmeht e ingiurio fo , e 7 dilettar fi di
mole^lare di dare noia ad altrui y h pafiione &
affetco.certo a gran parte, fc non a tutti gli animai
li commune : K^n per tanto i cani foli tra tutti gli
altri ringhiando , & digrignando i denti, loropar^
ticulari proprietà , rendono co fi facendo , loro prò-*
pria, queHauniuerfale perturbatione. E di mefiiero
adunque, conofcere quefte diuerftta : Et fapere , qua
le affetto fia comune a tutti gli animali : Et quale a
parte di loro: Et quale infieme^fia proprio & parti-^
culare a ciafcuno . Ora in che modo fi debba dìfiin^
guere il commune, dalproprio,hicri a baflan^ai^cre
do)fe ne. è ragionato. E il uero che a chiunque difide
ra di potere baUeuolmente di cìafcuna di quefle co^
f e parlare , & giudicare a pieno , come & hieri
hoggi più uolte fi e detto, per efegni di fuori del cor
po y le intrinfeche paffioni , &gli interni mouimen
ti de t anima, è necefiario principalmente, accompa
g7iare,unire,& congiungere infieme con la fcicntia >
tufoylaprattica^la confuetudine^& l'ejperientia. In.
S E C 0 T^t) 0. 60
nero che rejjercìtare lungamente- le cofe^ è il miglio
re,& più eccellente maeUro che fipojfa difiderarem
Ter quello , la belle'^ la leggiadria de le arti^
Ter quefto y la eccellentia &la perfettione de le
fcientie ; Ter quello , ogni bontà 3 ogni uaghex^ 9
ogni perfetta utilitade y in qualunque fi fa noftra
operatione acqui fliamo.1\le fen^a ragione ueramen
te: Conciofiacofa che fe tutto quello che per noi fi
fay h femprein più alto grado di perfettione , quan
do penfandouifopra lo riuoltiamo lungamente ne Va
nimo ; ilche non è altro che uno effercitaruifi con la
mente; quanto fi de credere che migliore & più per
fetta riefca la noUra fatica^ rifacendo CT rinouando
da capo y quella cofa che prima una uolta buona fa^
cemmo ? Certamente non e dubbio alcuno che molto
' meglio . Cofi il SanfouinOy che dipublici & di pri^
uati edifici adorna bora qucfla Citta, è diuenuto /ò/-
lennijjimo architetto : Et degno y dia qualunque al
tro fi uoglia y 0 Dinocrate y 0 Thilone y effere pad-
reggiato • Cofi Titiano y cofi Michelagnolo , cofi
(^quanta perdita fece il mondo nella fuamorte)Gia
nantoìfio daTordonone y hanno acquistato nome di
dipÌ7itori eccellenti & egregi. Che fece Mef[ere Lui
gi uoHro padre y & che ha fatto bora il Feleto uo-^
§ìro cognatOy cofi celebri Oratori y altro che Veffer^
citio i Donde uenne il loro fìgnoreggiare nelpalla^:^
c?;o , & l effere tiranni de le uoglie de giudici y d'al^
trondc che da l'ejfercitio ? In che modo ne gli inno-'
unti biafimo ^ terrore^ & hauerebbono potuto in
• • • ■
. L I B B^O
4urre ne t rei ficurta & bonoreyaltramente che cori
J^efjercitio ? ^dunque poi che in ciafcuna coja , l'ef-
fercitaruifi lungo tempo ha cotanto difor^a^ pcnfia
. tnoci & rendiamoci certiy che ne la cognitione de la
nofira natura, il lungo & dilìgente ejjèrchio , il me
defmo parimente^ouero piupoffa. Ma percioche(co
me hierì diccm?no)cjueifegni che fi ueggonOi& fi of
feruano ne corpi , fi rìferifcono a le jmiglian'^ de
gli animali; dico qucHe talifembìan^e , effere tolte
ouero da tutta la difpoftione del corpoyoucro da al-
cune parti di quello: Et talbora dagli atti degli huo
mini: Et quando aìichora da certi ajpetti : procederi
ti altri da calidita: & altri da freddei:^ . Alhora
lo ^mbafciadorcy che accofiatofi ad una tauola, ha
lUeua tuttauia tenuto appoggiata la teHa fu la deftra
mano, rotto al fine il filentio , & leuatofi ritto fu la
per fona, dijfe al Confalo in qucHa maniera* Dapoi
che uba condotto il filo del uoHro ragionamento, al
parlare degli afpetti del uoltOy bauerei caro che gra
ne '& noìofo non effendoui,ui contentale di dirmi >
in cheguifa fi debbano alcune di quelle qualità giudi
care, che fiofferuanone lo affetto ,^ne la ejierio
re apparentia del uifo : Lequali non perche elle fia-^
no in tutto medefme y ma perche elle hanno tra lo^
YOpicciola differenza ,fono communemente addo^
mandate per uno medefmo nome. si come auiene ne
lapallidei^naturale:ondeci e fcoperto il timore^
& la debbolei^ de l'animo : Et ne la accidentale ^
di che àfono cagione le infermìtaZequdipasfionh
. S E C 0 T^^D 0 6ì
'quanUmqne come uedete nate diuerfamente yfonó
non dimeno > per cjuefta folanoce nominate di palli--
dexT:a : llche fi come dijji non per altro ne mene , fe
non perche l'effetto loro e fmile: benché nefia la ca
gione differente & diuerfa . // Confilo alhora , con
ragione admqne fe è ciò dijfe^ che e certamente , ho
io con tante parole poco auanti lodato lejfercitare ,
^pratticare lungamente le cofeiConciofia co fa che
neramente quando alcuno di cojioro giudicare doh*
biamoy hauenti nel loro afpetto alcune di queHe qua
litaypoco come haucte detto da alcune altre diuerfcy
an'^ in gran parte loro fimili^fommamente difficile
^ cofacifiay ad intendere certamente il dritto : Et et
uenirc perfettamente^ ne la cognitione^ & ne lafcie
%a del nero : La onde , necejfaria cofa douere ejjere
iiimoy che per lunga conuerfatione , la certe%7^ de
la uerita con aperta ragione confeguiamo : Et de la
naturale dijpofitione de lo cofloro afpetto y & piena^
& abondantcy afferma notitia acquiHiamo: Et qua
lenaturalmentCy&fenxa accidentale alcuno impe^
dimento , l'atto & lappar entia per co fi dire^ & la
figura del uifo loro fi fìa , fecur amente , & ogni dub
bio rimofoy lappiamo . Et uer amente che il giudi-
care per questa qualità de lo af^wtto , propria &
per natura conueneuole , non mutata & non alte-
rata da alcuno accidente ^ è huoniffma & fecurij-
fima uia > per condurci doue ci tira il nofiro de fio :
Et chiunque per queHo modo procede y può ferma
mente di leggiero conofcere, non folo in uniucrfale i
Z J J5 0
fegni communi ; ma quegli arichora che fono propri
& particulari a ciafcuno. 1 quali fono in tanto dijfe^
Ytnti l'uno da l altro y cbe alcuni come ho detto, jpef
fe fiate fe ite uannodifcompagnati da gli affetti che
effi dimoflranoy Et alcuni nonmaifeparati fi ueggo-
ììOy da le perturbationi palefate da loro J communi,
bene Jpeffo non fono dai loro affetti feguiti: Et ipro
priy non ne fonò da i loro abbandonati giamai.Quan
do adunque uedcr et e alcuno di compie jfione fangui^
gna ) carnofo , con occhi neri , con ampio uen^
tre > che fono tutti fegni communi yfe logiudicarete
mangiatore ^ libidinofo , potrà perauentura aueni
re , che V effetto , alcune uolte al giudicìo non corri
Jponda. Ma Je ad altruiychegli occhi JpeJJò Jpeffo uer
fol cielo riuolga^di modo che la pupiUa^^ gran par
te de la ruota de rocchio sfotto la palpebra dijopra
fi uenga a nafcondere.pr edirete i medefimi affetti di
golofìta & di lujfuria ; per cffere qucfto fegno non
communCyma proprio; auerra femprcy che faranno
in fu faldafermexi:a di ueritay fondate leuoflrepa-^
role : Et faranno mcdefimamente tutti coloro cbe
haucranno rie gli occhi quefto tale accidente^ molto
foggetti a patire il morbo caduco : Et fe hauejfino co
tutto ciò ygli occhi loro difofca & ofcura pallide'^
%a ingombrati , farebbono fen'j^ alcun fallo mici^
diali j empi , & fommamente crudeli , Ora uedetc
adunque , quanto poffa digiouamento recare ad aU
truijl conofcere perfettamente le differen'j^ de i/è
gniprcdetti.Douete oltre a queflo porre non picelo^
S E C 0 T^D 0. éi
la iìUgentia^in confederare quale de ì moulmenti dè
gli animi noUri^fcgiùtì di fua propria naturaO sac
compagni uolentieriypiu con l'ima che con l'ahra de
le pajjìoni naturali de le noHre menti . Laqual cofa
effendo pienamente intefa da uoiy uederete come
hieri ui diffi , ejjere molte uolte turbata l'anima no--
flra da alcuna affettione , che-non ha fegno alcuno
nel corpo , che indicio o tertimonio doni di lei.La on
de fe talhora a giudicare ui mouerete 3 chi per le no
te det corpo efjere comprendiate taciturno è' sfaccia
tOy non pero douete queUifoli affetti credere in lui :
ma infiemc la auaritia e'I defio del rullare : T^n
oUante dicoyche di niuno di quefiiyce nefoffe in quel
corpo manifefìo fegno ^Concioftacofa che colui che
foco naturalmente fi diletti di fauc Ilare yfa per or
dinario di complejfione maninconicaia laquale la mi
feriay & la auaritia è fempre compagna . Et d'altra
parte ylo sfacciato ardifceper fua naturaydi commei'
tere molte fcelerita : Sen%a punto ne uergogna te-
merne: ne di perdita d'honore > farfi conto alcuno -
Ora adunque non fìa mai flimato giudicio non ragio
neuole , il dire ad uno sfacciato & amatore difden-^
tic y che egli fia parimente ladro (&auaro : Quan-^
tunque come difji y de la taciturnità & de la sfac-
ciateli^ y cifiano aperti fegnìnel corpo : Et che la
auaritia & i ladronecciy non ui halbiano alcune cer
te note che li pale fino. T croche fono qucHi ultimi af
fetti di maniera con quei primi congiunti > che rade
mite fono 0 non maiy gli unifeni^gli altri ueduti *
L I B KO
Bifogna intendere adunque in qneHo modo , le pro^
prieta de le perturbationi: Et Japere quale a quejìa^
(ir quelle a quell'altra , feguiti naturalmente & ft
unifca. llchc fattola guifa di terreni Dijy le cofeoc^
colte j palefi ; lefuture, prefenti; le lontaìie, uicine;
& le incerte.certiffime uederemo: Et illuminato a la
fine dal cbiarijjimo raggio de la ueritade il noflro in
tellctto.nonpiu hoggimaine le tenebre del' ignorati
riarma per entro gli (plendori de la [dentiate on mot
tafodisfattione de l'animo noUro , ogni cofa terta--^
mente conofceremo.Et di bel punto come a coloro ci
interuèrra^ che mentre ueggono il Cielo talhora di
folte & di ofcure nuuole chiufo.non folo parte alcu^
nà fcorgere non ne pojjbnoian'zi loro e^ quel nero
pauentofo horrore che in quel modo lo ingombra^ di
trifiex7:a & di noia cagione . Doue fe poi fono da un
potente fiato Settentrionale, fugatCydijperfey& con
fumate quelle nuuole in tutto ^alhora il celefte can
dorè da ogni parte agli occhi loro fi rapprefentaion
de gli animi loro parimente i fono di letitia, & di
gioia ripieniMapcrcioche tutte le Jpecie degli ant^
mali fi diuidono primieramente in duefcsfi , mi pia
ce la prima cofa di raccàntàre y quai de i mouimenti
naturali de gli animi nosìri yfiano od al uirile , oue^
ro al femìnile fejjo conuenienti . Douete adunque fa
pere che di tutti gli animali , fi che uiuano & fiano
nutricati apprejjò di noi , fi ancho che fieri pafcano
per le altiffme jelue ,fempre le femine fono di gran
lunga più pìacewlhpiu delicate^ & più mafuetechc
S E C 0 1^ D 0. 6^
i mafchi: Et fono mcdeftmamente^ ^ nel animo, &
nel corpo meno foni: Et fi auex^ano con minore dif
ficiiltaj ad effere & pafcÌHtc,&' toccate da noi:Et fo
no generalmente più caute: Et più lontane da lofde
gnoy & da l'ira • Laqual co fa uolendola ridurre a'
Vapparentia degli atti efleriori^pojjiamo negli aue
nimenti di noi medefmi fempre uederla • Conciofia
cofa che effendo talhora da alcuno empito di coltra
ajfalitiy quantunque & humani ^ piaceuoli per na
turafoffimo affai ^nondimeno fi auiene eglipurcy cìje
albora abbandoniamo in tutto la piace nolei^':^ ^
la manfuetudine: albora con grandisfma difficiilta,
da la prudenza > fida ^ jccura fcorta di nofire ope
re , reggere & guidare ci lafciamo : albora ci inui-
gorifce y ci accrefce forn^ay^ ci alieggerifce , lo fde
gno: In tanto che non temiamo di cofa alcuna: l>{e di
noi medefmi anch or a ci curiamo: an^i arditamente
a fare qualunque effetto y da l'ardente caldo che ci
bolle ne l anima , a tiina for^a fiamo tirati . Ora
adunque fe chi per accidente è adiratOypcrde fìmile^
mente in fu quel punto ognipiaceuolex^ huma-'
nita ; ragioneuolmente fi de dire , cì^e chi e per na^»
tura humano & piaceuole , fia aricho naturalmente
poco moleftatOi & poco foggetto a le acerbe pasfio^
ni de la colera» La onde hauendo la maeHra natura,
creato le f emine come disfi^ & moUiy & manfuete »
^ compafiioneuoli\; Ts^e uagbegiamai di crudeltà ,
a di fangue-yam^ fempre aprieghi picgkeuoli;etagli
altrui difideri arrendeuoli; con ragione fi può dire
L I B B^O
medefmamentey che elle ancho fìano da lo fdegno
lontane . Ma d'altra f arte il credere loro sfacciate,
ciliare^ maluagie^mohilh dishoncHe, & molto chine
al male operar e ypiu dico affai di ciò che gli ìmomini
fia noyfia fempre fi come dritto er fano giudiciOyTnol
to lodato Jl pili gioucne alhora de duo Dolciyfattofi
in fu quelle parole tutto lieto nel uijOy uerfo lo Spa-^
gnuolo in quella guija parlo. Foi forfè Signor Con^
folo y a dire in qucHo modo male di f emine ui asfi^
curate, perche come poco inanT^ ci hauete detto ^
egli uipare di certo conofcercy che elle ne fdegnofe ,
ne crudeli non fìano. l^ondìmeno non ui fermate ui
prego 3 co fi faldamente in fu le uofire offeruationii
percioche di leggiero cadendone, come in fu cofa ap
poggiato che fermo foftegno non hahbiayne potrcjie
perauentura con danno & dijpiacere uoHro, & con
utile & contento loro, rimanere ingannato : Concia
fìacofa che lo fdcgno de le f emine, come tattoH gior
710 per mille proue pur troppo chiaramente fi uede >
fta fen%a alcun fallo maggtore,piu alto^& più acuto
che quello degli huomini • Et fe uolete uedere ch'io
nero parli , riuolgete un poco attentamente ne l ani
mo uoiìro , le operationi fatte da le adirate fetnine
ne i tempi paffati . Effe tracciarono i propri figliuo
li: Et altre non fatie folamente de la morte loro , in
cibo dinan'^ a padri gli offerirono: Effe il morto pa
dre fuperhamente crdcarono: Et per lo fdcgno loro,
molte fiate no)ì folo i gran palagi , eÌT le ricche co--
fe , ma le f^lendide Citta y &gli altisfìmì B^gni in
S E C 0 T^D 0 . ^4
rouina ne andarono . Le tigri, & Ic ferpU & gii al
tri fieri animali^ udita la uoce di Orpheo,diuenii4ano
manfueti : Et le f emine più che fcrpi , & più che ti^
gri crudcli^quella uita che gli haueuano conceduto le
Jpietate fune de lo inferno > non altramente potenz-
ilo lo [degno dèi loro animo porre in terra^fieramen
te gli tolfero. Mia direte forfè , grane offe fa per cer
to douere efere fiata quiìlay che queWhmmo diuino
lor fececonde eglifCotanto contra di fe infiammarle^
bibbia hauuto poter eJ^on piaccia a Dio che ciò fta.
che anxi egli tu tutto intento ne la conte piattone de
la celefìe Theologia , non a le f emine noia fi fludia--
uà di dare ; ma a tutta la generatione de uiuentidi^
letto:'b(onad alcune biajìmo; ma ad ogni huomo ho
nore:lslon a poche danno; ma a tutti in commune fa
Iute. Et per gli aperti & fpatiofi campi uagando^&
gli ardentisfimi fplendori del Cielo intentamente
conftderandOy gli ordini & le belle'^ di la fujby ul
tirna fpeme di noUra m.ente, manifvjiaua a mortali •
yedete in altra parte la figliuola di Leda hauere
cetra il poeta Steficoro^ di fiero & dicoc'étefdegno
l'anima accefa : Klon per altro uer amente : Se non
^perche^egli hauea cantato ne fuoi Lirici carni^ la bel
lex^ di lei effere come cofa humana & terrena ,
grande certo & merauigliofa: Ts(ondimtno effere di
gran lunga più riguardeuole , quella de la celeUe &
diuìna forella. Di che ella , nel cui petto boUiualo ar
dentisfmo odio, co caldisfmiiprcghi^& con ayriarif
fime Lagrime , pronte & perpetue arme di quel fef-
0 ar / 7
fOy impetro dal padre Giouc^ [degnando fi graue^
mente portando che la immortale & diuina yene^
re/offe giudicata più dife bellay che colui rimanere
ne doueffèpriuo di lume: fi che egli non potejj'egia--
maiynon che giudicare^pur uedere alcuna helleT^ ♦
Direte forfè che a la follia ^ ala uanita di Stcfico
ro^cotale pena fi conuenijfe i l\[on direte bene : T\(c
ragioneuole huomo uerunc^ y acconfentirelouipo-^
irebbe . Che an7;ì per la molta lode da lui a la beh
le'^ d' Helena attribuita , egli era degno di qual fi
•uoglia grande & nobile guiderdone. Siate per tanto
signor Confolo molto bene auertitOydi non biafima-
re^ od altramente dir male difemine: Se non uolete
che elle coneffouoifi adirino di maniera , che poi nel
tempo a ucnircyne habbiate ad ejfere a coloro che do
fo noi fcguir anno yjpecchio CT ejjcmpio chiarisfmo :
Et che le uojlre regole , ?jy le oferuationi de la cono
fceìixa dei nofiri appettiti yfcbernitc una qualche
Molta con non picciolo uofiro danno fé nehabbiano
a rimanere^ Con w.eco non fi douerano già elle adira
rCy ragioneuolmente facendo,rijpoj]èil Confolo albo
Ya:ma fi bene cone{foiioi:llquale rimprouerate loro.,
per torta uogliache hauete di biafimarle^tuttii men
sfattiyonde elle fene uanofamofe . i^otrebbc effercy
rìprefe fuhito il Dolce che ciò foffe ueroyfe elle ìie le
loro operationi fi mouejfcroper ragione : ma fcnT^a
che con mille effcmpi che di ciò ciafcun gioryio fi ueg
gono a dimoftrarlouimiaffatichi^Tlatone che fu cofi
fauio mi può far fede ^ che elle anima li no fiano per
fcttamente
S EtC 0 1^ D O. 6$
fettamente ragionemli : Effondo come fapete UatOi
diibhiofoy fe Itfmine participajfero di ragione . Et
pure non erano alhora ?iela Grecia Je lujjuriofe deli
tie per ìion peggio dircycheboggi qui regnano uergo,
gnofamente tra loro. Mhora il Quirini^in buona f e,
de dife Signor Dolce, fe uoi la lingua non raffinar
te y giudico che al Confilo quella punitione preoccu^.
pare uogliatCy che ui fento dircele parole di lui da le.
f emine uenir meritando. Ben gliele dico io , lo Spa^
gnuolo foggiunfe : già uerfo il Dottore rinoltofi ; Et
poifeguitOyin quefia maniera dicendo.Etperla uita
mia.che mifaprebhe bene^di ogni male che lefemi^
ne gli facejjìnOyEt uorrei che gli infegnaffino un po-
coycio che fia uolcre mifurare le /phere^i^ ritrouar-
ne il centroifi come egli dice che già Orpheo fi face
ua y la ne la ualle del Barbaro Hemo , Diflero dopo,
ijueflo tutti infieme , nonfo che motteggiando & ri
dendo : Et dapoi che più fiate fi hebhono l'uno uer
l altro rimandato il parlar e^il Confalo a la loro ten^
tìone poflofineyil fuo primiero ragioìiameto ripiglia
doy diffe cofiy Io diceua che le f emine fono piupiace-
tioliy più manfuetCy & più delicate che i mafchi: Et
apprejfoy che elle fono men forti , & menaanchora
fdegnofcycheeffi non fono. Lequali conditioniyinfie--
me con 7nolf altre che difopra narrai y fi ucggono
apertamente in quegli animali del fejfo feminino ^
che domeliichi nutrichiamo ne le noHre cafe: lime
defimo di che ycfftr e parimente in quegli altri.che o
manfueti per le campagne yO fieri uiuono ne le felue^
I
L I B Ti 0
tì confejjano i pallori , & i cacciatori . Ma di tutti
quejii già detti femìnìli affetti y cene fono ne loro
corpi mani f e^ìi fegni. Concio ftaco fa che cìafcunafe
mina di qualunque fpecie fi fiay habbia il capo mino
re ila faccia più picciola Hretta^il collo più fottio
Ip^piu debole il pcttOyil numero de le cojìe minore ,
&i fianchi & le cofcicypiu carnofe& più graffe
che ima fchijHabbìa parimente gli fchinchiy & le
ginocchiaypiu fottiliy&piu molli: ipiedi^piu leggio,
dri y più fcarmU Et la forma di tutto l corpo ypiu
tofio piaceuole & foaucy che nobile generofa. Et
fiano tutte quante generalmente yne i corpi, più che
i mafchi picciole & uaghe. Guardate ydiffe alhor a h
Inglcjeycio che ditCydi quefla uniuerfale picciole^^-
di tutte le f emine :che bauendo diligentemente in
quefla cofa più uolte confiderato , dopo infinite efpc
ri€7;c fattene yho trouato a la fine che ne le jlquile^
Cr negli altri uccelli rapaci y fempre lefemine fono
grandemente maggiori de i mafchiiEt fono parimen
te cr nel corpo & ne lanimoypìu arditCy più fdegno-
fcypiu ualentiy&piuforti.Tsle folo ho ueduto ciò auc
nire ne le già dette fpecie d'uccelliyma anchora in
'tutti gli altri animali di quattro piedi, che partorì-^
fcono OHa:Et in tutti quei piccioli animalucciygrude
& merauigliofo artificio di naturayche già furono
da i Latini nominati infetti:cio e (^come alcuni siima
rono)fecondo tutte le loro parti indiuifibili: T^eppf
fo medefmamente imaginarmi , come fia poffibile
cJ)e quefla uoftra cofi generale determinationCy Jpe^
SECÒ D 0. 66
cìalmente ne le lepri hahbia luogo . Lequalì come fi'
ferine , CT come ancho la elpericntia certa cr fe^^
dclc maefira ci infegna yfono tutte ad un mede/imo
tempo CJ' fumine ^ mafcìn.^lbora^non fi può dif--
fe il Giglio y certamente negar Cyche ciò uero non fia:'
Conciofiacofa che lafciando pure da un canto ciò che
fe ne dicano i dottoriyio per me ho ueduto con i miei
propri occhi , certo non fen^:^ gran rnerauiglia ,
questa cofa e [fere nera . Che trouandomi poco tem .
pofa , a caccia con alcuni ìniei a?nici in quel di Bolo
gna^tra le molte lepre che alhor a prender/mio^ affai
ue ne furono di quelle chegrauide eranodequali non
ofiantepiu figliuoliy& di più mifure^ondegraue era
loro il uentre y haueuano infiemeynente tutte quelle
membra, che per lageneratione ejjère ne i mafchift
credono neceJJarie.Dapoi che il Ciglio cofi hehbe dct
tOy& eifi tacque: Et lo ^mbafciadore in quella gui
fi dicendola fauellare ricomincio. Ora uedete adun
quefignor ConfolOyCome queHa uoUra fi generale
conclufionCy molti partìcidari leuatincy neretta '
impedita Je ne rimanga. Vero fe ui da Inanimo come
hauete dcttOy difoHenerci che ella in tutto fia ueray
apparccchiateui di negarci la ejperientia: Come già
quelmaefìro fifecexhe haucndo per fue calculatio-^
ni detto douere la Luna congiunger fi in tal giorno
coiSolej ammonito poi di fuo errore da idijcepoli
che la nuoua Luna ìnanT^ al tempo da lui predetto
nel Cielo gli dimóHrarono , come quella che a le fue
numerationi non r ijpondeuay lequali egli pero fi ere
1 tj
L I B B^ q ^
dem certìsfme , rìfpo fe , più ne i fuoì fallaci conti ,
che ne la certe:^ del fuo uedere confìdandofhqiie^
Ha cofa non potere per alcuna maniera ejjere uera :
Et che fen%a ordine alcuno yla Luna alhora appari^
uà nel Cielo . Ecco adunque che non folo difficile &
contra il dritto , ma contra il fcnfo anchora & itn--
posfibik e certo y il uolere quella cofa negar Cy che al
tri 0 fi Hcdeofi tocca. B^Ha per tanto y che ci con^
f esfiate che non tutti gli animali del f e ffof eminino ^ .
di qualunque Jpecie fi uogliayfiano di corpo minore,
più deholiypìu humaniyO' meno robufli che gli altri.
Onde fuhito il Confolo , egli è uero rìf^ofe che dì tut
tigli uccelli rapaci , le f emine fono più che i mafchi
ualorofe & maggiori : Ma ciò adiuiene , perche e/1
fluido la loro jpecie di gran lunga più calda & più
fecca di ciafcuna de l^ altre , i mafchi che fono caldi
per lo calore proprio di tutta la (pecie^et di piu^pcr
quello che è proprio & naturale al feffo loroy concio
fiacofache tutti i mafchi fiano generalmente più ca
lidi &piu fccchi che non fono le f emine ; uengono
per quello doppio calore ad abbrucciarft di fottcr^
chio:Et fuori di ciafcuna mifura a rifcaldarfi.Ldódc,
fono per ciò ne i corpiy piccioli & fecchi: Et uiliy&
abbietti ne l'animo * Vercontrario , le f emine fono
calde folamente per lo calore de la jpecie : ma per
la conuenientia de la loro natura f eminile y fono hu-^
rnidc &fredde:Ter laqual coja fortifcono ne la com
plefione uno certo temperamento ; llqualecreain
loro, l'animo più uiuo & ardito : Et le fa eJJere nel
S % C 0 T^ D 0. 67
' corpo più robuUe & maggiori . Ma che il fouer^
cbio caldo no dijjcccìn & minuifca il corpo y & non
indebolisca & aiiilifca l' animai non credo che per al
"cimo fipojja co ragione dubitare. Ejjindofi hieri dct
to masfmamentej che gli Ethiopi , &gli altri popò
li , tiiuenti ne le promncic di uerfo il mei:^ giorno ,
non per altra cagione fiano ne i corpi cofi magri &
afcìutti 5 CT ne V animo cofi uìli e^r codardi , fenon
per la ardentisfma for%a del uìcino Sole : llquale
-afciugga y confuma^ & disecca il lóro llmmido ra-*
. dicale t^ndefonopoiy cojipoueri d'animo & difor
7^ : Et in quel modo , afciutti , piccioli , & magri .
' Ma de le lucertole poi , & degli alti i ammali che
partorifcono oua^ & de gli infetti medefimamek^
'tCy la natura ha uolutoper lo fine lorOy che le femi--
ne fieno maggiori : acciochepiu ageuolmentepotef^
"^fmo {offerire la fatica de i carnali congiungimenti :
^Et ap 'reffo , più leggier amente portare y il pefo de le
"vua . 7^e le Lepre uerameìite , non fi può gran fatto
fcoprire queUartale differeni^: hauendo(come dice
fle)tutte ad uno medcfimo tempOyil fefjo a la femina
proprio:Et infieme quell'altro che al mafchio è dice
mie. Ma rimoffe ^ lafciate da parte quelle poche
J}>eciey dico bene che in tutti gli altri animali di qua
lunque ragione fi fia y le f emine fem^ alcun' altra ec
cettione hauerui^ ritengono fempre le conditioni
ch'io disfi : Et che hauendo le carni loro più huml^
de effoido meno ncruofe , fono ancho più tcne-^
re 5 più molli y& più delicate di ciò che i mafchi fi
L I B 0
fiano. I quali in tutte qucHc qualità fopr adette fon^
a k forami; in ciascuno modo diucrji : Et fono natu-
rahncììte nel corpo , forti : & ne l'animo jginfli .
' £^ ^jf^ P^^' ^^^^^^^^'i^ fi^^ di loro natura y debo-^
li di for%e : & inique di uolonta. Ora douete adun^
^ que diuìfare ne V animo uoflro^che come quando fi di
! ce alcuna cofa ejfere in una regione^ molto meglio fi
intede lei e (fere ne laprouincia di cui quella regione
c parte; Et quando in alcuna citta , più ampiamente
ne la regione^ fi-a termini de laquale quella cittade è
. pofta; Et fe ancho in alcuna cafa^con maggior certex^
%afra le inura de la citta^ onde quella cafa è rinchiu
'fa;pcrcioche(come dicono i Logici)gliuniuerfaliy ab
sbracciano benei particulari ; ma non già i particu-
lari,gli uniuerfali contengono;cofi parimente quello
che ho detto de mafchi & de le f emine ìie la fola Jpc
eie de glihuomini ypiu chiaramente , & certo con
maggior uerita yfì puote & fi debe confiderare , &
cr cadere fermamente che adiuenga^ in uniuerfale mi
.genere tutto degli animali . Come hanno adunque,
in una jpecie iftefa , le f emine diuerfe qualità ne i
corpi, & medefimamente ne le anime lorOyda i ma-
fchi de la medefima Jpecie ; co fi in tutta lageneratio
ne de uiuenti, quella fpecie d'animali che haura cor--
f oralmente parlando piuconditionifcminine ,fara
etiando ne le affettioni de 1 anima j grandemente a
^quell'altra diuerfa , che più uirili qualità hauere fi
comprende/fé • In queHo modo non folo intenderete
il Lìone.llmomo , & L'orfo , ejfere più coraggiofi
S E C 0 'hi D 0. 6S
eìr più forti che Vorfay che lafemina^ CT che la Leo
neffa; maìnficmemente che la f emina de la fpecie
Leoninayfia più ardita^ più robuHa^ in tutto piti
. uirile^ che il mafchio di quella de Tardi . La cagio^
. ne neramente di quefìa cofa^h come dijje ^rifiotele, »
• perche ambedue quelle fpecie fono notabilmente dal
la natura fegnate: Vuna y de le qualità feminiluV al
tra de le uirili. T Leoni di coìidition. uirili; I Tardi,
di femmine jono dotati. Laqual cofa^fe partitamene
te tuno & ì altro di quegli animali confider aremo j
^fen:^a alcun falloy uerisfma certisfma fempre la
. ritroueremo.Ha primieramente il Lione la bocca af
-fai grande: la faccia quadray^& non molto d'ojja ri
pie?ia:ll labro di [opra non cminenteian':^ conuene-^^
uolmcnte in giufo riuoltodl nafo più toHogroffo &
JargOy che fittile & ftrctoiGli occhi uari y concaui^
non molto ritondiy ne molto eminenti: Et di mi fura
ta & proportionatagrandei^: le ciglia grandi : la
fronte quadrata : Et nel me%o concaua alquanto :
auengapero che pochis fimo. Glifìede oltre a queHo
^ di continouoyquitral nafo & le ciglia^come una cer
ta tenebrofa nuuola di horror e diferita:ondeage
^uolmcnte Jpauentati & isbigottitifono coloro , che^
fifo lo mirano. Sono di quesìo cagione y alcuni peli :
che nafcendoglì ?ie la parte di [opra del fronte y a
guifa di un certo ripara , gli ricadono [opra degli
occhi . Ha parimente la teHa proportionata , & di
perfetta mifura:ll collo lungOygroffo, & ben fatto :
jEt al rimanente del corpo cori^orf dente: I peli bru
1 Hij
i
L ì È 1^0
^nì di colore ìnefcolato di giallo & di roffo: & qthft
jìmiglianti ad oro; non horridi^rìtti & molto difte--
'fi:T^ pii^ ricci pero , opiu crefpi di quello che fi fia
'Conueneuole. Sue Ita & aperta la forcella del colló^ :
'JEt non già ne rifirettaync chiufa» Gli huomeri robu-
^fli: il petto [odo , pieno , & raccolto : Et con certa
^iouenile frefche'^.La fcbiena larga^ grande no
4ifcÌHtta: Et infieme con molte , & apparenti coSìe .
