Grice e Cabeo: la ragione conversazionale e l’implicatura
conversazionale dello spirito sulfureo -- filosofia mannetica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Ferrara). Filosofo italiano. Grice: “You’ve got to love Cabeo;
unless, if you are sailor like me – he almost invented the North Pole – he
philosophised on magnetism – a phenomenon which the Graeco-Romans found ‘magic’
(vide Carini, “L’etimologia del megnete”) – Grice: “The homerotic associations
are soon discovered by the super-hero, “Magneto.”” -- Essential Italian
philosopher. Con il suo nome è stato chiamato il cratere
lunare C.. Novizio della Compagnia di Gesù, ha Biancani come insegnante di
matematica nel collegio gesuitico di Parma dove compiuti i suoi studi fu
docente di filosofia per molti anni e ricevette gli ordini sacerdotali. Abbandonato
l'insegnamento fu predicatore in varie città italiane mantenendo sempre stretti
rapporti di familiarità con Gonzaga e 'Este. C. prese parte alla contesa
tra Bologna e Ferrara sull'introduzione del Reno nel Po Grande, prendendo le
parti dei ferraresi e opponendosi alle teorie di Castelli Si stabilì a Genova
dove conosce Baliani divenendone amico. Nel suo commento alle Meteore di
Aristotele C. sostenne e testimoniò la priorità della scoperta della legge di
caduta dei gravi dello scienziato genovese rispetto a quella di GALILEI (si
veda). C. collabora con vari filosofi del suo tempo su argomenti che
mettevano in discussione le ricerche di Galilei: con lo stesso Baliani a
Genova, con Renieri a Pisa, con Riccioli, suo amico e allievo anche lui del
Biancani, con il quale conduce a Ferrara esperimenti sulla caduta dei gravi.
Soggiorna a Roma nello stesso periodo in cui era presente nMarin Mersenne, il
segretario dell' Europa dotta, che vi si trova in occasione dell'elezione di Carafa
a generale dei gesuiti. Torna a Genova per dedicarsi all'insegnamento nel
collegio gesuitico. C. compone “Philosophia magnetica” (Ferrara) criticata gli
studiosi galileiani. Sostene l'imprescindibile necessità che ogni asserzione
scientifica fosse sostenuta dall'esperienza e, sulla base degli studi di
Maricourt, Porta, Gilbert, e Garzoni, assere, dopo aver condotto accurati esperimenti,
che la terra possede una qualità magnetica che assieme alla gravità faceva sì
che la terra e stabile e immobile. Define il fenomeno della repulsione elettrica. “In
quatuor libros Meteorologicorum Aristotelis commentaria,et quaestiones quatuor tomis
compraehensa”, o “Philosophia experimentalis” si schiera a difesa della
priorità di Baliani e, nel criticare in nome dell'osservazione e
dell'esperimento la concezione metafisica aristotelica, introduce la
presentazione di questioni scientifiche attuali. Il saggio e condotto in duri
toni anti-galileiani con un'aspra contestazione del fenomeno della marea così
com'e descritto da Galilei. Sostene invece che la marea e dovuta all'ebollizione
operata dalla Luna di un spirito sulfureo e salnitrosio presente sul fondo del
mare. Sostenne la validità scientifica dell'alchimia, una "philosophia
chimica" degna di studio e osservazione. Idraulici italiani,
Fondazione, Dizionario Biografico degli Italiani. A. Ingegno, Berigardi
Circulus Pisanus De veteri et peripatetica philosophia in Aristotelis libros de
Coelo, Utini. Galilei, Opere, ediz. naz., Le opere dei discepoli di GALILEI (si
veda), I, L'Accademia del Cimento, Firenze, Fulvio Testi, Lettere, Maria Luisa
Doglio, Bari, Evangelista Torricelli, Faenza, Lorenzo Barotti, Memorie
istoriche di letterati ferraresi, Ferrara, Girolamo Tiraboschi, Storia della
letteratura italiana, Firenze, Bertelli, Sopra Pietro Peregrino di Maricourt e
la sua epistola "De Magnete", in Bull. di bibliogr. e di storia delle
scienze mat. e fisiche pubbl. da Boncompagni, Riccardi, Biblioteca matematica
italiana, Modena; Caverni, Storia del metodo sperimentale in Italia, Firenze, Silvio
Magrini, Il "De Magnete" del Gilbert e i primordi della magnotologia
in Italia in rapporto alla lotta intorno ai massimi sistemi, in Archivio di
storia della scienza, Daujat, Origines et formation de la théorie des
phénomènes électriques et magnétiques, Paris, Thorndike, A History of magic and
experimental Science, New York, Koyré, Etudes d'histoire de la pensée scientifique,
Paris, Serge Moscovici, L'expérience du mouvement. Baliani disciple et critique
de Galilée, Paris, Costantini, Baliani e i gesuiti. Annotazioni in margine alla
corrispondenza del Baliani con Gio. Luigi Confalonieri e Grassi, Firenze, Bellucci,
La filosofia naturale di Berigardo, Rivista Critica di Storia della Filosofia, Charles
Coulston Gillispie, Dictionary of Scientific Biography, New York, Scribners, John
Lewis Heilbron, Electricity in the 17th and 18th Centuries. Los Angeles: University of
California, Maffioli, Out of Galileo, The Science of Waters, Rotterdam: Erasmus
Publishing, Peter Dear, Discipline and Experience: The Mathematical Way in the
Scientific Revolution. Chicago. Borgato,
Niccolò Cabeo tra teoria ed esperimenti: le leggi del moto, in Brizzi and Greci,
Gesuiti e Università in Europa, Bologna: Clueb, Craig Martin, With
Aristotelians Like These, Who Needs Anti-Aristotelians? Chymical Corpuscular
Matter Theory in C’s "Meteorology", in Early Science and Medicine, Carlos
Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus. C. su Treccani Enciclopedie,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Niccolò Cabeo, su sapere, De Agostini.Ingegno, C., in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. C. (altra versione), su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. C., in Galileo Project, Rice University. Ferrara Genova. Italiano gesuita filosofo, teologo,
ingegnere e matematico. I struito nel collegio dei Gesuiti a Parma. Passa i
prossimi due anni a Padova e ha trascorso studia in Piacenza prima di completare
tre anni di studio in filosofia a Parma. Ha trascorso altri quattro anni a
studiare teologia a Parma e l'apprendistato di un altro anno di a Mantova. Ha
poi insegnato teologia e la matematica a Parma, poi è diventato un predicatore. Per un certo
periodo ha ricevuto il patrocinio dei Duchi di Mantova e del Este a Ferrara.
Durante questo periodo è stato coinvolto in idraulica progetti. Egli avrebbe
poi tornare a insegnare la matematica ancora una volta in Genova, la città dove
sarebbe morto. Egli è noto per i suoi contributi alla fisica esperimenti e
osservazioni. Egli ha osservato gli esperimenti di Baliani per quanto riguarda
la caduta di oggetti, e ha scritto su questi esperimenti osservando che due
oggetti diversi cadono nello stesso lasso di tempo, indipendentemente dal
mezzo. Inoltre ha effettuato esperimenti con pendoli e osservato che una carica
elettricamente corpo può ottenere oggetti non elettrificato. Egli ha anche
notato che due oggetti carichi respinti a vicenda. Le sue osservazioni
sono state pubblicate nelle opere, Philosophia Magnetica e in IV libros
Aristotelis meteorologicorum Commentaria. La prima di queste opere esaminato la
causa della Terra magnetismo ed è stata dedicata ad uno studio del lavoro di
Gilbert. Pensato alla Terra immobile, e quindi non ha accettato il suo
movimento come la causa del campo magnetico. Describe attrazione elettrica in
termini di effluvi elettrici, rilasciato sfregando alcuni materiali insieme.
Questi effluvi spinto nell'aria circostante spostarlo. Quando l'aria riportato
nella sua posizione originale, portava corpi leggeri con essa facendole muovere
verso il materiale attraente. Entrambi Accademia del Cimento e Boyle eseguiti
esperimenti con vuoti a tentativi di confermare o smentire le idee di
Cabeo. La sua seconda pubblicazione Cabeo e un commento di Aristotele
Meteorologia. In questo lavoro, ha esaminato attentamente una serie di idee
proposte da Galilei, tra cui il movimento della terra e la legge di caduta dei
gravi. Si è opposto alle teorie di GALILEI. Anche discusso la teoria del flusso
d'acqua proposta da allievo di Galileo, Castelli. Lui e Castelli sono stati
coinvolti per una disputa nel nord Italia circa il reinstradamento del fiume
Reno. La gente di Ferrara erano su un lato della controversia e C. era il loro
avvocato. Castelli e il favorite dell’altro lato della controversia e agiva
come agente di Urbano VIII. Anche discusso alcune idee su alchimia in questo
saggio. Il cratere Cabeus sulla Luna porta il suo nome. Il LCROSS progetto ha
scoperto la prova di acqua nel cratere C.. Guarda anche Storia di Geo-magnetismo
Elenco dei cattolici-scienziati chierici Riferimenti Heilbron, JL, energia
elettrica nei secoli 17 e 18. Los Angeles: University of California Press, Maffioli, Cesare, Out of
Galileo, The Science of Waters. Rotterdam:
Erasmus Publishing, Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jesus.
Bruxelles: Gillispie, Charles Coulston, Dizionario della biografia scientifica New York: Scribners, Borgato, C. Tra Teoria
ed Esperimenti: le leggi del moto, in Brizzi e Greci, Gesuiti e Università in
Europa, Bologna: Clueb, Caro Peter. Disciplina e Esperienza: Il modo matematico
nella rivoluzione scientifica. Chicago. The Roman NETTUNO, then, and the Greek Poseidon,
are two distinct deities ; and the first remarkable point of difference
between them, with the exception of their names, is, that while the
former is a true sea-god, the latter, as Mi . Gladstone well observes,
has in him nothing of an elemental deity.’ The name Neptune is
connected with many words that mean to bathe or swim ’ ; and so Col.
Kobertson says of the Nith, a Gaelic river name in Ayr and Dumfries
: This river name comes from the designation of the god of the
waters called Neithe^ of which this one is a slight contraction. It is
most probable the Cimbri, as well as the Gael, knew of the Cox,
Manual of Mythology, poseidOjst.
water-god “ Neitlie,” and also named a river after him ; and Fergusson,
in his work on River Names refers to a representation found in
Tuscany of NETTUNO and that the name written over the figure was Nethun and
gives as to this name the following extract. There can he little
doubt that “ndhw” means ‘water’ in the Tuscan language.” The river Nethan
in Strathclyde, Lanark, is undoubtedly from the same source, namely, from
Neithan, meaning Neithe’s river.’ So, again, in the Hellenic
mythology, Nereus, eldest son of Pontos, the Deep, is the true
sea-god of Homer, who gave to the element of water that name of nero, in
the popular speech of the Greeks, which it still retains. Thus
their names are illustrative of the characters of Neptune and Nereus, as
the true Latin and Greek sea-gods. And in the Hellenic mythology, be-
sides Pontos and N&eus, there is also the deep- flowing' 6keanos,
sire of rivers, inland seas, and fountains.® There was, therefore, no gap
in the Greek Pantheon which required to he filled by another
sea-god, and on all these veritable marine deities Poseidon violently
obtruded bim- GratJic Topography of Scotland, Gladstone, Juv. Mun.
poseidCj^ the builder. self, a circumstance which makes his
position with respect to them somewhat anomalous. PoseidOn,
lord of the horse, seems also to be connected, if not identical, with the
Latin deity Consus, who, by the later Eomans, was identified with
Neptiinus, although originally quite distinct from the sea-god. Consus,
an obscure divinity, was regarded as the god of council secret
deliberations, and mysteries; and also as the patron of horsemanship. In
his festival the Consualia, horses and mules were freed from labour
and crowned with flowers. Mr. Cox is inclined to connect the name with
the Hindu Granesa, ^ the lord of life and of the reproductive
powers of nature;’ ^ but this is purely conjectural. Consus also
curiously corresponds with Khons or Chons, who, in the Egyptian
Pantlieon, appears as the son of Amen-Ea, and the third person in
the triad of Thebes, and whose name signifies Huntsman. Thus Khons,
Consus, and Poseidon are alike associated with the horse ; whilst
the attribute of mysterious wisdom which clmrac- terizes Consus,
distinguishes Poseidon in a similar Mythology of the Aryan Nations, note. THE LATm GOD CONSUS. manner
; a fact not at once apparent in the Hellenic Mythology, because this
phase of Poseidon’s character is much overshadowed by the
attributes of several of the Aryan divinities. Thus wisdom generally is a
special characteristic of Zeus,^ of Apollon,^ or of Helios the Sun,^
who sees and knows all things. But the wisdom of these beings only
represents the knowledge derived from ocular observation, which is
perfectly distinct from the knowledge of mys- terious religious secrets
or other occult matters, and therefore they do not, in reality, trench
on the character of Poseidon in this particular, but only appear to
do so. In a remarkable passage in the
Iliad, Poseidon claims to be wiser than Apollon, who does not deny the
assertion, and in every way confesses his inferiority; while the
Subordinate (Hypodmos) of Poseidon, Proteus the Aigyptian,is possessed of
unerring know- ledge and prophetic powers. We may fairly assume
that the master was as wise as the servant ; indeed he is expressly
represented as gifted with prophetic powers, and it would seem II.
“ Horn. Hymn to Hermfis, Od. poseibOi^. not improbable tbat, although the
Egyptians did not admit Poseidon eo nomine among the number of
their divinitiesj* yet that, under the name of Khons, he obtained a place
in their Pantheon ; as we shall find reason to believe that his
worship prevailed amongst all the branches of the Hamitic Family,
although he was known amongst them by different names. Census, moreover,
is re- garded as a god of the lower world, or Chthonian divinity —
another circumstance which connects him with Poseidon, whose character
becomes more and more Chthonian the farther his cultus is traced
into the East, where also his phase as lord of knowledge and wisdom
appears more manifestly. The name Census well preserves both this
idea and his connection with the horse ; and it may be remarked, that the
titles of the more mysterious divinities are generally found to he
manifold in meaning. Census in Italy, like Poseidon in Grreece, is
finally regarded as a marine deity, because his worship has been
brought into the country from beyond the sea. Herod, ii, 43. Nicolaus
Cabeus. Niccolò Cabeo. Keywords: filosofia mannetica, la terra e immobile per
la sua qualita magnetica, la marea e prodotto della ebullizione di uno spirito
sulfureo e salnitroso nel fondo del mare. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Cabeo," per Il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Grice e Cacciari: l’implicatura conversazionale dell’umanesimo
italiano – umanesimo all’italiana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia). Filosofo italiano. Grice:
“If I were today to chose a philosophical piece by Cacciari that would be his
‘angelo’ – quite a concept! If Whitehead is right, as I claim he is, when he
says all philosophy is footnotes to Cratylo, Plato does deal with ‘aggelos’ as
‘metaxu’ which he then develops in Symposium – Cacciari, like Reale, are
fascinated by this!” – Grice: “Solomon, who read it, illustrated Alcebiades as
Eros between Dionisos and Apollo!” Essential Italian philosopher. Filosofo,
politico, accademico e opinionista italiano, ex sindaco di Venezia. Di
ascendenze emiliane per via paterna (il nonno Gino Ca., di Medicina, si era
trasferito a Venezia per dirigere i cantieri navali della città), è figlio di
Pietro, pediatra, e di una casalinga proveniente da una famiglia di
artisti. Dopo aver frequentato il Ginnasio Liceo Marco Polo di Venezia,
si è laureato in Filosofia a Padova, con una tesi sulla Critica del Giudizio di
Kant, con relatore Formaggio. Ancora studente, e collaboratore dei Diano,
Bettini e Mazzariol. Professore associato di Estetica presso l'Istituto di
Architettura di Venezia, dove diventa Professore. Fonda la Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele a Cesano Maderno, di cui è preside. È
tra i fondatori di alcune riviste di filosofia politica, che hanno segnato il
dibattito dagli anni sessanta agli anni ottanta, tra cui Angelus Novus,
Contropiano, il Centauro, Laboratorio politico. Al centro della sua
riflessione filosofica si colloca la crisi della razionalità moderna, che si è
rivelata incapace di cogliere il senso ultimo del reale, abbandonando la
ricerca dei fondamenti del conoscere. La sua visione muove dal concetto di
"pensiero negativo", ravvisato nelle filosofie di Friedrich
Nietzsche, di Martin Heidegger e di Ludwig Wittgenstein, per risalire ai suoi
presupposti in alcuni aspetti della tradizione religiosa e del pensiero
filosofico occidentali. Ha pubblicato numerose opere e saggi, tra i quali
meritano una particolare attenzione: Krisis; Pensiero negativo e
razionalizzazione; Dallo Steinhof; Icone
della legge; L'angelo necessario; Dell'inizio; Della cosa ultima. Vincitore del
Premio Cimitile. Hamletica, Adelphi, Milano, è il suo lavoro. I volumi Icone della legge e
L'angelo necessario presentano, inoltre, alcune pagine dedicate alla filosofia
dell'icona e agli esiti del pensiero del mistico russo Florenskij. Tra i
numerosi riconoscimenti sono da ricordare la laurea honoris causa in
Architettura conferita dall'Università degli Studi di Genova, la laurea honoris
causa in Scienze politiche conferita dall'Bucarest e la laurea honoris causa in
filologia, letteratura e tradizione classica conferita dall'Bologna. Presidente
della fondazione Pellicani e insegna
Pensare filosofico e metafisica presso la Facoltà di Filosofia dell'Università
Vita-Salute San Raffaele di Milano, di cui è stato anche prorettore
vicario. Suo fratello Paolo è stato deputato di Rifondazione
Comunista. In Potere Operaio e nel PCI Da giovane fu un politico militante
e occupò con gli operai della Montedison la stazione di Mestre. Collaborò negli
anni sessanta alla rivista mensile Classe operaia e, dopo contrasti interni tra
Mario Tronti, Alberto Asor Rosa e Toni Negri (il quale fu un incontro
essenziale per la sua formazione), diresse insieme ad Asor Rosa la rivista,
definita di "materiali marxisti", Contropiano con la quale si tentò
la riunificazione del gruppo. Ma il tentativo fallì e il gruppo veneto
trasformò la rivista nel giornale Potere Operaio "Giornale politico dagli
operai di Porto Marghera" a cui Cacciari, deluso, non aderì. In seguito
entrò nel Partito Comunista Italiano, ricoprendo cariche apparentemente lontane
dai suoi interessi filosofici: responsabile della Commissione Industria del PCI
Veneto negli anni settanta, fu poi eletto alla Camera dei deputati, e fu membro
della Commissione Industria della Camera. Sindaco di Venezia. Sindaco di
Venezia schierato tra i principali sostenitori de I Democratici di Romano Prodi
tanto che si parlò di lui come un probabile leader dell'Ulivo. Fin dall'inizio
della sua attività politica vide nel federalismo una tradizione da recuperare
per i progressisti italiani laddove buona parte dei dirigenti della sinistra
vedevano in questa attenzione agli ideali federalisti un freno al consenso
elettorale del centro-sud. In preparazione delle elezioni regionali, era
convinto che per vincere in una regione tradizionalmente moderata, la sinistra
avrebbe dovuto agganciare una parte dell'elettorato in fuga dalla ex DC e per
questo scopo tentò di "aprire" ad un'alleanza con la Lega Nord (poi
disapprovata dal centro-sinistra italiano), e mosse in questa direzione
politica alcuni significativi passi, ma non riuscì a convincere fino in fondo
l'elettorato autonomista. È sua la volontà di realizzare il progetto per
edificare il ponte di Calatrava, il quale ha portato continue polemiche con la
Corte dei conti nel corso degli anni. Europarlamentare e consigliere
regionale veneto Alle europee si candida con la lista de I Democratici
risultando eletto in due circoscrizioni: lui ha optato per quella
nord-occidentale. La sua sconfitta alle Regionali quando fu candidato per
la presidenza della regione Veneto, fece tramontare l'ipotesi che potesse
diventare il futuro leader dell'Ulivo. Cacciari ottenne in quella tornata il
38,2% dei voti, uscendo sconfitto dal rappresentante della Casa delle Libertà
Galan, che ricevette il 54,9% dei consensi. In quella tornata elettorale
Cacciari ottenne un seggio da consigliere regionale: per questo si dimise, per
incompatibilità, da europarlamentare. Sindaco di Venezia. Annuncia
l'intenzione di ricandidarsi per la seconda volta a sindaco di Venezia. I
partiti di sinistra dell'Ulivo, avevano però, già raggiunto l'accordo per la
candidatura unitaria del magistrato Felice Casson, ma Cacciari dichiarò di non
voler rinunciare alla propria candidatura, anche a costo di spaccare l'unità
della coalizione, come effettivamente avvenne, con Cacciari sostenuto da UDEUR
Popolari e La Margherita e Casson appoggiato da tutti gli altri partiti del
centrosinistra. Al primo turno delle votazioni Casson ebbe il 37,7% dei
voti, mentre C. si fermò al 23,2%; sfruttando le divisioni presenti in maniera
ancora più acuta nel centrodestra a Venezia, furono proprio i due
rappresentanti del centro-sinistra ad andare al ballottaggio. A sorpresa C.,
seppur sostenuto da liste più deboli, riuscì a far leva sull'elettorato
moderato e vinse la sfida con 1 341 voti di vantaggio sul suo competitore
(50,5% contro 49,5%). L'inattesa vittoria del politico-filosofo causò
malumori all'interno della coalizione (Casson commentò il risultato esclamando:
"Ha vinto C.? Allora ha vinto la destra!") e una particolare
situazione nel consiglio comunale veneziano: la Margherita, con il 13,4% di
voti, ebbe diritto a ben 26 seggi, (mentre i DS, che ottennero il 21,2%, si
dovettero accontentare di 6 seggi) e l'UDEUR, nonostante un modesto 1,4%, si
accaparrò 2 seggi (a differenza di Rifondazione Comunista che con il 6,8% si
aggiudicò un solo seggio). Nel complesso, quindi, la coalizione C., con il
14,8% dei suffragi, ebbe diritto a 28 seggi, mentre il raggruppamento di
Casson, con il 41%, risultò possessore di 9 seggi. Ciò consentì a C., iscritto
alla Margherita, di cui era esponente di punta in Veneto, di poter governare la
città con una solida maggioranza consiliare. In occasione delle
successive elezioni regionali , delle elezioni politiche, e delle
amministrative C. mise in evidenza quella che egli chiamava la questione
settentrionale. Anche deluso dall'evoluzione del Partito Democratico,
annunciò l'abbandono della politica attiva dopo la conclusione del mandato di
sindaco, avvenuta nell'aprile. Abbastanza accesa la politica condotta
dalla sua giunta contro gli ambulanti abusivi e molto contestate furono anche
le ordinanze che, ai fini del decoro urbano, imponevano il divieto di vendere
dei cibi da asporto presso la piazza San Marco, di girare a torso nudo, di
sdraiarsi in terra ecc. Inoltre, con la creazione del festival di Roma da parte
dell'allora sindaco Veltroni, espresse disappunto nel caso in cui quello di
Venezia ne fosse stato oscurato. Non pochi gli attriti con la Lega Nord in
vista della sua intenzione di realizzare un campo Sinti, nella zona di Mestre.
Celebre poi la campagna che favoriva l'uso dell'acqua pubblica in
contrapposizione all'acquisto di quella in bottiglia. A lui si deve il restauro
di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana. A Mogliano Veneto, presenta il
manifesto politico Verso Nord, un'Italia più vicina, diretto a chi non si
riconosceva né nel PD, né nel PdL e voleva una politica per il Nord diversa da
quella attuata dalla Lega. Il manifesto si è poi trasfuso in un partito
politico chiamato appunto Verso Nord, nato ufficialmente. Nelle sue saggi (Krisis,
Pensiero negativo e razionalizzazione) C. sviluppa la sua riflessione che,
prendendo spunto da Nietzsche, Wittgenstein e Heidegger, conferma «... la fine
della razionalità classica e dialettica e l'emergere pieno, costruttivo,
rifondativo e non distruttivo del "pensiero negativo. Dall'analisi della
cultura viennese e mitteleuropea, che si forma sullo sfondo dei grandi
mutamenti del sistema capitalistico, C. identifica una società reazionaria
incapace di aprirsi alla modernità e improntata al nihilismo, punto d'arrivo
del fallimento del pensiero dialettico della scuola hegeliano-marxista. In
quest'ambito si origina il pensiero negativo (Negatives Denken) che ad iniziare
da Schopenhauer sembra collegarsi all'irrazionalismo ma che in realtà è la
conseguenza ultima della tradizione metafisica occidentale che pretendeva di
superare ogni contraddizione e la negatività dell'esistenza stessa tramite
quella libera volontà, coerentemente negata da Nietzsche e ancora presente
invece nell'ascesi schopenhaueriana, come strumento per la liberazione dal
dolore di vivere. La crisi della metafisica occidentale è anche
dimostrata dalla fiducia nella tecnica, presuntuosa esaltazione di quella
ragione che invece rivela il sostanziale fallimento dei valori ultimi che
dovrebbero guidare il progresso umano: «...la tecnica realizza la direzione
implicita della metafisica modernama nel realizzarla ne critica e liquida anche
l'idea centrale [il fondamento originario]» che era la certezza dei valori. Da
qui un'epoca caratterizzata dal nulla dei valori e dalla fine della filosofia
ormai rivolta «tutta al passato, a prima della ratio. Con l'avvento del
pensiero negativo finalmente ci si libera «da un ideale totalitario del sapere,
per cui non si dipende più da un ordine naturale, fisso ed immutabile, di cui
la ragione scopre le leggi, ma si interviene creativamente, dando ordine alle cose,
in una molteplicità di saperi. Nelle sue ultime opere C. intreccia la
riflessione filosofica con quella teologica quasi risalendo ad una tradizione
interpretativa platonica. Se ormai la filosofia si è specializzata e frantumata
in una serie di campi specifici che cosa vorrà dire "pensare" al suo
stesso inizio? C. cerca la risposta in quella tradizione filosofico-teologica
che pone il principio, l'"inizio" nella nozione di
"Deus-Esse". Fin dal libro primo della sua opera filosofica,
Dell’Inizio, C. si colloca su un terreno complementare e diametralmente opposto
a quello di Severino: se il primo evidenzia la contingenza dell'originato, il
secondo enfatizza l'unicità eterna dell'origine. Mentre per C. l’originario è
inizio a-logico, che conserva sempre inalterata la possibilità di non essere
inizio di qualcosa che altro-da-sé, di negarsi come inizio e che quindi non
esista originato alcuno, secondo Severino, invece, l’originario è la struttura
logico-necessaria di significati il cui contenuto è tutto ciò che è, tale per
cui non è mai potuto esistere, non è mai esistito e non potrà mai esistere
alcun ente non originato da quell'unica totalità iniziale. Secondo Severino, la
veracità di Dio e del Destino prevale sulla Sua onnipotenza, nel senso che è
inevitabile e scontata in partenza la vittoria sul nemico, mentre è impossibile
che Egli fugga davanti ad esso, finendo con il cadere nel nulla, il proprio
contrario. Citazioni «Caro C., non possiamo proseguire la nostra via che
attraverso lo straniero che ospitiamoe che chiamiamo 'nostro' Io. Questo è il
vero volto dell'altro, del prossimo ineludibile, appiccicato a noi come un
incubo! Hospes / hostis, necessariamente. 'Assicurarcelo' è impossibile.»
(C., Della cosa ultima, Adelphi, Mi) «Pietà afferra il poeta — pericolosissima
pietà, sul limite estremo della misericordia inordinata.» (Massimo
Cacciari, "Della cosa ultima", Adelphi, Mi) Opere Introduzione
di C. a Simmel, Saggi di estetica, Padova, Qualificazione e composizione di
classe, in Contropiano, Ciclo chimico e lotte operaie, con S. Potenza, in
Contropiano; Dopo l'autunno caldo: ristrutturazione e analisi di classe,
Marsilio, Padova; Pensiero negativo e razionalizzazione. Problemi e funzione
della critica del sistema dialettico; Metropolis, Roma, Officina; Piano
economico e composizione di classe, Feltrinelli; Lavoro, valorizzazione,
cervello sociale, in Aut Aut, Milano; Note intorno a «sull'uso capitalistico
delle macchine» di Raniero Panzieri, in Aut Aut, Milano; Oikos. Da Loos a
Wittgenstein, con Francesco Amendolagine, Roma; Krisis, Saggio sulla crisi del
pensiero negativo da Nietzsche a Wittgenstein, Feltrinelli; Pensiero negativo e
razionalizzazione, Marsilio, Venezia; Il
dispositivo Foucault, Venezia, Cluva; Dialettica e critica del politico. Saggio
su Hegel, Feltrinelli; Rathenau e il suo a mbiente, De Donato; Crucialità
del tempo: saggi sulla concezione nietzscheana del tempo, et al, Liguori; Dallo
Steinhof, Adelphi; Adolf Loos e il suo angelo, Electa’ Feuerbach contro
Agostino d'Ippona, Adelphi; Il potere: saggi di filosofia sociale e politica,
con G. Penzo, Roma, Città Nuova; Icone della legge, Adelphi, Milano; Zeit ohne
Kronos, Ritter Verlag, Klagenfurt; L'Angelo necessario, Adelphi, Milano; Drama
y duelo, Tecnos, Madrid; Le forme del fare, con Massimo Donà e Romano
Gasparotti, Liguori; Dell'Inizio, Adelphi; Dran, Méridiens de la décision dans
la pensée contemporaine, Ediotions de L'Eclat; Architecture and Nihilism, Yale;
Desde Nietzsche: Tiempo, Arte, Politica, Biblios, Buenos Aires; Geofilosofia
dell'Europa, Adelphi, Milano; Großstadt, Baukunst, Nihilismus, Ritter,
Klagenfurt; Migranten, Merve, Berlino; Introduzione a F. Bacone, Nuova
Atlantide, Silvio Berlusconi Editore, Milano; L'Arcipelago, Adelphi, Milano; Vedova. Arbitrii
luce, Catalogo della mostra, Skira; Arte, tragedia, tecnica, con Massimo Donà,
Raffaello Cortina; El Dios que baila, Paidos, Buenos Aires; Duemilauno.
Politica e futuro, Feltrinelli, Milano; Wohnen. Denken. Essays über Baukunst im
Zeitalter der völligen Mobilmachung, Ritter Verlag, Klagenfurt und Wien; Della
cosa ultima, Adelphi, Milano; La città, Pazzini; Il dolore dell'altro. Una
lettura dell'Ecuba di Euripide e del libro di Giobbe, Saletta dell'Uva; Soledad
acogedora. De Leopardi a Celan, Abada Editores, Madrid; Paraíso y naufragio.
Musil y El hombre sin atributos, Abada Editores, Madrid, Magis Amicus Leopardi,
Saletta dell'Uva; Maschere della tolleranza, Rizzoli, Milano; Introduzione a
Max Weber, La politica come professione, La scienza come professione,
Mondadori, Milano; Europa o Filosofia, Machado, Madrid; Tre icone, Adelphi,
Milano; Anni decisivi, Saletta dell'Uva, Caserta; C. Mario Tronti, Teologia e
politica al crocevia della storia, Milano, AlboVersorio; The Unpolitical.
Essays on the Radical Critique of the Political Thought, Yale University Press;
Hamletica, Milano, Adelphi; La città, Pazzini; Il dolore dell'altro. Una
lettura dell'Ecuba di Euripide e del libro di Giobbe, Caserta, Saletta dell'Uva;
Cacciari-Piero Coda, I comandamenti. Io sono il Signore Dio tuo, Bologna, Il
Mulino; Bianchi-C., I comandamenti. Ama
il prossimo tuo, Bologna, Il Mulino; Doppio ritratto. San Francesco in Dante e
Giotto, Milano, Adelphi; Il potere che frena, Milano, Adelphi; Labirinto
filosofico, Milano, Adelphi; Filologia e filosofia, Bologna, Bononia; Re Lear.
Padri, figli, eredi, Caserta, Saletta dell'Uva; Cacciari-Paolo Prodi, Occidente
senza utopie, Bologna, Il Mulino; Cacciari-Bruno Forte, Dio nei doppi pensieri.
Attualità di Italo Mancini, Brescia, Morcelliana,. Generare Dio, Bologna, Il
Mulino, La mente inquieta. Saggio sull'Umanesimo, Torino, Einaudi; Ha preparato
anche i testi per l'opera Prometeo. Tragedia dell'ascolto di Nono; Elogio del
diritto (insieme a Natalino Irti, con un saggio di Werner Wilhelm Jaeger, Milanp)
Onorificenze Grand'Ufficiale dell'Ordine pro Merito Melitensi (SMOM) nastrino
per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine pro Merito Melitensi (SMOM) —
Venezia, Laurea Honoris Causa in Architettura, conferita dall'Università degli
Studi di Genova; nastrino per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa in
Architettura, conferita dall'Università degli Studi di Genova; Laurea Honoris
Causa in Scienze politiche, conferita dall'Università degli Studi di Bucarest, nastrino
per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa in Scienze politiche, conferita
dall'Università degli Studi di Bucarest; Laurea Honoris Causa in Filologia,
Letteratura e Tradizione Classica, conferita dall'Alma Mater StudiorumBologna
nel nastrino per uniforme ordinariaLaurea Honoris Causa in Filologia,
Letteratura e Tradizione Classica, conferita dall'Alma Mater StudiorumBologna
nel Premi e riconoscimenti; Medaglia
d'oro del Círculo de Bellas Artes di Madrid; Uomo per la pace International
Chair Jacques Derrida (Torino) Note
Enciclopedia Treccani alla voce coripsondente Barbara Romano,
i panni sporchi si lavano in casa MA IL CAV., sul piano del gusto, è UNA
catastrofe CONTRO VERONICA: "Se io ho qualcosa da dire a mio marito gli
scrivo privatamente""Evelina MANNA è un'amica""vengo SEMPRE
paparazzato dA qualche testa di cazzo", in Dagospia, Libero, Langone, Cari
italiani vi invidio, Roma, Fazi; Arti, Biografia di C., cinquantamila; Città di
VeneziaSindaco, su comune.venezia; C., Università Vita-Salute San Raffaele; vedi
l'intervista "La predestinazione del male" F. Dal Bo, L'utopia dell'angelo. Note a
L'angelo necessario di C., in Bertagni, Architetture utopiche, «arcipelago»,
sito istituzionale della Fondazione Pellicani, su fondazionegiannipellicani, Corriere,
Lettera firmata da C., su corriere. Negrello, A pugno chiuso. Il Partito
comunista padovano dal biennio rosso alla stagione dei movimenti, Milano,
FrancoAngeli, Adnkronos, su www1.adnkronos.com. Progetto Italia Federale, su progettoitaliafederale.
C. "Addio alla politica. Sconfitti i miei progetti", in Corriere
della Sera, codacons, pressreader.com Repubblica, lagazzettadelmezzogiorno su
nuova Venezia.gelocal, Copia archiviata,
su corriere, Il manifesto politico in. di Verso Nord Cacciari lancia Verso nord Ma non siamo il
terzo polo, in la Repubblica, 24 luglio 13. 5 dicembre. F. Restaino, Il dibattito filosofico in
Italia in Abbagnano, Storia della filosofia,
IV, t. II, Torino; Restaino, Op.cit. ibidem In Maurizio Pancaldi, Mario
Trombino, Maurizio Villani, Atlante della filosofia, Hoepli; Catapano,
Coincidentia Oppositorum: Appunti sul pensiero di Massimo Cacciari a cura del
Dipartimento di Filosofia, Padova Cfr.
Massimo Cacciari in EMSF, su emsf.rai.; Grossi, La differenza tra il discorso
filosofico di Severino e quello di C., in Lo SguardoRivista di Filosofia,
Ospitato su archive.is. Dal sito web del
Sovrano Militare Ordine di Malta; in.
architettura. unige/ inf/ documenti/ "facoltà di architettura di genova Laurea
Honoris Causa a C. aggiornato ; "La Facoltà di Architettura di Genova, ha
conferito la laurea Honoris Causa a C.. La motivazione della Facoltà sottolinea
il contributo dato da C. alla cultura architettonica internazionale nel corso
di oltre un trentennio." F. Dal Bo,
L'utopia dell'angelo. Note a L'angelo necessario di C., in Bertagni, Architetture
utopiche, «arcipelago», Tussi, La confusione dialogica Intervista con C. Recensione
di Geofilosofia dell'Europa, su Italia Libri Recensione di Hamletica, Andrea Fiamma
Recensione di Il potere che frena, Andrea Fiamma Traduzione francese in
versione integrale e gratuita di un libro inedito in italiano: Drân. Méridiens
de la décision dans la pensée contemporaine (Drân. Meridiani della decisione
nel pensiero contemporaneo) Bertoletti, C.
Filosofia come a-teismo, Edizioni ETS, Pisa, Borso, C., Mille lire stampa
alternativa, Milano; Cantarano, Immagini del nulla. La filosofia italiana
contemporanea, Mondadori, Milano, Catapano, Coincidentia oppositorum. Appunti
sul pensiero di Massimo Cacciari, «Etica & Politica», Catapano,
"Coincidentia oppositorum". Appunti sul pensiero di Massimo Cacciari,
in Libertà, giustizia e bene in una società plurale, C. Vigna, Vita e Pensiero,
Milano, León, “Ontología de crisis: Aion y dialéctica negativa en la crítica
marxista italiana; Congreso de la Sociedad Académica de Filosofía: Experiencia
de la crisis, crisis de la experiencia. Universidad Carlos III de Madrid; N.
Magliulo, C. e Severino. Quaestiones disputatae, Mimesis, Milano-Udine,. N.
Magliulo, La luce oscura. Invito al pensiero di Massimo Cacciari, Saletta
Dell’Uva, Caserta; Magliulo, Un pensiero tragico. L’itinerario filosofico di
Massimo Cacciari, Città Del Sole, Napoli, L. Mauceri, La hybris originaria.
Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno; C. su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di C. (altre versione) su open MLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di C. C.,
su europarl.europa.eu, Parlamento europeo. C., su storia. camera, Camera dei
deputati. C., su Openpolis, Associazione
Openpolis. Registrazioni di C. su Radio Radicale,
Radio Radicale. C.: la necessità della
libertà, su RAI Filosofia, su filosofia. rai. Predecessore Sindaco di
Venezia Successore Venezia- Stemma.svg Ugo Bergamo Paolo CostaI Paolo Costa, Orsoni
II Vincitori del Premio Pavese Filosofia Politica Politica Filosofo Filosofi italiani Politici
italiani Politici italiani Accademici italiani Accademici italiani Professore
Venezia Sindaci di Venezia Consiglieri regionali del Veneto Deputati della VII
legislatura della Repubblica Italiana Deputati dell'VIII legislatura della
Repubblica Italiana Direttori di periodici italiani Europarlamentari
dell'Italia della V legislatura Federalisti Fondatori di riviste italiane Militanti
di Potere Operaio Opinionisti italianiPolitici de I Democratici Politici della
MargheritaPolitici del Partito Comunista Italiano Politici del Partito
Democratico (Italia)Professori dell'Università IUAV di Venezia Studenti
dell'Università degli Studi di Padova. Mercurio messegero di Giove e l’umo – angelus –
mercurial – Giambologna – Villa Medici -- Umanesimo Periodo storico le
cui origini sono rintracciate dopo la metà del 14° sec., e culminato nel 15°:
tale periodo si caratterizza per un più ricco e più consapevole fiorire degli
studi sulle lingue e letterature classiche, considerate come strumento di
elevazione spirituale per l’uomo, e perciò chiamati, secondo un’espressione
ciceroniana, studia humanitatis. Si parla di u. filologico per distinguere l’attività
degli umanisti intesa al recupero, allo studio, alla pubblicazione dei testi
classici, dall’attività di quegli stessi umanisti intesa più generalmente alla
creazione filosofica, all’elaborazione di una nuova civiltà. Si parla poi di u.
volgare in relazione allo sbocco storico dell’U., quando gli ideali letterari
di scrittura armoniosa e ornata sono trasferiti in Italia alle opere letterarie
in volgare. Con riferimento, esplicito e implicito, all’U. quale periodo
storico, il termine è usato infine per caratterizzare ogni orientamento che
riprenda il senso e i valori affermatisi nella cultura umanistica: dall’amore
per gli studi classici e per le humanae litterae alla concezione dell’uomo e
della sua dignità quale autore della propria storia, punto di riferimento
costante e centrale della riflessione filosofica. Intorno alla metà del
14° sec., e per impulso soprattutto di Petrarca, gli studi classici assunsero
un carattere nuovo, il cui aspetto più appariscente fu la ricerca, nelle
biblioteche chiesastiche e poi monastiche, dei codici antichi. Si manifestò, in
pratica, l’esigenza di non contentarsi di quella parte della letteraturalatina
che era giunta sino allora per tradizionescolastica e culturale ininterrotta,
ma di recuperare anche la parte di essa che era stata dimenticata. Si cercò,
inoltre, di restituire le testimonianze della grecità che, salvo nell’Italia
meridionale, erano state sino allora dovunque trascurate. Si accompagnò a
questa ricerca lo sforzo di sostituire alla lingua latina, più o meno
profondamente corrotta durante il Medioevo, la lingua dei classici, cioè di
recuperare la latinità (in particolare quella virgiliana e ciceroniana) anche
come strumento linguistico: il latino così diventò, proprio quando i vari
volgari avevano prodotto capolavori, la lingua letteraria per eccellenza. Nel
costituire la sua ricca biblioteca, soprattutto durante la permanenza ad
Avignone, punto d’incontro di varie correnti culturali, Petrarca esercitò
un’azione decisiva nella storia testuale dei classici, sia scoprendo nuovi
testi, sia riunendo in un unico corpo i documenti della tradizione manoscritta
(come, per es., per Livio). A Petrarca si deve la scoperta di due orazioni
ciceroniane, nonché il recupero delle epistole “Ad Atticum” e di un testo
mutilo delle “Institutiones Quintilianee”. A Boccaccio le riconquiste,
integrali o parziali, o la rivalorizzazione criticadi testi di Varrone,
Marziale, Apuleio, Seneca, Ovidio, e soprattutto di Tacito. Segue per opera di Salutati,
la riscoperta delle epistole ciceroniane “Ad familiars”. Bracciolini scopre,
tra le molte altre, opere come le “Selve” di Stazio, le “Puniche” di Silio
Italico, il “De rerum natura” di Lucrezio, altre orazioni ciceroniane ecc. Si
può dire che tutto o quasi il patrimonio attuale di autori latini è stato
scoperto o rimesso in circolazione tarda. Dopo, solo sporadicamente sono stati
recuperati nuovi testi, sino alla fase di scoperte umanistiche greche
determinata dalla papirologia. Anche l’U. greco, almeno come desiderio di
avvicinarsi alla grecità, se non come effettivo possesso della lingua, comincia
da Petrarca e da Boccaccio, il quale ultimo ospitò a Firenze il calabrese
Pilato e lo fa nominare lettore di greco allo Studio: da lui i due amici hanno
facilmente la traduzione latina dei poemi omerici, dalla quale gli studi greci
in Occidente hanno il loro effettivo inizio. Poco dopo Crisolora comincia a
Firenze il suo insegnamento più tecnicamente umanistico, finché, come
conseguenza anche dell’afflusso di eruditi (Pletone, il Bessarione) in
occasione del Concilio di Ferrara-Firenze e per effetto della caduta di
Costantinopoli in mano ai Turchi (Argiropulo, Calcondila, Lascaris), l’U. greco raggiunse la sua piena
fioritura. Intanto, gli umanisti affinavano il loro latino, creando ex
novo una grammatica e una stilisticadella lingua (Elegantiae latinae linguae di
L. Valla), e sviluppavano la grande filologiaumanistica della quale era già
stato iniziatore Petrarca. I testi da sempre conosciuti e quelli ora ritrovati
erano corretti, interpretati, commentati dal punto di vista linguistico,
storico, archeologico; s’instaurava così, al posto della semplice ricezione
medievale, una lettura critica ad alto livello, nella quale consiste la più
importante novità dell’Umanesimo. In Italia, la ricerca erudita
sull’antichità continuò nel primo Cinquecento, ma con minore libertà e
inventività critica, mentre si sviluppavano le raccolte
archeologico-antiquarie; la grande filologia riprese nel secondo Cinquecento
(Vettori, Manuzio, Orsini, Panvinio, Sigonio). Alla fine del secolo, il primato
filologico passa a Francesi, Olandesi (Lipsio), Tedeschi, Inglesi; ma ormai si
trattava di attività filologica nel senso moderno, che escludeva cioè quei fini
di costruzione integrale dell’uomo, che furono propri dell’Umanesimo. Nel
campo del diritto, l’intensificazione degli studi filologici contribuì a una
completa riscoperta delle fonti di diritto romano, che portò in primis alla
messa in discussione del Digesto risultante dalla Vulgata. I maggiori esponenti
di questa corrente furono il francese Budé, il tedesco Zasius e l’italiano
ALCIATO. Soprattutto la scuola francese è permeata dall’U., con lo sviluppo
della scuola culta e l’affermarsi del mos gallicus iura docendi (culti, scuola
dei). L’U. VOLGARE Essendo l’educazione dell’uomo la meta finale dell’U.,
era naturale che presto o tardi, svanita l’antistorica speranza di una
resurrezione pura e semplice della lingua latina, ci si accorgesse che essa non
poteva essere raggiunta se non attraverso l’adozione della lingua da tutti
parlata; era naturale dunque che l’U. latino volgesse verso l’U. volgare. Ciò
avvenne in Italia nella seconda metà del Quattrocento. Ma occorreva che l’uso
del volgare fosse sottratto all’arbitrio di ogni scrivente e sottoposto a
regole fisse. Questa gara, a cui già Dante accenna ma non senza contraddizioni,
diventa aperta e consapevole in Petrarca e in Boccaccio, i quali intesero
realizzare in volgare opere in tutto degne dell’antico; giunse poi a piena
maturazione nel secondo Quattrocento, accompagnando o causando il risorgere della
poesia (Poliziano, Boiardo, Sannazzaro); ricevette infine nel primo Cinquecento
da P. Bembo la sua sistemazione nella teoria e nel concreto campo grammaticale
e stilistico. SCRITTURA UMANISTICA Scrittura usata nei manoscritti, dopo
la riforma scrittoria promossa dagli umanisti italiani. L’ammirazione per la
scrittura chiara e sobria degli antichi manoscritti (per lo più dei sec.
9°-12°, in minuscola carolina) indusse a riportare in uso la littera antiqua,
ritenuta la scrittura antica dei Romani, a riprodurre cioè l’alfabeto rotondo e
aggraziato della carolina. Già con Petrarca ebbe inizio il movimento di
reazione contro la scrittura gotica dominante; con Boccaccio la riforma si
affermò più chiaramente e con N. Niccoli e P. Bracciolini la scrittura umanistica
raggiunse il suo pieno sviluppo. Essa sorse a Firenze, diffondendosi poi negli
altri centri di cultura italiani. Di solito i manoscritti umanistici si
riconoscono per l’uso frequente della s di tipo maiuscolo, la gsempre chiusa,
la t con l’asta oltrepassante la sbarra, la i con il puntino e altri caratteri,
oltre che per la fattura accurata del codice, la bianchezza della pergamena e
le miniature. Accanto all’umanistica libraria o rotonda si ebbe una forma
corsiva (usata prevalentemente nei documenti) che rappresenta la trasformazione
della gotica corsiva sotto l’influenza della rotonda. Grice: “Personally, I
have been criticised for choosing ‘personally,’ rather than ‘humanely’!” Massimo Cacciari.
Keywords: umanesimo italiano, ‘l’angelo necessario’ – l’angelo e il paisano --
the angel and the paysan – ‘Who art thou?’ ‘I am the necessary angel of the
earth’, illuministi italiani – implicatura laberintica, Alighieri, umanesimo,
implicatura dell’angelo e il contadino. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Cacciari," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia.
Grice e Cacciatore: l’implicatura
conversazionale di napoleone in nudita eroica -- gl’eroi di Vico – filosofia
italica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Salerno). Filosofo
italiano. Grice: “Cacciatore is a good one; my favourite are three: his ‘dallo
storicismo allo storicismo,’ and his ‘metafisica dell’espressione’ – I never
knew it had one! – and ‘la lancia di Odino,’ a Wagnerian study of Dilthey, his specialty!
Speranza, on the other hand, and naturally, prefers Cacciatore’s ‘dialogo con
Vico’.” Grice: “Cacciatore co-philosophised, like I with Strawson, and called
the thing, genially, ‘a four-hand piece’! Giuseppe Cacciatore (Salerno),
filosofo. Laureatosi in Filosofia presso l'Università degli studi di
Roma"La Sapienza" collabora con Tessitore nell'Salerno, dove ha anche
avviato la sua carriera accademica. Ordinario di Storia della Filosofia presso
la Facoltà di Filosofia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, di
cui è stato anche Presidente del Corso di Laurea. Nel 1995, inoltre, diventa
direttore del Centro di Studi Vichiani del CNR di Napoli. Direttore del
dipartimento di filosofia " Aliotta" dell'Università
federiciana. Ha tenuto numerose conferenze presso le Barcellona, Berlino,
(Freie Universität Berlin e Humboldt Universität), Bochum, Brema, Brno,
Bruxelles, Düsseldorf, Essen, Graz, Halle, Lipsia, Maracaibo, Monaco di iera, Parigi,
Potsdam, Valencia, Varsavia, Città del Messico (UNAM e UIC). È vicepresidente
del CdA e membro del comitato scientifico dell'Istituto di Studi
Latinoamericani (ISLA) di Pagani, del quale è diventato direttore. Nominato
socio corrispondente dell'Accademia nazionale dei Lincei. Dal è presidente della Società Salernitana di
Storia Patria Nel è stato insignito del
premio nazionale “Frascati Filosofia”. È stato Presidente della Società
Italiana degli storici della filosofia dal
al. È dal coordinatore del
dottorato di ricerca in Scienze filosofiche dell'Napoli “Federico II”. A
partire dal è stato nominato
rappresentante dell'Napoli “Federico II” nel comitato tecnico-scientifico del
Consorzio universitario Civiltà del Mediterraneo. Altre saggi: “Splicare, comprendere” (Istituto
di Filosofia, Salerno); “Splicare/comprendere” (Napoli, Guida); “Ragione e speranza” (Bari, Dedalo); “La
sinistra socialista nel dopoguerra, pref. di Martino, Bari, Dedalo); “Vita e
forme della scienza storica. Saggi sulla storiografia – splicare, comprendere”
(Napoli, Morano); “Storicismo problematico e metodo critico, Napoli, Guida);
“La lancia di Odino: splicare/comprendere” (Milano, Guerini e associate); “La
Quercia di Goethe. Note di viaggio dalla Germania, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino);
“Goethe in Italia” –“La quercia di Goethe”, L'etica dello storicismo, Lecce,
Milella); “Vico: metafisica, poesia e storia -- Akademie Verlag, Berlino); “Bruno” (Edizioni Marte, Salerno); “Cassirer
interprete di Kant e altri saggi, Siciliano Editore, Messina); “Il pratico e il
civile civile in Croce” Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ); Labriola in un altro
secolo. Saggi, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ); “Saperi umani e consulenza
filosofica, Meltemi Editore, Roma); “Vico: L'infinito nella storia” (Edizioni
scientifiche italiane, Napoli); “Interculturalità, Tra etica e politica (in
coll. con G. D'ANNA), Carocci, Roma,. Interculturalità. Religione e teologia
politica (in coll. con DIANA), Guida, Napoli,
A quattro mani. Saggi di filosofia e storia della filosofia (in coll.
con CANTILLO), Martirano Marte, Salerno); Problemi di filosofia della storia
nell'età di Kant e di Hegel. Filologia, critica, storia civile” (Aracne, Roma);
“Mente, Corpo, Filosofia pratica, Interculturalità, Mimesis, Milano-Udine); “Dimensioni
filosofiche e storiche dell'interculturalità, Mimesis, Milano); “Dallo
storicismo allo storicismo, Introduzione di F. Tessitore, Ciriello, Anna,
Giugliano, ETS, Pisa); In dialogo con Vico. Ricerche, note, discussioni, Sanna,
Diana e Mascolo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma. Francesco D’Amato
editore è un marchio editoriale della società Infolio srls con sede in
Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno) alla via Alfonso Albanese. Scorrere i
titoli di una bibliografia significa ripercorrere quella che Eco ha
efficacemente definito come la memoria vegetale, ovvero il lento e graduale
dispiegarsi delle idee e delle riflessioni consegnate per sempre alla scrittura
e che hanno scandito le diverse tappe del cammino intellettuale del suo autore.
Quando ci poniamo di fronte ad uno scritto, in effetti, cerchiamo di scorgere
la persona che si cela dietro di esso, il suo modo individuale di vedere le
cose. «Non cerchiamo solo di decifrare, ma cerchiamo anche di interpretare un
pensiero, un’intenzione». La lettura diviene in tal senso un dialogo silente
con l’autore che ci consente di riannodare i fili che intessono la trama della
sua personale visione del mondo. Accade così che nello sfogliare la corposa
Bibliografia degli scritti di C. emergano, pagina dopo pagina, i tratti
salienti che ne delineano il profilo di uomo e, soprattutto, di intellettuale,
e che ci si renda conto di come una bibliografia non sia altro che la
narrazione fedele di una biografia, ovvero di una vita consacrata alla
scrittura. Prefazione Armando Mascolo I libri si fanno solo per legarsi agli
uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall’inesorabile
avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio. Stefan Zweig, Mendel dei libri 1
Cfr. Eco, La memoria vegetale e altri scritti di bibliofilia, Milano, Bompiani,
È un’impresa quanto mai ardua poter restituire la complessità e la ricchezza
che caratterizzano l’intero corpus dell’opera di C., vale a dire di uno
studioso che nell’arco di più di cinquant’anni di attività (il suo primo
articolo risale infatti al) ha saputo spaziare tra gli autori e le correnti
filosofiche più diverse, tenendo sempre fermo, quale asse teoretico portante
delle sue ricerche, lo studio storiografico e storico-filosofico dello
storicismo. Tale linea d’indagine si è andata via via articolando, nel corso
del tempo, attraverso differenti plessi tematici, autori e aree geografiche. In
ambito tedesco, ad esempio, Cacciatore ha saputo confrontarsi, tra gli altri,
con il pensiero di Kant, Marx, Dilthey, Bloch, Humboldt, Droysen, Troeltsch,
Rickert e Cassirer, mentre nel panorama della storia del pensiero filosofico
italiano ha offerto importanti studi su VICO, LABRIOLA, GRAMSCI, GENTILE,
CROCE, CAPOGRASSI, e PIOVANI, per citarne solo alcuni. I suoi principali
interessi di ricerca abbracciano una considerevole messe di questioni legate ai
temi della storia, dell’immaginazione, del rapporto tra poesia e filosofia,
dell’azione individuale e della sua dimensione etico-politica. In questa vasta
ed eterogenea costellazione di studi e di interessi, un posto di tutto rispetto
occupa ormai da tempo la filosofia di lingua spagnola quale ulteriore fonte che
ha alimentato il peculiare storicismo “critico-problematico” espresso da Cacciatore3.
Questi ha il merito di aver dato un decisivo impulso allo studio,
all’approfondimento e alla diffusione della filosofia spagnola e
ispanoamericana. Il suo primo lavoro su una delle figure simbolo del pensiero
ispanico, Gasset, risale infatti all’anno in cui si celebrò il centenario della
nascita del filosofo madrileno. Da allora, C. ha fornito alla comunità
scientifica importanti contributi su alcune delle mas3 Per una puntuale
ricognizione dell’itinerario filosofico di C., si veda il recente contributo di
L. Anzalone, Lo storicismo etico-politico e la comunità
democratico-interculturale di Giuseppe Cacciatore, in «Logos. Rivista di
Filosofia», sime espressioni del pensiero iberico e iberoamericano quali
Briceño, Bello, Zambrano, Gaos, Zubiri, Nicol, Zea, Paz. Da alcuni anni,
infine, C. dedica buona parte del suo impegno scientifico allo studio dei
problemi filosofici inerenti all’interculturalità e alle categorie filosofiche
in essi implicati come quelle di identità, riconoscimento, universalismo,
cittadinanza, laicità, democrazia, diritti umani, intersoggettività e senso
comune. Dagli scritti di C. emergono con forza alcune idee portanti che da
sempre hanno sorretto e indirizzato la sua attività di studioso. Voglio
soffermarmi su due di esse in particolare, in quanto espressione, a mio avviso,
di un’opzione teorica e metodologica ben precisa. La prima riguarda il modo di
concepire la storia della filosofia, intesa quale diramazione di una più vasta
e articolata storia della cultura, prospettiva che lascia trasparire una
profonda sintonia di C. con il pensiero orteghiano. Nel denso saggio
introduttivo all’edizione argentina della Storia della filosofia di Bréhier,
Gasset delinea i tratti più significativi di quella che definisce una «nuova
filologia», il cui principio fondamentale si radica su una concezione vitalista
e funzionalista dell’idea secondo la quale quest’ultima risulta essere sempre
una reazione di un uomo ad una determinata situazione della sua vita», vale a
dire, «un’azione che l’uomo realizza in vista di una determinata circostanza e
con una precisa finalità. Secondo il
filosofo spagnolo, Cfr.Bréhier, Historia
de la filosofía, ed. a cargo de Náñez, prólogo de Gasset, Buenos Aires,
Sudamericana, L’originaria edizione francese della monumentale opera di Bréhier
era stata pubblicata – in due tomi divisi in sette volumi – per conto d’Alcan
di Parigi. Gasset, Prólogo a “Historia de la filosofía”, de Émile Bréhier
(Ideas para una historia de la filosofía), in Id., Obras completas, Madrid,
Taurus; trad. it. La “Storia della filosofia” di Bréhier (Idee per una storia
della filosofia), in J. Ortega y Gasset, Idee per una storia della filosofia, a
cura di Savignano, Firenze, Sansoni, dunque, non esistono “idee eterne”, in
quanto «ogni idea è ascritta irrimediabilmente alla situazione o circostanza di
fronte alla quale rappresenta un compito attivo ed esercita una funzione» In
questa prospettiva, la filosofia è da intendersi, pertanto, come «un sistema di
azioni viventi»7 – un sistema di “idee” appunto – di cui non è possibile fare
storia prescindendo dal luogo e dal tempo particolari che lo hanno generato.
Un’effettiva storia della filosofia – conclude Ortega – non può, di
conseguenza, ridursi a mera e astratta esposizione cronologica delle “dottrine
filosofiche”, ma dovrebbe esser capace di «eliminare la presunta esistenza
disumanizzata attraverso cui ci presenta le dottrine e tornare ad immergerle
nel dinamismo della vita umana, mostrandocene in essa il funzionamento
teleologico. Da questo punto di vista, il personale “saggismo filosofico” di
cui C. ha dato prova durante l’intero dispiegarsi della sua parabola
intellettuale sembra informarsi perfettamente al principio ispiratore della
«nuova filologia» enunciato da Ortega, principio che presiede alla sua
peculiare concezione della filosofia intesa come un’attività assolutamente
universale, ma al contempo segnata da forti particolarismi nazionali e
culturali, da quelli che Badiou ha definito come «momenti della filosofia»9,
nello spazio e nel tempo. La filosofia, insomma, non è altro che «un’ambizione
universale della ragione che si manifesta in momenti del tutto singolari» Il
secondo aspetto che emerge dalla maggioranza degli scritti di C. consiste nella
rilevanza che questi ha trad. it. Badiou, Panorama de la filosofía francesa
contemporánea, in M. Abensour (a cura di), Voces de la filosofía francesa
contemporánea, Buenos Aires, Colihue, Si veda ora la mia traduzione italiana,
preceduta da un’introduzione intitolata Badiou e l’avventura filosofica francese,
apparsa in «Archivio di storia della cultura», da sempre assegnato alla
dimensione etico-pratica della filosofia, vale a dire alla sua intrinseca
vocazione civile. Come ha osservato Marco, «la ricerca complessiva di C.
presuppone una concezione e una pratica della filosofia a partire da un suo
orizzonte storico. Ciò implica mettere in rapporto reciproco la filosofia e la
vita concreta degli uomini, intesa come “vita civile”»11. In una recente
intervista rilasciata ad un noto quotidiano nazionale, C. chiarisce la sua
peculiare visione della filosofia e del ruolo che ad essa attribuisce nella
società di oggi in questi termini: «La filosofia alla quale da sempre mi sono
ispirato – dichiara C. – ha un profilo fondamentalmente storico (lo storicismo
critico-problematico) ed etico-politico.Sono convinto che il destino stesso
della filosofia, quella filosofia che aiuta l’uomo da sempre a meravigliarsi e
interrogarsi senza affidarsi a disegni metafisici e a fondazionalismi
ontologici, è nella sua declinazione etica». Una filosofia, insomma, «che si
presenta non come fede o dogma (razionalistico o materialistico che sia, poco
importa) ma come “credenza”, come complesso articolato e plurale di forme di
pensiero e di modi di vivere il mondo». E conclude: «La scelta di vita che
impone la filosofia è molto semplice e non comporta sacrifici o difficoltà, ma
solo l’educazione quotidiana alla critica, al giudizio mai assoluto e sempre
rivedibile sulle cose e sugli uomini, sulla storia passata, presente e futura,
sulla vita e sulle scelte della comunità e della società». Sulla scorta di
queste considerazioni, non sorpende constatare come gli autori con i quali C.
ha saputo misurarsi nel corso della sua attività di studioso siano tutti
indistintamente animati da una stessa passione filosofica e civile, rivelando
così la precisa «intenzionalità etica» che
Cfr. Marco, Introduzione, in C., Sulla filosofia spagnola, Bologna, Il
Mulino, Cfr. Meraviglia, arma del pensiero, intervista a cura di Palazzi, in
«Il Roma», attraversa la sua intera produzione scritta. La bibliografia di
Cacciatore, in definitiva, è la chiara testimonianza, come ha ben messo in luce
Fulvio Tessitore, di una costante «operosità scientifica», nonché di un solido
«impegno civile» capace di coniugare fruttuosamente scienza e vita13, nel pieno
convincimento di voler consacrare la propria professione intellettuale
all’esercizio «etico» del pensiero, facendo dell’«educazione quotidiana alla
critica» il proprio inconfondibile stile di vita. La presente Bibliografia
vuole essere un omaggio a C. e al suo magistero in occasione del suo
settantacinquesimo compleanno. Desidero rivolgere un sentito ringraziamento al
Prof. Fabrizio Lomonaco per i preziosi consigli che mi ha fornito nella fase di
allestimento del volume. Un ringraziamento particolare, infine, va a Grigoletto
per il suo fondamentale aiuto nel lavoro di sistemazione e di uniformazione del
materiale bibliografico qui raccolto. Portici, Cfr. F. Tessitore,
Presentazione, in C., Sulla filosofia spagnola, C. si laurea a Roma con una
Tesi sul pensiero di Dilthey sotto la direzione dei Giannantoni e Calabrò.
Viene nominato, nello stesso anno, addetto alle esercitazioni presso la
cattedra di Storia delle dottrine politiche della Facoltà di Magistero
dell’Università di Salerno, tenuta allora da Fulvio Tessitore. Ottiene una
borsa di studio presso l’Istituto italiano per gli studi storici Croce di
Napoli. Segue, nel frattempo, il magistero di Pietro Piovani, frequentando e
collaborando ai seminari di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell’Università di Napoli Federico II. Nominato, a seguito di
concorso, assistente ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di
Salerno. Professore incaricato, prima di Filosofia della politica e, poi, di
Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università di Salerno. Insegnato Storia della filosofia, in qualità di
docente incaricato stabilizzato, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della
medesima università. Vince il concorso a cattedra e a decorrere è chiamato a
ricoprire, come professore straordinario, l’insegnamento di Storia della
filosofia presso la Facoltà di Profilo Accademico 14 Lettere e Filosofia
dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, conseguendo successivamente
la nomina a professore ordinario. Ha al suo attivo numerosi volumi e
pubblicazioni che si possono raggruppare intorno ad alcune specifiche aree
tematiche: a) ricerche sullo storicismo tedesco contemporaneo e sulla filosofia
tedesca otto-novecentesca, con libri e saggi su Dilthey, Humboldt, Droysen,
Troeltsch, Cassirer, Rickert, Groethuysen; b) ricerche sulla FILOSOFIA ITALIANA
con saggi su VICO, CUOCO, FERRARI, COLECCHI, MEIS, IMBRIANI, CROCE, sul
neoidealismo, sull’esistenzialismo italiano, su CAPOGRASSI e PIOVANI; ricerche
sul marxismo contemporaneo, con volumi e saggi su Bloch, Lukacs, Labriola,
Gramsci, sulla sinistra socialista e meridionalista del secondo dopoguerra; d)
ricerche di teoria e storia della storiografia, con saggi sulla storiografia
tedesca dell’Ottocento, su Droysen, Lamprecht, sulla Neue Sozialgeschichte, su
Villari e la storiografia positivistica, sulla storiografia italiana del
dopoguerra; ricerche sui nessi, storici
e sistematici, tra alcuni motivi dell’etica e della filosofia pratica
contemporanee e la tradizione dello storicismo, con saggi su Vico, Croce, e
sulla generale relazione tra Historismus e filosofa della storia; fricerche e
studi sulla filosofia e sulla cultura spagnola e latinoamericana contemporanea
con saggi su Ortega, Nicol, Gaos, Zambrano, Zea, Zubiri, sulla filosofia dei
diritti umani, sugli sviluppi della democrazia nel continente latinoamericano;
ricerche e studi sulla filosofia dell’interculturalità nei suoi aspetti etici,
ermeneutici, politico-filosofici ed epistemologici. Ha edito e tradotto testi
di Dilthey, di Riedel, di Otto e si è distinto per aver organizzato diversi
convegni internazionali su alcune figure fondamentali della storia del pensiero
filosofico quali Dilthey, Marx, Vico, Abbagnano, Cassirer, Spengler, Gasset,
Labriola e Croce. Ccollabora con numerose riviste scientifiche tra cui «Il
Pensiero politico», «Critica marxista», «Criterio», «Rinascita», «Giornale
critico della Filosofia italiana», «Studi storici», «Paradigmi», «Prospettive
Settanta», «Iride», «L’Acropoli», «Rivista di Storia della filosofia», nonché,
in qualità di giornalista pubblicista, con diverse testate giornalistiche tra
cui «Il Mattino», «Il Giornale di Napoli», «La Città», «Corriere del
Mezzogiorno», «Roma». È membro del Comitato direttivo del «Bollettino del
Centro di studi vichiani» e fa parte del comitato scientifico di svariate
riviste specializzate come «Discorsi», «Prospettive Settanta», «Studi critici»,
«Archivio di storia della cultura», «Geschichte und Gegenwart», «Diritto e
Cultura», «Revista de Hispanismo filosófico». Ha diretto con Fulvio Tessitore
la collana “Cultura e Storia” dell’editore Morano di Napoli. Dirige, sempre con
Tessitore, la nuova serie della collana “Studi Vichiani” presso l’editore Guida
di Napoli, la collana “La cultura storica” dell’editore Liguori di Napoli e la
collana “Istorica” dell’editore Rubbettino di Soveria Mannelli. Presso il
medesimo editore dirige, in collaborazione con Edoardo Massimilla, la collana
“Riscontri”. Con Giuseppe Cantillo e con il compianto collega Antonello
Giugliano ha diretto la collana “Parole chiave della filosofia” dell’editore
Guida di Napoli. Dirige, con Armando Mascolo, la collana di testi della cultura
spagnola e ispanoamericana “Parva Hispanica” dell’editore Rubbettino. È
condirettore, con Antonio Scocozza, di «Cultura Latinoamericana», rivista della
Maestría in Scienza politica dell’Università Cattolica della Colombia e
dell’Università di Salerno. Ha fondato e dirige, con Armando Savignano, Luis de
Llera e Antonio Scocozza, la rivista di studi di filosofia iberica e
iberoamericana «Rocinante». Ha inoltre fondato, con Fabrizio Lomonaco e
Antonello Giugliano, «Logos. Rivista di Filosofia», di cui è attualmente
codirettore. Socio nazionale dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche della
Società nazionale di Scienze Lettere e Arti in Napoli. È altresì socio
ordinario residente dell’Accademia Pontaniana di Napoli. È stato membro del
Consiglio di amministrazione della “Fondazione Pietro Piovani per gli studi
vichiani” e del Consiglio di amministrazione della “Fondazione Filiberto e
Bianca Menna”. Presidente del corso di Laurea in Filosofia della Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università Federico II di Napoli. Nel 1994 ha assunto
la direzione del “Centro di studi vichiani” del CNR di Napoli. È stato Visiting
Professor presso numerose Università straniere tra cui l’Universidad Central de
Venezuela, l’Università di Monaco di Baviera e l’Università di Halle-Wittenberg.
Oltre a partecipare a numerosi convegni, ha tenuto corsi, conferenze e seminari
presso l’Università di Barcellona, Berlino (FU e “Humboldt”), Düsseldorf,
Halle, L’Avana, Maracaibo, UNERMB (Cabimas, Venezuela), Carabobo (Valencia,
Venezuela), München, Münster, Neuquén (Argentina), Potsdam, Valencia,
Universidad Nacional Autónoma de México, Universidad Católica de Bogotá. È
stato delegato del Rettore dell’Università Federico II di Napoli per i rapporti
internazionali. Fa parte della Commissione scientifica del “Centro
Interuniversitario di Ricerca bioetica”.
Direttore del Dipartimento di Filosofia “A. Aliotta” dell’Università
Federico II di Napoli. Dal Presidente della giuria del Premio internazionale di
saggistica “Salvatore Valitutti” e è stato insignito del Premio internazionale
“Dorso”. È stato membro della Giunta esecutiva del Comitato nazionale per le
celebrazioni di Bruno nel centenario della morte. Ricercatore associato presso
l’Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico (ISPF) del CNR
di Napoli. È stato membro del collegio del Dottorato di ricerca in “Culture dei
paesi di lingue iberiche e iberoamericane” dell’Università “L’Orienta- 17 le”
di Napoli, nonché coordinatore del Dottorato di ricerca in “Geopolitica e
culture del Mediterraneo” presso l’Istituto italiano di Scienze umane (SUM) e
del Dottorato di ricerca in “Cultura, Storia e Architettura del Mediterraneo”
della Scuola di alta formazione dell’Università Federico II di Napoli. Profesor
Titular presso la Universidad Católica de Bogotá (Colombia). Socio
corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Nello stesso anno è
diventato Direttore dell’Istituto di Studi Latinoamericani. È stato
coordinatore di due progetti di ricerca di interesse nazionale. Gli è stato
assegnato il Premio Perrotta per il Giornalismo a Salerno e il Premio
Internazionale di Filosofia Karl Otto Apel a Cosenza, e è stato insignito del
Premio nazionale “Frascati Filosofia”. Nello stesso anno è stato nominato
Presidente della “Società Salernitana di Storia Patria”, incarico che ha
ricoperto anche per la “Società Italiana degli Storici della Filosofia”. Coordina
il Dottorato di ricerca in “Scienze filosofiche” dell’Università di Napoli
Federico II e, nell’anno successivo, è stato nominato rappresentante della
medesima università nel Comitato tecnico-scientifico del Consorzio
universitario “Civiltà del Mediterraneo”. Gli è stata conferita la laurea
magistrale honoris causa in Scienze Pedagogiche presso l’Università di Salerno.
È stato membro del Consiglio di Indirizzo della “Fondazione Ravello” e altresì
componente del Consiglio di Indirizzo della “Fondazione Pietro Piovani per gli
studi vichiani”. Professore Emerito di
Storia della Filosofia presso l’Università di Napoli Federico II e Presidente
della Classe di Scienze Morali dell’Accademia Pontaniana di Napoli. Socio
nazionale dell’Accademia dei Lincei. Il momento della “prassi” nello storicismo
di Dilthey, in «Rivista di studi salernitani», Il tricentenario vichiano, in
«Atti della Accademia Pontaniana» di Napoli, dell’estratto. Hegel in Italia e
in italiano, in F. Tessitore (a cura di), Incidenza di Hegel: studi raccolti in
occasione del secondo centenario della nascita del filosofo, Napoli, Morano,
Bibliografia degli scritti Recensione di
D. Ulle, N. Motroshilova, È rivoluzionaria la dottrina di Marcuse?, in «Rivista
di studi salernitani», Recensione di K. Korsch, Karl Marx, in «Il Pensiero
politico», Recensione di L. Althusser, Lenin e la filosofia, in «Il Pensiero
politico», IScuola storica e diritto naturale in Dilthey, in «Il Pensiero», Un
discorso raro di Angelo Camillo De Meis, in «Il Pensiero politico», Wilhelm
Dilthey e il metodo delle scienze storico-sociali, Salerno, Istituto di
Filosofia e Storia della filosofia dell’Università di Salerno, Recensione di H.
Portelli, Gramsci et le bloc historique, in «Paese Sera Libri», Ancora sul giovane De Meis, in «Il Pensiero
politico», Recensione di M. Weber, Scritti Politici, in «Il Pensiero politico»,
Cultura filosofica e pensiero Politico dal previchismo al 1860 (Lezione
introduttiva al Seminario su “Il Mezzogiorno dalle riforme all’Unità”), Facoltà
di Giurisprudenza, Universita di Salerno, Storia, filosofia e politica
nell’attività Pubblicistica di Dilthey, in «Filosofia», Recensione di H.
Medick, Naturzustand und Naturgeschichte der Bürgerlichen Gesellschaft, in «Il
Pensiero politico», Salerno: un confronto da continuare, in «La Voce della
Campania», Politicità dello storicismo, in «Il Pensiero politico», Scheda su I.
Cervelli, Droysen dopo il 1848 e il cesarismo, in «Il Pensiero politico», Dilthey, Lo studio delle scienze umane
sociali e politiche, trad. it. e cura di G. Cacciatore, Napoli, Morano,
Introduzione a W. Dilthey, Lo studio delle scienze umane sociali e politiche,
Napoli, Morano, Scienza e filosofia in Dilthey, Napoli, Guida, Scheda su G.
Armani, Gli scritti su Carlo Cattaneo, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Scheda su G. Mastroianni,
Studi sovietici di filosofia italiana, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Scheda su M. Prisco, Gli ermellini neri, in «Bollettino del Centro
di studi vichiani», Scheda su F.
Tessitore, Storicismo e Pensiero politico, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Scientificità del marxismo e pensiero utopico, in «Atti della
Accademia di Scienze morali e politiche» di Napoli, Discutendo di Croce e il
partito politico, in «Il Pensiero politico», Una lettera per guadagnare il
paradiso (a proposito della lettera di Berlinguer a Mons. Bettazzi), in
«Lineazeta», Scheda su N. Badaloni, Il marxismo di Gramsci, in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», Scheda su J. Freund, Les théories des sciences
humaines, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Etica, storia e futuro
in Ernst Troeltsch, in «Storia e politica», Su una lettura storica della
questione sindacale, in «Il Pensiero politico», Cacciatore e la sinistra
socialista. Politica unitaria e meridionalismo, in Aa.Vv., Mezzogiorno e
fascismo, Napoli, ESI, Recensione di G. Acocella, Questione meridionale e sindacalismo
cattolico, in «Il Tetto», Ragione e speranza nel marxismo. L’eredità di Ernst
Bloch, Bari, Dedalo, La sinistra socialista nel dopoguerra. Meridionalismo e
politica unitaria in Luigi Cacciatore, prefazione di F. De Martino, Bari,
Dedalo, Economia e base materiale
nell’utopia concreta di Ernst Bloch, in R. Crippa (a cura di), La dimensione
dell’economico, Padova, Liviana, Vico e Dilthey. La storia dell’esperienza
umana come relazione fondante di conoscere e fare, in «Bollettino del Centro di
studi vichiani», Recensione di E. De Mas, Faucci, F. Nicolini, A. Verri, Vico e
l’instaurazione delle scienze, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Scheda su H. Albert, Storia e legge: per la critica dello storicismo
metodologico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M.
Alicata, Lettere e Taccuini di Regina Coeli, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Scheda su Bobbio, Voce Democrazia / Dittatura (Enciclopedia
Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su Bohler,
Philosophische Hermeneutik und hermeneutische Methode, in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», Scheda su G. P. Caprettini, Voce Allegoria
(Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su
E. Leach, Voce Anthropos (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di
studi vichiani», Scheda su S. Otto, Die Geschichtsphilosophie Giambattista
Vicos, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su K. Pomian, Voce
Ciclo (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Scheda su C. Prandi, Voce Credenze (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», Scheda su M. Riedel, Verstehen oder Erklären? Zur
Theorie und Geschichte der hermeneutischen Wissenschaften, in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», Scheda su A. Salsano, Voce Enciclopedia
(Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Nota del
curatore, in Federazione salernitana del PCI, Per i Settantacinque anni di
Francesco Cacciatore, prefazione di A. Alinovi, Salerno, Boccia, Bloch:
l’utopia della realizzazione dell’“humanum”, in «Critica marxista», Recensione
di G. Vico, Liber metaphysicus Risposte, ed. tedesca, S. Otto, H. Viechtbauer
(hrsg.), Transzendentale Einsicht und Theorie der Geschichte. Überlegungen zu
G. Vicos “Liber metaphysicus”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Scheda su M. Jay, L’immaginazione dialettica. Storia della Scuola di
Francoforte e dell’Istituto per le ricerche sociali, in «Bollettino del Centro
di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Die transzendentalphilosophische
Relevanz des Axioms “verum et factum convertuntur”. Überlegungen zu G. Vicos
“Liber metaphysicus”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su S.
Otto, Faktizität und Transzendentalität der Geschichte. Die Aktualität der
Geschichtsphilosophie G. Vicos im Blick auf Kant und Hegel, in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», Scheda su S. Otto, Geistesgeschichte zwischen
Philosophie und Feuilleton, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Sentimento metafisico e infelicità della
ragione (a proposito di Metafisica di A. Masullo), in «Critica marxista»,
Materiali su “Vico in Germania” (in collab. con G. Cantillo), in «Bollettino
del Centro di studi vichiani», Scheda su G. Conte (a cura di), Metafora, in
«Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su M. Ciliberto, Come
lavorava Gramsci, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda su A. Di
Nola, Voce Origini (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Scheda su Eco, Voce Metafora (Enciclopedia Einaudi), in «Bollettino
del Centro di studi vichiani», Scheda su S. Natoli, Soggetto e Fondamento.
Studi su Aristotele e Cartesio, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Scheda su S. Otto, Materialen zur Theorie der Geistesgeschichte, in «Bollettino
del Centro di studi vichiani», Difettività e fondamento: un convegno in memoria
di Pietro Piovani, in «Discorsi», Los Orígenes del fascismo en Italia.
Revolución y reacción, Universidad Central de Venezuela, Caracas, Publicaciones
de la Escuela de Historia, Recensione di S. Merli, Il “Partito nuovo” di Lelio
Basso, in «Il Pensiero politico»,
Riedel, L’Universalità della scienza europea e il primato della
filosofia, trad. it. e cura di G. Cacciatore, Napoli, ESI, Introduzione a M.
Riedel, L’Universalità della scienza europea e il primato della filosofia,
Napoli, ESI, Vico e Kant nella filosofia di Ottavio Colecchi, in «Bollettino
del Centro di studi vichiani», Dilthey e il Rinascimento, in «Annali della
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli», L’“utopia liberale”
di B. Croce, in A. Bruno (a cura di), Benedetto Croce. Trent‘anni dopo,
Roma-Bari, Laterza, L’“utopia liberale” di B. Croce: un contributo alla
discussione su etica e politica nella crisi del mondo contemporaneo [ed.
ampliata del numero precedente], in «Discorsi», IDilthey e la storiografia
tedesca dell’Ottocento, in «Studi Storici», Le Speranze tradite di Karola ed
Ernst (a proposito di K. Bloch, Memorie dalla mia vita), in «Rinascita», XL,
Scheda su B. De Giovanni, La “Teologia civile” di Vico, in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», La norma come “misura”: gnoseologia, etica e storia
nella filosofia di Pietro Piovani, in A. Masullo (a cura di), Difettività e
fondamento, Napoli, Guida, 1Marxismo e utopia neqli anni venti: Bloch e Lukács,
in Aa.Vv., L’Utopia, Messina, ed. G.B.M., La “speranza” della storia. Note in
margine a un libro sullo storicismo Politico in “Paradigmi”, Ortega y Gasset e
Dilthey, in L. Infantino, L. Pellicani (a cura di), Attualità di Ortega y
Gasset, Firenze, Le Monnier, Riflessioni “inattuali” su Francesco De Sanctis,
in «Rassegna storica salernitana», Note sulla recezione di G. Bruno nella
filosofia italiana della seconda metà dell’Ottocento, in «Atti dell’Accademia
di Scienze morali e politiche» di Napoli, Nichilismo attivo, storicità, futuro
nella filosofia di Pietro Piovani, in «Giornale critico della filosofia
italiana», “Neue Sozialgeschichte” e teoria della storia, in «Studi storici»,
La recezione italiana della Existenzphilosophie nel dopoquerra: problemi
interpretativi e significati etico-politici, in «Atti dell’Accademia di Scienze
morali e politiche» di Napoli, Recensione di L. Rossi, Terra e genti del Cilento
borbonico, in «Rassegna storica salernitana», Recensione di G. Acocella, L.
