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Sunday, September 14, 2025

Grice e Pellegrini

 I SEGNI DE LA 

NATURA NE 
L'HUOMO, DI 

ANTONIO 
PELLEGRINI 

Antonio Pellegrini, Cristoforo 

Canài 



HI 




DE LA NATVRA 

NE L'HVOMO, 



% DI ANTONIO PELLEGRINI. 



Con Trimlezw. ^^^.^òi^Jf-^^-. 





In vinetia , per Gm^vm ^ /. 

7v A**':"* 





^ LO ECCELLER^ 

tipmo Duca di Camerino , Il 
Signore Ottauio Farnefe , 
Chrijfoforo ^ecanale, 

Onofcendo per uiua ^ 
certa froua , EcceUen^ 
tipmo Trencipe^che lo 
intendere pienamente ^i affetti 
humani, apporti in tutte le opera^ 
tiont de la uit a, gr andiamo gioua, 
mento , ^ Comma dilettatione a 
.Mortali ) m'e caduto ne t animo , 
per fare queHo piacere, ^quefta- 
utilttade agli huomini, dt pub li ed' 
re ( anchora che fenz^a ilconfènti- 
mento di lui) alcuni ragionamene 
ti : fcritti ne gli anni p affati , da 

a ij 



mio compare iiPkfeJJer (tAntonio 
Tellegrini : Me i quali ( fe in alcu - 
n altro liho ) fi può perfettamente 
imprendere , quejia fi diletteuole > 
f^* fi gioueuole dottrina . Eiluero, 
che il penfarmi di uolere far con- 
tro a la opinione, ^ del Compare , 
^ de lo amico J,a mente^pronta da 
fe y a procacciare il bene , ^ l'utile 
commune alquanto mi impediua 
^mi ritardaua.Aia fuhito^quafi 
un raggio di Sole tra nuuoli , mi fi 
fcouerfe lo lj?lendore ^ l'authorita 
de la Ecce [lentia uoHra . Et giudi 
cai che facendo io ufcire quefo li- 
hro ne le mani de gli hmmini , col 
felici fimo uoflro nome in fronte , 
non folamente ciò douejfe a tuiy f- 



cureXzjd ^ fauore col mondo ; ma 
a me anchora con lo amico imer ito 
^gratta acqmUare , ìsle nera-- 
mente , fu non ra^ioneuole, ^non 
git^fio il mio fenfamento :Pero che 
qual Frouincia , qual Cittade, 
quale e finalmente quelt huom o , 
che ardijca di oppugnare quella co 
fa ; cui mi rigenero dun tanto Im^ 
Peradore,Jiate feudo ^difefa ? Et 
a cui darà l'animo di biaJimarla\Ce 
uoi, nipote d'un f felice coji fan 
to Pontefice, l'hauerete accettato 



? 



fermjlraìEt le firet e patrone \ 
Et d! altra parte, come potrà lo aù 
thore non gradire,'^ non hAuer ca 
ra queHa mia operai ione fentendo 
ilfuQ libro, e [fere uenuto ad mchi^ 



nami ^baCciarui la mano,come a 
(iio Signore ? Alche far e, egli mede 
Jtmo,Jè le jke occufationinon gite 
le hauepno uietato, uolentieri ue- 
nuto farèl?be:Non Joloper le moL 
te, ^ tutte rare uniuerCali cagio- 
ni, onde fopr amolti Fremì fi:, ^ 
admir abile fete et amabileyma par 
ticular mente , perche benefattore, 
^ signore fete de fuoi . iAccetti 
adunciue la Eccelle ntia mlìra, 
quefio libro con allegra faccia : Et 
rimiri in lui , quajiin lucido ^ va 
litolpecchio,tuitele fue buone]qua 
litaicojide t animo, come del corpo: 
Et alfine , fempre lo oAuthore ^ 
me infteme , che ci fa fommofauo^ 

re , conferui ne la gratia Jua . 



L 



,1. 




\ 



I 

DE I SEGNI DE LA 

NATVRA NE L'HVOMO 

DI AN TO N I O P E LL E G RI N I 
L I B IlO V B^l M 0. 

0 FE B^E B B 0 Ts^O 
certamente tutti quanti 
gli kuomini ^ con ogni lo^ 
ro fatica diligcntia 

IsfoY'xarfi eir ingegnarfit 
di recare al mondo, nel mi 
I gliore modo che poffono y 
' giouamento & utilità : fi 
per ricompenfare in quefla guifa^gliamaelìramcn^y 
ti & benefìci, riccuuti da gli indusìrio/i & [ani lo^[ 
ro maggiori : fi ancho per non lafciare che nel tém* 
po à uenirt , i difcendenti loro fi dolgano {come efii 
perauentura hanno fatto) de la prigitiay^^ 'i^ la 
negligentià de igìa trappaffati . Et auenga che H 
fare quelìo a ciafcuno lìia ben^ , pure a coloro ajjai 
meglio pare che fi conuengd , che con minore pe^ 
tiglio & daìino di fe Heffi, efcguire lo poffono , La-- 
qual cofa niuno hiuero mi negar à giamai ^ne gli 
fcrittorinon adempir fi perfettamente • Tercioche 
effi , lontani in tutto da i tumulti de le guerre , da 
le inuìdic de i gouerni de gli fiati dai difagi 
che ftmpre ft tirano dritto tutte le arti , pofjon^ 




t L I B FiO 

tàue conferuare le operationi de Capitani : lodar e^^^ 
prudenza de prencipi : Et ìnfegnare in che maniè-^ 
ra , <{ue^o , o ciudi' altro , tra gli huomini fia Ua^ 
to eccellente . Ver tanto difiderando pure di mani^ 
feHare al mondo^quanto fia in me je non gagliar-- 
do il potere.almeno ardente la ajfettione^di gioita" 
re (fe potrò) agli huomini in qualche modoM uo-- 
tmo^y polche nonni h dato occaftonedi meglio ope^' 
rareyfcriuere al meno alcuna cojaichepiu dotti ^ 
pisani ci renda . Et perche efendo huomini ^ ci de 
principalmente dilettare , di intendere CT di cotio- 
fiere Vhuomo inan^ì a ciafcun' altra cofa , fi ancho-^ 
rayperche ad hauere conofcen:^ di noi Hefhfumma 
già in per fona di un gran fauio auertiti da i Diuini 
or acuii , mi è piacciuto di trattare primieramente 
de la natura de Hmomo: Et moflrare fecondo le ua 
rie qualità del corpo, quaipajfwni, & quali affetti, 
fiano naturalmente ne l'anima. De laquale Jcientiay 
niuna altra più grata^opiu cara efferc ci dee: confi-- 
derando lei effere tutta noftra: TSlc d'altro trattar Cy 
che di noi medefimi. TSljunapiu gioucuole^od utile : 
imprendendo da lei.ciocheper effere buoni compiu-- 
t amente ydohbiamo fchifure: Is^iuna al fine più per^ 
f ettaro più bellaieffendo il foggetto di leifilpiu bcU 
loyC'l più perfetto animale che habbia la natura crea 
to. abbracciamo adunq; con tutte le for%e noHre , 
^ucfìa tanta bellex^. ^cqui§ìiamo quesla perfct-- 
tione : feguitiamo queU' utile: Et guHiamo qucHo 
fo?nmo piacere. La conofccn:^de fegnidelavo- 



f 



T ìli M Oy 2 

tira T^aturuy è celebrata da i medici : ojjeruata da i 
fhilofophi , & ammirata parimente dagli buomini 
tutti; Etpreffo agli antichi ella era in tanto di tiene 
rat ione d'authorità^ cheft legge gli Indiani faui 
non prima effcre [oliti di permettere che alcuno 
dcjje opera a lo fludio de la philofophiay& al gou^r 
no de regni , che foffino certi per le corporali qua* 
lità di colui Jui efj'er ne pienamente degno. Foglio a 
dunque mandare a le lettereccio che in qMcfla mate 
ria alcuni anni fono , tre ualorofi Imomini , & miei 
carifjirni amiciydottamente ( fecondo che poi mi fu 
detto) & fottihnente dijputarono infieme : ilquale 
ragionamentOy hebbe princìpio in quefla maniera • 
Dijfemi già ^Icffandro Dolce ^ che trouandofiun 
giorno di fiate dopo mangiare ^ne la Chiefa del Batti 
"ila a Murano^doue fi celebraua alhora jollennemen 
te la fefta de la natiuità di quel fanto , infieme con 
Meffer Gifmondo Harruel Jngleje^'che hora c Com-^ 
7niiJario& ^mbafciadore del fHol\e prejfoaque 
fìa B^epublicac& il zornox^^ Confalo in qucfta Cit 
tà de la natione fpagnuola , Et ueggendo elfi quiui , 
come fi fuoleufare in luoghi fimili y ragunata una 
buona brigata di donne , mirando il Confilo uer^ 
Jò una di loro, più giouene, cì^ daciafcimo giudi^ 
cata belliffima di tutte le altre , uerfo gli amici ri-^ 
Udito fi , loro in quejio modo diffe ridendo . Ter 
quanto da alcuni certi fegni ìiel uifo di quefla don- 
na comprendo {(^^ fe loro la predetta giouene uede 
re) giudico che ella difideri fommamente , di ejjère 

JL Vi; 



tuttauìa in quello ejjercitio occupata , che fece r/- 
tornare la faldella a MaJ^etto* jl cui lo Inglefe^me 
Zo fogghignando rijpofe . Mia opinione è ftrma^ 
mente , che non pure coHei che ci hauete additato^ 
ma tutte le altre anchora , onde al prcfente qucHo 
tempio è fi pienoyhahhiano coft fatto defio. Mhoi- 
ra uolendo il Confolo rifpondere alcuna cofa^il DoU 
€e fnbito interrompendogli il fkucllare , di/Jècofi • 
'Perche non ci arrecate uoi , de gli ejfempi letti ne i 
UoHri libri Spagntwli , feni^ impouerirci noi altri 
ltaliamhogUedocii& ufurpàdoci i noHriÌTanto ui 
bafiaua a dirc^cofiei farebbe atta a rompere la deli-- 
herata oHinatione del Cauallcro mudo:fe forfè non 
fi tenete meno ejperti ne la uoflra lingua Spagnuo- 
Ujdi ciò che uoi ne la nofìra Italiana ui fiatef Que- 
fia co fa già non cred^io^riprefe fubito il Confolo :.An 
:ZÌ bauendo riguardo a la leggiadretta flatura di 
uoiy(^ a i capelliy &ala uofira barba cofi riccia^ ui 
giudico non folamente dotto ne la noflra lingua^an^ 
7^ mi parete proprio uno Granatino fchietto & leg 
giadro . Ouiui ejfendofi lieuemente forrifo , ^ ha^ 
uendo per quelle parole , di nnouo mirato lo amha^ 
fciadore la breue perfona del DolcCyuerJò di lui, che 
già a lo Spagnuolo rifpondcre uolca di rimandoycon 
lieto uifo in que^ìa maniera parlò . 7{onuidoletf 
punto de la uoflra breuità & picciolex^ : che già 
un altro ^lejjandroydi uoi non troppo maggiorcyfe 
ee tremare al fuono del fuo nome tuttotoriente-.per 
infino a le più lontane parti de l'India: Doue egli ui 



dCyda la for^Jt & da l'empito de la fiiauirtUy uintù 
^ abbattuto quello Indiano: grande diualorey d'a^ 
nimo , & di configlio : ma più ajjai di membre . Et 
inan^i a luiyTìdeo picciotijjìmo (come recita Home 
ro) fuperaua tutti i Thebani. Di cui ragionando Sta 
tioydice che una fomma uirtu,regnaua in uno breuif 
fimo corpo . ^ntonmo poi Caracalla , fu anch' egli 
di ft atura cortiffima : Et nulladimcno , fu giudicato 
fortijfmo & ualoroftjjìmo Imperadore : Et caWgò 
per tal maniera la mordace iilejjandria y che per 
quel ch'io credale Ila ne conferuarà per tutti e fecO'» 
Uy &uiuay &uerde i & fempr e frefca memoria • 
Quanto poi al tempo de i noflri padri yfta Hato qui 
in Italiayin tutte le optrationi de la guerraychiarijjl 
mo Tsjjcolo piccinoynon è meftiero che horaui con^ 
ti : fi come co falche può troppo bene e/fere a ciafcu^ 
no palefe:'hlondimeno quanto egli grande fi [offe ,ol 
tre al fupranome tratto da la qualità de la per fona 
che ne dee far fede ^ fi può di leggiero confidcrare: 
ripetendo che dopo la rotta che egli hebbe uicino al 
lago di Garda da Francefco Sfor'^yCifi faceffe^dubi 
tandofi non gli fojje for^^ di diuenire preda de ni* 
mici y portare iìiuilluppato in un facco fuori di quei 
tumultiyda un fuo raga'x^ ueUito da faccomanno • 
yolea l' ^mbafciadore feguitare anchorapiu oltre, 
quando il Zorno'7^ preoccupandolo diffe.K^on cre^ 
diate già che la picciolexi^a del corpo ^fia cattiuo fe^ 
gno ne le offeruationi di quefta dottrina:che an'ZÌ JL 
rifiotele^ & altri philofophi, che anticamente & iìi 

jl iij 



à 



^ L I B B^O 

quelli noflri tempi ne hanno trattato ^affermano tut 
ti di commune parere^la fiatura breueyejjere certijji 
mo fegno di celerità ne le operationicEt di pronte?^ 
mirabile d'animo^i^ di configlio. Quindi uennCf 
come Iherba da la radiccyil germogliare de i dijìde 
ri del Magno ^lejjandro y cui uoi poco inaìi'i^ cita-* 
ile: Et di poi il dar loro jpreUa fubitijjìma efpe-* 
ditione. Comincio alhora lo Inglefe a forridere : Et 
poi in cotai parole fciolfe la lingua. Io credo che di- 
gran lunga più aiutajji' (pmgeffe ^leffandro , al 
fhre le merauigliofe & foprahumane opcrationi , 
onde egli mal grado del tempo & de la morte, ni-- 
uerà jempre gloriofo ne le memorie de gli huomi-^ 
niyla grande & diuina uirtu de t animo che era in 
luixhe non fece la breuità , la picciolcT^i de la 
perfo7ia: onero qualunque altra qualità , che egli in 
qnal fi uuglia parte del corpo fi hauejje; Ben fapctCy 
Joggiunfe fiibito il Dolce, già ne la opinione entrato 
de lo Spagnuolo^cbe quel degno ualorojò Trend 
peju maggiormente da la uirtu de l'animo fpiìito : 
3<[ondimeno quella cotale uirtu,per certi fegni , o?j- 
de ne era il corpo diìtintOyfermamente conojcere & 
preuedere fi poteua. Foi ui dubitate de i morfi del 
Confoloyriuolto l^mhafciadore uerjo il Dolce^dijje 
alhora ridendo: Et poi foggiunJèy& per ciò fete en 
irato per luì hora ne lo fieccato. ^ qucflo il DolcCi 
fi come egli era lieto & ridente , in cofi fatto modo 
rijpofe . 7^(e io magnifico ^mbajciadore ^ temo dei 
morfi che non mi pungono : quando per alcuna ca-^ 



T II I M 0 4 
^ione non mi reco a male tejjère co/i picciolo, qml 
mi uedete : 7{e il Zorno^^^noìi effendoper ancho^ 
ra Sìato unito , o cacciato del campo che egli fi ha 
prefo a douer mantenere , ka bifogno che alcuno fi 
prenda pugna per lui. Ma credo fermamente , a ciò 
tirato da la aut borita di me Iti grandi & eccellenti 
philofophi.che di tutti^o de la maggior parte de gli 
aff etti de Inanimo, habbiamo nel corpo alcune certif 
fime note: alcuni fegni^ & indici chiaritimi. Klo 
ui mettete a negare queiìa cofa.rifguar dando lo Inr 
glefe^diffe il Confalo alhora, pero che negar efie una 
uerità troppo pale/e & aperta: l^epotrtfìe cauar- 
uene i piedi , fe non con la perdita de la uoHra jenr 
t€ntia . Foi ui moHrate molto ardito.rìfpofe albera 
a lo Spagnuolo lo ^mhafciadore , dapoi che fi e il 
Dolce rappacificato con uoi:ma fe non haueffi rijpct 
to a queiìo luogo , doue non mi pare che fi conuen-^ 
gano queUe dijpute , come che la mia opinione ne 
perdeffiy non ne riporterei al menobiafimo o disho-^ 
fiore, Effcndomi poflo io fola Barbaro ro%o & incoi 
to , a difputarc con uno Italiano ornato & tloquen^ 
te ; Et con uno fagace & acuto Spagnuolo . Mho-- 
ra il Dolce , queda cortefe dijfe , & am.oreuole inr 
"giuria che ci fate , non tiene già ella pure un fol 
punto di Barbaro : ^n^i ci dimoHra chiaramente, 
uoi efjcre tutto pieno di humanità : Et degni fimo 
di effere nato nt la Città di I{oma . si al tempo de i 
']{egoli y 0 de i Fabritu , foggiunfe fubito il Confolo. 
LEt non già a quefta trifìa CT infelice etade : ye I4 



\ L I B T^O 

quale U ntai uiuere , & i fo'j^ coflumi di molti che 
bora ui J'ono,hanno ripiena quella cittàydi tutti i ui- 
tij, & di tutte le fceleraggini . T^je quiui il Dolce : 
poi ripigliando il fuo ragionamento/egui in quc 
fiaguifa. Certamente giudico anchor ioy queUo luo^ 
go non effere conueneuole 5 a le diJputationiQhe^ già 
cominciato baueuamoiln cui lungamente fermando^ 
^ ci, mi pareua ìionpure che faceffimo contra al debi 
to de Chrifliani > ma anchora che da precetti di Ty^^ 
thagora^ molto circndefiimo lontani t dolendo egli 
che ne i tempij diuini , oltre a lo adorare &àl con-* 
templare Dio^non fi die e j[e 0 face jje altra co fa ueru 
ita. Ma feuolefte fare per mio conftglio, potremmo 
pa/fare qaefio giorno , lontani dal tumulto 5 & dal 
caldo yonde ardCy & ua fottofopra que[ia Chic fa: Et 
ijpendcrlo 0 nel cominciato ragionamento : ouero in 
qualunq; altra operatione, che più ci aggradijfes& 
che più ci andaffe per r animò. Spendafi pure in que 
Sìoyriprefefubito il T^untio del ke:Ma doue andre- 
Vìo noìy che quello fole ardentiffimo , & tarfura de 
la prefente fìagione^non ci apporti noia & faftidio? 
<:é ne andremo rijpofeil Dolce yfe cofiagrado uifia^ 
in alcuna de le nojìre barchette : Et farenci menare 
•qui drietojoue fia l ombra più frefca y e'imare piti 
tranquillo : Et quiui pafcendo a un tratto la uiH^ de 
le (poglie uerdijfime de i belli & colti giardini che 
€Ì daranno d'intorno y&dele onde marine imitd'- 
trici&cmule delCiclo,potremo ripofatamentty & 
SenT^ alcuna perturbatione , acquetare , comporr e% 



P-J^ IMO. 5 

^ ordinare V animo nojlro : Oìide il di/porlo poi ad 
alcuno penfiero intellettuale & contemplatiuo zaffai 
facile CT lieue cofa cifia .^quesìe parole del Dol^ 
ce y acconsentirono gli altri dui uolentieri :perchù 
entrati in barca^^ in parte ridottifi a punto fecon^ 
do la uoglia & il dijj'egno loro y poiché fermati fi 
furono alquanto , cominciò lo inglefe a parlare iti 
quella maniera . Quantunque uolte rne auenuto di 
penfare di quefia uoflra fcientia j altrettante mi fo 
no merauigliato grandemente di quegli huomini ^ 
che ui confumauo drieto tempo & fatica : Et l'olio 
(come fi dice) & Vopra ui perdono. T^on tanto per 
la uanitày&per lafallacia^ che pero inlei cono/eia 
fno certiffima^quanto perche mipare^che quelli tali 
fi uadano per fe medefimi procacciando hiafimo & 
dishonore» Terciocke qualmeritOyche laude^quanto 
bonorcy ^ qual gloria , diremo douerftragioneuoU 
mente attribuire ad alcuno, uiuente giulìoypruden" 
tCy forte j& temperato , fe egli non per jua delibera 
rata uolontà fia tale , ma perche la qualità del fuó 
corpo y a uiua for^a effere ne lo facciano^, 7{on «e- 
dete di gratta , che in queUo modo fi Hraccianoyfi 
distruggono y & fi gettano a terray le leggila giu^' 
ilitiay & VhoneUà i Che foìiOyper dir uero , nonpu 
re ornamento^ ma Habilimento anchora y ZS> conferà 
uatione di quello mondo. Ingiuflo adunque & uanù 
Lycurgo : llquale ne le fue leggi ^propofc guiderà 
done ^ premio a i uirtuofi & buoni : Et a gli 
federati rei pena ^ caHigo :fe gliu?ii } & gli 



Z J B 0 
altri di coSlorOi non di loro uolontà operauano , rr^a 
erano da le corporee qualità^a cofifhrc sfor'j^ti. In 
giufto parimente Solone : Ingiunte le Dodici tauolc 
i^mane-.lngiu^li gli Imperiali edittiiEt ingiuHi fi- 
nalmente tutti gli (latuti i CT tutti gli ordini de i l{e 
gniy& de le l\epuhUche.H abbia uno mcdefmo me^ 
rito illibcrale^^- lo auaro:llprudcntey& lo fcioc^ 
co:ll modcjìo,& Paudace.'ll buono,& il reo: Et al fi 
ne l'ornato di uirtuihO' il macchiato di uittj.Confoìt 
dafiy & mefcoiifi ogni cofa fòttofopra : Et ritorìiifì 
di nuouo nel ìnondoyla confu/}one^& il Cbaos. 0 bel 
la adunque utile fcientia che è quefìa^fe ella non 
dijpaia il nerOidal bianco : [e ella ci toglie lo imita--' 
re le opcrationi nobili & degne : Et [e ella ci mette 
dinan'xiuno fcudo,di dire non poffo fkr altro, o non 
ci fono inclinato, jhtto di cui ricoperti^pcjfiamofen^ 
%a temere più hoggimai le afl^rc^^ fiere per coffe 
delbiafmo & del Hitupcrio^liber amente in qualun- 
que uitio Jommergcrei: Et da le uirtu , onde prima 
'frìeglio & più fìcuramente erauamo difefi, allentai^ 
narci {come dir fi fuolc) per tutta la jtrada . Ma 
non pure, fe quella fcientia fo/feuera.ella farebbe 
(come ho detto) dannofa & noceuolca lauitade 
gli huomini:Ma ella^anchora non e,ne uera può effe 
-re per alcuna maniera. Ttrciotheìouorrei faptre 
un poco da uoi^fe i cosìurni fono affetti de l'anima: 
0 pure del corpo. Sono certo che mi rifj'onde) ete de 
t anima : fe adunque l'anima per fe , rionubidifce » 
^ non.Jtguitay& non foggiaceale paffoni dclcor- 



poj come miete noi . qt4im ridendo il zornoxj^ 
mlcua interromperlo y fc il Dolce che gli fedena et 
rimpetto , nonio bauejje cofi dicendoyfiitto tacerei 
Lajciatcper Dio Signor Confoloy che egli dica tutto 
ciò che gli piace yche poi con ordine uia maggiore y fi 
potrà di ftintamoite^a ciafcma parte del fuo ragio^ 
namento risponder e. Chiunque jifente trafiggere al 
u'UOyripreJe fuhito ilTsiuntio y hauendo già uerfoil 
Voice riuolto il parlare y non può in alcuna maniera. 
Siar cheto:pero fentendofi hora punto nel corcyCi uo. 
leuaper isfogare il dolore & la pajjìone che lo pre^ 
meuaymandare in quel modo fuori la uoce. Ma (ri^ 
drii^ando di nuouo le parole al Confalo) prepara^ 
teui pure difjcydi jchermirui bene :per che di co fi acu 
ti Hr ali y me rie auanxano ancora parecchi. Già jo 
ben io che buono arderò douete ejfere affai , rifpofe 
il Zornox^'i poi che fete Inglefe : Ma non dubita-* 
fesche io con V arcobugioyche agli Spagnuoli hado^. 
^nato la gloria de la militiayfhrò lo uedrete , pÌH> 
profonda , & pia mortale ferita . Orfu foggiunfe 
io Inglefe , ueggiamo adunque qual di noi fa meglio 
ferire: Et poi in quella guifxy al fuo interrotto ra- 
gionamento diede di mano . Dico per tanto che fc 
V anima per fe ftejfa nonè fottopoUa a le qualità 
corporali , molto meno i colìumi , che fono , come 
già s'è detto , paffioni & affetti di quella , ui pof- 
fono y 0 ui debbono foggiacere : Effendo cofa cer- 
Ufjlma yche effmon fi impriìnono ne gli animi da 
naturai ma per l'ufo continouo , ^ per le frequcn^ 



L I B 1^0 
tate operatìoni, fi accingano fi ricenono . Oltre 
a ciò, quello affetto che e naturale ^ non fi può per al 
cun modo afjuefare al contrario : Conciojiacoja che 
fe mille fiate fi gittafie una pietra a lo in JufOy al-- 
frettante ella a baffo ritornarebbe : fecondo che a U 
proprietà de la natura di lei fi appartiene.Ma i co^ 
fiumi (come ciafcuno fi uede) pofiono troppo bene 
efjer e contrari a le ine linat ioni deh natura: ìUhe ef 
fendo,noa è forte o difficile a giudicare, che ejfi non 
feguitanOi ?ion ubidìfcono , & non procedono in al- 
cuno modo da lei. Ma quale necefiità uolcte poi 
che poffa hauere quefìa fcientia yfe in molti fi ueg^ 
gon^o alcune qualità fignificanti pajjioni ne l'anime^ 
fce erate & trine, che fono nondimeno fantifiimi 
cr perfettifiimi> fi come in Socrate cr in Hippocra-^ 
te effere incontrato y per le fcrit tur e de gli antichi 
appiamo . Et fe molti fi ueggono di complefiione 
fol erica yefilre manfueti:non pochi fanguigni,tenaci 
& auari:affai maninconici, liberali: Et molti alfine 
Vhkgmaticiyf uribondi^T^on nafcono adunque i co- 
[lumi:da le qualità de le complefiioni:^n^pendo^ 
no in tutto^da la pura libertà^de la uolontade & de 
lo arbitrio nofiro.Ouiuihauendo il Juo parlare fini- 
to lo ambafciadore.il Confolo che con difiderìogran 
difiìm 0 moflraua di ajpettare che in fe ricadefieil ra 
gionamento , con quella uiua & chiara allcgre^:^ 
che fiammeggia di continouo nel fuo uolto^ in que- 
Ho modo comincio a fauellare. Scio non giudicafii 
ihefeconà o lenouelle infiitutioni del uofiro paefe 



I M 0. 7 

ui credeHe la confefjione e/fere di fouercbioy al con^ 
fejjarui ui eshorterti : perche a me pare neramente 
che fiate fpacciato. Ts(on toccate^dijfe alhora il Dui 
ce di gratiacofa alcuna appartenente a religione: 
Ma lajciando queUi carichi a i Frati y &ai reueren 
di maeflriybaÙicianoiy il confiderarele cofe natura 
li. Amando meglio di errare con quei buoni antichi 
che con quefti altri modernijoltrc come fi dice, a la 
linea jfapere. Egli non farebbe Spagnuolo^ difielln 
glefe alhora uerfo il Dolce riuoltOyfe egli infieme no 
fofie mordace ^ ingiuriofo:Fedete come egli ci me 
na tutti ad un filo: Diani^i uoiy & io bora fiamo fta 
ti tr affìtti da lui. Ma lafciatepurej che i Dialo^i de 
la prefa di l\cma^in queUi tempi da lui publicatiy ci 
fanno bene cono fcere a pienOycio che egli de la reli^ 
gioney& de la fede fi fenta.Sorrifc alhora il Confo 
lo a que^i ultimi detti: Et poi cofi Aggiungendo fe-^ 
gui. Ture che uoifcrittore non mi facciate; tutte le 
altrecofemipajfaro di leggiero.Toi fermato alqua 
to il uifoy più grauementeyin quefìa maniera a ragia 
tiare diede principio. Egli e ben ucroyfi come uoi di 
tCyche i coHumi fono affetti de Vanima:ma non epe 
ro ueroyfi come inferite dipoiy che l'anima non uoi" 
difca a le qualità)& a lepafiionidel corpoi^n^i in 
mille modiyapertamente fi uede il contrario. Donde 
direhbono i medici , che il mutare de la complejfio^ 
ne y cambiaffe infieme gli affetti de l'anima yfe ucro 
foffe y che ella le qualità de i corpi non feguitajje { 
Ter che bauerebbe introdotto Tlatone Timeo dijpu 



t I B \ 0 
tante , quegli huominidi lungo cjjerepiu prudenti, 
il cui corpOy di minore copia dlnmiore abondajfei O 
non è forfè laprudentia.una de le uirtu de t animai 
Certo fib:Tsiondimcno uuol pure^come uedete, quel 
fauio^an^iq principe più tofio & capOy& maeftro di 
tutti i fapientiy che ella da le qualità del corpo di^ 
penda. Ttholtmeo afirologo, ^ inanità lui Hippo 
crate medico ^differo che fi doueuano giudicare i co 
fiumi degli huomini ^ fecondo che effi erano natiiin 
regione o uicina , o lontana dal mt%o giorno : ciò è 
che riJpondayCT che fia fottepofla^ a lo Equinottia- 
le cerchio del Cielo , Conciofiacofa che i co§ìumi fe^ 
guìtino lepotentie naturalicTs^afcenti fen*:^ dubbio 
alcuno^ da le uarie compofitioni de i corpi : Lequali 
pigliano poi diuerfità & differenza , fecondo che 
differenti fono y& diuerfe le regioni. Onde diffe Ver 
gilioyeffere necejjario il uario influffo del Cielo cono 
fiere: Et ciò che un paefe fa atto a produrre natU'^ 
Talmente : Et d'altra parte^ ciò che per ninno modo 
gli fi conuenga^dala efi?erientiacertiffima madre di 
. uerit affiamo conapprouata ammonitione chiari ren 
iluti. JL che erano quefie confiderationibifognoy fe 
non le anime cotali fi dipingejfero^ qualcil corpos i 
colori de la materìa tinge ffero Ì Et fea feguitare le 
proprie qualità de la terrena poluere , onde fono 
quefie membra compoHey non fempreauiua for'^ 
te cofirìngeffero f Et confentaci la uoflra benignità^ 
che a lo Jpecchio lucido & politoàn que§ìo cafo Va- 
. mma ajjomigliamo. llquale priuo in fe d'ogni altrpt 



T 1^1 M 0 • 8 
colore y fuori che di limpide^ , di Jplendore , & 
di nettei^j tale però diuienc , bianco, nero,gran^ 
de^ picciolo , bello & brutto , quali le imagini fono 
chea lui ftapprefentatno . Cctali apunto le anime, 
noiir eccome parte che elle fono del fuoco dellu- 
7ne celùfte^chiare da fc^ri(pLendentii& fen'j^alcu^ 
na macchìa^come prima a qucHi corpi^foT^^ofcuri^ 
ex tenebro fi fi uniJcono,tHttigli affetti lorQ,onde ef. 
fi diuerfarnente uanno d flintiy in fe Heffe riceuono a 
Ma perche mi debbo faticare a ritrouare argomen^ 
ti , fe la ejperieìitia dinani^ a laquale fuggono le. 
menzogne , ce ne rende in molte maniere certiffimiì^ 
Ditemi un poco di gratiade infermità 7J le ebbrc^. 
%e, non fono elle pajfioni di quejio corpo f Certo ji 
Jono y rifpondercte . T\fondimeno chi è colui che non- 
ueggayCjuanto fi mouanOy& patijcanoper effe le ani 
me^Elle patifcono tanto , & cotanta alteratione fi 
prendono, che mentre fono opprcffi i corpi da queU 
la palfone,cJ]e per alcuno modo , // loro ufiicio non 
pojfono ufare ♦ Quale adunque più certo fegno , e^r 
quale più manifcflo inditio uogliamo di qutfio i Da 
l'altro lato, gli amorini piaceri,le trijiitie,^ le pau^ 
rechi dubita, che d'animo tutte pafjioni non fiano i 
Ma con tutto clo,ft uede la paura fkreil corpo tre^ 
mare & impallidire : Et talhora per lo cacciare cìr 
rifpingere con fouerchia for'j^ al core gli humori ^ 
( fi come ci affermano i medici) e/fere cagione di 
ftujfo : Et alcuna uolta , uccidere ancho del tutto • 
Similemcnte gli ccccfiiui dolori^ fanno dintnire gli 



l 1 B Ti 0 

hùomìnìfmofl : 'Et li rendono yqtia/i in tutti le lora 
operationi yfimiglianti ale fiere jcluagge. Come fi 
fcriue di Hecuba: che perduto il regnoyil marito^ & 
i iìglÌHoVh& ìntefa al fine la triSìa nouclla de la mor . 
te di Tolidoroyperdette infieme lo ingegno & lo in- 
telletto humano : Et da indi a drieto , a guija di ca- 
ne fu fempre udita abbaiare. ToJJono etiandio ipia 
ceri & le allegre^ fmijurate ampliandoy& dila- 
tando gli fpiriti uitali con troppo maggior f or '^cl che 
la natura fia ufa di /offerire , guidare lietamente 
queUo noHro corpo talhora a la morte. Secondo che 
già incontrò a quella femina Bimana: Laquale ha- 
nendoji creduto cìr pianto li figliuolo per morto ne 
la battaglia di Canne^ueggendofclo poi faluo giun-^ 
to dinan^i^abbracciandolo & bajciandolo fi morì di 
dolce"^: Quanto poifiano da lo amore i corpi ren-» 
duti magri j& eUenuafh& in noi medefimu & pa- 
rimente in tutti gli animali de le altre j^ecie^fi può 
in mille ^roue uedcre ogni giorno . La onde dotta^ 
mente come fempr endice di queHo parlando yil Man 
tuafto Nomerò; le cui diuine par ole, fono fiate dal na 
ftro DanicUoyin cui come lume in JpcccbiOyriJplende 
la eccellente ^ rara uirtu di mefi'er Triphone Ga- 
briello 5 nouello Socrate di queHa età/ono fiate di- 
co ne la ornata traduttione che egli ha bora fatta 
de la Georgica , interpretate in quefia maniera • 
Terche lor for%e , a poco a poco fura , La femi- 
na :& ueduta li confuma :Tsf e fofiicn cl/efii fi ri^ 
tnembrin poiyGiamai de bofchiyO de le tenere herbe • 

Sono 



2' III M 0. p 
Sono adunque t anima c'I corpOydi maniera con^iim 
ti & collegati infiemeycbe ciajcuno di Loro yfo^ìiaie 
^ fojftnjce Le paJSioni del'alcro : Et ciafamo le 
alter alieni de i altro , in [e mede/imo prende . Ter 
ciò amene che i medici che hanno cura de' corpi no^ 
Sìrii conofcendo la (irettifìma unione de l'anima & 
del corpOi& fapcndo molto bene quanto inno [otto 
giaccia agli affìtti de Ì altro ^ metano la prima cofa 
agli infermi M lafciarji da le noic^& da le trijiepaf 
fioni de lanirno^uincere Z7 perturbare. Ejjendo adi 
(jue a le corporee qualità Ì anima (come fi ucde) fog 
getta ^ ubidiente yC ben dritto cheancho debbano i 
ccjìumi , che altra cola non fono che pure ajfettioni 
d^anmoàl corpo parimente fcguirc: Et ejfere cotali 
a punto yqualt le figure i fegni di queflo ce li prò 
mettono: Et ce ne donano indicio. Era per fcguitarc 
anchora ilconfoloya le altre oppofnioni riparando > 
& facendo fi mcontra^onde qua/i con fortifiime ma 
chine , fi era iìudiato lo arnbafciadore , diabbatttre 
CT di rouinare lo edifìcio di quella dottrina yfe non 
che il Dolce ueggendolo fermo , diffe fubito queste 
parole. Mi mcrauiglierei inuerità grandemente^chc 
a la \atura ddigcntif ima altrettanto ne le cofepiu 
care & più nobili , di ciò che ella ne le più indegne 
& ne k più uili (ì mofire fojfepiacciuto che i frutti 
per le loro esteriori qualità giudicare fi pctejfero ^ 
& che drittamente , la maluagità , o la bontà loro 
ne fo feantiuedutada gli huomini , Et fimilmente 
che ne i cani , ne i cauolli^ ne lepecore^ ^ ne i buoi^ 



Z I B liO 

fìpoteffeper cfegni del corpo ^ conofcerne lauìU 
tày 0 lagrande%j^ de lanimo^nT apprejjòja debi^ 
lita y 0 laforte'2^ del corpo^^ che ne Hmomo ani 
male di tanta dcgnitày & di tanta per fcttione , quc 
Sìoislejp) parimente non auenìjje, Quaft chela TSla 
tura^di tutti gli altri animali y& de le piante fi ha 
ueffe tolto più cura , che ella de l'huomo fatto non 
hauea.Oueììo non e ragionciiole : 7\(e fi de per al- 
cuno modo penfare . Quando adunque non ci fojfc 
mai altro argomento dimosìrantcci qucfla fi:ientia 
( comete ne abondano inuero infìnifi) confiderando 
che ci fia quella o fferuatione ne gUanimalhcio e il 
poter conojceregli affetti de l'anima loro^nelo ajpet 
to de la forma efleriore del corpOy fi de per degni-- 
tà de l'huomoycr edere che in lui qucfio iììefjo fi pof 
Ja.Degnita farebbe del'huomoy rijpofe fubito l'Ora- 
toreyfe mi lo trahcUe da la greggia de gli altri ani 
mali: Et non facendolo {fi come in ciò ogni uosìro 
ftudio fi adopra)caminare di pari con ejfo loro.Foi 
per mia fede procacciate^ un bello honore ala uo^ 
(ira fpecie : dicendo che le inclinationi de l'anima 
humana,fiano quello iflejfoy che fi fono gli empiti de ^ 
le fiere :lSlpn dico già io qucHa cofa , previamente il 
Voice rijpofe:Jin%ifo che tra le attitudini naturali^ 
^ gli attuali cofìumiy ci può ejfere grandifma dif- 
feren%a.Feggendo quiui il Confolo che la dijputa in 
cominciata dal Dolce^er a per difender fi in troppo 
lunghe'T^ymirando ucrfo di luiy humanamentc con- 
tai parole gli dijfe.Siatc per gratia contento fignor 



T III M 0, IO 

Dolce^che domi hoggi , che uinca qucUo Inglefc 
•per memedefimo: Et perdo fen%a punto trauagliar 
ui ne la nojira battaglia , jiatcui da canto a utdere: 
che uiprometto^in due o tre colpi anchor affare che 
egli in fogno di uintOy mi porga ignuda la mano.Fe 
nite pur uia^dijje alteramente ridendo lo^mbafcia 
doreiche forfè cofidolci^o tali non ui parranno lac 
que del noUro Tamigi , come^^ quali hanno i no-- 
§ìri guflato in qucfta prouincia , quelle deTo , de 
r^rno^ & del Garigliano. l{ifo che fi fu alquanto 
per la ardita riJ}>ofla del yuntìoy^ato il Confolo un 
poco fopra dife^in qucjìo modo a ragionare ricomin 
ciò .Ts^on giudico che fia neceffarioyrijjìondere a quel 
la parte ampollofa del uofiro ragionamento : nela-- 
quale mettendomi incontra la authorità de gli an^ 
tichi legislatori, ui dolete che queUa fcientia toglien 
do la laude al buono eH uituperio al triUo , ritorni 
un altra uolta la confusone nel mondo : perciò che 
ajfai chiaro fi può uederc , lei ejjère fabricata fo^ 
pra la rena:fenxa alcuno od appoggio ,0 foflegno di 
uerità. Conciofia cofa che non per le incUnationi o 
potentie naturali , biafimo od honore ci meritiamo: 
ma per le attuali operationi: Et perlloabito poi, 
^ per rufo che in effe facciamo.Chi ui nega adun- 
que ^che non fiano utili le leggìi Et chi può dire chcl 
uirtuofonon fia degno di gloria? E' luitiofo per con 
trarlo , di fcornOyt^ di infamia fempiterna? Vojfo-^ 
no gli buomini e/fere inclinati naturalmente ( come 
di Socrate dijfe Zopiro ) a qualche ajjetto triUo ^ 



L I B Ilo 

opprobrìofo : Ma nondimeno configlìatl & aiutati 
da la forte & prudente noflra imperatrice ragia-' 
ne y pojjono anchora quella loro naturale affettione, 
domar e j uincere , & ordinare : TV(e lagmja che nel 
già detto fempre lodatifìimo SocrateyeJJ'ere auenu^ 
to fifcriue. Olà ni uoleua ioydijje a Vhora lo Ingleje: 
Et haurci caro che per uoi mi [offe moflratOy in che 
maniera fja pofiibilcyche fia utile o necejjaria la co 
gnitione di alcuna co falche pojja nondiìnenoyefjere, 
Cir non ejjcreynel modo che già conofciuta Ihabbia^ 
mo.Dirò cofi:Che migioua il fapere che la bianche"^ 
%a ne gli òcchi^importi timore ne l'animo :fepero 
non fono gli haucnti gli occhi di quel colore, sfor^ 
^tiad ejlcre timidi fempremaì ? jinT^ fe nonpo^ 
chi tali ft ueggono tutto' l giorno , di molto ardire , 
C2r di molta fìereT^ dotati ? ^ffai uipuogiouare , 
riprefe fubito il Confoloyilpreuedere le naturali in-^ 
clinationi de gli huomini:quando ne la maggior par 
te di coloro che ima ci uiuono.ci fono per effe il più 
de le uolteymanifeflatiy& venduti pale/i gli attuali 
cóWmi , &gli habiti propri de gli animi humani . 
Conciofiacofa che fecondo il detto del fauio Biante, 
molto maggiore fta il numero di color o^che cicchi fe 
ne Hanno drieto al fumo de lo appetito & del fen^ 
fo.che di quegli altri no è, che da la luce de la ragio 
ne yfcorger e ^& guidare fi lafciano.Et è oltre a ciò ue 
rifiimo{come dice Miflotele la ne lagenerationc de 
gli animali) che molte cofepotrebbono effere fchifu^ 
u da noidequali nodimenoyO per debole::^ di giudi 



T III M 0. IT 

€iO)0 per maluagìtà di conftglioyabhracciamo & fe 
guitiawo per tutta la ulta. ISleceJJaria adunque è la 
Ji: lentia delhumana natura , per cono [cere uniuer^ 
falmente in tutti gli huominiyi femi naturali de no^ 
ftri co/lumi : Ma perche infiniti homini , am^ tutti 
più tofìoya diuerfe loro etadi hauendo rijpctto, uiuo 
no come fi t detto feguitando il fenfo , h nccejjaria 
anchoray per intendere gli attuali cofìumi de i più . 
Et ardi fco a dire , non ejferepojìthile che huomo ue 
rimo habbia negli affetti de l animo alcuna propria^ 
qualità , che egli di quella rnedefimay non ne babbid 
parimente qualche proprio fegno nel corpo, ^dun 
que dijje lo Inglefe , de la qualità de l anima , ne de 
ejjere cagione il fegno del corpo f ^on h , rifpofeil 
Zorno'i^.ne il fegno , cagione de la qualità:!^ la 
qualità) cagione del fegno: Ma fempre luna di que^ 
fte cofey accompagna & feguita l'altra . Si come ne 
da qucfla forma diritta^onde da tutti gli altri ani^ 
mali fiamo diuerfh il noHro e(fere huomini fi deri^ 
ua,ne d'altra parte da l'effer noi homini, ha origine 
quella noilra forma , ^n^i fono ammedue queHe 
qualità, congiunte fempre & collegate infime • 
Ma la cagione primiera & originale de luna & 
de l'altra , è primieramente la dijpofitione cr lo in- i 
flu{p) celefle:producente,& generante tutte le cofe: 
Et riducente la materiata quella forma che più gli 
piace & aggrada: Et dipoiyil merito proprio & par 
ticulare del feme & de la materia . Secondo quello 
che èfiritto nel primo de le parti de gli anirnali:p 

iij B 



Z I B IL 0 

medefìmamentey nel fecondo de la Vhifica: Doue fi 

le^ge che ad una certa materia, ha la nofira madre 
Dedala er architetta natura , parimente una certa 
for?na confegnato & attribuito . Erafi dopo quesle 
parole lo Spagnuolo alquanto fermato , quando il 
Dolce nerfo lui riuoltofh in cofifhtto modo gli diffe. 
Se bene gli argomenti de lo ambafciadore rijerbo ne 
la memoria , doucte hora uolere ejporci , donde fia 
che gli huomini d'una complefiioneyhabiano gli af-- 
fetti & e coturni de V altra. Ben fapete.alhor rijpo 
fe il Confoloyche quefia cofa uo dire : T>{iilla di meno 
ua prima ingegnarmi di dimofìrare , in che modo 
quella propofitionc^la T^atura non piglia affuefat^ 
tione in contrario, ejfere debba drittamente intefa 
da noi.jl haflanxa ne bauete detto, alhora il Dolce 
foggiunfeiDinidendo le naturali inclinationi,dai co 
fiumi poi inatto &inufo.T^n pertanto fe pure 
di nuouo hauete in animo di trattarne , ijpediteuene 
in breui parole: Et come fi falena dire anticamen- 
te,a Vufanxa di Sparta . Tercioche io ardo tutto di 
diCiderioydi udirui un poco col fiume de la uoflra eh 
quentia,ragionare diqueiìa dottrina:?ion falò dijpu 
tandoi come Fate tutfho^^giima infcg?iandoci più to 
flo,& c [ponendoci alcuna cofa: onde, o per le ofser^ 
uatìoni de gli antichi imparate da noi youero per 
le uoHre proprie & particulari da uoiflefjo mani^ 
fe^ìatecì^quaCt da piaceuolehumoreyfeìitiamo re fri 
gerarfì le nosìre fiamme: Et pofiiamo più facilmen^ 
te atti diuenire^a giudicare la humana natura J>{on 



V I^I M 0 12 

cercate yil Confalo rifpofe^chì meglio tV jidamantìoi 

0 d'^rìHotelCy jodisf accia al uoUro defio: pero fen 

%a altrimenti me granare di fouerchio pefo , ^uafi 

camelo sfor%a7idomi a portare V acqua ne gli atri ^ 

ricorrete per noi mede/imi ale uiue fonti di quegli 

duo faiii. Etquitdidal foauisfrmo loro licore yinaf- 

fiato l'albero de la uoftra fcientia^ ui uedrcte ueftirc 

in un tratto di nouelle frondi: Et di beiy(^ uaghi fio 

^ ri adornare: Et produrre al fine^gentilifiimi ^doU 

cìfìimi frutti.^lhora il DolcCylungo dijjey& fatico 

fo fentiero ci dimagrate fignor Confoloyper perue^ 

nire a la cognitione di quejia dottrina : la oue uoi s 

per uia corta cr [pcdita^condurre ui ci potreHe.Lun 

ga replicò il Confalo fatico fa potrebbe ben effe^ 

re qucHa Sìrada: ma nondimeno ella fia certamen^ 

tCj uia più affai che cìafcun' altra yfecura & utile a 

uoi. T^e utile riprefeil Dolce^ve fecura^ mifo io fa^ 

re a credere ch'ella fia:potcndouifi crrarCy fen%a ef 

fere ramato :& cadere yfenT^effer e foUeuato . Jkn'2;i 

de le molte cofe che ho letto per è giorni miei,poflò 

giurare di non ricordarmi la cent ef ima parte: daue 

tutte quelle che mi fona entrate ne l'anima, porta-- 

teui da la uoce uiua de le parale d'altrui , come co fa 

che più nudrifce & più foflenta il noflro intelletto^ 

\ mi ftedono anchora tutte quante ferme ne la memo 

ria.La onde fe uicale dimeyinfegnatemìpiaceuolmt 

te fauellaìido in un giorno , ciò che in molti à gran 

pena leggendo farei atto di imprendere. Se quale è 

in me lo amore che io ui porto, ripiglio il Zorno'^ 

»... 



r r B IL 0 

Xft.tale HI fojfe la fckntia , non uorreì afpettarc la 
feconda preghiera : Ma il difìderio gravide & alto 
del compiacerai , mè troncato del picciolo & baffo 
fapere.Terò fiate contento di accettare la mia fcufa^ 
non come difcortcfe audacia di negareima come mo 
deHo timore di non errare . Seguite pur bora , fog- 
giunfe il Dolceygli argomenti confutando del fignor 
Gifmondoxche quando poiunauolta a capo ne fiate 
uenuto , fo io troppo bene, ciò che di noi , & di uo^ 
flro fapere mi poffa promettere . Mhora lo Spa^ 
gnuolo r affettatoli un poco fu la per fona , & tutto 
uerfo lo lìiglefe riuoltofi.cofi comincio.Io dico fegui 
tando^noneffere dubbio aerano yche ne le cofe priue 
in tutto di fenfoy & fimilmente negli animali che 
cognitione non hanno , che fono tatti quei ne lo /«- 
telletto de quali la forma fenfìbile non fi ferma ^ 
non fi può per alcuna maniera tor aia , o mutare in 
contrario quello inflìnto , che da principio diede la 
natura a tutte le cofe . Ma doue è conofcimento & 
gìadicio,& in coloro che haìino arbitrio di eleggere 
eir rifiutar Cygli inlìinti & le inclinationi de la TV^^- 
tura , poffono leggiermente effere al contrario di 
quello tiratila che efii propriamente piegauano.Vof 
fono adunque (come diffidi fopr a) i naturali inHin 
tifpingere altrui ad una parte:Donde la ragme^QT 
la prudentia che b in lui , 7ie lo ritiri per contrario , 
^ ne lo rimoua. lS[e auìene pero che le inclinationi 
non fiano naturali : oacro che la conofcenxa che di 

loro fiacqui^ia^non fia parimente & utile & necef 



T I{ 1 M 0. 1} 
farla . I{e^la bora ch'io dica , per qual cagione uno 
Janguignoy fta auaroicheper natura donerebbe efje^ 
re liberale. Ver che un maninconicOiardito : Douen^ 
do natHralmentc ejjere paurofo. Come uno Vhlegma 
ticOiUeloce : inclinandolo la fua compie fiione a tar 
dita. Et al fine donde uenga in un corpo colerico y la 
non naturale ìnanfuet udinesi di gratia^ragionate- 
mi di quello dijje alhora il Dolce: che è già gran 
tempoyche fieramente mi fen to l'animo moletiato 
& oppreffoyda lo /limolo , & dal pefo dì queHo co 
fi fatto dubbio ^Voidouet e faperc,diffeil Confilo j 
che i fegni che fi ojferuano ne i corpi, fono come af- 
ferma Galeno ydi due fole manier e. ^Itri^ perche na 
fcono da le qualità d'Anna compie filone , fignìfìcano 
gli affetti de l anima , a quella complcjiione conuc- 
nienti*, jiltripoi^non per altro che per una tale fem 
plice loro proprietà} co non minore certe^i^ alcuni 
altri affetti dimofirano.Forreiyripiglio il Dolce ^ac-^ 
Cloche io potefii con miglior fapere le uoflre parole 
guHare^che di tutto ciò mi condire uno effempìóne 
la foauità de le fembian%e:onde allettata V anima no 
fira^uede fpeffcfìate^ ^ ode molte cofeiche altrame 
te nel udirle yne il uederle le farebbe pofìibile.Ecco 
uelo yriff^ofe il Zorno':i^:benche la fciocca arte del 
macero che ui haurete clettOyUi potrà perauentura 
ge nerare faftidiOéDetto ch'egli hebbe quelle parole 
co fi forridendoydipoiin quejflo modo foggiunfe.Lo 
hauere nel petto molti pc li manife^ifiimo fegno > 
che altri fia grandemente fdegnofo & iracondo: ma 



L 1 B B^O 

gli affai peli hi quella parteyìwn d' altronde nafconoy 
che da fouerchia caldc%^ di core : il che piena^ 
mente dìmo^ira^che ne la cowplefjìone di quel cor^ 
pOyCcceda & foprauanxi la colera , la proportione 
che ella con gli altri humori e tenuta d'hauere. il fe 
gno adunque del petto in qucHa guifa folto di pe^ 
liyprocede(come fi uede ) da compltsfwne colerica . 
Va V altro lato il portare il collo in qualunque mo^ 
do, ma jpecialmente piegato /opra l'homero man^ 
coy e fegno(come dijjè ^damantio)di animo molle , 
CT effeminato: Et ciò non per altra alcuna cagione : 
fe non perche queflo fegnOyhaperfua femplice prò- 
pirietàyquefia tale fìgnifìcatione . Egli adunque può 
effere molto bene^che altri fia complcffionato d'una 
manieray^ habbia nondimeno nel conteHo delcor^ 
fo alcune altre qualità .fignificanti per loro pro- 
pria & fpeciale uirtUyalcmi affettiycontrari del tut 
to a quegli altriyche naturalmente a la complesfione 
di quel corpo y efjere conuenienti direbbono iTbifici 
Vedete adunque quanto diligeternente fi dcbbe cofi 
derare tutti e fegni del corpo y prima che al giudicar 
negli affetti de tanimayonde ejjo uiue <^ fi moue^co 
frettolofo & non ben fermo configlio fi uenga: T^c 
pure ci è di mefìiero di ufare qucfta diligentia nel 
raccogliere tutti i fegni, ma ancbora nel comporre^ 
^ nel mescolar einfierneMtte le fignifcationide fu 
no & de l'altro : Et di poi illuminati da raggi de la 
ragioneyche fecuri ci fcorge per le tenebre d'efìa ui 
ta^cibifogna difccrnere acutamente come fi fuol 



T I^I M 0. 14 

dire con occhi cerueriy quale de predetti fegnifia pia 
0 meno fignifìcante , Et appreso , quale di tutte le 
membra del corpOyfia nel dimoUrarci ifegniy di piti 
forx^ydi più ualore^od authorita : Et hauuto al fine 
tutte quelle confideratìoni & ricetti cotaliyfids 
poi fecondo la maggior parte, CT fecondo quei che 
più uagUono y giudicare . La diligcntia certamente 
in tutte le cofe che gli huomini faccianoci loro fem 
pre di grandisfimogiouameto: ^n%i ella e tale ^per 
meglio & per più uero dire , che molte de le nofire 
operationi , cìr forfè le più , & ro^e & imperfet'- 
teda fejornaypolifce j dona loro l'ultimo compi- 
mento de la loro bontà. QueHay inanimi à ciafcnnal 
tra cofayde ejfere fempre abbracciata da noi : Que^ 
fiayin tutte le noHre faccende ufata: Quelìa^non la^ 
fcia cofay che ella pienamente non confeguifca . Che 
noi non ci determiniamo à giudicare gli affetti de 
r anima yprima che ne confideriamo tutti i fegni del 
corpOyh officio di diligentia : Che mefc oliamo infie- 
me le figniftcatioìù di ciafcun fegnoy e ufficio di di^ 
ligentia : che difcerniamo quale tra tutti i fegnifia 
più 0 meno potente , è ufficio di diligentia : Che co- 
nofciamo qual parte del noftro corpo y quando ne 
lateUaylo ingegìioynel petto y lo ardire y ^ ne le 
braccia y & ne le gambe la fortexT:a e ripofta , 
& quando non nel medefmo luogo fi offerua la 
auaritia , cìr la gola , & la audacia , & la debo- 
lexja y eir quando finalmente diuerfì luoghiy il me^ 
defmo affetto ci fcoprono , fia nel dìmorHrarci ifc 



L I B 0 

gni di nì<tggìor for%a,i ufficio di diligetìtia: Che ul^ 
timatamtntc i più deboli & più udì Lai dandole ipiu 
forti & più nobili fegiiitando, giudichiamo fecondo 
la maggior parte^h forte jgrandc^<^ importante ca 
gioney che fempre certamente cono/damo la uerìta. 
sformiamoci aduquCy tifiamo ogni noHro potere, 
perche quefla egregia uirtu diligentia, che in fe !ìef 
pi contiene & riferba tutte l'altre uirtUy &chepuo 
bene jpeffo il nojlro ingegno tardo & rintU7;7^ato da 
fiiagu^^re CT incitare :,non fi parta & non fi allon 
tanigiamai da ueruno noHro atto . Fatto che hebbe 
qui fine al Juo parlare il Confo lo , leuando alto il ui^ 
fo^diffe fubito il Dolce . Io pur uoglio Signore ad o- 
gni modoy CT fo che uorrete anchor uoi , quando gli 
hone!ìi difideri de uoHri amici a grado ui fiano ,che 
di quefia fcientia un poco di^ìinta?ncnte mi fauel- 
Hate : Et ( come fi dice) che uedere ma uolta il mi 
dolio me ne facciate. Ecco Dolce yrijpoje alhora il 
Confoh y uoi pure hauete animo di farmi uaneg^ 
giare a la uofìra prefen'^ : sformandomi ( il che 
?ion uorrei ) a ragionare di cofa , o poco grata ad 
alcuno di uoi : ouero , che cofi bene com'io la potete 
fapere.Tsjondimeno ypoi che pur miete ch'io ui fia ^ 
guida per quefto camino t doue io dimofirarui fola^ 
mente la dirada haueua penfiero y & come fi fuol 
dire y non far altro che additarui la uia yfate alme^ 
no che P^mbafciadore ne reHi contento : accioche 
fe io inetto ( per non dir peggio ) prefumero dì in- 
fegnare a Minerua, al meno non le infegni malgra-- 



T II I M 0. 15 
do di lei. Troppo dotta inettia ci dipìngete , replico 
lo InglefeiEt poco erudita Mintrua.Ma io per me^ 
di ciò fommamente ui prego : Et promettouiy d'ha, 
uerne le uofìre parole carifiirneiCbe oltra che per ef 
fé ne uerro in cognitione di molte cofe , che occolte 
mi fonoy la dolcexja fingulare de la uoHra fauella, 
di cotanto piacere mi riempie y che mentre u* odo ^ 
non può il mio animo uago d^udirui^iir tutto intento 
nel juono de la uojira noce, altra cofà ueruna difide 
rare. Et poi ci auan^a anchora co fi grande fpatio di 
giorno , che mal fatta co/a inuero farebbe , a non 
ijpenderlo in qualche dotto & uirtuofo ejjèrcitio • 
7S(^e mi pare per modo alcuno ragioneuole, che que-* 
fio onde fin hora trauagliati ci ftamo , fi debba per 
altro qual fi uogiia indrieto lafciare. ^m^giudico 
che tanto di principio , quanto e quello che per noi 
sigia dato al prefente ragionamento yfia degnijfi^ 
mo d'ejfère condotto infino a leUremo : Et meriti 
d'effère accompagnato da tutte l'altre fue partiàn-^ 
fino a l'ultima & cflrema conclufione.Orfuyfodi^fac 
ciafi dijfe il Confalo jal'honeHo uosiro defioiEtade^ 
fiafiil uirtuofo , & ragioncuolc uosiro uolere . Ma 
ben ui prego yche fiate contenti di non ritardare y od 
impedire interrompendomi^quafi alcuna fiepe od ar 
gineattraùerfandoliinan'^yilcorfo , e'I fiuffo na^ 
turalcyonde fen'X^ alcuno indugio di artificiofo or* 
namento , prejie & ueloci fi moucranno le parole 
mie : accioche ordinatamente , ciò che di quefla 
fcìentia trattarono già gli antichi philofophi y ef 



L I B B^O 
^Arinotele principalmente cotanto riuerìto & lo^ 
dato y più a pieno raccontare ui pojja . Cbeuorre^ 
He y dij]e alhora il Dolce , che la lingua non mouen 
dola mai , ci fi agghiacciafje di freddo ^ ouero che 
a guifa di rane Seriphie , mutoli diuenìsfimo i 
me pare che ci debba efjire lecito à domandami > 
quando alcuna cofa diceìie , che non ci capejje bene 
ne lo intelletto: Et che il uolerci di quei dubbi sgra 
uare perfettamente ^ che per le uo^ìr e parole ne 
Vanirr-o cadendoci , ci tenejfero opprefii y non ci fi 
debba difconuenire per alcuna maniera . Fate per 
fede uoftra come meglio uaggrada^iprefe jubito il 
Confolo : Et poi ad ubidire di^ofio , alquanto in Je 
Uejjo colpenftero tornando^& acquiflando con po^ 
co filentio molta grauità ale parole ch'egli dire do 
uea^in queHo modo cominciò à fauellar e A faui che 
hanno anticamente trattato degli occolti naturali 
affetti de V anima ^ in tre modi hanno detto poter-* 
fene confeguire il giudicìo . alcuni difcorreuano 
prima per le fpecie de gli ammali : Et fecondo 
ciafcheduna Jpecie , attribuiuano una propria qua^ 
lità di forma : Et inficme alcuno proprio affetto 
dì mente:a la predetta qualità coriueneuole : Et di^ 
poi in quefla guifa lo argomento loro formauano . 
J Leoni hanno tutti uniuerfalmente le trireme par^ 
ti delcorpOycH petto,&glihomeri grandi : E'ipe 
lo brunOìduro , & robuftoi i quali medcfìmamente 
tutti cor aggiofi^& di grandmammo fano . Vhaucre 
adunque grandi gli homeriyilpettOi& le cUremitày 



P 7^ / Af 0. i6 

è i peli , c7 colore di ^juella maniera , è fegno ba^ 
ftante per fe madefimo , a dimoUrare la fierei^ » 
C^r lagrandeT^ de l'animo. Dopo queHo,appUcaua 
no queSia loro offeruatioue , a tutte le fpecie de gli 
altri animali: Et quali le ftmbian'j^ in esji uedenano 
tali le nafcoHe pajjìoni de l'animo^ ne ueniuano gilè 
ciicando. Dando/i quafi a uedere, che in tutti i fimi^ 
gliantiyUn fol corpo.una folamaljai& unafolama 
teria fi [offe. La onde diceuano che tutti coloro che 
in tutto 0 in parte fimile haucuano il corpo ad alcn 
no animale , parimente gli affetti de l'anima , o in 
fartelo in tuttofa quel medcjimo animale fembian^ 
ti doucfiino hauere. 7N(ow intendo dijfe il Dolce, co- 
me uogliate che un'animale di diuerfa (pecic^fiu del 
tutto fimile ad un' altro :liando pero ferma, la fpe^ 
ciale^diro cofi)differen'za.Bcn fapctelo ^pagnuolo 
rijpojCychc a me non piace di dire che uìi'huomo ne 
la dijpofitione de la perfona^ s'ajfimigli interamente 
ad alcuno animale:che egli^cio facendo, non huomo 
ma fiera farebbe: ma uoglio , effcndo le membra de 
l' huomo de la medefima qualità, che quelle de la fie 
ra fi fianOyche eglihabbiaalhora quegli aff et ti fug 
gellati impreffi ne r anima, che la fiera per queU 
le ifleffe qualità, hauerui fi h conofciuto.Diro cofi : 
per meglic maniftfìare,& mandar fuori il concetto 
onde e pregno l'animo mio . // petto di fouerchio 
folto cr ingombrato di peli , è fegno proprio & 
uniuerfale in tutti gli ucctlliil quali fono ancho per 
loro propria qualità^ tutti uniuerfalmcnte garru-- 



L I B 0 

lì & canorìiHanno parimente le gambe lurìghe^fot 
tilhcy ncruofe : Et jonoy come fi uede^lcggierijiimi 
CÌr uelocisftmi : Ma [opra tato yen crei e?" libidino^ 
fi. Et cefi fot y per le altre loro qualitày fi puote con^ 
fiderare.L'huomo aduque che nel petto haura in quc 
fio modo grande abondan^a di peli^jìa per quella 
fìmilittidine y pronto & ottimo parlatore : Et //'^/^ 
Jò pili che al dritto, & a Hmieflo non fi richiede , 
uanoycianciatore y loquace . Et fe egli haura le 
gambe di quella maniera , farà mede/imamente ue 
loc€ìleggierOi& luffuriofo. Et oltre a ciò > fe egli an 
co per altre qiialitayhaural corpo loro fmile^gli af 
fettine i naturali monimcnti de l'anima fuay da quel 
li de gli uccelli non faranno diucrfr. Bora ficheui 
intendoyfoggimfe fubitol Dolce : pero feguitate fe 
tii piace : gli altri dui modijche oltre al già detto ui 
retìano , col lume, & con lo Jplendore del uo^iro ra 
gionamento , facendoci chiari.SeguirOyrifpofeil Con 
folo uolenticrì : Ma fe in qutHo modo , tratto trat- 
to il mìo parlare iìitcrromperete , ìion credo che 
dobbiate uolcre^che cjfo hoggi al fuofìne pcrucnga. 
Orfu dite uiayreplico il Dolceiche da bora inani^ fa 
ro for^c a me livffo : per mi no recare a uoi di mo- 
kftia . jLlhorayricominciando il Con folo , diffc. il fe 
tondo modo nel quale giudicaitano gli antivhi^tra 
la ojjiruatione y ^ la efpcricn^a^tolta non da tut^ i 
gli animali^fi come il primiero : ma dalbuomo firn 
flicemente folo per fe sìcffo . 7{€perù ingenerale 
da tutta la ^ecieima da quelli in pat ticulare y d'uva 



V III M 0 . 17 

feldprouìncict, ÉtucdHtc& conftderate con diligeìf 
tia tutte le qualitài tutti i fegni de loro corpiy & . 
conofciutine perciò parimente gli ajf etti del' ani- 
me y per quelle medefime qualità 5 ne gli huomini 
poi auertite de ftram pae/ij prediceuanoin loroi. 
inedefimi affetti . Aggiungendo pero , 0 fininuendo 
al primiero giudicio , jecondo la propria & conue-^^ 
neuole uirtu di quel luogo > douc 0 nati primiera-^ 
mente iOuero lungamente nutriti quegli huomini s'è 
fmo. Firtu& proprietà non per altro acqui fiata, 
che per ladijpo/itione y caperlo infiujjò Cele/le: 
Donante per diuino uolere y non folo auarieregio^^ 
ni j dìuerfe doti : ma a ciafcuna fpecie, & ( che e de > 
^no di maggior merauiglia ) quafi a ciajcuno indiui- 
duo , il fuo dono proprio & particulare . siate cer 
ti adunque , che la terra rkeua diuerfamcnte le in-- , 
fluentie del cielo: 7^c ui penfate che pano (Tuna iftef 
fa natura^egualmente tutte le prouincie del mondo. \ 
Tslon con ragione yfe ciò fujfe , haiir ebbero detto i no 
Uri padri Latini^gli Africani^efjcre ingannatoriiam 
bitiofiygli ltaliani:fioltiyÌFratiCÌofi: uantatori , gli 
SpagnuoU:gliAfianijlafciui:auariyi Soriani^ GrCf*, 
cijeggieri: Et hauere^come di/je Adamantio ) pili 
che l'altre nationigli occhi bellifiimi:pieni de lo fple-. 
dorCy ^ del lume diuino. £' ben nero eh e le notabili 
diuerfita de paefi y meglioy& più chiaramente fono, 
iLomprefe per la larghe^^jie la terra, ciò è quanti, 
quepiu.o menotyefii da l'EquinotialefifcofianOtO ui. 
y aminano, che non fi fa per la lunghex^y onde da. 