E qucflo animale, ne le ancbe^ & ne le co fcie^poue^
ro di carne : ma ricco da V altro canto 5 CT quini^^
-in tutto il rmanente del corpo , di mufculiy di nerid,
Cjr di legature. Ha le gambe fortiygrandiy nerito
je: Et è nel caminare leggiadro ardito: Et uniucì"
^falmente , ha tutto il corpo neruofo , compreffo y eS^
triufculofo : Tsjon peccante per alcuna fouerchia feo^
€he'^;j;a: TS[epero di alcuna humidita foprabondaìì^
te.l pajji ond'egUfi muoue^fono lunghi cr tardi : Et
Hnandandoyinal-j^grandementeyfcuotey & dimena/i
gli homeri.Ora ejjendo adunque ne le qualità del cor
fo tale il Lione , egli medefimamente è negli affetti
de t animai corte fe^ liberale y aueduto, magnanima,
tnanfuetOygiuHoy& amatore di uittoria:& amore^
uoleuerfo coloro , con cui egli prende domeUichei^
'^a.Ma poi che per me ui fi fono mofirate^comunqua
meglio fi è potuto da noi , tutte le qualità de i Leoni
the propriamente fi conuengono al feffo de ì mafchiy
bora parimente mi piace di raccontarui quelle dei
Tardiiche per contrarioyal fefio f eminino fono qua fi
tutte conuenienti » In uero che tra tutti gli ammali
S È C 0 T^D Ó. 69
the di hauere in fe mlore fortex^ dlmoHrìnOiò
permeglio dire che pure hahbiano apparentia di
>- mafcbioy tengono i pardi ne la forma del corpo loro
• molte conditioni^che fono di gran Umgapin tofto che
^ à i mafchi , a le [emine oonuenemli & proprie • Ma
come che in molte parti del loro corpo ciò cjfere «e-
^ ro per manifeUi & aperti fegni comprendali , non
pero è ragioneuole a creder e^ che ne le branchcy ^
ne l ultima & deretana parte de le gambe yil mede/i
mo fiay Cóticioftacofa che coneffo quefle membra ope
' tando , molti uelocijjimi animali nel corfo auan-
'%andOi flracciando crudelmente le minori fiere\
ftano Jpejfe fiate molte robuUe &fortiffme opera-
tioni arditamente adoperate dd loro. Ma ne le altre
parti ueramenteyonde tutto il loro corpo b formato^
facile & leggiera cnfa è a uedere^quanto tutte ripie
ne ftano di qualità f eminine. Hanno per tanto yinan-
-^(i ad ogni cofa i Tardi tutti Communemente la fac-^
dapicciola.Hanno gli occhi bianchÌ9piccioli,& fit^
ti,& nafcofìi nel capoiEt raggìranliy& flrauolgon-
li uelociffimamente • Hanno lafronte^ oltre ad ogni
-fagioneuolc mifuraylungbijfima^Et ne le tempie^&
'^uiprejfo agli orecchiypiu toHo ritonda che piando
il colloymolto lungo , fottile : Il petto con poche
-cofte:^ quafi nulla apparentiila fchiénaylunga: J?^
te anche, le cofcie^ abondanti di carne . Sono nei
fianchi ^ ne la pancia.teneri ^ molli : Et mancano
in quefle parti , qtafi in tutto dipeli . Sono uari di
cùlow ^ (j^urft per tutto il corpo ydi mólte , ér di
r ; L 1 B 1^0
ffjejfe macchie : Et hanno a la fine tutta la per fona 3
' fen%a mufculr. Et ftnT^ alcuna proportionCy 0 mifu--
ra. Confiderate adunque qudtc tali conditioni nei
corpi de pardi^uedefimedefmamente itele affettio
ni onde naturalmente la loro anima è pregna , loro
efferc uili & codardi:Et apprejjo a ciò rubbatori:Et
per tutto dire in. un fiato, abondare da Vuna parte di
nafcofia fi-audejEt da l altra Jjauere di aperta magni
ficentiaygrandisfmacareUia .Js[efolamcnteè ciò
• negli animali ter refii^& quadrupedi , ma in quegli
ancora che liberamente peri aria difcorrono: Et in
quegli altriy che ferpono ^ìrifciano per la terra .
Come Vjtquìla el DragQ^\& la Vernice & la uìpe^
^ ra moftrano : queUi di ft minine , & quegli altri di
mafchie qualità abondanti. Et(fe pojjibile foffe) ne
. Vhumore penetrando de l'acque ^ con att emione
. tutti ipefci ueggendoui y ^ le conditioni loro tutte
infieme & ciafcuna perfe confideradouiyfì trouereb
he certamente in loro queUo ifte/fo aucnire. Ora co
me hauete adunque in que§ìo modoy ne lordine de
gli animali fortÌ30 che hanno come disfi maggiore
. apparentia di mafchioyucduto la (pecie de Leoni ef-
fere di mafchie qualità ; CT queUa de Tardi, difemi
nili in tutto ripiena; potete fimilment e in tutte le al
tre Jpecie , che fotto al unìuerfale geìiere deglijxni^
mali fono comprefe , ftmpre la medefima maniera
continouando nel giudicare , con uerita & con cer^
^^KK? eonofcere 3 quale de mafchi ( diro cofi ) fta
jpiu mafchio degli altri : Etiquale, tra le altre femi
S E C 0 7^ D 0 70
ne ipìuf emina fia. Ter laqual co fa^fe tanto ciappor
ta iìgiommento l ojferuatione de particular'h quan
to di piacere ci dona la cognitione de generali; ci
^ fosfiamo fecuramente rendere ben certiyche non me
no di utilità trarremo inauertedo diligentemente le
sparti : che di diletto prendiamo incomprendendo il
tutto capacemente. Ma egli mi pare ben tempo hog
gimai y che al ragionare de le qualità de ftgni de no
:Sìri corpiya i quali tutta fi indri'^ y&nei quali
confi^ie quefia dottrina,per noi una qualche uolta fi
doni principio. Ter tanto a imitatione d'^ri^iotele^
da i piedi fermi fofiegni di noUra ulta , minifìri
ubidienti di nojlro uolere incominciando , dico che
gli buoìnìni hauenti conucneuolmente ipiedi gran^
diy benfatti^ mufculofiy & con molti neruìyfono tut
tifieri^coraggiofiy cT arditi: '^c meno abondano di
gagliardia & di fortCT^ nel corpo ; di ciò che ne
l'animo ydi ardimento & di ualore pieni fi fiano. Et
guefla qualìtaydi tali hauere ipiediyquali ui ho difo
fra co le parole dipintOyCt fi riferifi^e propriamente
al genere del mafchio.Coloro poiy i cui piedi fono pie
dolly fcarmiycarnofiyteneriy& feni^ mufculiy&piii
toUo uaghi al uedere che f or ti y fono parimente uili
^ effeminati ne V animo: Et nel corpo ydeboli & im
po tenti. Et è per contrario qucHataleconditione ,
Jempre propria al genere de la feminaMa Mbertò
Magno più particularmcnt e parlando diqueflc mem
brayci afferma che i piedi br cui grosfiy molta de--
koleT^ , & ferina natura dimostrano : I fottili &
L I B \ 0' , .
' corti]mlignita: Et i limghUoltre a la debita & con
ueniente mifura^fraudìiingannU& tradimenti mani
fejiis fimi. Bene è nero che jidamantio Greco Dotto
reyaggiunge che que(F ultima qualità ypalefi gli huo
fnini operatiuiydiro co fi: Et che facciamo molte fac
cende : Et chefempre i loro triài p enfi eri , onde di
continouo trauaglìati Hanno fo'Z.Topragli animi lo^
YOyfappiano molto bene guidare ad effetto . Et ha ol
tre aqueUo opinióncychei piedi molto piccioliy fia-
no di maluagio animo fermiffimifegni: Et che colorò
che hauendo i piedi curuiygìi hanno concaui anchora
ne la pane di fi>ttOyfiano tutti rei & maluagi huomi
ni: Et che tali infieme fiano quegli altri , che hanno
le piante de i piedi , molto piane & uguali : Et che
portano le loro cauigUcy ne la parte di dentro de le
gambeygrandemente a la terra uicine. Coloro uera-^
mente che hanno le ugnay o le dita de i piedi curue à
guifa di uncini, fono rapaci ysfacciatiy & fen%^alcH^^
na uergogna : ìl chcyda la fimilitudine degli uccelli
fii tolto:bauenti leugne loro , torte & piegate iìi
quella manieradcquali da uoi altri Italianiyfono uol
garmente parlando , artìgli addoman dati . Le dita
poi de piediy che fottilisfime e/fendo, fo?io parimene
te congiunte quafi & ri^ìretteVuno coni altro yfi
gnifcano paura & timidità: Laqual cofa da le tìmi^
diffime quaglicyche cotali hanno i piedi loro , fcgui^
tando come dijfi le fimiglian^e degli animali il han-^
710 tolta & impreja i Saui Thilofophi: foli tra tutti
gi huomini ^ degli occoltifecreti de la natura, cona' •
S B C 0 TS^D 0^ 71
fckori • Ma più alto alquanto falendo ti ragio'na^
mento de piedi indrieto metténdojfapere u'e di me^
slieroycbe coloro che hanno le camgliefudte , eìr le.
parti ini moine , neruofe , ^ piene di mufculi , ilche
alfejjb delmafcbiojì attribuifceyfono medefimameìi
te ualorofi ZS* forti. Ma alcuni che le hanno molliate
nercycarnofey & fenx^ alcuna legatura di neruiy la^
qiiol cofa de lefeminehpropriayfono deboliyefft'mi^
natiy timidi^ dipocbiffimo animo. Le cauigUc oU
tre a ciò fottiliffime , manifefiano gli huominipau^
rofi intemperati. Et apprejjoyfecuri ui potete ren
dere & molto ben certiycbe chiunque infieme con le
cauigliegrojjey ha parmiente le calcagna ajprcyi pie
dicarnofìyle dita bremy^ groj]e legambcyper lo più
de le uolte impax^fcafermamenteyO uaneggi.Ouei
ftmigliantementc che le gambe hanno neruofcyrnH-^
fculofey& fortii il che propriamente fi conuiene a i
mafchiyfono & nel corpo y& ne l'animo fieri & ro^
huìii : Et hanno per ordinario buonifjimo ingegno •
Coloro poi, che tutto che le gambe habbiano neruo-
fcyfi ucggono nondimeno hauerle inficine fottdiypof
fono con ragione effer e giudicati da mi > & timidi^
& fcoflumati: Et ne le baffe uili ajfettioni de la
lujfuriay oltre, al dritto & al douere chini & piega,
ti: Et fìmili e/fendo ne la detta qualità del corpo , a
gli uccelli liberi & uaghi Cittadini de l'aereyporta-
no parimente quelle fiere imitando yi cuori loro de h
già dette pasfioni impresfì & fuggellati . Guado d4
uoi fia neramente alcuno ueduto , le cui gambe fia-*
L I B X 0
no nel mer^ grosfisfme , & in tanto piene C com-^
prefe di copiofa carnCyche paia che elle come che gru
Uidefosfinoy & romper fi, & creppare, & mandar
fuori il parto uogliano tuttauia; albora coHui potre
te drittamente credendo, & odiofo, & intempera-
to, & abhominemle giudicarlo :Et apprejjò,fefuer
gognato & [en%a nullo rifletto lo Himarete , & al
nero uicini , & dalfalfo grandemente lontani riu-^
fciranno i uofiri giudici . 7N(e pero uoglio , che d'ai
tronde penfi alcuno di uoi , che queHa tale ojferua^
tione tolta fi fia,fe non che da la grande fconueneuo
l^"^ & Jproportione , onde ( come disfi)per lafo^
uercbia groffex;^ loro,fono & infcfiefje, & con le
altre membraje gambe maleauenenti Conciofiaco
fa che la proportione di ciafcuno membro giuHa
moderata , & non trappajfante da alcuna banda i
termini de la conuencuole & dritta mifura.fiafem^
flicementeperfe Hefa,basìeuole & attisfmo fo-
gno, a pienamente moHrarci la gratitudine, la corte
fia,la modenia,l'honena, & in fomma la buona na-^
tura d'altrui.Doue da V altro lato la indijpoJìaJprO'-
portìone, non fe ne uagiamai da quegli affetti Ionia
7ìa,chefono a igia detti difopra.come e ala quiete^
il mouimento; a la luce , le tenebre ;& ala uitay la
mortc'yin tutto contrari.Se molto adunque di bellc^
v:^ accrefce in un corpo ,folo a la fcor^a di fuor i ini
rando,la tcìnperata proportione;penfateui parimen
te che dentro penetrando ne le midolle, afi ai ella pof
fa di uirtu & di bontà, belle'^piu durabili &Me-^
S E C 0 ^{ D 0. 72
rCyfte Vaìilma agiugnere: Ejjcndo 7nasfma7nente(co
me pili uoltes'h detto)i fegni in quefla carne imprejfit
idoli & imagini certe de le no/ire menti. Mei nel ra
gionamento de le gambe tornando , dico ultimata-
mente che legrafjej tenere , & fen^ mufculi^ quag-
li per naturale loro proprietà le f emine tutte foglio
no hauere , fe a l animo rifguardiamo , i timidi
uilii&fe al corpo cifrali & deboli mànifeflano.TSfe
per alcuna maniera de efjere , un generale maeUra
mento donandoui , la fouercbiagrojjex^ de legam
be & de le calcagna , lodata 0 commendata gia^
mai : Che an^i come a l'acqua flmmore^ il calore al
fuoco y & al Sole lo fplendore , le è femprc congiun
ta & unita la ro::jix?3' cr maluagita . ^pprejjb a
tutto quefto € ui bifogna fapere, coloro le cui ginoc--
May che già a la mi[ericor dia gli antichi [acraroìio
fono grajjcy carnofc, &groj]efuora di ragione y effe
re pur per quella fproprotiorne , & ne l'animo , &
7ie ì cosìumiymolli & lafciui : Et come Scotto foleua
dirCyUberi & uani: Et non attigiamai, a durare aU
cuna fatica . D'altra parte coloro che le hanno ma--
grey& di misura giurìa &proportionatayfono per
contrario ne lanimoy forti & ai^daci : Et ne i cosìu^
mi^ temperati & modefìi : Et fi come il mede fimo
S cotto ui aggiunfcy & fecreti , eà* tenaci, CT confcr
uatori de loro occolti'penfieri. Le cofcie come baue^
re debbono i mafchiy conucneuolmcnte nerborute
& offutCy di ualorCyd'animOi £ ardimento cipre
ftano indicio. Oiielle poi, che quantunque offute ra^
oioneuolmente , abondam nondimeno di fouerclnn
%irne,ilche è naturale a le f emine, di timor e.d effe^
minatione,& di lafciuia.proprifcmimli affetth(ono
fmpre certifiimo & fcrmisfimo fogno. Gli buomni
che le natiche hanno acute , per lagrandez^ de le
oda loro che jportano in fuori , potete ( & fiafano
ZUtdicio)robt{ni.fieri , & ardittfiimarli. altri ue -
rumente che hanno ciucile parti graffe & carno-
fe ,& deboli, & paurofi, & effeminati, debbono cj
fere nonfenxa ragione creduti . Ma fe perauentura.,
alcuno uedeSìey in cui queHe medefme parti fojjino
fommamente fcarne er afciutte , quafiche la carne
loro (come auenne con una Artigliarla del XI In
yerona al uoflro Capitano Lattantio da Bergamo)
Me loro per qualche flr ano accidente portata ma;
nclaguija che le malìtiofe fclmie fono ufate d haue_
Y.e;fotreHe non aliar gandoui punto da le perturba,
tiòniy & da i mouimenti de le anime propri a que-
gli animali; potrete dico l'anima cr la mente di co
§ìui, di ribalderia , di trìnitia, di maluagita , CT di
fceleraggine , giudicare certiffmo feggto : Et come
che molto da ogniparte fe ne Siimi di male , potete
farui a credere fcrmmem , che più auanti u hab-
bia anchora di peggio. Dapoi che ragionando it{ino
a quefto tarmine fu il Confolo proccduto,& egli per
alquanto tacendo del fuo fauellarefi ripofo:Et tutti
qU altri, tenne parimente un uguale filentio . Ma il
fogliano fhilofopho che Sìato lungamente era cbeto^
di nuouo entrando inparolc^cpji prefe a dire.Cran-
de occafione
S E'C 0 'X.D 0. 7J
occafionc dì ragionare, certamente queUo nosirà
commune tacere mi ha porto: Laquale^io che a beU
lo ftudio Vattendeua , lafciare nanamente pajjarla y
non ho mintolo potuto giamai. Ts^on perciò ch'io di
ceffi alcuna cofay come che ciò molto mi fi coueni£èy
Xir che uago & dìfiderofo nefojjl affai, o in laude, o
in dimofiratione di quella tanta dìligentia^onde tu(
te le membra de la noflraperfona, a parte a parte^
^ con molto & merauigliofo ordine ci uenite efpo--
nendoifi perche eUa,ne laguifa a punto che la luce fi
facciaiancho a chius occhi ilfuo fplendore ci manife
Sia:fìpoi,che maggior fiume d'eloquentia^a portar^
le i debiti honori ci farebbe mcHiero. Ora adunque^
da canto ogni altra cof 'a lafciando ,folamente diro
ìjuanto mi fi fia di dubbio per le uoflre parole appre-
fo ne r animo: llquale degno fia che d^indi da colui fia
fuelto da le radici,cheprimieramente(quafinouello
germoglio in ben colto terren6)lo uhebbe a pianta^
re.Conciofiacofache fe drittamente mi fono per gli
crecchi penetrati al core i fentimenti de uoUri det^
ti, già mi pare d'hauere comprefo , effere la fomma
del parlar uoflro,che V anima onde muiamo,ejfendo
in alcuna parte fimile il nosìro corpo ad alcuno jini
male, fia ne le fUe naturali affettioni,&^ ne i fisoipro
fri mouìmentì,a F anima di quel tal animale fimìglìa
' te in tutto . Laqual cof'a quanto fia lontana da la ra^
gioìie^niunocredoe qui tra noi che apertamente
non uegga. Debb' io forfè filmare che per noi fi ere-
da,lanima humana ecceuete^immortale,& diuina^
K
L I B
effereala tencnaymortaley& YO%a, de gU animali,
pure in alcuna parte fmile i jK[on mai,: Che male il
fuoco y a l acqua ; l aererà la terra fi agguaglia ;
la uiua uirtu del uojiro petto , che moue come
ifìrumcnto la lingua a dijputare fi dottamente^fi me
ritayod è degna dipremiofiuile.Se di dinari adun-^
que & di diuerfe cofenon fi può in un medefmo ma
do parlare ylSie per modo alcuno epofjìhile il donare
loro gli fteffi accidentii&je la no flr anima (come in
f ugnano le fchuolc de migliori Thilofophi) & ne la
materia & ne la forma , cir ne gli accidenti & ne
la fufìantiay e differente in tutto dal fenfo per loqua
le fi mouonogli animaliicome potete uoi dire^ che el
la per alcuna maniera a lui s^afiomìgìi ? Et che tali
fianca punto le inclinationi degli animi nofìriy qua
li fono ne i Leoni, negli Fccelliy & nel altre fierCy a
feluaggCyO domeniche yi befliali loro appettiti? era
mente non credo che fi pojja per uoi mantenere que
fta tale conclufione : Tslondimeno affettare pure at^
ternamente , ciò che per uoife ne dica :Jperando &
rendendomi certo che debba auenire: che o ne l'uno
modoyo ne laltro^o fiaper douere acquiflare hoggi
da ufiiy di alcuna buona & leggiadra cofa certe';^
& cognitione. Dapoi che tacendo diede fcgno il Tbi
Ivfopho di hauere detto ciò che egliuoleua,il Confolo
honcflamete ridendo, & la dritta mano del Qtiirini
ne la fua finiiìra amoreuolmente tenendo,cofifubito
fifr ' difie • Con fubita & fiera tempefìa hauete in modo
afialito il mio dire , che quafi tra l'onde ahi ffime de
SECONDO. 74
la uoflra eloquéntiayCgU fi come uinto fi farebbe fom
merjoiouero cbetraglijcogli de le uoHre durijjme
vppofitioniyfi come pm fiale fi perebbe fiaccato : Se
già non fojje flato che per entro a quello impetuor
fo turbine di par ole ^ aguija di CaUore & di ToUu^
ce, fiammelle fcUcifiime a namgantiy mi apparuc
lo fi^lendorc che a le mie lode donaHe : fior (e più da
amore tirato y che altramente da dritto & fanogiu^
dicio perfiiafo . Laqual cofia cotanto di confolationc
mi diede y che /pero anchora fthifato il naufragio >
poter condurre la naue del mio ragionamento al de
fiato porto . Et per certo che fé non fi trouafie ne la
Ulta de gli huomini alcuna perfonache uiuefièfola^
mente fecondo ilfenfo,& fecondo le affettioni de la
terrena carne; a che fono tutti gli animali di qualun
que fpeciefoggettiian^ife tutti f blamente qual tan-
to Qperafieroyche lo intelletto illuminato da la ragio
ne loro mofirafe; llche come mi dite è falò proprio
de l'huomo ; con non pi ce io la diffìculta mi crederei
di potere sbarbare de l'animo uofìro , quella pianta
maluagiayche come hauete detto^pur di an7^ uifi ap
piglio. Ma per cloche le sìrade tutte quante, le cafcy
lepia'j^^y le Cittay & finalmente tutta la fpatiofiif-
[ima quantità de la terra^dimoHrano apertamente^
gridano con altisfiimeuociynon efferc poffibile
ritrouarfi alcuno tra gli Immini y che Jpefie fiate,
non rouini ne iprecipittj de l'appetito; & che come,
ftnfualeynon fiia punto & tirato da lepaffìoni cr da,
gli affetti de fenfi; a tutti gli animali corrmuniy non.
K tj
^ I I B B^O
pure a gli huomini foli;minore fen^a fallo alcuno ne
uerra ad ejjere la mia fatica : In purgando da lappo
le & da lolio^ i giardini de uo^ìri petti. Qualunque
uolta adunque fentirete ch'io dica r anima humana
ajjimigliarji ad alcuno animale , ouero prendere in
fe Uejfa mutatione & alter amento, fecondo che per
qualfi uoglia cagione fi muti o fi alteri queSio cor^
fOypenfateui come inerì anchora narraiyche di quel
l anima parlo , che cieca fi trauìa CT fi torce per le
tenebre fenfuali. TSfe uoglio che di quella fi intenda
per alcuna maniera, che rilucente & chiara/econ^^
do gli Iplendori de la ragione fi drix^^a & rauia.ll^
che eJ[endo(che uoglio che fia certamente)ne uoiyne
altra per fona alcuna ha ragione di biafimarmiiquan
do nel modo che di [opra fi e detto^de l anima di nuo
uo ragioni: Ut quando perturbationi uoglie & affet
tiyfimiglianti a quei de le fiere, le conceda & le do^
ni. Pertanto poi che a uoifi come Uimo s'è fodisfat
to,fia bene che rientrando nel noHro ragionamento
diprima,la dichiaratione de fegni de nofiri corpi ydi
nuono ripigliando feguìamo . Ut perche a le mem-
^ ^ bra,onde di fopra fona fiate da noi le qualità dichia
^/f»x^fhi^^^ i lombi e'iuentre naturalmcnte,prì^
! ^iéf^J^^ ài quelli , & poi di queHo parlando , dico che
M' chiunque ha quelle parti alquanto lunghette,cy con
ueneuolmente grandi,dure^grojfe, & neruofe, oltre
al c/fere communemente forte animofo &gagliar^
do,è propriamente anchora,grandijfimo amatore &
c^ciatore di fiere. Laqual cofa non d'altronde han--
S E C 0 T^V 0. 7$
no tolta i Saui Dottori^ che da le proprie qualità de ^
Leoni & de pardi : Et de cani infttme & de gatti: fV^y^ ^
fer parlare ancho alquanto dì quegli animalh che fi ^^V^"^^
uiuono dortieSìichi infteme con noi : Tra i mali ogni a ^ -
giorno fi uede quei di loro più ne l anima hauer que
. ììo affetto^ che maggiormente ferhano ne loro corpi
le conditioni predette : Oltre pero che tutti infieme
quelli animaliy in quato agli animali de le altre fpe
eie paragonati Joanno & ne Vanirne & ne i corpi lo . ^
[ro.piuche tutti gli altri le qualità fopradette.J^ r - f[
[coprono i lombi folamentCyfen'^ alcun' altra
• uiyquefta fola fignificatione a covfideranti:an7} quei ^
di loro che più ofjutifonoy gli huominì forti CT uiru-
' : carnofiygli effeminati & de boli ;& gli acuti gran ^ "^^ì
demente i timidi gli intemperati palefiino. Ma
nel fecondo luogo come disfi trattando deluentre 3 a^^^'
ui fo certi douer efiere coloro cor aggio fi & forti ,
x2r magnanimi oltre a ciò & faticofi & ornati di
buono & di facile ingegno , che ne laguifa a punto
che conuienfi a mafchi y hanno il uentre , & qucfte
farti qui intorno a lo ftomacoyauenga che grandi & ^ .
mcT^namcnte carnofe , nondimeno in niuna parte ^f'^^/!
emineti.Ma più tofio come che uuote fi fofiìnoypiane ^^^j^^/^
humili.Maper contrario p auro fi , & deboUy &^ J*i^fU
vili fono quegli altriyne pofiono alcuna benché lieue
fatica comportare , & fono ro'xi , & duri di inteU
letto ne l'imparare y che fen%a proportione 0 mi fu-- /
ra y&fconueneuolmentebreui le hanno & afciu^
tè . Se neramente il uentre come ho detto grande '-é^y^^^
<J^«^^ & carnofoyfiaparimeme tenero , moUe y &
fM'/eM^ molto YÌleuato ^potete/empre crederlo argomento
f'^mc^ . certisfimoy digrade ìntemperantia nel mangiar e^&
nelbere:Etnegliafetti(come di(]e Sophocle)fiirio
T^^^^^/l fi ^ I^^^^^Sè^ ^'^ffi^^ì^-p^jjione & ferturbatio
^ ne di nofire anime non dolcc,ma amara:non quietay
Ma concitatamonhumana , Ma ferina: Et certi <zjr
fecuri r edere ui potete yche ne l anima a cotale cor^
j)0 congiunta^ poco o nulla potendo la parte da Tla^
tone figurata per Ihmmoy quella da V altro lato ad
' ad un Mario & di molte forme moslro rajfomiglia--
^ tayuifta donna del tutto &' I{eina . Ma fe con tutti
f //tt gli altri fegni già detti, il uentre in uoce di molle ,
kc0t0t^alpro;di tenero y duro; & di molta er /oda carne fia
inóif^fi^f ^^^^^Q compreffo , non epicciola ueramente la mali--
gnita che per lui ci è dimoUra: Ma fopra ogni altro
affetto che ci apporti qucjìa tale conditione del uen
trey è di tutti gli altri grandijfmo il defio del man^
^fhfrcJ^- giare. Quando poi /la quefta parte infieme colpet--
U*f ff^^c^tOy(& con lo stomaco folta di peli , cifonogliauda^
t ^X^X^'^^^^ cortefiyìfagaciy& i cianciatoriyfen'^ alcun fai-
^ JiM^'^^ ^t4nciati da lei. Coloro d'altra parte che la fcbie-
1- ^ va hanno grande Jargay & robufìa , come propria^
"^^^ unente a gli huomini hauere fi conuiencytengonomol
c(^^^ '^^^^^^^^P^^^^^^^^&fi^^^^^i^^d^^ole Ihannoyjem
^ ^u^fre a guifà di f emine , che tali fono in quella parte
per or dinar ioydi uilta^di dapocagginey &' di timore
fieni ne fono, "t^e mancano etiandio le cofte de la lo*
S E C 0 71 D 0 . j6
ro fignificatìonei^n'^^le molte ygrandh^ bene ap-* /(^'^
farent 'hfono diforte's^ & digrancCaninjofermif^ ^
fimi fegnhllche è proprio del mafchìo. Et per contra Pf '^
rio le poche ypìcciolc^ & qt4afi del tutto nafco(le » ^^^'^
non fe ne uanno ne da la debole%^ , ne dal poco cuo^
redìfgìuntegiamauLaqualcofayefJereftdicealefe^ /m^ì^a ^
mineydi loro propria natura conueniente. Ma feper ^
Muentura tra coloro che hanno come fi è detto le co- ,
fle grandi y alcuno ue n'haueffe y che in quelle parti ^l^^f'^A^
gonfio difouerchio , & come enfiato fi fofjcynon ha
la uanìta de le fue dande , ne la fi:iocche':^ de fiioi
Gioiti penfieriy ani^piu toflo parlari ; che egli poco
penfandoyi^ curando nulla y & tante uolteparlan^
do , quanti obbietti gli fi apprefentano a gli dc^
chiyin infinitOy& fenT^ mai ripofarfi faueUa;non ha
dico ne modo ne termine alcuno. Di che fe ne cerca^ /V^h^^
He ejjempio tragli ammaliane i tortane le rane ^^"^^/^^^
ne neramente & [empiici cofe^& che molto nondi^
meno fi fanno fentireynon ut lafciaranno molto a lun
go andar faticadoi^pprejfo a tutto qucflo.e necejfa
rio chejappiatcycoloro ejferegolofisfimiy&grandif
fimi mangiatori parimente flupidiy & injenfatìf
& di pochisfimo eìr quafi nullo giudicio dotati^ che/^^^'^ ^
hanno quello /patio che è dal belicOypropria fedia de c^^r^ ^
la luffuria , & perdo a Venere facro , a la ^fi^^^^^^^*
parte di /òtto del petto , magiore affai che queU'aU^f/ f^J^,
tro non è, che da indi tiene per infino a la gola . Et il^^i^f oAU
percheyper alcune ragioni naturali y facilmente uìfi^^/^n^
può dimoHrare . Conciofiacofa che la ampie^^ yò-/'^'^'/^
: L I B B^O
- J^ii€rchia& fino dorata di quel uafo , dout il tolto
^t^A Jc^^fi ripofii & fi digerifceMuendo per riempimene
to fodisfattionc di fi: di von poche coje meUiero^
.jcccita er accende di continouo in quel corpo, appetì
,T0i& brama ardentisfima di mangiare. Et come U
grande':^ de lo (ìomaco , ejjendo egli imo , è ca=^
gìone de lafame;cofi dal riempinento di linone preti
dono poi i fentimenti lo Hupore & la torbide'^a ,
Che effondo egli da la moltitudine de cibi dilatato ^
Xìr diHefo y & perciò firpra il core , fonte , princi^
fiOyCy* primi, ra origine di noflrofentire appoggiane
doft 3 adiuiene che glijpiriti quindi al cerueilo fa-^
gUentiy donde partit amente confeguijconoi fintimi
ti noftri le loro /pedali for'^y uengono da cofi grane
pefo , ad efferefujfoccati & riHretti: Sen%a cioè me
fcolandofi infieme co uapori grosfi ^ fofihiyCshalan
ti da cibi che fi cuocono ne lo (lomaco por to caldo
del core , non altramente riceuono tsfi /piriti in fe
Sìesfi lagro/fe^T^ CT l'ofcurita di que uaporiy che fi
faccia talhqra il lume de la candela , poUo [opra il
fumo de la bollente caldaia . Ma per contrario poi ^
\ faggi & prudenti & auedutiry' accorti fono colo-
& fi contentano naturalmente dipochisfimo ci^
f^m^JX^ ho y il cui petto è più che lo [ìomaco ampio CT mag^
7tr Jt'm^:giore • Da V altro lato , amalaticci fono , & infer^
^^^^^ jjmiper tutta la ulta y&ala fine anchora in bre^
ff/ufA'ié ^^^^^pofi muoiono y quegli huomini che dal beli-.
AM , f «^^^^ ) hanno più di {patio , che dal petto al
{e(^'^ ^ h^^^^o . La cagione di che corificf orando yfi può dire.
S E C 0 7{^D 0. 77
parlando natHralmente , che ejjendo cagione certif^ c^^k^'^
/ima de la hreuita de lo Uomaco : il mancamento ci / i'/^^^
dijfetto del calore naturale che in lui fi ritroua^ *
auieneper cotale freddei^ noceuole & non natura
le , che egli diuiene impotente > a cuocere perfttta^^
mente & a digerire il cibo tolto per nutrimento:da
iaquale indigeHione , come da la abondantia de le
piogge forgono & s'aumentano l'acque ne torrenti
& ne poi^^cofi ne fcaturifcono fempre molte juper
fluita : Et molti non [ani , & non buoni humoriyart
^ maluagipiu toHo & danno/i^ ogni giorno ne han
no principio:Donde poi le infermìta^èr le malattie^
cr al fine lapreHa morte^dure & fpinofe fiepiy che ^
rompono v attrauerfano il camino de la noflra ui^^' ^
tayprimieramentc ne tirano origine. Cofi fempre ha
gran forcane la giuHa & moderata temperantia
de gli animi noflriy la debita & conueniente propor ^
tione de cor pi. Et per certo [e da la confl>nantia de le ^^^^
noci y il concento & Vharmonia ne rifulta; foaue
diletteuole obbietto di noHro fentire ; Et fe da ^ >^
la buona di[pofitione de le loro partiy la belle'X,%a &f^^J'^'ll
la commodita degli edifici & de le citta ne proce -.^^ ^^-^
de ; Donde uiene che i Saui del mondo , non come c^<^i
bella & ordinata , ma come ricca & merauigliofa^
lodano queUa uoHra citta; perqual cogione non
dobbiamo fimilmente ejjer certiy che la propor tìo-^
nata mifliradele parti di qucflo corpo y fia fl'gno
ۓr inditio fempre manifeUisfimOy del temperamen
lode le affcttioni & de le uogliede l'animo? QnarH.
