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Monday, July 23, 2012

Benedetto Varchi

Speranza

 
 
Benedetto Varchi (Firenze, 15031565) è stato un umanista, scrittore e storico italiano.

 

 

Originario di una famiglia di Montevarchi, il padre lo avrebbe voluto avviare ad un mestiere e provò a fargli frequentare come apprendista varie botteghe ma, visto che emergeva una sua predisposizione per gli studi letterari, si decise a mandarlo a scuola. A Firenze frequentò gli Orti Oricellari e poi, a Pisa, intraprese studi accademici di giurisprudenza per divenire notaio.
Terminati gli studi tornò a Firenze, dove aderì a movimenti politici repubblicani anti-medicei, cosa che finì per costringerlo ad abbandonare la città. Trascorse quindi un periodo a Padova (1537), al servizio degli Strozzi, e poi a Bologna (1540).
La sua attività letteraria fu apprezzata dai contemporanei, che lo considerarono addirittura filosofo e ben presto divenne famoso. Nel 1543 Varchi ricevette l'invito da Cosimo I de' Medici a rientrare a Firenze presso la villa della Topaia, che Cosimo gli dette in dono.

Egli fu ben lieto di accettare perché, nel frattempo, aveva cominciato ad essere coinvolto in scandali di tipo sessuale che avevano spesso conseguenze giuridiche e gli creavano gravissime difficoltà sia economiche che d'immagine (nella sua vita subì anche una condanna per stupro, che per poco non distrusse la sua carriera).

 

Questo lato della sua personalità continuò a causargli problemi per quasi tutta la esistenza.

Varchi non fece infatti mai mistero delle sue preferenze omosessuali, sommergendo i ragazzi di volta in volta amati (talvolta estremamente giovani) di un profluvio (ce ne sono state conservate diverse centinaia!) di sonetti amorosi petrarcheschi.

In essi giustificava il suo desiderio sotto un manto di idee neoplatoniche, secondo l'interpretazione resa popolare da Marsilio Ficino.

Ciò che egli amava nel ragazzo, dichiara Varchi, era la sua bellezza interiore, rispecchiamento di quella di Dio, e non quella corporale.

I suoi contemporanei, però, non furono per nulla convinti da tale spiegazione (anche perché nei suoi carmi latini, abbandonata la prudenza, Varchi chiedeva espressamente favori sessuali agli amati), e lo bersagliarono di scritti beffardi, fra i quali assai divertenti i sonetti di Antonfrancesco Grazzini ("il Lasca"), mentre quelli di Alfonso de' Pazzi, crudeli fino alla calunnia, sono scritti nell'oscuro gergo burchiellesco, e quindi poco chiari per il lettore non specialista.
Lapide funebre di Benedetto Varchi nel chiostro dei Morti, chiesa di Santa Maria degli Angeli (Firenze)

L'Accademia fiorentina [modifica]

Rientrato a Firenze, dunque, Varchi fece parte dell'Accademia fiorentina e si occupò di linguistica, di critica letteraria (fu un grande studioso di Dante), di estetica, di filosofia ma anche di alchimia e di botanica. Scrisse, tra le altre cose, un trattato, L'Hercolano (pubblicato postumo nel 1570), una commedia, La Suocera, e moltissimi sonetti.

La Storia fiorentina [modifica]

Ricevette l'incarico da Cosimo di redigere una storia contemporanea di Firenze che scrisse, impegnando circa vent'anni, in uno stile innovativo che potremmo definire giornalistico perché molto attento alla ricerca delle fonti. Questa Storia fiorentina, tuttavia, proprio per il fatto che non ometteva avvenimenti politicamente "imbarazzanti", sarebbe stata pubblicata solo nel 1721. Nonostante tutto la Storia, sebbene frutto di un'attività intensa, viene oggi considerata un'opera superficiale, con molte attestazioni servili verso la casa regnante.

