WERTHER:
dramma lirico in tre atti e cinque quadri
Versi di E. Blau, P. Milliet e G. Hartmann.
Versione ritmica di G. Targioni-Tozzetti e G. Menasci.
Musica di G. Massenet
Casa Musicale Sonzogno
Via Pasquirolo N. 12, Milano
(c) 1892 Heugel e C. -- Parigi.
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PERSONAGGI
Werther
Alberto
Il Potestà
Schmidt
Johann
BruthmannCarlotta
Sofia
Katchen
I bambini: Fritz, Max, Hans, Karl, Gretel, Clara.
Un contadino, un servo, che non parlano.
Abitanti di Wetzlar, invitati, ragazzi, ecc.
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Ne' pressi di Francoforte, dal luglio al dicembre del 1879.
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ATTO PRIMO
La casa del potestà.
Luglio 1789.
A sinistra, la casa con large vetrate e terrazza prticabile, coperta di verzure, alla quale si monta per una scala di legno.
A destra, il giardino.
Nel fondo, un piccolo cancello, le case del borgo e la campagna.
Sul davanti della scena, una fontana.
Quando si alza la tela, il Potesta e seduto sulla terraza, in mezzo ai baminbi, che fa cantare.
Il sipario s'alza, mentre il bambini ridono clamorosamente.
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SCENA PRIMA
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IL potestà E I BAMBINI.
IL potestà -- con aria di rimprovero --
Ma no, non va
su, date retta a me,
ricominciamo, e no gridate, veh!
I BAMBINI:
-- cantano fortissimo, sensa sfumature --
e Natal
Gesu Cristo e nato
il signore a noi fu dato
IL potestà
-- con stizza --
no, no, non va.
cosi non va
di cantar cosi mal a voi non importa?
sapete que Carlotta e la
essa puo tutto udire a traverso la porta!
I bambini, comossi al nome di Carlotta, riprendono il canto solennemente.
I BAMBINI:
natal
gesu cristo e nato
il signore a noi fu dato.
re pastore d'Israel
su nel puro ciel
de' beati il santo coro
ha dischiuso l'ali d'oro
e tra le stelle un inno va
natal
IL potestà:
va ben cosi
-- riprende il canto coi bambini --.
natal
gesu Cristo e nato
il signore a noi fu dato
Johann e Schmidt, che si erano fermati alla porta del giardino per ascoltare il coro dei ragazzi dietro la siepe entrano nel cortile.
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SCENA II
GLI STESSI, JOHANN E SCHMIDT
JOHANN:
Il canto e proprio bello.
SCHMIDT:
Grazioso e il ritornello.
I BAMBINI
-- accorrendo allegramente --
ah
il signor Schmidt
ah
il signor Johann
JOHANN (al Potestà)
ma che sul serio qui, d'estate
cantan Natal?
Presto, da ver,
voi cominciate
IL potestà:
ridere cio ti fa, o Johann, perche?
Tutti bravi non son ne artisti al par di te
o non son gia usignoli
che non sanno gorgheggiar
trillar i miei cari figliuoli
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SCENA III
GLI STESSI E SOFIA.
SCHMIDT:
buon di, Sofia.
eh, eh
Carlotta or or verra
SOFIA:
-- facendogli un inchino --
si, verra, signor Schmidt
dobbiamo vigilare
Carlotta ed io, su la famiglia
JOHANN:
gia
(al Potestà)
Ti trattieni ancor?
Si va?
IL potestà:
Subito, si.
SOFIA
-- a Johann --
S'ando Carlotta ad abbligiare.
IL potestà
-- a Schmidt --
si, questa sera due salti si fanno
laggiu, a Wetzlar, e lei ci condurranno.
SCHMIDT:
ecco il perche Koffel s'e messo la marsina
Steiner volle per se la brenna del notar
Hoffman e gia in carrozza e Gulden in berlina
e fino il SIGNOR WERTHER meno in estasi par.
Il Potestà
-- agli amici --
E un buon giovane.
JOHANN:
Si, ma il cervel gli cammina
IL Potestà
-- insistendo
Studioso e assai gentile
SCHMIDT
-- vivacemente --
Un poco malinconico.
JOHNANN
Allegro no e gia
Il potestà:
-- continuando --
il duca lo fara
si dice, ambasciatore,
che lo stima e gli vuol ben.
JOHANN
-- con disprezzo --
Ambasciatore?
Ahime
Se di ber non ha core
SCHMIDT (c. s. )
Sdegna fino il vin del Ren
JOHANN
-- al potestà dandogli la mano --
Su, presto vieni all'UVA D'OR.
Schmidt (c. s)
Si, tu ci devi una rivincita
Il Potestà
-- meravigliato --
Ancor!
JOHANN
-- tornando indietro --
Certo, oggi e il di dei gamberi
e sai, grossi cosi
Gretchen li allestira
IL potestà:
Oh i vecchi ghiotti, uditeli!
Restate un altro po', Carlotta or or verra.
SCHMIDT (a Johann)
Un girettino lungo le mura vogliam fare
IL potestà (sorridendo a Johann):
Si, per meglio mangiare.
Johann (al Potestà)
Non sai che motteggiare.
Andiam via; resti qua?
Schmidt (tornando indietro, al Potestà)
Ma non sai quando Alberto verra?
IL potestà:
Non e certo, finora non l'ha detto.
Ei sol m'ha scritto
che avea molto da far.
SCHMIDT
Va bene.
Alberto ha novil cor, e innamorato,
sara sposo adorato
della Carlotta, ed io, vecchio, vorro
danzare fin che avo
fiato, il giorno nuziale.
JOHANN (allegramente)
Oh, ragazzi, buon di!
SCHMIDT (piano al Potestà)
T'aspettiam
Johann (c. s.)
Non mancare!
IL POTESTA
Si, si verro
SOFIA (inchinandosi)
signor
felici siate ognor
Johann e Schmidt, salutanto se ne vanno a bracetto cantando il ritornello, "Viva Bacco, evohe!".
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SCENA IV
IL POTESTA, SOFIA, I BAMBINI, POI WERTHER
Il Potestà (ai Bambini):
addio
vi sentiro nota per nta
il canto di Natal
pria di cenare
(ascende la scala)
Sofia, che cosa indugia ancor Carlotta?