L r B Ilo
,^to neramente l migliore & più nobile il capo che i
fj^c piedi,gli occhi che le manine" l core che le altre mino
rìintejìine, tanto di pcrfettione, & di dignitayauan
gl'ordine Ja confusone: laproportione^la difugua
glian'S^: & la belle'j^ al fìne^ il fuo contrario fta^
to. Quindi è nata la opinione de uolgari^ in lodando
principalmente la belici^ ne prencipi: Si come
quegli che certo prefumono y ìion potere per ninna
giiifa anenire prefente lei.che elli o di bonta^o di ma
fuetudincyo digÌHflitiayamabili & care doti nudano
priui .Etfea te uolte co fi giudicando fi ingannano ,
adiuiene talhora per la mala confuetudincy^per la
trifla con ucr fattone che hanno i Signori: Donde oc^
coltamete & a poco a pocOydi molte macchie, & di
molte brutture in fe flesfi riceuono.Ts(onaltramete
aputo che coloro fi facciano, che [otto al Cielo aper
tOy & per lo Sole lungamete caminano d quali fen^a
auederfency la chiarei;^ <^ la bianche^ de le lo^
ro carniyin fofco cr in nero colore fi fentono hauer
tramutata : Cofi adunane molte fiate alcuni naturai
mente coflumatida bene & humani , con maluagie
uitiofe & arroganti perfine comerfandoyindi a non
molto di tempOyla loro Immanità in fuperhiayla bon
ta in trifiitiay & la gentile creanT^ inuillanimodi,
tardi & fenxa prò di loro danno auedendofi yfi cor^
nofcono hauer e ifcambiata. Errano parimente bene
Jpefoy&falft ueggono i popoli riufcire i lorogiudi^
ciyperche non drittamente yquale la nera ZS^perfetz^^
ta bellcT^ fi fia , pofiono o fanno interamente di^
S'^E C 0 7( D 0 78
fcernerc: ^n':^alafempUcc apparen':;a credendo f
. ne più alianti coja alcuna /correndo y & molti queU
^0 Hefjo che lodano & ammirano , per qual cagione
lodabile od ammirabile ft fìa non intende do e ntono
j)oi molte fiate con non lieue lor danno ^ fe uanamen^
te battere di prima creduto . Et ueramente fe uoglici
tno bauere confìderatione a le cofe pajjate , uedere-^
^mo non Vira & la furia d^Meffandro^non la crudel
taf la lujfuria^ & limpìeta di tre Ttholemei^cbe di
idclitie & di uilta f Egitto y& di [angue & d' uccido
ni i loro propri palagi riempierono , ejfere flato
fcnTafegno nel corpo . Hebbeno parimente corpo^
rali inditiyle lafciuie d'Antonio: la auaritia di Craf
fo:Et le crapuléy & le disbonefle di FitcUio . la
rapacità di Caligulay ne la uanita di T^rone, ne fu
no dimoflrata da fegni del corpOy la tardità & la da
p ocaggine di Claudio . Mentre che in quella guifa
procedeua il Confolo ragionando ^gia uedendo jLlef
fandroche egli a le altre parti del corpo dichia-^
rare uoleua per mano, fen:ra ajpcttare che egli piti
oltre feguifjcyuerfo il QMirini riuoltofi , ilquale ha-
uea publico grido di molto intendere leproportio^
ni de ^gli humanì corpi , co fi fubito a dire comin-^
ciò • Credete uoi perauentura , ch'io od alcuno di
quefli altri chequi fiamo , dobbiamo per alcuna ma
niera comportare y che non ci ragioniate di quefla
corporale proportioìiCyquanto &con lo Hudio y &
poi con lauiua ejperiemiay uifete faticato di inten--
derne? Certame te non lo penfatexhe an^^ co/i ricco
L 1 B 0 -
faitendouìyUOglìamo anchora da noi la toUcttaé Che
già fappiamo bene^^ a noi tutti epalefe aperto^
che in quefio non bauete cofa alcuna lafciato indrie^
tOyO ne i libri leggendo j o conferendo con gli huomi
niyfincbe di qaeiìa fcientia(fe ella fcientia nominare
fi dee) non ne bauete acquiflato perfetta & intiera
notitia. ^dunque fe quefi'hyche certamente non pò--
tete negarlo , e ben dritto che anchora uoi la parte
uoflr a paghiate: Et che co/i facendo , a i difideri di
noi tuttiycbe altra cofa no babhìamo più cara^ intera
mente fodisfacciate. ^uaro albergatore fete uoi Si
gnor Dolce, rifpofe preflamente il Quirìni: poi che fi
acerbamete rifcotete dagli bofti uojiri^qucllo che per
niuna maniera fono di pagare fofficienti.Che quando
pure fia uero che con lungo tìudio ne habbia ricer^
catopc ì libri la opinione de gli antichi Dottori j.
& che col Tordonone, & con molti altri & dipin^ .
tori eSr Statuari , mifia poi uoluto certificare con
. Vcfpericntiay cofi effereapunto come haueagia Ut--
tOynon perciò è ragioneuole che quello che femplìce
mente per mia fola notitia mi fono curato di inten^
dereydcbba a tutti uoi bora arrogantemente perfume
re di infegìiarui'. Qua/i neramente che non foffi cer^
to douermi auenire fe ciò faceffi, come auenne già a
quel uecchio Thormione da Ephefò : llquale in pre^
fentia d'Hannibale , ^ del gouerno degli efferci-
ti y ex de Tufficio del Capitano difputando copìofa^
mentCyfenia rifguardare che egli no haueffe giamar
udito fuono di tamburro , & che Cannibale fifof-
S E C 0 D 0 . 7p
f<:con tanta gloria innecchiato nel ferro ^ ne le
battaglie y merito (Tejfere fi come nano & inetto da
lui biafimato. Q^eHa co fa medefima farebbe di me ,
fe in prefcntia diuoi tutti , troppo più fe parlan
done come egli fa il signor Confolo , ofajiper modo
alcuno di occupare le parti d'altrui , 7S(e le parti
d'alcuno non porrete uoi mano , foggiunfe fubito il
Confolo : Che io quel tanto ne era per ragionare
non più , che pur dianT^ da me con quelle poche pa^
role ne udiste : 7S(e mipenfo che alcuni di qucHi aU
tri signori , h abbiano aguifa di nouelli Hercoli , in
animo di fottentrare al pefo chea uoifaurafla. Ter
tanto fe u'e caro^& fe u aggrada difodisfarcidafcia
te le fcufe una uolta che qui luogo non pojfono haue
re : Et diteci in che modo ciafcun membro de noUri
corpi^&con quale proportioìie & mifura^ìiel forma
re unogìuHo & perfetto componimento, debba con
l'altre membra infieme effere temperato & propor
tionato . Laqual cofa fe quale è la grande':^ ^ U
benignità de l'animo uoUro cortefemente farete
& a noi tutti ( come di/fe il Dolce ) grandemente
compiacerete : Et me dipiuyfo?nmamente mi ui ren
derete obligato . Che fianco già da la fatica , & dal
uìaggio de la mia lunga di/putationcy non altramen
te che in un bello & piaceuole praticello ^nel uofiro
ragionamento mipofero : Doue non la uiHa & / o-
dorato di uaghi & di foaui fiori herbette , ma
V animo & V intelletto , parti di noi più gentili &
più degne , con dotte fententie , ^ con benfana ^
L I B B^O
utile dottrina conforterò . Guardate ( ripiglio H
Quirini)rw più toào in un qualche luogo fpiaccuole.
tu fermiate : la brutte^^ del quale di poi conofciu-r
ta,& uenutauiafchifo & a noia.ue ne faccia fen'z^.
pure poter prendere fiato fuggire.Ma come fi fiatai;
fioche non ui refli cagione di ritrarui da feguitarc
in fino a la fine il cominciato ragionamento , io pure
mi sformerò di fodìsfarea le uolire uoglie y come
men male per me fi potra.Benche atte/a la poca in
tclligcntia che' e in me de la cofa onde fare ragionar
mi uoletCy ajjai meglio per me fi farebbe il tacerne
dei tutto , che il parL rne imperfettamente : Che al
* bora , ch'io lo facejfi fi crederebbe per giuditio di
non uolere: Et bora , cìfio lo faccia farà palefe , per
poucrta di non meglio potere • Oltre pero anchora
che non ueggo effcre alcuna neceffita^ che al giudica
re la natie proprietà de le anime nofìre, fi conuenga
V intendere cofi fottilmente , ouero la qualità , ofia
pure la quantità rifguardandOy comefia^o debba ef--
fere l'uno membro con l'altro corrifpondente. Et co
me non e egli neceffario, il Dolce replico prename/jt
te ? se come dianzi diffc il Zornoz;^ 3 da la propor^
tionc 0 fproportione de le membra ^ne feguono ne Va
nimo diuerfifjlmi affetti f K^on altramente a punta
che da l'al^^rfi il Sole nel Cancro , & percontrario
poi dai! abbaffarfi nel Capricorno^ vericeua& ne
forti fca quella parte di mondo habitata da noìy dif-
ferenti CT uarijsfime qualità . Et egli , bene è uera
riprcfe ciò che' l Conjolo diffeiMa la proporzione
SECONDO. So
Mcejfaria a fapere a colui , che per lei debba antiuc
dere le pasfioni naturali de le noftre menti , non col
filo 0 col cornpajjò , come a me di fare fu di me§ìier'
rOy an'2^ con unfolo & femplìce fguardoy è ne i cor^
fi offcruata da lui • T>{el primiero ajpetto degli hu^
inani corpi jtjuai di loro fecondo la debita proportio
ne & miftira fieno ordinati , & quai d'altra parte
fen^a ne conuenientia ne modo o manchi fieno o fo^
uerchiy di leggiero & fen':^ porui alcuno dìndio o
fatica comprcndefi : fen%a pero dicOy che bifogni de
le già dette proportioni hauerne particulare alcuna
^ diUinta notitia • T^n in altra maniera ueramen
te ^che adiuenga nel concento ne I harmonia de
la mufica:Doue ciafcun huomo che non fia di giudi-
cioprim & difentimentOypuo facilmente fentirCyO
la confonatiay o la dijfonatia de le uoci ^ de fuoni :
Kfepero difapere diUintamente gli fia necejjario ,
quanto che ellifiano tra loro l'uno da l'altro diflan
ti.^lhora il Dolce foli contento dijfe non negaruief
fere uero quanto hora narrate: Ma come potrete uoi
non concedermi parimente , che molto migliore &
più certo giudicio fare non ne potejfeuno perfetto
conofcitore di mufìca^cke un'altro^che di quella fcien
tia cognitione non hauejfe ueruna f Certamente non
potete negarlo . Ver tanto non uogliate hora dire
che il ragionarne necejfario non fia: Che fempre
quella cofa e necejfariay che buona ejfere fi conofce .
7^ fi può dire come afferma Tlatone , che quello
che in alcuna guifah mancheuole yfiaopoffa ejfere
L 1 B 1^0
jìamahdl alcuna cofa gui§ìa& perfetta tnifura^'
Difiacciate adunque una liolta le tenebre delUgno-r
rantia da mitri intclUttuportandoui co i raggi de le
uofire parokylo jplendore di quella dottriìia.Quin-^
di uago il Quirini di fodisfare agli amìci.non curan
do di dare altra rijpo^ìa a le parole del Dolce^mafla
to per alquanto penfando /opra dife ^fapendo che il
parlare bene a la fproueduta non cfacile^& hauuta
ui confideratione non e difficile , poco di poi in que^
Sìa ^uifa comincio afauellare.Giuiìo uerameìtte &
honeHo defio ,è quello che uijfdnge a ricercare parr,
tit amente y de le mifure & proportioni degli burna^
ni corpi : Et io per mcy ho fempre giudicato uani
male accorti quegli huornini , che niuna conofcen'^^
hauendo de le mifure de corpi loroycon molto nondi
meno di diligentia^ an%i pure di curìofita s affati-^
canoyinucfìigaììdo i lunghifiimi fentieri de la ter--
va: gli ampijfimi fpati del mare : Et quello che è de-
gno di maggior merauìgliafin fufopra il Cielo pro^
fondo & inacceffìbile formontando: Et quiuìMfal-
lace opinione de loro diuifamentifeguendOy& regio
nìy & cerchi,& diUantie , audacemente come coje
ucre afermandoui. TSÌoSìro ufficio farebbey di cona^
fiere & intendere prima noi medcfìmi perfetta^-,
mente : Et dipoi a quelle cofe che fono fuori di noi^
applicar e(cofi par endoci)l' animo nofiro. Se già per
auentura non gìudicaffmo degno di laude colui 9^
che non togliendofi penfiere alcuno de le priuate hi-
fogne de la cafa fuayfoffe tuttauia con V animo inten
tane
SECONDO. Si
to negli alti maneggi degli lìati f & ne i gou^ni
glorio/i de lerepubliche , & degli imperi ? Ma per
dare una mltaa qucHo noslro ragionamento prin^
àpio y dico la natura cautijfima <^ diligentiffma ne
le opere fue^ hanere ne la forma & ne la dijpofitio-'
ne del nojiro corpo , pofio la faccia in qucjio modo
ne la fuprcma parte di quello , perche ellafoffe da
ogni tempo da ciafcuno ueduta ér confederata:
cioche non d'altronde' che da lei , fpeccbiolucidiffi'*
tno la doue tutte le imagim fi rapprefentano de le af
fettloni de Vanimoy come non d' altronde che da uno
i numeri, dal punto le lince , diuifajfimo bauere
principio di tutte l'altre parti del corpOyle giufle ^
froportionate mifure • Vrimieramcnt e adunque, ne
la faccia fono tre fpatigiufli & eguali : intanto che
in un uolto proportionato , niuno di loro ue ne ha ,
che ecceda^cy* che trappafii la mifura de l altro . il
primiero, comincia nel principio delfoìite,doue na^
Jcono i capelli:Et difcende fin giù tra le ciglia al co-^
minciamento del najo : il fecondo tiene da quella
farte,infino a le ultime naridl terT^ ueramente che '
haprincipio nel fondo del nafoi à la fine ne lo eHre-
mo merito finifce • Bifferò anticamente già alcuni
Thilofophiy effere il primo di quefìi , il proprio feg^
gio de la fapieni^ : // fecondo y a la bellei^ donar-
fi: Etnei ter'j^^ ultimamente albergare la bontade.
QueUi tre /pati adunque.o quefie tre mifure del uol
to, moltiplicate perfemcdefìmcci moHrano , & ci
riarmo ad intendere che la perfetta lunghe:^ de
QOYpUnone mite tanto de effcre.quanto h lunga tut^
ta la faccia.EjJendo adunque tutta la lunghe^ del
corpo noue portioniyla feconda di loroycbegialafac
eia come habbiamo detto.ne occupa & ne pojjede la
primay ingombra tutto quello fj^atio.cbe da la gola . ^
è per in/ino al fondo del petto . Tiene la ter^^a , dal
fominciamento de lo ftomaco y al belico : Da indi ,
per infino afotto t anguinaglia , al principio de le co
fcieyla quarta. Le cofcieyfno al ginocchio, la quinta
cr lafeHa ; indi le gambe jfingiufo al talone odala
^auìglia che ui dicbiate , la fettima & l'ottauafor-
nifcono , La nona ueramente y da tre parti diuerfe >
foUein diuerfi luoghi de la per fona lafua perfetta
inttgr ta confeguifce : Lequali & tra loro , & con
quelle altre tre che già u bo ne la faccia dejcritto ,
fono in tutto fmiglianti & uguali. Di qucfte adun-
qfie e la primiera y l'arco di quel me^^p cerchioy che
da la prima origine de la fi-onte y afcendefinfufo a la
fommita de la tcHa: La fecondaylagolaiche dal rnen
toy tiene fino a lachiaue od a la forcella del collo :
La ter'Z^. y fcende poi da la cauiglia , fin giufo a U
elìrema pianta del piede. Ecco per tato(comegia di
fopra ui diJfOche geìieralmete ne la maggiore parte
.degli huominiy& in coloro maffimamtnte le cui mi
hra compreffe 2r raccolte , formano quafi unafigU"
ra quadrata , cotanto fi diflende la perfetta lunj
gheT^ dell)urt:ana ^ìatura , quanto da la fronte al
jpentOy uifi uegga noue fiate ejfer lungo tutto il ter-
piine de la faccia. Ma perche la natura hehhe pen^
S E<:C O T^D 0. Sz
fiero y quando primieramente la fpccìe àellmomà
cornpofe , le fue membra come a lei piacque ne la
forma che bora fi ueggono ordino dilìinfe , beh*
be dicopenfiero di douere formare del corpo buma-
no uno perfetto quadrato, i cui lati eguali, iijr il cui
centro foJJ'c ne languinaglia , fiamo non folamente
da la alte^j^ del capota la baJfcT^ de piedi nout
facete ima altrettanto per largbei^ ancbora ne
defcriuiamo ne lo aprire de le braccia da luna a lai
tra efiremita de le mani . Et il come ciò fia , pero^
cbe uaghi ni fento effere dijàpcrlo^digradirui difi-^
derandoy in pocbi detti mi ingegnerò di molìrarui •
Le braccia adunque (fi come altri diffe fati e per fcr^
hire a le manij arme donateci da Dio per contrapor
ci a noftri nimici, ouero cominciando da gli bomeri^
-Ò" di fuori fcendendo per lo gomito in fino a lapri-
miera giuntura de le dita.ouero da le afceUcy & per
di dentro uenendo a l ultima parte de la palrna^do--
ue confinano le dita, fono di bel punto tre f accie per
uno: Le dita ueramente cr de luna mano & de laU
tra, la mifuragiuHa di un'altra ne empiono.Di ma-
niera cbe ambedue le braccia con le mani infieme ,
non fono minori, & non fono ufatedi ecceder e, pro^
por tionatamente parlando, il tcrmiìie intiero difet-»
te facete . Ma la largbe^^T^ poi di tutta la per fona
da Inno bomero a l altro , cotanto fi dilata CT non
più y quanto è due fiate la mi fura del uolto : Tercbc
adiuicne come dijfi, cbe nel diflejidcrc ^&nclo aK
-iirgare de le braccia ,fi defcriuc a punto altrettan^
L ij
L 1 B K 0
to dijpatio, quanto da la altiffima farle del capo ,
h fino a l ultime & terrene piante : bafì & foUtgni
fermiftimi onde tutto s'appoggia l'edificio del cor^
fo • Mhora il Dolce , che primieramente haueua in
quello ragionamento tirato il Quirini , può egli ef^
fere adunque preftamente a dire comincio , che tut^
tigli huommij quanti ue n hanno & da la terra no^
dritiy & coperti dal Cieloy fiano tutti infra i termi^
ìli rifìretti de la mifura che ci hauete narrato ? Du-*
ra & forte co fa neramente mi pare il ciò credere :
T>ie mi poffo per alcuna maniera ne Inanimo confer-^
marCyO che il signor Cagnino da Boxalo y grande CT
proportionato come ui de ricordare che egli era mol
to^quando non e gran tempo egli uenne per lo ì{cdi
Francia a parlare con qucfia Signoria^non trappaf^
fafje in lunghe'^ ligia da uoidi fopra dimojìraty
termineiouero che Gradaffoy delitie di Hippolito de
Medici Cardinale di chiara famaylacuiproportiona
tapicciolex^mi rimembra uederui ammirare in
Bologna, non nefo/fe fommamenteminore. Inondi-*
meno potrà forfè anchora auenire^GT h degno a fpe^
rarlo da la uoUra uirtu , che ciò che hora & diffida
le & quafi impofiibilc è da megìudicatOy da la chìa^
rcT^a & da la eloquentia de le uolìre parole , «/-
ni lumi che fcoprono la uerita de le cofe a l occhio
deh meUettOj mifiapoco di poi & facile & pofii^
bile di7noHrato. Giauidifsio fin nel principio ripi-^
glio il i)uirini > non che in uniuerfale in tutti i uiucn
ti , ma nela maggiore parte folo de gli huomini , &
SEC Ó Ti D 0 .
partìcularmente a La proiiincìa onde fiamo nati ha-^
uendo riguardo y non eccedevano ^ onon fcemaMa-
noi corpi humani de lamifura ch'io difii .Macon
tutto cioynon fi difdicc tuttauia ne fi nega^ che alcu--
ni & de maggiori & de minori y non fe ne pojjano
talhor ritrouare : De i quali , altri infino a quanto è
dieci uolte la faccia loroda loro lunghe'^a dìfiendo
noialtri ueraynetCy dentro a confini de la ottaua fac
ciay& a leuolte(ilche è più di rado)de la jettima la
rifiringono.I maggioriyquatoh dicci fiate illoro noi
tOyfono lunghi:! mìnori^piu che quanto fiano otto o
fette faccicy noncrefcono. Bene e laucritache tutte
quefle eccefiioni di noflra naturayO fiaper lunghex^
'Xa 0 per hreuita > in qualunque et a fi uoglia yfono
femprein pochifìimi corpi. Ma radifsima di tutte
T alerete quella fcnza dubbio alcuno ^quando non più
'S*al7a alcun corpo , che quanto fia in lui la mifura
deluolto fette uolte moltiplicata. Que^ìa tale prò--
fortione adunque ycfjendo come fi fente ne la mufica
falfa & diffonante > non fi può per alcuna maniera
conuenircycon la harmoniay^ con la certe^^ de le
opere de la noHra madre natura : perche accìoche
moUrofi non hauefiino poi ad effere i corpiy ilche et
la difuo proponimento nonhgiamai ufata di fare ,
pochifiìmi in tutte le eta^ne fono co fi piccioli prodot
ti da lei. Ben ne fuole effapiu fpeffo crear de maggia
ri : trappajfanti come fi è detto d'una intera por^
tioncyla communale& ordinaria grandei^^a. I qua
li da più larga mano hauendo copìofamente rice-^»
L I B Ti O '
mto de doni celeHi ^ fono frop or t tonati film più af-^
faiy che tutti gli altri corpi fi fiano. Et per ciò il ho-
Uro Ciceron Tofcano , padre de la eloquentia onde
lodatamente fi raccomandano bora a le lettere i
concetti degli animiy uolendo di bellcT^ commcn^
^dare alcmaperfona^femprc lagrande^^.come ra^
ra & eccellente dote aggiunge. Or a efjendo adun^
que quefla tale grande ^ rileuata Statura cofi pie-^
va di degnita , troppo di errore mi parrebbe com^
)mtttcre,fe fen7;o più auanti parlarne , ragionando
fin oltre pajjafii: Et fe quali fiano le particulari mi
jìire di leiydiftint amente non ui contafii : Et fe come
dal capo a le piante -i fiano cjuefli corpi grandi ^
froportionati dipinti in dieci parti giuHe & ugua
iiy partit amente non ui moHrafti . l\agioneuolc per
tanto e che per uoi fi fappia , che la primiera de Is
dieci portioni di quefli corpi y cominciando da la
fomma alte'X^ del capo , fe ne fcende fingiujo ne le
ultime nari: Dila^ua la feconda per infino nelprinci
fio del petto*. La ter'^ yfmonta ne la fommita de lo
Slomaco:Cade nelhelicoyla quarta: Et la quinta poK
la giù nel fondo de l'aguinaglia finifce: La doue affèr
fnano i mifuratori de corpi^effere il centrOyeH me7^
a punto de Ihumana lungheTi^^.Le altre cinque par
ti ueramentCy da le cofcie & da le gambe per infi-^
710 a la pianta del piede , feconda & eguale metx
dÌ7ioflri corpiy fono interamente compre/e* Ma non
folamente con la faccia (come u'ho difoprapiu uol^
te dimosiro) s'c trouato modo digiunamente mifif^
Vi* ' ^ '
S É C O T^ D 0. 84
tare tutta intiera la quantità che formano queÙe
, membra: Ma con quello jpatio anchora^che piegan-
do il braccio & diftendendo la mano , è per di fuori
da lagiuritura delgomito^per fino a la efirema ugna
del dito di me^oiEt fi è poi col teflimonio ueduto de
Vefperientia che non fuole fallire od errare giamai ,
che ciafcuno corpo proportionato di qualunque wi-
fura effere fi uoglia^nulla ufando difcemare 0 di ac--
'Crcfcere di lunghex^ ^ fempre tanto e lungo^quan^
to perfettamente è quattro uolte lo (l'atio che ho
''detto : llquale non ci partendo da la confuetudine
degli antichi sgomito ci è piacciuto di doucre nomi
narlò . Vuna adunque di quelle mifure , hauendo ne
la fommita de la tefla principio ^uiene a finire tra le
"mammelle nel meT^ del petto : Termina l'altra ne
Vanguinaglia : che e come diffi il mcT^ de ihuomoz
'La terza ha il fuofine fotto a i ginocchi : Et la quar
ta & ultima yperuiene al fine ne la più hajfa par-
te de i piedi. "Et fi come ciafcuno di quefti Jpati è fem
fre uguale corrijpondente a l'altro , fen'^ iiulU
hauerui di differentia; & come tutti infieme aperta
mente ci moflr ano la proportionata altezza de l'imo
fno ; cofi ci fanno efii accortì^quanto debba effere la
apritura&la larghex^ de gli homeri: LaquaU
froportionatamente parlando , non de giamai l'uno
di que gomititrapp affare . Ma la debita poi ^ prò
fortionata groffex;^ di ciafcun corpo , confiderai
ta nel fafciamento CT nel circuito de Vhuomo 3 non
^-giu fopra, il helico mi principio del uentre , ma fu^
....
l ni]
t . -; L I B IIO
Jbìto per [otto le afcelle , non una fola di quelle mi-'
furr^ma due infieme^cio è la meta giuHa de la aUe:i^
'S^^del corpo , fono ufate di terminarla • T^el petto
tueramente , tanto feparate & difìanti ejfere ji ueg
^gono le mammelle luna da l'altra sparlo Jèìnpr e de
tnafchi^ che ciò ne le [emine hauerc luogo non è pof
^fibilcy quato precifamente e la lungheT^ giujia del
^uoìto ;Ts(t? meno fogliono di lungbe'Z^jca occupare
ambedui quelli fpati.che da le mammelle partendo/i,
ifi dilìendono fino a le afcelle - an^ifi come feparata
mente cìafcuno di loro tanto e lungo , quanto e da la
icima del fronte a la meta del nafo;ouero da l'eSìre-^
mo mento purealamedefimametadi quel mem^
bro i ciò e il mex$ a punto de l'bumana faccia ; cofi
unitamente racco'^^i^ti & congiunti infieme amhe^
.duiya la perfetta mifura del uolto yfen%a che alcu^
^a cofa ui manchi od ahondante ui fia y donano inter
rumente perfettione & integrità: tanto che la lar--
^ghe'2^ giurìa del petto proportionato ^ da luna de
le afcelle a l altra , o con la mijura di due f accie youe
ro con un folo gomito yilche è tanto pero.giuUamcn-
te fi può mifurare. Et fen'^che piujungehorada
jqueHe mammelle ci dipartiamoyhauete a fapere che
fe da luna a lAltradi loro fi tir affé una dritta linea j
^ fé poi da ammedue parimente due altre talife ne
leuafimo , congiungentifi ne la forcella del collo , fi
uerrebbe drittamentéa formare un triangolo ne i la
ti eguale i& neglianguli acutoiLa doue foleuanogli
amichi facerdoti Egìttijy fi come in luogo piu jpirita
S E C 0 T^^D 0 8? ^
le di tutta la perjò?ia , portami il fegnofempremai
imprejfo del [acro & diurno loro Serapide-.fhper in
formarne con quel ftggillo le uìrtu de l anima: fi an
co per cnHodirnela , che le affettioni & le ofcurita
delj'enfo & de la terra ond'ella èfafciata^ dal dritto
fentiero fuolgendola , non le togliejiino il diurno lu-
me celeHe. Ma lafciando bora queflOydico che la luti
ghe'Xj^ de piedi debita & comicniente^non de ejje-
re minor e^che fi fia parlando communemente^dal ca
po a le piante la fefta parte di tutta la flatura himà
mi\Auenga pero che in alcuni più lunghi squali colo
ro efferefi ueggono di cui u'ho difopra narrato yftd
la quantità de loro piedi , quanto e la fettima parte
di tutta la lunghe:^ loro . Concludete adunque
fermate ne l'animo uoJirOt che ne i corpi come difii
communi & quadrati , ne il pie foprauanzi o [cerni
da la fcfia parte de la lunghex^-.ne tutta intiera la
altei:^ de la ftaturayfoglia da la mifura di feipiedi^
0 difcrefcere od abondare giamaiy Et d'altra parte
4}be i corpi prpportionatifiimiinon fiano o maggiori
0 minori di fette piedi : Et che il pie fommamente
proportionatOy nonpafii^nefia meno, che la fettima
parte de la perfona:oltre alqual termine, non h come
flijfe Marco Garrone , predato ad alcuno di douere
alxarfi. il diametro poi , un matheniatico termine
ufandoy ouero fepiu u'aggrada la profondita de cor
pi ben fatti, & con ragione & con buona proportio
ne ordinati,ne pf^r graffe:^ o per magrcT^a fouer
chia fconcii^ fmoderati^ qui proprio nel trauerfo
' ^ l I B Ilo
naturale intendendo yftmpre è tanto ne più ne me
voy quanto è la mifuragiufia di un piede. 7s(e da quc
f?o tanto di /patio , è per alcuna maniera differente
o diuerfagiamaii la lunghe':!^ de la parte del brac
xìoy che ne la giuntura de la mano incominciando »
tiene perfino a doue il gomito ne la parte di den^
tro del braccio e folito di piegarfì . Ut altrettan^
to e medcfimameìite da la meta del petto , la douc
furono per temperare il caldo del core , ouero come
alcuni differo per accrefcergliene, le mammelle im^
preffe da la natura^ o fta montando fujòfino a gli ar
gini de le lahra : ouero difcendendo per infino a la
concauita del belico . Tarte di quella nofìra Jpoglia
terrena.non pure come il Confilo diffe a F enere fa--
era, ma anchora come centro del corpOyfottó la di^
uinacHSÌodia del gran padre Gioue . Qidndiuen^
ne chepreffo agli antichi, nel tempio famof/fiimo di
^mmoncy nera la effigie del belico depinta: Et con
fommi & immortali honoriyriuerita & celebrata :.
Volendo in quella guifa dimosìrare queipopoliyche
Gioueycio è Dio creatore & conferuatore^era il cen
Hro di tutte le cofe. Et la medefma anchora quanti^
'ta di fpatio y t da la pianta del piede , a la fine del
'tnufculo de lagaba: Et da queflo luogo parimtte.in
fino a la meta de la ruota onde il ginocchio fi piegai
Sono adunque fi come uedeie^tuttii predetti luoghi
del no^iro corpo, proportionati & corrifpondenti a
la mifura del piede. Ma non pur quefìifoli, hannoy
'o.col piede folo pi qpoxtione^ ma tutte le membra
S E C 0 TslD 0. 85
'mchoya onde formati fiamo^ & tutte te parti loro\
con alcune altre partii & con alcune altre membra^
[emano infcparabilmente la analogia: da noi, i mae--
§ìri Latini imitando^ o proportione , o conuenientìa
ilimifura denomnata.Latjmle(fi come agli occhi il
lu7ne)ci hftmpre fiday& fempre fecurifiima fcortUy
aperuenire ne la conofcem^ da la proportione fimiL
mentCyde le uirtu & de lepotentie de r anima. Ma
•di queflaharmonia (per co/i dire) & di tjMefio con-*
cento de le naturali uirtu de l'anima nostrayforfc al
tre uolte non ni ejjendo graue V udirne ragionar cmo^
Hora che certamente nel bclico fta come dipòi il ceti
tro de llmmana ftatura > alhora ne potrete hauere
ogni dubbio lontano, che ponendo un huomo inpie^
dii lo farete allargare & inalbare le braccia cotan-^
'to 5 che non più di interuallo uhabbia tra\piedi
le manìache tra luna mano & l'altra fi fia : M-^
hora fe per le cfìremitadc le mani & de piedi un
cerchio difcriuerete^ il centro di quello ejfere nel he
Vico ritroverete. Et queUo mede fimo auerra,fe non
più giunti i piedi tenendo ma tanto l'uno iniqua, &
V altro in la rallargando ^ che facciate che la flatura
uenga ad ejfere più breue la quartadecima parte: Ut
che la difiantia de piedi tra loroy di quelli di poi a
Vanguinaglia , formi un triangulo eguale ne i lati #
Ter oche il cerchio che alhora defcritto farà intorno
al ultime parti de le mani ^ de piedi , haura fen^
%à dubbio nel belico il fuo centro . Medcfimamente
anchoruyfe co i piedi giunti^le mani fifìenderanno fo^.
