Bione di Smirne fu un esponente della poesia pastorale ellenistica.
Da non confondersi con Bione di Boristene, esponente della filosofia cinica
ed autore di diàtribe.
Della sua vita si conosce pochissimo, ma pare che la sua attività poetica
sia da collocare all'incirca intorno al I secolo a.C.
Qualche notizia è
contenuta nel lessico bizantino Suda: sarebbe nato a Flossa un sobborgo della
città di Smirne. Sempre la Suda lo cita nella triade bucolica (i tre maggiori
poeti bucolici greci) insieme a Teocrito e Mosco.
Altre notizie biografiche si ricavano dall'Epitafio di Bione, composto da
un anonimo seguace del poeta, imitato anche da Catullo. Sarebbe vissuto a lungo
in Sicilia e secondo tale fonte, sulla cui attendibilità permangono dei dubbi,
Bione sarebbe morto giovane a causa di un avvelenamento.
Di lui sono sopravvissuti diciassette frammenti di liriche bucoliche oltre
al Canto in morte di Adone, un poema in esametri conservato in un manoscritto di
Teocrito e ispirato all'idillio I di quest'ultimo, in cui Tirsi rivolge un
lamento per la morte di Dafni.
I temi preferiti dal poeta sono le narrazioni delle gesta e delle
vicissitudini di Afrodite, delle Muse e di Eros, mentre dall'amore trae la sua
vena ispiratrice.
Bione si può considerare un caposcuola di un genere di lirica decadente che
influenzò un buon numero di allievi e di epigoni.[1]
Note[modifica sorgente]
1.^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. II, pag.270
1.^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. II, pag.270
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