Mascilli Migliorini, C. Franco, A. Aurigemma, De Sanctis e l’Irpinia,
introduzione di F. Tessitore, Di Mauro, 1983, in «Rassegna storica
salernitana», Un protagonista dell’opposizione socialista. Per l’unità delle
forze democratiche, in «Dossier Sud», Vita e forme della storia. Saggi sulla
storiografia di Dilthey, Napoli, Morano, 1985. 91 – G. Cacciatore, G. Cantillo
(a cura di), Wilhelm Dilthey. Critica della metafisica e ragione storica,
Bologna, Il Mulino, Per una storia del pensiero democratico, in «Nuova
Antologia», Politica, diritto e Stato in Dilthey, in F. Bianco (a cura di),
Dilthey e il pensiero del Novecento, Milano, Franco Angeli, Dilthey e la
storiografia tedesca dell’Ottocento, in G. Cacciatore, G. Cantillo (a cura di),
Wilhelm Dilthey. Critica della metafisica e ragione storica, Bologna, Il
Mulino, Recensione di G. Vico, Neue Wissenschaft, hrsg. von F. Fellmann,
Frankfurt am Main, Klostermann, in «Bollettino del Centro di Studi vichiani»,
XIV-XV, 1985, pp. 349-355. 96 – Recensione di R.W. Schmidt, Die
Geschichtsphilosophie G.B. Vicos, Würzburg, Königshausen und Neumann, 1982, in
«Bollettino del Centro di Studi vichiani», Scheda su F. Tessitore, La
storiografia come scienza, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Introduzione (in collab. con G. Cantillo) a Wilhelm Dilthey. Critica della
metafisica e ragione storica, Bologna, Il Mulino, Introduzione (in collab. con
G. Amarante) a F. Cacciatore, Per l’unità dei lavoratori. Raccolta di scritti e
discorsi, Salerno, Boccia, Cacciatore, F. Lomonaco (a cura di), Karl Marx
1883-1983, Napoli, Guida, Il Marx di Gramsci. Per una rilettura del nesso
etica-teoria-politica nel marxismo, in G. Cacciatore, F. Lomonaco (a cura di),
Karl Marx, Napoli, Guida, Vichismo e illuminismo tra Cuoco e Ferrari, in P. Di
Giovanni (a cura di), La tradizione illuministica in Italia, Palermo, Palumbo,
Crisi e attualità del marxismo nel pensiero di Labriola, in «Bollettino della
Società filosofica italiana», Scheda su G. Cotroneo, Vico in Sicilia: Benedetto
Castiglia e le “Scienze dell’umanità”, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Scheda su S. Otto, Rekonstruktion der Geschichte. Zur Kritik der
historischen Vernunft, Erster Teil, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Presentazione (in collab. con G. Cantillo) di W. Dilthey, Storia
della giovinezza di Hegel e Frammenti Postumi, Napoli, Guida, Nota introduttiva
(in collab. con F. Lomonaco) a G. Cacciatore e F. Lomonaco (a cura di), Karl
Marx 1883- 1983, Napoli, Guida, 1986, pp. Centro storico: ritrovarsi per
riparlarne, in «La Gazzetta di Salerno», Lezioni e battaglie di Pasquale
Villari, in Aa.Vv., Napoli tra idealismo e positivismo, suppl. a «Itinerario»,
Un convegno su Labriola in Germania, in «Studi storici», La recezione italiana
della Existenzphilosophie, in K.-E. Lösse (hrsg.), Wissenschaftstradition und
Nachkriegsgeschichte in Italien und Deutschland, Düsseldorf, Schwann, Crisi
della storiografia storicistica e “bisogno” di Kulturgeschichte: il caso
Lamprecht, in Aa.Vv., Le storie e la storia della cultura, Napoli, Morano,
Crisi dello storicismo e bisogno di Kulturgeschichte: il caso Lamprecht, in
«Archivio di storia della cultura», Vittorio Imbriani filosofo (in collab. con
A. Giugliano), in «Atti dell’Accademia di Scienze morali e politiche», Il
problema della storia alle origini del neoidealismo italiano, in P. Di Giovanni
(a cura di), Il neoidealismo italiano, Roma-Bari, Laterza, Labriola et le débat
sur la crise du marxisme, in G. Labica, J. Texier (a cura di), Labriola d’un
siècle à l’autre, Paris, Meridiens Klincksieck, Un maestro e la sua città, in
C. Coppola (a cura di), Esegesi e grammatica. Raccolta di scritti e
testimonianze, Salerno, Laveglia, L’autocritica della storia, in «Rinascita», Recensione a N. Badaloni, Introduzione a Vico,
in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Presentazione di C. Manzi,
Giacomo Leopardi e i canti napoletani, Salerno; Con Vico, oltre Vico, in «Il
Mattino», Per l’impoliticità della cultura, in «Il Domani», La rivoluzione
dell’individuo etico, in «Il Mattino», Cacciatore (a cura di), Figure
dell’Utopia. Saggi su Ernst Bloch, Avellino, F. Redi, I modelli teorici della
storiografia italiana dal 1945 al 1980, in «Archivio di storia della cultura»,
Vico e il vichismo negli “Scandagli critici” di Pietro Piovani, in «Bollettino
del Centro di studi vichiani», Scienze dello spirito e mondo storico nel
confronto Dilthey-Rickert, in M. Signore (a cura di), Rickert tra storicismo e
ontologia, Milano, Franco Angeli, Marxismo etica utopia negli anni Venti: Bloch
e Lukacs, in G. Cacciatore (a cura di), Figure dell’Utopia. Saggi su Ernst
Bloch, Avellino, F. Redi, Recensione dell’“Annuario” Liceo “Tasso” di Salerno,
in «Rassegna storica salernitana», Presentazione di A. Matano, Il pensiero
Politico di A. Labriola, Marsala, La Medusa, Premessa a G. Cacciatore (a cura
di), Figure dell’Utopia. Saggi su Ernst Bloch, Avellino, F. Redi, Il futuro del
Passato. In ricordo di A. Omodeo, in «Il Mattino», L’idealismo realistico di
Lotze (a proposito di H. Lotze, Microcosmo, Torino, POMBA), in «Il Mattino»,
Labriola, l’imperialismo e la storia italiana, in F. Lomonaco (a cura di),
Cultura, società, potere. Studi in onore di Giuseppe Giarrizzo, Napoli, Morano,
Labriola e l’imperialismo, in E. Serra, C. SetonWatson (a cura di), Italia e Inghilterra
nell’età dell’imperialismo, Milano, Franco Angeli, Imbriani filosofo, in R. Franzese, E.
Giammattei (a cura di), Studi su Vittorio Imbriani, Napoli, Guida, Nuove
ricerche sul “Liber Metaphysicus” di Giambattista Vico, in «Bollettino del
Centro di studi vichiani», Dahrendorf, storia e lotta di classi, in
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“rivoluzione incompiuta del mondo moderno”, in «Prospettive Settanta», Salerno:
la vita culturale di una città attraverso la storia del suo liceo, in P. Macry,
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oggi”), Torino, Einaudi, Il dibattito sul metodo della ricerca storica, in G.
Di Costanzo (a cura di), La cultura storica italiana tra Otto e Novecento,
Quaderni dell’«Archivio di storia della cultura», vol. l, Napoli, Morano,
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discussione sulla formapartito, in «Enne», Recensione di Sachkommentar zu G.
Vicos “liber metaphysicus”, hrsg. von S. Otto, in «Archiv für Geschichte der
Philosophie», La storia del Pensiero: istruzioni per l’uso (a proposito del
vol. III, 1990, dell’«Archivio di storia della cultura»), in «Il Mattino»,
Menna, in «Gazzetta di Salerno», Oltre Hegel, in «Il Mattino», Un progetto
incompiuto, in «Il Giornale di Napoli», La civiltà del potere, in «Il Mattino»,
Storicità e Historismus, in F. Tessitore (a cura di), L’opera di Pietro
Piovani, Napoli, Morano, Il concetto di “empiria” nell’Historismus: Droysen e
Dilthey, in V.E. Russo (a cura di), La questione dell’esperienza, Firenze,
Ponte alle Grazie, Il fondamento dell’intersoggettività tra Dilthey e Husserl,
in A. Masullo, C. Senofonte (a cura di), Razionalità fenomenologica e destino
della filosofia, Genova, Marietti, La sinistra socialista. Meridionalismo e
politica unitaria nel PSI attraverso l’opera e l’azione di Luigi Cacciatore, in
G. Muzzi (a cura di), La Sinistra meridionale nel secondo dopoguerra, Giornate
di studio in onore di Francesco De Martino, Firenze, “Istituto Socialista di
Studi Storici”, Socialismo, meridionalismo e unità della sinistra nell’azione
di Luigi Cacciatore, in «Rassegna storica salernitana», Il concetto di
“Empiria” tra Droysen e Dilthey, in «Atti della Accademia Pontaniana», Il concetto politico-filosofico di interesse
in Marx, in Aa.Vv., Ethos e Cultura, Studi in onore di Ezio Riondato, Padova,
Antenore, Crisi delle ideologie e nuove forme politiche nel mondo
contemporaneo: principio di democrazia e socialismo possibile, in «Prospettive
Settanta», Laicismo, modernità e “Centesimus Annus”, in «Prospettive
Settanta», Il concetto di vita in Croce,
in «Criterio»,Per aprire il discorso. Note sulla recente traduzione tedesca
della “Scienza nuova”, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Il rifiuto
“politico” di questa guerra, in «Enne», Le opzioni dell’area riformista
salernitana, in «La Piazza», Recensione di B. De Giovanni, Dopo il Comunismo,
Napoli, in «Enne», IRecensione di A. Musi (a cura di), Dimenticare Croce? Studi
e orientamenti di Storia del Mezzogiorno, Napoli, «Rassegna storica
salernitana”, Recensione di A. Menna, Il banco e la cattedra, Salerno, De Luca,
in «Rassegna Storica salernitana», Recensione
di J.M. Sevilla Fernández, G. Vico: metafísica de la mente y historicismo
antropológico, Sevilla, Servicio de Publicaciones de la Universidad,
«Bollettino del Centro di studi vichiani», Lo Statuto del Comune di Salerno, in
«Zona Orientale», In conflitto con la storia (a proposito dei Quaderni per una
morale di Sartre), in «Il Giornale di Napoli», Quale stile di vita?, in «Il
Giornale di Napoli», Oltre la fine del
leninismo, in «Il Giornale di Napoli», La filosofia dell’individualità (a
proposito di W.V. Humboldt), in «Il Giornale di Napoli», Alle origini della
vita, tra miti e simboli, in «Il Giornale di Napoli», Il tempo della vitalità,
in «Il Giornale di Napoli», Quei valori da non smarrire. A proposito del bene
comune in ogni momento della storia, in «Il Giornale di Napoli», La legge del
Principe (recensione di F. Lomonaco, Lex regia, Napoli, Guida), in «Il
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Esistenzialismo. Considerazioni su Banfi e Paci (in collab. con G. Cantillo),
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Morano, Karl Lamprecht und die “Kulturgeschichte”. Nachdenken über die
überlieferten Paradigmen der Theorie der Geschichte, in Aa.Vv.,
Universalgeschichte - gestern und heute, “Comparativ” (Leipziger Beiträge zur
Universalgeschichte und vergleichenden Gesellschaftsforschung), Karl Lamprecht
und die “Kulturgeschichte”, in «Geschichte und Gegenwart», “Historismus” e
mondo moderno: Dilthey e Troeltsch, in «Giornale critico della Filosofia
italiana», Tocqueville nell’interpretazione dello storicismo tedesco, in V.
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della politica, in «Studi Critici», [apparso, con il titolo Annotazioni su
Gramsci teorico etico-politico, anche in «Archivio sardo del movimento operaio
contadino e autonomistico», Socialismo e democrazia, Atti del convegno di studi
nel centenario della nascita di Gramsci, Storia e teoria dello storicismo, in
«Prospettive Settanta», Introduzione a E. Todaro, Sottovoce, Salerno, Boccia,
Una nuova razionalità, in «Il Giornale di Napoli», Carteggi d’autore, in «Il
Giornale di Napoli», Un esempio di coraggio (a proposito di Nicola Fiore), in
«Il Giornale di Napoli», A confronto con i valori del passato, in «Il Giornale
di Napoli», Quale ideale di emancipazione, in «Il Giornale di Napoli», In viaggio da settant’anni (Festa di
compleanno per Mario Carotenuto), in «Il Giornale di Napoli», Le strade per
l’unità della sinistra, in «Il Giornale di Napoli», Il paesaggio come risorsa,
in «Il Giornale di Napoli», Il
comportamento dei singoli (lettera aperta a Norberto Bobbio), in «Il Giornale
di Napoli», Quella parabola della neutralità (a proposito del libro di G.
Nuzzo, A Napoli nel tardo Settecento), in «Il Giornale di Napoli», Se si
superano i separatismi, in «Il Giornale di Napoli», Sul mare del tempo, in «Il
Giornale di Napoli», Questione morale, in «La Repubblica» (ed. di Napoli), La
cultura e l’economia meridionale nella integrazione europea, in «Nadir», La
libera filosofia di Abbagnano, in «La Repubblica» (ed. di Napoli), Storicismo
problematico e metodo critico, Napoli, Guida, La cultura e l’economia
meridionale nell’integrazione europea, in «Diritto allo studio», Profilo di
Michelangelo Schipa, in Aa.Vv., Cultura e Università in Campania, Salerno,
«Quaderni» della Società Dante Alighieri di Salerno, Studi vichiani in Germania
1980-1990 (in collab. con G. Cantillo), in «Bollettino del Centro di studi
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Philosophie der Renaissance zum 60, München, Geburtstag von Stephan Otto,
Lamprecht und die “Kulturgeschichte” im Rahmen des Nachdenkens über die
überlieferten Paradigmen der Theorie der Geschichte, in Gerald Diesener
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diritti umani, in «Prospettive Settanta», Der Begriff der “Empirie” von Droysen
zu Dilthey, in «Dilthey-Jahrbuch für Philosophie und Geschichte der
Geisteswissenschaften», Wilhelm von Humboldt, Dilthey e la tradizione del
“Historismus”, in A. Carrano (a cura di), W. von Humboldt e il dissolvimento
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storica di Nicola Fiore, in G. Scarsi, M. Autuori (a cura di), Nicola Fiore un
sindacalista rivoluzionario?, Salerno, Pietro Laveglia Editore, Su alcuni
modelli teorici e metodologici nella scienza storica del Novecento, in
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ricerca in comune sull’etica contemporanea, in «Criterio», Storia
etico-politica e storia della cultura in Benedetto Croce, in Aa.Vv., Croce
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Pescara, Ediars, Conflitto prassi totalizzazione. Il tema della storia, in G.
Invitto, A. Montano (a cura di), Gli scritti postumi di Sartre, Genova,
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Napoli, Bibliopolis, Emozioni e reazioni, in «Il Giornale di Napoli», Libertà e
sapere, in «Il Giornale di Napoli», Una politica diversa invecchiata presto, in
«Roma», Ma dov’è la Patria?, in «Il Giornale di Napoli», La libertà possibile,
in «Il Giornale di Napoli», Ma la teoria non è eterna, in «Il Giornale di
Napoli», 6 ottobre 1993. 226 – Emozioni della cultura, in «Il Giornale di
Napoli», La lancia di Odino. Teorie e
metodi della scienza storica tra Ottocento e Novecento, Milano, Guerini,
–Storia etico-politica e storia della cultura in Benedetto Croce, in «Rassegna
di Studi Crociani», [pubblicato anche in
«Oggi e Domani», Scienza dell’uomo e condotta di vita. Alle origini dell’etica
moderna: l’analisi di Dilthey, in «Paradigmi», «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Ortega e Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Observaciones al margen a la investigación viquiana en la España contemporánea,
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religione in Dilthey, in G. Gembillo (a cura di), Storicismo come tradizione.
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Schipa, in P. Macry, A. Massafra (a cura di), Fra storia e storiografia.
Scritti in onore di Pasquale Villani, Bologna, Il Mulino, Recensione di S.
Otto, Giambattista Vico. Lineamenti della sua filosofia, Napoli, Alfredo Guida,
in «Bolletino del Centro di studi vichiani», Recensione di «Cuadernos sobre
Vico», in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda di U. Eco, La
ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, Roma-Bari, Laterza, «Bollettino del Centro di studi vichiani»,
Motivo immortale (a proposito dello Spinoza di Rensi), in «Il Giornale di Napoli»,
Incontri della mente, in «Il Giornale di Napoli», La città capitale della
Scienza nuova, in «Il Mattino», Napoli e il “futuro” di Vico, in «l’Unità»,
Spengler e Troeltsch, tramonto a due voci, in «Il Mattino», I contrasti di una città che cresce, in «La
Voce» (ed. Campania), Democrazia e
informazione, Acerra, Metis, Cacciatore, G. Cantillo (a cura di), Una filosofia
dell’uomo, atti del convegno in memoria di N. Abbagnano, Salerno, Edizioni
Comune di Salerno, C. C. Senofonte, A. Costabile (a cura di), Francesco De
Sarlo, Potenza, Edizioni Ermes, Simbolo e storia tra Vico e Cassirer, in J.
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dall’Italia», Filosofia e Weltanschauung in Bernhard Groethuysen, in «Archivio
di storia della cultura», Vita e storia. Biografia e autobiografia in Wilhelm
Dilthey e Georg Misch, in I. Gallo, L. Nicastri (a cura di), Biografia e
autobiografia degli antichi e dei moderni, Napoli, Edizioni Scientifiche
Italiane, Die kritische ausgabe der Werke Giambattista Vicos und die Aufgaben
des Vico-Forschungszentrums in Neapel, in «Deutsche Zeitschrift für
Philosophie», “Scienze dello spirito” e conoscenza storica. Croce, Dilthey, Rickert,
in M. Losito (a cura di), Croce e la sociologia, Napoli, Morano, La qualità
della vita: il punto di vista filosofico, in Aa.Vv., Prospettive della “Total
Quality”, Napoli, Editoriale Scientifica, Dilthey: Die Typologie der
Weltanschauungen zwischen historischer Vernunftkritik und Wesen der
Philosophie, in K.-E. Lönne (hrsg.), Kulturwandel im Spiegel des Sprachwandels,
Tübingen und Basel, Francke Verlag, “Politicka” dimenzija talijanskog
kriticko-problematskog historicizma, in «Filozofska Istrazivanja», Da Le
sorgenti irrazionali del pensiero all’esistenzialismo positivo (in collab. con
G. Cantillo), in G. Cacciatore, G. Cantillo (a cura di), Una filosofia
dell’uomo, atti del convegno in memoria di N. Abbagnano, Salerno, Edizioni
Comune di Salerno, Tra illuminismo e massoneria, in «Criterio», Psicologia e
filosofia in Francesco De Sarlo, in G. Cacciatore, C. Senofonte, A. Costabile
(a cura di), Francesco De Sarlo, Potenza, Edizioni Ermes, Halle-Napoli: un
incontro tra grandi tradizioni storico-culturali, in «Notiziario», Università
degli studi di Napoli Federico II, I rapporti tra l’Università di Napoli
Federico II e la Freie Universität di Berlino (siglato G.C.), in «Notiziario»,
Università degli studi di Napoli Federico II, I, 1995, Per un nuovo meridionalismo,
in «Mezzogiorno Italia», Arte, scienza, cultura, storia: risorse per lo
sviluppo e il lavoro, in «Mezzogiorno Italia», L’Italia dimenticata, in
«Mezzogiorno Italia», Prefazione a E. Iarrusso, Quale sindaco per la seconda
repubblica, Benevento, Kat edizioni, Avvertenza (in collab. con G. Cantillo) a
Una filosofia dell’uomo, atti del convegno in memoria di N. Abbagnano, Salerno,
Edizioni Comune di Salerno, Islam. Schegge di storicismo nell’indagine di
Tessitore, in “Il Mattino”, All’“Internazionale” il magico mondo dell’Islam, in
«Il Mezzogiorno», Povero Socialismo, in «Cronache del Mezzogiorno», Cassirer
interprete di Kant, in «Atti dell’Accademia di scienze morali e politiche» di
Napoli, Labriola: da un secolo all’altro, in L. Punzo (a cura di), Antonio
Labriola filosofo e politico, Milano, Guerini, Meridione/ Modernità/ Tradizione,
in A. Iovino (a cura di), Meridiani. Segmenti eterogenei di arte nuova.
Rassegna internazionale di arte contemporanea, Salerno, Kreis, Die Tradition
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philosophischen Kultur der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts, in O.G. Oexle,
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Böhlau, Labriola: da un secolo all’altro, in «Archivio di storia della
cultura», Ciafone: dirigente e militante della sinistra socialista, in Aa.Vv.,
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Temporalità e storicità nello Historismus di Wilhelm Dilthey, in P. Venditti (a
cura di) Filosofia e storia. Studi in onore di P. Salvucci, Urbino,
Quattroventi, Kant, Dilthey e il problema della religione, in N. Pirillo (a
cura di), Kant e la filosofia della religione, Brescia, Morcelliana,
Presentazione di A. Montano, Storia e convenzione. Vico contra Hobbes, Napoli,
La città del sole, Introduzione [in collab. con G. Cantillo] a E. Troeltsch,
Spengler e la cultura di Weimar, numero monografico di «Diritto e Cultura»,
Quando Croce incontrò Hegel. Alle origini della dialettica, in «Il Giornale di
Napoli», Le ceneri di Gramsci, in «Il Giornale di Napoli», Solo l’etica potrà
salvarci, in «Il Mattino», Il Punto. Speciale elezioni, in «La Città»,
Quotidiano di Napoli, L’errore delle candidature, in «La Città», Quotidiano di
Salerno, «Lo Sciacallo». Al telefono con
uno sconosciuto, in «La Città», 24 maggio 1996. 286 – Renzo De Felice. La
fatica dietro ogni pagina, in «La Città», Nicolini o della poliedricità, in «La
Città», Amendola contro la babele dei liberalismi, in «La Città», Vico e i
codici della ragione, in «La Città», A rischio l’equilibrio tra i poteri, in
«La Città», La sinistra illiberale vinta dalla Coca Cola, in «La Città», Il
mercato e la “ragionevolezza” della fame, in «La Città», La democrazia dei
decimali, in «La Città», La solida incertezza della ragione contro le
“prigioni” della memoria, in «La Città», Le gabbie etiche dello sviluppo, in
«La Città», Smitizziamo la memoria
storica, in «La Città», Come è miope il tatticismo dell’Ulivo, in «La Città»,
Un caso di colpa oggettiva, in «La Città», Bassolino e un’esperienza da
esportare, in «La Città», La speranza “sopportabile”, in «La Città», Chi paga
il conto dello sviluppo, in «La Città», Enrico e la buona ideologia, in «La
Città», Il pianto e le scelte di sviluppo, in «La Città»,Cacciatore, G.
Cantillo, G. Lissa (a cura di), Lo storicismo e la sua storia. Temi, problemi,
prospettive, Milano, Guerini e Associati, Cacciatore, A. Stile (a cura di),
L’edizione critica di Vico: bilanci e prospettive, Napoli, Guida, Cacciatore,
M. Martirano, E. Massimilla (a cura di), Filosofia e storia della cultura.
Studi in onore di Fulvio Tessitore, 3 voll., Napoli, Morano, Die “politische”
Dimension des problematischenkritischen Historismus in Italien, in G. Scholtz
(hrsg.), Historismus am Ende des 20. Jahrhunderts. Eine internationale
Diskussion, Berlin, Akademie Verlag, Storia e tempo storico in Marx, in G.
Cacciatore, G. Cantillo, G. Lissa (a cura di), Lo storicismo e la sua storia.
Temi, problemi, prospettive, Milano, Guerini e Associati, Lo storicismo
critico-problematico e la tradizione della “filosofia civile” italiana, in G.
Cacciatore, G. Cantillo, G. Lissa, Lo storicismo e la sua storia. Temi,
problemi, prospettive, Milano, Guerini e Associati, La concezione del tempo
storico nello Historismus (in collab. con G. Cantillo), in G. Casertano (a cura
di), Il concetto di tempo, Atti del XXXII congresso della SFI, Napoli,
Loffredo, Profilo di Michelangelo Schipa, in «Archivio Storico per le Province
Napoletane», Il marxismo come Weltanschauung: tra ideologia e storicità
critica, in F. Tadeo (a cura di), Ragione e storia. Studi in memoria di
Giuseppe Semerari, Fasano, Schena editore, Il positivismo e la storia, in L.
Malusa (a cura di), I filosofi e la genesi della coscienza culturale della “nuova
Italia” (1799-1900), Napoli, Istituto italiano per gli studi filosofici,
Ricordo di Giorgio Tagliacozzo, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Vico
e la filosofia pratica, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Vico
antimoderno? (in collab. con S. Caianiello), in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Alcuni “storicisti” tra “devoti” e “iconoclasti” vichiani (in
collab. con F. Tessitore), in «Bollettino del Centro di studi vichiani», La
storia della Chiesa tra persuasione e coercizione, in «Nuova Antologia», Europa
Denken im Zeitalter des Universalismus der Menschenrechte, in U. Baumann, R.
Klesczewskj (hrsg.), Penser l’Europe/Europa denken, Tübingen und Basel, Francke
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«Bremer Philosophica», Universität Bremen, Recensione di U. Galeazzi,
Ermeneutica e storia in Vico. Morale, diritto e società nella “Scienza Nuova”,
L’Aquila-Roma, Japadre, «Bollettino del Centro di studi vichiani», Recensione
di P. Cristofolini, Scienza Nuova. Introduzione alla lettura, Firenze, La Nuova
Italia Scientifica, Cristofolini, Vico et l’histoire, Paris, P.U.F., in
«Bollettino del Centro di studi vichiani», Recensione di C. Castellani, Dalla
cronologia alla metafisica della mente. Saggio su Vico, Bologna, Il Mulino,
«Bollettino del Centro di studi vichiani», Recensione di «Cuadernos sobre
Vico», «Bollettino del Centro di studi vichiani», Introduzione a G. Cacciatore,
A. Stile (a cura di), L’edizione critica di Vico: bilanci e prospettive,
Napoli, Guida, Introduzione (in collab. con G. Cantillo e G. Lissa) a G.
Cacciatore, G. Cantillo, G. Lissa (a cura di), Lo storicismo e la sua storia.
Temi, problemi, prospettive, Milano, Guerini e Associati, Presentazione di F.
Cacciatore, Floriano Del Zio. Patriota, filosofo, deputato e senatore del
Regno, Melfi, Mediacom, Premessa (in collab. con M. Martirano ed E. Massimilla)
a G. Cacciatore, M. Martirano, E. Massimilla (a cura di), Filosofia e storia
della cultura. Studi in onore di Fulvio Tessitore, Napoli, Morano, Tanti auguri
a Bossi da Jerome Cristian, in «La Città», Luzi: poeta, storico e filosofo, in
«La Città», Scuola senza falsi egualitarismi, in «La Città», Filosofi tra la
vita e la morte, in «La Città», Perdono, condanna e vacui moralisti, in «La
Città», La calma inquieta del sapere. La vita e la storia: Giuseppe Cantillo
interprete di Hegel, in «La Città», Confronto tra pochi intimi. Cultura
assente, in «La Città», Il doppiofondo del secolo breve, in «La Città»,
Politici smemorati dal “core ‘ngrato”, in «La Città», Dall’intellettuale
organico al “filosofo democratico”, in «La Città», Wojtyla imbavaglia la cultura, in «La Città»,
L’embrione e l’etica condivisibile, in «La Città», Salerno e l’etica contemporanea,
in «Cronache del Mezzogiorno», La traccia storica della città borghese, in «La
Città», Chiedi al “chierico” lealtà civile, in «La Città», Nel nome del
Papa-re, in «La Città», Va’ dove ti porta il senso comune, in «La Città»,
Incenso di regime sul dialogo ecumenico, in «La Città», De Luca liberale?
Macché..., in «La Città», Quell’Europa senza volto che batte moneta, in «La
Città», Quelle domande cruciali sui principi dell’agire, in «La Città», La
prospettiva dell’utopia. Gramsci tra etica e politica, in «La Città», Il conte
Yorck nella Salerno senza memoria, in «La Città», Senza retorica né rimozioni.
Una mostra sull’antifascismo nel segno di Giovanni Amendola, in «La Città», Ma
l’abito “dalemiano” non si addice a Gramsci, in «La Città», Mediterraneo, rotta
della tolleranza, in «La Città», Un fiume carsico bagna la politica, in «La
Città», Liberalizzare contro il marcio (a proposito di aborti clandestini), in
«La Città», Se la ricchezza non fa la felicità, in «La Città», Ricordando
Giacumbi, in «La Città», De Luca ha fatto bene ad aprire il palazzo, in «La
Città», L’eroe il prete e poi?, in «La Città», Vico? Meglio una suite di lusso,
in «La Città», Le contraddizioni di un “liberatore”, in «La Città», Non c’è più
rispetto per il popolo tifoso, in «La Città», Stupidità formato europeo, in «La
Città», I camerati e il boia Hess, in «La Città», Solo silenzi e
improvvisazione, in «La Città», Wojtyla
un grande pontefice, in «La Città»,
Napoli, l’hegelismo e la filosofia civile, in «Corriere del
Mezzogiorno», Intellettuali, liberatevi della società spettacolo, in «Corriere
del Mezzogiorno», Berlino la “rossa”, in «La Città», La Berlino delle piazze,
in «La Città», Filosofi a confronto nel nome di Valitutti, in «La Città», La
“Cosa 2” non sia il comitato di De Luca, in «La Città», Berlino, oltre il muro,
in «La Città», 5 oBerlino, storia senza “lezioni”, in «La Città», La civiltà
delle “illusioni”, in «La Città», Staatsbibliothek, miracolo tedesco, in «La
Città», Immagini della Germania. Arte da un paese diviso, in «La Città», Bohème
e dittatura DDR. Ribelli nel segno dell’arte, in «La Città», I politici? Ultimi
in classifica, in «La Città», La filosofia del lavoro e le riflessioni di Vico,
in «Corriere del Mezzogiorno», Amarcord Brandeburgo. Pennellate sulla memoria,
in «La Città», Fantasmi comunisti nella “metafisica” Halle, in «La Città», Con
la collaborazione di tutti si può stroncare il fenomeno, in «La Città», Bravo,
ma dopo di lui?, in «Corriere del Mezzogiorno», Che saggio quel clown! Fo,
profeta fuori patria, in «La Città»,
Mezzogiorno e politica. La lezione di Machiavelli, in «Corriere del
Mezzogiorno», Lipsia, gli ultimi venti e la rivoluzione, in «La Città», Salerno
raccontata via etere, in «La Città», Così lontani così vicini. Miopi verso
l’Europa, in «La Città», Il nipote di Heidegger, in «La Città», Le ragioni del
compromesso, in «La Città», Dresda, l’arte è servita, in «La Città», Siamo più
poveri. Gravi le colpe, in «La Città», Lettere di viaggiatori tedeschi da
Salerno e dintorni, in «La Provincia di Salerno», La quercia di Goethe. Note di
viaggio dalla Germania, introduzione di P. Chiarini, Soveria Mannelli,
Rubbettino, Voce Storicismo, in N. Abbagnano, Dizionario di Filosofia, terza
edizione, Torino, Pomba, Voce Storiografia, in N. Abbagnano, Dizionario di
Filosofia, terza edizione, Torino, Pomba, Die Tradition des
problematisch-kritischen Historismus im Rahmen der italienischen
philosophischen Kultur der zweiten Hälfte des 20 Jahrhunderts, in «Geschichte
und Gegenwart», Bio-Bibliographie von Tessitore, in F. Tessitore, Wilhelm von
Humboldt und der Historismus, Nürnberg, Seubert Verlag, Dilthey e Cassirer
interpreti del Rinascimento, in «Rinascimento», Gli studi su Vico fuori
d’Italia nelle ricerche del “Centro di Studi vichiani”, in F. Fanizza, M.
Signore (a cura di), Filosofia in dialogo. Scritti in onore di Antimo Negri,
Roma, Pellicani Editore, Bloch su Feuerbach, in W. Jaeschke, F. Tomasoni (a
cura di), Ludwig Feuerbach und die Geschichte der Philosophie, Berlin, Akademie
Verlag, Düsseldorf: la partecipazione dell’Ateneo fridericiano alle giornate di
cultura italiane, in «Notiziario», Università degli Studi di Napoli Federico
II, Filosofia e storia a Napoli nel ’900, in «Notiziario», Università degli
Studi di Napoli Federico II, Ethik und Geschichtsphilosophie im kritischen Historismus,
in D. Losurdo (hrsg.), Geschichtsphilosophie und Ethik, Frankfurt a. M., Peter
Lang Verlag, La hermenéutica de Vico entre filosofía y filología, in
«Intersticios. Filosofía, Arte, Religión», Universidad Intercontinental de
México, Hegel e la religione nell’interpretazione di Dilthey, in R. Bonito
Oliva, G. Cantillo (a cura di), Fede e Sapere. La genesi del pensiero del
giovane Hegel, Milano, Guerini e Associati, Genovesi economista e riformatore,
in «Rassegna storica salernitana», Le fait e la fiction. Storicità e vita nel
pensiero di Bernhard Groethuysen, in «Rivista di storia della filosofia»,
Filosofia della pratica e filosofia pratica in Croce, in P. Bonetti (a cura
di), Per conoscere Croce, Napoli, ESI, Nuovi itinerari per la storia della cultura,
presentazione di A. Giugliano, La storia della cultura fra Gothein e Lamprecht,
Soveria Mannelli, Rubbettino, Un “intermezzo” vichiano sul concetto di
cittadinanza, introduzione a G. Cordini, Studi giuridici in tema di
cittadinanza, Napoli, Metis, Vita, coscienza storica e visioni del mondo,
prefazione a W. Dilthey, La dottrina delle visioni del mondo, Napoli, Guida,
Senza tetto al di là del muro, in «La Città», L’onda d’urto del revisionismo
lato “inedito” della Resistenza, in «La Città», Gli occhi dei bambini e la
topografia del terrore, in «La Città», Scongiuro granata in salsa partenopea,
in «La Città», La scuola napoletana rilegge Hegel, in «Corriere del
Mezzogiorno», Una birra al tavolo della filosofia, in «La Città», L’altra
faccia di Spencer Tracy, in «Corriere del Mezzogiorno», La quercia di Goethe
sulle ceneri di Buchenwald, in «La Città», Così il modello americano ha
stregato Amburgo e Brema, in «La Città», Noi cittadini in ospedale, in
«Corriere del Mezzogiorno», Millennium. Chimere e paure, in «La Città», Vico e
la cultura francese. Modernità di un rapporto, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Vico, la storia nel castello, in «La Città»,
Editoria, la fabbrica dei casi, in «La Città», La filosofia e i “nipotini”
di Kant, in «La Città», La Berlino di Brecht e di Mann, in «La Città», I
grovigli positivistici. Errico De Marinis tra politica e sociologia, in «La
Città», Bene il decisionismo. Ma la progettualità?, in «La Città», Berlino
espressionista, in «La Città», Le tentazioni del leaderismo, in «Corriere del
Mezzogiorno», Il decalogo neo-liberale
di De Luca, in «Corriere del Mezzogiorno», Intellettuali dove siete finiti?, in
«La Città»,Gli artigli dell’editoria minore, in «La Città», È morto Menna, il
patriarca della “grande Salerno”, in «Corriere del Mezzogiorno”, Il sol levante
riscoperto. Altri studi di storia orientale, in «La Città», Razzismo off
limits, in «La Città», L’aberrazione della sproporzione tra il reato e la
condanna, in «La Città», Tributo “di piazza” per Valitutti, in «La Città», L’urlo
impegnato della politica, in «La Città», Bruno dalle censure al futuro, in «La
Città», Giordano Bruno sopravvalutato?, in «Corriere del Mezzogiorno», La
risorsa che ignoravamo, in «Corriere del Mezzogiorno», La forza? A Partenope.
La Napoli degli intellettuali liberi, in «La Città», Il Novecento a Napoli. Modernità e arcaismo,
in «Il Corriere del Mezzogiorno», Nella città senza memoria, in «La Città»,
Cassandra abitava a Sarno, in «La Città», La linea di ‘frontiera’ della scienza
politica, in «La Città», Centocinquanta saggi per festeggiare Tessitore, in
«Corriere del Mezzogiorno», Le ali blu e gli squarci rossi della storia, in «La
Città», Sarno protesta. La politica frana, in «Corriere del Mezzogiorno», Il
contenitore amorfo dell’estate, in «Corriere del Mezzogiorno», La politica dei
re nudi, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Ma il Novecento non è solo scontro tra totalitarismi, in «Il Mattino»,
Il viaggio di Bodei nell’identità nazionale, in «La Città», Autodafé oltre il
luogo comune, in «La Città», Il barone assediato. Meridione e latifondo
nell’era dei Borbone, in «La Città», Un’etica per la bioetica, in «Corriere del
Mezzogiorno», Il PCI secondo Galasso.
Viaggio fino alla Quercia, in «Corriere del Mezzogiorno», Quel “Manifesto”
vecchio di 150 anni è ancora vivo nel dibattito attuale, in «Corriere del
Mezzogiorno», 1799: ecco il boom degli ideali, in «La Città», L’Occidente che
non ama il dissenso, in «Corriere del Mezzogiorno», Condannati dai numeri al ruolo di fanalino di
coda, in «La Città», Metafisica.
Appunti dalle lezioni, Napoli, E.DI.SU., Giordano Bruno, Napoli, Metis,
Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, H. Poser, M. Sanna (a cura di), La filosofia
pratica tra metafisica e antropologia nell’età di Wolff e Vico, Napoli, Guida, Etica
esistenziale e filosofia pratica in Nicola Abbagnano, in M. Delpino, P.
Riceputi (a cura di), Nicola Abbagnano. L’uomo e il filosofo, S. Margherita
Ligure, Edizioni Tigullio, La dimensione civile, in M. Delpino, P. Riceputi (a
cura di), Nicola Abbagnano. L’uomo e il filosofo, S. Margherita Ligure,
Edizioni Tigullio, Il Positivismo e la storia, in A. Coco (a cura di), Le
passioni dello storico. Studi in onore di Giuseppe Giarrizzo, Catania-Roma,
Edizioni del Prisma, Bloch, il male, l’utopia, in P. Amodio, R. De Maio, G.
Lissa (a cura di), La Sho’ah tra interpretazione e memoria, Napoli, Vivarium,
Bloch, das Böse und die Utopie, in «Dialektik», Giambattista Vico: l’ordine
della “comunità” e il senso comune della “differenza”, in F. Ratto (a cura di),
All’ombra di Vico. Testimonianze e saggi vichiani in ricordo di Giorgio
Tagliacozzo, Ripatransone, Edizioni Sestante,Etica filosofica ed etica politica
in Giovanni Amendola, in M.R. De Divitiis (a cura di), Giovanni Amendola. Una
vita per la democrazia, Napoli, Arte Tipografica, Osservazioni in margine alla
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Kurotschka) a G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, H. Poser, M. Sanna (a cura
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Vico, Napoli, Guida, Episodio criminale, in «La Città», Il “controcanto”
salernitano, in «Cronache del Mezzogiorno», A lezione di diritti umani, in «La
Città», Il Referendum non ci salverà, in «Corriere del Mezzogiorno», Camorrista. Un insulto senza limiti, in
«Corriere del Mezzogiorno», Un impegno collettivo, in «La Città», “Napoli
capitale” secondo Galasso, una lezione sulla contemporaneità della storia, in
«Corriere del Mezzogiorno», La rivoluzione attiva del Sud, in «La Città»,Quegli
oscuri conflitti della fede, in «La Città», “La mia Napoli”, autobiografia
intellettuale tra ricordi e pensieri, in «Corriere del Mezzogiorno», Salernitani per la Liberazione, in «La
Città», Troppe analisi “nordiste”, in «Corriere del Mezzogiorno», Colpevole
tolleranza, in «Corriere del Mezzogiorno», L’impolitico della democrazia, in
«La Città», La plebe inesistente di Salerno, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Salerno saluta Kristeller, in «La Città»,
Incontri ravvicinati con cultura, letteratura e politica del Sud
America, in «Corriere del Mezzogiorno», Cari esangui cultori nichilisti, lo
storicismo napoletano è vivo e invidiato, in «Corriere del Mezzogiorno», Quel
popolo in bilico tra ragione e sentimento, in «La Città», Lo storicismo messo
alla gogna, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Dopo l’urbanistica un sintomo di svolta, in «La Città», Non siamo un’isola felice, in «La Città»,
Tattiche e passioni del burocrate illuminato, in «La Città», Salerno e il
destino dei numeri, in «Corriere del Mezzogiorno», Una terza via tra ottimismo
e pessimismo, in «La Città», L’etica dello storicismo, Lecce, Milella edizione,
Cacciatore, I. Gallo, A. Placanica (a cura di), Opera (Storia di Salerno), Pratola
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Philosophie und Philologie, in M. Beetz, G. Cacciatore (hrsg.), Hermeneutik im
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traduzione e commento della Repubblica platonica, «Rivista di storia della
filosofia», Mediterraneo tra geopolitica e filosofia, in «L’Acropoli», La
sinistra tra omologazione culturale e frammentazione partitica, in «Ora Locale»,
Alfonso Menna. Un secolo di storia salernitana, in «L’Agenda di Salerno e
Provincia», Salerno fra anni Ottanta e Novanta. Ascesa e crollo di un sistema
di potere, in «L’Agenda di Salerno e Provincia», Brigantaggio. Vecchi e nuovi
itinerari interpretativi, in «Rassegna Storica Irpina», Storie di vita e storie
reali ne L’ombra della sera di Mario Postiglione, in «Rassegna Storica
Salernitana», Sull’opera di Ruggero Moscati, in «Rassegna Storica Salernitana»,
Poesia e storia in Vico, in F. Ratto (a cura di), Il mondo di Vico / Vico nel
mondo. In ricordo di Giorgio Tagliacozzo, Perugia, Guerra, Politica, nazione e
Stato in Karl Lamprecht, in «Società e Storia», Appunti per un dibattito su
Fides et Ratio, in «Archivio di storia della cultura», Recensione di V.
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studi vichiani in ricordo di G. Tagliacozzo, presentazione di F. Ratto (a cura
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Perugia, Guerra, Introduzione a G. Cacciatore, I. Gallo, A. Placanica (a cura
di), Opera (Storia di Salerno), Pratola Serra (AV), Sellino Editore, Prefazione
a G. Di Costanzo, Lo storicismo realistico di Otto Hintze, Bari, Palomar,
Introduzione a M. Sanna, A. Stile (a cura di), Vico tra l’Italia e la Francia,
Napoli, Guida, Prefazione a G. Magnano San Lio, Filosofia e storiografia.