1
L I B TiO
pYcHl capo altijjlmamcntey i gemiti pareggiar ano U
alteT^ del capo: E'I quadrato Ridotto in forma equi
luterà per gli ('jlrerni de le mani & depiediy nonpo
tra in altra parte hauere il fuo centro^ che ne la già
detta difopratLaquale fara anclj0ragii4flamentt il
me%o ytrala fomma altei^ de la tefìa e i ginocT
chi .Ma di più inan':^ farmi col parlare fiu lunga--
mente di queUa cofa per hora la fciando , ^ quella
parte feguitando di raccontare che già cominciato
haueuamo , dico che quanto jpatio ha da la eftrema
punta del najo fin fu tra le ciglia^ tanto ne defcritto
da que^ìo (portare infuori del mento da la fommita
'de la gola: Et tanta oltre a ciò de^effere fempremai la
lunghe':^ del collo , quanto medefmamente è da
r estremo mento , fin fufo a la punta del nafo : Et o/-
tre a tutto queHo , quanto anchora ci fi uede ejjerc
di diflatia dal nafo al labro di fopr aitato no fi difdice
^he fia rileuata la cima del nafo, dal rimanente y &
*dal piano per dir cofi de la faccia: J<[e ragioneuole è
che fia da quefia mifura diuerfayla cocauita degli oc
chi qui negli angulial nafo uicini.Ma ne le mani poi
dodegra parte hanno gli huomini de la loro irnmor
t alita ; perche con efjo loro come difii fi uincono gli
inimici ; fi fabricano le Jphere imitatrici del Cielo ,
cJr le Citta , & le Cafe , & le T^aui , certifiimo ar^
gomentode la audacia nofira-j con effe fi teffono
le ueWi ; & la mturaimitando , fi dipìngono ^ fi
fcolpifcono tutte le cofe;^ finalmente con effe fi di*^
firiuono le leggi , & compongónfì h libri > mmo^
SECONDO. 87
ria eterna de fatti del mondo ; ma ne le mani dico ,
ninna parte h di loro y che ala mifura di alcune aU
tre me nbra , onero di alcune altre farti pure de la
i§icjsa mano, non fia corrijpondente in tutto & prò
fortionata.Et primieramente la lunghci:^ di qne^
fio dito col quale additiamo & dimoilriamo le cofe,
ne la parte di fuori de la manosa la fommita de lu*
gna a C ultimo nodo,de la giuUa meta de la lunghe:^
di tutta la manoyci rende interamente accorti: Et
€ ftmpre eguale a l'altra meta: che dal predetto ulti
mo nodo di quel ditOyUa fino a lagiutura onde la ma
no al braccio è congiunta. Ma ne la parte di dentro^
queHo ifìeffo ci fa uedere il dito di me'^ : comin^
dando dal fuo principio quiuerfo l'ugna, & poi fino
a la meta difcendendo del fuo monticeUo : llquale
/patio y fimigliantementc paragonato a quell'altro
che da indi tiene al cogiungimento del braccio y fi
come una meta a V altra è conueneuole che fia, fem^
pregli de c/fere per lunghe^i^ fìmigliante & ugna
Le.Vareggia fmilmente , corijponde a tutta la al
tei^ del fronte , quella parte qui uicina a la paU
tna, CT primiera & magiore di queHo dito , che in^
dice 0 dimojlrante e nomato : QueHa feconda poi ,
& infieme ancho la ter^a , infino a CeUrcmo de l'u ^
gna, da lo /patio che è da le ciglia a la punta del na^
fo y non fogliono e/fere differenti giamai • Ma la
primiera parté ueramente del dito di me':^ , h fem'-
pre dì quella i/iej/a mifura, che fi /ìa dal nafo comin
dando, & giù difcendendo fino a l ultimo mento:
m
L 1 B B^O
Za feconda è poi lunga , quanto è dal mento , inprìo
-fu nel principio del labro di [otto: Et la ter'^a infie--
me con L'ngna,fi confa giuSìamcnte con quello fpatiù
tb è dal l'ultime nari a la bocca. Medefmamete nel
dito maggiore & più graffo , tanta e in lui la lun-
ghc^ de la prima parte che a la mano fi congiuur
ge, quanto e la larghe-z^^a de la bocca, rnifurata col'
co-mpajfo: Terocbe Je col fio , a lungo il labro difo-^
pra la bocca fi mìfuraffe , non più la larghe'^ di
^aucUa a la predetta mifura Affonderebbe : anT^ di
gran lun'^a , ancbo dico fen%a ufcir.e di proportio^
tione,lapaf brebbe:Et d'altra parte, o a la lungbeT:^
.%a del nafo , ouero.a la alte'^ del fonte , ella ejje
re uguale fi uederebbe. jlpprtf'o a tutto qucfio pet
iifcire de le mani una uolta^dico che ragioneuolmeu
te tanto lunghe debbono efere lugne di tutte le di-
tta^quanto h la meta di quella parte del dito» la doue
le fenafcere,chipriain cofi fatto modo pemoHra
utile le hebbe createMa lagrofe'^ poiy o de le di
ta grof'e,ùUcro de le braccia cofi ne la parte difetto
come di fopra delgomito,& apprejfo quella aìichQ*
ra de le cofiie & de le gambe , fempre con ia lun"
ghcT^ infieme de le ìjieffe membra , bene e ragion
tloe fia tanta.Fero e che ìagroffe7:za de la tefla» mi
furadola con un fio ouero per la cima del fonte fin
di drietro a la nuca doue terminano i capelli , oucro
cominciando qui tra le ciglia a confini del nafo , &
■perla fommita del capo trafcorrendo fn drieto net
trincipio del collo. , non ad altra co fa alcuna ftfmU
S E C CrT^t) 0. 88
■àggiiUgUarè 3 che a la ampìcxj;a del petto tra rimo
bomero & l altro: Laqualmiftira , tolta ne la teUa
0 per l'uno 0 per l'altro uerfo come habbìamo mo^
Slrato y fempre la quinta parte è neceffario che/ia,
\dì tutta la burnaìia lunghe -^a . Ma ritornando hog
gimai 7ie la faccia , donde non e gran tempo che ra^
gionando mi diparti , ui bifogna fapere lei effere
fempre uguale di lunghe:^ y a la mifura che e da la
-esiremita del dito di me^o , infino a la giuntura che
è trai braccio CT la mano. Et tanto oltre a questo ef
ferci di diftantia da la meta de lo (patio che e tra le
ciglia a confini del nafoyiìifmo agli anguli degli oc-'
thi uicini a le tempie , quanta d'indi ne refla fino a
gli orecchi : La lunghe:^ de qualiy andare diuerja
da la islefja mifura , non è lecito che fi uegga gior
mai • Gli occhi poi debbono effere per lunghe-:^ de
la medefima quantità , che fi fia tra luno occhio &;
V altro l^grojjexT;^ del nafo: oueroper meglio dire t
quanto efii fono tra fe y l'uno da l'altro difìanti •
Ze ciglia parimente congiunte luna con l'altra ,
^ di.ammedue cofi accoppiate informandone un
cerchioy & il medefmo anchora fattofi de i mc:!^
circuii degli orecchi ( che fimili & uguHifono tra
fe gli orecchi CT le ciglia) uengono poi a figurare un
cerchio di eguale grandcz^y a quello che ne lo apri
re de la bocca fiamo foliti di formare . Et in quefla
maniera , cofi pienamente rifonde la bocca aperta
a lagrandcT^ de le predette due membra , come
ambedue loro ^ fa giuHamente unaiUejfa ugualità
L I B 1^0
pmigUantì . il collo neramente j accioche in tutte le
parti del corpo dìHìnt emente proceda ìlno^ro par
lareytanto pergroffcT;^ de efjt reyquanto è due fiate
la liingbe']^ di tutta lafacciaiouero quanti) a pliche
pero fia fmilmente il medefmOydal btlico al prìnci
pio del petto. La larghe^^a poi de le mani ^ de pie
i/i 5 alhora è degno che fia Himata conmneuole &
ginsUy quando a la meta de la lunghc^^ di quelle
membra , ella interamente, & è (en's^ alcuna diffe^
rentia corrijpoudcnte. Quiui il Dolce ,fentendo che
il parlare di quelle mifurCjO corrifpondentie^o prò-
portìoni che dire le ui uogliate , era già uenuto a la
fine,fattofi tutto lieto nel uifo , ^ mirando ucrjo il
Ouìrinì^uedete diffe con che picciola uoHra fatica ,
ci hauete a noigrandifiimo [odi sfacimento donato •
"Et io per me , inuero non uorrei efjerc rima fio di in
tenderne quanto ne hauete trattato, per tutto l'oro
€he nel ricco sfortunato Tago fi coglie del Confò'
losche pero non uo dire de le infinite mcramglie^&
del Verày& de le Indie Occidentali, che egli tuttofi
giorno con ifiupo- e di noi altri ci fiwle contare ^
Ter ciò s'altro ui auan%a a dire in quefla materia ^
recatelo ui prego a compimento una uolta : accio^
^he poi de la proportione che hanno le membra tra
loro ne la quatitade & ne ifeg?ii , interamente (eh e
tale fapetefu il carico che ui demmo)ciragioniate :
Ma troppo più , perché de Vhàrmonia occolta de le
uirtu naturali de l' anima nofìra , come ci promette^
Slepur dian'j^i , ce ne facciate parlando uoi pale fi
udire
SECONDO. 89
udire il concento. Et drittamente non fi può dire che
ad altri più che a uoi tocchi di farlo: llquale con l^
ele^antia de uoHri dettiyci hauete hoggi mofìrato co
me a Le cofe uecchie,(i dia nouita:authorita^a le nuo
ueicbiareT^ya lefoj'chc: a le dubbie y fede :gratiay a
le già uenute infasudio:i^ a la fine a tutteja natu-
ra loro . il Dottore albera , Dio uolejjè rijpofe che
quello che l'amore che mi portate uha jpronato a di
rCy lo hauciìe detto , per ch'io almeno in una mini-
ma parte il ualejji: Ts[ondimcno io le uoHre parole 3
ad una ferma necejjita mi recherò di co fi douerfa-
rei Et poijfe coìne ììimo per la mia impot ernia fat-
to non mi uerra di douer confeguirtoy mi confòlcro
con quella bella fcntentia di colui: llquale afferma ,
ne le co'e grandi efferegloriofo ^ honoreuole aff iti
lo baucre folamcnte uoluto.Ma lafciando bora que-
Jto^a me non pare egli uer amente che altra co fa alca
numi resìi a douer dire:fe per auenturain animo
non mi uenìffe(ilcbe non confvnta Dio)di moUrarui
le arme del furio fo pai^ guardiano deglihor-
ti : ouero di menami col parlare per entro a quello
ofcuro jpeco y^donde noi altri tutti ufciti ci fiamo :
quando primieramente y diuenimmo cittadini di que
fio mondo. Ma conciofiacofa che queHe parti Uiam
d'ogni tempo bonesìamente ctlatCynon giudico uffi-
cio di modefio huomOyil uolere in prejcntia di uoi fa
uellando manifcfl.irle.TsJaJcondetele pure quanto ui
piaceyil Dolce foggiunfe:Che in luogo di uoiyce ne fa
dotti a pieno quel prouerhio uolgare:onde ejjere fap
M
L I B B^O
pìamOyda la forma del nafo conofcìuta la coda.S'og-^
ghigno coft lieuemente U Dottore a queHe parole :
Etpoiyin qneHa maniera fegui ragionandola ne le
qualità corrifpondentiayiì uentre con lafacciaiban--
nouela con le bracciaylegabe:Et con i piedi al fine Je
mani . Che chiunque fi troua hauere la faccia graffa
^ carnofa , ha parimente grafo il uentre & pieno
di carne:Et cofi per contrario.Simigliantemente co
loro che hanno breiù le braccia i portano infieme le
gambe di quella maniera • Et coloro le cui manifotio
piciole & corte^non^fi ueggono haucr i piedi da le
predette qualità differenti : Èt poi ne le conditioni
a queHe diuerfCy il mede fimo a punto neauìene. Ma
fi èanchora da Ihumana diligenza offeruatOy che ne
la lunghei^yil collo ha con ^e gambe corrifponden--
tia: onde dicono che tutti gli ammali che hanno il
collo lungOyfono alti fimilmente & rileuati affai ne
le gambe . Dicono oltre a ciò di non fo chepropor--^
tione(come dianTii diceHe uoi)che ne gli huomini
dal nafo fi toglie : Et ne le f emine , da la meta de la
lunghe^ del piede: Et da le qualità anchora de le
labbia. Ma fi come diffhnon iflimo che fia ne conue^
neuole ne honefta cofa , il difiendermi hora più lun^
gamente in cotale ragionamento : Laonde tacendo^
ncyd' altra che più modeUa & più debita fia^comin*
' daremo a parlare.! fegni ucramente^oue uoleteche
anchora tendano ragionando le mie parole , fono
\ come qnelìi dua y che ìmpreffmiuiy dal Cielo , come
dal figgillo la imagine ne la ceray mi potete ucdcrL
S E C 0 T^D 0. po
qui ne la guancia fimHra:Et fono uolgarmente addo
mandati neui.De quai, qualunque huomo ne la cima
alcuno ne ha de la frontc^ne ha parimente ne la uer
ga un altro a quello fmileyje preffo a le ciglia^uno al
trettale nel petto: fe ne le palpebre , uno nel uentre
la di /òtto al belicoMa colui ch'uno cofi fatto fegna
hauejfe fui ìiafo^un altro ne portarebbe ju i geniali
diqueUa iflefj'a manicra:ouero ne la manca parte del
petto : 0 fia pure la giù dintorno de la anguinaglia .
I neuipoi deleguancie^ danno ìndicio di doHercene
ejfere da quella parte medcfma^altrettantijuigeni
tali. Quei uer amente de le labbia^da uno ne le brac-
cia tra la /palla e'I gomitOyJempre fi ueggono ejjere
accompagnati . ^l fine potale mani, con la uerga^ o
co i genitali; & lagola^con la dritta banda delpet-
cto ;hannoin quefii tali fegmcorrifpondentia La ca^
gione de quaiypercioche ella a quetìo luogo non fi ap
partiene , non mi darò alprefente fatica di dichia-
rarla* I{eflami bora a douer dircyde la occoltapro-
portione de le uirtUyO de lepotentie naturali de l'a^
nima : Laquale di nafcoHa ^ ofcura che eWh , tofto
che al celefle fole hauremo porti i debiti uati , &
per lui (come da l'effetto a la cagione)faremo afcefi
ne l'eterno intelligibil lume^ toflo dico al nofìro in-
telletto , illuminato da i raggi di quel uiuo jplevdo-^
te^^ chiara &palefe & bella fi moUrara.Conce^^
dcteci adunque o Soli eternici' uno dal fenfo , V altro
da l'intelletto compre foy che con gli occhi penetrane
do de la mente negli inuilluppi^zx per entro la neb--
L I B B^O
hìa che la natura nafcode^poffiamo apertanitte ma
nifefii una uolta uedere gli accolti fecreti di lei,Toi
che cofihehhe detto il Qiànni.quafi da fop-aueguen
tefor^a tenuto^dipiu auantifauellar {i rimafe: Ma
poi che tacitamente egli hebbc non Jò che tra fe we^
defmo mormoratOiinpiu chiare CT più efpedite uo ^-
ci cofi di nuouoprefe a parlare . Ha primieramente
con la terra l anima noflra corrijpondentiayper quei
fentimentiy onde come per ufci apertiyCntra in lei la
cognitione de la uerita de le cofe : Ha conuenientia
con l'acqua ypcrlimaginationeiper la ragione y con
Varia: & col Cielo al fine y per lo intelletto . Cornee
adunque in alcun corpo e più potente quefìo o quel
l altro elementOyCofi ne V anima^quefla o quella par--
te^fignoreggia & fnpéra V altre : Ma quando fono
gli elementi infìeme di maniera cotrapejati^che [eco
do la naturale proportione niunolamijuradei'al
tro trappaffi od auan%i 3 alhor a parimente forge ne
r anima y come da la fonte 1 acqua nel rio , un certo
eguale per cofi dirCyr^ giusìo & temperato compo
nimento d'affetti: Et tutti infieme.o intellettOyO ra-
gionerò imaginatìone y 0 fentimcntiydentro a termi-
ni propri af] e gnati loro da pio,[lanno fempre da niu
na parte eccedendo riflrctti.Ma la proportione che
ne i noflri corpi hauere debbono gli elementi tra lo-
^"Oynegli humori onde uìuiamo confiderandolasfi ri-
chiede che tale fi fta, quale apprejfo diro . f^uole il
Jangucycfjere otto uolte tantOyCorne'èla colera ncn :
quattro com'è la uermiglia:Et duCyfi come la phU^
S E C 0 7<l^D 0. pi
gmaJnguifa che per ordine procedendo da l'uno a
l'altro jci e tra loro fempre doppia proport ione: Ma
dalprimiero al ter%Oy& dal fecondo alquartOyqua
drupla:(Che ben mipenfo che buona mi farete cjue
Sìa parola:^' alcune altre a?ichora:che no ne hauen
do la fauella uolgareforo sfor'^to di torle inprejìa
Xa da la Latina.) Ma dal primiero poi a l'efiremOyOt
tuppla come dijii , laproportione che ci è conuiene
che fia.Da lequaiproportioniyne nafcono parimente
diuerfe harmonie:perche la proportione doppia ^fa
tre diapafon: Et la quadrupla^fa il diapafon due fia^
te:& una il diapente.Quindi è uenutOyche i Saui del
. mondo y hanno detto che la ragione a la concupifcen
tiayuuole hauere laproportione diapafon: Et a l'ira,
diate ffaron . Et che la uirtu irafcibile a la concupì--
fcentiayè conucniente che fiaproportionata per dia--
^ pente. Laonde conofcendo anticamente i philofophìy
quelle tante dijpo/itioni harmonice che ne l'anime
fono & ne i corpi/econdo la diuerfita de le complef
fioni de gli huominiy uarifuonìy & uari canti fi dio,
dero a ufare :fi per conferuare la fanita del corpo ^
& infieme per riuocare la fmarrita: fianchora per
introdurre negli animi i buoni coUumi: Et per ren--
derli interamente confinanti & concordiycon la ce-
leHe diuina harmonia. Ma in che modo ciafcun
corpo fia partitamente dotato de le predette uirtu
naturali, & in che maniera elle fiano proportionate
tr^ loro y non per altri me':^ pofiiamo conofcerlo ,
che per quei propri ond'^Ue pajfano in noi:, ciò e per
M iti
L I B 1^0
li corpi &per le fphere celcfti.Concìofiacofa che tut
ti quei corpiy donino particularmente a gli IvAomini
nelnafcimento loro , le loro (pedali er proprie uir^
tu. La Lunaria potenzia uegetatiua: La fantafia ,
l' ingegno. Mercurio: La concupì fcibile , enere : il
Sole , la Fìt aleda e fpid fina o l'irafdbile ^ Marte:
Gioue y la naturale: Et la retentìua al fine , Saturno.
La uoloìita ueramete che ci uiene da tottaua & uU
ima jphera , fi come il primo mobile tutti gli altri
cieli j cofi ella uolge,menay& gira coneffofecoytutte
le antedette potentie o uirtu che fi dicano naturali •
Conofciuto adunque come fliano o naturalmente o
accidentalmente locate quelle /ielle nel na [cimento
d^ alcuno , & quale habbia di loro più di uigore &
di for7;a , potremo parimente di leggiero ejjer cer-
tiyquali c7 quati fianogli appettiti de l'anima ond'e
glifi uiua . Veruenuto il Dottore a quello termine
ragionando , parue che egli di più auanti procedere
rimaner fi uoleJJe:perche lo ^mbafciadoreyche tut^
to hauea queHo difcorfo con fomma attentione afcol
tatOyrìmettendolo di miono inparoky in quefla ma-
nieragli dijfe.jl me c flato ucramente caro & dilet
teuolc affai , lo hauere intefo da uoi tutte quante le
proportioni CT conuenientieyonde eJr con noi mede-*
fimiy& congli elementi p & col Ciclo iHefJo cene
andiamo proportionati . Ma acciocbe in quello non
mi reUipìu cofii alcuna a douer defiare , mi farebbe
apprejjo fommamente grato a fiipercyfe portate fer
ma creden'j^a (nel ragionamento de corpi tornando)
S E C 0 7^D 0.
che tutti gli buomini , & tutte le membra loroy tali
fìano apuntOyquali ci hauete narratolo pure fe con-
fefjate che cijiano molti ( come forfè la cfperientia
ni sformerebbe) ne i quali la analogia di cui poco fa
ciparlafle^non fi troui in alcuna lorparte:ouero che
molte loro membra (quando il dir tutte fia troppo)
priue^jpogliate^ & manche ne fi ano . Già non fi può
negar Cy foggiunfe alhorapresìamente il Quiriniyche
molti tutto' Igior no no fia ufata di produrre la natu
ra(cofi uolcndo & dij^onendo il Cielo) non feruan
ti in tutto il lor corpo , ouero in alcuna parte di lui,
la debita & conueneuole proportione.Ma quefti ta^
liyfono communementeda tutti gli fcrittori , moftri
addomandati:T<[on osìante pero che lufo CT la con^
fuetudine del parlar uolgare^ non foglia per qneUa
uoce di morirò altro intender Cy che uno che due te^
ficytre braccia, gli occhi nel fronte , un pie meno, od
altra fimigVwite fciagura fia ucduto di hauere . (t
pagano oltre a ciò molto ben caroy non foloala de^
formita de laperfona ?nirando y ma anchora ne le in
uifibili bellc'^'j^ dt l'anima trappaffando , la mala
& Iproportionata dìfpofitione che efii hanno ne i
corpi : Tercioche fono ne i maluagi trini affetti
de l'animcyfempre tr abboccanti & fouerchi: Et d'ai
tra parte ne i regolati &buoniyda ognitempo man
cheuoli & fcemiMa negli altri corpi youe non fia al
tra di^crenT^ alcuna che di quantità & digrande^^
^ytutte le proportioni da me dauanti contate , per
fettamente in tutti fi trouano. Tsfe altramente in lo
• • • •
L I B 1^0
ro adimene^che nei lenti, od in altri cotali iflromen
tiyfonando foglia auenire: ISlf i quali tirando le cor^
deyfi al%a fi acuifcc il fiiono : Et per contrario aU
Untandole: egli fi abbajfa & diuiene più grane : J\i^
manendo pero ferma & intiera^o ne iuna maniera
0 nel' altra , quella ifiejfa proportione di numeri &
ài dillantìe.Dico fmilmente che il mede fimo incon^
tra ne i corpi: l quali od accrefcendo o minuendo U
tor quantitayfempre interamente conferuanoy fcn%a
pero hauerui alcuna diucrfita , la loro proportione
pròpria & natia . Laonde da alcuni Dottori fattine
dotti yfap piamo hauere antican^ete uenticinque arte
ficiy fatto in diuerfi tempiyi^ in nari luoghi j una §Ìa
tua cofigiu!ìa & proportion<ita^come fe un folo mae
flro & nopiuyuljauejfe nelfabricarlapofìo le manL
Laqual cofa chiunque dicejfe hauere hauuto origine
dà altro luogOyche dal conofcere coloro per fettamen
te la proportione che hanno le membra le parti
del corpo luna con l'altra^ perauentura il dritto &
la uerita non direbbe: Et fopra qucHo , di nana , &
falfa , ^ bugiarda opiìiione , fcioccamente il fuo
animo impregnar ebbe . Ma egli doucriabene effe^
re tempo hoggimaiy& c flato forfè già pei^ yche
noifignor Confolo che nel mio ragionamento ripo-
far ui uoleUe , fianco già non pur fatio di più lun-^
gamente dimorare in luogo cofi Jpiaceuole , quafi
da ombrofa & non ben fana palude aUontanando-
uiy nelgratiojoy aprico y& diletteuole fentiero del
uofìrodire^ di nuono rientrale . Et tutto quello
SECONDO 9^
eh e manca a por fine al uoflro parlare, interamente
ci riferisle : Et oltre a ciò che. non folo a le uoUre
prome{]e (jtedete quanto fi affetta da uoi)ma ancho
ra a i dijfctti mieiycopiofamente Jodisfacesìe , ^Iho
ra lo Spagnuolo^ani^i rijpofe fon'io fiato fi fplendida
mente da mi ricetmo^chepure il prefumere di ag-
giunger ni co fa alcuna , oltre che impofiibile a me ,
certo ne farebbe 0 fuori di tempo ^o fouerchio lima-
to da ogni huomo : Effendo nofolameteper le uofire
parole diuenutopiu dotto, ma infiemepiu ardito, a,
ragionare delanoflraproportione. Laquale fe bella
Cìr utile cofa è il dimojlrarla ne le membra efieriori
del corpo-, quanto più cibifogna confejfare che fia
gioneuole <^ merauigliofo , // manifefìarla ne gli
humoriy che fepolti ^ rinchiufi fi Hanno [otto a que
fia carne ? Ma troppo più fi deue poter trarne di
piacere di bene , intendendola ne le inuifibili af-^
fettioni de r anime: Et ne le non bene intelligibili in
fìuentie del cielo , M a lafciando il lodamene ad aU.
truichepiu ricco fia d'eloquentia, io ne la mia roT^
pouerta rìHretto , condurrò al fuo fine cefi piacene
do a Dio y il mio già cominciato, & nel me%o tron-^
cato ragionamento.Toi in f^fteffo raccolto,in queflo
modo foggiuìife. J\ipigliando il difcorfo onde di prir
maragionauamo de le qualità de le parti del cor-*
fOydico che coloro in cu il petto grandemente ampio
&mufculofo fi uede^abondaìio fimilmente cìrntl
corpo e>" ne l' anima y diforte'z^ & di ardire : Ma,
per contrario i deboli & uili, & picciola & Hretta
L I B 1^0
queHa parte fi ueggono hauere : & ìnfìemementc
fen'^ alcuna colleganza di nerui.I ro7Ìfoii& cm-
deliy& che per cojà ninna fono ufati di mouerfi a
compajjlonejmno pure in qucjio luogo medefmo de
Ja loro perfoìiaygradifiima & fouerchia copia di car
ne: Et ben potete in nero fecur amente render ui cer*
tinche il petto in queUo modo molto carnofo y& le
mammelle per tròppo di grajJeT;^ affai rileuate ,
anuncino fermamente ad un medefmo tempo & la
fcìuia & ebbre'^a.Lc fpalle ueramet e grandi mufcù
lofe & forti 9 rnfl^ìr ano gli huominirobuHi fieri ^
arditi:Laqual cofafi come propriamente al mafcbio
fi attribuifcey co fi dal altra parte le fneruate piccia
le & deboli , & fono di loro propria natura a lefe--
mine conueneuoli : Et fannoci oltre a ciò eonofcere
parimente Je timidi oruiliy &perpocodiuigore
& difor^a facilmente arrendeuoli perfine. Le JpaU
le firette.fogliono portare ipax^ : Et le molto car^
nofeygliinfenfati: Ma le larghe ^de i magnanimi; CT
lelieuemente ritonde , dei prudenti amoreuoli&
gratiofi^fono certo fegno. ci mancano anchora,
altri nonpochiyfceleratiimaluagiyinuidiofi^& fcoftu
mati ne l animo y perche nel corpo fono le loro Jpalle
in tanto ciirue & piegate , che gli homeri quafi in
fui petto loro trafcorrendOy& le parti dinanzi che
ragioneuolmente manifeUe ^ apparenti efjere do^
uerebhono ceLvido &^najcodeìidOy molìrano in que
Ilo modo che elle fiano priue del tutto de la debita
& lodata proportione : Da quefìo ifìeffo fegno ^ fi
S E C 0 T^D 0. 94
dipartono ancho quell'altre , auenga che per hradd
diucrfa^yche non dirne come quciìe, ma concaue &
qmfi jpartitefi ueggono , Lequali tali ejjendoj come
rendono il corpo mcn bello , coft danno argomento
che fi debba credere , ejjerne l'anima infieme men
buona: E/fendo in leiynon fenno,mafollia:nonpruden
5^ : ma uanita : non continentia , ma lafciuia : c^r fi
nalmente non chiaro giudicio uirild ma ciechi femi
nili appetiti . Edo che hauete adunque quali debba
no ejfere quefìe membramon curue e^r eminenti co--
me le prime:Ts(e per contrario concauiòr uallofe co
me quefl'altre:ma tutte [ode ^ piene: cir dolcemen
te diro coft ritondette . Lequali belle'}^ <^ ^^gg^^--
dria accrefcendo nel corpOyfignificdno parimente ne
l anima & bontà (^uirtu:migliori & più nobili or^
namenti de la mente nojira.Et douete ojjeruareper
generale regola er* norma, che la giufia proportio-
ney& la uaga & gentile dijpofitione de corpi^palefi
Cjr manifefti fempre buoni cofiumiyhonejiaiprudcn"
lealtà: Et d'altra parte le membra indiJpoHe
fproportionatej fiano difcelerate's^ , di uiti^ di
maluagitay& di perfidia^fegni & dimofirationifem
pre infallibili . Etpiacemi di nuouo hora ridire(co^
me poco auanti ce ne fece certi il Quìrini)che ne l'a
nima uiuente in compagnia di alcuno corpo moflro-
fo y uhabiti parimente di continouo qualche moHro
horribile CT Hrano . ^ che hatiendo riguardo anti^
camente ipopoli de la Ethiopia, che fecondo la dot^
trina & le inflitutioni de i Saui Cimnofophifti figo^
EIE 1^0
uernauano facendo elettiont del loro V^e^nonalpìn
forte ne al più ricco miramnoima fi bene a colui^che
era di migliore & di più grato affetto: Et che orna
to uedeano di più bella , & più leggiadra forma .
Viuifando tra fc medefimi non potete auenire , che
infieme con la pe fetta belle'^a del corpo y non ci
fofjemedefimamente grande temperamento de gli
affetti de V animo. Quindi e nata come pianta dal fe
me , quella uniucrfale opinione apprefa ne i cori di
tuttiiiuiuenti^\che fi debba fcbifare^an^i fuggire co
me uno fcoglio^le laide joxi^e & /proportionate per
foneiEt con le belle leggiadre CT benfatte spratti-
care & conuerjàre ogni giorno.Tercheffi come da i
fetenti odori angofcia tormento , & dai buoni
piacere & contento ne riceue il ceruello;& fi come
foauita dal mofco , cr p^%^ dal %olfo , prendono i
ueflimenti che accompagnati fono flati co tali co fe;
cofi dal buono odore de le uir tu di coloro con cui
conuerfiamOi& foauita & contente'^ ne acquila
no Vanirne noiìre: Et fetore da l'altro lato & affan
nOidalpHi^ de le loro fcclerita.Siamo adunque ac
corti da bora inan^^^ quali fuggir Cy & quali huomi
ni ne le amicitie che contrarcmojiabbiamo a fegui-^
re: accioche de le felicita de migliori participandoy
i^'de le aduerfita de peggiori mancando , poffiamo.
con diletto infino a la fine lietamente menarne la ut
ta. Ma più auati feguedojdico anchora che gli home
ri neruofi fermi mufculo fi ^ fodi^effendo proprietà
delfejfo uirìlcy dimofirano & nel animo & nel cor^
S E C 0 TSl^ D 0. P5
poforte*:^a: Doue i languidi & uoth& f^^^'K?
gature ne mufcidiycljc finale femine fi conuengo^
noyfempre di uigore^a' fempre d'ardire fon priunEt
oltre a cio^a quefli lapax^a la uanitay& a que
gli altri il fenno & la pruden'j^yConueneuole è che
fi doni. I largi& dìfcioltiydi franche-^ liberalità
fCÌrcortefia; Et fono indicio gli Jir etti congiun^
ti, di [corte fia d'auaritia & miferia.Et cornei mol-
to grojji non poffiamo lodar e^cofi i troppo fottiliy &
acuti ne la lor fommita , medefimamente ì conca
uiy & quafi con una fojja f eparati , & diHinti l uno
da laltroyUafimare & uituperare dobbiamo : per-
che queHi lajciuia; maluagita i fecondi; stupore i
ter^ii ci donano. Ma oltre a tutto queìloycoloroc'ha
no la parte di [opra delpcttOyla don egli con lago-^
la fi giunge, coueneuolmente larga difciolta & aper
tayfonoper ordinario prudenti efficaci fenfitiui cr in
gcgnofi.'Conciofia che patenti & ampie fiano le uie,
per Icquali dal core al ceruelloy facilmente ifpirtifi
mouono: Iquali nel ceruello informatiy& ueramen-^
te fcnfi diuenutiyne ejfendo da alcuna cofa impediti ,
tornano tutti infieme ciafcunoper fe^ad cjfercita
re ne i loro propri luoghi Je (pedali loro proprie uir
tu • Ma quegli buominipoi che queUa parte hanno
chìufa rijiretta & congiuntay& ftupidiy& impoten
tij & fciocchi , & infenfatiy ragioneuole è certo che
fiano: llche auiene^ peroche il fentiero onde afcende
La materia de fentimentiy & ferrato & attraucrfa-^
tofitroua ejfere da quella /lrett€7^:Diché elUytra
L I B F^O
tante & cofi angurie difjìculta inuiìluppatay debole
mente a la fine y & con fatica fi può aliare ala fua
perfettioneMa comejCffendo qucfta chiane oforcel
la che fi dica del collo honeUamente fuelta & aper
ta, ella è come ho detto lodeuole buona ; cofi pia
del douere &pìu del dritto allargadofi^eUa tofto di
uerrcbbe biafimeuole ór reaiEt di fouercbia la-
fciuia, cr di effeminati cojiumìi & di temeraria im
fudentia ci farebbe argomento • Le braccia lunghe
poi quanto e la loro perfetta mifura, ilche o nel mo^
do che ci ha contato il Dottore ageuolmente fi inten
de;ouero fe Hando la perfona dritta^le eflrtmita de
le mani giungono fin giù /otto la meta de la cofcia; o
fia pure come diffc ^damantio,fe leuandole in alto
' la giuntura del gomito ala fommita dclcapo fi ag-
guaglia; inguifa che fipojja con le braccia circonda
dare tutta la tefla;mlta attitudine & prontcj^
nel operarey& apprcffoy forte'^^y bontà, & ardi-
mento fignifìcano . Ma le più cortCy & quelle che a
la già detta mifuranon poffo7W peruenire Jono di
tnaluolere^di inuidia^et di dilettar fi de i danni d'ai
truiymanifcfto & euidente fegno. Le [carne & fot--
tiliy tenere':^ d'animo & di corpo ; Et le gr offe &
carnofe , ro7:e'Z^ moflrano & ììupore. Male più
' forti &groJle^& lunghe conuencuolmente^i^ Ugo
miti inficmc wufculofi & tutti pieni di nerui y fono
di tutte l'altre qualità de le braccia di gran lunga
migliori. Le manipoiychealafortc'x^'^a haueano de
dicato i Thcologi antichi y benché la defirafarticu--
S E C 0 T^D 0 , 96
larmente,con lacuale fi giungono i facrmentiyinfie
me con lafortcT^ja a la fede facra ft foffe,& le dita
poi d'ammedue, per non andare diuerfo nel mio ra-
gionare da quello che ha detto il Quirini , Minerua
de le arti inucntrice conofcejfino per loro Dea, ejjen
do tenere cr molli & per quantità conueneuoli , ci
danno indicio di molto ingegno,& di non poco ualo
re-.Doue le dure per contrario, ajpre,(y più gran
di che a l'honeUo non fi ricbiegga, di molta forxa ,
& di poco intelletto fede ci fanno . Ma le più breui
affai,che non uolendo di proportione mancare d'efc
re loro è neceJfario,quanto di accortCT^ acquila-
no, di aHutia,& fagacita; tanto d'altra parte di ui~
gore per dono, di gagliardia,& di bota. Le fattili &
di§ìorte,i mangiatori & i molto parlanti; Et le pie
ciole & lirette,ÌYuhbatori, ^ auari,& rapaci por
tanofempre. Le molto corte, ipas^^ manifeHono ;
Lequaife parimente groffe faranno , unifcono infie-
me con la pax:^ia infinite fcelerita. Coloro ueramen
te che le mani grojfe hauendo come u'ho detto, ten^
gono con tutto ciò le dita breuiffme , & traditori ,
&fi-odolcnti, & ladri,& ingannatori, meritamen
te pojfono ejjere da uoi giudicati: Iquaife fimilmen-
tedi fouerchio graffe le dita hauejfero de le mani,
appreffo a le maluagie difopra narrate conditioni ,
aggiungere uifi può drittamente, la bemalita,la au
dacta,lafiere^a,& l'inuidia. Mtripoi che hanno
le dna fattili spicciole, fono uani Gioiti leggierit^jr
capneciofi i Et tai , che di continouo la teSìa hanno
L I B 1^0
mena dhrìlli & dì mitoMoltianchora ueggiamo,
Ue ed dita fono gobbe difugmli & attratte - onde
pn ciò loro e(fcre auarijjind , & apfreffo maligni ,
trm,rconumati,& rìbaldì,f ienamentc fi intende.