(Sofia esce)
Il Potesta s'adagia sulla poltrona di cuojo, i bambini piu piccoli si accoccolano alle sue ginocchia e ascoltano religiosamente i suoi avvertimenti.
L'usciale a vetri e socchiuso.
Werther, accompagnato da un contadino, s'avanza nel cortile, e guarda curiosamente la casa.
WERTHER (al contadino):
allora e proprio qua
che abita il potesta?
(congedandolo)
Va pur
Il contandio esce salutando.
Werther solo s'inoltra nel cortile, e si ferma davanti alla fontana.
Io non so se sondesto oppur se sogno ancora,
tutto cio che m'attornio del ciel cosa mi par
odo il bosco vibrare come un'arpa sonora
e un modon pien d'incanti improvviso m'appar
O NATURA DI GRAZIA PIENA
che al calore le nevi alterni
non ti sdegnar ch'io mi prosterni
e ti saluti con umil cor
OH IMMENSITA divina, o pace sovrumana
come ti sveli a me
Ah si, le vecchie mura, la limpida fontana
la freschezza dell'ombra, tutto mi chiama a se.
QUE PROFUMANO I FIOR, e gorgheggia un angel
sospira il venticel
O NATURA
deh,
m'inebria di splendore
madre eterna casdta e pura
fammi lieto il core
SOLE, OGNOR
su me versa i raggi d'or!
I bambini
-- dall'interno della casa --
Gesu Cristo e nato
il signore a noi fu dato
re pastori d'Israel
su nel puro ciel
de'beati il santo coro
ha dischiuso l'ali d'oro
e tra le stelle un inno va
Natal
WERTHER:
Quest'eta -- sol felice sara?
Oh ideal!
La vita e triste e amara
ma lro appar beata e cara
che i bimibi hanno verigni i cuori
quant'essi di me son migliori
Werther s'allontana un istante.
Carlotta entra.
I bambini lasciano il Potesta e saltellano innanzi a lei.
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SCENA V
GLI STESSI E CARLOTTA. POI WERTHER
I Bambini:
Carlotta! Carlotta!
Carlotta:
(al potestà)
Son qui.
O babbo, sei pago di lor?
IL POTESTà:
Da ver, da ver, mi fanno immenso onor!
I BAMBINI (attorniando Carlotta)
Si, babbo ci lodo, ci lodo, ci lodo.
IL POTESTà (abbraciando la figlia e ammirandone l'acconciatura)
Stassera tu sei bella.
I BAMBINI:
Oh, ma da ver!
Il potestà (prendendo per la mano Carlotta, con galanteria)
Io vo', bella signora,
guardati ancora,
ti vo' far da cavalier.
CARLOTTA:
(sorridendo)
Poiche nessun qui c'e
che mi contrasti a te
verran gli amici
non aver paura
io frattanto vo' dare
qualcosa da mangiare
ai cantor.
Si sentono di lontano i nagli d'un cavallo ed il rumore d'una carrozza.
Carlotta va a prendere sulla credenza un gran pane tondo che taglia a fette e distribuisce ai ragazzi.
I bambini si affollano intorno a Carlotta colle mani tesse.
WERTHER, tornato, si ferma e contempla un istante la scena, senza esser visto.
IL POTESTà
Lesta sa', ch'e gia qui la vettura.
I BAMBINI:
Da' qua, da' qua ... merce di cor
Il potesta (scorgendo Werther)
Ah, signor Werther!
Voi venite a vedere il modeseto ritiro
no, meglio, il mio reame, ed io ne sono alitero
-- presentandogli Carlotta --
Carlotta, che fa loro da mammina
-- additando ai bambini --
che la vita consola a me
dal giorno che portar mia moglie al cimitero.
CARLOTTA (a Werther):
Scusatemi, signor, se v'ho fatto aspettare
ma vi dissero il ver
da mamma debbo fare
ed i piccini vogliono che il pan
tagliato sia dalla mia man
Gli invitati entrano nel cortile.
Il potesta va loro incontro con Sofia.
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SCENA VI
WERTHER, CARLOTTA, IL POTESTA, SOFIA, GL'INVITATI
IL POTESTA:
Ah, siete qui Bruthmann!
Pronta e Carlotta
orsu partiamo
BRUTMANN (cammina a fianco di Katchen, si guardano fissi, e non badando al Potesta, che li segue ridendo):
KLOPSTOCK!
(in estasi)
KATCHEN (c. s.)
O gran Klopstock!
IL POTESTA (ridendo a Brutmann)
Ciarlone!
Udrete la dissertazione
quando i giovani intenti saranno alla gavotta.
Werther e rimasto muto e interdetto mirando Carlotta e quando essa si mette la sciarpa, prende il piu piccolo dei bambini e l'abbraccia. Il bambino ha paura di questo slancio di tenerezza
CARLOTTA (al bambino)
Abbraccia tuo cugino.
WERTHER (attonito)
Cugino? Io di tal nome degno son?
CARLOTTA (con vivacita)
Si
da vero, cugino
e un grande onore
signore
ma
noi tanto se n'ha
che impossibil sara
che abbiate il cor
men sensibil di lor.
Werther si allontona guardando Carlotta.
Questa, con autorita, ma senza severita, mostrando a Sofia i bambini
Fa' tu da mamma a lor
Sofia
tu sai che io debbo andar via
(ai bambini)
Sarete buoni come con me?
SOFIA:
Si, ma vorrian, si sa, restare qui con te
WERTHER (mentre Carlotta abbriaccia i bambini)
Oh IMMAGINE IDEAL D'AMORE E D'INNOCENZA
che la pupilla e il cor improvvisa infiammo
oh sogno! consumare intera l'esistenza
la donna ad ammirar che dolce mi parlo
Gli invitati sono quasi tutti uscini, restano ancora Bruthmann e Katchen assorti e silenziosi.
Carlotta e pronta e scende nel cortile.
WERTHER le va incontro, Sofia e i bambini formano un gruppo sulla terrazza e mandano baci a Carlotta.
IL POTESTA (salutando Werther)
Signor Werther!
CARLOTTA:
Addio, babbo!
