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Wednesday, July 18, 2012

FONTE di Bellini: Agasia --

Speranza

Agasia, figlio di Menofilo (Efeso, ... – ...), e Agasia, figlio di Dositeo (Efeso, ... – ...), erano due differenti scultori dell'antica Grecia, vissuti quasi nello stesso periodo.
Agasia, figlio di Menofilo, autore di una straordinaria figura di gladiatore, in marmo, attualmente conservata ed esposta nel Museo di Atene. Di lui si hanno parecchie firme su basi di statue trovate a Delo e a Tino.
L'altro scultore, omonimo del primo, ma più famoso di lui, era:
Il Gladiatore Borghese, dopo il restauro. Parigi, Museo del Louvre.
Agasia, figlio di Dositeo. La sua opera più famosa, pervenuta fino a noi, lo vede autore di un'altra straordinaria statua in marmo di un guerriero combattente, chiamata il Gladiatore Borghese, alta 157 cm, chiamata così perché appartenente alla Collezione Borghese, fino al 1808, quando fu legalmente venduta dal proprietario a suo cognatoo, Napoleone Bonaparte, per essere poi acquisita alle collezioni del Museo del Louvre di Parigi, dove attualmente è conservata ed esposta nella Galleria Daru, dopo l'ultimo restauro effettuato dal Dipartimento delle Antichità Greche, Etrusche e Romane del Museo del Louvre, nel periodo compreso tra aprile 1996 e giugno 1997.
La firma dello scultore è posta sul piccolo tronchetto di supporto con l'iscrizione:
ΑΓΑΣΙΑΣ ΔΩΣΙΘΕΟΥ ΕΦΕΣΙΟΣ ΕΠΟΙΕΙ
(Mi fece Agasia, figlio di Dositeo di Efeso).
L'iscrizione sulla base della statua: ΑΓΑΣΙΑΣ ΔΩΣΙΘΕΟΥ ΕΦΕΣΙΟΣ ΕΠΟΙΕΙ (Mi fece Agasia, figlio di Dositeo efesino).

Il gladiatore Borghese [modifica]

La statua fu portata alla luce da scavi casuali effettuati nel 1609 ad Anzio, località vicino Roma. Il capolavoro della scultura greca, al momento del ritrovamento, era ridotto in 17 frammenti, poi ricomposti nel 1611 dal primo restauro effettuato ad opera dello scultore Nicolas Cordier. Il Gladiatore, in equilibrio nello spazio, è ritratto nel gesto di proteggere sé stesso, dall'attacco dell'avversario, con il proprio scudo, probabilmente di bronzo ed un tempo attaccato al braccio sinistro in guardia. La scultura di Agasia, porta i segni inconfondibili dell'influenza di un altro grande scultore greco del periodo ellenistico, Lisippo, vissuto nel IV secolo a.C., e riprende proprio da lui, lo stile dell'eroismo atletico, però con il pathos (sentimento) del periodo ellenistico. La qualità lineare dei lavori di Lisippo, tuttavia, viene da Agasias trasformata nella drammaticità dell'azione. In questa opera meravigliosa, l'artista dimostra inoltre di aver una sorprendente conoscenza dell'anatomia del corpo umano, cosa alquanto rara per il tempo in cui egli visse. La muscolatura guizzante del Gladiatore, la sua linea, il gesto atletico e l'armonia della figura, fu oggetto di studio e di ammirazione di un altro grande scultore italiano del neoclassicismo: Antonio Canova.
Tutti e due gli scultori di nome Agasia, appartenevano alla scuola di Efeso, che conobbe il suo periodo di maggior splendore all'incirca verso il 100 a.C. Ambedue gli artisti vissero il periodo artistico denominato “tardo ellenismo”, che coincide con la conquista romana avvenuta nel 146 a.C. Fu questo l'ultimo periodo artistico dell'antica Grecia, che seppe ancora esprimere scultori di grande talento e capacità. Di loro si hanno riferimenti, anche se non molto dettagliati, in testi storici greci del I secolo a.C. e I secolo d.C.

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