Ma quelle dita che proportione moHrano di hawre
con le mani,& come diffi con tutto il rimanente del
corpoScoprono ad uno medefimo tempo l ordme,la
-proportione , cr la temperantia de V animo. Ma le
uJepoifottili,clnareMghe,uermigli^^^^^
ie, tenereMcìde , & rìjf tendenti , cidimoiirano
tolta prudentia:perfettiJJimo ingegno: rara bontà:
■Et alto & infinito fapcre.[Da le amie & grifagne
quafi in guifa di artiglila arrogantia,la sfaaiatex:,
L & [opra tutto le rapine afpettatcfen%a fallo al
cuno ! Lequai fe inficmemente a la JtmbianT^
■de le fiere fcluaz^e & lunghe foffino & frette, po-
tete coloro credere che tali le haueffino.oltre a quan
to fe n'h già detto , non molto fenfitim ne le wrttt
corporali: Et ne Vanimo,non aueduti.non accorti, &
noningc'i,nofi:Ethauentifopratuttocio,ripienala
Zna di Appettiti & di uoglie bcsliali.Le bremfjlme
p oi,comc elle fono foz:^e & tnrpijÌMea uedere.co-
fi ui debbono efj'ere nuntie fedeli di fouerchia mali-
mta : cr di eccefflue & infinite fceleratez^e . Ma
% molto ritonde & circulari^nìmio altro affetto jo~
vliono cofi di continouo menarole con effo feco> quali,
to la accefa 6- infiammata Ibidinc : Et la sfrena-
ta & impotente luffuria: sferre & Himoli in ueuta-
fotentiffmi , atti a far precipitare non pur cerere
S E C 0 T^D o: 97
la no/Ira carnalità , doumque più loro fia a grado .
Le pallide ueratnente cr nere & ajprc, & che man
cano in tutte di fi>lendore & Licidifa,cdano cr na-
fcondono fcmpre fotto di hrd , qualche tri§ìa mac-
chia, cjr qualche graue difetto de l'anima. Ben do-
uete peroifapere con tutto que!Ì0iChe la fignificatio
he de l'ugne fola per/e Rej]:-, , fempre da ciafcuno
huomo prudente, debba ejfere ifiimata & debole
&poca.Oraperchefmadaitoir miconuiene col
faueìlarcycht nel capo parte di tutto' l corpo degnif
fima , nobiUJfima , & la doue perfettamente ut
ue& regnai' anima huraana,& dimofiraui ejprejfa
mete le uirtufue m bifogna montareyper meglio CT
più auicinarmiuiydel collo chehilfoUegno & la ba
fi di quello, primieramete ragionerò. Douete adun-
que effer certi,che fempre il colio modefiamete grof
fo,forte^paleficìr ualore: Et il fattile da l'altro
lato:debilita ettimore.Mafe con lagroffeT:^i^a,ivfie
we unite anchora ciuedete effere lunghe-:^^ ^ car
nofita,non andrà mai dal uero difcoUoil uosìro giù
dicio, coloro credendo che tale queSìa parte hauejji
no, aguifa di adirati Torì,onde prima queHofegno
fi tolfe,ne i riposìi affètti de l'animo, colericifardi-.
ti,proterui,& uantatori: Et ne le aperte operatio-
hi del corpo, preSii, uchci ,fubiti , & efpediti . La
migliore forma, che giamai fi pojja nelcoUo difìde-
rare , è lejfere come quello de leoni lungo conuene-
Molmente: Et in tutte le altre conditioni proportio^
itato:Etfopra tutto ben fodo,compre£ò, ^ nerwh-
K
LI BK 0 .
fo.OueUo di magnanìmitaydi ardmento,& di alte-^
revia hfegno:Et queUo ìHeJJo , gli huomim manife
ftadifciplinabili:am naturalmete ad imprendere te
fciemie : Et di pronto dotatiy& di felice & facile
ingegno.Ma nongia i allontanano per breue&ptc
dolo interuallo da queSìo termine, gli hauentifì co-'
me i Ceruiyil coUo lungo & fattile: an^i in luogo di
■ardire,timidita ; difenda, debole:^ ; & digran-
derza d'animo, uiltade effere infefentendo,fano in
tutto fimiglianti a igia detti animalucor.ie pero che
per molto di malignità & dimalacrean-j^, fiano
ufati per grande jpatio di lafciarfegli adrieto .
cuni neramente che hanno il collo molto corto
breue, è ragioneuole cbefìano traditori,faUaci,bef-
fatori, & profuntuoft : Ma che pero, non habbiana
giamai ardimento , di fare alcuna cofa ne la aperta
luce : jln'4 aguifa di Lupyn cui ci fece la ejpertcn
tia primamente quefii affetti uedcre» tentano du
continouo'a ta'uita humana miUe nafcoHe & mgan.
ncuoli infidie : Ut fempre» in tutti i loro affetti ^
maneggi , con tradimenti & con fraudi fi adopn*
no : indici ueramente ne ofcuri né incerti , de
triBtia cr maluagita de l'animo loro . "He job già
fi è tolto come ho detto queiìo fegno dal Lupo , rm
da quel gefioanchoraonde fi ueggeno gli huommi
Sìare , inapprcHandofi di fare con fraude & na-
Jcofamente , qualche male & ingiuria ad altrui .
Il collo affai neruofa , in cui fi ueggano apparente-
mente diftefe U corde de nerui^imHra fopratutto
^ S E C 0 ^ D 0. p8
gli huomìnìro'zi:! quali non mancando de ^liaU
trìfegniconueneuoli a queUo impa'^fconoancho^
ra del tutto: Et fpejjo trauolti & furioji diuengono^
B^o:^ parimente & oftinatifono , cr incttiffimi a ca
pire & a trouare difuo ingegno eia/cuna cofayCola
ro che hanno ufanj^a diportare il collo fermo dirit*>
to & immobile : Q^ua/i che non fapefjinoy oper me^
glio dire che nonpotefjinoyo da quefla.o da queWal
tra parte piegarlo. 7{epure ad ifcoprirci la roxe"^:
'^&la dure':^ de l'apprenfiua de lo intcUet-
to.èatta quefta immobilita & ferme':^ di collo i
ma anchora cipuote ejfere ella guida & fentierOy a
menarci ne la cognìtioìie de la pofiibile concitata
paT^a. Ma d'altrapartc il collo in [ufo riuoltoyco^
me fogliono tenere coloro che contemplano il Cieloy
non de e/fere ne lodeuole ne buono creduto:^n7;i ci
fa egli conofcere apertamente^ i mentecatti J lafci^^
hh&gli ingiurioft. Ter cotrario poi il curuo.pìega
toalo ingiujOy & qua fi nafcoHo dinan'j^yè teftimo^
ìlio talhora di pa':^a:Et alcune uolte anchcra^difo
uercbia folÌicitudiney(^ diligentiay ne lo acquiftare,
& amìnujfarc denari ^ baucrc: Et di troppa in
finita parfimonia : an\Q più tofto di paurofa mife--
ria: Et con tutto cioydi fcontentay & odioja tri-^
boiata malignita.TS(on fe^ofiy non lietiy nongìoiofi,
& non ridenti ejfere fi ueggono coHorogiamai: tua
in loro uece di continouo aperti tenganogli ufci de
l'anime loro , a la mcUitiay a la afflittionCy al dolo^
re, & al perpetuo trarguai. B^lìa bora che fi parli
L J B liO
come dtjfe jliamantioydel collo Ueuemcnt'e inchina
to uerfo rhomero drittoionde affettar douete fenT;^
fallo alcHìio^prudcntiaileggiadriaiOrnate^ di co-
fiumU^ gentili &gratioJè maniere. Et d'altra par
te dal riuoltopoi uer k finiHra a banda , degno Jia
che attendiate effeminata lajciuia: adulterij: libidi^
nofi appetiti: & non fani CT non dritti co'fi/igli. Ma
quello che hor ne l'unay& hor ne t altra par te è pie
gato , fignifica parimente ne lo ir.tellettOy cercagli
, ajfetti predettila medefima infiabilita & leggere^j^
^.Tortano le maluagie CT le maligne perfone^ofia
ne le operationi o ne i penfieri mirado, qmitimque
pero uagliano de lo ingegno y illoro collo fiacco yte-^
neroy & come moto . Ma i duri di cerueìloy & che
non fono atti naturalmente ale fcientie^ an%i che
con fomma diffìculta pojfono apprendere qualun--
que cofky cìr duroy& fodOy& raccolto^ hauere lofi
reggono per contrario Ma in più minute parti diui
dendo anchor qneHo membro , fapere fi dee che la
<tjpre':^a del collo ne la parte di drieto , ro':^z,%? in
queHo modo moflra e indocilita: ma ne la parte di^
nanxiìUanita^leggrcj^yprofuntione, CT loquacità»
Ben è uero pero , che fe la gola con queUa aj^rex^
infiemeyh alta anchor a & eminente nel nodo del col
lo , tutto che ella di leggrc^ d'animo fia fegno ,
non perciò e ella ufata di accompagnarfho con la te^
meritalo con le molte dande: Anxlfono coloro cui
piacque a la reìna natura di tali crearliytardi & pe
grinele operationi del corpo : Et neleuoglie&
S E C 0 T^D 0. 9p
ne fèpafìionì de ranìmoypenjòft^tacìturniyhmente^
uoliyme^ìiy & difdegnofi . Ma oltre a tutto cio^ Mi
chele Scotto ne i paffuti tempi ne di picciolo , ne di
bajfo nome Vhilcfophoj fcriuendo a Federigo Impe
radore^affermo che leguancie molto lunghe ^fempr e
a la lafciuiaya la uanìta^tà* al fouerchio parlare an^
dauano drieto:Et che le hreui & picciole^fraudi &
crudeltà ; & le rìtonde^inganni debole*]^ & uilta
palefauano. Mapreffo a quefto anchoraje uedete al
cuno con le guancie grojje & carnofe y giudicate lui
tardo & uhbriacco : fe jòttili & magre^non penja^
teche fen%amalìgnitayil fuo animo firitrouigia^
mai:Et che an'^percontrario^eglifempredi malfa
re fi diletti & fi prenda piacere . 7S(e fìmilmcnte è
da credere che pojfano fare alcuna refiSìentia a la
ìnuidiayche punge & mòrde loro di contìnouo ilco-^
YCyColoro che le guancie tutte non pur le mafcelle p
gr offe fuori di modo & eminenti , hebberoCcofi no-»
lendo il Cielo)in forte da Ut naturailquali fen^^ fa^
re atto alcuno con la faccia sfor^atOytanta è la grò f
/^KK? ^^^It^ parti^ageuolmentele fi mirano fem
pre . Le labra uer amente , dentro a quali la quarta
parte . de le delitie di F enere alberga, &per quai
porte efcono le parole , ueraci teHimoni di noiira
mentey& fottili molli ejfendo , majfimamente ne
gli anguli de la bocca , & quello di fopra alquanto
più infuori cheH baffo auan'j^ndo , & tutti infieme
con quei de i leoni grande fimilitudine hauendoyVar
ilire^lamagnanimìtaj ^ laforters^a di quelle fiere^
^ • • •
L I B ^^O
fempre clrapprefentano. Si perocché la bocca doue
tali fi nederano le labbia , ne picciola neflretta non
fià . Quando ordinariamente la bocca picciola , a lo
ajpetto <& a i cofiumif minili couienfi:Et la grande
poii& ne luna cofa & ne l'altra^h più fimile al ma-:-
fchio.Ma an^i^conferuata tuttauia la debita propor
tione j ella de ejjere , & larga più tojìo & grande
modrflamente. Che fe cofi nonfojje , non fortei^ ,
Jpiaceuole's^ & mole§ìia ; non magnanimità ,
ma empietà cir perfida ; non ardire^ maprojuntione
^ impudentiaydimoUrarebbono le predette quali^
ta de le labbia . Coloro uer amente le cui labra fono
dure & fiottili , & rileuate & eminenti intorno a i
denti caniniyfiono huominì di molta pr ole y &gene^
tanti molti figliuoli: onero per più dritto ^ meglio
parlare^molto drieto inchinati a gli appetiti uili &
indegni de la lujfiuria : Et infiieme , oltraggiofiy mal
creatiylordiycianciatorìymaluagiy & fiempre in uoce
alta parlanti: Et dilettantifi come i porci a i quali fi
yafiimiglianOydilordurey& di fpur citte y & di odori
trifli & fetenti. Ma fie da t altra parte altri fiaran^
no che hauendo le labra grofifè, tengano infiememen
te quello di fiotto più infiuori che quello di fiopra^co-
me che egli altramente maluagicoftumi non habbia
no y è pero degno che uani , eì^ ro'^ , & fi^^X? ^Z-
€uno auedimento 0 fiapcre yfiienofiimati: ile he s'è
per efifiempio conoficiuto ne gli ^fiini: Et ne gli altri
animali di filmile natura : poco o nulla prudenti &
giudiciofii.La bocca molto grande ^aperta^ larga^
S E C 0 7^D 0. 100
f òrfano gli huomìnì goloftfiìmì : mangiatori fenx^
mifuraiEt che rhai non fi fatoUcrebbono di mangia^
re. Iqualiprejp) a queflo fi gentile affetto yfono an^
cho pa'^yfpìaceuolii& cmpi,& fommamente cyh^
deli.La picciola poiy & eminente & rileuata dinan
^ y effere gran fatto non fi trotia giamai > fin'^gli
fceleratij traditoriy& li micidiali.Et feinfieme con
quefia emincntia fofiino i labri grojii y ritondi ,
molto a lo infuori piegati , meritarebbono quegli
huomini che cotale haucfiino la bocca,dieJfere et ne
gli affetti del' animo y& ne le attuali operat ioni del
corpo ynon effendo dal freno ritenute de la ragionerà,
i porci onde hanno fimilitudine ragguagliati . "hìc
pero ragìoneuole è che fia ftimata lodeuole o buona,
la bocca concaua o piana : come per accidente y fono
ufati di tenere color o^che per ira, o per difdegno fre
monoiche an'^ìfempre lefcclerate'^^y la maluagi^
taja immodeSìiay& fopra ogni altra cofa U fouer--
chia inuidiaycon la primiera de le dette partii fi ac^
compagnano uolentieri : fi come non fi è gran fatto
mai ritrouatOy che la feconday fe ne poffa Hare fen^
.^Xa la paura &gli inganni.Onde fi uede che medefi-^
mamete la concamta & la eminentia de la bocca^fo
no quantuqueper diuerfe cagioni y& biafimabili &
uituperabilifempreJl mento acutOyh fegno dì bon-^
ta^difedcydi ualorCy CT di grandmammo: Dal riton^
doyajpettare effeminata la fcìuia: Et fefoffepofiibile
di rimouere dal lungo la uanitayle cianciey& la leg
gere^f egli inuero per altro da ^re'j^re^o da ri
. L I B liO
fiutare non farebbe . Ma il breue & cortOyCome per
naturahauer fogliano tutti iferperiti ^hfeni^ fallo
più che tutti gli altri triftifiimo : Conciofiacofa che
con effo lui fempre cifiano. congiurncy le fcelerita^ i
tradimentiyle perfidie:^& la crudeltà: affetti & mo
uimeti d'animojpropri et naturali di quelle fiere:an
tichì & perpetui nemici dei' bimana generat ione •
Il quadro poi,agli huomini uirilha iforti, agli ani^
ynofi y & agli arditi ft richiede naturalmente . Ma
perche molte uolte , in me%p al mento ci fiede una
fojfa fcolpitauida la macera natura,^ande talho^
Ya,& apparentey^ fpeffo picciola & quafi nafcofta$
mi piace al prefente^de luna & de t altra conditio^
ne di lei faue Ilare: quando luna di loro fraudiyingan
nh& trifiitia ; & l altra leggiadria yamorCy& leti*
tiay ha per ordinario fempre in ufanxa di pakfare :
La grande adunque, ipeggìoriy & la picciola poi , i
migliori de i predetti affetti^ fuole fen^a alcuna con
trarieta dimoflrare . // nafo neramente , ne la fua
efiremita ygroffo come quello de buoi > porta pari-r
mente fecoy la tardità cr la pigritia di quegli anima
li: Ma fe non ne la cìmayan^ipìu fopra ft uedeffe aU
quanto queUa grojfe'j^y fariano gli appettiti che
con lui fi accompagnerianOi & ^01^7^ & flupore
& poco giudicio . Ma fe da l altro lato fojfe il na^
fo ne la cima acuto & fottiley abotidarebbono colo^
ro che tale lo haucfiino , fempre ordinarwnente di
ira & difdegno ♦ ìl nafo da ogni parte [odo pieno
^ ritondqy& ne la cima modejìamete un poco grof
J E C 0 T^D 0. lor
fetta > quale i Leoni , & ì migliori de Cani fono ufa
ti di haueref potete per uerace & fedele teìiimonio
accettare ydi animo/ita^ difortcxs^> di ualore^^ di
gagliardia : Et fopra queHo anchora y di loquacità^
de : Et di uantarfi oltre al merito alquanto . Ma il
nafo che ritondo fia ne la parte di fopra y & che poi
fittile & acuto finifca yficonuiene propriamente a
tutti gli uccelliila onde poi fi Hima^che coloro in cui
tale eglifia,dcbbano ejferefi come gli uccelliymobi^
Hi leggieri > garruli^ inconfianti, & libidinofuColui
che ti nafo tiene proportionato & conuemente a la
faccia}^ buono prudente & uirile: chi d'altra parte
jproportionato & fen^a alcuna conuenientiayh cat'^
tiuo Holto & effeminato . // nafo più tofio un poco
gradetto, de ejfere sepre tenuto miglioretDOue il piti
picciolo, fi tira drieto cotinouameteyladronecciyfrau
diyCJ inganni: Et parimente la molta dritte':^ del
nafoyilpochifiimo ritenìmentOy ^ laimmodeftia de
la lingua argomenta. Ma per contrario il nafo ne^ la
parte di fopraja doue egli conia fronte confina, cur
uo & adunco, & che dritto poi ingiufo difcenda,fi^
gnifica gli huomini sfacciati : Et non tenuti giamai
da rifpetto,o da alcum uergogna: Etmedefimamen
te i uitiofiy inuolatori > & cornei corui fceleratiy ^
tnaluagi.Da l altro lato quei che ne la cima hanno il
nafo grijfagno , & curuo & piegato a guifa di un^
cino , diritto & pieno ne la parte di fopra , co^
me fi fcriue y &fi uede anchora ne le imagini , ha^
ucre hauuto Mabometto fecondo primo Imjperada^
L I B B^O
te de Turchi , fono come le àquile di grandìfitm^
animo: Et di mangifico altero CT di reale fpirito: Et
oltre a tutto do , ferocifjìmhiiaghi del rapire lo aU
truuE difprez^atori , & cale at ori dì tutti i perigli
4ér aduer/ita . Coloro neramente che nel me^x^ han^
no H nafo fchiacciatOy & ne le parti efireme^ & fo^
fra tutto ne la fuperiore , eminente & ritondo , /o-
no fi come i Galli , & arditi & luffurioft : Ma fe la
fchiacciatura & la baffe^ è ne la cima folamen-
teycome di loro natura hauere fogliono i Cerui & le
CaprCyalhora de i predetti affetti ritenendo coneffò
feco la libidine fola, mancano d'altra parte, & fono
friui d'animo & d'ardimento:Et feinfieme con que
Sìa ba ffc^y foffe fimilmente la cima del nafo mol^
to groffa & piana^non e ragioneuole che attendiate
da alcuno altro fegno , maggiori fceleratez;^ &
dishoneftay Le nari a la fine molto aperte, fono /e-
gno di colera & d'ira : Et a un mede fimo tempo »
& [nel corpo , & ne l'animo di gran for%a . llche
cofi fi crede, perche alhora che più gli huominifono
adirati 9 tengono fommamente le nari apertiffime :
per quindi eshalarcycome da fpìragli ampiffimi,il ca
lore^& lo accefo fuoco del core.Maaquefiepredet
te qualità di ualore & di ardire,fi aggiunge infieme
mente fouerchia lujfuria.perche fecondo la opinione
di Scotto , la apritura de le nari > tiene co i genitali
proportione: Laonde effendo effigrandi,ilchei dìmo
ftrato da quella apritura , poffono prejlare ad uno
ijieffo tempOi &gran dìfidmo^ ^ non minor potè
S E C 0 "Ì^ D 0 tot
re dì luJJuYÌare • Le chìufe poi nerette & ritonde,
fono fempre di pa'i^a cr di mentìcaggine mntie :
Et quello che e peggioydoue il rejpirare non fta mol*
tp facile ydanno fegno di ajfoggarfi con poca difficd
ta.ll nafo ultimamente in qualunque maniera diflor
tOifuole ḍontinouo hauere coneffoluiytorte uolon^
fa & appetiti . Qmui Mejjandro , per lo amore di
Vio lajciate dijfe una uolta di parlare più lungamen
te di queHo nafo: che già mi fento mexo arrofiire%
per la grande']^ , & per le altre firane qualità del
mio. Strane non foìiogia ellcyrìfpofe fuhìto il Confo^
lo : ma fi bene reali & degnijiime ♦ Etparmi di bel
punto di ucdere nel uoHro najoytionfo che di magni
fico &grande.Gia di quejla fuagrande^^^mi uo io
coft forte come fentìte ramaricando^foggiunfeil Dol
ce ridendo : Et poi feguitoima come che bora a uoi
cofi fattamente male ne paìaytcordomi che in I^o-
ma una uoHra SpagnuoUyper buona & per bèlla co
fa me lo foleua lodare. Bene fta per miafe^riprefe al
bora il Zorno'j^ : ma a laproportìonepoco auanti
dal Quirini accennata , ella fi come io fiimo doueua
mirare. Cettatìfì appreffo a queUoy Vuno uer l'altro
alcuni motti piaceuoli & uaghi^al fine cofi di nuouo
lo Spagnuolo parlo . Hora mi pare che ragioneuote
fta di ragionando entrare^ ne la confideratione uni^
tamente di tutta la faccia : Laquate effendo gratin
deylargaygrajjayhumiday& carnofa^ella ci de efferù
argomento certi (ìimo , colui che talmente è formai
to, effe re inan*:^ ad ogni cofa^ allegro ^f memorato $
L I B 1^0
lujfurlofo : Et tìmido apprefo, & temerario, &
tardo j& ìnuìdìofoiEt fpejje fiate molto facile ad ine
briarfi: onero per qualche altra manieraydebole &
non [aldo di cerucUo. Se neramente ella è pìcciola ,
ftrettay magra, fcarnay& afciuttayalhora diligenti,
fiUecìti 3 aHntiy & accorti, & ft come i Gatti er le
Scìmie a cui portano fimigUan^a, uitiofi , ladri , cìr
auarì , fono tutl gli Imomini tali : ardifcono di
metterli gian^jii, apertamente in alcuna honoreuole
ìmprefaiAnTÌfolo dalt tenebre,& da l'alta joUtu.
dine fafciatiyle maluagìe opere loro , onde con ogni
indegno fi adoprano > fi Hudiano & fi affaticano di
celare & nafcondere,T)eeper tanto la faccìà,noleti
do buona di^ofitione & buona forma tenere, effere
mexana tra pie dola & grande: Et in ninno de igia
detti eHremi cader e. Lacuale mediocrìta,come bel'^
Ic:;^ aggiunge nel corpOyCofi fuole nonpoco di bon
ta & di uirtH,aggradire & accrefcere ne rahìmo .
Coloro adunque che più del douere pìcciola haneran
no la faccia,faranno pur per quefla fcoueneuole's;^,
tenaci delloro de lo altrui ycupidiiamat ori di rapine:
'Et br euemeut e macchiati di molte fcelerita, Doue
da P altra parte la maggiore delgiufto, dimoflragli
huomini foniiacchiofi y ubbriacchi, tardi yinuidiofi^
cianciatori , & roxi* Ma perche fino ad bora, com^
munementc le fignifìcationi di tutte le eHrcmita de
la faccia n'ho raccontato, conueniente & giuria co^
fa mi Himo di doner fare , fe quale proprietà a eia
fcuna di loro fi richiede partitamente, da bora ìnan
S E C 0 T^D 0. 10^
5;i dichiarando mifaticaro di moHrare. Come adun
que la carnoftta del uifoy propriamente la letitia de
l animo fu^k alloggiare; cofi i molti penfieriy le frati
dij & lo accorgimentOy con la magre'3^:!^ fono ufati
di §iarc.Ma a la gran /acciaila femplicita & la ro^
K?K?s? > ^ picchia y fi connengono la auaritia
Cjr la mala crcan'^a • Da l'altro lafQ , ne la lingua ,
& ne le rnanì^ la lunga porge ardimento : an'^per.
meglio dire audacia & temerità: Et fuperbia infie^
mey & impudentìa^& dilettatione di fare ingiurio
ad altruuMa la ritonda poi^non ha gran fatto altro
male alcuno ^ faluo eh e fciocche':^iUamtay& luffu-
ria . Ora auenga che tutte come ho ^etto quefte
eflremitadi buone non fiano , ta meno rea pero che
ne la faccia fi ucgga , è la larghe7^t quafi in tutta
piana & uguale: Conciofiacofa che fe bene per lei et
fono manifeHatigli huominìferi^plidinonfi7^achne
faui^ne accorti;fappiamo nondimeno che rsfmo me
defimi^abondano di fede di amore Jicortefia.Jt
fofferifcono con animo franco & tranquillo % tutte le
aduerfita de la contraria & inimica fortma.Bene ci
nafcono alcunìyche oltre a tutte quefie predette qua
lita , hanno la faccia loro cofi flretta & acuta , che
molto cogli uccelli non n'hanno di differ^nxa:nelco
te crne la bocca de qnalì^ utuono & regnano di
continouo le bugie & le uanita, & le inuidie & gli
fiondali . Et hanno offeruato parimente alcuni mo^
d^ni dottori^ che i micidiali^ ladroni^ & f^re^:^^
tori de le leggi & di Dio > tengano ne] me%$ de la
ì
L I B 1^0
faccia una certa concauita : Et non nel più eminen^
te & rileuato luogo di quella , come fogliono quafi
tutti gli huomìni hauercy an%i nel più baffo & hu^
fnilcy habbia loro il nafo & la bocca uolnto creare il
signore . Diche elli non foco di belle^j^a perdendo
nel corpo^acquiHano ne V animo affai dimaluagìta •
Cofi adunque auiene , che quelle cofe che [07^ &
hrutte rendono quefte\membra,pano fempre nuntie^
^ molte ^ate compagne di triflifiimi affetti: Et ap
portino douunquc eUe uanno y/ì come bene diffi
^riiìotele^tuttauia miferie e infelicita. Confiderà^
re per tanto diligentemente ci è di mefììero , tutti
gli attiitutti igeSìiy & tutte le qualità de la faccia
Quando come habbiamo dctto.aperta & manifelìa
cofa è certoycoloro a quello affetto hauere F anima lo
ro inclinata^ alquaUy inatto e'igeflo del uifo loro, fi
coface & fi raffìmiglia. Etaqueftopropofìto,femai
ai uerra utduto alcuna faccia non per accidente ma
fcr natura maninconica , tremare & mouerfi ne le
^uancie Zappiate che il furore & la publìcapai^àj
tion può effere a quel tremore molto difco§ìo: Ma fe
quetio medefìmo tremóre^ h congiunto poi con la na
turale letitia del uifo , egli ne continente , ne ca^io ,
ne modefloyfion è da effere creduto gìamai . Mora ne
uiene appreffo yfeben miro a l'ordine del noflro di^
ve la cofideratìone di tutte le qualità che fono negli
occhi: Ad a prìmierametCyft couiene alcuna cofa nar^
rare y di quelle parti che loro fono uìcine. llche fap
to^con poco poi di mio affanno , fentìrò quella mia
S E C 0 D 0. 104
faitca^effer giunta al fuo difiderato fine.Mhora Mef
fer Gifmondo 3 già è gran ft'T^i^diJJey.chea quefio
pajfo u attendo. Et credo fermamente ypoi che fi feri
ue 3 gli occhi ejjere certifiimi teSìimoni de l'animo^
quefia douer ejjere la più bella parte del uoftro ragia
. namcnto.Gli occhi per ogni modoygli rijpofe il Con-^
foloyhanno inuerita molta fori^^ a discoprire & ma
nìfeflare i mouimenti degli animiiOnde tratto ^da
mantio da credenza che a quefio membro douejje
ejjerc conceduta la primiera palma^ di dui libri che
eglijcriffe in queiìa materia, il primo tutto intiero^
&non picciola parte del fecondo ^ egli in dichia^
rando Jpefe le qualità & le fignificationi de gli oc^
chi . Ma nondimeno , ejjendo comrtìime opinione di
tutti i mediciy& di Galeno mafiìmamctucyche quat
tro fiano le membra principaihonde parimente hab
biano origine le quattro noHre maggiori ajfcttioni;
come è dal ceruello l'ingegno , l'ira dal core , dalfe^
gato la letitiaj & la libidine al fine da i genitali; mi
pare che per gli occhi maggiormente fi debbano
conofcerc quegli affetti che regnano in noi j non
in potentia , ma in atto: Et che moHrano fuori , il
mouimcnto loro pale) e ipiu dico affai che quegli aU
tri non fanno y chemfcofamente , quajì addor-^
nientatì ci Hanno nel petto . Et in queHa maniera
fi de credere che intendeffe colui , indici nominan-^
doli & dimoHratori de gli animi . Che quantunque
fia nero , che da gravide allegre"}^ inebricta Pani^
ma noUray ej^rima fuori. per lo sfauillare degli oc-
L J B
€hi y la ktitìa onde giubila il core ; Et altra par^
te 3 intenendoli fermi & immobili , la fiera &gra
ue doglia che la affligge certamente dichiari; Et
€he medefimamente , in diuerfe altre pafiionique-^
fio §ìeJJo le auenga;(conciofiacofa che non altramcn
te fianogli occhi in noi degli affetti del core pale^
fatoriy che fi fianone icaualligli orecchi; & nei leo
ni & ne i cani la coda ;) ISlonpero tKamfeSiano del
tutto già gli occhi con tanta for%a , tutti ifemi na^
turali de gli affetti noUri : quando da la alteratio-
ne che elli ci arrecano^ ci troiiìamo lontani* Ma co^
munque fi Uia queHa cofa^poco di /otto quali pro^
priamente fiano le fignificationi de gli occhiaci sfor^
faremo con lo aiuto di Dio raccontare dijlintamen»
te. Hora come ui difii , trattar emo pria de le gote :
Che co fi quefle parti fiiperiori a leguanciCy^ molto
agli occhi uicineydrittamente fi debbono domanda^
reiordinateui in quefto modo da la naturayperche el
lefofiino come fiepi & argini yper riparare gli oc^
chi da ogni iHrana fciagura che loro incontraffè .
Que§le tal gote adunque , fe inptrfona alcuna fi ue
dranno tfiere più che la ragione porti gonfie &
eminenti , fempre di debole*^ & mancamento di
ceruello , & di molta facilita ne lo inebriar fi fono
prefaghe. MafeinluogopoidiqueSìegotey lagon^
ficT^ & la rileuatura fofjè ne le palpcbre(non ere
do già che ad alcuna di uoifia nafcoflOyle cartilagi-^
ni difopra degli occhi per tal noce nomar/i) alhora
^ue!io è manifejio indicio di grandifiimo de fio ^ &
di uogUa
S E C 0 T^D 0. 105
, MOglia ìnfatiabile di dormir e. Coloro ueramente che
di [opra & di [otto degli occbi,han»o parimen-
te quelle parti gonficy fentono aduno inejjo tempo,
fe ejjère fomiacchiofi infime ór uhbriaccbi.Lequai
fignificationi yfono tratte parte da Papparemia de
gli ehbri:Et parteM chi hahbia lungamente & fifa
dormito:De iquali altri le palpebre^ & altri in que
Ho modo hanno gonfie le gote . Gli ebbri.nc le parti
di fotta degli occhi,& coloro che da profondo fon-
no lungamente fono Hati opprcffi, tengono in quelle
difoprayqueHa tale gonfiatura & rileuamento.Ora
ne gli occhi poìyche le lucerne fono delcorpo,&
da & reggimento dinoUri paffi , u'ha duediuerfe
confiderationi : Vuna de lequali, è dintorno a la for
ma ed il fìto:L'altra,cerca il colore & il mouimeto.
