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Friday, July 13, 2012

IL DONARIO D'ATTALO

Speranza

 

Il Galata morente, Musei Capitolini
Il Galata suicida (Ludovisi), Palazzo Altemps
Il Galata Ludovisi, veduta laterale
La testa del Galata morente

Il Donario d'Attalo era un monumento dell'antica Pergamo.

Decorato da sculture in bronzo del caposcuola locale Epigono, tra cui il Galata morente e il Galata suicida, è oggi noto, solo in parte, grazie a copie marmoree dell'epoca romana.

 

 

Il donario celebrava la vittoria sulla tribù celtica dei Galati stanziata in Asia Minore e vicina al Regno di Pergamo.

Essi, minacciando i vicini e richidendo tributi forti anche dell'alleanza col diadoco Antioco III), erano infine stati attaccati e sconfitti da re Attalo I nel 240 a.C., presso le fonti del Caico.

I pergameni con tale vittoria, paragonata a quella degli Ateniesi sui Persiani, si garantirono notevoli conquiste territoriali e una rinnovata potenza nello scacchiere del Mediterraneo orientale.

A ricordo dell'impresa venne fatto erigere, sull'acropoli di Pergamo, un donario, che si ipotizza essere stato formato da una base cilindrica sulla quale, sollevato di due/tre metri, si trovava un gruppo statuario. Sull'entità, forma e numero di queste statue si sono registrate varie ipotesi. Probabilmente erano in bronzo e rappresentavano i Galati vinti, con accenni patetici che ne esaltavano la grandezza e la dignità e quindi, di riflesso, la portata dell'impresa.

Sicuramente del gruppo facevano parte il Galata suicida e il Galata morente, noti da copie romane marmoree rispettivamente a Palazzo Altemps e ai Musei Capitolini.

In entrambe i protagonisti sono attentamente caratterizzati dal punto di vista etnico, con gli zigomi alti, le lunghe ciocche della capigliatura, i baffi e la collana torque al collo, testimoniando l'occhio analitico degli artisti di Pergamo[1].

Esitono altre sculture con simili accenti patetici, pose compatibili e alcuni dettagli simili (come il modo disegnativo di rappresentare il sangue che esce dalle ferite), però non posseggono le caratterizzazioni etniche delle altre, forse per desiderio del copista di usare fisionomie più genericamente "classiche".

Tra queste statue dubitativamente accostate al donario di Attalo ci sono:

Il Galata inginocchiato, al Louvre dalla Collezione Borghese


Il Soldato persiano dei Musei Vaticani

Il Discobolo Capitolino, una "pastiche" che ingloba un busto del Discobolo di Mirone nella composizione di un guerriero suicida

La testa di Gallo Chiaramonti, ai Musei Vaticani

Probabilmente il Gallo Ludovisi, l'unico in piedi, doveva trovarsi al centro; egli regge la moglie appena uccisa che si accascia al suolo; le altre sculture giacenti o inginocchiate dovevano comporre una corona tutt'intorno[1].

 

Note [modifica]

  1. ^ a b De Vecchi-Cerchiari, cit., p. 84.

Bibliografia [modifica]

Voci correlate [modifica]

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