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Thursday, August 30, 2012

Le fontane di Roma

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Fontane
Roma è la città delle fontane, se ne contano oltre duemila tra grandi e piccole. Bellissime, fantasiose, eccentriche, quasi sempre opera di grandi scultori e architetti, hanno una storia antica, che inizia con i primi acquedotti romani e continua attraverso i secoli con le fontane rinascimentali, quelle barocche della Roma berniniana, quelle neoclassiche dell'Ottocento fino a quelle moderne. Dalle piccole fontane di quartiere alle scenografiche fontane progettate per piazza di Spagna e piazza Navona dal Bernini, alla Fontana di Trevi, un racconto per immagini d'acqua e di pietre attraverso la città eterna. L'acqua e le fontane fanno parte del patrimonio artistico e culturale di Roma e ne sono state sempre un elemento caratteristico. Il poeta Shelley, grande estimatore dell'abbondanza di acqua per le strade di Roma, diceva: "Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma".
Fontana dei Catecumeni - Monti - piazza Madonna dei Monti
Situata in piazza della Madonna dei Monti prende il nome dal vicino “Collegio dei Catecumeni”. Fu commissionata da papa Sisto V a Giacomo Della Porta il quale ne progettò il disegno nel 1588, realizzato l'anno successivo da Battista Rusconi. Si tratta di una vasca ottagonale in travertino con i lati ornati da quattro stemmi alternati, due del pontefice e due del Comune. Al centro si levano due balaustri sovrapposti che sostengono altrettanti catini. Da quello inferiore quattro mascheroni versano acqua nella vasca ottagonale. Verso la fine del XVII secolo, in occasione di un restauro ordinato da papa Innocenzo XI, il catino superiore fu sostituito con un secondo balaustro che tuttora sorregge un altro catino circolare più piccolo del primo, dal cui centro zampilla l'acqua.
Fontana del Nicchione - Monti - via dei Fori Imperiali
La fontana, opera dell’architetto Antonio Muñoz, è costituita da una vasca di granito con due mascheroni ai lati, su un sostegno posto al centro di una vasca ovale più grande in marmo ed è incassata in una nicchia absidata del muro di sostegno della collina della Velia, distrutta per la sistemazione della Via dei Fori Imperiali. La vasca di granito, di epoca romana, proviene dagli scavi di Porto fu rinvenuta nel 1696 e fu inizialmente posta nel cortile ddella alla Curia Innocenziana, che aveva sede nel Palazzo di Montecitorio. Rimossa e depositata nei magazzini del Comune in seguito ai lavori per la trasformazione del Palazzo di Montecitorio come sede del nuovo Parlamento, fu utilizzata da Muñoz nel suo progetto di Via dei Fori Imperiali.
Fontana del Sarcofago - Monti - piazza del Colosseo
Si trova sulla parete a fianco di uno degli ingressi della stazione della metropolitana, al centro di tre archi del muro di sostegno della collina Velia. È costituita da un sarcofago di epoca romana poggiante su tre gradini e due sostegni di travertino; sulla fronte del sarcofago sono raffigurati due putti alati che sostengono sostengono un medaglione in cui è raffigurato il mezzo busto di un uomo togato. Sotto al medaglione sono altri due putti e piccoli animali; ai lati due giovani. Sopra il sarcofago è collocata una testa leonina dalla cui bocca fuoriesce il getto d'acqua.
Fontana del Tevere - Monti - via delle Quattro Fontane
Si tratta di una delle Quattro Fontane, che papa Sisto V fece sistemare all'incrocio tra la via Felice e la strada Pia (ora scomposta in via Quattro Fontane, via Agostino Depretis, Via del Quirinale e via XX Settembre), sul percorso che da Trinità dei Monti porta a Santa Maria Maggiore. Le fontane, costruite tra il 1588 e il 1593 rappresentano il Tevere, l'Arno, Diana e Giunone. Quella del Tevere, posta all'angolo della chiesa di S. Carlino, con l'immancabile lupa simbolo di Roma, è opera di Domenico Fontana che aveva progettato anche la via. Solo più tardi furono costruiti i palazzi attuali, che hanno "inglobato" le quattro statue in quattro nicchie ai loro angoli.
Fontana del Viminale - Monti - piazza del Viminale
Opera di Publio Morbiducci, fu collocata nella piazza antistante il palazzo del Viminale nel 1929, per abbellire il grande emiciclo delimitato dalle rampe d’accesso al palazzo del Ministero dell’Interno. La fontana è costituita da un bacino mistilineo, posto ad una quota ribassata rispetto al selciato della piazza, al centro del quale si erge un massiccio basamento ornato da alcuni bassorilievi con la Lupa Capitolina, la corona turrita simbolo della città e le tre alture dello stemma del Rione Monti. Sulla sommità si trova un basso e largo catino quadrangolare, decorato da quattro finte maniglie circolari scolpite, da cui si riversa un velo d’acqua.
Fontana dell'Obelisco - Monti - piazza S. Giovanni in Laterano
La fontana si trova a ridosso dell’obelisco lateranense, innalzato nella piazza da Domenico Fontana nel 1588, ed è alimentata dall’Acqua Felice. Realizzata su disegno di Flaminio Ponzio, è composta da una vasca sormontata da una coppia di delfini che sostengono una valva di conchiglia, nella quale a loro volta gettano zampilli due draghi alati ed un’aquila. I draghi e l’aquila rimandano allo stemma gentilizio di papa Paolo V Borghese (1605-1621), sotto il cui pontificato fu completata l’opera.
Fontana Paolina - Monti - via Paolina
E' una piccola fontana realizzata nel 1930 su disegno dell'architetto Marcelliano Mariano Ginesi, in via Paolina, vicino a piazza S. Maria Maggiore. E' contraddistinta da un festone floreale con al centro la testa di un putto alato, dalla cui bocca fuoriesce il getto dell'acqua che viene riversato nella piccola e sottile vaschetta al di sotto.
Fontana di Monte Cavallo - Trevi - piazza del Quirinale
La fontana è detta anche dei Dioscuri perché le statue dei Dioscuri con i cavalli si trovano qui sin dal 1588 quando Domenico Fontana per volere di Sisto V progettò la sua unica fontana pubblica ponendo davanti alle statue una vasca ottagonale al centro della quale su un balaustro sorreggeva un catino. L'attuale fontana di piazza del Quirinale risale però al 1818 quando Pio VII incaricò Raffaele Stern di sostituire la precedente fontana, di cui si è persa traccia, con quella attuale realizzata con il reimpiego di un grande catino di granito grigio, che si trovava nel Foro Romano dove fungeva da abbeveratoio per gli animali, poggiato su un poderoso basamento che lo solleva dalla vasca.
Fontana del Tritone - Trevi - piazza Barberini
Realizzata in travertino da Gian Lorenzo Bernini nel 1643 per ornare la piazza Barberini, quella cioè antistante la facciata del sontuoso palazzo di papa Urbano VIII Barberini , la fontana del Tritone risulta di grande effetto decorativo ed è considerata tra le più belle e le più famose fontane di Roma. Alimentata dall’acqua Felice, è formata da un bell?intreccio di quattro delfini con la testa in basso e aventi, fra le code attorcigliate in alto, due stemmi dei Barberini. Le code sorreggono, inoltre, una grande conchiglia con le valve aperte, al centro della quale si erge con tutto il busto un colossale tritone nell’atto di soffiare entro una grande conchiglia da cui esce uno zampillo d’acqua che, ricadendo nelle valve e poi nelle scannellature della stessa conchiglia, provoca i rivoletti che si versano rumorosamente nella sottostante ampia e bassa vasca protetta da colonnine di marmo, creando una coreografia di grande effetto .
Fontana di Diana - Trevi - via delle Quattro Fontane
Si tratta di una delle Quattro Fontane, che papa Sisto V fece sistemare all'incrocio tra la via Felice e la strada Pia (ora scomposta in via Quattro Fontane, via Agostino Depretis, Via del Quirinale e via XX Settembre), sul percorso che da Trinità dei Monti porta a Santa Maria Maggiore. Le fontane, costruite tra il 1588 e il 1593 rappresentano il Tevere, l'Arno, Diana e Giunone. Quella di Diana, che guarda verso palazzo Barberini, rappresenta la Fedeltà, come evidenzia la presenza di un cane, è opera di Pietro da Cortona. Solo più tardi furono costruiti i palazzi attuali, che hanno "inglobato" le quattro statue in quattro nicchie ai loro angoli.
Fontana di Giunone - Trevi - via delle quattro Fontane
Si tratta di una delle Quattro Fontane, che papa Sisto V fece sistemare all'incrocio tra la via Felice e la strada Pia (ora scomposta in via Quattro Fontane, via Agostino Depretis, Via del Quirinale e via XX Settembre), sul percorso che da Trinità dei Monti porta a Santa Maria Maggiore. Le fontane, costruite tra il 1588 e il 1593 rappresentano il Tevere, l'Arno, Diana e Giunone. Quella di Giunone, con i simboli regali e la presenza di un pavone, rappresenta la Fortezza. ed èsimbolo di Roma, è opera di Domenico Fontana che aveva progettato anche la via. Solo più tardi furono costruiti i palazzi attuali, che hanno "inglobato" le quattro statue in quattro nicchie ai loro angoli.
Fontana di Trevi - Trevi - piazza di Trevi
La Fontana di Trevi è la più monumentale fra le fontane di Roma. Progettata da Nicola Salvi, è adagiata su un lato di Palazzo Poli e la sua struttura è resa più imponente e fragorosa dalle limitate dimensioni della piazza e dal dedalo di vicoli che bisogna attraversare per arrivarci. Al centro del complesso monumentale si trova la statua di Oceano, rappresentato su un cocchio a forma di conchiglia trainato da cavalli alati; si trovano poi, fra le altre sculture, le figure dei tritoni e di animali marini, mitologici o reali. La storia della fontana inizia ai tempi di Agrippa, genero dell’imperatore Augusto, il quale fece arrivare l'acqua corrente fino al Pantheon ed alle sue terme grazie alla costruzione dell'acquedotto Vergine. La funzionalità dell'acquedotto, viene in parte compromessa in età medievale, al punto che nel 1453, Nicolò V, fece riparare i danni che avevano ostruito per otto secoli le condutture e ricostruire, da Leon Battista Alberti, il prospetto principale. Urbano VIII diede incarico al Bernini, nel 1625, di demolire l'antico prospetto e dare inizio ad una nuova, più grandiosa fontana, ma, dopo quattro anni, l'opera fu sospesa con la morte del Papa. Soltanto nel 1730 papa Clemente XII bandì un concorso per la realizzazione della fontana che venne vinto da Nicola Salvi, che ne fece il suo capolavoro, si dice copiando il progetto del Bernini. I lavori durarono 30 anni e furono ultimati, sotto Clemente XIII, nel 1762. La piazza è probabilmente il luogo più affollato di visitatori che si può trovare a Roma: decine di migliaia di persone che ogni giorno visitano l'opera per potere gettare nella vasca una moneta che, come la leggenda vuole, garantisce al forestiero di tornare ancora a Roma nella sua vita.
