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Thursday, July 5, 2012

Statuaria all'aria aperta: Villa Madama, Roma

Speranza



< Villa Madama
Iniziata nel 1518 per Giuliano de' Medici, la villa è tra le opere più significative del Rinascimento. Alla morte di Raffaello il progetto fu terminato dal Sangallo. Le sale recano i cicli decorativi di Giulio Romano e Giovanni da Udine. Splendido lo Xystus, il giardino rustico, il ninfeo e la peschiera. E' sede di rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri ... segue >
< Visita con apertura straordinaria riservata soci sostenitori
< App.to in via di villa Madama, all'ingresso della villa
< Quota Euro 10.00.
< richiedi informazioni sulle modalità di partecipazione
< prenota entro 23/01
< vai al sito dell'Associazione Palladio

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La villa, situata sull’altura di Monte Mario, fu realizzata dopo il 1517 per volere di Giulio de’Medici, all’epoca cardinale e cugino di papa Leone X, che sarebbe stato elevato al soglio pontificio nel 1523 con il nome di Clemente VII.
L’attribuzione del progetto architettonico della villa è stata oggetto di un lungo e complesso dibattito critico. Si ipotizza che il progetto sia stato realizzato da Raffaello, come tra l’altro comproverebbe anche il Vasari, secondo il quale, l’artista “diede molti disegni d’architettura alla vigna del papa”. Raffaello non avrebbe potuto seguire i lavori, se non per breve tempo, perché impegnato nelle Logge Vaticane.
Sul progetto sarebbero inoltre intervenuti Giovan Francesco da Sangallo e Antonio da Sangallo il Giovane. Presero parte all’elaborazione di pitture, stucchi, sculture e lavori in architettura, sia al palazzo che al giardino, Giulio Romano e Giovanni da Udine; per la scultura è stato individuato anche l’apporto di Baccio Bandinelli.
Giovanni da Udine, insieme a Giulio Romano, sono entrambi menzionati dal Vasari.
Al progetto furono apportati decisivi cambiamenti, anche per il carattere troppo argilloso e friabile del terreno.
Alla morte di papa Leone X il cantiere ebbe una battuta d’arresto. Solo tra il 1524 e il ’25, dopo l’elezione di Clemente VII, i lavori vennero portati a compimento molto rapidamente.
Alla morte del pontefice la villa passava ai Medici. Il duca Alessandro sposò Margherita d'Austria, figlia di Carlo V, che divenne in seguito duchessa di Parma e Piacenza e quindi governatrice dei Paesi Bassi. Da questa prese nome la villa, così come il Palazzo a Roma. Alla sua morte, il complesso divenne proprietà dei Farnese, duchi di Parma e Piacenza e nel corso dei secoli XVII e XVIII, conobbe un lento ma inesorabile deterioramento.
All’estinzione dei Farnese ne divenne proprietario don Carlo di Borbone che la depredò di tutti i residui splendori. La villa rimase appannaggio dei sovrani di Napoli fino all'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia. Venne successivamente acquistata dal francese di Tolosa Maurice Berges che intraprese alcuni significativi lavori di restauro, proseguiti poi in seguito dal nuovo proprietario, il conte Dentice di Frasso che fece inoltre apportare alcune modifiche, tra le quali, oltre alla parziale sopraelevazione dell'edificio verso il fronte dell'emiciclo, soprattutto la nuova scala a chiocciola, interamente in travertino, progettata e costruita da Marcello Piacentini.
Dopo vari passaggi di proprietà nel 1937 venne presa in affitto dal Ministero degli Esteri e infine acquistata dallo Stato nel giugno del 1941. Notevoli i giardini, dal cosiddetto xystus posto in asse con la loggia al giardino rustico terminante in un bel ninfeo.

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