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Friday, July 6, 2012

Le ville di Roma e dei dintorni: la villa Sciarra al Gianicolo, Trastevere

Speranza




File:V Sciarra 1170965-6.JPG

 Fontana dei Satiri


Fontana situata nel piazzale superiore

La Villa Sciarra è una delle ville urbane di Roma con un'estensione di sette ettari e mezzo situata sulle pendici del Gianicolo tra i quartieri di Trastevere e Monteverde Vecchio, addossata alle mura gianicolensi.

Prende il nome dalla famiglia nobile pontificia degli Sciarra.

Per arrivarvi, da Viale di Trastevere, all'altezza del Ministero della Pubblica Istruzione, girare per Via E. Morosini, quindi girare alla prima a sinistra (Via Dandolo) fare tutta la salita e girare a sinistra a Via Calandrelli.

Da Via Calandrelli ci sono due accessi che danno, il primo su Piazzale Wurts, progettato da Pio Piacentini, che prende il nome dall'ultimo proprietario, George Wurts, al quale si deve l'attuale disposizione del giardino e dei monumenti in esso contenuti, ed il secondo su Largo F. Minutilli.

 

 

La sua storia inizia in epoca antecedente a quella romana, quando in quella zona era situato un santuario consacrato alla ninfa Furrina.

Più tardi in questa area sorsero i famosi "Orti di Cesare", che, scendendo da Monteverde, declinavano fino al Tevere.

Nel 1549, il terreno venne acquistato da privati e su di esso venne edificato un primo edificio.

In seguito, nel 1575, l'area in cui si trova la villa fu acquistata da Monsignor Innocenzo Malvasia, che vi edificò l'omonimo Casino, un edificio a due piani con loggia, attualmente sito nel terreno di proprietà dell'Accademia Americana.

Nel 1614 la proprietà fu acquistata da Gaspare Rivaldi, appaltatore delle Dogane Pontificie.

Successivamente l'area acquistò notevole valore ed importanza in quanto, a seguito della costruzione delle Mura Gianicolensi, da villa extraurbana divenne urbana.

Nel 1647 la villa fu acquistata dal Cardinal Antonio Barberini, già proprietario del Casino Malvasia, mentre nel 1710 fu venduta al Cardinal Pietro Ottoboni, che la mantenne fino alla sua morte nel 1740.

In seguito divenne di nuovo di proprietà dei Barberini, e precisamente di Cornelia Costanza Barberini, moglie di Giulio Cesare Colonna di Sciarra, sotto i quali la villa venne ingrandita, fino ad occupare tutta l'area del Gianicolo e di Monteverde compresa tra le antiche mura Aureliane e le nuove mura Gianicolensi, ed abbellita con l'acquisto, tra gli altri, dell'Orto Crescenzi nel 1811.

Nel periodo della Repubblica Romana (1849) il Casino Barberini e il Casino Malvasia vennero fortemente danneggiati dai combattimenti tra le truppe italiane e quelle francesi. I Barberini restaurarono in seguito il Casino nelle forme originarie, ma la proprietà fu poi persa dal principe Maffeo II Sciarra in seguito ad errate speculazioni finanziarie.

Il terreno intorno alla Villa venne così lottizzato in base alle convenzioni stipulate nel 1889 tra il comune di Roma, la Compagnia Fondiaria Italiana e lo stesso principe, e divenne area edificabile.

Mentre la villa, rimasta proprietà degli Sciarra, venne poi ceduta nel 1896 a George Clarke e quindi alla Società di Credito ed Industria Fondiaria Edilizia, da cui l'acquistarono il 15 maggio 1902 gli ultimi proprietari: George Wurts, un americano appassionato di giardini, e sua moglie Henriette Tower, ricca ereditiera di Filadelfia.

I coniugi fecero ristrutturare completamente la palazzina in stile neo rinascimentale e ridisegnare il giardino: vi sistemarono numerose statue settecentesche in arenaria provenienti dal Castello Visconti di Brignano d'Adda, caduto in rovina e venduto all'asta nel 1898.

Nel 1906 venne avviato il progetto per la costruzione del Castelletto in stile neogotico, che fu poi realizzato nel 1908-1910. Sempre nel 1908 vennero iniziati i lavori per la realizzazione degli ingressi di Via Calandrelli.

George Wurts morì nel 1928 e due anni dopo la moglie donò la villa allo Stato Italiano ponendo la condizione che questa fosse destinata a parco pubblico.

 

Superato il cancello di via Calandrelli ci si immette in un piccolo slargo, sulla cui sinistra si trova una bella fontana con motivi rupestri.

Dallo slargo si dipartono tre viali. Se si va a destra, percorrendo Viale Klitsche, si incontra una grande uccelliera in ferro fatta costruire da G. Wurts per essere adibita all'allevamento dei pavoni bianchi. Proprio di fronte ad essa c'è la Fontana dei Satiri. La fontana è l'unico elemento proveniente dalla Villa Visconti di Brignano d'Adda, ricostruita nella sua interezza a Villa Sciarra. È composta da un articolato gruppo di satiri e satirelli che sorreggono una grande conchiglia, è coronata da un putto che esce dalle fauci di un biscione, allusivo allo stemma araldico della famiglia Visconti.
Viale Wern invece costeggia la Fontana di Diana ed Endimione. La fontana a laghetto è decorata con un gruppo scultoreo raffigurante Diana, la dea della caccia, il caratteristico pastore-cacciatore Endimione, e un cane, loro fedele compagno.

Alla confluenza dei due viali si incontra l'Esedra Arborea, un angolo di villa molto scenografico. Si tratta di una siepe di lauro disposta a semicerchio (esedra) in cui sono state ricavate delle nicchie nelle quali sono state collocate dodici statue in arenaria, raffiguranti i mesi dell'anno. Di fronte alle statue si trovano siepi di bosso potate in forme fantasiose secondo la raffinata tecnica dell'arte topiaria.
Dopo la confluenza tra Viale Wern e Viale Leducq si apre uno slargo dove è sito il Casino Barberini, l'edificio principale della villa attualmente sede dell'Istituto Italiano di Studi Germanici. Dalla torretta del terrazzo, rimasta immutata rispetto al disegno originario, si può vedere tutta la città fino ai Colli Albani. Sul davanzale sono collocate cinque statue settecentesche in arenaria. Di fronte al Casino si trovano la Fontana delle Sfingi, che presenta, all'interno di una vasca ovoidale in muratura, quattro sfingi rappresentanti le passioni umane o i vizi, e la Fontana dei Putti.
Alle spalle del Casino sorge la cosiddetta montagnola. Molto caratteristico è il chioschetto dei glicini collocato proprio in cima alla montagnola vicino al tempietto circolare con una caratteristica cupola in ferro battuto.
Il villino detto "il Castelletto", sito presso l'entrata della villa, dovrebbe ospitare la sede definitiva del Museo della Matematica.

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