Il POTESTA (a Carlotta):
Addio, cara, addio. Pensano a' di che non son piu.
Carlotta e Werther si allontanano seguiti da un gruppo d'invitati.
Bruthmann e Katchen se ne vanno ultimi senza parlare.
Il potesta li guarda con bonomia.
IL POTESTA:
Klopstock
oh grande Klopstock
oh i vecchi sognatori
hanno ardenti pur sempri il cuori.
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SCENA VI
IL POTESTA E SOFIA:
Sofia ha fatto rientrare i bambini in casa.
IL POTESTA (cantarellando va a prendere la pipia di porcelana):
A Bacco viva, Bacco evohe!
Siede sempre cantarellando, con aria annoiata, nella sua larga polotrona e si dispone a fumare.
SOFIA (e tornata e soride nel vedere il Potestea, prende il bastone ed il cappello di lui e glili offre gentilmente):
La promessache die d'andare all'Uva d'or
IL POTESTA (ippacciato) Chi?
Io
lasciar te sola
SOFIA:
Ebben?
IL POTESTA
risoluto
No!
SOFIA gravemente
Si signor
Schmidt e Johann t'aspetteranno ancor
IL POTESTA
-- lasciandosi persuadere e prendendo il bastone ed il cappello dalla mani di Sofia, che lo acompagna e chiude la porta. Si fa notte a poco a poco --
Vado un istante allor
addio cara figliola
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SCENA VIII
ALBERTO E SOFIA
Alberto entra dal giardino, con un mantello sul braccio, piano, piano, scruta intorno, poi si avvicina e vede Sofia:
Alberto:
Sofia!
Sofia (riconoscendo Alberto):
Sei tu? Tornato gia?
Alberto (abbracciandola) I
o, si, piccina mia, son qua.
SOFIA:
Carlotta di vederti avra piacere
ALBERTO:
Essa e qui?
SOFIA:
No. No. Non c'e (contrariata).
Lei che mai non s'assente.
Ma tu perche non avvertir.
Perche?
ALBERTO (semplicemente):
Io sorprender la volli
E di me parla ancora le, che l'anima adora?
Gia da sei mesi io sono assente!
SOFIA:
Ah, qui tu fosti ognor presente.
Ma ti par?
Non si deve a te sposar?
ALBERTO (allegro):
Tu sei gentil.
Di nuovo che ci fu?
SOFIA:
Ma
di nozze parlar
del di del tuo ritorno.
ALBERTO:
Oh sospirato giorno!
SOFIA:
E qui si ballera?
ALBERTO:
Ma si, non dubitare.
Il di che tua sorella sopsa a me sara rechi a ognun felicita.
(riconducendo Sofia alla scalinata, e salutandola)
Or va, cara, ti posson chiamare
ed avvedersi ch'io son qui
non lo dir
vo' improvviso tornare
al sorger del di
SOFIA (rincasando)
A domani, a domani, caro signor cognato!
(gentilmente chiude l'usciale a vetri)
SCENA IX
ALBERTO (solo).
Ella m'ama, ella pensa a me
Quale preghiera
dal core va al signor
pe' silenzi della sera
oh come dolce parla il cor
nell'ora gentil del ritorno
tutto da ver commove e lacrima ci fa
se al torna echeggiar
Carlotta udisse intorno a se, oh dolcezze
il grande amor e la mia tenerezza
Alberto s'allontana lentamente.
La notte e scesa, la nuna rischiara, a poco a poco la casa.
SCENA X
CARLOTTA E WERTHER
Carlotta e Werther si mostrano sulla porta del giardino.
Vengono adagio, a braccetto, e si fermano in fondo alla scalinata, ove restano entrami un istante in silenzio.
CARLOTTA (sorridendo):
Dividerci dobbiamo.
La casa e qui, signore, l'ora e di riposare.
WERTHER (teneramente):
Ah, perche m'han guardato
gli occhi ove splende il cielo,
gli occhi ove regna amore,
i vostri occhi, o divina, e m'hanno innamorato
come ormai potro dormir
le stelle e il sole riapparir
posson nel curvo cielo
la terra ad allietare
se e notte io piu non so
ne se il giorno spunto
che sol pensare
puo questo cor, angiolo bello a te
CARLOTTA (sorridendo):
Ma che sapete voi di me?
Werther (commosso):
tu sei l'anima mia gemella
Carlotta
e ti conosco gia
per saper quale donna tu sei
Carlotta:
Oh, che dite signor
WERTHER (gravemente, e con tenerezza)
La verita.
Tu sei la piu buona e gentil creatura!
Carlotta (confusa).
No!
Werther (con affetuosa galanteria)
Ma che, bella mammina, dovro
i tuoi bimi interrogar?
CARLOTTA (pensosa)
Ahime, si mamma nono, veramente,
perche l'imagin di mia madre ognor
sento aleggiar su noi
ed a me sempre appar ridente
se i bimbi che fur suoi
mi stringo al cor
ah, se volesse il cielo che tu potessi ancora
quaggiu venire, o mamma, e tu dicessi, a me
che tenni il giuro ch'io ti feci all'ultima ora.
(con dolore)
Mamma, mamma,
cosi presto morir, perche?
WERTHER:
Bella Carlotta,
o fiore di virtu
Ogni bene dal cielo
piova su te
CARLOTTA:
Se a voi nota ella fosse
ah che tormento amaro
veder cosi sparire
cio che v'e di piu caro
che dolce ricordar
che tristo sospirar
perche mai tutto deve finire
anche i bimbi hanno piano lacrime di dolor
essi cheggon sovente inconsolabilmente
perche i brutti incappati rapit la mamma a lor
WERTHER:
Sogno, incanto, piacer,
io getteri la vita
per mirar gli occhi suoi
la fronte bella ognor
la sua bocca adorata dal sorriso fiorita
senza ch'altri goder ne potesse il fulgor
o celeste sorriso
o Carlotta
io sospiro
sol per te
t'amo
t'ammiro
CARLOTTA:
(tornando in se si scioglie da Werther)
Pazzi noi siamo
Andiamo
WERTHER (trattenendola)
Di' che si rivedremo
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SCENA XI
IL POTESTA, WERTHER, CARLOTTA
IL POTESTA (salndo le scale in fondo ed entrando in casa)
Oh Carlotta
Carlotta
Alberto e ritornato
CARLOTTA (commossa)
Alberto?
