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Friday, July 13, 2012

Il gusto e l'antico -- Scultura capitolina

Speranza


Palacio Nuevo.JPG
Tipoarte romana, rinascimentale, barocca
IndirizzoPiazza del Campidoglio, 1 00186 Roma
Sitosito ufficiale del museo


I Musei Capitolini sono il principale museo civico comunale di Roma e fanno parte del "Sistema dei Musei in comune".

Si parla di "musei", al plurale, in quanto alla originaria raccolta di sculture antiche fu aggiunta da Benedetto XIV, nel XVIII secolo, la Pinacoteca, di soggetti prevalentemente romani.

Aperto al pubblico nell'anno 1734, sotto Clemente XII, è considerato il primo museo al mondo, inteso come luogo dove l'arte fosse fruibile da tutti e non solo dai proprietari.

Nel 2008 sono stati visitati da 452.232 persone.[2]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Donazioni di Sisto IV ai Musei Capitolini.

Galleria


La sede storica dei Capitolini è costituita dal Palazzo dei Conservatori e dal Palazzo Nuovo, edifici che affacciano sulla michelangiolesca Piazza del Campidoglio.

La creazione del museo può essere fatta risalire al 1471, quando Papa Sisto IV donò alla città una collezione di importanti bronzi provenienti dal Laterano (tra i quali la Lupa capitolina), che fece collocare nel cortile del Palazzo dei Conservatori e sulla piazza del Campidoglio.

Ciò lo rende il più antico museo pubblico al mondo.

La raccolta antiquaria si arricchì nel tempo con donazioni di vari papi (Paolo III, Pio V che voleva espellere dal Vaticano le sculture pagane), e fu meglio allocata con la costruzione del Palazzo Nuovo nel 1654.

Il museo fu aperto a visite pubbliche per volere di Papa Clemente XII quasi un secolo più tardi, nel 1734.

Il suo successore, Benedetto XIV, inaugurò la Pinacoteca capitolina, acquisendo le collezioni private della famiglia Sacchetti e della famiglia Pio.

Dagli scavi condotti dopo l'Unità d'Italia per i lavori di Roma capitale emersero grandi quantità di nuovi materiali, che, raccolti nel Magazzino Archeologico Comunale, in seguito denominato Antiquarium, furono nel tempo parzialmente esposti ai Capitolini.

Nel 1997 è stata aperta una sede distaccata nell'ex Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini nel quartiere Ostiense, creando una soluzione originale di fusione tra archeologia industriale e classica.

Oggi i Musei Capitolini fanno parte del Sistema dei Musei in comune.

Il Palazzo dei Conservatori [modifica]

Piano terra [modifica]

Superati gli spazi di servizio (biglietteria, guardaroba, libreria) si accede al cortile, dove si evidenziano l'acrolito di Costantino e i rilievi raffiguranti le province provenienti dal tempio di Adriano.

Piano nobile [modifica]