Fondamenti teorici e ricostruzione storica in Dilthey, Soveria Mannelli,
Rubbettino, De Luca, ammuffita è la politica, in «Corriere del
Mezzogiorno», Referendum sul lavoro. È
vero, il Far West già c’è, ma non si batte con un sì, in «Corriere del
Mezzogiorno», Referendum e Mezzogiorno. Pagano i sindacati, in «Salerno 2000»,
Una grande testa poggiata su un gracile corpo, in «Salerno 2000», Bassolino e
De Luca senza ricambio di classe dirigente, in «Salerno 2000», Maffettone, la
filosofia del nuovo millennio punta sul “valore della vita”, in «Corriere del
Mezzogiorno», Ma Vyšinskij era un inquisitore senza controlli, in «Il Mattino»,
ed. di Salerno, La sinistra e l’unità smarrita, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Le ragioni del cuore e quelle dei diessini (in collab. con A. Piscopo), in «La
Città», Il patrimonio del cinema muto, in «La Città», Fatima, “bagliore” che
brucia secoli di laicismo, in «Corriere del Mezzogiorno», In ricordo di Achille
Mango, in «Cronache del Mezzogiorno», Sfida di un giornale, in «La Città»,
Moscati intellettuale vero, in «La Città», Gerratana, un rosso sotto il sole di
Vietri, in «La Città», Galasso. Storicismo e dintorni, in «Corriere del
Mezzogiorno», Insigne riformista al servizio del paese, in «La Città», Cosa
resta della festa, in «La Città», I salernitani alla riscossa, in «Corriere del
Mezzogiorno», Gabelli e l’identità italiana: biografia di un originale
positivista, in «Corriere del Mezzogiorno», Racinaro “rilegge” il diritto
penale: una denuncia della crisi della giustizia, in «Corriere del
Mezzogiorno», Quando si spia dalla serratura, in «La Città», I ceti nobiliari
dell’antica Salerno in un volume, in «La Città», Franchini, un crociano che
trovò la sua autonomia, in «Corriere del Mezzogiorno», Cacciatore, P.
Colonnello, D. Jervolino (a cura di), Ermeneutica, Fenomenologia, Storia,
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Napoli, Liguori, Preferii Calogero a Carbonara, in «Corriere del
Mezzogiorno»,Tutto previsto, molti hanno taciuto, in «Corriere del
Mezzogiorno»,Ruggero Moscati e la tradizione liberale italiana, in «L’Agenda di
Salerno e provincia», La fine del comunismo nella “filosofia” di Occhetto, in
«Corriere del Mezzogiorno», E ora basta esagerazioni, in «La Città», Vecchi
principi del foro e nuovi rampolli a confronto, in «La Città», Tra Cassandre e
novelli manager della cultura, in «Corriere del Mezzogiorno», Sinergie positive
per sfruttare le risorse, in «La Città», Caro Masullo, torna in campo, in
«Corriere del Mezzogiorno», Gerratana, lo storico del marxismo che ancora
adesso può far riflettere la sinistra, in «Corriere del Mezzogiorno», Salzano,
non citarmi. Esigo più rispetto per la mia coerenza, in «Corriere del
Mezzogiorno», Omaggio a Valentino Gerratana, in «L’agenda di Salerno e
provincia», La sinistra e De Luca, in «La Città», Uno storico con le stellette
racconta il dramma dell’emigrazione, in «Corriere del Mezzogiorno», La “Isla”
felice della cultura ispanica, in «La Città», Quel busto trafugato e
l’indifferenza della città per la sua memoria, in «Corriere del Mezzogiorno»,
DS oltre il risentimento, in «Corriere del Mezzogiorno», Caro Musi…, in
«Corriere del Mezzogiorno», Ho aderito a quell’appello e non intendo pentirmi,
in «Corriere del Mezzogiorno», I granata e il grande sogno del filosofo, in
«Guida al campionato di calcio 2001-2002», supplemento a «La Città», L’Agenda
festeggia 50 numeri, in «La Città», Globalizzazione, un processo ambiguo da
“addomesticare”, in «Corriere del Mezzogiorno», DS a congresso, troppe pratiche
da basso impero, in «Corriere del Mezzogiorno», Si scrive divisione, si legge
estinzione, in «Il Mattino», Sylos Labini dà giudizi filosofici discutibili, in
«Corriere del Mezzogiorno», Metaphysik, Poesie und Geschichte. Über die
Philosophie von Giambattista Vico, Berlin, Akademie Verlag, Cacciatore, M.
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Il Manifesto tra “criticità” delle idee e immagini “funerarie”, in G.
Cacciatore, M. Martirano (a cura di), Il Manifesto del partito comunista a 150
anni dalla sua pubblicazione, numero monografico di «Diritto e Cultura», Le
filosofie dello storicismo italiano, in P. Di Giovanni (a cura di), Milano,
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speranza, in G. Cantillo, G. Mangrella (a cura di), Politica, arte, religione
nel pensiero utopico di Ernst Bloch, «Quaderni del Centro studi di filosofia e
teoria delle scienze umane Maurizio Mangrella», Salerno, Boccia, Storicismo e
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«Mezzogiorno Europa», Un deficit di risposte alle insicurezze, in «Mezzogiorno
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filosofico e liberalismo politico in Valitutti, in G. Cacciatore, R. Cangiano
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Marxista», Le “nonne coraggio” argentine, in «Critica Marxista», Lo storicismo “prospettico” di Raffaello
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para el nuevo siglo. Vico y la cultura europea), in «Cuadernos sobre Vico»,
Premessa (in collab. con M. Martirano) a G. Cacciatore, M. Martirano (a cura
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vichiana su Ortega y Gasset, Perugia, Guerra, Prefazione a W. Dilthey, Federico
il Grande e l’illuminismo tedesco, a cura di G. Magnano San Lio, Soneria
Mannelli, Rubbettino, Io, filosofo, tra giudici giacobini e teste tagliate per
sbaglio, in «Corriere del Mezzogiorno», Vico, un punto di riferimento anche per
la cultura ispanica, in «Corriere del Mezzogiorno», Una vigile e calma memoria,
in «Corriere del Mezzogiorno», Ma l’argentino doveva entrare in campo prima
(sul derby Napoli-Salernitana), in «La Città», Con il patto scompare la
sinistra, in «Corriere del Mezzogiorno», L’effetto Moretti e un partito che
continua a farsi del male, in «Corriere del Mezzogiorno», Storia e politica nel
volume di Amarante, in «La Città», L’etica secondo Croce: una riflessione
ancora aperta nel suo sistema filosofico, in «Corriere del Mezzogiorno»,
L’uscita dalla minorità, in «Corriere del Mezzogiorno», Quella storia della
costiera raccontata attraverso i suoi limoni, in «Corriere del Mezzogiorno», Le
opere magiche di Giordano Bruno, riscoperta di un “eroico furore”, in «Corriere
del Mezzogiorno», La transumanza e le ritualità della pastorizia, in «La
Città», Attualità di Vico, profeta del mito e della fantasia accanto alla
ragione, in «Il Mattino», Centrosinistra senza progetto, in «Corriere del
Mezzogiorno», Fondazione Menna, un “Quaderno” su Bloch e la musica, in «Corriere
del Mezzogiorno», Il coraggio di ricostruire la Quercia, in «La Repubblica»,
ed. di Napoli, Ds e spoil system clientelare, in «Corriere del Mezzogiorno», La
protesta è generosa, ma non basta, in «Corriere del Mezzogiorno»,
L’intellettuale che sapeva indignarsi, in «Il Mattino», Addio a De Martino, in
«Il Salernitano», Croce, la libertà che si rinnova, in «La Repubblica», ed.
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storia si fa paesaggio e avventura mentale, in «Corriere del Mezzogiorno», Il
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Verantwortung, Frankfurt a. M., Peter Lang, Cassirer interprete di Kant, in A.
Anselmo (a cura di), La presenza di Kant nella filosofia del Novecento,
Messina, Siciliano, Croce: il concetto di progresso e la critica della filosofia
della storia, in M. Meletti Bertolini (a cura di), Etica e politica. Saggi in
memoria di Ferruccio Focher, Milano, Franco Angeli, Manfred Riedel, der Freund
und Lehrer, in H. Seubert ((hrsg.), Verstehen in Wort und Schrift. Europäische
Denkgespräche. Für Manfred Riedel, Köln Weimar Wien, Böhlau Verlag, Storicismo,
filologia, ermeneutica in August Boeckh, in G. Indelli, G. Leone, F. Longo
Auricchio (a cura di), Mathesis e Mneme. Studi in memoria di Marcello Gigante,
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Vico, in M. Filoni (a cura di), Leggere e rileggere i classici. Per Livio
Sichirollo, Macerata, Quodlibet, Un’idea moderna di certezza: la filologia di
Vico tra ermeneutica e filosofia, in S. Caianiello, A. Viana (a cura di), Vico
nella storia della filologia, Napoli, Alfredo Guida Editore, Croce und Bloch
über den Begriff des Fortschritts, in «Jahrbuch für Recht und Ethik», “Eranos”
nella storia della cultura europea del ’900, in «Archivio di storia della cultura»,
Gramsci: problemas de ética en Los Cuadernos, in «Telos. Revista de estudios
interdisciplinarios en ciencias sociales», Maracaibo, Presentazione (in collab.
con A. Scocozza) di G. Bellini, Dal Mediterraneo al mare oceano. Saggi tra
storia e letteratura, Salerno-Milano, Oèdipus, Il contributo delle culture
ispaniche e lusitane alla conoscenza di Vico, introduzione a G. Cacciatore, M.
Martirano (a cura di), Vico nelle culture iberiche e lusitane, Napoli, Guida,
Il futuro di Salerno, in «Il Quartiere», L’avvocato militante. Ricordo di mio
padre, in «Cronache del Mezzogiorno», Dall’etologia all’etica. Il cammino di
Lorenz passa anche da Napoli, in «Corriere del Mezzogiorno», Il giorno della
memoria senza riti, in «Il Mattino», ed. di Salerno, 27 gennaio 2004. 764 –
L’indipendenza e le mosche, in «Il Salernitano», Martino e le varianti della
smemoratezza, in «Il Mattino», ed. di Salerno, De Luca, l’autocritica di un
Ulivo in affanno, in «Corriere del Mezzogiorno», Sinistra riformista e
socialista, è ora di ritrovare vera unità (in collab. con E. Ajello e A.
Trione), in «Corriere del Mezzogiorno», Diritti umani, questione non solo
filosofica ma politica, in «Corriere del Mezzogiorno», Quelle lettere a Croce e
a Engels (a proposito del Carteggio Labriola), in «Corriere del Mezzogiorno»,
Amendola: in volume quattro anni di lettere, in «Corriere del Mezzogiorno», Se
l’Ulivo scopre le sue lobby di potere, in «Il Mattino», ed. di Salerno,
Rinascita a S. Lucia, in «L’Articolo Domenica», Io, contribuente prigioniero di
una voce, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Il programma della coalizione
priorità assoluta, in «L’Articolo Domenica», Il buonsenso dei cittadini. Quando
gli elettori sono più convinti degli eletti, in «L’Articolo Domenica», Vico e
il corpo: se la genetica attinge alla filosofia, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Programmi condivisi, «L’Articolo Domenica», Cassirer interprete di Kant e altri
saggi, Messina, Siciliano Editore, Filosofia pratica e filosofia civile nel
pensiero di Benedetto Croce, presentazione di F. Tessitore, Soveria Mannelli,
Rubbettino, Cacciatore, G. Cotroneo, R. Viti Cavaliere, Croce filosofo, 2
voll., Soveria Mannelli, Rubbettino, G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, E.
Nuzzo, M. Sanna, A. Scognamiglio (a cura di), Il corpo e le sue facoltà. Giambattista
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Zweideutigkeit von Sprache der Geschichte, in J. Trabant (hrsg.), Sprache der
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Oldenbourg, Identità, pluralismo, universalismo dei diritti, in A. De Simone (a
cura di), Identità, spazio e vita quotidiana, Urbino, Edizioni QuattroVenti,
Capograssi e l’idealismo, in P. Di Giovanni (a cura di), Idealismo e
anti-idealismo nella filosofia italiana del Novecento, Milano, Franco Angeli,
La cultura storica a Napoli nella seconda metà dell’Ottocento, in G. Vitolo (a
cura di), Storia, filologia, erudizione nella Napoli dell’Ottocento, Napoli,
Guida, Croce: l’idea di Europa tra crisi e trasformazione, in G. Cacciatore, G.
Cotroneo, R. Viti Cavaliere (a cura di), Croce filosofo, 2 voll., Soveria
Mannelli, Rubbettino, Il concetto di imputazione in alcuni momenti della
filosofia giuridica italiana, in C. Giarratana, I. Randazzo (a cura di),
Seminari di Filosofia Corrado Dollo, I, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il Marx
“democratico”, in M. Musto (a cura di), Sulle tracce di un fantasma. L’opera di
Karl Marx tra filologia e filosofia, Roma, Manifestolibri, Le facoltà della
mente “rintuzzata dentro il corpo”, in G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka, E.
Nuzzo, M. Sanna, A. Scognamiglio (a cura di), Il corpo e le sue facoltà.
Giambattista Vico, «Laboratorio dell’ISPF», Modernità e filosofia. Per una
discussione del rapporto fede ragione, in E. Granito (a cura di), La fede nella
ragione e le ragioni della fede, Napoli, La Città del Sole, [cfr. in questo
stesso volume gli interventi nella tavola rotonda, Una filosofia per l’America
latina: Leopoldo Zea, in P. Colonnello (a cura di), Filosofia e politica in
America latina, Roma, Armando Editore, Vico e Kant sulla storia, in «Studi
Italo-Tedeschi / Deutsch-Italienische Studie», Collana di Monografie
dell’Accademia di Studi italo-tedeschi, Merano, María Zambrano: la storia come
“delirio” e “destino”, in L. Silvestri (a cura di), Il pensiero di María
Zambrano, Udine, Forum, Identità e filosofia dell’interculturalità, in
«Iride»,Riflessioni sui diritti umani nel pensiero di Giuseppe Capograssi, in
«Civiltà del Mediterraneo», Interprétations historicistes de la “Scienza
Nuova”, in «Noesis», Significato e prospettive della “cittadinanza attiva”, in
«Ora Locale», Intervento del moderatore in L. Rossi (a cura di), Elea. Il
divenire di una cultura, l’essere di un pensiero, Atti del Convegno, Ascea, Agropoli,
Tipografia Iannuzzi, Ricordo di Nicola Badaloni, in «Bollettino del Centro di
studi vichiani», Sull’edizione critica della Scienza Nuova 1730, in «Bollettino
del Centro di studi vichiani», Interpretazioni storicistiche della Scienza
Nuova, in F. Rizzo (a cura di), Filosofia e storiografia. Studi in onore di
Girolamo Cotroneo, Soveria Mannelli, Rubbettino, Leer a Vico hoy, in «Cuadernos
sobre Vico», La ingeniosa ratio de Vico entre sabiduria y prudencia, in
«Cuadernos sobre Vico», Croce: l’idea di Europa tra crisi e trasformazione, in
«Rassegna di Studi crociani», María Zambrano: ragione poetica e storia, in
«Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Un libro sulle
parole chiave di Gramsci, in «Archivio di storia della cultura», Recensione di
E. Nuzzo, Tra ordine della storia e storicità. Saggi sui saperi della storia in
Vico, in «Bollettino del Centro di studi vichiani», Recensione di F. Crispini,
Idee e forme di pensiero. Brevi saggi di storiografia filosofica, in
«Bollettino del Centro di studi vichiani», Scheda di F. Marone, Narrare la
differenza, Milano, Unicopli, 2003, in «L’Articolo», Introduzione e
Presentazione (in collab. con L. Rossi) di Ricordo di Francesco Cacciatore,
Salerno, Plectica, Prefazione (in collab. con G. Cotroneo e R. Viti Cavaliere)
a G. Cacciatore, G. Cotroneo, R. Viti Cavaliere (a cura di), Croce filosofo, 2
voll., Soveria Mannelli, Rubbettino, Prefazione a E. Todaro, Vorrei, Salerno,
Arti Grafiche Boccia, Prefazione a G.
Magnano San Lio, Forme del sapere e struttura della vita. Per una storia del
concetto di Wel- 95 tanschauung. Tra Kant e Dilthey, Soveria Mannelli,
Rubbettino, Presentazione di F. Lomonaco, Tracce di Vico nella polemica sulle
origini delle pandette e delle XII Tavole nel Settecento italiano, Napoli, Liguori,
Quando un filosofo-tifoso non la prende con filosofia, in «Corriere del
Mezzogiorno», Andiamo oltre i tatticismi e le convenienze di parte, in
«L’Articolo della Domenica», Brutta Salernitana. Un grazie a Rubino, in
«Corriere del Mezzogiorno», Com’è destabilizzante il mercato di gennaio, in «Corriere
del Mezzogiorno», Anche il computer contro la Salernitana, in «Corriere del
Mezzogiorno», Alle regionali una lista unica delle sinistre, in «Il Mattino»,
ed. di Salerno, Ma non è solo sfortuna, sbaglia anche il tecnico, in «Corriere
del Mezzogiorno», Quelle quattro “polpette” da stropicciarsi gli occhi, in
«Corriere del Mezzogiorno», Se manca del tutto il blocco sociale di
riferimento, in «L’Articolo della Domenica», Tra dottor Jekill e Mister Hyde,
in «Corriere del Mezzogiorno», Difese le ragioni dei deboli, in «Agire», La
forza dell’umiltà, ma secondi a nessuno, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Gregucci fa le raccomandazioni agli altri e dimentica se stesso, in «Corriere
del Mezzogiorno», Storia di umano dolore, in «Agire», Si conferma la storia di
Davide. E Golia-Torino è stato fermato, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Confesso: al fischio finale sono saltato in piedi come un ossesso, in «Corriere
del Mezzogiorno», Più cittadinanza attiva nella Regione del futuro, in
«L’Articolo della Domenica», Attenzione, bisognerà lottare fino alla fine, in
«Corriere del Mezzogiorno», Dal Sud una leadership al servizio del paese, in
«L’Articolo», Attore del Novecento, in «Agire», La Salernitana in stato di
grazia. Ma ora non parliamo del futuro, in «Corriere del Mezzogiorno», Dopo il
passo falso col Modena ora si spera nell’effetto trasferta, in «Corriere del
Mezzogiorno», Sale all’Arechi contro il malocchio, in «Corriere del
Mezzogiorno», Ora sono seriamente preoccupato dall’involuzione della
Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», Un grande impegno in difesa della
Costituzione, in «Il Quartiere», L’auriga Gregucci tenga in equilibrio il
“carro alato” della Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», Occorre un
ultimo sforzo per uscire dal labirinto, in «Corriere del Mezzogiorno», Che
fatica essere più di Trenta, in «Il Mattino», ed. di Salerno, Sono preoccupato,
in panchina c’è troppa confusione mentale, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Adesso le armi migliori sono il cuore e il carattere, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Democrazia progressiva. La lezione di Amendola, in «L’Articolo della Domenica»,
Non c’è tempo per diatribe e recriminazioni. Bisogna solo vincere per rimanere
in B, in «Corriere del Mezzogiorno», È tempo di pensare al nuovo progetto, in
«Corriere del Mezzogiorno», La solita telenovela, in «Corriere del
Mezzogiorno», Isla: Italia e Venezuela incontro tra due culture, in «Corriere
del Mezzogiorno», Con i DS divisi l’unità è impossibile, in «Corriere del
Mezzogiorno», Levi della Vida, l’islamista del ’900 che sfidò Gentile, in
«Corriere del Mezzogiorno», Non si può costruire fuori l’unità che manca nei
DS, in «Corriere del Mezzogiorno», Le
colpe di Aliberti e del Napoli, in «Corriere del Mezzogiorno», Pronti per il
campionato, evitiamo dannose illusioni, in «Corriere del Mezzogiorno», Ora
dobbiamo limitare i danni, in «Corriere del Mezzogiorno», Depressione addio,
finalmente l’orgoglio, in «Corriere del Mezzogiorno», Carissima Salernitana,
resto ancora ottimista, in «Corriere del Mezzogiorno», Un master per consulenti di filosofia, in «Il
Mattino», ed. di Napoli, Salernitana grigia con sprazzi di colore, in «Corriere
del Mezzogiorno», Occorre una frustata psicologica, in «Corriere del
Mezzogiorno», Vent’anni dopo, siamo tornati alle beghe paesane, in «Corriere
del Mezzogiorno», Cinque squilli di tromba: ora Salerno è più serena, in
«Corriere del Mezzogiorno», Vico studiava l’Oriente. Oggi cinesi e giapponesi
98 rileggono il filosofo, in «Corriere del Mezzogiorno», Salernitana mi avevi
illuso. Ora si giochi come si fa in serie C, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Squallore e desolazione: domenica da dimenticare, in «Corriere del
Mezzogiorno», Orgogliosi del “nostro” Zoro e della Salernitana di Cuoghi, in
«Corriere del Mezzogiorno», Parola di filosofo. L’imponderabile fa bello il
calcio, in «Corriere del Mezzogiorno», Per la Salernitana di Cuoghi una
vittoria utile per il rilancio, in «Corriere del Mezzogiorno», Se la bravata di
Ambrosio non sarà punita allo stadio non andrò più, in «Corriere del
Mezzogiorno», Un’altra gara grigia e mediocre in attesa di un regalo a gennaio,
in «Corriere del Mezzogiorno», Una questione di sistema, in «Corriere del
Mezzogiorno», Ha ragione Cuoghi: gioco brutto ma la classifica adesso ci
sorride, in «Corriere del Mezzogiorno», Il rischio è che la politica sia
nuovamente sconfitta, in «Corriere del Mezzogiorno», Antonio Labriola in un
altro secolo. Saggi, Soveria Mannelli, Rubbettino, L’interculturalità e le
nuove dimensioni del sapere filosofico e delle sue pratiche, in V. Gessa Kurotschka
(a cura di), I saperi dell’umano, il sapere umano, la consulenza filosofica, in
www.unica.it L’etica e
la sacralità del corpo umano, in F. Salvatore (a cura di), Le cellule staminali
miniere di salute, «Come alla corte di Federico II», Relazione tenuta al
convegno su Le forme del dissenso tra riformismo e globalizzazione, in Aa.Vv.,
Le forme del dissenso tra riformismo e globalizzazione, Napoli, Istituto
italiano per gli studi filosofici, Si sta imponendo un laboratorio politico al
negativo, in «Mezzogiorno Europa», Il concetto di progresso e la critica della
filosofia della storia in Benedetto Croce, in M. Agrimi, R. Ciafardone, B.
Razzotti (a cura di), Croce all’aprirsi del XXI secolo, Lanciano, Rocco Barabba,
Per Leopoldo Zea, in «Cultura Latinoamericana»,
Capire il racconto degli altri, in «Reset», Vita e struttura: Dilthey e
l’“ambiguità” della lingua della storia, in M. Failla (a cura di), «Bene
navigavi». Studi in onore di Franco Bianco, Macerata, Quodlibet, Croce e
l’autobiografia, in A. Marini (a cura di), Temi crociani della “nuova Italia”,
numero monografico di «Magazzino di filosofia», Cerimonia di conferimento della
cittadinanza onoraria di Salerno a Fulvio Tessitore, Laudatio, Comune di
Salerno, 18 gennaio 2005, Napoli, Arte Tipografica, Croce nell’interpretazione
di Alberto Caracciolo, in «Archivio di storia della cultura», L’unità di storia
filologica e logica speculativa. Gentile e la storia della filosofia, in G.
Gentile, Il concetto della storia della filosofia, a cura di P. Di Giovanni,
Firenze, Le Lettere, Riflessioni sui diritti umani nel pensiero di Giuseppe
Capograssi, in «Civiltà del Mediterraneo», [numero monografico a cura di S.
Langella, che raccoglie gli Atti del Convegno su “Genesi, sviluppi e
prospettive dei diritti umani in Europa e nel Mediterraneo”, Genova; La
sinistra tra omologazione culturale e frammentazione partitica, in M. Cimino,
M. Alcaro (a cura di), Politica e cultura in Calabria. Ora Locale, Cosenza,
Klipper, Ancora sulla storia in Sartre, in «Bollettino Studi sartriani», La
Escolástica española y la génesis de la filosofía latinoamericana. Alonso
Briceño: metafísica e individualidad, in «Límite. Revista de filosofía y
Psicología», Universidad de Tarapacá, Arica (Chile); María Zambrano. Ragione
poetica e storia, in «Il Pensiero», Di alcuni pensieri filosofici sul
Chisciotte, in «Rocinante. Rivista di filosofia iberica e iberoamericana», Voce
Sviluppo (in collab. con G. D’Anna), in Enciclopedia filosofica Bompiani, vol.
XI, Milano, Bompiani, Editoriale in «Logos. Rivista annuale del Dipartimento di
Filosofia “A. Aliotta”», Nota introduttiva (in collab. con P. Di Giovanni) a P.
Di Giovanni (a cura di), La cultura filosofica italiana attraverso le riviste, Milano,
Franco Angeli, Introduzione a Poesia e filosofia, raccolta di testi del
Seminario tenutosi a Cagliari, «Bollettino del Centro di studi vichiani», Tifo
venezuelano per la Salernitana, in «Corriere del Mezzogiorno», I granata ancora
a bagnomaria. Ma il gioco incoraggia a sperare, in «Corriere del
Mezzogiorno», Ma senza vittorie non si
cantano messe, in «Corriere del Mezzogiorno», Una vittoria macchiata, in
«Corriere del Mezzogiorno», Una giornata negativa proprio contro la migliore,
in «Corriere del Mezzogiorno», Gli arbitri difendano il “povero” Di Vicino. Ma
prima che finisca in ospedale come Totti, in «Corriere del Mezzogiorno», Altro
che Pinturicchio. L’artista ora è Di Vicino, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Diversità è ricchezza, in «Agire», Playoff, io lascio aperto uno spiraglio alla
speranza, in «Corriere del Mezzogiorno», La sacralità del corpo umano e l’etica
della ricerca, in «Corriere del Mezzogiorno», Ora è inutile recriminare.
Bisogna stringere i denti, in «Corriere del Mezzogiorno», Cresce il rammarico
per i punti perduti, in «Corriere del Mezzogiorno», Quel nervosismo è di buon
auspicio, in «Corriere del Mezzogiorno», “De Profundis” da veri caimani, in
«Corriere del Mezzogiorno», Finale emozionante. Tifosi in prima linea, in
«Corriere del Mezzogiorno», Amendola, democrazia come dono, in «Corriere del
Mezzogiorno», Manteniamo i nervi saldi e l’impresa si concretizzerà, in
«Corriere del Mezzogiorno», Non cediamo all’isterismo. Bisogna lottare e
sperare, in «Corriere del Mezzogiorno», Il Teramo è l’unica squadra che
possiamo acciuffare, in «Corriere del Mezzogiorno», Non è stata solo sfortuna,
il tecnico ha qualche colpa, in «Corriere del Mezzogiorno», In attesa della
giustizia sportiva non posso che promuovere tutti, in «Corriere del
Mezzogiorno», Da filosofo granata a Tifoso Accademico: Rettore non smettere, in
«Corriere del Mezzogiorno», Sono più che convinto, il Genoa sarà eliminato, in
«Corriere del Mezzogiorno», Cari D’Alema
e Fassino, sul caso Salerno schieratevi, in «Corriere del Mezzogiorno», Il
sogno non è finito e la rinascita è sicura, in «Corriere del Mezzogiorno», Un’altra
politica: qualcuno ci aveva creduto, in «Corriere del Mezzogiorno», Salernitana
d’alta quota, in «Corriere del Mezzogiorno», Rimettiamo i piedi a terra. E
regoliamo bene la difesa, in «Corriere del Mezzogiorno», Giuseppe Cantillo:
indagine sull’uomo tra storia e natura, in «Corriere del Mezzogiorno», Rispetto
le scelte di Novelli. Ma non rimproveri Mattioli, in «Corriere del
Mezzogiorno», Né cappa né spada, solo politica, in «Il Mattino», ed. di
Salerno, Una vittoria ottenuta senza spettacolo, in «Corriere del Mezzogiorno»,
Quei minuti di pura follia con tanti, troppi colpevoli, in «Corriere del
Mezzogiorno», Così non va: per aspirare ai playoff il club dovrà intervenire
sul mercato, in «Corriere del Mezzogiorno», Una squadra troppo mediocre contro
un combattivo Lanciano, in «Corriere del Mezzogiorno», Come nacque e come morì
il gruppo dei Trenta, in «Il Mattino», ed. di Salerno, 1 dicembre 2006. 933 –
Olio nelle giunture e pedalare. E che non si parli di sfortuna, in «Corriere
del Mezzogiorno», Ma senza (il criticato) Mancini sarebbero tornati a mani
vuote, in «Corriere del Mezzogiorno», La crisi non si cura con l’aspirina, in
«Corriere del Mezzogiorno», Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Storicismo e
storicismi, Milano, Paravia Bruno Mondadori, Cacciatore, V. Gessa Kurotschka (a
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106 Massimilla (a cura di), Filosofia, storia, letteratura. Scritti in onore di
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Una nuova sintesi tra universalismo e contestualismo nell’età contemporanea,
prefazione a M. Kaufmann, Anarchia illuminata. Una introduzione alla filosofia
politica, Napoli, Liguori, Verità e storicità nella metafisica dell’espressione
di Nicol, prefazione a E. Nicol, Metafisica dell’espressione, traduzione,
introduzione e cura di M.L. Mollo, Napoli, La Città del Sole, La Pedagogia come etica civile, premessa a S.
Valitutti, La rivoluzione giovanile, Roma, Armando, Presentación di J.M.
Sevilla, El Espejo de la época. Capítulos sobre G. Vico en la cultura
hispánica, Napoli, La città del Sole, Prefazione (in collab. con V. Gessa
Kurotschka) a G. Cacciatore, V. Gessa Kurotschka (a cura di), Saper umani e
consulenza filosofica, Roma, Meltemi, Presentazione di G. Magnano San Lio,
Forme del sapere e struttura della vita. Per una storia del concetto di
Weltanschauung. Dopo Dilthey, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, Fulvio
Tessitore. Lo storicismo come filosofia dell’evento. Dialogo filosofico a cura
di G. Cacciatore, in «Iride», Vacca, il riformismo italiano in odore di
controriformismo, in «Corriere del Mezzogiorno», Una svolta necessaria, in
«Corriere del Mezzogiorno», Nuove professioni. Il filosofo diventa consulente
etico, in «Corriere del Mezzogiorno», Zero centrocampisti. È l’ultimo schema,
in «Corriere del Mezzogiorno», Tutte soluzioni tampone, ma per tre anni nessuno
ha pensato ai lavori, in «Corriere del Mezzogiorno», La presunzione a volte
gioca brutti scherzi, in «Corriere del Mezzogiorno», Dovremo sorbirci un altro
anno di C, in «Corriere del Mezzogiorno», Squadra senza muscoli e senza
dignità, in «Corriere del Mezzogiorno», 3 aprile 2007. 974 – È bene riflettere
solo sul futuro, in «Corriere del Mezzogiorno», Relativismo e relatività nel
dibattito filosofico contemporaneo, in «Corriere del Mezzogiorno», [anche in Come alla corte di Federico II, 8,
Università di Napoli Federico II, Diversità e tolleranza, una lunga storia
europea, in «Corriere del Mezzogiorno», Due volumi in onore dei settant’anni di
Fulvio Tessitore, in «Corriere del Mezzogiorno», Venezuela: a proposito di un
articolo di Pierluigi Battista, in «Liberazione», Carlo Pisacane, il volto
democratico e socialista del Risorgimento, in «Liberazione», Vi spiego perché di
calcio non scrivo più, in «Corriere del Mezzogiorno», Chavez e la visione apocalittica della stampa
italiana, in «Liberazione», De Luca va oltre i poli, ma per rafforzare se
stesso, in «Corriere del Mezzogiorno», Valitutti, l’etica che diventa azione
politica, in «Il Mattino» (cronaca di Napoli), [anche su «Il Mattino», cronaca
di Salerno, Apriamo un dibattito serio ed informato sulla riforma della
Costituzione di Chavez, in «Liberazione», Valitutti e la scuola nel libro di
Ietto, in «Corriere del Mezzogiorno» (ed. di Salerno), La lezione democratica e
il caudillo inesistente, in «Liberazione», Cacciatore, P. Colonnello, S.
Santasilia (a cura di), Ermeneutica tra Europa e America Latina, Roma, Armando
Editore, 2008. 988 – G. Cacciatore, M. Martirano (a cura di), Momenti della filosofia
civile italiana, Napoli, La Città del Sole, Cacciatore, I. Gallo, A. Placanica
(a cura di), Storia di Salerno, 3 voll., Avellino, Sellino, Cacciatore, L.
Rossi (a cura di), Salerno in età contemporanea, vol. III di Storia di Salerno,
a cura di G. Cacciatore, I. Gallo, A. Placanica, Avellino, Sellino Editore,
Ermeneutica e interculturalità, in G. Cacciatore, P. Colonnello, S. Santasilia
(a cura di), Ermeneutica tra Europa e America Latina, Roma, Armando, Ermeneutica
e interculturalità, in G. Coccolini (a cura di), Interculturalità come sfida.
Filosofi e teologi a confronto, Bologna, Dehoniana Libri/Pardes Edizioni,
Geschichte zwischen Leben und Struktur. Die Zweideutigkeit der Sprache der
Geschichte bei Dilthey, in G. Kühne-Bertram,
F. Rodi (hrsg.), Dilthey und die hermeneutische Wende in der Philosophie.
Wirkungsgeschichtliche Aspekte seines Werkes, Göttingen, Vandenhoeck und
Ruprecht, Una filosofía para América Latina, in S. Sevilla (ed.), Visiones
sobre un transterrado. Afán de saber acerca de José Gaos, Madrid-Frankfurt a.
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politica, in «Roma», Promessa mantenuta. E adesso arrivederci in serie A, in
«Corriere del Mezzogiorno», Teologia politica. Il nuovo pericolo per
l’Occidente, in «Il Mattino» (Cultura Napoli), L’emergenza della fame, in
«Roma», PD campano, afasia totale, in «Roma», Le due virtù della politica, in
«Roma», 22 giugno 2008. 1041 – Sopportare, c’è un limite, in «Roma», Università nel mirino, in «Roma», Eutanasia,
ieri e oggi, in «Roma», Una chance per rinascere, in «Roma», Mezzogiorno, ora
si svolti, in «Roma», Dai militari alla fiducia, in «Roma», Olimpiadi tra sport
e politica, in «Roma», La brutta fine della sinistra senza più idee, in «Roma»,
Torniamo alla realtà, in «Roma», Il meridione e la scuola, in «Roma», Caso Englaro, non cambia nulla, in «Roma»,
Ora si teme un effetto boomerang, in «Roma», Via gli slogan dalla scuola, in
«Roma», Kalashnikov e zone franche, in «Roma», Un’analisi spietata senza
risentimento, in «Corriere del Mezzogiorno», 23 settembre L’economia? La
sinistra parli, in «Roma», Psicosi razzista: limiti culturali, più che
politici, in «Roma», Vitiello interpreta Vico tra storia sacra e profana, in
«Corriere del Mezzogiorno», Cara sinistra, non solo cortei, in «Roma», Sì a
Obama per l’economia, in «Roma», Atenei, mai più risse e steccati, in «Roma»,
Eluana, norme e poco clamore, in «Roma», Lévi-Strauss: cent’anni di vita, in
«Roma», Inquietudini dall’Oriente, in «Roma», Commissariare il Comune e la
Regione, in «Roma», Umanità, ferite e diritti violati, in «Roma», PD, a chi
serve tenerlo in vita?, in «Roma», 21 dicembre 2008. 1068 – 2009: povertà in
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«Roma», I cattolici napoletani dal moderatismo al partito popolare, in
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sinistra ormai immobile, in «Roma», I migliori anni del PCI nel libro di
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«Roma», Contraddizioni globali e soluzioni locali: l’integrazione possibile, in
«Corriere del Mezzogiorno», Città in crisi, antiche colpe, in «Roma», Piazza
fatua e politica out, in «Roma», Il PD sempre nel tunnel, in «Roma», Nuove
identità per i moderati, in «Roma», Non si ripetano vecchi scenari, in «Roma»,
Sinistra a picco perché rimuove i bisogni veri, in «Roma», Stato, partiti e
tanti conflitti, in «Roma», Parlate un pò dell’Europa, in «Roma», Obama: mai
negare la storia, in «Roma», Un’occasione per riflettere, in «Roma»,
Calcio-spettacolo e mezze verità, in «Roma»,
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no, in «Roma», Il Papa, l’etica e il mercato, in «Roma», Se il Sud perde anche
i cervelli, in «Roma», Lo scandalo del “Crescent”, in «Roma», Crescent: siamo
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sud, in «Roma», Democrazia senza eccessi, in «Roma», Nella riflessione morale
il riscatto del paese, in «Roma», L’ateneo non è un’azienda, in «Roma», Il muro
cadde, ripartiamo da lì, in «Roma», Avanza la fame, non c’è giustizia, in
«Roma», Disoccupazione oltre il dramma, in «Roma», L’individuo e la comunità:
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«Roma», In primo luogo sia la cultura, in «Roma», Sulla pedofilia solo la
verità, in «Roma», La sanità di Obama e i “primati” italiani, in «Roma»,
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incontare la seconda persona, in «Corriere del Mezzogiorno», Il Trombetti
assessore censurato da una sinistra sguaiata, in «Roma», Troppi tagli alla
cultura, in «Roma», Culture, intrecci nel pallone, in «Roma», Modelli politici
in grave crisi, in «Roma», I guasti dei tagli all’Università, in «Roma», Una
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ricerca del futuro (in collab. con F. Lomonaco), in «Corriere del Mezzogiorno»,
Una carcassa che va a fondo, in «Roma», Mostri in casa nell’Occidente, in
«Roma», Giorni infernali, la scure dei tagli, in «Roma», Rivolte giovanili, le
cause del male, in «Roma», Giuseppe Amarante, il ricordo negli scritti del
grande sindacalista, in «Corriere del Mezzogiorno», Una manovra spericolata, in
«Roma», Restituiteci il vero Avanti, in «Roma», “Forza gnocca” e le morti
bianche, in «Roma», Indignados e buona politica, in «Roma», E ora la Libia va
ricostruita, in «Roma», Masullo indaga “la libertà e le occasioni”, in «Roma»,
Ora il tempo è scaduto, in «Roma», Nessun “golpe”. Svolta urgente, in «Roma»,
Napolitano “risorgimentale”, in «Roma», Il logo è semplice, perciò a me piace,
in «Corriere del Mezzogiorno», 30 novembre 2011. 1280 – Ma Monti cosa chiede ai
ricchi?, in «Roma», Attacchi razzisti brutto segnale, in «Roma», Cacciatore, G.
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interculturale. Prospettive interdisciplinari, Milano-Udine, Mimesis,
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critiche sul pensiero di José Ortega y Gasset, Bergamo, Moretti&Vitali,
Alcune riflessioni su storia e bios, in «Logos», Universalismus und
Partikularismus, heute. Ein philosophischer Gesichtspunkt, in B. Henry, A.
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eroi dimenticati, Roma, Ediesse Fondazione Giuseppe Di Vittorio, 2012, pp.
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ripensare la tradizione filosofica italiana, in «Iride», Universalismo e cura
per la differenza. Dimensioni interculturali nel pensiero di Vanna Gessa
Kurotschka, in R. Bonito Oliva (a cura di), Identità in dialogo. La liberté des
mers, Milano-Udine, Mimesis, Formas e figura do engenho em Cervantes e Vico, in
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mito e filosofia na obra de Giambattista Vico, Uberlândia, Edufu, La “crisi”
dello storicismo e l’incompiutezza del moderno, in «Topologik. Rivista
internazionale di Scienze Filosofiche, Pedagogiche e Sociali», Fonti
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del Entendimiento di Andrés Bello, in V. Giannattasio, R. Nocera (a cura di)
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Mimesis, Un profilo di Leopoldo Zea, in «Pagine inattuali. Rivista di filosofia
e letteratura», Le filosofie del Risorgimento, in M. Martirano (a cura di), Le
filosofie del Risorgimento, Milano-Udine, Mimesis, Per una critica della
ragione poetica: l’“altra” razionalità di Vico, in M. Vanzulli (a cura di),
Razionalità e modernità in Vico, Milano-Udine, Mimesis, Giambattista Vico, in
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dell’Illuminismo. Filosofia, Musica, Roma, La Biblioteca di
Repubblica-L’Espresso, Dilthey, in U. Eco (a cura di), L’età moderna e
contemporanea, vol. 11, L’Ottocento. L’età del Romanticismo. Filosofia, scienze
e tecniche, Roma, La Biblioteca di Repubblica-L’Espresso, Per un’idea
interculturale di cittadinanza, in G. Cacciatore, G. D’Anna, R. Diana, F.
Santoianni (a cura di), Per una relazionalità interculturale. Prospettive
interdisciplinari, Milano-Udine, Mimesis, Dilthey tra universalismo e
relativismo, in «Giornale critico della Filosofia italiana», Il caleidoscopio
della mente. Attività simbolica e mondo storico in Vico e Cassirer, in F.
Lomonaco (a cura di), Simbolo e cultura. Ottant’anni dopo la Filosofia delle
forme simboliche, Milano, Franco Angeli, La Religione dello storicismo. Per
avviare il dibattito, in «Archivio di storia della cultura», XXV, La “zattera
della cultura”. Filosofia e crisi in Ortega y Gasset, in G. Cacciatore, A.
Mascolo (a cura di), La vocazione dell’arciere. Prospettive critiche sul
pensiero di José Ortega y Gasset, Bergamo, Moretti&Vitali, Das Wesen der Philosophie. La determinazione
del sapere filosofico tra strutture della storia e connessioni vitali, in D.
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filosofia e scienze umane in onore di Umberto Galeazzi, Napoli, Orthotes,
Presentazione dei volumi Interculturalità. Tra etica e politica (a cura di G.