Werther (a Carlotta)
Alberto?
Carlotta (sottovoce).
Si.
E quello che mia madre pria di morir mi fece fiurar che avrei sposato!
(sempre a bassa voce, come rimproverandosi)
Werther
addio lo sa
a voi presso un momento
sella mia santa mamma scordato ho il giuramento
WERTHER (angosciato)
Al giuro tuo fedel rimani
va
io ne morro
Carlotta.
(Carlotta si volta a guardarlo, poi entra Werther solo, disperato)
Un altro sposera!
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ATTO SECONDO
A WETZLAR.
La piazza.
Nel fondo, la chiesa.
A sinitra, il presbiterio.
A destra, nel fondo, una strada, la campagna.
A destra, la Wirthsaft, contornata di luppoli.
Davanti al tempio, alcuni tigli tagliati, che ne lasciando scorgere la porta
Una panchia, sotto i tigli, vicina all'ingresso del presbiterio.
Schmidt e Johann sono seduti ad una tavola della Wirthschaft.
E bel tempo.
Demonica dopo mezzogiorno.
SCENA PRIMA
Johann e Schmidt.
(cantano, col bicchiere in mano, il ritornello)
Evviva Bacco
Bacco evohe
JOHANN
Ah che splendida giornata
Da questo allegro sole ho l'alma illuminata
SCHMIDT
Bello e viver qui
quando il ciel puro e cosi
l'aer azzurrino
e chiaro il vino
JOHANN
Oggi e festa
SCHMIDT (suono d'organo nel tempio)
Oggi e festa
Su via, l'organo suoni
e cantate l'uffizio.
JOHANN
A suo talento ognuno il ciel puo venerare
io vo' ne' doni suoi iddio glorificare
SCHMIDT
Gloria a lui che ci da si buono il vino
a che ci rende il vivere si bello
JOHANN
A Dio benediciamo
SCHMIDT
Ed al favor divino
JOHANN (guardando la gente)
Che folla, ma che folla
C'e tutta la citta
lieto vedra il pastro
che ognun festeggia qua
sue nozze d'or
SCHMIDT
Bello e per un pastor far le sue nozze d'or
lo assiste il ciel
ma non vorrei da ver
gioir di tal piacer
Carlotta e Alberto entrano.
Johann s'alza, guardandoli, e si volge verso Schmidt.
JOHANN:
e pur vi son di quelli che non hanno timore
d'una tal felicita
(ammiccando Carlotta e Alberto)
Ve' quei la, per esempio.
Ebbene in loro onore anco un sorso si berra.
Entrano tutti e due nella Wirthscaft.
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SCENA II
Alberto e Carlotta
(seggono su la panchina sotto i tigli)
ALBERTO:
cosi tre mesi gia che uniti siam passar
rapidi son volati e per tanto a me par
che noi vissuto abbiamo sempre insieme
CARLOTTA (dolcemente)
mio bene.
ALBERTO:
oh tu non sai quanto m'infiammi amore
(con grande tenerezza)
ma io ma io di questa giovinetta
che lieta invigilava la paterna casetta
feci proprio una donna senza rimpianti in core
CARLOTTA
oh se una sonna e compagna adorata
al piu sincero core all'animo migliore
che mai rimpianger potra
ALBERTO
ah la parola amata
e come nell'udirla la mia mente e rapita
e m'e cara la vita
Carlotta e Alberto vanno verso il tempio.
Alberto scampia quache parola con quelli che vanno all'uffizio.
WERTHER appare, rimonta la scena e guarda da lontano, con visibile angoscia, l'intimita de' due sposi.
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SCENA III
Werther (solo)
un altro ella sposo
dio di bonta
perche non mi fu dato
di passar la mia vita con quest'angelo a lato?
per me la vita inteira
sarebbe stata allora un'ardente preghiera
(DOLOROSAMENTE)
SON IO SON IO CH'ELLA POTEVA AMAR
avrei sovra il mio petto
in dolce nodo stretto
la piu bella creatura
che la man di dio creo
SON SIO SON CH'ELLA POTEVA AMAR
allor che la piu pura
visione m'apparve e ratta via dialeguo
il mio corpo ne freme
il mio cor s'addolora
e plora
Werther cade accasciato sulla panchina, nascondendosi il volto fra le mani.
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SCENA IV.
WERTHER, JOHANN, SCHMIDT, BRUTHMANN
Johann e Schmidt ricomppaiono sulla soglia della Wirthschaft.
Schmidt da il braccio a Bruthmann, afflitto e muto.
SCHMIDT a Bruthmann
Si, Katchen torner
credi a me.
JOHANN
Qua si l'ore e il di
che tornar dovra qui
che importa?
poi ch'ella qui verra?
SCHMIDT
Poi ch'ella qui verra?
JOHANN
Sett'ani fidanzati
Come potra la speme esser morta?
SCHMIDT
Andiamo insieme.
Il segnal s'ode gia
se l'uffizio manchamo almeno il ballo apriamo
(ESCONO traballando)
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SCENA I
WERTHER E ALBERTO
Nell'uscir dal tempio, Alberto va verso Werther, e gli posa una mano sopra una spalla.
Werther trasalisce, e fa un movimento, come per andarsense.
ALBERTO:
la dolcezza che il cor m'abebella
talora vien crudele un cirmorso a turbare
WERTHER
a turbar
ALBERTO
ti conosco forte e nobile
a quella che io feci mia sposa
dinanzi al sacro altare
quand'era ancor fanciulla forse hai volto il pensiero
ma dilegua nel nulla
il sogno lusinghiero
nel vederla si vaga e cara
apprezzo troppo il bene che il ciel mi dono
per non sentire quanto la sua perdieta e amara
(prendengolgli affettuosamente la mano)
Il mio cor ti comprese e gia ti perdono
WERTHER:
Hai detto il vero.
