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Monday, July 9, 2012

Le ville d'Italia -- dall'A alla Z: la Villa Pusterla, Mombello.

Speranza



Il giardino interno della villa, con il portico, visto dal secondo piano.

La Villa Pusterla-Crivelli-Arconati è una villa settecentesca situata a Mombello, (frazione di Limbiate in Provincia di Monza e della Brianza), in cui soggiornarono Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, e Napoleone Bonaparte, che la utilizzò anche come suo quartier generale.

La villa si presenta con una forma a ferro di cavallo, con la facciata, ornata da due semi torri, rivolta a levante. La costruzione risale al XIV secolo per volere dei Pusterla che la utilizzavano come dimora suburbana. L'aspetto della villa in quel tempo erano quelle di una fortezza-palazzo dalla forma quadrata: gli edifici, molto semplici, occupavano i quattro lati lungo una corte chiusa e un bastione la recingeva. Si pensa anche che fosse molto più antica, risalente addirittura al medioevo, come risulterebbe dalle indagini svolte dall’ingegner Quarantini per conto della famiglia Crivelli: egli riconobbe antichi locali posti nel palazzo (dispense, cucina e cantine sotterranee) che erano preesistenti ai lavori svolti nel ‘500 dalla famiglia Arconati.
La villa nel XVI secolo era divenuta proprietà di Giacomo Antonio Carcano che alla sua morte la lasciò in eredità ai nipoti Arconati, figli di sua sorella Elena e del marito di lei Giovanni Gaspare. Oltre all’edificio i nipoti, ebbero in eredità anche Mombello: terreni e case. La famiglia Arconati apportò delle modifiche alla residenza, in particolare Giovanni Battista Arconati che tra il 1560 e il 1564 fece modificare la struttura preesistente creando poco armonici contrasti tra la parte antica e quella nuova . In seguito fu Anna Visconti a ordinare dei lavori alla villa, in particolare il doppio portico aperto sulla facciata a ponente del palazzo. Il portico venne chiuso e riaperto più volte; oggi è aperto, anche se non più nell'aspetto con cui si presentava all’epoca.

L'ala sud e il portico di ingresso.
La famiglia Arconati cedette quindi la residenza al Conte Giuseppe Angelo Crivelli nel 1718 che la trasformò in un lussuoso palazzo con giardino all’italiana ricco di fontane e giochi d’acqua. Durante questo periodo la villa fu in parte rifatta in stile barocco e fu alleggerita delle residue sue forme medioevali. Le venne conferita una pianta a U con le ali unite da un doppio porticato che racchiude un cortile interno. La facciata della villa venne ornata da due torri sotto le quali si stendono delle terrazze degradanti che sostituiscono il precedente scalone che risaliva il declivio della collina. Le terrazze si affacciavano sull’ampio giardino dove l’abate Crivelli impiantò un giardino botanico che al tempo era tra i più grandi d’Europa. La struttura, che è quella che ritroviamo oggi, venne realizzata da Francesco Croce su incarico di Stefano Gaetano Crivelli nel 1754. Venne anche costruito l’oratorio di S. Francesco (di cui oggi rimane la chiesetta non collegata all’edificio) che era collegato alla villa: una semplice cappella privata in stile barocco con affreschi rappresentanti San Francesco D' Assisi, Carlo Borromeo e Santo Stefano Martire.
Nel 1797, Napoleone Bonaparte per la sua bellezza preferì la villa Crivelli alla Reggia di Monza e vi insediò il suo quartier generale. Qui prese la decisione di creare la Repubblica Cisalpina. Napoleone fece anche celebrare il matrimonio delle sue sorelle Elisa e Paolina nell’ oratorio dei Crivelli, l’oratorio dedicato a San Francesco. In questo periodo Mombello ospitò anche Giovanni Gros, autore del primo grande ritratto di Napoleone che si trovava esposto nella Villa.

Uno degli affreschi presenti nella villa.
Nel corso del XIX secolo la villa è rimasta in stato di abbandono sino a quando il comune di Milano nel 1863 ha acquistato l’edificio per utilizzarlo come manicomio apportando alla struttura della villa numerose e depauperanti modifiche. La villa fu utilizzata come manicomio sino alla Legge Basaglia. Il manicomio di Mombello è il punto di arrivo di De là del mur, un poemetto di Delio Tessa.
Oggi l’edificio è sede dell’Istituto Tecnico Agrario Statale Luigi Castiglioni. Il nome gli deriva dall’illuminista italiano Luigi Castiglioni che abitò la villa per un breve periodo durante la seconda metà del ‘700 e ne utilizzò il parco per i suoi studi botanici, per i quali fu premiato da Napoleone .
La villa di recente è stata restaurata negli esterni; mantiene a grandi linee i caratteri barocchi e neoclassici apportati dai Crivelli, la chiesa di San Francesco oggi non è più collegata al palazzo, se non tramite i sotterranei, che sono la parte più antica dell’edificio, dove vi sono resti delle scale che scendevano la collina prima delle attuali terrazze. All’interno l’edificio conserva affreschi e varie decorazioni che tuttora testimoniano l’importanza della villa e la sua passata bellezza.
Tutte le notizie sono tratte dal volume di Patrizia Ferrario "Nobili Dimore. Le residenze storiche a Limbiate e Mombello", Edizione 2001 Studio Archivolto e Comune di Limbiate.

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