L'Ercolano [modifica]

L'Ercolano è un dialogo tra Benedetto Varchi e il conte Ercolano sulla natura del volgare toscano (anche se il Varchi dimostra che andrebbe piuttosto chiamato fiorentino); è il primo libro di linguistica che non sia scritto in latino, e senz'altro il migliore tra quelli composti prima del Trattato del conte Perticari. I due discutono tra l'altro se la lingua greca sia più o meno ricca del nostro volgare; e il Varchi coglie l'occasione per elencare centinaia di espressioni fiorentine, tutte relative al favellare, nessuna delle quali ha un corrispondente greco. Questo rende l'opera gratissima agli amanti delle toscane eleganze.
L'amore di Varchi per le locuzioni del parlato lo spinse anche, saggiamente, a consigliare a Benvenuto Cellini, che l'aveva interpellato, di non modificare lo stile della sua autobiografia, conservandone la vivace e schietta autenticità.

La conversione religiosa [modifica]

Un'altra sua caratteristica costante fu l'attenzione ai temi religiosi, che visse con inquietudine e che lo condusse a una crisi spirituale dalla quale emerse con il desiderio di farsi prete (anche se alla tardiva conversione non fu certo del tutto estraneo il bisogno di ricostruire una reputazione sociale compromessa dagli scandali di costume).
Divenuto sacerdote cattolico, il duca, che non aveva mai cessato di manifestargli il suo favore, gli aveva ottenuto un incarico in una chiesa di Montevarchi ma non lo poté mai svolgere perché morì nella sua villa della Topaia, a Castello, dove abitava da dieci anni.