Il mio cor non mente e non fine
se avesse di quei di troppo reo sovvenir
toglierei la mia man dalla man che la stringe
e anderei ben lontano solitario a morir.
ma come dopo il noembo si placa el mar fremente
il cor non soffre piu dei sogni che passar
e chi sa penetrare in fondo all amia mente
soltanto l'amicizia vi deve ormai trovar
e sara questo il bene ch'io godro sulla terra
(SOFIA entra con dei fiori fra le mani).
SCENA VI
DETTI E SOFIA
SOFIA (ad Alberto, allegra)
Fratello mio ve', mira il mazzolino
ho messo pel pastore a saccheggio io mio giardino
e poi si danzera
A WERTHER:
Io conto sopra voi del primo minuetto
o che sinistro aspetto
ma oggi qui, signor
regna felicita
che si festeggia mor
gaio il sol, di fiamme, ardente
nell'azurro rifulgente
su noi getta i raggi d'or
che per gli occhi vanno al cor
e l'augel che in alto va
mentre l'aura lieve spira
dolcemente a noi sospira
che il signor lieti ci fa
WERTHER (fra se)
Goder? Potro godere ancora
ALBERTO (a Sofia)
Porta, porta i tuoi fuori, cara piccina, va.
Otra verro.
Sofia si allontana di qualche passo.
A Werther:
ALBERTO:
Parliamo della felicita
si cerca nel lontano e s'invoca e s'implora
mentr'ella ci disfiora, forse, con l'ala d'or
e sorridente va sen va sfogliando fior
SOFIA (sulla soglia del prebiterio a Alberto)
Fratel, venite qua.
Sapete ben, signor
(a Werther):
Werther, vi voglio meco, noi balleremo insieme.
(Sofia entra nel presbiterio, cantanto)
Gaio io sol di fiamma ardente
nell'azzurro rifulgente
su noi getta i raggi d'oro.
Alberto raggiunge Sofia e dispare con lei.
SCENA VII.
WERTHER SOLO, poi Carlotta.
HE DETTO IL VER?
L'amore che ho per lei
non e dunque il migliore, il piu puro non e
o il piu triste pensiero spunto dentro di me
Si
fu menzogna
o ciel
soffir per sempre
o pure ognor mentire
io che non so debole e vile
or vo' debbo partire
CARLOTTA e apparsa sulla soglia del tempio e si e avviata al presbiterio.
WERTHER la scorge commosso:
Partir? No
Ritentare ancora un'altra prova
CAROLTTA: senza aver veduto Werther:
Trovai nel pregare come una forza nova
WERTHER (da lontano) Carlotta!
CARLOTTA (volgendosi con semplicita)
Dal pastore ancor vi rivedro?
WERTHER (avvicinandosi con tristezza)
E perche?
Per vedere che siete d'altri ormai?
(Avvinandosi di piu a Carlotta rimasta immobile)
Ah,
quel soave di dove mai se n'ando
in cui col vostro sguardo m'incontrai
la prima volta
si
quel bel di grato al core
restammo insieme
e tanto
mentre eil sol nel morire
col supremo slendore
ci mandava un sorriso
come se ci volesse bedire
CAROLTTA (con fredzza)
Alberto m'ama e son sua moglie.
WETHER (con slanciio): Ah! V'ama?
E chi potrebbe non amarvi, ahime?
CARLOTTA (con maggior dolecezza):
Werther
Werther
E non piu v'e una donna quaggiu
degna del vostro amore e che sia libera?
Io sono d'altri
perche voi m'a,ate?
WERTHER:
Chiedete al pazzo ahime
perche egli piange o ride
CARLOTA (risolutamente)
Ebben, poiche il destino per sempreci divide
partite tosto
partite
partite
WERTHER:
Ah
no
che debbo udire?
CARLOTTA (con gravita)
Dovete udir da me questo soltanto
WERTHER:
E chi me lo comanda?
CARLOTTA:
Il dovere!
(con maggior dolcezza)
L'assenza a volte fa che il dolor sia piu quieto.
WERTHER:
Ah, credete non ha l'oblio nel suo potere
CARLOTTA: con maggior dolcezza:
L'oblio perche?
pensare a Carlotta in segreto si puo
pensate a me
grata ancor vi saro
WERTHER (calmatosi poco a poco)
Si
si
null'altro vo
saper che lieta siete
ma non piu rivedervi
non e possibil
no
CARLOTTA:
Ah
no Werther
non sono ne crudel ne cattiva
non vi saprei tener in eterno lontano
e tornerete qui tra noi il Natale
WERTHER: (supplichevole)
Carollotta!
Carlotta (allontanadosi)
Pel Natale!
SCENE VIII
Werther (solo)
Werther vuol richiamarla, ma torna suoi suoi passi scoraggiato
PER LE CH'E TANTO BUOONA
Per il suo bene lo faro
ma se la forza m'abbandona
ah lo so
che per sempre mi riposero.
(fantasticando)
Perche tremai cosi
perche
o bianca morte ridi vaga a me
un colpo sol
che fa
e si va nell'ignoto
al di la
morir ecco tutto morire
no non s'offende il cielo se non si vuol soffire
quando un figlio lontano ritorna d'improvviso
il padre non si duole rimproveri non ha
il rumore di passi rallegra al vecchio il viso
che stretto il figlio al seno in lacrime rista
il ciel che mi creo avra meno pieta
no non vuole il signore di lassu dalla reggia
non puo condannar me che un infelice sono
vedendo il suo soriso a traverso le stelle
a lui ritornero sicuro del perdono
padre signore
non ti conosco e pure ho un'alta fede in te:
SPERANZA
AMORE
CHIAMAMI A TE
Werther e per allntanarsi, allorche Sofia appre sulla porta del presbiterio.
SCENA IX
WERTHER, SOFIA, poi CARLOTTA, ALBERTO e tutto il corteggio.
Sofia a Werther: Venite, su! Vedete? Il corteggio e vicino e voi solo cugino. Ci fate ritardare
Werther (bruscamente): Mi scuseran! Men vo!
SOFIA: Che? Partir?
Werther? Me non vo.
SOFIA: Ma di certo per ritornare. E vero?
WERTHER (con violenza) No, mai piu (Fugge).
SOFIA commossa, corre, chiamandolo sino alla strada)
SIGNOR WERTHER! Al voltar del sentiero sparito e gia! Signor! Che fu!
