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Wednesday, July 27, 2011

Grisotto: retorica della "impiegatura" nel rinascimento italiano

Luigi Speranza

Come è noto, le definizioni e le etichette delle "arti del trivio" risalgono a Marziano Capella.

Tuttavia, tali artes esistevano già nella Grecia classica, e considerazioni di natura grammaticale, logica e retorica mostrano un interscambio costante lungo tutta la storia del pensiero linguistico occidentale.

Allo stato attuale delle nostre conoscenze, alcuni casi di influenza reciproca tra le tre artes sembrano assodati, mentre altri appaiono molto più problematici, come si può vedere dagli esempi che seguono.

Tra i casi chiari di interazione tra le tre arti del trivio in epoca classica, si possono citare almeno i seguenti.

1)

L'origine retorica della logica.

Lo scopo di Platone era quello di elaborare una "teoria del ragionamento corretto" che superasse gli argomenti e le obiezioni dei Sofisti.

2)

Le origini logiche della grammatica.

L'analisi del lógos in ónoma e rhêma compiuta da Aristotele è il primo modello di analisi della frase.

Logica, grammatica e retorica mostrano evidenti interrelazioni anche durante il Medioevo.

La nostra conoscenza delle interconnessioni tra le arti del trivio mostra notevoli lacune per quanto concerne la loro storia tra Rinascimento e prima Età Moderna.

Uno studio più approfondito delle relazioni tra di esse nel periodo (all'incirca) tra il Quattrocento e il Seicento potrebbe offrire una soluzione a un problema aspramente dibattuto, ossia la valutazione dell'opera di Port-Royal relativa al linguaggio.

Essa rappresenta una semplice ripresa di vecchie idee aristoteliche e medievali, oppure, viceversa, segna un'innovazione significativa nella storia della logica e della grammatica?

La logica e la grammatica di Port-Royal caddero nell'oblio durante la prima metà dell'Ottocento, con la nascita e lo sviluppo della grammatica storico-comparativa, da un lato, e con la trasformazione della logica da "arte di pensiero" a calcolo matematico (grazie soprattutto all'opera di Boole) dall'altro.

Quali sono state le ragioni di questo mutamento di prospettiva?

E quali le sue conseguenze per i successivi sviluppi della logica, della grammatica e della retorica come discipline e campi di ricerca distinti?

Dalla seconda metà dell'Ottocento in poi le strade della logica, della grammatica e della retorica sembrano divergere sempre più.

La prova più chiara di un tale "divorzio" è rappresentata dall'atteggiamento di "svalutazione" del linguaggio naturale che caratterizza la maggior parte dei logici durante la prima metà del Novecento.

La situazione comincia a cambiare radicalmente a partire dagli anni Cinquanta.

Al giorno d'oggi, buona parte della semantica del linguaggio naturale è analizzata con strumenti della logica formale.

Le ragioni di questo mutato atteggiamento non sono state ancora illustrate a sufficienza; e il problema di quali logici abbiano influenzato quali grammatici, e relativamente a quali argomenti, non ha ancora ricevuto una risposta dettagliata.

E' dunque necessaria un'indagine molto più approfondita dei rapporti tra logica e grammatica nell'epoca contemporanea, come lo è per i secoli passati.

Date queste premesse, ci si propone di stendere una storia della pragmatica conversazionale che in particolare esamini l'interazione di questa disciplina con le altre 'arti del trivio'.

In particolare, si prevede di focalizzare la ricerca sui punti seguenti.

1)

I rapporti tra quelle che si possono chiamare rispettivamente la tradizione "alta" e la tradizione "bassa" nella storia della riflessione sul linguaggio in epoca classica e medievale.

La prima tradizione è quella di origine logica (in particolare, Aristotele e gli Stoici), la seconda è quella rappresentata da grammatici come Dionisio Trace, Apollonio e Prisciano.

2)

Valutazione delle relazioni tra la grammatica e la logica di Port-Royal con quelle del Medioevo e del Rinascimento.

E' evidente che le fonti di Port-Royal devono essere studiate più approfonditamente di quanto è stato fatto finora.

In quest'ottica, appare assolutamente necessario un esame dettagliato ed approfondito dei testi logici della prima Età Moderna, un lavoro che non è stato ancora compiuto.

3)

Si prevede anche di illustrare lo sviluppo della logica e il suo mutamento di prospettiva (da "arte di pensare" a calcolo logico) tra Port-Royal e Boole.

Uno studioso a cui dedicare attenzione particolare è certamente Leibniz, anche se, come è noto, molte delle sue opere furono pubblicate postume, sicché il suo contributo all'effettivo sviluppo della logica è da valutare con molta attenzione.

Un'altra importante tematica da trattare in questo contesto sono la logica e la retorica nel periodo immediatamente precedente a Boole.

4)

Per quanto riguarda le relazioni tra grammatica, logica e retorica negli ultimi cento anni, si prevede di affrontare specialmente i seguenti argomenti:

i)

l'opera di H. Reichenbach, che dedicò un intero capitolo dei suoi Elements of symbolic logic (1947) all'analisi del linguaggio naturale.

Una valutazione complessiva dell'impatto di Reichenbach sullo sviluppo dell'analisi formale del linguaggio naturale manca tuttora.

ii)

Un altro studioso il cui impatto sull'analisi formale delle lingue naturali è spesso ricordato, ma senza un'analisi soddisfacente del suo specifico contributo, è A.M. Turing.

Nostra intenzione è quella di colmare anche tale lacuna.

iii)

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Allo stesso modo, è necessaria una valutazione
sistematica delle idee di Erberto Paolo Grice
(Harborne, Staffordshire, 1913-1988)
relativamente a
logica, grammatica e retorica.
*********************************************

Finora, la tendenza è stata quella di
confinare il contributo di Grice
alla pragmatica e alla teoria del discorso,
mentre a nostro avviso è innegabile (e dovrebbe ricevere
il riconoscimento adeguato) il rilievo di Grice per
tutte e tre le arti del trivio.

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