C 



L I B B^O 
L'Oriente a L'Occidente è la terra da nói nìi furata • 
^n'^ ci fono flati affai di coloro 3 che hanno detto , 
fiele prouincìe poÈìe egualmente lontane ò dal pò- 
loy ò da l Equatore^tutto ch'ielle fiano per lunghe%j 
remotifiimc , non u e/fere ne la loro natura y alcu 
nayouero picciolijfma differen'xa . Tutta adunque ^ 
cuero la maggiore uarieta de le regioni yh fecondo 
che effe ò da r Equino tti ale yò dal Toloyfono diflati 
Vìuerfiffimi qmfi in tutto fono gli habitantinel'E^ 
thiopia^ & coloro che uiuono ne la Cottia y& ne la 
T^ruegia. Quelli fe ne flano foggettì tuttauiaaglì 
ardenti raggi delfolcyche dirittiflimi fcendono fopra 
di loro : Et queSìi d'altra parte hanno la loro patria, 
(co7ne difle il uoflro Toeta ) la fotto i giorni nubilo- 
fi & breui y nel ghiaccio femprcy & ne le neui fepol 
ta : Et tutta lontana dal camin del Jole . llquale an^. 
chora ci hthbe a dimoUrare chiaramente y gli ajfet 
ti naturali de gli aìiimi di que popoli fieri & feluag 
gi : foggiungendo , loro effereJ^cmici naturalmen- 
te di pace: gente feroccy a cuti morir non duole. Do 
ucper contrario que primi , fono timidi , humani > 
paurofh & quieti. La Italia uer amente cheposìa in 
me%o di quefli eHremi , non ha freddo che la conge 
li y ne caldo che la diHrugga , produce gli huomini 
participanti temperatamente , de le pajfwni de gli 
uni & de gli atlri ; fi come temperate fono le loro 
complefioni : Et in niuna maniera 9 i termini de la 
mediocrità hone^la & comteneuole trapp affanti. 
Ma quantunque più difcoHandofi da l'Italia > i> fi 



T III M Or i8 

tèa cantra il freddo che ci manda la Tramontana^aU 
trettanto fi trouano gli huomini y co fi ne le qualità 
del corpo come de l'anima^piu fempre a i Gotth& a 
i J^ruegi fmili : Onero da l'altro lato nerfo ilme-^ 
^0 giorno uolgcndofiyquanto più inani^ fiua^di con 
tinm uifineggono gli habitatori , maggiormente in 
ogni cofa fimìgliarjì a gli Ethiopi: Et bauere altret 
tanto più di calore & di ficcità ne la loro compie/^ 
/ione , quanto quegli altri, più dlnmore ui tengono 
^ di fredde^ • Ter queiie adunque cotali diuerfi 
tà , fono gli huomini d'una prouincia , differenti da> 
coloro , che fono nati , o che uiuono altroue : TSie lo : 
a/petto prima, & ne le parti di fuori del corpo :poi 
ne i cofìumi: & ne gli intrinfechi affetti de lani-^ 
ma . 7S(e fi fcorgono quefìe differentie folamente ne 
ledifìantie grandi de le prouincicyma anchora ne 
le picciole d'una medefima regione: 7{e folonegll 
huomini ciò aduicne^ ma parimente ne gli altri ani 
mali . Onde coloro che hanno fcritto de la natura 
de gli Ekphanti , hanno detto quei di loro uiuenti 
ne le paludijeffere per ordinario pai^ & ^^SS^^^ 
riti montani.infidiofi peruerfiiEt quando il bifo-* 
gno cr la neceffità non ne gUaflringa, per ninno mo 
do fermi ne lo amore de gli huomini . J campeHri 
pohcome migliori che fono de gli altri^abondare di 
benignità , piacenole*^ ^ ^ manfuetudine : & in 
breue tempo domcHicatifi , lafciarfi facilmente 
macerare ne gli effercitìi , the gli huomini ambi^ 
tiofi 0 cupidi di regnare { grande argomento de U 

c ^ 

1 



L I B liO 
dimnìta delnoflro intelletto)non con picciolo Sludì(f^ 
& faticdimoHrano & infegnano loro. Or a conofcen' 
do adunque in quello modo gli antichi philofophi le 
qualità del corpo , & le naturali ine linat ioni de gU\ 
animi de gli habitatori d'una fola prouinciay ueniua--^ 
no per queHa jimilitudine , ne la cognitione de gli\ 
affetti ditutti quanti gli altriyche in qualunque par - 
te del mondò uìuejiino . ^Itri ucr amente y fecon- 
do i co fiumi &gli atti degli buomini(quando come 
riHO dafontCy da le occolte pafiioni del core^ gli at--^ 
ti noflri palefi , è i manifefii coflumi deriuano )for-' 
mauano & ordinauano interamente i loro giudici *i 
Onde fe alcuno uedeuano hauente naturalmcte queL 
Vatto del uifoyche hanno gli adirati per qualche ca- 
fo JòprautnutOjdiceuano douereagran ragione^ cf- 
fere Himato colui sdegnofo & iracondo . Timidi fi-- 
milmentey ^ paurojigiudicauanoi pallidi per natu 
va : Conciofia cofa che tutti per timore accidentale > 
cotalidiuengano gUhuomìni: Et fieno tifati di per- 
dere i colori deluifo • ^ffermauano oltre a cioyche^l 
naturale riuolgere & girare degli occhi a linfiifo > 
era fegno certiftimo di libidine ^ di lujfuria:perche 
haueuano 0 fferuat oche nei congiungimenti t^ene- 
rei^&mafòimamentenel mandar fuori l'humido ra* 
dicale yultimo grado fuprema ptrfettione di quel 
lo affetto y fhe di corruttibili & mortali, eterni & 
immortali ci rende 3 riuolgeuano tutti gli huominìl. 
j^ìr per ca\o gli occhi in cotale guifa girauano • Et 
ffoji procedendo in quefia maniera , di tutti gli appc 



T III M 0. ip 

4ici de gli animi himam^pcr fetta & intera conofcen, 
acqHÌsìaua,noJ?uofii adunque jfi come uedete.per 
' quelli tre modi effcrcitare^ queHa fcientiaioltre a 
quali , fi può mvdefimamente fecondo la contrarieir\ 
ta de fegnigiudicare.Cbe fe^diciamo cofhlagraìidex^ 
%a de leeftreme parti del corpo yfignifica forte'2;;:^a 
XÌr grandmammo y lapicciole'^per contrarioydebo^ 
lei:;^ & poco cuore dimoflra . Fermatofi dopo quo 
^fìo lungo parlare il Confilo alquanto^ il Dolce roìn-^, 
pendo ilfdentioydiffein quella manierau^xfo dilui. 
Compiutamente hauete fodisfattoal difidem de l\t 
nimo no^ìro , facendoci cono/cere tutti quei modi , 
per cquali gli antichi giudicauano : Ma a me fareb^, 
he caro oltre a ciò , non folo che fe altro ue ne rejla 
(fusiodito ne l'arca, & nel tbeforo de la uoHra mc^ 
moriamo offeruato dauoi mede fimo , oucro imparato 
Mcglifcritti d'altruiycelofacefle commune:& lafcia 
flecelo ufare: ma [opra tutto che mi infiignajic par- 
Ocularmente una uolta^quaimembriy:& quali loro, 
qualità , quesìo y o quell'altro affetto fi;opriffero 
Tcrcioche fen^ difcendere a queììi poiticol^riy tutr^^ 
to do che fe ne diccjje cofi in generale yriufiìr ebbe al 
fine fatica inutile & tàana • Egli ci mole , diffe uer^. 
fo il Dolce alhora l'Inglefe : per quanto che fin qui 
ho comprefodalfiio ragionare ^recare inan^ ilUbro, 
de la Thifionomia fcritto già da ^riilotcle - per 
farci merauigliare ad un tempo medcfimo , 6" de U 
memoria ^ de lo ingegno che egli ha per buona, 
forte hauuto dal ciclo , Di qucHo^eJ^oncndocelo con, 

C iij 



tanta facilità: Ut di quella , andandone con fi gran 
diligentia raccogliendo tutte le parti . Comunque fi 
uoglia^riprefe fuhito il Dolceiche ciò non mi da noia 
ueruna.Sin'7^ Je egli in quella materia , con la luce 
de la fua e(pofitioneyCÌ farà chiara la ojcura fenten^* 
tia di quel degno philofophoytantó maggiore atithò^ 
rità hauerannoy ór per ciò tanto anchora mcritcran 
no maggiore credenza le parole fue.Lafciamolo pur ' 
bora feguitare^foggiunfetofio lo ^mhafciadoreiche 
per quel ch'io creda, egli ci hauerà à moHrare il «e- 
ro modoinelquale fi tolgano,^ dagli ammali CT da 
gli huomini , i certifiimi & chiarifiimi fcgnì • Dopo 
quesìoyueggendo lo Spagnuolo che ejjl da la fua hoc 
capendeuanOj & di r accorre le fue parole attenta- 
mente af^ettauano , brillando ncluolto di dolciJ?ìmo 
rifoyin quella guifaal fuo ragionamento diede prift 
cipio. Ben mi piace inuero che per uoi fi /applaudo 
che al prefente per me uiuien detto^efferegia fiata 
opinione di fi chiaro philofophofP croche certaméte 
miperfuadoyche maggior rifletto i& più di auerten 
dobbiate hauereyadopporuìy& a contradire a do 
che da me hora ui fia raccontato. ?y(e giudico però 
che ritornare in biafmò mi debba (quando ad acquì^ 
Slare perfetta ifperien%a d'una cofa , non bafta l'età 
fola di un'huomo) fe nel moSlrarui il modo del giu^ 
dicare tafpctto humano » quello & non più ui rife* 
rifco 3 che già gli antichi faui , con tanta lor lode 
dottamente ne fcrijfero . Conciofiacofa che tutti co • 
loro che hanno trattato di quefia fcientìa } &\4ri* 



T \1 M 0 10 
Siatele in prima onde hanno bauuto origine molte 
fchiere di dotti & di ualenti huomivii non habbiano 
gran fatto in altra cofa tifato la loro diligcntiay che 
nel recitar e^ejporre^ & confermare le altrui opinio^ 
m.^^ffai adunque mi parrà di fare^imitaìido cofìo- 
ro:'ì<(e da le loro iniìitutioni , partendomi {come fi 
dice) pur un dito trauerfo. Et porterei credcìixa che 
mn folo ragionando jfi come bora fo^ ciò mi doueffe 
effere conceduto : ma commettendo anchora a gli 
fcrittiyqucUa nofira fententia:Et facendone un do^ 
no a la tarda po^ìerità • Et per qual cagione fi do-- 
urebbe disdire auoijdijfe il Dolce, quello che in tutte 
le lingue e flato lecito a gli altri fcrittoriìRjsguar- 
date pure i Latini: Et ueder eteli in questo ufare mot 
fa licentiaiMa tra tutti gli altriyCicerone fu (coni e 
gli ^ieffo confefja) licentiofifimo . Certamente diffe 
albora lo ambafciadore , quefii moderni Jcrittori de 
la lingua Italiana,non fi lafciano in queHa parte, ne 
dapaura^ne da ri/petto tenere: an^i arditamente & 
con animo grande entrando ne le biade ialtrui^non 
folo ne leuano molti di loro le più belle & le maggio 
ri Jpighe^maagran fafci,tutto il ricolto ne rubbano 
er* ne portano altroue.TSle farebbe difficile ritrouar 
, ne alcuni , che uolano perauentura gloriofi per le 
mani (ir per le bocche de glibuomini , cui fe Tla- 
tane, altri antichi ritoglie[iino il loro grano , di 
che hanno ripieni i loro granai, & le loro belle più* 
me, onde uagamcìite fi fono adornati, fe ne Sìareb- 
hono affamati fempre a bocca aperta :aJpettmdo U 

• • • • 



Z T F \ 0 
imbeccata come polli bramo/i : Et nudi fi riviarerch 
honoycomegia la cornice^ dagli altri uccelli citata a 
ragione • Or fu non ci lafciamoydijje il confolo^ in U4 
no trafcorrere il fugacifiimo tempo : fe ucglictmo 
che del noHro ragionamento^ a la fìncy & al terrai^ 
ne eUremo fi ueiiga . Et coloro che fi credejjero che 
io pili tofìo ejponefiiy che dijputjfii , lafciarno ne la 
loro creden^ai Laquale comunque fi fia , non ci può 
fe dritto guardiamOyefjcre per modo alcuno danno^ 
fa 0 moleàa . ^pprefjo a quefle parole y fiato il Con 
folo un poco penfofo , ruminando quafi alcuna cofa 
tra fe^coft di nuono torno a fauellarc . Haucndouigia 
fato conofccntiyncl parlare in che difopra diligente 
mente faticato mi fono, di tutti quei modi per li qua 
di giudicauano gli antichi , hora mi bifogna mostrar 
uii in che maniera pofiiamo fare una noua ojjerua-^ 
tionc certa CT unìuerfale , per cui fecondo le quali^ 
ta de i corpi , fempre cìauenga dipieìiamente inten 
dere le pafiioni & gli affetti de l'anime . E nccejfa^ 
atio adunque fe uogliamo fapere quale affetto di men 
te fta da alcuno fegno efìrinfeco figìiificato , & per 
iquefìo termine di fegno > intendo una certa difpo^ 
fittone 0 qualità di alcuna parte di queflo corpo f 
i:Qnfiderare tutti gli huomini , & tutti gli animali > 
che fono tratti naturalmente da Ufi medefimo appe 
fifp^ & da unmedefimo mouimento di core: del 
jquale manchino pero tutti gli altri ^ di qualunque 
fpeciefifiano . Scelti poi qucUi tali & huominiy & 
'animaliyhauentiunofleffo naturale affettOiCiè di me 



'P. Py; I M 0. Il 

•Sii ero dì notare attentamente y che qualità efii hab^ 
■iiano ne le me?nbra del corpo : Di cui tutti gli altri^ 
'QÌje la predetta iìiclinatione non hanno , ftano pari-^ 
mente pviui • Et ritrouato al fine queslo fegnoylonta 
ina daglialtrii ^ proprio di co fioro che hanno co-^ 
me difUiìmo affetto medefmo , dobbiamo per certa, 
fapcr collii ejjere quello , che quel tale affetto ci fco^ 
fra & ci manifeiii . Quantunque dijfe alhora lln-^ 
-glefe-^affai bene comprenda ciò che ci dettano le uo^ 
Hr e parole ynodimeno baurei caro per meglio il mio 
intelletto renderne podisfatto , chegraueo faticofo 
non ejfcndoui , mene defìe uno tffcmpio : perciochc- 
non mi fouiene di bauere letto giamai in ^riftotele^ 
'^quefìa bella & dijlinta dimofiratione che alprefen^ 
, te ci hauete accennato ♦ 7^(c io lo jpagìiuolo- rijpofc^ 
Mentre mi contentai de la fcrittura latina^ chc colpa 
^ uitio di clpo/itori^ quafi folta nebbia il lume del 
fole & de le bielle celcfii 5 ci toglie CT ci nafconde la 
'luce de i detti chiari & illufirt di quel degno Vhilo 
fophoyhebbi potere per alcu tempo di appagarne Va 
mimo mìo: ^n^ipcr molto ci) io cercafjì di fpegner'^ 

10 y m le fonti di coloro attuffandolo che di poterlo 
faremiprometteuano ypìu fempre fe ne accendeua 

11 nosìro de fio . Ma da poi che da uifo a uifomipa^ 
fìa^fauellare con ^riHoteUy da le piane ^ facili ^ 
<& gentili parole di lui.comprefi ageuolmente in una 
fola uoltaycio che in molte ycon gran faticayla to^':^ 
i.%a CT la inettia de gli ajpri ^ durifiimi interpre^ 
{fiy /a{Mo ìm nfi h^ucm dar& ad intendere « Ca« 




L I B B^O 

me fi fìa dijje il Volce^uenìtc dìgrcitìa a Vefftmfioz 
accioche o uofii a o d'^rifiotele che la già detta di-- 
moiìratione fi fta ypiu internamente m/a uolta , eè" 
con maggiore certe^^^a conofcere la pofiiamo:Et co 
me a lui di haucrla trouatOyCofi a noi di hauercela in 
fegìiato ^mercede & obligo habbiamo . ^on penato 
fi cortefe ueggcndoui lo Spagnuolo rilpofe^molto a fo 
disfare a le mUre domande : però come fin qui fete 
ujato di fare^afcoltatemi attentamente . Detto que-- 
ftoy foggiunfe di poi in queUaguifa. Seuolefiimo di 
co hauer notitìa piena da qual fegno ci fojjè prò- 
priamente manifeUato la forgia & lagrande's^ de 
l'animo^ ci farebbe meUièro confiderare feparata^ 
mentCytutti gli buomini forti & animofi : Et tutti 
gli animali anchoraycoraggiofi& robufti. Et dipoì^ 
uederequal fegno fi hauejfero quelli tali nel corpoi 
^mde tutti gli altri ^ buomini & animali^che que-^ 
gli affetti diforte'^ & digrandcT^ d'animo non 
baueffero.fofiero priui. Et ojjeruato poi finalmente 
queBo fegno. f apremmo lui darci de gli affetti pre^ 
detti^certifiimo & fecurifiimoindicio. Mail fegno 
ueramenteyche fia proprio & particulare de i forti 
^ de gli animofi j e lo hauer e le eHreme parti del 
corpo y & gli homeri.e'l petto ygrandi& mufculofii 
^dunque fi può dire ragioneuolmente , queSio Je^ 
gno per fua diSìinta & feparata proprietà ^ quegli 
affetti & di animo fitd & di fortcT^ fignificare • 
Onde fi forma poi ^ ^ fi uiene ad ordinare lo argo 
mento in quella maniera. ^Ifonfo (pcr^^fidir^) 



Vl^tMO. il 

ha te ejlrme partì del corpo y & gli homerlycl 
petto grandi : adunque egli e ancho dotato & nei 
corpo & ne l'anima dì ardire CT dì for^a . Che egli 
uibifogna di certo fapere y che nel corpo hauentein 
forte per compagnia un' anima ualorofa^ fempre fen 
7^ fallir giamaiyle predette qualità fi uedrannoiEt 
d'altra parte fi sdegnarebbequafì fi terrebbe 
a uile un cuore animo fo , di albergare in alcun corpo 
che le già dette qualità non haueffe.^Ma perche mot 
te fiate y& quafi fe?npre adiuiene.che con quejlafor 
tex^^a d' animo idimoftr ataci per e fegni dame dì-* 
chiaratì di fopra , ci fiano uniti anchora alcu^ 
ni altri affetti che rade uolte da lei fi difcoHanOyCO^- 
"ine è la liberalìtàmero la impudentia^ dico che non 
jen%a ragione fi potrebbe perciò dubitareyO che il 
fegno come fignìficante diuerfi afetti^non fi douejfe 
per certo accettare ne i giudici de la fcientia che ci 
infogna In noflra natura:ouero(in più minute diuifio 
ni partendolo) fe luna qualità di luiypiu toHo lafor 
te'j^ fignificajfeyche quell'altro affetto che congiun . 
to fi ucde con lei • Come farebbe : Ecci alcuno che 
nei fegni del corpo Jm il capo grande, & la fronte 
tìleuata : Et ne gli affetti poi y & ne le ìntrinfe^ 
the naturali inclinationi y e magnanimo & lib er- 
rale : onero (parlando de gli animali) con altrui 
di buon grado partìcipante de le fue prede • tcco 
' che qui y non è picciolo il dubbio che nafcere uì pò-- 
trebbe : Slandouifi in forfè y o che la grandei^ del 
tapo foffe Jegno di liberalità : ^ la eminentia d( 



1 



L I B 

% fronte ^ dì fortcTi^^a : Oucro che la dcitcttìone d4 
fronte 9 liberalità, & lagrande^j^a del capOy/orte^^ 
%a dimosìrafje . Ma per ifconciarc , ^^on lafcìare 
uenìre in luce cofì triUa & cattiua co falche crefciU'r 
tnpoi& fatta gì'andeyfoggioghi quafi Cyro noueU 
lo,& meni in fermtH lointelltto fuo auoloyci e necef 
fario di procedere in (jucftomodo . Eglicibifogna 
in prima confiderare dijlintamente tutti gli animaVp 
forti i & ?ion UJyerali: Et da l'altro canto > i liberar- 
liy ^ non forti. Et ritrouati quei primi hauerc il ca 
po grandej & non la fonte rileuata ypojiiamo cfjer 
certiy la grande'^ del capOy fola per fe medefima , 
il ualore, l'ardimento , & il grand' animo palefare-. 
'Ma da l'altro lato fe uederemo qucsìi altri confion^ 
te eminente j eS^ con pìccola tcHa, dobbiamo fare fii 
ma j negiamaifara falfo il noflroparerey che la al^ 
te^^ & la rileuatura del fronte yla liberalità & la 
stortcfia fempre efprejfaìnente ci manifeUi. Et mede 
fmame^ìte fe alcuno haueffe il capo grande & acur 
to^i& foffe animofo inficme e sfacciato, potremo pa 
rimente siare dubbio ft ^ fe la acute^^y di magnani^ 
mitay& Jela grande-j^a^ di iìnpudentia foffe fegno: 
opure fe la acùte'zi:^, impudentia , & la grande's^ 
^Xa^animofita ci fcopriffe . Ma ce ne potremo poi ^ 
non con molto affanno &fiiticay per cotal uia riffol 
nere CT fuillupare : Et in quefta guifa^la ccrtex^;^ 
& lauerita di ciò che andiamo cercando'^ ageuol^ 
mente trouare . Conftderando tutti che hanno il ca^ 
fa appuntato 3 comcsufadi dire in Tofcana^ 



non grande,e fere sfacciati, & mn forti: Et per con 
frano coloro che grande hanno la tefla , & non acit 
ta, e/fere animo/i, & non impudemi.Foi la accocca 
te a Genonefi , dijji- alhora U Dolce ridendo: lattali 
per un bello ordinario, hanno qnafi tutti le tefie loro 
acutifme . Guardate rijpofc fubito il Confilo ,fe clli 
fono ancbora come diffi,sfaciati:che guidati da l'ap^ 
petito lor naturale, per cacciarui di cafa noUra, inft 
no qui a Chioggia ne uennero:Doue uoi che meno acit 
te le folete hauere.non chea Ccnouj, ma pure a Cor 
fica i animo non ui die di apprejj'arui . Certamente 
fi f gghigando il Dolce foggiunfe : Ma perche non 
hebberoi capigroffi, cr no» furono forti, uedetc che 
CI nmalcro Fatepur ccnto riprefc alhora il Zornor 
%a. che il fine di quella battaglia, die de a itoi k uita^ 
C?- « loro tolfe l'ardire . Deh lafciate digratia, diflò 
Mora lo Inglefe, quelle uane tentiom: Et ritornate 
(CT fia meglio , ^ maggiore & più larga commodi 
ta di noi altri che u'afcoltiamo ) al uoftro primiero 
ragionameto.Et diteci,che purn'è tempo hognmaii 
feparatamente una uolta , quai fiano que fegni, che 
m piace che da noi fieno nel giudicar e ojferuati. Que- 
ita coja m diro poi , lo Spagnuolo rifpofeiche uo pri^ 
m ragionare alquanto, de la diferen^a dei Lm 
McorpoiEt mofirarui,fe'l mio potere a ciò baflìa' 
quai di loro fi debbano c ome buoni e- voueuoli che 
Jàno, accettar e: Et quali fi cometrifii,èr inutili, alÀ 
hand9nare:onde fatti dotti alfine,come quefli fchifu 
fh& quegli MeffireMbano jeguitati,pvfùam 



à 



L 1 B T^O 
quafi facerdotì di Vhebo.acefi & infiammati di ditti 
no {piritOylepa[fw?ii de l'anime, nafcosìe fottoH uclo 
de la terrena carne , fempre ueracemente falefare 
^indouinare . Dicoui adunque ghe dei fcgni del 
(orpo^ alcuni ce ne portiamo dal uentre materno; 
J quali parimente j tutta uia ci accompagnano in- 
fino a la morte , Come farebbe ( diciamo cofi ) la 
lunghci^de le gambe: alcuni poi y quantunque 
dal nafcimento & dal principio noHro hauuti Jem^ 
pre con noi y cambiano nondimeno nel procedere de 
gli anni y la loro antica primiera dijpofitione: Et 
talhora ( quanta for%a ha il girare del Cielo) an^ 
fhora del tutto la perdono ♦ Come nel colore fi ue^ 
de auenire de la carne y& dei capelli : Et ne le ca 
pigliature fiìmilmenteia lequalifuccedono i caluex^ 
'Xi : nuntij ^ ^^Jfi^ggi de la debole & tarda uec^ 
cbie']^ • %4ltri fono di queSìi y che non perdono in 
tutto la figura loro : ma la mutano folamente , Co-^ 
me incontra ne la maggiore parte degli huominiync 
la alte'Z^,& ne la drittcx^ de laperfona^ Si ueg^ 
gonoanchof^cfje fiate nei corpi alcuni fcgni: non 
già nati y & cominciati naturalmente injieme con 
loro : ma tali pero > che in fino che l' anima y e' l calo- 
re naturale da loro fi parta y loro fempre fanno y per 
fetua & non mai fepar abile compagnia . Di quefla 
cofi fatta maniera adunque y fono gli torcimenti rfe 
laperfona yper ^popkffiay o peraltro maluagia 
accidente in cjfi ucnuti : Et [opra quefìi , medefima^ 
menu molti dm difconci ^ debole%^:^cbclQÌn'* 



fermha , 0 le ferite juenti contrariai fereno dcU 
noflra tranquilla felicita , ne i corpi fogliano arreca 
re de mortali • Ora di tutte quelle qualità difegni , 
fecondo la forxa del noflro ingegno apertamente 
niayiifesìateuiy i primi che hanno infteme con noi ori 
gine cr fine , dimosìranofmilmente quegli affetti ^ 
. che fono fermi , Uabili, CT rimanenti fempr e ne / tf- 
nima noHra, dal primo infino a l'ultimo giorno. M4 , 
gli altri poi, che fo?w mutabili y 0 mancanti inan:^ 
chenoi^ouero dopo noi y& per alcuno accidente ^ 
uenutiy non poffono per modo alcuno farci nera & . 
c erta teSìimonian^a , di quegli affitti che ci accom^ 
p agitano per tutta la uita.Beneè ueroychefi può 
ojjèruando alcuno di quei fegniche mancano & fi 
mutano, cono/cere talhora la fcmprc ferma, & non 
mutabile uùrità . Come farebbe fe per lo uermi^lio 
colore del uolto , fi giudicale la pudicitia, & lauer 
gogna di altrui : quando è manifesìa cofa , che fi ar-^ 
rojfifconogli huomini , & diuengono cofi fattamcn 
te in quella parte uer miglia jeper qualche acciden 
te y fono alcuna Holta agretti à douere uergognar^ 
fi . Nondimeno quantunque ( come di(fi)alcuna fia- 
ta queflofegno il uero ci fcopra , non però e ragio'- 
neuole 3 ne fi conuiene in alcuna maniera , che in lui 
totalmente acquetandoci , ne più oltre come di me- 
gliobramofi cercando, lo accettiamo per certa & in 
fallibile norma, nel di/porcy & ne l'ordinare i noHri 
giudici . Concio fia cofa, che la uergogna che e flabile 
^ ferma paffione delanima^nonpojja ne debba dal 



L I B 0 
fbìòre del uolto y uago cr mutabile fcgrìo dì qùetlù\ 
corpo , ejfere drittammte , ne con ragione^gia mai^ 
giudicata . Se egli è nero dijfe alhora il Dolce , che i 
Jègni de le ferite yìion debbano ne i giudici de la fcien 
de la natura de l'buomo , efj'ere come certi , offer ' 
nati & fcguitati da noi, comepojjbno dire imediciy . 
ammoniti da Hippocrate loromaeUrOy che colut a 
cui faranno per alcun cafo tagliate le arterie che fo-- 
PO quipr^ffò à queHe uene di dietro gli orecchi , fiaj^ 
da indi à dietro flerile ^ infecondo! l^e poffa per 
alcun modoj più generare gì amai i Questa è purc% 
( come fi uede ) diuinatione : laquale tutto che ella^ 
najca da fegno nuouo , & per cafo in quel corpo fo-\ 
pr attenuto ifcmpre nondimeno ri/ponde^cir riefco 
certifjima • Donde uien quello fhaucrei caro che al^\ 
cuna cofa me ne dicefie^Haueagia lo Spagnuoló apen 
te le labbia per fodisfare àie domande dti Dolce yì 
quando lo Inglefe di nuouo interrompendolo y co fh^ 
cmiinciò • Dapoi che m'e flato per altrui mQflrato\ 
la uia 5 doue caminando miattrauerfi al uoUro par^ 
lare , dirò anchor io , che fe ijegni (come dite)mu^ 
tabiliy non foffero certi , non hauerehbe potuto 
thagoray giudicare i fanciulli diteneriffima età: I fc\ 
^ni de qualiiCome tutol giorno chiaramente per noU 
fi comprende^ fi mutano y ^ fi Cagiano tutti. Fogliai 
tno dire che Tythagora ragioneuolmente nongiudi^> 
caffi ^ Lafcritura , che non uoglio direlaauthorità^ 
ci perfuade il contrario , Diremo che ifegni de i fan.^ 
binili fìano fermi f ^on mai: che la e^erientiay macj 



I M 0 . 25 

ftra di uerìtà y ci Jìa incontra. Che diremo adunque? 
'Diremo rijjwjeil Zorno'z^ > cheTythagora ferma- 
^mla fùa opinione nel giudicare y fopra la faldei^ 
^de i fegni ììabili: ìquali [emano fempre mai quella 
HsleJJàJa loro primiera qualità naturale . Che quatta 
^tunque pàiache la faccia dd fanciullo (cofidirer- 
^rnoj diucn'cndo di giorno in giorno maggior e^^ più 
fempre crefcendoyO' oltre a ciò dal bianco , nel bru^ 
'noydal terfo/nel rugofoy dal molici ne l'ajpro, c^. dal 
graffo ine t magro alterandoft é^'tfhppajjkndo ypigH 
alcun poco di mutatione & diuèrfndj, no però adìuie 
^ne giamaiychc ella alcuna mutiyde le fue proprie an^ 
tiche qndità:cl)è da principio le dicde^lacelefìe im'-^ 
mutabile fatale necejlità . Verciocheinfìno dalprU 
miero giorno fi uede^fe ella è più delgiuflo , lu77ga\ 
breue,grandty picciola, ritonday larga , carnofa, od 
'afciuttaiKt rhólte altre qualitadiin effa fi fcorgono^ 
l^hc no fi mutano co gli anni : ma fi mantengono fem 
'prB quelle mede fmc y in fmo a V ultimo iermìne de la 
^uitaQuefli erano i fegni cheojfcruaua Tythagóra:Et 
*da quesiiyla tì'crièac^ la certerz^nafchiayde giudi 
'di ^uel Sauio VhilofophoyMa uoi Signore ^Icfadìi) 
cWkome medicoyil dubbio mi hauet e proposto, de [a 
incifione di quelle arteridcome ui fcte cofitoHo fccnr 
datocché pur dianzi ui difii , leipclinationi de VanU 
ma^non potere effere conofciute per li fegni de le 
ferite ? Tarui forfcy che fi debba la Herilitay pafìio^ 
I ne od ajjetto dinoHre anirrìe giudicare iTslpn ere-- 
d'io • eUa huitÌ0y& pafiione diqucHo corpo-: 



D 




J^on altramente chefifia la cecità : o qualunque al-- 
tra alter atìone^ò morbo fimile. Se adunque giuUa^ 
mente non fi potrebbe domandare diuinationeyil pre 
dire à colui laprìuatìone eH mancamento del lume ni 
Jiuo y cui fi uedefiino gli occhi da un qualche colpo ò 
fer altra difauenturaguaHi & ricifh cofi non fi può 
dire che fi indouini , la futura^an^^ pure la preferì^ 
te Herilitàjper lo uederej^com^^ bauete detto) taglia 
te quelle arterie: jin^ì la cognitione de l'uno , cr de 
V altro di quejlÌACCÌdcnti y fi de giudicare più toUo 
xertifiima fi:ie'ntia. Conciofia coJà,cbepoco menofia 
np quelle arterie, membri concorrenti nel generare, 
che fi fìano gli occhi nel uedere. Dico adunque eh f 
gli affetti de l anima noflrayche dal Cielo nel princi- 
piaci furono dati de la noflra genexafionc , & che 
con effo 7ioi tuttauia ci portiamo infino à ia morte y 
fono per quei fegni conofciuti^chi^ fia^^^ p^ri^ 
mente,& che fini fcono infieme con noi. De ì quali ^ 
co^e di loro propria^ materiaynel dar modp ordi 
^ à i loro giudici fi firuono 9^ fé; ne uaglìonó i fa^ 
^tfi ojferuatori di qucfia dottrina. non crediate pe 
[ro\ che per que^i fegmfipojfajper modQ. alcmù co- 
^nofcere, que^ì'huomo douere efier medico : &)^^J:r 
. l'altro muficómero coftui in ufirologiaj'& colta i^ 
Geometria , douer diuenire ecceUentevfercioche^co^ 
\me. è- facile cr chiaro à uedere ytuue le fcientie, 
coltura & ripofo di noHre menti y per iUrani acci-^ 
denti , & dopo alcun tempo fi acquifiano : Et non 
già fono , fi come gli ometti , imprefii & fi^gg^^i 



T li l M O y 16 
primieramente y col fogno de la madre natura negli 
ammìnoJìrLsen'2^ amaefìramenfo alcuno^ fono gli 
buomnì fin da principio ò timidi.odauarifo Ubera-' 
Jiyod animofi. Ma non fi può già fen'^ lunga erudi 
jione cìr fatica , & feni^ perdita di molto tempo , 
acqui/lare od impre7idercgiamai alcuna dottrinalo 
me dijje il Dolce albora^adunquc non uoleteuoi, che 
il Cielo la natura ci hahhia fatto , più h abili da 
princìpio più atti ad una cofu^che ad un'altra? 
guardate ciò che uoi dicete : perche il contrario eli 
quello che ci uolet^ perfuadere , tutto' l giorno ueg^ 
giamo : & manifeHifiiiTÌarhente fempre lo udiamo. 
Et per certo fe egli non foff^.ueroyche natur^^^ 
te fofiimó piu tojio ad una fcientia, & ad uno e0r^ 
citip y che ad un altro inclinati y in uano farebbe fer 
mamente riuJcitOylafatica & lo auedimentodiqucl 
,^auio Thilofopho: che folcua menare à torno per la 
cìt^à\\ fanciulli ro7;i , non aue:^ad arte , od à 
fcientia alcuna: Et far loro in quel modo uedercy tut 
te le operationi onde uar iamentCy fecondo la diuerft^ 
^ ^libumani appetiti y quei tai cittadini fi fole^ 
nano faticare • ^ccioche comprendendo ^^ ojfej:^ 
uando lui per quella manìer acquale arie-od effercL 
tio fojfe loro più grato^egli per ciò potefe più agif 
uolrnentey& con affai maggiorécerte':;^yintender-^ 
ne Mnchora & antìucderné le naturali indmationi 
de le menti loro. Fano parimentCyfareblje flato lo ai 
corto giudici 0 di Flijfe: llquale aftut amente rubbò à 
Ja diligentia de la madre thethi , onde egli era con 

D li 



à. 



^ L I B IlO . . 

fi gran cura^& con tanta foUccitudinc cuHodito y il 
'forte & mlorofo Achille : Facendogli [coprire con 
'ingannoyquel fuo proprio naturale animo jiffmo af-^" 
fetto:Lontano in tuttOydala cteanxa,& dal'habithy 
' in eh' egli^quafi raggio di fole [otto folta nube^albò-^ 
^ra coperto fi Uaua. Ma oltre tutto à ciò, perche ere 
'dete che dicejje Tlatone, effcre ne gli animi noUri^i 
femi de le fcientie ^ de le uirtu f Jè noit per diho-- 
(trarci à pieno , che dal Cielo portò Hornero la poe- 
/ia:ZoroafirOyla magia: Et co fi qualunque altro quel- 
la fcientiaine la quale egli fatto poi huornOy & per 
ciò gli organi del corpo ad ottimo fiato rido tti, pcr^ 
fetto & eccellente dinenne ^ La onde fdgpamenìe 
diffe A^arco Manilio^ hauendo lungamente dijputato 
di fopra^ogni noftra cofa regolarfi fecondo la'dijpo^ 
fitioney& la influcntia cclcHey il potere ancho cono- 
fcerele immutabili leggi de fatiy effere tofa a punto 
fààmaihente fatale. Ji queko lo "^pagUfìoiolgia non 
nego yijfn)feyche quefte attitudini hàturali.cj qucHe 
pàrticulari inclinattoni più à luna cofa che a lall^ay 
non cifiano date primieramente da Dìo per le vnani 
de gli otto Cieli: fuoi diligenti ; fedeli , ubidìenii 
minifiri . 'Ma dico bene y che elle per alcuna guifà\ 
effere non pofiono preuedute da noi , per le qualità 
V per i fe^ni del corpo . Dì modo che colui non ne 
può ne k JHC offeruationi trattarcene la loro cogni- 
rione à coltii fiappartiency che come noi ci fatichia^ 
mo di dimoflrare^non ad altro attende , ne altro con 
fiderà^ ne ad altro pon cura^che a le note &ale ap^ 



7?,/^ IMO. 2j 

farentic cHcrion dtl corpoiEt a le 7mtr^ (dirò cojl) 

che circondano quella cajhydoue alloggia l'anima no 

Jh'éL. Ma la loro nafcoHa & occolta conjideratione, 

fa ne^rimane tutta intiera à lo jljirologo. lltjuale de 

poter giudicare minutifiimamente , di tutti gli aue^ 

T/ifnenti de la uita humana: ò buoni, ò rei, ò fortuna 

ti yOd infelici , ò prcfli , ò tardi à uenire che fiano . 

pico fmilmente , feguitando il primiero ragiona-- 

mento , non e/fere pofiìbile che per quefli fegni, di 

cui fono diucrfatncnee i noHri corpi diflinti yfipof[a 

con certe'^ alcuna fapere , cjuale huomo debba f/- 

fire riccoyò/juale pouero.Quefioydi ferro^&quel^ 

Caltroydi fuoco morire . ynoy di i^c, diuenir feruo: 

Et altriyefjendo come fu Cafiruccio^al meglio &piii^ 

che donare gli fi pofTa, figliuolo di un uile & poue 

ro pretesa la fuprema alte^ & nobiltà del regno 

falire. Di qucfiiyiijr d'altri fimili accidenti di Fortu- 

. na, quantunque forfè alcuno per li fcgni de i corpi 

gli antiuedcjfe , à me non piace però di fa4ieUarne ^ 

per alcuna maniera.Confiderate adunque y& con di^ 

ligentia tutte quefte cofe predette cfjamimteyhne^ 

cejfario che ui facciamo uedere al prefente^quaifia^ 

no quei fegni, da i quali nafcc & ha origine ,&nei 

quali y uiue & fi conferm , & al fiìie con cui muore^ 

èr finifee , quella nojìra fcientia : Et di poi y onde L 

predetti fegni , pigliare parimente fi debbano : Et,, 

finalmente cìafcuno di loro , come meglio per noi fi 

/apra, per le più apparenti manifeke dimofiratio 

ni che ci fiano y dichiarare , ejporrcy et interpreta^ , 

• • • 

D ii) 



\ 



l 1 B TiO 

re. E laVhifioiomia adunqucy come fuonailnome 
ifieffo che le diedero i Saui de la Greciaytegge^fcien^ 
tìa^& regola natutalcyche ci fa conojcere le interne 
occolte pacioni de l'anime nofire. Co/i quelle^ che 
fcìi^d àltèratione di qucHo corpo y per alcuni propri 
fegni di lui fi comprendono : come e la alte j^ de 
lo ingegnoM aflutia^CT altìre cofe fimili: come tutte 
anchora quell'altre y che innoi foprauegnendo per 
accidente , ci alterano , ci mutano la fuperficie 
efìrema del corpo: T^e la guifa che ueggiamo fare , 
a la uergogna^a la pauray ad altri cotaimouimen 
ti de noflri petti. Ma di tutte quefle differeni^yfpero 
più di fotto ragionarne difìint amente . Hora uera- 
mente mi aggrada di dircydonde fi tolganOi^- di che 
maniera fiano quei fegniyche nel giudicare fono of^ 
feruati. Douete per tanto faperCyche cfii da cotai luo 
ghi ficauano. Conciofiacofa che imouinie?itidel cor 
fOy ì colori, i geni (fe co fi dire uogliamo) òuero coi- 
rne diffe il uoHro Tetrarca , gli atti de gli occhi e^r 
del uoltOy& oltre a ciò la ajprei^ , ouero la delica-^ 
tCT^a de la pelle y& de ipeliy & infieme la uoce y (3* 
la carnè , & le parti & le mcfnbra del corpo fole 
per fe feparata??iente , ^ appreffo la difpofitione , 
^ la forma di tutta la perfona 9 fiano uniuerfal^ 
mente quei luoghi yiquali fecondo le loro qualità j - 
da noi (come difii) fegni addomandateyci danno pie- 
nifiimo er perfettifiìmo indicio , de le inclinationi , 
& de gli affetti naturali de f anima humana. QueHi 
fono adunque quei luoghi & quafi quelle minere > 



doue i metalli fi camno, onde ì comporta fabricd 
de gli affetti de l'anima noUra . Mapercioche me-^ 
glio al difiderio uoftro fi fódisfaccia , & perche di 
queUa fcientia , maggiore & più ampia conofien-^ 
^ Manciate , uoglio rientrare di nuouo, per entra 
aciafcmo de i già dettilmghi per fe: Et per tutte 
le loro più ripone , & fecrete parti , ragiotiand<t 
guidarui ; Et come nel mei^ode i loro intricati giri, 
u' haliti il Minotauro de le noUre perturbationi 
apertamente moftrarui. Cominciandoci adunque da 
i colori primieramente , dico coloro che hauendo la 
carne candida & chiara , hanno nondimeno neriffì- 
mi & foltijjìmi i peli , ejfere di complejjìone caìida 
cr colerica : Et ne gli affetti de l'anima , sdegnòfi, 
iracondi , impetuofì , loquaci ,fubiti, & uantatorìi-. 
Et a quelle medefme paffioni , ejfere in gran parte 
fottopom quegli altri , benché con ajfai meno di ri^ 
tenmento & di fermeTr^^, i cui peli, cr la cui car- 
ne, fono uermigli & infiammati come ardenti car- 
boni . I bianchi poi, abondano di fi-edde^p^a , & di. 
humidità: Et fono perquefto, timidi, humili,debO' 
li, tardi, quieti, & effeminati . Coloro uer amente , 
il cui colore è fmigliante ad oro , do è di perfetta 
mijìura tra'l uermiglio e'I bianco, hanno la loro com 
pleffone temperatijfima : Et fono ordinariamente , 
dotati di buoniffmo ingegno. llche più certo,& più 
fecuro anchora fi de poter credere , fe unitamente 
con quel colore , bauranno que^i tali , la pelle loro 
molle, morbida , tenera & delicata . Et fapere fi 

D iiij 



4 



l., I B Ilo 

de per regola generale , che tutti gli ammali che 
hanno il pelo molle & fattile , fono timidi & pau- 
toftnaturalmente -.Doue gli hauenti if altra parte 
ipeligroffi & duriy fono forti per contrario & ro 
huUi . Tra tutti gli ammaliai più timidi fono i Cer- 
uiyle Leprine- le Tecore : Iquali y fecondo che detto 
uhahbiamo , hanno tutti il pelo mollijjìmo cr fotti- 
liffmo. Ma il Lione» L;qrfo, & il Cinghiale, che Co- 
■ ' no pieni & nel corpo , cir ne l'animo di fortcT^ , 
hanno medefmamente il loro pelo duriffmo. T\(e ut 
perfuadete , che ftano gli uccelliyda la predetta con 
ditione punto lontan.i:^n7(i tenete per fermo,dipo 
ter e caminando per queSìa ^rada,pcruenirealdrit^ 
t,o,ne la cognitionc de la uilta-.o del animo loro.Con 
fiderate (uolendo uedere ch'io dica uero) particu-' 
Urrnente le Quaglie, L'anitre, & L'acche : Et. file 
troverete piene di paura & di deboleQ;^ : Et con 
tutto ciò ucdrete la piuma loro e fere fofi m,oUe,chc. 
Uafciui&luffiir lofi huominiyfe l' hanno fatto prò-, 
pria & fempiterno albergo . Scorgerete da l'altro 
canto le animofe Ucfuilcy e i fieri &audacifftmi Gal 
li & Sparuieri , non hauere ne conucnicnte ne atta 
pennata le morbifie^ de gli ociofi ^ teneri letti . 
Il medefmo di tutto ciò , ne la jpecie parimente 
amene de glihuqmitìi, La onde fi ueggonogli habi- 
tanti uerfo la Tramontana, hauerei loro peli duri/ 
fimi-.Et ( fere ualorqfi & robuHi, Et coloro che più 
uerfb il me7;$ giorno menano la ulta , di poche for^. . 
«e/ eorpQ ,per la moka timidità, onde ne l'ani^ 



' Tnoahondatio ajjai ycfjcn per contrario dotati: Et 
cori tutto queUoy bauere fmilementCy mollijjmi & 
tenerijjimi i peli Ma per ragionare al prefente de le 
qualità de le parti del corpo , dico (come dian7;i ni 
argomentai) quella moltitudi?ie di peliy che a molti 
fopra lo Uornaco nel petto fi uede , ejjcre di molte 
ciancie^ ^ di feminile loquacità^manifclìiffimo fe^ 
gnoMafenon folo il pettorina lo fiomaco ancbora 
^ il ucntrCyfono in qucfio modo coperti di peliy fi^ 
gnificano grande injlabilità & leggeì^'j^: Et ap^ 
prejjò un fiero animo y& empio: jprcT^tore in tut^ 
tOj^ contaminatoreydc le leggiyde la carità^ & de 
la [anta religione. Ma fe^come prima dijfi) ilpct^ 
to folamente è pelofo y dim oHra , oltre al dilettarli 
del/auellare^ grandc^^a d^ animo ^ ualore^^ ardi 
mento . Hanno gli buqmii;ii faui , cbe non ci uiuono 
indàrtiOy & che fi f armo capitale di ciò che ueggo^ 
noytqlto qucjlo tale Jegnoy da la fimilitudine de gli 
uccellinquali effcndoyuia più che ne le altre loro par 
tiyabondanti nel petto di peli^fono parimente ani-* 
mofi & arditi: Et oltre a ciOyCantanoy & come dijjè 
il Volitiano yfuernano tuttauia . roi fate inuerità 
mqko bcneydiffe alhora il Dolce: in accompagnando 
con le authùrità de gli fcrìttori , le parole che cofi 
afpre,.ci porgete a gli orecchi : Che ad ogni modo di 
njare ui togliete licentia.alcunì cofi duri^^ cofi nuo 
ni uocaboliyche fe mai aucnijje che quc^ìi uojìri r^- 
gìonamenti fofjero fcritti^ilche peranentura ui po^ 
trebbe incontrarcyrnì fo a credere che non bajiercb 



L I B B^O' 
botto ì margini de i librila capere le ugnate^glì sjre^ 
gi^le jpe7maturey& le poHille^che d'ognintorno lo* 
ro farehbono fatte. Fi fo direychenon farcite già 
inai per imitatore riprefo:fe già non fi addoniandaf 
fe imitarcyil porre i uocaboli in fignifìcatione diucr 
fijfimaydacio che altrì^cuì o uiuh o morti che fìanoj 
il mondo riucrifcc & inchina ^ gli hanno ne le loro 
fcritture lafciato. Io non po/fo di quefli tacer€:gt4an^ 
tunque però ne habbiate, lìi qucTii tìeffi termini ufa 
to infiniti, il Boccaccio^ onde ci bjfogna confejjare di 
hauereimprefo 5 tutto ciò che di quella lingua fap^ 
piamojmette animofità,per quella pajjione d'anmo^ 
che norìcilajcia giudicando difcernere il dritto: Et 
noi (non fo con quale authorità) per ardire la hauef^ 
te poflo. Dianzi ancho uoleiìe dir dirittura , benché 
emendandouipoiufafìedritte'^^che fu forfè peg; 
gioiLaqnal uoce^il medefimo authorCy pofe in luogo 
di lealtà & di giufìitia. Tarui forfè che queiì'à fia 
poca liccntia ? 0 ui credete per auentura^che gli 
huomini abbandonata la fecurtà , & la certCT^a de 
l antica [ìrada»uogliano piutoHo uenirdrieto a uoi 
per lo dubbio & perigliofo nuouo fentiero ^he loro 
moHrate ì Mal diuifate cofi penfando: perche il 
metter fi a rifchio , a lo affìcurarfi ; eH dubitare y al' 
certificarfi , niuno fa giamai che propona.Ma che^ 
uoi cofi fattamente parliate^non ne faprei inuero al 
cuna altra cagion ritrouare ; "h{e giudicarci che 
per altra miglior guifa fi pòi effe ifcufaruene ; Se\ 
non dicendo y che efjèndo Sfagnuolo y come fetèf^ 



ìion potete hauere , la piena & perfetta conofcen^ 
7;a de la lìngua Thojcana . Mentre diceua il Dolce 
'queUeparole^il Confolo t ut tatua co fi lievemente fog 
ghignando , ne afpettam la fine: onde uedutolo che 
to , glirijpofe dipoi in quefla maniera. Attenga che 
per modo alcuno non mi paia ufficio di prudente huo 
mo J^afciando le difputationiphilofophiche & natn^ 
raliytrattenerfi in quefiioni a Gr amatici & a Tedan 
il couenienti'yUoglio nodimeno , dapoi che pure mi ci 
hauete tirato^che mi fta lecito^dirne {come fi dice) 
ma fola parola . Egli non e dubbio alcuno , che in 
tutte le lingue yfempr e fi trovarono prima huomini 
che fcriffero bene : Et poi coloro fuccedctterOichs 
offeruando i modi & le figure del dir e , ufate da gli 
antichi fcrittoriyfecero poiy& formarono le rego-- 
Icy del bello & ordinato parlare . Tlutarco in que 
fio propofito fcriuendo di Homero , lo nomina non 
falò il padre de la Gramatica ; ma il fonte anchora, 
gl'origine di tutte le fcientie. Ts^on per altro uera 
mente :fenon perche ejfendo fcrittore antichijjimo^ 
non eglihaueua fecondo le regole , che non ci erano 
faueUato;rnapiu tofìo le ofjeruationiy & le leggia-^ 
dre maniere del dire y fecondo il parlare di luiyhane^ 
uano primieramente hauuto regola & ordine, T\[on 
uoglio(per non moUrarui il fole a lume di torchio) 
ragionare rie la prtfente materia de la lingua Lati- 
na: per cioche non filo fappiamoy ejjere in lei le re-^ 
gole de la reihorica , andate drieto a buoni fcritto- 
ri ; ma li maeftri anchora di quelllarte^corne uani 



4 



ocìofi & lìiutiU a^ la città y cjfcre flati-alcuna iwita 
cacciati di l\oma. Ma Ufciofldo. hoggimai a i morti 
^ a gli Hr ani 4e aliene gìaeflime fauelleJ?ora 
quefiauQ^ira imetiteltaliana^uìi poco attentamen-^ 
trconfidcrianin. Si uedrvmo cjjère dugent'anni o po 
(0 menoyche il Tetrarca & il Boccaccio^ l'uno ne la 
profani altro nel ucrfo fcriùtndo ^ & in quel modo i 
bei concetti de l'animo loro ifcoprendo , leggiadra-- 
mente in efja fiorirono : Iquali udendo confejjare 
il uero yjono certamente i più puri più regolati 
fcrittorhcbc hauejjeroin tutti quei tempiiEt che fin 
quesìa età , non hanno alcuno che loro fia paffato 
dauanti'jEt pqchijjirniyche per picciolo ijiteruallo lo 
Yo fieno ditianti.Tslondimcvo non fono pero ancho^ 
ra quaranta anni forniti y che fi fono cominciate 
ucdcre le grammatiche , le ojjcruatìoni di qucfla 
fanelli. . adu^rique {come per gli antedetti effem^ 
pi se potuto ueder e) furono in tutte le lingue pri-^^ 
ma gli fcrittori regolati ^ che le regole de lo fcriuer^ 
Irne ; ui domando , per qual cagione uogliate che a 
gli avtichi fcrittori ifia lecito di parlare fecondo il 
gìudicio de l'animo loro ? Et che i moderni (quafi 
che ga%e fo(fero & non huomini) dehhaìio fola^ 
mente le parole di quei primi imitare ? Ver certo 
qucfla e ingiuria cofa:lN[on foloin huomini di di^ 
ucrfa profeffiGne : ma in coloro anchora ^ che una 
materia ifleffa tratta ffcro . Secondo i tempi , diffe 
quiui lo ^mhafciadore , e di mediterò che gli huo^ 
mini che hanno difidcrio diuiucre pp' lomci^o de 



'P\ l M Ó. 

le loro fcrìttureyneie^menti i^- ne^li animi dt: i lo^ 
yo difcendenti,& de i loro tardi nepoti^dcbbano tal 
Jooruy & talhoranon fianòtentàtdfdtrui imitare. 
*Ter Cloche haucndo (come fapete) it lingue , come 
\utte le altre cofe,accrefcimentOy fiatò y& decrcfci- 
mento; poffono molto bene coloro che forgono ne lo 
'n^<^raudir/iyO ne ìàperfettione dialama ìinguaifcri 
'tierepér fefteffi fecondo il loro giudicio: Conciofia 
ct^fa che hifo^& la uniuerfale foufidctudinc del com 
'•nfun fauellare,donde corrièra certo prim^ fi de^ 
riuano le fcritturejìa alhora dilungo miglior Cy ^ 
'piu uago.& più leggiadro y& polito yche quello non 
era^ che ne l'età fuptriore quegli altri huomini ufa- 
jiano. Ma, a coloro yCui hauolato il Ciclo far nafccre 
ih tèmpo che una lingua perda& minuifcaU fue 
'pure bellc'^Tie.non è p cr alcuna manier a conuenend 
kylo fcriuere fecondo l'ufo corrotto dei loro t^:mpi: 
Xffendo efìoyaf ai peggiore , più lafciuo ,piu gonfio, 
& più affettato che il pajfato non era . Ma loro è 
grandemente neceffario di coloro imitare y che nati 
in più felice eìadè- feri fero meglio. Tlautcè de più 
àntichi fcriìiori che habbiamo ne la lingua latina : 
Vedete parimente , come egli non poco fente di ró^ 
(jr di montanaVoiEt come le fue parole ypiu a là 
ratroy ni contado; che a la pennay &ala citta fi 
conuengono . Terentio poi gliuenne drieto: Ecco 
d'altra parte , che maggiore coltura y & maggiore 
eruditione in luì trouerete. Lucretiopoi fi fa piupu 
ro : ma non può però in tutto abbandonare la ro- 



L 1 B 1^0 

7:e7^ antlca.Sticcedette al fine quella età felìcijjir' 
ma:l<!c laquale in i/patio de pocbijjlme decine d'an-;' 
ìihmoUi fcri£ero perfetti{iimamente . Catullo pri- 
wa: Et Cicerone y pieno di leggiadrie y di fioriyCir di 
uaghcT^tEt ilpurijfmo & caìididijjìmo Cefare.Et 
da l'altro catìto,f'ergilio,Horatioypbull^x& 
dio :& molti altri. Ciaf cuno de iqualiy quantunque 
7ie lo §ìile diuerfo.lper fe.giudicato perfetto. Que 
fti inalT^rono quella lingua^ a la fomma grandei^ 
%a : La onii^y^la tofio fi empie di tutte le fcientie : 
htfi mantennè poi cefi grande, fen^i^a che fi poteffe 
uedere, che ella euidenlcmente da ìiima parte pie- 
gajfc , in/ino a le primiereMjcqrdi^ d^h^^ 
Con gli ejjerciti uenuti da la Spagna^con quelli chg 
da la Maniagna haueuano .feguitfi Jl^iteU^^ ^^^ol 
to più con le genti Orientali di Fejpàfianoycntraro^ 
no in B^orria^le priniiere tnanifefte corruttiomdelfd 
milare.Ter ìaqual coJa.QuintiliunOyTranqmll^^ 
uenaley& il fecondo Tlinioy& àltrlche furono po 
co dopo quei tempiy mofirano ne gli fcrittì loro yla^ 
perdita de la antica purità l\pn/ana.Si fecero poi le 
guerre Settentrionali più propinqueiEt i Daciy dai 
Cotthi cacciati, a leprouincie de lo Imperio fiaui-^ 
cìnarono: perche mefcolatifi i Bimani con effb loro^ 
fi cominciò parimente con più forzala guaflarCyé* 
acorromperc qucllalmgua . Di qua uicne chea pe^ 
tia fi pojjono Icggèrey^mmiano Marcellino'yVegCr^ 
tioy Frontino, Materno, & altri infiniti . l{ptti 
gUoflacoli de telcgionh i nondarono i Barbari tut^ 



3P ]^ 7 Af 0. 52 

te le regioni de lo Imperio : Onde hehbe fine , in 
jutta fi eflinfe y & [otto l'onde altiffime de la loro 
Barbarie , rimafe totalmente affogata , leloqucntia 
ì^omana.Come adunqae non doueuano i primi fcrit 
tori Latini , & quegli altri che furono a tempo di 
piulio^ & di jLuguflo , coloi(o imitare cheirian^ a 
fehaueuano fcritto^prrcioche non migliori come fu 
jrono /ma peggiori jarebbono fiati gli fcritti loro ; 
cofi non era conuenìenteyche gli ultimi, l'ufo corrot 
tijfmodela gualìa loro età feguitaJfero:Ma doue^ 
Mano più tofìoj con ogni loro ftudio & diligentia , f 
buoni regolati antichi imitar e. Ben fapete^rilpO" 
fe il Confilo alhorayche in una lingua di già pcrue- 
nutà a la maggiore ultima fua grandc^^ytiHto 
ciò fi conuiene a coloro che fcriuono-Ma non credo 
pero che gli fcrìttori di quefli tempi , quafi che la 
lingua uolgare Italiana 3 non potejj'e ne più bella ne 
maggiore diuenirCy ad bauere quetio penfiero fieno 
per alcun modo necefiitati . Sidunquc non credete 
uoi diffe il Dolce yche il Boccaccio habbia a fupremo 
^^rado di bellc^^ & di honore , ridotto la lingua 
Tofcana?^n ioyfoggiunfe fubito il Confoloilsl^ mi 
pare inuerìta ragioncuole^che la nouella di Marcuc 
cioy 0 di Chichibio (però che de gli ^dmcti 3 degli 
'Frbaniy& de i ThilocoUygìa il mondo fine è chia- 
rito) debba dare l'ultima & foprana perfettiotie 
^ad una lingua . Lafciate che le fcientìe fi trattino 
con qucHe uoci : Et che la Italia habbia d'ogni ra- 
gione y (ir d'ogni maniera fcrittori : Et alhora fa-- 