(scoppiando in lagrime)
Ero lieta. Cosi spensierata!
(Il corteggio della cinquantina traversa la piazza)
CARLOTTA: scorgendo Sofia e accorrendo presso di lei
Ma che cos'e, Sofia?
Tu piangi, sorellina?
SOFIA: Ah, sei tu. Werther! se n'ando!
CARLOTTA: Che?
SOFIA: Non vuol ritornare! Qui me l'ha detto or ora! fuggi, senza spiegarsi, se n'ando!
CARLOTTA: Come? Non vuol ritornar?
Alberto (cupaamente osservando Carlotta) L'adora!
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ATTO TERZO
QUADRO PRIMO:
Carlotta e Werther.
La casa d'Alberto. Il salotto.
Nel fondo a destra, in un vanno assai vasto, una porta a due battenti.
A sinistra, una grande stufa di porcellana verde.
In fondo, la spinetta.
Porta a destra.
A sinistra, porta della camera di Carlotta.
Sul davanti, una piccola scrivania, un tavolino da lavoro e una polotrona.
Quasi a destra, sempre sul davanti, un sofa.
Sulla tavola, una lampada accessa, con la ventola.
SCENA PRIMA
Carlotta sola, seduta presso il tavolino da lavoro.
CARLOTTA:
Werther!
Diletto e caro nome!
qui nel mio cuore
a poco a poco entro
da ch'egli se n'ando
non so ridir piu come
dimenticare io non lo so
(con lentezza, si alza come atratta verso la scrivania e l'apre)
M'ha scritto che m'ama
la vo' ridire ancora
la gentil frase dolce
che pur tanto m'accora
la dovro lacerare
ah non potro
Torna presso il tavolino con gli occhi fissi sulla lettera che ha preso. Legge:
"Vi scrivo qui
dalla stanzetta mia"
"Grigio ciel ciel di dicembre gravea su me m'opprime il cor, e son lontano qui -- sono sempre solo"
(Carlotta ricade sulla seggiola)
Nessun presso di se
Non ha chi gli dimostri un po' d'amore, un raggio di bonta
non so com'ebbi il cuore
di mandarlo laggiu solo in esilio!
(Carlotta ha preso un'altra lettera)
"Gridar sento i bambini sotto la mia finestra scherzare, cantare, e penso al tempo caro a me allor che i vostri fanciullini con me volean giocare. M'avran dimenticato?"
No, sanno ricordare ed il ricordo e grato.
e se verrete qui ma drovra ritornare?
(Carlotta si alza come atterita)
Cio ch'egli serisse a me
m'agghiaccia e mi spaventa
Carlotta leggendo
"Tu m'ha detto, a Natale"
"Io dissi a te: Mai piu"
"Oh, lo vedremo or ora chi di noi disse il vero"
"Ma se non debbo ritornare nel lieto di presso di te
non m'accusare pensa a me
e col tuo sguardo pien d'incanto
a queste righe se tornerai
gli occhi si bagneran di pianto
o Carlotta e tu tremerai
Mentre Carlotta legge commossa, entra vivacemente Sofia con vari giocattoli per la festa della sera.
Carlotta sopresa nasconde rapidamente le lettera che aveva in mano.
SCENA II
CARLOTTA E SOFIA
SOFIA (allegramente)
Carlotta, buon di
Non hai qualche nuova?
(in torno di dolce rimprovero)
Alberto non c'e
tu non vieni piu
e il babbo l'ha molto con te
Carlotta (sopra pensiero) Ah che
SOFIA (cingendo la vita di Carlotta) Ma soffri tu?
Carlotta: Perche questa demanda?
SOFIA (carezzevole) Si fredda e la tua mano, devi aver pianto, e vero? Lo vedo bene
CARLOTTA (un po' impacciata) Oh nulla. Si. Mi sento talvolta un po' triste, isolata.
Ma se anche un pensier mesto il core m'addolora
cara scacciar lo voglio
e gia lontano ed ora
io rido gia
SOFIA (carezzevole)
Cosi voglio, tu devi rider sempre
come un di
CARLOTTA (tra se, con intenzione). Come un di!
SOFIA (allegramente) Perche il riso e gentil, sottil, legger, sonor, alato egli e come un angel dell'aurora, nel puro ciel che il sole indora e la bonta del cor effusa in raggi d'or.
SOFIA conduce Carlotta alla poltrona e si siede infanilmente sulle sue ginocchia
Ascolta
Ho gia l'eta di sapere il perche
di tante cose
si
la tristezza qui
su me su te s'impose
da poi che Werther se n'ando
perche non darci sue notizie?
V'e piu chi gli resto fedele
CARLOTTA (svincolandosi dalla braccia di Sofia, si alza tra se)
Ah, tutto qui mi parla di lui, di Werther.
SOFIA (riavvinandosi a lei). Piangi.
Perdono te ne prego
non dovevo parlar di tutto cio.
CARLOTTA (non sapendosi trattenere)
Va
non e mal se piango
mi fara bene, piccina
gia dentro il cor ricade lento
il pianto che si vuol frenar
e con assiduo tormeto
si pone il core a martellar
e quando avvien che la tristezza
sotil crudel corroso l'ha
piu sopportare il cor non sa
e troppo debole si spezza
SOFFIA (spaventata)
Ah sorella no no
non restar sola qui
vieni con me sapremo farti dimenticare
questi pensieri
i bimbi ti diranno
la canzone che in coro canteranno
per il natale
(Soffia va a riprendere i giocattoli posati entrando)
CARLOTTA
tra se, molto commossa
Per il natale
tu pur lo dici
ripete con accento cupo
"Ma se non debbo ritornare
nel lieto di presso di te
non m'accusare
pensa a me
SOFIA (tornando verso Carlotta)
Siam d'accordo, e vero? Ti vedremo?
Carlotta: sforzandosi a sorridere
Si forse
SOFIA: Ma non, dici cosi.
CARLOTT (c. s.)
Che debbo dir?
SOFIA
Di si
CARLOTTA:
Si. Verro da te, carina.
SOFIA
Proprio?
CARLOTTA:
Verro!