Fontana di piazza Colonna - Colonna - piazza Colonna
E ’collocata nelle vicinanze del condotto principale dell’Acquedotto Vergine, con un sistema di diramazioni che dalle falde del Pincio, attraverso via Condotti, distribuiva l’acqua in tutto il Campo Marzio. Progettata da Giacomo Della Porta e realizzata dallo scultore fiesolano Rocco Rossi nel 1575, è costituita da una vasca di forma ovale in marmo, arricchita sull’esterno da lesene con teste leonine in marmo bianco. Nel 1830 la fontana subì modifiche a opera di Achille Stocchi in concomitanza con i lavori di pavimentazione di via del Corso. Fu infatti sostituito l’originario catino posto al centro della vasca con quello attuale in marmo bianco e, in luogo dei quattro parallelepipedi da cui fuoriusciva l’acqua, furono collocati i due gruppi composti da due delfini con le code intrecciate all’interno di una conchiglia.
Fontana del Clementino - Campo Marzio - via di Ripetta
Il nome della fontana deriva dal Porto Clementino, che era l'altra denominazione del porto di Ripetta. Eretta nel XVI secolo durante il pontificato di Gregorio XIII, è una fontana abbeveratoio, addossata all’angolo di un palazzo, costituita da un blocco di cornice a dentelli di epoca romana, scavato all’interno in modo da formare una vasca: l’acqua scende da una cannella al di sopra della vasca, inserita in una piccola cornice ad arco.
Fontana degli Artisti - Campo Marzio - via Margutta
Fu realizzata nel 1927 su progetto dell'architetto Pietro Lombardi e rappresenta un insieme dei simboli degli artisti quali cavalletti, tavolozze, maschere, pennelli e compassi, chiaro riferimento alla vita artistica da cui via Margutta è sempre stata caratterizzata. Da una base triangolare si alzano due cavalletti da pittore sulle cui mensole poggiano due mascheroni, uno triste l'altro allegro, a sottolineare le alterne fortune della categoria.
Fontana dei Navigatori - Campo Marzio - via del Porto di Ripetta
Fatta costruire nel 1704 da papa Clemente XI Albani su progetto di Alessandro Specchi, fu originariamente collocata sulla sponda del Tevere, presso il porto di Ripetta ed utilizzata per dissetarsi dai facchini addetti allo scarico di legna da ardere e vino. E' costituita da una vasca ovale a un'estremità della quale si inserisce una scogliera su cui appoggia una conchiglia che ha ai lati due delfini. L'acqua che sgorga dall'alto della scogliera e dalle bocche dei delfini si raccoglie nel bacino sottostante. A metà Settecento in cima alla scogliera venne posta una lanterna allo scopo di facilitare l'approdo notturno delle imbarcazioni. A seguito dei lavori per la sistemazione degli argini del Tevere e la demolizione del porto di Ripetta , la fontana venne smontata e finì nei magazzini comunall fino al 1929, quando fu ricollocata quasi nel punto della originaria collocazione.
Fontana dei Quattro Leoni - Campo Marzio - piazza del Popolo
La fontana opera del Valadier, rientrava nel progetto di risistemazione del complesso urbanistico comprendente Piazza del Popolo e il colle del Pincio, trasformato in giardino pubblico. I lavori, interrotti con la caduta di Napoleone e la restaurazione, furono ripresi e compiuti nel 1834 durante il pontificato di Gregorio XVI . Al centro di tutto il complesso si trova l’obelisco, collocato nella piazza da Domenico Fontana nel 1589 come motivo unificatore del sistema viario del Tridente (odierne Via del Babuino, Via del Corso e Via di Ripetta). Agli angoli della scalinata quadrata su cui poggia l’obelisco, sono quattro vasche circolari; al di sopra di queste, quattro leoni, poggianti su piramidi a gradini, dalle cui bocche esce un velo d’acqua.
Fontana del Babuino - Campo Marzio - via del Babuino
Il nome di via del Babuino venne attribuito alla via Paulina alla fine del Cinquecento quando un ricco commerciante ferrarese, Patrizio Grandi, ottenuta l'acqua per la sua abitazione e i suoi orti, costruì per la popolazione della zona una pubblica fontana. La statua del Satiro sovrastante la vasca termale romana rettangolare di granito grigio, donata dal Grandi, non piacque per nulla al popolo che vi riconobbe le fattezze di "un babuino": così dal 1581 l'antica strada Paulina mutò nome divenendo via del Babuino. Il Babuino è una delle famose "statue parlanti" di Roma.
Fontana del Bottino - Campo Marzio - rampa di S. Sebastianello
Realizzata verso il 1570 la fontana si trova sulla salita di San Sebastianello; quest’ultima è in comunicazione con la scalinata di Trinità dei Monti, laddove compie una stretta e brusca curva, tramite una rampa di scale. E’ in questo punto che si trova il nicchione a volta ricavato nel muro di contenimento del sovrastante viale della Trinità dei Monti. La fontana è costituita da un sarcofago rettangolare appena sopraelevato da terra da due parallelepipedi di travertino. Dall'interno del sarcofago escono tre zampilli d'acqua che ricadono in una piscina a fior di terra. architravato e voltato, cui fanno ombra romantici tralci d’edera.
Fontana del Nettuno - Campo Marzio - piazza del Popolo
La fontana, costruita nell’emiciclo sinistro ed ultimata nel 1823, si colloca nell’emiciclo occidentale di Piazza del Popolo, sul lato verso il Tevere, esattamente di fronte a quella della Dea Roma nell’emiciclo opposto. È costituita da una vasca semicircolare in travertino, su cui è una grande conchiglia di pietra; al di sopra di questa, una piccola tazza raccoglie l’acqua che fuoriesce dalla parete. La fontana è coronata da un gruppo, disegnato da Valadier e scolpito da Giovanni Ceccarini , raffigurante Nettuno ai cui piedi sono due tritoni appoggiati a delfini.
Fontana del Trullo - Campo Marzio - piazza Nicosia
Costruita da Giacomo Della Porta nel 1572, era precedentemente collocata in Piazza del Popolo. Nel 1823, quando Valadier curò la nuova sistemazione della piazza, fece rimuovere la fontana, che venne trasferita in Piazza S. Pietro in Montorio, per finire poi nei depositi comunali. Venne ricostruita in Piazza Nicosia nel 1950, ma della fontana originale rimase soltanto la vasca ottagonale, posta su due bassi gradini sopraelevati rispetto al piano stradale. Al centro si innalza un elegante balaustro in marmo cipollino che sorregge un catino decorato all’esterno da emblemi araldici della famiglia Borghese.
Fontana della Barcaccia - Campo Marzio - piazza di Spagna
La fontana, alimentata dall’Acqua Vergine, è stata realizzata tra il 1626 e il 1629 da Pietro Bernini, nominato architetto dell’Acqua Vergine da papa Urbano VIII Barberini; alcuni studiosi la attribuiscono al figlio Gian Lorenzo, ma è più probabile che questi si limitò a concludere i lavori alla morte del padre. La fontana ha la forma di un’imbarcazione con prua e poppa identiche, immersa in una piscina ovale. Sulla parte esterna della prua e della poppa sono due grandi stemmi di Urbano VIII con tre api; ai lati degli stemmi l’acqua esce da finte bocche di cannoniere. Nella parte interna vi sono invece due soli con volto umano, altro emblema Barberini, dalle cui bocche esce l’acqua, raccolta da volute che la incanalano verso l’esterno. Al centro, da una vasca, esce un altro grosso fiotto d’acqua.
Fontana della Botticella - Campo Marzio - largo S. Rocco
Nel porto di Ripetta, attraccavano le navi cariche di mercanzia; per tale ragione la confraternita degli osti volle erigere una fontana ristoratrice raffigurante un facchino simbolico per tutti i portatori di legna, vino, acqua, verdura, di tutte le merci che arrivavano a Roma per via fluviale. La scelta del portatore di vino non fu casuale: il perché si ritrova nelle abitudini e consuetudini del porto, dove fra tutte le merci in arrivo la più ambita e desiderata era senz’altro il vino. Tutte le partite di questa merce provenienti dall’alto Lazio trovavano qui i primi diretti estimatori e ovviamente assaggiatori: erano i portatori che compivano il rito della degustazione, accompagnato naturalmente da momenti di festa popolare.
Fontana della Dea Roma - Campo Marzio - piazza del Popolo
E' la fontana collocata nell'emiciclo destro, verso il Pincio, disegnata dal Valadier nel 1823 ed il gruppo scultoreo in marmo, che fu eseguito da Giovanni Ceccarini, rappresenta la Dea Roma armata di lancia e con l'elmo, con ai lati le statue giacenti del Tevere e dell'Aniente e della lupa che allatta i due gemelli. La vasca di travertino a forma di ampia conchiglia raccoglie l'acqua proveniente da una piccola tazza collocata alla base del monumento.
Fontana della Palla di Cannone - Campo Marzio - via Trinità dei Monti
La fontana sorge di fronte a Villa Medici e fu realizzata intorno al 1589 da Annibale Lippi su incarico del cardinale Ferdinando de’ Medici. È costituita da un’ampia vasca ottagonale a livello del terreno, al centro della quale si eleva un pilastro che sostiene una tazza circolare di granito a forma di coppa, con al centro una sfera di marmo da cui zampilla l’acqua. La sfera, secondo la tradizione, sarebbe una palla di cannone che la regina Cristina di Svezia, durante una visita a Castel Sant’Angelo, avrebbe fatto sparare un colpo di cannone contro il portone di Villa Medici. La palla di cannone sarebbe stata raccolta e inserita, a ricordo del fatto, nella sommità della fontana.
Vasca di Ripetta - Campo Marzio - via di Ripetta
Eretta nel XVI secolo durante il pontificato di Gregorio XIII è addossata all'angolo tra via di Ripetta e via del Clementino su di una parete di palazzo Negroni. E' costituita da una vasca rettangolare, lunga e stretta, di granito romano, con ampi bordi arrotondati, che riceve l'acqua da due bocchette simmetriche inserite sulla parete di appoggio entro altrettante formelle di marmo.
Fontana dell'Ara Pacis - Campo Marzio - lungotevere in Augusta
E' la fontana che fa parte del complesso che protegge l'Ara Pacis realizzato nel 2006 su progetto di Richard Meyer. Si compone di una vasca con sedici zampilli verticali; su uno dei lati, una parete è bagnata per la sua intera lunghezza dall'acqua che cola da una grondaia situata sul bordo superiore
Fontana del Leone - Ponte - piazza S. Salvatore in Lauro
La fontana, originariamente in Via di Panico, da circa sessant’anni adorna la facciata del convento annesso alla chiesa di San Salvatore in Lauro. È costituita da una nicchia riproducente una grotta, inquadrata da due pilastrini architravati. Al centro fuoriesce una testa di leone in marmo bianco dalla cui bocca sgorga l’acqua che si raccoglie nella sottostante vaschetta marmorea.