Ma lafciando bora a drieto il faucllare di quefì' ul-
tima parte ^ che alhora quando del colore di tutta
laperfonafitrattara , ne diremo credo a baSìr.nza»
folo farà al prefente la fatica noflra y il dichiarare
le fignificationi de la primiera . Confiderà fi adun-
que ne la forma degli occhiylagrande';^^^ ^ piccia
leo^ loro : Et nelfito , la concauìta l'eminen-
tia . Ora in quanto a la prima , la grande;^ fouer
chia degli occhi, non ua fen%a la pigritìa del cor-
po^ & la tardità de lo ingegno de buoi : Et la com-
paffione , la piaceuole'j^y & la manfuetudincy an*
nouerafempre tra principali degli affetti fuoi . Ma
la fproportionatapicciole'z^a,poco cuore er timidi',
ta manifeSìa. La concauitay con la malitia Ha de h
' fcimie: Et la etnìnentia, con U roTCX^, &Bupore,
bdordeTj^a de gli ^fini. Mapiiipartitamente
, bora narrare intcndo,di ciafcuna di queSie conditio
' ■ni per [e. Etprimieramcnte,mfo certi che gli occhi
•■^ne la manier adetta di [opra molto concaui & nafco
fi nel capo, non pojjonoper alcuna altra coja meri-
tarne lo de,fe non che per lo acume,& per lo grande
■yMigor de la ui^a-Bene è il nero pero che non efjendo
piccioih& mouendofi oltre a ciò come fa V acqua rie
iuafi, non hanno con # loro alcuna cattìuita : Se
na pcrauéhtura non f offe da qualche altro malua-
eio fcgno del corpOy quel male & quella trìfiitia de
L'animo che gli occhi non moftrano, con non minore
certe'^denuntiato . Ma fe pur gli occhi concaui fi
4:ome ho detto con la pìcctole':^a fi rimanef[ino,egU
co i frodolcnti & con gli infidiofi co^ìumi, mai fem-
■fre fi accompagmriano:Ve da laftruggerfi per inr-
Midia & per gclofia,gran fatto mai lontani fariano:
IqHali fe ahchor con tutto qucHo fecchi fi foffim , la
perfìdia & i tradimenti, a i predetti affetti certijfi-
tno aggiunger iano.Queni medcfmi poi,con tutte le
antedette qualità efjendo languidi CT cafcanti , ac-^
trefcono merauigliofamcnte le fraudi &gli ingan^
ni\ Ma fe la languide73:a d'altra parte conlbumore
k congiunta, fappiate lei effere di pa%7:ia, ne debole
tie picciolo argomento. 9e per contrario ueramente^
gU occhi nan poco fportajfero infuori, & dal piano
auanxaffero de la faccia, & foffero infieme o da un
certo rileuamento,ouero da una fofJ'a.^ìretta& pr9
SECONDO. 106
fonda fafciatiyfate ftima che negli inganniy ne Iv
fraudi &ne le trifte fcekritaynon cedano da alcun' al
tra conditione. Et Je con queUo anchora, abondajJU
no molto di [angue i& follerò pieni di sfacciata la/ci
viaipotete porli fenT^ dubio alcunOypcr ucraci tefti
monidiebbrci^ &.golofita. Mia fe foffcro gli oc^
chi in qucHaguifa eminenti di colore uliuignoyO bia
chi come uolgarmente fi dice^ouero imitando il Te-
trarca fimigiianti al Zapbiroy la ingiuftitia parims
te & laimprudentia gli accufercbbc . Ma jcprejjh
di qucftojlc palpebre Hanno loro come grani c^pe^
fanti, tanto più certo de cffere il giudicio de la paX;^
'^a.Se con ValtCT^poi & l'eminentia degli occhi,
ciò lo IplendorcunitOy & lapurita^^ lagrande'X;^
l'humiditay quali furono già come fi fcriue gli
cechi di Socrateydobbiamo per fermo tenere^ lagiii
fìitia^la prudeni^yil buono ingegno ^& la amoreuo
le^ay rade uolte difcompagnarfi da loro. Ma da lai
tro lato i micidiali di tutti i loro congiunti , gli in-.
cantatoriy& gli artefici di ueleni, come già furo na
la antica etay EdippOy Oreflcy Circe y & Medea; Et
quale pochi anni a drieto è Hato S elino gran Signo^
re de Turchi;portanogli occhi gonfiypiccioliyjechij
& tenebro fi. Gli occhi a la fine di foucrchio emìnen
ti,& infieme molto piccioli & fofchiynongia fcioc^^
chti^T^a 0 m jnticaggincy ma fi bene maggiore pron^
t^T^ di lingua CT di mani chefifoffe mesìieroy me
nano & hanno di continouo ftco. Ora uedete adun^'*
qucycomegli occhiyfe buona & proportionata mifu-
0 if
L I B ^0
rade haueruìydehhono ejjerc no troppo grandi o pie
cioli:Ts{e molto concaui od eminenti: Ma fi conuen^
ga loro y di tenere ^ ne la quantità & nel fitOy uno
Siato meT^nozEt una conueneuole & giufta uguali^
taiLaquale come altre uolte già s'è detto, fignifica et
nel corpo ^ ne l'anima, buonijjime difpofitioni > c^r
otti?ae qHalita.Benche fe leggiermente fuori di que^
fìi prcfcritti termini fi eccedejfe^ Et che ouerogli
occhi unpocolino fitti nel capo , ofìa che non molto
fofjero più del douere elcuati^non fi douria pero mal
uagitade alcuna loro attribuir e :^ni:i [aria ben drit
tOya quei primieriyla forteT^ & la magnificentia
de i leoni donare: Et credere che i fecondi , la man^
fuetudine cJr lapìaceuole%a de buoi potejfmo haue^
re . Dapoi che in queflaguifa raccontato habbiamo
le conditioni de la forma & del fito degli occhi^non
fi difdira credoy alcuna cofa di quelle hora delfron^
te ragionareXl cominciando ydico che quegli hm^ni
ìli che più del douere quella parte hanno pie dola
ftrettayfonofi come i porci ygrojjieriyro'^ & igno
tanti : Et inetti naturalmente a tutte le fcientie:
a tutti gli ejfercitìj maeflrcuoU & ingegnofi • Que^
gli altri neramente , la cui fronte e grande più che
l'honeHoy non fanno ne da la tarditayue da la pigri^
tia debuoiygiamaidipartirfi. Douete oltre a ciò, fa-*
pere anchorachela fronte picciola , inflabilita
leggere^^*^ ritondaycolera & [degno; CT la circu
lare & difuguale & montuofa, flupidita ne ifegni ;
^ jpriuatioìie fignifica di giudicio& di auedimen^-
S E C 0 T^l^D 0. 107
to.K^on laudate medcfmamcnte la fronte molto baf
fa: perciò che ellaydegU effeminata & de ilafciuih
propria: Ts{c parimente la cuma, alta^ circulare
difouerchio:*perche la impudentia^^ il poco uigo^
re de fentìmentiyh da lei dimofirato . 7S(^ mi piace
ancbor che h allegriate de la fronte afpera:ouero di
queir altra che ha come alcune foffe &gofiature per
entroiche ciafcuna di loroydi malignità & diperfi-^
dihjEtfpeJfe fiate dipax^a & di furore; concorren
doui ma(fimamente gli altri fegni a ciò couueneuoli,
rendere ce ne può tefiimonìanxa fedele. Ter lo acu--
me ueramente,& per la chiare:^ de i fenfh& per
la facilita de lo intendere & de h acquìfìare le fcìe
tic , è più che tutte l'altre perfetta:la fronte lunga »
larga, & quadrata debitamentcccomeperle imagi^
ni.fi uede anticamente hauere hauuto ^4.riflotele:Et
nei tempi poco fopra noi trappaffati^ Dante Mdi^
ghìeri. Ha a la rileuatura &a la altc^ di quejia
parte, fi richiede molto la liberalità & la cortefta :
Etinfieme, la oflinationey & la pertinacia . Coloro
che nel fronte, tra lun ciglio t altro non u hanno
alcuna ruga ogyin^^^cheft dica.non efuore di ragia
ne,& bugiardi & adulatori filmarli: Etccmediffe
^ ^damantio^ feairì & ccnfidenti.llche fu cagione
€he Michele Scotto credefje coHoro medcfimi, effer
'grandi i^ìr acerbi litigatori . Ma per contrario , il
fronte qui neime7;p^érfiibito fopra il mfo pieno di
crefpe & di rughe, che puote egli mofirare & mani
feflarealtroiichc a^ttme,penficri,icroflinatione i
• • •
-1
' Ora uedendo al preferite, a quello parìrm che fottò
a le^loro fignificatìoni chiudono le qualità de latefta^
' douete effere certi la grande'X^afouerchia & fmifu
rata, quale in cofìui uedete(& loro addito laftatua,
di Fitellio Imperadore)fempre efere infieme con
non poche [celerità : Ma [opra tutti gli altri rei &
maluagi difetti y onde gran mancamento fi [ente ne
T anima, i principali fono dapocaggine cr uilta ; Et
fenxa termine o mifura alcmia, be§ìiale & ferina >
anT^i moHruofa crudeltà- T>{e oltre a ciò, la ingorda
^ infatiahile auaritia, ne la ro%a & difauedutaim
prudetia, può fiare giamai feparata da lei.Que^ìifo^
no adunque i mouimenti & le inclinationì naturali
che ci apporta ne l animo , la corporale [moderata
grandezx^ del capo- Maper contrario poi la difdi^
ceuole picciole7^7;ajfe7nprc da luna parte bpriua di
bontà, di modesiia, di femplicita, & di ragione, Ut
ahonda ne l altra difcelcratex;z^,difraude,di arro^
gantia,& maluagit a. Coloro il cui capò al rimanen^
te de la perfona e froportionato , auengapero che
alquanto grandetto X fono cornei bracchi , fagaci^
aUutì, fenfitìuiy & animoft . ^Itri che quantunque
habbiano tutta la quantità de la tefla affai grande^
ueggono nuUadimenoxjJcre loro data da Dio la parr'
te di [opra ad domandata calua & picciòla &firet^
ta,ne l effere Uupidi^.infenfatiynon hanno cagione
alcuna di cedere a gli Jifinii^nxi mdncando in lor
^0 la chiare^ & lo fpledorede lo ingegno ,moflr a
M apertamente , di^ effere a quegli animali pari &^
S Ey 0 X'if^O. io8
ftniìgtìanti . \Alcum uerameme che hanno il capo
acuto in guifa di pigna^nonfentono al freno dela uer
gogna & del rijpettoje operatimi^ od almeno le no
glie loro 5 ubidire giamai : Ma come ne la tSirinfeca
figura del càpo^cofi ne gli affetti di dentro del core^
non fe ne uanno o da i coruh o da le cornici diuerfik
3V(e ci renino lungi anchora quegli altrì^che hàiedh
la collottola^ ciò e la parte di drieto del capo , baffa
^ humile, fono per quefìo fegnoy conofciuti d'e/fert
animoft & arditi: Et fc alcuno , fieri &' temerari il
nominaffe certamente non errar ebbe. Da l'altro la-^
ìo.non douete punto di quegli hitomini fidami , che
tengono qui ne le tempie molta concauita:perciocht
fempregli trouerete efferefrodolentiybejfardiy&ìn
gannatori: Et hauere tuttauia nel petto & ne tani^
nió loroyin cambio di piaceuolc^rjr^yitroftaÀi com^\
paJfione,odio:& di manfuctudiìie & humanita^ fie^\
re^T^ dia fine & difdegno . Ora la forma adunque,
de la tcfìagiufia & proportionata: non d'altra qua.
tita rfe ' e/fere che mediocre : onero più tofto minore,
alquanto che grande : Etprejfo a ciò , ritonda ne la
parte dinan'7^ & di dietro} Et ne le tempie non con
taua ò cauernofama leggiermente baffa & humile-^
Quegli huomini per tanto chcdi quefla manier^f
portano il capOy abondano principalmente di inge^
gno; Et fono ne corti Moni j pictoftyhumamj pcuA
denti: J<(e in liberalità ^^graìidei^ d^anmòy q m
^bauere di continouo accejb iL coré4i nobili>&altK
&honorc{tisi^d^conceiono^gi^^
0 ìlU
L I B ^0
perfona le primiere parti.I{efla bora carne fiimo,d^
uendo porre a queHa mia fatica l'ultima manoy alca
na cofa a ragionare anchora de le qualità degli aree
chi: membri come diffe la antichità reuerenda ^ala
memoria facrati: benché alcuni letoriya la fapien'^
iredeffero. De i quali i piccìoliffmi y le malìtie , U
libidine , i furti y & lefcelerate^^e^ propri & na*
tur ali affetti de lefcimie^ [hmprecon ejfo loro fo^^
gliono hauere: Douei troppo grandi ^ come a gli
Ufini ne le qualità corporali fanno ritratto ; co fi
ne l*ignorantia, ne la Ì7ifenfate^ per co fi dire , &
ne la fciocchexi^ cT balordexj^ & fimplicita > che
uoglie fono & pajjioni di mente, fe ne uanno a que^
gli Heffi animali parimente drieto • Gli orecchi ue^
ramente di me^ana grandei^ y formati come dif--
fe il Ouìrini di bel punto un me^o cerchio , & con^
ueneuolmente dal capo jpiccatij di molta facilita ne
lo imprendere , & di acute's^a & di ecceìlentia di
ingegno danno argomento 2 Et infieme anchora di
humanitaydi cortefia.di prudcntiaydì manfuetudine,
^ di pieta.Con gli orecchi poi oltre al douerc da la
teHa jpiccatiyleuanita& le fouerchie dande ; Et
per contrario co i molto attaccati,Hanno fempre la
pigritia ja ro%e7;x^y& la tardità cofi del corpo co^
me de l'animo . t^de uolte oltre a do gli orecchi
molto lunghi & Sìrettiy da Vinuidiafi dtfcompagna
m : I fecchi & fottili y da Vanfieta & da i dolori ;
£tdi ritti & difiefiydal ftlentio & da i molti penfià
ùiEirbuona cofa ancjf (ira cheperuoififappia: eoltt
S E C 0 7{^D 0. lop
ro che ne gli orecchi abondano di molti peli y haue-^
re oltre à tutti gli hmminì -perfettijìimo udito • Da
poiché fuHcmto fino à quello termine il Conjblo
ragionando , non altramente che foglia un nauilio
iìanco per molto uiaggioy CT cui non poco anchora
di uia rcSÌi à fare.rìtrouato qualche picciolo fino
di m ar e yr accoglier ui fi denti'Oj fi per ripofarfi de la
durata fatica-^ & parte per prouederft de le nece f
far ie bi fogne al fuo camino ; ucggendofi condotto
oue facea il fuo ragionamento queflo breue golfo ,
raccolfe al fuo dire le uele , CT fermofii ; non meno
per riprender lena; che per prouedere à ciò che di
più auanti dir e gli era mefìiero.Laqual co fa, preflo
occafione àgli altri di fare il contrario. Onde tutti
infieme , lietamente fi diedero in fui ragionare de
le cofe udite : Et quale di una parte y & quale di
un'altra che più gli era a l'animo fauellauaia colui
lo Sìile^a quell'altro la dottrina piaceua : L'ordine
ad altruìyad alcuno la diligentia aggradiua : Et eia
ffuno diuerfamente,ma di uolere in quejlo mito co
gli altriyne commendaua & ne lodaua molto il Zor
no'j^.Terche egliyuago che a cot ai parole fi dejfe^
ro lejpallefmterrompendo loro il parlar e y in quefto
niodo rincomincio JÌSfon perche con molto di coltu-
ra ut fi Hudi ogni giorno ydiuentarà il pruno mela-
xanciogiamai:T>(e mutata la primiera naturayil fal
m fi farà ctprejfo. Siate contenti adunque^non ten^
tando cofa che il foHenerla o difficile , come Himo
impofiibile HÌfìày lafciarmifeguitare narrando co-
mepromìfiyde le condìtìoni del colore di tuttodì cor
po:cofi ne la carne per [eccome anchora ne i peli^i^
7ie le ruote degli occhi riguardando: De laqtial co^
fa (pacciatomiycon poco altro che apprejfo foggiun^
gafaro del tutto de la mia fatica diliberato. Et fen
%a altra rifpoHa ajpettare^cofi feguito. il colore ne
ipeli ne la carne molto fofco & ncro^fignifìca li
bidineiaflutiay& timidità: De laqual cofa cffère ce
ne pojjbno efjmpio , 7 Mori de l'africa ^ .dela
BarberiaiChe di tale colore dipinti il corpo da là no,
tura i non d'altre maggiori & più uìue affettioni §
fentono fe hauere l'anima pregna . La carne uera^
niente hianca^chiaray & humidetta y accompagna--
ta con neriftimi & foltifiimipeliy colera ne la com
plefiione ; & ardimento , ingegno , piaceuole']^
^aymobilitay(^ incoslantia , ne gli affetti fuol di-^
moUrareiMaper contrario poi y con rari & hian^
chi peli congiuntaydi fouerchio humore nel corpo ,
Cir di molto timore rie l'animo Ì proprietà generaU
mente naturali a lefemincyctla fempre èjjer fcgno
fi crede, il còloYè adrmqiie temperàtàmente d'àm^\
bedue quefti efìremimefcolatOyciò è di bianco & dì
heroyquale è il hàtutale colore de i Lèóniy che bru-^
no è uolgarmcnte domandato da uoi y non fofco pe^
ròyma chiaro anT^ ^ apertOy&da le proprie'uoglie
de i Leònìycbc fono animof:ta^7ìiagnificentiayftrita^
& orgoglio yì[ion h^ufato di 'partiì'/i giamai. ^ltrh
che grandemente s'à ffòmìglianò ài colore de le Fot
f i^fono fi comè àptitQj^tiegti anijfiàti^mti cafcAHti
S E C 0 0 ìió
' dì ue%^i: fcelerat'ua^ìuti : & pieni fmpre di modi
feccioji:! pallidi , & che mostrano ìtel colore & ne
gli atti turbatione alteramento^ fono timidi A^-^
boli-,& paurofi'parte perche aiia:^ ne la loro com*
flejjione l'humidita:Et molto più > perche naturaU
mente hanno quelgeHo del uifoy che fogliono gli al
tri hmmini hauere^efjendo per accidente^da alcuna
fiibita paura sbattutiSìSle ni fi. [cor di maiy ani^ tene
te per generale regola & norma, che lapaUide^^
naturale, non dinerfa dal colore de la cenere o del
piombo, ilche fu come indicio digraue maluagità a
Tifone oppofio da Marco Ttillio^nonfilafciadrie^
togiamaiyncl corpo laprigritia & la tardità: Et ne
l'animo la incontinentiaylcjfeminationey te fraudi >
le fimulationhgli ingannici tradimenti , la perfidia^
& VempietaiLequali trifiifime coditionijyen teme
uà Cefare in Bruto & in Cafiioipiu affai che egli n$
faceua la ebbre^^ , la libidine , & la crudeltà di
Marco Antonio di Dolobella : ^n'^ che dico io
'^pÌH affai? Che queUe, non mai il fuó animo moffero :
Doue quelle, pur fcmprelo moleHarono . La carne
'gìaUa,& che molto col mele tenga di fimiglianxa^
come che poca cofa ella ne fia lontana dal tempera^
* 'meto y moHra nondimeno cheVhumore &lafred^
'de'^^yfouerchi per alquanto la conuencnole propor
^tione:Onde ne feguita primieramente ne le parti in
trinfichedi quel corpo, il difficile & tardo mouime
to del fangue:icìr per ciò de gli fpirti: Etpoiinquel
le di fuorivia pigritia (^y h tardità de le operruìo^ ■
i
L I B liO
nhEt al fnt negli inuifihili affetti de V ammolla ti--
midìtàile ciancie,^ lagolofnà . Ma come poco la
complejiione fi parte come ho detto da la mediocre
temperaturaj cofi fi de filmare che le cofe che a lei
uegono appreffo^no debbano per modo alcuno andar
fenefin negli eHremi:Ma il quanto ciò fìa , non con
parole o regole infegnare y ma con accorte':^ ^ ^
giiidicio fi puote conietturare. Ver che fe ben uedre
moyqwxnti à punto hoggi ci uiuono huomini , tante
fono quafi Le mefcolan%e temperamenti de le
complefìioni: Di che il uolere darne certa partii
culaìfe ojjhuationejfarebbe certamente difficileyan
;(f pure impofiibile imprefa.Terò d'alcune cofi in ge
neraleycome ho già cominciato parlandoneyle minti
te & copoHe differe'Z^ che tra tuna & l'altra ìiha
no di loroyin tutto al uofiro giudicio me ne andrò ri
mettendo.Ora adu7iq; feguendoydico che i uerdigni
non in tutto fecchinepouerineluifo di peliy come
che di colore poco più fofchiopiu chiari gli habbia
no de la carney fe ne rimangono come quegli ultimi
poco difopra narratile ol timore y con le bugie y con
le cianciey^ con le uanitày Et fopra tutto ycolgolofo
tS^accefo defio del mangiare. Ma da l'altra parte
ne lo fdegn0y& più nela fi>iac€Uole'^ayper nonpo
€0 dì (patio loropajjàno auanti . Se ueramente^on
quello già detto color e ^unitì fono rarifiimi & nerif
fimìpeliy& infiemegrandiffima fecche'^^ di carne
noni facile a raccontareyquayitainmdiay & quata
^iac€Hole';;2^yq!teJìe tai qualità fi tirino drietQ;2^c.
S E C 0 TID 0. rir
inoioftpenfieriyne le cure folUcite cr anfiofe , ne là
vdiofa & fcontenta mdigmtà^giamai dalor fi allo
tanano.Di coloro poi che ne la carne & ne i pelifo
no uermìgliyé propria naturalmete la prcfte':^^ la
mobìlità^ia leggere^^^^^etla udocìtàtcofì ne le aper
re, & manifc/ie opcr adoni dclcorpo;quanto negli
occoltì&chiufi mouimeti de C animo. Et quanto que
Ho colore è più infiamato r7 più uìuoytanto douer ef
fere maggiori i predetti affctti^ccrtamete ci è da lui
dimoHrato: Et tale fi potrebbe egli efiere anchora ,
che laprcHe':^ in furiarla mobilita in impeto , la
legger e%^ in precipitìoy& la uelocità in ììrahboc
camento ne mutar ebbe: Et cofi di unpicciol male »
^ di poco moment Oy uno grandifiimo CT molto im
portante fe ne farebbe. Ben èuero però chequeUa
uiua & molta roficT^yCjfendo con humida^S^ mol
le^zir candida)& chiara carne accompagnata , non
ofcuri inditi di ahondan%a difangue^fignifica facili
ta&p rontc:^ di ingegno: Et buona, ^ cortefe ,
Cjr amoreuole natura: Et facili fiima a rimettere ^
a perdonare tutte le offefe.Ma non a^ et tate già in
coloro quefli ultimi buoni affcttiyche hauendo ipeli
uermigli come bragie , & come acce fi carboni^ gli
habbiano medefimamente durifihni & fommamete
grofii: Et inficme la carne fofca.nera^durayVt ajciut
ta.^nxigiudicandolì pieni fempre di furor e, d'ira^
fj;- diferuente fdegnOy & abbondanti di malignità
(ir diprauì ^fcelerati penfieri^non maiingiufìa^
mente farete: medefmamente > fe le infidie^ le
I 1 B K 0
fraHd'hi tradìment'hó" U mancar de lafede^con c/-
fo toro congiugnerette . Ma fé queiìo colore come
fiamma uermigUo nel petto fi uedc.da la molta coh
ra che regna in quel corpo,quafi da acuto & da fu
crentcHimoloyne èfojpintafeggiermeme l'anima ad
adirarfi.Tle altramente fentono coloro tn fe auem^
re>che portano le uene del collo &de le tewpie,gra
demente gonfieyatnpie,rUeuate,& apparentifìme .
lequalìammeduefignificatìon'h dal gefto di coloro
/«) o«o tratte,che per accidente fono talbora adira
ti-lqualimentrefonoaccefi nel furore ardcntifit-
mo de la colera.CT nel petto , nel già detto modo fi
tnfianmanoiEt ne le predette uene, non poco fi gon
fiano.Lafacciaueramente tutta fparfadi colore di
rofe,come cheipeli o biondino uermiglhod' altra ma
niera coloriti fiano,fuole ejfer fempre nuntìa di gi9
condita & di letitia d'anmo:Et troppo più di mo--
elegia & di uergogna-.ouero come fi diccydi arrofiir
fi cr di uergognarfi con poca difficultà . Ma fe que-^
fio colore , non per tutta la faccia come ho detto h.
fbarfo , an'^folo ne le guancie è riflretto, ne la eb-
fcrc^^cc^ , ne l'ingordo appetito del bere , può Bare
gran fatto lontano ofeparato da lui . meno da
l'apparentia degli ebbri fi è tolto queH ultimo fe-^
"noyle guancie de i quali fa come rofe fiorire la abo
%n'zadel beuuto uino ;cb e' l primiero fi fia da colo-
ro,cbc per alcuno cafo fi uergognano : Onde per h
fan"uefoprauenutoM,arde la faccia loro inguifa di
fiamma . il phìlofopho aUma che gran pc^er*
I
S ^ C 0 71 D 0. 112
^ flato fen'^far mottOypoi che cofi lo Spaghuolo beh
he detcòijeriteììdo Ui del fno ragionamento rìpofar
fiyin queHo modo parlò. B^cor domi ejjèndo ancbora
giouenctto^an':^piu lofio f 'anciulloyhauer ueduto un
principe che faceua fecondo la uiltà di quei tempi
la Italia tremarcybaucre il nafo tuttOy^ quefte par
ti del uolto che gli fono uicine , tinte di uno ofcuro
rofforei Etpiu tojio a [angue congelato^ od a fegato
fimiglianteychc ad altra qualunque cofa fi fojfe . IL^
che fu poi cagione iche notati & aduertiti i coftu--
mi di luiyio face/a in tutti gli altri buomini che quel
le parti cofi fattamente baucuano rojje , una certa
mia paticulare offeruatione:Etfi m' acorfi poiy&ue
r amente comprefh effere in tutti loro ugualità per
cofi dir e y& fimilitudine di appetiti • Terò mi faria
carOyche anchor uoi la opinione uoHra me ne dice^
fteiaccioche come bene per ine medcfimo mifofii ap
poHo a la uerita^ intendere mi faceUe.Dalucro na
ui farete dipartito rifpofefubito il Confoloy in giudi
cado co fioro fceleratijfmiiEt pieni di tutti i uitipitt
enormi &piufoi^. Difiderofi di patire le disbone
Hafeminilhcontaminatori de la bonefia de fanciul
liibeuitorifen^a modo & fen:^a mifura : Et al fine
malcdicentiyinuidiofiyCÌancìatoriyfuergognatiy& fo
pra tutto fieri ftimi & crudelifiimi.^ queflo il Fo--
glianoycertamente fegli animi fi potejjero difie di^
finger e ygia non faria pofiihile di meglio &, più mi
nut amente colorimele qualità , & le uoglie de le
inenti loroiche col penellq de la lingua,a' colore de
L I B 1^0
le parole^ ce le habbbiate ejpreffamente fatto uede
re. Ala poi che la confcrmatione di uoimi ha rendu
to certo itne non hauere ne i termini di que^ìa dot-
trinafalfarncte Uimato/egno fia che lafciando que
fìi rei htiomini ftarfi ne la lor mala uentura^ quello
fegtiitiate^che più auati a dire in quefia materia ui
re^U.^lhora lo Spagnuolo , diftendendo alquanto
la Jiia dejira mano^quafi in qual modo lignificare uo
lendo che fiejjero attentiyin cofi fatta maniera rifa
mllo.lSlegli 0 c chi yap erte i& chiare, & lucide fine
Sire de l'animo , del colore de quali hora è ben tepo
che fi ragio7iiymolte CT uarie confidcrationi àfono .
Ma nonperò.fono quefle differei^ein tutto l'occhio
egualmcntcxanxi in quella parte folayche circodata
dal bianco jfafcia & fta intorno a la pupillaXaqua^
leèuolgarmete nominata il ncì'o de l'occhio: Et da
^alcUnìpiu dottila ruota.^o hanno adunque in aU
cun' altra parte fuori che in qucfla^ la propria loro
hahhatione quelle diucrfita , onde ( fi come il perfo
dal uermigliOo& l'aTiurro dal uerde)fi dice uariare
^ ejfere diuerfo lun'hnomo da V altro nel colore de
gli occhiXhe lapuppilla e'lbianco(come chiaro &^
aperto fi uede)pcr qualità di colorejn tutti quanti
gli huominijono fempre quelli medefmi: fen%a ha--
uerui da colui a quefi'altrOy alcuna uarìcta . Il nero
adunque folamente è quella parte che uaria: ma no
gia^come e flato fententia di alcuni non indegni dot
tortane i cauallifolo & ne gli huomirti: ma ne i cani
anchorai^ ne lejcimic : & in molte altre jpecte di
animali:
S E C 0 D 0. ìT^
fi come noi diligenaemcìnc habbiam'o dfferudt(K
T^le pure è differente rfue[ìa parte, gli huonàm tra
laro confiderandoy & luno ir^eme con T altro para
gonandoyma in im corpo medejimoyfecondo che egli
o più. 0, mti.no. annouera anni.fi fcorgono in lei non
fìcciole differeu's^e.Concìojìacofa che altro fia il co^
i^rc di qiicjla ruota^ injtn tenero & acerbo bambir
m:aUrOy inm .Imómo più maturo & fermo: & al-
tro. al fine yin m di già mex^: ^peruenuto a l[efirc
tna uecchic^i^^ Ma le puppille neramente come ho
dt^ttOyTkcXa tonalità &.mlcQlore.no uariam gia:Ma
foto rie là qudntitay& nela grande'^ . Terche fa^
f ere conmenfiy cbje k.picciole.come portano le yol-^
piyi Serpenti^ & le Scimieymai ne da maluagita^ ne
da caniuipmfieri, ne da ouaritìuyneÀapQco qgdir
fhento^triSit uogliè che l animo imgombr ano di qtic
gli animaliynon pojj'orio jìare lontane naturalmente.,
Ma'comc che in tutte^lf maniere ^ le qualità rfè
gli occhi y lapicciolex^ de le puppille fia rea;eHa è
peggiore affai , negli occhi bianchi er ulìuigni : EP.
