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Friday, July 6, 2012

Villa Savoia, Roma

Speranza



Il grande complesso lungo la via Salaria apparteneva originariamente a diverse famiglie confinanti tra loro. Alla metà del Settecento l'intero complesso divenne proprietà di Luigi Pallavicini che unificò in un'unica villa l'intera chiusa della villa. Nel 1872 la villa, nel frattempo passata ai Potenziani, fu venduta a Vittorio Emanuele II. L'ingenger Castelnuovo venne quindi incaricato di progettare il nuovo casino di residenza e di ampliare la villa fino a Monte Antenne, includendo anche le proprietà del Collegio Irlandese. Alla sua morte fu venduta da Umberto I al conte svizzero Tellfer, che gli diede il nome di sua moglie, Ada. Successivamente passò alla Banca Romana e dopo il grave scandalo finanziario che coinvolse l'istituto di credito fu confiscata dal Demanio.
Nel 1904 fu ricomprata da Vittorio Emanuele III, per farne la sua residenza.
L’edificio principale, rifatto nel 1919 da Vittorio Emanuele III, è a pianta quadrangolare che gira intorno ad un cortile coperto a doppia altezza a vetri. Splendido lo scalone arredato con decine di trofei di caccia portati nella villa da Vittorio Emanuele III. Buona parte dell'arredo è ancora quello originale di Casa Savoia, tra i quali alcuni dipinti raffiguranti membri dell'illustre casato e una parte del mobilio. Splendido è il cosiddetto giardino segreto, posizionato sul fianco destro della villa, con scalee, aiuole a parterre, vasi, sarcofagi e una bella paschiera.
Faceva parte originariamente della villa anche una costruzione settecentesca, cui, tra le due guerre mondiali, furono aggiunte due ali. Dalla fine degli anni Trenta il casino principale era utilizzato quale dimora di Casa Savoia. Il 26 luglio del 1943 la villa ha visto lo svolgersi di un momento epocale della storia d'Italia, l'arresto di Benito Mussolini, voluto da S.M. Vittorio Emanuele III e dal Maresciallo Badoglio.
Nel 1951 il Comune di Roma ha espropriato il giardino di Villa Ada, soggetto a continui smembramenti, e lo ha reso parco pubblico.
Nel 1957, a seguito di alcune azioni legali della famiglia Savoia, la villa è stata suddivisa tra demanio dello Stato e gli eredi Savoia.
L’edificio principale oggi ospita l’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto in Italia. Un'altra ala della villa fu destinata a residenza della principessa Mafalda di Savoia, dopo il suo matrimonio con il principe d’Assia prendendo il nome di villa Polissena, da una antenata del principe, Polissena d’Assia-Rheinfelds

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