Fontana di S. Simeone - Ponte - piazzetta di S. Simeone
La fontana si trovava in origine in Piazza Montanara, nei pressi del Teatro di Marcello; scomparsa questa piazza per l’apertura della Via del Mare, fu collocata nel 1932 nel giardino degli Aranci sull’Aventino e trasferita infine nel 1973 nella piazzetta di S. Simeone ai Coronari.
Costruita nel 1589 da Pietro Gucci su disegno di Giacomo della Porta, era di lineare semplicità, con un catino superiore e bacino sottostante. Nel corso degli anni subì varie trasformazioni. Nel 1696 vi fu aggiunto un catino su colonna poggiante su un cubo decorato con quattro mascheroni, probabile opera di Carlo Fontana. Nel 1829 la fontana subì ulteriori modifiche: la vasca inferiore venne sostituita con quella attuale, sui cui bordi sono scolpiti gli stemmi dei Conservatori e del Priore dei Caporioni in carica. La parte superiore rimase invece la stessa, anche se furono asportati i due stemmi a ridosso del fusto centrale.
Fontana della Terrina - Ponte - piazza della Chiesa Nuova
Progettata dal Della Porta per volere di Gregorio XIII attorno al 1581 fu collocata al centro della piazza di Campo de Fiori. Su di essa, nel 1622, papa Gregorio XV fece apporre un coperchio di travertino, con al centro una palla, molto probabilmente per evitare che la fontana continuasse ad essere un ricettacolo di immondizia. Il risultato fu che la fontana risultò talmente somigliante ad una zuppiera che i romani la battezzarono "la Terrina". La fontana venne rimossa da Campo de Fiori a fine Ottocento quando fu eretto il monumento a Giordano Bruno. Solo nel 1924, dopo essere rimasta per oltre un trentennio in deposito nei magazzini comunali, fu ricollocata in piazza della Chiesa Nuova.
Fontana dell'Orso - Ponte - via di Monte Brianzo
Costruita agli inizi del XX secolo, la fontana è costituita da una testa d’orso dalla cui bocca esce l’acqua, che si riversa in una bassa vasca a balaustra in travertino sorretta da un piedistallo. La fontana è inquadrata in una cornice con arco, su cui è lo stemma del Comune e la scritta "acqua vergine". La testa d’orso ricorda la famiglia Orsini, che aveva alcune proprietà nella zona .
Stele del Teatro Apollo - Ponte - lungotevere Tor di Nona
La fontana, opera di Cesare Bazzani, fu realizzata nel 1925 nel luogo dove sorgeva il Teatro Apollo, demolito nel 1888 per la costruzione del lungotevere. È costituita da un sarcofago strigilato, su cui è sovrapposta una stele marmorea delimitata da due colonne; sopra di queste, al posto dei capitelli, sono due maschere teatrali. La fontana è alimentata dall’Acqua Marcia.
Fontana dei Quattro Fiumi - Parione - piazza Navona
Si trova al centro della piazza occupata nell’antichità dallo stadio di Domiziano. Alimentata dall’Acqua Vergine ed inaugurata nel 1651 da Innocenzo X Pamphilj , è opera di Gian Lorenzo Bernini. Al centro della fontana si innalza l’obelisco proveniente dal circo di Massenzio sull’Appia. Ai suoi piedi un basamento roccioso ospita quattro gigantesche statue, eseguite dai collaboratori del Bernini, che raffigurano i fiumi dei quattro continenti allora noti: il Nilo, il Gange, il Danubio ed il Rio della Plata. La scogliera è arricchita da fiori, frutti, animali. Lo stemma della famiglia Pamphilj, una colomba con il ramoscello di olivo nel becco, decora i lati del basamento e la sommità dell’obelisco. Alcuni atteggiamenti delle raffigurazioni, in particolare del Rio della Plata, con il volto spaventato e la mano sinistra levata come a difendersi dal crollo della vicina chiesa di S. Agnese in Agone, hanno acceso l’immaginazione popolare generando aneddoti sulla rivalità tra il Bernini e il Borromini. Aneddoti di pura fantasia perché quando la Fontana dei Fiumi era già stata ultimata, i lavori di costruzione della chiesa non erano ancora iniziati.
Fontana del Moro - Parione - piazza Navona
La fontana, alimentata dall’Acqua Vergine, si trova nell’estremità meridionale di piazza Navona, di fronte al palazzo Pamphilj. Il bacino, realizzato nel 1575 da Giacomo della Porta durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni era decorato da gruppi di tritoni, draghi e mascheroni di artisti cinquecenteschi (Egidio della Riviera, Taddeo Landini, Simone Moschini e Giacobbe Silla Longhi) su disegni di Giacomo della Porta sostituiti nel 1874 con copie di Luigi Amici. Innocenzo X Pamphilj incaricò Gian Lorenzo Bernini di rinnovare la fontana cinquecentesca. Venne così realizzata una piscina che ricalca il disegno della precedente vasca al cui centro venne collocata, nel 1655, una statua scolpita da Giannantonio Mari su progetto del Bernini stesso. Essa raffigura un moro che stringe tra le mani la coda di un delfino con la testa, da cui sgorga l’acqua, che fuoriesce dalle gambe della statua.
Fontana del Nettuno - Parione - piazza Navona
Nota anche come Fontana dei Calderai, è posta all'estremità settentrionale di piazza Navona. L'opera deve il disegno e la realizzazione della sua vasca allo stesso Giacomo della Porta autore del bacino della Fontana del Moro all'estremità opposta della piazza. Giunta fino all'unità d'Italia senza alcun corredo scultoreo, per dare alla Fontana del Nettuno una similitudine stilistica con le altre fontane dell'area, venne varato nel 1873 un concorso per la realizzazione dell'apparato monumentale che vede vincitori Gregorio Zappalà e Antonio Della Bitta. Il primo realizzerà il complesso decorativo a soggetto mitologico delle "Nereidi con putti e cavalli marini", il secondo il gruppo marmoreo "Nettuno lotta con una piovra" che riprende il tema dello scontro fisico che già nella fontana del Moro vede fronteggiarsi un etiope ed un delfino.
Fontana della Cancelleria - Parione - piazza della Cancelleria
La fontana, alimentata dall'Acqua Vergine, è opera di Publio Morbiducci, vincitore, nel 1928, di un concorso che prevedeva la sostituzione di dieci fontanine in ghisa con altrettante "artistiche". L’opera di Morbiducci si ispira al vicino palazzo rinascimentale della Cancelleria ed è realizzata in travertino. La fontana è innalzata su di un piccolo basamento, con decorazione racchiusa da un triangolo entro cui si trova lo stemma del cardinale Ludovico Trevisan, più noto come Mezzarota Scarampi, che alla metà del ‘400 rimodernò e restaurò il Palazzo della Cancelleria. L’acqua sgorga da una cannella che fuoriesce dal piccolo rosone dello stemma e si raccoglie nella sottostante vasca di forma rettangolare con, sulla fronte, la sigla del Comune di Roma e, ai lati, due pilastrini.
Fontana di Campo de' Fiori - Parione - piazza Campo de' Fiori
E’ la fontana che sostituì la “Terrina” di Papa Boncompagni, spostata per far posto al monumento di Giordano Bruno e che il comune realizzò nel 1887, periodo in cui l’amministrazione stava ripristinando e costruendo nuove fontane, con una nuova forma, senza più coperchio, e una nuova collocazione, decentrandola verso la cancelleria.
La nuova fontana, alimentata dall’acqua Paola, ripropone la vasca progettata dal Della Porta nelle misure e proporzioni, priva del “coperchio” seicentesco e con notevoli varianti relative alla forma dell’invaso e ai punti di erogazione dell’acqua: la vasca è infatti sollevata su di un dado in modo da emergere completamente al di sopra della quota del bacino esterno; questo, di forma ovale, è composto da blocchi regolari di granito. L’acqua zampilla da un alto boccaglio centrale in bronzo a forma di bocciolo chiuso.
Fontana del Mascherone - Regola - via Giulia
Si trova in Via Giulia, all'altezza dei giardini di Palazzo Farnese. Si tratta di una fontana costruita non per ornamento ma per uso pubblico. La sua realizzazione risale al 1570 con l'arrivo nella zona dell'Acqua Paola. I Farnese finanziarono quest'opera insieme alla costruzione delle due fontane che ornano piazza Farnese, antistante l'omonimo Palazzo. Sia la vasca in granito di raccolta dell'acqua, che il faccione in marmo, dalla cui bocca sgorga l'acqua, sono di epoca romana. La provenienza è da una delle tante terme capitoline. Il mascherone è inserito in un prospetto con grandi volute laterali alla base con architrave sormontato dal giglio araldico dei Farnese, originariamente in travertino, sostituito nell'ottocento con uno di ferro. Il Mascherone getta l'acqua in un sottostante piccolo catino semicircolare, dal quale si raccoglie poi in una vasca di granito rettangolare e quindi in un bacino di raccolta a fior di terra, protetto da colonnine e catene di ferro. In determinate feste organizzate dai Farnese, dalla bocca del mascherone usciva vino anziché acqua.
Fontana del Monte - Regola - piazza del Monte di Pietà
Commissionata agli inizi del XVII secolo da Paolo V Borghese a Carlo Maderno, è costituita dalla valva di una massiccia conchiglia in cui svetta un'aquila, simbolo della famiglia Borghese, che poggia le zampe su due piccoli basamenti. Un mascherone, posto al centro di un fregio triangolare, versa l'acqua dalla bocca nella sottostante vasca con bordo arrotondato. Ai lati del mascherone due draghi sbucano fuori dal fregio centrale e dalla bocca versano anch'essi acqua nella vasca.
Fontana di piazza Cairoli - Regola - piazza Cairoli
La fontana si trova al centro di un’area sistemata a giardino. Fu realizzata nel 1888 da Edouard Andrè ed è costituita da una vasca di granito di forma quadrangolare con, al centro, un pilastro la cui decorazione (delfini di bronzo intorno ad un tridente) è andata perduta. Il pilastro sostiene un catino circolare, proveniente dagli scavi del 1887 nella vicina Piazza Cenci. Al di sopra si trova un secondo pilastro sostenente un catino da cui fuoriesce l’acqua.