^ . L 1 n li 0 

cìlmente troueremOiCio che bora cerchiamoiEt qt4el 
lo che alprefe?itCydi non banere confejJìartioiÈt che 
dì confeguire ycon tanto ardore & con fi accede uo- 
glie bramiamo. Io confcfjo di banere cofr faìiidiofo 
fuogliato giudicìOy che -per infino al di d'boggi , 
'ninno pèrauenturay od almeno pochijfimi ftrittori 
ho faputo tromrey che compiutamente y& da ogni 
parte fodis facciano a l'animo mio. Et mi day ebbe il 
cuore j di potere farui uedcre neluoflro Decameron 
nemedefimo^non folo una fiata^ alcuni mòdi di fa^ 
uellarCy & alcuni uocaboli , che hauerei ardimento 
(li dircy chepotejjino ejjerepiu belliypìu tcgpadri , 
più uagbiy& migliori.J<lc per cioydcbboejjere jgiu-- 
dicato arrogante: percioche io non lodo me medefi^ 
'mo:ma quella bontà^V quella per fcttioneuo rider-' 
cando in altrui, onde colpa forfè di non bpiigna & 
non amica Htlla, mìueggo per mia debolex^anda 
ve, grandemente lontano • Bene h nero che fe fojfe 
a qucfla età conceduto, di uedere publicàti una uòt^ 
tay i Dialogi de la Bj^etorica fcritti da Mcjfer Spero 
ncy non r e^ar ebbe gran fatto più agli buomini^che 
defiare in quefta materia. Concìofia cofa che egli 
€j}frej]amcnte dimoflri in quel librOyquanti ornarne 
ti, & quanto di belleT^ poffa hauer la Eloquentia. 
^Ihora lo ^mbafciadore , certamente diffCymolto 
varo mi farebbe il uederli : che hauendomelì lodati^ 
con luiragionando cómefo jpejje fiate fua cortefiàj 
ilprudeìite Secretarlo Cornino , // cui Sauio giudi 
ciò non è folito ad ingannarft ygli Jìimo uer amente 

buona 



T I M 0 . 23 

buona cofa & leggiadra. Ma ditemìy hauercUeli noi 
peraumura f T^Jon Sigtiore^rifpoje il Zorno'^^ma 
udì legger e, non e molto ditempo fafjatOy in caja 
di Don Diego nofiro ^mbafciadore: llquale come il 
cielo pieno di lucido & Joaue calore , a jè naturaU 
inerite tira & ind^ tutto il noiìro fuoco.cofi egli il 
cui petto come V api de fiorii fi nutrifce de la foauità 
de le uirtuyquajì riuoua calamità diuenuto^non il fer, 
ro de le minere i ma loro de le {dentiera fefcmprc 
ritira aduna.Ora adunque, ripigliando il ragiom 
mento di prima^poi che non è flato per anchora oc-^^ 
cupato il primiero luogo;o/ia pure fecondo ch'io giù 
dico che 'lo Sperone, merce de la fua uirtujui s'hab 
bla affettato; non debbono però gUhuomini dijj)e^ 
rarfi , di potere fcriuendo Jècondo il loro giudicio , 
parte principalijfima,& più che ciafcun' altra necef^ 
faria in qualunque ci uiua^merit are loda nonpicciola 
prefjò a la loro poUerità'Et di ejfer e odagli huomini 
che ne le altre età ne uerranno , letti uolentieri : Et 
hauuti in fommobonore, & in pre%i^ . Terciochc 
in tutte le noUre operationi mondane^fempre fi ere-- 
dette efferc d^gna & lodeuole cofa^ non potendo tra 
primi ^almeno tra fecondi ^ tra ter^i ejfere anoue-^ 
rati .^ Malafciamoda parte hoggimai quefie uani 
fciocche'7:je : Et ritorniamo più tofioydopo tantiy& 
co fi intricati rauolgimmi. > a riappiccare il filo del 
primiero noSìrp ragionamento^ la dòueefio dianT^fi 
ruppe. Seguitò dopò quejie parole uno breue filentio; 
quafi con quella taciturnità , dichiarare uolefiino gli 

£ 



altri duh U loro attcntìone :,perche àl nuouo il Con-* 
foto in cjuefìa manitra comincio a fauellare . l{itor^ 
fiando adunque y a i fcgniche fi cauano da te quali-: 

de le parti del corpo , dico che la carne dura , CT 
come dicono i Medici di forte folta teflurà, è <ir- 
gmiento Jemprcper Je notifòimo j che altri fia ro'2^ 
& flupido neh ingegno: Èt nel corpo , di fi pocì> 

debole fentimento dotato y che a gran pena queU 
le cofc che mordono & pungono leggiermente la 
parte di fuori del corpOyCjfere pojfano non che fenti 
te ifna aduertitc pure da lui . Ter contrario poi la 
molle & rara , è fegno di protitc:^ (^ uiuacità di 
ceruello : Et di fentire fubito & acutifiimamente * 
ogni picciola ^ lieue puntura : Se già non f offe 
é^ueiìa rarità & moUe^^ di carne , accompagnata 
con un Còrpo forte ^ robufto : le cui eHre?nitd , CT^ 
grandi , dure fofiino fimilrnente . Teroche bene 
ha for^ quest'ultima e onditioncy di alterare^ & di 
mutare la prima:ma non può però la primieray quc-' 
Scaltra in alcuna notabile parte guafìaìe* Ma óU 
tre anchùra a tutto quello , da diuerfi mouimentì y 
onde uariament£ la per fona fi moue , lyanno come 
.già difiiy ojferuato i Saui del mondoyCjjere parimen- 
te negli animi noHri , uari <^ diuerfi appetiti.-Con* 
cìofta cófa che la tardità & la pigritia del mouimen 
to y a gli effeminati & molli huomini fi conuenga : 
£t a coloro y^e fourabondano nel corpo di fred- 
'dc^ y & di humidità : freni fen'j^ alcun dubbia 
. fotentifiimi 5 in fermare & a ritenere il corfo de le 



humanc Itogli e . Laonde ragioneuolmente diciamo^ 
éjjete quefio tale mouimentó ^ dìgran lunghi più che 
àafcm'altroy alefcmine 'i naturalmente fredde & 
humide conueneuoLe . Ma da r altro canto il 7nou€rji 
con prciìe'T^^j^ 6"' uclocernente yfignifìca ne la corn^ 
plefiioìie del corpOyCalore & ficcità f Etne gli affet^ 
tiy& ne le naturali inclinationi degli animi , incon- 
Hantia legger e^^.f^ mobilitàiEt è infiemcpin con 
nenicnte^ & più proprio de l'huomo. La uoce nera-^ 
tììcnt esquando per lei ?ion folo iconcitatiy fnai ripor 
fati dnchora monumenti de noiìri petti fi intendono ^ 
tffendo molta chiara eJ?^ grande , ne l'animo uirilità 
& uigore ; ^ nel corpo gagliardia & fortè'^^a ci 
rnanìfeda : Ma la poca^picciola^& ofcuraja t altra 
iato ne V uno timore ; & ne l'altro debolcT^ dimó^ ' 
fira. Le figure poi, & gli atti del uolto, che portati 
dalucntrcmaternoy ci danno ìndicìo di qualcVe cer^ 
to affetto de l'animo, fono tali naturalmente y quale h 
in quel tempo il uolto di coloro, che Jbnò talhora 
traff) èrtati a cafo da quel tifile affetto . Come fareh-^ 
he percofì dire y accio che meglio fi ano daùoicofH^ 
preje le noHre parole : lo iracondo ha per natura 
queig^Hi neluoltOyO quella figura y o quegli atti che 
dire li uogliàmoy che altri fuole hauereper acciden^ 
tCyquand'cgli fi adira. E dopò queUo necefjariaco^ 
fa a fnperc , che iti tutti gli animali generalmente ^ 
femprc il mafchio è più arditOypiu forte,& maggio-- 
re che la femina : Et ha le parti efireme del corpo , 
pu robuHCypiH piene f& pili forti:Et h migliore uni 

E ij 



Z I B 1^0 
fierfalmentei& più atto a ciafchedma cofa . Fcirrei, 
appreso a qucHo che per noi fi confideraffe ^ ninno 
tra tutti i Jegni che o/Jèruarete. ne i corpi , ne ejjèrf 
cofi forte nel fìgnìfìcare^ ne douerui rifpondere tut- 
tauia cofi certo nel giudicar eccome quelli fempre fa 
rannoy che da i gefii come difillo dagli atti fi tolgo-- 
no , f quali congiuriti infu me col caminare^ col 
mouimento^engono fen':^ alcun faUoyin quella e c- 
gnitione le primiere parti • La cagione uera'/ncnte 
perche queflo fiayèchc feguitando quefìi dui {limo 
uimento dicOy& gli atti del uolto) od in tutto ferf^ 
alcuni^od almeno con minori impedimentiyle natura 
li innate ajfettioni de l'anime, uengono per ciò ad ef t 
fere^ne i giudici di quefia Jcientiaypiu ehe qualunque 
altro fegno fi fia , ojferuatì fempre con certeT^ dì 
lungo maggiore . Ma bene e uero ( fi come ancho, di 
fopra per me ui fu detto) che lo acquetar fi y& il ere 
dere fermamente in un fegno folo;non fia maigiu^ 
dicato da alcuna fauiàperjona.ne ben fano^neprur 
dente configlio, ^n'^i e necejfario a chiunque uuole 
ragioneuolmente procedere giudicando, ^ difidera 
che i giudici fuoi fempre certi , & fempre ueraci 
tiejcano , non prima certamentey& con determina^ 
io giudicio pronunciare , CT affermare alcuna co/a 9 
ck^ egUueggay & chiaro & manifeUo comprenda <^ 
jda molti de principali più importanti fegni , 
concptr^nti la medefma fignificatione^, quella 
fua opinione ejprcjj amente ejfere dichiarata ^ Ha", 
k^iiè^A & confermata . Eccijmcbora j oltre a tutti 



T III M 0. ^5 

^uefli uri altro modo : per loqualc le conditìoni de la 
nolira natura, & le buone , CT le ree qualità de l'a- 
nima no§ìraf non acquiftatcper alcuno iUrano amae 

' ftr amento , ma imprejjeui con interna nota del fat- 
tore del uniuerfoy pojjòno chiaramente ejjère da noi 
conojciute • llqualmodo y ne gli antichi tempi da 
^riHoteley come egli mede fimo fe ne uanta y fu& 
trouatOy & ojjèruato primieramente . Quando confi 

• derando , adunque akun corpo y uederetein luìy da 
molti fegni , effere ftgnijicatt diucrfc pacioni od in^ 
cUnationi di mente y potrete col giudicio uoHro con 

Aetturare^non folo a quelle note CT manifcsìe pcrtur 
bationieffere fottopoftaqueWanimaima anchoraad 
alcuna altra ne palefe y ne chiaraiche pero feguiti CT 
volentieri fi accompagni con e/Jò di loro ♦ lederete 
talhora(accioche il mio fauellare meno ofcuro uifìa) 
per gli aperti fegni , & per le certe qualità del cor^ 
po^douere alcuno , ejfere naturalmente inclinato y a 
lo fdegnoya la meUitia^ &ala Jpiaceuolc^yod a la 
mala creanza : parlando per un termine nofiro : da 
noi nuouamtnte introdotto in Italia : JL costui me-^ 
de fimo , potrete drittamente giudicandoy predire fi^ 
cur amente y VeffergliV anima modeUata da lo ili- 
molo pungente de la jrcda ìnuidiai^uenga dicOyche 
nel corpo di lui , non fi fcorgefie chiaro c^T ejprefio , 
alcuno fegno che quella pafiione fignificafie . Tercio 
cheti fauio Z7 accorto confidcratore de corpi , da i 

predetti fegni , che dimoHrano le qualità y&lean 

tedette pafiioni de Vanima^ caua & tragge lo affetto 

_ m • • • 



7? .1 T 'B II 0 

■:xde la imidia : ancbora che accolto : nondmerio coti* 

^fcqiìeriteyZÌr comeneuole a loro. Et è neramente cjue 
^ilo modo di procedere , molto proprio y <^^moLto 
^omeniente al Thilofopho. Concio fia cofa che il trar 
ire da alcune coje certe , uno configgente neccfiario , 
-fia grandemente proprio & peculiare di quella par ^ 
te di pbliofophia , che rationale fu detta da i Lati-^ 
' ni: qantunque la confuetudine & l'ufa comune , ab^ 
bia fiiìipre il Greco nome più uolenticn accettato . 
^Et fapere ui bifogna , cheji cornepir molti buoni an 
tecedenn , fi dicedouere efiere il confequente buo- 
no ; coft per contrario . da molti aìit ecedenti triUi , 
'"^lafce fimilemente il confiquente reo • Dirà co fi y per 
cagione di efiempio . l<(el medefimo moda , che ueg 
-gendo alcuno douere efiere , cofi dimoHrando le qua 
iitadel fuo corpo y giuHo y pietofoy & modello ; 
pojfpdire lui infiemc eff^re ben creato : & di gentili 
iir leggiadri coHumi adornato tcofiperxerti & ma 
nifefìi fegniy conofcendo altrui sfaciatOy crudele j & 
ingiusioj che egli ancho fia con tutto ciò fcoftumato , 
tni h lecito a credere ueramente . ^Ihora il Dolce y 
fi come colui che ardeua di difiderio di domandare 
il Confilo alcuna cofafilche per lo sfauillare delgli oc 
chi y per lo jpejfo mouerfi , & per altri atti chiara- 
mente ficomprendeua; anchora dijfe, che non bene 
Sìiay di interrompere con mie domande y l' empito ^eH 
concitato cor fi del uoUro ragionarnento ; Et che fap 
pia ciò facedoydi daruigiufia cagione^onde & leggie 
XP x& impatiente giudicare mi poffiatemondimeniè. 



IP l^T MO ^6 
Ito pure ad ogni modo , che uno ofcuro dubbio hor hQ 
ra uenutomi ne la mente , col lume de le uofìre paro 
le mi facciate chiaro : Che f in m'e caro di cono/cere 
40 quei nomi le (ofe che mi fono ocfoUe , chefeni(ef 
fi 5 non fapere, ( come fi dice) più la di qnanto che ci 
recai da cafa. Domandate pur nia fecur amente rifpa- 
fe il Confalo , di tutto ciò che nel penfiero ni cade : 
\^he hauendomi tolto hoggi a mantenere quefìo cani 
pOy nongiuflamentefoi'ei , rifiutando affatto 0 pugna 
Alcuna Oli lo foj]i ricbieSìo . ^d uno prode & uaLen- 
ie caualicre come noi , diffc il Dolce.v ad uno fcher 
tnitore eccellente ^fo io troppo bene ^ che i micipo-r 
/a macftreuoli colpi , non faranno perdere pure un 
dito di terra: "Nondimeno acsioche io fappia per l^ 
auenire ^ fe non con più for'Zfi ferirenltrui , almeno 
7ne più cautamente difendere y ìnfcgnatemì corsie pò 
teffiqueHo colpo fchifare . Voi poco ìnanxi dicèfie^ 
•che la uoce grande /i^groffa, era fcgno di uirilità 
iO di fort€7^:. Et per contrario la fiottile, ^ picelo 
la y didebolexx^parimenue d'animo & di corpoXp • 
poi foggiungeiìe foco di fiotto ^ tm tutti i Jegniche 
uariamente uariano ì nofìri corpi, che ci fanno in 
tata fimilit Udine andare diffomiglianti^ ^l^^g^ifO^'^ 
fen^a alcuno fallo di lungo più certi ^ che dagli at-r 

ti j & da le eHeriqriapparentie J^luoltofitolgonoY 
7^ lequaì parole y hauutouì fopYa confideratione , 
citrouo grande diucrfita. Tercioche fe aigeHiri^ 
guardo y ueggogU huomini adirati , tutto che la UCfr 
fc loro/iagraue &groffa naturalmente, falere ^or^ 



dimeno in fu quel punto ^a[Jottigliàrh ^'éf^dgux;^ 
la non poco . Et altra parte , coloro che non pati^ 
[cono alter atìone alcuna di colera , parlare per or- 
dinar io più grauemente : Et mandar fuori il fuono 
de la noce loro yfempre più grojfo . Ter iatjual co fa 
in quanto a quefia apparcntia , giudicarci che fi do- 
ueffe direy che gli huomini chthdnfio Idùoce sfottile 
acutayf off ero forti i & iracondi: Et deboli da l'ai 
tro lato , & manfueti coloro y cheingraue & grof^ 
fo tuono fauellano . Ma oltre che uoi ( come ho det^ 
to ) ci affermafie il contrario , fi ueggiamo anchora 
tutti gli ammali > che hanno magiore grido di fde^ 
gnofi y di forti ^ & di animo fi , come fono il Lione\ 
il Toro , il Cane latrante , é*l coraggiofo Gallo , far^ 
fici di loro propria natura : congroffa&graue uoce 
fempre fentire : Et quegli altri poi che fono timidif 
fimi & debolijfmi yfi^ come è il Ceruo^ , il Capriuolo, 
^ la Lepre > acuto & fittile naturalmente , hanere 
il fuono de la uoce loro. Di maniera che s'io miro a la 
fimilianT^ de gli animaBy ueggo la uoflra propofi^ 
tione 3 hauere faccia di uerita : Ma d'altra parte fe 
confiderò la appareiitìà che ci fiede di fuori nel uoU 
to , che uoi horageiji^ ^ hora folete attiaddoman 
dare , parmì di conofcere , che elìaper non lieue jpa 
tio y fe ne uada lontana daluero • Di che mi farete 
fommo piacere , aleuaì-mi de t animo quello dubio : 
Et a rnofirarmi ( come diffi di fopra ) quello tratto 
dìfchrima . Mhora lo spagnùolo ,queko rifpofcy mi 
è fembratQ ad uno affalto Siciliano: Onde foggiunfe$ 



V III M 0 . 

foleua dire Antonio da Leuay che fempre ne riporta 
-fio gli afjalitipiti uant aggio che danno. Domandai e-^ 
ne pure i Frantiofh riprejè [libito il Dolce: Et quello 
cofifoUenne & decantato uef^ro.T^n ne ne maraui 
gliatCy il Confolo replico : che come dice ilproutrbio 
uolgared^huomo che dorme , fe Iq mangiano in/ino a 
le mofche. K^on credo già che nafcoUo eljereui deb-- 
ba.come da ogni tempo quei nojiri uicini , ma moltQ 
più in fu l'horaulel uejproy fieno ufati di dormire non 
folo col ceruello come fanno quaft ad hogni hora:rm 
ancho co gli occhi del corpo. Ma per ritornare a uoi^ 
dico che le qualità de la uoce^dimofìranti o fartela 
Q debilita.non fono come ui penfate , lagrauita , o la 
acute:^: Maalhora dobiamo giudicare ilualore & 
la fierc'x^ di alcuno , quando ne fentiamo la uoce , 
che grande fortCymoltayrifonanteyZi^ copiofa difjnri 
tiyciperuengaagli orecchi: Et da l altro cantOydebo 
Icy & uileragioneuolmente efiimare pofiiamo colui ; 
la cui uoce fia picciolaydcbokypocaylanguiday er in^ 
terrotta. Direte per tanto inqucUo modoiEt piucer 
ti affaiyCX più fccuriyuederete riufcirne i uofiri giudi 
€Ì . Gli animali forti & iracondi , hanno grande ^ 
molta uoceiadunque gli huomini hauenti la uoce loro 
co queHecoditioniydebbono parimente,^ robusìi & 
animo fi e [fere giudicati. Oltreacioy gli huominiadi^ 
rati parlano per accidente in uoce rifonante yaltuy ^ 
abondante di /pirti: coloro adunque che di loro pro^ 
pria natura fauellano fempre in questa maniera^ fo^ 
no fmilmente fieri & difdegnofi*Eccoui adunque^ fi 



l^ B IL .0 

come fi lem la c'omrarkta da le noHre parole : Et fi 
come iljenfo lorQ , & chiaro cff^edito cene rimar- 
ne. E ben uero chejie ifegni the fi tolgono. da la uoce^ 
fi da qualimque altro fi fiamenibro o qualità j^orpi^ 
Yale ,fi debbe hmere cur^ (li non determinare certa 
piente ilgiudicio; quando ifegni tra [cpalefino paf- 
fioni contrarie & diuerfie l'uno da l' altro. Oiciamo co 
fi: fe intenderò per la uoce douere ef] ere Alcuno aniT 
mofi) , icuifegnipoiofjèruatineg^i occhia uile me h 
diryioHrino ^ non debbo poter con ragione , in lui cO'* 
me certa eà" manifesta cofity & non poco più de l'air 
tre apparente^ alcuna de le già dette pcrturbatiom 
credere giudicando; Ma fi bene uno certo flato mei:^ 
iìo: che fi a di ardimento) & di timor CyCon eguale & 
giufta proportÌQne partecipe^Et hau€tC4 fapere^ efr 
fcrci eia/cuna uolta nccejjario di hauere qucHa tale 
aucrtpi%a , cheH Malora & (ii uirtu (come ho det^ 
- 'fo )pari i fegnì trouìamo.Ma quando Inno di loroy 
è più potente & più forte che lahroyalhora a quello 
di maggiore autorità , come il dritto & Vhonefto pcf. 
jre che fi richieggay indi ilnofìrogiudicio informanr 
•done:accoftare ci dobiamo: Et fecondo lui folóyfen%a 
.hauere a gli altri di minor grado riJpcttOy conuienci 
dar modo y ordine y & dijpofitione y a tutto quello 
che noi giudichiamo .Come farebbe adire: Qtian^ 
do e dai peli manifefiatay alcuna certa paffione y qua, 
Ut a y od affetto d'animo ^ non fi de per la uoce auenr 
ga che ella il contrario ci anunciafie , la primiera 
jgnif catione tolta da i peli ^ . in tutto cancellar^ 



td eslìnguer e. Concio fiacofa che il fegno ofjtruato M 
. le condì tioni de peli^jìa di gran lunga più forte , che 
ejuello de la uocc non è. Dobbiamo oltre a cioybaHci^e 
fernpre rifpetto a le regioni : Et (come difii) a i uari 
Cìr diuerjì inftuffi del Cielo : onde diuerfi anchora, 
, differenti fono i pacft:dati in forte ad habitare a gli 
huomini da la reina fortuna . La onde fe uedrcmo 

• uno africano (per cofi dire) forte & animofo , non 
- è però ragioneuole , che crediamo hi ejfere tale^fe^ 
. non con gli huomini comparato j nati folamente ne 
. V africa . Ver Cloche queìio ualente & animo/o ^A^ 

fricanoymejfo mfieme con un HungherOy 0 con alcù^ 
no BohemOyche però habbiai mede fimi fegnigraH^ 
(t animo & gran for^a fignifcanti y potrà merita-^ 
mente ejfere giudicato debole & uile. Tanto cforte^ 
eJr* cotanto puote > laparticularc proprietà di alcun 
cielo : Et la diuerfa qualità de le regioni. Ma perche 
meglio ui fi imprimanone la mente le parole eh* io 
dico , & con miglior ordine^C p^^ pit* diHintame?r 
te inarf^a ginocchi recaruele^uoglio a guifa di buon 
. capitano y di quefla confufa moltitudine di fcgm^ 

• di ajfcttiy ordinare partitamele diuerfe fchiere ^ 
Xhe fe già foleua Antonio da Leua , & hora il 
Marchefe del Fafìo y con tanta lor lodcy onde uiue^ 
ranno fernpre nei lunghi fecoliche a quefto fucce^ 
deranno y nel dijporre & ne F ordinare gi ejferciti > 
'.mandare gli Spagnuoli in questa parte ; gli Italia-- 
jti y in quell'altra ; Et altroue i Tedejchi ; Et tra 
quefli anchora , qui le cauallerie , & cola uolere cl/e 



Slefòino i fanti y7{e un fol loco^agUarcobugierij^ 
a i picchieri donare ; ne i carriaggi y con le artiglia-^ 
rie confondere & mefcolare ; Ma ogni cofariporre 
nel fuo luogo proprio & particulareydiuijo [epa 
rato dagli altri ; Et fare a ciafcunagcntc,^ a eia- 

fcuna fattione^non /o/o le fuc fian'7^ y ma anchora i 
fuoi propri capi conofcere; Cofi parimente a me pia^ 
ceyfe a le cofe grandi, le picciole;a le uirilije femi^ 
nili ;&ai fattìzie parole pofforio degnamente effe^ 
re pareggiate; ridurre in una fchiera y tutti quei fe^ 
gni che dimoSìrano uno affetto medefimo: Et dato di 

-''poi loro quello affetto per capitano y farui ucdere 
qual di loro ne i primi ordini y quale ne i fecondi y 
quale ne i ter'^^ fi debba conJlituire. Et in queUagui 
fa non folo tolto di mano lo fcetro a gli Imperado^ 
riymaanchora il pennello a dipintori^ & lo fcarpeU 
lo a gli fcultori^mt ne andrò quafi un'altro Donatela 
lo 0 Titiano yfe forfè (uerfo il Dolce 7nirando) non 
uolefte diruoi Gidn Bellino^piu che al ueroya Camici 

• tia doìtando che egli hebbe con uo^iro padre y me ne 
andrò dico y formando & dijponendo i corpi yfecon^ 
do le loro più conueneuoli qualità . Si digratiay dif^ 
Je alhora il Dolce: Che di ciò ypur bora ni era a pun 
to in animo di uoterui pregare: Ma hauutopoi rijpet 
to a i uoftri rimbrottoliy mi ritenni , & tacqui • Si 

t che uoifete di quelli foggiunfe egli ridendo y che per 
altrui parole fimouano : Ma come fi fiuy ecco che 
fenxjlfi ne hauete a mio potere a rimaner fodisfat-- 
to .^Dico primieramente adunque ^ commettendo a 



T II I M 0. 39 

gli arditi & ualoroji huomini la anttgmrdia del\ 
campo; & inanx} a tutti gli altri di/ponendoli ne le 
prime fila , che i fegni che i rohuUi cr forti corpL 
conofcere ci facciano , fono ipeli duri , & molto di 
nero partecipi: la perfona diritta : gli ojiiy lecolle^i^ 
fianchiy^ le eflrcme parti del corpOyConueneuolmcn^^ 
te grandi fortiyc!^ ojfute:il uentre ampio:ma che pe. 
ro non ijpinga in fuoriycomeil loro a le femine gra-^ 
uidc:gli homeri larghi y& fortiy& dijtantì: 7na fi 
me non troppo ne legati , ne congiunti in/ieme ; coji^ 
non però fuelti, nedifciolti , oltre ad ogmmifura c;- 
froportione;,ll collo fermo /odo con poca carne: ^ 
il petto ampiOiCarnofo,& raccolto.\le cofcie ajciut^^ 
tede gambe ferme>mufculofey& /carme ne la par-^ 
te di fotto: Et imprefjò a le e^ìreme cauiglic , tntte 
piene di neruofa fortei^:Gli occhi uarixhe già, /m> 
ronogratiofi nominati da Grecii con certe flammei^ 
ley& raggi per entro , di colore come quei di Lione,- 
proprio ad oro fembianti: J^on grandi^ o rileuati di: 
foucrchio:Ts(€ ancho più delconueneuole piccioli , o 
fitti i& nafcofi nel capo: '\e d'altra parte in fouer-- 
chiachiufuraineindifconcia & fconueneuole aprin, 
tura peccanti. Lo (guardo humido, ^ ueloce : le ci^, 
glia non congiunte: il colore fofco^o bruno , come y2, 
dica : Et tale che non partecipi molto di bianco : La 
fronte acuta , & diritta : ma non grande però come 
quella degli ^ftni : IS^e fimilmente più di ciò che fi 
0 conuenga , od afpera y o molle : Le cofcie & le nati- 
che , ne terfe in tutto & polite : 2S(e del tutto rugo-* 



^ L I B 1^0 ^ 
fe^cy pì^^€ dlgrìnie : 1 piedi mufculofida mcegran 
d€,forte,& [onora: Et i?i fintalo rejpirare fermo 
gagliardo. S ecuro uer amente idijf^ alhora lo ^mba 
fciadore, fe ne andrà dopò tanto & cofi forte prm- 
cipiojo ejjercitio uoHro: Et cotanta diligentia haue 
re poHo in formare & dipingere (come già Tolycle 
tv) queHo Hercokyche io pieno di gran merauiglia, 
quella cofa onde lungo tempo prima mi fono mera^ 
lUgliato y come nuoua, merauigliofa, od impofiibile, 
jHH non admirò: cio è come haueffe potuto^il Tordo^ 
none dipintore a quefìa età che a pena l'ha potuto ue 
dere y eccellente & egregio y cofi perfettamente j 
con fi grande artificio , il fuo Milone dipi?igere : In 
cui e^lt pofe col pennello maesireuolmente , tutte le 
qualità • obbietti non falò de gli occhi , ma quafi dé 
^i orecchi anchora , che uoi eloquentemente con U 
parole ad uno corpo forte conuenirfi ei hauete dimo 
§iro . Se ne lepofe.rifpofe il Confoto je doucuafape^ 
re : Et ben ini credo in nero che eile fapeffè : perche 
tonfidcrando l'opre di molti de i dipintori di quefìi 
tempi , di pochifjimi poche ne trouòycbe mi diano fag 
giv di maggiore dottrina^che quelle fi facciano di co 
Sìnil Et uoglio che acca f iate per regola generale ^ 
che tanto fen^a dottrina poffa alcun dipintore far 
cofa che buona fia;come fen^ix haucre di molte fcien 
tie perfetta cognitione , può e/fere alcune giamai, 
perfetto Oratore . Che quantunque la moltitudine 
de le liti y la varietà de le caufey& la confufione 
C In barbarie del uofìro palaT^ 5 dia luogo l>oggi-^ 



nt^kaMqW'ft fìct igmrantifjlmo ; non però mi 
piace che i tali fieno giudicati da uoiy degni di quel 
'cìirùWghrioJò'nóme. Lacognitione de le fcientie.c 
TanimaMcore & U nita de Le arti: Et di quelle maf^ 
fmamcnteyche fono (come que(iaueggiamo) tutte 
piene di coltura ^ di artificio , & di leggiadria . A(c 
'peraltro dome credere che f offe in tanta uenera^. 
uoneVarrhafiOy che egli meritalje di e/fere domani 
dato li datore de le leggi, e'I Solone , o7 Lygtirgo de 
ta pittura; fenon per eh" egli orjiaua le taHole'(\come 
recita Xenophonte) de la dottrina & de le fcientie ^ 
'apparate Hudiofamente da i Thilofophi di que tern-^ 
pi.QuefìiHudi sfecero admir abile Eaphranore 
r vuercndo : Et degno di e(fere ifìimato tanto più de 
gli altri dipintori Eccellente ; quanto di tutti gliaU 
tri Oratori Latini , e flato il più perfetto eH piu'cel 
lebre Cicerone . Quefìia Theone Samioyla innen^ 
tione ; ad ^ pelle , lo ingegno cr la gratta ; Et die- 
dero a Trothógene la d lig enti a . Oiiefìi mt de fimi 
ia ragione a Melanthio la facMtà donaro ad 
'kAntiphilo : Et fecero inan'T^i a cosìoro , trouarea 
Zeuft la proportione de le ombre de i lumi ; Et 
clonare ad imitationc di Homero y a tutti i corpi ^ 
una certa augufìa & reuerenda grande:^ . Ma ri^ 
tornando hoggimai al noflro ragionamento dipri^ 
tna y quali fiano quei fcgni , che ci diano argomeu^ 
to di timidità & di dcbole^r^a y bora mi aggrada 
ipontarui : Sono adunque quegli huomini deboli &^ 
p auro fi y che hanno ipeli, (<r la pelle. tenera^ moU 



le: la per fona cadente ; . T^eatta quafia fojlenerft 
(Urina: la noce finiente ^ debole acuta^jl re- 
ipirare interrotto ,; Et con una certa fatka& anfie- 
ta : Uganbe picciolo , gonfie , groffe\ & carnofe a 
guifa di f 'emin€:.ùl miiimento tardo : il colore de U 
faccia , co fi ne i peli, come ne la carne mirandq , » 
pallido t.Ò gi<iÌlo ,.ò nero ancho talbora : ma di ner 
^exx^a pero y non come quella de gli Etbiopi y 
di tale y che a queflo nofiro Cielo jìa conucncuole . 
CU occhi languidi :,&.jp.ejjò le palpebre mum : le 
eSìremita del corpo deboli cr puciolé : Le mani 
fottili & lunghe ; Et lunghi parimente , ^- piccio- 
li i lombi : & non atti a /offerire alcuna fatica : taj 
le la figura eHgeHo del uolto , che salteri.^- fi mu-^ 
ti di jubito : Et conformifi preSìamente , con tutte 
le pajfioni , & con tutti i mouimenti de l'animo . Si 
uergo^nam qi^Ui' tali di leggiero : tengono la te- 
Sìa , ijr J^li occhi M'ìi& ehm Jcmpre uerfo la ter 
ra : fi dilettano di feder e ocìofi : flanno di contino^ 
m con un certo atto nel nifi , come a guifa di pcrjp 
ne merauigliantifi : Et in breue patifcono come diflj, 
alteratione & mutamento nel uolto : Et fono oh 
tre ad ogni cofa , qiiafi. fmpv^. meiìi & addolora- 
ti Ora poi eh' e paffata in qucUo modo la feconda 
fchiera , fia buono che dato il fegno a l'altre , le fac 
damo fimilemente inanzi M^re . Et perche le co-? 
fe contrarie (come ce ne rende chiari quel detto uol 
^are)accoppiate inficme luna con l'altra, più chiara 

mente apparifcono; uoglio, come ho fatto del timore 

^dela 



•tir de lafortej^^ , ^ f^^^^i alcuni altri affetti , cà* 
\mcdefimamcnte dei loro contrari y ftgmtarc mo^ 
flrundoui . Coxifidcrando adunque gUing^gi'iofi pri 
meramente , & gli huomini dotati difubLime & al 
to intelletto , dico che eglino debbono ejjèrc commu 
nemente affai grandi , c7 diritti yfu la per fona : Èf 
\hauere le membra grandi: Et i nodi di tuttofi corpo, 
& mafjlmàmente de le mani 3 & de piedi , grandi y 
ymanife^ii , & difgmnti : le dita fuelte , tenere , ^ 
Jungbe: I camelli , non molto di^ìefi: ne ancho più d cji 
.conueneuole ricci : la carne tenera , & bmmda me^ 
diocr emente : non abondante di fouerchio graffo : n^ 
di tefiura , 0 compofitione che fi dica y molto folta 0 
denfa • Debbono hauere magri temperatamente , gli 
J?omeriy il collo j & la faccia: Etpreffo a (juefìoygli 
homeribajfi raccolti: Et mede/imamente le (palliò 
fbaije er humili: le coHe afciutte: la fchiena fenica car 
ne: il colore del corpo^mefcolato diuermiglioc^ di 
bianco: Et bene fpeffo fmigliante al colore del mele: 
Ma con tutto queiiOy molto uiuOychiaroMmpidoy (^jt 
aperto:& in tutto fen^a nebbia^o macchia ueruna.la 
pelle y ^ lugneyfottili: i peli non duriy^ neri oltra 
modo: Et in fine gli occhi uariyallegriy humidi^ & ri 
fplendentL l fegni neramente che accompagnano lo 
(iupore & la balorde:^^ gli huomini di ingegno 
rintu\^to ro%o > fono gli occhi uerdigni yfiffi.^ 
<& immobili : nonifcoprvnti ne gli atti loro , alcu-r 
7Ì0 affetto 5 0 pafjlone d'animo : Et oltre a cioy laf::c 

^fia^bor^dante di caìcnQ ; CJ' p\^ lunga alquanto y di 

F 



L I B KO 

quello che a la communcy & debita forma fi fta con 
utneuole.-la fronte grande , cìvcularei& carnofa: 
le mafceUeygrandifimilmnte,€r ricche & copio- 

fe di carne : il collo , grofo, & corto : Et qui ne la 
fua parte di drieto , & parimente negli homeriy ne 
le braccia , & nel uentre , moUa & fouercbia abon- 
dan%a ài, carne-, la forcella ala chiane che fi dica del 
collo , grandemente risìretta: le palme de le mani ri 
tonde: gli bomeriyfiu del conueneuole rileuati:'il.om 
hi carnofi: le gambe lunghe :Et preffo a le cauiglie ^ 
grojfe, carnofe, & ritonde: I nodi di tutto il corpo, 
ficcioliy nafcofiy & congiunti, &per do quaft inutl 
li: Il colore molto bianco: Et l'hauere in tutte le par 
ti de la perfonay più ajjai che mezana copia di carne ; 
Et ultimatamente lo accompagnare la figura & gli 
atti del Udito y infieme col mouimento de gli home- 
ri ; Et per ejjiy fcoprire ^-^manifefiare prirnieramcn. 
te , tutte le incìinationi , & tutti gli appetiti loro 
vaturali. Di qua uicne, dijjè albore^ il Dolce, die a uoi 
altri Spagnuoli , cotanto dif^iace il riftringerfi ne le 
^cdle^ Et lo accompagnare ( come uoi dite ) & dar 
quafi , & accrefctre una certa far%a , a le parole 
che altri ft dica, col loromouimemoj Et ricordami 
di hauere uedutojiora finijcono a puto quattr'anniy 
l{pderico d'^uila , uenuto qui per concludere con 
quegli signori la Tregua per la difefa de la Ita- 
Ha, & principalmente de lo fleto di Milano , quando 
Ccjare armato per la ma del Tiamont€ entrò ne la 
fraiicia;non altramente hauere a noiayfuggire, & ri 



T ^1 M 0\ 42 
volgere come fi dice altrone gli occhi j mentre che 
uno qui parlando con ejjo luifaceua quefli atti ; che 
fi fi:riua che già [offe ujato di fare Caligula Impera 
dorCy infamia , pefle, & rouina de tempi che lo prò 
dujjtro , ueg^endo i folgori , ^ gli ardenti baleni • 
In uerità che l'atto in feb foi^;^mo , ri^ofe il Zor-- 
nojj:a ; Etpoflo anchora che non fc ne cauajjc giudi 
ciò alcuno , buona a farci conofcere gli affetti de la 
humana natura , non è ragioneuole , nepojfibile che 
fi creda , colui effere ne prudente , ne fauio , ne gra- 
ne , ne cofìumato , ne honcfto , che fauellando fi ueg^ 
^a in cofi fatta maniera diftorcere & dimenare . 
Ma non uorrei perciocché alcuni difiderofi di fuggire ' 
quefìo uitioy affettando per contrario lagrauitàjief 
fero tuttauiafermiy & immobiliyCome che trauifof- 
fero & non huomini.Comefifcriue di Coftantio Impc 
radore ; llquak per confo uare la maejià di quel^ra 
do , uemtto a l{pma per ri':(^rui leaguglie fatteui 
condurr^ di Egitto.ftaua & nel Senato, ((^ ne i Tem 
fi , nel Theatrq , & breuemente in tutti i luoghi 
doue egli in publico fi lafciaua uederCjfcnxa mouerfi 
punto giamai : percioche il fare in queHa maniera , 
non fi può dire che fia abbandonare un uitio : ma fi 
'bene , con un'altro cambiarlo : contrario in tutto 
^ diuerfo dal primo • La uirtu , non ua mai negli 
ellrtmi : ma è come una uia , ^ fi come un certo 
fenticro , fegnato & battuto nel me%^ de le noSìre 
cperationi: per loquale debbono i prudentihuomi^ 
nhfemprx: caminando tener fi. Etfarfiacredere^cbt 

• • 



L I B B^ O 

fi come il Sole , fonte & principio dinoflra uìta^ gì 

' vandofi tuttauia regolatiffimarnente y& con ordì-- 
ne certiffmo & infallibile , per me'^ di quel cer- 
chiochecon nome Greco e addomandato Zodiaco ; 

. Isje di quindi , o da l'm lato , o da l'altro giamai ri 
mouendofi; am^ nel mede/imo fegno , & drieio a la 

■ medefima linea fempre tenendofi; merita di douere 
ejfcr dettOynon folo il più regolato e7 più certo di tut 
ti i Tianeti; ma quello anchora che col marauigliofo 
e^r eterno fuo ordine^ regoU^compona^^ informi^ il 

• mouimento di tutti quei corpi diuiniy che per quei lu 

.cidi cerchi fi uanno girando;cofi credano dicOychegli 
huominiinon negli cftrcmipaJfandoyWa nel mei:^ de 
le cofe fermandofi y degni efiere debbano , di hauere 

' nome di uirtuo fi. Accetti adunque di continuo la me 
diocritày chiunque non uuole o rompere al lito la na 

' ue: oueroC come dijJeHoratio)ajfoggarla ne lo altijfi 
mo pelago . Ma da parte lafciando hoggimai tutto 
quefloydicù che gli sfacciati: & cdoro che per niunci 
guifa fi uergognano y fono mani f efiati dagli occhi 
jplendidi & eminenti: da le palpebre groficy CT apcr 
teida lo afjiffarfi negli occhi di chiunque lo miruyda 
la altCj^y rileuatura degli h omeri : auenga pe- 
rò, cheH rimanente de la per fona , fia più tolto chi^ 
no che dritto : da la uelocità & prelìe'^']^ del mor 
uimento : da la ro(]e%i^a del corpo , dal colore fan-^ 
guigno ' an'xi fimile più toslo ad accefi carboni : 
da la ritonditàde la faccia: da laacutCT^ deh 
noce : Et apprefio da la groffe^^ del nafo: da lo 



T 1^1 M V i 4^ 

Jpingerfi^ & hmi':^rft ad alto nclcafnìnare : Et al 
fine da la akej^ j&dala eminentia del petto . Da 
r altro lato , modello uergognofo de ejjere ere* 
duto colui y che habbia il movimento tardo ^ egua- 
k : la uocegraue , [onora , chiara , & ufcentè jen^a^ 
alcuna fatica , & ^IP^(^'K^' gli occhi neri:non Jplen 
dìdi: non himidi:ne molto eleuati: ne però quafifit^ 
trnel capo : Et oltre a tutto ciò , che le palpebre mo 
uacon una certa grauità & tarde%i^: ciò e che non 
per lungo tempo immobile & ferme le tenga: Tsje 
parimente , che le apra & le chiuda con molta uclo 
cita .Mala letitiapoi , & la allegre's^a de l'animo^ 
infieme il maneggiare le cofe con poca confiderà 
tione & penfieri^ìmlacarnofità delafronte^potere. 
difignificarc:quando però^no folamente carnofa^md 
grande anchora, & mollcy (jr terfa , polita fi fio. 
quella parte : Et quando mcdefimamente , la faccia- 
tutta fiaabondeuole & copiofa dicarne.E'fegno pa. 
, rimente di ftUofo & lieto cuore , il tenere inguifa\ 
di fonnacchiofo ^gli occhi , & le ciglia baffe : T\(e dai 
^ueHa fignificationemedefima , fi allontana giamai 
lagrauitày la lentex;^. , & la tardità de lo andare ; 
7V(f anco il non potere , qualunque co fa fi 'fia; con 
molta int emione guardare. J<[e fìmilcmente lafoaut 
tà de la uoccT^c llmmidità,& il molto Jplendore de 
gli occhi: f{e fopra queflojo fcoprire ne lo ajpetto cTi 
rie gli atti del uolto^niunafraudeyceleritày& fiibitex^ 
'3^: ma più tolìo una certa femplice^& ripofata boru 
tà . Ter contrario poi, le mqlte rughe > ogrin'^ ch& 



t i È ^0 

te diciamo j nel fronte ^ & in tuttaia faccia, la mà^ 
gt'C'^ yl'ùjfereijui fubito fopra'l nafotra lunci^ 
glìo & l altrosiTtolto crelpi & Yugoft , l'hauere la^ 
jpettotYamgliatò > & dimoHrante fasìidìo & an-^^ 
fietàjil mouifhcntó tatdoy& quìetOi la faccia fcar- 
nayle ciglia congiunte i& le palpebre fiffe& inten^ 
ttymanifeflàno infteme tutte queflecofe predetteytii^ 
turalmentc rneHitia & dolore ne t animo . Ma i fe-^ 
gniyche gli huomni lafciuijinolliy& delicati babbitt 
no for%a di palefare^ & coloro che tutto che fienó 
nati mafchisfentano nondimeno leinclinationi degU 
animi loro effere effeminate , nepur quefio , ma che 
facciano anchora molte fiate operationifeminili, fa 
no primieramente^ le rughe & lecrefpe negli angti 
li de gli occhi uicini a le tempie: Et infìeme^il porta 
re di continouo/oprà l una de le fpalley& principat 
mente fu la finiflraypicgata la teUail mouimenti de 
lemani)fen:^ordiney& fen%amodo:llcafnìnare dif 
uguale &.ff)roportioHato : Et quando^ con la perfo^- 
na cadente ylanguìday& chinai Et alcune uoltean^ 
choraydiritti 6- fosìenutifu ifiayichi: lofpefjògira^ 
re de ^li occhi foauemente: lo fguardo humido y coH 
non fo che apparentia di sfacciato & di audaceiVha 
nere nel fronteyne le goteyne t fianchiy& in tutte le 
membra , uno certo perpetuò mouimento, & qua/i 
tremar edo rìf guardar fi fpeffe fiate: Et inandandoyil 
percoterfì l'uno ginocchio ne l'altro : Et oltre ad 
ogni cofayla uoce^Sìridenteyfpe'^^tayfottiley&Jòm^ 
mmente tarda^Le note poi che ifaflidiofh ajj>riiri^ 



V)lll M 0 44 

gìdl^& duri ci fcoprano^fono la paUid€'X^^& la ne 
^^V>3' colore: il ge^ìo de la faccia^in guifa di fa* * 
Jp€f'oidiibbiofoy& conftderantcdafouercbìa magrc^ 
%a:ll non bauere molti peli nel uifo: La faccia rugo^ 
fa%^ fenxa carne: I capelli iteri , duri & dijie/i : // 
parlare in noce alt a\ll molto r efpirar e :ll batter ft^et 
jregarfi le mani l una con l'altra : il rimirare ajpero 
& [ecco: Et al fine^l bauere i piedi molto rugo/i.Gli 
huomini ueramente d'alto cuore/degno/iji^ iracon 
di^moflrano la interna loro qualitàyper tutte le eHe 
tiori apparentie cbe qui [otto da noi raccontate fa-^ 
ranno^Sono adunque coUoro la primiera cofa^dìaU 
ta & diritta Uatura:h anno gli homeri larghi, gran--^ 
diy& di^anti: ampie ^& apparenti le coHe:ll colore 
ne ipeliyhrJ^nOiCome quello de Leoni: & ne la carne 
uermiglio:rc/pirano fortementCj & con grande co^ 
pia di fpirti:Le eUremìtàdel corpo loro, fono gran^ 
di,f€rmey& robu§Ì€:ll petto è delicato, moUcyCt^ 
cerne dijfe^rijìoteleyquaft nudo dipeli:cotali mede 
fmamente^fonoancbora quelle altre partii chepofc 
uicine a Panguinaglia la mae§ìra natura: il mento h 
rcnon ritondoi& non acuto fi uedc: Pt la faccia che 
da fe h bellaipiena^& foda^h di crejpiy^ di folti pe 
li coperta cr ripiena: I loro capelli^inanellati ne la lo 
ro ultima parte , fono in un certo modo riuolti y & 
quafi a lù ingiufo rimirano:Ma [opra ogni altra co^ 
faybanno quefìi huomini fdegnofi , molto abondanti 
di fangue , & grandemente uermigUe^ le uene loro 
de gli ucchi: Et le uene parimente ^ani^ pure le 



^'terie dd coUo^gonjìe fommamente;rileuate^& ùi^ 
fihili. Magli huominiypiaceuoliy^ manfueti , fer-^- 
bano da 1 altro lato ma certa grauità ne lo affretto : 
abondando di rìHoltai di humida carne : fono con" 
itenient emente grandi & proportionati: portarlo la 
perfonay aucnga che forte , pure come un poco fca^ 
uej^ nel me%o\6nde fempre in uno atto fi flanno f 
qua fi che fe il Cielo mira fiero : Hanno parimente^le^ 
efirernità dei capelli in fufo riuolteiLofguardoferÀ 
mo : il moulmento tardo : Et tarda fmilmcute , c^r. 
molle la noce . ilfmulatore uera7nenteyilparafitOr 
lo adulatore^ &^ colui che per far fegratOy di din 
male d'altrui fi diletta , è da la grafjcT^ & da U' 
grander^T^delemafcelle manifeHato: dagli angu^ 
li degli occhi , come difopra mi ricorda bauer det^ 
to^crefpi ^ rugofiida la uoce someffatdalcaminarei^ 
^ dal mouerfi con una certa leggiadria, & numero 
fa proportione : ma tuttauìa^ con troppo più di iielo 
cità&dipreHe'T^ychead alcuna graue^^mode^ 
sìa per fona diceuole fia ; Et ultimatamerìte , da lo 
afpetto & da la figura del uoltOy fimigljante qua fi a 
gli addormcntati^ Voi che fu il Confolo a qùeHapar 
te ridotto col fauellare y il Dolce cofime'^ fogghi^ 
gnando^ma di manìerapìu toflo a turbati , che a He 
tijhuomini conuencuole y-in queHomodo gUdiffe:. 
uoì ci hauete dipinto uìi'o perfettamente , che quan^ 
tunque il più de le uolte non chiamato , ^ non 
ricerco y merce di mìo fratello Francefco che.fe. 
ne figli piacere y fole effere Jì>(^J]o Jpejfo.a defi'^ 



T Tir M 0. 45 

nare &à cena con noi : llquale da tutta ^ueUa cit-^, 
tà ^ efjhndo publicamente per paraftto nominato & 
creduto , cr per tale da fanciulli > da uecchi &.da. 
gioueni conofciutOy ne fol queflo^ ma per ciò ad ogni 
ordine , ad ogni età y& ad ogni feffo , in difgratia 
& m odio uenuto , quanto ha di for:ì^ la uitiofa dif 
honesìa , nun manca di alcuna a punto > de le già 
dette qualità che ci hauete moHrato : anT^ tra le al 
trccoje ylagrojje^:^ ycrlagran copia de la car^ 
ìie y che egli hauere ft uede ne le mafcelle > eccede di 
gran lunga , ogni ragioneuole er* proportionato ter 
mine & modo. 7\(e ui uoglio oltre a cio,anchora che 
egli in tutto fia tale , del China Fior editino mouere, 
bora parole: uenutoci, prejfo a le ufure , le fodomie, , 
& a mille altre maladittioni che ci ha fempre ino-- 
Srato quella città, ad infegnare ultimatamcnte^a di 
uorare & agittar uìain una fola cena , ciò che i no 
Hrì maggiori fudandoj CT digiunando ^ & in ogni co . 
fa parcamente uiuendo, in lungo tempo agranpend 
acquijìarono . 0 tempi, o coliumi ?n.iluagi : o felici 
coloro che alhora nacquero in queSle lagunc^quan^. ^ 
do la Schilla natia,& la domeWca Tajfera, ui nutrì . 
nano gli habitanti . Deh lafciate i uoti di gratta 5 lo: 
Spagnuolo ri(pofe:Et quefla canaglìa^di che non con . 
parole^ma con folgori & tuonici hauete parlato iab 
bandonatela fen'^ altramente curaruene, a ì Lupi% 
&ai Corui : che d'auant aggio mi torrà gran parte 
di queflo ragionamento, il Sole che uerfo il mio pae 
fii^g^^^ fretta fi inchina: fen'^^t chexQnfumiama ^ 



L I B 0 ' 
iltempOy dicoIìorofaucllandoy che fono il dishonù-» 
re y il uituperioy & la uergo^na degli ImominiilSla . 
ti (come difje tìoratio) non per altra cofa^cbeper 
ampliare il numero de uiuenti : Et per confumarne 
le biade. Quella parte che hoggi nifi toglie^ f^Rgi^^^ 
fe fuhito il Dolce ni fi potrà dimane rifarla : "ly^e ni 
maginate giay & farete per certo gran fcnnoy che 
dal uoftro debito affoluere ui dobbiamo ^fe prima in 
fino a la esirema parte di cjueUo ragionamento, con 
dotti dijputando non ci hauerete ' tutto però dico § 
che non foli dui ^ ma quattro anchora& fei giorni 
uifi haueffe a {pendere . Lafciate pure , dijf e alhord 
il Confoloyche hoggi per me a queÙa parte fi dia com 
pimento:che poife di intendere alcuna altra cofa di 
quefla fcientia farete bramofo, o dimane , o quando 
che fiaycheunque però me ne jappìaycon uoi ne ragia, 
narò uolentieri.Mettetela pure a dimane per fermai 
il Dolce foggìunfe: Che non uogliopcr niente lafciare 
(come dianzi ui difii)di intenderne ognipartCy quan^ 
to più 7nbmtamente potrò : T>{e ue ne potete per cer^^ 
to .y ne hauete cagione di ifcufaruene : che i giorni fo^ 
no hora cofi lunghi, che grand' agio h'auretedifi^ende 
re due o tre bore in quefio ragionamento: Et nulla di 
meno , attendere ìnfiememente molto bene a le altre 
faccende: Et di un giorno i^ìeffb, parte agliamici,^ 
gli fludi;& parte a le cure famigliari^ & alebifogne 
de la cafa donare. ^Ihora lo .AmbafciadorCy e fi uo^ 
gliono diffe y compiacere gli amici:quando maffimame^ 
te i defideri loro , // cme queHi bora del Dolce, &\ 



Ijuale è // mìo che auampo del mede/imo ardore > 
ìw honeHi > ragioneuoli , &giuHi . Ter tanto di/pò 
neteui hoggimai con animo allegro » di rendere unà 
Uolta non fola lui ma me anchora contento ìnfiemc 
con lui : Et di f^egnere in noiy qnefla accefa & infiafA 
mata uoglia. Et io per me ui pregò yfepur farmi co- 
tanto di fauore a grado uifia , ilche nel nero a me fà 
febbe gratifiimo , che fiate contenti ammedue , di ef- 
fere meco dimane a mangiare: Doue poi , fc co/i ui pd 
re/fe, a quella parte del uoUro ragionamento y che hó 
ra dà la breuità del tempo «'è tronca ^potrafii interd 
mente dar fine pcrfettioìie . Klon penjateaque^ 
Ha cofa , di fubito il Dolce riprefe , che in altragui-^ 
fa ui prometto , ha da andare la bifogna: Et quantuti 
que ejfendo uoi huomini publici ì V hauendo fopra lé 
jpaìle ilpefo de regni ^ & de le prouinciejpiu fi conué 
nijfe a me priuato di uenire a uoi , chù a uoi tali di fii 
re il contrario; nondimeno lafciatì & rifletti & ii^ 
foli da parte , mi fkrete pur grafia di e fiere meco di^ 
mane : Et hauerete più cura difodisfare a me uoflró 
amico y che di feruare in tutto quel grado y che a U 
n horreuolei^a de la uoHra degnità fi richiede . Sid 
comunque ui piace y diffeilConfolo alhoray benché 
affai di degnità & d'honore ci fia y non dirò la cori 
fuetudincy anxipuré la amicitid chchàbbiàmo infié 
me con uoi: Che fete fi uirtuofo i & gentile , CT uera-^ 
fninte dolccyche non credo che de uoflriparhmolti dì 
leggiero fi potè/fero ritrovare. Dopò quefìo , perché 
già fi auicinaua la fera^impoiìo a i famigli che uogati 



t È'K 10^ 

do pian pìhiVfi riamaJJero uerfo f^inetià ; rìpi^tiaft"' 
do di niiouo il parlare 5 in qucfta guifa il Confolo co-- 
'mìnciò . Dapoì che come il meglio per me s'è potu^ 
tOy ubo moUrato quei j'egni onde potrete gli adu- 
latori conofcere , bora di narrami quegli altri mi 
fiede ne l'animoy che fono propri degli buomini de- 
boli y & uili : & [opra tutto auariffimi : an^^ mife^ 
riffimi : acciocbe io più drittamente fauelle • La pie 
ciolexj^ adunque de le membra , & infieme degli 
occhi y & di tutta la faccia , principalmente^ & in 
ìan^i a ciafcuna altra cofa > quegli affetti palefa & 
difcopre : Et parimente il caminarey e' l parlare fret 
tolofo : "Et la uoce debole , fottile , & acuta^ Queflo 
medermo ancora ci può far conofcere , il colore fo^ 
fco j cr ofcuro : con non fo quale , benché lieue me- 
fcolan^a di uermiglio : Et apprefjo ilpòchiffimo or-^ 
namento , ciò è la mala difpofitione , & la non de^ 
bita proportione del corpo. Ter oche non uorreiper 
ciò che ui cadeffe ne V animo , che fola la pìcciole':^ 
^ per fcy co/i potentemente come di(fi di fopra, 0 de 
holex^^ay 0 uiltà , od auaritia manifeflaffe: .An'xifici 
te certi, che a ciò fare, di neceffità fia conuenire effe 
re unite con lei , la (proportione , ^ la fconueneuo 
lexi^ de le parti picciole > CT tra fe primieramente 
Vuna con l'altra:^ poi tutte infieme ycon tutto il ri-- 
manete de la perfonaiEt oltre a tutto quefio,è di me 
fliero che fia in que corpi piccioli ^ fproportìonati^ 
/concia parimente , &fouerchia magrei^ . Et fi)" 
no naturalmente quefii tali buomini , atti [alt atori : 



gìuocatoriy& mettiton (come dijje il Boctaccio) 
nialuagi dadi'. Et finalmente ddgni di e/fere tra colo;* 
ro annoueratiyche per presien;^ di mam^ingannan^ 
do (ù* confondando la nolìra uirtu j'enfitiuayuedcrc 
Jpcjje fiate ci fanno le merauigliey & le coft impoffi 
bill, EccOy diffe alhora il Dolce , & ridetta tmauicf, 
lietamenteicbe pur farete una Holta^entrato da ucro 
ne le lode mie . f^ofire lode non fono già qucfle , lo 
.Spagnuolo ripre/èiani^ quelle drittamente a uoi fi 
conuengOìWiChe a qualunque altro fi fia,piu de^ne fi 
poffano attribuire : llche quantunque anchora non 
uoleffimo^ci può far credere (auenga che ella piccio 
la fio) ilgiuftoy debito , <^ proportionato componir 
mento de lauoHra perfona . Ma nonuoglio farmi 
inan^i bora a lodar ui^jecondo che uoi meritate: aC'^ 
ciocheycomediani^i^chc fu di uoUra corte fio) mi 
dicerie mordace & ingiurio fo^ alprefente di più aU 
tri fopr anomi grauan domi, non mi pof tate adulato 
re (Ut bugiardo fimilmentc nomare . Dopo queUo , 
rientrato da capo nel fuo parlare di prima, in que^ 
flaguifa foggiunf e. Coloro grandemente di doni^^, 
di efjereprelentatifi dilettano , & fono de lo altrui 
cupidi (en^a modo , che o parlando , o ridendo y ri-^ 
uolgono in fufo il labro di fopra: Et di maniera lo ri 
uerfano , che tutta la gengiua intera ne mofirano i 
Et hanno oltre a ciò quefìi tali , ne gli atti del uifoj^ 
alcuno fegno euìdente dibefiialitày d'arrogantiay c&T 
di profuntione : Et hanno al fine , il colore de la car 
pe molto uermìgliOsCotali fono a punto i fegni degli 



L J B II Q 

(luari : che quei di fopra , più propriamente wifert 
domandare fi doucrebbono : Conciofiacofa che ejii 
tion togliendo lo altrui^ma conferuando il loro > an^ 
(ho con difagio de la uitayari'jripiire con ejprefii dan 
niy umano uolontariamente in eterna mifcria : Doue 
quefìi altriyla natura d^ FranciofiimitandOy & a la 
ingorda uoglia de l'animo , con le audaci opcrationi 
(onipimentoÀonandOirapifcono & ruhbano chi che 
fi fia : non per tenere.come i primi: ma pergittare , 
(iraboccatamentc fi:nxa alcuno giudicio . Et tale 
tra t{pmàni ejfere fiato fi fi:riuc Marco Cr affo: che 
fagò caramente colfangue.lo cHrcmo defiderio che 
'^gli bébé r del rapire i thefiìri de Varthi . I pietofi 
poiybumani,& compafiioneuoli , fono per ordinario.^ 
k//i>twwcfoi>/e'^5wrfn,6^ proportionati: Hanno gli 
occhi grafiiJmnndi.G' pregni di uifcofa humidìtà : 
Et per ciò fccrpellini quafi di continouoiEt ^er man 
darne fuori le lagrime^ cheloro aguifadi feìnine 
fempre fono prefte & apparecchiate, non hanno di 
rnolta alterationey o mouimtntOy bifogno . Tortano, 
oltre acioyil nafo fottile,& brettone la parte difo. 
fra: Et fono grandi fiimi amatori di f emine. Etge-^^ 
aerando i fono il più de le uolte padri & creatori di 
[emine . La loro complcfiione e temperata & buo-^ 
na: auenga perocché Ì?ene Jpeffo , di calore ab ondina 
alquanto: Et fono ordinariamente per tutte quefie 
cagionh& nel trouare da fe ficfii,& ne lo appara^ 
telo altrui ^ molto ingegno fi , molto facili, & 
ponti: Etpojfono oltre a ciò cu^iodire fccuramcne^^ 



T III M 0. 48 

dentro a le fìepi de la loro forte memoria , qualun'» 
que cofa fi fia : od apprej'a , 0 nata loro ne lo inteU 
letto. Sono medefimamcnte^ uagbi cofioro de la buo 
na crean'Z^ & de i leggiadri , gentilh& ornati co^ 
fiumi • Et deuefi accettare per generale ^ infhUi^ 
bile offer Hat ione, che tutti ifaui , i timidi y &gli hft 
nefli ^fiano fempre pietofi & bimani : Et per con^ 
' trario i disboncHi , gli sfacciati , Scoloro che non 
Jono atti naturalmente ad hauere cognitione alcuna 
difcientie ^fiano da V altro lato jpictati er* crudeli . 
Grandi poi mangiatori fono color Oyche hanno quella 
-parte del corpo che e dal petto al belicoy affai mag-* 
giore di quella che è dal petto al collo: Et uoglio fo^ 
pra quello (^anchor a che io medico non fia) darui 
m altro uniuerjale precettOyChe ui potrà fen^alcu 
fallo giouare y afarui ageuolmente ejr con certex^ 
coloro conofcere , che fono atti di loro natura a tijfi 
chi diuenire : Et che pojfono con loro grauijfma no 
j iuy ^ congrandiffima difjicultà uornitare: che rece 
re(come s'ufa in Tofcana)a me non piace di dire.Do ì 
uete adunque fapere tali ejfere tutti color Oyche han 
no il petto siretto:gli homeri rikuati: il collo lungo: 
Et il nodo de lagola^fegno come affermano ì uolga^/ 
, ri del pentimento d'^damoy molto eminentey er in 
fuori refpinto.Ma luffuriofi & libidmofi fono quegli 
altriyil colore de la cui carne è bianco:con alcuno po 
co di mefcolamento di uermigliotche hanno i capelli 
groffiyneri y cir diritti : che fono pieni per tutta la 
]perJona ^ ma ne le tempie ne le cofcie priìicipaL 



■ ' \ .ti B 0- \. 

mente, di molti, duri, & horridi peli: che hanno gli 
occhi grosji , in fuori , hutnidi , grasfi, & lucenti.: 

' Et inaine che fpcffe fiate gli Hrauolgono in [ufo: ne 
la maniera che fi fu ne lojpargimento del feme, ne 
la fine de i carnali congiungimentìio neramente che 
agnifa dì p^KXf 5 di qua, & di la,uelocemcnte gli ag 
girano. Sì trouano ancho talhora alcuni huomini,éa [ 

' miti le parti di [opra del corpo, ìnaggiori di quelle 
difotto\ calidi di compie sfione: belli ne la faccia: & 
pelofi nel petto : & con la carne di buona & mode.- 
rata teflura:& con molta & conueneuole humidità: 
Et infieme coni piedi curui , come gli Or fi fogliom>^ 
hàUere : I quali per tutte quefle conditioni , ejjere fi 
conofcono fonnacchiofi : Et tali, che leggiermente 
di qualunque cofa fi Jcordino . Ma coloro che da 
laltro canto hanno le parti di [opra minori ; conuc^ 
neuolmente carnofe, & bellc:& ornate, & con bua 
vaproportione ,fono huomini dotati naturalmente 
di molta memoria:^l€ di dormire gran fatto fi cu- 
'rano.Ma oltre a tutte quelle qualità fopradette^of- 
feruò ^damantìo alcuni hiiomìnuchc infime con ìa^ 

tnalmgita la pai:^a,& con la pa'^^ia la maluagìtà 
haueuano ad un tempo medefimo fcmpre congiunte: 
Et ci ammoni che i loro propri fegni, erano i capelli 
neri : il capo fretto , & che in guifa di piramide iì{ 
acuto finifca:gli orecchi come fpezi:ati:& alquanto 
'più grandi de la debita , & conuenicnte mijura : il 
collo da tutte le parti ritondo: gli occhi (cechi yt ene- 
brofhpiccioUy concaui,fipi& rigidi nel rimirare; 

le palpebre 



T II I M 0. 4P 

(e falpehre languìde y &cafcanti : leguancie lun^ 
ghe > & riflrette: il mento lungo: la bocca jporgen^^ 
te in fuori , cianciarne , & fenTia alcuna conclufio^' 
ne : la faccia come diuifa : la per fona curua : il uen-- 
tre ampio , & eminente : le gambe groffe : le eSìrc- 
mita de le mani y & de piedi ^grofie parimente y & 
dure : Il colore de la carne fmigliante al uerde ; 
gonfie que^c parti quifotto degli occhi , come han^ 
no coloro che da dormire fi leuanoi il fouerchio man 
giare : la uoce tremante ycome quella di pecore : Et 
con tutto ciò molto rocca , picchia , & a/pra. Men 
tre che il Confilo in queUo modo feguia ragionane 
do ygia erano giunti a Vinetia : perche udito il ru-^ 
more & lo Crepito de le barche , poSìo fine al fauet 
lare de le fcienticy in altri dolci & piaceuoli ragiona, 
mentiifi trattennero fin che tempo loro ne par 
ue . Mfine raffermato lordine del ri-- 
trouarfi il giorno feguente a U 
cafa del Dolcey dolcemente^ 
l'uno da l'altro fi 
accommiata- 
rono, . 

