Speranza
Il grande
complesso lungo la via Salaria apparteneva originariamente a diverse famiglie
confinanti tra loro. Alla metà del Settecento l'intero complesso divenne
proprietà di Luigi Pallavicini che unificò in un'unica villa l'intera chiusa
della villa. Nel 1872 la villa, nel frattempo passata ai Potenziani, fu venduta
a Vittorio Emanuele II. L'ingenger Castelnuovo venne quindi incaricato di
progettare il nuovo casino di residenza e di ampliare la villa fino a Monte
Antenne, includendo anche le proprietà del Collegio Irlandese. Alla sua morte fu
venduta da Umberto I al conte svizzero Tellfer, che gli diede il nome di sua
moglie, Ada. Successivamente passò alla Banca Romana e dopo il grave scandalo
finanziario che coinvolse l'istituto di credito fu confiscata dal
Demanio.
Nel 1904 fu ricomprata da Vittorio Emanuele III, per farne la sua
residenza.
L’edificio principale, rifatto nel 1919 da Vittorio Emanuele III,
è a pianta quadrangolare che gira intorno ad un cortile coperto a doppia altezza
a vetri. Splendido lo scalone arredato con decine di trofei di caccia portati
nella villa da Vittorio Emanuele III. Buona parte dell'arredo è ancora quello
originale di Casa Savoia, tra i quali alcuni dipinti raffiguranti membri
dell'illustre casato e una parte del mobilio. Splendido è il cosiddetto giardino
segreto, posizionato sul fianco destro della villa, con scalee, aiuole a
parterre, vasi, sarcofagi e una bella paschiera.
Faceva parte originariamente
della villa anche una costruzione settecentesca, cui, tra le due guerre
mondiali, furono aggiunte due ali. Dalla fine degli anni Trenta il casino
principale era utilizzato quale dimora di Casa Savoia. Il 26 luglio del 1943 la
villa ha visto lo svolgersi di un momento epocale della storia d'Italia,
l'arresto di Benito Mussolini, voluto da S.M. Vittorio Emanuele III e dal
Maresciallo Badoglio.
Nel 1951 il Comune di Roma ha espropriato il giardino
di Villa Ada, soggetto a continui smembramenti, e lo ha reso parco
pubblico.
Nel 1957, a seguito di alcune azioni legali della famiglia Savoia,
la villa è stata suddivisa tra demanio dello Stato e gli eredi
Savoia.
L’edificio principale oggi ospita l’Ambasciata della Repubblica Araba
d’Egitto in Italia. Un'altra ala della villa fu destinata a residenza della
principessa Mafalda di Savoia, dopo il suo matrimonio con il principe d’Assia
prendendo il nome di villa Polissena, da una antenata del principe, Polissena
d’Assia-Rheinfelds
Friday, July 6, 2012
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