Fontane di piazza Farnese - Regola - piazza Farnese
Le fontane, alimentate dall’Acqua Paola, costituiscono l’ornamento della piazza, dominata dall’imponente palazzo rinascimentale della famiglia Farnese ora sede dell’Ambasciata di Francia. Le grandi vasche di granito, decorate con anelli e teste leonine, di identica forma, provenivano dalle terme di Caracalla e nel 1466 si trovavano a Piazza Venezia, davanti al Palazzo di San Marco. Al tempo di Paolo III Farnese una delle due fu trasportata al centro della piazza mentre la seconda venne aggiunta nel 1580. La sistemazione delle due fontane, del 1626 su disegno attribuito a Girolamo Rainaldi, consiste in una vasca in travertino che contiene quella romana con catino che sostiene il giglio, emblema della famiglia Farnese, da cui zampilla l’acqua. Attraverso quattro mascheroni, l’acqua si riversa poi nelle vasche romane e, da ultimo, nei sottostanti bacini.
Fontana dei Libri - Sant'Eustachio - via degli Staderari
Fu disegnata da Pietro Lombardi ed eseguita in travertino nel 1927. In una nicchia coronata da un arco su cui è la sigla S.P.Q.R, è raffigurata la testa di un cervo, simbolo del rione; ai suoi lati sono quattro libri antichi, due in ciascun lato, che poggiano su mensole a ricordare forse la vicina Antica Università della Sapienza, ove ora ha sede l’Archivio di Stato. L’acqua esce da due cannelle a forma di segnapagine, e da altre due inserite entro formelle circolari.
Fontana del Pantheon - Sant'Eustachio - piazza della Rotonda
La fontana, disegnata da Giacomo Della Porta e costruita nel 1575, durante il pontificato di Gregorio XIII Boncompagni è alimentata dall’Acqua Vergine. Della originale fontana oggi non rimane che l’elegante vasca mistilinea in marmo bigio africano realizzata da Leonardo Sormani. La fontana di Piazza della Rotonda assunse l’aspetto odierno nel 1711, durante il pontificato di Clemente XI Albani quando fu operato un rifacimento affidato a Filippo Barigioni, che si ispirò allo schema compositivo della berniniana Fontana dei Fiumi. E' costituita da una scogliera in travertino con quattro delfini angolari da cui svetta, su di un piedistallo, un obelisco proveniente dal tempio di Iside e Serapide di Domiziano, che fin dal XIV secolo si trovava davanti alla vicina chiesa di San Macuto. Ai lati sud e nord della base furono collocati gli stemmi araldici di papa Albani e quelli papali con tiara, chiavi e cornucopia. Una stella Albani in bronzo decora la sommità dell’obelisco.
Fontana di piazza S. Eustachio - Sant'Eustachio - piazza S. Eustachio
Nel 1985, durante gli scavi eseguiti nel cortile di palazzo Madama, venne alla luce un'ampia vasca, di epoca imperiale romana, probabilmente appartenente al complesso delle terme neroniane-alessandrine esistenti nella zona. Al momento del ritrovamento la vasca era ridotta in molteplici frammenti, alcuni del peso di varie tonnellate, e la sua ricomposizione ha richiesto una complessa opera di restauro. La vasca ha un diametro di m. 5.30, ed un peso di circa 25 tonnellate, mentre il basamento, è stato realizzato ex novo. Trasferita in piazza S. Eustachio e posta al centro di un bacino di raccolta dell'acqua proveniente dallo zampillo centrale, la fontana è stata donata dal Senato alla città di Roma e inaugurata il 22 dicembre 1987, in occasione del 40° anniversario della promulgazione della Costituzione repubblicana.
Fontana Scossacavalli - Sant'Eustachio - piazza S. Andrea della Valle
Progettata dal Maderno per volere di Paolo V Borghese fu realizzata nel 1614 e collocata nella Piazza Scossacavalli, dove, tra l’altro, sorgeva l’antica chiesa di San Giacomo sul percorso dell’odierna via della Conciliazione. Costituita da una vasca a pianta quadrata, sui cui lati si innestano archi di cerchio; al centro è un fusto decorato con quattro volute, su cui sono raffigurati l’aquila e il drago della famiglia Borghese, che sorregge il catino, di forma circolare, basso e largo; al centro del catino è un capitello. Nel 1933, con la demolizione della spina di Borgo per l’apertura di Via della Conciliazione, la fontana venne smontata e depositata nei magazzini comunali; nel 1958 fu ricostruita, sostituendo qualche elemento, dinanzi alla facciata della chiesa di S. Andrea della Valle, nella piazza omonima.
Fontana del Facchino - Pigna - via Lata
Originariamente collocata sulla facciata di palazzo Grifoni su via del Corso, fu trasferita nel 1872 in via Lata, sulla facciata del palazzo De Carolis Simonetti, attualmente sede della Banca di Roma. Rappresenta un acquaiolo con il tipico vestito cinquecentesco dei facchini, che sostiene un barilotto da cui fuoriesce l’acqua. L’opera, commissionata probabilmente dall’Università degli Acquaioli, è stata attribuita a Jacopino del Conte e realizzata forse durante il pontificato di Gregorio XIII . A partire dal ‘600 il Facchino divenne una delle"statue parlanti" di Roma.
Fontana del Sarcofago - Pigna - via S. Stefano del Cacco
La fontana si trova all’esterno della facciata posteriore di Palazzo Altieri ed è costituita da un sarcofago di epoca romana su cui sono raffigurati due putti alati che reggono un medaglione con testa di Gorgone. Ai lati sono altri due putti alati ed in basso, due scoiattoli che mangiano frutta uscita da due vasi rovesciati, un arco e una faretra. Il sarcofago è inserito in un prospetto architettonico in cui è lo stemma della famiglia Altieri e l’iscrizione nella quale si ricorda come la fontana, che si trovava all’interno del palazzo fin dalla metà del Seicento, venisse "trasferita dall’interno ad uso pubblico l’anno 1874".
Fontana della Pigna - Pigna - piazza S. Marco
È una delle dieci fontanelle rionali realizzate da Lombardi tra il 1925 e il 1927, e simboleggia il rione omonimo. È costituita da uno stelo al centro di un piccolo bacino, sul quale due corolle molto stilizzate sostengono una pigna; l’acqua esce da due cannelle laterali e si riversa nelle vaschette a fior di terra, circondate da quattro paracarri. La fontana ricorda la grande pigna antica, dal quale il rione prende nome, ora collocata nell’omonimo cortile in Città del Vaticano
Fontane dei Leoni - Campitelli - scalinata del Campidoglio
Le due fontane, poste simmetricamente all’inizio della cordonata del Campidoglio, presentano due leoni egizi dalle cui bocche esce l’acqua che si riversa in due vaschette.
I leoni provengono dall’Iseo Campense) ed erano collocati all’ingresso della chiesa di Santo Stefano del Cacco. Nel 1562 Pio IV Medici li donò al popolo romano per decorare la cordonata del Campidoglio collocati su basi disegnate da Giacomo Della Porta. Quando nel 1587 fu condotta l’Acqua Felice sul colle Capitolino, i leoni vennero adattati a fontane, ponendovi davanti due calici in travertino.
Fontana dell'Aracoeli - Campitelli - piazza dell'Aracoeli
Venne scolpita da Andrea Brasca, Pietro Gucci e Pace Naldini su disegno del Della Porta nel 1589 durante il pontificato di Sisto V. La fontana subì numerosi rimaneggiamenti: la collocazione iniziale mutò a seguito della demolizione avvenuta agli inizi del XX secolo per la costruzione del Vittoriano, e poi negli anni '30 per l'apertura della strada che porta alla Bocca della verità. Composta di due vasche di forme diverse, la seconda, più piccola, sorregge un gruppo di putti che versano acqua da altrettante anfore che reggono in mano.
Fontana del Tirreno - Campitelli - piazza Venezia
Si tratta della fontana a destra del monumento a Vittorio Emanuele II, opera di Pietro Canonica, eseguita nel 1911 ed è posta in perfetta simmetria con la fontana del Quadrelli raffigurante l’Adriatico. E’ una poderosa statua in atto di sollevarsi da un masso marino, aiutandosi con il braccio destro e con il movimento del tronco: ha la testa rivolta in alto, lunga barba incolta e riccioluti capelli al vento. Ai suoi piedi riposa la lupa capitolina. La statua è collocata su una struttura piramidale identica a quella della simmetrica fontana dell'Adriatico.
Fontana dell'Adriatico - Campitelli - piazza Venezia
Si tratta della fontana a sinistra del monumento a Vittorio Emanuele II, opera di Emilio Quadrelli, eseguita nel 1911 ed è posta in perfetta simmetria con la fontana del Canonica raffigurante il Tirreno. Rappresenta la figura di un Adriatico pensoso, che giace distesa, con il braccio sinistro che accarezza un leone veneziano. La mano destra sorregge il capo appoggiandosi sulla fronte e lo sguardo sfugge lontano all'orizzonte. Una conchiglia sul capo raccoglie parzialmente la folta e riccioluta capigliatura. Una struttura articolata in più piani sorregge la grande statua e si ricollega alla vasca sottostante in cui confluisce l'acqua proveniente da una fessura della muratura, gettandosi con un ampio ventaglio.
Fontana della Dea Roma - Campitelli - piazza del Campidoglio
La fontana orna la facciata del Palazzo Senatorio e venne ideata da Michelangelo negli anni attorno al 1536 non come fontana (l'acqua giunse in Campidoglio una cinquantina d'anni più tardi), ma come ornamento della piazza. Nella nicchia al centro della scalinata Michelangelo previde l'inserimento di una statua di Minerva (oggi nel cortile del museo Capitolino) che venne posizionata nel 1583, ma che poi fu sostituita con l'attuale statua, di più modeste dimensioni, della dea Roma. Ai lati della nicchia, nelle specchiature della scala, Michelangelo sistemò nel 1543 due colossali statue di fiumi provenienti dalle terme di Costantino sul Quirinale. A sinistra è raffigurato il Nilo accompagnato da una cornucopia, simbolo di fertilità, e da una sfinge. A destra, il Tevere è affiancato da una tigre, in seguito trasformata in lupa, e dai due gemelli. Quest’ultima statua originariamente rappresentava il Tigri ma i Romani vollero trasformare il Tigri in Tevere e dunque mutarono la tigre in lupa e le misero accanto Romolo e Remo.
Fontana di Campitelli - Campitelli - piazza di Campitelli
La fontana fu ideata da Giacomo della Porta nel 1589 e realizzata da Pompilio de Benedetti. In origine era situata al centro della piazza, ma nel 1679 in seguito all'ampliamento della chiesa di Santa Maria in Campitelli venne spostata nella posizione attuale. E' decorata con gli stemmi della quattro famiglie preminenti nella zona (Albertoni, Capizucchi, Muti e Ricci che si accollarono l'onere dei lavori) e da due mascheroni che versano acqua. Sopra la vasca, sorretto da un balaustro di marmo a forma di calice, trova posto un catino circolare al centro del quale si innalza un getto d'acqua.