TRIMO LIBRO. 



DEI SEGNI DE LA 

N^T VRÀ Ì?E L'HVOM O. ^ 

R O SECONDO 

DI ANTONIO' PEtLEGRlNI. 

OG LI 6'>Ì^ Molti buomìnì non pé 
che fiate i con grauijjime querele la 
mentarfi de la natura : Iqt4ali fp 
con occhio più drjrito riguardafjcì- 
'rOi& con attentìone meglio auer 
ma confide'rajJ<;SO , le qperatiorù che ella fu tuttofi 
giorno ,, ft rimarrebono inuero , & di recare a lèi 
^aon fimk^e tioci biafimo& uitupeno: Et in fe 
medefmì accrefcere con quepenfieri nùt t^ affan- 
ni . Il che fiiccmdq , uiuerebbouo certamente , fe 
non più felici _&. conmti> almeno ■& più quieti z 
^ digran lungapiu riporti .Terò che ejfendoquc 
Sìo modo tmoj uno animale »■ & compofitione 
da tutte le fue parti intiera.ér perfetta , e dime- 
Slieroche per ornam^vtoxper milita ^ & per coti 
feruatione di lui , ui fiano non pure d'ogni ragione 
^ d' o%ni maniera huominij ma animali anchora 
de le altrejpecie'f di tutte le qualità: Etmcdefima 
mente piantq yherhe y pietre , <^ tutte le altre co- 
fe, onde egli merauigliofamente adornato & pie^ 
nofiuede. Ora hauendo (fi come h ragioneuole } 
cura ^ rifguardo la natura principalmetite a le co- 




S E C 0 T^D 0. yo 

fi maggiori ^ più importanti , adiuiene che ella 
intenta tuttauiaìiT beri cjferédi qUèfle ^ non cura 
-poi in particulare y che queHo pin che- quell'altro , 
fia leggiadro .felice y& beato. ^ni^richiedendofelo 
la utilità uniuerfale^fa jpejje fiate molti miferijfor-' 
tunatì i& fo'J^'. llchenon fi che fer 

altra cagione fia fatto da leiy fe non perche a la per 
'fettiùne del mondo ( come già di/fero alcuni degni 
Thilofopbi) animale da eia/cuna parte y (^per qua 
Hunque rijpèttofi fia compito ^Vipieno , ella cio ef 
fere conuemente y come più fauìa&piu prùdente 
xhe non fiamo noi , perfettamente conafce cT inten^ 
de w 7<le altramente auiene ne Itpafti dermondo'y 
di quello ( fe è lecito le co/è piciole a te grandijfime 
ragguagliare) che ne i membri del corpo humartày 
'per chiunque attentamente ui miri , ci fi uegga aue^ 
'iiire: Dei quali y alcuni a degnifiimi & nobilifiimi 
biffici , alcuni uer amente a uilifiimi^ uituperofif^ 
•fimi fono ohligati da la natura y mano , &• diligente 
^miniftra di Dio : Et oltre a ciò alcuni comandano 
quafì y & fono come Trencipiy & Signori de gli al 
tri : .Altri poi a quelli ubidifcono : Et fono loro co-- 
'^e feruie^ foggeti . TS[ìuno inueritaè chenon ueg 
y quanta fia la degnlta del capo : la rìuercìitia 
degli occhi : & del uolto la maefia . Et per contra^ 
rio ciafcuno conofce , quanto ftano ledishone^fep'^r 
^ti y piene di infamia & di uergogna : quanto humi-^ 
' li le gambe: & quanta a la fine yi piedi uili & abbici 
ti f Douerebbono adunque quelli membri de la na^ 



0 i 9,K^ % 

tuxa dolerfi : laquale tali gli ha fatto , & quello ttf^ 
fisciù ha dato loro y che ejii ejjer citano : quali Jo^ 
\ no • Douerebbono ramaricarfi , che efii quafi /afte-- 
^ni & colonne di tutto i edificio del corpo y fortini 
il ucntre , il petto j, el capo : iti guìfa di triomphan-;-^ 
^^a farli intorno uedere a le genti ; Ladoue^efSij^hf 
•tutta la fatica &il pefo fofferifcóho yuannotutta-;- 
ma calpesìando la terra : ejfendo fempiterrif^. obbiet 
f 0 a le pietre y aglifiecchi , agli fiini : ondepun 
' tiy Uracciail^ cpnfuniatifqng ^ternamentei^^^ 
alcuna intermijìione haueirui giamài . Douerebhe da 
Jaltro lato y il capoinuidiarc a le co/eie il molto fu f 
ehioy cr la molta carne: Ejfendo cffoyfonte & prin^ 
cipio di nofìrofeìitìrc , da una fola fecchifiimay cf 
grandemente afciutta cottenna coperto .T^on ci è 
^memhro in tutta la figura del corpo j, che hauendo 
più ad altrui che a fe medefimo riguardò y non fi po 
tejje ragioneuolmenteyO de ruffìciqy, ode la compofi 
itone yO deUuogo fuo lametare:lSlpdimeno per bene 
fido & per dono di natura^ ciafcuno pienamente di 
quello fi appagaya chey& doue^& nel modoyche ejfo 
fu da lei da principio ordinato, Tye folamete è ne le 
membra quefl^tale corUente']^ i^^ggono infiif 
me alcune di loroy an7;i tutte più toflo y entrare 
UQlontariamenteinmanifeHipemoliy eJr ne la roui 
na^& ne loguaUameto anchora dife medefime.per . 
la conferuationeyper lo riparo , eÌT p^y la falue^^ 
degli altri.Come jpeJfo fi uede , che le mani fanno » 
^le braccia- Lequali per difendere il capo & l aU . 



SECO 71 D $t 

tre parti più nobiliypatifcono tutto l giórno infiniti 
grauijjìmi danni . Quella concordia adunque de le 
membra , & (JueUo fodisfacimento di fe medefime, 
conferua & mantiene il corpo , quel tanto di temr- 
po che dal Cielo gli è conceduto: DoUe fe fi inuidiap- 
fero , & s'odio fi portaffero luna a V altro , aueni^ 
rebbefen^ fallo alcuno(come già fe uedere al popò 
io I{omano la fauola da Menenio recitata ) che efjò 
in pochiffme bore figuaftarebbe: CT del tutto diftrug 
gcrebbefi. Ver fare adunque la natura i corpi ne ief 
fere loro perfetti^ & perche fofiino meglio di/pofii^ 
& più deUri ne le operationi che a fare haueuano 4 
ella non ha in alcuna maniera hauuto confìderatìo^ 
ne a le parti loro : ma bene fi haprcfo curay che effe 
tutte infieme , ^ ciafcuna per fe^ fecondo la fuapró 
portioncy fùfferò a tutto il corpo commode ^ utilì^ 
eJ" apportaffergligiouamento.Medefiwamente ì Sà 
uiy& prudenti ordinatori de le cìttayquando primie 
f amente diedero loro principioygia non ui induffero 
quei foli huomini ad hahitare^che una fola arte fape 
uanoìpcrche quale farebbe di gratta^ &come{ìa'' 
rebbe quella communam^ , nt laquale tutti gli huo 
tninifoffcro o cal^olaly 0 fartiyù legnaiuoli ì od inai 
tra fola quale fi Uoglia arte fi fapeffero effer citare ? 
^n'3^ piacque loro per lo bene & per l'utile uniuer^ 
faley& per l'agio eV commùdo dè Cittàdini, che eìldi 
abondaffe copiofamente di tutti gli effer citij & di 
tutte le arti • Curarono per tanto diligentemente $ 
fondatoti de le Citta j che in effe uifojfero hu omirii 

G Iti 



1^ . n ri I B ^0 

'Àl tuttcA'arH rifaeHw^^^ era a tutti in combi' 
inune gioueuole & buono : ma non fi tolfero miga 
penfitroy che lo ejfercitio defabrUfojfe tra tutti gli 
^Itri il più fo::^ f eHpiufaticofo: Et che gli buomi 
ni che in efjòfi adoper afiino, pieni tuttauia di caligi 
ne & di fumo i più toflo a dannate furie^che a uiuen 
tihuominift afiimigUafìino ♦ TSle parimente alcuna 
cura fi diedero^ che ifetaiuoli fi potefiinQ ejjere più 
politi & più uaghi: Et che agiatamente^ ^ con mot 
tQxipofo de la per fona 3 fojfe loro permejfo di per ^ 
fittamente quell'ufficio adempircja che efii attende 
uano/Pcrciocbe alcuna di quefle confiderationi, non 
fi faceua punto ad utilità , 0 uero a migliore fiato di 
quei Cittadini. Tslon debbono gli huomini adunque, 
che fono membra^& parti di queilo mondo y de lo ef 
fircitio cr de la forte loro lamentar fi giamai Kle e 
per modo alcuno conueneuoleyche la natura pruden 
tijfima rnaeSìra di tutte le cofe^da fcioccaprofuntio^ 
ne tiratiycerchino biafimare:ouero che di lei in alcu 
ua maniera per fumano didolerfi • Conciofiacofa che 
il ciò fare altro neramente non farebbcyche un rama 
ricarfi di non potere aguifa di Tori con le corna fe 
tire : di non uolare , come gli uccelli : di non hauerc 
cornei camelli y gli fcrigni [oprala fchiena:^ la 
mano ala fembian'j^de gli elephanti y cofi preSla 
& cofi ueloce . Klondimeno quantunque in queHe 
cofe y & iti più altre anchora , fiamo da molti & di 
uerfi animali fup erati y non pero fi troua (cke io mi 
. creda)buomo ueruno^ che difiderandokQ:<fm€ dir fi 



S E C 0 ^ID 0. 52 

fuole) fi firngga 0 fi disfaccia . llche non per altra 
cagione ad'mencyfe non forche cìafcuno cono fce per 
fettamente , che elle fono oltre a la propria natura 
de Vhuomo i.Et che in nìuna maniera , a lui conue-* 
nire fi pojjQno • Come adunque quelli tal difideriy 0 
. per dir meglio quefti tali appettiti , fono da gli huo 
mini f fi come nani & folli che .fono , ahbaìidonati ; 
CÌr come ciajcuna di quella formayche a la Jpecie fua 
fi richiede, pienamente fi contenta ; cofi doucrebbo 
no egli anchora , degli effercitij , & de l'altre parti 
xulari qualità , che loro ha uoluto dare il creatore 
de l'uniuerfo, con tranquillità & ripofo d'animo fo 
disfarfene lietamente: Tercioche elle fono ne più ne 
meno naturali , & loro prop/iet che la forma & la 
figura ne fia. il Cielo ordina CT dijpone tutte le cofe 
iz le fini loro : Et chiunque ci nafce , porta feco dal 
primiero g orno , le fue proprie &parttculariincli 
nationi : fecondo lequali , egli opera poi tutto {1 tcm 
po che egUuiue fopra latcrray Ma perche gli affet-^ 
tiyCt le naturali inclinationi degli huominiyonde pof 
fono poi da una perfona prudente ejfere coniettura 
te tutte le auenture, & tutti i fortunoft accidenti di 
ciafcheduno(come nel precedente libro lungamente 
s'è dijputato ) fi cono fcono per le qualità > ^per le 
dijpofitioni del corpo ; uoglio horapvr fine a quella 
parte del ragionamento de ifcgni de Vhumana natu 
ra , che quei tre miei amici y il fecondo giorno fauci 
landò difputarono infieme . Venuto diceua il Dolce^ 
il giorno fegufi^itCy ^ riccunti da lui gli inuitati con. 

G Itti 

I 

• '.^ 



Z 7 B 0 

Uno più toflo dilett ernie & amico y che jplendido é5* 
ficco mangiare y dapoi che allegramente hebbero à 
le hifogne del corpo fodisfatto , in uari & f iaceuoti 
ragionamenti y pudendo mufìchcdi più maniere ^ 
di che il Dolce fommaméntc fi dilettaua y fi trat^ 
tennero infino a tanto j che fen*:^ impedimento al^ 
cuno giudicarono chei ragionamenti del pajjato 
giorno ripigliare fipotejjero : Et in queHagUiJa 
quanto in quella matèria , s'era per breuita di tem^ 
fo lafcìato alhora di dire y la mano eflrema compìu 
tamente mettefjero . Et perchegli parue che la de^ 
gnita de lo jimbajciàdùre & del Confilo , douefiè 
ejferehonorata di maggior compagnia y piacquegli 
che Jòpfa loro fofiino quella mattina à definare con 
effoluiy alcuni altri faui & ualenti huominudi ciàfcu 
no di loro parimente amici . Trai quali dui ue ne 
furono , congiunti Erettamente di (angue conejjb'» 
meco: Vuno , MeJJer Luigi Quirini Dottore : figlia 
uolo che fu di quel grande & honorato Oratore : di 
tuifidiffcychepoche caufe furono difefe da luiychè' 
egli non le perfuàdeffe : Et pòche oppugnate y che 
egli non le abbattejfe . llqUale Mcjfer Luigi , meno 
fecoy per fua ombra hauerebòno detto i Latini yil^ 
Fogliano Mufico & Thilofopho : cui egliy come à 
proprio padre honoraua : Et ordinariamente in ca^ 
fa teneua . L^ altro mio parente , fu Marco dal Gi^ 
glio:effercitatifiimb ne le cofe de la facra Theologià. 
Fuui oltre a quefli un' altro Dolce: come che di minò 
te età de gli altri 9 certo di uirtUy & di dottrina^ 



-SECO X D 0. 5J 

tomeprer lìfuoi molti ferini fi può uedcre, eguale à 
:• .qualunque altro fi uoglia . Leuatifi adunque da fede 
re yZT rìdottifi tutti infieme intorno al Confoloyché 
Micino ad una finefìratiratofiy onde piaceuolifiima 
-tiura jpirauaj iui tutto penfofoy forfè contemplandò 
ciò che egli diredouea, appoggiato fi flaua, fatto-- 
.gli un cortcfe ajfalto ygli dijjè forridendo il Quirini 
^in quella maniera . Se forfè non uigraua, o non u'è 
molefìa la non penfata nofira prefentia , ilchè nòli 
xonfenta Dio,a me parrebbe effere tempo hcggimai^ 
the de la dolccT^ & de la foauita de uoSìri ragio* 
namenti ci faceììe godere: acciochepoteffmo cono^ 
fiere perfettameyite , che noi non menò hòggi grati 
uifiamoyche hieri lo ^mhafciadorey & il Dolce nò 
firò Siati uifiano. ^Ihora il Confoloy che già uerfò 
di loro s'era riuolto , moletìi dìffey non mi pojfonó 
già effere huomini come uoi mifeie amicifsimi : Mà 
io ben debbo , fe meritamente fenx^ ucrgogna non 
uoglio e/fere riputato y hauere rijpetto come mi mei 
ta a fauellare in prefentia di cotato fennoi ^niìfóg 
giunfe il Fogliano , ciò fommamenie caro effere ui 
douerebbe : perche non dui foli come hieri , ma citi 
que almenoy che io d'uno di loro fono òmbray degni 
tefiimonì haUerete de là uìrtu , & de la eloquentià 
uoSìra.^h'j^ de la uanita & de rignor antia mi du- 
bitalo y replico lo Spagnuolo ♦ Et egli quando ciò pò 
iejfe effere ripiglio y che non e però menò impóffib 'ilù 
the il ghiaccio fia fecco & caldo y& freddo & hunii 
iiù il fiiocoymaggiore numero d' amici hauerelie chi 



. L I B 1^0 ^ 
ne ne ìftufafiino. Dopo qutjìo , haucndo la opinione 
del Thilofopho tutti communemente lodato , fi con 
chiufeper ciafcuno di loro» che il Confalo non haue^ 
ua cagione alcuna ^ ond' egli honeflamcnte poteffe 
da i cominciati ragionamenti ritìrarfi : Ter laquaL 
cofa tutti da capo quafi ad una uoce nel ripregar(h- 
no : Et quanto ciò doueffe loro e/fere grato y conpa^ 
role piene di caldo affetto gli dimoflrarono . Mail 
Quirini cui più era a grado d'udirlo: come colui che 
più mite fentito Vhauea commendare per dotto & 
benparlante , poi che gli altri r achetati fi furono 9 
in queUo modo torno à fauellare . T^n mi poffofa- 
're a credere fignor Confalo y che la bontà fingulare 
de l'animo uofiro. 3 permetta che tanti preghi non 
efaudìti rimangano, llche facendo , 0 moftrarefie di 
poco amarci : llche noi , per cofa di quello mondo 
non crederemmo-. 0 fareJìeci dubitare , che più ne i 
noftri mori pote/fe il rijpettOj che lo amore: LaquaL 
cofa e certamentCy oltre ad ogni termine ragioneuo 
le. Ma fe pure ui par effe queHa nolira uentuay trop 
po più cupida(per non dir peggio)che a moderi huo 
mini fi conuengay datene tutta la colpa al nofiro Dol 
ce hoHe : che inuitandouici , ha uoluto qhe cofi fia t 
Se uer amente libera , & humana , & cortefe la, 
reputate j eUimate che tutti egualmente^ ne fiamo. 
partecipi . ^Ihora il Confalo , per quale fi uoglia 
dijfe cagione , ch'io mi trouafìi con fi cariy degnìy & 
honorati amici come uoi mifete^non ne potrei fenon 
p render e fommo piacm:purc(dirò liberamente cià. 



SECO T^ D 0, 
i€he mi fìede né l'animo) cìafmri altra uorreipiuto^ 
-Jìo che qui uhauejfe condotto y che difiderio di udir^ 
fhì parlare : Conciofiacoja ci) io fempre di mia riatti, 
rafeccamente pofja ciò fare: ilchc non fi conuicne 
con la morbide'^ de le uojlre orecchie c Et poi que 
fla materia che bora trattiamo ^ edafe talmente 
arida & feccaychegran fiume ynon picciolo riuo le fà 
rebbe mcjliero per adacquarla.Et per certo fefugici 
mai , che me medefimo poco parlando fodisfacejii^ 
hieri fu che poch 'ijfmo , o nulla mi fodisfeci . Ture 
poi che cofi difiderofi ui ueggo ch'io ne ragioni > d?r 
io fono molto contento di compìacerui: jperando co* 
.me diffe il Fogliano che debba auenire^che più toUo 
la uofira amicitiami Jcufi, che la dottrina mi debba 
notare. Detto quelioy il Dolce in cafa di cui erano yin 
tjuefto modo jòggiunfe : adunque poi che alcuni ci 
ha qui tra noi che non fono Varipathetichcome que- 
fli èi & addito il Fogliano y & come mi d'effere Ine 
ri in qualche parte ci dimofirafie y fia bene che non 
iiiandoyo fpatiando^fecondo il cofiume di quegli Imo 
mini antichiy feguìtiamo i noflri ragionamenti : ma 
concedendo alcuna cofa a le tenere noUre delicate'^ 
^y & a l'ufo onde fi uiuea queUi tempi > entriamo 
in camera:Doue agiatamente fedendoy fi forniranno, 
( Dio permettente ) le noUre difpute • Entrati dopo 
quelle parole in una grande bella camera, non 
peranchora uedyta da alcuno di loro , & già uolen* 
do/i porre a federe y rimirando fi intorno intorno ^ &^ 
^ifopra^ &dalatOy ^ difotto ogni cofa attentd 



Èk 



L 1 B liO 
mente confider andò ydf con gli occhi bora a quefìd 
parte y bora a quell'altra più volte tornando y dijje 
poi il Fogliano in queH a maniera • Conofcendo effe^ 
re Dolce uoHra opinione ycbe per lo piacere fi debba 
abbracciare la uirtu^^ che più perjè medefima una 
picciola guanciataycbe una uergogna grade ejjere ci 
debba mokUaJìora mi credetti che di [ala ci facezie 
ufcirey che feguendo gli ordini de uoHri maefiri , in 
qualche uago CT diletteuole horticello ci douelie me 
nare : Doue ociofamente uiuendo , foleuano antica^ 
mente quei felici pbilofophi ingrajfarfu Ma poi che 
bora qui fiamoy conofco che noi troppo piu famo$ 
cSr più beato fete y che non erano quegli antichi Epi 
curei: Conciofiacofa che l herbe y a" le piante y di 
che erano adorni i loro giardini y foffmo foggette 
tuttauia a quelle mutationi y che fempre Jogliono le 
Stagioni portare coneffoloro : Laonde erano talho^ 
ra nude , & fecche : ^ quando uerdi , & fron'^^te 
nifi uedeuano. Ma quelle uojlre , che di lana finiffi^ 
ma cuoprono quelle muray fempre ucrdi y fempre fi(> 
rite y & fempre cariche di maturi frutti y porgono 
di coniinouo a riguardanti fempiterna gioia . Et 
doue le fonti loro , o mancauano la Hate , o s^arre^ 
Piavano il uer no y queHa uoHra non è ne tenuta da 
ghiaccio : ne da caldo afciuggata giamai . Et fe ben 
miro a quello cauallo alato , che qui ci ueggo y ella 
de effere uer amente od HippocrenCy od ^ganippe: 
Et quefle nimphe , faranno perauentura le Mufe 
Et quel colle , che cola con due gioghi al cielo fi inai 



1 



%a^jia forfè Tarriafoy od Hciicona ^Et oltre a ciò il 
Cielo che loro copriua, doueua talhora ejfere chiufo 
4a nuuoli :Poue quejio uoftro di dorate /ielle Jplendi 
do & rilucentey jempre apèrto lucidijfme le ui mo-* 
fira: Et da ognitempo i Juoi Scorpioni yfegno forfè 
che ui die la uitay & ifuoi Centauri uifa manifefii . 
Felice adunque y ^ beato uoi : Ma uorrei bene , che 
tra tante imagini & di Imperadori^ ^ di Thilofo^ 
phiche qui hauete raccolte^ tra quali, ui rijplendo^ 
no quella di Tlatone & d'^riHotele mio maeftro » 
i^uero in luogo più tofio di tutte loro y tii hauejle 
meffogli Epicuriyi Me tbr odorici lenoni: Et de Lati 
itti lMcretijy& gli Horatijicome coloro^cuipiuera^ 
no a grado queUe delitiei^nxi chefenT^ejfenon ere 
deuano poter uiuere beatamente* ^Ihora il Dolce 3 
jo crederei dijfe non che ^rìHotelc (come dite y & 
corrilo penfaua ) uifoffe §ìato maeftro > ma Diogene 
più tofio; od ^ntìUene : od alcuno di quegli altri 
cani : dapoì che fi fieramente mordete ; "t^ondim 
meno con ^riflippoinfieme uipojfo rijponderey che 
queHe cofe non hanno me , ma io loro.Dopò queUo 
éiffett atifi già tutti in un cerchio , hauendo però tot 
fo il Confalo in mc^o tra lorOy che egli al fuo parla 
re dejfe principioyajpettauano attentamentejlquale 
la loro uolontà conojcendo y fen^^altro indugio in 
queUaguifa cominciò a fauellare . Dapoi che uofiro 
difiderio e fiato eh' io pur ragioni de le qualità de la 
nofira natura y & de i naturali mouimenti de gli 
Mimi noHriy onde & fiamo buomini > & come bua 



r L 1 B 110 ^ 

fnìnì ci mouìafnOy& io il faro HolcntkwSipero cl)t 
non crediate ych* io com'mo di queUi Saui le cui ima 
pni qui uedctCyO Forfè per no ir tanto a lungeycome 
fecero al tempo de gli auoli noflri yMbertoMa- 
gney Michele Scotto , B^ìmondo LuUio , ^rnal 
do di ui'Ua noua , non crediate dico cFio ne ragiofd 
i)er pompay& per dimoHratione di mio ingegno : 
'Ma fiate certi che come amicò y& tra amici & co 
fìretto da Vamicitia , fortiffmo legame di noftre uq 
^Ucy coftfamigliarmente , & fen%a alcuno apparec 
chio dijplendide & ornate parole y ne debba tratta 
Ve. laqual cofa non già per infegnare altrui y che a 
ciò non baciano le mie for%e , & ma f imamente a 
voi y la cui uirtu rijplende come fiaccola accefay an'^ 
fure come chiariamo Solcyma faro folamcnte per 
ritornarmi ne la memoriay ciò che da molti dottor 
■con non picciolo fludio & fatica , ho potuto dìquc 
Jìa cofà in lungo tempo , &per continua oJferuatiQ 
ne coprendere. ^cciochecoft coyieffouóir.agiojiando 
ncy & ne impari ciò che m"e nafcoììo finhora: Et ne 
Tanirho mi comfermi , ciò che di pienamente ptr- 
ycrneym'e pure aucnuto fino a quello temfo.T^efia 
poca certamente la utilìtayche da qiie^ìà cognitione 
per molte uie trarre & confeguire fe nepotra, Con^ 
ciofiacofa che fi come conofcendo a la uijìa di fuori 
tutte le monetCy C^ perfetttimt nte intendendo qual 
^uer acquai falfay qual buona , qual reay & quale in- 
tieray ^ qual manca fifojfcy non ci lafciaremo ne le 
it^fhe faccènde da i cattiui huemini incannare, cofi 



J E C '0 X D O* 5(5 

^dUicnutìper cjueHa fdmiay daUconfìdemione de 
corpi i conofcitori de gli animi humaniy nel giunge-- 
re le amicitie , faremo più canti: ne L'accettare i fa-^ 
ifiiglìariy più accorti : nel conuerfare con gli buomi 
^ni y più prudenti: Et breuemente in tutte le opera-^ 
tioni che con altrui fi fanno^piu^auertiti ypiu confì^ 
deratii & più rattenuti faremo . Ora adunque poi 
'che tale è quejìa dottrina , & poi che ella è cofi na 
Sira che altri hón uba parte alcuna , quale ragion 
tiuole che non la dobbiamo accettare i perciò non 
imprenderei da cìyerijpetto tenuthpofiiamonùnan 
'tcporla a quale altra fi uoglia ^ T<(e io per me ,fo ue 
r amente come pojfano alcuni negare^ che per le qiia 
lita eHeriori del corpo , non fi pojfano intendere gii 
'intrinfechi affetti de l'anima : ueggendo CT con/ìde 
rando mafiimamente^quale & quanta fia.la congiun 
tione & la coUegan'^ de l anima & del corpo : Et 
potendo per uiua ejperientia conofccrCy che feconde^ 
gli auenimenti cr le pafiioni del corpo y patijca pari 
mente y (ir diuengay& mutifilanima^la onde ejpref 
fornente ueggiamo y quantunque uoheadmene y che 
rbabito & la dijpofitione de t'anima , da uno tiato 
ad urìaltroy per alcuno fop'rauegnente cafo fi cangi , 
che medefimamente la forma & la figura del corpo, 
diuenta fubìto d'un' altra maniera : Et da ì! altro la 
tofi ueggiamo ancborayche tramutandofi talhora U 
figura cr la appar ernia del corpo^ gli interni moui^ 
tnenti de gli animi noUriy non fi conferuano più quc 
j^li siefii z quali perìnanT^i a quella mutatione , ejjè- 



ce Ufentiuamo. Sono (come tutti ifhìloJopU coni 
beffano) lo attriHarfh & Ueffcr lieto, il temere , cÌT. 
lo adirar fty lo JperareyeH dijperarfh & altri taliaj^. 
(aiy affetti & perturbationiji noSire anime: 3s(^o«- 
dimeno colorò che hanno ne Camma afflittione CT 
dolorCy mojlranq di fuori ne lafaccia(cbe è pur par 
te di queUo corpo) la doglia, la pafiioney& lo affan 
$to loro: Et le ciglia ìlringendo, & chiudendo le lab 
bra. & gli occhi qua/i afiondendo, fi prendono uno, 
^lerto uifq y, propriamente a me§ìi ^ addolorati huq. 
mìni conuenìente. Et d'altra parte coloro che han^ 
no l'anima lieta &gÌQÌofa .fono fimilementc ne la 
faccia ridenti &guliui • Ma oltre a tutto quello 
confiderò anchora che effondo disfatta l'anima CT ' 
diSiruttay la forma infieme del corpo fi disfa crfi di 
firugge:Ter la qual cofa fi può chiaramcute uederCy 
4^he C anima foftiene cr fofferifce le pajfioni del cor- 
ffo: E'I corpo parimente quelle de l'anima . Et aucn 
gache quanto a Je me defimi y ne il qorpo faccia l^ani 
way ne l animali corpo^nondimeno mànifeHamente 
fi uedeyche l'uno feguita l'altro : Et che quefio da 
quell0y& quello da quejl' altro, le pafiioni & gli af^ 
fetti riceue.In quefio ueggendo il Cqnfolo che ambe 
4ui i Dolciyche uicinifedeuanoys' erano in fu quefl'ul 
time fue parole, poHicofi pianpianoafauellare in 
fiemejafciato il fuo primiero ragionamento y dijfe lo 
'^qin quefia maniera. Che condite Signori Dolci cofi 
ira uoi , con la uoflra dolce^^ ? 0 pur ui paiono 
(cornicile fono ueramete)^ucfie cofe di ch'io ragiono 

di poca 



S E C 0 7^ D 0, 57 

di poca Slmaf7{ongia,ri/J)ofcfubito il minor di lo- 
ro : Che ciò alhorapotrebb'eferCy cbcfofca la luce , 
flellato ilgiorno,& di far dinato ciparefjè il mouime 
to del Ciclo . Mhora il Ciglio , fattoji incontra al 
Dolce che in qucHo modo barieua parlato, cofi mcTo 
ridendo y^e e uero dife, ciò che'l Fogliano poco 
auanti ci raccontò y non doucuatequeW ultima parte 
accommmarla col uojiro conforte: percioche crcd^m 
doft egli ckel mondo Ji regga a cafo.no uc ne uuqle , 
0 ne nepHote hauere entro , alcuna benché pie dola 
parte. Si bene c'hanere ne ne potrei^ ripigliò^ Dol- 
ce , contra di cui quelle parole ueniuano • Et come , 
foggiunfe il Giglio , fia qucjìo, che l'anima non cono 
Jco? ^^Ihora ( dijje egli) che ni degnale di predare 
per mc^ S. ChriHoforo , che mi ramafje ne la buona 
ma: ol caualiere. S. Giorgio y che miguardajje da le 
male-opimoni : inìmiche di [anta Chiefa. Ma noi che 
chrijiianamente parlandoyui credete efere quei fin- 
ti f nomi nani & fen'j^a foggetto(che non uoglio però 
dire che la oratione a i Santi ui paia fuperflua) non 
mi uorretc qneUo tanto di bene far confeguire. ,Ap ' 
prefjo a qucfle parole y molt' altre fe ne dìfjèro in //- 
mile materia: Ma Mcffhndro mettendo fine al qui- 
fiionareygia rìuoltofi uerf&l Confolo che col Quirini 
nanfa che ragionaua^ in queUo modo gli difje . Da-r 
poi che come hicri^non hauete hoggi il fauellare uie 
tato y ne ci hauete tolto con le uoftre leggi , ciò che 
a ciafcmo concedette la natura liberarnente , quti^ 
lo che poco auanti tra noi due difccreto ragionatta- 

H 



L I B 1^0 
moyhora mi piace inpalefe a tutti ridir lo. TS^onfi fb 
no fatte leleggiyrijpofe fubito il Confolo,acciocht mi 
norc hauejjc ad ejjere il uoHro fallire : che già fape 
tiamo bertesche no erauate ad ogni modoperdouere 
ojftruarlc . T<londimenOy dite pure cheunqne ut ag^ 
grada, che ejjèndo qui dentro a confini de lo imperio 
uofiro, nifi permette & uifi concede ogni co fa . Et 
egli alhorayfe l'uno huomo dijfe genera l'altro, ^ fc 
il padre e cagione de la uita & del e/fere del figlino 
loy in che fi conchiude parimente [anima ci corpo , 
come hauete mi detto difopra, che il corpo non fac 
eia l' anima t ne l'anima il corpo ì Lo difii ripv efe il 
Confoloyche quantunque a perpetuare, tifare eter 
na la fpecie de llmomo^et ne lageneratione di dincr 
fi corpiy Dio l' huomo ui concorra ; non pero adi-- 
uiene giamaiy che in uno ifle/fo foggetto , in uno 
huomo mede fimo y fi uegga l anima di alcuno gene^ 
rame il corpo : ouero il corpo, ejferne cagione de Va 
nima . Diro cofiy per cagione di ejfempio. Egli è ben 
uerOy che il Ciclo , CT i noflri parenti yfono ^ìati ca^ 
gionc de le anime, & de corpi nofiriiMia non è però 
uerOy che le anime nolìr enfiano [late da i noHri cor 
pi create : ouero che questi corpi yfiano da le anime 
onde uiuìamo , ^ati in alcuna maniera prodotti . 
Tercioche queilo tanto di bene y non da noi?nedc^ 
fimi ci può uenire : ma (come di(ii)dal Cielo, & dal 
padre che ci creoe. Ma auenga dico che ciò fia, Vani 
ma però e* l corpo, con più forti legami annodati in 
fieme di ciò ch'altri fi penfa, ubidifcono perpetuarne 



E C 0 J^D 0. 58 

ìe , fottoggiacciono a le pafiioni Vuno de V altro ; 
La qual cofapiu chiaramente afjai , con ma ìnag 
giore qertei^ potrete cono/cere, confiderandoy & 
h'a^icndo rijguardo ad uno vjjcmpio che hora no dar 
ui. Eglih manife§la cofa che la furia y t^lapai^T^a 
(comejtdice)concitata, & fen'7^ freno (che non ho 
glio parlare hora de la quieta^ che infama domanda 
uano i Latiniy& noi drittamente menticaggìne dire 
potrenmo)cgli dico è manifcfio affair che ella è paf- 
ftone y&perturbatìone particulare & propria dc 
L'anima' "hlondimeno curando i medici} non l'anima 
interna & inuìfibile , ma qucHo corpo cHeriorc & 
palpabile^ con alcuni licori , con certe beuande ; 

facendolo ufare oltre acio^ ò' tenere alcunimo 
di nel uiuere , gioucuoli a quella pacione ; effì coli 
facendo , l'anima da lapa'^^a (jr da la furia , onde 
ella era pria tormentata , fogliano al tutto delibera 
re.Ma non altramente pero , ne con altri argomcn^ 
iiy che(come ho detto)conmedicine datefi al corpo: 
Et con la cura, con la follicitudine,che i medici fi 
hanno hauuto di luiXaonde auiene che ad un mede fi 
mo tempo e'I corpo y lafciay& perde quello aJpettOy 
eir quella figura che egli haueua , mente era da quel 
furore l'anima opprejfa : Et l'anima parimente , da 
quella pafiioney & da quella noia che prima la mole 
sìauaùiberay ij^editay& fciolta fe ne rimane. Ora la 
/dando adunque & perdendo ad uno ijiejfo tempOj 
^ V anima e'icorpo le qualità che haueuano perinan 
^,non fi può negare , che ciafcuno di loro non fottog 

H i/ 



L I B IL 0 
giaccia a lepajjiom de l'altro: Et che ambidui non fi 
rniitino, fecondo che l'uno o l altro di loroy mittatio 
neM alterationepatifce. Et oltre a tutto ciò fi può 
comprendere ageuolmente,che a le mrtu,& a le po 
tentie de lanimayftano le figure & le forme de cor-^ 
pi y fempre fmili & connfpondenti ^ 7^ per al-- 
tra cagione(come dijfeil noHro Commentatore Cor 
doHcfe)fono le membra del Lione ^ differenti da quel 
le del Cerno jfe non perche trai' anime de l^uno , CT 
de l'altro di quegli ammali , u'ha,come a ciafiuna è 
paleJeydifferentìagrandisfma.Tutte le fimiglian'^ 
adunque degli animali manifeiiano] CT dijcoprona 
egualmente yuna certa pacione , c7 uno certo affetto 
mede fimo : Ma non douetepcro intendere di quelle 
, fembianT^yOìide da la mac^ìra natura fono in quella 
' guifa distinti , & che conuengono, nel componimen 
tOy& ne la dijpofitione de la forma deglianimali . 
ConciofiacQja che quantunque lo hauere ne le efìre 
mita de i piedi & de le brada le ugn€y& intorno al 
corcy &ale altre interiora le coUe^ & molte altre 
cotalifimilitudini y fiano cofe , quafi in tutti i corpi 
uiuenti d'anima fenfitiuà parimente fimili; nonpe^ 
ro altra co fa alcuna ci mamfe§ìano , che quel tale 
che è cofi fatto , effere ueramentc animale : & non 
pietra , & non albero . Ma quelle fimiglian^yche 
per conofceregli affetti de l'anima , debbono effere 
offcruate da noi, fono ( come' e a dire)la roffe'^^ de 
gli occhi: lafortez:2;a , & la grande:^ de le esire 
me parti del corpo:Et molte altre cojc cotali.Etp£r 



S E C 0 D 0 . 5P 

€ÌH come hieri uì diftiy & bora di mouo ui dico , 
fer fempre ui conuiene bauere fifio ne la memoria , 
di tutte le pafiioni generalmente , & di tuti i moui^ 
■menti , & perturbationi de le anime noUrCy ^ non 
'far noflre , ma uniuerfalmente anchora di tutti gli 
altri animalhalcHne propricy^ alcune altre fono ad 
domandate communi; douete fapere cbe i propri af^ 
f etti de l'anima y fono fempre accompagnati da le 
proprie qualità j& dai propri fegni del corpo : Et 
d'altra parte le communi paffioni y medefimamente 
a i communi fegni fempre rijpondono . Ma fi de ben 
por cura , di non determinare & dichiarire per com 
mune alcuno affetto y auenga che a molte y od a tutte 
le Jpecie degli animali commune yfe prima non fi è 
mertito diligcntementeycbe effo per alcuna propria 
qualitay non fiaproprio & particulare di alcuna fpe^ 
eie. Et accio che meglio fi fermino ne la uoHra intcli 
getia le nojire parole y darò con la chiare':^ di que 
fio effempio y lume & fplendore a quelle teìichre , 
onde ragionando difopra mi inuolft . 7{iuno credo 
è che non fappìay quanto la concupifccntia de i car-^ 
fiali congiungimenti ^ fia commune uniuerfale 
quafì a tutte le jpecie degli animali: Kjondimeno 
non de pero potere que^ìa tale communione y farci 
credere quello affetto commune : ^n^i dobbiamo 
perfuadercicertifii?no y cheejfo fia proprio &par-^ 
ticulare degli ^fini CT de Torci. Conciofiacofa che 
per una particular e qualità y & per uno proprio je 
gno^che feparatamente da tutti gli altriy hanno nei 

H iij 



L I B T^O 
loro corpi queHi animali y non fono liiffurìofi cotii*^ 
munemente con gli altri : ^n'Z^ ejjiy come proprio 
mouimento de l animo loro , donano & participano 
con altrui , la loro propria libidine . il fegno uera^ 
mentCy donde queHa fi comune perturbationcy fi ere 
da propria folamente di queUe due Jpecie , è che que 
Sìi .aìùmaliyfoliy & feparati^ CT diuifi da tutti gli 
altri^mentre fi affaticano ne Inatto f^enereo^a guifa 
che maflicafjero y Wouono (^menano le ìnafcelle. 
L^effere me de fmàmeht e ingiurio fo , e 7 dilettar fi di 
mole^lare di dare noia ad altrui y h pafiione & 
affetco.certo a gran parte, fc non a tutti gli animai 
li commune : K^n per tanto i cani foli tra tutti gli 
altri ringhiando , & digrignando i denti, loropar^ 
ticulari proprietà , rendono co fi facendo , loro prò-* 
pria, queHauniuerfale perturbatione. E di mefiiero 
adunque, conofcere quefte diuerftta : Et fapere , qua 
le affetto fia comune a tutti gli animali : Et quale a 
parte di loro: Et quale infieme^fia proprio & parti-^ 
culare a ciafcuno . Ora in che modo fi debba dìfiin^ 
guere il commune, dalproprio,hicri a baflan^ai^cre 
do)fe ne. è ragionato. E il uero che a chiunque difide 
ra di potere baUeuolmente di cìafcuna di quefle co^ 
f e parlare , & giudicare a pieno , come & hieri 
hoggi più uolte fi e detto, per efegni di fuori del cor 
po y le intrinfeche paffioni , &gli interni mouimen 
ti de t anima, è necefiario principalmente, accompa 
g7iare,unire,& congiungere infieme con la fcicntia > 
tufoylaprattica^la confuetudine^& l'ejperientia. In. 



S E C 0 T^t) 0. 60 
nero che rejjercìtare lungamente- le cofe^ è il miglio 
re,& più eccellente maeUro che fipojfa difiderarem 
Ter quello , la belle'^ la leggiadria de le arti^ 
Ter quefto y la eccellentia &la perfettione de le 
fcientie ; Ter quello , ogni bontà 3 ogni uaghex^ 9 
ogni perfetta utilitade y in qualunque fi fa noftra 
operatione acqui fliamo.1\le fen^a ragione ueramen 
te: Conciofiacofa che fe tutto quello che per noi fi 
fay h femprein più alto grado di perfettione , quan 
do penfandouifopra lo riuoltiamo lungamente ne Va 
nimo ; ilche non è altro che uno effercitaruifi con la 
mente; quanto fi de credere che migliore & più per 
fetta riefca la noUra fatica^ rifacendo CT rinouando 
da capo y quella cofa che prima una uolta buona fa^ 
cemmo ? Certamente non e dubbio alcuno che molto 
' meglio . Cofi il SanfouinOy che dipublici & di pri^ 
uati edifici adorna bora qucfla Citta, è diuenuto /ò/- 
lennijjimo architetto : Et degno y dia qualunque al 
tro fi uoglia y 0 Dinocrate y 0 Thilone y effere pad- 
reggiato • Cofi Titiano y cofi Michelagnolo , cofi 
(^quanta perdita fece il mondo nella fuamorte)Gia 
nantoìfio daTordonone y hanno acquistato nome di 
dipÌ7itori eccellenti & egregi. Che fece Mef[ere Lui 
gi uoHro padre y & che ha fatto bora il Feleto uo-^ 
§ìro cognatOy cofi celebri Oratori y altro che Veffer^ 
citio i Donde uenne il loro fìgnoreggiare nelpalla^:^ 
c?;o , & l effere tiranni de le uoglie de giudici y d'al^ 
trondc che da l'ejfercitio ? In che modo ne gli inno-' 
unti biafimo ^ terrore^ & hauerebbono potuto in 

• • • ■ 



. L I B B^O 

4urre ne t rei ficurta & bonoreyaltramente che cori 
J^efjercitio ? ^dunque poi che in ciafcuna coja , l'ef- 
fercitaruifi lungo tempo ha cotanto difor^a^ pcnfia 
. tnoci & rendiamoci certiy che ne la cognitione de la 
nofira natura, il lungo & dilìgente ejjèrchio , il me 
defmo parimente^ouero piupoffa. Ma percioche(co 
me hierì diccm?no)cjueifegni che fi ueggonOi& fi of 
feruano ne corpi , fi rìferifcono a le jmiglian'^ de 
gli animali; dico qucHe talifembìan^e , effere tolte 
ouero da tutta la difpoftione del corpoyoucro da al- 
cune parti di quello: Et talbora dagli atti degli huo 
mini: Et quando aìichora da certi ajpetti : procederi 
ti altri da calidita: & altri da freddei:^ . Alhora 
lo ^mbafciadorcy che accofiatofi ad una tauola, ha 
lUeua tuttauia tenuto appoggiata la teHa fu la deftra 
mano, rotto al fine il filentio , & leuatofi ritto fu la 
per fona, dijfe al Confalo in qucHa maniera* Dapoi 
che uba condotto il filo del uoHro ragionamento, al 
parlare degli afpetti del uoltOy bauerei caro che gra 
ne '& noìofo non effendoui,ui contentale di dirmi > 
in cheguifa fi debbano alcune di quelle qualità giudi 
care, che fiofferuanone lo affetto ,^ne la ejierio 
re apparentia del uifo : Lequali non perche elle fia-^ 
no in tutto medefme y ma perche elle hanno tra lo^ 
YOpicciola differenza ,fono communemente addo^ 
mandate per uno medefmo nome. si come auiene ne 
lapallidei^naturale:ondeci e fcoperto il timore^ 
& la debbolei^ de l'animo : Et ne la accidentale ^ 
di che àfono cagione le infermìtaZequdipasfionh 



. S E C 0 T^^D 0 6ì 
'quanUmqne come uedete nate diuerfamente yfonó 
non dimeno > per cjuefta folanoce nominate di palli-- 
dexT:a : llche fi come dijji non per altro ne mene , fe 
non perche l'effetto loro e fmile: benché nefia la ca 
gione differente & diuerfa . // Confilo alhora , con 
ragione admqne fe è ciò dijfe^ che e certamente , ho 
io con tante parole poco auanti lodato lejfercitare , 
^pratticare lungamente le cofeiConciofia co fa che 
neramente quando alcuno di cojioro giudicare doh* 
biamoy hauenti nel loro afpetto alcune di queHe qua 
litaypoco come haucte detto da alcune altre diuerfcy 
an'^ in gran parte loro fimili^fommamente difficile 
^ cofacifiay ad intendere certamente il dritto : Et et 
uenirc perfettamente^ ne la cognitione^ & ne lafcie 
%a del nero : La onde , necejfaria cofa douere ejjere 
iiimoy che per lunga conuerfatione , la certe%7^ de 
la uerita con aperta ragione confeguiamo : Et de la 
naturale dijpofitione de lo cofloro afpetto y & piena^ 
& abondantcy afferma notitia acquiHiamo: Et qua 
lenaturalmentCy&fenxa accidentale alcuno impe^ 
dimento , l'atto & lappar entia per co fi dire^ & la 
figura del uifo loro fi fìa , fecur amente , & ogni dub 
bio rimofoy lappiamo . Et uer amente che il giudi- 
care per questa qualità de lo af^wtto , propria & 
per natura conueneuole , non mutata & non alte- 
rata da alcuno accidente ^ è huoniffma & fecurij- 
fima uia > per condurci doue ci tira il nofiro de fio : 
Et chiunque per queHo modo procede y può ferma 
mente di leggiero conofcere, non folo in uniucrfale i 



Z J J5 0 
fegni communi ; ma quegli arichora che fono propri 
& particulari a ciafcuno. 1 quali fono in tanto dijfe^ 
Ytnti l'uno da l altro y cbe alcuni come ho detto, jpef 
fe fiate fe ite uannodifcompagnati da gli affetti che 
effi dimoflranoy Et alcuni nonmaifeparati fi ueggo- 
ììOy da le perturbationi palefate da loro J communi, 
bene Jpeffo non fono dai loro affetti feguiti: Et ipro 
priy non ne fonò da i loro abbandonati giamai.Quan 
do adunque uedcr et e alcuno di compie jfione fangui^ 
gna ) carnofo , con occhi neri , con ampio uen^ 
tre > che fono tutti fegni communi yfe logiudicarete 
mangiatore ^ libidinofo , potrà perauentura aueni 
re , che V effetto , alcune uolte al giudicìo non corri 
Jponda. Ma Je ad altruiychegli occhi JpeJJò Jpeffo uer 
fol cielo riuolga^di modo che la pupiUa^^ gran par 
te de la ruota de rocchio sfotto la palpebra dijopra 
fi uenga a nafcondere.pr edirete i medefimi affetti di 
golofìta & di lujfuria ; per cffere qucfto fegno non 
communCyma proprio; auerra femprcy che faranno 
in fu faldafermexi:a di ueritay fondate leuoflrepa-^ 
role : Et faranno mcdefimamente tutti coloro cbe 
haucranno rie gli occhi quefto tale accidente^ molto 
foggetti a patire il morbo caduco : Et fe hauejfino co 
tutto ciò ygli occhi loro difofca & ofcura pallide'^ 
%a ingombrati , farebbono fen'j^ alcun fallo mici^ 
diali j empi , & fommamente crudeli , Ora uedetc 
adunque , quanto poffa digiouamento recare ad aU 
truijl conofcere perfettamente le differen'j^ de i/è 
gniprcdetti.Douete oltre a queflo porre non picelo^ 



S E C 0 T^D 0. éi 

la iìUgentia^in confederare quale de ì moulmenti dè 
gli animi noUri^fcgiùtì di fua propria naturaO sac 
compagni uolentieriypiu con l'ima che con l'ahra de 
le pajjìoni naturali de le noHre menti . Laqual cofa 
effendo pienamente intefa da uoiy uederete come 
hieri ui diffi , ejjere molte uolte turbata l'anima no-- 
flra da alcuna affettione , che-non ha fegno alcuno 
nel corpo , che indicio o tertimonio doni di lei.La on 
de fe talhora a giudicare ui mouerete 3 chi per le no 
te det corpo efjere comprendiate taciturno è' sfaccia 
tOy non pero douete queUifoli affetti credere in lui : 
ma infiemc la auaritia e'I defio del rullare : T^n 
oUante dicoyche di niuno di quefiiyce nefoffe in quel 
corpo manifefìo fegno ^Concioftacofa che colui che 
foco naturalmente fi diletti di fauc Ilare yfa per or 
dinario di complejfione maninconicaia laquale la mi 
feriay & la auaritia è fempre compagna . Et d'altra 
parte ylo sfacciato ardifceper fua naturaydi commei' 
tere molte fcelerita : Sen%a punto ne uergogna te- 
merne: ne di perdita d'honore > farfi conto alcuno - 
Ora adunque non fìa mai flimato giudicio non ragio 
neuole , il dire ad uno sfacciato & amatore difden-^ 
tic y che egli fia parimente ladro (&auaro : Quan-^ 
tunque come difji y de la taciturnità & de la sfac- 
ciateli^ y cifiano aperti fegnìnel corpo : Et che la 
auaritia & i ladronecciy non ui halbiano alcune cer 
te note che li pale fino. T croche fono qucHi ultimi af 
fetti di maniera con quei primi congiunti > che rade 
mite fono 0 non maiy gli unifeni^gli altri ueduti * 



L I B KO 

Bifogna intendere adunque in qneHo modo , le pro^ 
prieta de le perturbationi: Et Japere quale a quejìa^ 
(ir quelle a quell'altra , feguiti naturalmente & ft 
unifca. llchc fattola guifa di terreni Dijy le cofeoc^ 
colte j palefi ; lefuture, prefenti; le lontaìie, uicine; 
& le incerte.certiffime uederemo: Et illuminato a la 
fine dal cbiarijjimo raggio de la ueritade il noflro in 
tellctto.nonpiu hoggimaine le tenebre del' ignorati 
riarma per entro gli (plendori de la [dentiate on mot 
tafodisfattione de l'animo noUro , ogni cofa terta--^ 
mente conofceremo.Et di bel punto come a coloro ci 
interuèrra^ che mentre ueggono il Cielo talhora di 
folte & di ofcure nuuole chiufo.non folo parte alcu^ 
nà fcorgere non ne pojjbnoian'zi loro e^ quel nero 
pauentofo horrore che in quel modo lo ingombra^ di 
trifiex7:a & di noia cagione . Doue fe poi fono da un 
potente fiato Settentrionale, fugatCydijperfey& con 
fumate quelle nuuole in tutto ^alhora il celefte can 
dorè da ogni parte agli occhi loro fi rapprefentaion 
de gli animi loro parimente i fono di letitia, & di 
gioia ripieniMapcrcioche tutte le Jpecie degli ant^ 
mali fi diuidono primieramente in duefcsfi , mi pia 
ce la prima cofa di raccàntàre y quai de i mouimenti 
naturali de gli animi nosìri yfiano od al uirile , oue^ 
ro al femìnile fejjo conuenienti . Douete adunque fa 
pere che di tutti gli animali , fi che uiuano & fiano 
nutricati apprejjò di noi , fi ancho che fieri pafcano 
per le altiffme jelue ,fempre le femine fono di gran 
lunga più pìacewlhpiu delicate^ & più mafuetechc 



S E C 0 1^ D 0. 6^ 

i mafchi: Et fono mcdeftmamente^ ^ nel animo, & 
nel corpo meno foni: Et fi auex^ano con minore dif 
ficiiltaj ad effere & pafcÌHtc,&' toccate da noi:Et fo 
no generalmente più caute: Et più lontane da lofde 
gnoy & da l'ira • Laqual co fa uolendola ridurre a' 
Vapparentia degli atti efleriori^pojjiamo negli aue 
nimenti di noi medefmi fempre uederla • Conciofia 
cofa che effendo talhora da alcuno empito di coltra 
ajfalitiy quantunque & humani ^ piaceuoli per na 
turafoffimo affai ^nondimeno fi auiene eglipurcy cìje 
albora abbandoniamo in tutto la piace nolei^':^ ^ 
la manfuetudine: albora con grandisfma difficiilta, 
da la prudenza > fida ^ jccura fcorta di nofire ope 
re , reggere & guidare ci lafciamo : albora ci inui- 
gorifce y ci accrefce forn^ay^ ci alieggerifce , lo fde 
gno: In tanto che non temiamo di cofa alcuna: l>{e di 
noi medefmi anch or a ci curiamo: an^i arditamente 
a fare qualunque effetto y da l'ardente caldo che ci 
bolle ne l anima , a tiina for^a fiamo tirati . Ora 
adunque fe chi per accidente è adiratOypcrde fìmile^ 
mente in fu quel punto ognipiaceuolex^ huma-' 
nita ; ragioneuolmente fi de dire , cì^e chi e per na^» 
tura humano & piaceuole , fia aricho naturalmente 
poco moleftatOi & poco foggetto a le acerbe pasfio^ 
ni de la colera» La onde hauendo la maeHra natura, 
creato le f emine come disfi^ & moUiy & manfuete » 
^ compafiioneuoli\; Ts^e uagbegiamai di crudeltà , 
a di fangue-yam^ fempre aprieghi picgkeuoli;etagli 
altrui difideri arrendeuoli; con ragione fi può dire 



L I B B^O 

medefmamentey che elle ancho fìano da lo fdegno 
lontane . Ma d'altra f arte il credere loro sfacciate, 
ciliare^ maluagie^mohilh dishoncHe, & molto chine 
al male operar e ypiu dico affai di ciò che gli ìmomini 
fia noyfia fempre fi come dritto er fano giudiciOyTnol 
to lodato Jl pili gioucne alhora de duo Dolciyfattofi 
in fu quelle parole tutto lieto nel uijOy uerfo lo Spa-^ 
gnuolo in quella guija parlo. Foi forfè Signor Con^ 
folo y a dire in qucHo modo male di f emine ui asfi^ 
curate, perche come poco inanT^ ci hauete detto ^ 
egli uipare di certo conofcercy che elle ne fdegnofe , 
ne crudeli non fìano. l^ondìmeno non ui fermate ui 
prego 3 co fi faldamente in fu le uofire offeruationii 
percioche di leggiero cadendone, come in fu cofa ap 
poggiato che fermo foftegno non hahbiayne potrcjie 
perauentura con danno & dijpiacere uoHro, & con 
utile & contento loro, rimanere ingannato : Concia 
fìacofa che lo fdcgno de le f emine, come tattoH gior 
710 per mille proue pur troppo chiaramente fi uede > 
fta fen%a alcun fallo maggtore,piu alto^& più acuto 
che quello degli huomini • Et fe uolete uedere ch'io 
nero parli , riuolgete un poco attentamente ne l ani 
mo uoiìro , le operationi fatte da le adirate fetnine 
ne i tempi paffati . Effe tracciarono i propri figliuo 
li: Et altre non fatie folamente de la morte loro , in 
cibo dinan'^ a padri gli offerirono: Effe il morto pa 
dre fuperhamente crdcarono: Et per lo fdcgno loro, 
molte fiate no)ì folo i gran palagi , eÌT le ricche co-- 
fe , ma le f^lendide Citta y &gli altisfìmì B^gni in 



S E C 0 T^D 0 . ^4 
rouina ne andarono . Le tigri, & Ic ferpU & gii al 
tri fieri animali^ udita la uoce di Orpheo,diuenii4ano 
manfueti : Et le f emine più che fcrpi , & più che ti^ 
gri crudcli^quella uita che gli haueuano conceduto le 
Jpietate fune de lo inferno > non altramente potenz- 
ilo lo [degno dèi loro animo porre in terra^fieramen 
te gli tolfero. Mia direte forfè , grane offe fa per cer 
to douere efere fiata quiìlay che queWhmmo diuino 
lor fececonde eglifCotanto contra di fe infiammarle^ 
bibbia hauuto poter eJ^on piaccia a Dio che ciò fta. 
che anxi egli tu tutto intento ne la conte piattone de 
la celefìe Theologia , non a le f emine noia fi fludia-- 
uà di dare ; ma a tutta la generatione de uiuentidi^ 
letto:'b(onad alcune biajìmo; ma ad ogni huomo ho 
nore:lslon a poche danno; ma a tutti in commune fa 
Iute. Et per gli aperti & fpatiofi campi uagando^& 
gli ardentisfimi fplendori del Cielo intentamente 
conftderandOy gli ordini & le belle'^ di la fujby ul 
tirna fpeme di noUra m.ente, manifvjiaua a mortali • 
yedete in altra parte la figliuola di Leda hauere 
cetra il poeta Steficoro^ di fiero & dicoc'étefdegno 
l'anima accefa : Klon per altro uer amente : Se non 
^perche^egli hauea cantato ne fuoi Lirici carni^ la bel 
lex^ di lei effere come cofa humana & terrena , 
grande certo & merauigliofa: Ts(ondimtno effere di 
gran lunga più riguardeuole , quella de la celeUe & 
diuìna forella. Di che ella , nel cui petto boUiualo ar 
dentisfmo odio, co caldisfmiiprcghi^& con ayriarif 
fime Lagrime , pronte & perpetue arme di quel fef- 



0 ar / 7 

fOy impetro dal padre Giouc^ [degnando fi graue^ 
mente portando che la immortale & diuina yene^ 
re/offe giudicata più dife bellay che colui rimanere 
ne doueffèpriuo di lume: fi che egli non potejj'egia-- 
maiynon che giudicare^pur uedere alcuna helleT^ ♦ 
Direte forfè che a la follia ^ ala uanita di Stcfico 
ro^cotale pena fi conuenijfe i l\[on direte bene : T\(c 
ragioneuole huomo uerunc^ y acconfentirelouipo-^ 
irebbe . Che an7;ì per la molta lode da lui a la beh 
le'^ d' Helena attribuita , egli era degno di qual fi 
•uoglia grande & nobile guiderdone. Siate per tanto 
signor Confolo molto bene auertitOydi non biafima- 
re^ od altramente dir male difemine: Se non uolete 
che elle coneffouoifi adirino di maniera , che poi nel 
tempo a ucnircyne habbiate ad ejfere a coloro che do 
fo noi fcguir anno yjpecchio CT ejjcmpio chiarisfmo : 
Et che le uojlre regole , ?jy le oferuationi de la cono 
fceìixa dei nofiri appettiti yfcbernitc una qualche 
Molta con non picciolo uofiro danno fé nehabbiano 
a rimanere^ Con w.eco non fi douerano già elle adira 
rCy ragioneuolmente facendo,rijpoj]èil Confolo albo 
Ya:ma fi bene cone{foiioi:llquale rimprouerate loro., 
per torta uogliache hauete di biafimarle^tuttii men 
sfattiyonde elle fene uanofamofe . i^otrebbc effercy 
rìprefe fuhito il Dolce che ciò foffe ueroyfe elle ìie le 
loro operationi fi mouejfcroper ragione : ma fcnT^a 
che con mille effcmpi che di ciò ciafcun gioryio fi ueg 
gono a dimoftrarlouimiaffatichi^Tlatone che fu cofi 
fauio mi può far fede ^ che elle anima li no fiano per 

fcttamente 



S EtC 0 1^ D O. 6$ 

fettamente ragionemli : Effondo come fapete UatOi 
diibhiofoy fe Itfmine participajfero di ragione . Et 
pure non erano alhora ?iela Grecia Je lujjuriofe deli 
tie per ìion peggio dircycheboggi qui regnano uergo, 
gnofamente tra loro. Mhora il Quirini^in buona f e, 
de dife Signor Dolce, fe uoi la lingua non raffinar 
te y giudico che al Confilo quella punitione preoccu^. 
pare uogliatCy che ui fento dircele parole di lui da le. 
f emine uenir meritando. Ben gliele dico io , lo Spa^ 
gnuolo foggiunfe : già uerfo il Dottore rinoltofi ; Et 
poifeguitOyin quefia maniera dicendo.Etperla uita 
mia.che mifaprebhe bene^di ogni male che lefemi^ 
ne gli facejjìnOyEt uorrei che gli infegnaffino un po- 
coycio che fia uolcre mifurare le /phere^i^ ritrouar- 
ne il centroifi come egli dice che già Orpheo fi face 
ua y la ne la ualle del Barbaro Hemo , Diflero dopo, 
ijueflo tutti infieme , nonfo che motteggiando & ri 
dendo : Et dapoi che più fiate fi hebhono l'uno uer 
l altro rimandato il parlar e^il Confalo a la loro ten^ 
tìone poflofineyil fuo primiero ragioìiameto ripiglia 
doy diffe cofiy Io diceua che le f emine fono piupiace- 
tioliy più manfuetCy & più delicate che i mafchi: Et 
apprejfoy che elle fono men forti , & menaanchora 
fdegnofcycheeffi non fono. Lequali conditioniyinfie-- 
me con 7nolf altre che difopra narrai y fi ucggono 
apertamente in quegli animali del fejfo feminino ^ 
che domeliichi nutrichiamo ne le noHre cafe: lime 
defimo di che ycfftr e parimente in quegli altri.che o 
manfueti per le campagne yO fieri uiuono ne le felue^ 

I 



L I B Ti 0 
tì confejjano i pallori , & i cacciatori . Ma di tutti 
quejii già detti femìnìli affetti y cene fono ne loro 
corpi mani f e^ìi fegni. Concio ftaco fa che cìafcunafe 
mina di qualunque fpecie fi fiay habbia il capo mino 
re ila faccia più picciola Hretta^il collo più fottio 
Ip^piu debole il pcttOyil numero de le cojìe minore , 
&i fianchi & le cofcicypiu carnofe& più graffe 
che ima fchijHabbìa parimente gli fchinchiy & le 
ginocchiaypiu fottiliy&piu molli: ipiedi^piu leggio, 
dri y più fcarmU Et la forma di tutto l corpo ypiu 
tofio piaceuole & foaucy che nobile generofa. Et 
fiano tutte quante generalmente yne i corpi, più che 
i mafchi picciole & uaghe. Guardate ydiffe alhor a h 
Inglcjeycio che ditCydi quefla uniuerfale picciole^^- 
di tutte le f emine :che bauendo diligentemente in 
quefla cofa più uolte confiderato , dopo infinite efpc 
ri€7;c fattene yho trouato a la fine che ne le jlquile^ 
Cr negli altri uccelli rapaci y fempre lefemine fono 
grandemente maggiori de i mafchiiEt fono parimen 
te cr nel corpo & ne lanimoypìu arditCy più fdegno- 
fcypiu ualentiy&piuforti.Tsle folo ho ueduto ciò auc 
nire ne le già dette fpecie d'uccelliyma anchora in 
'tutti gli altri animali di quattro piedi, che partorì-^ 
fcono OHa:Et in tutti quei piccioli animalucciygrude 
& merauigliofo artificio di naturayche già furono 
da i Latini nominati infetti:cio e (^come alcuni siima 
rono)fecondo tutte le loro parti indiuifibili: T^eppf 
fo medefmamente imaginarmi , come fia poffibile 
cJ)e quefla uoftra cofi generale determinationCy Jpe^ 



SECÒ D 0. 66 

cìalmente ne le lepri hahbia luogo . Lequalì come fi' 
ferine , CT come ancho la elpericntia certa cr fe^^ 
dclc maefira ci infegna yfono tutte ad un mede/imo 
tempo CJ' fumine ^ mafcìn.^lbora^non fi può dif-- 
fe il Giglio y certamente negar Cyche ciò uero non fia:' 
Conciofiacofa che lafciando pure da un canto ciò che 
fe ne dicano i dottoriyio per me ho ueduto con i miei 
propri occhi , certo non fen^:^ gran rnerauiglia , 
questa cofa e [fere nera . Che trouandomi poco tem . 
pofa , a caccia con alcuni ìniei a?nici in quel di Bolo 
gna^tra le molte lepre che alhor a prender/mio^ affai 
ue ne furono di quelle chegrauide eranodequali non 
ofiantepiu figliuoliy& di più mifure^ondegraue era 
loro il uentre y haueuano infiemeynente tutte quelle 
membra, che per lageneratione ejjère ne i mafchift 
credono neceJJarie.Dapoi che il Ciglio cofi hehbe dct 
tOy& eifi tacque: Et lo ^mbafciadore in quella gui 
fi dicendola fauellare ricomincio. Ora uedete adun 
quefignor ConfolOyCome queHa uoUra fi generale 
conclufionCy molti partìcidari leuatincy neretta ' 
impedita Je ne rimanga. Vero fe ui da Inanimo come 
hauete dcttOy difoHenerci che ella in tutto fia ueray 
apparccchiateui di negarci la ejperientia: Come già 
quelmaefìro fifecexhe haucndo per fue calculatio-^ 
ni detto douere la Luna congiunger fi in tal giorno 
coiSolej ammonito poi di fuo errore da idijcepoli 
che la nuoua Luna ìnanT^ al tempo da lui predetto 
nel Cielo gli dimóHrarono , come quella che a le fue 
numerationi non r ijpondeuay lequali egli pero fi ere 

1 tj 



L I B B^ q ^ 

dem certìsfme , rìfpo fe , più ne i fuoì fallaci conti , 
che ne la certe:^ del fuo uedere confìdandofhqiie^ 
Ha cofa non potere per alcuna maniera ejjere uera : 
Et che fen%a ordine alcuno yla Luna alhora appari^ 
uà nel Cielo . Ecco adunque che non folo difficile & 
contra il dritto , ma contra il fcnfo anchora & itn-- 
posfibik e certo y il uolere quella cofa negar Cy che al 
tri 0 fi Hcdeofi tocca. B^Ha per tanto y che ci con^ 
f esfiate che non tutti gli animali del f e ffof eminino ^ . 
di qualunque Jpecie fi uogliayfiano di corpo minore, 
più deholiypìu humaniyO' meno robufli che gli altri. 
Onde fuhito il Confolo , egli è uero rìf^ofe che dì tut 
tigli uccelli rapaci , le f emine fono più che i mafchi 
ualorofe & maggiori : Ma ciò adiuiene , perche e/1 
fluido la loro jpecie di gran lunga più calda & più 
fecca di ciafcuna de l^ altre , i mafchi che fono caldi 
per lo calore proprio di tutta la (pecie^et di piu^pcr 
quello che è proprio & naturale al feffo loroy concio 
fiacofache tutti i mafchi fiano generalmente più ca 
lidi &piu fccchi che non fono le f emine ; uengono 
per quello doppio calore ad abbrucciarft di fottcr^ 
chio:Et fuori di ciafcuna mifura a rifcaldarfi.Ldódc, 
fono per ciò ne i corpiy piccioli & fecchi: Et uiliy& 
abbietti ne l'animo * Vercontrario , le f emine fono 
calde folamente per lo calore de la jpecie : ma per 
la conuenientia de la loro natura f eminile y fono hu-^ 
rnidc &fredde:Ter laqual coja fortifcono ne la com 
plefione uno certo temperamento ; llqualecreain 
loro, l'animo più uiuo & ardito : Et le fa eJJere nel 



S % C 0 T^ D 0. 67 

' corpo più robuUe & maggiori . Ma che il fouer^ 
cbio caldo no dijjcccìn & minuifca il corpo y & non 
indebolisca & aiiilifca l' animai non credo che per al 
"cimo fipojja co ragione dubitare. Ejjindofi hieri dct 
to masfmamentej che gli Ethiopi , &gli altri popò 
li , tiiuenti ne le promncic di uerfo il mei:^ giorno , 
non per altra cagione fiano ne i corpi cofi magri & 
afcìutti 5 CT ne V animo cofi uìli e^r codardi , fenon 
per la ardentisfma for%a del uìcino Sole : llquale 
-afciugga y confuma^ & disecca il lóro llmmido ra-* 
. dicale t^ndefonopoiy cojipoueri d'animo & difor 
7^ : Et in quel modo , afciutti , piccioli , & magri . 
' Ma de le lucertole poi , & degli alti i ammali che 
partorifcono oua^ & de gli infetti medefimamek^ 
'tCy la natura ha uolutoper lo fine lorOy che le femi-- 
ne fieno maggiori : acciochepiu ageuolmentepotef^ 
"^fmo {offerire la fatica de i carnali congiungimenti : 
^Et ap 'reffo , più leggier amente portare y il pefo de le 
"vua . 7^e le Lepre uerameìite , non fi può gran fatto 
fcoprire queUartale differeni^: hauendo(come dice 
fle)tutte ad uno medcfimo tempOyil fefjo a la femina 
proprio:Et infieme quell'altro che al mafchio è dice 
mie. Ma rimoffe ^ lafciate da parte quelle poche 
J}>eciey dico bene che in tutti gli altri animali di qua 
lunque ragione fi fia y le f emine fem^ alcun' altra ec 
cettione hauerui^ ritengono fempre le conditioni 
ch'io disfi : Et che hauendo le carni loro più huml^ 
de effoido meno ncruofe , fono ancho più tcne-^ 
re 5 più molli y& più delicate di ciò che i mafchi fi 



L I B 0 
fiano. I quali in tutte qucHc qualità fopr adette fon^ 
a k forami; in ciascuno modo diucrji : Et fono natu- 
rahncììte nel corpo , forti : & ne l'animo jginfli . 