Sofia: Ma proprio
CARLOTTA richiamando Sofia che s'allontana, con slancio
Ah vieni qua
che io t'abracci ancora
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SCENA III
CARLOTTA, poi WERTHER
Carlotta:
La forza m'abbandona
Oh gran dio
signore
ho fatto e vo' fare
sempre il mio dovere
ora in te solo io spero
perche dura e la prova
e non ha forza il core
signore signore
ah leggi tu nell'anima ferita
che l'ansia tortua
di tutto ha paura
tu che d'ai la fede
tu soccorri a me
odi la mia preghiera
fervida sincera
La porta del fondo si apre.
Appare Werther.
Werther e in piedi presso l'uscio, pallido, debole, si sostiene al muro.
CIELO
WERTHER!
Werther
Son io,
si torno
e pure lontanto io non lasciai passare un'ora
senza dire
morire
si piuottosto morire
ma rivederla no
ma quando venne il di
fissato per tornar per venir qui
allor volli partire
su la soglia angosciato
io retero ancora
tentai fuggire
ma che importa di dire tutto cio?
sono qui
CARLOTTA
molto commossa cercando di trattenersi e di mostrarsi indifferente
Non so perche questa parola amara
perche non ritornar qui mentre ognuno
v'aspettava il mio babbo i bimbi
WERTHER (avvicinandosi) E voi, si voi pure.
CARLOTTA: interrompendolo, volendo taglia corto e mutar discorso
Qui, Werther
qui tutto serba ancora
l'aspetto che vi piacque tanto un giorno.
Nel ritrovarlo uguale non vi pare che tutto
si ricordi di voi?
WERTHER (gettando uno sguardo attorno)
Vedo, si, che qui nulla cambio
soltanto i cuori
ogni cosa ha serbato un sorriso
un ricordo
(giradndo per la stanza)
V'e pure la spinetta che la gioia canto
e del mio duol soffria
alla vostra canzone tutta d'amore
come la vostre voce accompagno la mia
(venendo presso il tavolino)
I libri
oh quante volte, e vero
su di lor si sfiorarono i volti avvicinati
(andando alla scrivania, su cui e la custodia delle pistole)
E quest'armi che un di la mano ha carezzate
a me rideva gia
(con voce sorda)
la pace immensa che sospiro.
CARLOTTA
senza aver visto quest'ultimo movimento, si e avviata alla spinetta su cui ha preso un manuscritto. Volgendosi a Werther:
Ed ecco i versi d'Ossian
vi ricordate, tradur li voleste
WERTHER:
Tradurre
ah si talvolta il sogno si levo
a vol sull'ala d'oro
e fosti tu, poeta
a dire del mio cor l'ansia segreta
tutta l'anima ho qui
LEGGENDO
No non mi ridestare
o soffio dell'aprile
io sento su di me
la tua carezza
ed ahime
spunta il di della tristezza
domani tornera da lungi il vaitore
ricordera la gloria del passato
ed il suo sguardo invano cerchera lo splendore
e non trovera piu che lutto e che dolore
CARLOTTA: molto agitata
Ahime,
basta cosi
questo dolor
che fu
non so dir
man mi sembra
WERTHER
Cielo
ho capito bene
la vostre voce trema
negli occhi avete il pianto
o non e forse amore e per me
CARLOTTA:
Non parlare
WERTHER (avvicinandosi a Carlotta)
Ah perche vuoi tentare
d'ingannarci tutt'ora
CARLOTTA:
Werther, ve me scongiuro.
WERTHER:
Va solo un sogno fu
speari domato un di
quest'immortale amore
che palpita nel core
(esaltandosi)
Ah questo primo bacio
il bacio vagheggiato
che l'anima sperava io l'intravedo alfine
e brucia sul mio labbro non ancor dissetato
vo' baciar cedi a me la prima volta a me
CARLOTTA:
Ah la ragion mi sfugge
WERTHER:
Tu m'ami -- m'ami
CARLOTTA (respingendolo): No.
Tutto che ci dividie non so scordar.
WERTHER: Tu m'ami (si getta ai suoi piedi)
CARLOTTA: Pieta.
Werther: Ti voglio bene
piu tormento non v'e
non rimorso
CARLOTTA: Pieta.
Werther: L'amor, null'altro esiste, il resto e vanita.
CARLOTTA (come perduta) Signore, tu m'assisti.
WERTHER: L'amor, soltanto e vero. L'amor, verbo divino, riso gentil di cielo. Qui (stringendosela al seno);
CARLOTTA (fra le braccia di Werther): Pieta.
WERTHER: T'amo, t'amo.
CARLOTTA (svincolandosi) Ah non, no stretta a te
WERTHER: Perdono
CARLOTTA risolutamente
No
non mi vedrete piu
fuggo da voi col cuore disperato
addio
per sempre
(Fugge)
WERTHER (precipitandosi suoi suoi passi)
No Carlotta ascolta
diletta
ti chiama l'amore
tu sacra sarai vieni qui
che?
tac ancora?
Piu non mi vuole?
Ebbene me n'andro
Carlotta, ahime, mi condanno
(avviandosi alla porta di fondo)
Ti tattrista, o natura
il figlio prediletto
l'amor tuo morira
e con se portera
l'assidura tortua
la mia tomba si puo dischiuder gia
(FUGGE).
---
SCENA IV
ALBERTO, poi CARLOTTA
Alberto entra cupo sopra pensiero
Werther e stato qui. L'han vedutor tornare
veravigliato
Non v'e nessuno e l'uscio e aperto sulla strada.
Che cosa accade qui? Carlotta!
S'avvicina alla porta della camera di Carlotta, chiamando.
CARLOTTA vedendo Alberto: Ah
Alberto: Che cos'hai?
Carlotta (sempre piu turbaa) Io? Che?
Alberto: Mi sembri un po' commossa ed agitat
CARLOTTA: Si. La sopresa.
Alberto: E chi c'e stato qui?
Carlotta: Qui?
Alberto: Si. Da te (un servo e entrato con una lettera)
Un biglioetto.
(riconoscendo il crattere e fissando Carlotta) di Werther.
CARLOTTA: CIELO!
ALBERTO (leggendo senza perder di vista Carlotta)"
"Parto per un lontan viaggio. Le pistole vogliatemi prestare."