Fontanella di S. Pietro in Carcere - Campitelli - via S. Pietro in Carcere
Si trova addossata ad un muro di sostegno del giardino che si affaccia sulla via nei pressi di piazza del Campidoglio. E' composta da un piedistallo che sorregge un catino semicircolare in cui si raccoglie l'acqua che fuoriesce da una canna di ferro collocata al centro di una rosetta, a sua volta inserita in un prospetto ad arco di travertino, sulla quale sono incise due scritte: "S.P.Q.R." e "Acqua Marcia".
Fontana del Pianto - Sant'Angelo - piazza delle Cinque Scole
La fontana, costruita nel 1591 su disegni di Giacomo della Porta dallo scalpellino Pietro Gucci, è conosciuta anche come di "Piazza Giudia" o "Giudea", ingresso principale del Ghetto da cui venne rimossa nel 1880 durante i lavori di sistemazione della zona. Nel 1924 il catino e il fusto furono dapprima collocati nei pressi della chiesa di S. Onofrio al Gianicolo e poi riuniti, nel 1930, alla vasca originaria e collocati nell’attuale piazza delle Cinque Scole.
Fontana delle Tartarughe - Sant'Angelo - piazza Mattei
Si trova nel rione Sant'Angelo, in prossimità del Ghetto ebraico e orna la piccola piazza Mattei, dal nome dalla potentissima famiglia, che possedeva tutti i palazzi che circondano la piazza. Come molte fontane del centro di Roma è alimentata dall'Acquedotto Vergine, che disseta i romani sin dai tempi dell'Imperatore Augusto. Alla fine del 1500 la fontana era stata prevista nella vicina piazza Giudia, dove si trovava un mercato, ma l'intervento della famiglia Mattei fece sì che essa venisse costruita proprio davanti al palazzo omonimo. La famiglia, in cambio, si impegnò a pavimentare la piazza e a tenere pulita la fontana. Fu progettata da Giacomo della Porta, il creatore delle due fontane alle estremità di piazza Navona. Al centro di una ampia vasca quadrangolare, trovano posto quattro grandi conchiglie di marmo al di sopra delle quali quattro efebi di bronzo immobilizzano, ponendo loro un piede sulla testa, altrettanti bronzei delfini. tenendo in mano le loro code e spingono a bere piccole tartarughe da cui la fontana prende il nome.
Fontanile di Clemente XI - Ripa - lungotevere Aventino
Questo antico abbeveratoio, costruito da Carlo Bizzaccheri nel 1717 durante il pontificato di Clemente XI Albani, era un tempo situato accanto alla fontana dei Tritoni di Piazza della Bocca della Verità, anch’essa opera del Bizzaccheri. Era d’uso comune, ancora nel Settecento, che le fontane più monumentali ed aristocratiche venissero affiancate da modeste vasche ad uso della popolazione. Quando, dopo il 1870, tutta l’area fu interessata ai lavori di costruzione del lungotevere, il fontanile, costituito da una vasca rettangolare che riceve acqua da una protome leonina sormontante uno dei lati corti, venne separato e trasferito nella sede attuale.
Fontana dei Tritoni - Ripa - piazza Bocca della Verità
Opera del 1715 del perugino Carlo Bizzaccheri, fu commissionata da papa Clemente XI durante i lavori di sistemazione per livellare Piazza della Bocca della Verità, che si trovava due metri sopra il piano attuale della chiesa di Santa Maria in Cosmedin. La fontana è costituita da una larga vasca ottagonale ed al centro, su un grande scoglio, vi sono sue tritoni con le code intrecciate che, volgendosi le spalle, sorreggono una grossa conchiglia sul cui bordo esterno sono scolpiti due stemmi di Clemente XI. È evidente il riferimento alla berniniana fontana del Tritone; la fontana è una pennellata barocca in un ambiente severo che, all'epoca, era anche abbandonato e disabitato.
Fontana del Mascherone di S. Sabina - Ripa - piazza Pietro d'Illiria
La fontana è collocata entro una nicchia ricavata nel muro antistante alla basilica di S. Sabina. E' una fontana che ha avuto, a dir poco, una storia travagliata, ricca di traslochi. Il mascherone era precedentemente collocato in quella parte del Foro Romano detta Campo Vaccino, ad ornare un altro vascone di granito grigio che costituiva l'abbeveratoio per le mandrie di buoi che pascolavano liberamente nel Foro. Nella prima metà' dell'Ottocento la vasca grigia fu trasferita a Montecavallo (attuale piazza del Quirinale), ad ornare la fontana dei Dioscuri. Il mascherone venne invece sistemato, come fontana, nella zona dove poi sorse il porto Leonino, fin quando (nel 1897) fu smontato e trasferito nei depositi comunali fino al 1936 quando trovò la sua collocazione definitiva all’Aventino.
Fontana dell'Acqua Paola - Trastevere - piazza Trilussa
Commissionata da Paolo V Borghese agli architetti Van Zanten (detto il Vasanzio) e Giovanni Fontana, fu realizzata nel 1613. E’ la seconda mostra dell'Acqua Paola, ovvero dell'antico acquedotto Traiano, dopo il prolungamento della sua canalizzazione per alimentare, oltre ai rioni di Trastevere e Borgo, anche quelli di Regola e Ponte. Infatti, originariamente la fontana era situata dalla parte opposta del fiume, su via Giulia, addossata all'edificio denominato dei Centopreti, ossia l'Ospizio dei Mendicanti fatto costruire da Sisto V. Il trasferimento risale al 1898, in seguito alla costruzione dei muraglioni del Tevere. Costruita in blocchi di travertino, ha al centro una grande nicchia arcuata delimitata da due colonne lisce. Qui l’acqua fuoriesce da più livelli, per poi andare a raccogliersi nella vasca inferiore. I basamenti delle colonne sono ornati da draghi, simboli araldici della famiglia Borghese, che gettano dalla bocca zampilli d’acqua.
Fontana del Prigione - Trastevere - via Mameli
La denominazione deriva dalla scultura di un prigioniero con le mani legate che si trovava nella nicchia centrale e andata perduta. Originariamente infatti si trovava nel giardino di Villa Montalto Peretti all’Esquilino, poi quando la villa venne distrutta alla fine dell’Ottocento per la costruzione dei nuovi quartieri residenziali di Roma capitale, le parti costitutive della fontana furono acquistate dal Comune di Roma, smontate nel 1888 e immagazzinate. Nel 1894-95 si decise di ricomporre la fontana come fondale di via Genova, una delle vie della nuova urbanizzazione nei pressi di via Nazionale ma nel 1923 la fontana venne nuovamente smontata e ricomposta nel luogo attuale lungo via Goffredo Mameli alle pendici del Gianicolo. La fontana conserva essenzialmente l’aspetto originario costituito da una grande nicchia decorata da ghirlande in rilievo e protomi leonine, riferimento alle insegne araldiche di papa Sisto V.
Fontana del Timone - Trastevere - lungotevere Ripa
La Fontana fa parte di quella serie di monumenti idrici che il Comune di Roma commissionò all'architetto per celebrare i rioni capitolini e le arti e i mestieri che vi si praticavano. Addossata al grande edificio del San Michele a Ripa, venne realizzata nel 1927 da Pietro Lombardi a ricordo dei fiorenti traffici fluviali che si svolgevano nel sottostante porto di Ripa Grande. Nella sua struttura architettonica ed artistica, fa allusione agli elementi della navigazione; la barra e il timone dal centro dei quali sgorga l'acqua che si raccoglie in una piccola vasca sospesa, di forma circolare. Lo stemma del rione si trova su due volute. Alle etremità di queste, due bocchette, inserite in altrettante formelle modanate, versano due tenui fili d'acqua che si riversano nella sottostante vasca di raccolta.
Fontana della Botte - Trastevere - via della Cisterna
Fa parte del gruppo di dieci fontanelle rionali commissionate dal Comune allo scultore Pietro Lombardi, tutte inaugurate nel 1927. Gli elementi che la costituiscono alludono al commercio del vino, particolarmente fiorente nelle numerose osterie di quest’angolo di Trastevere: una botte, il mezzo tino da mosto e due misure da un litro.
La botte, posta in verticale su un basamento, è il tipico "caratello", usato in passato per trasportare il vino dei castelli romani; da un foro che essa ha al centro esce l'acqua che viene raccolta in un mezzo tino sottostante. Ai lati della botte trovano posto due misure di vino, da cui pure sgorga acqua che si raccoglie a terra in apposite conche.
Fontana della Manifattura Tabacchi - Trastevere - piazza Mastai
La fontana fu eretta nel 1865 su disegno di Andrea Busiri Vici, cui si deve tutta la sistemazione della grande piazza semicircolare fatta aprire da Pio IX Mastai Ferretti davanti all’edificio della manifattura di tabacchi. La fontana, alimentata dall’acqua del "fontanone del Gianicolo", è costituita da una vasca ottagonale rialzata dal cui centro si ergono due catini sovrapposti sorretti, quello inferiore da quattro delfini con le code incrociate e quello superiore da quattro putti con code di sirena.
Fontana di S. Maria in Trastevere - Trastevere - piazza S. Maria in Trastevere
Secondo la tradizione questa sarebbe la più antica tra le fontane monumentali di Roma: si ignora la data esatta della costruzione, ma la sua esistenza è documentata nell’iconografia urbana a partire dalla seconda metà del XV secolo. L'attuale collocazione risale al 1659 nel corso del restauro voluto daAlessandro VII: i lavori furono affidati al Bernini che non modificò la parte superiore del monumento mentre quella inferiore, fu innalzata su alcuni gradini e vennero aggiunte le quattro doppie conchiglie, allora rivolte verso l'esterno. In seguito fu ampliata la capacità della vasca e le doppie conchiglie furono rivolte verso la vasca quasi a proteggerla.
Fontana di Porta S. Pancrazio - Trastevere - via Garibaldi
La fontana è addossata al muro di sostegno all'angolo con via di Porta S. Pancrazio e la salita del Bosco Parraiso sottostante la chiesa di San Pietro in Montorio, al cui restauro eseguito nel 1629 in S. Pietro in Montorio durante il pontificato di Urbano VIII. si riferisce la lapide con stemma di Urbano VIII Barberini che sormonta la fontana con protome leonina, avente ai lati due cannelle a forma di piccole stelle che versano l'acqua in una vasca di marmo, forse un abbeveratoio del tempo di Innocenzo XI Odescalchi, è incisa la data 1936, anno di un restauro eseguito dal Comune. Il pavimento attorno alla vasca è realizzato con antichi frammenti marmorei.
