Pluto, spesso confuso e identificato con Plutone (divinità degli inferi corrispondente ad Ade), è una figura della mitologia greco-romana, dio della ricchezza. Da esso derivano anche le parole plutocrazia, l'influenza dei ricchi sui governi, e plutomania, la bramosia della ricchezza. Era figlio di Demetra e Iasione, nipote di Dardano fondatore di Troia. Gli antichi lo rappresentavano obeso per l'intrinseca abbondanza, bendato per l'imparzialità e la casualità nel distribuire le ricchezze, zoppicante per la lentezza dell'accumulo, alato per la rapidità del dispendio.
Divina commedia [modifica]
Nella Divina Commedia, Dante lo pone come guardiano del IV cerchio dell'Inferno (Canto VII), in cui vengono puniti avari e prodighi. La sua descrizione è molto vaga (non si sa nemmeno se il poeta si confondesse con Plutone), ma gli fa recitare uno dei versi più famosi dell'intero poema: "Pape Satàn, pape Satàn aleppe".Altri progetti [modifica]
Plutus
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