' £^ ^jf^ P^^' ^^^^^^^^'i^ fi^^ di loro natura y debo-^ 
li di for%e : & inique di uolonta. Ora douete adun^ 

^ que diuìfare ne V animo uoflro^che come quando fi di 

! ce alcuna cofa ejfere in una regione^ molto meglio fi 
intede lei e (fere ne laprouincia di cui quella regione 
c parte; Et quando in alcuna citta , più ampiamente 
ne la regione^ fi-a termini de laquale quella cittade è 

. pofta; Et fe ancho in alcuna cafa^con maggior certex^ 
%afra le inura de la citta^ onde quella cafa è rinchiu 

'fa;pcrcioche(come dicono i Logici)gliuniuerfaliy ab 

sbracciano benei particulari ; ma non già i particu- 
lari,gli uniuerfali contengono;cofi parimente quello 
che ho detto de mafchi & de le f emine ìie la fola Jpc 
eie de glihuomini ypiu chiaramente , & certo con 
maggior uerita yfì puote & fi debe confiderare , & 
cr cadere fermamente che adiuenga^ in uniuerfale mi 

.genere tutto degli animali . Come hanno adunque, 
in una jpecie iftefa , le f emine diuerfe qualità ne i 
corpi, & medefimamente ne le anime lorOyda i ma- 
fchi de la medefima Jpecie ; co fi in tutta lageneratio 
ne de uiuenti, quella fpecie d'animali che haura cor-- 
f oralmente parlando piuconditionifcminine ,fara 
etiando ne le affettioni de 1 anima j grandemente a 
^quell'altra diuerfa , che più uirili qualità hauere fi 
comprende/fé • In queHo modo non folo intenderete 
il Lìone.llmomo , & L'orfo , ejfere più coraggiofi 



S E C 0 'hi D 0. 6S 

eìr più forti che Vorfay che lafemina^ CT che la Leo 
neffa; maìnficmemente che la f emina de la fpecie 
Leoninayfia più ardita^ più robuHa^ in tutto piti 
. uirile^ che il mafchio di quella de Tardi . La cagio^ 
. ne neramente di quefìa cofa^h come dijje ^rifiotele, » 
• perche ambedue quelle fpecie fono notabilmente dal 
la natura fegnate: Vuna y de le qualità feminiluV al 
tra de le uirili. T Leoni di coìidition. uirili; I Tardi, 
di femmine jono dotati. Laqual cofa^fe partitamene 
te tuno & ì altro di quegli animali confider aremo j 
^fen:^a alcun falloy uerisfma certisfma fempre la 
. ritroueremo.Ha primieramente il Lione la bocca af 
-fai grande: la faccia quadray^& non molto d'ojja ri 
pie?ia:ll labro di [opra non cminenteian':^ conuene-^^ 
uolmcnte in giufo riuoltodl nafo più toHogroffo & 
JargOy che fittile & ftrctoiGli occhi uari y concaui^ 
non molto ritondiy ne molto eminenti: Et di mi fura 
ta & proportionatagrandei^: le ciglia grandi : la 
fronte quadrata : Et nel me%o concaua alquanto : 
auengapero che pochis fimo. Glifìede oltre a queHo 
^ di continouoyquitral nafo & le ciglia^come una cer 
ta tenebrofa nuuola di horror e diferita:ondeage 
^uolmcnte Jpauentati & isbigottitifono coloro , che^ 
fifo lo mirano. Sono di quesìo cagione y alcuni peli : 
che nafcendoglì ?ie la parte di [opra del fronte y a 
guifa di un certo ripara , gli ricadono [opra degli 
occhi . Ha parimente la teHa proportionata , & di 
perfetta mifura:ll collo lungOygroffo, & ben fatto : 
jEt al rimanente del corpo cori^orf dente: I peli bru 

1 Hij 

i 



L ì È 1^0 
^nì di colore ìnefcolato di giallo & di roffo: & qthft 
jìmiglianti ad oro; non horridi^rìtti & molto difte-- 
'fi:T^ pii^ ricci pero , opiu crefpi di quello che fi fia 
'Conueneuole. Sue Ita & aperta la forcella del colló^ : 
'JEt non già ne rifirettaync chiufa» Gli huomeri robu- 
^fli: il petto [odo , pieno , & raccolto : Et con certa 
^iouenile frefche'^.La fcbiena larga^ grande no 
4ifcÌHtta: Et infieme con molte , & apparenti coSìe . 
E qucflo animale, ne le ancbe^ & ne le co fcie^poue^ 
ro di carne : ma ricco da V altro canto 5 CT quini^^ 
-in tutto il rmanente del corpo , di mufculiy di nerid, 
Cjr di legature. Ha le gambe fortiygrandiy nerito 
je: Et è nel caminare leggiadro ardito: Et uniucì" 
^falmente , ha tutto il corpo neruofo , compreffo y eS^ 
triufculofo : Tsjon peccante per alcuna fouerchia feo^ 
€he'^;j;a: TS[epero di alcuna humidita foprabondaìì^ 
te.l pajji ond'egUfi muoue^fono lunghi cr tardi : Et 
Hnandandoyinal-j^grandementeyfcuotey & dimena/i 
gli homeri.Ora ejjendo adunque ne le qualità del cor 
fo tale il Lione , egli medefimamente è negli affetti 
de t animai corte fe^ liberale y aueduto, magnanima, 
tnanfuetOygiuHoy& amatore di uittoria:& amore^ 
uoleuerfo coloro , con cui egli prende domeUichei^ 
'^a.Ma poi che per me ui fi fono mofirate^comunqua 
meglio fi è potuto da noi , tutte le qualità de i Leoni 
the propriamente fi conuengono al feffo de ì mafchiy 
bora parimente mi piace di raccontarui quelle dei 
Tardiiche per contrarioyal fefio f eminino fono qua fi 
tutte conuenienti » In uero che tra tutti gli ammali 



S È C 0 T^D Ó. 69 

the di hauere in fe mlore fortex^ dlmoHrìnOiò 
permeglio dire che pure hahbiano apparentia di 
>- mafcbioy tengono i pardi ne la forma del corpo loro 
• molte conditioni^che fono di gran Umgapin tofto che 
^ à i mafchi , a le [emine oonuenemli & proprie • Ma 
come che in molte parti del loro corpo ciò cjfere «e- 
^ ro per manifeUi & aperti fegni comprendali , non 
pero è ragioneuole a creder e^ che ne le branchcy ^ 
ne l ultima & deretana parte de le gambe yil mede/i 
mo fiay Cóticioftacofa che coneffo quefle membra ope 
' tando , molti uelocijjimi animali nel corfo auan- 
'%andOi flracciando crudelmente le minori fiere\ 
ftano Jpejfe fiate molte robuUe &fortiffme opera- 
tioni arditamente adoperate dd loro. Ma ne le altre 
parti ueramenteyonde tutto il loro corpo b formato^ 
facile & leggiera cnfa è a uedere^quanto tutte ripie 
ne ftano di qualità f eminine. Hanno per tanto yinan- 
-^(i ad ogni cofa i Tardi tutti Communemente la fac-^ 
dapicciola.Hanno gli occhi bianchÌ9piccioli,& fit^ 
ti,& nafcofìi nel capoiEt raggìranliy& flrauolgon- 
li uelociffimamente • Hanno lafronte^ oltre ad ogni 
-fagioneuolc mifuraylungbijfima^Et ne le tempie^& 
'^uiprejfo agli orecchiypiu toHo ritonda che piando 
il colloymolto lungo , fottile : Il petto con poche 
-cofte:^ quafi nulla apparentiila fchiénaylunga: J?^ 
te anche, le cofcie^ abondanti di carne . Sono nei 
fianchi ^ ne la pancia.teneri ^ molli : Et mancano 
in quefle parti , qtafi in tutto dipeli . Sono uari di 
cùlow ^ (j^urft per tutto il corpo ydi mólte , ér di 



r ; L 1 B 1^0 

ffjejfe macchie : Et hanno a la fine tutta la per fona 3 
' fen%a mufculr. Et ftnT^ alcuna proportionCy 0 mifu-- 
ra. Confiderate adunque qudtc tali conditioni nei 
corpi de pardi^uedefimedefmamente itele affettio 
ni onde naturalmente la loro anima è pregna , loro 
efferc uili & codardi:Et apprejjo a ciò rubbatori:Et 
per tutto dire in. un fiato, abondare da Vuna parte di 
nafcofia fi-audejEt da l altra Jjauere di aperta magni 
ficentiaygrandisfmacareUia .Js[efolamcnteè ciò 

• negli animali ter refii^& quadrupedi , ma in quegli 
ancora che liberamente peri aria difcorrono: Et in 
quegli altriy che ferpono ^ìrifciano per la terra . 
Come Vjtquìla el DragQ^\& la Vernice & la uìpe^ 

^ ra moftrano : queUi di ft minine , & quegli altri di 
mafchie qualità abondanti. Et(fe pojjibile foffe) ne 

. Vhumore penetrando de l'acque ^ con att emione 

. tutti ipefci ueggendoui y ^ le conditioni loro tutte 
infieme & ciafcuna perfe confideradouiyfì trouereb 
he certamente in loro queUo ifte/fo aucnire. Ora co 
me hauete adunque in que§ìo modoy ne lordine de 
gli animali fortÌ30 che hanno come disfi maggiore 

. apparentia di mafchioyucduto la (pecie de Leoni ef- 
fere di mafchie qualità ; CT queUa de Tardi, difemi 
nili in tutto ripiena; potete fimilment e in tutte le al 
tre Jpecie , che fotto al unìuerfale geìiere deglijxni^ 
mali fono comprefe , ftmpre la medefima maniera 
continouando nel giudicare , con uerita & con cer^ 
^^KK? eonofcere 3 quale de mafchi ( diro cofi ) fta 

jpiu mafchio degli altri : Etiquale, tra le altre femi 



S E C 0 7^ D 0 70 
ne ipìuf emina fia. Ter laqual co fa^fe tanto ciappor 
ta iìgiommento l ojferuatione de particular'h quan 
to di piacere ci dona la cognitione de generali; ci 
^ fosfiamo fecuramente rendere ben certiyche non me 
no di utilità trarremo inauertedo diligentemente le 
sparti : che di diletto prendiamo incomprendendo il 
tutto capacemente. Ma egli mi pare ben tempo hog 
gimai y che al ragionare de le qualità de ftgni de no 
:Sìri corpiya i quali tutta fi indri'^ y&nei quali 
confi^ie quefia dottrina,per noi una qualche uolta fi 
doni principio. Ter tanto a imitatione d'^ri^iotele^ 
da i piedi fermi fofiegni di noUra ulta , minifìri 
ubidienti di nojlro uolere incominciando , dico che 
gli buoìnìni hauenti conucneuolmente ipiedi gran^ 
diy benfatti^ mufculofiy & con molti neruìyfono tut 
tifieri^coraggiofiy cT arditi: '^c meno abondano di 
gagliardia & di fortCT^ nel corpo ; di ciò che ne 
l'animo ydi ardimento & di ualore pieni fi fiano. Et 
guefla qualìtaydi tali hauere ipiediyquali ui ho difo 
fra co le parole dipintOyCt fi riferifi^e propriamente 
al genere del mafchio.Coloro poiy i cui piedi fono pie 
dolly fcarmiycarnofiyteneriy& feni^ mufculiy&piii 
toUo uaghi al uedere che f or ti y fono parimente uili 
^ effeminati ne V animo: Et nel corpo ydeboli & im 
po tenti. Et è per contrario qucHataleconditione , 
Jempre propria al genere de la feminaMa Mbertò 
Magno più particularmcnt e parlando diqueflc mem 
brayci afferma che i piedi br cui grosfiy molta de-- 
koleT^ , & ferina natura dimostrano : I fottili & 



L I B \ 0' , . 
' corti]mlignita: Et i limghUoltre a la debita & con 
ueniente mifura^fraudìiingannU& tradimenti mani 
fejiis fimi. Bene è nero che jidamantio Greco Dotto 
reyaggiunge che que(F ultima qualità ypalefi gli huo 
fnini operatiuiydiro co fi: Et che facciamo molte fac 
cende : Et chefempre i loro triài p enfi eri , onde di 
continouo trauaglìati Hanno fo'Z.Topragli animi lo^ 
YOyfappiano molto bene guidare ad effetto . Et ha ol 
tre aqueUo opinióncychei piedi molto piccioliy fia- 
no di maluagio animo fermiffimifegni: Et che colorò 
che hauendo i piedi curuiygìi hanno concaui anchora 
ne la pane di fi>ttOyfiano tutti rei & maluagi huomi 
ni: Et che tali infieme fiano quegli altri , che hanno 
le piante de i piedi , molto piane & uguali : Et che 
portano le loro cauigUcy ne la parte di dentro de le 
gambeygrandemente a la terra uicine. Coloro uera-^ 
mente che hanno le ugnay o le dita de i piedi curue à 
guifa di uncini, fono rapaci ysfacciatiy & fen%^alcH^^ 
na uergogna : ìl chcyda la fimilitudine degli uccelli 
fii tolto:bauenti leugne loro , torte & piegate iìi 
quella manieradcquali da uoi altri Italianiyfono uol 
garmente parlando , artìgli addoman dati . Le dita 
poi de piediy che fottilisfime e/fendo, fo?io parimene 
te congiunte quafi & ri^ìretteVuno coni altro yfi 
gnifcano paura & timidità: Laqual cofa da le tìmi^ 
diffime quaglicyche cotali hanno i piedi loro , fcgui^ 
tando come dijfi le fimiglian^e degli animali il han-^ 
710 tolta & impreja i Saui Thilofophi: foli tra tutti 
gi huomini ^ degli occoltifecreti de la natura, cona' • 



S B C 0 TS^D 0^ 71 
fckori • Ma più alto alquanto falendo ti ragio'na^ 
mento de piedi indrieto metténdojfapere u'e di me^ 
slieroycbe coloro che hanno le camgliefudte , eìr le. 
parti ini moine , neruofe , ^ piene di mufculi , ilche 
alfejjb delmafcbiojì attribuifceyfono medefimameìi 
te ualorofi ZS* forti. Ma alcuni che le hanno molliate 
nercycarnofey & fenx^ alcuna legatura di neruiy la^ 
qiiol cofa de lefeminehpropriayfono deboliyefft'mi^ 
natiy timidi^ dipocbiffimo animo. Le cauigUc oU 
tre a ciò fottiliffime , manifefiano gli huominipau^ 
rofi intemperati. Et apprejjoyfecuri ui potete ren 
dere & molto ben certiycbe chiunque infieme con le 
cauigliegrojjey ha parmiente le calcagna ajprcyi pie 
dicarnofìyle dita bremy^ groj]e legambcyper lo più 
de le uolte impax^fcafermamenteyO uaneggi.Ouei 
ftmigliantementc che le gambe hanno neruofcyrnH-^ 
fculofey& fortii il che propriamente fi conuiene a i 
mafchiyfono & nel corpo y& ne l'animo fieri & ro^ 
huìii : Et hanno per ordinario buonifjimo ingegno • 
Coloro poi, che tutto che le gambe habbiano neruo- 
fcyfi ucggono nondimeno hauerle inficine fottdiypof 
fono con ragione effer e giudicati da mi > & timidi^ 
& fcoflumati: Et ne le baffe uili ajfettioni de la 
lujfuriay oltre, al dritto & al douere chini & piega, 
ti: Et fìmili e/fendo ne la detta qualità del corpo , a 
gli uccelli liberi & uaghi Cittadini de l'aereyporta- 
no parimente quelle fiere imitando yi cuori loro de h 
già dette pasfioni impresfì & fuggellati . Guado d4 
uoi fia neramente alcuno ueduto , le cui gambe fia-* 



L I B X 0 

no nel mer^ grosfisfme , & in tanto piene C com-^ 
prefe di copiofa carnCyche paia che elle come che gru 
Uidefosfinoy & romper fi, & creppare, & mandar 
fuori il parto uogliano tuttauia; albora coHui potre 
te drittamente credendo, & odiofo, & intempera- 
to, & abhominemle giudicarlo :Et apprejjò,fefuer 
gognato & [en%a nullo rifletto lo Himarete , & al 
nero uicini , & dalfalfo grandemente lontani riu-^ 
fciranno i uofiri giudici . 7N(e pero uoglio , che d'ai 
tronde penfi alcuno di uoi , che queHa tale ojferua^ 
tione tolta fi fia,fe non che da la grande fconueneuo 
l^"^ & Jproportione , onde ( come disfi)per lafo^ 
uercbia groffex;^ loro,fono & infcfiefje, & con le 
altre membraje gambe maleauenenti Conciofiaco 
fa che la proportione di ciafcuno membro giuHa 
moderata , & non trappajfante da alcuna banda i 
termini de la conuencuole & dritta mifura.fiafem^ 
flicementeperfe Hefa,basìeuole & attisfmo fo- 
gno, a pienamente moHrarci la gratitudine, la corte 
fia,la modenia,l'honena, & in fomma la buona na-^ 
tura d'altrui.Doue da V altro lato la indijpoJìaJprO'- 
portìone, non fe ne uagiamai da quegli affetti Ionia 
7ìa,chefono a igia detti difopra.come e ala quiete^ 
il mouimento; a la luce , le tenebre ;& ala uitay la 
mortc'yin tutto contrari.Se molto adunque di bellc^ 
v:^ accrefce in un corpo ,folo a la fcor^a di fuor i ini 
rando,la tcìnperata proportione;penfateui parimen 
te che dentro penetrando ne le midolle, afi ai ella pof 
fa di uirtu & di bontà, belle'^piu durabili &Me-^ 



S E C 0 ^{ D 0. 72 

rCyfte Vaìilma agiugnere: Ejjcndo 7nasfma7nente(co 
me pili uoltes'h detto)i fegni in quefla carne imprejfit 
idoli & imagini certe de le no/ire menti. Mei nel ra 
gionamento de le gambe tornando , dico ultimata- 
mente che legrafjej tenere , & fen^ mufculi^ quag- 
li per naturale loro proprietà le f emine tutte foglio 
no hauere , fe a l animo rifguardiamo , i timidi 
uilii&fe al corpo cifrali & deboli mànifeflano.TSfe 
per alcuna maniera de efjere , un generale maeUra 
mento donandoui , la fouercbiagrojjex^ de legam 
be & de le calcagna , lodata 0 commendata gia^ 
mai : Che an^i come a l'acqua flmmore^ il calore al 
fuoco y & al Sole lo fplendore , le è femprc congiun 
ta & unita la ro::jix?3' cr maluagita . ^pprejjb a 
tutto quefto € ui bifogna fapere, coloro le cui ginoc-- 
May che già a la mi[ericor dia gli antichi [acraroìio 
fono grajjcy carnofc, &groj]efuora di ragione y effe 
re pur per quella fproprotiorne , & ne l'animo , & 
7ie ì cosìumiymolli & lafciui : Et come Scotto foleua 
dirCyUberi & uani: Et non attigiamai, a durare aU 
cuna fatica . D'altra parte coloro che le hanno ma-- 
grey& di misura giurìa &proportionatayfono per 
contrario ne lanimoy forti & ai^daci : Et ne i cosìu^ 
mi^ temperati & modefìi : Et fi come il mede fimo 
S cotto ui aggiunfcy & fecreti , eà* tenaci, CT confcr 
uatori de loro occolti'penfieri. Le cofcie come baue^ 
re debbono i mafchiy conucneuolmcnte nerborute 
& offutCy di ualorCyd'animOi £ ardimento cipre 
ftano indicio. Oiielle poi, che quantunque offute ra^ 



oioneuolmente , abondam nondimeno di fouerclnn 
%irne,ilche è naturale a le f emine, di timor e.d effe^ 
minatione,& di lafciuia.proprifcmimli affetth(ono 
fmpre certifiimo & fcrmisfimo fogno. Gli buomni 
che le natiche hanno acute , per lagrandez^ de le 
oda loro che jportano in fuori , potete ( & fiafano 
ZUtdicio)robt{ni.fieri , & ardittfiimarli. altri ue - 
rumente che hanno ciucile parti graffe & carno- 
fe ,& deboli, & paurofi, & effeminati, debbono cj 
fere nonfenxa ragione creduti . Ma fe perauentura., 
alcuno uedeSìey in cui queHe medefme parti fojjino 
fommamente fcarne er afciutte , quafiche la carne 
loro (come auenne con una Artigliarla del XI In 
yerona al uoflro Capitano Lattantio da Bergamo) 
Me loro per qualche flr ano accidente portata ma; 
nclaguija che le malìtiofe fclmie fono ufate d haue_ 
Y.e;fotreHe non aliar gandoui punto da le perturba, 
tiòniy & da i mouimenti de le anime propri a que- 
gli animali; potrete dico l'anima cr la mente di co 
§ìui, di ribalderia , di trìnitia, di maluagita , CT di 
fceleraggine , giudicare certiffmo feggto : Et come 
che molto da ogniparte fe ne Siimi di male , potete 
farui a credere fcrmmem , che più auanti u hab- 
bia anchora di peggio. Dapoi che ragionando it{ino 
a quefto tarmine fu il Confolo proccduto,& egli per 
alquanto tacendo del fuo fauellarefi ripofo:Et tutti 
qU altri, tenne parimente un uguale filentio . Ma il 
fogliano fhilofopho che Sìato lungamente era cbeto^ 
di nuouo entrando inparolc^cpji prefe a dire.Cran- 

de occafione 



S E'C 0 'X.D 0. 7J 
occafionc dì ragionare, certamente queUo nosirà 
commune tacere mi ha porto: Laquale^io che a beU 
lo ftudio Vattendeua , lafciare nanamente pajjarla y 
non ho mintolo potuto giamai. Ts^on perciò ch'io di 
ceffi alcuna cofay come che ciò molto mi fi coueni£èy 
Xir che uago & dìfiderofo nefojjl affai, o in laude, o 
in dimofiratione di quella tanta dìligentia^onde tu( 
te le membra de la noflraperfona, a parte a parte^ 
^ con molto & merauigliofo ordine ci uenite efpo-- 
nendoifi perche eUa,ne laguifa a punto che la luce fi 
facciaiancho a chius occhi ilfuo fplendore ci manife 
Sia:fìpoi,che maggior fiume d'eloquentia^a portar^ 
le i debiti honori ci farebbe mcHiero. Ora adunque^ 
da canto ogni altra cof 'a lafciando ,folamente diro 
ìjuanto mi fi fia di dubbio per le uoflre parole appre- 
fo ne r animo: llquale degno fia che d^indi da colui fia 
fuelto da le radici,cheprimieramente(quafinouello 
germoglio in ben colto terren6)lo uhebbe a pianta^ 
re.Conciofiacofache fe drittamente mi fono per gli 
crecchi penetrati al core i fentimenti de uoUri det^ 
ti, già mi pare d'hauere comprefo , effere la fomma 
del parlar uoflro,che V anima onde muiamo,ejfendo 
in alcuna parte fimile il nosìro corpo ad alcuno jini 
male, fia ne le fUe naturali affettioni,&^ ne i fisoipro 
fri mouìmentì,a F anima di quel tal animale fimìglìa 
' te in tutto . Laqual cof'a quanto fia lontana da la ra^ 
gioìie^niunocredoe qui tra noi che apertamente 
non uegga. Debb' io forfè filmare che per noi fi ere- 
da,lanima humana ecceuete^immortale,& diuina^ 

K 



L I B 

effereala tencnaymortaley& YO%a, de gU animali, 
pure in alcuna parte fmile i jK[on mai,: Che male il 
fuoco y a l acqua ; l aererà la terra fi agguaglia ; 

la uiua uirtu del uojiro petto , che moue come 
ifìrumcnto la lingua a dijputare fi dottamente^fi me 
ritayod è degna dipremiofiuile.Se di dinari adun-^ 
que & di diuerfe cofenon fi può in un medefmo ma 
do parlare ylSie per modo alcuno epofjìhile il donare 
loro gli fteffi accidentii&je la no flr anima (come in 
f ugnano le fchuolc de migliori Thilofophi) & ne la 
materia & ne la forma , cir ne gli accidenti & ne 
la fufìantiay e differente in tutto dal fenfo per loqua 
le fi mouonogli animaliicome potete uoi dire^ che el 
la per alcuna maniera a lui s^afiomìgìi ? Et che tali 
fianca punto le inclinationi degli animi nofìriy qua 
li fono ne i Leoni, negli Fccelliy & nel altre fierCy a 
feluaggCyO domeniche yi befliali loro appettiti? era 
mente non credo che fi pojja per uoi mantenere que 
fta tale conclufione : Tslondimeno affettare pure at^ 
ternamente , ciò che per uoife ne dica :Jperando & 
rendendomi certo che debba auenire: che o ne l'uno 
modoyo ne laltro^o fiaper douere acquiflare hoggi 
da ufiiy di alcuna buona & leggiadra cofa certe';^ 
& cognitione. Dapoi che tacendo diede fcgno il Tbi 
Ivfopho di hauere detto ciò che egliuoleua,il Confolo 
honcflamete ridendo, & la dritta mano del Qtiirini 
ne la fua finiiìra amoreuolmente tenendo,cofifubito 
fifr ' difie • Con fubita & fiera tempefìa hauete in modo 
afialito il mio dire , che quafi tra l'onde ahi ffime de 



SECONDO. 74 

la uoflra eloquéntiayCgU fi come uinto fi farebbe fom 
merjoiouero cbetraglijcogli de le uoHre durijjme 
vppofitioniyfi come pm fiale fi perebbe fiaccato : Se 
già non fojje flato che per entro a quello impetuor 
fo turbine di par ole ^ aguija di CaUore & di ToUu^ 
ce, fiammelle fcUcifiime a namgantiy mi apparuc 
lo fi^lendorc che a le mie lode donaHe : fior (e più da 
amore tirato y che altramente da dritto & fanogiu^ 
dicio perfiiafo . Laqual cofia cotanto di confolationc 
mi diede y che /pero anchora fthifato il naufragio > 
poter condurre la naue del mio ragionamento al de 
fiato porto . Et per certo che fé non fi trouafie ne la 
Ulta de gli huomini alcuna perfonache uiuefièfola^ 
mente fecondo ilfenfo,& fecondo le affettioni de la 
terrena carne; a che fono tutti gli animali di qualun 
que fpeciefoggettiian^ife tutti f blamente qual tan- 
to Qperafieroyche lo intelletto illuminato da la ragio 
ne loro mofirafe; llche come mi dite è falò proprio 
de l'huomo ; con non pi ce io la diffìculta mi crederei 
di potere sbarbare de l'animo uofìro , quella pianta 
maluagiayche come hauete detto^pur di an7^ uifi ap 
piglio. Ma per cloche le sìrade tutte quante, le cafcy 
lepia'j^^y le Cittay & finalmente tutta la fpatiofiif- 
[ima quantità de la terra^dimoHrano apertamente^ 
gridano con altisfiimeuociynon efferc poffibile 
ritrouarfi alcuno tra gli Immini y che Jpefie fiate, 
non rouini ne iprecipittj de l'appetito; & che come, 
ftnfualeynon fiia punto & tirato da lepaffìoni cr da, 
gli affetti de fenfi; a tutti gli animali corrmuniy non. 

K tj 



^ I I B B^O 
pure a gli huomini foli;minore fen^a fallo alcuno ne 
uerra ad ejjere la mia fatica : In purgando da lappo 
le & da lolio^ i giardini de uo^ìri petti. Qualunque 
uolta adunque fentirete ch'io dica r anima humana 
ajjimigliarji ad alcuno animale , ouero prendere in 
fe Uejfa mutatione & alter amento, fecondo che per 
qualfi uoglia cagione fi muti o fi alteri queSio cor^ 
fOypenfateui come inerì anchora narraiyche di quel 
l anima parlo , che cieca fi trauìa CT fi torce per le 
tenebre fenfuali. TSfe uoglio che di quella fi intenda 
per alcuna maniera, che rilucente & chiara/econ^^ 
do gli Iplendori de la ragione fi drix^^a & rauia.ll^ 
che eJ[endo(che uoglio che fia certamente)ne uoiyne 
altra per fona alcuna ha ragione di biafimarmiiquan 
do nel modo che di [opra fi e detto^de l anima di nuo 
uo ragioni: Ut quando perturbationi uoglie & affet 
tiyfimiglianti a quei de le fiere, le conceda & le do^ 
ni. Pertanto poi che a uoifi come Uimo s'è fodisfat 
to,fia bene che rientrando nel noHro ragionamento 
diprima,la dichiaratione de fegni de nofiri corpi ydi 
nuono ripigliando feguìamo . Ut perche a le mem- 
^ ^ bra,onde di fopra fona fiate da noi le qualità dichia 
^/f»x^fhi^^^ i lombi e'iuentre naturalmcnte,prì^ 

! ^iéf^J^^ ài quelli , & poi di queHo parlando , dico che 
M' chiunque ha quelle parti alquanto lunghette,cy con 

ueneuolmente grandi,dure^grojfe, & neruofe, oltre 
al c/fere communemente forte animofo &gagliar^ 
do,è propriamente anchora,grandijfimo amatore & 
c^ciatore di fiere. Laqual cofa non d'altronde han-- 



S E C 0 T^V 0. 7$ 

no tolta i Saui Dottori^ che da le proprie qualità de ^ 
Leoni & de pardi : Et de cani infttme & de gatti: fV^y^ ^ 
fer parlare ancho alquanto dì quegli animalh che fi ^^V^"^^ 
uiuono dortieSìichi infteme con noi : Tra i mali ogni a ^ - 
giorno fi uede quei di loro più ne l anima hauer que 
. ììo affetto^ che maggiormente ferhano ne loro corpi 
le conditioni predette : Oltre pero che tutti infieme 
quelli animaliy in quato agli animali de le altre fpe 
eie paragonati Joanno & ne Vanirne & ne i corpi lo . ^ 
[ro.piuche tutti gli altri le qualità fopradette.J^ r - f[ 
[coprono i lombi folamentCyfen'^ alcun' altra 
• uiyquefta fola fignificatione a covfideranti:an7} quei ^ 
di loro che più ofjutifonoy gli huominì forti CT uiru- 
' : carnofiygli effeminati & de boli ;& gli acuti gran ^ "^^ì 
demente i timidi gli intemperati palefiino. Ma 
nel fecondo luogo come disfi trattando deluentre 3 a^^^' 
ui fo certi douer efiere coloro cor aggio fi & forti , 
x2r magnanimi oltre a ciò & faticofi & ornati di 
buono & di facile ingegno , che ne laguifa a punto 
che conuienfi a mafchi y hanno il uentre , & qucfte 
farti qui intorno a lo ftomacoyauenga che grandi & ^ . 
mcT^namcnte carnofe , nondimeno in niuna parte ^f'^^/! 
emineti.Ma più tofio come che uuote fi fofiìnoypiane ^^^j^^/^ 
humili.Maper contrario p auro fi , & deboUy &^ J*i^fU 
vili fono quegli altriyne pofiono alcuna benché lieue 
fatica comportare , & fono ro'xi , & duri di inteU 
letto ne l'imparare y che fen%a proportione 0 mi fu-- / 
ra y&fconueneuolmentebreui le hanno & afciu^ 
tè . Se neramente il uentre come ho detto grande '-é^y^^^ 



<J^«^^ & carnofoyfiaparimeme tenero , moUe y & 
fM'/eM^ molto YÌleuato ^potete/empre crederlo argomento 
f'^mc^ . certisfimoy digrade ìntemperantia nel mangiar e^& 
nelbere:Etnegliafetti(come di(]e Sophocle)fiirio 

T^^^^^/l fi ^ I^^^^^Sè^ ^'^ffi^^ì^-p^jjione & ferturbatio 
^ ne di nofire anime non dolcc,ma amara:non quietay 

Ma concitatamonhumana , Ma ferina: Et certi <zjr 
fecuri r edere ui potete yche ne l anima a cotale cor^ 
j)0 congiunta^ poco o nulla potendo la parte da Tla^ 
tone figurata per Ihmmoy quella da V altro lato ad 
' ad un Mario & di molte forme moslro rajfomiglia-- 
^ tayuifta donna del tutto &' I{eina . Ma fe con tutti 
f //tt gli altri fegni già detti, il uentre in uoce di molle , 
kc0t0t^alpro;di tenero y duro; & di molta er /oda carne fia 
inóif^fi^f ^^^^^Q compreffo , non epicciola ueramente la mali-- 
gnita che per lui ci è dimoUra: Ma fopra ogni altro 
affetto che ci apporti qucjìa tale conditione del uen 
trey è di tutti gli altri grandijfmo il defio del man^ 
^fhfrcJ^- giare. Quando poi /la quefta parte infieme colpet-- 
U*f ff^^c^tOy(& con lo stomaco folta di peli , cifonogliauda^ 
t ^X^X^'^^^^ cortefiyìfagaciy& i cianciatoriyfen'^ alcun fai- 
^ JiM^'^^ ^t4nciati da lei. Coloro d'altra parte che la fcbie- 
1- ^ va hanno grande Jargay & robufìa , come propria^ 
"^^^ unente a gli huomini hauere fi conuiencytengonomol 



c(^^^ '^^^^^^^^P^^^^^^^^&fi^^^^^i^^d^^ole Ihannoyjem 
^ ^u^fre a guifà di f emine , che tali fono in quella parte 
per or dinar ioydi uilta^di dapocagginey &' di timore 
fieni ne fono, "t^e mancano etiandio le cofte de la lo* 



S E C 0 71 D 0 . j6 

ro fignificatìonei^n'^^le molte ygrandh^ bene ap-* /(^'^ 
farent 'hfono diforte's^ & digrancCaninjofermif^ ^ 
fimi fegnhllche è proprio del mafchìo. Et per contra Pf '^ 
rio le poche ypìcciolc^ & qt4afi del tutto nafco(le » ^^^'^ 
non fe ne uanno ne da la debole%^ , ne dal poco cuo^ 
redìfgìuntegiamauLaqualcofayefJereftdicealefe^ /m^ì^a ^ 
mineydi loro propria natura conueniente. Ma feper ^ 
Muentura tra coloro che hanno come fi è detto le co- , 
fle grandi y alcuno ue n'haueffe y che in quelle parti ^l^^f'^A^ 
gonfio difouerchio , & come enfiato fi fofjcynon ha 
la uanìta de le fue dande , ne la fi:iocche':^ de fiioi 
Gioiti penfieriy ani^piu toflo parlari ; che egli poco 
penfandoyi^ curando nulla y & tante uolteparlan^ 
do , quanti obbietti gli fi apprefentano a gli dc^ 
chiyin infinitOy& fenT^ mai ripofarfi faueUa;non ha 
dico ne modo ne termine alcuno. Di che fe ne cerca^ /V^h^^ 
He ejjempio tragli ammaliane i tortane le rane ^^"^^/^^^ 
ne neramente & [empiici cofe^& che molto nondi^ 
meno fi fanno fentireynon ut lafciaranno molto a lun 
go andar faticadoi^pprejfo a tutto qucflo.e necejfa 
rio chejappiatcycoloro ejferegolofisfimiy&grandif 
fimi mangiatori parimente flupidiy & injenfatìf 
& di pochisfimo eìr quafi nullo giudicio dotati^ che/^^^'^ ^ 
hanno quello /patio che è dal belicOypropria fedia de c^^r^ ^ 
la luffuria , & perdo a Venere facro , a la ^fi^^^^^^^* 
parte di /òtto del petto , magiore affai che queU'aU^f/ f^J^, 
tro non è, che da indi tiene per infino a la gola . Et il^^i^f oAU 
percheyper alcune ragioni naturali y facilmente uìfi^^/^n^ 
può dimoHrare . Conciofiacofa che la ampie^^ yò-/'^'^'/^ 



: L I B B^O 

- J^ii€rchia& fino dorata di quel uafo , dout il tolto 
^t^A Jc^^fi ripofii & fi digerifceMuendo per riempimene 
to fodisfattionc di fi: di von poche coje meUiero^ 
.jcccita er accende di continouo in quel corpo, appetì 
,T0i& brama ardentisfima di mangiare. Et come U 
grande':^ de lo (ìomaco , ejjendo egli imo , è ca=^ 
gìone de lafame;cofi dal riempinento di linone preti 
dono poi i fentimenti lo Hupore & la torbide'^a , 
Che effondo egli da la moltitudine de cibi dilatato ^ 
Xìr diHefo y & perciò firpra il core , fonte , princi^ 
fiOyCy* primi, ra origine di noflrofentire appoggiane 
doft 3 adiuiene che glijpiriti quindi al cerueilo fa-^ 
gUentiy donde partit amente confeguijconoi fintimi 
ti noftri le loro /pedali for'^y uengono da cofi grane 
pefo , ad efferefujfoccati & riHretti: Sen%a cioè me 
fcolandofi infieme co uapori grosfi ^ fofihiyCshalan 
ti da cibi che fi cuocono ne lo (lomaco por to caldo 
del core , non altramente riceuono tsfi /piriti in fe 
Sìesfi lagro/fe^T^ CT l'ofcurita di que uaporiy che fi 
faccia talhqra il lume de la candela , poUo [opra il 
fumo de la bollente caldaia . Ma per contrario poi ^ 
\ faggi & prudenti & auedutiry' accorti fono colo- 
& fi contentano naturalmente dipochisfimo ci^ 
f^m^JX^ ho y il cui petto è più che lo [ìomaco ampio CT mag^ 
7tr Jt'm^:giore • Da V altro lato , amalaticci fono , & infer^ 
^^^^^ jjmiper tutta la ulta y&ala fine anchora in bre^ 
ff/ufA'ié ^^^^^pofi muoiono y quegli huomini che dal beli-. 
AM , f «^^^^ ) hanno più di {patio , che dal petto al 
{e(^'^ ^ h^^^^o . La cagione di che corificf orando yfi può dire. 



S E C 0 7{^D 0. 77 
parlando natHralmente , che ejjendo cagione certif^ c^^k^'^ 
/ima de la hreuita de lo Uomaco : il mancamento ci / i'/^^^ 
dijfetto del calore naturale che in lui fi ritroua^ * 
auieneper cotale freddei^ noceuole & non natura 
le , che egli diuiene impotente > a cuocere perfttta^^ 
mente & a digerire il cibo tolto per nutrimento:da 
iaquale indigeHione , come da la abondantia de le 
piogge forgono & s'aumentano l'acque ne torrenti 
& ne poi^^cofi ne fcaturifcono fempre molte juper 
fluita : Et molti non [ani , & non buoni humoriyart 
^ maluagipiu toHo & danno/i^ ogni giorno ne han 
no principio:Donde poi le infermìta^èr le malattie^ 
cr al fine lapreHa morte^dure & fpinofe fiepiy che ^ 
rompono v attrauerfano il camino de la noflra ui^^' ^ 
tayprimieramentc ne tirano origine. Cofi fempre ha 
gran forcane la giuHa & moderata temperantia 
de gli animi noflriy la debita & conueniente propor ^ 
tione de cor pi. Et per certo [e da la confl>nantia de le ^^^^ 
noci y il concento & Vharmonia ne rifulta; foaue 

diletteuole obbietto di noHro fentire ; Et fe da ^ >^ 
la buona di[pofitione de le loro partiy la belle'X,%a &f^^J'^'ll 
la commodita degli edifici & de le citta ne proce -.^^ ^^-^ 
de ; Donde uiene che i Saui del mondo , non come c^<^i 
bella & ordinata , ma come ricca & merauigliofa^ 
lodano queUa uoHra citta; perqual cogione non 
dobbiamo fimilmente ejjer certiy che la propor tìo-^ 
nata mifliradele parti di qucflo corpo y fia fl'gno 
ۓr inditio fempre manifeUisfimOy del temperamen 
lode le affcttioni & de le uogliede l'animo? QnarH. 



L r B Ilo 

,^to neramente l migliore & più nobile il capo che i 
fj^c piedi,gli occhi che le manine" l core che le altre mino 
rìintejìine, tanto di pcrfettione, & di dignitayauan 
gl'ordine Ja confusone: laproportione^la difugua 
glian'S^: & la belle'j^ al fìne^ il fuo contrario fta^ 
to. Quindi è nata la opinione de uolgari^ in lodando 
principalmente la belici^ ne prencipi: Si come 
quegli che certo prefumono y ìion potere per ninna 
giiifa anenire prefente lei.che elli o di bonta^o di ma 
fuetudincyo digÌHflitiayamabili & care doti nudano 
priui .Etfea te uolte co fi giudicando fi ingannano , 
adiuiene talhora per la mala confuetudincy^per la 
trifla con ucr fattone che hanno i Signori: Donde oc^ 
coltamete & a poco a pocOydi molte macchie, & di 
molte brutture in fe flesfi riceuono.Ts(onaltramete 
aputo che coloro fi facciano, che [otto al Cielo aper 
tOy & per lo Sole lungamete caminano d quali fen^a 
auederfency la chiarei;^ <^ la bianche^ de le lo^ 
ro carniyin fofco cr in nero colore fi fentono hauer 
tramutata : Cofi adunane molte fiate alcuni naturai 
mente coflumatida bene & humani , con maluagie 
uitiofe & arroganti perfine comerfandoyindi a non 
molto di tempOyla loro Immanità in fuperhiayla bon 
ta in trifiitiay & la gentile creanT^ inuillanimodi, 
tardi & fenxa prò di loro danno auedendofi yfi cor^ 
nofcono hauer e ifcambiata. Errano parimente bene 
Jpefoy&falft ueggono i popoli riufcire i lorogiudi^ 
ciyperche non drittamente yquale la nera ZS^perfetz^^ 
ta bellcT^ fi fia , pofiono o fanno interamente di^ 



S'^E C 0 7( D 0 78 
fcernerc: ^n':^alafempUcc apparen':;a credendo f 
. ne più alianti coja alcuna /correndo y & molti queU 
^0 Hefjo che lodano & ammirano , per qual cagione 
lodabile od ammirabile ft fìa non intende do e ntono 
j)oi molte fiate con non lieue lor danno ^ fe uanamen^ 
te battere di prima creduto . Et ueramente fe uoglici 
tno bauere confìderatione a le cofe pajjate , uedere-^ 
^mo non Vira & la furia d^Meffandro^non la crudel 
taf la lujfuria^ & limpìeta di tre Ttholemei^cbe di 
idclitie & di uilta f Egitto y& di [angue & d' uccido 
ni i loro propri palagi riempierono , ejfere flato 
fcnTafegno nel corpo . Hebbeno parimente corpo^ 
rali inditiyle lafciuie d'Antonio: la auaritia di Craf 
fo:Et le crapuléy & le disbonefle di FitcUio . la 
rapacità di Caligulay ne la uanita di T^rone, ne fu 
no dimoflrata da fegni del corpOy la tardità & la da 
p ocaggine di Claudio . Mentre che in quella guifa 
procedeua il Confolo ragionando ^gia uedendo jLlef 
fandroche egli a le altre parti del corpo dichia-^ 
rare uoleua per mano, fen:ra ajpcttare che egli piti 
oltre feguifjcyuerfo il QMirini riuoltofi , ilquale ha- 
uea publico grido di molto intendere leproportio^ 
ni de ^gli humanì corpi , co fi fubito a dire comin-^ 
ciò • Credete uoi perauentura , ch'io od alcuno di 
quefli altri chequi fiamo , dobbiamo per alcuna ma 
niera comportare y che non ci ragioniate di quefla 
corporale proportioìiCyquanto &con lo Hudio y & 
poi con lauiua ejperiemiay uifete faticato di inten-- 
derne? Certame te non lo penfatexhe an^^ co/i ricco 



L 1 B 0 - 
faitendouìyUOglìamo anchora da noi la toUcttaé Che 
già fappiamo bene^^ a noi tutti epalefe aperto^ 
che in quefio non bauete cofa alcuna lafciato indrie^ 
tOyO ne i libri leggendo j o conferendo con gli huomi 
niyfincbe di qaeiìa fcientia(fe ella fcientia nominare 
fi dee) non ne bauete acquiflato perfetta & intiera 
notitia. ^dunque fe quefi'hyche certamente non pò-- 
tete negarlo , e ben dritto che anchora uoi la parte 
uoflr a paghiate: Et che co/i facendo , a i difideri di 
noi tuttiycbe altra cofa no babhìamo più cara^ intera 
mente fodisfacciate. ^uaro albergatore fete uoi Si 
gnor Dolce, rifpofe preflamente il Quirìni: poi che fi 
acerbamete rifcotete dagli bofti uojiri^qucllo che per 
niuna maniera fono di pagare fofficienti.Che quando 
pure fia uero che con lungo tìudio ne habbia ricer^ 
catopc ì libri la opinione de gli antichi Dottori j. 
& che col Tordonone, & con molti altri & dipin^ . 
tori eSr Statuari , mifia poi uoluto certificare con 
. Vcfpericntiay cofi effereapunto come haueagia Ut-- 
tOynon perciò è ragioneuole che quello che femplìce 
mente per mia fola notitia mi fono curato di inten^ 
dereydcbba a tutti uoi bora arrogantemente perfume 
re di infegìiarui'. Qua/i neramente che non foffi cer^ 
to douermi auenire fe ciò faceffi, come auenne già a 
quel uecchio Thormione da Ephefò : llquale in pre^ 
fentia d'Hannibale , ^ del gouerno degli efferci- 
ti y ex de Tufficio del Capitano difputando copìofa^ 
mentCyfenia rifguardare che egli no haueffe giamar 
udito fuono di tamburro , & che Cannibale fifof- 



S E C 0 D 0 . 7p 
f<:con tanta gloria innecchiato nel ferro ^ ne le 
battaglie y merito (Tejfere fi come nano & inetto da 
lui biafimato. Q^eHa co fa medefima farebbe di me , 
fe in prefcntia diuoi tutti , troppo più fe parlan 
done come egli fa il signor Confolo , ofajiper modo 
alcuno di occupare le parti d'altrui , 7S(e le parti 
d'alcuno non porrete uoi mano , foggiunfe fubito il 
Confolo : Che io quel tanto ne era per ragionare 
non più , che pur dianT^ da me con quelle poche pa^ 
role ne udiste : 7S(e mipenfo che alcuni di qucHi aU 
tri signori , h abbiano aguifa di nouelli Hercoli , in 
animo di fottentrare al pefo chea uoifaurafla. Ter 
tanto fe u'e caro^& fe u aggrada difodisfarcidafcia 
te le fcufe una uolta che qui luogo non pojfono haue 
re : Et diteci in che modo ciafcun membro de noUri 
corpi^&con quale proportioìie & mifura^ìiel forma 
re unogìuHo & perfetto componimento, debba con 
l'altre membra infieme effere temperato & propor 
tionato . Laqual cofa fe quale è la grande':^ ^ U 
benignità de l'animo uoUro cortefemente farete 
& a noi tutti ( come di/fe il Dolce ) grandemente 
compiacerete : Et me dipiuyfo?nmamente mi ui ren 
derete obligato . Che fianco già da la fatica , & dal 
uìaggio de la mia lunga di/putationcy non altramen 
te che in un bello & piaceuole praticello ^nel uofiro 
ragionamento mipofero : Doue non la uiHa & / o- 
dorato di uaghi & di foaui fiori herbette , ma 
V animo & V intelletto , parti di noi più gentili & 
più degne , con dotte fententie , ^ con benfana ^ 



L I B B^O 
utile dottrina conforterò . Guardate ( ripiglio H 
Quirini)rw più toào in un qualche luogo fpiaccuole. 
tu fermiate : la brutte^^ del quale di poi conofciu-r 
ta,& uenutauiafchifo & a noia.ue ne faccia fen'z^. 
pure poter prendere fiato fuggire.Ma come fi fiatai; 
fioche non ui refli cagione di ritrarui da feguitarc 
in fino a la fine il cominciato ragionamento , io pure 
mi sformerò di fodìsfarea le uolire uoglie y come 
men male per me fi potra.Benche atte/a la poca in 
tclligcntia che' e in me de la cofa onde fare ragionar 
mi uoletCy ajjai meglio per me fi farebbe il tacerne 
dei tutto , che il parL rne imperfettamente : Che al 
* bora , ch'io lo facejfi fi crederebbe per giuditio di 
non uolere: Et bora , cìfio lo faccia farà palefe , per 
poucrta di non meglio potere • Oltre pero anchora 
che non ueggo effcre alcuna neceffita^ che al giudica 
re la natie proprietà de le anime nofìre, fi conuenga 
V intendere cofi fottilmente , ouero la qualità , ofia 
pure la quantità rifguardandOy comefia^o debba ef-- 
fere l'uno membro con l'altro corrifpondente. Et co 
me non e egli neceffario, il Dolce replico prename/jt 
te ? se come dianzi diffc il Zornoz;^ 3 da la propor^ 
tionc 0 fproportione de le membra ^ne feguono ne Va 
nimo diuerfifjlmi affetti f K^on altramente a punta 
che da l'al^^rfi il Sole nel Cancro , & percontrario 
poi dai! abbaffarfi nel Capricorno^ vericeua& ne 
forti fca quella parte di mondo habitata da noìy dif- 
ferenti CT uarijsfime qualità . Et egli , bene è uera 
riprcfe ciò che' l Conjolo diffeiMa la proporzione 



SECONDO. So 

Mcejfaria a fapere a colui , che per lei debba antiuc 
dere le pasfioni naturali de le noftre menti , non col 
filo 0 col cornpajjò , come a me di fare fu di me§ìier' 
rOy an'2^ con unfolo & femplìce fguardoy è ne i cor^ 
fi offcruata da lui • T>{el primiero ajpetto degli hu^ 
inani corpi jtjuai di loro fecondo la debita proportio 
ne & miftira fieno ordinati , & quai d'altra parte 
fen^a ne conuenientia ne modo o manchi fieno o fo^ 
uerchiy di leggiero & fen':^ porui alcuno dìndio o 
fatica comprcndefi : fen%a pero dicOy che bifogni de 
le già dette proportioni hauerne particulare alcuna 
^ diUinta notitia • T^n in altra maniera ueramen 
te ^che adiuenga nel concento ne I harmonia de 
la mufica:Doue ciafcun huomo che non fia di giudi- 
cioprim & difentimentOypuo facilmente fentirCyO 
la confonatiay o la dijfonatia de le uoci ^ de fuoni : 
Kfepero difapere diUintamente gli fia necejjario , 
quanto che ellifiano tra loro l'uno da l'altro diflan 
ti.^lhora il Dolce foli contento dijfe non negaruief 
fere uero quanto hora narrate: Ma come potrete uoi 
non concedermi parimente , che molto migliore & 
più certo giudicio fare non ne potejfeuno perfetto 
conofcitore di mufìca^cke un'altro^che di quella fcien 
tia cognitione non hauejfe ueruna f Certamente non 
potete negarlo . Ver tanto non uogliate hora dire 
che il ragionarne necejfario non fia: Che fempre 
quella cofa e necejfariay che buona ejfere fi conofce . 
7^ fi può dire come afferma Tlatone , che quello 
che in alcuna guifah mancheuole yfiaopoffa ejfere 



L 1 B 1^0 

jìamahdl alcuna cofa gui§ìa& perfetta tnifura^' 
Difiacciate adunque una liolta le tenebre delUgno-r 
rantia da mitri intclUttuportandoui co i raggi de le 
uofire parokylo jplendore di quella dottriìia.Quin-^ 
di uago il Quirini di fodisfare agli amìci.non curan 
do di dare altra rijpo^ìa a le parole del Dolce^mafla 
to per alquanto penfando /opra dife ^fapendo che il 
parlare bene a la fproueduta non cfacile^& hauuta 
ui confideratione non e difficile , poco di poi in que^ 
Sìa ^uifa comincio afauellare.Giuiìo uerameìtte & 
honeHo defio ,è quello che uijfdnge a ricercare parr, 
tit amente y de le mifure & proportioni degli burna^ 
ni corpi : Et io per mcy ho fempre giudicato uani 
male accorti quegli huornini , che niuna conofcen'^^ 
hauendo de le mifure de corpi loroycon molto nondi 
meno di diligentia^ an%i pure di curìofita s affati-^ 
canoyinucfìigaììdo i lunghifiimi fentieri de la ter-- 
va: gli ampijfimi fpati del mare : Et quello che è de- 
gno di maggior merauìgliafin fufopra il Cielo pro^ 
fondo & inacceffìbile formontando: Et quiuìMfal- 
lace opinione de loro diuifamentifeguendOy& regio 
nìy & cerchi,& diUantie , audacemente come coje 
ucre afermandoui. TSÌoSìro ufficio farebbey di cona^ 
fiere & intendere prima noi medcfìmi perfetta^-, 
mente : Et dipoi a quelle cofe che fono fuori di noi^ 
applicar e(cofi par endoci)l' animo nofiro. Se già per 
auentura non gìudicaffmo degno di laude colui 9^ 
che non togliendofi penfiere alcuno de le priuate hi- 
fogne de la cafa fuayfoffe tuttauia con V animo inten 

tane 



SECONDO. Si 

to negli alti maneggi degli lìati f & ne i gou^ni 
glorio/i de lerepubliche , & degli imperi ? Ma per 
dare una mltaa qucHo noslro ragionamento prin^ 
àpio y dico la natura cautijfima <^ diligentiffma ne 
le opere fue^ hanere ne la forma & ne la dijpofitio-' 
ne del nojiro corpo , pofio la faccia in qucjio modo 
ne la fuprcma parte di quello , perche ellafoffe da 
ogni tempo da ciafcuno ueduta ér confederata: 
cioche non d'altronde' che da lei , fpeccbiolucidiffi'* 
tno la doue tutte le imagim fi rapprefentano de le af 
fettloni de Vanimoy come non d' altronde che da uno 
i numeri, dal punto le lince , diuifajfimo bauere 
principio di tutte l'altre parti del corpOyle giufle ^ 
froportionate mifure • Vrimieramcnt e adunque, ne 
la faccia fono tre fpatigiufli & eguali : intanto che 
in un uolto proportionato , niuno di loro ue ne ha , 
che ecceda^cy* che trappafii la mifura de l altro . il 
primiero, comincia nel principio delfoìite,doue na^ 
Jcono i capelli:Et difcende fin giù tra le ciglia al co-^ 
minciamento del najo : il fecondo tiene da quella 
farte,infino a le ultime naridl terT^ ueramente che ' 
haprincipio nel fondo del nafoi à la fine ne lo eHre- 
mo merito finifce • Bifferò anticamente già alcuni 
Thilofophiy effere il primo di quefìi , il proprio feg^ 
gio de la fapieni^ : // fecondo y a la bellei^ donar- 
fi: Etnei ter'j^^ ultimamente albergare la bontade. 
QueUi tre /pati adunque.o quefie tre mifure del uol 
to, moltiplicate perfemcdefìmcci moHrano , & ci 
riarmo ad intendere che la perfetta lunghe:^ de 



QOYpUnone mite tanto de effcre.quanto h lunga tut^ 
ta la faccia.EjJendo adunque tutta la lunghe^ del 
corpo noue portioniyla feconda di loroycbegialafac 
eia come habbiamo detto.ne occupa & ne pojjede la 
primay ingombra tutto quello fj^atio.cbe da la gola . ^ 
è per in/ino al fondo del petto . Tiene la ter^^a , dal 
fominciamento de lo ftomaco y al belico : Da indi , 
per infino afotto t anguinaglia , al principio de le co 
fcieyla quarta. Le cofcieyfno al ginocchio, la quinta 
cr lafeHa ; indi le gambe jfingiufo al talone odala 
^auìglia che ui dicbiate , la fettima & l'ottauafor- 
nifcono , La nona ueramente y da tre parti diuerfe > 
foUein diuerfi luoghi de la per fona lafua perfetta 
inttgr ta confeguifce : Lequali & tra loro , & con 
quelle altre tre che già u bo ne la faccia dejcritto , 
fono in tutto fmiglianti & uguali. Di qucfte adun- 
qfie e la primiera y l'arco di quel me^^p cerchioy che 
da la prima origine de la fi-onte y afcendefinfufo a la 
fommita de la tcHa: La fecondaylagolaiche dal rnen 
toy tiene fino a lachiaue od a la forcella del collo : 
La ter'Z^. y fcende poi da la cauiglia , fin giufo a U 
elìrema pianta del piede. Ecco per tato(comegia di 
fopra ui diJfOche geìieralmete ne la maggiore parte 
.degli huominiy& in coloro maffimamtnte le cui mi 
hra compreffe 2r raccolte , formano quafi unafigU" 
ra quadrata , cotanto fi diflende la perfetta lunj 
gheT^ dell)urt:ana ^ìatura , quanto da la fronte al 
jpentOy uifi uegga noue fiate ejfer lungo tutto il ter- 
piine de la faccia. Ma perche la natura hehhe pen^ 



S E<:C O T^D 0. Sz 
fiero y quando primieramente la fpccìe àellmomà 
cornpofe , le fue membra come a lei piacque ne la 
forma che bora fi ueggono ordino dilìinfe , beh* 
be dicopenfiero di douere formare del corpo buma- 
no uno perfetto quadrato, i cui lati eguali, iijr il cui 
centro foJJ'c ne languinaglia , fiamo non folamente 
da la alte^j^ del capota la baJfcT^ de piedi nout 
facete ima altrettanto per largbei^ ancbora ne 
defcriuiamo ne lo aprire de le braccia da luna a lai 
tra efiremita de le mani . Et il come ciò fia , pero^ 
cbe uaghi ni fento effere dijàpcrlo^digradirui difi-^ 
derandoy in pocbi detti mi ingegnerò di molìrarui • 
Le braccia adunque (fi come altri diffe fati e per fcr^ 
hire a le manij arme donateci da Dio per contrapor 
ci a noftri nimici, ouero cominciando da gli bomeri^ 
-Ò" di fuori fcendendo per lo gomito in fino a lapri- 
miera giuntura de le dita.ouero da le afceUcy & per 
di dentro uenendo a l ultima parte de la palrna^do-- 
ue confinano le dita, fono di bel punto tre f accie per 
uno: Le dita ueramente cr de luna mano & de laU 
tra, la mifuragiuHa di un'altra ne empiono.Di ma- 
niera cbe ambedue le braccia con le mani infieme , 
non fono minori, & non fono ufatedi ecceder e, pro^ 
por tionatamente parlando, il tcrmiìie intiero difet-» 
te facete . Ma la largbe^^T^ poi di tutta la per fona 
da Inno bomero a l altro , cotanto fi dilata CT non 
più y quanto è due fiate la mi fura del uolto : Tercbc 
adiuicne come dijfi, cbe nel diflejidcrc ^&nclo aK 
-iirgare de le braccia ,fi defcriuc a punto altrettan^ 

