Speranza
Speranza
LEILA; ossia, i pescatori di perle
melodramma in tre atti di E. Cormon e M. Carré.
Musicato da Giorgio Bizet.
A. Zanardini.
Milano : E. Sonzogno.
I PESCATORI DI PERLE
MELODRAMMA IN TRE ATTI
E. CORMON E M. CARRE
MUSICATO DA GIORGIO BIZET.
A. ZANARDINI
MILANO: E. SONZOGNO
Via Pasquirolo.
Proprieta esclusiva per l'Italia, tanto per la stampa quanto per la rappresentazione, ,dell'Editore E. SONZOGNO, di Milano.
Milano.
Tip. dello Stabiliniento di E. Sonzogno.
PERSONAGGI
LEILA ......... Soprano
NADIR. ......... Tenore
ZURGA. ......... Baritono
NURABAD ..... Basso.
Pescatori, Faltiri, Sacerdoti - Maliarde, ecc.
***************************
ATTO PRIMO
Una spiaggia arida e selvaggia nell'isola di Ceylan.
A destra e a siiiistra, capanne intessute di stuoje e di bambù.
Verso il proscenio, alcuni grandi palmizì, ombreggianti cacf2rs giganteschi piegati dal vento.
Nel fondo, sovra uno scoglio clie domina il mare, le rovine di un' antica pagoda indiana.
In distanza, il mare rischiarato da un sole ardente.
SCENA I. Pescatori, Uomini, Donne e Fanciulli. (rlll'alznrsi della tela, i pescatori dell'isola, uomini, donne e [anciulli, ingonibrana la riva.
Chi finisce di rizzar le tende, chi dà l'ultinia mano alle capanne selvagge.
Altri danzano e bevono, al suono di vari strumenti indiani o chinesi.)
INTRODUZIONE.
CORO.
Sulle arene d'or
dove l'onda muor
la tribù si piznti ! E vi danzi al sa i I1 virgineo stuol, Dalle trecce erranti ! I1 canto vostro va1 A discacciar gli spiriti del mal ! E I PESCATORI DI PERLE IL CORO DEI PESCATORL
torniamo ai mesti lidi
ove vuole il destin
che la morte si sfidi
incerti del bottin
dove l'onda è più fonda
audaci palombar
rubiam la perla bionda
al seno arcan del mar! Ripresa &l com. Sulle arene d'or, Dove l'onda muor, La tribù si pianti ! E vi danzi al sol I1 virgineo stuol, Dalle trecce erranti ! I1 canto vostro va1 A discacciar gli spiriti del mal !
***************************
SCENA II.
I pvecerJe?zti e Zurga.
ZURGA. Ornai, dal giocondarsi a noi convien ristar Ora elegger si de' chi obbedienza apprenda, Chi ci protegga e ci difenda, Un duce pien d'ardir ch'abbia ognuno ad amar! CORO. Colui, che noi vogliam per duce, E re nomiam de la tribù, Dir te1 dovea presago il cor: Sei tu! ZURGA. Chi? io? CORO. Noi t'acclamiamo nostro re ! La legge è sacra, che ci vien da te ! ZURGA. Voi mi giurate obbedienza? CORO. Noi ti giuriamo obbedienza ! ZURGA. Io solo avrò l'onnipotenza ? l CORO. l Tu solo avrai l'onnipotenza ! ZURGA (stringendo loro la mano). Or ben ! voi lo volete .... e re sarò! I (Nadir comparisce nel fondo e scende gli scogli.) SCENA TTT -*L. ? Nadir. CORO. Ma vien talun! l ZCRGA (correndo incontro a Nadir). Nadir ! d'infanzia amico ! Sei tu che dato è a me di riveder? I I i) I PESCATORI DI PERLE CORO. È Nadir ! il ramingo venturier ! NADIR. Sì, Nadir ! il fedel d'un'altra età ! La felice stagione, Amici, a voi vicin, rinascerà! Della jungla e della selva, Dove insidia il cacciator, Esplorai, siccome belva, I1 mistero e il tenebror! Inseguii, lo stil fra' denti, I1 tigron dagli occhi ardenti, Rintracciai da mane a sera Lo jaguar e la pantera ! E quanto jeri, o fidi miei, facea Fareste voi doman ! CORO. Sì, diamoci la man! ZURGA. Rimani in mezzo a noi, Nadir, e sii dei nostri ! NADIR. I miei voti sin d'or, i gaudi sono i vostri ! ZURGA. l'arti i nostri piacer! con me tu déi Brindar, con essi cantar e danzar! Ma, pria che all'opra sia lo spirto intenso, Si salutino il sol e I'aer e il inar immenso!