Cacciatore e G. D’Anna) e Interculturalità. Religione e teologia politica (a
cura di G. Cacciatore e R. Diana), in «Rendiconti Lincei. Classe di Scienze
Morali, Storiche e Filologiche», anno CDVIII, serie IX, vol. XXII, 2011, fasc.
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napoletane nel processo di unificazione politica e culturale dell’Italia, in
Aa.Vv., Le accademie nazionali e la storia d’Italia, Atti dei Convegni Lincei
n. 268, Roma, Scienze e Lettere,
Presentazione di M. Martirano, Filosofia Storia Rivoluzione. Saggio su
Giuseppe Ferrari, Napoli, Liguori, Introduzione di P.G. Turco, Le strade
dell’amore nel mondo. Pensieri e ricordi d’Africa, Salerno, Edizioni Marte,
Prefazione a G. D’Angelo, La forma dell’acqua. I. La lenta transizione dal
fascismo a Salerno capitale, Salerno, Edizioni del Paguro, Presentazione di A.
Di Miele, Antonio Banfi Enzo Paci: Crisi, Eros, Prassi, Milano-Udine, Mimesis,
Introduzione di C. Scudieri, Il balilla va alla guerra, i libri della leda,
Ortega o la coscienza del naufragio, introduzione (in collab. con A. Mascolo) a
G. Cacciatore, A. Mascolo (a cura di), La vocazione dell’arciere. Prospettive
critiche sul pensiero di José Ortega y Gasset, Bergamo, Moretti&Vitali,
Lettera di saluto del presidente eletto, in «Rassegna storica
salernitana», Vincenzo Giordano, sindaco
socialista della grande Salerno, in «L’Agenda di Salerno e provincia», È sul
lavoro la vera sfida, in «Roma», Il “porcellum” e la Consulta, in «Roma»,
Profitto ingordo e insaziabile, in «Roma», Politica e cultura per salvare
l’euro, in «Roma», Stragi naziste, vittime beffate, in «Roma», Licenziamenti e
giusti motivi, in «Roma», Il salvataggio della Grecia, in «Roma», Ma in futuro
torni la politica, in «Roma», La cultura
sola contro la crisi, in «Roma», Questi partiti da rinnovare, in «Roma»,
L’art.18 e i rischi per la democrazia, in «Roma», Ecco i numeri che
preoccupano, in «Roma», I pericoli dell’antipolitica, in «Roma», Ora si pensi
alla crescita, in «Roma», Lo spettro del terrorismo, in «Roma», Il Premio
Valitutti, in «La Città», Calcio, vietiamo le scommesse, in «Roma», Rai,
meritato schiaffo ai partiti, in «Roma», La corruzione politica dilaga,
democrazia verso il naufragio, in «I Confronti», iconfronti.it]. Medicina,
patrimonio da tutelare, in «La Città», Perché il colle è sotto attacco, in «Il
Roma», Agostino dico: politica imprescindibile per regolare i conflitti, in «I
Confronti», iconfronti.it]. 1338 – I due Mario e gli italiani, in «Il Roma»,
Basta Moody’s, facciamo da soli, in «Il Roma», Quella lotta agli sprechi di
Berlinguer, in «La Città», La
riconquista della politica, in «Il Roma», I programmi e le primarie, in «Il
Roma», Crisi, egemonia della “finanza ombra” e nuove sfide della politica, in
«I Confronti», .iconfronti.it]. Se
prevalgono le urla, in «l’Unità», Germania e Europa si intenderanno, in «Il
Roma», Tra Nord e Sud rapporto virtuoso, in «Il Roma», La deriva islamica, in
«Il Roma», Sud, dati Svimez e ricette note, in «Il Roma», Montismo meglio del
berlusconismo, in «Il Roma», Recuperare l’etica in politica, in «Il Roma», Le
strade del mondo. L’Africa di Giorgio Turco luogo dell’anima, in «La Città»,
Primarie PD tra programmi e giacobinismi, in «La Città», Berlusconismo, quale
futuro, in «Il Roma», Il giusto peso della politica, in «Il Roma», L’idea di De
Martino. Unificazione socialista dell’intera sinistra, in «La Città», Democrazia da risanare, in «Il Roma», I buoni
motivi per votare Bersani, in «La Città», Limiti e ombre delle primarie, in «Il
Roma»,Dove ci porta Berlusconi, in «il Roma», Centrodestra senza agenda, in «Il
Roma», Sulla filosofia spagnola. Saggi e ricerche, presentazione di F.
Tessitore, introduzione di G.A. Di Marco, Bologna, Il Mulino, Problemi di
filosofia della storia nell’età di Kant e di Hegel. Filologia, critica, storia
civile, presentazione di F. Lomonaco, Roma, Aracne, Cacciatore, G. D’Anna, R.
Diana (a cura di), Mente, corpo, filosofia pratica, interculturalità. Scritti
in memoria di Vanna Gessa Kurotschka, Milano-Udine, Mimesis, Un’etica per la contemporaneità.
Sull’itinerario filosofico di Vanna Gessa Kurotschka, in G. Cacciatore, G.
D’Anna, R. Diana (a cura di), Mente, corpo, filosofia pratica, interculturalità.
Scritti in memoria di Vanna Gessa Kurotschka, Milano-Udine, Mimesis, Das Wesen
der Philosophie. Die Bestimmung des philosophischen Wissens zwischen
Geschichtsstrukturen und Lebenszusammenhängen, in G. D’Anna, H. Johach, E.S.
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Anlass seines 100. Todestages, Würzburg, Königshausen & Neumann, Mai più
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der Historismus, in P. König (hrsg.), Vico in Europa zwischen 1800 und 1950,
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costruzione di una società interculturale, in «Philosophia», Interculturalità e
riconfigurazione concettuale dell’ermeneutica, in «Bollettino Filosofico»,
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Schafroth, M. Nicklaus, C. Schwarzer, D. Conte (hrsg.), Italien, Deutschland,
Europa: kulturelle Identitäten und Interdipendenzen, Oberhausen, Athena Verlag,
Oltre l’idealismo. Lo storicismo in forma negativa, in «Giornale critico della
filosofia italiana» [anche in «Bollettino Filosofico», Die Rolle der
Humanenities im Aufbau einer interkulturellen Gesellschaft, in G. Morrone
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Perspektive, Nordhausen, Traugott Bautz, Transmediterraneo. Un approccio
filosofico, in A. Scarabelli, R. Catania Marrone, D. Balzano (a cura di),
Sconfinamenti. Omaggio a Davide Bigalli, Milano, Bietti, La filosofia critica
della storia di Ricoeur: narrazioine, tempo, memoria, in «Atti dell’Accademia
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della mostra, Napoli, Arte’m, Prefazione di R. Diana, Configurazioni
filosofiche di Sé. Studi sull’autobiografia intellettuale di Vico e Croce,
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Salerno, Arti Grafiche Boccia, Se
ritornano destra e sinistra, in «Il Roma», Se si ripete ancora il copione del
2006, in «Il Roma», Se la filosofia aiuta la politica, in «Il Roma», L’idea
della storia congeniale al centrosinistra, in «l’Unità», La libertà e le
occasioni. Ecco il pensiero di Masullo, in «La Città», L’olocausto e
l’indifferenza, in «Il Roma», Fuga dallo studio, segno del declino, in «Il
Roma», “La scienza nuova”, un volume per
capire. Vitiello e il pre-testo per dialogare con le filosofie, in «Corriere
del Mezzogiorno», La Chiesa a un bivio, in «Il Roma», Attenti al rischio
ingovernabilità, in «Il Roma», I rischi
del dopo Chavez. Venezuela al bivio, in «l’Unità», I meriti di Chavez, in «Il
Roma», Il Papa e la cura per il prossimo, in «Il Roma», Verso un governo del
Presidente, in «Il Roma», Quando la speranza si prosciuga, in «Il Roma»,
Usciamo dall’impasse e diamo un governo all’Italia, in «l’Unità», Democrazia
del web e i rischi di internet, in «Il Roma», La nuova dottrina di Papa
Francesco, in «Il Roma», 19 maggio 2013. 1399 – Presidenzialismo scelta
oligarchica, in «Il Roma», Astensionismo e antipolitica, in «Il Roma»,
Fenomenologia del berlusconismo, in «Il Roma», Enciclica, più marcata la mano
di Ratzinger, in «Il Roma», Terra di veleni, è un genocidio, in «Il Roma», Ma
il vero allarme è per i nuovi poveri, in «Il Roma», Il PD, il congresso e i
falsi rinnovatori, in «Il Roma», Basta cannoneggiare il PD. È il sistema che è
in crisi, in «La Città», Ma il berlusconismo non è mai tramontato, in «Il
Roma», I casi di Silvio e il ruolo dei giudici, in «La Città», Spunti di
riflessione dagli affreschi ritrovati, in «La Città», Berlusconi e le richieste
impossibili, in «La Città», La sorte di
Berlusconi e la destra che verrà, in «Roma», L’olocausto e il gesto della
Merkel, in «La Città», I limiti dell’intervento militare in Siria, in «Roma»,
Lo spettro di una guerra totale, in «La Città»,
Il paradosso dell’America, in «Roma», Il peso politico di Allende 40
anni dopo, in «La Città», Il linguaggio nuovo del Papa, in «Roma», Memorie
sulfuree di un testimone, in «Roma», Il
PDL e il bluff delle dimissioni, in «Roma», Tessitore alla ricerca dello
storicismo di Croce, in «Corriere del Mezzogiorno», 9 ottobre 2013. 1421 –
Grillo, populismo e diritti umani, in «Roma», Quello che (mi) spaventa
dell’astro splendente Renzi, in «La Città», Il negazionismo, idiozia o reato?,
in «Roma», Se il PDL piange, il PD non ride, in «Roma», Il ruolo della sinistra
nel mondo che cambia, in «La Città», Congressi e tessere, l’anima perduta del
partito democratico, in «Roma», Revisionismo e l’egemonia culturale, in «La
Città», La lezione storica di Mannucci, in «La Città», Ma il “miracolo” di
Nelson Mandela non è ancora stato completato, in «Roma», Rabbia e antipolitica,
un mix esplosivo, in «Roma», Passate le primarie, il PD ritrovi i contenuti, in
«Roma», Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e storiche
dell’interculturalità, Milano-Udine, Mimesis, Storicismo critico-problematico e
interculturalità, in «Research Trends in Humanities. Education &
Philosophy», Banfi dall’umanesimo critico all’umanesimo storicistico integrale,
in «Critica Marxista», Machiavelli e
l’Italia moderna nelle analisi di Francesco De Sanctis, in G. Lencan Stoica, S.
Dragulin (coord.), New Studies on Machiavelli and Machiavellism. Approaches and
Historiography, Universitatea Din Bucarest, Ars Docendi, Contributo su la
Scienza Nuova. Le tre edizioni del 1725, 1730 e 1744, in «Bollettino del Centro
di studi vichiani», Presentación del libro de J.M. Sevilla, Prolegómenos para
una crítica de la razón problemática. Motivos en 144 Vico y Ortega, in
«Cuadernos sobre Vico», Geschichte/Geschichtsphilosophie, in H.D. Brandt
(hrsg.), Disziplinen der Philosophie. Ein Kompendium, Hamburg, Meiner Verlag,
Teorie e metodi dell’interculturalità nella prospettiva di un nuovo umanesimo,
in G. Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e storiche
dell’interculturalità, Milano-Udine, Mimesis, Contro le “Borie ritornanti”: per
un sano uso della critica, in «Trans/Form/Ação. Revista de Filosofia»,
Universidad Estadual Paulista, Paolo Rossi storico del presente, in D. Balzano,
D. Bigalli (a cura di), La ragione curiosa. Atti del convegno in memoria di
Paolo Rossi, Roma, Aracne, 2014, pp. 239-262. 1442 – Nuovi percorsi dello
storicismo critico: la filosofia interculturale, in M. Castagna, R. Pititto, S.
Venezia (a cura di), I dialoghi dell’interpretazione. Studi in onore di
Domenico Jervolino, Pomigliano D’Arco (Na), Diogene Edizioni, Nuovo umanesimo e
filosofia interculturale, in «Humanitas», Bloch e il futuro della dignità
umana, in R. Viti Cavaliere, R. Peluso (a cura di), La coscienza del futuro,
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dell’intellettuale (a proposito del carteggio Levi Della Vida-Salvatorelli), in
«Historia Magistra», Introduzione a Evolving Philosophy, in «Research Trends in
Humanities. Education & Philosophy», Introduzione (in collab. con A.
Giugliano) a G. Cacciatore, A. Giugliano (a cura di), Dimensioni filosofiche e
storiche dell’interculturalità, Milano-Udine, Mimesis, Presentazione (in
collab. con C. Cantillo) del fascicolo di «Rocinante. Rivista di filosofia
iberica e iberoamericana», Il futuro di Renzi e la legge elettorale, in «Roma»,
Attenti al razzismo strisciante della Lega, in «Roma», Legge elettorale, quante
perplessità, in «Roma», Lo sfascismo intollerabile del M5S, in «Roma», L’Europa
sappia ripartire dai suoi valori fondamentali, in «Roma», Renzi, la fretta e il
filo del rasoio, in «Roma», Quell’indifferenza nei confronti del Sud, in
«Roma», Psiup, il partito provvisorio, in «l’Unità», Nazionalismi e populismi,
in «Roma», Aprile ’44: la svolta di Salerno. I partiti antifascisti al governo,
in « La Città», Europa delle élites o Europa dei cittadini?, in «Roma», Renzi,
oppositori deboli e divisi, in «Roma», Le ragioni del successo di Papa
Francesco, in «Roma», Embrioni scambiati e questioni morali, in “«Roma», 25
Aprile: non stanca retorica ma omaggio ai combattenti, in «La Città», I quattro
Papi e la forza della Chiesa, in «Roma», Ma l’Europa non merita la morte, in
«Roma», Uno scatto d’orgoglio partendo dall’Unità d’Italia, in «l’Unità»,
Occorre cambiare politica e uomini, in «Roma», Disoccupazione giovanile, i dati
sono catastrofici, in «Roma», Un uomo diventato eroe negli anni bui della
dittatura, in «La Città», Vero leader. Basta revival nostalgici (a proposito di
Berlinguer), in «La Città», Corruzione politica e sete di potere, in «Roma», La
doppia sfida di Renzi a Bruxelles, in «Roma»,
Immigrati, 4 capitoli per un’agenda Ue, in «Roma», Autodifesa e
rappresaglia, in «Roma», Il patto del Nazareno? È solo fantapolitica, in
«Roma», Gli opposti estremismi dell’ostruzionismo, in «Roma», Riforme
istituzionali teatrino della politica, in «Roma», Gemelli “contesi”, dibattito
aperto, in «Roma», Togliatti, il leader politico che realizzò un capolavoro, in
«La Città», Contro i terroristi un corpo dell’ONU, in «Roma», Amarante negli
scritti d’agosto, in «Il Mattino», La violazione della dignità umana, in
«Roma», La questione italiana nell’ottica del Mezzogiorno. A proposito del
libro di Barbagallo, in «La Città», Sindacati e politica, basta con gli slogan,
in «Roma», Contro l’Isis scenda in campo l’ONU, in «Roma», Solo oggi il virus
Ebola è un problema globale, in «Roma», L’ergastolo cancellato da Papa
Francesco, in «Roma», Non resta che dire: povera Italia!, in «Roma», Enrico
Berlinguer e la questione morale, in «La Città», Venticinque anni dopo, la
Germania e l’Europa, in «Roma», L’intangibilità del diritto d’asilo, in «Roma»,
Se l’Università fa più (e meglio) del Comune, in «Roma», Berlinguer e Togliatti. Un errore storico
cercare le analogie, in «La Città», I partiti macchine di potere e clientele,
in «Roma», Napolitano e i rischi dell’antipolitica, in «Roma», Quel duetto
comico tra anima e corpo, in «Roma», Il Papa e le quindici piaghe della Chiesa,
in «Roma», Dallo storicismo allo storicismo, introduzione di F. Tessitore, a
cura di G. Ciriello, G. D’Anna, A. Giugliano, Pisa, ETS, In dialogo con Vico. Ricerche, note,
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delle filosofie mediatiche, in «Research Trends in Humanities. Education &
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Massimo Cacciari, in «Jura Gentium», La critica in soccorso dell’umano.
Filologia e Umanesimo, in F. Mora (a cura di), Metamorfosi dell’umano,
Milano-Udine, Mimesis, Intervento su Labirinto filosofico di Massimo Cacciari,
in «Logos», Religione e violenza. Qualche riflessione a partire da Charlie Hebdo,
in «Historia Magistra. Rivista di storia critica», Contro le borie
“ritornanti”. Per un sano uso della critica, in R. Diana (a cura di) Le “borie”
vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi tra moderno e
contemporaneo, Napoli, ISPF Lab - Consiglio Nazionale delle Ricerche, Ancora
sul Vico di Pietro Siciliani, in F. Luceri (a cura di), Pietro Siciliani e
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filosofia e storia delle idee nella Spagna della seconda metà del Novecento, in
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nascita, Battipaglia (SA), Laveglia&Carlone, Biondi, esempio di
storiografia etico-politica, in «Il Quotidiano del Sud», Ma le colpe sono anche
dell’Occidente, in «Roma», Grazie Napolitano, presidente dei cittadini, in
«Roma», Il PD di Renzi non è di sinistra, in «Roma», Il messaggio di Pierro
nelle poesie, in «Il Mattino», Dalla balena bianca al Partito della Nazione, in
«Roma», Il gravissimo errore delle sedute notturne, in «Roma», Lo scontro
armato tra culture e religioni, in «Roma», L’idea pericolosa del Partito della
Nazione, in «Roma», Quello spirito che serve alla Campania e al Sud, in «Roma»,
La misericordia e il messaggio evangelico, in «Il Mattino» (ed. di Salerno),
Aiutare Tunisia e Libia contro la minaccia Isis, in «Roma», La strage di
immigrati e l’inerzia della politica, in «Roma», Il 25 aprile e la resistenza
dei profughi, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Italicum, un colpo letale per
la nostra democrazia, in «Roma», Il protagonismo tedesco e la sua colpa
storica, in «Roma», Amarante. Il dovere storico della memoria e il futuro da
salvare, in «La Città», La globalizzazione della cieca violenza, in «Roma», La
Resistenza di Salerno e il dovere della memoria, in «Il Mattino» (ed. di
Salerno), L’Occidente miope e l’avanzata dell’Is, in «Roma», Partito della
Nazione: il progetto è fallito, in «Roma», Relazione virtuosa tra scienza e
vangelo, in «Roma», La conversione ecologica di Papa Francesco, in «Il Mattino»
(ed. di Salerno), Che fine ha fatto la sinistra moderata?, in «Roma», Reddito
di cittadinanza nelle riforme di Renzi, in «Roma», Il pianeta “gemello” e il futuro della terra,
in «Roma», Serve un piano Marshall per il Mezzogiorno, in «Roma», Barbarie
post-atomica e dominio della ragione, in «Roma», Isis, serve un’alleanza come
contro il nazismo, in «Roma», Come si uccidono le università del Sud, in
«Roma», La “nuova” S. Teresa e la politica del territorio, in «La Città»,
Germania più europea grazie ai profughi, in «Roma», Tragedia immigrati e
diritto d’asilo, in «Roma», Quando il rapporto dolore-paziente diventa
consapevole, in «La Città», L’apocalisse delle migrazioni, in «Roma», La forza
del papa che parla ai Sud del mondo, in «Il Mattino», La lobby delle armi e le
stragi in Usa, in «Roma», Il Sud dimenticato da questo governo, in «Roma», Non
illudiamoci sul Sud. Il governo lo ha abbandonato, in «Roma», La risposta forte
del papa ai corvi e ai faraoni, in «Roma», Bisogna evitare reazioni emotive, in
«Roma», Il reciproco rispetto di tutte le religioni, in «Roma», La misericordia
non è un atto autoreferenziale, in «Roma», L’università verso un’irreversibile
agonia, in «Roma, Lo spettacolo gender e il paradigma dell’identità sessuale,
in «Il Mattino», Cacciatore, C. Cantillo (a cura di), Omaggio a Ortega. A cento
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progetto per l’edizione critica dell’opera vichiana, in «Rendiconti. Atti della
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tra filosofi ‘amici’, in Aa.Vv., Croce e Gentile. La cultura italiana e
l’Europa, Roma, Istituto dell’Enciclopedia italiana, Da Gramsci a Said.
Filologia vivente e critica democratica, in Aa.Vv., Attualità del pensiero di
Antonio Gramsci, «Atti dei Convegni Lincei - Accademia Nazionale dei Lincei», Roma,
Bardi Edizioni, Bruno Trentin: la critica del finalismo storicistico e del
comunismo “schematico” e “ossificato”, in A. Gramolato, G. Mari (a cura di), Il
lavoro dopo il Novecento: da produttori sociali ad attori sociali, Firenze,
Firenze University Press, El pensamiento mediterráneo y la filosofía
intercultural, in P. Badillo O’Farrel, J.M. Sevilla Fernández (eds.), La
Brújula hacia el sur. Estudios sobre filosofía meridional, Madrid, Biblioteca
Nueva, Il posto della parola: lo stile filosofico di Ortega tra meditazione e
saggio, in G. Cacciatore, C. Cantillo (a cura di), 154 Omaggio a Ortega. A
cento anni dalle Meditazioni del Chisciotte, Napoli, Guida Editori, In ricordo
di Franco Crispini, in «Logos», Die Freiheitsidee bei Genovesi, in M. Kaufmann,
J. Renzikowski (hrsg.), Freiheit als Rechtsbegriff, Berlin, Duncker und
Humblot, Per Roberto Volpe. A quarant’anni dalla morte, in «Rassegna Storica
Salernitana», Ordine e disciplina: usura di parole e di idee, in «Archivio di
storia della cultura», Ricostruzione, interpretazione, storicità. Ancora sul
rapporto tra psicoanalisi e storia, in «Bollettino Filosofico», Filosofia
pratica e filosofia civile, in A. Musci, R. Russo (a cura di), Filosofia civile
e crisi della ragione. Croce filosofo europeo, Roma, Edizioni di Storia e
Letteratura, Etica, progresso, marxismo, in «Materialismo storico», Il concetto
di cittadinanza in Vico come manifestazione del nesso tra universalità della
legge e storicità empirica della civitas, in «Laboratorio dell’ISPF», Diversioni
e riflessioni in un recente libro sul Chisciotte, in «Rocinante. Rivista di
filosofia iberica, iberoamericana e interculturale», Recensione di A. Labriola,
Tra Hegel e Spinoza. Scritti 1863-1869, a cura di A. Savorelli e A. Zanardo,
Napoli, Biblipolis, 2015, in «Historia Magistra», Ortega y Gasset, Meditazioni
del Chisciotte e altri saggi, a cura di G. Cacciatore e M.L. Mollo, Napoli,
Guida, Introduzione (in collab. con C. Cantillo) a G. Cacciatore, C. Cantillo
(a cura di), Omaggio a Ortega. A cento anni dalle Meditazioni del Chisciotte,
Napoli, Guida Editori, Premessa a J. Ortega y Gasset, Meditazioni del
Chisciotte e altri saggi, a cura di G. Cacciatore e M.L. Mollo, Napoli, Guida, Introduzione
a D. Di Iasio, Dark Age. Per una rinascita dell’umano, Manfredonia, Pacilli, Introduzione
a M Scalercio, Umanesimo e storia da Said a Vico. Una prospettiva vichiana
sugli studi postcolionali, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Introduzione
a L. Anzalone, Eroi nel paese della mafia. Storie italiane: Impastato, Ambrosoli,
Falcone e Borsellino, Don Puglisi, S. Cesario di Lecce, Pensa Editore, Vecchi e
nuovi conflitti: scenari inquietanti, in «Roma», 4 gennaio 2016. 1590 – Zanone,
studioso e politico legatissimo a Salerno (in collab. con R. Cangiano), in «La
Città», Immigrazione, politici sull’onda dell’emozione, in «Roma», Esprit de
finesse et de géométrie. Il connubio felice di Cicenia, in «Il Mattino» (ed. di
Salerno), L’America di Obama profondamente divisa, in «Roma», Le unioni civili
e i dubbi del Papa, in «Roma», La sconfitta del socialismo democratico e
riformista, in «Roma», L’adozione del figliastro, quanta confusione, in «Roma»,
Umberto Eco, l’Europa e l’uscita degli inglesi, in «Roma», Volpe e la città
ricostruita dalle macerie, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Facciamo
attenzione alla polveriera Libia, in «Roma», La crisi della sinistra con la
nascita del PD, in «Roma», La nazione napoletana tra mito e realtà, in
«Corriere del Mezzogiorno», Francesco De Martino, un uomo che ci manca, in
«Roma», La misericordia del Papa e i fallimenti dei politici, in «Roma», Questa
spaccatura non serve a nessuno, in «Roma», La realtà di una metropoli tra
immagini e parole, in «La Città», Papa Bergoglio e il sogno di un’Europa nuova,
in «Roma», Il populismo dell’antipolitica, in «Roma», I politici studino il
rapporto Istat per capire cosa fare, in «Roma», Un appuntamento importante
campo di prova per Renzi, in “Roma», L’obiettivo deve essere la serie A, in «La
Città», Un libro che diffonde l’odio contro l’uomo, in «Roma», Anche con la
Brexit l’Europa non muore, in «Roma», Si è concesso troppo ai conservatori
inglesi, in «Roma», Gli errori che uccidono le nostre democrazie, in «Roma», È
una g uerra figlia della globalizzazione, in «Roma», La religione strumento di
pace per Francesco, in «Roma», Sicurezza e democrazia per battere la paura, in
«Roma», Burkini vietati, non è vera laicità, in «Roma», Subito un piano
nazionale di sicurezza degli edifici, in «Roma», Lo storicismo secondo Tessitore,
in «Corriere del Mezzogiorno», Il mondo di “Bella ciao”, la canzone della
libertà, il «Il Mattino» (ed. di Salerno), Ma Ciampi non fu solo un grande
europeista, in «Roma», Quell’inchino davanti al PCI, in «La Città», Obama e
l’agenda delle sfide globali, in «Roma», Amendola contro i populismi, in «Il
Mattino» (ed. di Salerno), Il pericolo del populsimo demagogico-qualunquista. A
proposito della crisi del socialismo europeo, in «Roma», Dialoghi sull’anima.
Insondabile mistero, il «Il Mattino» (ed. di Salerno), Scuola dimenticata,
tornano le proteste, in «Roma», Penalizzati le donne e i lavoratori
meridionali, in «Roma», Crisi e mutamento nel senso dell’umano, in «Roma»,
Quegli eroi di una scelta contrastata, in «Il Quotidiano del Sud»,
Presidenziali in Usa, scontro tra due mondi, in «Roma», Apocalittici o rassegnati,
ma c’è una terza via, in «Roma», Fine del l’esperimento del socialismo cubano?,
in «Roma», Personalizzazione politica nelle logiche di partito, in «Roma», Le
voci del secolo breve, in «Corriere del Mezzogiorno”, Responsabilità degli storici
nella vita civile, in «La Città», La politica torni giudice di se stessa, in
«Roma», Il corpo a corpo di Galasso con la storia, in «Corriere del
Mezzogiorno», Laurea Honoris Causa in
Scienze Pedagogiche. Lectio Magistralis. Il futuro della filosofia sta nel suo
passato, presentazione di A.Tommasetti, Laudatio: Sullo storicismo di G.
Cacciatore di F. Tessitore, Salerno, Università degli Studi di Salerno, L’esperienza
filosofica di Fulvio Tessitore in forma di dialogo. Intervista di Giuseppe
Cacciatore, a cura di S. Tarantino, in appendice la bibliografia degli scritti
a cura di F. Lomonaco, presentazione di M. De Dominicis, Napoli, Editoriale
Scientifica, Giuseppe Giarrizzo, Napoli, Società Nazionale di Scienze, Lettere
e Arti, “Profili e Ricordi” Ricostruzione, interpretazione, storicità. Ancora
sul rapporto tra psicoanalisi e storia, in «Research Trend in Humanties», IV,
Croce e Dilthey. Le due vie dello storicismo europeo, in C. Tuozzolo (a cura
di), Benedetto Croce. Riflessioni a 150 anni dalla nascita, Canterano (RM),
Aracne [anche in S. Di Bella, F. Rizzo Celona (a cura di), Croce e la modernità
tedesca, Roma, Aracne, In memoria di Italo Gallo, in «Rassegna Storica
Salernitana», Il sapere filosofico e la sua storia tra universalismo e
relativismo, in «Storiografia. Rivista annuale di storia», Roma, Fabrizio Serra
Editore, Dilthey e Humboldt. La fondazione filosofica dell’individualità e la
nascita della coscienza storica, in A. Carrano, E. Massimilla, F. Tessitore (a
cura di), Wilhelm von Humboldt, duecentocinquant’anni dopo. Incontri e
confronti, Quaderni dell’«Archivio di storia della cultura», n.s., vol. 7,
Napoli, Liguori, Tra etica dei principi ed etica pratica. I Frammenti di etica
di Benedetto Croce, in «Il Pensiero italiano», Divagazioni filosofiche (e non)
sulla felicità, in V. Caputo (a cura di), L’Io felice tra filosofia e
letteratura, Milano, Franco Angeli, Tacito e il tacitismo in Spagna, in
«Rocinante. Ri- 160 vista di filosofia iberica, iberoamericana e
interculturale», Meticciato, ibridazione, etica interculturale, in G. Magnano
San Lio, L. Ingaliso (a cura di), Alterità e cosmopolitismo nel pensiero
moderno e contemporaneo, Soveria Mannelli, Rubbettino, [anche in M. Longo, G. Miceli (a cura di), La
filosofia e la sua storia. Studi in onore di G. Piaia, Padova, Cleup, Gramsci
oggi. Tra marxismo critico ed etica della realizzazione dell’umano, in
«Infiniti Mondi», Note introduttive, in «Rassegna storica salernitana»,
Prefazione a G. Magnano San Lio, Per una filosofia dello storicismo. Studi su
Dilthey, Soveria Mannelli, Rubbettino, Non basta l’accoglienza senza vera
integrazione, in «Roma», Il futuro dell’America nell’addio di Obama, in «Roma»,
Come cambiano gli Usa nell’era del populismo, in «Roma», Olocausto, una eredità
da trasmettere ai giovani, in «Roma»,
Post, il prefisso che avvelena la democrazia, in «Il Mattino» (ed. di
Salerno), Le ambizioni di Renzi e il bene del paese, in «Roma», Tradizione
socialista: è in crisi profonda, in «Roma», Diritto all’obiezione e
all’autodeterminazione, in «Roma», La sinistra ora recuperi i valori espressi
dal voto del 4 dicembre, in «La Città», Edizione nazionale di Labriola, spunta
il testo su Spinoza, in «Corriere del Mezzogiorno», I nuovi schiavi del nostro
secolo, in «Roma», Magistrati e politica, un rapporto irrisolto, in «Roma»,
Cambio d’epoca. 1917 l’anno della rivoluzione, in «La Città», Rappresentante e
rappresentato, in «Roma», Ecco la nuova casa a sinistra del PD, in «Roma», Si
va verso la terza catastrofe mondiale, «Roma»,
Francia, una risposta per il futuro europeo, in «Roma», Legittima difesa, tante incongruenze, in
«Roma», Di che cosa sarà fatto il futuro? Emmanuel guardi alle ingiustizie, un
«La Città», Tragedia e sofferenze di un popolo, in «La Città», De Sanctis, zoom
su un maestro, in «Roma», I sette “grandi” e l’inutile incontro di Taormina, in
«Roma», Ma la vera sinistra rischia di scomparire, in «Roma», La reintroduzione
del sistema voucher, in «Roma», PD, è un
dualismo di difficile soluzione, in «Roma», Le tante responsabilità
dell’emergenza incendi, in «Roma», Migranti, sta fallendo lo spirito
comunitario, in «Roma», Rapporto da chiarire tra obbligo e libertà, in «Roma»,
Migranti, l’Europa tradisce se stessa, in «Roma», Multinazionali estere libere
di avvelenare, in «Roma», S. Matteo? Basta amenità, è culto storico, in «La
Città», Raggi come Pilato. Serve buon senso, in «Roma», Il mondo dei robot, è
l’era post-umana?, in «Roma», Gli abusi di potere di qualche magistrato, in
«Roma», I mitici anni 60 dei primi “nettuniani”, in «La Città», Spagna e
Catalogna sull’orlo del baratro, in «Roma», L’Università italiana non va
criminalizzata, in «Roma», Così il “giornalista” Gramsci rilegge gli eventi
della rivoluzione d’ottobre, in «La Città», Cosa si nasconde dietro la crisi
catalana, in «Roma», Democrazia italiana: è sempre più stanca, in «Roma», I
quattro populismi sula scena politica, in «Roma», Spagna, è a rischio il futuro
democratico, in «Roma», Che fine ha fatto la sinistra italiana?, in «Roma», Ma
dov’è finita la dignità umana?, in «Roma», Emergenza migranti, la sciagurata
decisione di affidarsi alla Libia, «La Città» [anche in «Roma» col titolo Le
ventisei migranti sepolte a Salerno]. 1700 – Quando ci dimentichiamo delle
nostre origini, in «Roma», Passioni e debolezze di Gramsci nell’originale
biografia di D’Orsi, in «La Città», Se patria e matria diventano contaminazione
virtuosa, in «La Città», 4 dicembre 2017 [anche in «Roma» col titolo Il duro
confronto tra Patria e Matria] Rinnovare la cultura politica per debellare i
neo fascismi, in «La Città», La svolta umanistica del biotestamento, in «La
Città», 18 dicembre 2017 [anche in «Roma» col titolo Biotestamento e dignità,
una rivoluzione culturale] La Catalogna vittoriosa non rilanci lo scontro, in
«La Città» [anche in «Roma», col titolo La questione catalana e i rischi per
l’Europa]. 1706 – Umanesimo. La linea analitica di Cacciari. Interrogativi
sulla crisi tra filologia e filosofia, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Acerca
de la génesis de los conceptos viquianos de ingenio y fantasía, in «Cuadernos
sobre Vico», In difesa della Carta Costituzionale, oggi come ieri, in «Infiniti
Mondi», Divagazioni sulla felicità, in P. Rumore (a cura di), Momenti di
felicità. Per Massimo Mori, Bologna, Il Mulino, Humboldt und Dilthey. Die
philosophische Begründung der Individualität und das Entstehen des
geschichtlichen Bewusstseins, in J. Trabant (hrsg.), Wilhelm von Humboldt:
Sprache, Dichtung, Geschichte, Paderborn, Wilhelm Fink Verlag, Etica e storia
in Ernst Troeltsch, in G. Cantillo, D. Conte, A. Donise, E. Massimilla (a cura
di), Ernst Troeltsch. Religione, etica, filosofia della storia, Quaderni
dell’«Archivio di storia della cultura», n.s., vol. 8, Napoli, Liguori,
Humanismus e Umanesimo, in «Archivio di storia della cultura», Sulla genesi dei
concetti vichiani di ingegno e fantasia, in «Bollettino del Centro di studi
vichiani», Pena di morte e letteratura. Una prospettiva storico-filosofica, in
«Logos», A. Labriola, I problemi della filosofia della storia, Recensioni, a
cura di G. Cacciatore e M. Martirano, Napoli, Bibliopolis, Premessa a G. Cirillo (a cura di) L’italia a
cento anni dalla grande guerra. Miti, interpretazioni, politiche industrali,
Fisciano (SA), Gutenberg Edizioni, Prefazione a S. Tarantino, Chiaroscuri della
ragio- 165 ne. Kant e le filosofe del Novecento. Napoli, Guida Editori,
Introduzione a L. Cicalese, A Nocera Superiore dal 1943 al 1946, Nocera
Superiore, PrintArt, La “vecchia” Costituzione che rianima la democrazia
stanca, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), La Costituzione merita una
riflessione storica, in «Roma», “Rubentus”, sperando nel gesto dell’ombrello,
in «Roma», La Segre e gli orrori di ieri, oggi e domani, in «Roma», Si alla
clonazione ma solo a fin di bene, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di
Salerno, col titolo La clonazione tra ragionevoli e catastrofisti, Attenti al
pericolo dei nuovi nazifascisti, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di
Salerno, col titolo L’Olocausto e la legge polacca. L’aggettivo che nasconde i
carnefici della porta accanto, La storia
e le rivoluzioni culturali e sociali, in «Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col
titolo Il Sessantotto delle libertà sospeso tra il silenzio e l’idillio della
retorica, Sacralità della vita e libertà di suicidio, in «Roma», [anche in «Il
Mattino», ed. di Salerno, col titolo La dignità della vita e i sentieri
interrotti della ragion politica,
Intanto cresce l’odio verso gli immigrati, in «Roma», 26 febbraio 2018
[anche in «Il Mattino», ed. di 166 Salerno, col titolo Fascismo e antifascismo:
le parole “vecchie” che nominano il nuovo, Restare ottimisti nonostante tutto,
in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Stare al mondo con
ottimismo nel grigio weekend, Quella scintilla viva nell’idea di socialismo, in
«Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, La coperta del socialismo che
contamina lo scandalo della modernità, I populismi, malattia senile della
democrazia, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Il
“possibile” dei partiti senza demonizzare i congiuntivi sbagliati, La
preoccupazione per i due populismi, in «Roma» [anche in «Il Mattino», ed. di
Salerno, col titolo L’aventinismo nullista travolto dall’onda populista,
Giornalismo d’inchiesta tra politica e informazione, in «Il Mattino», ed. di
Salerno, La razza non esiste, lo dice la scienza, in «Roma» [anche in «Il
Mattino», ed. di Salerno, Informazione digitale: uso improprio e illegale, in
«Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di
Salerno, Perché i diritti sono radice immutabile della sinistra, in «Il
Mattino», ed. di Salerno [anche in «Roma», Le istituzioni possono fermare un
altro declino. A proposito della chiusura della Libreria Internazionale, in «Il
Mattino», ed. di Salerno, Internazionale, patrimonio culturale della città, in
«YouCamp», Recuperare Marx senza totalitarismi, in «Roma» [anche in «Il
Mattino», ed. di Salerno, col titolo A che condizione non possiamo non dirci
marxisti, La strada stretta tra populisti e sovranisti, in «Il Mattino», ed. di
Salerno [anche in «Roma» col titolo L’ultima spiaggia: potere a Mattarella,
Fionda e cecchini. Il nuovo apartheid dei palestinesi, in «Il Mattino», ed. di
Salerno [anche in «Roma» col titolo Non resta che diventare cittadini
israeliani, Uno scontro istituzionale che non ha precedenti, in «Roma»,
Apprendisti stregoni contro la costituzione, in «Il Mattino» (ed. di Salerno),
La mutazione genetica del populismo tradizionale, in «Roma», La piazza
multiclassista e la sinistra incerta, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), Governo muto su diritti e lavoro, in «Roma» [anche
in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo La testa dura dei fatti e le
visioni innegabili, La sinistra sconfitta ma non ancora sepolta, in «Roma», 18
giugno 2018 [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Un nuovo
socialismo per la nuova sinistra, Ambiente e cervello: un dialogo continuo, in
“«Roma», [anche in «Il Mattino», ed. di Salerno, col titolo Tra anoressia dei
valori e bulimia dei consumi, Se la nostra Europa rinnega la vocazione
umanitaria, in «Il Mattino» (ed. di Salerno), La perdita d’influenza della
classe operaia, in «Roma», Guardiamo la
storia come “Magistra Vitae”, in «Roma», Immigrati, il razzista della porta
accanto, in «Roma», L’indifferenza convive con l’odio, dal giudice xenofobo a
Federica, in «La Città», Il mondo cattolico argine al razzismo, in «Roma», Sud
nel baratro. Governo assente, in «Roma», Renato Cangiano, l’anima del premio
Salvatore Valitutti, in «La Città», Basta proclami, ora servono i fatti, in
«Roma», La democrazia “sostituita” dai social, in «Roma», Dalla Chiesa
l’appello in difesa dell’ambiente, in «Roma»,
L’ignoranza “democratica” che genera i populismi, in «Il Mattino»,
[anche in «Roma» col titolo La storia è il sapere più vicino alla politica,
Amendola, le lettere della libertà, in «La Città», Bergoglio e la dura critica
al populismo dilagante, in «Roma», Verso la “dittatura della maggioranza”
[titolo originale del giornale: Verso una dittatura delle fake-news], in
«Roma», Perché i populisti odiano la storia, in «Roma», Scivoliamo verso il
baratro con gli apprendisti stregoni, in «Roma», Il nemico non è alle porte, ma
il pre-fascismo sì, in «Roma», Salerno e la sua storia, in «Cronache della
sera», Ecco come nascono i governi autoritari, in «Roma», Dalle veline fasciste
ai messaggi grillini, in «Roma», Dalle donne parta una rivolta civile, in
«Roma», I preoccupanti dati del rapporto Censis, in «Roma», Diritti umani
ancora calpestati nel mondo, in «Roma», Dilthey zwischen Universalismus und
Relativismus, in «Aoristo. Journal of Phenomenology, Hermeneutics and
Metaphysics», Etica e storia in Troeltsch, in «Aoristo. Journal of
Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics», “Mis” Vico, in «Cuadernos sobre
Vico», La lingua della Scienza Nuova di Vico. In dialogo con una inedita interpretazione
della lingua vichiana, in F. Cacciapuoti (a cura di), Il corpo dell’idea.