Fontane del Belli - Trastevere - piazza Sonnino
Si tratta di due piccole fontane gemelle che decorano la base del monumento eretto nel 1913, a ricordo del massimo poeta romanesco. Il poeta è raffigurato appoggiato ad un bastone da passeggio che originariamente era costituito da un vero bastone di legno. Più volte sottratto da "cacciatori di souvenir" e sempre rimpiazzato con veri bastoni, oggi il bastone del Belli è un normale tondino di ferro dipinto di nero ad imitazione dell’ebano
Mostra dell'Acqua Paola - Trastevere - via Garibaldi
Nota anche come "Fontanone del Gianicolo", fu voluta da Paolo V Borghese, progettata da Giovanni Fontana e Flaminio Ponzio e completata da Carlo Fontana. La monumentale fontana costituisce la mostra terminale dell’acquedotto dell’”Acqua Paola”, ripristinato tra il 1608 e il 1610 da papa Paolo V; presenta tre ampie nicchie, affiancate da due nicchie minori, da ognuna della quali sgorga acqua proveniente dal lago di Bracciano. La metà inferiore è occupata da archi, di cui i tre centrali più alti e larghi dei due laterali, leggermente arretrati, tutti separati da colonne poste su alti piedistalli. La metà superiore dei tre archi centrali, anziché contenere statue, è occupata da grossi finestroni rettangolari aperti, in modo da consentire una parziale visibilità del giardino botanico che, all’epoca, si trovava dietro il fontanone. La metà superiore del monumento, per tutta la lunghezza delle tre nicchie maggiori, è occupata da una grande iscrizione a testimonianza della realizzazione dell’acquedotto, sormontata da un’enorme stemma pontificio, sorretto da due angeli scolpiti da Ippolito Buzio. L’intera opera è ornata di volute ai margini e di draghi e aquile araldiche della famiglia Borghese. Nel piazzale antistante si ammira uno dei più spettacolari panorami di Roma.
Fontanella di Borgo Vecchio - Borgo - via della Conciliazione
Si tratta di una fontana seicentesca che faceva parte di un gruppo di fontane realizzate sotto il pontificato di Paolo V Borghese e rimosse a seguito delle demolizioni che interessarono Borgo. Questa fontana, riattivata e sistemata sul lato destro della facciata dell'edificio dei Penitenzieri, è costituita da due piccole colonne che poggiano su basamenti articolati a più livelli e che sostengono un timpano sul quale svetta l'aquila stemma della famiglia Borghese. Lo stemma dei Borghese è completato da un drago con le ali spiegate dalla cui bocca esce l'acqua che si versa nella sottostante vaschetta.
Fontanella della Conciliazione - Borgo - via della Conciliazione
Simile alla Fontanella di Borgo Vecchio, è una fontana seicentesca che faceva parte di un gruppo di fontane realizzate sotto il pontificato di Paolo V Borghese e rimosse a seguito delle demolizioni che interessarono Borgo. Questa fontana, riattivata e sistemata sul lato sinistro della facciata dell'edificio dei Penitenzieri, è costituita da due piccole colonne che poggiano su basamenti articolati a più livelli e che sostengono un timpano sul quale anzichè l'aquila stemma della famiglia Borghese vi è la scritta S.P.A ( Sacro Palazzo apostolico). Vi è invece il drago con le ali spiegate dalla cui bocca esce l'acqua che si versa nella sottostante vaschetta a forma di valva di conchiglia.
Fontana del Catalone - Borgo - piazza del Catalone
La fontana, fatta costruire intorno al 1860 da papa Pio IX è una delle poche sopravvissute alle demolizioni della "spina dei borghi" ed è costituita da una semplice edicola in mattoni che ricorda molto le edicole romane dedicate agli antichi dei del paganesimo che venivano costruite lungo le vie consolari. Il basamento è in marmo ed il catino di raccolta dell'acqua è di travertino ed è poggiato alla struttura in mattoni. La bocchetta è collocata circa 50 cm sopra la vaschetta. Poco sopra troviamo lo stemma pontificio, sormontato dal timpano dalla semplice struttura.
Fontane di piazza Giovanni XXIII - Borgo- largo Giovanni XXIII
Prima della realizzazione di Via della Conciliazione, iniziata negli anni Trenta e completata per l' anno Santo del 1950, su largo Giovanni XXIII , che all' epoca si chiamava Piazza Pia, si affacciavano due edifici simmetrici, costruiti nell'Ottocento dall' architetto Luigi Poletti. Questi edifici sono oggi sostituiti dal Palazzo dell'I.N.A. e dal Palazzo Pio i cui prospetti architettonici sono stati arricchiti da due fontane, realizzate su disegno di L. Scirocchi e attivate nel 1957, ciascuna costituita da una vasca rettangolare posata in un ampio e basso bacino. L'acqua esce da una fessura orizzontale nel muro, scivola su una mensola ondulata e da questa, in tanti rigagnoli, cade nella vasca. Infine trabocca dal bordo della vasca formando un velo continuo che ricade nel bacino.
Fontana dell'Acqua Angelica - Borgo - piazza delle Vaschette
Originariamente situata sul fianco della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Porta Angelica, questa fontana, eseguita da Francesco Buffa nel 1898, venne demolita quando venne aperta Piazza Risorgimento e spostata negli anni trenta in piazza delle Vaschette. Più bassa di circa un metro rispetto al piano stradale, è accessibile attraverso due rampe di scale curvilinee. Da una conchiglia in travertino l’acqua zampilla nella sottostante vaschetta.
Fontana delle Palle di Cannone - Borgo - via di Porta Castello
Una delle fontanelle rionali realizzate da Pietro Lombardi nel 1927, nell'ambito del concorso comunale indetto per la costruzione di fontanelle con i simboli dei rioni di Roma è la Fontana delle Palle di Cannone, situata in via di Porta Castello, nelle vicinanze di Castel Sant'Angelo, in cui l'acqua sgorga da una mascherone posto al centro di una piramide di proiettili.
Fontana delle Tiare - Borgo - largo del Colonnato
Situata vicino ad uno dei fornici aperti sul muro del "passetto" di Borgo questa fontanina di Pietro Lombardi del 1927 è caratterizzata da simboli pontifici: l’acqua sgorga dalle chiavi di San Pietro sormontate da quattro tiare papali disposte a guisa di monti araldici.
Fontane di piazza S. Pietro - Borgo- piazza S. Pietro
Collocate simmetricamente al centro dei due emicicli del colonnato berniniano e in asse con l’Obelisco Vaticano, le fontane "quasi" gemelle di Piazza San Pietro si devono all’ingegno di due dei maggiori protagonisti della storia architettonica di questa celeberrima piazza: Carlo Maderno, autore della facciata della basilica, e Gian Lorenzo Bernini, sistematore della piazza. La fontana di destra (guardando la basilica) è del Maderno, che la realizzò nel 1614 riutilizzando in parte alcuni elementi di una precedente fontana della fine del XV secolo. Brillante invenzione del Maderno fu quella di rovesciare il catino più alto affinché l’acqua, ricadendo, potesse frantumarsi nella miriade di spruzzi che tuttora ne è l’iridescente nota caratteristica. Per la fontana di sinistra (1677) il Bernini si attenne fedelmente al modello della precedente, da cui differisce solo nella decorazione dello stelo, lasciando tuttavia la sua inconfondibile firma nei guizzanti delfini che decorano l’ottagono di base.
Fontana del Fritto Misto - Esquilino - piazza Vittorio Emanuele II
La fontana è costituita da un gruppo marino (un delfino, tre tritoni e un grosso polipo) eseguito intorno al 1910 dallo scultore Mario Rutelli per la fontana delle Najadi di Piazza Esedra. Poco apprezzate dalla cittadinanza, che subito le ribattezzarono ironicamente il "fritto misto", le statue vennero presto sostituite con il gruppo del Glauco, tuttora svettante al centro della grande vasca di Piazza della Repubblica. Il gruppo rifiutato venne invece collocato nei giardini di Piazza Vittorio, al centro di una modesta vasca, dove tuttora si trova, poco distante dai poderosi resti dell'antica Mostra dell’Acqua Giulia più noti come Trofei di Mario.
Fontana di S. Maria Maggiore - Esquilino - piazza S. Maria Maggiore
La fontana si trova ai piedi della colonna proveniente dalla basilica di Massenzio, eretta nel 1614 da Carlo Maderno di fronte alla facciata della basilica liberiana per sorreggere la scultura della Vergine opera di Berthélot. Lo stesso Maderno realizzò nell’anno successivo la fontana, costituita da una vasca oblunga dal cui centro s’innalza un catino circolare su balaustro. Le aquile che ornano la vasca sono un emblema araldico di Paolo V Borghese, che commissionò l’opera, mentre sono andati perduti i draghi, altro emblema della famiglia Borghese, che un tempo decoravano i lati lunghi della stessa vasca.
Fontana di S. Croce in Gerusalemme - Esquilino - piazza S. Croce in Gerusalemme
La fontana, opera di Vittorio Cafiero, fu inaugurata nel 1928. Dal centro del catino si eleva un fusto articolato in tre vaschette sagomate, il cui bordo si modana con un motivo a foglie. Ciascuna vaschetta è coronata da una nicchia con decoro a volute dalle quali una testa d'angelo ad ali spiegate soffia l’acqua nelle sottostanti vaschette.
Fontanella dei Monti - Esquilino - via di S. Vito
Sii tratta di una delle fontanelle rionali realizzate da Pietro Lombardi nel 1927, dopo aver vinto un concorso comunale indetto per creare otto fontanelle con i simboli dei rioni di Roma. La Fontana dei Monti riproduce lo stemma rionale ispirato ai tre colli originariamente compresi nel rione (Esquilino, Viminale e Celio), dai quali sgorga l'acqua che ricade in altrettante vaschette sospese.
Fontana delle Api - Ludovisi - piazza Barberini
Realizzata nel 1644 da Gian Lorenzo Bernini su richiesta di papa Urbano VIII, Barberini, si trova all'angolo di Piazza Barberini con Via Veneto ed è una composizione incentrata sul tema dell’insetto simbolo araldico della famiglia Barberini. La fontana si presenta in forma di conchiglia bivalve aperta: la valva inferiore funge da catino in cui si raccoglie l'acqua, mentre la superiore serviva essenzialmente a far abbeverare i cavalli. La fontana era originariamente posta all'angolo di via Sistina con piazza Barberini, ma fu tolta da lì nel 1867 per problemi di viabilità, scomposta e messa in un deposito comunale. Nel 1917, quando si decise di ricostruirla, la maggior parte dei pezzi non fu più trovata e venne ricostruita in travertino.
Fontanella Ludovisia - Ludovisi - via Campania
Si trova nel tratto delle mura aureliane allangolo tra via Campania e via Abruzzi, nel Rione Ludovisi. In questa fontana si sommano frammenti di varia origine ritrovando unità compositiva grazie all'arco in mattoni in cui si inquadra. Una scritta sull'architrave riporta "Fons Ludovisia", forse a ricordare la vecchia Villa Ludovisi che si trovava nei pressi. La fontana, che prende l'acqua dall'acquedotto Marcio, è composta da diversi frammenti che fanno da ornamento ad una semplice cannella che versa acqua in una vaschetta di forma rettangolare .