L ij 



L 1 B K 0 

to dijpatio, quanto da la altiffima farle del capo , 

h fino a l ultime & terrene piante : bafì & foUtgni 
fermiftimi onde tutto s'appoggia l'edificio del cor^ 
fo • Mhora il Dolce , che primieramente haueua in 
quello ragionamento tirato il Quirini , può egli ef^ 
fere adunque preftamente a dire comincio , che tut^ 
tigli huommij quanti ue n hanno & da la terra no^ 
dritiy & coperti dal Cieloy fiano tutti infra i termi^ 
ìli rifìretti de la mifura che ci hauete narrato ? Du-* 
ra & forte co fa neramente mi pare il ciò credere : 
T>ie mi poffo per alcuna maniera ne Inanimo confer-^ 
marCyO che il signor Cagnino da Boxalo y grande CT 
proportionato come ui de ricordare che egli era mol 
to^quando non e gran tempo egli uenne per lo ì{cdi 
Francia a parlare con qucfia Signoria^non trappaf^ 
fafje in lunghe'^ ligia da uoidi fopra dimojìraty 
termineiouero che Gradaffoy delitie di Hippolito de 
Medici Cardinale di chiara famaylacuiproportiona 
tapicciolex^mi rimembra uederui ammirare in 
Bologna, non nefo/fe fommamenteminore. Inondi-* 
meno potrà forfè anchora auenire^GT h degno a fpe^ 
rarlo da la uoUra uirtu , che ciò che hora & diffida 
le & quafi impofiibilc è da megìudicatOy da la chìa^ 
rcT^a & da la eloquentia de le uolìre parole , «/- 
ni lumi che fcoprono la uerita de le cofe a l occhio 
deh meUettOj mifiapoco di poi & facile & pofii^ 
bile di7noHrato. Giauidifsio fin nel principio ripi-^ 
glio il i)uirini > non che in uniuerfale in tutti i uiucn 
ti , ma nela maggiore parte folo de gli huomini , & 



SEC Ó Ti D 0 . 

partìcularmente a La proiiincìa onde fiamo nati ha-^ 
uendo riguardo y non eccedevano ^ onon fcemaMa- 
noi corpi humani de lamifura ch'io difii .Macon 
tutto cioynon fi difdicc tuttauia ne fi nega^ che alcu-- 
ni & de maggiori & de minori y non fe ne pojjano 
talhor ritrouare : De i quali , altri infino a quanto è 
dieci uolte la faccia loroda loro lunghe'^a dìfiendo 
noialtri ueraynetCy dentro a confini de la ottaua fac 
ciay& a leuolte(ilche è più di rado)de la jettima la 
rifiringono.I maggioriyquatoh dicci fiate illoro noi 
tOyfono lunghi:! mìnori^piu che quanto fiano otto o 
fette faccicy noncrefcono. Bene e laucritache tutte 
quefle eccefiioni di noflra naturayO fiaper lunghex^ 
'Xa 0 per hreuita > in qualunque et a fi uoglia yfono 
femprein pochifìimi corpi. Ma radifsima di tutte 
T alerete quella fcnza dubbio alcuno ^quando non più 
'S*al7a alcun corpo , che quanto fia in lui la mifura 
deluolto fette uolte moltiplicata. Que^ìa tale prò-- 
fortione adunque ycfjendo come fi fente ne la mufica 
falfa & diffonante > non fi può per alcuna maniera 
conuenircycon la harmoniay^ con la certe^^ de le 
opere de la noHra madre natura : perche accìoche 
moUrofi non hauefiino poi ad effere i corpiy ilche et 
la difuo proponimento nonhgiamai ufata di fare , 
pochifiìmi in tutte le eta^ne fono co fi piccioli prodot 
ti da lei. Ben ne fuole effapiu fpeffo crear de maggia 
ri : trappajfanti come fi è detto d'una intera por^ 
tioncyla communale& ordinaria grandei^^a. I qua 
li da più larga mano hauendo copìofamente rice-^» 



L I B Ti O ' 

mto de doni celeHi ^ fono frop or t tonati film più af-^ 
faiy che tutti gli altri corpi fi fiano. Et per ciò il ho- 
Uro Ciceron Tofcano , padre de la eloquentia onde 
lodatamente fi raccomandano bora a le lettere i 
concetti degli animiy uolendo di bellcT^ commcn^ 
^dare alcmaperfona^femprc lagrande^^.come ra^ 
ra & eccellente dote aggiunge. Or a efjendo adun^ 
que quefla tale grande ^ rileuata Statura cofi pie-^ 
va di degnita , troppo di errore mi parrebbe com^ 
)mtttcre,fe fen7;o più auanti parlarne , ragionando 
fin oltre pajjafii: Et fe quali fiano le particulari mi 
jìire di leiydiftint amente non ui contafii : Et fe come 
dal capo a le piante -i fiano cjuefli corpi grandi ^ 
froportionati dipinti in dieci parti giuHe & ugua 
iiy partit amente non ui moHrafti . l\agioneuolc per 
tanto e che per uoi fi fappia , che la primiera de Is 
dieci portioni di quefli corpi y cominciando da la 
fomma alte'X^ del capo , fe ne fcende fingiujo ne le 
ultime nari: Dila^ua la feconda per infino nelprinci 
fio del petto*. La ter'^ yfmonta ne la fommita de lo 
Slomaco:Cade nelhelicoyla quarta: Et la quinta poK 
la giù nel fondo de l'aguinaglia finifce: La doue affèr 
fnano i mifuratori de corpi^effere il centrOyeH me7^ 
a punto de Ihumana lungheTi^^.Le altre cinque par 
ti ueramentCy da le cofcie & da le gambe per infi-^ 
710 a la pianta del piede , feconda & eguale metx 
dÌ7ioflri corpiy fono interamente compre/e* Ma non 
folamente con la faccia (come u'ho difoprapiu uol^ 
te dimosiro) s'c trouato modo digiunamente mifif^ 
Vi* ' ^ ' 



S É C O T^ D 0. 84 

tare tutta intiera la quantità che formano queÙe 
, membra: Ma con quello jpatio anchora^che piegan- 
do il braccio & diftendendo la mano , è per di fuori 
da lagiuritura delgomito^per fino a la efirema ugna 
del dito di me^oiEt fi è poi col teflimonio ueduto de 
Vefperientia che non fuole fallire od errare giamai , 
che ciafcuno corpo proportionato di qualunque wi- 
fura effere fi uoglia^nulla ufando difcemare 0 di ac-- 
'Crcfcere di lunghex^ ^ fempre tanto e lungo^quan^ 
to perfettamente è quattro uolte lo (l'atio che ho 
''detto : llquale non ci partendo da la confuetudine 
degli antichi sgomito ci è piacciuto di doucre nomi 
narlò . Vuna adunque di quelle mifure , hauendo ne 
la fommita de la tefla principio ^uiene a finire tra le 
"mammelle nel meT^ del petto : Termina l'altra ne 
Vanguinaglia : che e come diffi il mcT^ de ihuomoz 
'La terza ha il fuofine fotto a i ginocchi : Et la quar 
ta & ultima yperuiene al fine ne la più hajfa par- 
te de i piedi. "Et fi come ciafcuno di quefti Jpati è fem 
fre uguale corrijpondente a l'altro , fen'^ iiulU 
hauerui di differentia; & come tutti infieme aperta 
mente ci moflr ano la proportionata altezza de l'imo 
fno ; cofi ci fanno efii accortì^quanto debba effere la 
apritura&la larghex^ de gli homeri: LaquaU 
froportionatamente parlando , non de giamai l'uno 
di que gomititrapp affare . Ma la debita poi ^ prò 
fortionata groffex;^ di ciafcun corpo , confiderai 
ta nel fafciamento CT nel circuito de Vhuomo 3 non 

^-giu fopra, il helico mi principio del uentre , ma fu^ 

.... 

l ni] 



t . -; L I B IIO 

Jbìto per [otto le afcelle , non una fola di quelle mi-' 
furr^ma due infieme^cio è la meta giuHa de la aUe:i^ 
'S^^del corpo , fono ufate di terminarla • T^el petto 
tueramente , tanto feparate & difìanti ejfere ji ueg 
^gono le mammelle luna da l'altra sparlo Jèìnpr e de 
tnafchi^ che ciò ne le [emine hauerc luogo non è pof 
^fibilcy quato precifamente e la lungheT^ giujia del 
^uoìto ;Ts(t? meno fogliono di lungbe'Z^jca occupare 
ambedui quelli fpati.che da le mammelle partendo/i, 
ifi dilìendono fino a le afcelle - an^ifi come feparata 
mente cìafcuno di loro tanto e lungo , quanto e da la 
icima del fronte a la meta del nafo;ouero da l'eSìre-^ 
mo mento purealamedefimametadi quel mem^ 
bro i ciò e il mex$ a punto de l'bumana faccia ; cofi 
unitamente racco'^^i^ti & congiunti infieme amhe^ 
.duiya la perfetta mifura del uolto yfen%a che alcu^ 
^a cofa ui manchi od ahondante ui fia y donano inter 
rumente perfettione & integrità: tanto che la lar-- 
^ghe'2^ giurìa del petto proportionato ^ da luna de 
le afcelle a l altra , o con la mijura di due f accie youe 
ro con un folo gomito yilche è tanto pero.giuUamcn- 
te fi può mifurare. Et fen'^che piujungehorada 
jqueHe mammelle ci dipartiamoyhauete a fapere che 
fe da luna a lAltradi loro fi tir affé una dritta linea j 
^ fé poi da ammedue parimente due altre talife ne 
leuafimo , congiungentifi ne la forcella del collo , fi 
uerrebbe drittamentéa formare un triangolo ne i la 
ti eguale i& neglianguli acutoiLa doue foleuanogli 
amichi facerdoti Egìttijy fi come in luogo piu jpirita 



S E C 0 T^^D 0 8? ^ 

le di tutta la perjò?ia , portami il fegnofempremai 
imprejfo del [acro & diurno loro Serapide-.fhper in 
formarne con quel ftggillo le uìrtu de l anima: fi an 
co per cnHodirnela , che le affettioni & le ofcurita 
delj'enfo & de la terra ond'ella èfafciata^ dal dritto 
fentiero fuolgendola , non le togliejiino il diurno lu- 
me celeHe. Ma lafciando bora queflOydico che la luti 
ghe'Xj^ de piedi debita & comicniente^non de ejje- 
re minor e^che fi fia parlando communemente^dal ca 
po a le piante la fefta parte di tutta la flatura himà 
mi\Auenga pero che in alcuni più lunghi squali colo 
ro efferefi ueggono di cui u'ho difopra narrato yftd 
la quantità de loro piedi , quanto e la fettima parte 
di tutta la lunghe:^ loro . Concludete adunque 
fermate ne l'animo uoJirOt che ne i corpi come difii 
communi & quadrati , ne il pie foprauanzi o [cerni 
da la fcfia parte de la lunghex^-.ne tutta intiera la 
altei:^ de la ftaturayfoglia da la mifura di feipiedi^ 
0 difcrefcere od abondare giamaiy Et d'altra parte 
4}be i corpi prpportionatifiimiinon fiano o maggiori 
0 minori di fette piedi : Et che il pie fommamente 
proportionatOy nonpafii^nefia meno, che la fettima 
parte de la perfona:oltre alqual termine, non h come 
flijfe Marco Garrone , predato ad alcuno di douere 
alxarfi. il diametro poi , un matheniatico termine 
ufandoy ouero fepiu u'aggrada la profondita de cor 
pi ben fatti, & con ragione & con buona proportio 
ne ordinati,ne pf^r graffe:^ o per magrcT^a fouer 
chia fconcii^ fmoderati^ qui proprio nel trauerfo 



' ^ l I B Ilo 

naturale intendendo yftmpre è tanto ne più ne me 
voy quanto è la mifuragiufia di un piede. 7s(e da quc 
f?o tanto di /patio , è per alcuna maniera differente 
o diuerfagiamaii la lunghe':!^ de la parte del brac 
xìoy che ne la giuntura de la mano incominciando » 
tiene perfino a doue il gomito ne la parte di den^ 
tro del braccio e folito di piegarfì . Ut altrettan^ 
to e medcfimameìite da la meta del petto , la douc 
furono per temperare il caldo del core , ouero come 
alcuni differo per accrefcergliene, le mammelle im^ 
preffe da la natura^ o fta montando fujòfino a gli ar 
gini de le lahra : ouero difcendendo per infino a la 
concauita del belico . Tarte di quella nofìra Jpoglia 
terrena.non pure come il Confilo diffe a F enere fa-- 
era, ma anchora come centro del corpOyfottó la di^ 
uinacHSÌodia del gran padre Gioue . Qidndiuen^ 
ne chepreffo agli antichi, nel tempio famof/fiimo di 
^mmoncy nera la effigie del belico depinta: Et con 
fommi & immortali honoriyriuerita & celebrata :. 
Volendo in quella guifa dimosìrare queipopoliyche 
Gioueycio è Dio creatore & conferuatore^era il cen 
Hro di tutte le cofe. Et la medefma anchora quanti^ 
'ta di fpatio y t da la pianta del piede , a la fine del 
'tnufculo de lagaba: Et da queflo luogo parimtte.in 
fino a la meta de la ruota onde il ginocchio fi piegai 
Sono adunque fi come uedeie^tuttii predetti luoghi 
del no^iro corpo, proportionati & corrifpondenti a 
la mifura del piede. Ma non pur quefìifoli, hannoy 
'o.col piede folo pi qpoxtione^ ma tutte le membra 



S E C 0 TslD 0. 85 
'mchoya onde formati fiamo^ & tutte te parti loro\ 
con alcune altre partii & con alcune altre membra^ 
[emano infcparabilmente la analogia: da noi, i mae-- 
§ìri Latini imitando^ o proportione , o conuenientìa 
ilimifura denomnata.Latjmle(fi come agli occhi il 
lu7ne)ci hftmpre fiday& fempre fecurifiima fcortUy 
aperuenire ne la conofcem^ da la proportione fimiL 
mentCyde le uirtu & de lepotentie de r anima. Ma 
•di queflaharmonia (per co/i dire) & di tjMefio con-* 
cento de le naturali uirtu de l'anima nostrayforfc al 
tre uolte non ni ejjendo graue V udirne ragionar cmo^ 
Hora che certamente nel bclico fta come dipòi il ceti 
tro de llmmana ftatura > alhora ne potrete hauere 
ogni dubbio lontano, che ponendo un huomo inpie^ 
dii lo farete allargare & inalbare le braccia cotan-^ 
'to 5 che non più di interuallo uhabbia tra\piedi 
le manìache tra luna mano & l'altra fi fia : M-^ 
hora fe per le cfìremitadc le mani & de piedi un 
cerchio difcriuerete^ il centro di quello ejfere nel he 
Vico ritroverete. Et queUo mede fimo auerra,fe non 
più giunti i piedi tenendo ma tanto l'uno iniqua, & 
V altro in la rallargando ^ che facciate che la flatura 
uenga ad ejfere più breue la quartadecima parte: Ut 
che la difiantia de piedi tra loroy di quelli di poi a 
Vanguinaglia , formi un triangulo eguale ne i lati # 
Ter oche il cerchio che alhora defcritto farà intorno 
al ultime parti de le mani ^ de piedi , haura fen^ 
%à dubbio nel belico il fuo centro . Medcfimamente 
anchoruyfe co i piedi giunti^le mani fifìenderanno fo^. 



1 



L I B TiO 
pYcHl capo altijjlmamcntey i gemiti pareggiar ano U 
alteT^ del capo: E'I quadrato Ridotto in forma equi 
luterà per gli ('jlrerni de le mani & depiediy nonpo 
tra in altra parte hauere il fuo centro^ che ne la già 
detta difopratLaquale fara anclj0ragii4flamentt il 
me%o ytrala fomma altei^ de la tefìa e i ginocT 
chi .Ma di più inan':^ farmi col parlare fiu lunga-- 
mente di queUa cofa per hora la fciando , ^ quella 
parte feguitando di raccontare che già cominciato 
haueuamo , dico che quanto jpatio ha da la eftrema 
punta del najo fin fu tra le ciglia^ tanto ne defcritto 
da que^ìo (portare infuori del mento da la fommita 
'de la gola: Et tanta oltre a ciò de^effere fempremai la 
lunghe':^ del collo , quanto medefmamente è da 
r estremo mento , fin fufo a la punta del nafo : Et o/- 
tre a tutto queHo , quanto anchora ci fi uede ejjerc 
di diflatia dal nafo al labro di fopr aitato no fi difdice 
^he fia rileuata la cima del nafo, dal rimanente y & 
*dal piano per dir cofi de la faccia: J<[e ragioneuole è 
che fia da quefia mifura diuerfayla cocauita degli oc 
chi qui negli angulial nafo uicini.Ma ne le mani poi 
dodegra parte hanno gli huomini de la loro irnmor 
t alita ; perche con efjo loro come difii fi uincono gli 
inimici ; fi fabricano le Jphere imitatrici del Cielo , 
cJr le Citta , & le Cafe , & le T^aui , certifiimo ar^ 
gomentode la audacia nofira-j con effe fi teffono 
le ueWi ; & la mturaimitando , fi dipìngono ^ fi 
fcolpifcono tutte le cofe;^ finalmente con effe fi di*^ 
firiuono le leggi , & compongónfì h libri > mmo^ 



SECONDO. 87 

ria eterna de fatti del mondo ; ma ne le mani dico , 
ninna parte h di loro y che ala mifura di alcune aU 
tre me nbra , onero di alcune altre farti pure de la 
i§icjsa mano, non fia corrijpondente in tutto & prò 
fortionata.Et primieramente la lunghci:^ di qne^ 
fio dito col quale additiamo & dimoilriamo le cofe, 
ne la parte di fuori de la manosa la fommita de lu* 
gna a C ultimo nodo,de la giuUa meta de la lunghe:^ 
di tutta la manoyci rende interamente accorti: Et 
€ ftmpre eguale a l'altra meta: che dal predetto ulti 
mo nodo di quel ditOyUa fino a lagiutura onde la ma 
no al braccio è congiunta. Ma ne la parte di dentro^ 
queHo ifìeffo ci fa uedere il dito di me'^ : comin^ 
dando dal fuo principio quiuerfo l'ugna, & poi fino 
a la meta difcendendo del fuo monticeUo : llquale 
/patio y fimigliantementc paragonato a quell'altro 
che da indi tiene al cogiungimento del braccio y fi 
come una meta a V altra è conueneuole che fia, fem^ 
pregli de c/fere per lunghe^i^ fìmigliante & ugna 
Le.Vareggia fmilmente , corijponde a tutta la al 
tei^ del fronte , quella parte qui uicina a la paU 
tna, CT primiera & magiore di queHo dito , che in^ 
dice 0 dimojlrante e nomato : QueHa feconda poi , 
& infieme ancho la ter^a , infino a CeUrcmo de l'u ^ 
gna, da lo /patio che è da le ciglia a la punta del na^ 
fo y non fogliono e/fere differenti giamai • Ma la 
primiera parté ueramente del dito di me':^ , h fem'- 
pre dì quella i/iej/a mifura, che fi /ìa dal nafo comin 
dando, & giù difcendendo fino a l ultimo mento: 



m 



L 1 B B^O 

Za feconda è poi lunga , quanto è dal mento , inprìo 
-fu nel principio del labro di [otto: Et la ter'^a infie-- 
me con L'ngna,fi confa giuSìamcnte con quello fpatiù 
tb è dal l'ultime nari a la bocca. Medefmamete nel 
dito maggiore & più graffo , tanta e in lui la lun- 
ghc^ de la prima parte che a la mano fi congiuur 
ge, quanto e la larghe-z^^a de la bocca, rnifurata col' 
co-mpajfo: Terocbe Je col fio , a lungo il labro difo-^ 
pra la bocca fi mìfuraffe , non più la larghe'^ di 
^aucUa a la predetta mifura Affonderebbe : anT^ di 
gran lun'^a , ancbo dico fen%a ufcir.e di proportio^ 
tione,lapaf brebbe:Et d'altra parte, o a la lungbeT:^ 
.%a del nafo , ouero.a la alte'^ del fonte , ella ejje 
re uguale fi uederebbe. jlpprtf'o a tutto qucfio pet 
iifcire de le mani una uolta^dico che ragioneuolmeu 
te tanto lunghe debbono efere lugne di tutte le di- 
tta^quanto h la meta di quella parte del dito» la doue 
le fenafcere,chipriain cofi fatto modo pemoHra 
utile le hebbe createMa lagrofe'^ poiy o de le di 
ta grof'e,ùUcro de le braccia cofi ne la parte difetto 
come di fopra delgomito,& apprejfo quella aìichQ* 
ra de le cofiie & de le gambe , fempre con ia lun" 
ghcT^ infieme de le ìjieffe membra , bene e ragion 
tloe fia tanta.Fero e che ìagroffe7:za de la tefla» mi 
furadola con un fio ouero per la cima del fonte fin 
di drietro a la nuca doue terminano i capelli , oucro 
cominciando qui tra le ciglia a confini del nafo , & 
■perla fommita del capo trafcorrendo fn drieto net 
trincipio del collo. , non ad altra co fa alcuna ftfmU 



S E C CrT^t) 0. 88 
■àggiiUgUarè 3 che a la ampìcxj;a del petto tra rimo 
bomero & l altro: Laqualmiftira , tolta ne la teUa 
0 per l'uno 0 per l'altro uerfo come habbìamo mo^ 
Slrato y fempre la quinta parte è neceffario che/ia, 
\dì tutta la burnaìia lunghe -^a . Ma ritornando hog 
gimai 7ie la faccia , donde non e gran tempo che ra^ 
gionando mi diparti , ui bifogna fapere lei effere 
fempre uguale di lunghe:^ y a la mifura che e da la 
-esiremita del dito di me^o , infino a la giuntura che 
è trai braccio CT la mano. Et tanto oltre a questo ef 
ferci di diftantia da la meta de lo (patio che e tra le 
ciglia a confini del nafoyiìifmo agli anguli degli oc-' 
thi uicini a le tempie , quanta d'indi ne refla fino a 
gli orecchi : La lunghe:^ de qualiy andare diuerja 
da la islefja mifura , non è lecito che fi uegga gior 
mai • Gli occhi poi debbono effere per lunghe-:^ de 
la medefima quantità , che fi fia tra luno occhio &; 
V altro l^grojjexT;^ del nafo: oueroper meglio dire t 
quanto efii fono tra fe y l'uno da l'altro difìanti • 
Ze ciglia parimente congiunte luna con l'altra , 
^ di.ammedue cofi accoppiate informandone un 
cerchioy & il medefmo anchora fattofi de i mc:!^ 
circuii degli orecchi ( che fimili & uguHifono tra 
fe gli orecchi CT le ciglia) uengono poi a figurare un 
cerchio di eguale grandcz^y a quello che ne lo apri 
re de la bocca fiamo foliti di formare . Et in quefla 
maniera , cofi pienamente rifonde la bocca aperta 
a lagrandcT^ de le predette due membra , come 
ambedue loro ^ fa giuHamente unaiUejfa ugualità 



L I B 1^0 

pmigUantì . il collo neramente j accioche in tutte le 
parti del corpo dìHìnt emente proceda ìlno^ro par 
lareytanto pergroffcT;^ de efjt reyquanto è due fiate 
la liingbe']^ di tutta lafacciaiouero quanti) a pliche 
pero fia fmilmente il medefmOydal btlico al prìnci 
pio del petto. La larghe^^a poi de le mani ^ de pie 
i/i 5 alhora è degno che fia Himata conmneuole & 
ginsUy quando a la meta de la lunghc^^ di quelle 
membra , ella interamente, & è (en's^ alcuna diffe^ 
rentia corrijpoudcnte. Quiui il Dolce ,fentendo che 
il parlare di quelle mifurCjO corrifpondentie^o prò- 
portìoni che dire le ui uogliate , era già uenuto a la 
fine,fattofi tutto lieto nel uifo , ^ mirando ucrjo il 
Ouìrinì^uedete diffe con che picciola uoHra fatica , 
ci hauete a noigrandifiimo [odi sfacimento donato • 
"Et io per me , inuero non uorrei efjerc rima fio di in 
tenderne quanto ne hauete trattato, per tutto l'oro 
€he nel ricco sfortunato Tago fi coglie del Confò' 
losche pero non uo dire de le infinite mcramglie^& 
del Verày& de le Indie Occidentali, che egli tuttofi 
giorno con ifiupo- e di noi altri ci fiwle contare ^ 
Ter ciò s'altro ui auan%a a dire in quefla materia ^ 
recatelo ui prego a compimento una uolta : accio^ 
^he poi de la proportione che hanno le membra tra 
loro ne la quatitade & ne ifeg?ii , interamente (eh e 
tale fapetefu il carico che ui demmo)ciragioniate : 
Ma troppo più , perché de Vhàrmonia occolta de le 
uirtu naturali de l' anima nofìra , come ci promette^ 
Slepur dian'j^i , ce ne facciate parlando uoi pale fi 

udire 



SECONDO. 89 
udire il concento. Et drittamente non fi può dire che 
ad altri più che a uoi tocchi di farlo: llquale con l^ 
ele^antia de uoHri dettiyci hauete hoggi mofìrato co 
me a Le cofe uecchie,(i dia nouita:authorita^a le nuo 
ueicbiareT^ya lefoj'chc: a le dubbie y fede :gratiay a 
le già uenute infasudio:i^ a la fine a tutteja natu- 
ra loro . il Dottore albera , Dio uolejjè rijpofe che 
quello che l'amore che mi portate uha jpronato a di 
rCy lo hauciìe detto , per ch'io almeno in una mini- 
ma parte il ualejji: Ts[ondimcno io le uoHre parole 3 
ad una ferma necejjita mi recherò di co fi douerfa- 
rei Et poijfe coìne ììimo per la mia impot ernia fat- 
to non mi uerra di douer confeguirtoy mi confòlcro 
con quella bella fcntentia di colui: llquale afferma , 
ne le co'e grandi efferegloriofo ^ honoreuole aff iti 
lo baucre folamcnte uoluto.Ma lafciando bora que- 
Jto^a me non pare egli uer amente che altra co fa alca 
numi resìi a douer dire:fe per auenturain animo 
non mi uenìffe(ilcbe non confvnta Dio)di moUrarui 
le arme del furio fo pai^ guardiano deglihor- 
ti : ouero di menami col parlare per entro a quello 
ofcuro jpeco y^donde noi altri tutti ufciti ci fiamo : 
quando primieramente y diuenimmo cittadini di que 
fio mondo. Ma conciofiacofa che queHe parti Uiam 
d'ogni tempo bonesìamente ctlatCynon giudico uffi- 
cio di modefio huomOyil uolere in prejcntia di uoi fa 
uellando manifcfl.irle.TsJaJcondetele pure quanto ui 
piaceyil Dolce foggiunfe:Che in luogo di uoiyce ne fa 
dotti a pieno quel prouerhio uolgare:onde ejjere fap 

M 



L I B B^O 

pìamOyda la forma del nafo conofcìuta la coda.S'og-^ 
ghigno coft lieuemente U Dottore a queHe parole : 
Etpoiyin qneHa maniera fegui ragionandola ne le 
qualità corrifpondentiayiì uentre con lafacciaiban-- 
nouela con le bracciaylegabe:Et con i piedi al fine Je 
mani . Che chiunque fi troua hauere la faccia graffa 
^ carnofa , ha parimente grafo il uentre & pieno 
di carne:Et cofi per contrario.Simigliantemente co 
loro che hanno breiù le braccia i portano infieme le 
gambe di quella maniera • Et coloro le cui manifotio 
piciole & corte^non^fi ueggono haucr i piedi da le 
predette qualità differenti : Èt poi ne le conditioni 
a queHe diuerfCy il mede fimo a punto neauìene. Ma 
fi èanchora da Ihumana diligenza offeruatOy che ne 
la lunghei^yil collo ha con ^e gambe corrifponden-- 
tia: onde dicono che tutti gli ammali che hanno il 
collo lungOyfono alti fimilmente & rileuati affai ne 
le gambe . Dicono oltre a ciò di non fo chepropor--^ 
tione(come dianTii diceHe uoi)che ne gli huomini 
dal nafo fi toglie : Et ne le f emine , da la meta de la 
lunghe^ del piede: Et da le qualità anchora de le 
labbia. Ma fi come diffhnon iflimo che fia ne conue^ 
neuole ne honefta cofa , il difiendermi hora più lun^ 
gamente in cotale ragionamento : Laonde tacendo^ 
ncyd' altra che più modeUa & più debita fia^comin* 
' daremo a parlare.! fegni ucramente^oue uoleteche 
anchora tendano ragionando le mie parole , fono 
\ come qnelìi dua y che ìmpreffmiuiy dal Cielo , come 
dal figgillo la imagine ne la ceray mi potete ucdcrL 



S E C 0 T^D 0. po 

qui ne la guancia fimHra:Et fono uolgarmente addo 
mandati neui.De quai, qualunque huomo ne la cima 
alcuno ne ha de la frontc^ne ha parimente ne la uer 
ga un altro a quello fmileyje preffo a le ciglia^uno al 
trettale nel petto: fe ne le palpebre , uno nel uentre 
la di /òtto al belicoMa colui ch'uno cofi fatto fegna 
hauejfe fui ìiafo^un altro ne portarebbe ju i geniali 
diqueUa iflefj'a manicra:ouero ne la manca parte del 
petto : 0 fia pure la giù dintorno de la anguinaglia . 
I neuipoi deleguancie^ danno ìndicio di doHercene 
ejfere da quella parte medcfma^altrettantijuigeni 
tali. Quei uer amente de le labbia^da uno ne le brac- 
cia tra la /palla e'I gomitOyJempre fi ueggono ejjere 
accompagnati . ^l fine potale mani, con la uerga^ o 
co i genitali; & lagola^con la dritta banda delpet- 
cto ;hannoin quefii tali fegmcorrifpondentia La ca^ 
gione de quaiypercioche ella a quetìo luogo non fi ap 
partiene , non mi darò alprefente fatica di dichia- 
rarla* I{eflami bora a douer dircyde la occoltapro- 
portione de le uirtUyO de lepotentie naturali de l'a^ 
nima : Laquale di nafcoHa ^ ofcura che eWh , tofto 
che al celefle fole hauremo porti i debiti uati , & 
per lui (come da l'effetto a la cagione)faremo afcefi 
ne l'eterno intelligibil lume^ toflo dico al nofìro in- 
telletto , illuminato da i raggi di quel uiuo jplevdo-^ 
te^^ chiara &palefe & bella fi moUrara.Conce^^ 
dcteci adunque o Soli eternici' uno dal fenfo , V altro 
da l'intelletto compre foy che con gli occhi penetrane 
do de la mente negli inuilluppi^zx per entro la neb-- 



L I B B^O 

hìa che la natura nafcode^poffiamo apertanitte ma 
nifefii una uolta uedere gli accolti fecreti di lei,Toi 
che cofihehhe detto il Qiànni.quafi da fop-aueguen 
tefor^a tenuto^dipiu auantifauellar {i rimafe: Ma 
poi che tacitamente egli hebbc non Jò che tra fe we^ 
defmo mormoratOiinpiu chiare CT più efpedite uo ^- 
ci cofi di nuouoprefe a parlare . Ha primieramente 
con la terra l anima noflra corrijpondentiayper quei 
fentimentiy onde come per ufci apertiyCntra in lei la 
cognitione de la uerita de le cofe : Ha conuenientia 
con l'acqua ypcrlimaginationeiper la ragione y con 
Varia: & col Cielo al fine y per lo intelletto . Cornee 
adunque in alcun corpo e più potente quefìo o quel 
l altro elementOyCofi ne V anima^quefla o quella par-- 
te^fignoreggia & fnpéra V altre : Ma quando fono 
gli elementi infìeme di maniera cotrapejati^che [eco 
do la naturale proportione niunolamijuradei'al 
tro trappaffi od auan%i 3 alhor a parimente forge ne 
r anima y come da la fonte 1 acqua nel rio , un certo 
eguale per cofi dirCyr^ giusìo & temperato compo 
nimento d'affetti: Et tutti infieme.o intellettOyO ra- 
gionerò imaginatìone y 0 fentimcntiydentro a termi- 
ni propri af] e gnati loro da pio,[lanno fempre da niu 
na parte eccedendo riflrctti.Ma la proportione che 
ne i noflri corpi hauere debbono gli elementi tra lo- 
^"Oynegli humori onde uìuiamo confiderandolasfi ri- 
chiede che tale fi fta, quale apprejfo diro . f^uole il 
Jangucycfjere otto uolte tantOyCorne'èla colera ncn : 
quattro com'è la uermiglia:Et duCyfi come la phU^ 



S E C 0 7<l^D 0. pi 
gmaJnguifa che per ordine procedendo da l'uno a 
l'altro jci e tra loro fempre doppia proport ione: Ma 
dalprimiero al ter%Oy& dal fecondo alquartOyqua 
drupla:(Che ben mipenfo che buona mi farete cjue 
Sìa parola:^' alcune altre a?ichora:che no ne hauen 
do la fauella uolgareforo sfor'^to di torle inprejìa 
Xa da la Latina.) Ma dal primiero poi a l'efiremOyOt 
tuppla come dijii , laproportione che ci è conuiene 
che fia.Da lequaiproportioniyne nafcono parimente 
diuerfe harmonie:perche la proportione doppia ^fa 
tre diapafon: Et la quadrupla^fa il diapafon due fia^ 
te:& una il diapente.Quindi è uenutOyche i Saui del 
. mondo y hanno detto che la ragione a la concupifcen 
tiayuuole hauere laproportione diapafon: Et a l'ira, 
diate ffaron . Et che la uirtu irafcibile a la concupì-- 
fcentiayè conucniente che fiaproportionata per dia-- 
^ pente. Laonde conofcendo anticamente i philofophìy 
quelle tante dijpo/itioni harmonice che ne l'anime 
fono & ne i corpi/econdo la diuerfita de le complef 
fioni de gli huominiy uarifuonìy & uari canti fi dio, 
dero a ufare :fi per conferuare la fanita del corpo ^ 
& infieme per riuocare la fmarrita: fianchora per 
introdurre negli animi i buoni coUumi: Et per ren-- 
derli interamente confinanti & concordiycon la ce- 
leHe diuina harmonia. Ma in che modo ciafcun 
corpo fia partitamente dotato de le predette uirtu 
naturali, & in che maniera elle fiano proportionate 
tr^ loro y non per altri me':^ pofiiamo conofcerlo , 
che per quei propri ond'^Ue pajfano in noi:, ciò e per 

M iti 



L I B 1^0 
li corpi &per le fphere celcfti.Concìofiacofa che tut 
ti quei corpiy donino particularmente a gli IvAomini 
nelnafcimento loro , le loro (pedali er proprie uir^ 
tu. La Lunaria potenzia uegetatiua: La fantafia , 
l' ingegno. Mercurio: La concupì fcibile , enere : il 
Sole , la Fìt aleda e fpid fina o l'irafdbile ^ Marte: 
Gioue y la naturale: Et la retentìua al fine , Saturno. 
La uoloìita ueramete che ci uiene da tottaua & uU 
ima jphera , fi come il primo mobile tutti gli altri 
cieli j cofi ella uolge,menay& gira coneffofecoytutte 
le antedette potentie o uirtu che fi dicano naturali • 
Conofciuto adunque come fliano o naturalmente o 
accidentalmente locate quelle /ielle nel na [cimento 
d^ alcuno , & quale habbia di loro più di uigore & 
di for7;a , potremo parimente di leggiero ejjer cer- 
tiyquali c7 quati fianogli appettiti de l'anima ond'e 
glifi uiua . Veruenuto il Dottore a quello termine 
ragionando , parue che egli di più auanti procedere 
rimaner fi uoleJJe:perche lo ^mbafciadoreyche tut^ 
to hauea queHo difcorfo con fomma attentione afcol 
tatOyrìmettendolo di miono inparoky in quefla ma- 
nieragli dijfe.jl me c flato ucramente caro & dilet 
teuolc affai , lo hauere intefo da uoi tutte quante le 
proportioni CT conuenientieyonde eJr con noi mede-* 
fimiy& congli elementi p & col Ciclo iHefJo cene 
andiamo proportionati . Ma acciocbe in quello non 
mi reUipìu cofii alcuna a douer defiare , mi farebbe 
apprejjo fommamente grato a fiipercyfe portate fer 
ma creden'j^a (nel ragionamento de corpi tornando) 



S E C 0 7^D 0. 

che tutti gli buomini , & tutte le membra loroy tali 
fìano apuntOyquali ci hauete narratolo pure fe con- 
fefjate che cijiano molti ( come forfè la cfperientia 
ni sformerebbe) ne i quali la analogia di cui poco fa 
ciparlafle^non fi troui in alcuna lorparte:ouero che 
molte loro membra (quando il dir tutte fia troppo) 
priue^jpogliate^ & manche ne fi ano . Già non fi può 
negar Cy foggiunfe alhorapresìamente il Quiriniyche 
molti tutto' Igior no no fia ufata di produrre la natu 
ra(cofi uolcndo & dij^onendo il Cielo) non feruan 
ti in tutto il lor corpo , ouero in alcuna parte di lui, 
la debita & conueneuole proportione.Ma quefti ta^ 
liyfono communementeda tutti gli fcrittori , moftri 
addomandati:T<[on osìante pero che lufo CT la con^ 
fuetudine del parlar uolgare^ non foglia per qneUa 
uoce di morirò altro intender Cy che uno che due te^ 
ficytre braccia, gli occhi nel fronte , un pie meno, od 
altra fimigVwite fciagura fia ucduto di hauere . (t 
pagano oltre a ciò molto ben caroy non foloala de^ 
formita de laperfona ?nirando y ma anchora ne le in 
uifibili bellc'^'j^ dt l'anima trappaffando , la mala 
& Iproportionata dìfpofitione che efii hanno ne i 
corpi : Tercioche fono ne i maluagi trini affetti 
de l'animcyfempre tr abboccanti & fouerchi: Et d'ai 
tra parte ne i regolati &buoniyda ognitempo man 
cheuoli & fcemiMa negli altri corpi youe non fia al 
tra di^crenT^ alcuna che di quantità & digrande^^ 
^ytutte le proportioni da me dauanti contate , per 
fettamente in tutti fi trouano. Tsfe altramente in lo 

• • • • 



L I B 1^0 

ro adimene^che nei lenti, od in altri cotali iflromen 
tiyfonando foglia auenire: ISlf i quali tirando le cor^ 
deyfi al%a fi acuifcc il fiiono : Et per contrario aU 
Untandole: egli fi abbajfa & diuiene più grane : J\i^ 
manendo pero ferma & intiera^o ne iuna maniera 
0 nel' altra , quella ifiejfa proportione di numeri & 
ài dillantìe.Dico fmilmente che il mede fimo incon^ 
tra ne i corpi: l quali od accrefcendo o minuendo U 
tor quantitayfempre interamente conferuanoy fcn%a 
pero hauerui alcuna diucrfita , la loro proportione 
pròpria & natia . Laonde da alcuni Dottori fattine 
dotti yfap piamo hauere antican^ete uenticinque arte 
ficiy fatto in diuerfi tempiyi^ in nari luoghi j una §Ìa 
tua cofigiu!ìa & proportion<ita^come fe un folo mae 
flro & nopiuyuljauejfe nelfabricarlapofìo le manL 
Laqual cofa chiunque dicejfe hauere hauuto origine 
dà altro luogOyche dal conofcere coloro per fettamen 
te la proportione che hanno le membra le parti 
del corpo luna con l'altra^ perauentura il dritto & 
la uerita non direbbe: Et fopra qucHo , di nana , & 
falfa , ^ bugiarda opiìiione , fcioccamente il fuo 
animo impregnar ebbe . Ma egli doucriabene effe^ 
re tempo hoggimaiy& c flato forfè già pei^ yche 
noifignor Confolo che nel mio ragionamento ripo- 
far ui uoleUe , fianco già non pur fatio di più lun-^ 
gamente dimorare in luogo cofi Jpiaceuole , quafi 
da ombrofa & non ben fana palude aUontanando- 
uiy nelgratiojoy aprico y& diletteuole fentiero del 
uofìrodire^ di nuono rientrale . Et tutto quello 



SECONDO 9^ 
eh e manca a por fine al uoflro parlare, interamente 
ci riferisle : Et oltre a ciò che. non folo a le uoUre 
prome{]e (jtedete quanto fi affetta da uoi)ma ancho 
ra a i dijfctti mieiycopiofamente Jodisfacesìe , ^Iho 
ra lo Spagnuolo^ani^i rijpofe fon'io fiato fi fplendida 
mente da mi ricetmo^chepure il prefumere di ag- 
giunger ni co fa alcuna , oltre che impofiibile a me , 
certo ne farebbe 0 fuori di tempo ^o fouerchio lima- 
to da ogni huomo : Effendo nofolameteper le uofire 
parole diuenutopiu dotto, ma infiemepiu ardito, a, 
ragionare delanoflraproportione. Laquale fe bella 
Cìr utile cofa è il dimojlrarla ne le membra efieriori 
del corpo-, quanto più cibifogna confejfare che fia 
gioneuole <^ merauigliofo , // manifefìarla ne gli 
humoriy che fepolti ^ rinchiufi fi Hanno [otto a que 
fia carne ? Ma troppo più fi deue poter trarne di 
piacere di bene , intendendola ne le inuifibili af-^ 
fettioni de r anime: Et ne le non bene intelligibili in 
fìuentie del cielo , M a lafciando il lodamene ad aU. 
truichepiu ricco fia d'eloquentia, io ne la mia roT^ 
pouerta rìHretto , condurrò al fuo fine cefi piacene 
do a Dio y il mio già cominciato, & nel me%o tron-^ 
cato ragionamento.Toi in f^fteffo raccolto,in queflo 
modo foggiuìife. J\ipigliando il difcorfo onde di prir 
maragionauamo de le qualità de le parti del cor-* 
fOydico che coloro in cu il petto grandemente ampio 
&mufculofo fi uede^abondaìio fimilmente cìrntl 
corpo e>" ne l' anima y diforte'z^ & di ardire : Ma, 
per contrario i deboli & uili, & picciola & Hretta 



L I B 1^0 
queHa parte fi ueggono hauere : & ìnfìemementc 
fen'^ alcuna colleganza di nerui.I ro7Ìfoii& cm- 
deliy& che per cojà ninna fono ufati di mouerfi a 
compajjlonejmno pure in qucjio luogo medefmo de 
Ja loro perfoìiaygradifiima & fouerchia copia di car 
ne: Et ben potete in nero fecur amente render ui cer* 
tinche il petto in queUo modo molto carnofo y& le 
mammelle per tròppo di grajJeT;^ affai rileuate , 
anuncino fermamente ad un medefmo tempo & la 
fcìuia & ebbre'^a.Lc fpalle ueramet e grandi mufcù 
lofe & forti 9 rnfl^ìr ano gli huominirobuHi fieri ^ 
arditi:Laqual cofafi come propriamente al mafcbio 
fi attribuifcey co fi dal altra parte le fneruate piccia 
le & deboli , & fono di loro propria natura a lefe-- 
mine conueneuoli : Et fannoci oltre a ciò eonofcere 
parimente Je timidi oruiliy &perpocodiuigore 
& difor^a facilmente arrendeuoli perfine. Le JpaU 
le firette.fogliono portare ipax^ : Et le molto car^ 
nofeygliinfenfati: Ma le larghe ^de i magnanimi; CT 
lelieuemente ritonde , dei prudenti amoreuoli& 
gratiofi^fono certo fegno. ci mancano anchora, 
altri nonpochiyfceleratiimaluagiyinuidiofi^& fcoftu 
mati ne l animo y perche nel corpo fono le loro Jpalle 
in tanto ciirue & piegate , che gli homeri quafi in 
fui petto loro trafcorrendOy& le parti dinanzi che 
ragioneuolmente manifeUe ^ apparenti efjere do^ 
uerebhono ceLvido &^najcodeìidOy molìrano in que 
Ilo modo che elle fiano priue del tutto de la debita 
& lodata proportione : Da quefìo ifìeffo fegno ^ fi 



S E C 0 T^D 0. 94 

dipartono ancho quell'altre , auenga che per hradd 
diucrfa^yche non dirne come quciìe, ma concaue & 
qmfi jpartitefi ueggono , Lequali tali ejjendoj come 
rendono il corpo mcn bello , coft danno argomento 
che fi debba credere , ejjerne l'anima infieme men 
buona: E/fendo in leiynon fenno,mafollia:nonpruden 
5^ : ma uanita : non continentia , ma lafciuia : c^r fi 
nalmente non chiaro giudicio uirild ma ciechi femi 
nili appetiti . Edo che hauete adunque quali debba 
no ejfere quefìe membramon curue e^r eminenti co-- 
me le prime:Ts(e per contrario concauiòr uallofe co 
me quefl'altre:ma tutte [ode ^ piene: cir dolcemen 
te diro coft ritondette . Lequali belle'}^ <^ ^^gg^^-- 
dria accrefcendo nel corpOyfignificdno parimente ne 
l anima & bontà (^uirtu:migliori & più nobili or^ 
namenti de la mente nojira.Et douete ojjeruareper 
generale regola er* norma, che la giufia proportio- 
ney& la uaga & gentile dijpofitione de corpi^palefi 
Cjr manifefti fempre buoni cofiumiyhonejiaiprudcn" 
lealtà: Et d'altra parte le membra indiJpoHe 
fproportionatej fiano difcelerate's^ , di uiti^ di 
maluagitay& di perfidia^fegni & dimofirationifem 
pre infallibili . Etpiacemi di nuouo hora ridire(co^ 
me poco auanti ce ne fece certi il Quìrini)che ne l'a 
nima uiuente in compagnia di alcuno corpo moflro- 
fo y uhabiti parimente di continouo qualche moHro 
horribile CT Hrano . ^ che hatiendo riguardo anti^ 
camente ipopoli de la Ethiopia, che fecondo la dot^ 
trina & le inflitutioni de i Saui Cimnofophifti figo^ 



EIE 1^0 

uernauano facendo elettiont del loro V^e^nonalpìn 
forte ne al più ricco miramnoima fi bene a colui^che 
era di migliore & di più grato affetto: Et che orna 
to uedeano di più bella , & più leggiadra forma . 
Viuifando tra fc medefimi non potete auenire , che 
infieme con la pe fetta belle'^a del corpo y non ci 
fofjemedefimamente grande temperamento de gli 
affetti de V animo. Quindi e nata come pianta dal fe 
me , quella uniucrfale opinione apprefa ne i cori di 
tuttiiiuiuenti^\che fi debba fcbifare^an^i fuggire co 
me uno fcoglio^le laide joxi^e & /proportionate per 
foneiEt con le belle leggiadre CT benfatte spratti- 
care & conuerjàre ogni giorno.Tercheffi come da i 
fetenti odori angofcia tormento , & dai buoni 
piacere & contento ne riceue il ceruello;& fi come 
foauita dal mofco , cr p^%^ dal %olfo , prendono i 
ueflimenti che accompagnati fono flati co tali co fe; 
cofi dal buono odore de le uir tu di coloro con cui 
conuerfiamOi& foauita & contente'^ ne acquila 
no Vanirne noiìre: Et fetore da l'altro lato & affan 
nOidalpHi^ de le loro fcclerita.Siamo adunque ac 
corti da bora inan^^^ quali fuggir Cy & quali huomi 
ni ne le amicitie che contrarcmojiabbiamo a fegui-^ 
re: accioche de le felicita de migliori participandoy 
i^'de le aduerfita de peggiori mancando , poffiamo. 
con diletto infino a la fine lietamente menarne la ut 
ta. Ma più auati feguedojdico anchora che gli home 
ri neruofi fermi mufculo fi ^ fodi^effendo proprietà 
delfejfo uirìlcy dimofirano & nel animo & nel cor^ 



S E C 0 TSl^ D 0. P5 
poforte*:^a: Doue i languidi & uoth& f^^^'K? 
gature ne mufcidiycljc finale femine fi conuengo^ 
noyfempre di uigore^a' fempre d'ardire fon priunEt 
oltre a cio^a quefli lapax^a la uanitay& a que 
gli altri il fenno & la pruden'j^yConueneuole è che 
fi doni. I largi& dìfcioltiydi franche-^ liberalità 
fCÌrcortefia; Et fono indicio gli Jir etti congiun^ 
ti, di [corte fia d'auaritia & miferia.Et cornei mol- 
to grojji non poffiamo lodar e^cofi i troppo fottiliy & 
acuti ne la lor fommita , medefimamente ì conca 
uiy & quafi con una fojja f eparati , & diHinti l uno 
da laltroyUafimare & uituperare dobbiamo : per- 
che queHi lajciuia; maluagita i fecondi; stupore i 
ter^ii ci donano. Ma oltre a tutto queìloycoloroc'ha 
no la parte di [opra delpcttOyla don egli con lago-^ 
la fi giunge, coueneuolmente larga difciolta & aper 
tayfonoper ordinario prudenti efficaci fenfitiui cr in 
gcgnofi.'Conciofia che patenti & ampie fiano le uie, 
per Icquali dal core al ceruelloy facilmente ifpirtifi 
mouono: Iquali nel ceruello informatiy& ueramen-^ 
te fcnfi diuenutiyne ejfendo da alcuna cofa impediti , 
tornano tutti infieme ciafcunoper fe^ad cjfercita 
re ne i loro propri luoghi Je (pedali loro proprie uir 
tu • Ma quegli buominipoi che queUa parte hanno 
chìufa rijiretta & congiuntay& ftupidiy& impoten 
tij & fciocchi , & infenfatiy ragioneuole è certo che 
fiano: llche auiene^ peroche il fentiero onde afcende 
La materia de fentimentiy & ferrato & attraucrfa-^ 
tofitroua ejfere da quella /lrett€7^:Diché elUytra 



L I B F^O 
tante & cofi angurie difjìculta inuiìluppatay debole 
mente a la fine y & con fatica fi può aliare ala fua 
perfettioneMa comejCffendo qucfta chiane oforcel 
la che fi dica del collo honeUamente fuelta & aper 
ta, ella è come ho detto lodeuole buona ; cofi pia 
del douere &pìu del dritto allargadofi^eUa tofto di 
uerrcbbe biafimeuole ór reaiEt di fouercbia la- 
fciuia, cr di effeminati cojiumìi & di temeraria im 
fudentia ci farebbe argomento • Le braccia lunghe 
poi quanto e la loro perfetta mifura, ilche o nel mo^ 
do che ci ha contato il Dottore ageuolmente fi inten 
de;ouero fe Hando la perfona dritta^le eflrtmita de 
le mani giungono fin giù /otto la meta de la cofcia; o 
fia pure come diffc ^damantio,fe leuandole in alto 
' la giuntura del gomito ala fommita dclcapo fi ag- 
guaglia; inguifa che fipojja con le braccia circonda 
dare tutta la tefla;mlta attitudine & prontcj^ 
nel operarey& apprcffoy forte'^^y bontà, & ardi- 
mento fignifìcano . Ma le più cortCy & quelle che a 
la già detta mifuranon poffo7W peruenire Jono di 
tnaluolere^di inuidia^et di dilettar fi de i danni d'ai 
truiymanifcfto & euidente fegno. Le [carne & fot-- 
tiliy tenere':^ d'animo & di corpo ; Et le gr offe & 
carnofe , ro7:e'Z^ moflrano & ììupore. Male più 
' forti &groJle^& lunghe conuencuolmente^i^ Ugo 
miti inficmc wufculofi & tutti pieni di nerui y fono 
di tutte l'altre qualità de le braccia di gran lunga 
migliori. Le manipoiychealafortc'x^'^a haueano de 
dicato i Thcologi antichi y benché la defirafarticu-- 



S E C 0 T^D 0 , 96 
larmente,con lacuale fi giungono i facrmentiyinfie 
me con lafortcT^ja a la fede facra ft foffe,& le dita 
poi d'ammedue, per non andare diuerfo nel mio ra- 
gionare da quello che ha detto il Quirini , Minerua 
de le arti inucntrice conofcejfino per loro Dea, ejjen 
do tenere cr molli & per quantità conueneuoli , ci 
danno indicio di molto ingegno,& di non poco ualo 
re-.Doue le dure per contrario, ajpre,(y più gran 
di che a l'honeUo non fi ricbiegga, di molta forxa , 
& di poco intelletto fede ci fanno . Ma le più breui 
affai,che non uolendo di proportione mancare d'efc 
re loro è neceJfario,quanto di accortCT^ acquila- 
no, di aHutia,& fagacita; tanto d'altra parte di ui~ 
gore per dono, di gagliardia,& di bota. Le fattili & 
di§ìorte,i mangiatori & i molto parlanti; Et le pie 
ciole & lirette,ÌYuhbatori, ^ auari,& rapaci por 
tanofempre. Le molto corte, ipas^^ manifeHono ; 
Lequaife parimente groffe faranno , unifcono infie- 
me con la pax:^ia infinite fcelerita. Coloro ueramen 
te che le mani grojfe hauendo come u'ho detto, ten^ 
gono con tutto ciò le dita breuiffme , & traditori , 
&fi-odolcnti, & ladri,& ingannatori, meritamen 
te pojfono ejjere da uoi giudicati: Iquaife fimilmen- 
tedi fouerchio graffe le dita hauejfero de le mani, 
appreffo a le maluagie difopra narrate conditioni , 
aggiungere uifi può drittamente, la bemalita,la au 
dacta,lafiere^a,& l'inuidia. Mtripoi che hanno 
le dna fattili spicciole, fono uani Gioiti leggierit^jr 
capneciofi i Et tai , che di continouo la teSìa hanno 



L I B 1^0 

mena dhrìlli & dì mitoMoltianchora ueggiamo, 
Ue ed dita fono gobbe difugmli & attratte - onde 
pn ciò loro e(fcre auarijjind , & apfreffo maligni , 
trm,rconumati,& rìbaldì,f ienamentc fi intende. 
Ma quelle dita che proportione moHrano di hawre 
con le mani,& come diffi con tutto il rimanente del 
corpoScoprono ad uno medefimo tempo l ordme,la 
-proportione , cr la temperantia de V animo. Ma le 
uJepoifottili,clnareMghe,uermigli^^^^^ 
ie, tenereMcìde , & rìjf tendenti , cidimoiirano 
tolta prudentia:perfettiJJimo ingegno: rara bontà: 
■Et alto & infinito fapcre.[Da le amie & grifagne 
quafi in guifa di artiglila arrogantia,la sfaaiatex:, 
L & [opra tutto le rapine afpettatcfen%a fallo al 
cuno ! Lequai fe inficmemente a la JtmbianT^ 
■de le fiere fcluaz^e & lunghe foffino & frette, po- 
tete coloro credere che tali le haueffino.oltre a quan 
to fe n'h già detto , non molto fenfitim ne le wrttt 
corporali: Et ne Vanimo,non aueduti.non accorti, & 
noningc'i,nofi:Ethauentifopratuttocio,ripienala 

Zna di Appettiti & di uoglie bcsliali.Le bremfjlme 
p oi,comc elle fono foz:^e & tnrpijÌMea uedere.co- 
fi ui debbono efj'ere nuntie fedeli di fouerchia mali- 
mta : cr di eccefflue & infinite fceleratez^e . Ma 
% molto ritonde & circulari^nìmio altro affetto jo~ 
vliono cofi di continouo menarole con effo feco> quali, 
to la accefa 6- infiammata Ibidinc : Et la sfrena- 
ta & impotente luffuria: sferre & Himoli in ueuta- 
fotentiffmi , atti a far precipitare non pur cerere 



S E C 0 T^D o: 97 

la no/Ira carnalità , doumque più loro fia a grado . 
Le pallide ueratnente cr nere & ajprc, & che man 
cano in tutte di fi>lendore & Licidifa,cdano cr na- 
fcondono fcmpre fotto di hrd , qualche tri§ìa mac- 
chia, cjr qualche graue difetto de l'anima. Ben do- 
uete peroifapere con tutto que!Ì0iChe la fignificatio 
he de l'ugne fola per/e Rej]:-, , fempre da ciafcuno 
huomo prudente, debba ejfere ifiimata & debole 
&poca.Oraperchefmadaitoir miconuiene col 
faueìlarcycht nel capo parte di tutto' l corpo degnif 
fima , nobiUJfima , & la doue perfettamente ut 
ue& regnai' anima huraana,& dimofiraui ejprejfa 
mete le uirtufue m bifogna montareyper meglio CT 
più auicinarmiuiydel collo chehilfoUegno & la ba 
fi di quello, primieramete ragionerò. Douete adun- 
que effer certi,che fempre il colio modefiamete grof 
fo,forte^paleficìr ualore: Et il fattile da l'altro 
lato:debilita ettimore.Mafe con lagroffeT:^i^a,ivfie 
we unite anchora ciuedete effere lunghe-:^^ ^ car 
nofita,non andrà mai dal uero difcoUoil uosìro giù 
dicio, coloro credendo che tale queSìa parte hauejji 
no, aguifa di adirati Torì,onde prima queHofegno 
fi tolfe,ne i riposìi affètti de l'animo, colericifardi-. 
ti,proterui,& uantatori: Et ne le aperte operatio- 
hi del corpo, preSii, uchci ,fubiti , & efpediti . La 
migliore forma, che giamai fi pojja nelcoUo difìde- 
rare , è lejfere come quello de leoni lungo conuene- 
Molmente: Et in tutte le altre conditioni proportio^ 
itato:Etfopra tutto ben fodo,compre£ò, ^ nerwh- 

K 



LI BK 0 . 

fo.OueUo di magnanìmitaydi ardmento,& di alte-^ 
revia hfegno:Et queUo ìHeJJo , gli huomim manife 
ftadifciplinabili:am naturalmete ad imprendere te 
fciemie : Et di pronto dotatiy& di felice & facile 
ingegno.Ma nongia i allontanano per breue&ptc 
dolo interuallo da queSìo termine, gli hauentifì co-' 
me i Ceruiyil coUo lungo & fattile: an^i in luogo di 
■ardire,timidita ; difenda, debole:^ ; & digran- 
derza d'animo, uiltade effere infefentendo,fano in 
tutto fimiglianti a igia detti animalucor.ie pero che 
per molto di malignità & dimalacrean-j^, fiano 
ufati per grande jpatio di lafciarfegli adrieto . 
cuni neramente che hanno il collo molto corto 
breue, è ragioneuole cbefìano traditori,faUaci,bef- 
fatori, & profuntuoft : Ma che pero, non habbiana 
giamai ardimento , di fare alcuna cofa ne la aperta 
luce : jln'4 aguifa di Lupyn cui ci fece la ejpertcn 
tia primamente quefii affetti uedcre» tentano du 
continouo'a ta'uita humana miUe nafcoHe & mgan. 
ncuoli infidie : Ut fempre» in tutti i loro affetti ^ 
maneggi , con tradimenti & con fraudi fi adopn* 
no : indici ueramente ne ofcuri né incerti , de 
triBtia cr maluagita de l'animo loro . "He job già 
fi è tolto come ho detto queiìo fegno dal Lupo , rm 
da quel gefioanchoraonde fi ueggeno gli huommi 
Sìare , inapprcHandofi di fare con fraude & na- 
Jcofamente , qualche male & ingiuria ad altrui . 
Il collo affai neruofa , in cui fi ueggano apparente- 
mente diftefe U corde de nerui^imHra fopratutto 



^ S E C 0 ^ D 0. p8 

gli huomìnìro'zi:! quali non mancando de ^liaU 
trìfegniconueneuoli a queUo impa'^fconoancho^ 
ra del tutto: Et fpejjo trauolti & furioji diuengono^ 
B^o:^ parimente & oftinatifono , cr incttiffimi a ca 
pire & a trouare difuo ingegno eia/cuna cofayCola 
ro che hanno ufanj^a diportare il collo fermo dirit*> 
to & immobile : Q^ua/i che non fapefjinoy oper me^ 
glio dire che nonpotefjinoyo da quefla.o da queWal 
tra parte piegarlo. 7{epure ad ifcoprirci la roxe"^: 
'^&la dure':^ de l'apprenfiua de lo intcUet- 
to.èatta quefta immobilita & ferme':^ di collo i 
ma anchora cipuote ejfere ella guida & fentierOy a 
menarci ne la cognìtioìie de la pofiibile concitata 
paT^a. Ma d'altrapartc il collo in [ufo riuoltoyco^ 
me fogliono tenere coloro che contemplano il Cieloy 
non de e/fere ne lodeuole ne buono creduto:^n7;i ci 
fa egli conofcere apertamente^ i mentecatti J lafci^^ 
hh&gli ingiurioft. Ter cotrario poi il curuo.pìega 
toalo ingiujOy & qua fi nafcoHo dinan'j^yè teftimo^ 
ìlio talhora di pa':^a:Et alcune uolte anchcra^difo 
uercbia folÌicitudiney(^ diligentiay ne lo acquiftare, 
& amìnujfarc denari ^ baucrc: Et di troppa in 
finita parfimonia : an\Q più tofto di paurofa mife-- 
ria: Et con tutto cioydi fcontentay & odioja tri-^ 
boiata malignita.TS(on fe^ofiy non lietiy nongìoiofi, 
& non ridenti ejfere fi ueggono coHorogiamai: tua 
in loro uece di continouo aperti tenganogli ufci de 
l'anime loro , a la mcUitiay a la afflittionCy al dolo^ 
re, & al perpetuo trarguai. B^lìa bora che fi parli 



L J B liO 
come dtjfe jliamantioydel collo Ueuemcnt'e inchina 
to uerfo rhomero drittoionde affettar douete fenT;^ 
fallo alcHìio^prudcntiaileggiadriaiOrnate^ di co- 
fiumU^ gentili &gratioJè maniere. Et d'altra par 
te dal riuoltopoi uer k finiHra a banda , degno Jia 
che attendiate effeminata lajciuia: adulterij: libidi^ 
nofi appetiti: & non fani CT non dritti co'fi/igli. Ma 
quello che hor ne l'unay& hor ne t altra par te è pie 
gato , fignifica parimente ne lo ir.tellettOy cercagli 
, ajfetti predettila medefima infiabilita & leggere^j^ 
^.Tortano le maluagie CT le maligne perfone^ofia 
ne le operationi o ne i penfieri mirado, qmitimque 
pero uagliano de lo ingegno y illoro collo fiacco yte-^ 
neroy & come moto . Ma i duri di cerueìloy & che 
non fono atti naturalmente ale fcientie^ an%i che 
con fomma diffìculta pojfono apprendere qualun-- 
que cofky cìr duroy& fodOy& raccolto^ hauere lofi 
reggono per contrario Ma in più minute parti diui 
dendo anchor qneHo membro , fapere fi dee che la 
<tjpre':^a del collo ne la parte di drieto , ro':^z,%? in 
queHo modo moflra e indocilita: ma ne la parte di^ 
nanxiìUanita^leggrcj^yprofuntione, CT loquacità» 
Ben è uero pero , che fe la gola con queUa aj^rex^ 
infiemeyh alta anchor a & eminente nel nodo del col 
lo , tutto che ella di leggrc^ d'animo fia fegno , 
non perciò e ella ufata di accompagnarfho con la te^ 
meritalo con le molte dande: Anxlfono coloro cui 
piacque a la reìna natura di tali crearliytardi & pe 
grinele operationi del corpo : Et neleuoglie& 



S E C 0 T^D 0. 9p 

ne fèpafìionì de ranìmoypenjòft^tacìturniyhmente^ 
uoliyme^ìiy & difdegnofi . Ma oltre a tutto cio^ Mi 
chele Scotto ne i paffuti tempi ne di picciolo , ne di 
bajfo nome Vhilcfophoj fcriuendo a Federigo Impe 
radore^affermo che leguancie molto lunghe ^fempr e 
a la lafciuiaya la uanìta^tà* al fouerchio parlare an^ 
dauano drieto:Et che le hreui & picciole^fraudi & 
crudeltà ; & le rìtonde^inganni debole*]^ & uilta 
palefauano. Mapreffo a quefto anchoraje uedete al 
cuno con le guancie grojje & carnofe y giudicate lui 
tardo & uhbriacco : fe jòttili & magre^non penja^ 
teche fen%amalìgnitayil fuo animo firitrouigia^ 
mai:Et che an'^percontrario^eglifempredi malfa 
re fi diletti & fi prenda piacere . 7S(e fìmilmcnte è 
da credere che pojfano fare alcuna refiSìentia a la 
ìnuidiayche punge & mòrde loro di contìnouo ilco-^ 
YCyColoro che le guancie tutte non pur le mafcelle p 
gr offe fuori di modo & eminenti , hebberoCcofi no-» 
lendo il Cielo)in forte da Ut naturailquali fen^^ fa^ 
re atto alcuno con la faccia sfor^atOytanta è la grò f 
/^KK? ^^^It^ parti^ageuolmentele fi mirano fem 
pre . Le labra uer amente , dentro a quali la quarta 
parte . de le delitie di F enere alberga, &per quai 
porte efcono le parole , ueraci teHimoni di noiira 
mentey& fottili molli ejfendo , majfimamente ne 
gli anguli de la bocca , & quello di fopra alquanto 
più infuori cheH baffo auan'j^ndo , & tutti infieme 
con quei de i leoni grande fimilitudine hauendoyVar 
ilire^lamagnanimìtaj ^ laforters^a di quelle fiere^ 

