Grice e Steuco
Agostino Steuco vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Kissamos |
Nato | 1497 a Gubbio |
Consacrato vescovo | 1538 dal Papa Paolo III |
Deceduto | 1548 a Venezia |
Agostino Steuco (Gubbio) è un filosofo italiano.
Nel novembre del 1513 entrò nella congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani di San Salvatore di Bologna, poi nel monastero di San Secondo, a Gubbio, mutando il suo nome di battesimo Guido in Agostino.
Nel 1524 andò al Monastero di Bologna, ove frequentò i corsi di ebraico e retorica presso l'Università bolognese. Nel 1529 fu inviato dalla sua congregazione al Monastero di Sant'Antonio di Castello a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza dei linguaggi biblici e l'acume filologico, gli fu affidata la biblioteca del monastero, donata ai canonici dal cardinal Domenico Grimani, della quale una buona parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico della Mirandola.
Negli anni successivi (1529-1533) Steuco scrisse una serie di opere polemiche contro Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa. Questi lavori rivelano il solido sostegno che Steuco dà alle tradizioni e alle pratiche della Chiesa, difendendo risolutamente l'autorità papale. Parte della sua produzione risalente a questo periodo include un intenso lavoro filologico sull'Antico Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti ad Hebraicam veritatem recognitio, per la composizione del quale egli si basò su manoscritti ebraici e greci, tratti della biblioteca Grimani, utili a correggere il testo della traduzione latina redatta da San Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, egli mai deviò dal significato letterale e storico.
Contemporanea a questo lavoro di esegesi biblica fu la composizione di un'opera d'impianto enciclopedico che egli scrisse in questo periodo, al quale diede il nome di Cosmopœia. Le sue opere polemiche ed esegetiche destarono l'attenzione favoravole di Papa Paolo III, e nel 1538 questi ordinò Steuco vescovo di Kissamos, nell'isola di Creta, e bibliotecario della collezione papale di manoscritti e stampe del Vaticano. Nel 1541 si recò a Lucca con Paolo III e l'imperatore Carlo V.
Quantunque mai fosse andato a visitare il suo vescovado a Creta, Steuco adempì attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del Vaticano fino alla sua morte nel 1548.
Nel frattempo a Roma redasse i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione della celeberrima opera De perenni philosophia libri X, dedicata a Paolo III, nella quale egli tenta di mostrare che molte delle idee esposte dai saggi, poeti e filosofi dell'Antichità (ad es. Orfeo, Talete, Pitagora, Parmenide, Platone, Aristotele, Plutarco, Numenio, i neoplatonici, l'ebreo Filone, nonché opere come gli Oracoli caldaici, gli Oracoli sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici) erano essenzialmente in armonia con la sostanza delle dottrine della fede cattolica. Questo lavoro contiene una polemica indiretta a margine, poiché Steuco elaborò un numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni teologiche recentemente poste in questione in Italia da riformatori e critici della fede cattolica traditionale.
Come umanista egli ebbe un profondo interesse per le rovine della Roma antica, e nell'operare un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi orazioni in cui raccomandò espressamente a Papa Paolo III di risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da supplire adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città di Roma.
Nel 1547 Steuco fu mandato da papa Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna, affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Morì nel 1548, all'età di cinquantatré anni, mentre si trovava a Venezia per problemi di salute, e dove cercava di ristabilirsi durante un periodo di sospensione del Concilio. Nel 1591 le sue ossa furono traslate nell'Eremo di Sant'Ambrogio a Gubbio.
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Agostino Steuco, De perenni philosophia libri IX, Basileæ, per Nicolaum Bryling et Sebastianum Francken, 1542.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Charles Schmitt, «Perennial Philosophy: From Agostino Steuco to Leibniz», in: Journal of the History of Ideas, 1966, volume 27, fascicolo 4, pagine 505-532.
- ^ philosophia perennis nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 27 settembre 2023.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Mariano Crociata, Umanesimo e teologia in Agostino Steuco. Neoplatonismo e teologia della creazione nel “De perenni philosophia”, Città Nuova, Roma, 1987.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Agostino Steuco
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Stèuco, Agostino, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giuseppe Ricciotti, STEUCO, Agostino, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- Steuco, Agostino, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- Vincenzo Lavenia, STEUCO, Guido, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 94, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2019.
- Opere di Agostino Steuco, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Agostino Steuco, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Michael Ott, Agostino Steuco, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) David M. Cheney, Agostino Steuco, in Catholic Hierarchy.
- (EN) Hugh Chisholm (a cura di), Steuco, Agostino, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
- Associazione Centro Culturale Leone XIII, su leonexiii.org. URL consultato il 6 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- Canonici Regolari Lateranensi di Gubbio, su bibliotecasteuco.it. URL consultato il 5 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2018).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 59880366 · ISNI (EN) 0000 0001 1797 8900 · SBN RMLV023942 · BAV 495/11614 · CERL cnp01325045 · LCCN (EN) nr96017016 · GND (DE) 118798782 · BNE (ES) XX1319282 (data) · BNF (FR) cb121020990 (data) · J9U (EN, HE) 987007291010405171 · CONOR.SI (SL) 119117667 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr96017016 |
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