Fontana Sallustiana - Sallustiano - via Bissolati
E' una piccola fontana situata all'incrocio tra via Bissolati e via Sallustiana e realizzata nel 1927 dallo scultore Antonio Maraini su disegno dell'architetto Ugo Giovannozzi , autore anche del progetto del palazzo dell'INA cui la fontana è esterna. La fontana è costituita da una vasca semicircolare sovrastata da una composizione formata da una grande valva di conchiglia dove sono inserite due cannelle che gettano acqua. La valva è sorretta da due putti ai cui piedi si trovano conchiglie varie intrappolate in una rete da cui tentano di fuggire due pesci che emettono getti d'acqua incrociati. La composizione è completata da due delfini che riforniscono, con getto abbondante, la vasca sottostante.
Fontana del Mosè - Castro Pretorio - piazza S. Bernardo
Questa fontana-mostra dell'acqua Felice (acqua così chiamata in onore di Sisto V, al secolo Felice Peretti, che ripristinò l'acquedotto dell'acqua Alessandrina) è opera del 1587 dei fratelli Fontana. Costruita in travertino, La fontana di mostra ripropone la forma di un arco trionfale a tre fornici e nicchioni: in quello centrale è collocata la colossale statua del Mosè alta oltre quattro metri, mentre nei nicchioni laterali si trovano le statue di Aronne e Gedeone. Alla base dei nicchioni l’acqua sgorga da una finta scogliera nelle vasche ornate in origine da quattro leoni antichi in porfido e marmo provenienti rispettivamente dal Pantheon e dal Laterano, sostituiti nel 1850 con altri in marmo bardiglio, realizzati da Adamo Tadolini ). La fontana è cinta alla base da una balaustra in travertino, realizzata al tempo di Pio IV per il cortile del Belvedere in Vaticano e qui riutilizzata.
Fontana dell'Arno - Castro Pretorio - via delle Quattro Fontane
Si tratta di una delle Quattro Fontane, che papa Sisto V fece sistemare all'incrocio tra la via Felice e la strada Pia (ora scomposta in via Quattro Fontane, via Agostino Depretis, Via del Quirinale e via XX Settembre), sul percorso che da Trinità dei Monti porta a Santa Maria Maggiore. Le fontane, costruite tra il 1588 e il 1593 rappresentano il Tevere, l'Arno, Diana e Giunone. Quella dell'Arno, all'angolo di palazzo Del Drago, rappresenta la città di Firenze, come evidenzia la presenza el leone, emblema araldico della città, ed è opera di Pietro da Cortona. Solo più tardi furono costruiti i palazzi attuali, che hanno "inglobato" le quattro statue in quattro nicchie ai loro angoli.
Fontana delle Najadi - Castro Pretorio - piazza della Repubblica
Sicuramente la più bella tra le fontane moderne di Roma., si trova al centro di piazza della Repubblica. Costruita nel 1888 su progetto di Alessandro Guerrieri che attorno alla grande vasca circolare pose quattro leoni di gesso; questi vennero poi sostituiti nel 1901 dai quattro gruppi di bronzo dello scultore Mario Rutelli. Le Naiadi erano le ninfe delle acque, apportatrici di fecondità e di ristoro e protettrici del matrimonio; quelle rappresentate sono la ninfa dei laghi, riconoscibile dal cigno che tiene a sé, la ninfa dei fiumi, sdraiata su un mostro dei fiumi, la ninfa degli oceani, in sella su un cavallo simbolo del mare, e la ninfa delle acque sotterranee, poggiata sopra un drago misterioso. La fontana fu al centro di molte polemiche in quanto le Naiadi da qualcuno erano ritenute offensive al pubblico pudore: furono pertanto nascoste per un certo periodo da una staccionata in attesa dell'inaugurazione ufficiale che tardava a giungere. Forse la vecchia Roma papalina mal sopportava che di fronte alla basilica di S. Maria degli Angeli, fossero mostrate queste bellezze femminili, cui avevano fatto da modelle alcune ragazze di Anticoli Corrado, paesino vicino Roma, famoso per l'avvenenza delle sue donne.
Fontana Celimontana - Celio - via Annia
Originariamente collocata in un lavatoio antistante la basilica di San Clemente, la fontana fu disegnata nel 1864 da Virgilio Vespignani, durante il pontificato di Pio IX Mastai Ferretti. Intorno al 1927 il Comune ne decise il trasferimento nella sede attuale, vicino al muro di cinta dell’ospedale militare del Celio. All’interno di una nicchia in laterizio sormontata dallo stemma del Comune, un sarcofago di marmo del I secolo a. C. riceve l’acqua da due sovrastanti teste leonine, inscritte in volute che fiancheggiano lo stemma di Pio IX. Al di sopra di questo, una vaschetta quadrata di marmo nero sorregge un piccolo catino da cui zampilla l’acqua.
Fontana della Navicella - Celio - via della Navicella
La Fontana delle Navicella si trova di fronte alla chiesa di Santa Maria in Domnica, sul Celio, e venne eretta intorno al 1518, durante il pontificato di Leone X Medici. Realizzata probabilmente da un disegno di Andrea Sansovino, la navicella sostituì una precedente nave di marmo (forse un ex voto di età romana dedicato alla dea Iside da marinai alloggiati nei vicini castra peregrina) documentata già da fonti della fine del ‘400. Si tratta della rappresentazione, in marmo bianco e travertino, di una galera romana, poggiata su due scalmi. Il ponte è delimitato da un corrimano sostenuto da nove mensole alternate ad altrettanti boccaporti. Particolarmente caratteristica la testa di cinghiale posta a decorazione della prua della nave, mentre sulla poppa è riprodotto il castello. Nessun acquedotto dell'epoca ) raggiungeva però il colle Celio, e la “Navicella” rimase per diversi secoli solo un originale ornamento della piazzetta antistante la basilica. Soltanto nel 1931, quando ormai tutta la città era servita dagli acquedotti, un ramo secondario dell'“Acqua Felice” fu collegato alla scultura ed il monumento venne trasformato in fontana, unitamente alla risistemazione di tutta l’area antistante la chiesa.
Fontana della Saracinesca - Celio - via di S. Gregorio
Inserita nel muro di sostegno dell’Antiquarium, alle pendici del colle del Celio, nel 1933, nell'ambito dei i lavori per l'abbassamento del livello stradale e per la sistemazione della zona , la fontana ispirata ai motivi delle fontane romane ed eseguita su disegno di Antonio Muñoz, è inquadrata da due massicci propilei in laterizio; la parte verticale è costituita da una struttura “a saracinesca” in marmo, sulla quale scorre l’acqua con effetto a cascata. L’acqua confluisce nella vasca in serpentino di forma rettangolare con rientranze sui due lati. Il piano di appoggio è formato da tre gradini in travertino, delimitato agli angoli da colonnette in travertino. Sulla parete di fondo, caratterizzata da bugne lisce di peperino, sono collocate, ai lati della cascata, due tabelle marmoree originariamente decorate con fasci littori (in seguito scalpellati) e l’iscrizione S.P.Q.R. in caratteri capitali a rilievo.
Fontana delle Anfore - Testaccio - piazza dell'Emporio
Realizzata nel 1926 dall’architetto Pietro Lombardi, era originariamente collocata in Piazza Mastro Giorgio (oggi Piazza Testaccio). Quando la piazza divenne sede del mercato rionale, la Fontana delle Anfore venne rimossa e trasferita nella sede attuale, in Piazza dell’Emporio davanti al ponte Sublicio. A pianta circolare, la fontana è costituita da quattro rampe di gradini concentrici culminanti nell’elegante gruppo centrale. Le anfore che lo costituiscono alludono chiaramente al vicino monte dei cocci, formatosi nei secoli per l’accumulo delle anfore rotte provenienti dal porto fluviale di Ripa Grande.
Fontana di Testaccio - Testaccio - lungotevere Testaccio
la fontana fu fatta costruire nel 1869 da Pio IX Mastai Ferretti, in occasione degli scavi cche portarono in luce le banchine dell'antico porto fluviale e una notevole quantità di reperti marmorei.
La composizione ha come sfondo due lesene in travertino, lavorate a bugne, coronate da sfere e decorate ai lati da volute. Sulla sommità è posto lo stemma del pontefice incorniciato da due festoni. Alla base è collocato un sarcofago antico che riceve l’acqua da una protome leonina. Una grande targa marmorea commemora i ritrovamenti archeologici e le sistemazioni volute dal pontefice.
Fontana dell'Anfora - San Saba - via della Piramide Cestia
Realizzata su disegno di Raffaele De Vico, fu collocata al centro del parco Cestio ed inaugurata nel 1939. La struttura è costituita da un’anfora bronzea dal cui corpo originano otto beccucci simili a proboscidi elefantine levate in alto dalle quali zampilla l’acqua.
Fontana dei Quiriti - Prati - piazza dei Quiriti
Realizzata nel 1927 nel quartiere Prati su progetto dello scultore Attilio Selva, la fontana è composta da un vasto e basso bacino circolare, al centro del qualee si innalza un catino dai cui bordi cui scende un velo d'acqua; quattro figure femminili volgendosi le spalle stanno al centro del catino e sorreggono con la testa e le braccia un più piccolo catino al centro del quale da una grande pigna si innalza uno zampillo.
Fontane dei Delfini - Flaminio - piazza Perin del Vaga
Si tratta di due fontane gemelle che per stile ricordano le opere di Pietro Lombardi. Sono costituite ciascuna da tre vaschette affiancate da una coppia di pilastrini. Su ciscuno di questi, due delfini poggiano le teste incrociando in alto le loro code.
Abbeveratoio di Porta del Popolo - Flaminio - piazzale Flaminio
Addossata lateralmente al fornice di destra di Porta del Popolo, la fontana fu edificata nel 1886, come riporta lo stemma comunale che la sormonta. La vasca è costituita da un vecchio abbeveratoio in laterizio, di forma rettangolare, con base e bordi in travertino. Riceve l’acqua da due cannelle laterali inserite in cubi di travertino sormontati da sfere sempre di travertino.
Mostra dell'Acqua Acetosa - Parioli - piazzale dell'Acqua Acetosa
Il nome deriva dalla fonte di acqua acidulo-ferruginosa, ritenuta "salutare per reni, stomaco, fegato, milza, e mille altri mali", che qui sgorgava; quest'acqua era particolarmente gradita da papa Paolo V che vi fece erigere una fontana nel 1619; all'epoca la fonte era una semplice parete da cui sgorgava l'acqua. La stessa venne fatta restaurare da Innocenzo X. Papa Alessandro VII commissionò la fontana attuale il cui progetto fu per lungo tempo attribuita al Bernini, ma invece è opera di Andrea Sacchi. La fontana si presenta con una scalinata che porta in basso dove c'è un prospetto a forma di esedra. Nel prospetto ci sono tre nicchie, in ognuna delle quali lo stemma dei Chigi, sei monti sovrastati da una stella a otto punte, si trova sopra una piccola vasca alimentata da una cannella.