pianta del piano nobile

Dallo scalone si accede, frontalmente, all'Appartamento dei conservatori, composto da 9 sale:
I - Sala degli Orazi e Curiazi, affrescata dal Cavalier d'Arpino, con la berniniana statua di Urbano VIII Barberini e il bronzo che raffigura Innocenzo X Pamphili
II - Sala dei Capitani, affrescata da Tommaso Laureti. Le grandi statue celebrative rappresentano i condottieri dello Stato Pontificio (tra cui Marcantonio Colonna, vincitore di Lepanto), riutilizzando statue antiche alle quali furono adattati i ritratti dei capitani. Di qui si passa nella
III - Sala di Annibale, unica ad aver conservato gli affreschi originari del primo decennio del XVI secolo. Solo da questa sala si passa nella
IV - Cappella, dedicata alla Madonna e ai santi Pietro e Paolo patroni della città; in origine i conservatori potevano assistere alle funzioni dalla confinante sala degli Orazi e Curiazi, attraverso una grata. Tornati nella sala di Annibale, si può accedere alla
V - Sala degli Arazzi, destinata nel 1770 ad accogliere il baldacchino papale. Gli arazzi furono eseguiti dalla Fabbrica pontificia di San Michele a Ripa. Da qui, per continuare il percorso secondo l'ordine di numerazione delle sale, si deve tornare nella sala dei Capitani, da cui si passa nella
VI - Sala dei Trionfi, la prima delle sale che guardano verso la città; il soffitto ligneo si deve a Flaminio Boulanger[3]; qui si incontrano alcuni celebri bronzi: lo Spinario, il Camilus e il cosiddetto ritratto di Lucio Giunio Bruto, comunente detto Bruto capitolino. Da qui si passa nella
VII - Sala della Lupa Fulltext Search, alle cui pareti sono affissi i Fasti capitolini consolari e trionfali, trovati nel Foro Romano nel XV secolo, e dove è normalmente esposta la Lupa Capitolina. Segue la
VIII - Sala delle Oche, che ospita fra l'altro la testa di Medusa del Bernini e un settecentesco ritratto di Michelangelo. L'ultimo ambiente è la
IX - Sala delle Aquile, piccolo ambiente in cui la presenza più rilevante è una piccola Diana Efesina.
Nelle tre sale successive (X, XI e XII) sono esposti oggetti provenienti dalle donazioni di Augusto Castellani.
Qui giunti, per mantenere l'ordine concettuale della visita è opportuno ritornare allo scalone d'ingresso. Dal pianerottolo si accede alle sale
XIII e XIV - Sale dei fasti moderni Fulltext Search, dove su tavole marmoree sono incisi nei Fasti consulares capitolini i nomi dei magistrati civici (senatores) della città dal 1640 al 1870.
A partire dalla successiva sala XV cominciano le gallerie contenenti materiali provenienti dagli scavi di fine ottocento nei vari Horti suburbani, che venivano edificati intensivamente in quel periodo per ospitare la popolazione della nuova capitale (raddoppiata nei primi trent'anni dell'unità d'Italia), tra l'Esquilino, il Quirinale e il Viminale. Testimone e attivo protagonista di questi scavi fu Rodolfo Lanciani, che ne diede ampia documentazione, anche nella sua qualità di segretario della Commissione archeologica comunale[4].
XV, XVI, XVII e XVIII - Sale degli Horti Lamiani. Sono raccolti qui materiali provenienti da scavi nella zona dell'Esquilino, tra piazza Vittorio e piazza Dante. Tra questi, parte di uno splendido pavimento in alabastro e frammenti della decorazione architettonica in opus sectile di un criptoportico, la Venere Esquilina e il famoso Ritratto di Commodo come Ercole.
XIX e XX - Sale degli Horti Tauriani e Vettiani.
XXI, XXII e XXIII - Sale degli Horti di Mecenate, dove sono esposti fra l'altro il Marsia al supplizio e la cosiddetta testa di Amazzone.
XXIV - Galleria, dove sono esposti due grandi crateri ornamentali e i ritratti di Adriano, Vibia Sabina e Matidia provenienti dagli Horti Tauriani. Da qui si passa nella nuova
XXV - Esedra di Marco Aurelio, ricavata dall'architetto Carlo Aymonino sull'area del Giardino romano, dove già Virgilio Vespignani, nel 1876, aveva collocato un padiglione dove venivano esposti i migliori reperti emersi dagli scavi di quel periodo. I due principali pezzi oggi esposti stabilmente nella grande esedra vetrata sono la statua equestre di Marco Aurelio originale, messa al coperto dopo il restauro, l'Ercole in bronzo dorato proveniente dal Foro Boario, e i frammenti della statua colossale in bronzo di Costantino appartenenti alla donazione iniziale di Sisto IV. L'ultimo vasto ambiente del piano nobile è l'
XXVI - Area del Tempio di Giove Capitolino (per il quale si veda la voce sul Tempio di Giove Ottimo Massimo). Lo spazio espositivo alla fine del percorso presenta reperti provenienti dai templi arcaici di VI secolo a.C. scavati a metà del XX secolo nell'area di Sant'Omobono, e un settore che illustra i risultati degli scavi più recenti effettuati negli strati inferiori di quest'area del colle capitolino, che ne documentano l'occupazione a partire dal X secolo a.C.

Secondo piano [modifica]

  • Pinacoteca capitolina

Palazzo Clementino-Caffarelli [modifica]

Secondo piano [modifica]

  • Medagliere capitolino

Terzo piano [modifica]

  • Terrazza e bar

Tabularium [modifica]

Palazzo Nuovo [modifica]

Collezioni e opere esposte [modifica]


