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Wednesday, July 4, 2012

Guida alla scultura italiana: dall'A alla Z

Speranza

II termine « barocco » deriva dalla filosofia medievale, nella quale sta a indicare un sillogismo particolarmente complesso.

Lo riportò in vita la critica d'arte del Settecento, di tendenza neoclassica, adottandolo col significato di astruso, strano, « superlativo del bizzarro » (Milizia), per indicare quella corrente artistica formatasi a Roma verso il 1630 e che fa capo a Bernini, a Borromini, a Pietro da Cortona, artisti caratterizzati da un'accesa fantasia e da un'esuberante empito vitale.

II barocco fu anche l'arte della chiesa trionfante, la quale, uscita dall'austero clima tridentino, volle celebrare la sua vittoria sulla Riforma con basiliche grandiose, ornate da vastissime pitture murali, intese a esaltare i dogmi della fede ritrovata e a celebrare i nuovi santi, ma anche a rispecchiare la potenza terrena della Chiesa. La nuova arte coincideva inoltre con il senso di grandiosità e di fasto delle grandi famiglie principesche. In un clima di rinnovata libertà, gli artisti diedero vita a soluzioni originalissime, spesso imprevedibili: « È del poeta il fin la maraviglia », secondo l'asserzione del Marino.


La prima grande personalità dell'arte barocca è Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), grande architetto e scultore, ma anche pittore e scenografo. Dal felice incontro fra la sua geniale inventiva e la società romana, che lo apprezzava e lo stimolava, ebbe origine la sua brillante carriera, che si sviluppò per quasi sessant'anni. Più di ogni altro il Bernini seppe tradurre, nell'abbandono patetico delle immagini religiose (Santa Teresa in estasi, cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria; statua della beata Ludovica Albertoni, San Francesco a Ripa) e nella grandiosità delle concezioni architettoniche, lo spirito del tempo.
Genio precocissimo, in un breve volgere di anni esaurì tutte le possibili esperienze culturali, da quelle della scultura ellenistica, di cui fu un abile reintegratore secondo il costume del tempo, a quella di Francesco Mochi (1580­1654), il più sensibile e libero scultore del Seicento (statua di Santa Veronica in San Pietro); riuscì così a creare il nuovo linguaggio della scultura barocca fondato sulla vitalità e il continuo movimento delle forme immerse nello spazio (Apollo e Dafne, Ratto di Proserpina, Giove fanciullo con la capra Amaltea, Roma, Galleria Borghese)
Altri grandi maestri del Barocco:

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