ATTO PRlhIO I1 X+vesa del coro. Sulle arene d'or, Dove l'onda muor, La tribù si pianti ! E vi danzi al sol I1 virgineo stuol, Dalle trecce erranti ! (Si riprendono le danze; indi i pcsc-tori si disperdorio iii varie direzioni. Ziirgn e Nndir restano soli in iscena.) SCENA IV. Zurga E Nadir. ZGRGA. Nadir ! NADIR. Zurga ! ZURGA. Sei tu che dinante mi sta! Trascorsi tanti i dì, da poter dirla età, In cui vissuto abbiam, l'un dall'altro disgiunto, Del rivederci alfin il dolce istante è giunto! Or dirniiii: al giuro tuo rimasto sei fedel? Un puro ainico in te rivedo, o un traditore? ... NADIR. Del mio fatale anior mi seppi far signore ! ZURGA. Per me sollevi allora, un lembo del tuo ciel! Come il tuo calmo è il core e, al tuo simil, obblia Un istante di febbre e di follia! 12 I PESCATORI DI PERLE NADIR. No1 puoi tu dir ! la calma il cor trovò, L'obblio sperar non può ! ZURGA. Che di' tu? NADIR. Quando avrein l'età raggiunta insieme, In cui il sogno dei varcati dì Dall'anima svanì, Kammemorar dovrai le nostre gite estreme, E quella sosta ai pressi di Candì! ... ZURGA. Fuggiva il sol -- s'udia - tra i silenzi del ciel, I1 fervente bramino, al cader della sera, Lentamente chiamar le turbe a la preghiera! P;ADIR (alzandosi). Del tempio al limitar, Parato a fiori e ad òr, Una vergine appar ... Mi par vederla ancor ! ZURGA. Una vergine appar ... Mi par vederla ancor ! NADIR. La turba, al Dio prostrata, La contempla ammirata E l'udiarn mormorar:
ATTO PRIMO I3 Rigaarda! è qui la diva, Che dai limbi ci arriva, Il creato a bear! Mira! è dessa! è la dea, Che col guardo ci bea, Qual nuovo sole appar! Sollevasi il suo velo ... Oh ! vision del cielo ! La stiamo ad adorar! NADIR. Mira! è dessa! è la dea ... ecc. ZURGA. Mira ! è dessa ! è la dea ... ecc. NADIR. Ma s'apre un varco ornai tra la turba pregante ... ZURGA. I1 suo velo digia ci asconde il bel sembiante ... NADIR. Sparì! ZURGA. Lo sguardo mio da 2.l!or la cerca invan! NADIR. Ma nel mio seno, ahimè! Qual sorge ignoto ardore! 14 1 PESCATORI DI PERLE -- ZURGA. Qual m'ange ambascia il core! NADIR. Respingi la mia man! ZURGA. Respingi la mia man ! NADIR. Amor che entrambi ispira L'un l'altro avversi fa ! ZURGA. Gelosa smania, od ira Non franga l'amistà ! A &le. Santa amistade, infondi il primo affetto all'alme, E vinci nel mio cor Codesto insano amor! Fa che in una insertiam, compagni allor, le palme, E debbaci un sospir Insin a morte unir ! ZURGA. E, da quel dì, dali'idol mio lontano, Tristamente lasciai i giorni miei passar ... NADIR. A risanar da questo ardor insano, Tra i lupi e gli sparvier, m'accinsi a ramingar ! ZURGA. Siccome il mio, il tuo cor si assereni! Torniam fratelli ancor, siccome allor !
ATTO PRIMO A due. Santa amistade, infondi il primo affetto all'alrne ! I ecc., ecc.
SCENA V. I precedenti e Pescatori. ZURGA. Che miro ! una piroga A questa volta voga !... Io l'attendea! sien grazie, o Brahma, a te! NADIR. E chi attendevi tu su quest'arida spiaggia? ZURGA. Una vergine ignota e bella al par che saggia, Clie gli anziani tra noi (lo stile è in ciò costante) Vanno in climi lontani, ogni anno, a rintracciar. Agli sguardi un gran ve1 asconde il suo sembiante, Nè alcun la può veder, niun la deve accostar! Ma, sin che noi peschian~, su quello scoglio in piè, Ella prega e il suo canto, d'in sulle nostre teste, Disvia del mar gli spirti, e acqueta le tempeste! CORO. Ella vien! ella vien! sia tratta or qui ! 16 I PESCATORI DI PERLE -
SCENA VI. 1 puccede~lti, Leila, Nurabad, Faltiri e Maliarde, tratti z' Pescatori, Uomiili, Doilile e Fanciulli. (Leila, avvolta in ampio velo, comparisce nel io:ido, seguita da qi!.ittro f;,l Qual ansia ! Al sol vederla il primo ardor rinasce. (a Leila) Tu? presso a me? che ti guida? LEILA. Desio Di parlare a te sol !... ZURGA. Sta ben ! (ai pescatori) Uscite !