CARLOTTA (fra se, sentendodi mancare) Se ne va
ALBERTO (coninuando) "V'abbia in grazia il signore"
CARLOTTA (fra se, attonita) Ah che tristo presagio.
ALBERTO: (A Carlotta, freddamente): Dagliele tu.
CARLOTTA (arretrando impaurita) Che? Io?
ALBERTO: Si, certo.
CARLOTTA: (come affascinata, si dirige all scrivania): Quale sguardo!
Alberto si avvia verso la camera a destra, e prima d'entrarvi guarda ancora Carlotta che appena accorgendosene consegna al servor le armi.
Il servo esce.
Alberto spiegazza il biglioetto.
Lo getta via e rientra in camera.
Appena sola, Carlotta prende una mantelina sopra una polotrona.
Ah, lo potro salvare se il Cielo lo vorra.
----
QUADRO SECONDO:
La notte di Natale
La piccola citta di Wetzlar.
La luna illumina il paesaggio coperto di neve.
Alcune finestre si illuminano.
Nevica.
Il teatro e all'oscuro.
La musica continua fino al cambiamento di scena.
QUADRO TERZO
LA MORTE DI WERTHER.
Lo studio di Werther.
Un cadeliere a tre bracci illumina la tavola coperta di libre e di fogli.
In fondo, un po' a sinetra, un'ampia finestra aperta da cui si scorge la piazza del vilaggio e le case coperte di neve.
Una delle case, quella del potesta, e illuminata.
Nel fndo, a destra, una porta.
Il chiaror della luna penetra nella stanza.
Sul davanti Werther solo, mortalmente ferito.
SCENA PRIMA
WERTHER, poi Carlotta.
Carlotta (entrando bruscamente e chiamando con angoscia)
Werther!
(ad un tratto ella scorge il corpo di Werther e si getta su di lui, poi da un grido e si titra spaventata:
Ah cielo
V'e del sangue
(torna verso di lui e lo prende fra le braccia
Non vo' pensarlo
morto esser non puo
Werther ritorna in te
Werther rispondi a me
A quale strazio
WERTHER: aprendo gli occhi e riconoscndo Carlotta)
Chi parlo?
Carlotta
Ah, se tu
mi perdoni?
CARLOTTA:
io perdonare
se son io che t'uccisi?
se il sangue che ti scorre dalle ferita
o Werther
son io che lo versai
WERTHER (che si e un po sollevato)
No
giusta e buona fosti tu per me
e per la morte benedico te
che ti serba innocente
ne rimorsi mi da
CARLOTTA (come pazza guardnado attraverso la porta)
ma qui ci vuol soccorso
WERTHER sollevandosi su di un ginnocchio
No
no chiamar nessuno
ogni ajuto m'e vano
dammi qui la tua mano
si appoggia a Carlotta e si alza sorridendo
a me tu sola basti
cade seduto, poi colla mano sulla fronte di Carlotta con una voce dolce carezzevole
Tu sola
e poi nessuno
ci deve separare
sto tanto ben cosi
prendendole la mano
in quest'ora suprema io son felice
muoio dicendo a te
che t'adoro
CARLOTTA: con slacnio
Ed io t'amo
Werther
t'amo
WERTHER: Ah, signore.
CARLOTTA
Si
nel di stesso
che somparisti innanzi a me
ebbe il core
un'eterna catena d'amore
che a me ti lego
io non volli peccare
ti chiesi
di soffrire
e per serbarmi pura
Werther
io t'ho perduto
Werther
Oh parla ancora te ne scongiuro
CARLOTTA con slacnio
Ma se la morte giunge prima che ti rapisca
il bacio il bacio almeno io reso te l'avro
(lo abbraccia)
che il tuo cor col mio core i palpiti confonda
e nell'amplesso scordi che tanto mal soffri
WERTHER E CARLOTTA (insieme)
Tutto dimentichiamo
(Tise rumorose da lontano)
Voci di bambini in casa del Potesta
VOCI DI BAMBINI: Natal.
CARLOTTA: Questi grida di gioa nell'ora dolorosa.
VOCI DI BAMBINI
Gesu Cristo e nato
il signor a noi fu dato
re pastori d'israel
WERTHER: sollevandosi come allucinato
Natal.
CARLOTTA:
animandosi spaventata dal delisio che comincia
Sono i bambini
gli angeli
il natale
e la canzon liberatrice
e l'inno del perdono
che l'innocenza dice
WERTHER (c. s.)
Perche quel pianto?
Credi tu che ora
per me la vita sia terminata?
Comincia, amato bene.
VOCE DI SOFIA:
Il signor lieti ci fa
L'amor qui si festeggia -- regna felicita
VOCI DI BAMBINI:
Natal!
VOCE DI SOFIA:
Regna felicita
CARLOTTA guardando con angoscia
L'occio si vela
la mane e fredda
e per morir ma non voglio no
Werther rispondi
non mi vuoi sentire?
(stringendo Werther a se)
Strapparti alle mie braccia la morte non sapra
tu vivrai
tu vivrai
vedi
son qui con te
WERTHER (con voce sepnta)
No, Carlotta, si muore
Ma tu m'ascolta bene
laggiu nel cimitero
due grandi tigli sono
cola, diletta, io voglio
per sempre riposare
CARLOTTA
A no pieta
WERTHER
Se mi si vuol negar questo conforto
se la terra cristiana e rifiutata
alla mia salma allora
presso il sentiero o nella solitaria vallata
fammi scavar la tomba
se il prete nel passagre il capo volgera
CARLOTTA:
Werther, pieta
WERTHER:
Io spero di nascosto qualche donna verra
a trovare il rejetto
e da quel puro pianto
si sentira compianto
chei muor chi lieto muore
e la benedira
La voce gli manca, fa qualce sforzo per respirare, le braccia si irrigidiscono e poi cadono.
Il capo si piega sulla spalla, muore.
VOCI DI BAMBINI
Gesu Cristo e nato.
Il signore a noi fu dato.
CARLOTTA:
prede fra le mani la testa di Werther con un grido di spavento, chammando disperatamente
Werther, ahime tutto fini
Cade svenuta ai piedi di Werther.
Fuori grida allegre
tintinnio di bicchieri e risa.
FINE
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