Opere [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • Floriana Conte, schede IV. 14 - IV. 18, in Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 24 settembre – gennaio 2010), a cura di Carlo Falciani, Antonio Natali, Firenze, Mandragora, 2010, pp. 230-239.
  • Salvatore Lo Re, Politica e cultura nella Firenze cosimiana.Studi su Benedetto Varchi, Manziana, Vecchiarelli, 2008.
  • Benedetto Varchi 1503-1565. Atti del convegno, Firenze, 16-17 dicembre 2003, a cura di V. Bramanti, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2007.
  • Antonio Sorella, Gli scritti grammaticali di Benedetto Varchi, Pescara, Libreria dell’Università Editrice, 2007.
  • Salvatore Lo Re, La crisi della libertà fiorentina. Alle origini della formazione politica e intellettuale di Benedetto Varchi e Piero Vettori, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2006.
  • Antonio Sorella, "Borghini, Bembo e Varchi", in Fra lo «Spedale» e il principe. Vincenzio Borghini: filologia e invenzione nella Firenze di Cosimo I, Atti del Convegno, Firenze, 21-22 marzo 2002, a cura di Gustavo Bertoli e Riccardo Drusi, Padova, Il Poligrafo, 2005, pp. 149-57.
  • Antonio Sorella, L’autore sotto il torchio. Saggi di tipofilologia, Pescara, Libreria dell’Università Editrice, Collana “Biblioteca Linguistica” diretta da Pietro Trifone, 2004.
  • Giuliano Tanturli, Una gestazione e un parto gemellare: la prima e la seconda parte dei Sonetti di Benedetto Varchi, in «Italique», 7, 2004, pp. 43-100.
  • Vanni Bramanti, Benedetto Varchi tra Caro e Castelvetro, in Miscellanea di studi in onore di Giovanni da Pozzo, a cura di D. Rasi, Roma-Padova, Antenore, 2004, pp. 243-254.
  • Annalisa Andreoni, La «Lezzione seconda» sulla grammatica di Benedetto Varchi, in «Nuova Rivista di Letteratura Italiana», 2003, 6, pp. 137-68.
  • Dario Brancato, «O facitor de gli stellanti chiostri»: un’inedita traduzione di Benedetto Varchi di «De consol. philosophiae», Lib. I M. 5, in «Lettere italiane», 55, 2003, pp. 257-66.
  • Annalisa Andreoni, «Sangue perfetto che poi non si beve...»: le lezioni di Benedetto Varchi sul canto XXV del “Purgatorio”, in «Rinascimento», 2004, 44, pp. 139-223.
  • Annalisa Andreoni, Benedetto Varchi all’Accademia degli Infiammati. Frammenti inediti e appunti sui manoscritti, in «Studi rinascimentali», 2005, 3, pp. 29-44.
  • Benedetto Varchi, in "L'Omnibus Pittoresco", a.III (1840), luglio, n.16, pp.121-122.
  • Silvano Ferrone, Materiali varchiani, in «Paragone/Letteratura», 53, terza serie, 48-49-50 (642-644-646), Agosto-Dicembre 2003, pp. 84-113.
  • Vanni Bramanti, Viatico per la «Storia fiorentina» di Benedetto Varchi, in «Rivista Storica Italiana», 114, 2002, pp. 808-928.
  • Antonio Sorella, Benedetto Varchi e l’edizione torrentiniana delle «Prose», in «Prose della volgar lingua» di Pietro Bembo, a cura di Silvia Morgana, Mario Piotti, Massimo Prada (Atti del Convegno di Gargnano del Garda, 4-7 ottobre 2000), Milano, Cisalpino, 2001, pp. 493-508.
  • Massimo Firpo, Gli affreschi di Pontormo a San Lorenzo. Eresia, politica e cultura nella Firenze di Cosimo I, Torino, Einaudi, 1997.
  • Silvano Ferrone, Indice universale dei carmi latini di Benedetto Varchi, «Medioevo e Rinascimento», 11, 1997, pp. 125-95.
  • Maria Prunai Falciani, Manoscritti e libri appartenuti al Varchi nella Biblioteca Riccardiana di Firenze, «Accademie e Biblioteche d’Italia», 53, 1985, pp. 14-29.
  • Valerio Vianello, Fuoriuscitismo politico fiorentino e produzione letteraria nel Cinquecento, in T. Agostini Nordio e V. Vianello, Contributi rinascimentali: Venezia e Firenze, Abano Terme, Francisci, 1982, pp. 133-63.
  • Michel Plaisance, Une première affirmation de la politique culturelle de Côme Ier: la transformation de l’Académie des «Humidi» en Académie Florentine (1540-1542), in Les écrivains et le pouvoir en Italie à l’époque de la Renaissance (première série). Études réunies par André Rochon, Université de la Sorbonne Nouvelle («Centre de recherche sur la Renaissance italienne»), 1973, pp. 361-438.
  • Liber Carminum Benedicti Varchii, a cura di Aulo Greco, Roma, ABETE, 1969.
  • F.G., Benedetto Varchi, in "Poliorama Pittoresco", n. 45 del 20 giugno 1840, pp. 363-364;
  • Vita di Benedetto Varchi. Sta con: Benedetto Varchi, Storie fiorentine, Le Monnier, Firenze 1857, vol. I. (è opera di un suo contemporaneo).
  • Giovanni Dall'Orto, "Socratic Love" as a Disguise for Same-sex Love in the Italian Renaissance, "Journal of homosexuality", XVI, n. 1/2 1989, pp. 33-65. Anche come: Kent Gerard e Gert Hekma (a cura di), The pursuit of sodomy: male homosexuality in Renaissance and Enlightenment, Europe Harrington Park Press, New York 1989, pp. 33-65.
  • Antonfrancesco Grazzini, Le rime burlesche edite e inedite, Sansoni, Firenze 1882, passim.
  • Guido Manacorda, Benedetto Varchi. L'uomo, il poeta, il critico, "Annali della R. Scuola normale di Pisa", XVII 1903, part. II, pp. 1-161. Ristampa anastatica: Polla, Cerchio (L'Aquila) 1987.
  • Giorgio Pedrotti, Alfonso de' Pazzi, accademico e poeta, Tipografia Cipriani, Pescia 1902, passim.
  • Umberto Pirotti, Benedetto Varchi e la cultura del suo tempo, Olschki, Firenze 1971.
  • James Wilhelm (a cura di), Gay and lesbian poetry. An anthology from Sappho to Michelangelo, Garland, New York & London, 1995, pp. 313-315.
  • Alessandro Montevecchi, "Storici di Firenze - studi su Nardi, Nerli e Varchi", Bologna, Pàtron, 1989

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