Immaginazione e linguaggio in Vico e Leopardi, Roma, Donzelli, Un appuntamento
mancato? Il carteggio AndersLukács in A. Meccariello, A. Infranca (a cura di),
Vie traverse. Lukács e Anders a confronto, Trieste, Asterios, Bloch e
l’alleanza tra diritto naturale e diritti umani, in «Infiniti Mondi», L’Europa nelle riflessioni di Benedetto Croce
e Thomas Mann, in Aa.Vv., Adotta un filosofo, pogetto di formazione rivolto
alle scuole superiori, Fondazione Campania dei Festival, Il marxismo di Antonio
Banfi, in «Critica Marxista», Bloch e l’utopia della Menschenwürde, in
«B@belonline», Storia filosofica o
storia storica della filosofia?, in «Iride», Weimar 100 anni dopo. Lezioni da
meditare, in «Historia Magistra», Recensione di F. Esposito, R. Guerriero, Il
capitano. La storia di Donato Vestuti, in «Rassegna Storica Salernitana», Rivolta
anti-Salvini, disobbedire è giusto, in «Roma», Sconfessare le promesse dei
nostri governanti, in «Roma», Così vogliono demolire la democrazia
parlamentare, in «Roma», Lelio Basso e quell’incontro mancato tra Marx e Kant,
in «Salerno Sera», Il giorno della
memoria e la nuova barbarie, in «Roma», Italiani abbindolati grazie alla paura,
in «Roma» [anche in «Salerno Sera», 4 febbraio 2019, col titolo Prigionieri
dell’istrionismo salviniano]. 1790 – La pietà verso i morti e i diritti dei
migranti, in «Roma», [anche in «Salerno Sera» col titolo Il volto salato dei
naufraghi] L’eutanasia del Sud, morte lenta
indotta, in «Roma» [anche in «Salerno Sera», col titolo Giù le mani dalla
Costituzione].L’attacco alla storia: rischia di scomparire, in «Roma» [anche in «Salerno Sera», col titolo Giù le
mani dalla storia] La “Città” e quei pirati sulla nave di Teseo, in «Salerno
Sera», [anche in «Roma» col titolo La truffa delle tre tavolette de “La Città”
di Salerno, Diseguaglianze e violenze, una svolta per le donne, in «Roma»,
[anche in «Salerno Sera» col titolo Non una di meno, Nuova Zelanda, l’orrore si
rinnova, in «Salerno Sera» [anche in «Roma», col titolo Abbassiamo a 14 anni il
diritto al voto, Ius soli, è solo un dovere, in «Salerno Sera» [anche in
«Roma», col titolo Populismo e sovranismo, una miscela pericolosa, No al
suprematismo neofascista, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Il
populismo italiano e la tragedia umanitartia, La letteratura e il senso del
viaggio, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo “Giornalisti
all’inferno”, romanzo sorprendente, Difendiamo la storia o si vendicherà, in
“«Roma» [anche in «Salerno Sera», col titolo La storia un bene comune, se
ignorata si vendica] La necessità storica dell’Europa, in «Salerno Sera» [anche
in «Roma», col titolo Un’Europa unita contro il nazionalismo] Per Roberto
Visconti, in «Le Cronache», Decreto sicurezza? È incostituzionale, in «Roma»
[anche in «Salerno Sera» col titolo La Costituzione non resti sulla carta, La
dittatura della Rete, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo La
dittatura informatica dei social network, Il Presidente Mattarella è l’ombrello
protettivo, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Meno male che
Mattarella c’è, L’ambiente, occasione persa per la sinistra, in «Roma» [anche
in «Salerno Sera» col titolo La sinistra si allei con i movimenti
ecologisti, L’eredità perduta della
classe operaia, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo La sinistra
riscopra la “fatica del lavoro”, La vergognosa politica antimeridionalista, in
«Roma», Attenti al populismo penale, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Populismo penale e
sequestro di persone, I testi Invalsi e la crisi del linguaggio pubblico, in
«Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo La scuola scivola sui testi Invalsi,
È un pianeta dominato dall’egoismo del potere, in «Roma» [anche in «Salerno
Sera» col titolo Fermiamo la catastrofe ecologica, Il Sud è all’ultima
spiaggia, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo Sud, serve un piano di
emergenza, Tutti uniti contro il pericolo sovranista, in «Salerno Sera» [anche
in «Roma» col titolo Il sussulto di orgoglio del premier Conte,
Amazzonia-Italia, così va in fumo il futuro, in «Salerno Sera» [anche in «Roma»
col titolo Il balletto PD-5Stelle mentre il mondo brucia, Il “nuovo umanesimo”
e l’insidia dei fondamentalismi, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo
L’umanesimo di Conte e i rifugiati in alto mare, Non basta aver messo Salvini
fuori gioco, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» Il governo giallorosso tiri
fuori il coraggio, Diritti umani universali e libera circolazione, in «Roma»,
16 settembre 2019 [anche in «Salerno Sera» col titolo Ma i diritti dell’uomo
sono ancora universali?, L’urlo di Greta e il silenzio assordante delle
istituzioni, in «Salerno Sera» [anche in «Roma» col titolo E il decreto
sull’ambiente ancora una volta rinviato, Se l’essere umano batte l’algoritmo,
in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Se l’algoritmo diventa rischio
per la democrazia, Il dramma dei curdi, un popolo senza, in «Roma» [anche in
«Salerno Sera» col titolo La tragedia dei curdi e l’ipocrisia dell’Europa,
Finalmente un disegno per la difesa della storia, in «Roma», 28 ottobre 2019
[anche in «Salerno Sera» col titolo Il ritorno della storia contro la civiltà
delle fake news, Ricordando la caduta del muro di Berlino, in «Roma» [anche in
«Salerno Sera», col titolo 30 anni fa la caduta del muro, ma l’Europa dov’è?,
Ora la classe operaia si scuota dal letargo, in «Salerno Sera» [anche in «Roma»
col titolo La lenta “dismissione” della lotta operaia, Quello delle sardine è
un mare promettente, in «Salerno Sera», 2 dicembre 2019 [anche in «Roma» col
titolo Le sardine e la polemica contro i populismi, Dai movimenti di piazza
un’inversione di tendenza, in «Roma» [anche in «Salerno Sera» col titolo Se le
classi più deboli invocano l’uomo forte,
La brexit e i doveri della sinistra europea, in «Salerno Sera» [anche in
«Roma» col titolo La classe operaia cambiata, lo sfruttamento invece no, Altri
tagli alla ricerca, ci vuole uno sciopero,in «Roma» [anche in «Salerno Sera»
col titolo Tagli alla ricerca, l’Italia sempre più povera, Sulla Pandemia.
Appunti di un filosofo in quarantena, Sant’Egidio del Monte Albino, Francesco
D’Amato, Cacciatore, M. Kaufmann, F. Lomonaco (hrsg.), Zwischen Sprache und
Geschichte. Vicos Methode beim Umgang mit Recht und Naturrecht, Berlin, Peter
Lang, Cacciatore, M. Sanna, A. Mascolo (a cura di), Le trame dell’ingegno. Vico
nell’orizzonte della cultura iberica e iberoamericana, «Rocinante. Rivista di
filosofia iberica, iberoamericana e interculturale», ISPF-CNR, Napoli, Diogene,
Giuseppe Capograssi e Pietro Piovani. Riflessioni sull’opera di due maestri,
Lettera ad un amico a guisa di introduzione di F. Tessitore, Napoli, Liguori
Editore, Der Zusammenhang zwischen der Universalität des Gesetzes und der
empirischen Geschichtlichkeit der Civitas in Vicos Begriff der Bürgerschaft, in
G. Cacciatore, M. Kaufmann, F. Lomonaco (hrsg.), Zwischen Sprache und
Geschichte. Vicos Methode beim Umgang mit Recht und Naturrecht, Berlin, Peter
Lang, Una “svolta” negli studi su Vico in Spagna. Note in margine all’opera di
José M. Sevilla Fernández, in G. Cacciatore, M. Sanna, A. Mascolo (a cura di),
Le trame dell’ingegno. Vico nell’orizzonte della cultura iberica e
iberoamericana, «Rocinante. Rivista di filosofia iberica, iberoamericana e
interculturale», ISPF-CNR, Napoli, Diogene, Pisacane. Risorgimento e questione
sociale, in L. Melillo (a cura di), La lezione di Carlo Pisacane, «Il Pozzo»,
Mito e storia in Vico, in P. De Lucia, S. Langella, M. Longo, F.L. Marcolungo,
L. Mauro, S. Zanardi (a cura di), Storiografia filosofica e storiografia
religiosa. Due punti di vista a confronto. Scritti in onore di Luciano Malusa,
Milano, Franco Angeli, Una nuova edizione de La Giovinezza di De Sanctis, in M.
Trotta (a cura di), Francesco De Sanctis tra storia e memoria. Sulla
Giovinezza, edizione critica di Giovanni Brancaccio, Milano, Biblion Edizioni,
“Meine” Vico, in A. Krause, D. Simmermacher (hrsg.), Denken und Handeln.
Festschrift für Matthias Kaufmann zum 65. Geburtstag, Berlin, Duncker &
Humblot, L’identità ritrovata, in L. Libero (a cura di), Cosa ci resta?
Ambiente, Risorse, Cultura, prefazione di T. Montanari, Salerno, Oèdipus
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e Europa senza voce, Habermas, la forza del pensiero, in «Il Quotidiano», ed.
di Salerno, Il proporzionale è più democratico, in «Roma» [anche in «Quotidiano
del Sud», ed. di Salerno, col titolo Proporzionale prima di tutto, Nell’anno
centenario una sinergia virtuosa tra stampa e Storia Patria, in «Quotidiano del
Sud», ed. di Salerno, Il 27 gennaio resti per sempre nella coscienza
collettiva, in «Salerno Sera» [anche in 178 «Roma» col titolo Comprendere è
impossibile, conoscere è necessario, Il diritto per la comprensione dei
processi storici e sociali, in «Salerno Sera», L’olocausto dimenticato e l’alleanza in
Turingia, in «Roma» [anche in «Il Quotidiano», ed. di Salerno, col titolo Le
democrazie, il lavoro e i rischi della libertà, Ambiguità del masaniellismo, in
«Il Quotidiano», ed. di Salerno [anche in «Roma» col titolo Il libro:
Masaniello e il masaniellismo, Serve un vaccino contro la paura, in «Roma» [anche
in «Il Quotidiano», ed. di Salerno, col titolo Il morbo è la paura, Stare uniti
per superare singoli interessi e paure, in «Roma» [anche in «Il Quotidiano»,
ed. di Salerno, col titolo Una task force europea per tutelare la salute,
Quando la fratellanza viene prima della libertà, in «Roma» [anche in «Il
Quotidiano», ed. di Salerno, col titolo Sì a barriere protettive pur di
bloccare il virus, Non violiamo la dignità dell’essere umano, in «Roma», Il valore insostituibile delle persone
anziane, in «Roma», Qualche filosofo
parla di invenzione ma sbaglia, in «Roma», Masullo, il filosofo che amava
confrontarsi, in «Roma», “Prudenza” e “buon senso” negli attacchi al governo,
in «Roma», La drammatica ricaduta sulla occupazione, in «Roma», Liberi di
circolare ma con prudenza, in «Roma», Virus: ancora sui più indifesi: gli
ultrasessantenni, in «Roma», La vita di ogni uomo ha la medesima dignità, in
«Roma», Una miope politica per l’occupazione, in «Roma», Dopo la fratellanza
arrivano i nuovi caini, in «Roma», Mondragone, si rischia uno scontro
esplosivo, in «Roma», La pandemia e il crollo del tasso di natalità, in «Roma»,
Il “massacro sociale” è stato quasi compiuto, in «Roma», Unione europea:
rinvio? È un colpo mortale, in «Roma», L’Europa sta a guardare la dittatura di
Erdogan, in «Roma», 27 luglio, 2020. 1882 – Libertà non significa fare ammalare
gli altri, in «Roma», Abbiamo il diritto di difendere la vita, in «Roma»,
Amarante e la necessità della storia, in «La Città», I pericoli del Sì al
Referendum, in «Roma», Confindustria e Sindacati un conflitto che preoccupa, in
«Roma», Il Sud, nuovo motore per la ripresa del Paese, in «Roma»,
L’indignazione di Saviano sull’attuale politica del PD, in «Roma», Costruire
un’unione europea della salute, in «Roma», Migranti, è inaccettabile la
solidarietà solo per i rimpatri, in «Roma», 28 settembre 2020. 180 1891 –
Misure immediate contro gli irresponsabili, in «Roma», Bergoglio alla
fraternità aggiunge l’amicizia sociale, in «Roma», I giovani e il concetto di
responsabilità, in «Roma», Salute ed economia in conflitto, in «Roma», Il
concetto di libertà non significa arbitrio, in «Roma», Joe Biden, uniti contro
pandemia e razzismo, in «Roma», La sconcertante discrasia tra potere centrale e
locale, in «Roma», Il difficile compito del Presidente Biden, in «Roma». PER
L’INAUGURAZIONE DELLA STATUA COLOSSALE DI NAPOLEONE I, OPERA
DI CANOVA IN MILANO. CARCANO MILANO COI TIPI DI LUIGI DI
GIACOMO PIROLA. ] tira costume di andar cercando nelle vicissitudini di
antichi imperi, in lontane epoche della storia, i solenni
ammonimenti della verità e i riscontri de’ fatti sociali che manifestano
F invincibile potere della volontà umana, o lasciano indovinare il
misterioso cammino delle nazioni. Que’grandi esempj furono raccolti e
magnificati in mille volumi, ascoltati nelle scuole, con quell’entusiasmo
eh 1 è il convincimento de 1 cuori giovani e forti. Noi pure li udimmo
raccontare, noi pure abbiamo palpitato a queste ricordanze di gloria, di
senno antico, a quelle gigantesche contese dell’oppressione colla libertà, di
cui non credevamo potersi più rinnovare l’esempio. Ma qual vi fu mai, ne’
libri della storia, più grande, più maraviglioso spettacolo di quello a
cui le nostre generazioni furono presenti, nella parte di secolo
che hanno percorsa? Una rivoluzione, lenta opera di secoli, e che
attraverso a tanti inciampi, in mezzo alle rovine da essa lasciate , non
è stanca della sua via, aveva diffuso F ardente suo soffio sul
mondo: in Francia, alla guerra civile, che si era spenta nel sangue,
succedeva la guerra contro tutta Europa: era la lotta suprema della
società nuova contro l’antica. A que 1 giorni , uscito da un 1 isola
oscura un oscuro predestinato mette il piede in terra di Francia , in quella
terra che ben presto deve parer troppa angusta al cammino delle sue
schiere, al desiderio della sua grand’anima. Egli viene; in poco tempo
signoreggia l’Europa, ricompone questo mare agitato da tante tempeste, questi
elementi della vita sociale confusi tra loro in una guerra feroce; e getta
sovra un nuovo sentiero le nazioni, di cui vuol essere F arbitro e la
guida. Passano pochi anni, i più gloriosi del secolo; ed ecco, in
mezzo a immortali vittorie e a sventure immortali, quell’uomo tocca il
termine del suo cammino; e dispare nel carcere e nell’esilio, lasciando
la terra d’Europa feconda dei germi dell’avvenire. Così un gran fiume, così
quel Nilo dalle ignote sorgenti, che un giorno gli aveva obbedito,
finisce nel mare, dopo aver deposti tesori di fecondità nelle campagne attraversate
dalle vaste sue acque. Dall’esilio, invece, e dal carcere, colF eterna
giovinezza del genio, con gli stessi suoi concepimenti, con la sua
anima stessa — dopo il giro di pochi lustri, in cui l’Europa tentò
invano di ricomporsi ne’ vecchi ordini e in nuove libertà — ecco che, per
mirabile mutamento di fortuna, vediamo comparire l’erede de’pensieri e
de’propositi di quell’uomo. Fu come una di quelle comete che s’accostano
alla terra, poi ne vanno perdute nelle regioni dell’atmosfera: dopo lunga
stagione esse ritornano; la moltitudine vede in loro delle nuove
viaggiatrici del cielo, ma il sapiente le riconosce e sa che sono le
stesse, già da lui salutate e che ricompajono sull’orizzonte, belle
d’eterno splendore. Ed ora, perchè siamo qui a contemplare un miracolo
dell’arte nostra che ricorda quel Grande? I posteri hanno data l’ardua
sentenza? Questa gloria fu vera? Sì — la gloria fu vera ! Napoleone è
stato iniziatore d’ un grande principio — il diritto della nazione; quel
diritto per cui abbiamo, oggi, un re ch’è nostro, e nostri sono questi
soldati che custodiscono le mura e i sacri campi della patria. E questi
altri valorosi, che insieme coi nostri hanno combattuto le
fraterne battaglie dell’indipendenza e sparso il sangue per
l’Italia, sono testimonj che noi pure siamo degni di avere una
patria, che per essa abbiamo saputo morire e vincere. Lasciate che
ora io rammenti per che vie da lui procedesse questo gran fatto dell’italica
nazione risorgente. L'uragano rivoluzionario, al finir dell’altro secolo,
disperdendo i principi italiani, aveva costretto ad allontanarsi
dalle Alpi quello che n’era stato il più antico e vigile custode : e
così, in quel momento, l’arbitro delle nostre sorti, solo all’opera della
rigenerazione di questo paese, non fece che gettare i fondamenti di un regno
italiano. E fu in quegli anni che , resi a noi stessi , parve che
risorgessimo a vita tutta nuova: benché il fanatismo e 1’astio di quelli
che sconfessano il bene, perchè da loro non è proceduto , siansi sforzati di
mostrare che quell’epoca corresse per una brutta via di servitù, di
licenza e di tirannide. Non ci era dato il più sacro dei diritti, la
libertà civile e politica, e da lontano centro doveva giungere fino a noi il
cenno imperiale: ma nostri erano i giudici, i savj del corpo legislatore,
i consultori dello stato; e avevamo fiorenti scuole cittadine e militari,
e stupende alpine vie, e ponti e canali, e quanto più muniva la difesa e
la sicurezza interna dello stato; raccolte in un solo codice le leggi,
fondato un sistema ipotecario, e misure e monete eguali; diffusa e fatta — come
dev’essere — un beneficio popolare, l’istruzione; e gl’ingegni sovrani
nella scienza e nell'arte cercati, venerati; e sacri i nomi di Oriani, di
Volta, dì Spallanzani, di Scarpa; e, più che tutto, avevamo una milizia
nostra , che in breve doveva levare a tanta altezza il nome e il valore
de’ nostri soldati; di quei soldati che più di una volta seguirono i
passi dell'Eroe ne’ campi della Germania, contro a stirpi da loro detestate:
poiché a Lui medesimo, sospinto dall’ardente genio del mezzodì contro la
lunga oppressione delle razze settentrionali, pareva ribollissero in
fondo al cuore le antipatie del SUO SANGUE LATINO. Ma, per la seconda
volta, contro al nuovo Impero d’ Occidente, rifluiva la vasta marea del mondo
barbarico: il rancore de’ vinti seppe affrettare il giorno di una terribile
riscossa. E, sciolto tutto quel fascio di forze eh’ egli solo aveva saputo
stringere in sua mano, sembrò dissiparsi, come un ampio miraggio, quel mondo
creato da lui. Compiuta questa gran vendetta dei re, quasi ogni gente
di Europa poteva almeno riposarsi nella propria nazionalità: a noi
italiani non rimase che la oppressione, e con essa la memoria di quel regno d’Italia,
risorto dopo mille anni per così breve tempo; la memoria di quella parola
nuova e feconda, di quegli anni gloriosi e non perituri. E ben lo
sapevano gli antichi dominatori, qui ritornali a ribadire la nostra
catena: essi, con la paura nell’ animo, proibivano perfino le
imagini dell’ Uomo Fatale: ma come, in ogni casolare di Francia, il
soldato, tornato lavoratore, venerava quella' sembianza; qui da noi, gli
ultimi véliti , compagni di tante sue battaglie, andavano narrando quei fatti
con mesto orgoglio. Poi a poco a poco codesti testimonj d’ una grandezza
caduta si diradarono; quelle imprese divennero come una leggenda, una
storia tanto grande da non parer più vera a genti che cominciavano
ad infiacchirsi nella pace. E così , la virtù di un’ idea , come
un’ eco che si perde, andava a morire. Morire?., la vita, l’anima d’ un
popolo non ponno morire: esse languono spossate , ma poi si risvegliano e
risorgono. Questa necessità di una patria trapassava da un avanzo
d’eroi dispersi a una generazione di giovani, i quali crescevano amando e
aspirando a una libertà da loro non provala. E fu tra que’ giovani , soldati e
màrtiri del pensiero nazionale, che ricomparve ben presto queir istesso
nome che i monarchi avevano creduto di poter cancellare, col paragrafo
d'un trattato, dalla mente d’Europa. D’ allora in poi, uno spirito
ravvivalore si diffuse per tutta la penisola. Come il navigante che, in
oceani lontani, ha fede di giungere a una terra conosciuta, ma non sa il
giorno nè l’ora; un solo principe italiano vegliava al piede dell’ Alpi
, attento a quello spirilo , e ascoltandone la gran voce , non per
soffocarla ma per intenderla. E il giorno e F ora, eli’ egli
aspettava, vennero finalmente. Se non che, nelle battaglie dei popoli ,
coloro che fanno il primo impeto contro la possa nemica si consacrano da
sè stessi alla morte. Così egli cadde: così, dopo dieci anni, lun-
ghi al servaggio, brevi alla speranza, uscì dall’ animo del tìglio suo il
grido della nuova guerra; mentre, salito al sommo del potere, 1’ erede del
primo Napoleone gli stendeva la mano ajutatrice. Qui , dalle
mura di Milano , il giorno della liberazione , quest’ uomo che sente di
comprendere i suoi tempi , annun- zia un diritto nuovo all’Europa
attonita, prima ch’ella osi di interrompere col bisbiglio d’una gelosa
diplomazia il corso di quelle vittorie , che in noi destarono un
entusiasmo non ancora spento. È un monarca che confessa il diritto dei
popoli, apertamente, altamente, con parole che non si dovranno più
cancellare. E quand’ egli le scrisse, là sul campo sanguinoso di Magenta ,
sapeva bene che queste parole risponde- vano all’idea divinatrice e
profonda del suo grande antecessore; a quell’affetto che, in Sant’Elena, gli
faceva rimpian- gere di non aver pensato di più all’ Italia, di non
averla resa libera e forte e signora di sè medesima. E nella solennità
di questo giorno , al cospetto di questa statua del Vincitore
d’Europa che trionfa ancora, dopo essere stata nove lustri inonoratamente
sepolta ne’recinti sotterranei di codesto mu- seo dell’ arti nostre —
sacrilegio consumato dalla stoltezza e dalla paura — in oggi, dico, parmi
che quel memorabile suo desiderio per l’Italia riceva alfine
adempimento. A buon dritto, in mezzo alle sue vittorie, il Conquistatore,
che tanto in sè ritraeva dell’antico, trovò un artefice degno de’
migliori tempi di Grecia che lo seppe effigiare. Al severo volgere del
capo, si scorge l’imperioso profilo dell’eroe, improntato di quella fermezza
pensosa, di quella volontà possente che gli fecero eseguire tanti grandi cose.
Nella perfetta proporzione delle membra, ne’ loro robusti contorni, lo
scultore, io credo, volle rendere quell’ ideale che rappresenta,
nell’armonia della forma, l’unità delle forze umane. Sul globo. che tiene
in una mano, sta la Vittoria alata, divenuta ora simbolo verace d’ un
altro potere; di quell’influenza morale cercata con orgoglio, che può
regnare ancora sul mondo, e regnarvi col nome di un Bonaparte. Nella sua
vita e nei trionfi, egli ottenne l’omaggio di re paurosi, le
adulazioni degli scienziati, il plauso delle moltitudini; ebbe onori
quasi divini , che talvolta lo inebbriarono : ma, forse , i due
omaggi più puri gli vennero da quest’ITALIA; dalla voce del poeta
che pianse sul suo sepolcro, e dall' opera sublime dello scultore
che, effigiandolo, ardiva di consigliarlo, e in segreto sperava eli’ egli
desse la libertà alla sua patria. Questo capolavoro giacque a lungo
celato, quasiché il suo aspetto fosse bastante a risvegliare una nazione.
Poi, per simulata noncuranza d’ una gloria impossibile a rinascere , ne
era concessa la pubblica mostra per decreto di regnante straniero, qui dove
prima s’era tentato di tòr via ogni orma del Grande, mutando fino il nome
dell’Arco trionfale a lui dedicato e le imagini vittoriose che dovevano
coronarlo. Ma il vanto d’ inaugurare questo così nobile
monumento doveva essere serbato al solo re italiano che diede sé
stesso per la comune patria, e eh’ è degno di continuar le tradizioni
di quel nome e di quegli avvenimenti. Esso ci mostrò come si combatte e
si vince, ci pose in mano le armi, e i nostri fratelli fece suoi compagni
di guerra, e farà de’ figli nostri tanti cittadini e soldati. E quando
inostri figli qui ritorneranno, questa statua e la ricordanza del giorno in cui
prima comparve, e del re che la volle innalzata, richiameranno la vita
civile iniziata per noi dal primo Napoleone, l’alleanza e il generoso
soccorso che l’altro Napoleone recò all’Italia; sicché ne venne dato di stringere
quella spada che deve compiere la nostra redenzione dallo
straniero. Nè alcuno oserà più di toccare il monumento; vi stanno a
custodia, per serbarlo inviolabile, l’Arte, la Patria, e la Riconoscenza degl’italiani. A
nome di Bonaparte primo Console, fu il Canova invitato da Roma a Parigi,
e con molto onore e affetto ricevuto nel castello di Saint-Cloud dal
grande eroe che vi teneva stanza. Fu allora che lo scultore italiano ebbe da
Bonaparte medesimo l’incarico di fargli la sua statua; e la modellò in
cinque giorni, con dimensione alquanto gigantesca. Mentre lo scultore era
occupato al lavoro, l’eroe ora leggeva, or gli ragionava di cose
politiche: e l’ardente amore di patria e la schietta franchezza delle
parole dell’artista andarono cosi a verso del primo Console, che parve
grandemente compiacersi di trattarlo con una famigliarità non usata con
nessun altro, e di cui tutti si mostrarono gelosi. Di codesti particolari
lasciò ricordo lo stesso Canova in alcuni suoi manoscritti: e i colloquii
di lui con Bonaparte, durante l’Impero, quando ritornò a Parigi ove
l’Imperatore desiderava ch’egli stabilisse la sua fìssa dimora, non sono di
scarsa importanza; giacche, in quell’ abbandono d’amichevoli discorsi,
Napoleone — come altri ebbe a notare — rivelò sè medesimo, più che no T
facciano tanti suoi atti politici fin qui pubblicati. E fu in que’giorni
che, da Napoleone richiesto del perchè non avesse fatta la sua statua
colossale vestita, lo scultore rispose « Nemmeno Dio avrebbe potuto far
cosa bella , se avesse voluto ritraevi, Sire, cosi vestito coi calzoni e gli
stivali alla francese. Noi, come in tutte l’altre belle arti, abbiamo il
nostro linguaggio sublime, e il linguaggio dello statuario è IL NUDO.
(Vedi Missirini, vita di Canova: Cicognara, storia della scultura; e
Artaud, Histoire d’Italie). Nel catalogo cronologico delle opere di
Canova, pubblicato da Cicognara è ricordata questa statua colossale di
Napoleone, alta sedici palmi romani , in marmo di prima specie. Il
colosso venne spedito a Parigi; e di là poi passò in Inghilterra, per
dono fattone dal re Luigi XVIII al duca di Wellington, a quel che si crede:
di poi ne fece acquisto lo stesso governo britannico, come osserva
Cicognara. Per disposizione del principe Eugenio, viceré d’Italia, il ministro Alquier,
ambasciadore di Francia a Roma, COMMISE A CANOVA UNA COPIA ESATTA IN BRONZO della
stessa statua colossale; pattuendo il prezzo di cinquemila luigi. Fu lo
stesso viceré che ordinò che la statua, fusa per opera di Francesco e
Luigi Righetti, fosse innalzata in Milano, in conveniente luogo: per il che, il
ministro dell’ interno, Vaccari, fece invito al senatore Castiglioni,
presidente dell’Accademia di belle arti, di proporre il luogo e un
disegno del piedestallo. Quando arriva a Milano l’ opera di Canova, ne fu
ingiunto il pagamento sul tesoro del regno; e, quale essa stava
incassata, venne messa a giacere in un angolo del portico del palazzo
delle scienze: i membri dell’accademia, interrogati poi sul luogo più
adatto ad innalzarvi la statua, suggerirono o la piazza del duomo, o
quella detta in allora del Tagliamelo - piazza Fontana - ovvero il nicchione
dell’ antica piazza de’Tribunali, dove altre volte era la statua di
Filippo II. In codesta divergenza di proposte, il vice-ré dispose che fosse
provvisoriamente collocata nel secondo cortile del palazzo del Senato.
Ma, ritardato l’adempimento di quest’ordine, il cavaliere Zanoja, allora
presidente dell’Accademia, ottenne che fosse interinalmente deposta nella
sala delle antichità: e sono a notarsi il motivo e il tempo del trasporto cosi
ordinato; che gli scolari, cioè, non avessero a recarle guasto, e che il
trasporto si facesse in ore di scuole non frequentate. Caduto Napoleone I,
l’ammirabile opera dello scultore italiano disparve ne’sotterranei
dell’Accademia milanese; e vi stette finché l’Imperatore d’Austria, durante il
suo soggiorno in Milano, ordina che per quella statua venisse sùbito
eretto un conveniente piedestallo, a spese dello stato, e che sovr’ esso
la si collocasse poi ne’ pubblici giardini di questa capitale. Fu uno degli
ultimi decreti dati dal regnante austriaco in que’ giorni a Milano; e
nuovo tema di compro encomio a’ giornali ufficiali. Ma il monumento, il quale —
per le cose che ci parve non inopportuno di ricordare — deve risguardarsi
come una nobilissima proprietà dello stato, non doveva sorgere qui se non
quando potesse essere restituito il nome di patria e di regno libero a
questa nostra eletta parte d’Italia. Giuseppe Cacciatore. Keywords: gl’eroi di
Vico – filosofia italica -- Vico, Croce, Labriola, Bruno, dallo storicismo allo
storicismo, linceo, centro di studii vichiani, nudita eroica --. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Cacciatore” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Caffarelli: l’implicatura
conversazionale estetica – synaesthesia
-- consentimento – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Faenza). Filosofo italiano. Grice: “You’ve gotta love Caffarelli; he
philosophised on all that I’m interested in, notably “il bello,” whih he relates
to art, communication, love – and the rest of it!” Figlio di Colombo ed Edvige
Regoli, e una figura singolare nel panorama culturale faentino della prima metà
del Novecento. Frequenta la Scuola di musica di Faenza ed il Liceo musicale di
Bologna, dove consegue il diploma di composizione. Direttore della Scuola di
musica e autore dei poemi scenici "Galeotus" e "Kisa
Gotami". Gli anni tra la fine del
secolo e lo scoppio del primo conflitto mondiale sono un periodo di intensa e
tormentata ricerca interiore, caratterizzata dall'allontanamento dalle credenze
religiose tradizionali. Gli esiti mistico-esoterici della sua ricerca
accentuarono progressivamente il suo isolamento e la sua solitudine. In ambito
locale ebbe stretti rapporti con i cattolici "autonomisti" della Lega
democratica nazionale murriana e postmurriana, collaborando a diverse
iniziative pubblicistiche quali l'Azione di Donati e Cacciaguerra, la «Rivista
bibliografica», «La Rivolta ideale». Partecipa
al concorso della Casa Sonzogno di Milano per opere liriche da far
rappresentare Teatro alla Scala con un lavoro dal titolo Galeotus, " poema
scenico in 4 azioni per la musica", grazie al quale acquisì una discreta
fama presso il panorama musicale italiano
Si avvicina agli ideali antroposofici di Steiner, diventando uno dei
primi e principali esponenti di questa corrente in Italia. La sua piena
adesione alla dottrina steineriana trova espressione ne "L'arte nel mondo
spirituale”, vero e proprio manifesto di un'estetica antroposofica. Di analoga
ispirazione furono il poema musicale "Adonie" e il dramma "Ikhunaton". Molto
attento alle rinnovazioni culturali della sua epoca, collabora con Pratella, e
partecipa alle attività del Cenacolo Baccarini dove conobbe Campana. Organista
presso la cattedrale di Faenza. Oltre alla sua attività musicale si segnalano
anche traduzioni dal tedesco e saggi filosofici. Volle donare il suo archivio e
la sua biblioteca alla Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza che li
conserva tuttora. Il Comune di Faenza acquisì il fondo. La loro acquisizione
completa avvenne anche grazie alla volontà di Silvestrini, dell'associazione
faentina Amici dell'arte. Testimonianze coeve parlano di "una decina fra
bauli e casse pieni di manoscritti che si trovano in un disordine
impressionante". A tale donazione si aggiunse anche il pianoforte
utilizzato da Caffarelli, tuttora conservato presso la biblioteca. Partendo dalla antroposofia musicale sviluppa
un sistema armonico comprendente la tavolozza dei dodici suoni della scala
cromatica e che egli chiama sistema dodecamorfo, secondo il quale la musica
deve divenire immagine e manifestazione traendo le sue fonti in una sfera
spirituale. Così egli afferma nel saggio L'arte nel mondo spirituale. La musica
non e una esteriore costruzione di un tema piacevole ma intreccio di suoni-forze,
rapporti di suoni-forme, ricami di suoni-movimenti-archetipi. Tende a crear
forme espansive, delle quali il nucleo germinale è suono archetipo. Così
prosegue nel suo Saggio sull'Armonia sintetica. In questo senso è possibile
considerare il ciclo epta-fonico accordale come il generatore del susseguente
ciclo ultra-epta-fonico, precisamente come la gamma epta-fonica diatonica
genera il ciclo cromatico, e perché l'analogia sia piena, come la gamma dia-tonica
di sette suoni ne genera altri cinque cromatici, così il ciclo epta-fonico
accordale genera altri cinque accordi ultra-eptafonici e cromatici, che sono la
sua completa espansione materiale. L'accostamento che noi facciamo di queste
profonde parole al mondo armonico non è arbitrario e fantastico, ma implicito
nella natura stessa delle cose. E di nuova purissima luce illumina il mondo
armonico, e svela così nuovi rapporti e nuove possibilità, che il mondo dei
suoni ci appare essere un sistema, come un universo di suoni, che nella
generazione e nella vita ri-specchia fedelmente le leggi cosmiche e le
manifesta come vita sonora. Musica Messa in Mib per cori virili a tre voci ed
organo, Galeotus. Silfo: commento musicale per orchestra al poemetto in prosa
di Arturo Onofri. Le anime orfane: canto per violoncello e pianoforte. Triodia
seconda. L' arte nel mondo spirituale: tre saggi come introduzione a una
conoscenza spirituale-cosmica dell'arte (Montanari, Faenza). Saggio
sull'Armonia Sintetica. Doppia generazione delle armonie. L'armonia come
co-espressione Disegno storico sulla
evoluzione della Sonata, Il segreto di Boito. Gli orizzonti esoterici
dell'arte. Beethoven e la Gioia (in "I nostri quaderni. Esoterismo e fascismo. Il movimento
antroposofico italiano durante il regime fascista, in Esoterismo e Fascismo. Un
enigma esistenziale. Accepting an invitation to say something upon this
subject, I am assured I may speak freely, without any fear of being
mis- understood by my American readers. This assurance is based
upon the fact that in the United States there is no Established Ohurch.
Unfortunately the basis of the assurance is too narrow for all its
issues. Not only are there in England " political dis- senters,"
there are also "religious nonconformists." The latter are not
necessarily the former, nor are the former necessarily the latter, though
it is only fair to state that there are many who might be called
politico-religious dissenters. In order to make this distribution of classes
clear to American readers, it should be stated that the religious
non-conformists in particular do not necessarily make a vital question of
Ohurch establishment. They object to the doctrines, creed, ceremonies,
and sacerdotal profes- sions of the Episcopal Ohurch. Were that church
disestablished to-morrow, religious non-conformity would still entertain
its objections to Anglicanism as defined and insisted upon in the
Book of Oommon Prayer. Religious non-conformists look upon that book as a
compromise between popery and Protestantism ; they have carefully
considered all the comments which have been made upon doubtful words, and
they have given due value to the pleadings of men who, being nominally
stanch Protestants, have yet given their " unfeigned assent and
consent" to the doctrines in the Book of Common Prayer ; yet, having
done so they feel that the plain and natural interpretation of the words
of the latter lead to the conclusion that the Prayer Book is distinctly
more papal than Protestant. There are many religious non-conformists in
England who look upon the hierarchy as entirely inconsistent with
the simplicity of the conception of the Christian Ohurch which is
given in the New Testament. They are unable to accept all the pompous and
regal titles which are claimed by the clergy of various degrees; they are
overwhelmed by such distinctions as, "Most Eeverend,"
"Eight Reverend Father," "Very Eeverend," "Eight
Eeverend Lord Bishop " of London or Winchester ; feeling that such designations
are inconsistent, as I have said, with the sim- plicity of apostolic
spirit and custom. Then again, religious non- conformists are strongly
antagonistic to the sacerdotal claims which are not illogically set up by
many of the English clergy. Not a few clergymen in England insist that
they alone have received valid and authoritative ordination, and under
this im- pression they reject the claims of the entire
non-conformist ministry to be regarded as in any sense divinely
sanctioned. The clergy now more particularly in view are not unwilling to
be friendly with dissenting ministers in a non-professional capacity
; on the contrary, the personal and social manners of such clergy-
men are often distinguished by the highest consideration and courtesy ;
but let a dissenting minister suggest that even one of the least
sacerdotal clergymen should occupy a non-conformist pulpit, and conduct a
non-conformist service of the simplest and least pretending kind, and the
clergyman will fly off as if he had been stung by fire. The clergyman has
what he calls a " professional conscience " or an "
ecclesiastical conscience ;" in the keeping of this self-created
conscience in his relation toward dissenters he is most fastidious,
whilst many dissenters wonder how he can accommodate that same
discriminating conscience to not a few of the things plainly insisted
upon in the Book of Common Prayer. Eeligious non-conformists, not a few, are
unable to accept the Thirty-nine Articles of the Church of England as
they should be grammatically construed. Others of them think they
find in the Book of Common Prayer the doctrine of regeneration by
baptism. Others, again, are quite unable to accept the Burial Service,
because it seems to make no discrimination between those who died in
known sin and those who died as professed believers in the Lord Jesus
Christ; the Prayer Book looks upon them all as men whose resurrection to
Eternal Life is assured and undisputed. Whether religious non-conformists
are right in all their interpre- tations and inferences is not the
immediate question before me ; it is enough to state as a matter of fact
that such interpretations and inferences do keep out of the Church of
England many who have not finally made up their minds upon the political
question of Church Establishment. On the other hand there are great
numbers in England who are, in the clearest sense of the term, "
political dissenters." The term has often been used as a stigma, and
it has been accepted as such by those to whom it has been applied. The
stigma, however, has not been regarded as an argument, nor has it, in the
slightest degree, mitigated the hostility which is entertained by
those who believe that the State ought not to be called upon to
main- tain any form of religion. Amongst the political dissenters
are found not a few really earnest Christian men whose political
oppo- sition is stimulated by their simple and ardent piety.
Speaking of the religio-political dissenter, I may say that he starts his
argu- ment from a distinct conception (right or wrong) which he has
formed of the nature and scope of the Christian Church. He says in effect
: The Ohurchof Christ is a spiritual institution : the object of that
Church is the conversion and salvation of man. Its conse- quent purpose'
or duty is the spiritual education and edification of souls : it proceeds
upon a recognition of the supremacy and sover- eignty of the individual
conscience : under these circumstances it is not only absurd, but profane
for the State — necessarily a com- plex body — ^representing all
varieties of religious opinion and cer- tainly representing many who are
unbelievers in Christian doctrine — to attempt, in any form, or in any
degree, to rule a distinctively spiritual institution. Eeligious
dissenters have been shocked by the idea that Papists, Jews, Infidels,
and Agnostics, should have any official part or lot in deciding affairs
which belong to the Protestant branch of the Church of Christ. They are
fully aware of all the interpretations and glosses which have been put
upon this action, yet, in this case, as in the other, after giving full
considera- tion to them, they cannot but feel that the Christian Church
is tainted by the touch — however guarded and even generous — of an
unchristian hand. The time was when payment was demanded from dissenters,
as from others, in support of the Established Church of England. That
time has gone by, but no credit is due to the Church itself for its
expiration. For many years a desperate battle was fought about this
question of church rates, and the battle ended in what may be regarded,
without offense, as a vic- tory on the non-conformist side. I allude to this
fact, because it is often said that surely the Church, which has given up
its claim to this species of taxation, has a right to believe and
to teach and to propagate whatever it may believe to be true.
