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Wednesday, May 14, 2014

LOEB IS ALL YOU NEED -- OVIDIO -- Le metamorfosi -- MEDUSA

Speranza

   
Mezzobusto di Medusa di Gian Lorenzo Bernini ai Musei capitolini
Ornamento romano in bronzo della testa di Medusa presso il Museo Romano-Germanico di Colonia
Medusa, di Arnold Böcklin (1878 circa)
Lo scudo con la testa di Medusa, Caravaggio
Testa di Medusa, particolare della cancellata del Palazzo Reale di Torino


Medusa è una creatura mostruosa appartenente alla mitologia greco-romana.

Insieme a Steno (la forte) ed Euriale (colei che salta lontano) era una delle tre Gorgoni, figlie di Forco e di sua sorella Ceto, due orrendi mostri marini, e l'unica a non essere immortale. Nelle rappresentazioni più antiche era orrenda, esattamente come le sue sorelle Steno ed Euriale. In versioni più recenti tuttavia (Pindaro, Ovidio) Medusa è stata considerata come una donna bellissima che riusciva ad affascinare gli uomini che non riuscendo a trattenersi si voltavano a guardarla, trasformandosi in pietra. Inoltre rappresentava la perversione intellettuale.

 

 

Secondo il mito Poseidone si invaghisce di Medusa e, trasformatosi in aquila marina, la rapisce, portandola in un tempio consacrato ad Atena dove la seduce. Medusa che possedeva una splendida capigliatura, nasconde, per vanità, il volto dietro un’egida della dea. Dura è la punizione che Atena, dea della ragione partorita dalla mente di Zeus, le infligge: La bella capigliatura viene mutata in un groviglio di vipere velenose ed i suoi denti vengono mutati in zanne. Medusa viene trasformata in un mostro orribile il cui sguardo pietrifica ogni creatura vivente.

 

Raffigurazione di Atena con la testa di Medusa
Condannata a vivere in solitudine in un antro cavernoso, terminerà la sua misera esistenza per mano dell'eroe [[perseo,figlio di Zeus e Danae. Questi, fornito da Hermes di una falce e dalla dea Atena di uno scudo lucido e riflettente come specchio, dopo aver sottratto alle tre Graie (anche loro figlie di Forco) il loro unico occhio ed il loro unico dente, le costringe a rivelare il luogo dove vivevano le Ninfe dello Stige.
Dopo essersi fatto consegnare dalle Ninfe un paio di calzari alati, un sacco, ed il magico elmo del signore degli inferi Ade, che rende invisibile chi lo indossa, Perseo vola verso occidente fino alla terra degli Iperborei, dove trova le Gorgoni addormentate fra grigie statue, consunte dalla pioggia, di uomini e belve pietrificati da Medusa. Utilizzando lo scudo come specchio per non incrociarne lo sguardo letale, Perseo, la cui mano è guidata da Atena, con un solo colpo di falcetto, decapita Medusa. Dal collo della Gorgone, secondo Ovidio, nascono i figli che aveva generato dopo l'unione con Poseidone, il cavallo alato Pegaso ed il guerriero Crisaore con una falce dorata in mano. Dal suo sangue nascono anche il corallo rosso e Anfesibena. Perseo non affronta Crisaore e, riposta la testa della gorgone nel sacco, si alza in volo.
Benché Steno ed Euriale, destate dai loro nuovi nipoti, si lanciassero all'inseguimento, egli riesce ad allontanarsi sano e salvo, protetto dall’elmo che rende invisibili. La testa di Medusa viene usata, in seguito, per pietrificare Atlante che viene mutato nel monte omonimo. Il titano, infatti, gli aveva negato ospitalità temendo, a causa la profezia di un oracolo, per i pomi d'oro del suo giardino. Perseo pietrifica, successivamente, salvando Andromeda, un orribile mostro marino scatenato da Ade contro la città di Argo.
La principessa, figlia del re Cefeo e della regina Cassiopea che aveva osato confrontarne la bellezza con quella delle nereidi, avrebbe dovuto essere sacrificata, a causa dell'offesa fatta al dio, in cambio della salvezza della città. La mortifera testa viene usata anche contro Fineo (o Agenore), zio di Andromeda, e duecento dei suoi seguaci (durante il matrimonio della fanciulla, Fineo aveva avanzato pretese sulla nipote, essendogli stata inizialmente promessa); poi contro Preto, lo zio di Perseo (era nemico giurato del fratello gemello Acrisio, padre dell'eroe) e contro Polidette, perfido re di Serifo, che aveva costretto Danae a rifugiarsi in un tempio per difendere da lui la sua virtù. Infine, la testa di Medusa viene donata da Perseo ad Atena che, accettatala, la pone al centro della propria Egida fondendola con essa. Il suo scudo, da allora, assunse la capacità di ridurre in pietra chiunque. Secondo una variante Perseo seppellì la testa ad Argo.

Nell'arte[modifica | modifica sorgente]

Pittura[modifica | modifica sorgente]

Scultura[modifica | modifica sorgente]

Moda[modifica | modifica sorgente]

La Medusa è il simbolo del marchio Versace, fondato da Gianni Versace.

Cinema[modifica | modifica sorgente]

Televisione[modifica | modifica sorgente]

Letteratura[modifica | modifica sorgente]

La figura di Medusa è ripresa anche molte volte nella letteratura come Ovidio nelle Metamorfosi (IV, 799-801): "La figlia di Giove si voltò e si coprì con l'egida il casto volto, ma, perché quell'oltraggio non restasse impunito, mutò in luride serpi i capelli della gorgone". Mentre di lei scrisse Dante Alighieri nel IX canto dell’inferno (51-57): "Volgiti indietro, e tien lo viso chiuso: che se il Gorgon si mostra, e tu il vedessi, nulla sarebbe del tornar mai suso". Compare anche nel libro Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini.

Videogiochi[modifica | modifica sorgente]

Medusa è l'antagonista del videogioco Kid Icarus.

Musica[modifica | modifica sorgente]

Vinicio Capossela, nell'album "Ovunque proteggi" del 2006 (vincitore del premio Tenco come migliore album di quell'anno) dedica la traccia numero 7 (Medusa cha cha cha) al mito di Medusa, celebrata con toni ironici e al ritmo di cha cha cha.

Fumetti[modifica | modifica sorgente]

Nel manga e anime I cavalieri dello zodiaco Il Cavaliere d'Argento Argor di Perseo è capace di petrificare i suoi avversari tramite lo Scudo di Medusa.

Voci correlate[modifica | modifica sorgente]

Fonti[modifica | modifica sorgente]

  • Ovidio, Le metamorfosi , 1988 Gruppo Editoriale Fabbri Bompiani, Sonzogno.
  • Anna Maria Carassiti, Dizionario di Mitologia greca e romana ,1996 Newton.
  • Robert Graves, I Miti Greci ( Dei ed Eroi in Omero) , 1963 Longanesi & C. Milano.


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