Speranza
Pagliacci (opera)
Pagliacci | |
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Lingua originale | italiano |
Genere | opera lirica |
Musica | Ruggero Leoncavallo |
Libretto | Ruggero Leoncavallo |
Fonti letterarie | vicenda reale |
Atti | due |
Prima rappr. | 21 maggio 1892 |
Teatro | Teatro Dal Verme, Milano |
Personaggi | |
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Pagliacci è un'opera lirica divisa in due atti di Ruggero Leoncavallo, su libretto del compositore, rappresentata per la prima volta al Teatro dal Verme a Milano, il 21 maggio 1892 con Fiorello Giraud, Adelina Stehle, Victor Maurel, Mario Ancona e la direzione di Arturo Toscanini.
Il melodrama si ispira a un delitto realmente accaduto a Montalto Uffugo, in Calabria, quando il compositore era bambino e in seguito al quale il padre di Ruggero Leoncavallo, che era magistrato, istruì il processo che portò alla condanna dell'uxoricida.
L'opera fu ed è ancora una delle opere più eseguite al mondo, il successo immediato trova spiegazione nell'attualità del linguaggio e nell'approccio verista e popolare che in quel periodo permeava tutte le arti, ma non secondari furono l'impegno dell'editore Sonzogno che all'epoca conduceva una battaglia per contrastare il dominio dell'editore di Giuseppe Verdi e di Giacomo Puccini, Ricordi, e la celeberrima registrazione discografica con Enrico Caruso quale protagonista.
Infatti il disco è ricordato come una pietra miliare dell'allora nascente industria discografica, essendo stato il primo ad aver superato il milione di copie vendute.
L'opera di Ruggero Leoncavallo s'intitolava originariamente "Pagliaccio", un personaggio della commedia dell'arte (creato da "Pagliaccio Ganassa, nel 1572).
Ma, siccome doveva rappresentarlo per la prima volta il baritono francese Victor Maurel, persona molto orgogliosa e puntigliosa, questi s'impuntò:
"Nelle opere del mio repertorio la parte del baritono dev'essere nel titolo."
"Qui il titolo, "Pagliaccio", comprende solo il tenore."
Pertanto, se non cambiate il titolo, io non canto!".
L'editore, per evitare di mettere a rischio la prima, ebbe un'idea geniale: cambiò il titolo da singolare a plurale: "Pagliacci".
Cfr. 'Pagliaccio', 'principe dei pagliacci'.
Così nel titolo era compreso anche il baritono.
Si andò in scena regolarmente e il successo fu trionfale.
La rappresentazione inizia a sipario calato, con Tonio che, in costume da "Taddeo", si presenta come Prologo, fungendo da portavoce dell'autore ed enunciando i principi informatori e la poetica dell'opera.
Il Prologo di Pagliacci costituisce un vero e proprio manifesto poetico-programmatico della corrente verista all'interno della Giovane Scuola italiana (Si può, si può?).
La compagnia di Canio è giunta in un paesino meridionale, (Montalto Uffugo in provincia di Cosenza riportato da molti libri, ma in realtà è ambientato ad Acerenza dove il santo patrono di tale città è San Canio), per inscenare una commedia.
SAN CANIO
Canio non sospetta che la moglie Nedda lo tradisca con Silvio, un contadino d'Acerenza.
Tonio, che ama Nedda ma che è da lei respinto, avvisa Canio del tradimento.
Canio scopre i due amanti che si promettono amore, ma Silvio fugge senza che Canio lo veda in volto.
Canio vorrebbe scagliarsi contro Nedda, ma arriva uno degli attori a sollecitare l'inizio della commedia dell'arte perché il pubblico aspetta.
Canio non può fare altro, nonostante il suo turbamento, che truccarsi e prepararsi per la commedia (Recitar... Vesti la giubba).
Canio, nel ruolo di "Pagliaccio", impersona appunto un marito tradito dalla sposa "Colombina".
La realtà e la finzione finiscono col confondersi, e Canio, nascondendosi dietro il personaggio di Pagliaccio, riprende il discorso interrotto dalla necessità di dare inizio alla commedia dell'arte e, sempre recitando, rinfaccia a Nedda la sua ingratitudine e trattandola duramente le dice che il suo amore è ormai mutato in odio per la gelosia.
Di fronte al rifiuto di Nedda di dire il nome del suo amante, Canio uccide lei e ferisce Silvio accorso per soccorrerla.