^ • • • 



L I B ^^O 
fempre clrapprefentano. Si perocché la bocca doue 
tali fi nederano le labbia , ne picciola neflretta non 
fià . Quando ordinariamente la bocca picciola , a lo 
ajpetto <& a i cofiumif minili couienfi:Et la grande 
poii& ne luna cofa & ne l'altra^h più fimile al ma-:- 
fchio.Ma an^i^conferuata tuttauia la debita propor 
tione j ella de ejjere , & larga più tojìo & grande 
modrflamente. Che fe cofi nonfojje , non fortei^ , 
Jpiaceuole's^ & mole§ìia ; non magnanimità , 
ma empietà cir perfida ; non ardire^ maprojuntione 
^ impudentiaydimoUrarebbono le predette quali^ 
ta de le labbia . Coloro uer amente le cui labra fono 
dure & fiottili , & rileuate & eminenti intorno a i 
denti caniniyfiono huominì di molta pr ole y &gene^ 
tanti molti figliuoli: onero per più dritto ^ meglio 
parlare^molto drieto inchinati a gli appetiti uili & 
indegni de la lujfiuria : Et infiieme , oltraggiofiy mal 
creatiylordiycianciatorìymaluagiy & fiempre in uoce 
alta parlanti: Et dilettantifi come i porci a i quali fi 
yafiimiglianOydilordurey& di fpur citte y & di odori 
trifli & fetenti. Ma fie da t altra parte altri fiaran^ 
no che hauendo le labra grofifè, tengano infiememen 
te quello di fiotto più infiuori che quello di fiopra^co- 
me che egli altramente maluagicoftumi non habbia 
no y è pero degno che uani , eì^ ro'^ , & fi^^X? ^Z- 
€uno auedimento 0 fiapcre yfiienofiimati: ile he s'è 
per efifiempio conoficiuto ne gli ^fiini: Et ne gli altri 
animali di filmile natura : poco o nulla prudenti & 
giudiciofii.La bocca molto grande ^aperta^ larga^ 



S E C 0 7^D 0. 100 

f òrfano gli huomìnì goloftfiìmì : mangiatori fenx^ 
mifuraiEt che rhai non fi fatoUcrebbono di mangia^ 
re. Iqualiprejp) a queflo fi gentile affetto yfono an^ 
cho pa'^yfpìaceuolii& cmpi,& fommamente cyh^ 
deli.La picciola poiy & eminente & rileuata dinan 
^ y effere gran fatto non fi trotia giamai > fin'^gli 
fceleratij traditoriy& li micidiali.Et feinfieme con 
quefia emincntia fofiino i labri grojii y ritondi , 
molto a lo infuori piegati , meritarebbono quegli 
huomini che cotale haucfiino la bocca,dieJfere et ne 
gli affetti del' animo y& ne le attuali operat ioni del 
corpo ynon effendo dal freno ritenute de la ragionerà, 
i porci onde hanno fimilitudine ragguagliati . "hìc 
pero ragìoneuole è che fia ftimata lodeuole o buona, 
la bocca concaua o piana : come per accidente y fono 
ufati di tenere color o^che per ira, o per difdegno fre 
monoiche an'^ìfempre lefcclerate'^^y la maluagi^ 
taja immodeSìiay& fopra ogni altra cofa U fouer-- 
chia inuidiaycon la primiera de le dette partii fi ac^ 
compagnano uolentieri : fi come non fi è gran fatto 
mai ritrouatOy che la feconday fe ne poffa Hare fen^ 
.^Xa la paura &gli inganni.Onde fi uede che medefi-^ 
mamete la concamta & la eminentia de la bocca^fo 
no quantuqueper diuerfe cagioni y& biafimabili & 
uituperabilifempreJl mento acutOyh fegno dì bon-^ 
ta^difedcydi ualorCy CT di grandmammo: Dal riton^ 
doyajpettare effeminata la fcìuia: Et fefoffepofiibile 
di rimouere dal lungo la uanitayle cianciey& la leg 
gere^f egli inuero per altro da ^re'j^re^o da ri 



. L I B liO 

fiutare non farebbe . Ma il breue & cortOyCome per 
naturahauer fogliano tutti iferperiti ^hfeni^ fallo 
più che tutti gli altri triftifiimo : Conciofiacofa che 
con effo lui fempre cifiano. congiurncy le fcelerita^ i 
tradimentiyle perfidie:^& la crudeltà: affetti & mo 
uimeti d'animojpropri et naturali di quelle fiere:an 
tichì & perpetui nemici dei' bimana generat ione • 
Il quadro poi,agli huomini uirilha iforti, agli ani^ 
ynofi y & agli arditi ft richiede naturalmente . Ma 
perche molte uolte , in me%p al mento ci fiede una 
fojfa fcolpitauida la macera natura,^ande talho^ 
Ya,& apparentey^ fpeffo picciola & quafi nafcofta$ 
mi piace al prefente^de luna & de t altra conditio^ 
ne di lei faue Ilare: quando luna di loro fraudiyingan 
nh& trifiitia ; & l altra leggiadria yamorCy& leti* 
tiay ha per ordinario fempre in ufanxa di pakfare : 
La grande adunque, ipeggìoriy & la picciola poi , i 
migliori de i predetti affetti^ fuole fen^a alcuna con 
trarieta dimoflrare . // nafo neramente , ne la fua 
efiremita ygroffo come quello de buoi > porta pari-r 
mente fecoy la tardità cr la pigritia di quegli anima 
li: Ma fe non ne la cìmayan^ipìu fopra ft uedeffe aU 
quanto queUa grojfe'j^y fariano gli appettiti che 
con lui fi accompagnerianOi & ^01^7^ & flupore 
& poco giudicio . Ma fe da l altro lato fojfe il na^ 
fo ne la cima acuto & fottiley abotidarebbono colo^ 
ro che tale lo haucfiino , fempre ordinarwnente di 
ira & difdegno ♦ ìl nafo da ogni parte [odo pieno 
^ ritondqy& ne la cima modejìamete un poco grof 



J E C 0 T^D 0. lor 

fetta > quale i Leoni , & ì migliori de Cani fono ufa 
ti di haueref potete per uerace & fedele teìiimonio 
accettare ydi animo/ita^ difortcxs^> di ualore^^ di 
gagliardia : Et fopra queHo anchora y di loquacità^ 
de : Et di uantarfi oltre al merito alquanto . Ma il 
nafo che ritondo fia ne la parte di fopra y & che poi 
fittile & acuto finifca yficonuiene propriamente a 
tutti gli uccelliila onde poi fi Hima^che coloro in cui 
tale eglifia,dcbbano ejferefi come gli uccelliymobi^ 
Hi leggieri > garruli^ inconfianti, & libidinofuColui 
che ti nafo tiene proportionato & conuemente a la 
faccia}^ buono prudente & uirile: chi d'altra parte 
jproportionato & fen^a alcuna conuenientiayh cat'^ 
tiuo Holto & effeminato . // nafo più tofio un poco 
gradetto, de ejfere sepre tenuto miglioretDOue il piti 
picciolo, fi tira drieto cotinouameteyladronecciyfrau 
diyCJ inganni: Et parimente la molta dritte':^ del 
nafoyilpochifiimo ritenìmentOy ^ laimmodeftia de 
la lingua argomenta. Ma per contrario il nafo ne^ la 
parte di fopraja doue egli conia fronte confina, cur 
uo & adunco, & che dritto poi ingiufo difcenda,fi^ 
gnifica gli huomini sfacciati : Et non tenuti giamai 
da rifpetto,o da alcum uergogna: Etmedefimamen 
te i uitiofiy inuolatori > & cornei corui fceleratiy ^ 
tnaluagi.Da l altro lato quei che ne la cima hanno il 
nafo grijfagno , & curuo & piegato a guifa di un^ 
cino , diritto & pieno ne la parte di fopra , co^ 
me fi fcriue y &fi uede anchora ne le imagini , ha^ 
ucre hauuto Mabometto fecondo primo Imjperada^ 



L I B B^O 

te de Turchi , fono come le àquile di grandìfitm^ 
animo: Et di mangifico altero CT di reale fpirito: Et 
oltre a tutto do , ferocifjìmhiiaghi del rapire lo aU 
truuE difprez^atori , & cale at ori dì tutti i perigli 
4ér aduer/ita . Coloro neramente che nel me^x^ han^ 
no H nafo fchiacciatOy & ne le parti efireme^ & fo^ 
fra tutto ne la fuperiore , eminente & ritondo , /o- 
no fi come i Galli , & arditi & luffurioft : Ma fe la 
fchiacciatura & la baffe^ è ne la cima folamen- 
teycome di loro natura hauere fogliono i Cerui & le 
CaprCyalhora de i predetti affetti ritenendo coneffò 
feco la libidine fola, mancano d'altra parte, & fono 
friui d'animo & d'ardimento:Et feinfieme con que 
Sìa ba ffc^y foffe fimilmente la cima del nafo mol^ 
to groffa & piana^non e ragioneuole che attendiate 
da alcuno altro fegno , maggiori fceleratez;^ & 
dishoneftay Le nari a la fine molto aperte, fono /e- 
gno di colera & d'ira : Et a un mede fimo tempo » 
& [nel corpo , & ne l'animo di gran for%a . llche 
cofi fi crede, perche alhora che più gli huominifono 
adirati 9 tengono fommamente le nari apertiffime : 
per quindi eshalarcycome da fpìragli ampiffimi,il ca 
lore^& lo accefo fuoco del core.Maaquefiepredet 
te qualità di ualore & di ardire,fi aggiunge infieme 
mente fouerchia lujfuria.perche fecondo la opinione 
di Scotto , la apritura de le nari > tiene co i genitali 
proportione: Laonde effendo effigrandi,ilchei dìmo 
ftrato da quella apritura , poffono prejlare ad uno 
ijieffo tempOi &gran dìfidmo^ ^ non minor potè 



S E C 0 "Ì^ D 0 tot 

re dì luJJuYÌare • Le chìufe poi nerette & ritonde, 
fono fempre di pa'i^a cr di mentìcaggine mntie : 
Et quello che e peggioydoue il rejpirare non fta mol* 
tp facile ydanno fegno di ajfoggarfi con poca difficd 
ta.ll nafo ultimamente in qualunque maniera diflor 
tOifuole ḍontinouo hauere coneffoluiytorte uolon^ 
fa & appetiti . Qmui Mejjandro , per lo amore di 
Vio lajciate dijfe una uolta di parlare più lungamen 
te di queHo nafo: che già mi fento mexo arrofiire% 
per la grande']^ , & per le altre firane qualità del 
mio. Strane non foìiogia ellcyrìfpofe fuhìto il Confo^ 
lo : ma fi bene reali & degnijiime ♦ Etparmi di bel 
punto di ucdere nel uoHro najoytionfo che di magni 
fico &grande.Gia di quejla fuagrande^^^mi uo io 
coft forte come fentìte ramaricando^foggiunfeil Dol 
ce ridendo : Et poi feguitoima come che bora a uoi 
cofi fattamente male ne paìaytcordomi che in I^o- 
ma una uoHra SpagnuoUyper buona & per bèlla co 
fa me lo foleua lodare. Bene fta per miafe^riprefe al 
bora il Zorno'j^ : ma a laproportìonepoco auanti 
dal Quirini accennata , ella fi come io fiimo doueua 
mirare. Cettatìfì appreffo a queUoy Vuno uer l'altro 
alcuni motti piaceuoli & uaghi^al fine cofi di nuouo 
lo Spagnuolo parlo . Hora mi pare che ragioneuote 
fta di ragionando entrare^ ne la confideratione uni^ 
tamente di tutta la faccia : Laquate effendo gratin 
deylargaygrajjayhumiday& carnofa^ella ci de efferù 
argomento certi (ìimo , colui che talmente è formai 
to, effe re inan*:^ ad ogni cofa^ allegro ^f memorato $ 



L I B 1^0 

lujfurlofo : Et tìmido apprefo, & temerario, & 
tardo j& ìnuìdìofoiEt fpejje fiate molto facile ad ine 
briarfi: onero per qualche altra manieraydebole & 
non [aldo di cerucUo. Se neramente ella è pìcciola , 
ftrettay magra, fcarnay& afciuttayalhora diligenti, 
fiUecìti 3 aHntiy & accorti, & ft come i Gatti er le 
Scìmie a cui portano fimigUan^a, uitiofi , ladri , cìr 
auarì , fono tutl gli Imomini tali : ardifcono di 
metterli gian^jii, apertamente in alcuna honoreuole 
ìmprefaiAnTÌfolo dalt tenebre,& da l'alta joUtu. 
dine fafciatiyle maluagìe opere loro , onde con ogni 
indegno fi adoprano > fi Hudiano & fi affaticano di 
celare & nafcondere,T)eeper tanto la faccìà,noleti 
do buona di^ofitione & buona forma tenere, effere 
mexana tra pie dola & grande: Et in ninno de igia 
detti eHremi cader e. Lacuale mediocrìta,come bel'^ 
Ic:;^ aggiunge nel corpOyCofi fuole nonpoco di bon 
ta & di uirtH,aggradire & accrefcere ne rahìmo . 
Coloro adunque che più del douere pìcciola haneran 
no la faccia,faranno pur per quefla fcoueneuole's;^, 
tenaci delloro de lo altrui ycupidiiamat ori di rapine: 
'Et br euemeut e macchiati di molte fcelerita, Doue 
da P altra parte la maggiore delgiufto, dimoflragli 
huomini foniiacchiofi y ubbriacchi, tardi yinuidiofi^ 
cianciatori , & roxi* Ma perche fino ad bora, com^ 
munementc le fignifìcationi di tutte le eHrcmita de 
la faccia n'ho raccontato, conueniente & giuria co^ 
fa mi Himo di doner fare , fe quale proprietà a eia 
fcuna di loro fi richiede partitamente, da bora ìnan 



S E C 0 T^D 0. 10^ 

5;i dichiarando mifaticaro di moHrare. Come adun 
que la carnoftta del uifoy propriamente la letitia de 
l animo fu^k alloggiare; cofi i molti penfieriy le frati 
dij & lo accorgimentOy con la magre'3^:!^ fono ufati 
di §iarc.Ma a la gran /acciaila femplicita & la ro^ 
K?K?s? > ^ picchia y fi connengono la auaritia 
Cjr la mala crcan'^a • Da l'altro lafQ , ne la lingua , 
& ne le rnanì^ la lunga porge ardimento : an'^per. 
meglio dire audacia & temerità: Et fuperbia infie^ 
mey & impudentìa^& dilettatione di fare ingiurio 
ad altruuMa la ritonda poi^non ha gran fatto altro 
male alcuno ^ faluo eh e fciocche':^iUamtay& luffu- 
ria . Ora auenga che tutte come ho ^etto quefte 
eflremitadi buone non fiano , ta meno rea pero che 
ne la faccia fi ucgga , è la larghe7^t quafi in tutta 
piana & uguale: Conciofiacofa che fe bene per lei et 
fono manifeHatigli huominìferi^plidinonfi7^achne 
faui^ne accorti;fappiamo nondimeno che rsfmo me 
defimi^abondano di fede di amore Jicortefia.Jt 
fofferifcono con animo franco & tranquillo % tutte le 
aduerfita de la contraria & inimica fortma.Bene ci 
nafcono alcunìyche oltre a tutte quefie predette qua 
lita , hanno la faccia loro cofi flretta & acuta , che 
molto cogli uccelli non n'hanno di differ^nxa:nelco 
te crne la bocca de qnalì^ utuono & regnano di 
continouo le bugie & le uanita, & le inuidie & gli 
fiondali . Et hanno offeruato parimente alcuni mo^ 
d^ni dottori^ che i micidiali^ ladroni^ & f^re^:^^ 
tori de le leggi & di Dio > tengano ne] me%$ de la 



ì 



L I B 1^0 

faccia una certa concauita : Et non nel più eminen^ 
te & rileuato luogo di quella , come fogliono quafi 
tutti gli huomìni hauercy an%i nel più baffo & hu^ 
fnilcy habbia loro il nafo & la bocca uolnto creare il 
signore . Diche elli non foco di belle^j^a perdendo 
nel corpo^acquiHano ne V animo affai dimaluagìta • 
Cofi adunque auiene , che quelle cofe che [07^ & 
hrutte rendono quefte\membra,pano fempre nuntie^ 
^ molte ^ate compagne di triflifiimi affetti: Et ap 
portino douunquc eUe uanno y/ì come bene diffi 
^riiìotele^tuttauia miferie e infelicita. Confiderà^ 
re per tanto diligentemente ci è di mefììero , tutti 
gli attiitutti igeSìiy & tutte le qualità de la faccia 
Quando come habbiamo dctto.aperta & manifelìa 
cofa è certoycoloro a quello affetto hauere F anima lo 
ro inclinata^ alquaUy inatto e'igeflo del uifo loro, fi 
coface & fi raffìmiglia. Etaqueftopropofìto,femai 
ai uerra utduto alcuna faccia non per accidente ma 
fcr natura maninconica , tremare & mouerfi ne le 
^uancie Zappiate che il furore & la publìcapai^àj 
tion può effere a quel tremore molto difco§ìo: Ma fe 
quetio medefìmo tremóre^ h congiunto poi con la na 
turale letitia del uifo , egli ne continente , ne ca^io , 
ne modefloyfion è da effere creduto gìamai . Mora ne 
uiene appreffo yfeben miro a l'ordine del noflro di^ 
ve la cofideratìone di tutte le qualità che fono negli 
occhi: Ad a prìmierametCyft couiene alcuna cofa nar^ 
rare y di quelle parti che loro fono uìcine. llche fap 
to^con poco poi di mio affanno , fentìrò quella mia 



S E C 0 D 0. 104 

faitca^effer giunta al fuo difiderato fine.Mhora Mef 
fer Gifmondo 3 già è gran ft'T^i^diJJey.chea quefio 
pajfo u attendo. Et credo fermamente ypoi che fi feri 
ue 3 gli occhi ejjere certifiimi teSìimoni de l'animo^ 
quefia douer ejjere la più bella parte del uoftro ragia 
. namcnto.Gli occhi per ogni modoygli rijpofe il Con-^ 
foloyhanno inuerita molta fori^^ a discoprire & ma 
nìfeflare i mouimenti degli animiiOnde tratto ^da 
mantio da credenza che a quefio membro douejje 
ejjerc conceduta la primiera palma^ di dui libri che 
eglijcriffe in queiìa materia, il primo tutto intiero^ 
&non picciola parte del fecondo ^ egli in dichia^ 
rando Jpefe le qualità & le fignificationi de gli oc^ 
chi . Ma nondimeno , ejjendo comrtìime opinione di 
tutti i mediciy& di Galeno mafiìmamctucyche quat 
tro fiano le membra principaihonde parimente hab 
biano origine le quattro noHre maggiori ajfcttioni; 
come è dal ceruello l'ingegno , l'ira dal core , dalfe^ 
gato la letitiaj & la libidine al fine da i genitali; mi 
pare che per gli occhi maggiormente fi debbano 
conofcerc quegli affetti che regnano in noi j non 
in potentia , ma in atto: Et che moHrano fuori , il 
mouimcnto loro pale) e ipiu dico affai che quegli aU 
tri non fanno y chemfcofamente , quajì addor-^ 
nientatì ci Hanno nel petto . Et in queHa maniera 
fi de credere che intendeffe colui , indici nominan-^ 
doli & dimoHratori de gli animi . Che quantunque 
fia nero , che da gravide allegre"}^ inebricta Pani^ 
ma noUray ej^rima fuori. per lo sfauillare degli oc- 



L J B 

€hi y la ktitìa onde giubila il core ; Et altra par^ 

te 3 intenendoli fermi & immobili , la fiera &gra 
ue doglia che la affligge certamente dichiari; Et 
€he medefimamente , in diuerfe altre pafiionique-^ 
fio §ìeJJo le auenga;(conciofiacofa che non altramcn 
te fianogli occhi in noi degli affetti del core pale^ 
fatoriy che fi fianone icaualligli orecchi; & nei leo 
ni & ne i cani la coda ;) ISlonpero tKamfeSiano del 
tutto già gli occhi con tanta for%a , tutti ifemi na^ 
turali de gli affetti noUri : quando da la alteratio- 
ne che elli ci arrecano^ ci troiiìamo lontani* Ma co^ 
munque fi Uia queHa cofa^poco di /otto quali pro^ 
priamente fiano le fignificationi de gli occhiaci sfor^ 
faremo con lo aiuto di Dio raccontare dijlintamen» 
te. Hora come ui difii , trattar emo pria de le gote : 
Che co fi quefle parti fiiperiori a leguanciCy^ molto 
agli occhi uicineydrittamente fi debbono domanda^ 
reiordinateui in quefto modo da la naturayperche el 
lefofiino come fiepi & argini yper riparare gli oc^ 
chi da ogni iHrana fciagura che loro incontraffè . 
Que§le tal gote adunque , fe inptrfona alcuna fi ue 
dranno tfiere più che la ragione porti gonfie & 
eminenti , fempre di debole*^ & mancamento di 
ceruello , & di molta facilita ne lo inebriar fi fono 
prefaghe. MafeinluogopoidiqueSìegotey lagon^ 
ficT^ & la rileuatura fofjè ne le palpcbre(non ere 
do già che ad alcuna di uoifia nafcoflOyle cartilagi-^ 
ni difopra degli occhi per tal noce nomar/i) alhora 
^ue!io è manifejio indicio di grandifiimo de fio ^ & 

di uogUa 



S E C 0 T^D 0. 105 
, MOglia ìnfatiabile di dormir e. Coloro ueramente che 
di [opra & di [otto degli occbi,han»o parimen- 
te quelle parti gonficy fentono aduno inejjo tempo, 
fe ejjère fomiacchiofi infime ór uhbriaccbi.Lequai 
fignificationi yfono tratte parte da Papparemia de 
gli ehbri:Et parteM chi hahbia lungamente & fifa 
dormito:De iquali altri le palpebre^ & altri in que 
Ho modo hanno gonfie le gote . Gli ebbri.nc le parti 
di fotta degli occhi,& coloro che da profondo fon- 
no lungamente fono Hati opprcffi, tengono in quelle 
difoprayqueHa tale gonfiatura & rileuamento.Ora 
ne gli occhi poìyche le lucerne fono delcorpo,& 
da & reggimento dinoUri paffi , u'ha duediuerfe 
confiderationi : Vuna de lequali, è dintorno a la for 
ma ed il fìto:L'altra,cerca il colore & il mouimeto. 
Ma lafciando bora a drieto il faucllare di quefì' ul- 
tima parte ^ che alhora quando del colore di tutta 
laperfonafitrattara , ne diremo credo a baSìr.nza» 
folo farà al prefente la fatica noflra y il dichiarare 
le fignificationi de la primiera . Confiderà fi adun- 
que ne la forma degli occhiylagrande';^^^ ^ piccia 
leo^ loro : Et nelfito , la concauìta l'eminen- 
tia . Ora in quanto a la prima , la grande;^ fouer 
chia degli occhi, non ua fen%a la pigritìa del cor- 
po^ & la tardità de lo ingegno de buoi : Et la com- 
paffione , la piaceuole'j^y & la manfuetudincy an* 
nouerafempre tra principali degli affetti fuoi . Ma 
la fproportionatapicciole'z^a,poco cuore er timidi', 
ta manifeSìa. La concauitay con la malitia Ha de h 



' fcimie: Et la etnìnentia, con U roTCX^, &Bupore, 
bdordeTj^a de gli ^fini. Mapiiipartitamente 
, bora narrare intcndo,di ciafcuna di queSie conditio 
' ■ni per [e. Etprimieramcnte,mfo certi che gli occhi 
•■^ne la manier adetta di [opra molto concaui & nafco 
fi nel capo, non pojjonoper alcuna altra coja meri- 
tarne lo de,fe non che per lo acume,& per lo grande 
■yMigor de la ui^a-Bene è il nero pero che non efjendo 
piccioih& mouendofi oltre a ciò come fa V acqua rie 
iuafi, non hanno con # loro alcuna cattìuita : Se 
na pcrauéhtura non f offe da qualche altro malua- 
eio fcgno del corpOy quel male & quella trìfiitia de 
L'animo che gli occhi non moftrano, con non minore 
certe'^denuntiato . Ma fe pur gli occhi concaui fi 
4:ome ho detto con la pìcctole':^a fi rimanef[ino,egU 
co i frodolcnti & con gli infidiofi co^ìumi, mai fem- 
■fre fi accompagmriano:Ve da laftruggerfi per inr- 
Midia & per gclofia,gran fatto mai lontani fariano: 
IqHali fe ahchor con tutto qucHo fecchi fi foffim , la 
perfìdia & i tradimenti, a i predetti affetti certijfi- 
tno aggiunger iano.Queni medcfmi poi,con tutte le 
antedette qualità efjendo languidi CT cafcanti , ac-^ 
trefcono merauigliofamcnte le fraudi &gli ingan^ 
ni\ Ma fe la languide73:a d'altra parte conlbumore 

k congiunta, fappiate lei effere di pa%7:ia, ne debole 
tie picciolo argomento. 9e per contrario ueramente^ 
gU occhi nan poco fportajfero infuori, & dal piano 
auanxaffero de la faccia, & foffero infieme o da un 
certo rileuamento,ouero da una fofJ'a.^ìretta& pr9 



SECONDO. 106 

fonda fafciatiyfate ftima che negli inganniy ne Iv 
fraudi &ne le trifte fcekritaynon cedano da alcun' al 
tra conditione. Et Je con queUo anchora, abondajJU 
no molto di [angue i& follerò pieni di sfacciata la/ci 
viaipotete porli fenT^ dubio alcunOypcr ucraci tefti 
monidiebbrci^ &.golofita. Mia fe foffcro gli oc^ 
chi in qucHaguifa eminenti di colore uliuignoyO bia 
chi come uolgarmente fi dice^ouero imitando il Te- 
trarca fimigiianti al Zapbiroy la ingiuftitia parims 
te & laimprudentia gli accufercbbc . Ma jcprejjh 
di qucftojlc palpebre Hanno loro come grani c^pe^ 
fanti, tanto più certo de cffere il giudicio de la paX;^ 
'^a.Se con ValtCT^poi & l'eminentia degli occhi, 
ciò lo IplendorcunitOy & lapurita^^ lagrande'X;^ 
l'humiditay quali furono già come fi fcriue gli 
cechi di Socrateydobbiamo per fermo tenere^ lagiii 
fìitia^la prudeni^yil buono ingegno ^& la amoreuo 
le^ay rade uolte difcompagnarfi da loro. Ma da lai 
tro lato i micidiali di tutti i loro congiunti , gli in-. 
cantatoriy& gli artefici di ueleni, come già furo na 
la antica etay EdippOy Oreflcy Circe y & Medea; Et 
quale pochi anni a drieto è Hato S elino gran Signo^ 
re de Turchi;portanogli occhi gonfiypiccioliyjechij 
& tenebro fi. Gli occhi a la fine di foucrchio emìnen 
ti,& infieme molto piccioli & fofchiynongia fcioc^^ 
chti^T^a 0 m jnticaggincy ma fi bene maggiore pron^ 
t^T^ di lingua CT di mani chefifoffe mesìieroy me 
nano & hanno di continouo ftco. Ora uedete adun^'* 
qucycomegli occhiyfe buona & proportionata mifu- 

0 if 



L I B ^0 
rade haueruìydehhono ejjerc no troppo grandi o pie 
cioli:Ts{e molto concaui od eminenti: Ma fi conuen^ 
ga loro y di tenere ^ ne la quantità & nel fitOy uno 
Siato meT^nozEt una conueneuole & giufta uguali^ 
taiLaquale come altre uolte già s'è detto, fignifica et 
nel corpo ^ ne l'anima, buonijjime difpofitioni > c^r 
otti?ae qHalita.Benche fe leggiermente fuori di que^ 
fìi prcfcritti termini fi eccedejfe^ Et che ouerogli 
occhi unpocolino fitti nel capo , ofìa che non molto 
fofjero più del douere elcuati^non fi douria pero mal 
uagitade alcuna loro attribuir e :^ni:i [aria ben drit 
tOya quei primieriyla forteT^ & la magnificentia 
de i leoni donare: Et credere che i fecondi , la man^ 
fuetudine cJr lapìaceuole%a de buoi potejfmo haue^ 
re . Dapoi che in queflaguifa raccontato habbiamo 
le conditioni de la forma & del fito degli occhi^non 
fi difdira credoy alcuna cofa di quelle hora delfron^ 
te ragionareXl cominciando ydico che quegli hm^ni 
ìli che più del douere quella parte hanno pie dola 
ftrettayfonofi come i porci ygrojjieriyro'^ & igno 
tanti : Et inetti naturalmente a tutte le fcientie: 
a tutti gli ejfercitìj maeflrcuoU & ingegnofi • Que^ 
gli altri neramente , la cui fronte e grande più che 
l'honeHoy non fanno ne da la tarditayue da la pigri^ 
tia debuoiygiamaidipartirfi. Douete oltre a ciò, fa-* 
pere anchorachela fronte picciola , inflabilita 
leggere^^*^ ritondaycolera & [degno; CT la circu 
lare & difuguale & montuofa, flupidita ne ifegni ; 
^ jpriuatioìie fignifica di giudicio& di auedimen^- 



S E C 0 T^l^D 0. 107 

to.K^on laudate medcfmamcnte la fronte molto baf 

fa: perciò che ellaydegU effeminata & de ilafciuih 

propria: Ts{c parimente la cuma, alta^ circulare 

difouerchio:*perche la impudentia^^ il poco uigo^ 

re de fentìmentiyh da lei dimofirato . 7S(^ mi piace 

ancbor che h allegriate de la fronte afpera:ouero di 

queir altra che ha come alcune foffe &gofiature per 

entroiche ciafcuna di loroydi malignità & diperfi-^ 

dihjEtfpeJfe fiate dipax^a & di furore; concorren 

doui ma(fimamente gli altri fegni a ciò couueneuoli, 

rendere ce ne può tefiimonìanxa fedele. Ter lo acu-- 

me ueramente,& per la chiare:^ de i fenfh& per 

la facilita de lo intendere & de h acquìfìare le fcìe 

tic , è più che tutte l'altre perfetta:la fronte lunga » 

larga, & quadrata debitamentcccomeperle imagi^ 

ni.fi uede anticamente hauere hauuto ^4.riflotele:Et 

nei tempi poco fopra noi trappaffati^ Dante Mdi^ 

ghìeri. Ha a la rileuatura &a la altc^ di quejia 

parte, fi richiede molto la liberalità & la cortefta : 

Etinfieme, la oflinationey & la pertinacia . Coloro 

che nel fronte, tra lun ciglio t altro non u hanno 

alcuna ruga ogyin^^^cheft dica.non efuore di ragia 

ne,& bugiardi & adulatori filmarli: Etccmediffe 

^ ^damantio^ feairì & ccnfidenti.llche fu cagione 

€he Michele Scotto credefje coHoro medcfimi, effer 

'grandi i^ìr acerbi litigatori . Ma per contrario , il 

fronte qui neime7;p^érfiibito fopra il mfo pieno di 

crefpe & di rughe, che puote egli mofirare & mani 

feflarealtroiichc a^ttme,penficri,icroflinatione i 

• • • 



-1 



' Ora uedendo al preferite, a quello parìrm che fottò 
a le^loro fignificatìoni chiudono le qualità de latefta^ 
' douete effere certi la grande'X^afouerchia & fmifu 
rata, quale in cofìui uedete(& loro addito laftatua, 
di Fitellio Imperadore)fempre efere infieme con 
non poche [celerità : Ma [opra tutti gli altri rei & 
maluagi difetti y onde gran mancamento fi [ente ne 
T anima, i principali fono dapocaggine cr uilta ; Et 
fenxa termine o mifura alcmia, be§ìiale & ferina > 
anT^i moHruofa crudeltà- T>{e oltre a ciò, la ingorda 
^ infatiahile auaritia, ne la ro%a & difauedutaim 
prudetia, può fiare giamai feparata da lei.Que^ìifo^ 
no adunque i mouimenti & le inclinationì naturali 
che ci apporta ne l animo , la corporale [moderata 
grandezx^ del capo- Maper contrario poi la difdi^ 
ceuole picciole7^7;ajfe7nprc da luna parte bpriua di 
bontà, di modesiia, di femplicita, & di ragione, Ut 
ahonda ne l altra difcelcratex;z^,difraude,di arro^ 
gantia,& maluagit a. Coloro il cui capò al rimanen^ 
te de la perfona e froportionato , auengapero che 
alquanto grandetto X fono cornei bracchi , fagaci^ 
aUutì, fenfitìuiy & animoft . ^Itri che quantunque 
habbiano tutta la quantità de la tefla affai grande^ 
ueggono nuUadimenoxjJcre loro data da Dio la parr' 
te di [opra ad domandata calua & picciòla &firet^ 
ta,ne l effere Uupidi^.infenfatiynon hanno cagione 
alcuna di cedere a gli Jifinii^nxi mdncando in lor 
^0 la chiare^ & lo fpledorede lo ingegno ,moflr a 
M apertamente , di^ effere a quegli animali pari &^ 



S Ey 0 X'if^O. io8 

ftniìgtìanti . \Alcum uerameme che hanno il capo 
acuto in guifa di pigna^nonfentono al freno dela uer 
gogna & del rijpettoje operatimi^ od almeno le no 
glie loro 5 ubidire giamai : Ma come ne la tSirinfeca 
figura del càpo^cofi ne gli affetti di dentro del core^ 
non fe ne uanno o da i coruh o da le cornici diuerfik 
3V(e ci renino lungi anchora quegli altrì^che hàiedh 
la collottola^ ciò e la parte di drieto del capo , baffa 
^ humile, fono per quefìo fegnoy conofciuti d'e/fert 
animoft & arditi: Et fc alcuno , fieri &' temerari il 
nominaffe certamente non errar ebbe. Da l'altro la-^ 
ìo.non douete punto di quegli hitomini fidami , che 
tengono qui ne le tempie molta concauita:perciocht 
fempregli trouerete efferefrodolentiybejfardiy&ìn 
gannatori: Et hauere tuttauia nel petto & ne tani^ 
nió loroyin cambio di piaceuolc^rjr^yitroftaÀi com^\ 
paJfione,odio:& di manfuctudiìie & humanita^ fie^\ 
re^T^ dia fine & difdegno . Ora la forma adunque, 
de la tcfìagiufia & proportionata: non d'altra qua. 
tita rfe ' e/fere che mediocre : onero più tofto minore, 
alquanto che grande : Etprejfo a ciò , ritonda ne la 
parte dinan'7^ & di dietro} Et ne le tempie non con 
taua ò cauernofama leggiermente baffa & humile-^ 
Quegli huomini per tanto chcdi quefla manier^f 
portano il capOy abondano principalmente di inge^ 
gno; Et fono ne corti Moni j pictoftyhumamj pcuA 
denti: J<(e in liberalità ^^graìidei^ d^anmòy q m 
^bauere di continouo accejb iL coré4i nobili>&altK 

&honorc{tisi^d^conceiono^gi^^ 

0 ìlU 



L I B ^0 

perfona le primiere parti.I{efla bora carne fiimo,d^ 
uendo porre a queHa mia fatica l'ultima manoy alca 
na cofa a ragionare anchora de le qualità degli aree 
chi: membri come diffe la antichità reuerenda ^ala 
memoria facrati: benché alcuni letoriya la fapien'^ 
iredeffero. De i quali i piccìoliffmi y le malìtie , U 
libidine , i furti y & lefcelerate^^e^ propri & na* 
tur ali affetti de lefcimie^ [hmprecon ejfo loro fo^^ 
gliono hauere: Douei troppo grandi ^ come a gli 
Ufini ne le qualità corporali fanno ritratto ; co fi 
ne l*ignorantia, ne la Ì7ifenfate^ per co fi dire , & 
ne la fciocchexi^ cT balordexj^ & fimplicita > che 
uoglie fono & pajjioni di mente, fe ne uanno a que^ 
gli Heffi animali parimente drieto • Gli orecchi ue^ 
ramente di me^ana grandei^ y formati come dif-- 
fe il Ouìrini di bel punto un me^o cerchio , & con^ 
ueneuolmente dal capo jpiccatij di molta facilita ne 
lo imprendere , & di acute's^a & di ecceìlentia di 
ingegno danno argomento 2 Et infieme anchora di 
humanitaydi cortefia.di prudcntiaydì manfuetudine, 
^ di pieta.Con gli orecchi poi oltre al douerc da la 
teHa jpiccatiyleuanita& le fouerchie dande ; Et 
per contrario co i molto attaccati,Hanno fempre la 
pigritia ja ro%e7;x^y& la tardità cofi del corpo co^ 
me de l'animo . t^de uolte oltre a do gli orecchi 
molto lunghi & Sìrettiy da Vinuidiafi dtfcompagna 
m : I fecchi & fottili y da Vanfieta & da i dolori ; 
£tdi ritti & difiefiydal ftlentio & da i molti penfià 
ùiEirbuona cofa ancjf (ira cheperuoififappia: eoltt 



S E C 0 7{^D 0. lop 

ro che ne gli orecchi abondano di molti peli y haue-^ 
re oltre à tutti gli hmminì -perfettijìimo udito • Da 
poiché fuHcmto fino à quello termine il Conjblo 
ragionando , non altramente che foglia un nauilio 
iìanco per molto uiaggioy CT cui non poco anchora 
di uia rcSÌi à fare.rìtrouato qualche picciolo fino 
di m ar e yr accoglier ui fi denti'Oj fi per ripofarfi de la 
durata fatica-^ & parte per prouederft de le nece f 
far ie bi fogne al fuo camino ; ucggendofi condotto 
oue facea il fuo ragionamento queflo breue golfo , 
raccolfe al fuo dire le uele , CT fermofii ; non meno 
per riprender lena; che per prouedere à ciò che di 
più auanti dir e gli era mefìiero.Laqual co fa, preflo 
occafione àgli altri di fare il contrario. Onde tutti 
infieme , lietamente fi diedero in fui ragionare de 
le cofe udite : Et quale di una parte y & quale di 
un'altra che più gli era a l'animo fauellauaia colui 
lo Sìile^a quell'altro la dottrina piaceua : L'ordine 
ad altruìyad alcuno la diligentia aggradiua : Et eia 
ffuno diuerfamente,ma di uolere in quejlo mito co 
gli altriyne commendaua & ne lodaua molto il Zor 
no'j^.Terche egliyuago che a cot ai parole fi dejfe^ 
ro lejpallefmterrompendo loro il parlar e y in quefto 
niodo rincomincio JÌSfon perche con molto di coltu- 
ra ut fi Hudi ogni giorno ydiuentarà il pruno mela- 
xanciogiamai:T>(e mutata la primiera naturayil fal 
m fi farà ctprejfo. Siate contenti adunque^non ten^ 
tando cofa che il foHenerla o difficile , come Himo 
impofiibile HÌfìày lafciarmifeguitare narrando co- 



mepromìfiyde le condìtìoni del colore di tuttodì cor 
po:cofi ne la carne per [eccome anchora ne i peli^i^ 
7ie le ruote degli occhi riguardando: De laqtial co^ 
fa (pacciatomiycon poco altro che apprejfo foggiun^ 
gafaro del tutto de la mia fatica diliberato. Et fen 
%a altra rifpoHa ajpettare^cofi feguito. il colore ne 
ipeli ne la carne molto fofco & ncro^fignifìca li 
bidineiaflutiay& timidità: De laqual cofa cffère ce 
ne pojjbno efjmpio , 7 Mori de l'africa ^ .dela 
BarberiaiChe di tale colore dipinti il corpo da là no, 
tura i non d'altre maggiori & più uìue affettioni § 
fentono fe hauere l'anima pregna . La carne uera^ 
niente hianca^chiaray & humidetta y accompagna-- 
ta con neriftimi & foltifiimipeliy colera ne la com 
plefiione ; & ardimento , ingegno , piaceuole']^ 
^aymobilitay(^ incoslantia , ne gli affetti fuol di-^ 
moUrareiMaper contrario poi y con rari & hian^ 
chi peli congiuntaydi fouerchio humore nel corpo , 
Cir di molto timore rie l'animo Ì proprietà generaU 
mente naturali a lefemincyctla fempre èjjer fcgno 
fi crede, il còloYè adrmqiie temperàtàmente d'àm^\ 
bedue quefti efìremimefcolatOyciò è di bianco & dì 
heroyquale è il hàtutale colore de i Lèóniy che bru-^ 
no è uolgarmcnte domandato da uoi y non fofco pe^ 
ròyma chiaro anT^ ^ apertOy&da le proprie'uoglie 
de i Leònìycbc fono animof:ta^7ìiagnificentiayftrita^ 
& orgoglio yì[ion h^ufato di 'partiì'/i giamai. ^ltrh 
che grandemente s'à ffòmìglianò ài colore de le Fot 
f i^fono fi comè àptitQj^tiegti anijfiàti^mti cafcAHti 



S E C 0 0 ìió 

' dì ue%^i: fcelerat'ua^ìuti : & pieni fmpre di modi 
feccioji:! pallidi , & che mostrano ìtel colore & ne 
gli atti turbatione alteramento^ fono timidi A^-^ 
boli-,& paurofi'parte perche aiia:^ ne la loro com* 
flejjione l'humidita:Et molto più > perche naturaU 
mente hanno quelgeHo del uifoy che fogliono gli al 
tri hmmini hauere^efjendo per accidente^da alcuna 
fiibita paura sbattutiSìSle ni fi. [cor di maiy ani^ tene 
te per generale regola & norma, che lapaUide^^ 
naturale, non dinerfa dal colore de la cenere o del 
piombo, ilche fu come indicio digraue maluagità a 
Tifone oppofio da Marco Ttillio^nonfilafciadrie^ 
togiamaiyncl corpo laprigritia & la tardità: Et ne 
l'animo la incontinentiaylcjfeminationey te fraudi > 
le fimulationhgli ingannici tradimenti , la perfidia^ 
& VempietaiLequali trifiifime coditionijyen teme 
uà Cefare in Bruto & in Cafiioipiu affai che egli n$ 
faceua la ebbre^^ , la libidine , & la crudeltà di 
Marco Antonio di Dolobella : ^n'^ che dico io 

'^pÌH affai? Che queUe, non mai il fuó animo moffero : 
Doue quelle, pur fcmprelo moleHarono . La carne 

'gìaUa,& che molto col mele tenga di fimiglianxa^ 
come che poca cofa ella ne fia lontana dal tempera^ 
* 'meto y moHra nondimeno cheVhumore &lafred^ 

'de'^^yfouerchi per alquanto la conuencnole propor 

^tione:Onde ne feguita primieramente ne le parti in 
trinfichedi quel corpo, il difficile & tardo mouime 
to del fangue:icìr per ciò de gli fpirti: Etpoiinquel 
le di fuorivia pigritia (^y h tardità de le operruìo^ ■ 

i 



L I B liO 
nhEt al fnt negli inuifihili affetti de V ammolla ti-- 
midìtàile ciancie,^ lagolofnà . Ma come poco la 
complejiione fi parte come ho detto da la mediocre 
temperaturaj cofi fi de filmare che le cofe che a lei 
uegono appreffo^no debbano per modo alcuno andar 
fenefin negli eHremi:Ma il quanto ciò fìa , non con 
parole o regole infegnare y ma con accorte':^ ^ ^ 
giiidicio fi puote conietturare. Ver che fe ben uedre 
moyqwxnti à punto hoggi ci uiuono huomini , tante 
fono quafi Le mefcolan%e temperamenti de le 
complefìioni: Di che il uolere darne certa partii 
culaìfe ojjhuationejfarebbe certamente difficileyan 
;(f pure impofiibile imprefa.Terò d'alcune cofi in ge 
neraleycome ho già cominciato parlandoneyle minti 
te & copoHe differe'Z^ che tra tuna & l'altra ìiha 
no di loroyin tutto al uofiro giudicio me ne andrò ri 
mettendo.Ora adu7iq; feguendoydico che i uerdigni 
non in tutto fecchinepouerineluifo di peliy come 
che di colore poco più fofchiopiu chiari gli habbia 
no de la carney fe ne rimangono come quegli ultimi 
poco difopra narratile ol timore y con le bugie y con 
le cianciey^ con le uanitày Et fopra tutto ycolgolofo 
tS^accefo defio del mangiare. Ma da l'altra parte 
ne lo fdegn0y& più nela fi>iac€Uole'^ayper nonpo 
€0 dì (patio loropajjàno auanti . Se ueramente^on 
quello già detto color e ^unitì fono rarifiimi & nerif 
fimìpeliy& infiemegrandiffima fecche'^^ di carne 
noni facile a raccontareyquayitainmdiay & quata 
^iac€Hole';;2^yq!teJìe tai qualità fi tirino drietQ;2^c. 



S E C 0 TID 0. rir 

inoioftpenfieriyne le cure folUcite cr anfiofe , ne là 
vdiofa & fcontenta mdigmtà^giamai dalor fi allo 
tanano.Di coloro poi che ne la carne & ne i pelifo 
no uermìgliyé propria naturalmete la prcfte':^^ la 
mobìlità^ia leggere^^^^^etla udocìtàtcofì ne le aper 
re, & manifc/ie opcr adoni dclcorpo;quanto negli 
occoltì&chiufi mouimeti de C animo. Et quanto que 
Ho colore è più infiamato r7 più uìuoytanto douer ef 
fere maggiori i predetti affctti^ccrtamete ci è da lui 
dimoHrato: Et tale fi potrebbe egli efiere anchora , 
che laprcHe':^ in furiarla mobilita in impeto , la 
legger e%^ in precipitìoy& la uelocità in ììrahboc 
camento ne mutar ebbe: Et cofi di unpicciol male » 
^ di poco moment Oy uno grandifiimo CT molto im 
portante fe ne farebbe. Ben èuero però chequeUa 
uiua & molta roficT^yCjfendo con humida^S^ mol 
le^zir candida)& chiara carne accompagnata , non 
ofcuri inditi di ahondan%a difangue^fignifica facili 
ta&p rontc:^ di ingegno: Et buona, ^ cortefe , 
Cjr amoreuole natura: Et facili fiima a rimettere ^ 
a perdonare tutte le offefe.Ma non a^ et tate già in 
coloro quefli ultimi buoni affcttiyche hauendo ipeli 
uermigli come bragie , & come acce fi carboni^ gli 
habbiano medefimamente durifihni & fommamete 
grofii: Et inficme la carne fofca.nera^durayVt ajciut 
ta.^nxigiudicandolì pieni fempre di furor e, d'ira^ 
fj;- diferuente fdegnOy & abbondanti di malignità 
(ir diprauì ^fcelerati penfieri^non maiingiufìa^ 
mente farete: medefmamente > fe le infidie^ le 



I 1 B K 0 

fraHd'hi tradìment'hó" U mancar de lafede^con c/- 
fo toro congiugnerette . Ma fé queiìo colore come 
fiamma uermigUo nel petto fi uedc.da la molta coh 
ra che regna in quel corpo,quafi da acuto & da fu 
crentcHimoloyne èfojpintafeggiermeme l'anima ad 
adirarfi.Tle altramente fentono coloro tn fe auem^ 
re>che portano le uene del collo &de le tewpie,gra 
demente gonfieyatnpie,rUeuate,& apparentifìme . 
lequalìammeduefignificatìon'h dal gefto di coloro 
/«) o«o tratte,che per accidente fono talbora adira 
ti-lqualimentrefonoaccefi nel furore ardcntifit- 
mo de la colera.CT nel petto , nel già detto modo fi 
tnfianmanoiEt ne le predette uene, non poco fi gon 
fiano.Lafacciaueramente tutta fparfadi colore di 
rofe,come cheipeli o biondino uermiglhod' altra ma 
niera coloriti fiano,fuole ejfer fempre nuntìa di gi9 
condita & di letitia d'anmo:Et troppo più di mo-- 
elegia & di uergogna-.ouero come fi diccydi arrofiir 
fi cr di uergognarfi con poca difficultà . Ma fe que-^ 
fio colore , non per tutta la faccia come ho detto h. 
fbarfo , an'^folo ne le guancie è riflretto, ne la eb- 
fcrc^^cc^ , ne l'ingordo appetito del bere , può Bare 
gran fatto lontano ofeparato da lui . meno da 
l'apparentia degli ebbri fi è tolto queH ultimo fe-^ 
"noyle guancie de i quali fa come rofe fiorire la abo 
%n'zadel beuuto uino ;cb e' l primiero fi fia da colo- 
ro,cbc per alcuno cafo fi uergognano : Onde per h 
fan"uefoprauenutoM,arde la faccia loro inguifa di 
fiamma . il phìlofopho aUma che gran pc^er* 



I 



S ^ C 0 71 D 0. 112 

^ flato fen'^far mottOypoi che cofi lo Spaghuolo beh 
he detcòijeriteììdo Ui del fno ragionamento rìpofar 
fiyin queHo modo parlò. B^cor domi ejjèndo ancbora 
giouenctto^an':^piu lofio f 'anciulloyhauer ueduto un 
principe che faceua fecondo la uiltà di quei tempi 
la Italia tremarcybaucre il nafo tuttOy^ quefte par 
ti del uolto che gli fono uicine , tinte di uno ofcuro 
rofforei Etpiu tojio a [angue congelato^ od a fegato 
fimiglianteychc ad altra qualunque cofa fi fojfe . IL^ 
che fu poi cagione iche notati & aduertiti i coftu-- 
mi di luiyio face/a in tutti gli altri buomini che quel 
le parti cofi fattamente baucuano rojje , una certa 
mia paticulare offeruatione:Etfi m' acorfi poiy&ue 
r amente comprefh effere in tutti loro ugualità per 
cofi dir e y& fimilitudine di appetiti • Terò mi faria 
carOyche anchor uoi la opinione uoHra me ne dice^ 
fteiaccioche come bene per ine medcfimo mifofii ap 
poHo a la uerita^ intendere mi faceUe.Dalucro na 
ui farete dipartito rifpofefubito il Confoloy in giudi 
cado co fioro fceleratijfmiiEt pieni di tutti i uitipitt 
enormi &piufoi^. Difiderofi di patire le disbone 
Hafeminilhcontaminatori de la bonefia de fanciul 
liibeuitorifen^a modo & fen:^a mifura : Et al fine 
malcdicentiyinuidiofiyCÌancìatoriyfuergognatiy& fo 
pra tutto fieri ftimi & crudelifiimi.^ queflo il Fo-- 
glianoycertamente fegli animi fi potejjero difie di^ 
finger e ygia non faria pofiihile di meglio &, più mi 
nut amente colorimele qualità , & le uoglie de le 
inenti loroiche col penellq de la lingua,a' colore de 



L I B 1^0 

le parole^ ce le habbbiate ejpreffamente fatto uede 
re. Ala poi che la confcrmatione di uoimi ha rendu 
to certo itne non hauere ne i termini di que^ìa dot- 
trinafalfarncte Uimato/egno fia che lafciando que 
fìi rei htiomini ftarfi ne la lor mala uentura^ quello 
fegtiitiate^che più auati a dire in quefia materia ui 
re^U.^lhora lo Spagnuolo , diftendendo alquanto 
la Jiia dejira mano^quafi in qual modo lignificare uo 
lendo che fiejjero attentiyin cofi fatta maniera rifa 
mllo.lSlegli 0 c chi yap erte i& chiare, & lucide fine 
Sire de l'animo , del colore de quali hora è ben tepo 
che fi ragio7iiymolte CT uarie confidcrationi àfono . 
Ma nonperò.fono quefle differei^ein tutto l'occhio 
egualmcntcxanxi in quella parte folayche circodata 
dal bianco jfafcia & fta intorno a la pupillaXaqua^ 
leèuolgarmete nominata il ncì'o de l'occhio: Et da 
^alcUnìpiu dottila ruota.^o hanno adunque in aU 
cun' altra parte fuori che in qucfla^ la propria loro 
hahhatione quelle diucrfita , onde ( fi come il perfo 
dal uermigliOo& l'aTiurro dal uerde)fi dice uariare 
^ ejfere diuerfo lun'hnomo da V altro nel colore de 
gli occhiXhe lapuppilla e'lbianco(come chiaro &^ 
aperto fi uede)pcr qualità di colorejn tutti quanti 
gli huominijono fempre quelli medefmi: fen%a ha-- 
uerui da colui a quefi'altrOy alcuna uarìcta . Il nero 
adunque folamente è quella parte che uaria: ma no 
gia^come e flato fententia di alcuni non indegni dot 
tortane i cauallifolo & ne gli huomirti: ma ne i cani 
anchorai^ ne lejcimic : & in molte altre jpecte di 

animali: 



S E C 0 D 0. ìT^ 

fi come noi diligenaemcìnc habbiam'o dfferudt(K 
T^le pure è differente rfue[ìa parte, gli huonàm tra 
laro confiderandoy & luno ir^eme con T altro para 
gonandoyma in im corpo medejimoyfecondo che egli 
o più. 0, mti.no. annouera anni.fi fcorgono in lei non 
fìcciole differeu's^e.Concìojìacofa che altro fia il co^ 
i^rc di qiicjla ruota^ injtn tenero & acerbo bambir 
m:aUrOy inm .Imómo più maturo & fermo: & al- 
tro. al fine yin m di già mex^: ^peruenuto a l[efirc 
tna uecchic^i^^ Ma le puppille neramente come ho 
dt^ttOyTkcXa tonalità &.mlcQlore.no uariam gia:Ma 
foto rie là qudntitay& nela grande'^ . Terche fa^ 
f ere conmenfiy cbje k.picciole.come portano le yol-^ 
piyi Serpenti^ & le Scimieymai ne da maluagita^ ne 
da caniuipmfieri, ne da ouaritìuyneÀapQco qgdir 
fhento^triSit uogliè che l animo imgombr ano di qtic 
gli animaliynon pojj'orio jìare lontane naturalmente., 
Ma'comc che in tutte^lf maniere ^ le qualità rfè 
gli occhi y lapicciolex^ de le puppille fia rea;eHa è 
peggiore affai , negli occhi bianchi er ulìuigni : EP. 
pejfima poiyje quefti Hejfi fono concauiyfecchiy& tt 
nebroft: Ma in molti doppia ani^pure in infinito ne 
crefce la fua malitia > fe con tutte le conditionipre-^ 
dette.fojjero gli occhi macchiatiy& Jparft di alcune, 
punte di uari colori Ma da l'altro lato la grande':^ 
%a de le puppille y poi chetalìinquefla parte fono le 
pecore ei buoiy chepuote ella altro fignifìcare , che 
tardità di ingegno :groJfe'2^ di cerueUo:uanita:foffe 
rèntia:^ femplice &ro7^ humanitafaccioche non 

V 



i 



L 1 5 i^U 

minore lei femhìanxafojje ne le inuifibili paffionì de 
l'animo; che ella fi fia ne le manifefie conditioni del 
corpo. In fomma^le puppìlle come tutte V altre mera 
braydebbono ejjere j?roportionate:Et tali effendo^et 
giuflitiai& bontà buoni coHumi dimoHrano: Do 
ue color OiCui d'altra guifii furono date da la natura^ 
eJr fconumatiy& maluagh CT ingiuri ^effer e per ciò 
fi comprendono . tt [e per auentura alcuna fiata aue 
nij}e(ilche pero fia di rado)che da uoifojjero ueduti 
chi le puppille hauejjero lunge & ouali j oucro di 
ijualunque altra forma angularhbcne & ragioneuo 
le è che fappiatey i naturali mouimenti de l'anime lo 
¥oyCofi da VefJeregiuHiy o buoni ^ od honefli trouarfi 
difcoflo;come daldieci^l'uno: dalpefi), la leggere':!^ 
%ai& da la Brumali folSìitio del Cancro Jh{e punto 
fate Hima che quegli altri più ui s'accoftino , chele 
puppille (tutto che de la ifteffa forma ) nondimeno 
l'una ne haueffino maggiore & più ampia che Val^ 
ira^r T^el bianco poijfe ben non u'è partitamente dif 
feren%^ alcuna di colore o di quantita^u^èpero intro 
dotta una certa diffomiglian^a^da la qualità di alcu 
neuene che per entro ui fcorrono:LequaiyUermigUe^ 
moltei& chiaramente uifibilieJfendOi mo^rano 
che la colera ahondi nel corpoiEt lo fdegn0y& lafie 
re7^ r^e inanimo. Ma fe elle tantey& cofifolte^ & 
cofi grandi fono y che in gran parte il bianco quafi 
tutto ne coprano Jlimat e pure che gli affetti che con 
loro fi giungonoyfiano oltre ad ogni termine honeiìo 
& diceuolefuribondi:Et fe con quefìa tale conditio 



S E C 0 TS(^D 0. 114 
ne y fojjero gli occhi tutti in fe od humidì 0 fèccht^ 
Vchhrcz^y con Ihumidita; & la furia impctuofìffi-^ 
nta^con la fecchc^ credete che alloggi . Ma quan^ 
do il bianco non in quello modo Jparjò di uene, an^} 
fia tinto di pallido liuidore , c^r che tutta la quantità 
de l'occhio (come che grauemente) pure JpeJJb fi ma 
myrnetteteloper certiffimo fegnoy diferma^^ tena 
xey& profonda memoria:Et di buonifjlmo giudicioi 
Etinfiemc dipenfofayintellettuale^& contemplati^ 
ua natura.Ma perche con maggiore diflintione pro-^ 
ceda il noflro ragionamento, onde più facile ne fia 
parimente la ìntelligeni^a hauete a fapere che la 
ruota degli occhi , laquaLe come difopra narrai Ha 
intorno a la puppilla,& è circondata dal bianco j no 
può generalmente parlando , ejjere d'altro colort^^ 
che 2uno'di queHitire.Tercioche o eUa e tutta axyr 
ra: Et ha intorno a lapuppilla alcuni raggi bianchi 
che a pena fi Jcorgono.llchefi come ftimoy diede oc-^ 
cafione primieramete^che gli occhi tali che Cefii da 
i Latini furono detthfoffìno communemente nomina 
ti da quel colore. Ouero che ella è uerdigna:Et i rag 
gi che manifefti apparenti efcono da lapuppilla^ 
fono di colore d'oroylquali non altramente leftanno 
dintorno ^che fi facciano ìfuoi cerca la ruota de l'ho 
riuolo : Donde auiene > che elli quantunque uifibil- 
mente da la puppilla fi partono > non cuoprano pero 
tutta la ruota : 2S(e fino a l'ultima eflremita di lei 
che è contigua al bianco, pojjano peruenire^ Laqual 
cofa, non in tutti gli occhi tali medefimamente ; ma 

T ij 



TI \QL I B U Z 

. , ih alcuni pìuy& m alcuni meno fi trouaXonciofiaco 
Jaycbe talhora i raggi per poco di (patio lotani da ta 
puppilla finifcano: Et nota lafcino in queUo modo^no 
f icciola parte de la ruota: Et alcune uolt comandino 
M punta loroyfin ne l'ultima circonfer ernia di queU 
la. Et in cjuefla maniera quella parte fola nota ne re 
-Jktj che tra le onde diro cofi , de l'uno raggio Cir de 
altro rimane. Or aper che in quesìa forte d'occhi fi 
-fcoprono almeno due qualità di colori.ynoii latini 
-imitando iUari li domandiamo: Ma i Graci da la bel^ 
lex^ loro tirati^ non per quel folo nome gli appella 
i rono; ma gratiofi ancbor^ li dijfcro : Èt come che 
^iu belli di tutti gli alttk co fi anchùranHntij di mi^ 
^cgUori affetti jhehbero opinione che fofft rò. Vultima 
:poi generale qualità di queSìa ruota , è che i raggi 
ufcenti da la puppilla fiano cofi forti & Jpeffiychela 
'ingombrino tutta infino aia fua ultiirm parte: Et, 
alhora gli occhi tali , fono addomandati neri : non 
perche neri fiano ueramente: Che an'^ da uicìno 
fifo miratijfi fcopre in loro il colore giallo: Etprov 
^riamente ad oro fimile . Ma perche di lontano y 
jion co molta attentìone guardati^ fcgliono ne la pri 
ma uiSìa fempre hauere quella apparenza • Ma que 
He uniuerjali differenT^ lafciamo : Et d'alcun aU 
tre , che più particular mente fono negli occhi ua^ 
ri , Jegiiitando diciamo . In alcuni de quali , ne /V- 
firema parte de la ruota , laquale come la carne a la 
peUe.è congiunta al bianco de l'occhioyucdefi talho^ 
ra uno cerchietta nera : xiuando ^ uno bianco: fpcjjìà^ 

» * 



S E C 0 71 D 0. ir^ 

uri^altro-^aguìfa d'oro lucido & YÌjplendentc:Etal^ 
cune uolte^uno uergato di più colori come Inarco ce-- 
IcHe ♦ De la nerex^a^ ne h cagione la ftccita : Et la 
^hondan^a del muninconico humore . // bianco^Ja 
humìdita & da phlegma procede. T^afce lo Jplendo 
re yda punta di fangue.Etlauarictaylafua origine ti 
ra da lo eccejjò di quegli humori yche per cjutjie re^i 
gole ejfere ne gli occhi fi intendono: Donando tutta^ 
uia il Uerrhigtio accefOj ouero ilferrigno^ol rugino 
foyfe in qucUa mefcolan'T^ u' hanno di tai coloriy a la 
fuperfluita de la colera. I primieri,non fen^ cagio;- 
ne luuidiofi & maligni pojjono ejjer e giudicati:! fe^ 
condì , uani & bugiardi : T\[e hanno per ordinario 
molto acuta uifla. I ter7^Mbidinofi:Etgli ultimi a la 
fine golofi 0 inteperatiMa fegno alcuno di colera^ 
hauendoy& priui medcfmamentc effendo di humi 
ditajnfiemecongli affetti predctti,il furore aggiun 
gereft conuienese ueramente la fecchei^ con l'hu 
more cambiafiinOy& magnanimì^& fortiy& uera^ 
ciy& giudicìoft fartbbonoMa oltre a queflo^non pO, 
co di afprexi^ neglifdegni ritenirebbono: Et drie^ 
io a tutte le cofe Peneree,fcmpre uanamente fi per 
derebbono . Ora perche(come difopra alquanto ne 
toccai breuemente)non pochi fono quegli huomìni 
che portano negli occhi impr effe alcune punte di ua 
fi colorijragioneuole flimopria che d'altra cofa aU- 
cuna fi trattiyle fignifìcationi di queflc apertamente 
moflrare. Et come che generalmente in tutte le qua 
lita degli occhiale punte ^ le macchie fian reefpur 

T iij 



L I B 

re nondimeno di gran lunga fono peggiori negli oc 
chi bianchi & uliuigni: onde coneJJòlorOyi tradimen 
tiylejraudiyle rapinerie maUtieyla f^gacitayCt U sfrt 
nata temer itayfempremai fi congiunge. Ma fe ne gli 
occhi nari alcune poi ce ne hauefiinoy la roi^'j^a ne 
lo intelletto , & la ajperita la {piaceuok7;p:;a ne i 
cofiumijcertamente fi menarebbono appreJJòéMale 
fanguignCycheper entro agli occhi neriycome le fiel 
le nel Cielo y& ne i prati i fiori uederete fparfey non 
altramente hanno gli affetti loro maluagi che IOt 
leandro CT la Cicuta;& l'Orione e'I tempeflofo jir 
turo fiano foliti hauere.Oìide fia fempre bencylo flU 
mare che da homicidijyda dishonefia Ubidiney da fi-m 
mulationiy& fopra tutto da aUutia nel fapere cela^ 
re i fecreti del cuor enfiano da ogni tempo feguite ^ 
Quelle altre poi che di pallido &fofco colore mac-^ 
chianogli occhiyfanno forgere ne l'animo uogliayche 
tutti gli huomini un fol capo hauefiino:Et quello(co 
me dei Bimani diceuaCaliguld) uedere pofcialor 
tronco. Et a quefia fi grande & cofi fiera malignità^ 
fi unifce naturalmete lo appetito de le cofe impofiibi 
li: Et la inuefiigatione (benché a cattiuo fine) degli 
accolti fatti de la natura & de gli huominiMa non 
rcflo ^damantioyilche da noi certifiimo se ritroua 
tOydi mettere non meno infieme con quefleil timo-- 
re;che con le fopr adette il furore fi flia.Ora concbiu 
dendoyin fomma affermo che le macchie tutte degli 
occhiycume iljuccidume & le lordure a ipanni,tol^ 
gono a l anima la nette^ & lapurita.Ma jper di^ 



