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Tuesday, June 9, 2015

FRANCESCONIANA -- inglese -- Le relazioni pericolose -- LA MARCHESA DI MERTEUIL ED IL VISCONTE DI VALMONT.

Speranza


Quartett

Non arrischiatevi a venirci, se non accettate di dover mettere in discussione quello che fate e chi siete. 

Questa è un'opera violenta, blasfema, fatta di istinti sessuali e assenza di pietà. 

Gli unici due personaggi in scena sono la personificazione del cinismo, si sono giurati di non amare mai più.

Debutta alla Scala di Milano un melodramma che sta girando il mondo, giunta ormai alla trentatreesima rappresentazione in tre diverse produzioni e in forma di concerto.

L'ottavo lavoro di teatro musicale di Luca Francesconi è una commissione cdel Teatro alla Scala.

Si intitola Quartett e si basa su un testo di Heiner Müller, a sua volta tratto da Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos.

Il titolo è in tedesco come nell'opera di Müller mentre il libretto è stato elaborato in inglese dal testo originale da Francesconi stesso

"perché la lingua inglese, anche nelle sue forme più belle ed eleganti, è ormai una sorta di esperanto."

"Ed è quella che meglio si addice ai sincretismi di musica europea, jazz, folk, popular music, elettronica presenti non da oggi nelle mie partiture."

Le relazioni pericolose  ha un unico atto, tredici scene, per un'ora e venti minuti di durata complessiva.

Due soli personaggi in scena, piccola orchestra in buca, grande orchestra e coro fuori scena (e disponibili come registrazione effettuata alla Scala di Milano), elettronica (Studio Ircam, Serge Lemouton: suoni in tempo reale e preregistrati).

La messa in scena scaligera è affidata ad Alex Olle di La Fura dels Baus, che concentra l'azione in una grande scatola sospesa sul palcoscenico a dodici metri d'altezza, proiettando sull'intera grandezza dello sfondo video che rimandano al mondo esterno.

Allison Cook, mezzo soprano, interpreta la marchesa di Merteuil, in alternanza con Sinead Mulhern.

Robin Adams, baritono, è il visconte di Valmont.

Il direttore è Susanna Mälkki.

Questa stessa produzione è stata ripresa a Vienna (Wiener FestWochen, direttore Peter Rundel), ad Amsterdam, Nederlandse Opera, (apertura dell'Holland Festival, direttore Susanna Mälkki) e all'opera di Lille (Ensemble Ictus, direttore Georges-Elie Octors), ed a Lisbona (Gulbenkian Foundation, direttore Susanna Mälkki).

Quartett è stata eseguita in forma di concerto alla Cité de la Musique a Parigi dall'Ensemble Intercontemporain (marzo 2013).

Una prima nuova produzione è andata in scena a Porto e a Strasburgo, sempre con Allison Cook e Robin Adams, ma per la regia, scenografia e costumi di Nuno Carinhas, le luci di Nuno Meira, con Remix Ensemble diretta da Brad Lubman (Casa da Musica di Porto, 24 settembre 2013 e Festival Musica di Strasburgo 28 settembre 2013).

"Le relazioni pericolose" è stata prodotta nuovamente a Londra, dalla Royal Opera House in coproduzione con l'Opéra di Rouen e la London Sinfonietta, dal 18 al 28 giugno 2014, per la regia di John Fulljames.

Due cast si sono alternati per dieci recite (Leigh Melrose and Kirstin Chávez, Mark Stone, Angelica Voje) sulle strutture metalliche di un bunker post atomico ideati da Soutra Gilmour con le luci di Bruno Poet e i video di Ravi Deepres proiettati su teli laceri calati dall'alto nell'atmosfera raccolta del Linbury Studio. Sotto le strutture, luci calde e soffuse illuminavano la London Sinfonietta, diretta da Andrew Gourlay.

Nel 2015 l'Opera di Malmö presenta la quarta produzione per la regia di Stefan Johansson, scenografia di Jan Lundberg.

Malena Ernman è la marchesa di Merteuil e Christian Miedl il visconte di Valmont; il direttore è Ralf Kircher.

L'idea di Heiner Müller è legata a un rapporto di coppia: un uomo e una donna chiusi in una stanza.

Hanno evidentemente un passato, e un presente burrascoso.

C'è una sorta di facciata che vorrebbe nascondere delle cose, ma viene dilaniata dal conflitto che è dietro e che esplode in maniera feroce, addirittura crudele.

Si capisce che ci sono retroscena foschi, di manipolazioni, tradimenti, gelosie.

Non è un melodramma ottocentesco, ma è una vera esperienza multimediale: due orchestre, più un coro.

C'è un'orchestra da camera, agile, veloce, che produce un primo cortocircuito percettivo: sentiamo delle cose molto vicino all'orecchio, come se stessimo spiando nell'intimità.

Poi c'è uno spazio intermedio, che è lo spazio dei sogni, in cui il suono comincia ad ammorbidirsi; poi c'è l'ulteriore spazio ‘del fuori’, che è addirittura oltre il teatro: una grande orchestra e un grande coro in eco che sono altrove e vengono riprodotti in teatro tramite mezzi tecnologici creando un tempo e uno spazio diversi. Una camera, quasi una cella, una prigione, sta sospesa nel vuoto. Dunque noi vediamo i personaggi muoversi e agire come insetti in un terrario, mentre si trasformano, si scambiano i ruoli, impersonano una sorta di teatrino loro personale, cambiano maschere. Alla fine di questa costruzione drammaturgica, rimane solo la donna, lasciandoci intuire un'idea di salvezza.”

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