La nuova sistemazione attorno alle fondamenta del Tempio di Giove

Statua di Dioniso, Centrale Montemartini

Le collezioni storiche dei Musei Capitolini sono:
la Pinacoteca, proveniente inizialmente dalla collezione della famiglia dei marchesi Sacchetti e dei principi Pio di Savoia. La Pinacoteca Capitolina appartiene al complesso dei Musei Capitolini, ospitati sul Campidoglio nel Palazzo dei Conservatori e nel Palazzo Nuovo. Le raccolte capitoline - le collezioni pubbliche più antiche del mondo - hanno avuto origine nel lontano 1471, con la donazione, da parte del pontefice Sisto IV della Rovere, di alcuni bronzi antichi: nel gruppo era compresa la celebre Lupa, all'epoca ancora senza i gemelli, aggiunti in seguito. Nel 1734 venne fondato il Museo Capitolino, sistemato nelle sale del Palazzo Nuovo. Il merito della creazione della Pinacoteca va diviso tra il pontefice Benedetto XIV Lambertini ed il suo segretario di stato, il cardinale Silvio Valenti Gonzaga, uno dei principali mecenati e collezionisti della Roma settecentesca. Nel 1748 furono acquistati oltre 180 dipinti dalla famiglia Sacchetti, proprietaria di una delle più importanti raccolte romane, formata durante il Seicento per opera di Marcello Sacchetti e di suo fratello, il cardinale Giulio. Nel corso del tempo il patrimonio della Pinacoteca è notevolmente aumentato grazie all'arrivo di numerosi dipinti, giunti in Campidoglio per acquisti, lasciti e donazioni. Con la donazione Cini del 1880 entrarono a far parte della raccolta numerosi oggetti d'arte decorativa, fra i quali una notevole collezione di porcellane. Amministrata, nei primi cento anni di vita, dalle strutture pontificie del Camerlengato e dei Sacri Palazzi Apostolici, la Pinacoteca Capitolina è posta sotto la giurisdizione del Comune di Roma dal 1847.
la Protomoteca, collezione di busti ed erme di uomini illustri trasferiti al Campidoglio dal Pantheon per volontà di Pio VII nel 1820.
la Collezione Castellani, donata da Augusto Castellani nella seconda metà dell'800, costituita da materiali ceramici arcaici (dall'VIII al IV secolo a.C.), di area prevalentemente etrusca, ma anche di produzione greca e italica.
il Medagliere capitolino: la collezione di monete, medaglie e gioielli del Comune, costituita nel 1872 e aperta al pubblico nel 2003.
L’opera forse più famosa che vi è conservata è la statua equestre di Marco Aurelio; quella al centro della piazza è una copia, mentre l'originale, dopo essere stato sottoposto a lavori di restauro, è ora collocato nella nuova aula vetrata, l'Esedra di Marco Aurelio, nel Giardino Romano, dietro Palazzo dei Conservatori.

Nel Palazzo Nuovo, oltre alla statua dell’imperatore che risale al II secolo d.C., si possono ammirare il Discobolo, originale greco di cui rimaneva solo il tronco del corpo trasformato dallo scultore francese Monnot in un guerriero ferito, la statua del Galata Morente, opera romana del III secolo d.C. copia dell’originale greco, il Fauno Rosso ritrovato a Tivoli nella villa di Adriano, ed un bellissimo mosaico ritrovato sempre nella stessa villa e conosciuto come il Mosaico delle Colombe.
La visita nell’altro edificio dei musei, il Palazzo dei Conservatori, è compresa nello stesso biglietto di entrata; vi si può accedere sempre dalla piazza o da una galleria sotterranea scavata (Galleria di congiunzione) negli anni trenta e attualmente allestita come Galleria Lapidaria (cioè preposta all'esposizione delle epigrafi), che dà accesso anche al Tabularium e unisce i due edifici. Qui si trova la pinacoteca dei musei nel cui catalogo c’è il famoso dipinto del San Giovanni Battista, opera del Caravaggio.
Ma vi si trova anche il simbolo della città, il bronzo della Lupa Capitolina, a lungo tempo ritenuta un'opera etrusca del V secolo a.C. e solo recentemente ritenuta da alcuni restauratori come risalente al XII secolo; con molta probabilità la statua originaria non comprendeva i gemelli della leggenda Romolo e Remo, che sembra furono aggiunti nel Rinascimento. La colossale testa di Costantino I risale al IV secolo d.C.
Capolavoro della scultura medievale è il Ritratto di Carlo I d'Angiò di Arnolfo di Cambio (1277), il primo ritratto verosimile di un personaggio vivente scolpito in Europa che ci sia pervenuto dall'epoca post-classica.

