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Friday, July 13, 2012

IL DIADUMENO FARNESE, Palazzo Farnese, Roma -- Collezione Farnese

Speranza








File:Farnese Diadumenos BM 501.jpg

Cosidetto Diadumeno Farnese, di Fidia.

Atleta che si cinge il capo con la benda della vittoria. Copia romana da un originale greco. Il soggetto è simile a quello di Policleto, ma differisce leggermente nella posa.


440(0440) circa a.C. (original); I sec. d.C. (copy)
Tecnica/materialemarmo bianco
DimensioniAltezza: 145 cm.
Main floor, room 23, Greek & Rome
Numero d'inventarioGR 1864.10-21.4 (Cat. Sculptures 501)
AttribuzioneCollezione Farnese
1864(1864): acquistato presso Ferdinand II of the Two Sicilies

 

Diadumeno
AutorePolicleto
Datacopia romana da un originale greco del 430 a.C. circa
MaterialeMarmo
Dimensioni186 cm
UbicazioneMuseo Archeologico Nazionale di Atene, Atene

La testa

Il Diadumeno (in greco Diadúmenos, cioè "che si cinge la fronte [con la benda della vittoria]") è una statua realizzata da Policleto verso il 430 a.C. e oggi nota solo da copie romane marmoree, tra cui la migliore è considerata il Diadumeno di Delo nel Museo archeologico nazionale di Atene (h. 186 cm).

 

 

Probabilmente l'opera venne scolpita ad Atene, dove l'artista era venuta a conoscenza del collega Fidia, come si evince da una certa influenza nella forma e nell'atteggiamento della testa.
Si conoscono più di trenta copie di questa scultura.

Le più celebri sono: il Diadumeno di Delo, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Atene ed il Diadumeno di Vaison-la-Romaine, conservato al British Museum di Londra.

Un'altra copia detta "il Dadueno Farnese", nel Museo Britannico a Londra, presenta leggere varianti (ad esempio nella testa) e si è ipotizzato che possa derivare da una copia eseguita da Fidia.

Un grosso frammento di epoca flavia, restaurato e reintegrato successivamente, si trova nel Metropolitan Museum di New York.

Una testa di Diadumeno è al Louvre (che possiede anche un torso) e una al Museo nazionale di Venosa.

 

Un giovane atleta nudo solleva le braccia per allacciarsi in testa la benda della vittoria (la tenia).
Esemplare è l'applicazione del chiasmo, ovvero del ritmo incrociato capace di dare estrema naturalezza alla rappresentazione. La gamba destra infatti è tesa e corrisponde alla spalla sinistra in maggiore tensione; l'arto inferiore sinistro invece è flesso e si collega alla spalla destra abbassata: ogni tensione trova quindi la sua adeguata contrapposizione, smorzandosi sul lato opposto in un rilassamento. L'arco del bacino inoltre si trova ad essere inclinato verso la gamba flessa, ed è opposto allo spostamento delle spalle. Ne consegue un dinamismo trattenuto, che annulla ogni impressione di staticità, a differenza dei precedenti della statuaria arcaica e severa.

A differenza del Doriforo, nel Diadumeno il baricentro della figura non è su una gamba, bensì al centro fra le due.

L'insieme è potente e muscoloso, ricco di sfumature, con una testa dalla struttura robusta e dotata di un'espressione medativamente sospesa. Appare esaltata la mimesis, cioè il naturalismo basato sull'imitazione del vero, equilibrato però dalla componente ideale.

Bibliografia [modifica]

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