pejfima poiyje quefti Hejfi fono concauiyfecchiy& tt
nebroft: Ma in molti doppia ani^pure in infinito ne
crefce la fua malitia > fe con tutte le conditionipre-^
dette.fojjero gli occhi macchiatiy& Jparft di alcune,
punte di uari colori Ma da l'altro lato la grande':^
%a de le puppille y poi chetalìinquefla parte fono le
pecore ei buoiy chepuote ella altro fignifìcare , che
tardità di ingegno :groJfe'2^ di cerueUo:uanita:foffe
rèntia:^ femplice &ro7^ humanitafaccioche non
V
i
L 1 5 i^U
minore lei femhìanxafojje ne le inuifibili paffionì de
l'animo; che ella fi fia ne le manifefie conditioni del
corpo. In fomma^le puppìlle come tutte V altre mera
braydebbono ejjere j?roportionate:Et tali effendo^et
giuflitiai& bontà buoni coHumi dimoHrano: Do
ue color OiCui d'altra guifii furono date da la natura^
eJr fconumatiy& maluagh CT ingiuri ^effer e per ciò
fi comprendono . tt [e per auentura alcuna fiata aue
nij}e(ilche pero fia di rado)che da uoifojjero ueduti
chi le puppille hauejjero lunge & ouali j oucro di
ijualunque altra forma angularhbcne & ragioneuo
le è che fappiatey i naturali mouimenti de l'anime lo
¥oyCofi da VefJeregiuHiy o buoni ^ od honefli trouarfi
difcoflo;come daldieci^l'uno: dalpefi), la leggere':!^
%ai& da la Brumali folSìitio del Cancro Jh{e punto
fate Hima che quegli altri più ui s'accoftino , chele
puppille (tutto che de la ifteffa forma ) nondimeno
l'una ne haueffino maggiore & più ampia che Val^
ira^r T^el bianco poijfe ben non u'è partitamente dif
feren%^ alcuna di colore o di quantita^u^èpero intro
dotta una certa diffomiglian^a^da la qualità di alcu
neuene che per entro ui fcorrono:LequaiyUermigUe^
moltei& chiaramente uifibilieJfendOi mo^rano
che la colera ahondi nel corpoiEt lo fdegn0y& lafie
re7^ r^e inanimo. Ma fe elle tantey& cofifolte^ &
cofi grandi fono y che in gran parte il bianco quafi
tutto ne coprano Jlimat e pure che gli affetti che con
loro fi giungonoyfiano oltre ad ogni termine honeiìo
& diceuolefuribondi:Et fe con quefìa tale conditio
S E C 0 TS(^D 0. 114
ne y fojjero gli occhi tutti in fe od humidì 0 fèccht^
Vchhrcz^y con Ihumidita; & la furia impctuofìffi-^
nta^con la fecchc^ credete che alloggi . Ma quan^
do il bianco non in quello modo Jparjò di uene, an^}
fia tinto di pallido liuidore , c^r che tutta la quantità
de l'occhio (come che grauemente) pure JpeJJb fi ma
myrnetteteloper certiffimo fegnoy diferma^^ tena
xey& profonda memoria:Et di buonifjlmo giudicioi
Etinfiemc dipenfofayintellettuale^& contemplati^
ua natura.Ma perche con maggiore diflintione pro-^
ceda il noflro ragionamento, onde più facile ne fia
parimente la ìntelligeni^a hauete a fapere che la
ruota degli occhi , laquaLe come difopra narrai Ha
intorno a la puppilla,& è circondata dal bianco j no
può generalmente parlando , ejjere d'altro colort^^
che 2uno'di queHitire.Tercioche o eUa e tutta axyr
ra: Et ha intorno a lapuppilla alcuni raggi bianchi
che a pena fi Jcorgono.llchefi come ftimoy diede oc-^
cafione primieramete^che gli occhi tali che Cefii da
i Latini furono detthfoffìno communemente nomina
ti da quel colore. Ouero che ella è uerdigna:Et i rag
gi che manifefti apparenti efcono da lapuppilla^
fono di colore d'oroylquali non altramente leftanno
dintorno ^che fi facciano ìfuoi cerca la ruota de l'ho
riuolo : Donde auiene > che elli quantunque uifibil-
mente da la puppilla fi partono > non cuoprano pero
tutta la ruota : 2S(e fino a l'ultima eflremita di lei
che è contigua al bianco, pojjano peruenire^ Laqual
cofa, non in tutti gli occhi tali medefimamente ; ma
T ij
TI \QL I B U Z
. , ih alcuni pìuy& m alcuni meno fi trouaXonciofiaco
Jaycbe talhora i raggi per poco di (patio lotani da ta
puppilla finifcano: Et nota lafcino in queUo modo^no
f icciola parte de la ruota: Et alcune uolt comandino
M punta loroyfin ne l'ultima circonfer ernia di queU
la. Et in cjuefla maniera quella parte fola nota ne re
-Jktj che tra le onde diro cofi , de l'uno raggio Cir de
altro rimane. Or aper che in quesìa forte d'occhi fi
-fcoprono almeno due qualità di colori.ynoii latini
-imitando iUari li domandiamo: Ma i Graci da la bel^
lex^ loro tirati^ non per quel folo nome gli appella
i rono; ma gratiofi ancbor^ li dijfcro : Èt come che
^iu belli di tutti gli alttk co fi anchùranHntij di mi^
^cgUori affetti jhehbero opinione che fofft rò. Vultima
:poi generale qualità di queSìa ruota , è che i raggi
ufcenti da la puppilla fiano cofi forti & Jpeffiychela
'ingombrino tutta infino aia fua ultiirm parte: Et,
alhora gli occhi tali , fono addomandati neri : non
perche neri fiano ueramente: Che an'^ da uicìno
fifo miratijfi fcopre in loro il colore giallo: Etprov
^riamente ad oro fimile . Ma perche di lontano y
jion co molta attentìone guardati^ fcgliono ne la pri
ma uiSìa fempre hauere quella apparenza • Ma que
He uniuerjali differenT^ lafciamo : Et d'alcun aU
tre , che più particular mente fono negli occhi ua^
ri , Jegiiitando diciamo . In alcuni de quali , ne /V-
firema parte de la ruota , laquale come la carne a la
peUe.è congiunta al bianco de l'occhioyucdefi talho^
ra uno cerchietta nera : xiuando ^ uno bianco: fpcjjìà^
» *
S E C 0 71 D 0. ir^
uri^altro-^aguìfa d'oro lucido & YÌjplendentc:Etal^
cune uolte^uno uergato di più colori come Inarco ce--
IcHe ♦ De la nerex^a^ ne h cagione la ftccita : Et la
^hondan^a del muninconico humore . // bianco^Ja
humìdita & da phlegma procede. T^afce lo Jplendo
re yda punta di fangue.Etlauarictaylafua origine ti
ra da lo eccejjò di quegli humori yche per cjutjie re^i
gole ejfere ne gli occhi fi intendono: Donando tutta^
uia il Uerrhigtio accefOj ouero ilferrigno^ol rugino
foyfe in qucUa mefcolan'T^ u' hanno di tai coloriy a la
fuperfluita de la colera. I primieri,non fen^ cagio;-
ne luuidiofi & maligni pojjono ejjer e giudicati:! fe^
condì , uani & bugiardi : T\[e hanno per ordinario
molto acuta uifla. I ter7^Mbidinofi:Etgli ultimi a la
fine golofi 0 inteperatiMa fegno alcuno di colera^
hauendoy& priui medcfmamentc effendo di humi
ditajnfiemecongli affetti predctti,il furore aggiun
gereft conuienese ueramente la fecchei^ con l'hu
more cambiafiinOy& magnanimì^& fortiy& uera^
ciy& giudicìoft fartbbonoMa oltre a queflo^non pO,
co di afprexi^ neglifdegni ritenirebbono: Et drie^
io a tutte le cofe Peneree,fcmpre uanamente fi per
derebbono . Ora perche(come difopra alquanto ne
toccai breuemente)non pochi fono quegli huomìni
che portano negli occhi impr effe alcune punte di ua
fi colorijragioneuole flimopria che d'altra cofa aU-
cuna fi trattiyle fignifìcationi di queflc apertamente
moflrare. Et come che generalmente in tutte le qua
lita degli occhiale punte ^ le macchie fian reefpur
T iij
L I B
re nondimeno di gran lunga fono peggiori negli oc
chi bianchi & uliuigni: onde coneJJòlorOyi tradimen
tiylejraudiyle rapinerie maUtieyla f^gacitayCt U sfrt
nata temer itayfempremai fi congiunge. Ma fe ne gli
occhi nari alcune poi ce ne hauefiinoy la roi^'j^a ne
lo intelletto , & la ajperita la {piaceuok7;p:;a ne i
cofiumijcertamente fi menarebbono appreJJòéMale
fanguignCycheper entro agli occhi neriycome le fiel
le nel Cielo y& ne i prati i fiori uederete fparfey non
altramente hanno gli affetti loro maluagi che IOt
leandro CT la Cicuta;& l'Orione e'I tempeflofo jir
turo fiano foliti hauere.Oìide fia fempre bencylo flU
mare che da homicidijyda dishonefia Ubidiney da fi-m
mulationiy& fopra tutto da aUutia nel fapere cela^
re i fecreti del cuor enfiano da ogni tempo feguite ^
Quelle altre poi che di pallido &fofco colore mac-^
chianogli occhiyfanno forgere ne l'animo uogliayche
tutti gli huomini un fol capo hauefiino:Et quello(co
me dei Bimani diceuaCaliguld) uedere pofcialor
tronco. Et a quefia fi grande & cofi fiera malignità^
fi unifce naturalmete lo appetito de le cofe impofiibi
li: Et la inuefiigatione (benché a cattiuo fine) degli
accolti fatti de la natura & de gli huominiMa non
rcflo ^damantioyilche da noi certifiimo se ritroua
tOydi mettere non meno infieme con quefleil timo--
re;che con le fopr adette il furore fi flia.Ora concbiu
dendoyin fomma affermo che le macchie tutte degli
occhiycume iljuccidume & le lordure a ipanni,tol^
gono a l anima la nette^ & lapurita.Ma jper di^
S E C 0 T^D 0. 116 ^
fintamente bora di tutte L'altre qualità del colore
de gli occhi narrare ydouete hauere in mente ycbe ne
i tenebrofi & ofcuri , u'babiti di continouo qualcbe
fnale:& qualcbe Tirana & borrenda fciagura. Iqua
li poi [e infìeme con l'horror e & con Cojcurita ante
detta fcccbi & aridi fojjìno, tanto più certi tejlimo
ni di perfidia & di infedeltayne uerrebbono ad effe
rei Et fe co tutto ciocia picciolc'j^ anchora conefjò
loro fifoffcytanto meno di cagione bauete di douere
lor fede prefiare: Concio fia co fa cbe di fraudici ma
lignitayditradimenth& di inganni fiano abondan^
tiffmi. Quei foli , tra tutti i tenebrofi alcuna parte
hanno in fe di bontay che di conucneuole grandex^
dotati ypiu cbe mei^namente fono bumidi. Quegli f
foUecitudine & cofìdtia;quefìiyConfideratione & do
edita; Et quefli ifleffureligione & timore ne l anima
impartono: Et del core la liberalità de le radici fue^
gliendojn uece di leiyO lauaritiayO la miferiayod al--
meno la parftmonia ui piantano . Ma fcmprefgene^
Talmente parlando) quefla tale ofcuritayfi tiene con-*
effolei la perfìdia & lintemperantia:Laquale tanto
e maggiore & più crefcCy quanto più fono borribili
& ofcure le tenebre. Da l'altra parte gli occhi lumi
nofi & rìfplcndenti , come per la qualità del colore
a i fopr adetti fono contrari ; co fi ne gli affetti cbe
loro die per compagni la dìuina natura , come
viete a la Libra , CT al Boote il Canopo , & come il
Sericano a VlberOy& a l'Ethìopo il Scitta^fono co--
me fi dice distanti per tutto il diametro . Onde , &
L I B B^O Z
di grande':^ & di eminentia l'altre buone condì'*
tioni haucndoyfono fen%a alcun fallo yuia più che tut
ti gli altri difiderabili ^ T^e fogliono altro di incom
modo hauere conejjoloro , e/fendo tuttauia fi. come
quei di i Galli lucidiffimi , & ardenti di puro fpleìi^
dorcyfaluo che la iìicontinentia & la libidine :Ondc^
fia jàno configlio y il non commettere quelle femine
a la guardia loro > che caHe ^pudiche difideriamo
che uiuano : altramente con la paglia il fuoco, e'I
Lupo con l'ugnella, tardi & con noftro dannOy a la
fine ci auedremo di hauere infieme congiunto . Gli
occhi uariy che grandi & rijplendenti & humidi/ia
noconueneuolmentey diforte^i^ di corpo^di graUfr.
de.':^ d'animoy& di ualorey& di ingegno prejìanò
fede: Et a quei fi ajfmigliàno , degli animofi Leonia
^dele fiere àquile. Ma fefofiino grandi folamen
te più de l'hone^ìo, & lucefilnoy CST mouejfmfi nel ri
mirar ey come quei fanno degli huomini acce fi d'ira
eìr di J degno y& Uefiìno le palpebre loro molto lar^
ghe & apertcycon uerita fi potrebbe dir'eyloro ejfe^
re più di tutti gli occhi tri§ìijfmi:fi come quelliyche
a i Lupìy & a i cinghiali portando fembìan^a , non
potrebbono da le maluagie uoglie di quegli anima^
iiycffere lontani giamaì:jtn%i di crudeltay& difie^
reT^y & di rapacità 9 di molto gli uincercbbono •
Se uer amente con la picciolei^ uibrajjino , / mali--
gni &frodolenti cifcopririano.-Doueco lagrande's^
%a y ci dariano manife§ìo indicio digolofita, difoU
Ha , ^ di fciocche'^ • Ben è ucro che gli occhi in
S E C 0 ISI D 0 tty
^itetia guifamouemifi i ne per humìdìtay ne per
grandei^y ne per jplendore , dal medriocre CT ra^
gionemle flato partenti/i , e^r con tutto queHo Uca
ti ejjendo & brilLant'h dimofirano eccellente & ra^
ra alte']^ d'animo : altero CT inuincìbile jpirito ,
Cìr ardentijjimo & ineflingmhìle difiderio di gloria
CJr d'honore . Ma non crediate pero , che per que^
^ìe fi buone & fi lodate conditioni y manchino da
r altro lato o di fouerchia arrogantia : &nel uan^
tarfi majjimamente : onero di cbbrc^a : & di ira
sfrenata CT impatiente : Et del corpo parlando , di
ejfere da lepaffioni del morbo caduco di leggiero ah
battuto.Tali (come fi troua fcritto) furono gli occhi
del Magno ^lejfandro : In cui le qualità primiera
mente dette , lo fecero empire di fuoi triompbi eSr*
di fue uittoric , le parti Orientali tutte del mondo :
£t le feconde , a" la uccifionejct .Jpinfero di dito
Calliftene : & a l'incendio de l'antica Citta di Ver-^
fepoli . Or finalmente adunque , & per ttniuerfatc
conclufioncy tutti gh occhi che uibrano y come fe jat
tare uolefiino fuori del capo y hanno fempre in com^
pagnia loro , qualche tritio uitio : Et qualche grauc
& biafimeuole {celeraten:^ . Quegli altri poi y ne i
quali il rifo CT il piacere albergay tenendo con la feù.
the'xj^ infìeme y le palpebre cofi me'xo chiiife , &
guardando come qui sufa a dire difotto co'7;j^y non
fono àegni inuero di lode alcuna : Et meno anco que
gli altriyche con tutto quello fono concaui anchora^
\An'^ & qneHi & quelli y uanno fempre qualche
1
L I B B^O
ria malisagitafabricando. TriHo è parimente il
foy fe nel fronte y ne legate^ & ne le ciglia, uba uno
certo tremore : Et più cattino poi yfe chiudendo &
aprendo jpelje fiate lepalpcbre, mirano intentamen
te: Et triliiffmo al fine, quando di loro natura Han
no gli occhi aperti(fmi.^lhora neramente il rijò ha
meno in fe di trifiitia, che egli comolta humiditade
è congiunto : Ts[e fuori che uana ór fciocca fcmpLici
tay ór non potere fojferire i dolori, altro di male gli.
fi può attribuire. Ida fe con quefto humore lepalpe
braflejfmo tefe , ór molle il fronte, ór molli fofiino
queHe parti qui intorno agli orecchi, ciafcuno uitio
in tutto da Ce difcac dandone , fi rimane il rifo in
compagnia de le uirtu : De lequai, lagiufiitia rende
gli huominifimili a Dio : laprudentia , gli ammae^
Sìra: la amoreuoleT^ la pietà CT la manfuetudine >
li fanno cari ór grati ciafcuno: Et la magnifìcetia al
fine,il difìderio de la gloria & de Vhonore nel petto
gli infilila . Ma per contrario gli huomini di fiera
Órpauentofa guatatura , hauendo pregni gli occhi
diconueneuole copia di humidita,fono penfofi natu^
talmente & ingegnofi . Doue fe la fecchcj^ infie^
me con la ferita de lo fguardo fi accoppia , alhora
Ibene in male , l ingegno in malitie, ór li penfie-^
iri in dijperatione in un tratto fi mutano : Et fe con
tutto queHo , ajpra la front e, gli occhi fermi , ÓJ*
ritte fofiino le palpebre, incrudelifcono ne la feroci
ta de le uoglie; ardifcono a qualunque imprefai Ts(e
finalmente^ alcuna cofa non tentata lafciano . Et poi
S E c o T^D 0. llS
che m'è auemto di fare bora mentlone de Ictferme^
%a & rigidità degli occhia da quejio non miparten
doy hauete afermarui nel core , lei ejjere aperto ^
manifejlo fegno^di maluagie & trifie offe tt ioni ehm
fe & occoltenc ranimo.Magli miuerfali lafciando,
er ne iparticulari col parlare entrandoygli occhi in
queHo modo fermi rigidi & fifii^ inft eme con llm^
miditayil timor e-ycon la fecches^x^yld menticaggine;
0 con la pallide'^y lo Hupore argomentano. CoU
ro poi che con la rigidej^ leuano altamente le ci^
glia^aprendogli occhi come fe per efii rejpirare uo^
Lefimo y fono [degno fiy crudeli^ imprudenti^ maligni ^
CT Jìoltamcnte faui . Ma fe col rigore fono gli occhi
grandi & di colore uermiglioy infatiabile nehlaga
la'& sfrenata & ardentijìima la libidine.Et fe con •
quefioy hauefiiuo le gote ma certa fijfura, non fi de
ìlare in dubbio che la sfacciatex^y la ingiuHitiaM
infatiabilita (per cofi dire) & la dijperationcy CT h
mala cotentc j^yfempre co i predetti affetti non ua
dano.Gliauarh & di continouo a i guadagni &for
feale rapine intenti da gli occhi piccioli & fermi
fono moftratidqualife medeftmamente tra le ciglia
il fronte crejpajìinoy o fia che per natura molte grìn
c(e n'haueffino , frodolentifiimifopra tutti gli huo^
mini ne farebbono : Et fe con tutta la per fona an^
dajfmo chini & piegatiy che ladroni fojfino & fom-
mamente colericiyconofcere douerefle.Ma fopra tut
to y Vamicitia hauere non ui curate , & hauendola,
dilafciarla cercate^ di coloro che ^Hocchi uliui<
1
l I B 110
j^niy& rigìdìj & ofcHYÌ portano ne la teJlaiChe fem i
preingannatorij& nel malfare & ne le graui [cele |
yatex^ifuegliati & fremii li troi^ercte: Et non /o-
lo dilettaìitifhnm procaccianti anchora le nnferiej.e
-calamita, & le rouine degli buomini. Tale fu ne di
fuoi^ne fino ad bora da la morte di lui molto di tem-
po è pajfatOyun giouene di non picciolo affare in que
Sìa Citta: llquale col fuo fine borribile & pauento-
fo^con danno difej& utile di chi u' intende & appli
ta l'animo, IdUerita di qitefìa dottrina pienamente
ci confermo. Soli gli occbi filfhche piccioli & burnii
di fiario.infteme con la fronte priua di rugbcy & con
le palpebre mouentifii, tengono in fe qualche cofa di
buono: Quando certo fappiamo , che da queUi uie^
ne come l'ombra da i corpijC amore uerfo le lettere: m
la éruditione.eH caldo defio del fapere . Ma fi come
a coloro che gran tempo fono Hati nauigando per
Valto mare , quando fi auicinano a la terra , uiene
loro un certo odore che lei benché non ueduta pale^
fa; cofi a me quantunque con humili uclcdifcorren-*
te per lo pelago de le dimo^lrationi degli occhiai fi
fentire il propinquo lito : Conftderando che de /r
quattro auerten'^ che in loro diffi douere effere ha
mtCy ciò è Informa , il fito , il colore, el mouimen-
tò , le tre lafciatomi dritto a le Jpalle , per affai
difpatio ingolfatomi ne la quarta non poffa quel luo
go effere molto lontano,doue la Hanca mia nauìceU
tii,/e tale fu il fuo deiìiìw, de la durata fatica fi po^
fora. Ora adunque Jeguendo , dico che gli occhi, che
S E C 0 T^ .D 0. irp
con fretta fi mononoy più negligentiayche faccende ;
fili perfidiaychefedt ; più fojpctto , che fccurìta ; cr
fignijicano a k fine ypiu che tranquillila y perturbai
tione. Ma color q che con gli occhi infiemc le palpc^
bre hanno mobili» mancano il più de uoltc di grath*
de']^ d'animo: Doue quegli altri che girandoli (ian
no con le,palpebre ferme , diuengono ne le aduerfir
tay animofirne iperigliy audaci''^ ne la dijperatio^
neyConfidtnti.J^^er contrario chi gli occhi tardamen
te moucrèpegro ylentOy^ dipocojtnno: Et cori fa^
tica fa cominciare alcuna cofa: Et coniinciatolaycon
maggiore difficulta fe ne fa rimanere i.,Gli occhi
fofchiyi^^ da l uno lato & da l'altro raggiranti fi pre
diamente y fono paT^xi & inutili:! grandi & trernan
tiy a r^bbrex^i a lagolay a la tarditaya lo Uupore^
a laiioltìtiafqno incimati. 1 piccioli & bianchi
& a lo ifiefjo tremorfottopofliy agliirjgii4fiiy sfacr
ciati y & infedeli conuengono : procuranti V altrui
male: Etuiuenti de le altrui mijeriè. Et fe nerifof^
fino 0 iwiy in tutto le rnedcfimefignific adoni hau^-
rebbono : fe non in quanto , ^ucjìi più imprudenti
^ temerari ; Et quelli , più sfacciati & difdegnojt
farebbono. Gli occhi che ondeggiano a laguifadel
mare , uolano a piene uele ne i piaceri & ne It cofe
amorofeima pero non ingiuftiyne maluagiy ne di rea
natura^ ne lontani fono a le Mufe e ad apollo. Va^
frirfi e7 riferrar fi molto Ipejfo negli occhi , ei dee
con iejjempio del Barbaroffày già Corfaley& al pre
fente I{e d'Mghiere , ^ Capitano de le armate d§
L 1 B J^ U
Turchìy àe ì rapaci & degli infidìofi rendere accor
ti • JqualifacUmente cimlunque arte & qualunque
difficile cofa apprenderiano , & in fomma aftuti &
ìngegnoft JarianoJ?auendo entro negli occhi abonde
Mole copia di hmidita. Ma [e la pallidezj^ col tre-
more uifojjcyfarebbono dal [acro morboyod almeno
-data uertigine moleHati: Et lo acume delointellet
tOy e7 raggio & lo jplendore de lo ingegno y& fofco
f2r rintw^ato ejjere in fe fentendoy& in [e medefi--
mi fcontentiy& ad altrui uiuerebbono ingrati. Que
gli occhi che nel chiuderfi in qucflo modo uoltano U
fuppiUe a Vinfujby già mi par e di ricordarmi di ha^
uerui detta^ che molta libidine , & poca prudentia
ftano nfati di tenere con ejjo di loro; Ma fe non in fu
fo fi uolgonoyan^i dritti cr fermi rimangono yhaucn
do conueneuole parte digrandezj^ydi fplendorey&
4^hmiditay& infieme la fronte fcn^^a ruga alcuna^
non ci reiìa(fe agli occhi foli guardiamo) cagione
Ónde non habbianoad effere religiofi , prudenthua^
ghi dfintendereygcntilis & fopra tutto amoreuoli :
Voue Vhumidita con lafecche's^ cambiandoylafcia
te le buone & le honefie affcttioni da una parte ^ &
in luogo di quelle qualche rio & abhomineuole pen
fiero tuttauia trauagliandofi ne la mente , dricto a
la ferocità &ala ingiufìitia , trifte & ferine uo-*
glie yfi abhandonerehhono in tutto , Et effendo que^
Ha tale ficcitaycon la aj^rei^ & con le grinte del
fronte accompagnata , & col raggiungimento de /e
€igliay fUr €on la durc'Sf^ de le palpebre^non cono^
S E C 0 1^ D 0 ^ Ilo
fce la audacia loro alcuno ri/petto : Et la fiere^j^ t
con fomma difficoltà fi può re?idcre manfueta &
humilcft<lu\ladmcno fi come i Dei con gli incenfìxo
uotiy& co [almi , cofi cofioro lodati riueriti & pre^
jentatiy fi mitigano & tornano humani . Gli occhi
molto aperti, Hcbe alhorafi intende yche & difottQ
e^r di /òpra tutta la circonferentia de la ruota fi pof
fa uederCy & oltre a quella anchora fpvjje fiate uno
cerchietto del bianco^ ejjèndo fermi humidi^ ofcH
rii^ hauendo piaceuole guardatura^mcmno per or
dinario in loro compagnia & bontà & uiuacita &
fronte'z;z^ di ingegno: Ma (e Hhumort con la ficcita^
& con lo fplendore Vofcurita permutajfino, CT non^
dimeno con fe§ìofo& lieto & chiaro [guardo miraf
finoydifomma sfacciate'T^yet di cftrema audacia ci
fariano fegno.Ora fe dritto e§ìimoy?ion mi pare che
degli occhi parlandoyaltra cojà alcuna ci reSìi, che
a dirla mi fia neceJfario:per tanto fe cofi confentìre
tCy altro foggetto donando a le mie parole , procac-^
ciaro di menare a fine & terminare queUa fatica ;
onde io fio in fojpetto che a me ne fegua molto di
perdita & di molefiia : Et uoi fete certi che niuno
forfè yod inuero pochiffmo diletto od acquifloyue ne
debba uenire . Se la natura , rijpofe prefiameute il
Qurinì, è quella che cofentìre iluipoffa, niuno ere
do farà tra noi di fi dura mentCyche ardifca a negar
louiiMa feinfinitiifonotutto'lgiorno prodotti da lei^
cogli occhi altri a queftas& altri a quella parte,
alcuni in fuf0}& no pochi ingiuforiuolti}come uole
te che p offa acquetar fi lo intelletto nojlro , non ha*
uendo di tante diuerfita^pure uno foto motto intefo
da uoi^Lauate aduque quella picciola noia che uap
fona il difìderio noftroycon l'acqua dcla grande hu
tnanitade uoHrac^ Et al dijpiacert che Un uoi,amen
^àte nonfolo conia confolatione^ma col giouamento
anchoragrandiffmo che ci date.^lhora lo Spagnuo
loyaffai joggiunfe mi credeua di hauerne^detto^quan
do cercai di perfuaderui , che jenxa là maluagita de
l'animoyi uiti del corpo nonpotejjino Hare. Ala poi
che pure fete fermati che più partitami te fe ne hab
hia a parlare > io ftudiando di compiacerui , mio
mi ingegnerò di fare il uoftro uolere.Quindi il ragia
namento fuo ripigliando , cofi feguito . Fariamcntt
come piacque al CicloyCterno feme di noUre uìte^for^
fio gli occhi de huomini torti: Cociofiacofa che talha
va uerfo l'homero dritto , fì^effo mirano contra il
/iniSìro:Et alcune uoltCy quajfi che amìnedue accendi
najfero al nafo , fono uolti al dì dentro : ÈtTuno al
contrario de l altro . Et quando oltre a ciò fi ficcar:
no fiotto la palpebra di fopra : Et bora in quella di
[otto fi affoggano • Lequali differente , tutto che
babbìario una fola-c^r fimile fignificatione di trifìi
movimenti d' animo y nonauiene peroy che tra lo--
ro non uadano in qualche parte dìfiomiglianti . Ma
quello che confufo ^mefcolato ubo mejfo dinan-^
bene è ragione che per più ferma ìnteiligenxa di,
uoi.ue lo fcpari alprefente^& ue lo dìflingua. Quei
primi adunque che la delira parte rijguardano , la
pa:^ia.
S E C O T^D 0. 121
pao^aja negUgentia, & la menticaggìne hanno ui
dna: Olici che la fmiUra^gli adultcrijyla luj]ìma^^
la ardente libidine : Et quelli che accennano al na*
fo y le beffe , leìgermìncUe^ & le berte. Onde pro^
uede in quello modo la fauia natura , che i Brunii
e i Bujfalmacchi , rifo & dolce':^ de gli huomini ,
per rattemperare t amaritudine eH dolore de la ui^
ta y non uengano a mancare giamai , Meramente
coloro che di tale maniera portane gli occhi , fono
peruero dire j il mele e' l condimento de thumaìia
confue t Udine . Ejji tuttauia faceti ^ con eia fc uno pia^
ceuoliy & fempre motteggiofi & feHtuoliy& grati
^ amici di continouo a l'amore & a legratie , cìr
uiuono in fe medefimi , & aue^^yio altrui a uiuere
la uita foauemente.Ma feperauenturayalcunigli oc
chi auenga che torti in quefl' ultima guifa^ ^ jecchi
infieme , & fifsi , cìr aperti gli hauejjero , ejjì da le
grafie & da lo amore abbandonati, le pfaceuole':^^
'X^ in trujfe , i motti in oltraggi, ^ le facetie in uiU
lanie conuer tendo, negiuUitia ne uergogna non ccì
nojcendoya le maluagita era le triUitie reflarebbo^^
no in preda. Et a peggiore conditione anchora ucr^
rebbono , & la audacia & la ferocità cH dejìo del
malfare accrefcerebbonoyfe gli occhi non rigidi ^
fijfi y ma tremanti & uaghi tenefiino . Quei poi che
l'occhio dritto ne la deHrapartCy e' l manco tor^
corto ne la finìflra, come fono nel corpo d'ambidui
gli fior cimenti partecipi ycofi lapa^S^ia & la libidi
ne r affetti che loro feguono^ne l'animo hanno con^
t L 1 B U
giunte.Bcnfi de però fempreja maggiore & più po
tente fignificatione, donare a Vocino più torto: Ma
ejjendo egualmente queflo uitio ne l'mo come ne L'ai
troyii finiftro ne le f emine , e'I dritto nei mafchifi
ha daprcporre . Ma quando non da lato(come «tr
duto habbiamo ne iprec€denti)an7^pd in fufo od in
giufo è lo fior cimento , tanto alhora più di malitia
crefce ne i mouimenti del core^ quanto meno di heU
Ici:^ ne Icluci [cerna del capo.Di che douend io dar
ne partite regole , dirò primieramente che coloro
che tengono uerfoH fronte rìuolti gli occhia il male
caduco ne le infermità del corpo ; & la libidine y la
golofitay ^lebbre^i:^ in quelle de l'animo ; & ne i
j'entìmentiyhanno per loro proprio loflupore & la
torbide':!^. Et [e queUi occhi tali fi mouejfma con
un certo tremore , non ne può ejfere lontana la epi^
lempfia : od il morbo caduco che fi foglia dire . Ma
quando non tremanti^ma di liuida paìlide'Z^ foffe-
ro dipintiy non ajpira & non attende ad altro la lo^
YO ferina crudeltUyche a mortiM uccifioni& homi
cidi^^e poi grandi fono & uermigli, a igiuocatoriy
a gli effeminatiya i dishonefliy& incontinentiy& go
lofiffimifi conuengono. Coloro poi che per contrario
in giufo portano giratigli occhi , & come ajfogati
fìr fommerfi ne le palpebre di f otto yfentono credo
non fen%a noia , fe hauere da le medefime pajfioni
che quei che in fufoy eH corpo & l'a nìma perturba
ti: Se non in quanto che Iodio & lo fdegnojpiu lun
gamentCy& con più duro & ofiinato affetto ritengo
SECONDO. I2t
tto. T^e d'altro mo^rano d'ejjèr uaghUne d'altra co
fa tanto lor calcy quanto the trauagliarjì in tutte le
loro operationiycon feluaggia & roT^ & aJ}^rafero,
ctta. Ma fetalbora alcuni uedesìe che l'uno occhio
al Cielo y^ l'altro a la terra uolgefiino^tr emando in
ambiduiy & Hringendo le ciglia^ ^ molto JP^JP>
ref^irandOife direte che il morbo caduco fia in loro,
fe non in atto^almcno inpotentia molto propìnqua^
fempre del uero nuntij diuenirete.^lhora il Giglio,
chiaramente difje s'è da noi comprefo per le uofìre
parole^quafi pel lume il colore^ ciajcmia diffcren'^
c'habbiayO nelfito,o ne la torcitura degli occhiMa
ptrcioche non fubito ogni cofa b bene che non è ma^
Uy ne e uirtu non effendo uitio^ne inferma tutto ciò
che non fana, uorrei che intorno a le predette quali
tdynon folamente ci dicefte come non hauefflno ad ef
fere gli occhi:ma più tofìo come effere fi douejjino .
La concauitaj l'eminentia, ne conofciamo: ma il
conueneuole loro HatOy non peranchora fappiamo .
Leuerita de torcimenti ci fono palefi : Ma la nera
forma de la drittezza ci rimane accolta . Dateci
adunque uoi , che lefofche chiare,& le cofe dubbie
certe folete fare^ una ferma regola onde habbìamo
ad intendere la giuHa qualità degliocchiillche non
meno fi conuerra a la uofira cortefia nel come pia^
cerci.che fia diceuoleala dottrina ne lo infegnarcL
^n^T^i rifpojè il Confolojla cortefia non mìlafoia in^
fegnare a più dotti: Kle la dottrina confentCy che di
do che non pojfo debba compiacere ad altrui. Onde
il H
U Gìglio di mono yuoi potè do foggimfe.cì farete pia
cere: Et cofa a tutti noi moftrerete^che non ci e nota.
Che già cofi ingiuri non faremmoyche di cofa ui pre
gafiimoyche tifarla non f offe in uoflra baliaiT^le cofi
imprudentiiChe ciò che noi fapeJiimOidauoi che non
ne haue^le cognitioncy^ìudiajfmo di appararlo . Et
loSpagnuolo alhora, duro pefo cercate dijfe di im^
porre fopra di medlquale io non fo come mi [peri di
poterlo regger e:Klp hauendo in tutti i libri de i paf
fati dottoriy letto giamai cofa alcuna che mifoUeui^
^ulladimenofe la uoHra aita mi promettet^^y io co
ejfouoiy come fedeli cT amici conftglieri , de la ejpe^
ricntia che lungamente ne ho fattOydomandand oue
ne cofiglìo ragionerai jperando che piacendo hora a
uoile mie nouelle offcruationi , elle tanto debbiano
acquiHare di auttorita y (he nel tempo auenire^pof
fano anchora a i difcendenti noftri effere careXt poi
incominciando j cofi fegmò.Mhor a credete che nel
fito degli occhi debbano effere giufii^ne punto oltre^
al douere o rileuati.o bafjìyche da la efieremita de i
peli de le ciglia ^ fino a l'ultima eminentia dei pe-
li de le palpebre tirando una linea ^ouero con un fil
mfurandoytrouerete la predetta linea ejjere diritta,
circolare: le palpebre più de le cigliarne queflc
più di quell'altre , o ritirar fi in dentro o ^ingerfi in
fuori . Ma quando o le palpebre foprauan^ano a le
ciglia y ouero che elle ne fono più baffe , eminenti
nel primi) cafo , & nel fecondo, caui effere fi dicono
gli occhi . Et tanto più o di queSìi o di quegli afftt^
S E C 0 T^D 0.
ti ejjere pìen'h quanto che la eminentìayOuero la con
cauita ne e maggiore • Vada adunque nel primiero
affetto lo [guardo uoHro ^ fen^ia altramente Uno .
compafjb affettare ^ mirando giudiciofamente o le
palpebre & le ciglia : onero [e più u'aggrada( ilcbe
è tanto però)la fommità de la carne del fronte qui fu
hìto [opra degli occhiy& la fommita parimente di
quella de le palpebre:E'l fronte più di queHe^ o quc
he più del fronte ueggendo ali^arfhfecodo la propor
tione del più & del me7io, Valte%T^ a gli ^ fini od
a i Buoi y cr la baffe^i^ degli occhi od a i Leoni, ód
a le Scimie rafomigliate: Et in quefìo modo o fcioc
chio buoni , o prudenti o malitiofì giudicate gli huo
mini.Ora ueduto adunque quale fia il giù fio CT uero
fito de gli occhi, da bora inan':^ cerca il torcimento
CÌr la dritte^ loro, & cerca l'apritura el chiudi^
mento , poi che cofìuolete ragionar emo . Gli occhi
che fermi flando, hanno nel mexo a punto di loro la ^
puppilla dritta , ne più da tuno lato che da V altro fi
ci fcorge del bianco apparere, mancano certamente
di laterale torcitura . Et quei, la cui circonferentia
eflrema de la ruota^cofi ne la parte difopra comein
quella difotto,è fempre da le palpebre coperta, non
effendo ne ad alto ne a baffo riuolti,drìtti fi debbono
domandarcele più chiufi od aperti fìimare,che con
uetieuole & giufìo fi fia .Ma quei che me%a o più
cori le palpebre tengono occupata & nafcofa la tuo
a, come che egualmente da ambedue le parti , più
nondimeno fon chiufi , che la ragione, an:^ che
, j L 1 B A. 0
la natura commmemente fia ufa di comportareiOn
de i triUipenfieriyO l trauagliare tuttauia ne V ani-
mo cofe horrendey hanno fempre in lor compagnia.
