Raffigurano alternativamente scene di caccia (partenza per la caccia, cacce all'orso, al cinghiale, al leone) e scene di sacrificio a divinità pagane, collegate ciascuna ad una delle cacce. Anche in questi tondi, in particolare su quelli collocati sulla facciata sud, le teste dell'imperatore sono state rilavorate: come ritratti di Costantino, nelle scene di sacrificio, e di Licinio o di Costanzo Cloro nelle scene di caccia; viceversa per i tondi collocati sulla facciata nord. Alle effigi di Costantino venne aggiunto il nimbus (aureola), spettante ormai alla maiestas imperiale. Discussa è la provenienza dei rilievi, forse da un monumento dedicato ad Antinoo situato sul Palatino; meno probabile la provenienza dal tempio del Divo Traiano o da un arco posto all'ingresso del tempio stesso, per le scene incompatibili con un monumento postumo. Esiste anche la recente ipotesi che i tondi si trovassero originariamente proprio su questo arco, forse adrianeo nella sua prima edificazione, che sarebbe stato ricomposto e ridecorato all'epoca di Costantino, ma la rilavorazione subita dalle incorniciature per l'inserimento nella nuova collocazione sembra smentire questa ipotesi[5].
La cronologia dell'opera è fissata tra il 130 e il 138[6].
L'ordine attuale dei tondi sull'arco, che differisce dall'originario ordine delle scene, è il seguente:
- sulla facciata meridionale: Partenza per la caccia, Sacrificio a Silvano, Caccia all'orso, Sacrificio a Diana;
- sulla facciata settentrionale: Caccia al cinghiale, Sacrificio ad Apollo, Caccia al leone, Sacrificio ad Ercole.
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