Nel dicembre del 2005 è stata inaugurata una nuova ala che con un'aula vetrata, la già citata Esedra di Marco Aurelio, allarga lo spazio espositivo dei Musei. Con la copertura del Giardino Romano, è stato ricavato questo nuovo spazio che ospita ora la statua di Marco Aurelio, i frammenti del colosso bronzeo di Costantino e la statua di Ercole. Il progetto è di Carlo Aymonino e prevede anche la nuova sistemazione delle fondazioni del tempio di Giove Capitolino.

Nelle sale adiacenti sono sistemate le vetrine della Collezione Castellani, donata al Comune di Roma da Augusto Castellani.
L'apertura di questa nuova ala fa parte di un più vasto progetto ("Grande Campidoglio") di risistemazione ed ampliamento dei musei, che ha visto l'allestimento della Galleria Lapidaria (chiusa diversi anni prima per lavori di ristrutturazione), l'acquisizione di Palazzo Clementino, ora sede del Medagliere Capitolino (collezione di numismatica), e la risistemazione del Palazzo Caffarelli.

Centrale Montemartini [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Centrale Montemartini.

Nel 1997, a causa di gravi problemi di infiltrazioni d'acqua e di umidità, la Galleria Lapidaria e diversi settori del Palazzo dei Conservatori dovettero essere chiusi al pubblico; per permettere i lavori di ristrutturazione centinaia di sculture furono trasferite in alcuni ambienti dell'ex centrale elettrica Montemartini (situata lungo la Via Ostiense), in cui fu allestita una mostra. La collezione include 400 statue romane, insieme a epigrafi e mosaici. La maggior parte dei reperti costituiscono i pezzi di più recente acquisizione, provenendo dagli scavi portati avanti dopo l'unità d'Italia, in particolare negli antichi horti romani.

Altre opere [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • AA.VV., Musei Capitolini - Guida, Comune di Roma - Zètema - Electa, 2006.

Note 

^ AA. VV. Roma e dintorni, edito dal T.C.I. nel 1977, pag. 83. ISBN 88-365-0016-1. Sandra Pinto, in Roma, edito dal gruppo editoriale L'Espresso su licenza del T.C.I. nel 2004, pag. 443. ISBN 88-365-0016-1. AA. VV. La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti, Garzanti editore, 2000, ISBN 88-11-50439-2, alla voce "museo".
^ Flaminio Boulanger fu un ebanista francese molto attivo a Roma nella seconda metà del '500. Autore di "studioli" e soffitti, tra cui quello (andato perduto) dell'Oratorio del Crocifisso, quello di san Silvestro al Quirinale, e quello di San Giovanni in Laterano (con decorazioni pittoriche di Daniele da Volterra, 1564-66), aveva bottega in via dell'Anima.
^ Sull'insediamento, i componenti e i fini della Commissione archeologica comunale si veda in Domenico Palombi, Rodolfo Lanciani, l'archeologia a Roma tra Ottocento e Novecento, L'Erma di Bretschneider 2006, p. 56:

"La Giunta Municipale di Roma, nel congresso del giorno 24 maggio 1872, secondo il voto già espresso dal Consiglio nella seduta del 24 aprile, istituiva una commissione Archeologica, cui fosse trasmesso l'esercizio dei diritti e dei doveri, che al Comune incombono verso i monumenti della città e del suo territorio; vi chiamava all'onore di comporla i Sigg. cav. A. Castellani, ing. R. Lanciani, comm. P. Rosa, comm. G.B. De Rossi, conte V. Vespignani, cav. C.L. Visconti, barone P.E. Visconti, e marchese F. Nobili Vitelleschi. Il campo aperto alla attività della nuova Commissione era altrettanto vasto, quanto importante: poiché il Comune, nelle convenzioni stipulate con le varie società edificatrici de' nuovi quartieri, essendosi riservato ove l' assoluta, ove la parziale proprietà degli antichi monumenti, ove la semplice sorveglianza delle scoperte, conveniva provvedere urgentemente al disegno delle icnografie degli edifici; alla loro conservazione, qualora ne fossero giudicati degni; al trasporto e al collocamento ne' palazzi capitolini degli antichi oggetti estratti dalle escavazioni; all'ampliamento dei musei; alla fondazione di nuove raccolte ceramiche e numismatiche; procurando sempre di conciliare gli interessi della scienza con quelli della edilità. Fino dalle sue prime tornate la Commissione determinò di dare alle stampe un Bullettino mensile, affine di render ragione del suo operato, tanto alla magistratura comunale, che di sì nobile ufficio l'aveva investita, quanto ai concittadini, ed ai cultori degli studi archeologici, che seguono con viva attenzione i risultati delle nuove scoperte[...]".

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