Dopo che la fonte dell'Acqua Acetosa risultò inquinata (alla fine degli anni Cinquanta) la fontana restò a lungo abbandonata; oggi è stata restaurata, ma non versa più Acqua Acetosa, bensì normale acqua potabile.
Abbeveratoio di Benedetto XIV - Pinciano - via Flaminia
La fontana è costituita dalla vasca ovale di granito e dal mascherone con valva che originariamente costituivano il beveratore posto dirimpetto alla fontana di Giulio III. Nel tempo la vasca subì spostamenti e restauri. Nel 1750 Benedetto XIV Lambertini, al fine di dissetare i pellegrini provenienti dal nord in occasione del Giubileo, fece ripristinare l’interrotto flusso idrico. Infine dal 1965 la fontana è stata collocata nella sua attuale posizione
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Fontana delle Conche - Pinciano - via Flaminia
Inizialmente eretta come abbeveratoio dirimpetto alla fontana monumentale di Giulio III, costituiva insieme a questa un singolare proscenio al palazzo papale in fondo alla via. Quando nel 1877 per ragioni di viabilità su via del Babuino fu rimossa la fontana omonima e la statua del sileno trasferita nel cortile del palazzo Boncompagni, la sua vasca di raccolta andò a sostituire quella dell’abbeveratore. Poi, nel 1957, con la ricomposizione della fontana del Babuino, la vasca venne riportata a Via del Babuino e sostituita a Via Flaminia con una copia identica in granito. Nel 1934 Armando Foschini, su disegno dell’architetto Vittorio Grassi, ricostruì interamente la struttura della fontana abbeveratoio aggiungendo alla vasca in granito una conca centrale sormontata da due mezze conche laterali.
Fontana di Giulio III - Pinciano- via Flaminia
In corrispondenza del ricco ninfeo presente all’interno delle mura di cinta di Villa Giulia, nel 1552 Bartolomeo Ammannati, per volontà di papa Giulio III Ciocchi del Monte, realizzò una fontana monumentale di "pubblica utilità" poggiante sul muro esterno della villa. L’opera era costituita da una vasca in granito ricevente l’acqua da una testa antica d’Apollo. Oggi e la fontana si presenta come parte integrante della facciata del palazzo (sede dell’ambasciata dello Stato italiano presso la Santa Sede). Dell’antico splendore è rimasta una vasca in pietra ricevente l’acqua da un mascherone faunesco (che ha sostituito la testa antica di Apollo), affiancato da due delfini e sovrastato dallo stemma dei Colonna con trofeo di armi e bandiere.
Fontana dell'Acqua Marcia - Nomentano - via Nomentana
Fatta costruire dal Comune di Roma nel 1900 di fronte alla chiesa di S. Agnese sulla via Nomentana, è costituita da una vasca di travertino che raccoglie l’acqua di tre cannelle; quella centrale è ornata da un mascherone dionisiaco. La struttura è sormontata dallo stemma comunale e da una targa che indica l’Acqua Marcia come fonte di alimentazione.
Fontana di Clemente XII - Tuscolano - via di Porta Furba
Accanto alla porta Furba, sulla via Tuscolana, si trova la “fontana di Clemente XII”, lo stesso papa della fontana di Trevi. Originariamente qui si trovava la Fontana di Sisto V, realizzata contemporaneamente all’acquedotto Felice, che però è andata praticamente perduta. Quella attuale venne fatta edificare nel 1733 dal Clemente XII.: è realizzata realizzata in travertino e l'acqua che ne fuoriesce da un curioso mascherone dalle ali di pipistrello, si versa in una conchiglia e si raccoglie in una grande vasca posta su cinque gradini. Sopra il mascherone poggia lo stemma cardinalizio di monsignor Felice Passerini, allora presidente delle acque; al di sopra, un’ iscrizione che ricorda il restauro dell'acquedotto è sovrastata dallo stemma papale
Fontanile di Porta S. Sebastiano - Appio Latino - via delle Mura Latine
Si tratta di una fontana situata su di un piccolo spazio ricavato all'angolo della Porta San Sebastiano, realizzata con antichi frammenti tra i quali un sarcofago di epoca romana sormontato da un bassorilievo con due figure, un uomo ed una donna probabilmente, che vestono la tunica drappeggiata sugli omeri e la figura muliebre ha una lunga capigliatura. Dal prospetto una cannella versa l'acqua nella vasca .
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Fontana dell'ACEA - Ostiense - piazzale Ostiense
Inserita in uno spazio verde, davanti alla sede dell'Acea questa fontana moderna, una delle più recenti di Roma e realizzata nel 1962 su disegni degli architetti Ugo Macrì, Giorgio Quaroni e Americo Romitelli risultati vincitori del concorso appositamente indetto, si presenta sopra un grande bacino oblungo dove si innalzano strutture verticali, decorate con bassorilievi, dalla cui sommità sgorga l'acqua che ricade a cascata.
Mostra dell'Acquedotto del Peschiera - Trionfale - piazzale degli Eroi
Venne edificata nel 1949 quale mostra delle Acque del Peschiera, a conclusione dei lavori, iniziati nel 1937, della diramazione di sinistra dell’acquedotto del Peschiera, che ha le proprie sorgenti naturali presso Cittaducale (Rieti). L’idea di celebrare con una fontana-mostra l’inaugurazione di un acquedotto viene mutuata ancora una volta dalla tradizione del passato e la fontana, che rappresenta l’ultima fontana di mostra degli acquedotti romani, si ispira nella forma alla fontana delle Najadi, mostra dell’acqua Pia Antica Marcia realizzata tra le fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo. E’ costituita da una grande vasca circolare all’interno della quale si erge una composizione a più livelli a base ottagonale. La struttura centrale presenta i lati maggiori concavi, in cui si aprono valve di conchiglie; il suo effetto scenografico è costituito dai numerosi giochi d’acqua che coronano l’alto zampillo centrale.
Fontana della Farnesina - Della Vittoria - piazzale della Farnesina
Situata nel piazzale antistante il Ministero degli Esteri, è opera dello scultore Arnaldo Pomodoro ed è costituita da un globo bronzeo di circa 4 metri di diametro collocato sopra una doppia piscina: quella superiore, che ha forma quadrata, contiene la scultura, mentre quella inferiore ha la sagoma di un rettangolo irregolare.
Fontana della Sfera - Della Vittoria - piazzale del Foro Italico
Realizzata nel 1935 dagli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi, la fontana è costituita da un’ampia vasca circolare al centro della quale emerge un basamento di forma quadrangolare su cui poggia la grande Sfera simbolo della universalità dei giochi sportivi. Il bacino intorno alla Sfera è decorato con mosaici a tessere di marmo bianco e nero rappresentanti soggetti marini, disegnati da Giulio Rosso.
Fontana di piazza Mazzini - Della Vittoria - piazza Mazzini
La fontana è, insieme alla piazza che l’accoglie, opera di Raffaele De Vico, realizzata con la collaborazione di Ermenegildo Luppi per le parti scultoree. Completata nel 1927, è costituita da una vasca ottagonale alimentata da mensoloni sormontati da aquile romane. Esternamente, le facce dei basamenti delle colonne sono arricchite da fontanelle, costituite da vaschette semicircolari nelle quali dei draghi a rilievo gettano acqua dalle fauci. Il lato opposto del basamento, orientato verso il bacino, è costituito da una serie digradante di cinque conchiglie attraverso cui l'acqua scorre a cascata. Alla base della struttura, collocati sul fondo della vasca, emergono le sagome di due animali fantastici che emettono dalle fauci uno zampillo orientato verso il centro del complesso.
Fontana delle Rane - Trieste - piazza Mincio
Tra le fontane più recenti è stata realizzata nel 1924 su disegno dell'architetto Coppedè. Su un basso bacino circolare, quattro coppie di figure sorreggono ciascuna una conchiglia che ospita una rana che versa acqua nella conchiglia stessa. Al centro del bacino, tra le quattro conchiglie si innalza una conca pure circolare, sul bordo della quale trovano posto altre otto rane in atto si spiccare un salto verso lo zampillo centrale.
Fontana di piazza Caprera - Trieste - piazza Caprera
La fontana è stata realizzata intorno al 1990 con sculture dell'artista francese Jacques Zwobada composte da due statue in basalto grigio che rappresentano due figure femminili di una ballerina e di una dormiente. Ha giochi d'acqua illuminati da fibre ottiche.
Fontana del Sarcofago - Appio Claudio - via Appia Nuova
Si trova in zona Statuario ed è costituita da una grande vasca di forma rettangolare ai cui interno, in prossimità degli angoli si elevano quattro zampilli; al centro poggia un sarcofago di epoca romana proveniente da scavi effettuati nella zona, adornato nella parte centrale di una porta in bassorilievo e ai lati di due piccole colonne. L'ornamento della fontana è completato da due statue collocate su piedistalli.
Fontana della Cascata - Europa - via Cristoforo Colombo
Realizzata su progetto di Raffaele De Vico alla base del Palazzo dello Sport che ne costituisce lo sfondo, fu completata dopo la fine del secondo conflitto mondiale. L'acqua proviene da una vasca superiore versandosi in una inferiore formando una cascata; sui lati sono impostati serie di getti parabolici che, insieme all'acqua della cascata, vanno a raccogliersi in una sequenza di sei vasche che digradano verso il laghetto dell'EUR.
Fontane di piazzale delle Nazioni Unite - Europa - piazzale delle Nazioni Unite
Sono due fontane gemelle antistanti i Palazzi dell'INPS e dell'INA e realizzate nel 1937 su progetti di Mario Paniconi e Giulio Pediconi . Sono costituite da una vasca circolare rialzata dal terreno e l'acqua sgorga da ventiquattro zampilli disposti a cerchio all'interno delle vasche e da quattro zampilli più grandi che racchiudono quello centrale.
Fontane della Civiltà del Lavoro - Europa - viale della Civiltà del Lavoro
Sono due fontane gemelle antistanti il Palazzo della Civiltà del Lavoro, realizzate nel 1936 su disegno di Marcello Piacentini. Sono costituite da una vasca circolare a fior di terra: l'acqua fuoriesce attraverso zampilli i cui fori sono disposti all'interno della vasca in modo da formare due cerchi concentrici. Il getto minore è composto da otto zampilli, quello maggiore da sedici ed il getto centrale sovrasta tutti gli altri.

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