In this contention there is an obvious sophism ; any voluntary body
of Christians may logically elect to stand upon this ground and its claim
cannot be j ustly or successfully disputed. But an Established church is
not a voluntary body ; it distinctly and perhaps proudly claims to be a
national corporation ; it uses the national name ; its designation is
nationally inclusive ; every man, therefore, in the nation has a right to
protest against what he may believe to be a misuse of his name. In theory
the Church of England claims every Englishman as a member. As a matter of
fact, probably one-half of the English population should be reckoned
as wholly outside the establishment ; — some because of distinct
con- scientious conviction ; some because of simple religious
hostility, and others on the ground of religious indifference; yet, still
as a matter of mere statistics, there remains the fact that fully
one-half of the inhabitants of England are not included in what is
called the National Church. Is not this, then, plainly a contradic-
tion in terms ? Ought a church to claim to be the whole, when it is
obviously only a part ? Would the Church be content with non-conformists
who describe England as a non-conformist nation ? Yet, in view of facts
of the most obvious and sugges- tive kind the Church goes on calmly
claiming to be the Church of the Nation, the Church of the whole people,
and in so arrogantly ignoring facts it can hardly be wondered at that
non- conformists should answer the arrogant claim with resentment
not always, perhaps, well controlled or happily expressed. The
social influence of the Established Church in England is often very
insidious and very baleful. Dissenters, though osten- sibly recognized,
often have to explain and almost to apologize for their existence. The
ignorance of the common run of Church people respecting non-conformists
and non-conformity is simply astounding. That there are Church of England
dignitaries and others who are perfectly conversant with the whole
history of non- conformity is, of course, indisputable ; but, speaking of
the aver- age Churchman, I should say that his knowledge of English
dis- sent is of the barest possible kind. A very zealous member of
the Established Church once took up a Congregational Hymn-book in
my study, and having perused it a few minutes exclaimed with unfeigned
astonishment: " Why, I see here several of our hymns !" The
hymns in question were the compositions of James Montgomery, Charles Wesley,
Isaac "Watts, and Phillip Doddridge, yet the hymns of these historical
non-conformists were quietly assumed to be " Our hymns" in the
sense of the Established Church ! This incident, trivial enough in
itself, is quoted as indicative of an amount of ignorance which would be
simply incredible to an enlightened American reader. Even where
dissenters are tolerated they are seldom really understood by English
Churchmen. It is next to impossible to get out of the mind of the English
Church- man the impression that the dissenter is secretly bant upon
robbing the Established Church. The Churchman feels convinced that if the
dissenter could only possess himself of the endowments of the Church he
would be quite satisfied. The Churchman may be argued down upon every
point and may be put to the very humiliation of silence by logic and by
fact, yet, there will linger in his mind the more or less unconscious
persuasion that every dis- senter is a heretic and a felon. I have hardly
ever known an in- stance in which the average English Churchman has
grasped the moral position of the English dissenter. A vicar of good
stand- ing in London lately published a pamphlet on the question of
dis- establishment, in the course of which he pensively inquires, "
If the Church were destroyed, who would baptize your children, who
would marry you, who would oflSciateat the interment of your de- ceased
?" The absurdity of these inquiries would be simply farcical if they
did not indicate something deeper and deadlier than them- selves.
No dissenter wishes to destroy the Church. No non-conform- ist is
seeking to limit the spiritual influence of the Anglican Church, or any
of its institutions. It would appear as if the men in question were under
the impression that if they were disen- dowed they would, of necessity,
be silenced. They give the im- pression to those who are outside that
they only preach the Gos- pel and administer the sacraments because they
enjoy the protec- tion and the emoluments of the State. If a Church were
dises- tablished, what is to hinder those men preaching as zealously
as ever ? And if the Church were disendowed what is there to pre-
vent those men marrying and burying people, as occasion might arise ?
Here again creeps in the influence of the sacerdotal argu- ment, which
leads the untrained mind to accept the sophism that nothing is
religiously valid that is not sanctioned by a certain official process.
Suggestions of this kind cannot but have a very unhappy effect upon the
general thinking of the Anglican com- munity. The impression cannot
always be put into words, but it affects the thought and habit and action
of the religious public to an unlimited and often undefinable extent.
Dissenters are every- where regarded as the enemies of the Church, than
which there can be no greater misjudgment and no greater calumny. Dissent-
ers are among the first to recognize, in the most cordial and em- phatic
manner, the noble service rendered by the clergy and laity of the Church
of England. Their liberality, their zeal, their sym- pathy with the
people, their fearlessness in visiting the abodes of poverty and the
abodes of disease, are all recognized with deep emotion and unfeigned
gratitude by the dissenters of England. Those dissenters are filled with
the conviction that if the Church of England were disestablished and
disendowed, and thus put upon an apostolic basis, not one of these
characteristic features need be in the slightest degree depleted of
energy and beneficence. If any American readers are under the impression
that English dissent- ers have in view the destruction of the English
Church, I should be thankful if my word could be accepted that the
dissenters of England only wish to liberate the Church from State bonds
and not in any degree to interfere with its spiritual enthusiasm
and activity. I have spoken of the social influence of the
establishment being insidious and baleful. In illustration of this
opinion I may say that I had not been many days in this country until
I cut out of an American paper the following announcement : "
Here is an advertisement from an English paper: " 'To Let. —
St. Katharine's, Verulam Road. One of the prettiest residences in
Hitchen. Nine rooms, cellars, large garden. £50. Dissenters not eligible.'
" Let any unprejudiced man read this advertisement and
say whether there is not in it a spirit calculated to sow dissension
in the national mind. Three thousand miles away from the action of
such a spirit, American readers may be able to contemplate the scene with
equanimity, and, perhaps, with some measure of amusement. But let
Americans be given to understand that the great steamships sailing from
the port of New York are open to all the community, except those who
belong to a certain religious persuasion — say Episcopalians,
Congregationalists, Presbyterians — let the Episcopalians of this country
feel that anybody may avail themselves of those ships but Episcopalians,
then they will be able to express proper feeling in proper terms. Nor may
this advertisement be regarded as in any degree exceptional or
singular. The spirit of this advertisement penetrates English society
through and through. I have known farms engaged, and the leases
drawn up, and all the documents ready for signature, when a
question has been asked regarding the religious position of the incoming
tenant, and on its being discovered that he was a dissenter all the
negotiations have been pronounced null and void. There are many villages
and hamlets in England where a Wesleyan Metho- dist may not hold a prayer
meeting, even in his own house, and this is made absolute, not by some
general verbal agreement, but by definite legal covenant. Can it be
wondered at, then, that it should be felt by dissenters that the social
influence of the estab- lishment is often insidious and baleful ? People
who suffer from the puncture of these thorns are more likely to know how
sharp they are than those who look upon the suffering from a
comfort- able distance. There are mercantile situations in England
which are not open to dissenters. There are high educational
positions, as head masters and governors, that are not open to
non-conformists. In this way the spirit of religious persecution is still
rampant. Lord Selborne, in his recent defense of the Church of England,
has pointed out the direction in which his own thoughts are run- ning.
Whilst a tolerant and eminently amiable man, yet his lord- ship has put
it on record that, in his opinion, Mr. Gladstone is endangering the
continued existence of the Church of England by inviting into his Cabinet
men who have made Disestablishment an item in the new Liberal programme.
Is not this religious perse- cution ? Is not this the very spirit of the
Inquisition ? Is it not herein suggested that Mr. Gladstone should first
ask every man eligible for a cabinet position whether he is a Churchman
or a dissenter ? The advertisement in the above instance
pronounces a dis- senter ineligible for the tenancy of a beautiful villa
; other ad- vertisements pronounce dissenters ineligible for certain
educa- tional official positions ; Lord Selborne, an ex-Lord
Chancellor of Great Britain, pronounces dissenters who have the courage
of their convictions ineligible for cabinet service ! If this is not
re- ligious persecution the term needs to be redefined. In the face
of facts of this kind it is somewhat galling to be exhorted to "let bygones
be bygones." The dissenter is perfectly willing to adopt this maxim
and to follow this policy, but he rightly insists that the bygones should
be gone in reality and not in pretense. The tree is not gone so long as
the root remains. Not a single concession has ever been made to
English dis- senters in a spontaneous and cordial manner on the part of
the English Church. Church rates have been abolished. University
Tests have been superseded, churchyards have been opened for the general
use of the parish, and many penalties and disabilities have been swept
away, but, in every instance, the action has been begun, continued, and
completed by dissenters themselves. Thus the Church is being gradually
disestablished in England ; piece by piece the old fabric is being taken
down. I cannot but regret this piecemeal disestablishment. So long as
persecution was allowed to retain concrete forms and to operate in a way
which could be felt without metaphysical exposition, there was hope
that the people would rise in religious indignation and demand the
eradication and not the mere disbranching of the evil. Eng- lish
dissenters, however, have acted on the policy of a gradual and almost
imperceptible disestablishment, so that now the Church is brought to
about the last degree of attenuation, so much so, indeed, that Churchmen
are asking on every hand, " What have dissenters to complain of ?
what grievances have they to state ? under what penalties do they suffer
?" All these questions show that the interrogators have no idea of
the funda- mental and eternal principle upon which non-conformity takes
its stand, namely, the principle of liberty of conscience and
freedom of action in all matters relating to religious life and
conviction. Dissenters are opposed to the idea that the State should have
any- thing whatever to do with religion, in the way of directing,
con- trolling, or patronizing it. It is, therefore, not a question of
in- tolerance, persecution, or penalty, however feeble or small
these may be ; the question is infinitely greater, penetrating, as
it does, to the very heart of things and insisting that a right
con- ception of the Kingdom of Christ upon earth is inconsistent
with political Cffisarism and worldly criticism and patronage.
It may be asked whether the opposition to the Church of England is
organized, or whether it is left to the expression of general sentiment.
In reply to this inquiry I have to say that there is an institution known
by the name of " Society for the Liberation of Religion from State
Patronage and Control" which is supported by a large number of the
most able and most gener- ous British non-conformists. This Society has
been in existence about forty years, and has been characterized in all
its action by the highest intelligence, determination, and munificence. I
am afraid, without having official records at hand, to say how much
money has been contributed to the funds of this Society, but I am certain
that, taking the whole period of its existence, the sum has been worthy
of the great cause which the contributors have espoused. Perhaps I may
speak the more freely of this Society, because I am neither a member of
it nor a subscriber to its funds. The name of the Society indicates
clearly that the interest of its members begins in religion, rather than
in politics. When we read of a society for the emancipation of slaves we
justly infer that originators and supporters of the society have studied
the question of slavery, and are deeply interested in the subject
of human liberty ; so, when we read of the liberation of religion,
we naturally conclude that those who are interested in that service
are those deeply convinced of the nature and obligation of relig- ious
doctrine and life. Such a society, therefore, I could heart- ily join,
were its action faithful to its name. I do not join the existing society
because it has not shrunk from inviting to its platform men whom I know
to be merely political in their sym- pathies and purposes, and whom I
also know to be hostile to every form of religion, whether established or
non-established. I am prepared to accept the charge of being in some
degree narrow- minded in this matter, but my narrow-mindedness absolutely
pre- vents me from co-operating with men in the liberation of
religion, whose often avowed object I know to be the destruction of
religion. Certainly, as citizens, such men are at liberty to carry out their
convictions, but they ought to be members of a society for the Liberation
of the State from the control and patronage of religion. Under some such
designation as this their society would be legitimate, and their relation
to it would be logical, natural, and necessary. I simply point out this
distinction to indicate why some Englishmen, who are zealous
non-conformists, and even political dissenters, are not connected with
the Libera- tion Society. The words "Liberation Society" are
not the whole title of the Society ; if they were, they would be perfectly
sufficient to cover the whole ground ; but, from my point of view, the
posi- tion which is given to " religion" in the title of the
Society should prevent co-operation within the limits of that Society and
under its noble watchword with men who openly live by denouncing
religious doctrine and service of every kind. Having thus delivered
my mind on this matter, I am free to say that the Liberation Society is
from end to end of its history inspired by an honest and lofty purpose.
Its officers, its lectur- ers, its agents are in the overwhelming
majority of instances men whom the Christian churches of England delight
to honor; The Liberation Society is now acknowledged to be a political
factor in contemporaneous English history. Statesmen quietly, and
some- times openly, inquire what the Liberation Society will do in
such and such cases. Even conservative statesmen cannot ignore the
growing power of English non-conformity in the cities, villages, and
hamlets of the country. Much of this is due to the action of the
Liberation Society, whose lecturers have gone everywhere ex- pounding
sound Christian doctrine with regard to Church Estab- lishments, and
circulating in great abundance literature adapted to popular use.
So much for what may be called organized opposition to the
Established Church. But, beyond this, there is an opposition of what I
cannot but consider a more vital and more influential char- acter. Every
non-conformist chapel is, in reality, a non-conform- ist argument. In
nearly every village in England non-conformity makes its institutional
sign. Here is the Primitive Methodist Chapel, yonder is the
Congregational Chapel, further on is the Wesleyan or Presbyterian Chapel,
and the very appearance of these buildings excites inquiry and stimulates
discussion. For my part, I am more hopeful of influences of this kind
than of influences that are critical, controversial, and openly
hostile. Growth is sometimes better than attack. Sometimes men do
not know exactly what course their action is taking, or to what
issue it is tending, so that many who imagine themselves to be
simply living a quiet Christian life, without taking any part or lot
in ecclesiastical politics, are all the time doing a constructive
work, the proper issue of which is the overthrow of Church
Establish- ments, and the inauguration of a healthy religions spontaneity
and independence. Many men, who would hardly allow themselves to be
called dissenters, are thus, indirectly, upholding the cause of dissent.
So that, in this way and in that, some openly, some controversially, some
silently, some influentially, the great work of propagating right ideas
regarding the Christian Church is pro- ceeding rapidly and surely in
England. All this I have written in no merely controversial spirit,
but simply with a desire to give a frank expression to my own
convictions and, I believe, to the convictions of many of the English
people. If I change the point of view and look upon the Church of England
with Christian eyes, I should claim to be among the foremost to
recognize, as I have already said, the great work which the Church of
England is doing. I can never forget the obligations of Christian England
to the English Church. He would be, not only an unjust man, but
utterly blind, who denies that the erudition, the zeal, the personal
liberality, of the English Church are worthy of the devoutest com- mendation.
I may be permitted to add as an English Congrega- tional minister that
probably no minister in England preaches to more English clergymen than I
myself do, in connection with the noonday service held every Thursday in
the City Temple, London. The personality of the reference will be
forgiven for the sake of the object which I have in view, which is to
indicate that on every hand I have received the broadest and kindest
encouragement from clergymen of the Established Church. In speech, in
writing, in published articles, they have done everything in their power
to encourage me in my service. Yet, this very kindness brings into
strongest contrast the point to which I have already referred, namely,
that not one of these clergymen would be allowed by his bishop to preach
in my pulpit. Clergymen have accepted invita- tions to preach there. Our
arrangements have actually proceeded to the point of public
advertisement. They have even gone to the very morning of the day on
which the service was to be rendered, and at the eleventh hour the bishop
has interposed and forbidden the fulfillment of the engagement. On two
occasions, the Bishop of London has done this in my own case. Now, this
is no ques- tion of Establishment or Disestablishment. This is purely
an Episcopal and sacerdotal question, and the Episcopal injunction
would just be as prompt and resolute as it is to-day, were Dises-
tablishment to take place instantly. Circumstances of this kind
justify me In saying that the Established Church question may be viewed from
either of two points, either from the point of Episcopacy, amounting
almost to Papacy, and from the point of political dissent or
Disestablishment. Al- together the Church life of England is in a very
disturbed and undesirable state. Even courtesy itself is often streaked
by sus- picion. The most cordial social relations are often felt to
be reserved and restrained in a sense that can hardly be expressed
in words. That the Church of England will be disestablished within
a comparatively brief, period is my firm conviction. I hope noth- ing
will be done by violence, but that we shall accept the pro- cesses of
education which, though often slow, are sure. Every Board School that is
founded helps the education of society, and my conviction is that we only
need larger, freer education in or- der to liberate men from the
superstitions and fantasies which have so much to do with the maintenance
of mechanical religion. Joseph Parker, D.D., Minister of the
City Temple, LondonLamberto Pietro Gaetano Caffarelli. Lamberto Caffarelli.
Keywords: l’armonia come co-espressione, armonia virile, coro virile. Boito,
eptafornia, cromatismo, sistema dodecamorfo, saggi filosofici, teoria
dell’armonia, armonia ultra-eptafonica, armonia cromatica, armonia
dodecamorfica, coro virile, armonia virile, armonia come co-espressione virile.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Caffarelli” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Caffo: l’implicatura
conversazionale dell’ego et dell’alter -- l’altruismo – filosofia italiaa –
Luigi Speranza (Catania). Filosofo italiano. Grice: “I love Caffo; he
has philosophised on most things *I* did! My favourite has to be his
‘bestiary’: “A is for ‘Animal’” – and that’s all the bestiary we need! He has
also explored ‘altruism,’ and is in general concerned with a conceptual
analysis of my basic key expressions: ‘communicazione’ (‘l’origine della
communicazione umana’), ‘logica e linguaggio’ (one of the five questions of
philosophy, for him), etc. – He has dialogued with syntacticians, as I did,
when I met Chomsky!” -- Grice: “Caffo
is a Griceian in the sense that he considers, like I do, there is a continuum
between non-human animal and human animal – indeed, he is so into this, that he
calls his ism ‘animalism,’ which I suppose is o-kay; perhaps we would differ on
the implicatura of the term: which seems to be that ‘umano’ is JUST ‘animale’
-- Urmson and Hare loved to play witht
his: “There is an animal in the backyard.” “I don’t see it.” “You won’t – it’s
a bacteria.” “There is an animal in the backyard.” “I don’t see it.” “It’s Aunt
Lucy.”” Si è laureato in filosofia alla Università degli Studi di Milano e ha
conseguito il dottorato, sempre in Filosofia, presso l’Università degli Studi
di Torino dove, sotto la guida di Maurizio Ferraris, ha poi anche lavorato al
Laboratorio di Ontologia diretto da Tiziana Andina. È noto soprattutto per le
sue teoria sugli Animal Studies, il postumano contemporaneo, e l’antispecismo
(“debole” nella sua versione), per cui è stato anche criticato da alcuni media.
Ne La vita di ogni giorno (edito da Einaudi nel ) si è invece occupato di
filosofia in senso più ampio e divulgativo proponendo una "alternativa
filosofia". In Fragile umanità. Il postumano contemporaneo (Einaudi, ),
"si interroga su quale possa essere il nuovo paradigma di vita destinato a
sostituire l'Homo Sapiens". Dal
insegna Ontologia presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di
Torino; insegna anche alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, alla Scuola
Holden e al Made Program della Accademia di Belle Arti Rosario Gagliardi a
Siracusa. È collaboratore de La Lettura, scrive saltuariamente anche sulle
pagine culturali de La Sicilia, L'Espresso, il manifesto e il Corriere della
Sera. Ha un blog su The Huffington Post. Dirige la rivista Animot: l’altra
filosofia ed è opinionista di varie trasmissioni televisive, come Tagadà o
Porta a Porta. Per le sue posizioni
antispeciste, interviene spesso su reti televisive e radiofoniche italiane e
straniere, oltre che in festival culturali. La sua teoria dell'antispecismo
debole è dibattuta nella stampa specializzata. Ha pubblicato le sue ricerche su
riviste filosofiche quali The Monist, Journal of Animal Ethics, Domus, Rivista
di Estetica. È stato definito da Maurizio Ferraris «il più promettente,
versatile e originale tra i giovani filosofi italiani». A Milano ha co-fondato
il caffè letterario Walden. Nel è
entrato a far parte, appoggiandone il progetto, nell'Advisory Panel italiano di
Diem25. Nel febbraio, conduce assieme a Margherita D'Amico un programma
radiofonico su Rai Radio 3, intitolato "L'umanità e altri animali".
Ha partecipato come speaker alla edizione
del FestivalFilosofia di Modena con una lectio sull'antropocentrismo e
le "persone non umane". È co-curatore del Public Program della Triennale di Milano. Altre opere: “Soltanto per loro, Roma, Aracne);
“Azione e natura umana” Rimini, Fara); “La possibilità di cambiare,
Milano-Udine, Mimesis); “Flatus Vocis, Novalogos, Aprilia); “Adesso l'animalità,
Perugia, Graphe); “Il maiale non fa la rivoluzione, Casale Monferrato, Sonda);
“Margini dell’umanità, illustrazioni di Tiziana Pers, Milano-Udine, Mimesis); “Il
bosco interiore, Casale Monferrato, Sonda); “Del destino umano. Nietzsche e i
quattro errori dell'umanità” Prato, Piano B); “La vita di ogni giorno, Torino,
Einaudi); “Fragile Umanità. Il postumano contemporaneo, Torino, Einaudi); "28
anni. O della filosofia giovanile", in H. D. Thoreau, La Disobbedienza
Civile, Einaudi, Torino); Vegan. Un manifesto filosofico, Torino, Einaudi); “Il
cane e il filosofo. Lezioni di vita dal mondo animale, Milano, Mondadori); Dopo
il COVID 19. Punti per una discussione, Milano, Nottetempo); Quattro Capanne. O
della semplicità, Milano, Nottetempo); Un'arte per l'altro. L'animale nella
filosofia e nell'arte, Firenze, goWare, Edizione cartacea: Graphe, Perugia); “Radicalmente
liberi: A partire da Marco Pannella, Milano-Udine, Mimesis); “Così parlò il
postumano, a cura di. E. Adorni, Aprilia, Novalogos);“A come Animale, Milano,
Bompiani);“Manifesto per gli animali, Roma-Bari, Laterza);“Costruire Futuri.
Migrazioni, città, immaginazioni, Milano, Bompiani);“A partire da Tiziano
Terzani, con prefazione di Angela Terzani, Pordenone, Safarà);“Intromettersi,
Elèuthera, Milano. Antispecismo. Specismo. quando esse stesse costituiscono
oggetto di valutazione. Per l'analisi di queste circostanze sotto l'aspetto del
valore morale, Meinong si serve di una simbolica assai semplice, distinguendo
il bene e il male, secondo che siano propri del soggetto o di altri soggetti,
rispettivamente colle lettere g e u, r e u; e le appetizioni egoistiche,
altruistiche e neutrali colle lettere e, a, n, s e sono del soggetto, colle
lettere n, q e v se appartengono ad altri soggetti. I valori egoistici
risultano perciò espressi con le lettere i neutrali colle lettere:
Ta е e 201 96, Un Pla , 7
Ja, rn Uca Uy : Non tutte le circostanze che
accompagnano l'attuazione di uno scopo della volontà, hanno importanza pel
valore morale. E intanto è certo,che esse in generale entrano a far
parte del fenomeno,non in quanto sono reali,ma in quanto il soggetto le ritiene
tali. È sempre il lato subbiettivo che interessa nel giudizio
morale. gli altruistici con le lettere: Tv e Siccome
Meinong non si propone di dare una teoria compiuta dei fatti concomitanti del valore,
ma solo di analizzare taluni casi speciali, così, per evitare
complicazioni, quando adopera i simboli senza l'indice intende significare i
valori egoistici. Questi simboli possono esprimere beni, ma anche le
volizioni ad essi riferentisi. Per indicare le volizioni Meinong adopera
gli stessi segni fra parentesi. Infine per semplificare il calcolo
egli suppone,di regola,che la circostanza concomitante sia sempre una sola,la
quale insieme alla volizione formi ciò che egli chiama binomio della
volizione. Se le circostanze sono più, allora si forma un polinomio La
precedenza della lettera in un polimonio o binomio indica il valore principale
desiderato o attuato. Tra lo scopo dellla volizione e l'oggetto della
valutazione conco mitante possono correre le seguenti relazioni. Identità:
ciò che il vero artista crea non soddisfa lui sol tanto, egli apparirà sempre
in qualche modo come un beneficatore di tutta una sfera di uomini.
Coesistenza di più qualità di una stessa cosa o anche di più cose : per
esempio, un tale vuol comprare un piano che ha un bel tono, ma il piano ha
anche una cattiva meccanica; o un cane da guardia molto vigile, il quale però
morde; o una macchina che lavora bene, ma che fa rumore e fumo, ecc.
Nesso causale, nelle sue due forme: a) lo scopo è causa di conseguenze
valutabili; chi, per esempio, promuove il movimento e l'industria dei
forestieri, mira ad arricchire il paese, ma anche lo demoralizza; b) lo scopo
non si può raggiungere che come ef fetto di dati valori morali ; per esempio,
un fabbricante per [In che modo ifatti concomitanti del valore sono
connessi collo scopo della volizione? Siccome ogni scopo di voli zione è anche
un oggetto di valutazione,la domanda può formu larsi,in termini generali,
così:come dei valori possono entrare in connessione tra loro? Si noti
però che la connessione deve sta bilirsi prima del cominciamento della
volizione deve tenerne conto. ,giacchè questa escluse. Le
coesistenze casuali restano naturalmente Ora torniamo alla domanda
principale: in che modo il valore morale di una valutazione dipende dai valori
concomitanti,e,in caso di binomio, dal valore concomitante? Noi abbiamo
distinto quattro categorie di valori, g, T, u e u , le quali si applicano anche
ai fatti concomitanti. Però il casou si può omettere, perchè non
accadràmai, chesi voglia un proprio non -valore per sè stesso. Rimangono
così tre possibilità, le quali, liberamente combinate, dànno XII casi cheono
la tavola dei valori. Per l'esame di questi casi bisogna pensare, che ad un
oggetto di volizione si aggiungano gli altri come fatti concomitanti, e
osservare le variazioni di valore che questo intervento produce. La
volizione positivamente altruistica è data dalla formula (Y). Il momento più
importante è qui l'associazione della circostanza concomitante u, il proprio
danno. È evidente che l'aggiunta di questo secondo momento accresce il valore
di (i) e di tanto, quanto più grande sarà il sacrificio proprio. Indicando il
valore con W, si avrà dunque: Se invece si aggiunge v, il danno altrui,
sia di persone estranee al rapporto (quando per beneficare uno si danneggia
altri), sia dello stesso beneficato (quando il beneficio produce pure un male
al beneficato ), allora il valore della volizione con questa circostanza
concomitante diventerà minore. E la formula sarà W (ru)< W (Y). W
(r)> WY. guadagnare di più deve migliorare la condizione materiale
dei suoi operai. Se la circostanza concomitante è pure in favore del
beneficato, allora la formula sarà indubbiamente W (ru)> W (Y).
Invece l'aggiunta del vantaggio proprio al bene altrui nè dimi nuisce,nè
aumenta il valore. Quindi si avrà La volizione egoistica è espressa dalla
formula (9), la modificazione più grave qui si ha, quando al caso (g) si
aggiunge la circostanza del male altrui v. Allora si avrà: W (gu)< W
(9). Se la circostanza concomitante è invece r, il valore della voli
zione egoistica si eleva. La formula diverrà quindi: W (gr)> W
(9). Che poi alla volizione egoistica si aggiunga la circostanza
secondaria di un altro proprio vantaggio o anche di un proprio danno, non
modifica il valore di (g). Si avranno quindi le due eguaglianze W (99)= W (g)=
0 W (uu)< W (u). Così pure si aumenta il non-valore, se oltre
al danno principale si aggiungono altri danni. Epperò W (UU)< W (U).
Per quanto il caso sia inusitato, si può prevedere anche, che al male altrui
si associ una qualche conseguenza buona, indiretta, e W (49) =
Wr. W(gu) = W(g)= 0. 3. La volizione altruistica negativa o
anti-altruistica è espressa con la formula (u).Se per attuare il danno
altrui, si fa anche il danno proprio u, questa circostanza aggrava il
male e aumenta il non-valore. Si avrà quindi: Il fatto concomitante
della propria utilità non aggiunge, nè toglie al valore della volizione
principale anti-altruistica. Si avrà quindi l'eguaglianza: W (ug) = W
(u). La somma dei risultati ottenuti si può disporre nel seguente quadro:
W (rr) > W (v)? W (gr)> W (9)? W (ur)> W (u)? W(rg)=W(T) W(99)=W(9)=0
W(ug)=WU) W (ru) < W ( ) W (UU) < W U ) W(ru)>W() W
(uu)< W U ) Da questo quadro si rileva che le circostanze concomitanti
con segno negativo non sono più feconde di effetti di quelle con segno
positivo. Di queste ultime, g non modifica nulla, e r non dà risul tatisicuri,
come indica il punto interrogativo. L'influenza dei fatti concomitanti si può
dunque riassumere così, agisce aumentando debolmente il valore; g non modifica
nulla; u diminuisce grandemente il valore; u opera secondo lo scopo della
volizione ora au mentando, ora diminuendo e ora non modificando il
valore. Si è già detto che sarebbe unilaterale il voler giudicare del
valore morale di una volizione dallo scopo; che però, in quanto lo scopo
prende parte alla determinazione del valore, l'altruismo positivo è buono ,
l'egoismo è indifferente, l'altruismo negativo è cattivo. Ora è importante
constatare, che il senso in cui i tremo menti valutativi operano sui
fatti concomitanti è completamente lo stesso. La validità della tavola dei
valori, dianzi tracciata, ma pure prevista. Allora il non-valore si
ridurrà, nel modo indicato dalla ineguaglianza: W (ur)> W (u). g
W(gu) < W(9) W (gu)= W (9) = 0. subisce variazioni, se cambia la
qualità della volizione ?-- intendendo per qualità la differenza tra
appetizione e repulsione, che però non deve equipararsi a una contrapposizione
logica tra affermazione e negazione, i cui termini si escludano a vicenda, ma
considerarsi come una doppia possibilità psicologica, di cui l'una abbia
altret tanta realtà indipendente, quanto l'altra. si possono fare le
seguenti sostituzioni, che aiutano a trovare il corrispondente valore nella
tavola relativa alle volizioni (1): (T)= (non—-1) = (U) (U) = (non--V)=
(Y) (ū) = (non- u )= (g). Lo stato subbiettivo di rappresentazioni
e di predisposizioni anteriore alla volizione è indicato da Meinong con la parola
“progetto’. E siccome in questo stato abbiamo sup posta anche la cognizione
delle circostanze concomitanti valutabili, così al polinomio o al binomio
della volizione corrisponde un polinomio o un binomio del progetto. Per
indicare questi stati Meinong adopera gli stessi simbolisenza la parentesi.
Osservando le volizioni in rapporto agli stati pre-disposizionali, l'analisi
delle valutazioni dei fatti concomitanti può rendersi più esatta. Si
ponga, per esempio, un binomio iniziale vu, che esprima il mio desiderio di far
male, al momento opportuno, a una persona, ma che non mi sia possibile evitare,
ciò facendo, conseguenze dannose per me, u. Se il desiderio di non
danneggiarmi prevale, al lora non si avrà più il binomio (uu), ma
l'altro (ūr), il quale dice che la volizione è risultata nel senso di NON
VOLERE IL MALE PROPRIO, (U) (ū) Un'analisi delle nolizioni mostra,
che esse si comportano egual mente come la volizione, solo che si
applicano di regola ai valori y, u ed u, ritenendosi assurdo il non volere il
proprio van taggio g. Indicando le nolizioni con (T) g pur
ammettendo che questa volizione abbia per circostanza conco mitante y, cioè il
bene altrui. In forma positiva la volizione fi nale sarà (gr).E così da una
situazione iniziale negativa vu si riesce nella opposta gr. Meinong chiama
coordinati fra loro due binomi di progetti,dai quali procedano due volizioni
formalmente concordanti. Anche i binomi di queste volizioni saranno coordinati
fra loro. Egli si ferma ad esaminare più a lungo la coppia dei binomi ru - gu,
dei binomi, cioè, che hanno la maggiore importanza pra tica.Il primo esprime
l'altrui bene col proprio danno, il secondo il bene proprio col danno
altrui. Nel primo rientrano, nel senso massimale,tutte le occasioni
in cui si può affermare la grandezza morale di un uomo ; nel senso
minimale i casi della più comune fedeltà al proprio dovere.La sezione
di linea dei valori morali che comprende il meritorio e il corretto è tutta
espressa da questo binomio; laddove la sezione che va dal punto d'indifferenza
al tollerabile e al riprovevole cor risponde alla negazione di questo
binomio. Nel binomio gu sono espressi tutti i casi che vanno dal più
sano egoismo alle negazioni più delittuose dell'altruismo. Reciproca mente, la
rinuncia a siffatte volizioni va dal semplicemente dove roso all'eroico.
Le volizioni che procedono da questi due binomi comprendono adunque tutte le
quattro classi di valori , caratterizzati in principio. I due binomi anzidetti
suppongono un conflitto fra l'interesse proprio e l'altrui. È evidente che dalla
grandezza di questi interessi, dalla portata di g e di Y, dipende il valore
morale della valutazione (I momenti u eu s'intendono compresi nella ne gazione
di g e y. Intanto è certo, che il valore egoistico in cui g è congiunto con
u,W (gu), si trova sempre al disotto del zero della scala, ed ha segno negativo
; mentre il valore altruistico in cui ècongiuntoconu,W (ru), si trova al
disopradel zero ed ha segno positivo. Ciò posto, la funzione valutativa
tra i termini dei due binomi si può scoprire agevolmente con una semplice
osservazione. Sacrificare un piccolo interesse proprio a un grande interesse
altrui, ha un valore positivo minore,che il sacrificare a un piccolo inte
resse altrui un grande interesse proprio. D'altra parte chi non pospone a
un grande interesse altrui un piccolo interesse proprio produce un non-valore
morale più basso,che non colui il quale per una utilità propria rilevante non
tien conto di utilità altrui tras curabili. Questo primo abbozzo di una
legge del valore si può esprimere nelle due formule: Y nelle quali
C e C'indicano le costanti proporzionali sconosciute, condizionate dalla
qualità delle unità g e r. Nell'applicazione di queste formule all'esperienza
si rendono necessarie talune modificazioni. Seponiamoivalorireg
egualiailimiti e0,alloraical coli diventano molto esatti: - limW(gu)= -
00. L'esperienza non è però sempre d'accordo con queste formule.
Ognuno ammetterà, chel'adoperarsi nell'interess ealtruisi accosti al punto
morale d'indifferenza, quanto più grande è quest'inte resse; e che il
trascurarlo divenga nella stessa misura riprovevole, supposto costante e
limitato l'interesse proprio da sacrificare. È W (ru)= C e
- W(gu) =-CY 1 per 9 9 12 perr = perr=
0 O lim W (gu) lim W (gu) = 0 lim W (gu) = 0 per g =
0 (1) lbid., limW(ru)= 0, limW(ru) = 0, lim W (ru)= 0 , limW(Yu) =
0, pure evidente,che la trascuranza di un interesse altrui diviene
tanto più indifferente, quanto più irrilevante è questo
interesse. Epperò non si ammetterà da tutti, che il valore
dell'altruismo di venga allora infinito (come nella 2a formula).
Osservando però bene, questi casi non rientrano nel campo della
morale.Si con trasterà pure che il valore del sacrificio di un bene proprio
per l'altrui, cresca colla grandezza del bene sacrificato (formula
terza), ma l'esperienza prova che l’esitazione al sacrificio si fa
maggiore quanto più grande è il bene cui si sta per rinunziare.Invece èda
riconoscersi che non è esatta la quarta formula,perchè non sipuò
negare ogni valore al bene che si fa ad altri, solo perchè non si determina un
conflitto con un bene proprio. Le formule anzidette si debbono mitigare
nella loro assolutezza, perchè si accostino di più alla realtà.Per far
ciò basta attenuare il valore di g, il che si può ottenere aggiungendo
a g ogni volta una costante c o c '. с ( lim W (ru) = C , lim W
(gu) = - 'C ( 1). Si avranno così le formule: Queste formule non
modificano i limiti funzionali dianzi otte nuti, ponendo y = 0,T = 0 0 g = 00;
cambia bensì la formula delquarto limite, perocchè se g= 0: Y. Sin qui
abbiamo considerato l'una variabile indipen dente dall'altra. Che
avverrà però, se le variazioni si compiranno in entrambe le variabili
congiuntamente, supponendo che reg rimangano uguali fra loro per grandezza di
valore ? Sostituendo a g il simbolo y, le formule diverranno:
Y T W(ru)=09+W(ru)=C W(gu)=-6 T W(gu)=
9td rto с Ć rto' dal che risulta, che il
non-valore deve crescere e diminuire nello stesso senso di reg, e il valore in
senso contrario. Consultando l'esperienza,si può riscontrare agevolmente
che un oggetto,per esempio un dono,abbia lo stesso valore per chi lo dà
e per chi lo riceve.Ora si domanda,regalare di più avrà un valore
più alto o più basso del regalare di meno ? Senza dubbio più alto.E se
si contrapponga vita a vita, chi sacrifichi la propria per con servare
quella di un altro, suscita di fatto grande ammirazione. Questo èperò
il contrario di ciòche quelle formule esprimono. Oc corre adunque correggere
le formule e per far ciò Meinong intro duce un esponente di g,più
grande dell'unità, e lo indica colle lettere k e k'. Le due formule
diverranno così (rimettendo g al posto di r): Sicchè si avranno i seguenti
limiti: A questo punto le nozioni dei limiti non hanno più
bisogno,se condo il Meinong, di alcun'altra correzione. Solo per
semplicità di espressione ponendoC= 1ek= 2 la formula del binomio di verrà:
È questa la formula principale, cui Meinong si riferirà nelle discussioni
seguenti. Le due volizioni staranno, secondo la formula principale or ora
W (ru)- C e Y gl'+ c perr= 9 g?+1 e 900 pery 9 = 0
W (gu) = - C' Y W (ru)= ghto Y limW(ru) = 00
limW(gu) = 0 limW(ru) = 0 lim W(gu)=0. Preliminarmente egli ne ricava
alcune conseguenze. Ogni pro getto offre a colui,che dovrà reagire con
una volizione, la doppia possibilità di fare o di tralasciare.