Quegli altri poi che per contrario moflrano tutta in
tiera la ruota y & con effa infieme molte uolte uno
brcue cerchietto del hianco^peccano d'altra parte in
troppo apritura : Et a la adulatione > a la letitia de
r animosa le bugie^& La uanita fanno perpetua [cor
ta. Quei neramente che non da ogni banda [coprono
il bianco y ma folamente o di [opra o di fottoy cr
guanto da Vun lato di queUo pale/ano , altrettanto
da r altro ne afcondono de la ruota y da niuno credo
che porti occhi in fronte & in capo fenno , dritti
debbono effere giudicati : ^uenga però che in alcu^
ni il torcimento fia co fi poco , che non pure il fcnfo
ncla prima uiHa noljentaima a gran pena conmol
to anchoradi attentionepojja comprenderlo: Ma no
per ciò ui mouejfe a doucrli non torti crederesti «e-
dere che molti fiano coloroyche ne la parte inferio-
re degli occhi^nun celano alquanco di quella bianca
humiditaycheper nutrire & temperare il fuoco de
lapuppillayui ci ordinò cjpofe la diuina ^ fauia na
tur a:per eh e più proprio è de la moltitudine di accre
fcerCyche di fcemareil uitio: Et oltre a quefìo y cia-^
fcuno fa che fempre trai poco eH nulla^come che pie
ciolaypure ci ha qualche uiucrfità.^dunque non do
ucte in tutto dritti credere che fiano queiì'occhi :
quantunque cofipoco come ho detto ?ie paiano tor^
ti Jquali forfè in tanto numero ha uoluto produrre
S E C 0 J^D 0. 124
la natura y perche col difiderio de le cofe Veneree^
. che tanto e Loro naturale ^ proprio^ quanto a i cS
trari e la follicìtudine e ipenfieri^fojjero come fojìe
gni de Hjumana generatione . 7S(e altramente fola
^per quefia ragione^fono come ftimo da lei tra morta
li creati : che fiano dal prudente capitanOyper le fir^
la cr in ciajcuna parte de refcrcito , difpoiìi alcuni
huonùni di notabile uirti4:accioche col ualorc & con
reffempio loroyficurei^ falute apportino a tut^
te legenti.Ora dapoi che in quefio modo ragionato
hahbiamo di tuttofi corposa giù da i piedi comincia
'dOy& fu montando Jin ne la teHa, quattro fole cofe
^mi fi parano dauanti per ejjere dette da me. La qua
lita^& la quantità de ipeli in alcune parti de la per
fona: La uoceùl mouìmentoii^ la ftatura . De lequai
'fornito una uolta di far parole^uoi d'udire , & io di
fauellaregiaftanchiyripoJeremo.Dico per tantOychè
gli huomini molto ricci ^ ne i capelli crejpi , man^
cano rade uolte per quello fegno di fraude & di tìr>
more:Doue quegli altri , cui diflefa & ritta chioma
donò la naturarne coflumatiynepiacenoliyne faui e/1
fere,ne buono ingegno hauerc pojfono in alcun tem^
po . similmente la molta jpejfe'^r^ dei peli ^ de le
fiere è propria:Et,la rarita^fen^j^a maligno & ingan
neuole animo con difficultà fi ritroua. La tenerci^
anchorayha no fo che difeminìle er* di rio: 7^e però
la dure':^ y fi può credere buona & uirile : ^wc^i
più tojloy^ beiliatey& feluaggiay& afpra y & ro^
'^.lefipuo dire . Dunque fe queftieftremiy tengono
• • • .
L I B 1^ 0
xome fi uede , tutti qualche difetto , bene è ragione
che per cofa certa ci fermiamo ne l'animoyqucllofia
to che temperatamente de Inno CT de l'altro è par^
(tecipe^ejjere (opra tutti gli altri perfetto: Et nel cor
po belle-s^a cr leggiadria^ 0 giuHitia accrefcere ne
l'animo & intelletto. Saranno adunque i peli che lati
depoffano meritaréynohYtcci o diflefiyma inanellati:
non rari o folti^ma mediocri: non teneri o duri y mei
conueneuoli.Et alhora quel tanto di bene che da lo^
ro ci può ucnircychc in uerita non è molto , intera^
mente confeguiremo/QUeHaela fomma adunque^in
uniuerfal parlando di tuttofi corpo: Ma partitamene
tey & fole per fe fiejfe le gambe tutte folte di peli ,
ne l'ingegno ro%e'xi:^^& ne l'animo importano fe-
rita.se neramente la parte loro difopra folo è pelo^
fay& nuda & polita quella di fottOypartitaft la ro^
is^'^M ferita fi rimane : Ma quando per contrae
rio à le cauiglie intorno haìino molti peli y come à i
lafciui becchi furono dati naturalmente y tramutafi
élhora la ferita in libidine: Et confciocca uanafim^
plicitàybene bufata di far fi compagna. Le cofciepoi
e ifianchiy& tutto intorno a i ge?iitali ingombrato
di peliyfe ci gioua di credere a GalenOyardentijJima
lufjuria dimofirano:Ma tale per òy che previamente
fi fatij:Et di nuouo anchora in un tratto riacce fafi »
cerchi uouellamentc di ejìinguere il fuo fuoco ♦ Ca^
loro che in un proponimento non fanno & non pof»
fono lungamente fiar fermi , & fono tutti nani &
lafcwii abondm & nel pmo & nel nentrc di mi
S E C 0 T^D 0 . 125
ti peli: Ma fé nel petto filo cofi fojjeroynonpiu
ni & tmtabil 'hma accorti & ingannatori diuenireb
bono. Quegli altri poi che gli homeri & la fchie^^
na hanno taleyuolano come gli uccelli co i pen fieri
per l'ampio cieloiEt digiardino ingiardino uagan^
dOj& bora quello bora quell'altro dijfegno ombreg
giando con V intelletto , trouano a la fine fi /piegar
l'ali per l'aria uana.I Leoniyche di grande'^7;a d'ani
tno & £ ardire tra tutti gli animali non hanno pari^
portano cofi uolendo il cielo che loro le diede yint or ^
no al collo le loro corone: Onde ci ha poi la fimiglia
%a fatto uederejgli buomini che in quella guifa han-^
nopelofi il collo , effere parimente magnanimi &
coraggiofi.Ma come le predette parti per fe^ in que
Ho modo folte dipeliMnno come fi è ueduto 0 que^
Jia 0 quell'altra fignificatione ; & come quando ad
un'altro animale fi raJimigUano gli buomini per
quei figni; cofi tutto il corpo egualmente pelofo j
gli Or fi non filo negli ajpetti^ ma ne' gli affetti an^
ebora ci debberapprefcntare.Le ciglia neramente 9
dapoi che ancho di loro hanno parlato iSaui^effcn--
do (pejfe dure & congiunte^ il dolore & la manin*
coniay& infieme la malignità & l'inuidia non han^
no lontana : Mia quando ritenendo le primiere loro
due conditioni , in luogo de la ter%a , fi difendono
ìunghifiime infino a le tempie , & dinan^^ uerfo'L
nafo alquanto fi piegano y&nei coflumi eSìeriori
del corpoy & ne le uoglie interne de l'animo fi con^
fanno in tutto ao iporci.Se poi non cofi lunghe uer^
Z I B O
fogli occhhma folamente fono piegate dinariT^i ^ la
àjprexj^a, la ritrofiay & la jpiacenoleT^'s^ayfcmpre è
con loro- Ma fe il nafo lafciando fi accosìafjero mot^
to a le tempie^non ajpri alhora, ó ritrofi^o Jpiaceuo--
li;tna bugiardiyHami& inganneuoli buomini moflra
rebbcro:Et fe ne a cjue^ìa parte ne a quell'altra in--
chinafjeroyina diritte egualmoite fi fiejjeroy tappeti
to ardente de la lujjkria palefiirebbero . Ma oltre a
tutto cjHtfio jdijjeanchora Arinotele prima y &
^damantio poi , che Jcendvndo i capelli fin giù a
mczp ilfronteyO' quindi in due parti diuidendufi',
era per ordinario quefio fegno indicio d'ottimi affet
ti: Et runoM benignità & la cortefia; Et l'altro, la
grandcT^ de l'animo & la forte^:^ gli attribuii
ua.^riSìotelel'bumanitày & ^damantiolauirili^
ta gliconcedena: EtqueHo [opra la fembìan'iìra de
gltanimalis& quell'altro foprai ge§ìi ^ fappa-^
' "tentia de gli attuali coftumìyilfiio giudiciofondaua^
Ma noi per molte ejperientie fatti certi del uero ^
più tofìo ad ^rifloteleyche ad ^damatio giudicbia
mo che creder fi debba. La uocepoiyfi come iifuono
la qualità de i metalliyfuole palefare anch' ella le na
fcoUe cqnditìoni de l'anima • Quindi hanno detto i
Sauiyche nel tempo antico i& nei moderno hanno of
feruato la natura humana^che il parlare grane grof
fo & alto y a gli oltraggiofi fconfiderati & golo
fi conuienfi:Etche coloro che dal tuono graue inco^
minciando finifcono ne lo acutbycio e come fi dice da
la uoce groJf4 ne la fittile , uiuono odiofi fempre 4
SECONDO 116
cìafche duna per fona: haitendo in un mede/imo tenu
po combattuto il petto da dijdegno, & maninconia:
da colerayi^ dogHa:& daHiXji^i& lamenti. Lauo
ce ueramtnte forte grojja & inuiluppata^ come ella
èpropriadeirobusìi & fieri maflini, cofi ne gliaf-'
futi d'ira ardente onde loro l anima auampa; & ne
i coHumi poi , le ingiurie ^ le uiolentie , gli oltraggi ^
& in fine l'odio de gli huominiiè feco fempreufa^
ta di ritenere . Chiunque poi in fuono acuto chiaro
er molle ragionarla uUtayl'cff'eminatione,^ la lafci
uia fuayfcopre per fe medefmoiMa quei che la acu^
teo^ delfauellare in/ìcme con la ficcita & l'afpre'^
%a congiungono yla mobilitarla leggiere':^^^ la ua
ria & inflabile incoHantia, più affai che ciafcun'al-^
tra cofa hanno ferma nel core:!^ u'ha ragione an^^
chora che fi debba per buona lodare , la uoce frale
languida & lamcnteuole:Che an-i^gli anari^imeftif
0- fojpettofi fopra tutti gli huominiydi continouo Cu
fano tale:Che però con quefie pajfioni ne l'animaceli
fere uon debbono buoni creduti . Et tanto preffo a
queUo di timore tiene & di pìgritia Cacato tardo
debole parlare^ quanto ha di temerità & di pa-i^
'^^ayla forte frettolofa & grauefauella:Et fimilmen
te in udendo alcun tuono jiridente rifonante acu
tOynon hauete cagione alcuna di rallegrarueneiper^
che ne uigor d'animo^ne acutex^ d'ingegno ne prti
dentia con lui fi ritrouagiamai.Sola la uoce grojja^
i& concaua,& ritonda diro cofi , come quella che a
la leggiadria^a la bQntà ^^a la uirtn è concorde 1 h \
L I B 1^0
drittamente degna di loda.Coloro ultimamente y che
a gran pena fnodare & mouere pojjono la lingua a
formar le parole ^forje perche fu in cielo quando nac
qucro JoUenea Mercurio qualche notabile impedì--
mentOyla prudenza & Vaccortex^^a che douea loro
uenire da quel pianeta^ conofcono fe hauere con ma
litia & con uanìtà permutato. Quindi al dottore pa
rendo che il Confilo di queHa materia non uolejji
coja alcuna ragionarne più auanthin quejio modo di
cendo [egli fece incontro. Foiper quel ch'io fento
non hauete penfìeroy ne fete di coloro diJpòSio di far
parolcyla cuiuoce loro nelfauellare entrando nel na
Jòyvende loro le nari Tonanti: Et pur mi farebbe fom
inamente car0j& co fi credo a qucfli altri Signoriydi
ejfcre certi quale maluagita y foglia hauere per capa
gna quel uitio. Terò fe cofa alcuna di ripoflo in quo
fio cafo tenetCyrecatela ui prego a la luce: Et mofira
tecela apertamente. Et egli alhora y ìion era dijfe in
uero mio proponimento di altramente parlare di
quefli moftri cìr giuochi di TS[aturaychegiudicaua do
uerui baciare , Vhaucre io detto più uolte , tutti gli
huomini che naturalmente hanno difetto & man-^
camento nel corpo^ effere mede/imamente ne le qua
lita de l'anima yfempre mancheuoli & guarii . Et
per certo partitamente di cofioro che talmente
ragionano y che altro limate che dire fe ne pojfa,
fe non che più s'allegerino de le altrui mìferìe ; che
non fanno de le proprie felicità? Et che più sat^
triSiino de le cofe pro^ere altrui i che de le loro
S E C 0 7^ D 0. 127
aduerfe non fogliono f Et freddi di perpetua inui--
diajportino in queHaguifa di continouo gelato il co
re di malignità. Et che la fede & la uerità da loro
. sbandendo iCome Romolo ne lo ^filo a i malfattori^
diano per contrario nel petto loro ricetto ^a la sleal-
tà & a lafraude.Or poi che de la noce tutte le fìgni
ficationigia narrato habbiamo , porche il fiato è la
fojlanT^ & la materia ond'ella fi creaydal proposto
nofiro non ci partendo , di lui alcuna cofa Joggiun^
geremo . Coloro adunqae chenelrejpirare eshalano
gran copia di fiato , anfando come je lunga fatica
dianzi durato haucjfmo , fono per ordinario mali-
gniypai^: & projontooft: Ts^e tengono 0 ne le ma--
ni 0 ne la lingua^ ne modo ne mifnra alcuna : ^n'j^
fen':^ nullo rifpmo , dicono & fanno difordinata-
mente jtutto ciò che da l'empito de l'animo loro, uie
ne lor fubito mejfo dinan'j^i . Ma quando il fiato è
molto j&firide & geme ne l'ufcir fuorivia eblprex;^
%a alhora & la ferità ua can Ini. Et fe altamentefpi
rando y fi manda fuori pel nafo lo fpirito jpejfo CT
leggierOy& la fconfolatione , & la paura coUoro
fi conuiene : I quali molli anchora & effeminati ef-
fere poffono di leggiero^quando altri Jegni in queàa
medcfima fignificatione confentano.Infomma come
dijfe Scotto.chiunque molto fiato eshaUydipoco ie-
re non può coment arfi.Ma da l'altro lato lo fpira-
refi foaue & piano che nulla fi fcorga^fempre da
molti penfieri fuole e/fere accompagnato: Lanatu^
ra de quali, fe accorti &giudiciofi farete^facilmen-
L I B 1^0
tey& fenx^ errore ne gli occhi conofcerete . Ma fé* '
ejjetido fiato lungamente quieto ^ efce poi il fiato
confurìaicome Vacque fogliono de fiumi ritenuta
da qualche foftegno y feni^ dubbio da [celerità non
f icciola ne e V anima trauagliata: Et fc cofi fpe'7;p^^ W
tamente jpirando ^ mone alcuno gemendo la tettai \
egli certamente fi pente ^di alcuno fiio detto o fatto
waluagio : Benché fe quefto gemere ^^ fe queflo ta
le mouerdi capo^fi fa tenendogli occhi fijji & inttn
tiypiu toHo u'e alhora imagìnatione di male^che pen
timeto.ll fiato adunque che fuauemente^a poco a po
£0'& fen%a flrepito eshala,è certo indicioydi buone
Cjr honefte ccnditioni ne l'anima • Tslel movimento
foìych'cfferegìa diffi la ter^^ parte di quelìct mia
eUrema faticaiOjJeruafi laprtftei^ & la tardità :
'Et la hreuita anchora & la lunghe^^i^. Quei per ta
tOiChc con lunghi <^ tardi pajfi hanno ufan'^ di'ca-
pùaaeey abondano ordinariamente di pruden'3^ e^r
d^auedimentoiTSle lafciano che in foUicitudine er di
ligen'xai molte perfone loro uadanoinan^i: Et fono
per cofi dire^molto operatiui: Et att 'ifjimi a qualun--
quc cofa fi uoglia. Ma non pero adiuiene^che la dot
ceT^ de la familiare conuerfatione^con non fo che
di ^iaceuoltj^ CT di ritrofia , affen*:^ CT tofco di
queUa uitay non fogliano uelenare & inamarire - I
fafii ueramente che infieme con la tarde'^ hanno i
congiunta la breuità , ritengono bene la auerteni^
& r accorgimento : ^ medefimamente la noia zf
ilfafiidio:Ma d'altra parte la attitudine a le fO-
S E C 0 7^ D O. 128
fey ^ la dìligenx^y& la foUicitudine abbandonami
Et in luogo loro. la inettiai& la pigritia , & la tra
fcuraggine accettano . Etfpejjò (come dijje ^da--
rnontio)la auaritìa e di fari con cjjb loro: che poi a
douer dejìare la robba d^altrui^ CT talhora ad muo-^
larUy inchina & fpinge chi loro mone ♦ Ma la lun^
ghcj^ poi con la uelocita del caminarcycome è pie
na di bumanita di piacetiole^^a & di cortefiay&
come h fempre rijj biuta <^ eìpedita ne le faccende,
cofi da l'altro lato di fermcT^ & Habilita di con^
fglioy& diconfiderato & [amo difcorfo y [mie ad.
ogni bora fcntir mancamento.Coloro al finecheina
dando fanno ipaffi breui er ueloci , non tengono fe
mi credcttyan'^^pure fe ad ^rifiotelcy CT ^daman
tio,& a tutti gli altri Dottori preHate fede ^eccet-
to facilita ne lo imprendereyin fe cofa alcuna di buo
no • Concìofia cofa che la leggerexj^y& la profun^
tioney& la mordacita,& le calumniejjabitino fem^
pre ne la mente loro: Et fiano parimente tuttauia
ne l'animo dubbiofune ipenfieri inuilluppati:Et fo-
Jpefi al fine in tutte le loro deliberationi : Et fopra
tutto queftoy auarìffmii & maligni : & dì tutti gli
buomini timidifiimi. Se ueramente alcuno caminan
do infrettayHarainatto di fofpettofo & temente,
cìr tutto fi riSìrignera in fe Heffo , da luì potrete
certame te hauere^fermiffimi inditi] d.i timor e ydi inai
uagitaydi miferìa & difcortefia. Ma fe col frettolo
fo mouimento fi moHra ne gli occhi non fo che di
pertur batione & d'horrore , & rc^irpfi anfando.
L I B F^O
fie ft tiene ferrra la tcSìa,mn cruàte ,'non curate di
co di hauere amicitia con huomini tali: Terocbe am
litio fifiimi,&maluagi, & da ejjere fuggiti (ono il
più che ft fojjà . Lapre^e-^^a poi con la dritte':^
infieme de la perfona»ritenendo nel mouerfi mia cer
tr degnità & honeiioleT^M fempre prejjo lyUu
to cr uolpìno accorgìmento:Ve mancagiamai d'a-
nimo & d'ardire , ne l'entrare primieramente , &
poi tic l'efeguire qualunque imprefafi uoglia. Situil
mente il fermarji fen'^ alcuna cagione nel camina
re,e'l riguardarfì intorno con la teSìa altay ne humi
leyne caHo.ne benigno non può cjjere giamai : an^
lo ^re^T^ar tutti» & la fuperhta.cr l'acce fo ardore
degli adulterijygli h fempre (come a taria il uento)
naturale & proprio.l mouimenti poi & de le ma-
ni & de le braccia^non dubitate punto che ne la rne
defima ft gnificatione non entrino» che quelli de pie-
di.Ma il mouerfi ne gli[homeri>& inftcme con tutta
la perfona lieucmente inchinarfi,h molto conuenien
te a la pruden'^^^al ualore,eala magnificen-:^: Do-
tte chi gli homeri folamente moue, & ua dritto &
pettoruto con la tefla in altOil'ambitione, gli oltrag
gi,& Vofiinatione ha fempre ne l'anima.Et queHo,
a i caualli che talmente caminano , fi può affomiglia
re.Et quegli altri,non meno ne i mouimenti de Vani
tuo che in quelli del corpo, a i leoni debbono effere
pareggiati.Chiunque poi,fi come il cane adulatorio
faueìlandOiOttero andandoyfi torce,& fi dimena ue-
Qctment€if otete il uero oredendOi giudicarlo fìmtt-
latore.
S E C 0 Ù 0. Tip
latore^ hugìardo.fallacey & ingannatore. Ut oltre a
ciò 5 effeminati fono coloro che uanno piegati ne la,
deftra parte: Ma pili pa:^ a la fìnc^& più lujjurio^
fi quegli altri , (^come hieri ^ boggi più mite ti ho
detto) che ne la manca fi inchinano .Orne V ultimo
liiogo^a ragionar mi retta de Ihumana flatura : La--
quale è bsn ragione che hoggi chiuda & finifca que-
Ho ragionamento , poi che hieri mettendoci in bat-
taglia j l'apcrjè primieramente cr gli diede prin^,
àpio . Difiguale per certo cìr mal partita pugna fu
hieri tra noi^dijjè alhora l'^mbafciadore : quale fi
come fcriuc Homero ^fu nel tempo antico tra Dio-:
mede & Glauco . ^n^^i per uero dire , quale fareb-
be fe ua Glauco foloyche fu quel ioycon due Diomedif
chcnti uoi col Dolce infieme mi rajfembrafleyfì met--
tejfe con tarmi a terminare fue liti. Ma fe ne l'altre
cofe y iniqua colpa di mio fero desino a Glauco mi
fece pare , benpojjo certamente andarmene altero f
che in quefi'una l'auan^^o : Et di gran lunga megli
trouo fuperiore . Che doue egli la dorata fua arma^
tura con la ferrigna di Diomede mutOy io il ferro de
la mia rorafauella.con loro de la polita uofira elo-*
quentia , ricca felice permutatione hauero cam^
biato . ^nxi foggiunfe fubito lo Spagnuolo y io più
tolìo 3 & come Sìimo più giurarne nt e , me Vallan-
te facendo y uoi Turno giudicarci : hauendo con la
for%a de uoflri preghi y armi uìa più pungenti di
tutte r altre , del proponimento onde era ueUita U
uogUa mia, ciò è di non ij^endere parole in fimil ma
L I B B^O
feria , me jf obliato uiolernemente .7{on affermate
quefto^dijje albera ^leffandro Dolce :Che ad alcuno
di uoiygiaper ninna guifa fi conucngono^le già dette
fimiUtudini:quado ne egli Glauco fuo ejfere^^^uoi
Vallante e ragione che fiate, Ma più drittamente ere
dendoy& da quello che la bonefta uuolepur di tanto
non ci partcndoyuoi che domato & cfiinto hauete il
fero moftro de l'ignoratia che in me uiucua^degno fe
tinche ad Hercole ucciditore de Cinghiali & de Ser
pentiyUi pareggiamo: Et egliychepregandouene ui ci
sfor xpi fiira quella immortai Dea^ che a le fatiche ,
an-^ pure a la gloria jHerolc . andauafoUtcitando%
Ma perche il moflrorrìioyfi come l'Hidra ifuoi capi
non rinouelliy feguìte inan'j^ con la (pada de lo infe-^
gnare , tagliandogliene infino al fine . Quindi ri^
prendendo afauellare il Confoloxofi feguito.Gli huo
mini adunque dijìatura molto picciola & hreue^che
da uoi signore ^lejjandro poi che fi Dolce fete non
fo dipartirmi ^ douete crederli fagacì , afìuti y ingC"
gnofi 5 & accorti ; Et ne le loro operationi > cofi nel
corpo come ne l'animo rifguardando, prefìijfimi &
uelocifiimi.De laqual cojayejferne certa cagione gin
dicare dobbiamo^ la molta uelocita : onde fi come in
ficciol luogOyin lorofimoue il fangue:Da cuiyfi come
lo fplendore dal lume^la uiuacita^^ la chiare':^ ne
uiene de lo intelletto: Et è fol quella anchorayche co--
fi frettolofamente mone le membra : tutto dico , che
la difpofitione & la preparatione de P animo altra^
mente intenda. Ma da f altro lato la grande^ fo^
SECO TSiP:,0. 1^0
uerchia & [proportionata , non fuole ualere giamaì
de r ingegno : TS^c ha potere alcimOydi moflrarenel
corpo {retta & celerita.Tero che efjcndo dal core al
ceruello molta dìftantia , tardo ne uiene ad ejjere il
mouimento degli (piriti uitali : Et non pre/ìe poi le
imaginatigni i l>{e mfieme le attigni corporali . Ma
come generalmente parlando > (jhcJIc due propofitio
nipojjòno ritenere qualche dubbio iCQjì ne le particu
lari dislintioni , fempre certifiirne ne riefcono . Ora ^
adunque cofi distinguendo^perche nontalhorafalfe,
ma fempre uere;non alcuna fiata dubbie ^ma tuttauia
certe;non tal uoltafmojje & croUantifhma di conti^^
nouo falde ferme fiano le cofc da noi propojieui ,
dico che la breuita & la picciolcT^ de la datura ,
unita con la fecchcT^ de la carne ^ con la nerex^ ,
0 con la roffe:!^ de i peli , & con la abondan^ del
calore naturale^ non può fe dritto guar diamo y e/fere
utile a cofa alcuna . Conciofiacofa che effendo alìjora
il moto del fangue^ fi per la fircttCTi':^ del luogo, &
parte per la caldc:^ de la cowpUjjéone uclociffymo
non può cìn talmente e formato , ne ancho per breue
/patio di tempo iflare in un medefmo propoìiimento
cofiante: ^?i;^diuno di/iderio& d'uno penfiero
in un altro , prirha che nifi fermi punto yfdrucciola
& rouinaprecipitofamente. Ma per contrario i lun
ghi humidi & carnofi , & bianchi ne ipeli & ne la
carncy ^ in fomma non poueri d'humore & dijred^
dc^^j per qual cagione ejfere non debbano in tutta
la uita loro inettijjimiyper ine in ucrj) comprendere
I 7 B 2^ 0
gìamai non faprei Che mouendofì in loro tardamene
te il l'angue^fiper la ampici^ del uajoy & ancbora
per la fredde':i;^ ò^- per la loro naturale bimidita ,
uengono a confeguire ro-zjfjimatardita ne lo inge-
gno : uana & inetta femplicita ne l'animo : nel
corpo 3 (pìaceuole odiofapigritia ♦ Ma da l'altra
parte le perfine picciolejnmidey bianchey& difred
da compLcjJloneybanno i mouimenti del corpo tem^
perati: Ei difcor fi e i concetti dt l'intelletto , fag--
gi y prudenti , aucduti , Ter che la tardità de la
natia jreddei^y tempera > ordina , CT* compone , la
uelocita del rnouimento de gli [piriti : da la breuita
procedente de lajìatura. Et parimente lagrade^j^
afciutta bruna & pelofa y & per altri manifcftife-
gni ricca di calore & di ficcita y femprc fuole ejjère
temperata yfenfitiua yprudentCy i^.ingegnofa . Che
la celerità , che dal calore da la fecche*^ ha ori
gitfe de la compie fiione^mefcolata infieme con la tar
diiki dal pigro nfoto najcente degli interni jpiriti > è
fempre di creare tifata uno perfetto temperamento :
Donde come dal Sol la luce^ uengono gli ordinati &
regolati mouimenti del corpo : Et medefimamente
ilbuongiuditio : <^ l'accorgimento : e*l maturo &
fauio configlio . Totete adunque da tutte le cofe da,
noi hoggi narrateui , come fouente habbiamo det^
to y trarre qucjìa generale ^ certiffima conclufione:
che la mediocrità ne la Sìaturay la temperanx^ ne
la compie filone ynon trappaffante in calore od in fcC'»
^he^^^ne infredde'^:^^ qì inhumoreì debiti ter^
S E C 0 Ti^D 0. i^i
mìnì:& ftmilmme la proportionata dijpofitionc de^
le mernbray foglia nel corpo naghei;^^ & ornamen-
tOj & arrecare ne l' anima gwjiitia:forte7i;3^i: pru^^
denxci:& temperamento.De lequai la primicrayco-
me dijje Vlatone , ^ tutta inftcmc la antica Thco^
logia y fatta di nmuo bora riffdendere da la accefa
uirtH diMeffer Triphone Gabriello , ne efen%a al^
cun fallo donna reina imperatrice . Et per con
trarlo poi quando le membra non feruano la loro
proportioneyquando la compie fiione non e tempera .
ta,& ultimatamente od in lungheT^o od in bn uita
la Hatura peccando , fo':^ ne appare e difforme^
nel riguardare il corpo: Et trifta Jifente et maluagìa
nel conuerfare l'anima finalmente, Tanto beati adun
que sfortunati color o^che quel bene & quella per
fettioneMnno in forte bauuto dal Cieloiquanto mi^
feri & sfortunati co/loro ychc non per loro colpa:ma
perche cofi uolfero quegli eterni lumi , ne mancano
priui ne fono. Et felici te aueturoft uoiyfe quefii U
fciadOiCt a quei primi co ogni uoftro potere accolla
douìy cercarete di bauere parte di quelfauore cele-
[feconde nobilmente i pregna l'anima loro.Ora per
cbe dei fegni che effere debbono offeruati da noi »
alcuni come ho detto con maggiore forxa & più
chiaramente pale fano la uirtu loro che glialtr iyftu
diaro al prefente difarui certi^quali fiano quelli che
habbiano tanto di ualore & di authorita : Et quai
parÌ7nente quegli altriyche nefentano mancamento.
Tutti quelli adunque che ne i luoghi eletti^ principa
L I B B^O
Ih&pìu nobili fono de laperfonay& doue prìncipal
mente dimosìra V anima l eccelkntia del [uo potercr
come gli occhi Jlfronteyil capo^ & la faccia, onde fu
che dijjè ^pulegio , che tutto Hjuomo nel uolto &
ne la teftafola uiueua^come tali,ejjere debbono pri^
mieramente confiderati da uoi:Et nel fecondo Luogo^
auertirete gli homeriùl pettode bracciale mani: &
con le gamberi piediMa ne l ultimo poiylo fiomacoàt
uentrey^ quelle pani doue il centro pofe di noSìra^
ftatur agl'architetto , e'I fabricatore de gli bumani
corpi. Doueteanco ejfer cauti di preporre fempre la
fignificatione de i fegni propri , a quella che i com-^
muniprefìar uipotefferoiperche come altre uolte ha
dettOyqueftiJpeJfofalfi conofcerete:^Et^con quegli al
' tri ytuttauia albergare la certc^ ritrouerete. Che^
fe ijègni communii come fono il colore uermiglioy la
molta carne^é* la fanguigna complejfione^mi mojlraf
fiero alcuno liberale er franco ycome noi ufiarno di di
reyilquale nondimeno ne la faccia picciolo & far--
mojér congiunto CT rifirettofojfe negli homeriycht
fono propri fegni di f cor te fa & d'auaritiay debbo
drittamente giudicare uolendoy a queHi ultimi affet-
ti, uolgcre inchinare ilpenfìero . Ora ultimata^ ^
mentCy&per fuggello & concbiufione di quanto ho
ragionato fin quiydouete(preuedcre uolendo lafor^
tc^ d^alcuno) quelle membra offeruare principale,
. mente , con lequai le gagliarde & forti operationi
fi fanno. Male bracciayle mani, gli homeriyle cofcic,
& i piedi y fono quelle membra a punto ^ onde pia
S E C 0 T^D 0. i^Z
fortemente. fi adopera llmomo: adunque per la lo
ro qualità fi de primieramente giudicare il ualore
& lafor^a . Etfelo [degno poi, & fe l'ira conofce
re ne uogliamo , pero che è primo il core ad ejjere
da quella ardente pafiione infiammato & acce fondai
petto y da le colie y&dalo Homaco , membre uici--
ne al core , ilgìuditio noftro informare ne dobbìa-^
mo . Et co fi parimente in tutti gli altri affettila go^
uernarci CT a reggerci habbiamo^ Ma /opra ogni aU
tra cofa^flate di continouo fermi & intenti riguar^
dando negli occhi:percioche quiuìfiedonOy quafi tut
te le fignificationi de le nofire uoglie: Et per loro{co
me per fineflre aperte) tr affare & traluce V anima
noflra . ^duìique tutti ifegni che ne gli occhi ho
detto douere efjereauertitìy con tutte le forxe de la
uofìra diligcntiay attentamente confiderate: perche
quatunque ne VapparenxapiccioUfienOyhannopero
negli effetti grandijfma differenza* Dopo quello ^
facendo fegno il Confilo di hauere il fuo ragionamen
tofornitOileuatifi tutti da federe^ attefero ad altro .
IL F I T^E.
In vinetia , per Ciò* Grifo
M D L X I X,
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