ATTO TERZO 37 SCENA 111. I Zurga e Leila. I LEILA (fra sè). I Qual m' assal rio terror ! da quel barbaro cor Che m' è dato sperar ? In seil gli ferve atra procella ! I ZURGA (C. S.). Fremo d'ansia e d'affanno ! Sommi Dei, quanto è bella! Più bella ancor, mentre sta per morir! I1 Dio crudel, che qui l'ha tratta, I L' atroce palpito volle punir ! LEILA (C. S.). Lo sguardo suo m' ha fatto trasalir ! I Perchè tremar ? t' accosta ! io qui t' ascolto I LEILA. Da te mercede imploro ! Di Brahma per la fè, Pel crudo mio martoro, Risparmia lui, sì lui che reo non è, Temer non so per me, Tremo per lui soltanto. .. Deh! cedi a questo pianto Concedi a noi mercè ! 33 I PESCATORI DI PERLE L' anima sua mi diede, Tutto il mio cielo egli è ! Celeste fiamma, ahimì: ! È il di fatal per te! L' ardente mia preghiera Ti possa impietosir ! In te soltanto spera L' atroce mio martir ! M'accorda la sua vita E ajutami a morir! ZURGA. Ch' io t' ajuti a morir? Oh ! che di' tu! Mai ! - perdonar io forse lo potea , Cliè i nostri cori univa l' amistà, Ma tu l' ami ! . . . tu 1' ami, il motto solo Va1 i' odio mio feroce a ravvivar ! LEILA. Pietà ! m' ascolta ! ZURGA. Ogni tua prece è vana! Geloso io sono ! LEILA. ZURGA, Chè di costui, Donna fatale, più che al par t' amai!
ATTO TERZO 39 LEILA. Dell' amor mio, Nadir , A te vien colpa data! (a Zurga) Ma di tua mano almen Non gli squarciare il sen ! Deh! sia dal tuo furor Sol io sacrificata ! ZURGA. D' esser amato è reo, Mentre odiato io son! LEILA. Pel tuo Dio ! pel tuo ciel ! , ZURGA. Ei periri ! LEILA. Ebbene ! . . . or va L' ultrice vampa, o vile, ad attizzai- ! La vita mia ti prendi ! . . . Sì - I' empia pira accendi, Ma rei rimorsi orrendi T' inseguiranno ognor ! I1 nostro fato compiaci ! Abbia il rogo congiunti, Appena il giorno spunti, I dolcissimi amor ! ZURGA. Con Nadir dèi perir! non ho pietà ! 40 I PESCATORI DI FERLE LEILA. Spietato cor ! Sii maledetto, o vile ! Odio sol I10 per te, Per esso eterno amor ! SCENA IV. I precede~zti, Nurabad, che ricontpare izel fondo, seguito n'n aku~zi pescnto1.i Grida di gioja, ziz distaizza. NURAB AD. Non odi tu questo gridìo di festa? È giunta l'ora! LEILA. E la vittima è presta! ZURGA. Si mova alfin! LEILA. Per me si schiude il ciel! (ad un giovane pescatore) Fratel, questo monil, quand'io sia morta, Alla mia madre porta ! (gli porge una collana di perle) Vanne che il cielo pregherò per te! (Leila vien tratta fuor di scena. Zurga si accosta rapidamente al pescatore, gli strappa di nano la collana di perle, e nel riguardarla inanda un grido di stupore, indi si slancia sulle tracce di Leila.)
QUADRO SECBPJDO. Una landa selvaggia. - Nel mezzo della scena, un rogo. - Fuochi accesi in varie parti projettano sulla scena bagliori sinistri. - A destra dd rogo, un tripode, con sovrapposta una conca per ardervi profumi. SCENA I. (Gli indiani, in preda all'ebbrezza, intrecciano danze sfrenate ; il vino di palma i circola nelle tazze ricoline ) l Appena del ciel Un raggio abbia il ve1 Dell'ombra fugato, Un sacro fi~ror Avrà di coctor I1 sangue versato! Ardente licor, Deh! versaci in cor L'ebbrezza del forte! E turbi il lor sen I1 tetro balen, Presago di morte ! Brahma !... Brahma !... del ciel signor e re! 42 I PESCATORI DI PERLE SCENA 11. Leila e Nzctir cont,bojono, prcced~~fl tz'tri solrz:?zl' sncc}-doiz; nlln czii fesfn è Nurabad. (Marcia funebre). NURABAD. Tetre divinità, Iii vostra mano Zurga omai li dii! CORO. In nostra mano Zurg-a omai li dà! (Un bagliore rossastro, che rischiara ad un tratto il fo~ldo della scena, ia supporre agli Indiani che stia per ispuntare il gioino.) KURABAD e i/ CORO (con in~peto, agitando a!ti i pugnali). Penètra il giorno tra la nube! il sole Splende !... raggiunta è l'ora !... orsu !... feriam ! (Mentre Nadir e Leila stanno per salire il primo gradino del rogo, Zurgn ir. rompe sulli scena, con un'ascia in mano.)
