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Wednesday, July 25, 2012

Il "Bacco" (1519) di J. Sansovino -- Pippo del Fabro come Bacco -- per la casotta dell giardino di Giovanni Bartolini, Gualfonda

Speranza

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Per le che Giovanni BARTOLINI, avedo fatto murare nel suo giardino di GUALFONDA una casotta, volse che Jacopo SANSOVINO gli facesse di marmo un BACCO giovinetto, QUANTO IL VIVO: perchè da Jacopo SANSOVINO fattone il modello, piacque tanto a Giovanni Bartolini, che, fattogli consegnare il marmo, Jacopo SANSOVINO lo cominciò con tanta voglia, che lavorando volava con le mani e con l'ingegno.

Studiò, dico, quest'opera di maniera, per farla perfetta, che si mise A RITRARRE DAL VIVO, anchor che fusse di verno, un SUO GARZONE, chiamato PIPPO DEL FABBRO, FACENDOLO stare IGNUDO buona parte del GIORNO.

IL QUALE PIPPO DEL FABBRO sarebe riuscito valente uomo, perchè si sforzava con ogni fatica d'imitare il maestro: ma o fusse lo star NUDO e con la testa scoperta in quella stagione, o pure il troppo studiare e patir disago, non fu finito il BACCO che egli impassò in sulla maniera del fare l'attitudini; e lo mostrò, perchè un giorno che pioveva dirottamente chiamando J. SANSOVINO, PIPPO DEL FABBRO, ed egli non rispondendo, lo vidde poi salito sopra il tetto in cima d'un camino IGNUDO che faceva l'attitudine del suo Bacco. Altre volte pigliando lenzuola o altri panni grandi, i quali bagnati se li recava adosso ALL'IGNUDO, come fusse un modello di terra o cenci, e acconciviava le pieghe; poi salendo in certi luoghi strani, e arrecandosi in attitudini or d'una or d'altra maniera di profeta, d'apostolo, di soldato, o d'altro, si faceva ritrarre, stando così lo spazio di due ora, senza favellare, e non altrimenti che se fosse stato una statua, IMMOBILE. Molte altre simile piacevoli pazzie fece il POVERO PIPPO DEL FABBRO; ma sopra tutto, mai non si potè dimenticare il Bacco che aveva fatti J. SANSOVINO, se non quando in pochi anni si mori.
Condova la sua statua al suo fine, fu tenuta LA PIÙ BELLA OPERA CHE FUSSE MAI FATTA DA MAESTRO MODERNO, atteso che 'l J. SANSOVINO mostrò in essa una difficultà, non più usata, nel fare spiccato intorno un braccio in aria che tiene una tazz del medesimo marmo, traforata tra le dita tanto sottilmente, che se ne tien molto poco; oltre che per ogni verso è tanto ben disposta ed accordata quella attitudine, e tanto ben proporzionate e belle le gambe e le braccia attaccate a quel torso, che pare, del vederlo e toccarlo, molto più simile alla carne; intanto che tal nome, che gli ha, da chi lo vede, se gli conviene, ed ancor molto più.

Quest'opera, dico, finita che fu, mentre che visse Giovanni Bartolini, fu visitata in quel cortile di GUALFONDI da tutti i terrazzani e forestieri, e molto lodata.

Ma poi, esendo Giovanni BARTOLINI morto, GHERARDO Bartolini suo fratello la donò al duca COSIMO DE' MEDICI, il quale come cosa rara la tiene nelle sue stanze, con altre bellissime statue che ha di marmo.

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