W(gu)= Y g?+ 1 ricavata,in un rapporto di reciprocità negativa,per
ciò che ri guarda il loro valore morale. In secondo luogo, siccome le
volizioni di grande valore (positivo o negativo) o sono meritorie o
riprovevoli, e quelle di piccolo valore o corrette o tollerabili, così potrà
dirsi in generale che: quanto più distanti sono il numeratore e il
denominatore di quella formula nella scala dei numeri, tanto più il valore
della volizione sarà indicato dalle parti estreme superiore o inferiore della
linea dei valori;quanto più vicini sono invece quei numeri,tanto più l'indice
del valore cadrà verso il punto di mezzo di detta linea. La formula si applica
inoltre anche ai casi di volizioni, i cui scopi non siano accompagnati da
circostanze concomitanti. Basta ri durla così: W () = =
W(g)=0(1). UU. Mentre laprima coppia esprime ilcaso di conflitto d'interessi,
la caratteristica della seconda è la concordanza degl'interessi propri
con gli altrui (positivi e negativi). Se il progetto offre l'occasione di
congiungere con la mia utilità l'altrui, o se mi rappresenta un pericolo
altrui nel quale scorgo un pericolo mio,la volizione corrispondente sarà
espressa con (gr). V'è però anche la rappresentazione del desiderio di un
male altrui, cui si associa anche la previsione di un danno proprio. La corri
spondente volizione sarà espressa con (uu). Il conflitto qui non esiste fra
g er, ma fragev,cio è frage Meinong passaoraadesaminare,piùbrevemente,
un'altra coppia di binomi : (gr ge-Y Questa riflessione ci fa
subito applicare al caso attuale la formula principale del primo
binomio,così: gø+1 g1 -Y W(vu)= q*+ ( r)= ) Siccome
l'azione sarà tanto più riprovevole,quanto più grande sarà il proprio
sacrificio in ragione del danno che si vuol produrre, si può togliere y dal
denominatore ;la formula precedente si cambia quindi in quest'altra:
-(go+ 1)r. Mantenendo anche in questo caso il principio della
reciprocità negativa dei due binomi, l'altro binomio diverrà epperò la
seconda formula principale così ottenuta sarà: (g. Le costanze rilevate
in queste formule dimostrano sufficientemente, che il valore morale è in
relazione tanto con lo scopo principale della volizione, quanto con i fatti
valutabili con comitanti . Questa relazione di dipendenza è però un
dato ultimo e irriducibile? o non è essa stessa funzione di un dato ancora
più pro fondo ? Noi potremo dire di avere scoperto questo dato, quando
osserveremo quel momento particolare della volizione valutata, che,
cresciuto, accresce il valore, diminuito, lo diminuisce. Ora in questa
scoperta l'empiria aiuta più che ogni riflessione teorica. Essa ci dice,
che nelle valutazioni morali ciò cui si mira è il carattere permanente
del soggetto della volizione, la sua ca pacità o disposizione intrinseca
a sentire il bene e il male degli altri. In altri termini non la volizione
per sè stessa, ma l'animo (die
Gesimung) che in essa si rivela, è il vero oggetto della valu tazione
morale.Questo dato empirico,suggerito dalla comune espe rienza, dev'essere ora
dalla teoria esattamente analizzato. (g°+1) W (gr)= W (gr)=
+1) = W (uu) W (uu)= - (g°+ 1). E anzitutto va messo in
relazione con le due formule principali ottenute nelle precedenti
analisi. In quanto alla prima, che si applica ai conflitti tra diversi og
getti egoistici e altruistici di volizione,basta domandare,in chegrado e misura
il bene altrui ci sta a cuore. Per ogni volizione si può così stabilire
il valore subbiettivo dell'oggetto corrispondente. Se vi ha conflitto, vincerà
il valore subbiettivo più grande. La de cisione fra interesse proprio e
altrui (egoistico) seguirà quindi in ogni caso la parte che ha il più grande
valore pel soggetto. Se questo opta per Y, ciò vuol dire che l'interesse
altrui gl'importa più del proprio; e, viceversa, se optaperg,vuol direche, almeno
in questo caso,gli preme più l'interesse proprio che l'altrui. Se ora
poniamo che lo stesso valore y venga preferito in ogni caso da un soggetto a un
più grande g, e da un altro a un più piccolo g, ciò si può spiegare solo
ammettendo una diversità sub biettiva fra i due individui, una diversa
disposizione costante dei loro sentimenti. Quanto più grande è il valore g
costantemente sacrificato,tanto più ilrelativo soggetto è disposto
aisentimenti simpatici. Se, invece, il valore y vien trascurato per un più pic
colo g, si deve concludere che il soggetto della volizione è più in
differente ai valori altruistici. Da queste considerazioni possiamo
concludere, che nelle risolu zioni altruistiche la benevolenza e nelle
egoistiche l'indifferenza dipendono dalla grandezza dell'importanza soggettiva
dire di g, come era affermato nella prima formula principale dei valori e dei
non-valori morali. La benevolenza e l'indifferenza per l'altrui bene e male è
adunque quel momento, parallelamente al quale variano le grandezze dei valori e
dei non -valori morali:essi sono pertanto il vero oggetto della valutazione
morale. L'esame della seconda formula dà pure analoghi ri sultati. Chi
opera in danno altrui non s'interessa evidentemente al bene degli altri,ma si
comporta a riguardo di esso almeno con indifferenza. La volizione (U) segnala
però più che l'indifferenza, il bene altrui sembra avere un valore negativo,
e il male un valore positivo.V'è dunque qui un conflitto nel senso della prima
formula, con risultato conforme al valore preponderante, ch'è in tal caso
quello anti-altruistico.Quanto più grande è poi il sacrificio di bene
proprio fatto per realizzare v,tanto più valore ha v pel soggetto,e tanto più
grande è pure la malevolenza che questo sente. Il valore g sembra in tal caso non
il bene proprio sacrificato, ma ildannoaltrui raggiunto. La malevolenza è
inoltre tanto più grande quanto più per arrecare un piccolo danno si
sacrifica un grande valore proprio. Se invece vincono i valori egoisti ci si deve
ammettere, che la malevolenza non era comparativamente tanto grande,massime se
basta un piccolo g a scongiurare un rilevante u, val quanto dire a ri durlo
indifferente Sebbene le analisi sin qui fatte siano assai incom plete, pure
bastano, secondo Meinong, per farsi idee abbastanza chiare su alcuni
punti essenziali. E anzitutto se ne ricava,che è caratteristico di ogni
valutazione morale l'esser fondata sopra una specie di misurazione dei
valori altruistici dagli egoistici. L'importanza dei fenomeni
binomiali,dei quali ci siamo sin qui occupati,consiste in ciò,che
dall'esito della decisione si ricava quanto valga pel soggetto il bene o il
male di un altro. C'è però nella parola altruismo un doppio
significato, che dà luogo ad equivoci, l'uno positivo e attuale, l'altro
disposizionale. Nel primo senso l'altruismo si distingue per la
proprietà di non essere suscettibile di aumento, mentre nell'altro è
aumentabile indefinitamente. In modo analogo può distinguersi un egoismo
attualmente dato e non aumentabile, da un egoismo che può crescere senza
limiti. Gli oggetti di valutazioni morali si possono, dopo l'anzidetto,
ridurre in quattro classi: l'altruismo positivo è un bene, il negativo
è un male, la mancanza dell'altruismo positivoèunmale, la mancanza del
negativo è un bene. Il carattere comune delle volizioni,che costituisce
l'oggetto della valutazione morale si può esprimere colla parola “
partecipazione , o “ simpatia , (Anteil). Nelle valutazioni morali adunque si
mira alla capacità, manifestantesi nella volizione,di partecipare
all'utile e al danno degli altri. Questa disposizione simpatica non è
ancora il carattere, ed è soggetta anche a variare. E anzi notevole, che per
il giudizio morale di una volizione è indifferente, se la di sposizione
altruistica del soggetto sia stata passeggiera o sia permanente -- Perchè,
però, la simpatia sia veramente morale,occorre che sia imparziale. Qui entra
in azione il momento della giustizia. Quando tre persone in uno stato di uguali
bisogni, ricevono l'uno r, l'altro 2 x, il terzo nulla, allora noi siamo meno
inclini ad a m mirare l'atto altruistico corrispondente. Una sola
volizione non è per sè stessa nè giusta, nè ingiusta, ma diventa tale se
confrontata con altrevolizioni.Di queste una serve di caso normale. Per
giustizia si può quindi intendere essen zialmente la concordanza col valore
normale. Il caso più puro di simpatia o di partecipazione è quello in cui si
fa astrazione tanto dallo stato particolare dell'io,quanto dalla persona altrui
individualmente presa. Questa simpatia assoluta, impersonale,universale,non
legata a particolari circostanze di tempo e di luogo forse non esiste, ma in
ogni caso serve come guida ideale per misurare i valori morali. Si può quindi
definitivamente concludere che: oggetto delle valutazioni morali è la simpatia
im personale, che si manifesta nelle volizioni, per il bene e il male del
prossimo. Stabilita la simpatia come la proprietà degli atti morali, tutta una
massa di azioni, nelle quali questo momento non è direttamente in
quistione,non rientrerebbe nella detta categoria. Intanto nella terminologia
corrente l'opposizione tra buono e cattivo comprende anche valutazioni, nelle
quali il criterio della simpatianonentra. Si dice, per esempio, buona la subordinazione
all'autorità, si approva in certi casi la menzogna convenzionale, si tollera
la mancanza a promesse non solenni, ecc. Tutte queste valutazioni sono
dette da Meinong quasi-morali. I giudizi del valore sono qui praticamente incerti
e mutevoli, Esaurita così l'indagine sull'oggetto della valutazione,
Meinong passa a esaminare i problemi che si riferiscono al soggetto del valore
morale. L'ego e l'alter sono pure qui i due soggetti, che la esperienza
contrappone: l'uno l'agente, l'altro il termine della volizione.
Cominciamo dall'ego. Abbiamo ragioni per ammettere che le valutazioni morali a
noi note siano solo concepite nei riguardi del l'agente? No,perchè l'ego non
può sostituirsiall'alternelvalutare ciò che gli giova di più.Questi lo
saprebbe meglio. Si può ricorrere alle funzioni della coscienza, ma anche
queste variano da persona a persona, e anche nella stessa persona. Il principio
dell'interesse beninteso è quindi sottoposto a gravi variazioni
individuali. Neppure l'alter come tale ha diritto ad essere considerato
come soggetto del valore, in tutte le sue determinazioni individuali e
variabili Da questa analisi Meinong conclude che il vero soggetto del valore
morale dev'essere un terzo disinteressato e neutrale. Come tale il
soggetto non è uno solo, ma sono indeterminatamente molti ; in quanto
anzi si vuol comprendere la totalità dei disinteressati in unico
concetto, si può parlare di un soggetto collettivo, il quale sarà
precisamente la collettività circostante – “dieumgebende Gesammtheit”. Il
soggetto imparziale e disinteressato della valutazione morale è adunque la
collettività. Il valore morale è un valore umano e concreto.Le
quistioni del valore sono quistioni di fatto. E un fatto è che l'uomo normal
mente attribuisce valore alla simpatia e non -valore alla disposi zione
contraria ad essa.L'uomo,come tale,è,dunque,indefinitivo, il vero soggetto
delle valutazioni morali laddove quelli sinora esaminati si distinguevano per
una grande squisitezzae sicurezza. Ma anche alle volizioni quasi-morali si
può applicare il metodo di misurazione, che si serve dell'ipotesi
ausi liare del conflitto, e segnatamente la comparazione con la forza di
motivazione dei valori egoistici. Anche i valori morali si possono considerare
come valori propri e come valori traslati. Non solo i valori propri sono
fondati sulla estimazionecollettiva,ma i valori morali in generale costituiscono
pure, in un certo senso, dei valori traslati per la collettività. La
dimostrazione di questo fatto è di grandissimo interesse pratico, perocchè
conferma,che il soggetto del valore morale è di fatto la collettività, e che
i dissidenti sono individui insufficientemente o erroneamente orientate. Oggetto
delle valutazioni sono le disposizioni dell'animo. Che le disposizioni
interiori abbiano un valore traslato nessunomette in dubbio, etantomeno, sidubiterà,
che questo valore varî secondo il termine correlativo delle dispo
sizioni, cioè secondo l'oggetto cui tendono.Il valore dei sentimenti
simpatici e antipatici segna quello delle volizioni, e questo segna il valore
delle azioni. Cominciamo da queste. Dato un individuo E , il quale sia
sul punto di agire favorevol. mente o sfavorevolmente riguardo a un individuo A
, si domanda , se un terzo individuo X , affatto estraneo al rapporto E A ,
epperò neutrale, possa provare interesse all'azione di E. La risposta non può
essere che affermativa, e ciò per varie ragioni.Anzitutto pel sentimento
generico di simpatia umana, che non può mancare qui di manifestarsi, tanto
più che gl'interessi egoistici di X non sono in quistione;inoltre perchè
l'attività buona consolida e aumenta in E una disposizione al bene, che potrà
poi giovare ad altri in dividui B , C e persino anche eventualmente a X ;
inoltre perchè l'azione buona è un esempio che provoca,per la legge
dell'imitazione, disposizioni analoghe in altri a fare il simile, il che
aumenta le probabilità generiche buone, favorevoli anche per X. Adunque ciò
che accade tra E ed A non può lasciare indifferente X , il quale attribuirà
valore positivo a un'azione altruistica, e valore nega tivo a un'azione
egoistica di E. Dall'azione passiamo al sentimento,cioè all'animo,che essa
rivela. Non c'è dubbio, che nella maggior parte dei casi il valore della
volizione è il presupposto del valore dell'azione. Un atto accidentale non
esercita tanta influenza indiretta (anche in rapporto all'imita zione),quanto
un atto volontario.Passando dalla volontà alle dispo sizioni dell'animo, che
in quella si manifestano, è pure evidente che la volontà buona è
dipendente da disposizioni costanti del soggetto, le quali sono naturalmente
quotate, come valore traslato, più al tamente di un atto momentaneo, sebbene
voluto. E poichè il contenuto della volontà buona è la simpatia per
altrui beni o mali, così il vero valore traslato dell'atto di E riguardo ad A
, risiede per X nella quantità di simpatia che l'atto manifesta. Con una serie di considerazioni infine il
Meinong riesce a sta bilire, che nel terzo individuo X , neutrale e
disinteressato, può scorgersi il rappresentante della collettività, cioè il
vero soggetto della valutazione morale. Compiuta questa indagine intorno
all'oggetto e al soggetto del valore, Meinong affronta il problema del
dovere,della imputazione e della libertà. Le indeterminatezze del
concetto del dovere, si teoretiche che pratiche, possono eliminarsi, secondo il
Meinong, considerandolo sotto l'aspetto del valore. Non solo,ma questa indagine
cifarebbe conoscere una sufficiente a spiegare definitivamente i fenomeni
del dovere morale. Nel dovere morale è caratteristico l'oggetto
deldovere. Morale è quel dovere che ha per oggetto una volizione morale. Ciò
cheha un valore morale positivo costituisce il campo del dovere m o rale
positivo, mentre il non -valore dà luogo al dovere negativo.
Caratteristico è pure, che il dovere morale ha diversa intensità secondo la
qualità morale del suo oggetto. Il dovere più reciso ed energico si
afferma nel campo del cor retto, il più energico non-dovere nel campo
del riprovevole; più debole è il non -dovere che si riferisce al tollerabile,
e almeno altrettanto debole è forse il dovere del meritorio. L'intensità
non resta però costante nel seno di ciascuna di queste categorie;
si può invece ingenerale affermare, che pei valori positiv il'intensità
del dovere decresce, a misura che aumenta la grandezza del valore vera
causa morale, pei valori negativi la forza del non-dovere cresce colla
grandezza del non-valore. Questa funzione tra intensità del dovere e valore ci
dice,che i dovere è un fenomeno del valore e consiste precisamente nel
va lore della volizione morale, qualificata tale non in rapporto al sog getto
agente, ma in rapporto alla collettività. Esso dipende cioè non dal valore
delle disposizioni d'animo del soggetto (W), ma dalla valutazione collettiva
(w), la quale determina e impone al sog getto agente un valore attuale.
Notevole è che mentre il valore disposizionale sentito dall'agente può spingerlo
al più grande sa crificio per un ideale,il valore attuale imposto dalla
collettività si contenta di piccoli sacrifici, sicchè i doveri sociali si
possono compiere con un piccolo sforzo. Chi adempie al suo dovere quoti diano,
puro e semplice, attua per la società un valore importan tissimo,
incomparabilmente più grande dello sforzo che gli costa. Il vero bisogno
sociale di moralità si limita a che si faccia ciò ch'è corretto, e si
tralasci ciò ch'è riprovevole ; il contrario rappre senta un pericolo
sociale. Donde deriva il carattere autoritativo del dovere? Premesso che
ogni dovere si riferisce al futuro, si può osservare che esso con siste in un
particolare caso di decisione proposto personalmente all'individuo agente da
una valutazione collettiva. Si noti infine, che al campo del corretto corrisponde
il dovere – “Pflicht” -- come determinazione più particolare del “Sollen”
nel senso più rigoroso della parola, e che il termine correlativo del
dovere è il diritto. Mentre nel dovere l'interesse morale è rivolto
al futuro, l'imputazione riflette essenzialmente il passato, e partico
larmente le azioni compiute. I casi nei quali non ha luogo alcuna
imputazione sono quelli in cui non c'è stata volizione,epperò le azioni
in cui il momento psichico manca o non è costituito da una volizione.
Gli atti istintivi possono rientrare nella categoria dell'imputabile, se sta in
potere della volontà l'evitarli; casi in cuic'è statavolizione,ma è accaduto
cosa diversa dalla voluta, o almeno prevista; l'errore conta qui tanto quanto
l'ignoranza o l'insufficienza intellettuale; casi in cui c'è stata
volizione e previsione del risultato, ma o la volizione non riguarda un fatto
moralmente valutabile,o si è agito in uno stato di necessità (per costrizione
esterna,fisica o psichica). Se la costrizione non era assolutamente
irresistibile,invece di soppressione, c'è attenuazione della responsabilità. I
casi nei quali l'imputazione si attenua si possono schema tizzare così.
L'occasione, cioè il complesso delle circostanze che hanno influito sulla
volizione.Quanto più grande è stata, per esempio, la tentazione, tanto
più piccola la colpa. Nel concetto d'influenza si comprende anche la
suggestione, la quale in certi gradi può persino sopprimere la
responsabilità. I momenti intrasubbiettivi, che si possono suddividere in
varie categorie: i rapporti personali fra il soggetto agente e l'altro
soggetto, cui l'azione si è riferita; l'opinione che si ha della
imputabilità del soggetto; il passato psichico dell'agente; Tutti questi
momenti si applicano, oltre che alla imputabilità, alla calcolazione del
merito di un'azione. Il punto centrale, cui il problema
dell'imputabilità o del merito di un'azione si riferisce, è la spontaneità morale
dell'agente. In com pendio si può dire: chi pone il problema della
imputabilità di un'azione, cerca di conoscere due cose: in quale misura
l'azione sia proceduta dalla disposizione d'animo (Gesinnung) del
soggetto, e come questa disposizione sia in realtà. le differenze subbiettive, dipendenti dal
temperamento; il tempo, in rapporto sia alla durata dell'azione,sia allo
intervallo trascorso fra l'azione e l'imputazione (prescrizione). Il
processo della imputazione morale non è però soltanto intel lettuale ;
consiste anche in una reazione emozionale, con la quale lo spettatore
imparziale X si investe quasi della condizione di A danneggiato o
favorito da E. La collettività, rappresentata da X, reagisce quindi, dal
lato emozionale, come A. Nell'imputazione intellettualmente concepita, oggetto
della valutazione è la persona lità di E , in quanto il suo atto può
considerarsi come una emana zione diretta (per la spontaneità morale) di
questa personalità. Pervenuto a questi risultati nel caratterizzare l'im
putazione, Meinong osserva di non avere fatto uso del concetto della
libertà. E segno, egli dice, che questo momento non ha per la teoria
dell'imputazione quell'importanza, che gli si suole attri buire. Nel
concetto della libertà in senso non soltanto morale, ma ge nerale, c'è una
negazione: ciò ch'è negato è qualche cosa di av verso e di spiacevole, vale
a dire un non-valore. Dove manca qualche cosa di prezioso, c'è una lacuna, non
c'è libertà. La libertà che si riferisce alla vita morale è stata
distinta: in libertà dell'agire e in libertà del volere. Per libertà
d'agire si è intesa la libertà fisica di fare o non fare. Si dànno le
seguenti eventualità: 1. io tento un'azione, ma un ostacolo esterno la
impedisce. Io non tento, perchè un ostacolo, come nel caso 1, lo impedirebbe.
Io tento e riesco: e così affermo la mia libertà di agire; 4. io non tento,
ma se tentassi non troverei alcun ostacolo, allora la mia libertà di
fare è ipotetica, e diviene una facoltà. Questa casistica si può applicare
anche alla libertà del volere, sostituendo al tentativo di fare il
tentativo di volere. Lo stato d'animo predisposizionale della volontà è
allora il de siderio : 1. io desidero, ma non posso volere. Io non
desidero, ma se desiderassi non potrei volere. Io desidero, e poichè non trovo
alcun ostacolo, voglio anche : è questo il caso della libertà del volere o
del decidersi; 4. io non desidero, ma se desiderassi non troverei
difficoltà anche a volere. Qui la volontà diviene ipotetica, e, se
combinata con altri casi simili, diventa libertà di scelta.Abbiamo così
iquattro casi possibili di libertà:libertà dell'agire, libertà del
decidersi, libertà come facoltà, e libertà di scelta. La libertà si
può definire,in una parola, come desiderio di vo lere secondo la propria
inclinazione. Libertà significa allora tanto quanto spontaneità e, così
definita, si ricollega con tutti i momenti della valutazione morale di già
determinati. L'etica è la scienza, così conclude il Meinong, che esamina il
valore che l'uomo ha per l'uomo, e più particolarmente il valore che l'uomo ha
nel suo modo di comportarsi con l'uomo. Notevole è in questa definizione il
momento della universalità,che distinque il campo dei fatti morali. Il senso
comune tende nelle valutazioni morali a rendersi indipendente dalle
peculiarità indi viduali e dalle circostanze eccezionali: esso pretende di
tenere una uguale misura per tutti. Quella definizione dice pure che
ciascun uomo può essere soggetto di valori morali,non meno che oggetto di
valutazione; nessuno può dirsi neutrale nelle valutazioni morali. Non può pero
mai accadere, che il soggetto e l'oggetto del valore s'identifichino. Non
che non si possano valutare le proprie volizioni, ma non sipuò identificare il
vero soggetto del giudizio etico con sè stesso. Voler porre accanto a un'etica
sociale un'etica indi viduale è perciò inammissibile. Anche quando
l'interesse etico è ri volto al proprio io, la collettività è parte
interessata in queste valutazioni, e non le si può perciò negare la funzione
di vero sog getto del valore morale. Si è attribuito all'etica un
carattere normativo; ciò non deve indurre a credere, che questa scienza possa
di propria assoluta autorità imporre precetti al volere e all'agire degli
uomini. In quanto disciplina pratica,essa può dare " norme ,, non in
nome proprio, ma presupponendo posti i fini che si vogliono attuare. Solo
che l'etica non trova,come lealtre scienzepratiche,ivalorigià definiti, ma li
deve ricercare e fissare. Essa diviene quindi normativa nel senso che,
laddove la riflessione ingenua rimane inerte, l'etica scorge valori e
non-valori,e dove la riflessionein. genua valuta in un dato modo, l'etica
lavora a precisare,eacor reggere queste valutazioni. Con le sue deduzioni e
dimostrazioni essa può infatti chiarire errori ed anomalie del valore,
che sfug. gono all'occhio non esercitato o indifferente.Ma pure non bisogna
dimenticare che i problemi del valore sono problemi di fatto,che l'etica è una
scienza empirica, e che l'empiria ha sempre l'ultima parola nelle statuizioni
morali. costituisc Leonardo Caffo.
Keywords: l’altruismo, disobbedienza, “Homo sapiens sapiens”, homo, uomo,
umano, humanus, Anthropos, aner, maschio, vir, virilita. Specismo,
anti-specismo, sub-specismo, homo sapiens sapiens. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Caffo” – The Swimming-Pool Library.
Grice
e Cainia: la diaspora di Crotone -- Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto).
Filosofo italiano. Gamblico di Calcide, a Pythagorean. Cainia.
Grice
e Calais: la setta di Reggio – Roma –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Reggio). Filosofo italiano.
Giamblico di Calcide, a Pythagorean.
Grice e Calboli: l’implicatura conversazionale
della langue e la parole – Grice e Gardiner -- de parabola – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma). Filosofo Italiano.
Grice: “I like Calboli – he philosophised on much the same subjects I did –
colour words (‘that tie seems/is light blue’) – the philosophy of perception,
and parabola, i.e. expression. If I use ‘utterance’ broadly so does Calboli
with his ‘parabola.’ One big difference is that he is a nobleman, who owned a
castle that he ceded to Firenze – I did not!” Altre opere: “Exercitatio
philosophica” (Romae, Giovanni Zempel). Étymol. et Hist.I. Faculté d'exprimer
la pensée par le langage articulé -- «expression verbale de la pensée» (Roland,
éd. J. Bédier: De sa parole ne fut mie hastifs, Sa custume est qu'il parolet a
leisir); spéc. ling. distingué de langue (Sauss.). action de parler» metre a
parole «faire parler» (Wace, Conception N.-D., éd. Ashford). C. Le langage oral
considéré par rapport à l'élocution, au ton de la voix cde sa pleine parole «à
haute voix» (Pèlerinage de Charlemagne, éd. G. Favati); parole basse (Benoît de
Ste-Maure, Troie, ds T.-L.);(Wace, Rou,
éd. Holden: Sa voiz e sa parole mue). D. ca
«faculté d'exprimer sa pensée par le langage articulé» (Guillaume
d'Angleterre, éd. M. Wilmotte, De joie li faut la parole). «art de parler,
éloquence» employer sa parole à gagner argent (Nicot); (Boileau, Art poétique,
chant IV ds OEuvre, éd. F. Escal); avoir le don de la parole (Ac.). F. «droit de parler» (Bruyère, Caractères, De la
Cour, OEuvre, éd. J. Benda: Ils ont la parole, président au cercle). II. Son
articulé exprimant la pensée A. Suite de mots, message, discours, propos
exprimant une pensée (Roland: De cez paroles que vous avez ci dit...;: Bon sunt
li cunte e lur paroles haltes); (Wace, Rou: [Li evesque] Ne fist pas grant
parole ne ne fist grant sermon). B. spéc. 1155 «discussion, dispute» (Wace,
Brut, éd. I. Arnold); avoir des paroles ensemble (Perceforest) «promesse» doner parole (Benoît de Ste-Maure);
prisonniers pour la parole (E. Pasquier, lettre 21 août, ds Lettres hist., éd.
D. Thickett); (croire) sur vostre parole (Guez de Balzac, lettre 11 déc. ds
OEuvres); homme de parole (Id., lettre).
«expression verbale d'une pensée remarquable» (Thomas, Tristan, éd.
Wind, fragm. Douce: Oïstes uncs la parole).
«belle, vague promesse» (Proverbe au vilain, T.-L.: De bele parole [var.
promesse] se fait fous tout lié); paroles sourdes «paroles en l'air, mensonges»
(Gace de La Buigne, Deduis.);«phrase creuse, vide» paroles pleines de vent
(Georges Chastellain, Chron., éd. Kervyn de Lettenhove). «enseignement» (Aimon
de Varennes, Florimont, ds T.-L.); spéc. 1ertiers xiiies. (Vie de St Jean l'Évangéliste,
567, ibid.: avint ke li ewangelistes en une chité vint, Où il dist la parole
[Luc]) la parole de Dieu «l'Écriture sainte» (Pascal, Pensées, OEuvres, éd. J.
Chevalier: Quand la parole de Dieu... est fausse littéralement, elle est vraie
spirituellement); 2. fin xiies. la parole «le Verbe, la Parole faite chair»
(Sermons de St Bernard, éd. W. Foerster,: cil [li troi roi el staule]
reconurent la parole de deu lai ou il estoit enfes). Issu du lat. chrét.
parabola (devenu *paraula par chute de la constrictive bilabiale issue de -b-
devant voy. homorgane) «comparaison, similitude», terme de rhét. (Sénèque,
Quintillien); puis, chez les aut. chrét.: 1. «parabole» (Tertullien, St
Jérôme); 2. «discours grave, inspiré; parole», ce double sens étant dû à l'hébreu
pārehāl (Job, 1: assumens parabolam suam«reprenant son discours»; Num.:
assumptaque parabola sua, dixit; par la suite: Gloss. Remigianae: in rustica
parabola «en lang. vulg.»), v. Ern.-Meillet, Blaise, Vaan., Löfstedt, Late
Latin, pp.81 sqq. Le lat. est empr. au gr. παραβολη «comparaison [par juxtaposition],
illustration» empl. dans les Septante au sens de «parabole» (Marc). Parabola a
supplanté verbum dans l'ensemble des lang. rom. (sauf le roum.) grâce à la
fréq. de son empl. dans la lang. relig., verbum étant spéc. utilisé dans cette
même lang. pour traduire le gr. λογος , v. verbe. Marchese. De Calboli.
Paulucci. Paolucci. Francesco Giuseppe Paulucci di Calboli. Francesco Paulucci
di Calboli. Keywords: de parabola, parabola, parola, parlare, hyperbola, cyclo,
ellipsis. exercitatio philosophica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Calboli” –
The Swimming-Pool Library.
Grice
e Calcidio – Roma – filosofia italiana – Luigi Speranza. (Roma). Filosofo
italiano. Commenta il "Timeo" di Platone. Per impulso di un OSIO
al quale con una lettera CALCIDIO dedica l’opera sua, è un platonico con
forti tendenze eclettiche o dilettanti.Secondo la tradizione manoscritta, C. si
dove identificare il dedicatorio del lavoro a quell’Osius o Hosius di Cordova
che prende parte ai concili di Nicea e di Sardica.Nella stessa epoca e vissuto
C., che viene detto diacono o arcidiacono della stessa diocesi. In ogni
modo, nel Commento del Timeo, C. mostra di conoscere bene il Testameno ebreo,
che ritiene ispirata da Dio, cita Origene e accenna a credenze dei galilei.Il
Commento al Timeo di C. deriva in ultimo da quello di Posidonio, mediato però
da uno del liceale Adrasto d’Afrodisia per la parte matematica, astronomica e
musicale e da uno di seguace del Platonismo dal quale sembra provenire anche lo
pseudo-plutarcheo "De fato."Non è escluso, anzi, che il secondo
commento sia stato l’unica fonte di C.. C. sopra tutti i filosofi
ammira Platone, di cui cita passi di diversi dialoghi.Inoltre, C. menziona
molti altri autori (stoici, neo-pitagorici, Filone d'Alessandria, Numenio), che
probabilmente conosce soltanto indirettamente. Queste citazioni svariate
sono l’espressione estrema del suo eclettismo o dilettantesimo a base
platonica. Con Platone, C. parla di tre principi delle cose, Dio, il
modello (cioè la idea) e la materia.In ciò si accorda con Albino, col quale
riduce la idea a un pensiero divino.Con lo Stoicismo, C. identifica il divino
al principio attivo, la materia al principio passivo. Però, mentre fa
della materia un principio originario e sostiene che il mondo non è stato
creato nel tempo, C. si sforza di affermare che in questi argomenti l'origine
di cui si parla non ha carattere cronologico, ma designa una dipendenza. C.
si esprime quindi in modo improprio quando ammette l'eternità dell’origine
delle cose e della materia. Dalla materia, in cui Dio impone le immagini
dell'idea, e provenuto il corpo. Mentre in questa parte, in complesso,
predomina il pensiero di Platone, nello studio delle potenze divine si presentano
dottrine del Platonismo, che preparano quelle neo-platoniche, ma in alcuni
punti essenziali ne differiscono fortemente. Al vertice sta il divino
supremo o il sommo bene, che, con Platone, è posto sopra ogni sostanza e
dichiarato superiore all’intelletto e ineffabile. Al disotto di esso sta
un secondo divino, la provvidenza, identificata al vobis, che è la volontà e
insieme l'eterno atto della mente divina. Le cose divine
intelligibili e quelle prossime ad esse, sottostanno soltanto alla provvidenza,
le naturali e corporee sono soggette al fato, o serie delle cause, che deriva
dalla prima ed è una legge divina promulgata per reggere ogni cosa. Di
questa legge è custode un terzo divinito, l'anima cosmica, che C. chiama la
seconda mente o il secondo intelletto. Questa tri-partizione del divino
riprende uno schema di Albino e si allontana dal neo-Platonismo perchè non
denomina Uno il primo principio, gli attribuisce la volontà che Plotino gli
nega e non parla della derivazione della materia nei termini caratteristici di
quel sistema. La teoria della provvidenza e del fato (affine a quella
dell’opera pseudo-plutarchea) sembra pure attinta a una fonte
platonica. Le teorie sui demoni e sul destino delle anime dopo la morte
concordano con quelle della scuola platonica e di Posidonio. In complesso
C. giustappone teorie svariate senza ri-organizzarle.La filosofia di C., però,
sebbene priva di ogni originalità, e l’unica via di accesso alla filosofia
platonica di cui potè disporre la civilizazione occidentale e costituì per esso
una delle fonti maggiori della storia del pensiero romano
antico. Calcidio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Manoscritto medievale del Timeo di Platone, tradotto da C. Filosofo romano.
Della vita di C. sappiamo pochissimo. C. traduce il Timeo di Platone in LATINO,
corredandola di un ampio Commento. La datazione della traduzione è dibattuta.
Tra gli elementi più importanti utilizzati per collocare C. nel tempo e nello
spazio c'è la lettera introduttiva all'opera, dedicata ad OSIO, al quale egli
fa riferimento più volte nel suo Commento. Nella lettera C. racconta come OSIO
gli abbia affidato un incarico tanto arduo come la traduzione e il commento del
Timeo al LATINO, impresa, secondo C., mai tentata fino a quel momento (operis
intemptati ad hoc tempus). Una subscriptio trovata in alcuni manoscritti fa
luce sul problema della datazione dell'opera: "Osio Calcidius ".
Dalla subscriptio si evince, quindi, che Ca. era l'arcidiacono di un vescovo
Osio. Nel periodo tardo imperiale è noto un Osio, diocesi di Cordova, figura
importante del cristianesimo occidentale. Nei Concili di Nicea e Sardica, Osio
giocò un ruolo decisivo nella difesa dell'ortodossia contro l'arianesimo. Se si
tratta di questo Osio, Calcidio avrebbe realizzato la sua traduzione del Timeo.
Waszink, l'editore di C. si oppone a questa ipotesi, che è sempre stata quella
tradizionalmente più accettata, e ritiene che C. debba essere collocato intorno
alla fine del IV secolo o all'inizio del V. Secondo Waszink, l'ambiente in cui
sarebbe stato redatto questo trattato neoplatonico e cristiano sarebbe quello
della Milano della fine del IV secolo, quando la città italiana era un fiorente
centro di platonismo sia pagano che cristiano, e l'Osio cui si fa riferimento
nella lettera introduttiva potrebbe essere un alto funzionario imperiale attivo
a MILANO. Tuttavia non esistono prove dell'esistenza dell'Osio ipotizzato da
Waszink. La teoria di Waszink è stata respinta da Dillon, che ha ripreso la
datazione tradizionale dell'opera, ed è oggi generalmente abbandonata dagli
studiosi. Il “Timeo” era già stato tradotto in latino da CICERONE. La
traduzione di C. differisce notevolmente da quella di CICERONE, che forse C.
non conosce. Il Commento – L’UNICO COMMENTARIO LATINO ad un'opera di Platone
pervenutoci - riguarda solo il testo da 31c4 a 53c3. Per il suo commentario C.
fa abbondante uso di fonti greche antiche. Si basa probabilmente sul Commento
al Timeo di Adrasto e sulle opere di Albino, Numenio, Porfirio e Filone. Il suo
Commento riporta gran parte del capitolo sull'Astronomia della Matematica utile
per comprendere Platone di Teone di Smirne. C. vi espone le conoscenze
astronomiche del primo secolo e, accanto ai modelli di Eudosso e Ipparco,
descrive anche il modello attribuito a Eraclide Pontico, che sostiene che
Venere e Mercurio ruotano intorno al Sole. C. concepisce la materia come
sostanza pura e vuota, o anche come l'essenza priva di qualità (in greco:
apoios ousìa) del PORTICO, che con l'Ápeiron di Anassimadro condivide l'essere
infinita e illimitata, priva delle determinazioni qualitative e quantitative
che invece caratterizzano gli enti che si muovono al suo interno. Tale materia
primordiale è necessaria per spiegare il molteplice colto dai sensi, che è
mobile e divisibile, ma essa in sé e per sé non può essere oggetto di
percezione sensibile; al contrario, gli organi di senso possono percepire
soltanto la materia unita a una qualche forma intellegibile, ed è poi compito
dell'analisi delle mente astrarre la materia pura dalle forme che sono
congiunte ad essa dal Demiurgo artefice del mondo. La sintesi della mente
umana giunge così a identificare i tre principi primi: Dio assimilato al
Demiurgo platonico, l'idea (exemplum) e la materia (in latino: silva,che rende
il greco antico ulē), da non confondersi con i quattro elementi, che sono
qualitativamente determinati[6] e nemmeno con la loro unità primitiva, come
Diogene Laerzio aveva inteso la materia prima. Il Timeo nella traduzione
di C. è l'*unica* opera di Platone nota agli studiosi dell'Occidente latino
fino a quando Aristippo traduce in latino il “Menone” e il “Fedone”. Traduzione
e Commento furono molto diffusi durante tutto il Medioevo, al punto che se ne
sono conservate più di cento copie manoscritte. Furono realizzati vari commenti
alla traduzione di C. tra i quali quello di Isdoso e quelli dei teologi della
scuola di Chartres, come Bernardo di Chartres e Guglielmo di Conches. I maestri
di Chartres danno al fatto della creazione un'interpretazione filosofica.
Partendo dagli assunti di base del platonismo, cercano di dimostrare
l'esistenza di una corrispondenza tra la visione del mondo espressa nel Timeo e
quella descritta nel racconto biblico della creazione. Bernardo è considerato
l'autore delle Glosae super Platonem, un anonimo commentario al Timeo nella
versione di C. sotto forma di glosse.[10] Il filosofo e poeta Bernardo
Silvestre fu una delle personalità di questo periodo che furono maggiormente
influenzate dalla filosofia platonica. La sua cosmologia e antropologia
rivelano la profonda influenza del pensiero di Calcidio. Anche il poema De planctu
Naturae di Alano di Lilla contiene idee tratte dal Timeo e dal commentario
calcidiano. L'opera di C. fu molto apprezzata anche nel periodo
rinascimentale, iniziato in Italia alla fine del XIV secolo. L'interesse per C.
è testimoniato dalle numerose copie manoscritte dell'opera risalenti a
quest'epoca - almeno 40, 28 delle quali provengono dall'Italia. Una parte dei
manoscritti contiene solo la traduzione del Timeo, una parte solo il commento,
una parte traduzione e commento insieme. La maggior parte delle principali
biblioteche pubbliche e principesche d'Italia e numerosi umanisti ne avevano
una copia. PETRARCA (si veda) annota la
sua copia dell'opera, oggi conservata presso la Bibliothèque Nationale a Parigi.
L'umanista FICINO (si veda), più tardi divenuto famoso come traduttore e
interprete dei dialoghi platonici, fa una copia manoscritta del commento,
corredandola di un gran numero di note sulla lingua, sui contenuti e sulle
fonti. Più tardi, quando realizzò una nuova traduzione latina del Timeo, fece
solo occasionalmente ricorso a Calcidio, perché il suo latino non soddisfaceva
gli elevati standard degli umanisti. Anche l'amico di Ficino PICO (si veda) ha una
copia dell'opera di C., annotata di suo pugno. L'editio princeps della
traduzione e del commento del Timeo fu pubblicata a cura dell'umanista
GIUSTINIANI, vescovo di Nebbio. Nella lettera di dedica, Giustiniani esprime il
suo entusiasmo per la cultura e l'imparzialità di C.. Secondo Giustiniani,
infatti, C. scrive in un modo così oggettivo che dalle sue parole non si poteva
evincere nemmeno se fosse attamente romano pagano. Più tardi, alcuni studiosi
considerarono C. ebreo, altri - come il filosofo Cudworth e il filologo
Fabricius - lo ritennero, al contrario,
cristiano. Un'altra ipotesi fu avanzata dallo storico Mosheim che giunse alla
conclusione che C. non è né un cristiano né un ebreo, né un platonico puro, MA
UN ROMANO pagano che ha arricchito la sua filosofia platonica con altri concetti.
Fabricius pubblicò una nuova edizione della traduzione e del commento del Timeo
ad Amburgo. La filosofia antica, Adorno, Feltrinelli; Moreschini (ed.): C.:
Commentario al “Timeo” di Platone, Milano; Bakhouche (ed.): Calcidius:
Commentaire au Timée de Platon, Parigi; Dupuis : Préface à la traduction de
Théon de Smyrne, Exposition des connaissances mathématiques utiles pour la
lecture de Platon, Hachette, 1892. ^ Pierre Duhem, Le système du monde; Moro,
Francesca Menegoni e Giovanni Catapano, Il concetto di materia nei commentari
alla Genesi di Agostino; Università di Padova-FISSPA; Caiazzo, La materia nei
commenti al Timeo, in Quaestio. Annuario di storia della metafisica; Grant, Science
and Religion, Greenwood; Waszink, (ed), Timaeus, a Calcidio translatus
commentarioque instructus; Warburg Institute & Brill, Londres-Leiden, 1962:
Secondo Waszink, il periodo in cui l'opera fu maggiormente copiata fu tra il
XII e il XV secolo. Secondo Raymond Klibansky: This dialogue [Timaeus], or
rather its first part, was studied and quoted throughout the Middle Ages, and
there was hardly a mediaeval library of any standing which had not a copy of
Chalcidius’ version and sometimes also a copy of the fragment translated by
Cicero. ^ Terence Irwin; Classical philosophy: collected papers, Taylor &
Francis. Sulla questione della paternità si veda Béatrice Bakhouche (ed.):
Calcidius: Commentaire au Timée de Platon, Vol. 1, Parigi; Dronke: The Spell of
C., Firenze; L'adorabile vescovo di Ippona": atti del Convegno di Paola,
Franca Ela Consolino, Rubbettino; Hankins: The Study of the Timaeus in Early
Renaissance Italy. In Hankins: Humanism and Platonism in the Italian
Renaissance, Bd. 2, Rom; Hankins: Plato in the Italian Renaissance, Leiden; Wrobel:
Platonis Timaeus interprete Chalcidio, Frankfurt (Ristampa dell'edizione
Leipzig); Bronislaus W. Switalski: Des Chalcidius Kommentar zu Plato’s Timaeus,
Münster; Wrobel: Platonis Timaeus interprete Chalcidio, Frankfurt (Leipzig); Bronislaus W. Switalski: Des C.
Kommentar zu Plato’s Timaeus, Münster; Vgl. Jan Hendrik Waszink: Calcidius. In:
Reallexikon für Antike und Christentum, Supplement-Lieferung, Stuttgart; Vedi
Eginhard P. Meijering: Mosheim on the Difference between Christianity and
Platonism. In: Vigiliae Christianae; Commentario al «Timeo» di Platone, a cura
di Moreschini, con la collaborazione di Bertolini, Nicolini, Ramelli, Bompiani, Il Pensiero Occidentale,
Milano; Commentaire au Timée de Platon, Parigi, Traducción y Comentario del
Timeo de Platón, Zaragoza; Magee (ed.), Calcidius. On Plato's' Timaeus,
Cambridge (Mass.) - London, Harvard; Studi BOEFT, J. DEN, Calcidius on fate.
His doctrine and sources, Leiden, 1970. BOEFT, J. DEN, Calcidius on demons
(Commentarius), Leiden, CICERÓN, Sobre la adivinación, Sobre el destino, Timeo,
introd., trad. y notas de Ángel Escobar, Biblioteca Clásica Gredos, nº 271,
Madrid, GERSH, Stephen, Middle Platonism and Neoplatonism: The Latin Tradition,
Publications in Medieval Studies, vol. 23. University of Notre Dame Press,
1986. MACÍAS VILLALOBOS, C., "La influencia de C. en la obra y el
pensamiento de Ficino", Crítica Hispánica; WASZINK, J. H., Studien zum
Timaioskommentar des Calcidius, I. Die erste Hälfte des Kommentars (mit
Ausnahme der Kapitel über die Weltseele), Leiden, Brill, WINDEN, Calcidius on
Matter. His doctrine and sources. A chapter in the history of Platonism,
Leiden, Brill, Donato Tamilia, De C. aetate, in Studi italiani di filologia
classica, Bronislaus Wladislaus Switalski, Des C. Kommentar Zu Plato's Timaeus, Münster, Steinheimer,
Untersuchungen über die Quellen des C., Aschaffenburg 1912. C., su Treccani.it
– Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Calogero, C., in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, C., in Dizionario
di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, C., su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. C., su ALCUIN, Università di
Ratisbona. Modifica su Wikidata (LA) Opere di Calcidio, su Musisque Deoque.
Opere di C., su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute. Opere di C., su
digilibLT, Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro. Opere
di C., su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di C., su Open Library,
Internet Archive. su V · D · M Platonici
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Romani Filosofi cristiani Neoplatonici Traduttori dal greco al latino Commentatori
di Platone [altre] Calcidio or Chalcidius translated the Timeo, and produced a
commentary on it that still survies. In his understanding of matter and form,
he appears to have borrowed substantially from Aristotle. His commentary is
also a valuable source of information on the Porch physics as he makes several
references to what Zeno of Citium, Crisippo di Soli and Cleante thought about
such issues as fate and substance. He may also have been familiar with the
works of Giamblico and Porfirio. Calcidio. Keywords: Cicerone. Calcidio.
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