S E C 0 T^D 0. 116 ^ 

fintamente bora di tutte L'altre qualità del colore 
de gli occhi narrare ydouete hauere in mente ycbe ne 
i tenebrofi & ofcuri , u'babiti di continouo qualcbe 
fnale:& qualcbe Tirana & borrenda fciagura. Iqua 
li poi [e infìeme con l'horror e & con Cojcurita ante 
detta fcccbi & aridi fojjìno, tanto più certi tejlimo 
ni di perfidia & di infedeltayne uerrebbono ad effe 
rei Et fe co tutto ciocia picciolc'j^ anchora conefjò 
loro fifoffcytanto meno di cagione bauete di douere 
lor fede prefiare: Concio fia co fa cbe di fraudici ma 
lignitayditradimenth& di inganni fiano abondan^ 
tiffmi. Quei foli , tra tutti i tenebrofi alcuna parte 
hanno in fe di bontay che di conucneuole grandex^ 
dotati ypiu cbe mei^namente fono bumidi. Quegli f 
foUecitudine & cofìdtia;quefìiyConfideratione & do 
edita; Et quefli ifleffureligione & timore ne l anima 
impartono: Et del core la liberalità de le radici fue^ 
gliendojn uece di leiyO lauaritiayO la miferiayod al-- 
meno la parftmonia ui piantano . Ma fcmprefgene^ 
Talmente parlando) quefla tale ofcuritayfi tiene con-* 
effolei la perfìdia & lintemperantia:Laquale tanto 
e maggiore & più crefcCy quanto più fono borribili 
& ofcure le tenebre. Da l'altra parte gli occhi lumi 
nofi & rìfplcndenti , come per la qualità del colore 
a i fopr adetti fono contrari ; co fi ne gli affetti cbe 
loro die per compagni la dìuina natura , come 
viete a la Libra , CT al Boote il Canopo , & come il 
Sericano a VlberOy& a l'Ethìopo il Scitta^fono co-- 
me fi dice distanti per tutto il diametro . Onde , & 



L I B B^O Z 

di grande':^ & di eminentia l'altre buone condì'* 
tioni haucndoyfono fen%a alcun fallo yuia più che tut 
ti gli altri difiderabili ^ T^e fogliono altro di incom 
modo hauere conejjoloro , e/fendo tuttauia fi. come 
quei di i Galli lucidiffimi , & ardenti di puro fpleìi^ 
dorcyfaluo che la iìicontinentia & la libidine :Ondc^ 
fia jàno configlio y il non commettere quelle femine 
a la guardia loro > che caHe ^pudiche difideriamo 
che uiuano : altramente con la paglia il fuoco, e'I 
Lupo con l'ugnella, tardi & con noftro dannOy a la 
fine ci auedremo di hauere infieme congiunto . Gli 
occhi uariy che grandi & rijplendenti & humidi/ia 
noconueneuolmentey diforte^i^ di corpo^di graUfr. 
de.':^ d'animoy& di ualorey& di ingegno prejìanò 
fede: Et a quei fi ajfmigliàno , degli animofi Leonia 
^dele fiere àquile. Ma fefofiino grandi folamen 
te più de l'hone^ìo, & lucefilnoy CST mouejfmfi nel ri 
mirar ey come quei fanno degli huomini acce fi d'ira 
eìr di J degno y& Uefiìno le palpebre loro molto lar^ 
ghe & apertcycon uerita fi potrebbe dir'eyloro ejfe^ 
re più di tutti gli occhi tri§ìijfmi:fi come quelliyche 
a i Lupìy & a i cinghiali portando fembìan^a , non 
potrebbono da le maluagie uoglie di quegli anima^ 
iiycffere lontani giamaì:jtn%i di crudeltay& difie^ 
reT^y & di rapacità 9 di molto gli uincercbbono • 
Se uer amente con la picciolei^ uibrajjino , / mali-- 
gni &frodolenti cifcopririano.-Doueco lagrande's^ 
%a y ci dariano manife§ìo indicio digolofita, difoU 
Ha , ^ di fciocche'^ • Ben è ucro che gli occhi in 



S E C 0 ISI D 0 tty 
^itetia guifamouemifi i ne per humìdìtay ne per 
grandei^y ne per jplendore , dal medriocre CT ra^ 
gionemle flato partenti/i , e^r con tutto queHo Uca 
ti ejjendo & brilLant'h dimofirano eccellente & ra^ 
ra alte']^ d'animo : altero CT inuincìbile jpirito , 
Cìr ardentijjimo & ineflingmhìle difiderio di gloria 
CJr d'honore . Ma non crediate pero , che per que^ 
^ìe fi buone & fi lodate conditioni y manchino da 
r altro lato o di fouerchia arrogantia : &nel uan^ 
tarfi majjimamente : onero di cbbrc^a : & di ira 
sfrenata CT impatiente : Et del corpo parlando , di 
ejfere da lepaffioni del morbo caduco di leggiero ah 
battuto.Tali (come fi troua fcritto) furono gli occhi 
del Magno ^lejfandro : In cui le qualità primiera 
mente dette , lo fecero empire di fuoi triompbi eSr* 
di fue uittoric , le parti Orientali tutte del mondo : 
£t le feconde , a" la uccifionejct .Jpinfero di dito 
Calliftene : & a l'incendio de l'antica Citta di Ver-^ 
fepoli . Or finalmente adunque , & per ttniuerfatc 
conclufioncy tutti gh occhi che uibrano y come fe jat 
tare uolefiino fuori del capo y hanno fempre in com^ 
pagnia loro , qualche tritio uitio : Et qualche grauc 
& biafimeuole {celeraten:^ . Quegli altri poi y ne i 
quali il rifo CT il piacere albergay tenendo con la feù. 
the'xj^ infìeme y le palpebre cofi me'xo chiiife , & 
guardando come qui sufa a dire difotto co'7;j^y non 
fono àegni inuero di lode alcuna : Et meno anco que 
gli altriyche con tutto quello fono concaui anchora^ 
\An'^ & qneHi & quelli y uanno fempre qualche 



1 



L I B B^O 
ria malisagitafabricando. TriHo è parimente il 
foy fe nel fronte y ne legate^ & ne le ciglia, uba uno 
certo tremore : Et più cattino poi yfe chiudendo & 
aprendo jpelje fiate lepalpcbre, mirano intentamen 
te: Et triliiffmo al fine, quando di loro natura Han 
no gli occhi aperti(fmi.^lhora neramente il rijò ha 
meno in fe di trifiitia, che egli comolta humiditade 
è congiunto : Ts[e fuori che uana ór fciocca fcmpLici 
tay ór non potere fojferire i dolori, altro di male gli. 
fi può attribuire. Ida fe con quefto humore lepalpe 
braflejfmo tefe , ór molle il fronte, ór molli fofiino 
queHe parti qui intorno agli orecchi, ciafcuno uitio 
in tutto da Ce difcac dandone , fi rimane il rifo in 
compagnia de le uirtu : De lequai, lagiufiitia rende 
gli huominifimili a Dio : laprudentia , gli ammae^ 
Sìra: la amoreuoleT^ la pietà CT la manfuetudine > 
li fanno cari ór grati ciafcuno: Et la magnifìcetia al 
fine,il difìderio de la gloria & de Vhonore nel petto 
gli infilila . Ma per contrario gli huomini di fiera 
Órpauentofa guatatura , hauendo pregni gli occhi 
diconueneuole copia di humidita,fono penfofi natu^ 
talmente & ingegnofi . Doue fe la fecchcj^ infie^ 
me con la ferita de lo fguardo fi accoppia , alhora 
Ibene in male , l ingegno in malitie, ór li penfie-^ 
iri in dijperatione in un tratto fi mutano : Et fe con 
tutto queHo , ajpra la front e, gli occhi fermi , ÓJ* 
ritte fofiino le palpebre, incrudelifcono ne la feroci 
ta de le uoglie; ardifcono a qualunque imprefai Ts(e 
finalmente^ alcuna cofa non tentata lafciano . Et poi 



S E c o T^D 0. llS 

che m'è auemto di fare bora mentlone de Ictferme^ 
%a & rigidità degli occhia da quejio non miparten 
doy hauete afermarui nel core , lei ejjere aperto ^ 
manifejlo fegno^di maluagie & trifie offe tt ioni ehm 
fe & occoltenc ranimo.Magli miuerfali lafciando, 
er ne iparticulari col parlare entrandoygli occhi in 
queHo modo fermi rigidi & fifii^ inft eme con llm^ 
miditayil timor e-ycon la fecches^x^yld menticaggine; 
0 con la pallide'^y lo Hupore argomentano. CoU 
ro poi che con la rigidej^ leuano altamente le ci^ 
glia^aprendogli occhi come fe per efii rejpirare uo^ 
Lefimo y fono [degno fiy crudeli^ imprudenti^ maligni ^ 
CT Jìoltamcnte faui . Ma fe col rigore fono gli occhi 
grandi & di colore uermiglioy infatiabile nehlaga 
la'& sfrenata & ardentijìima la libidine.Et fe con • 
quefioy hauefiiuo le gote ma certa fijfura, non fi de 
ìlare in dubbio che la sfacciatex^y la ingiuHitiaM 
infatiabilita (per cofi dire) & la dijperationcy CT h 
mala cotentc j^yfempre co i predetti affetti non ua 
dano.Gliauarh & di continouo a i guadagni &for 
feale rapine intenti da gli occhi piccioli & fermi 
fono moftratidqualife medeftmamente tra le ciglia 
il fronte crejpajìinoy o fia che per natura molte grìn 
c(e n'haueffino , frodolentifiimifopra tutti gli huo^ 
mini ne farebbono : Et fe con tutta la per fona an^ 
dajfmo chini & piegatiy che ladroni fojfino & fom- 
mamente colericiyconofcere douerefle.Ma fopra tut 
to y Vamicitia hauere non ui curate , & hauendola, 
dilafciarla cercate^ di coloro che ^Hocchi uliui< 



1 



l I B 110 

j^niy& rigìdìj & ofcHYÌ portano ne la teJlaiChe fem i 
preingannatorij& nel malfare & ne le graui [cele | 
yatex^ifuegliati & fremii li troi^ercte: Et non /o- 
lo dilettaìitifhnm procaccianti anchora le nnferiej.e 
-calamita, & le rouine degli buomini. Tale fu ne di 
fuoi^ne fino ad bora da la morte di lui molto di tem- 
po è pajfatOyun giouene di non picciolo affare in que 
Sìa Citta: llquale col fuo fine borribile & pauento- 
fo^con danno difej& utile di chi u' intende & appli 
ta l'animo, IdUerita di qitefìa dottrina pienamente 
ci confermo. Soli gli occbi filfhche piccioli & burnii 
di fiario.infteme con la fronte priua di rugbcy & con 
le palpebre mouentifii, tengono in fe qualche cofa di 
buono: Quando certo fappiamo , che da queUi uie^ 
ne come l'ombra da i corpijC amore uerfo le lettere: m 
la éruditione.eH caldo defio del fapere . Ma fi come 
a coloro che gran tempo fono Hati nauigando per 
Valto mare , quando fi auicinano a la terra , uiene 
loro un certo odore che lei benché non ueduta pale^ 
fa; cofi a me quantunque con humili uclcdifcorren-* 
te per lo pelago de le dimo^lrationi degli occhiai fi 
fentire il propinquo lito : Conftderando che de /r 
quattro auerten'^ che in loro diffi douere effere ha 
mtCy ciò è Informa , il fito , il colore, el mouimen- 
tò , le tre lafciatomi dritto a le Jpalle , per affai 
difpatio ingolfatomi ne la quarta non poffa quel luo 
go effere molto lontano,doue la Hanca mia nauìceU 
tii,/e tale fu il fuo deiìiìw, de la durata fatica fi po^ 
fora. Ora adunque Jeguendo , dico che gli occhi, che 



S E C 0 T^ .D 0. irp 

con fretta fi mononoy più negligentiayche faccende ; 
fili perfidiaychefedt ; più fojpctto , che fccurìta ; cr 
fignijicano a k fine ypiu che tranquillila y perturbai 
tione. Ma color q che con gli occhi infiemc le palpc^ 
bre hanno mobili» mancano il più de uoltc di grath* 
de']^ d'animo: Doue quegli altri che girandoli (ian 
no con le,palpebre ferme , diuengono ne le aduerfir 
tay animofirne iperigliy audaci''^ ne la dijperatio^ 
neyConfidtnti.J^^er contrario chi gli occhi tardamen 
te moucrèpegro ylentOy^ dipocojtnno: Et cori fa^ 
tica fa cominciare alcuna cofa: Et coniinciatolaycon 
maggiore difficulta fe ne fa rimanere i.,Gli occhi 
fofchiyi^^ da l uno lato & da l'altro raggiranti fi pre 
diamente y fono paT^xi & inutili:! grandi & trernan 
tiy a r^bbrex^i a lagolay a la tarditaya lo Uupore^ 
a laiioltìtiafqno incimati. 1 piccioli & bianchi 
& a lo ifiefjo tremorfottopofliy agliirjgii4fiiy sfacr 
ciati y & infedeli conuengono : procuranti V altrui 
male: Etuiuenti de le altrui mijeriè. Et fe nerifof^ 
fino 0 iwiy in tutto le rnedcfimefignific adoni hau^- 
rebbono : fe non in quanto , ^ucjìi più imprudenti 
^ temerari ; Et quelli , più sfacciati & difdegnojt 
farebbono. Gli occhi che ondeggiano a laguifadel 
mare , uolano a piene uele ne i piaceri & ne It cofe 
amorofeima pero non ingiuftiyne maluagiy ne di rea 
natura^ ne lontani fono a le Mufe e ad apollo. Va^ 
frirfi e7 riferrar fi molto Ipejfo negli occhi , ei dee 
con iejjempio del Barbaroffày già Corfaley& al pre 
fente I{e d'Mghiere , ^ Capitano de le armate d§ 



L 1 B J^ U 

Turchìy àe ì rapaci & degli infidìofi rendere accor 
ti • JqualifacUmente cimlunque arte & qualunque 
difficile cofa apprenderiano , & in fomma aftuti & 
ìngegnoft JarianoJ?auendo entro negli occhi abonde 
Mole copia di hmidita. Ma [e la pallidezj^ col tre- 
more uifojjcyfarebbono dal [acro morboyod almeno 
-data uertigine moleHati: Et lo acume delointellet 
tOy e7 raggio & lo jplendore de lo ingegno y& fofco 
f2r rintw^ato ejjere in fe fentendoy& in [e medefi-- 
mi fcontentiy& ad altrui uiuerebbono ingrati. Que 
gli occhi che nel chiuderfi in qucflo modo uoltano U 
fuppiUe a Vinfujby già mi par e di ricordarmi di ha^ 
uerui detta^ che molta libidine , & poca prudentia 
ftano nfati di tenere con ejjo di loro; Ma fe non in fu 
fo fi uolgonoyan^i dritti cr fermi rimangono yhaucn 
do conueneuole parte digrandezj^ydi fplendorey& 
4^hmiditay& infieme la fronte fcn^^a ruga alcuna^ 
non ci reiìa(fe agli occhi foli guardiamo) cagione 
Ónde non habbianoad effere religiofi , prudenthua^ 
ghi dfintendereygcntilis & fopra tutto amoreuoli : 
Voue Vhumidita con lafecche's^ cambiandoylafcia 
te le buone & le honefie affcttioni da una parte ^ & 
in luogo di quelle qualche rio & abhomineuole pen 
fiero tuttauia trauagliandofi ne la mente , dricto a 
la ferocità &ala ingiufìitia , trifte & ferine uo-* 
glie yfi abhandonerehhono in tutto , Et effendo que^ 
Ha tale ficcitaycon la aj^rei^ & con le grinte del 
fronte accompagnata , & col raggiungimento de /e 
€igliay fUr €on la durc'Sf^ de le palpebre^non cono^ 



S E C 0 1^ D 0 ^ Ilo 

fce la audacia loro alcuno ri/petto : Et la fiere^j^ t 
con fomma difficoltà fi può re?idcre manfueta & 
humilcft<lu\ladmcno fi come i Dei con gli incenfìxo 
uotiy& co [almi , cofi cofioro lodati riueriti & pre^ 
jentatiy fi mitigano & tornano humani . Gli occhi 
molto aperti, Hcbe alhorafi intende yche & difottQ 
e^r di /òpra tutta la circonferentia de la ruota fi pof 
fa uederCy & oltre a quella anchora fpvjje fiate uno 
cerchietto del bianco^ ejjèndo fermi humidi^ ofcH 
rii^ hauendo piaceuole guardatura^mcmno per or 
dinario in loro compagnia & bontà & uiuacita & 
fronte'z;z^ di ingegno: Ma (e Hhumort con la ficcita^ 
& con lo fplendore Vofcurita permutajfino, CT non^ 
dimeno con fe§ìofo& lieto & chiaro [guardo miraf 
finoydifomma sfacciate'T^yet di cftrema audacia ci 
fariano fegno.Ora fe dritto e§ìimoy?ion mi pare che 
degli occhi parlandoyaltra cojà alcuna ci reSìi, che 
a dirla mi fia neceJfario:per tanto fe cofi confentìre 
tCy altro foggetto donando a le mie parole , procac-^ 
ciaro di menare a fine & terminare queUa fatica ; 
onde io fio in fojpetto che a me ne fegua molto di 
perdita & di molefiia : Et uoi fete certi che niuno 
forfè yod inuero pochiffmo diletto od acquifloyue ne 
debba uenire . Se la natura , rijpofe prefiameute il 
Qurinì, è quella che cofentìre iluipoffa, niuno ere 
do farà tra noi di fi dura mentCyche ardifca a negar 
louiiMa feinfinitiifonotutto'lgiorno prodotti da lei^ 
cogli occhi altri a queftas& altri a quella parte, 
alcuni in fuf0}& no pochi ingiuforiuolti}come uole 



te che p offa acquetar fi lo intelletto nojlro , non ha* 
uendo di tante diuerfita^pure uno foto motto intefo 
da uoi^Lauate aduque quella picciola noia che uap 
fona il difìderio noftroycon l'acqua dcla grande hu 
tnanitade uoHrac^ Et al dijpiacert che Un uoi,amen 
^àte nonfolo conia confolatione^ma col giouamento 
anchoragrandiffmo che ci date.^lhora lo Spagnuo 
loyaffai joggiunfe mi credeua di hauerne^detto^quan 
do cercai di perfuaderui , che jenxa là maluagita de 
l'animoyi uiti del corpo nonpotejjino Hare. Ala poi 
che pure fete fermati che più partitami te fe ne hab 
hia a parlare > io ftudiando di compiacerui , mio 
mi ingegnerò di fare il uoftro uolere.Quindi il ragia 
namento fuo ripigliando , cofi feguito . Fariamcntt 
come piacque al CicloyCterno feme di noUre uìte^for^ 
fio gli occhi de huomini torti: Cociofiacofa che talha 
va uerfo l'homero dritto , fì^effo mirano contra il 
/iniSìro:Et alcune uoltCy quajfi che amìnedue accendi 
najfero al nafo , fono uolti al dì dentro : ÈtTuno al 
contrario de l altro . Et quando oltre a ciò fi ficcar: 
no fiotto la palpebra di fopra : Et bora in quella di 
[otto fi affoggano • Lequali differente , tutto che 
babbìario una fola-c^r fimile fignificatione di trifìi 
movimenti d' animo y nonauiene peroy che tra lo-- 
ro non uadano in qualche parte dìfiomiglianti . Ma 
quello che confufo ^mefcolato ubo mejfo dinan-^ 
bene è ragione che per più ferma ìnteiligenxa di, 
uoi.ue lo fcpari alprefente^& ue lo dìflingua. Quei 
primi adunque che la delira parte rijguardano , la 

pa:^ia. 



S E C O T^D 0. 121 
pao^aja negUgentia, & la menticaggìne hanno ui 
dna: Olici che la fmiUra^gli adultcrijyla luj]ìma^^ 
la ardente libidine : Et quelli che accennano al na* 
fo y le beffe , leìgermìncUe^ & le berte. Onde pro^ 
uede in quello modo la fauia natura , che i Brunii 
e i Bujfalmacchi , rifo & dolce':^ de gli huomini , 
per rattemperare t amaritudine eH dolore de la ui^ 
ta y non uengano a mancare giamai , Meramente 
coloro che di tale maniera portane gli occhi , fono 
peruero dire j il mele e' l condimento de thumaìia 
confue t Udine . Ejji tuttauia faceti ^ con eia fc uno pia^ 
ceuoliy & fempre motteggiofi & feHtuoliy& grati 
^ amici di continouo a l'amore & a legratie , cìr 
uiuono in fe medefimi , & aue^^yio altrui a uiuere 
la uita foauemente.Ma feperauenturayalcunigli oc 
chi auenga che torti in quefl' ultima guifa^ ^ jecchi 
infieme , & fifsi , cìr aperti gli hauejjero , ejjì da le 
grafie & da lo amore abbandonati, le pfaceuole':^^ 
'X^ in trujfe , i motti in oltraggi, ^ le facetie in uiU 
lanie conuer tendo, negiuUitia ne uergogna non ccì 
nojcendoya le maluagita era le triUitie reflarebbo^^ 
no in preda. Et a peggiore conditione anchora ucr^ 
rebbono , & la audacia & la ferocità cH dejìo del 
malfare accrefcerebbonoyfe gli occhi non rigidi ^ 
fijfi y ma tremanti & uaghi tenefiino . Quei poi che 
l'occhio dritto ne la deHrapartCy e' l manco tor^ 
corto ne la finìflra, come fono nel corpo d'ambidui 
gli fior cimenti partecipi ycofi lapa^S^ia & la libidi 
ne r affetti che loro feguono^ne l'animo hanno con^ 



t L 1 B U 

giunte.Bcnfi de però fempreja maggiore & più po 
tente fignificatione, donare a Vocino più torto: Ma 
ejjendo egualmente queflo uitio ne l'mo come ne L'ai 
troyii finiftro ne le f emine , e'I dritto nei mafchifi 
ha daprcporre . Ma quando non da lato(come «tr 
duto habbiamo ne iprec€denti)an7^pd in fufo od in 
giufo è lo fior cimento , tanto alhora più di malitia 
crefce ne i mouimenti del core^ quanto meno di heU 
Ici:^ ne Icluci [cerna del capo.Di che douend io dar 
ne partite regole , dirò primieramente che coloro 
che tengono uerfoH fronte rìuolti gli occhia il male 
caduco ne le infermità del corpo ; & la libidine y la 
golofitay ^lebbre^i:^ in quelle de l'animo ; & ne i 
j'entìmentiyhanno per loro proprio loflupore & la 
torbide':!^. Et [e queUi occhi tali fi mouejfma con 
un certo tremore , non ne può ejfere lontana la epi^ 
lempfia : od il morbo caduco che fi foglia dire . Ma 
quando non tremanti^ma di liuida paìlide'Z^ foffe- 
ro dipintiy non ajpira & non attende ad altro la lo^ 
YO ferina crudeltUyche a mortiM uccifioni& homi 
cidi^^e poi grandi fono & uermigli, a igiuocatoriy 
a gli effeminatiya i dishonefliy& incontinentiy& go 
lofiffimifi conuengono. Coloro poi che per contrario 
in giufo portano giratigli occhi , & come ajfogati 
fìr fommerfi ne le palpebre di f otto yfentono credo 
non fen%a noia , fe hauere da le medefime pajfioni 
che quei che in fufoy eH corpo & l'a nìma perturba 
ti: Se non in quanto che Iodio & lo fdegnojpiu lun 
gamentCy& con più duro & ofiinato affetto ritengo 



SECONDO. I2t 

tto. T^e d'altro mo^rano d'ejjèr uaghUne d'altra co 
fa tanto lor calcy quanto the trauagliarjì in tutte le 
loro operationiycon feluaggia & roT^ & aJ}^rafero, 
ctta. Ma fetalbora alcuni uedesìe che l'uno occhio 
al Cielo y^ l'altro a la terra uolgefiino^tr emando in 
ambiduiy & Hringendo le ciglia^ ^ molto JP^JP> 
ref^irandOife direte che il morbo caduco fia in loro, 
fe non in atto^almcno inpotentia molto propìnqua^ 
fempre del uero nuntij diuenirete.^lhora il Giglio, 
chiaramente difje s'è da noi comprefo per le uofìre 
parole^quafi pel lume il colore^ ciajcmia diffcren'^ 
c'habbiayO nelfito,o ne la torcitura degli occhiMa 
ptrcioche non fubito ogni cofa b bene che non è ma^ 
Uy ne e uirtu non effendo uitio^ne inferma tutto ciò 
che non fana, uorrei che intorno a le predette quali 
tdynon folamente ci dicefte come non hauefflno ad ef 
fere gli occhi:ma più tofìo come effere fi douejjino . 
La concauitaj l'eminentia, ne conofciamo: ma il 
conueneuole loro HatOy non peranchora fappiamo . 
Leuerita de torcimenti ci fono palefi : Ma la nera 
forma de la drittezza ci rimane accolta . Dateci 
adunque uoi , che lefofche chiare,& le cofe dubbie 
certe folete fare^ una ferma regola onde habbìamo 
ad intendere la giuHa qualità degliocchiillche non 
meno fi conuerra a la uofira cortefia nel come pia^ 
cerci.che fia diceuoleala dottrina ne lo infegnarcL 
^n^T^i rifpojè il Confolojla cortefia non mìlafoia in^ 
fegnare a più dotti: Kle la dottrina confentCy che di 
do che non pojfo debba compiacere ad altrui. Onde 

il H 



U Gìglio di mono yuoi potè do foggimfe.cì farete pia 
cere: Et cofa a tutti noi moftrerete^che non ci e nota. 
Che già cofi ingiuri non faremmoyche di cofa ui pre 
gafiimoyche tifarla non f offe in uoflra baliaiT^le cofi 
imprudentiiChe ciò che noi fapeJiimOidauoi che non 
ne haue^le cognitioncy^ìudiajfmo di appararlo . Et 
loSpagnuolo alhora, duro pefo cercate dijfe di im^ 
porre fopra di medlquale io non fo come mi [peri di 
poterlo regger e:Klp hauendo in tutti i libri de i paf 
fati dottoriy letto giamai cofa alcuna che mifoUeui^ 
^ulladimenofe la uoHra aita mi promettet^^y io co 
ejfouoiy come fedeli cT amici conftglieri , de la ejpe^ 
ricntia che lungamente ne ho fattOydomandand oue 
ne cofiglìo ragionerai jperando che piacendo hora a 
uoile mie nouelle offcruationi , elle tanto debbiano 
acquiHare di auttorita y (he nel tempo auenire^pof 
fano anchora a i difcendenti noftri effere careXt poi 
incominciando j cofi fegmò.Mhor a credete che nel 
fito degli occhi debbano effere giufii^ne punto oltre^ 
al douere o rileuati.o bafjìyche da la efieremita de i 
peli de le ciglia ^ fino a l'ultima eminentia dei pe- 
li de le palpebre tirando una linea ^ouero con un fil 
mfurandoytrouerete la predetta linea ejjere diritta, 
circolare: le palpebre più de le cigliarne queflc 
più di quell'altre , o ritirar fi in dentro o ^ingerfi in 
fuori . Ma quando o le palpebre foprauan^ano a le 
ciglia y ouero che elle ne fono più baffe , eminenti 
nel primi) cafo , & nel fecondo, caui effere fi dicono 
gli occhi . Et tanto più o di queSìi o di quegli afftt^ 



S E C 0 T^D 0. 

ti ejjere pìen'h quanto che la eminentìayOuero la con 
cauita ne e maggiore • Vada adunque nel primiero 
affetto lo [guardo uoHro ^ fen^ia altramente Uno . 
compafjb affettare ^ mirando giudiciofamente o le 
palpebre & le ciglia : onero [e più u'aggrada( ilcbe 
è tanto però)la fommità de la carne del fronte qui fu 
hìto [opra degli occhiy& la fommita parimente di 
quella de le palpebre:E'l fronte più di queHe^ o quc 
he più del fronte ueggendo ali^arfhfecodo la propor 
tione del più & del me7io, Valte%T^ a gli ^ fini od 
a i Buoi y cr la baffe^i^ degli occhi od a i Leoni, ód 
a le Scimie rafomigliate: Et in quefìo modo o fcioc 
chio buoni , o prudenti o malitiofì giudicate gli huo 
mini.Ora ueduto adunque quale fia il giù fio CT uero 
fito de gli occhi, da bora inan':^ cerca il torcimento 
CÌr la dritte^ loro, & cerca l'apritura el chiudi^ 
mento , poi che cofìuolete ragionar emo . Gli occhi 
che fermi flando, hanno nel mexo a punto di loro la ^ 
puppilla dritta , ne più da tuno lato che da V altro fi 
ci fcorge del bianco apparere, mancano certamente 
di laterale torcitura . Et quei, la cui circonferentia 
eflrema de la ruota^cofi ne la parte difopra comein 
quella difotto,è fempre da le palpebre coperta, non 
effendo ne ad alto ne a baffo riuolti,drìtti fi debbono 
domandarcele più chiufi od aperti fìimare,che con 
uetieuole & giufìo fi fia .Ma quei che me%a o più 
cori le palpebre tengono occupata & nafcofa la tuo 
a, come che egualmente da ambedue le parti , più 
nondimeno fon chiufi , che la ragione, an:^ che 



, j L 1 B A. 0 
la natura commmemente fia ufa di comportareiOn 
de i triUipenfieriyO l trauagliare tuttauia ne V ani- 
mo cofe horrendey hanno fempre in lor compagnia. 
Quegli altri poi che per contrario moflrano tutta in 
tiera la ruota y & con effa infieme molte uolte uno 
brcue cerchietto del hianco^peccano d'altra parte in 
troppo apritura : Et a la adulatione > a la letitia de 
r animosa le bugie^& La uanita fanno perpetua [cor 
ta. Quei neramente che non da ogni banda [coprono 
il bianco y ma folamente o di [opra o di fottoy cr 
guanto da Vun lato di queUo pale/ano , altrettanto 
da r altro ne afcondono de la ruota y da niuno credo 
che porti occhi in fronte & in capo fenno , dritti 
debbono effere giudicati : ^uenga però che in alcu^ 
ni il torcimento fia co fi poco , che non pure il fcnfo 
ncla prima uiHa noljentaima a gran pena conmol 
to anchoradi attentionepojja comprenderlo: Ma no 
per ciò ui mouejfe a doucrli non torti crederesti «e- 
dere che molti fiano coloroyche ne la parte inferio- 
re degli occhi^nun celano alquanco di quella bianca 
humiditaycheper nutrire & temperare il fuoco de 
lapuppillayui ci ordinò cjpofe la diuina ^ fauia na 
tur a:per eh e più proprio è de la moltitudine di accre 
fcerCyche di fcemareil uitio: Et oltre a quefìo y cia-^ 
fcuno fa che fempre trai poco eH nulla^come che pie 
ciolaypure ci ha qualche uiucrfità.^dunque non do 
ucte in tutto dritti credere che fiano queiì'occhi : 
quantunque cofipoco come ho detto ?ie paiano tor^ 

ti Jquali forfè in tanto numero ha uoluto produrre 



S E C 0 J^D 0. 124 

la natura y perche col difiderio de le cofe Veneree^ 
. che tanto e Loro naturale ^ proprio^ quanto a i cS 
trari e la follicìtudine e ipenfieri^fojjero come fojìe 
gni de Hjumana generatione . 7S(e altramente fola 
^per quefia ragione^fono come ftimo da lei tra morta 
li creati : che fiano dal prudente capitanOyper le fir^ 
la cr in ciajcuna parte de refcrcito , difpoiìi alcuni 
huonùni di notabile uirti4:accioche col ualorc & con 
reffempio loroyficurei^ falute apportino a tut^ 
te legenti.Ora dapoi che in quefio modo ragionato 
hahbiamo di tuttofi corposa giù da i piedi comincia 
'dOy& fu montando Jin ne la teHa, quattro fole cofe 
^mi fi parano dauanti per ejjere dette da me. La qua 
lita^& la quantità de ipeli in alcune parti de la per 
fona: La uoceùl mouìmentoii^ la ftatura . De lequai 
'fornito una uolta di far parole^uoi d'udire , & io di 
fauellaregiaftanchiyripoJeremo.Dico per tantOychè 
gli huomini molto ricci ^ ne i capelli crejpi , man^ 
cano rade uolte per quello fegno di fraude & di tìr> 
more:Doue quegli altri , cui diflefa & ritta chioma 
donò la naturarne coflumatiynepiacenoliyne faui e/1 
fere,ne buono ingegno hauerc pojfono in alcun tem^ 
po . similmente la molta jpejfe'^r^ dei peli ^ de le 
fiere è propria:Et,la rarita^fen^j^a maligno & ingan 
neuole animo con difficultà fi ritroua. La tenerci^ 
anchorayha no fo che difeminìle er* di rio: 7^e però 
la dure':^ y fi può credere buona & uirile : ^wc^i 
più tojloy^ beiliatey& feluaggiay& afpra y & ro^ 

'^.lefipuo dire . Dunque fe queftieftremiy tengono 

• • • . 



L I B 1^ 0 
xome fi uede , tutti qualche difetto , bene è ragione 
che per cofa certa ci fermiamo ne l'animoyqucllofia 
to che temperatamente de Inno CT de l'altro è par^ 
(tecipe^ejjere (opra tutti gli altri perfetto: Et nel cor 
po belle-s^a cr leggiadria^ 0 giuHitia accrefcere ne 
l'animo & intelletto. Saranno adunque i peli che lati 
depoffano meritaréynohYtcci o diflefiyma inanellati: 
non rari o folti^ma mediocri: non teneri o duri y mei 
conueneuoli.Et alhora quel tanto di bene che da lo^ 
ro ci può ucnircychc in uerita non è molto , intera^ 
mente confeguiremo/QUeHaela fomma adunque^in 
uniuerfal parlando di tuttofi corpo: Ma partitamene 
tey & fole per fe fiejfe le gambe tutte folte di peli , 
ne l'ingegno ro%e'xi:^^& ne l'animo importano fe- 
rita.se neramente la parte loro difopra folo è pelo^ 
fay& nuda & polita quella di fottOypartitaft la ro^ 
is^'^M ferita fi rimane : Ma quando per contrae 
rio à le cauiglie intorno haìino molti peli y come à i 
lafciui becchi furono dati naturalmente y tramutafi 
élhora la ferita in libidine: Et confciocca uanafim^ 
plicitàybene bufata di far fi compagna. Le cofciepoi 
e ifianchiy& tutto intorno a i ge?iitali ingombrato 
di peliyfe ci gioua di credere a GalenOyardentijJima 
lufjuria dimofirano:Ma tale per òy che previamente 
fi fatij:Et di nuouo anchora in un tratto riacce fafi » 
cerchi uouellamentc di ejìinguere il fuo fuoco ♦ Ca^ 
loro che in un proponimento non fanno & non pof» 
fono lungamente fiar fermi , & fono tutti nani & 

lafcwii abondm & nel pmo & nel nentrc di mi 



S E C 0 T^D 0 . 125 

ti peli: Ma fé nel petto filo cofi fojjeroynonpiu 
ni & tmtabil 'hma accorti & ingannatori diuenireb 
bono. Quegli altri poi che gli homeri & la fchie^^ 
na hanno taleyuolano come gli uccelli co i pen fieri 
per l'ampio cieloiEt digiardino ingiardino uagan^ 
dOj& bora quello bora quell'altro dijfegno ombreg 
giando con V intelletto , trouano a la fine fi /piegar 
l'ali per l'aria uana.I Leoniyche di grande'^7;a d'ani 
tno & £ ardire tra tutti gli animali non hanno pari^ 
portano cofi uolendo il cielo che loro le diede yint or ^ 
no al collo le loro corone: Onde ci ha poi la fimiglia 
%a fatto uederejgli buomini che in quella guifa han-^ 
nopelofi il collo , effere parimente magnanimi & 
coraggiofi.Ma come le predette parti per fe^ in que 
Ho modo folte dipeliMnno come fi è ueduto 0 que^ 
Jia 0 quell'altra fignificatione ; & come quando ad 
un'altro animale fi raJimigUano gli buomini per 
quei figni; cofi tutto il corpo egualmente pelofo j 
gli Or fi non filo negli ajpetti^ ma ne' gli affetti an^ 
ebora ci debberapprefcntare.Le ciglia neramente 9 
dapoi che ancho di loro hanno parlato iSaui^effcn-- 
do (pejfe dure & congiunte^ il dolore & la manin* 
coniay& infieme la malignità & l'inuidia non han^ 
no lontana : Mia quando ritenendo le primiere loro 
due conditioni , in luogo de la ter%a , fi difendono 
ìunghifiime infino a le tempie , & dinan^^ uerfo'L 
nafo alquanto fi piegano y&nei coflumi eSìeriori 
del corpoy & ne le uoglie interne de l'animo fi con^ 
fanno in tutto ao iporci.Se poi non cofi lunghe uer^ 



Z I B O 

fogli occhhma folamente fono piegate dinariT^i ^ la 
àjprexj^a, la ritrofiay & la jpiacenoleT^'s^ayfcmpre è 
con loro- Ma fe il nafo lafciando fi accosìafjero mot^ 
to a le tempie^non ajpri alhora, ó ritrofi^o Jpiaceuo-- 
li;tna bugiardiyHami& inganneuoli buomini moflra 
rebbcro:Et fe ne a cjue^ìa parte ne a quell'altra in-- 
chinafjeroyina diritte egualmoite fi fiejjeroy tappeti 
to ardente de la lujjkria palefiirebbero . Ma oltre a 
tutto cjHtfio jdijjeanchora Arinotele prima y & 
^damantio poi , che Jcendvndo i capelli fin giù a 
mczp ilfronteyO' quindi in due parti diuidendufi', 
era per ordinario quefio fegno indicio d'ottimi affet 
ti: Et runoM benignità & la cortefia; Et l'altro, la 
grandcT^ de l'animo & la forte^:^ gli attribuii 
ua.^riSìotelel'bumanitày & ^damantiolauirili^ 
ta gliconcedena: EtqueHo [opra la fembìan'iìra de 
gltanimalis& quell'altro foprai ge§ìi ^ fappa-^ 

' "tentia de gli attuali coftumìyilfiio giudiciofondaua^ 
Ma noi per molte ejperientie fatti certi del uero ^ 
più tofìo ad ^rifloteleyche ad ^damatio giudicbia 
mo che creder fi debba. La uocepoiyfi come iifuono 
la qualità de i metalliyfuole palefare anch' ella le na 
fcoUe cqnditìoni de l'anima • Quindi hanno detto i 
Sauiyche nel tempo antico i& nei moderno hanno of 
feruato la natura humana^che il parlare grane grof 
fo & alto y a gli oltraggiofi fconfiderati & golo 
fi conuienfi:Etche coloro che dal tuono graue inco^ 
minciando finifcono ne lo acutbycio e come fi dice da 
la uoce groJf4 ne la fittile , uiuono odiofi fempre 4 



SECONDO 116 

cìafche duna per fona: haitendo in un mede/imo tenu 
po combattuto il petto da dijdegno, & maninconia: 
da colerayi^ dogHa:& daHiXji^i& lamenti. Lauo 
ce ueramtnte forte grojja & inuiluppata^ come ella 
èpropriadeirobusìi & fieri maflini, cofi ne gliaf-' 
futi d'ira ardente onde loro l anima auampa; & ne 
i coHumi poi , le ingiurie ^ le uiolentie , gli oltraggi ^ 
& in fine l'odio de gli huominiiè feco fempreufa^ 
ta di ritenere . Chiunque poi in fuono acuto chiaro 
er molle ragionarla uUtayl'cff'eminatione,^ la lafci 
uia fuayfcopre per fe medefmoiMa quei che la acu^ 
teo^ delfauellare in/ìcme con la ficcita & l'afpre'^ 
%a congiungono yla mobilitarla leggiere':^^^ la ua 
ria & inflabile incoHantia, più affai che ciafcun'al-^ 
tra cofa hanno ferma nel core:!^ u'ha ragione an^^ 
chora che fi debba per buona lodare , la uoce frale 
languida & lamcnteuole:Che an-i^gli anari^imeftif 
0- fojpettofi fopra tutti gli huominiydi continouo Cu 
fano tale:Che però con quefie pajfioni ne l'animaceli 
fere uon debbono buoni creduti . Et tanto preffo a 
queUo di timore tiene & di pìgritia Cacato tardo 
debole parlare^ quanto ha di temerità & di pa-i^ 
'^^ayla forte frettolofa & grauefauella:Et fimilmen 
te in udendo alcun tuono jiridente rifonante acu 
tOynon hauete cagione alcuna di rallegrarueneiper^ 
che ne uigor d'animo^ne acutex^ d'ingegno ne prti 
dentia con lui fi ritrouagiamai.Sola la uoce grojja^ 
i& concaua,& ritonda diro cofi , come quella che a 
la leggiadria^a la bQntà ^^a la uirtn è concorde 1 h \ 



L I B 1^0 
drittamente degna di loda.Coloro ultimamente y che 
a gran pena fnodare & mouere pojjono la lingua a 
formar le parole ^forje perche fu in cielo quando nac 
qucro JoUenea Mercurio qualche notabile impedì-- 
mentOyla prudenza & Vaccortex^^a che douea loro 
uenire da quel pianeta^ conofcono fe hauere con ma 
litia & con uanìtà permutato. Quindi al dottore pa 
rendo che il Confilo di queHa materia non uolejji 
coja alcuna ragionarne più auanthin quejio modo di 
cendo [egli fece incontro. Foiper quel ch'io fento 
non hauete penfìeroy ne fete di coloro diJpòSio di far 
parolcyla cuiuoce loro nelfauellare entrando nel na 
Jòyvende loro le nari Tonanti: Et pur mi farebbe fom 
inamente car0j& co fi credo a qucfli altri Signoriydi 
ejfcre certi quale maluagita y foglia hauere per capa 
gna quel uitio. Terò fe cofa alcuna di ripoflo in quo 
fio cafo tenetCyrecatela ui prego a la luce: Et mofira 
tecela apertamente. Et egli alhora y ìion era dijfe in 
uero mio proponimento di altramente parlare di 
quefli moftri cìr giuochi di TS[aturaychegiudicaua do 
uerui baciare , Vhaucre io detto più uolte , tutti gli 
huomini che naturalmente hanno difetto & man-^ 
camento nel corpo^ effere mede/imamente ne le qua 
lita de l'anima yfempre mancheuoli & guarii . Et 
per certo partitamente di cofioro che talmente 
ragionano y che altro limate che dire fe ne pojfa, 
fe non che più s'allegerino de le altrui mìferìe ; che 
non fanno de le proprie felicità? Et che più sat^ 
triSiino de le cofe pro^ere altrui i che de le loro 



S E C 0 7^ D 0. 127 

aduerfe non fogliono f Et freddi di perpetua inui-- 
diajportino in queHaguifa di continouo gelato il co 
re di malignità. Et che la fede & la uerità da loro 
. sbandendo iCome Romolo ne lo ^filo a i malfattori^ 
diano per contrario nel petto loro ricetto ^a la sleal- 
tà & a lafraude.Or poi che de la noce tutte le fìgni 
ficationigia narrato habbiamo , porche il fiato è la 
fojlanT^ & la materia ond'ella fi creaydal proposto 
nofiro non ci partendo , di lui alcuna cofa Joggiun^ 
geremo . Coloro adunqae chenelrejpirare eshalano 
gran copia di fiato , anfando come je lunga fatica 
dianzi durato haucjfmo , fono per ordinario mali- 
gniypai^: & projontooft: Ts^e tengono 0 ne le ma-- 
ni 0 ne la lingua^ ne modo ne mifnra alcuna : ^n'j^ 
fen':^ nullo rifpmo , dicono & fanno difordinata- 
mente jtutto ciò che da l'empito de l'animo loro, uie 
ne lor fubito mejfo dinan'j^i . Ma quando il fiato è 
molto j&firide & geme ne l'ufcir fuorivia eblprex;^ 
%a alhora & la ferità ua can Ini. Et fe altamentefpi 
rando y fi manda fuori pel nafo lo fpirito jpejfo CT 
leggierOy& la fconfolatione , & la paura coUoro 
fi conuiene : I quali molli anchora & effeminati ef- 
fere poffono di leggiero^quando altri Jegni in queàa 
medcfima fignificatione confentano.Infomma come 
dijfe Scotto.chiunque molto fiato eshaUydipoco ie- 
re non può coment arfi.Ma da l'altro lato lo fpira- 
refi foaue & piano che nulla fi fcorga^fempre da 
molti penfieri fuole e/fere accompagnato: Lanatu^ 
ra de quali, fe accorti &giudiciofi farete^facilmen- 



L I B 1^0 

tey& fenx^ errore ne gli occhi conofcerete . Ma fé* ' 
ejjetido fiato lungamente quieto ^ efce poi il fiato 
confurìaicome Vacque fogliono de fiumi ritenuta 
da qualche foftegno y feni^ dubbio da [celerità non 
f icciola ne e V anima trauagliata: Et fc cofi fpe'7;p^^ W 
tamente jpirando ^ mone alcuno gemendo la tettai \ 
egli certamente fi pente ^di alcuno fiio detto o fatto 
waluagio : Benché fe quefto gemere ^^ fe queflo ta 
le mouerdi capo^fi fa tenendogli occhi fijji & inttn 
tiypiu toHo u'e alhora imagìnatione di male^che pen 
timeto.ll fiato adunque che fuauemente^a poco a po 
£0'& fen%a flrepito eshala,è certo indicioydi buone 
Cjr honefte ccnditioni ne l'anima • Tslel movimento 
foìych'cfferegìa diffi la ter^^ parte di quelìct mia 
eUrema faticaiOjJeruafi laprtftei^ & la tardità : 
'Et la hreuita anchora & la lunghe^^i^. Quei per ta 
tOiChc con lunghi <^ tardi pajfi hanno ufan'^ di'ca- 
pùaaeey abondano ordinariamente di pruden'3^ e^r 
d^auedimentoiTSle lafciano che in foUicitudine er di 
ligen'xai molte perfone loro uadanoinan^i: Et fono 
per cofi dire^molto operatiui: Et att 'ifjimi a qualun-- 
quc cofa fi uoglia. Ma non pero adiuiene^che la dot 
ceT^ de la familiare conuerfatione^con non fo che 
di ^iaceuoltj^ CT di ritrofia , affen*:^ CT tofco di 
queUa uitay non fogliano uelenare & inamarire - I 
fafii ueramente che infieme con la tarde'^ hanno i 
congiunta la breuità , ritengono bene la auerteni^ 
& r accorgimento : ^ medefimamente la noia zf 
ilfafiidio:Ma d'altra parte la attitudine a le fO- 



S E C 0 7^ D O. 128 

fey ^ la dìligenx^y& la foUicitudine abbandonami 
Et in luogo loro. la inettiai& la pigritia , & la tra 
fcuraggine accettano . Etfpejjò (come dijje ^da-- 
rnontio)la auaritìa e di fari con cjjb loro: che poi a 
douer dejìare la robba d^altrui^ CT talhora ad muo-^ 
larUy inchina & fpinge chi loro mone ♦ Ma la lun^ 
ghcj^ poi con la uelocita del caminarcycome è pie 
na di bumanita di piacetiole^^a & di cortefiay& 
come h fempre rijj biuta <^ eìpedita ne le faccende, 
cofi da l'altro lato di fermcT^ & Habilita di con^ 
fglioy& diconfiderato & [amo difcorfo y [mie ad. 
ogni bora fcntir mancamento.Coloro al finecheina 
dando fanno ipaffi breui er ueloci , non tengono fe 
mi credcttyan'^^pure fe ad ^rifiotelcy CT ^daman 
tio,& a tutti gli altri Dottori preHate fede ^eccet- 
to facilita ne lo imprendereyin fe cofa alcuna di buo 
no • Concìofia cofa che la leggerexj^y& la profun^ 
tioney& la mordacita,& le calumniejjabitino fem^ 
pre ne la mente loro: Et fiano parimente tuttauia 
ne l'animo dubbiofune ipenfieri inuilluppati:Et fo- 
Jpefi al fine in tutte le loro deliberationi : Et fopra 
tutto queftoy auarìffmii & maligni : & dì tutti gli 
buomini timidifiimi. Se ueramente alcuno caminan 
do infrettayHarainatto di fofpettofo & temente, 
cìr tutto fi riSìrignera in fe Heffo , da luì potrete 
certame te hauere^fermiffimi inditi] d.i timor e ydi inai 
uagitaydi miferìa & difcortefia. Ma fe col frettolo 
fo mouimento fi moHra ne gli occhi non fo che di 
pertur batione & d'horrore , & rc^irpfi anfando. 



L I B F^O 
fie ft tiene ferrra la tcSìa,mn cruàte ,'non curate di 
co di hauere amicitia con huomini tali: Terocbe am 
litio fifiimi,&maluagi, & da ejjere fuggiti (ono il 
più che ft fojjà . Lapre^e-^^a poi con la dritte':^ 
infieme de la perfona»ritenendo nel mouerfi mia cer 
tr degnità & honeiioleT^M fempre prejjo lyUu 
to cr uolpìno accorgìmento:Ve mancagiamai d'a- 
nimo & d'ardire , ne l'entrare primieramente , & 
poi tic l'efeguire qualunque imprefafi uoglia. Situil 
mente il fermarji fen'^ alcuna cagione nel camina 
re,e'l riguardarfì intorno con la teSìa altay ne humi 
leyne caHo.ne benigno non può cjjere giamai : an^ 
lo ^re^T^ar tutti» & la fuperhta.cr l'acce fo ardore 
degli adulterijygli h fempre (come a taria il uento) 
naturale & proprio.l mouimenti poi & de le ma- 
ni & de le braccia^non dubitate punto che ne la rne 
defima ft gnificatione non entrino» che quelli de pie- 
di.Ma il mouerfi ne gli[homeri>& inftcme con tutta 
la perfona lieucmente inchinarfi,h molto conuenien 
te a la pruden'^^^al ualore,eala magnificen-:^: Do- 
tte chi gli homeri folamente moue, & ua dritto & 
pettoruto con la tefla in altOil'ambitione, gli oltrag 
gi,& Vofiinatione ha fempre ne l'anima.Et queHo, 
a i caualli che talmente caminano , fi può affomiglia 
re.Et quegli altri,non meno ne i mouimenti de Vani 
tuo che in quelli del corpo, a i leoni debbono effere 
pareggiati.Chiunque poi,fi come il cane adulatorio 
faueìlandOiOttero andandoyfi torce,& fi dimena ue- 
Qctment€if otete il uero oredendOi giudicarlo fìmtt- 

latore. 



S E C 0 Ù 0. Tip 

latore^ hugìardo.fallacey & ingannatore. Ut oltre a 
ciò 5 effeminati fono coloro che uanno piegati ne la, 
deftra parte: Ma pili pa:^ a la fìnc^& più lujjurio^ 
fi quegli altri , (^come hieri ^ boggi più mite ti ho 
detto) che ne la manca fi inchinano .Orne V ultimo 
liiogo^a ragionar mi retta de Ihumana flatura : La-- 
quale è bsn ragione che hoggi chiuda & finifca que- 
Ho ragionamento , poi che hieri mettendoci in bat- 
taglia j l'apcrjè primieramente cr gli diede prin^, 
àpio . Difiguale per certo cìr mal partita pugna fu 
hieri tra noi^dijjè alhora l'^mbafciadore : quale fi 
come fcriuc Homero ^fu nel tempo antico tra Dio-: 
mede & Glauco . ^n^^i per uero dire , quale fareb- 
be fe ua Glauco foloyche fu quel ioycon due Diomedif 
chcnti uoi col Dolce infieme mi rajfembrafleyfì met-- 
tejfe con tarmi a terminare fue liti. Ma fe ne l'altre 
cofe y iniqua colpa di mio fero desino a Glauco mi 
fece pare , benpojjo certamente andarmene altero f 
che in quefi'una l'auan^^o : Et di gran lunga megli 
trouo fuperiore . Che doue egli la dorata fua arma^ 
tura con la ferrigna di Diomede mutOy io il ferro de 
la mia rorafauella.con loro de la polita uofira elo-* 
quentia , ricca felice permutatione hauero cam^ 
biato . ^nxi foggiunfe fubito lo Spagnuolo y io più 
tolìo 3 & come Sìimo più giurarne nt e , me Vallan- 
te facendo y uoi Turno giudicarci : hauendo con la 
for%a de uoflri preghi y armi uìa più pungenti di 
tutte r altre , del proponimento onde era ueUita U 
uogUa mia, ciò è di non ij^endere parole in fimil ma 



L I B B^O 
feria , me jf obliato uiolernemente .7{on affermate 
quefto^dijje albera ^leffandro Dolce :Che ad alcuno 
di uoiygiaper ninna guifa fi conucngono^le già dette 
fimiUtudini:quado ne egli Glauco fuo ejfere^^^uoi 
Vallante e ragione che fiate, Ma più drittamente ere 
dendoy& da quello che la bonefta uuolepur di tanto 
non ci partcndoyuoi che domato & cfiinto hauete il 
fero moftro de l'ignoratia che in me uiucua^degno fe 
tinche ad Hercole ucciditore de Cinghiali & de Ser 
pentiyUi pareggiamo: Et egliychepregandouene ui ci 
sfor xpi fiira quella immortai Dea^ che a le fatiche , 
an-^ pure a la gloria jHerolc . andauafoUtcitando% 
Ma perche il moflrorrìioyfi come l'Hidra ifuoi capi 
non rinouelliy feguìte inan'j^ con la (pada de lo infe-^ 
gnare , tagliandogliene infino al fine . Quindi ri^ 
prendendo afauellare il Confoloxofi feguito.Gli huo 
mini adunque dijìatura molto picciola & hreue^che 
da uoi signore ^lejjandro poi che fi Dolce fete non 
fo dipartirmi ^ douete crederli fagacì , afìuti y ingC" 
gnofi 5 & accorti ; Et ne le loro operationi > cofi nel 
corpo come ne l'animo rifguardando, prefìijfimi & 
uelocifiimi.De laqual cojayejferne certa cagione gin 
dicare dobbiamo^ la molta uelocita : onde fi come in 
ficciol luogOyin lorofimoue il fangue:Da cuiyfi come 
lo fplendore dal lume^la uiuacita^^ la chiare':^ ne 
uiene de lo intelletto: Et è fol quella anchorayche co-- 
fi frettolofamente mone le membra : tutto dico , che 
la difpofitione & la preparatione de P animo altra^ 
mente intenda. Ma da f altro lato la grande^ fo^ 



SECO TSiP:,0. 1^0 
uerchia & [proportionata , non fuole ualere giamaì 
de r ingegno : TS^c ha potere alcimOydi moflrarenel 
corpo {retta & celerita.Tero che efjcndo dal core al 
ceruello molta dìftantia , tardo ne uiene ad ejjere il 
mouimento degli (piriti uitali : Et non pre/ìe poi le 
imaginatigni i l>{e mfieme le attigni corporali . Ma 
come generalmente parlando > (jhcJIc due propofitio 
nipojjòno ritenere qualche dubbio iCQjì ne le particu 
lari dislintioni , fempre certifiirne ne riefcono . Ora ^ 
adunque cofi distinguendo^perche nontalhorafalfe, 
ma fempre uere;non alcuna fiata dubbie ^ma tuttauia 
certe;non tal uoltafmojje & croUantifhma di conti^^ 
nouo falde ferme fiano le cofc da noi propojieui , 
dico che la breuita & la picciolcT^ de la datura , 
unita con la fecchcT^ de la carne ^ con la nerex^ , 
0 con la roffe:!^ de i peli , & con la abondan^ del 
calore naturale^ non può fe dritto guar diamo y e/fere 
utile a cofa alcuna . Conciofiacofa che effendo alìjora 
il moto del fangue^ fi per la fircttCTi':^ del luogo, & 
parte per la caldc:^ de la cowpUjjéone uclociffymo 
non può cìn talmente e formato , ne ancho per breue 
/patio di tempo iflare in un medefmo propoìiimento 
cofiante: ^?i;^diuno di/iderio& d'uno penfiero 
in un altro , prirha che nifi fermi punto yfdrucciola 
& rouinaprecipitofamente. Ma per contrario i lun 
ghi humidi & carnofi , & bianchi ne ipeli & ne la 
carncy ^ in fomma non poueri d'humore & dijred^ 
dc^^j per qual cagione ejfere non debbano in tutta 
la uita loro inettijjimiyper ine in ucrj) comprendere 




I 7 B 2^ 0 

gìamai non faprei Che mouendofì in loro tardamene 
te il l'angue^fiper la ampici^ del uajoy & ancbora 
per la fredde':i;^ ò^- per la loro naturale bimidita , 
uengono a confeguire ro-zjfjimatardita ne lo inge- 
gno : uana & inetta femplicita ne l'animo : nel 
corpo 3 (pìaceuole odiofapigritia ♦ Ma da l'altra 
parte le perfine picciolejnmidey bianchey& difred 
da compLcjJloneybanno i mouimenti del corpo tem^ 
perati: Ei difcor fi e i concetti dt l'intelletto , fag-- 
gi y prudenti , aucduti , Ter che la tardità de la 
natia jreddei^y tempera > ordina , CT* compone , la 
uelocita del rnouimento de gli [piriti : da la breuita 
procedente de lajìatura. Et parimente lagrade^j^ 
afciutta bruna & pelofa y & per altri manifcftife- 
gni ricca di calore & di ficcita y femprc fuole ejjère 
temperata yfenfitiua yprudentCy i^.ingegnofa . Che 
la celerità , che dal calore da la fecche*^ ha ori 
gitfe de la compie fiione^mefcolata infieme con la tar 
diiki dal pigro nfoto najcente degli interni jpiriti > è 
fempre di creare tifata uno perfetto temperamento : 
Donde come dal Sol la luce^ uengono gli ordinati & 
regolati mouimenti del corpo : Et medefimamente 
ilbuongiuditio : <^ l'accorgimento : e*l maturo & 
fauio configlio . Totete adunque da tutte le cofe da, 
noi hoggi narrateui , come fouente habbiamo det^ 
to y trarre qucjìa generale ^ certiffima conclufione: 
che la mediocrità ne la Sìaturay la temperanx^ ne 
la compie filone ynon trappaffante in calore od in fcC'» 
^he^^^ne infredde'^:^^ qì inhumoreì debiti ter^ 



S E C 0 Ti^D 0. i^i 
mìnì:& ftmilmme la proportionata dijpofitionc de^ 
le mernbray foglia nel corpo naghei;^^ & ornamen- 
tOj & arrecare ne l' anima gwjiitia:forte7i;3^i: pru^^ 
denxci:& temperamento.De lequai la primicrayco- 
me dijje Vlatone , ^ tutta inftcmc la antica Thco^ 
logia y fatta di nmuo bora riffdendere da la accefa 
uirtH diMeffer Triphone Gabriello , ne efen%a al^ 
cun fallo donna reina imperatrice . Et per con 
trarlo poi quando le membra non feruano la loro 
proportioneyquando la compie fiione non e tempera . 
ta,& ultimatamente od in lungheT^o od in bn uita 
la Hatura peccando , fo':^ ne appare e difforme^ 
nel riguardare il corpo: Et trifta Jifente et maluagìa 
nel conuerfare l'anima finalmente, Tanto beati adun 
que sfortunati color o^che quel bene & quella per 
fettioneMnno in forte bauuto dal Cieloiquanto mi^ 
feri & sfortunati co/loro ychc non per loro colpa:ma 
perche cofi uolfero quegli eterni lumi , ne mancano 
priui ne fono. Et felici te aueturoft uoiyfe quefii U 
fciadOiCt a quei primi co ogni uoftro potere accolla 
douìy cercarete di bauere parte di quelfauore cele- 
[feconde nobilmente i pregna l'anima loro.Ora per 
cbe dei fegni che effere debbono offeruati da noi » 
alcuni come ho detto con maggiore forxa & più 
chiaramente pale fano la uirtu loro che glialtr iyftu 
diaro al prefente difarui certi^quali fiano quelli che 
habbiano tanto di ualore & di authorita : Et quai 
parÌ7nente quegli altriyche nefentano mancamento. 
Tutti quelli adunque che ne i luoghi eletti^ principa 



L I B B^O 
Ih&pìu nobili fono de laperfonay& doue prìncipal 
mente dimosìra V anima l eccelkntia del [uo potercr 
come gli occhi Jlfronteyil capo^ & la faccia, onde fu 
che dijjè ^pulegio , che tutto Hjuomo nel uolto & 
ne la teftafola uiueua^come tali,ejjere debbono pri^ 
mieramente confiderati da uoi:Et nel fecondo Luogo^ 
auertirete gli homeriùl pettode bracciale mani: & 
con le gamberi piediMa ne l ultimo poiylo fiomacoàt 
uentrey^ quelle pani doue il centro pofe di noSìra^ 
ftatur agl'architetto , e'I fabricatore de gli bumani 
corpi. Doueteanco ejfer cauti di preporre fempre la 
fignificatione de i fegni propri , a quella che i com-^ 
muniprefìar uipotefferoiperche come altre uolte ha 
dettOyqueftiJpeJfofalfi conofcerete:^Et^con quegli al 
' tri ytuttauia albergare la certc^ ritrouerete. Che^ 
fe ijègni communii come fono il colore uermiglioy la 
molta carne^é* la fanguigna complejfione^mi mojlraf 
fiero alcuno liberale er franco ycome noi ufiarno di di 
reyilquale nondimeno ne la faccia picciolo & far-- 
mojér congiunto CT rifirettofojfe negli homeriycht 
fono propri fegni di f cor te fa & d'auaritiay debbo 
drittamente giudicare uolendoy a queHi ultimi affet- 
ti, uolgcre inchinare ilpenfìero . Ora ultimata^ ^ 
mentCy&per fuggello & concbiufione di quanto ho 
ragionato fin quiydouete(preuedcre uolendo lafor^ 
tc^ d^alcuno) quelle membra offeruare principale, 
. mente , con lequai le gagliarde & forti operationi 
fi fanno. Male bracciayle mani, gli homeriyle cofcic, 
& i piedi y fono quelle membra a punto ^ onde pia 



S E C 0 T^D 0. i^Z 

fortemente. fi adopera llmomo: adunque per la lo 
ro qualità fi de primieramente giudicare il ualore 
& lafor^a . Etfelo [degno poi, & fe l'ira conofce 
re ne uogliamo , pero che è primo il core ad ejjere 
da quella ardente pafiione infiammato & acce fondai 
petto y da le colie y&dalo Homaco , membre uici-- 
ne al core , ilgìuditio noftro informare ne dobbìa-^ 
mo . Et co fi parimente in tutti gli altri affettila go^ 
uernarci CT a reggerci habbiamo^ Ma /opra ogni aU 
tra cofa^flate di continouo fermi & intenti riguar^ 
dando negli occhi:percioche quiuìfiedonOy quafi tut 
te le fignificationi de le nofire uoglie: Et per loro{co 
me per fineflre aperte) tr affare & traluce V anima 
noflra . ^duìique tutti ifegni che ne gli occhi ho 
detto douere efjereauertitìy con tutte le forxe de la 
uofìra diligcntiay attentamente confiderate: perche 
quatunque ne VapparenxapiccioUfienOyhannopero 
negli effetti grandijfma differenza* Dopo quello ^ 
facendo fegno il Confilo di hauere il fuo ragionamen 
tofornitOileuatifi tutti da federe^ attefero ad altro . 

IL F I T^E. 




In vinetia , per Ciò* Grifo 
M D L X I X, 



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