Tonio e Beppe, inorriditi, non intervengono, ma gli spettatori, comprendendo troppo tardi che ciò che stanno vedendo non è più finzione, cercano invano di fermare Canio.
A delitto compiuto, Canio, esclama beffardo: "la commedia è finita!".
Le partiture di Leoncavallo prevedono l'utilizzo di:
- ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 3 fagotti
- 4 corni, 3 trombe, 3 tromboni, tuba
- timpani, grancassa, piatti, triangolo, glockenspiel, tam-tam, campane tubolari
- 2 arpe
- archi
Da suonare sul palco:
- oboe, tromba, violino, grancassa
Brani famosi[modifica | modifica wikitesto]
- "Si può?", Prologo (Tonio)
- "Son qua, ritornano!", coro (atto I)
- "Qual fiamma avea nel guardo", aria di Nedda
- "Vesti la giubba", aria di Canio
- "Canzone di Arlecchino", Beppe (Atto II)
- "No, pagliaccio non son", romanza di Canio e finale
Prime esecuzioni
In questa occasione, per la prima volta, viene rappresentata con l'altro capolavoro del teatro musicale verista, Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, accoppiata che diventerà consuetudine anche grazie alla brevità dei due lavori.
- Al Teatro Verdi (Trieste) va in scena il 20 gennaio 1944.
- All'Opera di Chicago va in scena nel 1957 con Tito Gobbi, Mario Del Monaco e Cornell MacNeil diretta da Bruno Bartoletti.
- A Bilbao va in scena nel 1957 con Franco Corelli ed Ettore Bastianini diretta da Nicola Rescigno.
- Al Grand Théâtre di Ginevra Paillasse va in scena nel 1959 e Pagliacci nel 1996.
Nella cultura popolare[modifica | modifica wikitesto]
- Nell'episodio Il Bob italiano de I Simpson viene allestita l'opera nel Colosseo di Roma, con Krusty il clown nel ruolo di Canio. Alla fine, Telespalla Bob emerge da una botola, cantando la nota aria "Ridi pagliaccio".
- Nel film "Singin' in the rain" del 1952 in una scena l'attore Donald O'Connor che nel film interpreta Cosmo Brown prima di cantare "Make 'Em Laugh" esclama: "Ridi, Pagliacci, ridi!"
- "Ridi pagliaccio" è anche il nome del ristorante che compare nel libro La funesta finestra della serie Una serie di sfortunati eventi di Lemony Snicket.
- La canzone dei Queen It's a Hard Life, scritta da Freddie Mercury, inizia con l'aria "Ridi pagliaccio", con le parole "I don't want my freedom, there's no reason to living with a broken heart". Mercury non ha mai fatto mistero di amare l'opera, e i compositori italiani in particolar modo.
- In una delle scene iniziali del film Ti voglio bene Eugenio, Eugenio ascolta "Ridi pagliaccio", cantata da Luciano Pavarotti.
- Nel film Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni & Giacomo si può ascoltare l'aria "Ridi pagliaccio", cantata scherzosamente in playback da Giovanni.
- L'aria è presente anche nel gioco Alone in the Dark 2, nelle scene che compaiono in caso di morte del personaggio e nei sotterranei della casa. Presente solo la musica, senza parole, viene intitolata "Mysteries".
- Nella miniserie a fumetti di Alan Moore e Dave Gibbons Watchmen (così come nel suo adattamento cinematografico), uno dei personaggi, Rorschach, scrive nel suo diario di una barzelletta sentita una volta che coinvolge Pagliacci, in riferimento alla morte di un altro personaggio, Il Comico. La barzelletta racconta di un uomo che va da un medico e si lamenta della depressione. Il medico gli dice di andare allo spettacolo del "grande clown Pagliacci" al fine di rincuorarlo. Tuttavia, l'uomo scoppia a piangere, dicendo al medico che, in realtà, lui è il clown Pagliacci.
- Nel film The Mask - Da zero a mito, durante la scena dell'officina che vede il protagonista Stanley Ipkiss (Jim Carrey) truffato dai due meccanici, si può sentire in sottofondo il "Ridi pagliaccio".
Incisioni discografiche[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pagliacci
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Spartiti liberi di Pagliacci in International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- Sito del Festival di Montalto Uffugo
- Programma di sala, con libretto e note, per l'allestimento 2008 al Teatro La Fenice di Venezia
Controllo di autorità | GND: 300091370 |
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