SCENA 111. I precedei2 fa; Zurga. No! - non è questo il dì ! - Mirate, è il foco ! Foco del ciel, che irato il Dio slanciò ! Accorra ognun ! la vampa Ha già invaso e consuma il vostro campo. Accorra ognun! forse in tempo s'è ancora I figli vostri alla morte strappar! (Gli Indiani escono tumultuosamente. Nurabad rimane solo con Zurga, Nadir e Leila. Egli getta man mano alcuni aromi sul fuoco sacro; indi si nasconde per intendere quanto Zurga sta per dire.) Acceso di mia man fu l'incendio fatale, Che minaccia i lor giorni e a trarvi ir? salvo vale. Franti i nodi giA son !,.. sovvenga, o Leila, a te, Che salvo un dì m'hai tu, che salva or sei per me! (Le mostra la collana e spezza i ferri che li tenevano avvinti. Nurabad, che ha tutto udito, alza le mani al cielo, e corre a darne parte agli Indinni.)
SCENA IV Leila, Nadir e Zurga. LEILA e NADIR (tenendosi strettamente abbracciati) Fàscino etereo ! Celeste incanto! A te daccanto Sgorga il mio pianto A noi presago di dolce avvenir! Ha un angiol frante Le ree ritorte, Ma in vita, o in morte A tanto amplesso niun ci può rapir! ZURGA. Fàscino etereo! Sublime incanto ! Senza rimpianto Per farli salvi me danno a perir! Ahi! qual li investe Ardor celeste! Pene funeste! S'amano e vivon! io corro a morir! 4 4 I PESCATORI DI PERLE MADIR (in cst~isi amorosa), Già nuovi rai scintillano Colà, nel gran seren , E IJalma nostra slanciasi Del nuovo giorno in sen ! Sì - d'ogni nube sgombraci In terra il tetro ve], E noi volianl cogli angeli Al desiato ciel! ZURGA. Quanto s'amano, o Dèi! LEILA. Divina ebbrezza ! Fuggiain! fia guida a'passi nostri Amor! (L'orchestra accenna al motivo dcl primo coro con crescendo affannoso.) ZURGA. Essi vengon! Son qua! fuggite! ì: sgombro un vano! (a Nadir) Tu traggi I'angiol tuo dal fero asil lontano! NADIR e LEILA. Ma tu? ma tu? ZURGA. Dio sol sa l'avvenir!
Noi ti potremo ancor riveder, benedir ! (Nadir e Leila fuggono. In pari tempo Nurabad e gli Indiani invadono la scena SCENA V Nurabad, Zurga e Coro. NURABAD (additando Zurga). Il traditor ha salva lor la vita Acceso di sua rnan fu l'incendio, che sfogo Nell'anipia selva or ha ! non sia deluso il rogo! CORO. Ei de' perir! a11 sì! perir ei de' ! (Gli Indiani si avventxno contro Zurg-i e lo trnggono a forza varso la pira) La pira funcsta È pronta colà! 1-a cupa foresta Tramandi a ogni lido - L'orribile grido ! Ah! Brahma ! Brahma ! ZCTRG.4. Io sol sia 13 vittima Dai vili colpita ! Addio! Eeila, addio! 'P i i do la inin vita ! (Il rogo divanipzt. Zurgri scompnrc iii mezzo alle fianinie. I1 teloiie del fondo si scosta, e ci scorge la foresta in preda all';iicencli
CORO.
Si scaglia dal ciel Sul vile ribel Del folgore l'ira ! Non v'ha più mercè! Perir egli de' Nell'orrida pira ! (L'incendio va sempre pib dilntandosi.) I pallidi rai Appajono omai Nei cieli albeggianti. Vendetta sui rei Ottenner gli Dei, Prostriainoci oranti ! (Tutti si prostra.no, indi si alzano colle braccia tese al cielo.) Ah ! Brahma ! Quadro.
CALA LA TELA.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment